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IL MISTERO BACH

LEZIONE PRIMA. PRIMA PARTE. LA GLORIA


Il tema La gloria.
La gloria lequivalente della chiarezza. San Tommaso lega letimologia di gloria a Glaria.
Clarus, cio di chiara fama, significa glorioso. Quindi la Gloria legata al concetto di Chiarezza. Esistono
pero due tipi di chiarezza. C la chiarezza della evidenza scontata: Ad esempio se dico: questa acqua la
cosa chiara e scontata ma non riguarda la gloria. Esiste una chiarezza invece che rappresenta cio che
risulta in una cosa da una ispezione profonda, cio evidenzia lessenza di quella cosa. Ad esempio: se vedi
uno che piange la banalit dellevidenza che non contento, ma capire cosa c nellanimo delluomo che
lo fa piangere significa andare a fondo e scoprire su cosa si fonda il suo pianto, da cosa nasce il suo pianto.
La gloria quindi la chiarezza di cio che si scorge nella profondit.
La gloria un termine nobile. Nobile deriva da noscibilis = riconoscibile. E una cosa riconoscibile quando
chiara quindi la nobilt legata in un qualche modo alla gloria. Ma anche per nobile si presenta lo stesso
problema della gloria. Anche la nobilt ha due facce. E nobile cio riconoscibile cio che evidente oppure
nobile cio che importante e profondo.
La chiarezza di profondit e la nobilta di profondit rappresentano prorpio la Gloria. Il primo che ha cercato
di darne una definizione precisa stato Sant Ambrogio. Dava della gloria la seguente definizione: Clara
notizia cum laude. Chiara = evidente, notizia = conoscenza, laude = lode. Quindi riconoscimento chiaro
accompagnato dalla lode.
Teologicamente parlando la Gloria appartiene a Dio, anzi la Gloria Dio. Bach dedicava sempre le sue
sonate con la dicitura: Soli Deo Gloria che non significa la gloria solo a Dio ma al Solo Dio la Gloria
(allunico Dio la gloria).
La Gloria quindi conosciuta solo da Dio e solo da Dio lodata, quindi abbiamo una circolarit del tipo: Dio
celebra solo se stesso. Ma questo non significa egoismo. Infatti quando Dio celebra se stesso celebra tutti
perch Dio tutto in tutti. Quindi in un certo senso sbagliato dire: rendere gloria a Dio. Non siamo noi che
diamo gloria a Dio ma lui stesso che da gloria a se stesso quando noi pensiamo di dargli gloria, e rendendo
lui gloria a se stesso rende gloria anche al creato in quanto lui anche il creato.
C un passo del vangelo dove viene resa questa idea. E dove Gesu dice agli uomini di compiere delle azioni
belle perch gli uomini vedendole rendano gloria al padre che nei cieli. Bisogna prestare attenzione a
tutte le parole. Gesu dice di compiere azoni belle non buone. Fare una azione buona scontato
moralmente dovuto, invece lazione bella non scontata ne dovuta. Bella vuol dire nobile, ed nobile in
quanto non dovuta. La bella azione come se fosse spropositata rispetto alle capacit delluomo che la
compie quindi come se luomo la compisse sotto linflusso della grazia di Dio e quindi in quellazione Dio
che glorifica se stesso. Quindi lidea di gloria legata allidea di bellezza.
La bellezza sempre profonda. La bellezza porta in se un richiamo sempre profondo. In greco bello si dice
Kallos ma questo termine secondo i classici sarebbe legatoa Kaleo, Kalei significa richiamato, quindi la
bellezza qualcosa che chiama, che attira, quindi lidea di bellezza lidea di essere richiamati o attratti,
cosa che avviene effettivamente nel caso della bellezza (tra parentesi Chiessa deriva da Ekklesia, Ek Kalei,
cio colei che chiama). La bellezza fascino.
I classici chiamavano linsieme delle qualit che possiamo virtualmente intravedere nella bellezza
Trascendentali. Trascendentale per i classici era una nozione che indicava un qualcosa non inquadrabile
in una sequenza. La sequenza che inquadra tutte le cose era stata definita da Aristotele. E la sequenza
delle categorie o predicamenti. Sono dieci: Sostanza, quantita, qualit, relazione, azione, passione, tempo,
luogo, sito e abito. Qualsiasi cosa uno veda puo essere catalogato tramite queste dieci definizioni. Ci sono
per delle nozioni che superano queste dieci definizioni e si chiamano Trascendentali. Ma attenzione non
che sono Trascendentali semplicemente perch superano le categorie, perch se si limitassero a superarle
potremmo incasellarle in altre categorie di grado superiore, ma in realt si dicono Trascendentali in quanto
superano si le categorie ma al tempo stesso sono immanenti in ognuna di esse. Quindi non nessuna in
specie di queste categorie ma ognuna e tutte insieme e quindi trascendente ed immanente insieme. Per
questo oggi il termine Trascendentale viene usato comunemente per definire una cosa difficile.

Quali sono questi Trascendentali ? La base di ogni Trascendentale rappresentanto dallEssere e Ente.
Niente puo cadere ad di fuori dellEssere. Tutti i trascendentali quindi si riferiscono necessariamente
allEssere.
Ma lEssere che un Trascendentale esprime questi altri Trascendentali possibili:
Cosa = Res, Uno = Unum, Altro = Aliquid, Bene = Bonum, Vero = Verum. Cio si tratta di 5 Trascendentali.
Questi Trascendentali sono i vocabili di base applicabili a tutte le categorie.
Lespressione che raduna in se tutti questi termini : Bello (Pulcrum). Il bello lo fonda tutti in se. Per questo
si dice che il bello confonde, infatti cum-fondere significa fondere insieme, non avere pi distinzione, non
avere pi la capoacit di distinguere. Infatti quando uno vede una cosa affascinante intontito cio
confuso. Questo perch una cosa affascinante una cosa che ha molti pregi e lintontimeno o la
confusine deriva dal vedere contemporaneamente e senza distinzione tutti questi pregi in un colpo solo.
(cio fonde tutte le cose in un colpo solo). E quindi in questo caso il ragionamento discorsivo e analitico o
distintivo viene meno.
Il bello ci appare come una sensazione. Infatti lesperienza del bello si dice Estetica. Hystesys significa
appunto sensazione. La senzazione un intravedere un quaqlcosa senza capirlo perch quel qualcosa va
oltre la nostra intelligenza e quindi capacit di comprensione in quanto riguarda lintelligibile. Estetica ha la
stessa radice di Estasi. Quindi il bello in quanto intelligibile si situa nellambito dello spirito. E diceva Gesu
nei vangeli che dello spirito si sente la voce ma non sai da dove viene e dove va.
Estetizzare lopposto di anestetizzare. Se anestetizzare comporta la morte dei sensi, lindifferenza,
estetizzare siognifica al contrario risvegliare i sensi, risvegliare lanima dallindifferenza.
LEZIONE PRIMA. SECONDA PARTE. LA GLORIA
Parliamo ora del senso. Che cos questo senso ?
Senso, sensazione, sentenza hanno la stessa radice. Senso vuol dire uni-direzionalit. Uno dei casi in cui la
parola senso usata in modo proprio quando indica la direzione (senso unico). I nostri sensi hanno tutti
una direzione. La vista si dirige verso la la forma e la figura e va solo in quel senso, non puo vedere i suoni.
Ludito va verso i suoni, lolfatto va verso i profumi ecc. Sensazione vuol dire che va secondo la direzione
giusta verso cio che non pu essere esplorato, ma puo anche essere implorato. Esplorare vuol dire portar
fuori (EX = fuori PLUO = pioggia nel senso di fluido). Implorare = ENTRARE DENTRO.
La sensazione si lega alla Commozione e la Commozione il versante emotivo o sensibile della Gloria. E
altamente nobile in quanto mostra come un anima abbia la competenza adeguata a cogliere cio che sta in
profondita.
Un Competente lesperto, cio cio che conosce la materia. Ma si puo anche intendere nel senso che sa
cosa vuol dire la competizione cio la lotta per arrivare al significato profondo della cosa. La Commozione
quella che sul piano emotivo si puo dire intuizione intellettuale. E la velocit particolare che ha la nostra
anima nello andare a cogliere cio che sta sotto la superficie. Quando sentiamo Bach ad esempio c sempre
un basso di sottofondo che rappresenta la profondit. Commozione significa Con-mosso, si muove insieme,
quindi una velocit di istantaneit con loggetto conosciuto, una istantaneit di conoscenza, ci si muove
insieme per sim-patia e com-partecipazione.
Quando si parla di qualcosa di profondo come qualcosa di fiondamentale, che fonda si intende o si dice che
stabile ma stabile non in quanto fermo nel senso di rigido ma in quanto ha una velocit istantanea,
cio in un certo senso ha ha che fare con leternit che non significa tempo illimitato ma senza tempo,
istantaneo appunto. Questa anche la caratteristica dellanima. La Commozione come la comprensione
di essere compreso. Nella commozione quindi noi comprendiamo effettivamente la Gloria perch come
se avessimo oltrepassato la condizione di instabilit del dubbio, della perplessit e quindi avendo visto
linsieme, il tutto e quindi la verit, siamo entrati in uno stato di pace.
Questa velocit di simultaneit e proprio andare a cogliere il fondamento e la Gloria fatta cos.
La gloria ha sul versante emotivo la condizione di questa velocit simultanea.
Ad esempio quando un atleta viene premiato si fa prendere dalla commozione, piange, cio come se
avvertisse un qualcosa di profondo, di pi grande di lui, un qualcosa che ha a che fare con lo spirito, ha cio
raggiunto una Gloria che non naturale, non di questo mondo. Infatti dopo la medaglia c la lode e la
lode non viene dalluomo ma da Dio. Quando luomo loda un altro uomo loda Dio (il prossimo una
raffigurazione di Dio)o megli ancora Dio che loda se stesso e lodando se stesso loda il creato e quindi la

creatura. Questo ci fa intendere la Gloria in senso cristiano. La Gloria sempre legata ad una faticqa, ad
una sofferenza. Si tratta di una sofferenza trasfigurata. La Gloria in senso cristiano infatti una gioia
luttuosa o redentiva (liberante) intimamente accogliente. Il redento cio che stato liberato pur se la sua
condizione di cattivit rimane pur sempre nella memoria. La Gloria se la si cerca non la si trova, noi
dobbiamo fare tutto il possibile e poi sperare che appaia e quando appare otteniamo una pace beatifica. E
cos nel caso del sacrificio. Nel sacrificio noi dobbiamo immolare noi stessi ed avere fede nei frutti del
nostro sacrificio, ma possiamo solo avere fede nei frutti non esigerli altrimenti non sarebbe un sacrificio.
Questo cio che che in un certo senso possono sperimentare i martiri.
Quando vediamo una foto di un bambino in un campo di sterminio abbiamo la sensa zione di qualcosa di
talmente alto.... il paradiso e la Gloria sono il postulato fondamentale per giustificare quelle vite. Ci viene
da pensare che impossibile che non ci sia il Paradiso perch la commozione talmente alta che implica
lesistenza di uno stato superiore a quello vissuto. Sicuro come loro perch questione di sensazione, di
commozione. Quei bambini sono in un certo senso dei martiri. In quel caso si puo usare una definizione
degli iconografi russi. Floreski nelle porte regali dice voi siete abituati a guardare i quadri, noi pensiamo
che invece la realt del quadro che guarda noi. Gli iconografi cristiani ragionavano al contrario. Quando
guardiamo la figura del cristo in una icona non siamo noi che guardiamo il Cristo ma Cristo che guarda
noi, o meglio ancora Cristo che guarda se stesso attraverso di noi. La gloria ci trascina in una fuga divina. E
quando uno in fuga con Dio chi lo prende ?. Nessuno neanche il Diavolo. Quando Gesu dice Vade retro
Satana non significa vai via ma mettiti dietro anche tu sulla scia della mia Gloria.
I teologi medievale dicevano che in paradiso i martiri portano i segni del loro martirio perch quelle cicatrici
sono il segno della loro Gloria. Questo significa che la Gloria una trasfigurazione non una cancellazione del
passato.
E una cosa inesplicabile in quanto implicata o implicita perch molto semplice lessenza della
semplicit cosi come ogni cosa divina o spirituale. Spiegare significa togliere le pieghe ma una cosa semplice
non ha pieghe o difetti quindi non puo essere spiegata. Simplex vuol dire infatti sine plicis cio senza
pieghe. Se una cosa senza pieghe non si puo togliere le pieghe. Se una cosa semplice e si tenta di
spiegarla la si rende complicata cio la si rovina. Ora tanto piu uno viene semplificato da Dio tanto piu
coinvolto in questa Gloria.
Quando si dice nei salmi che i cieli narrano la gloria di Dio perch Dio glorifica se stesso nella nostra
anima che sta guardando i suoi cieli. Oppure se uno prende i cieli come il paradiso significa che il paradiso
che la Gloria di Dio affacciandosi in unanima che viene santificata non puo che celebrare se stessa in
quellanima. Ma quando Dio celebra se stesso in unanima quellanima viene celebrata come si celebra Dio
cio divinamente. Dio guardando se stesso guarda quellanima e guardando quellanima guarda se stesso.
Quello che vale per unanima vale anche per tutte le anime e questo il significato della comunione dei
santi.
Quindi la Gloria cristiana questo trascinamento che avviene attraverso una sensazione divina che porta ad
un fondamento rispetto al quale si da una simultaneiit di velocit che emotivamente la commozione e
dentro questa commozione uno avverte il senso grande della Gloria. In Bach questa Gloria non mai
banale, perch c sempre quel senso del fondamento che rappresenta la sua profondit.
C sempre in Bach anche nelle tonalit maggiori un senso di minore che ti riporta in basso verso la
profondit, cosi come nelle tonalit minori c sempre un tocco di maggiore che ti riporta in alto verso il
divino. Bach rende in modo lieto cio che malinconico e rende in modo malinconico cio che lieto per farti
capire che il paradiso qualcosa di semplice cio linsieme di tutto, il tutto in cui gli opposti coincidono o si
armonizzano (coincidentia oppositorum).
LEZIONE TERZA. PRIMA PARTE. LA CROCE
Tema: la croce. La croce un simbolo universale che riguarda lintero. (Cattolico deriva da Kata = secondo,
Olos = Intero, cio secondo lintero o che riguarda lintero). Dentro la prospettiva della croce, pur essendo
una prospettiva specifica dal punto di vista naturale, purtuttavia si vede il tutto. La croce somma il tutto e
rappresenta il tutto- Dobbiamo vedere come nelle scritture si fa riferimento alla croce appunto come
fondativa delluniversalit.
I passi scritturistici che occorre avere presente sono i seguenti.

Intanto le lettere di Paolo. In queste lettere il valore della croce non si limita alla sola storicit ma riguarda
un senso pi generale. La croce anche un fatto storico ma non importante in quanto fatto storico.
Lettera ai colossesi, primo capitolo: si dice che Gesu colui per mezzo del quale sono create tutte le cose.
Ci si riferisce a Gesu in quanto Verbo cio Dio o a Ges in quanto uomo ?
Non puo riferirsi a Gesu in quanto Dio o Verbo in quanto la seconda persona della trinit non pu essere un
mezzo per la creazione in quanto Dio non puo essere un mezzo. La Trinit non puo creare direttamente in
quanto troppo elevata. Quindi ci si riferisce a Gesu in quanto uomo. Ma come puo essere che Gesu che
una creatura possa aver creato le altre creature ? Perch si da che fondativamente e non conologicamente
lumanit di Cristo stata creata prima di tutte le altre creazioni. Lumanit di Cristo quindi il prototipo di
tutta lumanit.
Quindi Cristo come un condensato di tutto luniverso. Tutto contenuto in Cristo. Quindi se per mezzo
dellumanit di Cristo Dio crea questa universalit di cose, tutte le cose andranno verso di lui (Universo,
verso luno), cio verso lumanit di Gesu. Quindi Gesu il centro delluniverso.
La totalit delluniverso ha come cardine Gesu. Si puo vedere lUniverso anche com un disegno che ha come
centro Gesu. In Apocalisse 13,8 si dice espressamente che questo per mezzo del quale tutto creato non
indifferente alla morte, quindi si fa riferimento a Gesu in quanto uomo. La croce quindi strutturante del
disegno la struttura del disegno universale. Quindi per riepilogare lintero fondato sulla croce di Gesu.
Quindi la croce ha un significato Cosmico.
Gesu Cristo centro del Cosmo e della Storia, centro della storia perch centro del Cosmo.
La croce di Gesu una Croce di Gloria. Se dico Croce Gloriosa intendo che la Croce centrale e la Gloria
un suo aggettivo e questo non corretto. Invece se dico correttamente Croce della Gloria il centro la
Gloria, la croce appartiene alla Gloria e tramite la croce la Gloria si affaccia sul mondo. Quindi Dio si affaccia
nella Croce. Quindi la Croce porta in se stessa tutta la Gloria di Dio. La Gloria quindi si vede nella Croce di
Cristo. (il simbolo di quanto detto pu essere rappresentato da una croce inserita in un cerchio, la croce
celtica. In questo simbolo il cerchio rappresenta la Gloria in quanto simbolo grafico di perfezione. La croce
rappresenta la struttura delluniverso o, come detto, Dio che si affaccia sul mondo o nel mondo, cio
immanenza, tramite Cristo. Gli assi rappresentano lespressione verticale ed orizzontale del mondo. La
croce in se Cristo che sorregge il mondo in quantpostruttura del moneo ed il centro Dio verso il quale
Cristo fa convergere il tutto. Qundi il cerchio rappresenta il tutto, che per piu che la somma delle parti, la
plenitudine Divina, la Gloria di Dio, linfinito assoluto. La croce la proiezione o lespressione di questo
tutto nelluniverso come epifania ed anceh il Cristo che rappresenta il fondamento delluniverso ed il
centro della croce il punto di convergenza delluniverso che un ritono a Dio. Quindi la croce rappresenta
un ritorno a Dio per mezzo della croce del Cristo).
Il Cristianesimo effettivamente questa prospettiva specifica nella quale compare cio che universale,
cattolico e dice la struttura di un disegno e questa struttura di disegno la croce gloriosa di Cristo per
mezzo della quale strutturato lintero universo. Questa croce una Croce Reagale incisa segretamente
tra inalterabili architetture naturali (Cosmo) e seminata in menti ospitali. Vuol dire che la croce di Cristo
regale perch di Gloria, incisa nel cosmo perch il cosmo stato creato per mezzo di essa ma visibile
solo da parte di anime ospitali, cio connaturali.
LEZIONE SETTIMA. PARTE PRIMA. ETERNITA E TEMPO
La missione del Logos, del Verbo, seconda persona della trinit, quella di trascinare le anime verso la vita,
cio verso l ambiente Divino. E questo noi lo chiamiamo dal punto di vista temporale la Giustificazione o
Divinazione, Santificazione, ma questo vale solo dal punto di vita temporale cio in riferimento a quanto
avviene nelluomo. Ma questo che avviene nelluomo ha anche un punto di vista eterno o divino, eterno
in quanto permane nella istantaneit, non implica mutamento, non implica un mutamento, sempre stato.
Il mutamento significa cambiamento, mutamento deriva da moto. Ci sono diversi tipi di mutamento: uno
per traslocazione o moto locale ma c anche un mutamento sostanziale, ad esempio se brucio la carta
questa diventa cenere. Il mutamento sostanziale viene chiamato nel linguaggio della cosmologia
consumazione o corruzione. Questo si rapporta con linverso che la generazione. C poi anche un altro
tipo di mutamento che pi superficiale, tocca gli aspetti modulanti la sostanza. Es: Crescita o descrescita
(nella bonta, nella cultura, nella abilit ecc.).

Tutti questi tipi di mutamento sono misurati dal tempo. Il tempo la misura di qualsiasi moto e dunque di
tutto cio che si muove o nel moto o che muta. Il tempo la misura del moto secondo il prima e il poi.
Ma nel caso invece di sostanze immutabili queste non si possono misurare secondo il tempo. Qiundi come
si fa a misurare queste sostanze ? Il tempo dice di una durata successiva e misura questa successione. Ma
perch ci sia mutamento necessario che ci sia una base sulla quale agisce il mutamento. Es: il libro che
base prima era libro poi, bruciato, diventa cenere. Quindi il mutamento presuppone la persistenza della
base.
Nel caso di sostanza immutabile si da sempore una durata ma non una durata per successiva ma
insuccessiva. Questo tipo di durata chiamata eternit. Quindi ci sono due durate una misurata dal tempo
e una misurata dalleternit. Dio e solo Dio eterno. Tutti cio che diverso da Dio soggiace a una qualche
successione. Nel caso di realt fisica questa soggetta al mutamento, sia sotto laspetto di un mutamento
sostanziale che di luogo. Ma nel caso dellAnima o delle sostanze spirituali queste sono misurabili
temporalmente ma solo per certi aspetti, ad esempio non per il movimento da luogo a luogo o per
cambiamento di sostanza ma sono comunque soggette per certi aspetti al tempo, ad un prima e un poi. Ad
esempio se pensiamo due cose o una cosa che prima in un posto e poi in unaltro la cosa non ha avuto un
mutamento di luogo ma il pensiero ha pensato un prima e un poi quindi soggetta al tempo. Questa
misura che non eterna ma non neanche equiparabile al tempo applicabile alle cose fisiche gli scolastici
lhanno chiamata eviternit (evo = Tempo, qundi tempo eterno). Quindi si danno tre misute. Eternit,
eviternit e temporalit. Nelleviternit c una successione ma non la successione delle cose fisiche. Che
cosa caratteristica la durata dellAngelo e dellAnima delluomo ?. Hanno una successione ma diversa da
quelle delle cose fisiche. La successione delle cose fisiche continua senza sbalzi e sorretta da una base
fissa, sono sempre io che passo da un posto allaltro attraverso passi intermedi e progressivi, ma sono
sempre io che passo da un punto ad unaltro. Lo stesso vale per la mia crescita e il mio miglioramento. C
cio sempre un aspetto identitario di base che sono io. Nella realt non create non c successione continua
ma discontinua. Ad esempio una lintuizione seguita da unaltra non continua, simutanea e si consuma
nella sua istantaneit, altrimente sarebbe un ragionamento. Quando abbiamo delle intuizione noi siamo in
una successione discontinua. E cos gli angeli, che sono supreme intelligenze, non sono nel tempo. Il valore
delle idee non nel tempo. Lidea simultanea come lintuizione. O si vede o non si vede, non si da un
passaggio graduale dal non vedere al vedere. IDEA = Vedere (V-IDEO). Anche la nostra anima ha questa
dimensione atemporale. Tocca leterno ma non leterno. Leterneit la simultaneit, istantaneit. Dio
vive in una durata istantanea, il che non vuo dire che vive di un istante. La caratteristica delluomo che ha
in se sia laspetto intuitivo che quello sistematico, quindi sia laspetto tempo che laspetto eternit.
Severino Boezio ha dato questa famosa definizione delleternit: Perfetto possesso di una vita
interminabile, simultanea. Interminabilis vitae tota simus et perfecta possessum. Dio questa eternit.
Ora qual laspetto che lega leviternit e leternit ?. La successione delleviternit per scintille, flash
senza legame tra luna e laltra perch sono tutte piene, quindi tutta vita perfetta come leternit ma la
differenza rispetto alleternit che leternit ha in se la totalit degli istanti delle intuizioni in ununica
intuizione mentre le realt spirituali che non sono Dio sono tante intuizione successive ciascuna piena e
chiusa in se stessa. Un ragionamento invece per essere pieno in se stesso necessita di premesse, tesi,
spiegazione, conclusione ecc. Quindi necessita di tempo. Nel caso dello spirituale si succedono le intuizioni
ma ciascuna non ha la completezza perch ci sono altre intuizioni. Luomo ha la potenzialit di entrare
nelleternit grazie al suo intelletto. Tutti i giorni della vita nel santuario del Signore sono un giorno solo,
anzi un istante solo. Lintelligenza Divina lintuizione dellintuizione. La visione beatifica questa cosa, si
rimane senza fiato perch si vede tutto istantaneamente, e la cosa si puo solo gustare non spiegare. Ad
esempio nel Vangelo . Quando chiedona a Gesu perch i sui disciepoli non pregano, non digiunano, ed
anche i discepoli stesso chiedono a Gesu di insegnarli a pregare e Gesu dice loro di non fare come i pagani
che pensano di essere esauditi a forza di lunghi ed estenuanti preghiere ma dice loro dite solo..... Ma
questa preghiera non per ricordare a Dio un qualcosa qualora si fosse dimenticato di noi ma per
ricordare a noi cio che Dio fa per noi costantemente. La visione beatifica muta come muta la fede.
Il piu grande retore Dio. Ignazio di Antiochia diceva: Gesu il verbo pronunciato dalleterno silenzio del
padre. Per ascoltarlo quindi bisogna essere collocati nelleternit, stare zitti, ripronunciare nelleterno
silenzio lo stesso verbo che dice tutte le parole. Ma questa una operazione che compie Dio.

LEZIONE SETTIMA. SECONDA PARTE. ETERNITA E TEMPO


Esiste una possibilit di rappresentare cio che eterno anche nel tempo. Sicome noi siamo nel tempo e non
nelleterno, possiamo parlare delleterno perche se ne da una rappresentazione anche nel tempo. Ma si
tratta di uno rappresentazione e quindi di una visione di compromesso. Noi non possiamo fare a meno di
rappresentarci le cose in quanto dobbiamo usare un vocabolario di derivazione creaturale. Le nostre parole
sono un imprinting della realt creata per cui non possiamo svincolarcene del tutto. Quindi quando usiamo
questo linguaggio che su misura delle cose create per parlare delle cose increate lo possiamo fare solo in
modo approssimativo. Questo rigarda sia il parlare del tempo che di Dio o di tutte le realt spirituali. Quindi
bsogna prestare grande attenzione nellusare questo vocabolario. Usiamo un linguaggio analogica in
quanto abbiamo la necessit della rappresentazione. Questo linguaggio per analogia i neoplatonici lo
ciamavano IPEROKE. San Tommaso chiamava questo linguaggio la Converso ad Phantasmata. Cio la
nostra una rappresentazione a livello di fantasia. Anche quando facciamo discorsi su Dio passiamo
attraverso la fantasia. Quindi ritornando alla rappresentazione della eternit nel tempo, cio che
rappresenta leternit nel tempo la Contemplazione. Esiste anche una contemplazione di carattere
naturale che da lavvisiaglia di rendere insuccessivo il successivo e questa capacit lastrazione. Astrazione
presa in senso deteriore vuol dire isolamento ma nel senso positivo significa estrazione, estrarre da un
segreto. Il vocabolo che Aristotele usa per astrazione tuttaltro: EPAGOGHE. I latini la chiamarono sia
Astractio che Inductio. Cio attraverso lesperienza arriviamo ad estrarre o ricavare per astrazione una
legge universale. Linduzio il percorso delle esperienze pilotate mentre la Abstarctio il risultato di quegli
esperimenti, cio si atrae dalla esperienza una legge fondamentale o universale. Aristotele usa una sola
parola: EPAGHOGHE che significa EPI (Sopra), GOGA (vado), significa quindi loltrepassamento. Attraverso
lesperienza e gli esperimenti arrivo ad oltrepasare il mio orizzonte per raggiungere luniversale. Significa
cio loltrepassamento del particolare per arrivare alluniversale. Ma se esiste la possibilit di oltrepassare
perch esiste loltre che infinito in quanto oltre il tempo. Il fatto solo di poter pensare che c un oltre
il limite significa che lillimite una realt. Dice San Tommaso, la nostra anima oltre il tempo ma in
rapporto con il corpo nel tempo quindi deve avvalersi sempre dellimmagine. Qundi il tempo il simbolo
delleternit. La iperoke puo essere tradotta con contemplazione. Il termine tempo significa ritaglo, cio
significa tagliare il flusso del mutamento in istanti. Invece mettere insieme tutti i ritagli del tempo significa
Con-templare. Dio un contemplativo, la stessa creazione per Dio unatto contemplativo. Anche quando
noi facciamo delle rappreasentazioni fisiche quelle sono delle condensazioni investite di un atto
contempltivo. Nellordine acustico ad esempio si possono udire in un colpo due o pi suoni diversi perch la
nostra capacit ce lo permette. Leternit come se fondasse tutte le rappresentazioni in un colpo solo. I
beati non hanno piu bisogno di rappresentazione in quanto vedono Dio faccia a faccia. Ma in questo caso si
perde la soddisfazione del gioco, dello scoprire. E come se Dio riversasse la sua intelligenza nella nostra
intelligenza e quindi ci facesse vedere come lui vede. Si conosce Dio solo attraverso Dio, cio Dio stesso
che presiede in noi la stessa accoglienza di lui. I medievali la chiamavano capacit obbedienziale. Capacit
perch passiva ma per obbedienziale in quanto non la esigo ma la patisco. Per obbedienza se Dio vuole
elevare la mia anima ad una capacit che oltrepassa lordine naturale, la mia anima in forza di questo spazio
infinito che ha in se, obbedientemente accetta. Ma lobbedienza non ha niente a che vedere con lordine
morale, una obbedienza metafisica. Cio ad esempio Il legno impossibile che diventi marmo ma puo
diventare fuoco. Quindi per lanima non assurdo potersi oltrepassare, ne ha la possibilit ma solo in senso
obbedienziale cio non perch lesigo ma perch e solo se Dio lo vuole. Questa nostra capacit
contemplativa lavvisaglia della capacit contemplativa di Dio. Dio guardando se setsso guarda la propria
creatura mentre la creatura lo garda e si vede vista da lui. E come una specularit continua. Non c ne
inizio ne fine. La distanza massima e quella minima coincidono. Nel De visone Dei di Nicolo da Cusa si
descrive proprio questo. C sempre una perfetta circolarit della rappresentazione in cui la
rappresentazione sempre infinitamente oltrepassata ma loltrepassamento non prima e dopo ma
insieme. La stessa lezione della fenomenologia in filosofia questa. Quando io dico guardo la finestra io
non guardo la finestra ma guardo me stesso che guarda la finestra. Albert Zwaizler ha scritto un bel libro su
Bach: Bach il teologo poeta e mistico in cui fa lanalogia tra le musiche di Bach e i contenuti dei libri sacri.
Dalla capacit diacronica si pasa alla capacit sincronica. Si tratta di pasare dalla via Orizzontale alla via
Verticale. Cio i fatti indipendentemente dalla loro specificit hanno anche sempre una somiglianza e la
radice delle somiglianze non un fatto o il fatto stesso ma oltre il fatto, si passa cio dallordine

orizzontale a quello verticale. Lanalogia la disciplina che governa questo rapporto cio le
rappresentazioni in rapporto a cio che va oltre la rappresentazione. Il tutto maggiore delle sue parti. La
Contemplazione un colpo docchio di una infinit di cose insieme. Se scomponiamo la contemplazione
otteniamo una miriade di cose potenzialmente infinite. Per questo ad esempio lesegesi delle scritture
potenzialmente infinita. Esempio di analogie. Intelletto e senso. Lintelletto sta allintelligibile come il senso
sta al sensibile. Intelletto infatti sognifica Inte-lectus, cio leggere il senso interno cosi come il senso il
significato delle cose sensibili.
LEZIONE NONA.PRIMA PARTE. LA FUGA DELLA FEDE
Lultima sonata dellarte della fuga di Bach rimasta incompiuta. Si dice che Bah labbia lasciata
volontariamente incompiuta quasi a significare che una fuga come tale non si chiude mai, non ha mai fine.
E supposto che la si intenda come conclusiva la sua chiusura non nel tempo ma nelleternit. E quindi
come un perpetuare listante della chiusura. Quindi lultima fuga di Bach puo rappresentare una immagine
della fede teologale la quale anchessa fuga. Paolo dice che adesso, cio in questo mondo, siamo nel
regime della fede perch non vediamo, poi saremo nel regime della Gloria in quanto vedremo Dio faccia a
faccia.
Dicendo cosi San Paolo intendeva la fede secondo il modo e non secondo la sostanza. Infatti secondo il
modo la fede si riferisce allinvisibile mentre la Gloria si riferisce al visibile.
Invece nella lettera agli ebrei in cui si riflette sulla fede piu come sostanza non si insiste sulla visibilit o
invisibilit della fede cio non si riflette sul modo della fede ma piuttosto sulla natura della fede, cio non
come si presenta (modo) come , cio appunto sulla sua essenza o sostanza. La natura o sostanza della fede
sempre uguale sia di qua che di la, non cambia come invece avviene per il modo. Cio nella sostanza della
fede non si da un di qua e un di la. La natura della fede e della Gloria, cio la conoscenza che Dio ha di se
stesso comunicata a noi non ha un di qua e un di la. Infatti nella lettera agli ebrei dando la definizione di
fede si dice: La fede sostanza (Ipostasys) delle cose che si sperano, argomento delle cose che non
appaiono. C scritto Ipostasys e non Ousia. Ora c differenza tra Ipostasi e Ousia (sostanza). OUSIA vuol
dire essenza che puo essere definita anche sostanza. Ma Aristotele dice che questa Ousia di due tipi:
sostanza prima e sostanza seconda. Uomo sostanza seconda perch si puo predicare di piu persone, cio
un universale (ricordiamo la discussione degli universali nel medioevo). In questo caso quindi la sostanza
rappresenta lessenza. Ma se indico un uomo o individuo preciso si tratta di una sostanza prima perch
indica lindividuo sussistente. Sostanza prima lindividuo di una specie, sostanza seconda invece la
spece. Ipostasys rappresenta la sostanza prima. Quindi nella lettera agli ebrei ci si riferisce alla identit piu
radicale della fede. Quindi lesegesi dice che: la fede sostanza individuale, indivisibile, delle cose che si
sperano, cio della vita eterna cio Dio. Quindi la fede sostanza della vita eterna che equivale a dire che la
fede la vita eterna stessa. E vero che la fede di qua e la Gloria di la, ma nella sua sostanza anche la
fede sempre vita eterna. In Giovanni si dice che se uno crede ha la vita eterna non dice avr ma ha
la vita eterna, perch la fede non viene presa nel suo modo ma nella sua sostanza. Quindi con la fede non
c un di qua o un di la. Se abbiamo la fede come se fossimo nelleternit. La fede Teologale come tale
sostanzialmente ipostaticamente la vita eterna ma secondo il modo della invisibilit. Quindi la fede ci fa
rimanere per un aspetto di qua. San Tommaso ha usato una espressione che deriva da Severino Boezio che
bellissima: Percepitio tendent. La fede una percezione in tendenza. In quanto percezione nella sua
sostanza la vita eterna ma in quanto tende vuole arrivare alla vita eterna, il che non assurdo perch si
sta differenziando i due aspetti della fede quello sostanziale e quello del modo. Percezione deriva da Percapio, cio significa prendere lessenza attraverso il velo di cio che la nasconde. In questo senso la Fede
una fuga.
La fuga non rappresenta un atto di codardia, un fuggire, ma il fatto che si vuole arrivare al traguardo il
prima possibile, significa mettere limpegno massimo possibile per arrivare al traguardo (il termine viene
usato in questo senso ad esempio nelle corse ciclistiche). Quando nel medioevo si celebrava la fuga
mundi dei monaci, questi scappavano dal mondo, arrivavano in una zona paludosa e la facevano diventare
Chiaravalle questo significava non che volevano fuggire dal mondo ma che volevano insegnare al mondo
come si puo arrivare alla perfezione. Quindi anche la fede una fuga perch tende alla vita eterna cio alla
perfezione, in realt si possiede gia ma si tende ad arrivare ad un punto tale da non perderla piu, da

possederla definitivamente. Ma quando abbiamo raggiunto la visione faccia a faccia di Dio la fede non serve
piu.
Quindi la fuga ha la forza del tendere della fede. La fuga porta gia in se stesso il suo risultato. Quindi per
questo che Bach sospende la fuga perch porta gi in se stessa la fine cio il suo risultato. Quindi la fuga
incompiuta si spegne nella sua sonorit e si accende nella sua spiritualit. La fuga rappresenta il non
accontentarsi, il cercare sempre, la ricerca porta in se cio che si ricerca. La fuga raprresenta il fatto di non
fermarsi mai in un luogo. La parola Utopia in greco significa proprio non avere luogo. Dio presente in ogni
creatura ma non in un luogo preciso ma in ogni luogo, quindi come se fosse in non luogo (UTOPIA). I
medievali dicevano che Dio : Est illocaliter in loco. E in un luogo non localizzabile. Uno che ha la fede
illocalizzabile.
(Quando Gesu dice che bisogna dare a Cesare quello che di Cesare cosa significa ? Bisogna analizzare
bene le parole del testo. Gesu chiede che immagine c sulla moneta. E siccome dicono che c affissa
limmagine di Cesare, Gesu dice di dare a Cesare quello che di Cesare. Ma cosa di Cesare ? Limmagine
appunto della moneta non la moneta. Dunqua a Cesare rimane limmagine. Ma poi dice di dare a Dio quello
che di Dio e siccome Cesare una creatura come tutte di Dio anche Cesare stesso va dato a Dio. Quindi a
Cesare va dato quanto gli spetta cio quello che di questo mondo e cio limmagine (IMAGO). Invece la
realt di Cesare va dato a Dio. Tutto appartiene a Dio. Le risposte di Gesu non vano mai prese in modo
sistematico, ad esempio traducendo il tutto come se significasse il voler dividere lo Stato dalla Chiesa).
La fuga fissare utopie guardando altrove. La fede quindi una fiducia ma non sullimponderabile ma su
qualcosa che a tal punto pesante da essere la Gloria di Dio. In Ebraico la Gloria si dice Kabo. La radice da
cui deriva indica la pesantezza e la gravit cio limportanza e cio che ti schiaccia, ma indica anche la
saldezza. Ha la stessa radice da cui deriva la parola fegato. Per questo si dice avere fegato nel senso di
essere saldo nel coraggio. (E detto nellApocalisse: Sii fedele fino alla morte ed otterrai la corona della
vita).
LEZIONE NONA.SECONDA PARTE. LA FUGA DELLA FEDE
La fede insieme immanente etrascendente. Il principio della fede ci trascende ma la fede in noi. Il
trascinamento di colui che ci trascina ma il trascinato per essere trascinato deve essere sospinto, preso
dallinterno e trascinato. Quindi la fuga sempre in un altrove ma colui che trascinato si sente preso da
dentro. Gesu non dice mai se vuoi puoi venire, diceva se vuoi puoi andare via ma lui trascina chi sceglie. Il
primato del trascinamento sempre divino, noi non possiamo arrivarci da soli.

LEZIONE SECONDA. PRIMA PARTE


Bach compone una cantata ogni Domenica. Quando la cantata in sue parti la prima viene cantata prima
dellomelia e una dopo e quindi sono da intendere nel contesto della liturgia e quindi seguono il calendario
liturgico. Hanno una forma piu o meno standard.
Ci sono i Cori, i recitativi, le arie e i corali.
I cori rappresentano la collettivit.
I recitativi rappresentano la narrazione, il racconto della storia. Hanno solo questo scopo. Qundi non si
lascia molto spazio allarmonia.
Invece laria contrasta con il recitativo perch ha invece la funzione di commentare, quindi qui si lascia
libero spazio al lirismo del compositore.
Bisogna distingueraq tra lo stile antico e moderno. Bach da un senso allegorico sia al primo che al secondo.
Stile antico per Bach quello della tradizione protestante. Quello moderno invece quello galante del 700,
pi lirico.
La prima funzione allegorica quello di illustrare il vechio e il nuovo testamento. Per il vecchio testamento
Bach usa spesso lo stile antico mentre per il nuovo usa lo stile moderno, lo stesso per i testi si usa il vecchio
il nuovo. Bach segue alcuni principi interpretativi tipici della sua epoca anche dal punto di vista teologico.
Bach dispone dispone di varie tecniche poetiche per tradurre lunit tra il vecchi e il nuovo testamento.
Altro principio per Bach di interpretare il collegamento tra la scrittura e lesperienza personale del fedele.

Bach deve da un lato interpretare la scrittura e dallaltro indurra la commozione dello spettatore.
Bach usa 4 tecniche principali:
Figuralismo retorico. Cio figure sonore
Allegorismo tonale. Allegorismo che passa tra le tonalit
Struttura numerica. Le cifre in numeri nella partitura
Strumentazione. Uso variato dei mezzi strumentali.
Allepoca barocca la musica era considerata sempre come linsieme di unarte oratoria e una scienza
matematica. La musica poetica traduce il testo (esegesi o illustrazione di emozioni). Ma la musica anche
scienza matematica. Il misicista quando compone una cantata sempre anche un predicatore in musica.
Infine la musica anche scienza matematica perch la materia sonora sempre insieme poesia e musica,
per la parte numerica si parla di intervalli, di rapporto di numeri, di proporzione.
Quando si parla di ottave si parla di passare da un do a unaltro do.
La musica anche sorella della teologia, quindi la musica era legata a conceti teologici. Bach possedeva una
biblioteca di teologia.
Wackmaister scrive un libro che avr una grande influenza e sar il punto di riferimento dei musicisti per
almeno un secolo e mezzo, Questo quanto diceva il suo libro.La musica doveva avere diversi livelli cosi
come lesegesi dei testi letterati aveva diversi livelli. Per lesegesi dei testi si parla dei 4 livelli interpretativi.
Anche la musica deve quindi avere vari livelli: letterale, allegorico, morale, escatologico. Ad ogni ottava si
associava un simbolismo teologico. Il Do (ottava) piu basso il Dio nascosto, quello dopo lanalogia della
creazione, quello dopo quella del vecchio testamento, quello dopo il Cristo, e lultimo una
rappresentazione della vita futura. Vediamo la penultima ottava, quella che rappresenta il Cristo.
Le note piu importanti sono: DO e SOL. DO di riposo, SOL di Tensione. Poi c il MI che con gli altri due
rappresenta la triade. DO, MI SOL laccordo perfetto che stabilisce la tonalit di DO maggiore.
Se cambiamo la nota di mezzo e al posto di Mi Naturale usiamo il MI bemolle otteniampo la tonalit di DO
minore.
Ora laccordo di DO maggiore era visto come la rappresentazione della Trinit e il MI Naturale come
analogia di Gesu nella sua natura Divina mentre il MI Bemolle rappresentava Gesu nella sua essenza
umana.
Importante per Zackmaister era anche la funzione allegoria della Settima e cio il SI. La settima ancora di
tensione e quindi richiama di nuovo un DO di Riposo allottava. Questa settima rappresenta la dissonanza
sulla terra che anticipa la vita futura.
Certo Zackmaister dice che le sue regole poi vanno sempre adattati dal compositore al contesto e quindi
non sono regole fisse e statiche.
Bach doveva anche tradurre in musica nelle cantate due principi luterani. Il primo principio la
rappresentazione musicale delle sacre scritture e in particolare lanalogia tra il vecchio e il nuovo
testamento.
Bach ha il compito anche di tradurre la teologia della croce, ossia la gioia nascosta nella sofferenza.
I mezzi di cui si serve Bach sono come dicevamo:
La strumentazione: Ad esempio il suono delloboe rappresentano il lamento mentre le trombe
rasppresentano la gloria. Quando gli autori vogliono esprimere invece stati intimi usano le corde. Di solito si
mettono le sordine alle varie corde per attutire ulteriormente il rumore.
Le Figure: sulla base dei trattati di retorica classica (es Cicerone) i teorici musicali basano i loro trattati di
teorica musicale. Creano dei cataloghi di figure. La figura comprende lintervallo tra due suoni e il ritmo.
Ci sono ad esempio le figure di ripetizione. Oppure le numerose ripetizione di una stessa aria musicale,
ripetute quasi allinfinito. Figure di Silenzio che traducono di solito il sospiro o i lamenti. Figure di
dissonanza che sono degli intervalli aspri. Ad esempio quando Bach deve parlare di Giuda usa una
dissonanza. Gesu mostrato in modo dolce mentre Giuda mostrato con un suono aspro.
Ci sono poi le figure che portano una risoluzione, ad esempio quando ci sono delle modulazioni confuse
queste richiedono una risoluzione. Figure melodiche che sono i motivi, le melodia. Ad esempio una melodia
ascendente ha un significato diverso da una discendente. Ad esempio per rappresentare lincasnazione
Bach usa una melodia discendente. Nellesempio che viene fatto ascoltare c+ una musica di tre temi che
partono dllalto e vanno verso il basso.I diesis nellopera di bach di solito hanno un significato specifico,
anche perch hanno il segno della croce.

SECONDA LEZIONE. SECONDA PARTE


Invece per rappresentare la gloria Bach usa una melodia ascendente. Un esempio si trova nel Magnificat
quando viene espressa in musica la Gloria. Anche qui abbiamo un tempo ternario. Quando si esprime la
gloria del cielo bach usa il ternario in qunato il trre il numero della perfezione, mentre quando si parla
della terra usa il binario e il due sta ad indicare limperfezione.

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