Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Di fronte a questo panorama, non viene forse il sospetto che chi parla di
verit fa sua, magari senza rendersene pienamente conto, la pretesa di
fissare la fluidit incomprimibile della realt in uno schema semplificato,
a misura della propria ragione? Chi ha bisogno di verit non forse abitato
da una cattiva coscienza che fatica ad accettare il caotico pullulare di forza
che il mondo e che noi stessi siamo, dentro di noi e dentro il mondo
stesso?
Se toccher a Nietzsche esprimere con originale vigore un tale
collegamento tra tensione veritativa e cattiva coscienza5, appare per
innegabile un fatto: se esistita unepoca in cui stata la pretesa di verit in
se stessa ad essere continuamente in questione, ebbene una tale epoca
5
Hegel ha come obiettivo in particolare la prospettiva emersa dalla Critica della filosofia
teoretica di G. E. Schulze (1761-1833).
tutto ogni verit di un siffatto conoscere. Questo scetticismo non si costituisce a parte
specifica di un sistema, ma esso stesso il lato negativo della conoscenza dellAssoluto, e
presuppone immediatamente la ragione come lato positivo. [] Questo scetticismo che
nella sua pura forma esplicita compare nel Parmenide, lo si pu per trovare implicite,
poich il lato libero di qualunque filosofia, in ogni genuino sistema filosofico. Qualora in
una qualsiasi proposizione esprimente una conoscenza di ragione viene isolata la parte
riflessiva, cio i concetti contenutivi, e si considera il modo come essi sono collegati,
apparir necessariamente che questi concetti sono nel contempo anche tolti, ossia uniti in
una maniera tale che essi si contraddicono7.
gi una sua prima negazione. Lessere delluomo non mai ci che esso ed sempre
ci che esso non 8.
lapplicazione
infallibile
del
giusto
metodo,
quello
natura, si purifica e si innalza allo Spirito. E cos, dopo avere fatto la completa esperienza di
se stessa, lanima giunge alla conoscenza di ci che se stessa9.
HEGEL, Fenomenologia dello Spirito, a cura di V. Cicero, Bompiani, Milano 2000, p. 153.
Cfr. Ivi, p. 53.
11
Cfr. G. W. F. HEGEL, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, 10, a cura di
V. Cicero, Bompiani, Milano 2000, p. 111.
10
12
10
dunque superare questa separazione che nel sapere viene prodotta tra
soggetto conoscente e oggetto conosciuto.
La strada da intraprendere, secondo Hegel, passa attraverso la giusta
considerazione di che cosa sia il sapere fenomenico: esso infatti non un
sapere altro e separato da quello della cosa in s, come pensava Kant, ma
esso stesso sapere della cosa, un sapere per che non si conosce ancora nella
13
11
Hegel
intende il
fenomeno
12
16
P. BURZIO, Lettura della Fenomenologia dello Spirito di Hegel, UTET, Torino 1996, p.
13. Corsivi nostri.
13
a. La Bildung
14
Laccesso della coscienza al sapere assoluto non avviene in modo diretto, ma mediato
attraverso i vari gradi della sua esperienza: la Fenomenologia si configura cos come
scienza dellesperienza della coscienza. Tutta la serie di prove che la coscienza affronta
in questo cammino necessaria per la sua completa formazione. Il susseguirsi dei suoi
scacchi ed il continuo passaggio a tappe successive costituisce nel suo complesso lunica
via attraverso la quale la coscienza pu giungere alla meta finale della sua piena
redenzione: e compito fondamentale della Fenomenologia proprio quello di seguire
pazientemente le vicissitudini della coscienza mostrando la sua ascesa progressiva
attraverso di esse17.
15
16
20
21
17
In sintesi, quella che qui Hegel intende presentare come storia della
coscienza si identifica con la storia della sua formazione. Ci possibile
perch la consapevolezza della determinatezza della negativit non si
identifica semplicemente con il crollo della certezza, n lesperienza
dellerrore si ferma allannientamento della verit. La considerazione
dellerrore gi passaggio interno della verit; la consapevolezza dellerrore
elevazione ad una rinnovata verit. Mentre nella metodologia cartesiana il
filosofia pu liberarsi duno colpo di tutti i suoi dubbi, il dubbio di Hegel
assomiglia piuttosto alluscita dalla caverna di cui parlava Platone nel suo
mito. Questo il punto speculativo su cui si pu innestare la rimozione, che
Hegel chiama Aufheben.
18
La paura della verit potr pure nascondersi, a se stessa e agli altri, dietro la parvenza
dessere sempre pi intelligente di qualsiasi pensiero, provenga poi questo da se stessa o da
altri; potr pure fingere che, nellardente zelo per la verit, lunica verit che riesce a
trovare sia la vanit della propria intelligenza. In realt, questa vanit intende vanificare
ogni verit per ritornarsene poi entro se stessa, e lintelletto di cui si pasce, dissolvendo
costantemente ogni pensiero o ogni contenuto, trova alla fine solo lIo nella sua aridit.
22
19
La coscienza scettica lascia certo dileguare nel suo pensiero il contenuto inessenziale, ma in
tal modo diviene appunto la coscienza di una inessenzialit. Essa enuncia il dileguare
assoluto: ma questa sua enunciazione , e allora questa stessa coscienza, secondo la sua
enunciazione, a dileguare; enuncia la nullit del vedere, delludire, ecc., e tuttavia essa
stessa vede, ode, ecc.; enuncia la nullit delle essenzialit etiche, ma ne fa le potenze delle
proprie azioni. Il suo fare e il suo dire insomma, si contraddicono costantemente, e per tanto
essa ha la doppia e contraddittoria consapevolezza sia dellimmutabilit e delluguaglianza,
sia della completa accidentalit e disuguaglianza con s. Nei confronti di questa
contraddizione, poich ne tiene separati i poli, lautocoscienza si comporta come
movimento puramente negativo in generale, infatti, se le viene indicata luguaglianza, essa
indica invece la disuguaglianza, e quando poi le viene esibita la disuguaglianza da essa
appena enunciata, ecco allora che la coscienza passa di nuovo allaltro polo, e indica
luguaglianza. In realt, la sua chiacchiera non altro che un litigio fra ragazzi ostinati e
testardi, in cui luno dice A, quando laltro dice B, per poi dire B quando laltro dice A; e in
23
Ibi, p. 159.
Esprime bene questo paradosso Popkin, quando osserva che la koin scettica, criticando
le pretese di verit, tende a mostrare che tali pretese poggino in ultima analisi non gi su
prove, ma su qualche elemento di fede. Se ci vero, ogni posizione dogmatica diventa in
qualche misura fideistica. Ma se questa tesi potesse venir dimostrata, lo scettico sarebbe
certo di qualcosa e diventerebbe dogmatico (POPKIN, Storia dello scetticismo, p. 8).
24
20
25
21
a. il superamento delladeguatio
Ivi, p. 53.
22
Ivi, p. 157.
23
24
come
dalla
coscienza
universale
si
producesse
quella
36
25
37
Cfr. HYPPOLITE, Genesi e struttura della Fenomenologia dello Sprito di Hegel, p. 101,
nota 6.
38
HEGEL, Fenomenologia dello Spirito, p. 251.
26
Non corretto affermare che il falso costituisca un momento o, addirittura, una parte
essenziale della verit. Nellespressione in ogni falsit c qualcosa di vero, entrambi i
termini sono presi come lolio e lacqua che, senza mescolarsi, vengono assemblati insieme
solo esteriormente. Proprio perch il significato delle espressioni vero e falso indica il
momento del perfetto essere-altro, questi termini non devono pi essere impiegati quando
il loro essere altro viene rimosso39.
39
Ivi, p. 95.
27
corrispondenza del suo concetto e della realt la loro simultanea corrispondenza: la noncorrispondenza presuppone cos il suo proprio opposto40.
Il presupposto comune delle concezioni di verit di Kant e Hegel indipendente dalla loro
differenza [], dato lorientamento dei concetti della verit (della conoscenza della verit)
al rapporto tra il fine e la sua realizzazione a quello della produzione di oggetti, che
Aristotele chiam poiesis. [] Tale conoscenza viene spiegata almeno a partire da Hobbes,
con il fatto che lo spirito umano capace qui di conoscenza a priori solo in quanto ha a che
fare con il prodotto della propria attivit, le cui qualit devono perci fondarsi nellatto
costitutivo della sua produzione. Kant rinnova il principio secondo cui il conoscere
presuppone un fare []. In Hegel il filo conduttore della realizzazione dello scopo, e quindi
della poiesis, in parte pi facile, in parte pi difficile da rintracciare. La corrispondenza di
un oggetto con il suo concetto e quindi con se stesso, accennata nella Fenomenologia dello
Spirito, costitutiva della definizione della verit [], anche ci che definisce lidea o
lAssoluto: lidea il vero in s e per s, lunit assoluta del concetto e delloggettivit.
In questa unit il concetto il determinante e loggettivit o la realt il determinato41.
40
41
28
42
29
ben diverso da quello storicistico che ha invece mantenuto di fatto attraverso intere
generazioni; queste per tener fede alla filosofia hegeliana, hanno smarrito la fede nella
filosofia assoluta. Dato quindi, che la metafisica della storia di Hegel finita in uno
storicismo scettico, ne conseguito lavvento della nuova filosofia della
Weltanschauung, tanto diffusa ai nostri giorni44.
44
30
Hegel sarebbe astrazione). Al contrario, la verit, quella verit che anche la vita, come la
vita dello spirito verit, sta nella loro unit 47.
47
31
INDICE
p.
p.
p.
a. La Bildung
p.
10
b. Il dubbio, o meglio la disperazione: il necessario
travaglio del negativo
p.
11
c. Il triplice significato di Aufheben
p.
13
4. La concezione hegeliana della verit nella Fenomenologia
dello Spirito
p.
15
a. il superamento delladeguatio
p.
15
b. La contraddizione come momento della verit
18
32
p.
BIBLIOGRAFIA
A. PETAGINE, Certezza, dubbio, verit. Nota sul problema della verit nella
Fenomenologia dello Spirito di Hegel, pp. 1-21.
33