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le differenze allinterno delle stesse aree). Oggi risaputo da tutti che un siciliano ha un accento diverso da un
piemontese
- radio e tv fanno sentire molto il linguaggio popolare e ci sono spesso persone da tutta italia. questo fa conoscere
i tipi di italiano e i tipi di accento di tutto il territorio.
= capacit di modellamento standardizzante. Fino agli anni 70 la tv cercava di insegnare un italiano con accenti del
modello fiorentino, senza influssi regionali. Con l'avvento delle tv private finita. Ancora oggi tg e film doppiati
cercano di usare persone addestrate alla ortoepia (corretta pronuncia della lingua).
- rafforza le competenze linguistiche di chi ha gi un italiano di base
L'italiano popolare
Analfabeti e semianalfabeti: 2.5% popolazione. 10% chiha ricevuto istruzione di base ma a cui non mai
capitato di dover scrivere testi corretti.
- errori basilari (h, q, segmentazioni erronee (l'aradio), rappresentazione delle palatali (coniglo, franciesco),
doppie)
- pronunce locali:
settentrione: kantsone = kansone
centro: vibrante non rafforzata ( tra) / assimilazioni nd=nn (monno)
un / il / i davanti a parole che iniziano con z,s (i zii, un spazio, i spagnoli)
usodi "ci" con valore di dativo maschile e femminile (ci do uno schiaffo // al centro diventa "gli"
aggettivo: formazioni irregolari di comparativo e assoluto (pi migliore)
sostantivo: paradigmi estranei alla norma (il caporalo, la moglia)
congiuntivi esemplati alla pima coniugazione (vadi, venghi)
assimilazione: bevavamo, faciavamo
incertezze sulle rpeposizioni (non son bravo di cucinare)
"che " polivalente
concordanze a senso (si salv solo tre persone)
doppio condizionale o doppio congiuntivo (se fossi ricco mi comprassi la casa) (se andrei al mare farei il
bagno)
- parole polisemiche (lavoro, mestiere, macello)= va che mestiere hai combinato
- voci generiche (roba, tipo)
-malapropismi: attribuire il significato (e scrittura) di una parola perch deriva da un'altra (palch da palco,
bimboniera da bimbo)
Il linguaggio dei livelli meno colti caratterizzato in primo luogo dalla diomensione diatopica
Il gergo
- Gerghi storici
linguaggio "parallelo" di minoranze di basso livello sociale, che vive o vuole o deve vivere ai margini della societ
"noramle". Tende a creare un senso di appartenenza ad un gruppo alternativo, una cerchia ristretta e precisa di
persone.
si usa il suffissio _oso, si accorciano le parole (pula), parole che iniziano con s o n per dire si o no (nisba, nieti,
siena), metafore (la neve, il gabbio)
- Gerghi transitori:
origine dalla convivenza in ambienti di segregazione (collegio, caserma, prigione) = funzione di rafforzare l'identit
del gruppo
ne fanno pare i gerghi giovanili
_oso (stiloso) , non t'allargare, ciospo (deriva dal gergo quattrocentesco "uccellaccio"), paglia, drago
alcuni entrano nel linguaggio comune (sfiga, sbobba, sfottere)
- gergo di settore (allusivo): gergo medico, informatico
L'italiano burocratico
prossima all'italaino standard
- carattere costante incutere un certo timore per far dare rispetto e seguire attentamente le regole burocratiche
- ricorso al latino
- mancanza frasi monorematiche (che esprimono un concetto in una parola), troviamo quindi "sottoporsi alla
verifica" (venire) "opporre il diniego"
- creazione di verbi da nomi (evidenziare, disdettare) (ospedalizzare, indicizzare)
- uso congiunzioni opportune
- allocutivo (ella, sognoria vostra)
sintassi topologica
- cognome, nome
- postposizione del numerale (di anni 30, euro 200)
- accumuli nominali (ai fini del rilascio dell'autorizzazione per l'espatrio)
- bench, qualora, onde nelle finali
- ove nelle ipotetiche
- uso participi presenti come sostantivo (il dichiarante)
- aggettivi antiquati e prezioni (predettom suddetto, suestopost, suindicato)
Le lingue speciali
- linguaggi settoriali (tecniche, professionali, microlingue, tecnolingue) + discipline umanistiche + mass media =
uso di sottocodici (in ogni ambito, linguaggio specialistico)
- tendenza alla monosemia (dare il giuasto significato alla parola e usare sempre quello) ("paralisi" in medicina
diversa da "paralisi del traffico") (ala per giocatore di calcio laterale)
- hanno al loro interno una variet di registri: seguono le divisioni diafasiche
lessico:
- monosemia = corrispondenza biunivoca tra parola e significato (a significante corrisponde sognificato e
viceversa)
= necessit precisione denotativa (significato preciso di un temine in un codoce) + escliusione valori connotativi
(es. micio = gatto + affetto)
- riluttante nella sinonimia (esistono in vari ambiti per creare sottocodici vomprensibili a tutti (preservativo,
contraccettivo...)
- voci straniere (soprattutto tecnologia)
- riferimenti al latino (linguaggio giuridico e medico)
- creazione neologismo con prefissi, suffissi e composti che assumono significati ben precisi (_ite = malattia,
problema fisico)
- passaggio voci specialistiche nel linguaggio comune (dna, doc)
tratti testuali e semantici:
- ripetizione di parole a breve distanza (no sinonimi)
- dimensione tecnico esplicativa che richiede espressioni introduttive (dato che, posto che, ammesso)
- cancellazione del verbo
- uso indicativo
- congiuntivo in ambito giuridico e di dimostrazione scientifica
- condizionale per teorie comuni a tutti gli studiosi ma non dimostrabili
- wesclude I e II persona singolare + tendenza a usaer forma impersonali
- esclusione dell'"io" e uso passivo del verbo
L'italiano standard
di fatto cirtuale. lo parla solo una stretta elite di persone di alto livello diastratico e sull'asse diatopico
- l'italaiono standard scritto per usato da un gruppo pi alto di persone, scolarizzato. qiu le variazioni diatopiche
appaiono neutralizzate: prosa, saggistica, testi scientifici)
- in ambiente scolastico si da pi importanza alla grafia che alla ortoepia
-fa parte delle classi pi istruite e viene usato nelle occasione pi formali.
Linee di tendenza
una lingua standard stabile ma non immobile = oggi situazione di dinamismo veloce.
Gli studiosi deggi anni passati hanno ipotizzato l'avvento di un nuovo italiano standard. questi sono i tratti
innovativi ,contrari alla grammatica ufficiale ma molto in uso:
- pronomi :lui, loro per soggetto; gli come dativo plurare; lo come pronome neutro (lo so); ci + avere; cosa e che a
scapito di "che cosa"; dimostrativi rafforzati da qui e l (quel ragazzo l)
- altri fattori della microsintassi
aggettivi invariabili di voci appartenenti ad altre categorie grammaticali (sop. avverbi) = la milano bene,
due biglietti gratis
2 sostantivi per creare nuovi nomi (cane poliziotto; treno merci)
presente pro futuro (stasera mi vedo la partita)
che polivanete
spostamenti a destra o sinistra
- risalita del clitico = spostamento del pronome a sinistra ("mario si deve sposare" invece di "mario deve sposarsi"
- questo/quello come pronomi neutri
- ci + congiuntivo
alcuni definiscono questo italiano "l'italiano dell'uso medio", altri non ne fanno una categoria perch influenzato
dalla massa di testi scritti che capitano sotto gli occhi di tutti, tutti i giorni.
2 - LE STRUTTURE DELL'ITALIANO
Fonologia e grafia
FONO: suono, minima entit fonico-acustica della lingua
FONEMA: minima entit linguistica con valore distintivo , non dottato di significato ma capace di farco distinguere
due parole (cane, pane / botte, btte) (coppia minima = due parole discordanti per un fonema)
FONOLOGIA: settore di studio che tratta di fonemi
FONETICA: tratta di suoni e foni
- il fonema anche un fono. non tutti i foni sono fonemi.
Foni e fonemi sono rappresentati graficamente da LETTERE o GRAFEMI che costituiscono il SISTEMA
ALFABETICO
- il concetto di fonema stato elaborato dalla linguistica strutturalista
- "andavamo" = and_ ci da senso di movimento _av_ ci da senso di passato _amo da senso di prima pers.
plur. = ognuno di questi elementi portatori di significato di chiama MORFEMA. A questa articolazione ne segue
una di fonemi (singole lettere che formano i morfemi)
- parola e morfema rappresentano SEGNI LINGUISTICI, i segni di cui composto il CODICE della lingua:
ogni segno linguistico composto da SIGNIFICANTE (immagine acustica) e SIGNIFICATO
(contenuto concettuale, che si riferisce all'oggetto
reale: il REFERENTE
SISTEMA FONOLOGICO : insieme dei fonemi che compongono l'italiano = 30 fonemi (7 vocali, 21 consonanti e
2 semiconsonantiche)
- quelli che non hanno un grafema alfabetico, vengono rappresentati con altri grafemi fonetici (generalmente qulli
dell'Associazione Fonetica Internazionale AFI usati per trascrivere le pronunce nei dizionari monolingui o bilingui)
VOCALE:
un fono pronunciato senza che l aria incontri ostacoli e dato dalla vibrazione delle corde vocali. sono 7 le vocali in
posizione tonica,accentata anteriori o palatali=i e ,posteriori o velari u o o' ,la a e quella di massima apertura
a:vocale centrale di massima apertura :casa
: anteriore o palatale aperta :sette
e :anteriore o palatale chiusa :cena
i: anteriore o palataledi massima chiusura :lite
o' : posteriore o velare aperta :voglia
o :posteriore o velare chiusa :come
u : posteriore velare di massima chiusura: lupo
in posizione atona sono 5
CONSONANTI
pono prodotto dal passaggio non libero dell aria
per classificare le consonanti bisogna considerare 3 cose:
- il modo di articolare
- il luogo di articolazione
- l'opposizione sordit/sonorit
occlusive: chimate anche esplosive o momemtanee. : il canale orale prima chiuso e poi si apre : c di cane
coninue o costrittive : canalo parzialmente ostruito : lato, mare m , sole, fatto, cane n
laterali: l'aria esce lateramlente dalla lingua protesa perso il palato
- AGGETTIVO
Parte di discorso, variabile in genere e numero che serve a modificare il nome a cui si riferisce dal punto di vista
della qualit o della determinazione.
- agg. qualificativo:
funzione attributiva: se si colelga a un nome (un ragazzo allegro)
f. predicativa: se si colelga a un verbo (quel ragazzo allegro)
f. avverbiale: usata al posto dell'avverbio (gli piace guidare veloce)
pu essere di maggioranza, monoranza e uguaglianza
- agg. di relazione: derivato dal nome (mensile). I sufisii pu comuni sono _ale _ano _are _ ario _ico _istico
-agg. determinativi: possessivi, dimostrativi (questo cane), indefiniti (alcuni cani)
agg. dimostrativi: definiscono l'oggetto in relazione alla forma, lo spazio, il discorso (la sunzione di "mostrare" del
dimostrativo chiamata DEITTICA)
- PRONOME
parola che sta al posto del nome. pu sostituire altre parolediversa dal nome o un'intera frase. Pu avere funzione
deittica (dammi questo) o congiungere proposizioni.
- personale: (loro sono parenti)
non indispensabile se soggetto, possiede forme distinte (egli, lui). I eII pers. io e tu = soggetto ; me e te =
compl.ogg. e unione con preposizioni (eccezioni = dopo come e quanto; nelle esclamazioni "povero me!"; dopo la
congiunzione "e": "io e te"
atoni: ( (proclitici (ti parlo) o enclitici (vederti))
gli : solo per IIIp.s. : in realt usato anche per loro e colloquialmente per lei
allocutivi: usati per rivolgersi a qualcuno: tu o lei
- possessivo: (prendi il tuo)
- dimostrativo: (quello non va bene)
questo, codesto (quasi scomparso), quello, ci: ci viene spasso sostituito con questo/quello
- indefinito: (alcuni sbagiano)
- interrogativo: (chi arrivato?) + cosa?, che cosa? che?
- relativo: (la cosa che ho comprato piccola) : si usa sempre che al posto di il quale, la quale , cui. Il CHE pu
essere ambiguo (abbiamo visitato la cappella del duomo, che in fase di restauro)
il che indeclinato pu andare bene se indica tempo (volta, giorno, mese, anno, monento : "il giorno che ti ho
visto". E' popolare quando viene usato in frasi tipo "il ragazzo che ho conosciuto la sorella"
- VERBO
il MODO indica l'atteggiamento che il parlante assume verso la propria comunicazione e il tipo di comunicazione
ch einstaura con l'interlocutore (certezza/affermazione, dubbio, comando, ipotesi....). E' determminato anche dalle
congiunzioni e al modo che richiedono
finito: la persona determina la flessione delle forme (indicativo, congiuntivo, condizionale, impoertivo
indefinito: gerundio, participi, l'infinito
il TEMPO indica il rapporto cronologico tra l'azione espressa dal verbo e il momento in cui viene proferito
l'enunciato o di relativit tra due azioni. Tempo fisico e tempo linguistico possono non ciuncidere.
l0indicativo ha 8 tempi, il condizionale 2, il congiuntivo 4, l'imperativo 2
La PERSONA determina la flessione morfematica delle foprme verbali
La DITESI o VOCE : esprime il rapporto logico del verbo con il soggetto e l'aggettivo: attiva quando il soggetto
grammaticale coincide con l'agente dell'azione (Giovanni compra le scarpe), passiva quando il soggetto subisce
l'azione (il ragazzo viene sgridato dal maestro), riflessiva quando seggetto e oggetto coincidono (il gatto si lava)
PREDICATIVI : indicano un'azione svolta dal soggetto o da uno stato di esso (Carlo esce, la verit esiste).
Possono stare da soli con il sogg. sottinteso (mangio)
COPULATIVI : vebi che collegano il soggetto (anche sottinteso) con aggettivo o nome, con funzione simile alla
copula (essere, sembrare, apparire, crescere, rimanere, restare, nascere e altri che sono uniti ad aggettivo o nome
(Peppe rimase attonito))
Nelle forme non finite (infinito, participio, gerundio):
FUNZIONE ATTRIBUTIVA (analogamente all'aggettivo = le case abbandonate fanno tristezza), AVVERBIALE
(modificando un verbo o una frase = vive sognando), REFERENZIALE (come un nome = dormire necessario)
TRANSITIVI (hanno il complemento oggetto = mangio la mela), INTRANSITIVI (non hanno complemento oggetto
(vado al mare), AUSILIARI (si attaccano ad altri verbi per formare le forme composte. Si usa avere per i tranditivi e
essere con gli intransitivi. Ci sono molte eccezioni senza regole precise. Per il passivo oltre che essere si usa
anche venire.)
VERBI MODALI O SERVILI: potere, volere dovere... + infinito. Questi verbi prendono generalmente l'ausiliare
avere ma viene considerato pi corretto l'uso dell'ausiliare proprio dell'infinito (sono dovuto andare). Quando il
sontagma accompagnato da prinome personale atono questo pi attaccarsi come suffisso all'infinito o venire
prima (devo darti, ti devo dare)
VERBI REGOLARI (la flessione segue la regolarit delle forme per le tre coniugazioni), IRREGOLARI (presentano
irregolarit di flessione, molte volte nel passato remoto e nel participio passato=andare, dare, dire, dovere, fare,
potere, tenere, uscire, vedere, venire...), SOVRABBONDANTI (appartengono a due coniugazioni = arrossare:
rendere rosso // arrossire: diventare rosso), IMPERSONALI (non hanno soggetto determinato, vengono usate
nella terza persona: piove, sta nevicando...)
- PARTI INVARIABILI
Congiunzioni: funzione di congiungere tra loro elementi della frase o proposizioni all'interno del periodo. (e e ma
vengono sempre pi spesso scritte all'inizio di una frase, dopo il punto, diventando congiunzioni testuali). Il CHE
sempre pi usato nel parlato
Preposizioni: possono, come le congiunzioni, introdurre delle proposizioni, ma solo le suordinate implicite,
costruite con l'infinito (mi preparo per uscire, vado a prendere il bambino)
Avverbi: pu aggiungere significato o modificare il verbo (legge molto), l'aggettivo ( molto bella), o la frase intera
(sinceramente non ti capisco). Ha diverse forme. MOlti avverbi sono derivati dell'aggettivo, con la terminazione in
_ente, altri sono forme sempici e autonome (subito, bene, dopo...), altri sono composti da due o pi parole unite
(soprattutto, infatti, senza dubbio, poco a poco...). Si possono usare aggettivi al posto dell'avverbio (corre veloce)
Interiezione: Ha funzione espressiva ed tipica della lingua parlata, ricorrenda anche a quella scritta (ehm, ehi,
bh, mah)
Segnali discorsivi: Elementi che si svuotano di significato e introducono parti del discorso (c'era una volta),
accentuando ci che vogliamo dire (in conclusione=fine). Nel parlato possono servire a determinare il turno (allora,
senti, guarda)
Sintassi della frase e del periodo
Frase: unit di massima estensione della grammatica, prima del testo, composta da unit inferiori (parole,
sintagmi...), dotata di senso compiuto e costruita secondo regole sintattiche. Frase semplice: costruita da una
proposizione, indipendente, mentre la frase complessa o periodo formata da 2 o pi preoposizioni,
Proposizione: unit di base della sintassi, all'interno di un periodo. Frase e proposizione hanno significati simili ma
non sono sinonimi
Enunciato: unit di testo; segmento di testo distinto dal resto del testo da pause nel parlato e segni di interpunzione
nello scritto. Pu essere costituito da un parola, da una frase semplice o da una complessa.
- Frase semplice
soggetto: primo elemento che comprende il significato del verbo e concorda con esso dal pdv grammaticale
(persona, numero, genere). Pu essere sottinteso. Il soggetto grammaticale pu non coincidere con ilsoggetto
logico (la pietra stata scagliata da Giovanni = chi compie l'azione Giovanni, il sogg. grammaticale la pietra).
Pu seguire il verbo in alcuni tipi di costruzione.
predicato: ci che si dice/predica del soggetto, indica lo stato o l'zione attribuiti a desso.
VERBALE: costituito da verbi predicativi che hanno un significato compiuto.
NOMINALE: costituito da verbi "essere, sembrare, parere, riuscire, diventare..." seguiti da un nome o
aggettivo in funzione predicativa (Piero un pianista). Questi verbi sono detti copulativi perch legano il soggetto
a un nome o aggettivo.
complemento oggetto o diretto: ci su cui ricade l'azione compiuta dal soggetto ed espressad al predicato, ed
legato a questo direttamente, senza preposizione (canto una canzone)
complementi indiretti: elementi che completano ulteriormente il significato del rpedicato verbale e sono introdotti
da preposizioni.
attributo: aggettivo che qulifica o determina un sostantivo con cui concorda dal pdv morfologico in genere e
numero
apposizione: sostantivo che si aggiunge a un altro con la funzione di specificarlo meglio (il mio amico, un pittore
famoso, molto simpatico)
sintagma: gruppo di parole che costituiscono un'unt nell frase: "metti sul tavolo della sala la tovaglia ricamata" =
due gruppi di parole "sul tavolo della sala", "la tovaglia ricamata" uniti da due unit sintattiche. queste paole sono
tenute unite negli eventuali spostamenti nella frase. Nel sintagma si distingue la parola principale (testa) dalla
quale il sintagma prende il nome: nominale (la tua casa bella), verbale (sono arrivati in tempo), preposizionale (il
cappotto per l'inverno) e aggettivale ( molto intelligente)
tipologie di frase semplice:
verbale: contiene un verbo in funzione di predicato (mio padre lavora ll'estero)
nominale: privo di verbo in funzione di predicato (superate tutte le previsioni). comuni nella scrittura giornalistica.
ellittica: verbo sottinteso perch presente nella frase precedente (piero preferisce il giallo, carlo il verde). La frase
pu essere ellittica anche nel soggetto (i bambini si divertono, giocano)
enunciative o dichiarative: contengono una dichiarazione che pu essere affermativa (i ragazzi studiano) o
negativa (quel ragazzo non studia). Quelle negative possono essere totali (come esempio) o parziali (non tutti i
ragazzi studiano)
volitive: esprimono un comando o un'esortazione(imperative/esoprtative), un desiderio (possiate avere fortuna!),
una concessione (parlate pure liberamente)
interrogative: caratterizzate nel parlato da un'intonazione ascendente e nello scritto dal punto interrogativo.
Possono essere introdotte da un elemento interrogativo (chi entrato?).
esclamative: nel parlato intonazione discendente, nellos critto dal punto esclamativo. Possono essere verbali
(come sei cambiata!) o nominali (che caldo!). Nel parlato si aggiungono elementi per accentuare l'enfasi (che bella
casa che hai!)
- Frase complessa:
il periodo, o frase complessa, o frase multipla un composto di frasi legate secondo diverse modalit. Nell'italiano
contemporaneo parlato si tende a semplificare e deprimere lea rticolazioni logiche del pernsiero con i legami
subordinativi (congiunzioni).
- monoproposizionale (1 frase semplice)
- biproposizionale, triproposizionale, pluripoposizionale (raro, pi frequente nel '700m quando l'italiano era
latiniggiante).
Proposizioni:
- principale (o reggenti o sovraordinate): da essa dipoendono le secondarie o diendenti o subordinate (esco
(princ.) per fare la spesa (subordinata)).
legami tra principali e secondarie sono la coordinazione (o pratassi) o la subordinazione (o ipotassi). Nell'italiano
parlato si una pi la coordinazione. (piove, meglio prendere l'ombrello)
- coordinazione = legame tra due proposiz con lo stesso valore =tra due principali o due secondarie (leggo, studio)
- sindetica: con una congiunzione (pioce e fa freddo). A seconda dell congiunzione si chiama:
. copulativa: affiancamento tra proposicioni e, n
. avversativa//sostituiva: contrapposizione tra due azioni (ma, per, tuttavia, invece... X contrasto
parziale // ma, bens, invece, anzi X contrasto totale
. disgiuntiva : pone un'alternativa tra die azioni (o, oppure)
. conclusiva: quindi, dunque, perci, pertanto = la seconda proposizione completa la prima
. esplicativa o dichiarativa: la II chiarice la I (infatti, cio)
. correlativa: quando si usano congiunzioni ripetute (e,e ; n,n, non solo... ma anche.... non
tanto... puttosto)
. testuale: diffusa da poco: separazione con il punto fermo della coordianta dalla principale (Piove.
E fa freddo). uso di e e n all'inizio del periodo presente nelle poesia '8/900esca. Anche nella lingua perlata su
usa aprire una domanda con una congiunzione (ma xch?)
- asindetica o giustapposizione: (senza cong ma con punteggiatura).
- polisindetica: con tante congiunzioni (piove e fa freddo ma esco e corro)
- subordinazione : composta da un'insieme pi o meno complesso di principali e subordinate (minimo 1 princ + 1
sub. max pi principali coordiante tra loro + numerose sub.) anche le subordinate possono essere coordiante tra
loro o subordinate a catena.
- esplicite: verbo ha il modo finito (indicativo, congiuntivo, condizionale)
- implicite: verbo ha il modo infinito (inf, part, ger). Usate aundo il soggetto il medesimo della principale.
Nell'uso burocratico si usa anche con soggfetto diverso (sappiamo essere possibile)
- soggettive: hanno funzione di soggetto, dipendono da verbi impersonali (bisogna, sembra...) o verbi resi
impersonali dal si (si vede) o vebi usati alla IIIps ( vero) (si vede che sei stanco).
- oggettive: fungono da complemento oggetto. dipendono da verbi che esprimono affermazione, percazione,
opinione, desiderio, speranza, timore (ti chiedo di dirmi la verit)
- interrogative indirette: esprimono domanda o dubbio. Totali (se risposta si o no) / Parziali (ti chiedo se restare o
andare). Sono introdotte da prinomi, aggettici, avverbi interrogativi. (ti chiedo se verrai). (sai chi viene ? = sai:
principale interrogativa)
- relative: sono introdotte da pronome relativo (a cui, al cuale, che) o avverbio relativo (dove, come...).
Determinative o Restittive o limitaltive = la frase reggente da sola non ha significato // Appositive o espicative =
qunado la rpncipale ha significato anche senza
- causali: esprimono la ciusa di cui la principale l'effetto (vado dal medico perch non sto bene)
- finali: esprimono il fine, l'obbiettivo verso il cuale tende l'azione espressa dalla reggente (sto a casa per studiare)
- consecutive: esprimono conseguenza rispetto al contenuto della principale (fu tanto distarro da dimenticarsene)
- ipotetiche o condizionali: insieme alla principale constituiscono il periodo ipotetico (protasi = principale / apodosi
= secondaria). (Se mi scrivi ti rispondo / insistendo (se insistessi) ci riusciresti)
- concessive: indicano una condizione la cui conseguenza neturale sarebbe normalmente in contrasto con il
contenuto espresso enella principale (anche se lo inviti non verr)
- temporali: indicano un evento che in rapporto crono logico con quello della reggente : anteriorit,
ciontemporaneit, posteriorit (quando l'abbiamo visto ci siamo messi a ridere)
- modali: esprime il modo : fai come vuoi (come?)
- comparative: esprimono un paragone : uguaglianza (cos come, tanto quanto ), minoranza (meno di quanto),
maggioranza
- limitative: per quanto ne so non le sei simpatico
- eccettuative: non penso che venga, a meno che non cambi idea.
tutte trasnne le soggettive, le oggettive e le interrogative indirette e le relative sono avverbiali o frasi complemeto
Interpunzione
Le funzioni della punteggaitura sono:
- segmentatrice-sintattica: consiste nel segmentare un testo distanziando diversi componenti (es.
apertura/chiusura di un discorso diretto) e nel segnalere le divisioni e i rapporti sintattici all'interno dell frase
complessa.
- funzione enunciativa: legata a fattori espressivi come riflesso del parlato, e a fattori pragmatici-testuali,
informativi.
- emotivo-intonativa: alcuni segni di interpunzione danno aprticolare intonazione alla frase
- funzione metalingiustica: per inserire spiegazioni (parentesi, lineette)
La virgola viene usata troppo spesso, nello scritto contemporaeo.
Lessico
insieme delle parole di una lingua
vocabolario: insieme della aprole di una lingua o parte di esso, oppure opera che raccoglie il lessico
dizionario: opera che raccoglie il lessico
lessicologia: sidciplina che studia il lessico
lessicografia: tecnica di composiuziopne di dizionari : accademia della crusca, primo dizionario '600
semantica: settore del lessico relativo al significato e ai suoi meccanismi
vocabolo: voce in senso generale
termine: parola appartenente al linguazzio settoriale
lessema: unit di base del lessico
lemma: unit lessicale registrata dal dizionario
lemmario: insieme di lemmi di un dizionario.
- il lessico, rispetto alla grammatica che un sistema chiuso, un siostema aperto (alle innovazioni)
3 - ELEMENTI DI TESTUALITA'
La scuola federiciana (siciliana) fu rutenuta quella ufficiale, nonostante la pardita di numerosi manoscritti e venne
ripresa dalla "scuola di transizione" toscana. Dante nel De vulgari eloquencia loda la poesia siciliana e la giudica
imprescindibile per la tradizione successiva.
le rime sono spesso imperfette nella poesia toscana che si rif alla siciliana, stampata con vocalizzazioni
toscane (ascoso:rinchiuso:amoroso), che per suonano perfette se lette in siciliano (ascusu:rinchiusu:amurusu)
Giovanni Maria Barbieri nel 500 trascrisse alcni componimenti da un libro siciliano non arrivato fino a noi e
usa dei toscanismi con elementi di meridionalismi e sicilianismi (ave=ha...)
-La SCUOLA DI TRANSIZIONE = poeti toscani che compongono opere siculo-toscane. Operano a Pisa, Lucca,
Arezzo, Siena, Firenze. Imitazione della maniera siciliana asulla base di codici toscaneggianti. Lessico intriso di
sicilianismi, latinismi e gallicismi. Viene istituzionalizzato il linguaggio poetico della rima imperfetta, che andrebbe
bene in siciliano ma a causa delle vocali non precisa in tosacano. Nonostante la scrittura, la pronuncia di alcune
parole era considerata colta se letta alla siciliana. Questo tipo di rima (grafico)
- Stilnovisti: tema amoroso, immentendovi venature intellettuali e psicologiche. (Dante nella commedia parla di
"dolce stil novo", riferito alla svolta poetica della scuola"). Assimilarono e trasfigurarono le forme linguistiche della
scuola siculo-toscana. Dante assume pi frequentemente elementi fiorentini (cuore, muovere): si tende a una
forma di sublimazione letteraria che si diffonde grazie ai commerci in tutta italina, specialme te al nord. Questa
lingua letteraria viene ripresa dalla poetica veneta, gi piena di toscanismi. Da questa divulgazione extraidiomatica
Dante elabora la teoria dell'italiano illustre.
Dante e la riflessione sul volgare: di Dante la prima riflessione sul volgare: lo definisce lingua illustre, aulico,
cardinale nel 1303/4 nel "de vulgari eloquentia". Non lo radicalizza a lingua appartenete ad una citt in particolare
ma forma d'arte appartenente a tutta italia. Dante identifica quattordici titpi di volgare in italia e nessuno di essi
coincide con il volgare illustre. Critica duramente i volgari considerati peggiorni (friulano, milanese, romano).
Intravede il "sole nuovo", volgare illustre che prevarr sugli altri. Vuole dargli la stessa importanza riconosciuta al
latino.
- Le "tre corone": Dante, Boccaccio, Petrarca.
Contribuirono a dare questo valore alla lingua volgare e a diffondere il pimato fiorentino, con opere il larga
diffusione anche tra i non letterati. La commedia di Dante, il Canzoniere di Petrarca e il Decameron di boccaccio
fecero arrivare la nuova lingua in tutta italia.
- Dante: divina commedia = nuovo metro narrativo: la terzina. plurilinguismo verticale: fonda diversit diastratiche
del fiorentino, da quello colto medio a quello plebeo, aracaizzante e innovativo nella grammatica e nei vocaboli.
alterna registri. rientrano sicilianismi. la divulgazione della commedia fu importante per l'estensione dell'italiano
fuori dalla toscana.
- Petrarca: canzoniere (poesie) 1336-1338- canzoniere per Laura e compose tutta la vita fino alla morte nel 1374.
nobilitazione letteraria del fiorentino. Filtra e rielabora i lavori poetici precedenti, dai siciliani allo stilnovo e filtra
ancora di pi il vocabolario e le tecniche poetiche. diffonde anche nella poesia i toscanismi e i sicilianismi.
- Boccaccio: decameron (prosa): attorno al 1370 : usa espressioni basse della lingua con localismi genovesi,
romaneschi, veneti, siciliano, fiorentino. Sperimenta stesure per riprodurre e caratterizzare i registri colloquiali e il
parlato, come: che polivalenet, uso rindondante di pronomi, repertorio di segnali discorsivi, anavoluti, alterari. Fu
un esempio per tutta la prosa italiana, con costruzioni molto vicine all'italiano.
lingua letteraria, forniva agli scriventi non toscani e all'editoria volgare un punto di riferimento sicuro, di
impostazione "bembiniana" , pratico e didattico.Le conseguenze di questo impellente progresso di
"normalizzazione" avviato dalle prose furono di grande rilievo sugli usi letterari. Fiorentino trecentesco diviene
lingua pi studiata e imitata da un numero sempre pi alto di scrittori italiani. Diviene in tempmi e modi diversi la
lingua italiana letteraria.Gli ambienti fioentini non accettaronofavorevolemente le Prose perch proponevano un
fiorentino del trecento e non un fiorentino contemporaneo e sminuiva la grandezza linguistica di Dante.Salviati
cerca di dimostrare una continuit del fiorentino cinquecentesco colto (e non volgare) con il fiorentino del trecento.
A questi criteri si conformava il vocabolariodella crusca che si costituiva come roccaforte del aptrimonio linguistico
e letterario tosco-fiorentino, nel momento in cui erano gi attive le spinte antitradizonaliste e moderniste del
barocco. Questo aumentava le voci degli scrittori pi o meno importanti e selezionavano tra queste quelle pi
moderne, che si erano affermate nel corso del trecento. Il vocabolario della crusca era un grande dizionario delle
lingue europee che aveva lavorato con metodi precisi, corretti e molto avanzati per i tempi, costituendo per lungo
tempo il punto di riferimeto e un modello per altre imprese straniere.
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