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M. Tbet, La Parola di Dio nella Chiesa e per il mondo, en Studi Cattolici 602 (2011) 244-250.

LEsortazione apostolica Verbum Domini, un documento sulla Parola di Dio nella


Chiesa e per il mondo
Prof. Michelangelo Tbet

A circa 45 anni da quando lassemblea conciliare convocata da Giovanni XXIII pubblicava


uno dei suoi documenti pi significativi, la Cost. dogm. Dei Verbum sulla divina Rivelazione (=
DV), un altro documento sulla Parola di Dio, lEsortazione apostolica postsinodale Verbum
Domini (= VD)1, venuto a illuminare profondamente questa realt, aprendo una profonda
riflessione di dimensione ecclesiale e universale. Bench fosse stata presentata l11 di novembre del
2008, porta come data ufficiale il 30 settembre, memoria di san Girolamo; data sicuramente scelta
come riconoscimento al Doctor Maximus in exponendis Sacrae Scripturae, titolo con cui
celebrato e venerato questo Padre della Chiesa.

1. Il contesto storico della Verbum Domini


opportuno osservare che dopo la Dei Verbum non erano mancate ampie e importanti
riflessioni ecclesiali sulla Parola di Dio e in particolare sulla sacra Scrittura. In ambito magisteriale
cerano stati interventi di grande rilievo, quali il celebre discorso pronunciato da Giovanni Paolo II,
De tout coeur (23 aprile 1993), in occasione del centenario dellenciclica Providentissimus Deus e il
cinquantenario della Divino afflante Spiritu, le due pi importanti encicliche bibliche finora
pubblicate2, cos come i diversi interventi di Benedetto XVI fin dallinizio del suo pontificato, in
particolare quelli pronunciati durante il Sinodo dei Vescovi del 20083. Si potrebbe aggiungere la sua

Citaremo di solito indicando solo il numero del documento.

Cfr. Enchiridion Biblicum (= EB) nn. 1239-1258.

LEsortazione apostolica, nella nota 8, fa una lunga citazione dei documenti pontifici ad incominciare dagli interventi
di Paolo VI. Per quanto riguarda linsegnamento di Benedetto XVI, Cfr. in particolare, L. LEUZZI, La Parola nelle
parole. Dal biblicismo al realismo della fede. I discorsi di Benedetto XVI al Sinodo dei Vescovi, LEV, Citt del
Vaticano 2009; e N. ETEROVI. La parola di Dio, Riflessione sulla XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei
Vescovi. Papa Benedetto XVI e il Sinodo, LEV, Citt del Vaticano 2010.

opera in tre volumi Ges di Nazaret, due dei quali gi apparsi, la cui rilevanza programmatica
indicata con precisione nel prologo del primo volume. In ambito teologico-biblico esistevano anche,
nel contesto in cui parliamo, alcuni importanti documenti della Pontificia Commissione Biblica,
quali soprattutto Linterpretazione della Bibbia nella Chiesa (1993) e Il popolo ebraico e le sue
Sacre Scritture nella Bibbia cristiana (2001). Nonostante ci, necessario riconoscere che
lEsortazione apostolica postsinodale Verbum Domini venuta a riempire un vuoto che si percepiva
da diversi anni. Si avvertiva, infatti, lesigenza di un intervento magisteriale ampio e articolato che
approfondisse il tema della Parola di Dio per affrontare le nuove sfide che il tempo presente pone
ai credenti in Cristo (n. 3). LEsortazione Verbum Domini brilla perci come una gemma
finemente incastonata nella Cost. dogm. Dei Verbum, che era e continuer ad essere una pietra
miliare nel cammino ecclesiale, come si espresso Benedetto XVI (ib.).
Pi concretamente, lEsortazione apostolica Verbum Domini riprende sostanzialmente
quanto era stato elaborato nel Sinodo dei Vescovi celebrato a Roma nel 2008 su La Parola di Dio
nella vita e nella missione della Chiesa4, tenendo presente i documenti e gli interventi che lo
avevano contestualizzato nonch quelli che furono pubblicati come risultato finale dellassemblea
sinodale, cio, il Messaggio finale al Popolo di Dio e le 55 Propositiones che i Padri sinodali
formularono ritenendole questioni di speciale rilievo. Sulla base di questa attestazione Benedetto
XVI ha voluto rivolgersi alla Chiesa universale per indicare alcune linee fondamentali per una
riscoperta, nella vita della Chiesa, della divina Parola, sorgente di costante rinnovamento,
auspicando al contempo che essa diventi sempre pi il cuore di ogni attivit ecclesiale (n. 1).
Lintenzione programmatica della Verbum Domini stata, quindi, quella di riscoprire la bellezza
della Parola divina (n. 70) allinterno della Chiesa per poter poi trasmetterla pi efficacemente
nella sua missione evangelizzatrice a tutte le genti, in consonanza con quanto viene ricordato in 1Gv
1,2-3, brano citato dal Pontefice: Vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si
manifest a noi, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perch anche
voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione con il Padre e con il Figlio suo, Ges
Cristo (n. 2).
Nelle parole della lettera giovannea appena citate e pi ancora nel Prologo del Quarto
Vangelo si avverte una tonalit di linguaggio che costituisce lo sfondo delle considerazioni che si

Era la XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, svoltasi nel Vaticano dal 5 al 26 ottobre 2008.

svolgeranno lungo tutta lEsortazione apostolica. Benedetto XVI ha inteso, infatti, presentare ed
approfondire i risultati del Sinodo facendo riferimento costante al Prologo del Vangelo di Giovanni
(Gv 1,1-18) (n. 5), nel quale, come egli commenta, ci comunicato il fondamento della nostra
vita: il Verbo, che dal principio presso Dio, si fatto carne ed ha posto la sua dimora in mezzo a
noi (cfr. Gv 1,14). Il Pontefice convinto, infatti, che solo sotto questa prospettiva, cio alla luce
del mistero del Verbo incarnato prospettato dal Prologo giovanneo, le acquisizioni del Sinodo
potranno influire pi efficacemente sulla vita della Chiesa: sul personale rapporto con le sacre
Scritture, sulla loro interpretazione nella liturgia e nella catechesi come anche nella ricerca
scientifica, affinch la Bibbia non rimanga una Parola del passato, ma una Parola viva e attuale (n.
5).

2. Unopera musicale in tre atti


Da una prima lettura dellEsortazione apostolica il lettore si accorge che si voluto riflettere
sul concetto di Parola di Dio tanto nella sua realt intrinseca come nella sua dimensione
ecclesiale e universale. Le tre parti di cui si compone il documento vengono designate, infatti,
successivamente, traducendo le espressioni latine: la Parola di Dio (nn. 6-49), la Parola nella
Chiesa (nn. 50-89), la Parola rivolta al mondo (nn. 90-120), che preceduta da unintroduzione
(nn. 1-5) e seguita da una conclusione (nn. 121-124). La triplice ripartizione stata paragonata ad
unopera musicale in tre atti, il cui motivo dominante rappresentato dalla teologia della Parola,
di una Parola unica (n. 7) che si esprime in diversi modi e che viene sinfonicamente rielaborata
nellintreccio dei temi e delle variazioni, secondo uno sviluppo armonico e progressivo che parte da
Dio e si irraggia nellintera creazione5.
Nelle linee che seguono cercheremo di delineare alcune delle idee principali del documento,
non senza prima avvertire che il contenuto di unEsortazione apostolica di tale ampiezza e ricchezza
di prospettive come la Verbum Domini non si pu ridurre ad alcuni pochi aspetti. La sua
comprensione pi compiuta richiede una lettura personale continua e meditata.

Lespressione sinfonia della Parola ritorna significativamente nellEsortazione apostolica nei nn. 7 e 8.

2.1. La comunicazione della Parola e la risposta delluomo


La trattazione in tre sezioni che compongono la Prima Parte Il Dio che parla (nn. 6-21); la
risposta delluomo al Dio che parla (nn. 22-28); lermeneutica della sacra Scrittura nella Chiesa (nn.
29-49) presenta come tema teologico dominante lautocomunicazione divina, intesa come volont
di dialogo del Dio Unico con tutta la creazione, con il cosmo e con luomo. Precisamente in ci
consiste la novit della rivelazione biblica, nel fatto che Dio si fa conoscere nel dialogo che
desidera avere con noi (n. 6). In questo contesto si voluto insistere fin dallinizio sul concetto di
analogia della Parola di Dio (n. 7). La Parola di Dio non , infatti, da identificare tout court con la
sacra Scrittura, bench essa, perch ispirata6, sia veramente Parola di Dio e la contenga (DV 25).
Parlando con propriet esiste una triplice valenza della Parola di Dio: la valenza cosmicoantropologica (nn. 8-10), la valenza cristocentrico-escatologica (nn. 11-14) e la valenza trinitariapneumatologica (nn. 15-16). In altri termini, lespressione Parola di Dio si riferisce a diverse
realt che si trovano in perfetta armonia e appaiono articolate come in una scala discendente.
Essa si riferisce innanzitutto al Figlio Unigenito di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli,
Verbo (Parola) del Padre fatto carne (cfr. Gv 1,14). La Parola divina si trova poi presente nella
creazione delluniverso, opera delle sue mani, che proclama a viva voce lesistenza di quel Dio
che lo cre i cieli narrano la gloria di Dio e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento (Sal
19,2) , e in modo particolare nella creazione delluomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio (Gn
1,26-27). Rivelata e attuata successivamente lungo la storia della salvezza, la Parola di Dio
attestata per iscritto nellAntico e nel Nuovo Testamento, che la contengono in modo del tutto
singolare per il fatto dellispirazione divina. Sotto la guida dello Spirito (cfr. Gv 14,26; 16,1215), la Chiesa, infine, la custodisce e la conserva nella sua Tradizione viva (cfr. n. 10), offrendola
allumanit attraverso la predicazione, i sacramenti e la testimonianza di vita, anche essi espressioni
della Parola di Dio7. Si comprende perci che, per una sua corretta comprensione, necessario
cogliere i diversi significati dellespressione Parola di Dio congiungendoli in perfetta armonia. In
questo contesto si colloca la fondamentale e inseparabile relazione tra Tradizione e Scrittura, e si

Assumiamo qui il termine ispirazione nel senso che ha ricevuto nella tradizione cristiana e che la DV 11 formula con
le seguenti parole: Per la composizione dei libri sacri, Dio scelse degli uomini di cui si serv nel possesso delle loro
facolt e capacit, affinch, agendo egli in essi e per loro mezzo, scrivessero come veri autori tutte e soltanto quelle
cose che egli voleva.

Cfr. Propositiones n. 3, VD n. 7.

comprende che il cristianesimo, nonostante abbia in massima considerazione la Scrittura, non si pu


ritenere una religione del Libro: esso, infatti, la religione della Parola di Dio, non di una
parola scritta e muta, ma del Verbo incarnato e vivente. Pertanto la Scrittura va proclamata,
ascoltata, letta, accolta e vissuta come Parola di Dio, nel solco della Tradizione apostolica dalla
quale inseparabile (n. 7). Il documento segnala in conseguenza la necessit che il Popolo di Dio
sia educato e formato in modo chiaro ad accostarsi alle sacre Scritture in relazione alla viva
Tradizione della Chiesa, riconoscendo in esse la Parola stessa di Dio (n. 18).
Illustrata in questo modo liniziativa del Dio vivente (Mt 16,16) che si rivolge alluomo
per manifestargli il mistero che la Parola instaura, il documento ricorda che la creatura umana, resa
intelligente in quanto creata a sua immagine (Gn 1,27), non ha un ruolo di spettatrice passiva, ma
le richiesto lascolto intelligente e attivo della Parola (nn. 22-28). Il prototipo di questo
atteggiamento Abramo, la cui fede gli consent di accogliere la Parola di Dio con libert,
ricevendo il premio che Dio sempre disposto a donare oltre ogni speranza (cfr. Gn 22,16-18). Ci
troviamo davanti alla dinamica della fede. Per mezzo della fede e grazie alla condiscendenza divina,
Dio ci rende veramente suoi partner, cos da realizzare il mistero nuziale dellamore tra Cristo e
la Chiesa []. Ciascuno di noi reso cos da Dio capace di ascoltare e rispondere alla divina
Parola (n. 22). Con rapida sintesi, Benedetto XVI segnala che tutta la nostra vita esiste ed ha senso
solo nella corrispondenza alla Parola di Dio, che ci fa essere e ci rivela la verit su noi stessi
mettendoci in condizione di dialogare con Lui fino a giungere ad identificarci con la sua Parola
definitiva e piena che Cristo: Luomo creato nella Parola e vive in essa; egli non pu capire se
stesso se non si apre a questo dialogo. La Parola di Dio rivela la natura filiale e relazionale della
nostra vita. Siamo davvero chiamati per grazia a conformarci a Cristo, il Figlio del Padre, ed essere
trasformati in Lui (ib.).

Linterpretazione della Sacra Scrittura


Fissando lo sguardo su quella Parola di Dio che la sacra Scrittura, nellultima sezione della
prima parte (nn. 29-49) il documento si sofferma sulla sua giusta interpretazione, sul modo cio in
cui il cristiano deve avvicinarsi al testo sacro in quanto Parola di Dio donata alla sua Chiesa.
Limportanza riservata a questa tematica messa in rilievo, gi ad un primo sguardo, dal fatto che
la sezione ad essa dedicata la pi lunga seguita solo da vicino dalla Liturgia, luogo privilegiato
della parola di Dio (nn. 52-71). La sezione divisa inoltre in 17 sottotitoli, armonicamente
5

collegati fra loro. La considerazione che illumina linsieme che la Chiesa [ il] luogo originario
dellermeneutica della Bibbia (nn. 29-30), e ci proprio per il legame intrinseco esistente tra
[Parola e] fede ecclesiale, che ha nel s di Maria il suo paradigma, affermazione, questultima,
splendidamente approfondita nei numeri immediatamente precedenti (nn. 27-28). Riflettendo
sullodierna ermeneutica biblica, il Pontefice nota lesistenza di un grave divario fra fede e ragione,
studio razionale e prospettiva sapienziale, esegesi accademica e approfondimento teologico dei testi
biblici, con le pesanti ripercussioni che tali contrasti comportano nella formazione intellettuale e
spirituale dei credenti e, di conseguenza, nellazione pastorale di tutta la comunit ecclesiale. Il
documento esorta perci ad evitare il pericolo del dualismo e di unermeneutica biblica
secolarizzata, che finiscono per perdere il significato della Scrittura. Fede e ragione, infatti,
procedendo luna e laltra dallo stesso Dio, si richiedono mutuamente, dovendo dialogare in perfetta
armonia secondo i sapienziali adagi patristico-medievali fides quaerens intellectum (la fede cerca la
comprensione intellettuale della verit) e intellectus quaerens fidem (la ragione trova nella fede la
comprensione ultima della realt). necessario, quindi, unire armonicamente lo studio razionale dei
testi biblici alla lettura nello Spirito, lanalisi storico-critico alla lettura attuata nellunit della
Bibbia, la Tradizione viva della Chiesa e lanalogia della fede (cfr. DV 12). Rifiutando poi
conseguentemente ogni forma di lettura fondamentalista, il Pontefice ribadisce la necessit di un
dialogo costante tra pastori, teologi ed esegeti al fine di contribuire alla comune ricerca della verit,
che si tradurr anche in uno sforzo di dialogo con il mondo ebraico e di prospettiva ecumenica. Con
linvito imperioso a leggere nella vita dei santi lautentica interpretazione della Bibbia (viva lectio
est vita bonorum), si conclude la Prima Parte dellEsortazione.

2.2. La Parola di Dio nella Chiesa


Come centro nevralgico della seconda parte dellEsortazione (nn. 50-89) emergono le parole
del Prologo di S. Giovanni 1,11-12: Venne fra la sua gente, ma i suoi non lhanno accolto. A
quanti per lhanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio. Il commento di Benedetto
XVI molto espressivo: Accogliere il Verbo vuol dire lasciarsi plasmare da Lui, cos da essere,
per la potenza dello Spirito Santo, resi conformi a Cristo []. linizio di una nuova creazione,
nasce la creatura nuova, un popolo nuovo (n. 50). La Chiesa, e in Lei tutti i fedeli, chiamata ad
ospitare gioiosamente il Verbo di Dio, per essere la sua dimora. La comunit ecclesiale la
destinataria della Parola che si fa carne (Gv 1,14), luogo di accoglienza e di riflessione, comunit
di amore che si apre al dono della Presenza definitiva del Verbo di Dio in mezzo a noi. Esiste,
6

quindi, una contemporaneit di Cristo nella vita della Chiesa; una presenza che deve coinvolgere la
vita di ogni cristiano, che chiamato personalmente a entrare nella relazione vitale, sempre attuale,
tra Cristo, Parola del Padre, e la Chiesa (n. 51).

La liturgia, luogo privilegiato della Parola di Dio


Il documento ha voluto delineare due ambiti specifici attraverso i quali lincontro della
Chiesa e di ogni cristiano con la Parola si compie nella sua massima efficacia vitale: la liturgia (nn.
52-71) e la vita ecclesiale (nn. 72-89). Sul primo aspetto, partendo da una magnifica immagine che
vede la Chiesa come casa della Parola, Benedetto XVI invita a penetrare nel senso profondo
della sacra liturgia e nel ruolo della Parola di Dio in essa, resa operante dallazione dello Spirito
Santo. La sua riflessione poggia sullaffermazione centrale secondo la quale lermeneutica della
fede riguardo alla sacra Scrittura deve sempre avere come punto di riferimento la liturgia, dove la
Parola di Dio celebrata come parola attuale e vivente: La Chiesa segue fedelmente nella liturgia
quel modo di leggere e di interpretare le sacre Scritture, a cui ricorse Cristo stesso, che a partire
dalloggi del suo evento esorta a scrutare tutte le Scritture (n. 52). Lidea insita in queste parole
di una grande effettivit, poich la liturgia lambito privilegiato in cui Dio parla a noi nel
presente della nostra vita (ib.), e di fatto viene applicata successivamente ai distinti ambiti liturgici
in cui si fa presente la Parola di Dio, specialmente lanno liturgico, il mistero eucaristico, la
celebrazione dei Sacramenti e la Liturgia delle Ore. Il Pontefice esorta perci tutti coloro che hanno
una specifica responsabilit pastorale a fare in modo che tutti i fedeli siano educati a gustare il
senso profondo della Parola di Dio che si dispiega nella liturgia durante lanno, mostrando i misteri
fondamentali della nostra fede. Da ci dipende anche il giusto approccio alla sacra Scrittura (ib.)8.
In riferimento alle diverse mediazioni concrete che esistono nellambito liturgico, quali il
Lezionario, il Benedizionale, il ministero del lettorato e altri ancora, il documento offre indicazioni
precise per un rapporto pi giusto fra Parola di Dio e liturgia. Spazio speciale viene concesso
allomelia, di cui si afferma che deve essere unattualizzazione del messaggio scritturistico, in
modo tale che i fedeli siano indotti a scoprire la presenza e lefficacia della Parola di Dio nelloggi
della propria vita. Essa deve condurre alla comprensione del mistero che si celebra, invitare alla
missione, disponendo lassemblea alla professione di fede, alla preghiera universale e alla liturgia

Emerge limportanza della formazione del popolo di Dio al senso teologico della liturgia e allimportanza della Parola
di Dio proclamata, spiegata e testimoniata; Cfr. Sacrosanctum Concilium nn. 7 e 24.

eucaristica (n. 59). Vengono date poi indicazioni specifiche sulle varie forme di animazione
liturgica della Parola di Dio, concretamente, sulle diverse celebrazioni della Parola, sul ruolo del
tempio cristiano, sul canto liturgico e sullattenzione ai non vedenti e ai non udenti (nn. 64-71).

La Parola di Dio nella vita ecclesiale


Per quanto riguarda la Parola di Dio nella vita ecclesiale, lEsortazione apostolica introduce
un concetto basilare, quello di passare da una concezione settoriale di pastorale biblica ad un
modo di concepire levangelizzazione come animazione biblica dellintera pastorale della Chiesa
(n. 73), nel senso che in tutta lattivit pastorale si abbia realmente a cuore lincontro personale
con Cristo che si comunica a noi nella sua Parola (ib.). Il documento, ricordando a questo
proposito la magnifica espressione di san Girolamo, lignoranza della Scrittura ignoranza di
Cristo, aggiunge che compito di tutta la pastorale quella di portare a una maggiore conoscenza
della persona di Cristo, Rivelatore del Padre e pienezza della Rivelazione divina (ib.).
Partendo da questa istanza, ciascun membro della comunit ecclesiale, in relazione alle sue
specifiche competenze e responsabilit, chiamato a riconsiderare il proprio rapporto con la Parola
di Dio e la sua proposta evangelizzatrice. Il documento entra cos successivamente in alcune
considerazioni specifiche riguardo allutilizzazione della sacra Scrittura nella catechesi (n. 74), nella
formazione biblica dei cristiani (nn. 75-76), nel contesto della pastorale vocazionale (n. 77), e dei
diversi ambiti ad esso collegato (nn. 78-85). Una speciale attenzione merita il n. 85, dove si auspica
che ogni famiglia possegga in modo dignitoso, come punto chiaro di riferimento, il testo biblico, in
quanto che la fedelt alla Parola di Dio porta a rilevare il vero senso dellistituzione familiare. I
numeri seguenti sono poi consacrati alla lectio divina, aspetto ribadito e raccomandato pi volte dal
Pontefice (nn. 86-87), alla preghiera mariana, aiuto imprescindibile nella meditazione dei misteri
narrati nella Scrittura (n. 88), e al rapporto fra Parola di Dio e Terra Santa, poich pi volgiamo lo
sguardo e il cuore alla Gerusalemme terrena, pi si infiammano in noi il desiderio della
Gerusalemme celeste, vera meta di ogni pellegrinaggio, e la passione perch il nome di Ges, nel
quale solo c salvezza, sia riconosciuto da tutti (cfr. At 4,12) (n. 89).

2.3. La parola di Dio rivolta al mondo


La Terza Parte dellEsortazione apostolica (nn. 90-120) mette innanzitutto in evidenza che
la Chiesa, seguendo lesempio di Cristo, perfetto realizzatore nel mondo della volont salvifica del
8

Padre, ha come compito assegnato dal suo divino fondatore lannunciare al mondo il Logos de la
Speranza (cf 1Pt 3,15) (n. 91). Tale missione non pu essere considerata come realt facoltativa
o aggiuntiva della vita ecclesiale; un compito ineluttabile, poich la Chiesa chiamata a
riscoprire sempre pi lurgenza e la bellezza di annunciare la Parola, per lavvento del Regno di
Dio, predicato da Cristo stesso (n. 93). Si tratta di un dovere urgente, poich tutti avvertiamo
quanto sia necessario che la luce di Cristo illumini ogni ambito dellumanit: la famiglia, la scuola,
la cultura, il lavoro, il tempo libero e gli altri settori della vita sociale. Si tratta anche di
annunciare, non una parola consolatoria, ma dirompente, che chiama a conversione, che rende
accessibile lincontro con Lui [Cristo], attraverso il quale fiorisce unumanit nuova (ib.): di
annunziare, in definitiva, il Regno di Dio cos come fu predicato da Cristo stesso (ib.).
Il documento sviluppa in seguito alcune idee basilari della missione apostolica della Chiesa
(nn. 94-98). E per primo, che tale compito una responsabilit primaria che compete a tutti i
cristiani, a tutti i discepoli di Ges Cristo come conseguenza del loro battesimo (n. 94), e ci in
modo che nessun credente in Cristo pu sentirsi estraneo a questa responsabilit che proviene
dallappartenenza sacramentale al Corpo di Cristo. Ci troviamo quindi davanti ad un obbligo
ecclesiale, urgente, non trascurabile, che deve essere ridestato in ogni famiglia, parrocchia,
comunit, associazione e movimento ecclesiale (ib.). Un compito che, nel massimo rispetto della
libert personale, deve raggiungere tutti gli uomini senza eccezione, perch tutti hanno bisogno
della verit salvifica, trasmessa con chiarezza e in modo esplicito (n. 95). Esso deve in conseguenza
rivolgersi anche a coloro che non conoscono Cristo (missio ad gentes), con un annunzio che deve
saper trasmettere con fedelt, esplicitamente, e talvolta anche a costo della propria vita, la verit
rivelata (ib.). Il documento ricorda, tuttavia, che anche allinterno de la Chiesa oggi pi che mai
necessaria una nuova evangelizzazione (n. 96), perch tanti cristiani hanno bisogno che sia loro
riannunciata in modo persuasivo la Parola di Dio, cos da poter sperimentare concretamente la forza
del Vangelo (ib.).

Parola di Dio e impegno nel mondo


La terza parte del documento si diffonde in particolare sullimpegno della Chiesa a servizio
dellumanit in tutte le sue componenti sociali, in primo luogo in difesa degli ultimi e dei poveri e
lavorando per la riconciliazione e la pace tra i popoli (nn. 99-108). Questi numeri, scritti allinsegna
del valore prezioso di fronte a Dio di tutte le fatiche delluomo per rendere il mondo pi giusto e
9

pi abitabile (n. 100), mostrano che la dimensione terrena e sociale cos basilare per la vita del
cristiano e di qualsiasi uomo che non possibile che esista un orientamento verso Dio che
dimentichi i vincoli che uniscono ogni persona con i suoi fratelli, gli uomini, e con tutto il creato (n.
99). Si raccomanda, perci, di promuovere unadeguata formazione secondo i principi della
Dottrina sociale della Chiesa (n. 100).
Menzionando poi i diversi settori in cui specialmente necessario adempiere tali
incombenze, il documento fa un riferimento preciso alle nuove generazioni (n. 104), le quali
costituiscono il futuro della Chiesa, della societ e del mondo. Ai giovani devono essere date
risposte chiare e precise perch acquistino confidenza e familiarit con la Parola di Dio, tale da
orientare le loro scelte di vita, anche verso la donazione totale. Si parla poi dei migranti (n. 105), a
cui deve essere assicurata unadeguata accoglienza. Inoltre, poich esiste un chiaro rapporto tra
migrazione ed evangelizzazione, si segnala che i migranti hanno il diritto di ascoltare il kerygma,
che viene loro proposto, non imposto (ib.). Se poi sono cristiani, loro hanno un dovere di farsi
essi stessi annunciatori della Parola di Dio e testimoni di Ges Risorto, speranza del mondo (ib.).
Si menzionano ancora i sofferenti (n. 106), per i quali la Parola di Dio deve essere accolta come un
dono che aiuta a scoprire che proprio nella loro condizione possono partecipare in modo
particolare alla sofferenza redentrice di Cristo per la salvezza del mondo; nonch i poveri e
bisognosi (n. 107), spesso vittime di ingiustizie e di egoismi. Si segnala infine che anche grazia
alla Parola di Dio nelluomo si genera un modo nuovo di vedere le cose, promuovendo
unecologia autentica: solo essa pu aiutare veramente luomo a riscoprire con stupore la bellezza
autentica che si cela in tutte creature (n. 108).

Parola di Dio e culture (nn. 109-114)


I numeri dedicati al rapporto fra la Parola di Dio e le culture, recentemente sviluppato nel
dibattito contemporaneo e ripreso pi volte in alcuni interventi magisteriali9, riflettono sul valore
della cultura per la vita delluomo e sul suo rapporto con levangelizzazione, e ci in un doppio
aspetto: in quanto che la Parola di Dio ha ispirato lungo i secoli diverse culture e stili di vita,
generando valori morali fondamentali, espressioni artistiche eccellenti e stile di vita esemplari; e
osservando che ogni cultura, se autentica, non pu non rimanere aperta alla trascendenza e

Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Fides et ratio, n. 80.

10

ultimamente a Dio (n. 109). Per questo motivo, il documento esorta specialmente gli operatori
culturali a recuperare il ruolo della sacra Scrittura come grande codice per tutte le espressioni
umane artistiche e spirituali, mostrando a tutti, credenti e non credenti, i valori antropologici e
filosofici che hanno influito positivamente su tuta lumanit (n. 110). In questa prospettiva, il
documento ribadisce il dovere di favorire la conoscenza della Parola di Dio nelle scuole e nelle
universit, con un esplicito riferimento allinsegnamento della religione cattolica (n. 111), ed esorta
affinch si promuova nella Chiesa una solida formazione degli artisti (n. 112), i quali, lungo i
secoli, hanno contribuito efficacemente (nella letteratura, la musica, larte, la decorazione delle
chiese, ecc.) a rendere percepibile nel tempo e nello spazio le realt invisibili ed eterne. Collegato
con questo ambito il tema della massmedialit, in quanto il processo di inculturazione della Parola
passa sempre di pi attraverso i mezzi di comunicazione sociale: unesigenza sempre pi rilevante
far risuonare la Parola divina fino ai confini dei mezzi di comunicazione, con la consapevolezza
per che il mondo virtuale non potr mai sostituire il mondo reale della comunicazione personale
(n. 113).
Alla Chiesa urge quindi il delicato compito dellinculturazione, cio dellevangelizzazione
della cultura, il cui paradigma rappresentato dal principio dellincarnazione (n. 114). Cos
come Dio si comunicato agli uomini in una storia concreta, assumendo i codici culturali iscritti
in essa, anche la Parola divina, che supera i limiti della cultura (n. 116), chiamata a trasformare
le culture dal di dentro: La Chiesa fermamente persuasa dallintrinseca capacit della Parola di
Dio di raggiungere tutte le persone umane nel contesto culturale in cui vivono (n. 114).
Certamente, linculturazione non va scambiata con processi di adattamento superficiale e
nemmeno con la confusione sincretista che diluisce loriginalit del Vangelo per renderlo pi
facilmente accettabile (ib.). Questo processo si attua anzitutto nella consegna e nella presentazione
della Parola di Dio e particolarmente del Libro sacro in tutta la sua ricchezza, a partire dal
delicato lavoro di traduzione dei testi e dal conseguente impegno di diffusione presso quei popoli
che non possono ancora accedere alla ricchezza della sacra Scrittura e alle sue mediazioni (n. 115).

Parola di Dio e dialogo interreligioso


Infine, il documento tratta del rapporto tra Parola di Dio e dialogo interreligioso (nn. 117120), il cui alto significato deriva dal fatto che la Chiesa riconosce come parte essenziale
dellannuncio della Parola lincontro, il dialogo e la collaborazione con tutti gli uomini di buona
11

volont, evitando sempre, certamente, per la fedelt alla stessa Parola divina, forme di
sincretismo e di relativismo (ib.). Questo dialogo ha conosciuto in tempi pi recenti un grande
sviluppo dovuto soprattutto al rapido processo di globalizzazione in atto. Poich dellebraismo si
trattato nella prima parte dellEsortazione (n. 43), nel nostro contesto si fa riferimento al dialogo tra
cristiani e musulmani (n. 118) nonch al confronto con religioni quali il Buddismo, lInduismo e il
Confucianesimo (n. 119). Il Pontefice esorta al rispettoso e costruttivo confronto con tutte le realt
religiose, consapevole che anche in esse si incontrano testimonianze dellintimo legame esistente
tra il rapporto con Dio e letica dellamore per ogni uomo (n. 117). La breve trattazione si
conclude segnalando che il dialogo potr essere fecondo solo nella misura in cui si realizza un
autentico rispetto per ogni persona, perch possa aderire liberamente alla propria religione (n.
120).

Conclusione
Nella

Conclusione

dellEsortazione

apostolica

emergono

come

sintesi

quattro

raccomandazioni:
limpegno perch la Parola di Dio diventi sempre pi familiare, tenendo presente che a
fondamento di ogni autentica e viva spiritualit cristiana sta la Parola di Dio annunciata, accolta,
celebrata e meditata (n. 121);
lesigenza di una nuova evangelizzazione, soprattutto in quelle nazioni dove il Vangelo
stato dimenticato o soffre indifferenza dei pi a causa di un diffuso secolarismo (n. 122);
il rapporto esistente fra Parola e gioia, in quanto lannuncio della Parola crea comunione
e realizza la gioia [piena] (n. 123).
Infine, guardare come modello di vita la figura di Maria, Madre del Verbo e Madre
della letizia (n. 124), nella quale appare specialmente evidenziata lintima relazione tra la Parola di
Dio e la gioia. Il Vangelo di Luca ci presenta in due testi questo mistero di ascolto e di gaudio.
Ges afferma: Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la
mettono in pratica (8,21). E davanti allesclamazione di una donna dalla folla che intende esaltare
il grembo che lo ha portato e il seno che lo ha allattato, Ges rivela il segreto della vera gioia:
Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano (11,28). Ges mostra la vera
grandezza di Maria, aprendo cos anche a ciascuno di noi la possibilit di quella beatitudine che
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nasce dalla Parola accolta e messa in pratica. Per questo, a tutti i cristiani ricordo che il nostro
personale e comunitario rapporto con Dio dipende dallincremento della nostra familiarit con la
divina Parola (n, 124).

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