Sei sulla pagina 1di 1

Quella del grest pu essere un'esperienza alquanto strana se a viverla un ragazzo cinico come me che

gli unici aggettivi che riesce ad associare alla parola bambino sono urlante e combina-disastri. Ma in un
paesino di appena 800 persone se non fai la tua parte non c' qualcun'altro che disposto a farla al posto
tuo, quindi iniziammo a stabilire le varie riunioni per decidere il da farsi confortato dal fatto che a
portare avanti questa iniziativa eravamo per lo pi un gruppo di amici.
Decidemmo quindi le attivit che avremmo svolto, ovvero i canti, i vari giochi e i balli, e a scegliere i
lavori dalla classica rivista di art attak che ogni anno qualcuno sfoggia fiero. I giorni passato ed era
arrivata l'ora di iniziare questa nuova avverntura!
Panico, paura e timidezza. No. Non erano i bambini, ma noi.
I bambini ci guardavano con quell'aria di sfida mista a divertimento, con quella voglia di iniziare
qualcosa di nuovo e quella voglia di gridare a squarciagola che gli ferveva dentro.
L'inizio non stato dei migliori. Noi animatori eravamo pi spaesati dei bambini. Ad ogni modo, dopo
esserci concessi qualche minuto per fare mente locale, si inizia!
Cerchio, canto di inizio, preghiera, Storia.
La storia di quest'anno era basata sul film della pixar Up: un anziano vedovo costretto ad andare a
vivere in una casa di riposo e a lasciare la sua casa piena di ricordi e di immagini di luoghi sognati con la
moglie per tutta la vita. Ma l'animo coraggioso da esploratore lo rende capace di intraprendere quel
viaggio tanto sognato per il Sud America, grazie a una miriade di palloncini attaccati al comignolo della
casa, che prende il volo all'istante. Un giovane scout che era arrivato sul portico della casa ormai per aria
per vendere biscotti, per, costretto ad intraprendere il viaggio con lui. Attraverso mille avventure i due
amici distanti 50 anni riescono ed avvicinarsi e a comprendersi per poi far ritorno a casa.
Il momento della preghiera e della storia al contempo di raccoglimento e divertente: i bambini
esprimevano le loro impressioni sugli argomenti pi vari con una innocenza e una serenit assurda, che
noi animatori avevamo scordato da tempo.
Il momento pi silenzioso della giornata veniva smorzato bruscamente alla parola colazione: La il tuo
istinto di autoconservazione era l'unico amico che avevi se volevi sopravvivere a un branco di bambini
urlanti disposti a passare sul tuo cadavere pur di mangiare l'agoniato panino.
I due gruppi, i pi piccini e i pi grandi, adesso sazi, erano pronti a iniziare le varie attivit.
I balletti erano un continuo della ricreazione, dove i bambini potevano muoversi liberamente e dare
sfogo alla voglia di ballare. I canti erano i meno amati dai bambini che erano costretti a stare fermi e ad
aprire la bocca per fare qualcosa che non implicava le urla. I lavoretti invece era il momento in cui la
loro creativit veniva fuori, la loro voglia di inventare cose nuove, lo stupore per le piccole cose, anche
queste scordate da tempo da noi adulti. Era il momento in cui ti mettevi faccia a faccia con loro e stavi
ad ascoltare le loro storie mentre cercavi di evitare che la colla venisse rovesciata direttamente sui tuoi
pantaloni (cosa che non fu sempre evitata), ascoltavi cosa gli era capitato il pomeriggio prima, cosa la
mamma aveva detto del vicino di casa, entrarvi per un secondo nella vita di ognuno di loro , riscoprivi
quelle domande sulla vita e sul mondo che anche tu, tanto tempo fa, ti eri posto e che, tanto per
cambiare, ti eri scordato.
In questo clima ossimorante di perdita di nervi mista a risate continue, erano gi volate le due settimane.
La serata finale si avvicinava ed eravamo in un critico ritardo. Le nottate passate a tagliare cartone
cercando di creare una scenografia decente per poter inscenare Up ci sono state tutte ripagate dalla
straordinaria serata che i bambini hanno sostenuto in piazza, presentando i balli, i canti, i vari lavori e la
recita.
Ci sono stati momenti di sconforto, alcuni hanno deciso di gettare la spugna, abbiamo avuto le nostre
incomprensioni tra capigruppo, ma la sostanza che hanno riempito questi bambini nei nostri cuori ci ha
permesso di portare al termine le due settimane, ci ha insegnato che per quanto i problemi della vita
possano essere gravi, abbiamo sempre una scelta da fare: possiamo decidere di autocommiserarci
chiudendoci in noi stessi abbandonando la partite, o possiamo scegliere di lasciarci attraversare dai
problemi, consapevoli che Dio non ci dar mai pi di quello che possiamo caricare, che qualsiasi sia la
nostra croce, bisogner affrontarlo con l'animo innocente e gli occhi trasparenti di un bambino.
Continuo ancora a pensare che i bambini siano rumorosi e disastrosi ma, quando lo penso, mi riempio il
cuore di gioia.

Potrebbero piacerti anche