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tratto da unintervista di Ale Brunialti a Flavia, prima laureata in ... Davide !

- La Provincia del 15/02/03

Il linguaggio dialettale e la creativit: Davide Van De Sfroos


il titolo dello studio che Flavia Maria Brambilla presenter all'Universit Cattolica di Milano
marted 18 febbraio.
Una tesi che crea un precedente: se vero che altri autori "popolari", come sono i cosiddetti
cantautori, sono gi stati
presi in esame in passato, questa la prima tesi incentrata su un'artista cos particolare, che si
esprime in un idioma
che suona, al di fuori dei circoscritti confini lariani, pu suonare affatto desueto.
Come ha avuto l'idea di realizzare una tesi su Van De Sfroos?
nata da un'emozione, dal piacere di ascoltare le sue canzoni.
Soprattutto di scoprire un modo piacevole e diverso di intendere il dialetto.
Per quale motivo?
Consideravo il dialetto una lingua vecchia, parlata solo dalle persone anziane, una lingua fatta per
arrabbiarsi,
per parlare di politica al bar. Davide mi ha fatto scoprire che non cos negativa questa lingua.
Perch di lingua si tratta.
Certamente. Quello del dialetto, poi, un fenomeno quasi totalmente italiano.
Solo in Germania si riscontra un fenomeno simile. Esistono delle parlate, come, da noi, pu essere il
romanesco,
ma non delle vere e proprie lingue autonome che si distaccano da quella madre.
E c' una lunga tradizione: Van De Sfroos non certo il primo a esprimersi, artisticamente in
vernacolo.
A questo proposito, nella mia tesi ho ripercorso la storia degli autori dialettali dal 1200, in pratica
dalla nascita della lingua italiana, a oggi.
E quali sono i "padri putativi" di Bernasconi?
Ho trovato un riferimento interessante in Ignazio Buttitta. un poeta siciliano che ha scritto versi
che possono richiamare l'operazione compiuta da Davide. Secondo Buttitta il dialetto sta morendo,
va
salvato. come una chitarra che ogni giorno perde una corda. Per restare in questa metafora,
ritengo
che Van De Sfroos, con la sua opera, ogni giorno aggiunga una corda a questo strumento
immaginario.
............
Ha incontrato anche i suoi ammiratori. Sono, una sorta di fedelissima trib.
Antropologicamente, che impressione le hanno fatto?
Lo seguono ciecamente, credono in lui e sono persone assolutamente positive.
Questo perch il messaggio che lancia Van De Sfroos fondamentalmente positivo. Lui un
personaggio positivo.
Naturalmente lo ha conosciuto.
stato subito entusiasta dell'idea della tesi anche se non me lo ha dimostrato con grandi slanci.
Forse per una sorta di pudore... ma mi ha lasciato la massima libert d'azione. Mi ha indirizzato a
luoghi,
storie, personaggi. Mi ha permesso di penetrare nel suo mondo per comprendere meglio la sua
poetica.
Che impressione se n' fatta?
un raccontatore, erede di una famiglia di raccontatori.
Mi ha spiegato che suo nonno gli traduceva la Bibbia in mezzegrino, suo padre gli raccontava,
sempre in dialetto,

dei suoi viaggi. Insomma, ha voluto continuare questa tradizione anche se in una chiave molto
moderna.
C' un brano che esprime meglio degli altri la sua poetica?
Sicuramente Cyberfolk, il testo fonde l'inglese ultramoderno o termini come "bionico" al suono
antico dell'idioma
del lago. E anche la musica del brano rispecchia questa doppia anima. C' una parte tranquilla e poi
un'esplosione fortissima, quasi punk per poi trasformarsi in un reggae.

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