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STRATEX s.p.a.

, Sutrio, Udine
Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori
della Provincia di Verona
Verona, 29 Settembre 2006 Corte Molon, sala convegni

Convegno
IL LEGNO LAMELLARE
Creativit progettuale ed innovazioni normative

Le nuove normative: Eurocodice 5 ed Ordinanza 3274


Prof. Ing. Natalino Gattesco
Dipart. di Prog. Arch. e Urb. - Universit di Trieste

PREMESSA
Le strutture in legno nellimmediato dopoguerra erano state
relegate esclusivamente ad usi di tipo provvisionale.
Il ruolo dominante veniva trasferito a strutture realizzate con
materiali pi recenti quali lacciaio e soprattutto il
calcestruzzo armato.
Negli ultimi decenni il legno tornato alla ribalta come
materiale da costruzione soprattutto grazie allaffermarsi
delle nuove tecnologie che tendono a superare alcune note
limitazioni di utilizzo (dimensioni, prestazioni, disponibilit
sul mercato).
Ciononostante in Italia la prima normativa tecnica che tratta
le costruzioni in legno raccolta nel D.M. 14.09.2005 Norme
Tecniche per le Costruzioni.
1

NORMATIVE DI RIFERIMENTO STRANIERE


DIN 1052 (Germania):

Entwurf, Berechnung und Bemessung von


Holzbauwerken

S.I.A. 164 (Svizzera):

Normes pour le calcul et lexecution des


ouvrages en bois

Regles C.B. 71 (Francia): Regles de calcul et de conception des


charpentes en bois

NORMATIVE EUROPEE
EN 1995-1-1: 2004 - Eurocode 5: Design of timber structures. Part 1-1:
General - Common rules and rules for buildings

EN 1995-1-2: 2004 - Eurocode 5: Design of timber structures. Part 1-2:


General Structural fire design

EN 1995-2: 2004 -

Eurocode 5: Design of timber structures. Part 2:


Bridges

EN 1998-1: 2004 -

Eurocode 8: Design of structures for earthquake


resistance. Part 1: General rules, seismic action
and rules for buildings

LEGGI E NORME ITALIANE


Legge 02.02.1974 n. 64 Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche.

D.M. 16.01.1996 -

Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche

D.M. 14.09.2005 -

Norme tecniche per le costruzioni. Pubblicate sulla


G.U. del 23.09.2005 e in vigore dal 23.10.2005

O.P.C.M. 3274/2003 - Primi elementi in materia di criteri generali per la


classificazione sismica del territorio nazionale e di
normative tecniche per le costruzioni in zona sismica

O.P.C.M. 3431/2005 - Ulteriori modifiche ed integrazioni allOPCM


3274/2003

ISTRUZIONI CNR-DT 206/2006


Consiglio Nazionale delle Ricerche
Commissione incaricata di formulare pareri in materia di normativa
tecnica relativa alle costruzioni

Istruzioni per la Progettazione, Esecuzione e Controllo delle


Strutture di Legno
Sottoposte ad inchiesta pubblica dal mese di ottobre 2006.

Norme armonizzate con gli Eurocodici

CLASSIFICAZIONE DEL MATERIALE


D.M. 14-09-2005 Norme tecniche per le costruzioni
EN 1995 Eurocodice n. 5
Istruzioni CNR-DT206/2006

MATERIALI E PRODOTTI DERIVATI DAL


LEGNO PER USI STRUTTURALI
legno massiccio,

UNI EN 14081-1;

legno lamellare incollato,

UNI EN 14080;

legno massiccio con giunti a dita,

UNI EN 385;

pannelli di compensato,

UNI EN 636;

pannelli di scaglie orientate (OSB),

UNI EN 300;

pannelli di particelle (truciolare),

UNI EN 312;

pannelli di fibre ad alta densit,

UNI EN 622-2;

pannelli di fibre a media densit (MDF), UNI EN 622-3;


microlamellare (LVL),

UNI EN 14374, UNI EN 14279


4

CARATTERISTICHE DEL MATERIALE


I legnami vengono identificati in base alla specie
legnosa

CONIFERE E LATIFOGLIE
La struttura e laccrescimento del legno di conifera
diverso da quello di latifoglia

LEGNO MATERIALE ORTOTROPO


La struttura fibrosa conferisce alla maggior parte delle
propriet del legno una spiccata ortotropia.

PROFILO PRESTAZIONALE
Il legno per usi strutturali caratterizzato dai seguenti
parametri meccanici e fisici
Profilo resistente del legno massiccio e dei prodotti strutturali derivati dal legno
Propriet di resistenza
Propriet di modulo elastico
Massa volumica
Flessione

fm,k

Trazione parallela

ft,0,k

Trazione perpendicolare

ft,90,k

Compressione parallela

fc,0,k

Compressione
perpendicolare
Taglio

Modulo elastico parallelo


medio **
Modulo elastico parallelo
caratteristico
Modulo elastico
perpendicolare medio **
Modulo elastico
tangenziale medio **

fc,90,k
fv,k

* La massa volumica media pu non essere dichiarata.


** Il pedice mean pu essere abbreviato con m

E0,mean
E0,05
E90,mean
Gmean

Massa volumica
caratteristica
Massa volumica
media *,**

Uk
Umean

LEGNO MATERIALE CON DIFETTI


Il legno un materiale che presenta delle caratteristiche che noi chiamiamo difetti perch peggiorano le
prestazioni del materiale
nodi (rami rimasti inclusi)
cipollature (fessure anulari)
fibratura spiralata o torta (causata dal vento)
fessure da ritiro (per la riduzione dellumidit)
fratture da vento (rotture parziali di fibre)
tasche di resina (cavit schiacciate tra due anelli)

LEGNO MATERIALE CON DIFETTI


nodi

cipollature

LEGNO MATERIALE CON DIFETTI


fessure da ritiro

LEGNO MATERIALE CON DIFETTI


fibratura spiralata

VARIABILITA DA DIFETTOSITA
Eseguendo prove su numerosi campioni di legno
della stessa specie e provenienza si ottiene

Valore
medio

Il rapporto fra la resistenza del campione pi


resistente e quella del pi debole quasi quattro

VARIABILITA DA DIFETTOSITA
E quindi indispensabile, per garantire la sicurezza e
leconomicit dellopera, selezionare gli elementi
migliori da quelli peggiori. In particolare si possono
fare tre mucchi: peggiori (a), intermedi (b), migliori (c)

Si ottengono valori caratteristici diversi per gli


elementi dei tre mucchi
9

CLASSIFICAZIONE SECONDO LA RESISTENZA


Classificazione a vista UNI EN 518
dimensione e distribuzione nodi
inclinazione fibratura
spessore degli anelli di crescita
smussi e deformazioni
Classificazione a macchina UNI EN 519
massa volumica
modulo di elasticit
Richiede ispezione a vista supplementare

CLASSIFICAZIONE SECONDO LA RESISTENZA


Secondo la UNI EN 11035-2 il legno di conifera
italiano pu essere suddiviso in tre categorie S1, S2,
S3 ed il legno di latifoglia in ununica categoria S
Specie legnosa
Profilo
prestazionale

Provenienza
Categoria

Pu allora succedere che la resistenza di un larice di


categoria S2 sia uguale o maggiore della resistenza di
un abete rosso di categoria S1.
Il legno di Douglasia suddiviso in due categorie S1 e S2/S3
10

Regole di classificazione da adottare per i diversi tipi di legname italiani


Specie/Provenienza

Sigla

Regola di classificazione

Categoria

UNI EN 11035-2

Conifere

S1
Abete/Nord

A/N

Conifere 1

S2
S3
S1

Abete/Centro Sud

A/C

Conifere 1

S2
S3
S1

Larice/Nord

L/N

S2

Conifere 1

S3
S1
Douglasia/Italia

D/I

Conifere 2

S2/S3
S1

Altre conifere/Italia

CON/I

Conifere 1

S2
S3

Latifoglie
Castagno/Italia

C/I

Latifoglie

Querce/Italia

Q/I

Latifoglie

Pioppo e Ontano/Italia

P/I

Latifoglie

Altre latifoglie/Italia

LAT/I

Latifoglie

CARATTERISTICHE CHE RIDUCONO LA


RESISTENZA
smussi

Spessore anelli

k /h

z/N

z t 75 mm

nodi

gruppo
b

b
singolo

11

CARATTERISTICHE CHE RIDUCONO LA


RESISTENZA
arcuatura

Inclinazione fibratura
falcatura

svergolamento

imbarcamento

A
(No Abete e
Larice Nord)

Ag

(elevato ritiro longitudinale)

( l=2 m)

12

d /b

di / b

A
Ag

13

d /b
di / b

d /b

di / b

t /b

Profili prestazionali legno italiano

CLASSI DI RESISTENZA SECONDO LA EN 338

14

LEGNO DI PROVENIENZA ESTERA


Per il legno di provenienza estera esiste la UNI EN 1912
che associa alle specie, provenienza e categoria il
profilo resistente definito nella UNI EN 338
Classificazione
UNI EN 338

Categoria

Provenienza

Specie

C30

S13

Germania e Austria

Abete rosso, Larice, Abete bianco, Pino

C24

S10

Germania e Austria

Abete rosso, Larice, Abete bianco, Pino

C16

S7

Germania e Austria

Abete rosso, Larice, Abete bianco, Pino

CLASSI DI RESISTENZA LEGNO LAMELLARE


UNI EN 1194

PROFILI PRESTAZIONALI

15

CLASSI DI RESISTENZA LEGNO LAMELLARE


UNI EN 1194

(1/6 di sezione, due lamelle per lato)

PROPRIETA MECCANICHE LL
Relazioni per la determinazione delle propriet meccaniche del legno lamellare incollato in funzione delle
caratteristiche meccaniche
del legno delle lamelle
UNI EN 1194

16

CLASSI DI RESISTENZA LL
Caratteristiche legno lamelle per ottenere una determinata classe
di legno lamellare incollato omogeneo e combinato UNI EN 1194

CLASSI DI RESISTENZA PANNELLI


I requisiti per lattribuzione delle classi di resistenza dei vari tipi di
pannello sono riportati nelle norme UNI EN seguenti

pannelli di compensato,

UNI 13279-2;

pannelli di scaglie orientate (OSB), UNI EN 12369;


pannelli di particelle (truciolare), UNI EN 312;
pannelli di fibre ad alta densit, UNI EN 316, UNI EN 622-2;
pannelli di fibre a media densit, UNI EN 316, UNI EN 622-3;
La produzione dei pannelli destinati ad un uso strutturale deve
essere sottoposta ai controlli prestazionali di cui alla UNI EN 13986.

17

METODI DI CALCOLO E DI VERIFICA


EN 1995 Eurocodice 5
DM 14.09.2005
Istruzioni CNR-DT 206/2006

METODI DI CALCOLO E DI VERIFICA


Si fa riferimento al Metodo degli Stati Limite

Stati Limite Ultimi (sicurezza al collasso)

Sd d Rd

(es. capacit portante)

Stati Limite di Esercizio (funzionalit in esercizio)

ESd d ERd

18

(es. deformabilit)

AZIONI DI CALCOLO
Stati Limite Ultimi SLU
Si ricavano maggiorando i valori caratteristici delle
azioni

JG
JQ

permanenti
variabili

1 .4

1 .5

Combinazione di carico

Fd
Fd

i n

J g Gk  J q Q1k  \ 0i Qik
i 2

statiche

i n

J I E  Gk  \ 2i Qik

sismiche

i 1

AZIONI DI CALCOLO
Stati Limite di Esercizio SLE
In esercizio si considerano i valori caratteristici delle
azioni
Combinazioni di carico

Fd
Fd
Fd

i n

Gk  Q1k  \ 0i Qik

rara

i 2

i n

Gk  \ 11 Q1k  \ 2i Qik

frequente

i 2

i n

Gk  Q1k  \ 2i Qik
i 2

19

quasi-permanente

COEFFICIENTI DI COMBINAZIONE
Istruzioni CNR-DT 206/2006

Azioni

\0

\1

\2

Carichi variabili nei fabbricati per abitazioni ed


uffici

0,7

0,5

0,3

Negozi, uffici aperti al pubblico ed autorimesse

0,7

0,7

0,6

Magazzini e depositi

1,0

0,9

0,8

Vento

0,6

0,2

Neve

0,6

0,3

0,1

RESISTENZA NEL TEMPO


I profili di resistenza del legno sono definiti sulla base
di prove sperimentali della durata di circa 5 minuti
Se la prova viene condotta pi lentamente, la rottura
viene raggiunta per un valore del carico inferiore
Il legno infatti inizia a danneggiarsi gi per valori del
carico prossimi al 60% della resistenza a 5 min.

20

RESISTENZA NEL TEMPO


Nelle verifiche di resistenza quindi necessario tenere
conto della effettiva durata del carico che agisce sulla
membratura in questione (classe di durata del carico)
Inoltre, siccome la resistenza del materiale varia al
variare dellumidit del materiale necessario tener
conto anche della classe di servizio della struttura.

Si introduce quindi un fattore correttivo kmod che va a


moltiplicare i valori di resistenza caratteristici ricavati
da prove della durata di 5 min.

CLASSI DI DURATA DEL CARICO

DM 14.09.2005

La resistenza influenzata dalla durata del carico per


cui si considerano cinque diverse classi di durata del
carico.
Classe di durata del
carico

Durata del carico

Permanente

pi di 10 anni

Peso proprio

Lunga durata

6 mesi -10 anni

Var. depositi

Media durata

1 settimana 6 mesi

Var. in genere

Breve durata

meno di 1 settimana

Neve, vento

Istantaneo

--

Sisma, acc.

21

CLASSI DI SERVIZIO
La deformazione e la resistenza sono influenzate dalle
caratteristiche di esercizio della struttura per cui si
considerano tre diverse classi di servizio della struttura.

DM 14.09.2005

Classe di
servizio

Caratteristiche

Umidit legno in equilibrio con ambiente a 20C ed umidit


relativa aria che supera il 65% poche settimane allanno
(umidit media <12%)

Umidit legno in equilibrio con ambiente a 20C ed umidit


relativa aria che supera l85% poche settimane allanno (umidit
media <20%)

Condizioni climatiche che prevedono umidit pi elevate di


quelle della classe di servizio 2

VALORI RESISTENZE DI CALCOLO


I valori della resistenza di calcolo del materiale viene
ricavato con la relazione

fd

f k k mod
Jm

Jm Coefficiente di sicurezza
parziale del materiale

kmod del carico di minore durata


EN 1995 Jm

Istruzioni CNR-206/2006
Stati limite ultimi

Jm

- combinazioni fondamentali

22

legno massiccio

1,30

legno lamellare incollato

1,25

pannelli di particelle o di fibre

1,30

LVL, compensato, OSB

1,20

unioni

1,30

unioni a comportamento duttile

1,10

Materiale
Legno massiccio
Legno lamellare
Microlam.(LVL)

Classe di
servizio

Riferimento

Valori di kmod per classe di durata del carico


Permanente

Lunga

Media

Breve

Istantanea

EN 14081-1
EN 14080
EN 14374,EN 14279

1
2
3

0,60
0,60
0,50

0,70
0,70
0,55

0,80
0,80
0,65

0,90
0,90
0,70

1,10
1,10
0,90

EN 636
Parti 1, 2, 3
Parti 2, 3
Parte 3

1
2
3

0,60
0,60
0,50

0,70
0,70
0,55

0,80
0,80
0,65

0,90
0,90
0,70

1,10
1,10
0,90

EN 300
OSB/2
OSB/3 OSB/4
OSB/3 OSB/4

1
1
2

0,30
0,40
0,30

0,45
0,50
0,40

0,65
0,70
0,55

0,85
0,90
0,70

1,10
1,10
0,90

EN 312
Parti 4, 5
Parte 5
Parti 6, 7
Parte 7

1
2
1
2

0,30
0,20
0,40
0,30

0,45
0,30
0,50
0,40

0,65
0,45
0,70
0,55

0,85
0,60
0,90
0,70

1,10
0,80
1,10
0,90

Pannello di fibre,
alta densit

EN 622-2
HB.LA, HB.HLA 1 o 2
HB.HLA 1 o 2

1
2

0,30
0,20

0,45
0,30

0,65
0,45

0,85
0,60

1,10
0,80

Pannello di fibre,
media densit
(MDF)

EN 622-3
MBH.LA1 o 2
MBH.HLS1 o 2
MBH.HLS1 o 2
EN 622-5
MDF.LA, MDF.HLS
MDF.HLS

1
1
2

0,20
0,20
-

0,40
0,40
-

0,60
0,60
-

0,80
0,80
0,45

1,10
1,10
0,80

1
2

0,20
-

0,40
-

0,60
.

0,80
0,45

1,10
0,80

Compensato

Pannello di
scaglie orientate
(OSB)
Pannello di
particelle
(truciolare)

VALORI RESISTENZE DI CALCOLO


Nel DM 14-09-2005 al posto di kmod c un coefficiente di
modello JRd

fd

Jm Coefficiente di sicurezza
parziale del materiale

fk
J m J Rd

JRd Coefficiente di modello

Stati limite ultimi

Jm

- combinazioni fondamentali
Classe di durata del carico

Classe di servizio

legno massiccio

1,35

legno lamellare incollato

1,35

Legno massiccio, lamellare, compensato e LVL

pannelli di particelle o di fibre

1,35

Permanente

1.7

2.0

LVL, compensato, OSB

1,35

Lunga durata

1.4

1.8

unioni

1,35

Breve durata

1.1

1.4

Stati Limite di esercizio

DM 14-09-2005
23

1,00

VERIFICHE SLU
Per il materiale legno si assume un comportamento
elastico-fragile (struttura, sezione, punto verif. equivalenti)
Si determinano quindi i valori massimi di tensione nel
punto dovuti alle azioni di calcolo e si confrontano con
le resistenze in termini di tensione

V co,d d fco,d
V c 90,d d fc 90,d

Compressione parallela

Compressione perpend.

V to,d d fto,d

Trazione parallela

V t 90,d d kvol ft 90,d

Trazione perpend.

VERIFICHE SLU

V m,d d fm,d

Flessione

W d d fv ,d

Taglio

Compressione inclinata di D rispetto alla fibratura

V c,D ,d d

fc,0,d fc,90,d
fc,0,d sin2 D  fc,90,d cos2 D

Per sollecitazioni composte si adottano opportuni


criteri di verifica valevoli caso per caso

24

CALCOLO DEFORMABILITA
Si considera un coefficiente kdef che tiene conto di viscosit del
legno e variazione di umidit a seconda della classe di servizio
della struttura.

Combinazione quasi-permanente

Combinazione rara

u fin

uist  udif

u 'ist k def

udif

Se il legno viene posto in opera con il 30% di umidit il valore di kdef va


incrementato di una unit secondo la EN 1995 ed il DM 14-09-2005, di
due unit secondo le CNR-DT 206/2006

kdef
Materiale
Legno massiccio
Legno lamellare incollato
Microlamellare (LVL)

EN 14081-1
EN 14080
EN 14374,EN 14279

Compensato

Pannelli di scaglie orientate (OSB)

Pannello di particelle (truciolare)

Pannelli di fibre, alta densit

Pannelli di fibre, media densit (MDF)

Classe di servizio

Riferimento

0,60

0,80

2,00

EN 636
Parte 1
Parte 2
Parte 3

0,80
0,80
0,80

1,00
1,00

2,50

EN 300
OSB/2
OSB/3 OSB/4

2,25
1,50

2,25

EN 312
Parte 4
Parte 5
Parte 6
Parte 7

2,25
2,25
1,50
1,50

3,00
2,25

EN 622-2
HB.LA
HB.HLA1, HB.HLA2

2,25
2,25

3,00

3,00
3,00

4,00

2,25
2,25

3,00

EN 622-3
MBH.LA1, MBH.LA2
MBH.HLS1, MBH.HLS2
EN 622-5
MDF.LA
25
MDF.HLS

DEFORMABILITA SOTTO CARICO


Esempio: messa in opera di elemento molto umido

Freccia

3012%
1812%
1218%
Tempo

Necessario mettere in opera legname stagionato oppure


lasciare i puntelli per lungo tempo

LIMITAZIONI FRECCIA

Per il calcolo dei valori di freccia istantanei si utilizza il valore medio dei
moduli elastici E e G.
u0 controfreccia

unet

u1  u2  u0

luce libera trave appoggiata

u2,ist d l 300

u2,ist da carico Q1k  (\ oi Qik )


i 2

u2,fin d l 200

n
u2,fin da carico (\ 2i Qik )

i 1

unet ,fin d l 250

Limiti EN
26 1995 e Istruzioni CNR-DT 206/2006

TRAVI SPECIALI
EN 1995 Eurocodice 5
Istruzioni CNR-DT 206/2006

TRAVI RASTREMATE
Per individuare la sezione dove maggiore la sollecitazione flettente si
impone lannullarsi della derivata della tensione dV/dx
Per carico uniformemente distribuito si ha
- singola rastrem.

hmin
l
hmin  hmax

- doppia rastrem.

x
27

hmin
l
2 hmax

TRAVI RASTREMATE
Valutazione tensioni nella sezione maggiormente sollecitata

Fibre tese inferiori

V m , 0, d

Fibre compresse superiori

(1  4 tan 2 D )

6Md

V m,D ,d

b h2

V m,D ,d d

V m , 0, d d f m , d

(1  4 tan 2 D )

6Md
b h2

f m,d
f m,d
f t ,90,d

sin 2 D  cos 2 D

TRAVI RASTREMATE
Nelle travi a doppia rastremazione necessario verificare anche le tensioni al lembo inferiore nella sezione apicale e le trazioni perpendicolari

Trazioni perpendicolari alle fibre

Fibre tese inferiori

V m , 0, d

(1  1.4 tan D  5.4 tan D )


2

6 M ap,d
b h2

V m , 0, d d f m , d

2
b hap

2
tan D
) d Vb
(1 
3
4

V t ,90,d
V t ,90,d
k dis

28

0.2 tan 2 D

6 M ap,d
b h2

0.01
d k dis

 0.6

0.2

f t ,90,d

1.4

V volume zona di colmo

q
b

TRAVI CURVE
Nella produzione di travi curve necessario ricordare che curvando le
lamelle si introducono tensioni longitudinali nel legno. Infatti se r il
raggio di curvatura delle lamelle si ha una tensione di flessione pari a

Vm

M t
I 2

Et
2r

EI
r

Per r/t = 200 si ottengono tensioni pari a 25 MPa ovvero prossime ai


valori di resistenza caratteristica. In realt la viscosit del legno,
lelevata temperatura causata dal processo esotermico di indurimento
della colla ed il contenuto di umidit della colla stessa favoriscono un
forte rilassamento di tali tensioni.
Per questo motivo non necessario introdurre alcun coefficiente riduttivo alle tensioni di flessione se r/t > 240. Viceversa si deve penalizzare
la resistenza a flessione con il coefficiente

kr

0.76  0.001

t ! 125

r
t

V m,d d k r f m,d

TENSIONI LONGITUDINALI - TRAVI CURVE


Scrivendo le equazioni di equilibrio sulla sezione si ricava la posizione
dellasse neutro ed il valore della tensione longitudinale in ogni punto.
Il valore della massima tensione si ha al lembo inferiore teso e vale

V m ,d

kl

rin  0.5 h

6Md
b h2

kl

h
h
1  0.35  0.6
r
r

2
x
rn

La verifica di resistenza

V m,d d k r f m,d
29

TENSIONI TRASVERSALI - TRAVI CURVE


Scrivendo lequilibrio alla traslazione in direzione radiale della porzione
di trave indicata nella figura di destra di ha

2F

'M
2

V t ,90,d 'l b V t ,90,d r 'M b

Da cui si ricava

V t ,90,d

F
rb

y
x

Se si considera un braccio della coppia interna di 2/3 h si ha

rn

3 Md
2 h

F
2
h
3

V t ,90,d

6Md h
b h2 4 r

TENSIONI TRASVERSALI - TRAVI CURVE


La verifica per le tensioni trasversali si esegue considerando un volume
di legno teso pari alla zona tratteggiata di figura

k dis

0.01
V t ,90,d d k dis

0.2

f t ,90,d
30

1.4

ES

2
b (h 2  2 rin h) d Vb
180
3

V volume zona di colmo

TRAVI CENTINATE
Sono travi con estradosso rettilineo a doppia pendenza e intradosso
curvo. I tratti rettilinei possono essere a sezione costante o rastremati.
Le verifiche nei tratti rettilinei si eseguono come per le travi prismatiche
o come per le travi rastremate.

Fibre tese intradosso

V m , 0, d

Fibre compresse estradosso

(1  4 tan 2 (D  G ))

6Md

V m,D ,d

b h2

(1  4 tan 2 (D  G ))

6Md
b h2

TRAVI CENTINATE
Nella zona centrale le tensioni massime di trazione in direzione parallela alle fibre si valutano con la relazione

V m,d

kl

k1 1  1.4 tan D  5.4 tan 2 D

6 M ap,d
2
b hap

kl

h
h
hap
 k3 ap  k 4 ap
k1  k 2
r
r
r

k2

0.35  8 tan D

k3

0.6  8.3 tan D  7.8 tan 2 D

k4

6 tan 2 D

Con questa relazione si pu calcolare la massima tensione nella zona


centrale delle travi:
- rastremate

- curve

- centinate

r z 0; D z 0 31

TRAVI CENTINATE
La massima tensione di trazione perpendicolare alle fibre nella zona
centrale si determina con la relazione

V t ,90,d

kp

kp

6 M ap,d
2
b hap

 0.6

h
hap
 k7 ap
k5  k6
r
r

0.01
V t ,90,d d k dis

V
k dis

q
b

k5

0.2 tan D

k6

0.25  1.5 tan D  2.6 tan 2 D

k7

2.1 tan D  4 tan 2 D

0.2

f t ,90,d

1.7

V volume zona di colmo

b (sin D cos D (rin  hap ) 2  rin2

DS

2
) d Vb
3
180

TRAVI CON TRAZIONI PERPENDICOLARI


Per contrastare la trazione perpendicolare alle fibre pu
essere necessario disporre barre filettate resinate

32

UNIONI
EN 1995 Eurocodice 5
Istruzioni CNR-DT 206/2006

UNIONI
Per lassemblaggio di strutture in legno necessario utilizzare
opportuni sistemi di unione che collegano fra loro gli elementi
Per strutture in legno massiccio le unioni sono in genere soggette
a sforzi modesti
Nel caso di strutture in legno lamellare le sollecitazioni che
interessano il giunto di collegamento, invece, possono essere di
notevole intensit
I collegamenti possono essere realizzati
mediante dispositivi di unione meccanici

a incastro fra elementi in legno

mediante incollaggio degli elementi


33

chiodi
bulloni
viti mordenti
caviglie
barre incollate

PROGETTO UNIONI
Nel progetto delle unioni necessario determinare
CAPACITA PORTANTE
DEFORMABILITA IN ESERCIZIO
Per il caso di dispositivi di unione a gambo cilindrico (chiodi,
bulloni, spinotti, viti, ecc.) la capacit portante a taglio si determina
mediante EUROPEAN YIELD MODEL

Si considerano i possibili meccanismi di collasso facendo lipotesi


di comportamento rigido-plastico sia per il legno che per il
connettore e si determina il carico limite (Johansen 1949)

POSSIBILI MECCANISMI DI COLLASSO

34

FATTORI DA CUI DIPENDE LA CAPACITA


PORTANTE DI UN UNIONE
Tensione di rifollamento del legno (densit del legno,
inclinazione con la direzione delle fibre, dimensione del
connettore)
Momento plastico del connettore My
Diametro e numero dei connettori d, n
Spessore degli elementi di unione ti
Distanze fra i connettori e distanze dai bordi a1, a2, a3, a4

DISTANZE MINIME TRA CONNETTORI

35

DISTANZE MINIME TRA BULLONI

M y ,k

0.24 f u ,k d 2.7

Momento di completa plasticizzazione del gambo del bullone


assunto nellEurocodice n. 5 (d in mm, fu,k in MPa, My,k in Nmm)

DISTANZE MINIME TRA PERNI

M y ,k

0.24 f u ,k d 2.7

Momento di completa plasticizzazione del gambo del perno


assunto nellEurocodice n. 5 (d in mm, fu,k in MPa, My,k in Nmm)

36

DISTANZE MINIME TRA CHIODI

f u ,k

M y ,k

600

0.082 U k d 0.3

f h ,k
kd

180 d 2.6

1.3

Momento di completa plasticizzazione per chiodi a gambo cilindrico


Tensione di rifollamento per chiodi senza preforatura

kd

per chiodi lisci

1.5

per chiodi ad aderenza migliorata

UNIONI A PIU BULLONI


UNIONI MULTIPLE

Fm

EFFICACIA RIDOTTA BULLONI

nef Fs

Viene introdotto il concetto di efficacia dei bulloni


1.0
0.8

nef

0.6

0.4

kef

nef

a
4 1 n 0.9
13d

EC5 2000

0.2
0.0
37

Numero di bulloni

10

UNIONI SINGOLE E MULTIPLE


Quando la forza in un unione provoca in un elemento forze di
trazione in direzione perpendicolare alle fibre bisogna verificare
che lelemento non si rompa per spacco longitudinale

he

Fessura di spacco

R90,d

V1
t max
V2

R90,k

10 b

he
1  he h

SISTEMI DI CONTROVENTO PER EDIFICI


EN 1995 Eurocodice 5

38

SISTEMI DI CONTROVENTO PER EDIFICI


Un edificio deve essere in grado di
sopportare sia carichi verticali che
azioni orizzontali (sisma, vento)

E richiesto un funzionamento di
tipo scatolare
i solai devono essere in grado di
trasferire le forze orizzontali alle
pareti di taglio;
le pareti devono essere in grado di
trasferire le reazioni dei solai alle
fondazioni.

DIAFRAMMA ORIZZONTALE
Gli elementi impegnati sono:
corrente compresso
corrente teso
pannelli sottoposti a sforzo tagliante
unione dei pannelli con i correnti longitudinali e trasversali

Fv ,d
qf ,d

qf ,d

Ft ,d

Mmax,d
Fc,d

Fv ,d
39

DIAFRAMMA ORIZZONTALE
Forza nei correnti compresso e teso
Lazione orizzontale viene considerata come una forza uniformemente
distribuita che agisce sul diaframma, che funziona come trave alta.

Fc,d

Ft ,d

M max,d
b

Mmax,d il momento massimo


b laltezza del diaframma

Verifica unioni pannelli

Forza di scorrimento

qf ,d

Fc,d

Rf ,d
qf ,d

(passo connettori)

Rf,d la resistenza di calcolo di un connettore

PARETE DI TAGLIO
Gli elementi impegnati sono:
corrente verticale compresso
corrente verticale teso
pannelli sottoposti a forzo tagliante
unione dei pannelli con i correnti verticali e orizzontali

Fv ,d

Fc,d

Ft ,d

Fv ,d

40

PARETE DI TAGLIO
Si determina la forza orizzontale relativa ad ogni parete operando la
ripartizione dellintera forza orizzontale fra le varie pareti di taglio proporzionalmente alle rigidezze delle stesse.
La capacit portante della parete di taglio data dalla somma delle resistenze dei singoli pannelli che compongono la parete

Rv,d

Riv,d

Riv,d

R f ,d bi ci
s

Rf,d la resistenza di calcolo di


un connettore

ci

1
b
i
bo

per
per

h
2
h
bi 
2

bi t

bo = h/2

PARETE DI TAGLIO
I montanti compressi devono essere dimensionati per sopportare una
forza pari a:

Fc,d

0.67 Fv,d h / b

0.75 Fv,d h / b

per fogli su entrambe le facce


per fogli su una sola faccia

I montanti tesi devono essere dimensionati per sopportare una forza pari

Ft ,d

Fv,d h
b

Le unioni del pannello con la fondazione devono essere in grado di trasferire


lintera azione tagliante alla base del
pannello.
41

EDIFICI IN ZONA SISMICA


EN 1998 Eurocodice 8
OPCM 3274/3431
DM 14.09.2005

EDIFICI IN ZONA SISMICA


Il DM 16.01.1996, come pure lOPCM 3274/3431, per le costruzioni in
zona sismica consentono costruzioni in legno di altezza limitata.
Zona sismica

Altezza edifici (m)

10

NellOPCM 3274/3431, per, si aggiunge I limiti indicati non si


riferiscono a strutture interamente realizzate in legno lamellare (con
fondazioni in calcestruzzo e collegamenti in acciaio), per le quali non
prevista alcuna limitazione in altezza.
Eurocodice 8 Non introduce limitazioni.
DM 14.09.2005 Limita laltezza per edifici in zona 1 a due piani.

42

REGOLE DI PROGETTAZIONE
LOPCM 3274/3431 e lEurocodice 8 prescrivono alcune regole
specifiche per gli edifici in legno situati in zona sismica.

Principi di progetto
Gli edifici in legno devono essere progettati con una concezione
strutturale in accordo con uno dei seguenti comportamenti:

comportamento strutturale dissipativo


comportamento strutturale scarsamente dissipativo

COMPORTAMENTO DISSIPATIVO
Per gli edifici con comportamento strutturale dissipativo si tiene conto della
capacit di alcune parti della struttura (zone dissipative) di resistere alla
sollecitazione di tipo sismico al di fuori del campo elastico. Il valore del
fattore di struttura viene assunto

q ! 1.5
Le zone dissipative devono essere considerate localizzate in corrispondenza dei nodi e delle connessioni con sistemi di bloccaggio meccanico,
mentre si deve assumere per le membrature di legno un comportamento
elastico.
Le propriet delle zone dissipative devono essere determinate mediante
prove sperimentali sul nodo o sullintera struttura oppure su parti di questa.

43

COMPORTAM. SCARSAMENTE DISSIPATIVO


Per gli edifici con comportamento strutturale scarsamente dissipativo,
indipendentemente dalla tipologia strutturale, gli effetti prodotti dalle azioni
esterne sono calcolati sulla base di unanalisi elastica globale, senza tener
conto del comportamento non-lineare del materiale.
Il valore del fattore di struttura viene assunto non maggiore di 1.5

q d 1.5

PROPRIETA DELLE ZONE DISSIPATIVE


Nei nodi considerati come zone dissipative si possono utilizzare solamente materiali ed elementi di bloccaggio meccanico che dimostrino
unadeguata resistenza sotto carichi ciclici
I nodi incollati sono considerati come zone non-dissipative
I nodi di carpenteria (nodi ad incastro senza utilizzo di sistemi di bloccaggio quali intagli, tenoni, ecc.) possono essere utilizzati solo quando sono
in grado di offrire unadeguata capacit di dissipazione di energia. Lutilizzo quindi subordinato allesecuzione di prove sperimentali.
I materiali dei diaframmi di controvento devono riguardare:
Pannelli di particelle con densit di almeno 650 kg/m3 e spessore
minimo di 13 mm.
Pannelli in legno compensato con spessore minimo di 9 mm

44

CLASSI DI DUTTILITA
In funzione della duttilit di comportamento e della capacit di dissipare
energia sotto lazione sismica gli edifici di legno devono essere assegnati
alla classe di duttilit A o B. Le strutture che non rispettano le condizioni
richieste per le classi A o B dovranno essere considerate scarsamente
duttili.

DUTTILITA ZONE DISSIPATIVE


Le zone dissipative devono essere in grado di deformarsi plasticamente
per almeno 3 cicli ad inversione completa con un rapporto di duttilit P

per classe di duttilit B

per classe di duttilit A

Senza che si verifichi una riduzione della resistenza maggiore del 20%
F

s2

se
s2

se

45

s2
se

FATTORE DI STRUTTURA
Le strutture isostatiche in genere, gli archi a due cerniere, le reticolari
con connettori sono da considerare a scarsa capacit di dissipazione
energetica per cui si deve assumere un valore di q non superiore a 1.5.
Se gli edifici non sono regolari in elevazione i valori del fattore di struttura
di tabella vanno ridotti del 20%.
Per strutture con propriet
differenti ed indipendenti rispetto
alle due direzioni ortogonali di
verifica sismica, si possono
utilizzare valori diversi del
coefficiente q per la valutazione
degli effetti dellazione sismica per
ognuna delle due direzioni.
x = scarsa duttilit, y = classe B

ANALISI STRUTTURALE
Nellanalisi della struttura si deve tener conto dello scorrimento in corrispondenza dei giunti (deformabilit delle unioni).
Si deve utilizzare un valore del modulo elastico Eo per carichi istantanei
(maggiore del 10% rispetto a quello di breve termine)
Gli impalcati possono essere assunti infinitamente rigidi purch rispettino
opportune disposizioni costruttive e non presentino aperture tali da
influenzare significativamente la rigidezza membranale globale.

46

DISPOSIZIONI COSTRUTTIVE GIUNTI


La plasticizzazione dei giunti non deve compromettere la stabilit globale
della struttura (posizione dei giunti)
Le membrature compresse ed i loro collegamenti (es. giunti di
carpenteria), devono essere progettate in modo che non si separino
(sollecitazioni cicliche).
Non devono essere utilizzati, in genere, perni e bulloni di diametro > 16
mm (adeguatamente serrati).
Chiodi sottili e cambrette non devono essere utilizzati senza accorgimenti per evitarne lo sfilamento. Possono essere utilizzati per i pannelli.

Per evitare
fessure di
spacco

DISPOSIZIONI PER GLI IMPALCATI


Tutti i bordi dei pannelli che non terminano su elementi del telaio devono
essere sostenuti e collegati da elementi di bloccaggio.
La snellezza delle travi deve essere limitata al valore b/h < 4.
Per zone sismiche 1 e 2 infittire del 30% i chiodi nelle zone di discontinuit
Se gli impalcati sono considerati rigidi nel proprio piano, le travi perimetrali
devono seguire tutto il perimetro ed essere efficacemente collegate sia ai
diaframmi orizzontali che ai diaframmi verticali.

47

VERIFICHE DI SICUREZZA
I valori della resistenza di calcolo devono essere determinati con il valore
di kmod relativo ai carichi istantanei.
Per la verifica allo Stato Limite Ultimo si applicano i coefficienti di
sicurezza parziali Jm relativi alle combinazioni di carico eccezionali (in
genere Jm=1).
Al fine di garantire lo sviluppo del comportamento ciclico dissipativo nelle
zone assunte come dissipative, tutti gli altri elementi strutturali e/o
connessioni devono essere progettati con un adeguata sovraresistenza.
Per lo Stato Limite di Danno si verifica che la struttura sotto unazione
orizzontale valutata sulla base dello spettro di risposta elastico ridotto di
2.5 non subisca spostamenti interpiano superiori ad un valore prefissato.
In genere dr < 0.01 h

(OPCM 3274/3431)

48

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