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LOSSERVATOREROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLIV n. 209 (46.751) Citt del Vaticano domenica 14 settembre 2014 . y (7 H A 3 J 1 * Q S S K K M ( + [ !z !; !# !& ! NOSTRE INFORMAZIONI Nel centenario del primo conflitto mondiale Papa Francesco ha celebrato messa a Redipuglia La guerra una follia E ricordando tutte le vittime ha denunciato i pianificatori dello scontro Nellombra di Caino Papa Francesco che cammina e poi sosta da solo a capo chino tra le migliaia di tombe bianche nel verde del cimitero austro-ungarico a Fogliano di Redipuglia. que- sta immagine che rester soprat- tutto della visita del Pontefice nei luoghi della Grande guerra, un secolo dopo il suo inizio, nel- lestate del 1914 che spalanc un abisso di orrori, inutile strage poi denunciata invano da Bene- detto XV. Altrettanto vano fu le s t re m o appello di Pio XII con il quale nel 1939 tent di scongiurare il secon- do conflitto mondiale. Venne in- vece una tragica ora delle tene- bre, quando scrive Pacelli nel- la sua prima enciclica lo spiri- to della violenza e della discordia versa sullumanit una sanguinosa coppa di dolori senza nome. E oggi il loro successore tornato a parlare di una terza guerra mon- diale combattuta a pezzi, con crimini, massacri, distruzioni, come aveva detto tornando dalla C o re a . Francesco lo ha ripetuto nellomelia della messa, una me- ditazione radicata nella Genesi, il testo che apre le Scritture sacre ebraiche e cristiane sulla follia della guerra: realt che distrugge e stravolge tutto, spinta da cupi- digia, intolleranza, ambizione, spesso giustificate da unideolo- gia. E quando questa manca, ecco risuonare sorda la risposta di Cai- no. A me che importa? sono infatti parole sempre ricorrenti, anche di fronte alle tragedie pi spaventose, motto beffardo del- la guerra che non guarda in fac- cia a nessuno, quasi personifica- zione del male. Nellombra di Caino si sono cos moltiplicate le vittime, a mi- lioni, nel secolo insanguinato dai due conflitti mondiali, e oggi an- cora a decine di migliaia sono sa- crificate in guerre dimenticate ma non meno feroci. Come possi- bile questo? si chiesto il vesco- vo di Roma, che di nuovo ha de- nunciato interessi, piani geopoli- tici, avidit di denaro e di pote- re, accusando con forza gli af- faristi della guerra, veri e propri pianificatori del terrore e or- ganizzatori dello scontro, che con il commercio delle armi gene- rano cattivi sogni, alimentano sentimenti cattivi e falsano la psicologia dei popoli, come dis- se Paolo VI mezzo secolo fa alle Nazioni Unite. Di fronte a questa cupa realt si leva la parola del Vangelo, che incoraggia e ammonisce: Chi si prende cura del fratello, entra nella gioia del Signore; chi invece non lo fa, chi con le sue omissio- ni dice a me che importa? rima- ne fuori ha detto il Papa. Per salvarsi bisogna allora avere il co- raggio di uscire dallombra di Caino e invocare la capacit di piangere. Per abbandonare i so- gni cattivi e tornare a quelli delle vittime delle guerre e degli anzia- ni di oggi a cui ha accennato Fr a n c e s c o . g. m .v. Papa Francesco tornato a denun- ciare la follia della guerra, alimen- tata dai pianificatori del terrore e dagli organizzatori dello scontro assetati di denaro e di potere. Il se- vero monito del Pontefice risuona- to sabato mattina, 13 settembre, du- rante la messa celebrata a Redipu- glia nel ricordo del centenario del primo conflitto mondiale. Nel luogo simbolo della inutile strage che segn tragicamente lini- zio del Novecento il sacrario mili- tare nei pressi di Gorizia custodisce i resti di oltre centomila caduti, men- tre nel vicino cimitero austro-ungari- co ne sono sepolti quasi quindicimi- la il Papa ha voluto pregare per le vittime di tutte le guerre, ricor- dando con accenti gravi che la guerra stravolge tutto, anche il lega- me tra i fratelli, perch il suo pia- no di sviluppo la distruzione. Dietro ogni decisione bellica, ha incalzato, ci sono la cupidigia, lintolleranza, lambizione al pote- re. Ma c soprattutto li n d i f f e re n z a verso laltro, racchiusa nella risposta di Caino al Signore che gli chiede conto della sorte del fratello Abele: A me che importa?. questo ha constatato il motto beffardo della guerra, che non guarda in faccia a nessuno: vecchi, bambini, mamme, pap. Milioni di vite spez- zate e sogni infranti, perch luma- nit ha detto: A me che impor- ta?. Una risposta che ancora oggi con- tinua a riecheggiare dietro i conflitti e le violenze che lacerano numerose regioni del mondo. Tanto che Papa Francesco come aveva gi fatto lo scorso 18 agosto durante il viaggio aereo di ritorno dalla Corea ha evocato nuovamente limmagine di una terza guerra mondiale combat- tuta a pezzi, con crimini, massacri, d i s t ru z i o n i . Come possibile questo? si chiesto. possibile ha spiegato perch anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidit di denaro e di potere. E ci sono soprattutto gli imprenditori delle armi, che in ogni focolaio di scontro vedono unoccasione per au- mentare i loro gi lauti guadagni. Affaristi della guerra li ha definiti il Pontefice, aggiungendo con ama- rezza: Forse guadagnano tanto, ma il loro cuore corrotto ha perso la ca- pacit di piangere. Da qui lapp ello alla conversione del cuore, che conduce luomo dallindifferenza al pianto. Perch, ha concluso il Papa, lumanit ha bisogno di piangere, e questa lora del pianto. PAGINA 8 Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di ve- nerd 12 Sua Eccellenza Reve- rendissima Monsignor Nikola Eterovi, Arcivescovo titolare di Cibale, Nunzio Apostolico nel- la Repubblica Federale di Ger- mania. Il Santo Padre ha nominato Membri della Congregazione per lEvangelizzazione dei Po- poli gli Eminentissimi Signori Cardinali: George Pell, Prefetto della Segreteria per lEconomia; Timothy Michael Dolan, Arci- vescovo di New York (Stati Uniti dAmerica); Luis Antonio G. Tagle, Arcivescovo di Mani- la (Filippine); Jean-Pierre Kut- wa, Arcivescovo di Abidjan (Costa dAvorio); Orani Joo Tempesta, Arcivescovo di So Sebastio do Rio de Janeiro (Brasile); Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi; gli Eccellentissimi Monsignori: Agostino Marchet- to, Arcivescovo titolare di Asti- gi; Luigi Travaglino, Arcivesco- vo titolare di Lettere, Nunzio Apostolico nel Principato di Monaco, Osservatore Perma- nente della Santa Sede presso le Organizzazioni e Organismi delle Nazioni Unite per lAli- mentazione e lAgricoltura; Claudio Maria Celli, Arcivesco- vo titolare di Civitanova, Presi- dente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali; Ignatius Suharyo Hardjoatmo- djo, Arcivescovo di Jakarta (In- donesia); Patrick Christopher Pinder, Arcivescovo di Nassau (Bahamas); Dieudonn Nzapa- lainga, Arcivescovo di Bangui (Repubblica Centroafricana); Giampiero Gloder, Arcivescovo titolare di Telde, Nunzio Apo- stolico, Presidente della Pontifi- cia Accademia Ecclesiastica; Paul Bi Vn oc, Arcivescovo di Thnh-Ph H Ch Minh (Vietnam); Tarcisius Isao Kiku- chi, Vescovo di Niigata (Giap- pone); Celmo Lazzari, Vescovo titolare di Muzuca di Proconso- lare, Vicario Apostolico di San Miguel de Sucumbos (Ecua- dor); e i Reverendissimi: Padre Michael Anthony Perry, O.F.M., Ministro Generale dellO rdine Francescano Frati Minori; Pa- dre Louis Lougen, O.M.I., Supe- riore Generale dei Missionari Oblati di Maria Immacolata; Socrates Mesiona, Direttore Nazionale delle PP.OO.MM. nelle Filippine; Suor Luzia Premoli, S.M.C., Superiora Generale delle Missionarie Comboniane. Sua Santit ha nominato Consultori della stessa Congre- gazione per lEvangelizzazione dei Popoli gli Eccellentissimi Monsignori: Jorge Carlos Pa- trn Wong, Arcivescovo-Vesco- vo emerito di Papantla, Segreta- rio per i Seminari della Congre- gazione per il Clero; e Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chin- chetru, Vescovo titolare di Civi- tate, Segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. In vista del vertice di Parigi per definire una strategia comune Kerry lavora alla coalizione contro lIs IL CAIRO, 13. Il segretario di Stato americano, John Kerry, atteso oggi in Egitto, ultima tappa della sua missione per rafforzare la coalizione internazionale costituita su iniziativa di Washington con lobiettivo di combattere i terroristi del cosiddetto Stato islamico (Is). Al Cairo, oltre ai vertici egiziani, Kerry incontrer an- che il segretario generale della Lega Araba, Nabil Al Arabi. Ieri il segretario di Stato america- no si recato in Turchia per un col- loquio con il presidente Recep Tayyip Erdoan. Dallincontro stando a quanto fatto trapelare non emerso nessun cambiamento in quella che finora stata la posi- zione turca: s al sostegno umanita- rio, logistico e di intelligence, ma nessun coinvolgimento in azioni militari. Ankara ha negato luso del- la base Nato di Incirlik per lanciare i raid americani. Gli analisti sosten- gono che gli Stati Uniti puntano a ottenere da Ankara almeno un raf- forzamento dei controlli alla frontie- ra, dalla quale dicono fonti di stampa sono passati e continuano a passare centinaia di aspiranti mili- ziani dellIs provenienti dai Paesi oc- cidentali. Nella capitale turca Kerry ha in- contrato, oltre a Erdoan, il nuovo premier, Ahmet Davutolu, e il mi- nistro degli Esteri, Mevlut avuolu. Sabato scorso al vertice della Nato nel Galles, Obama aveva cercato, in un colloquio durato circa ottanta minuti, di convincere Erdoan a incrementare il sostegno turco alla coalizione anti-Is. Dal canto suo, Erdoan aveva ufficial- mente aderito alla coalizione, ma escludendo azioni militari, temendo possibili ripercussioni sulla sorte dei 46 ostaggi turchi catturati lo scorso giugno nel consolato di Mosul dai miliziani dellIs. Alla coalizione internazionale han- no al momento aderito dieci Paesi arabi: Egitto, Iraq, Giordania, Liba- no, Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Luned si terr a Parigi una conferenza organizzata dallEliseo sulla strategia da seguire nella lotta allIs: sar presente anche la Russia con il ministro degli Esteri. Tre corpi recuperati al largo di Malta Nuovo naufragio nel Mediterraneo ROMA, 13. Unimbarcazione con un numero imprecisato di migranti naufragata a trecento miglia a sud- est di Malta. Sono stati recuperati finora tre cadaveri e sette superstiti, tra i quali due bambini, ma i di- spersi sarebbero almeno trenta. I naufraghi sono stati soccorsi dalla nave mercantile Pegasus, che incrociava nella zona. Alle opera- zioni stanno partecipando anche un elicottero della Guardia costiera italiana e uno della Marina greca, che ha trasportato durgenza tre superstiti che sarebbero in gravi condizioni verso un ospedale elle- nico. Intanto, giunta questa mattina a Porto Empedocle una nave con a bordo cinquecento migranti (tra cui 49 donne e 59 minori) soccorsi ieri nel Canale di Sicilia. Esaltazione della Croce Lalbero dellEden sul Golgota MANUEL NIN A PAGINA 7 Crocifissione, monastero di Nostra Signora Saydnaya (Siria, XVIII secolo) Un piccolo migrante tratto in salvo (Ansa) Madre Francesca Cabrini e la Grande guerra Salvate anche le ciabatte MARIA BARBAGALLO A PAGINA 4 LOSSERVATORE ROMANO pagina 2 domenica 14 settembre 2014 LOSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt 00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va http://www.osservatoreromano.va GIOVANNI MARIA VIAN direttore responsabile Carlo Di Cicco vicedirettore Piero Di Domenicantonio caporedattore Gaetano Vallini segretario di redazione Servizio vaticano: vaticano@ossrom.va Servizio internazionale: internazionale@ossrom.va Servizio culturale: cultura@ossrom.va Servizio religioso: religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998 photo@ossrom.va www.photo.va Segreteria di redazione telefono 06 698 83461, 06 698 84442 fax 06 698 83675 segreteria@ossrom.va Tipografia Vaticana Editrice LOsservatore Romano don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale 99; annuale 198 Europa: 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: 450; $ 665 America Nord, Oceania: 500; $ 740 Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30): telefono 06 698 99480, 06 698 99483 fax 06 69885164, 06 698 82818, info@ossrom.va diffusione@ossrom.va Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675 Concessionaria di pubblicit Il Sole 24 Ore S.p.A. 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Sotto la guida del leader del cen- tro-destra, la Svezia ha superato la Danimarca come Paese dellUnione europea con il pi alto tasso di oc- cupazione, pari al 79,4 per cento delle persone comprese fra i 20 e i 64 anni di et. Il tasso di disoccu- pazione al 7,9 per cento invece pi alto di quello danese, norvegese e tedesco, ma si trova comunque abbondantemente al di sotto della media europea. A ci si deve ag- giungere che i tagli fiscali attuati a partire sempre dal 2006 hanno por- tato a un aumento del reddito di- sp onibile. Nonostante questo, i sondaggisti danno per certa la vittoria di Lfven, anche se lo scarto di voti previsto attorno al 6 per cento potrebbe richiedere ulteriori allean- ze o un Governo di minoranza. In questo quadro prevista len- trata in scena dei populisti di estre- ma destra di Jimmie Akesson, che potrebbero diventare la terza forza politica del Paese e privare cos i due blocchi tradizioniali della mag- gioranza assoluta in Parlamento. Il partito di Akesson D emocratici di Svezia potrebbe riuscire a rac- cogliere, secondo gli ultimi sondag- gi, circa il 10 per cento dei voti, il doppio delle precedenti legislative del 2010, quando era entrato per la prima volta in Parlamento con il 5,7 per cento dei voti e venti seggi. I temi al centro del dibattito elet- torale sono stati quelli tipici di tutte le socialdemocrazie: limmigrazione, lo stato sociale, lutilizzo delle ri- sorse (che pure si sono ridotte), listruzione e le tasse. Il Paese ha ri- sentito della crisi economica mon- diale, ma ora la ripresa si fa avanti, anche se le previsioni economiche di una crescita dell1,9 per cento questanno nascondono, secondo gli analisti finanziari, ancora una debolezza di fondo. A contendersi il Governo di que- sto Paese di dieci milioni di abitan- ti, ma di antichissima storia, sono due leader profondamente diversi, i cui consensi negli ultimi mesi si so- no letteralmente capovolti. Propu- gnatore del taglio delle tasse, e del- la lotta allimmigrazione di massa, Reinfeldt secondo gran parte dellopinione pubblica non ha fatto abbastanza per favorire linte- grazione e per la creazione di posti di lavoro, soprattutto tra i giovani. Alla coalizione di centro destra vie- ne rimproverata anche la bolla im- mobiliare (con conseguente alto in- debitamento delle famiglie) e i ri- sultati insoddisfacenti della scuola pubblica. Lefven stato nominato nel 2012 alla guida del Partito socialde- mocratico dei lavoratori, la cui po- polarit era precipitata ai minimi storici. E anche se il recupero di consensi non stato molto rilevan- te, Lefven dovrebbe comunque potere contare sullappoggio dei Verdi e del Partito della sinistra (gli ex comunisti). La Svezia ha un Parlamento uni- camerale, il Riksdag, composto da 349 deputati eletti con il sistema proporzionale e la soglia di sbarra- mento al 4 per cento. Membro dellUe dal 1995, il Paese scandina- vo non ha aderito alleuro e la sua moneta rimasta la corona. Per mantenere aperto il dialogo tra Kiev e Mosca Rinviato laccordo di libero scambio tra Ue e Ucraina BRUXELLES, 13. Con la decisione di oggi abbiamo aperto uno spazio po- litico di dialogo tra Mosca e Kiev, in modo che ambedue le parti ab- biano a disposizione il tempo neces- sario per poter riflettere, apportare modifiche e andare avanti. Cos il commissario al Commercio dellUe, Karel De Gucht, ha giustificato ieri sera la decisione di rinviare al 31 di- cembre 2015 lentrata in vigore dellaccordo di libero scambio tra lUcraina e lUnione europea. De Gucht, conversando con i giornalisti al termine della riunione trilaterale tra lui, linviato ucraino e quello russo, ha sottolineato che tutto il confronto in una fase de- cisamente complicata. Tuttavia non cerano altre vie se si vuole continuare a lavorare per una solu- zione condivisa. Riguardo alla mi- naccia che Mosca possa rivalersi con misure ostili nei confronti di Kiev, il commissario al Commercio europeo stato molto netto: Il comunicato di oggi parla chiaro: le due parti si sono impegnate a continuare a col- laborare nellambito del trattato che lega la Federazione russa ai Paesi ex Urss. Se Mosca si comporta diversa- mente saremmo di fronte a una vio- lazione dellaccordo di oggi. Intanto, il presidente della Com- missione europea, Jos Manuel Duro Barroso, ha ieri auspicato il raggiungimento di una soluzione al- la disputa sul gas tra Ucraina e Rus- sia durante le consultazioni trilatera- li Mosca-Kiev-Ue in programma nei prossimi giorni. In una conferenza stampa a Kiev seguita a un incontro con il presidente ucraino, Petro Poroshenko, Barroso ha precisato che Bruxelles a favore della diver- sificazione delle fonti energetiche per lUcraina e delle forniture di gas con il metodo del reverse flow da Polonia, Ungheria e Slovacchia. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha affermato che le nuove sanzioni Ue sono passi che minano il processo di pace. Secondo il lea- der del Cremlino le sanzioni non sono mai state efficaci come stru- mento di politica estera e non porta- no mai i risultati attesi. Putin inol- tre si mostra cauto di fronte alla possibilit di contromisure: si faran- no solo se queste non danneggeran- no leconomia di Mosca. Un convoglio russo di aiuti do- po quello che a fine agosto ha crea- to lennesima crisi diplomatica tra Mosca e Kiev ha intanto oltrepas- sato il confine. A Lugansk sono arri- vati 70 degli oltre 200 camion che trasportano oltre duemila tonnellate di generi di prima necessit ac- qua, cereali, zucchero e medicinali per gli abitanti della citt e della re- gione. E nel frattempo, il premier ucrai- no, Arseniy Yatseniuk, ha accusato il presidente russo di voler cancellare lUcraina. Il suo obiettivo non solo quello di conquistare Donetsk e Lugansk, ha detto questa mattina nel corso di una conferenza stampa, riferendosi alle regioni dellUcraina orientale dove la battaglia infuria da cinque mesi. Il suo obiettivo quello di conquistare lintera Ucrai- na, vuole eliminare lUcraina come Paese indipendente. Yatseniuk ha inoltre definito la tregua firmata il 5 settembre a Minsk, tra separatisti fi- lorussi e Kiev, come solo un primo passo per fermare un massacro; e ha chiesto a Stati Uniti e Unione europea di assumere un ruolo diret- to nei colloqui di pace in modo da garantire la sovranit e lindip enden- za dellUcraina. Convoglio di aiuti russo entra a Donetsk (Reuters) Nella ex Germania orientale Si vota in Turingia e nel Brandeburgo Confronto aperto allEurogruppo sulle strategie comuni Obiettivo crescita Draghi sprona i Governi ad attuare le riforme Le associazioni ebraiche denunciano il clima di crescente insicurezza Raddoppiati in Francia gli atti di antisemitismo Sempre pi incerto lesito del referendum scozzese EDIMBURGO, 13. Esito sempre pi incerto per il referendum del prossimo 18 settembre sullin- dipendenza della Scozia. Lultimo sondaggio prevede la vittoria di misura degli unionisti, con il 51 per cento. Il rilevamento pubblicato dal quotidiano The Guardian indica invece il fronte indi- pendentista al 49 per cento. Il dato esclude gli indecisi che, secondo il sondaggio, sono pari al 17 per cento. Il peso di questi ultimi appare, dunque, cruciale per lesito finale della consul- tazione popolare. Al coro per il no si aggiunta unaltra voce, quella del settimanale Economist, che ha dedicato al futuro della Gran Bretagna la copertina dellultima edizione prima del refe- rendum. Abbandonare lUnione sarebbe un errore per la Scozia e una tragedia per il Paese che si lascerebbe alle spalle, scrive il giornale, sottolineando, tra laltro, come il peso della Gran Bretagna risulterebbe ridimensionato in ogni contesto internazionale. E le prime conseguenze sulla scena interna- zionale cominciano gi a sentirsi: il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, ha infatti deciso di rinunciare alla riunione plenaria del Financial Stability Board dei ministri dellEco- nomia del G20, che si terr in Australia il 20 e 21 settembre, per rimanere a Londra nelle ore in cui verr reso noto lesito del referendum. Al meeting sar assente anche il governatore della Bank of England, Mark Carney. Un suonatore di cornamusa in una strada del centro di Edimburgo (Epa) BERLINO, 13. In Germania si vota domenica in Turingia e nel Brande- burgo, Lnder entrambi nel territo- rio che fu della Repubblica Demo- cratica Tedesca. I sondaggi della vi- gilia confortano il cancelliere, An- gela Merkel, la cui formazione (Cdu) dovrebbe uscire rafforzata in entrambi i Parlamenti regionali. Resta, per, lincognita dellAl- ternative fr Deutchland (Afd), il partito euroscettico che potrebbe spostare gli equilibri e facilitare la nascita di nuove coalizioni. Afd rimasto per un soffio fuori dal Parlamento federale alle elezio- ni di settembre, ma che ha ottenuto un buon risultato alle europee e che per la prima volta entrato in un Parlamento regionale in Germania con il voto del 31 agosto scorso in Sassonia dovrebbe, secondo le ultime previsioni, ottenere l8 per cento dei consensi in entrambi i Lnder, ben oltre la soglia di sbar- ramento del 5 per cento. Nella centrale Turingia, guidata da quasi un quarto di secolo dai cristiano-democratici, di recente al Governo con i socialdemocratici dellSpd, non sembrerebbero in vi- sta cambiamenti di rilievo, malgra- do la sinistra Die Linke data al secondo posto nei sondaggi conti su una sorpresa dalle urne. Nel Brandeburgo, il Land nord- orientale che circonda Berlino, ba- stione dei socialdemocratici da ven- tiquattro anni, lSpd dovrebbero confermarsi primo partito con il 31- 33 per cento dei voti e continuare a governare con lalleanza della Die Linke. Unaltra ipotesi potrebbe es- sere quella di cambiare partner di Governo e scegliere la Cdu. Tutto, per, reso pi complica- to dalla presenza dellAfd, che pun- ta a raccogliere consensi tra gli elet- tori di tutte le formazioni, come sa bene la stessa Merkel: Oltre i tre quarti dei voti sono arrivati al parti- to da elettori provenienti da altri movimenti, ha dichiarato il cancel- liere. Lesito ideale per Merkel sa- rebbe quello di riuscire a formare in Turingia e nel Brandeburgo coali- zioni con lSpd, sul modello di quella che governa lo Stato federa- le, per acquistare anche maggiore forza nel complesso sistema tedesco in materia di tagli alla spesa pub- blica. Intanto il governatore della Turingia, Christine Lieberknecht, ha escluso accordi con Afd. BRUXELLES, 13. In cima alle riforme necessarie allEuropa c la riduzio- ne del carico fiscale sul lavoro: que- sto il messaggio che arriva dallEu- rogruppo, la riunione informale dei Paesi delleuro tenutasi ieri a Mila- no in preparazione del vertice dellEcofin. Quella della riduzione del carico fiscale sul lavoro una chiara priorit politica si legge nel comu- nicato stampa finale. Dal presiden- te della Banca centrale europea, Mario Draghi, arrivato un nuovo forte richiamo alla politica, perch ha detto lex leader di Palazzo Koch da sole le misure moneta- rie non potranno sostenere la cre- scita: Per far s che tornino gli in- vestimenti serviranno riforme strut- turali pi ambiziose. I Paesi do- vranno affrontare le raccomanda- zioni specifiche in maniera determi- nata. La crescita, dunque, ormai di- chiaratamente lobiettivo comune dei ventotto. Siamo in un ambien- te economico che richiede un raf- forzamento degli investimenti in Europa, Germania inclusa ha det- to il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schuble. Affinch si dia una crescita sostenibile ha sotto- lineato serviranno pi investi- menti, rispetto del consolidamento, riforme e un quadro regolativo mi- gliore. Concetto sul quale ha insi- stito anche il presidente dellE u ro - gruppo, Jeroen Dijsselbloem, che ha sottolineato come sia sempre pi necessario un forte mix di politi- che di bilancio, riforme strutturali e investimenti. C un ampio con- senso ha aggiunto sul fatto che il patto di stabilit e crescita unancora di fiducia, che va preser- vata. Sempre Dijsselbloem ha precisa- to oggi, dopo le voci diffuse dalla stampa, che lEuropa non ha chiesto nessun nuovo impegno scritto allItalia sulle riforme. Tutti i Paesi Ue ha aggiunto hanno un impegno scritto che si chiama Patto di stabilit: allItalia non stato chiesto nessun nuovo imp egno. PARIGI, 13. Nei primi sei mesi dellanno gli atti di antisemitismo in Francia sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2013. Secon- do i dati diffusi dalla Spcj (Service de protection de la communaut juive), gli atti e le minacce antise- mite sono passati da 276 a 527 nei primi sei mesi del 2014. E forse non un caso dicono gli analisti se questanno la Francia si attesta per la prima volta come principale Pae- se di emigrazione verso Israele. Interpellato dal quotidiano Le Monde, il ministro dellInterno, Bernard Cazeneuve, ha confermato la tendenza: Gli atti di antisemiti- smo segnano un significativo au- mento da inizio anno. Lo abbiamo osservato con i rappresentanti della comunit ebraica, con cui siamo in contatto costante. In un comunicato, la Spcj de- nuncia nello specifico che il clima di insicurezza per la comunit ebraica si fortemente radicato in seguito a numerose violenze antise- mite rivolte contro individui, sina- goghe e scuole della comunit ebraica. Nel solo mese di luglio ci sono stati ventinove atti di vandali- smo di carattere antisemita. In una nota, il Crif (Conseil re- prsentatif des institutions juives de France) si detto molto preoccu- pato, sottolineando la comparsa di nuove forme di violenza: attacchi in gruppi organizzati contro luoghi comunitari, aggressioni pianificate e mirate contro le sinagoghe, atti di vandalismo contro negozi ebraici e attentati terroristici. Il presidente del Crif, Roger Cukierman, ha di- chiarato: Sappiamo bene che stia- mo assistendo a una deriva e che la Francia malata di questa violen- za. Forte di seicentomila persone, quella francese la terza comunit ebraica mondiale. Ma sono sempre pi numerosi quelli che decidono di lasciare la Rpublique. LOSSERVATORE ROMANO domenica 14 settembre 2014 pagina 3 Lepidemia di ebola grave ipoteca sulla vita dei giovani del Paese africano Quale futuro per i bambini della Liberia Lesercito nigeriano respinge lattacco di Boko Haram Battaglia vicino a Maiduguri MONROVIA, 13. Per lUnicef ebola ha avuto un forte impatto sui bambini: in Liberia la malattia ha danneggia- to i servizi sanitari per i pi piccoli, le scuole sono state chiuse e migliaia di bimbi sono rimasti orfani. A cau- sa della mancanza di cure i piccoli muoiono anche di altre malattie co- me malaria, polmonite e diarrea, prevenibili con vaccini. Inoltre, an- che le donne in gravidanza spesso non partoriscono in luoghi sicuri. Negli ultimi dieci anni la Liberia era cambiata, passando da Paese im- pantanato in devastanti conflitti a Paese positivamente segnato dalla ri- duzione del tasso di mortalit infan- tile. Ora lebola minaccia di cancel- lare tutti gli obiettivi duramente rag- giunti per i bambini e per la Libe- ria ha commentato Sheldon Yett, rappresentante dellUnicef in Libe- ria. Sinora lUnicef, con il supporto della Banca mondiale, ha inviato forniture per la protezione persona- le, kit igienici e cloro. La scorsa settimana, lorganizzazione ha di- stribuito novemila kit igienici a 45.000 persone della comunit di M o n ro v i a . Per evitare che la gi devastante epidemia di ebola abbia conseguen- ze a lungo termine sul Paese africa- no, lUnicef sta formando operatori psico-sociali e sta lavorando per ri- pristinare i servizi necessari per la salute infantile e materna. La Libe- ria ha affermato Sheldon Yett uno dei Paesi con il numero pro-ca- pite pi basso di operatori sanitari. Inoltre, circa il 15 per cento di colo- ro che hanno contratto lebola sono operatori sanitari, una perdita deva- stante per il Paese, per i bambini e le famiglie che aiutano. Gli Stati Uniti hanno intanto an- nunciato linvio di un ospedale da campo in Liberia, nellambito dello sforzo per combattere lepidemia di ebola. Lo ha confermato il portavo- ce del Pentagono John Kirby. Lo stesso presidente statunitense Barack Obama si recher marted in visita presso il Centro di controllo e pre- venzione delle malattie di Atlanta per informarsi sullo sviluppo del- lepidemia in Africa. Un bambino a Monrovia osserva un uomo colpito da febbre emorragica (LaPresse/Ap) In carcere i presunti attentatori di Malala ISLAMABAD, 13. A due anni dallattacco contro la studentessa pakistana Malala Yousufzai messa sotto bersaglio per il suo impegno a favore delleducazione delle giovani donne le s e rc i t o ha annunciato ieri la cattura dei presunti attentatori appartenenti al principale gruppo talebano del Tehrik-e-taleban Pakistan (Ttp). In una conferenza stampa, i mili- tari hanno illustrato lop erazione, condotta con laiuto dellintelli- gence militare, che ha portato allarresto di dieci uomini. Mala- la, il 9 ottobre 2012, allep o ca quindicenne, era insieme a due compagne di scuola quando il mi- nibus su cui viaggiava fu attacca- to mentre rincasava a Mingora. Quel giorno due militanti si avvi- cinarono al veicolo delle studen- tesse, la chiamarono per nome per identificarla e subito dopo le spararono a bruciapelo diversi proiettili che la colpirono grave- mente alla testa. Ridotta in fin di vita, fu trasferita prima in un ospedale di Rawalpindi e poi a Birmingham, dove per diverso tempo fu sottoposta a una serie di delicate operazioni chirurgiche. Da allora vive nella citt britanni- ca con la famiglia e non potr pi tornare in Pakistan per le minacce dei fondamentalisti. Mandato di arresto contro il leader dei ribelli del Darfur KHARTOUM, 13. La Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso un mandato di arresto contro Abdal- lah Banda Abaker Nurain, capo ri- belle del Darfur, accusato di crimi- ni di guerra per un attacco contro un contingente della missione di pace dellUnione africana, costato la vita nel 2007 a 12 militari. Nurain era stato finora citato a comparire in tribunale, cosa che aveva fatto una sola volta nel 2010: da allora la sua assenza ha costret- to i giudici dellAja a rimandare il processo e infine a emettere un mandato di cattura. Il Cpi, che non dispone di una propria forza di polizia, ha chiesto ieri la coope- razione del Governo sudanese per ottenere la cattura di Nurain, coo- perazione che al momento non in corso anche perch lo stesso tribunale ha emesso per crimini di guerra e contro lumanit per i massacri nel Darfur un mandato di cattura nei confronti del presi- dente sudanese, Omar Al Bashir, che non riconosce la legittimit della Corte penale internazionale. Il Darfur una regione situata ad ovest del Sudan con circa sei milioni di abitanti. Terra ricca di risorse petrolifere ma tra le zone con il pi basso reddito pro-capite dellAfrica, teatro dal 2003 di un aspro conflitto nel quale fazioni av- versarie ribelli, esercito, bande armate lottano per il controllo del territorio. Ben poco della ric- chezza prodotta dai 120.000 barili di greggio che si esportano ogni anno contribuisce al miglioramento delle condizioni economiche degli abitanti. La guerra per il controllo del Darfur ha gi spinto alla fuga oltre un milione di persone e il numero degli sfollati aumenta drasticamen- te. Manca lacqua potabile e lassi- stenza medica di base. Gran parte della popolazione, vittima della violenza e della povert, sfollata dalla sua terra, vive in condizioni di estremo degrado nei campi pro- fughi allestiti in tutto il Paese. Dopo il crollo del Rana Plaza Oltre duecento fabbriche chiuse in Bangladesh Due milioni di persone colpite dallalluvione Inondata la capitale del Kashmir La citt completamente sommersa (Afp) DACCA, 13. Sono pi di duecento le fabbriche di abbigliamento di grandi marchi internazionali chiuse in Ban- gladesh dallaprile del 2013, dopo la tragedia causata dal crollo del Rana Plaza (edificio commerciale di otto piani) in un sobborgo di Dacca, do- ve morirono 1.132 persone, in gran parte operai sottopagati. Le chiusure che hanno colpito principalmente gli impianti pi pic- coli, spesso collocati in edifici condi- visi e non appropriati per le esigenze industriali, come il Rana Plaza so- no costate decine di migliaia di posti di lavoro e hanno portato a un calo delle esportazioni, sollevando preoc- cupazioni. Lindustria dellabbigliamento e degli accessori, in gran parte orienta- ta allesportazione verso lEuropa e gli Stati Uniti, rappresenta, infatti, la maggiore fonte di valuta estera per il Bangladesh, con un giro di af- fari stimato dagli economisti in sedi- ci miliardi di dollari lanno. Il setto- re tessile impiega circa quattro milio- ne di persone, soprattutto donne, in almeno cinquemila fabbriche. Spes- so, per, in condizioni di lavoro del tutto insufficienti e con salari molto bassi. Nella maggior parte degli stabili- menti che hanno chiuso i battenti la- voravano tra i trecento e gli ottocen- to operai. Subito dopo il crollo del Rana Plaza il pi grave incidente avve- nuto in una fabbrica tessile nel mon- do alcune aziende europee e statu- nitensi che fanno affari con Dacca hanno lanciato una grande campa- gna per la sicurezza e il Governo ha avviato una profonda revisione dellintero settore dellabbigliamento e degli accessori. Sono state ispezio- nate pi di milleduecento fabbriche, la maggior parte delle quali costrette poi ad adeguare le proprie strutture. I lavoratori del settore tessile in Bangladesh sono tra i meno pagati al mondo (attualmente il salario mi- nimo equivale a ventotto euro men- sili), con orari di lavoro che in molti casi arrivano anche a ottanta ore set- timanali, in ambienti spesso fatiscen- ti e inadeguati. Bachelet vuole annullare lamnistia cilena del 1978 SANTIAGO DEL CILE, 13. La presi- dente cilena, Michelle Bachelet, al suo secondo mandato, ha deciso di riaprire le questioni giudiziarie legate agli anni della dittatura mi- litare, annunciando lintenzione di annullare la legge di amnistia del 1978. Secondo quanto riferisce il quotidiano El Pas, se approvata la legge che prevede lannullamen- to dellamnistia avr effetto re- troattivo, consentendo cos di ria- prire una serie di casi che la legi- slazione voluta dal regime militare aveva invece consentito di archi- viare. Con lannullamento della legge di amnistia, il Governo Ba- chelet adeguer la legislazione ci- lena a quella internazionale in materia di diritti umani, ha sottoli- neato il ministro della giustizia, Jos Antonio Gmez. BO GOT, 13. Il vincitore del premio Nansen 2014 assegnato dallalto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) la rete per i diritti delle donne colombiane Ma- riposas de Alas Nuevas Construyen- do Futuro (Farfalle con nuove ali per costruire il futuro). Lorganizzazione nata con lobiettivo di aiutare donne soprav- vissute a migrazioni forzate e ad abusi sessuali. Ha sede nella citt costiera di Buenaventura sul Pacifico e opera su base esclusivamente vo- lontaria. La rete ha finora aiutato ol- tre mille donne e le loro famiglie. Queste donne stanno compiendo un lavoro straordinario nel pi diffi- cile dei contesti ha dichiarato lAlto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Antnio Guterres. Il lo- ro coraggio ha aggiunto va oltre le parole. Una sartoria gestita dallassociazione (Efe) Il premio Nansen 2014 assegnato a unorganizzazione femminile colombiana Coraggio oltre le parole In Myanmar revo cato il coprifuoco NAYPYIDAW, 13. Dopo oltre due anni, le autorit del Myanmar hanno tolto il coprifuoco nella citt di Sittwe, nello Stato occi- dentale del Rakhine. Il coprifuo- co era stato imposto nel giugno del 2012, dopo le ripetute violen- ze tra i buddisti di etnia rakhine e la minoranza musulmana dei rohingya, che avevano provocato oltre duecento morti e centoqua- rantamila sfollati. Il portavoce del Governo del Rakhine ha detto che il coprifuoco stato rimosso perch le tensioni si sono allenta- te e la situazione sta tornando al- la normalit. Ma per gli operatori umanitari la situazione per le co- munit sfollate rimane difficile. Il direttore delle operazioni per lUfficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli Affari umanitari, John Ging, ha recente- mente visitato la regione, affer- mando che gli sforzi umanitari e di assistenza allo sviluppo devono essere aumentati. Uno dei pro- blemi pi critici quello di trova- re una soluzione giusta ed equa alla questione della cittadinanza per i rohingya, ha affermato Ging. La stabilit e la pace pos- sono essere raggiunte quando sa- ranno soddisfatte le esigenze di tutte le comunit ha aggiunto lufficio regionale per lAsia e il Pacifico dellUndp, il programma di sviluppo delle Nazioni Unite. ABUJA, 13. Lesercito nigeriano ha fatto sapere di aver sconfitto pi di un centinaio di fondamentalisti islamici dellorganizzazione radica- le Boko Haram che nella notte avevano attaccato una localit vici- na a Maiduguri, citt chiave nel nord-est del Paese. I miliziani di Boko Haram ave- vano lanciato un massiccio attacco contro la localit di Konduga, a circa 35 chilometri da Maiduguri, capoluogo dello Stato nord-orien- tale di Borno. Secondo il portavo- ce dellesercito, Timothy Antigha, dopo circa tre ore di intensi com- battimenti i miliziani di Boko Ha- ram, che avevano messo in campo pi di cento terroristi, sono stati sconfitti dalle truppe nigeriane su- bendo pesanti perdite. In precedenza le autorit politi- che e militari locali, tra cui il fo- rum degli anziani dello Stato di Borno, avevano dichiarato che i terroristi di Boko Haram circonda- vano completamente Maiduguri e che lattacco alla citt era imminen- te. Avevano quindi chiesto al Go- verno linvio urgente di rinforzi mi- litari. Pi della met degli oltre quat- tro milioni di abitanti dello Stato nord-orientale di Borno si trovano attualmente a Maiduguri, dove si sono rifugiati molti degli sfollati delle altre localit nigeriane che nelle ultime settimane sono state attaccate dai fondamentalisti. La gran parte di questi sfollati vive in condizioni precarie, secondo quan- to reso noto da numerosi testimoni. Altre migliaia di persone stanno fuggendo dalle zone sotto il con- trollo di Boko Haram e dove leser- cito nigeriano ha intensificato gli attacchi aerei. Molti analisti sono preoccupati che la Nigeria, lo Stato pi popo- loso dellAfrica, possa trovarsi in una situazione simile allIraq e alla Siria, dove i militanti dello Stato islamico hanno proclamato la crea- zione del Califfato. Il mese scorso anche Boko Haram aveva infatti annunciato la creazione di uno Sta- to islamico nel nord-est del Paese. Negli ultimi mesi il gruppo fon- damentalista ha cambiato tattica, scegliendo di attaccare e prendere il controllo delle citt del nord-est, a maggioranza musulmana, piutto- sto che continuare con azioni in stile guerriglia. Allinizio della settimana, per, lesercito nigeriano passato alla controffensiva e dopo aver inviato cinquecento soldati di rinforzo nel- lo Stato dellAdamawa ha afferma- to di aver ripreso il controllo di molte delle localit cadute in precedenza nelle mani del gruppo terroristico. Le citt di Bama, nello Stato del Borno, e di Michica, nellAdamawa, che distano tra loro oltre centocinquanta chilometri, erano state conquistate allinizio del mese dai miliziani islamici. Alcuni giorni fa anche la strate- gica citt di Mubi, sempre nello Stato dellAdamawa, stata ricon- quistata dallesercito dopo unof- fensiva contro Boko Haram in cui sono rimasti uccisi molti miliziani jihadisti e cinque militari. Lannun- cio stato fatto dal portavoce del ministero della Difesa nigeriano, Chris Olukolade. NEW DELHI, 13. finita completa- mente sottacqua Srinagar, capitale estiva dello Stato settentrionale in- diano del Jammu e Kashmir. Le pesanti inondazioni hanno colpito circa due milioni di persone nel vicino Pakistan e messo a rischio limportante industria del cotone locale. Le prime alluvioni sono state registrate in Kashmir in se- guito alle piogge monsoniche, che ora stanno attraversando il Paki- stan, con migliaia di villaggi e am- pie aree di terreni agricoli finiti sottacqua. Pi di 450 i morti, se- condo lunit di crisi pakistana, e due milioni di persone colpite dal- le inondazioni, cifra che compren- de sia le persone che sono rimaste senza casa che quelle fuggite dopo lalluvione. Pi di 140.000 persone sono state inoltre evacuate da citt e villaggi nel Punjab, la provincia pi popolosa del Pakistan. LOSSERVATORE ROMANO pagina 4 domenica 14 settembre 2014 Cinquantanni fa, il 15 settembre 1964, laccordo tra Santa Sede e Governo ungherese Alle origini della Ostpolitik di MARIA BARBAGALLO I ntanto gli Italiani emigrati dei vari Stati dEuropa rim- patriavano. Oh! Le scene strazianti a cui si assistette quando venimmo chia- mate da un comitato di Signori in aiuto loro per far partire i nostri connazionali del Belgio e della Fran- cia allineati in lunghe file, uomini, donne, vecchi, bimbi dogni et affa- mati e spossati sdraiati sul nudo ter- reno accanto a fardelli, pi o meno grossi, involti in sacchi o tele di cui non si poteva distinguere il colore, aspettavano da giorni il momento di essere mandati in Italia. Si distribui- va loro latte, pane, uova, carne, vino frutta e denaro (...) Si aveva lillusio- ne di essere in un vero centro di Missione, eravamo felici di poter prestare la nostra opera di Missiona- rie a tanti nostri fratelli in ore s dif- ficili e in circostanze s dolorose. Po- veri italiani! Li vedemmo salire sul renza delle sue missionarie, una sof- ferenza acuita dalla lontananza ma mai offuscata nella sua lucidit e nella sua leadership che la rendeva responsabile sia di suore, alunne e orfane ricoverate nei suoi istituti, sia principale referente a Roma. Si sa che dovete stare bene informate di tutto alla giornata e prepararvi con prudenza alle evenienze, ma nellistesso tempo conservate la cal- ma dellanimo. Il Cuor SS. di Ges gnosi, come risulta dalle memorie: Lo spavento! Fu lunica tribolazio- ne che ci afflisse durante la guerra!! E non fu forse la pi piccola croce comparandola alle gravi calamit che affliggevano tutta lEuropa durante la Gran Guerra? Vedevamo le flotte aeree e nemiche passarci di sopra la nostra vasta propriet ad ogni ora del giorno e della notte; ogni sera si contemplava lo spettacolo bellissimo e meraviglioso delle Search lights che da pi di cinquanta quartieri di Londra slanciavano la lunga fascia di luce convergendo quasi tutte sul centro della Metropoli per salva- guardare Buckingham Palace, la Ca- sa del Parlamento Westminster Ab- bey, ecc. E ci fintanto che una di queste luci scopriva un aeroplano o zeppelino nemico; allora incomincia- rono le cannonate contro il malau- gurato visitatore notturno e per ordi- ne del Governo tutti dovevamo riti- rarci, nasconderci nei basamenti del- le Case. E questa manovra di canno- nate e di bombe che cadevano pro- duceva scene strazianti in Londra: ma in casa nostra, nei nostri nascon- digli si pregava, si pregava. Quale conforto ci fu la preghiera allora! (...) Le bombe caddero qui vicino e intorno a noi, ma non mai sulle no- stre Case n nessuna di noi rimase ne per esercitare la carit eroica, per dare testimo- nianza dellAmore di Dio e raggiungere quelle per- sone che erano lontane dalla fede. Infatti quando le suore a Pa- rigi rimasero senza orfane, avendo do- vuto metterle in sal- vo in Italia, la casa si riemp di militari. Le suore con qualche parola di conforto riuscirono a far loro reci- tare il Rosario, partecipare alla mes- sa e, addirittura, a confessarsi e co- Francesca Cabrini e la Grande guerra Salvate anche le ciabatte treno in carrozzoni pi atti a conte- nere bestie che uomini; si spingeva- no, si pigiavano, urlando, schiamaz- zando; chi benediceva i signori che li avevano soccorsi, chi bestemmia- va, chi imprecava alla guerra. In tale disordine le famiglie si dividevano pur credendo di essere unite e chi cercava il marito, chi la sposa, chi la mamma, chi il figlio. Noi rimaneva- mo delle giornate intere e delle notti finch tutti furono partiti pregando di cuore al Signore e benedicendo quella massa di popolo e salvare la Francia che ci ospitava. Colti alla sprovvista i Francesi e sprovvisti delloccorrente per la guerra, gli Au- striaci se ne approfittarono ed in po- co tempo gli furono addosso. Il rombo del cannone veniva ogni po- co a scuoterci. I Francesi riunite in uno sforzo supremo le loro forze e assistiti miracolosamente dal Cielo, l8 settembre riportarono la grande vittoria della Marna che nessuno avrebbe osato sperare infondendo in tutti una gioia che invano si cerche- rebbe di descrivere. Passati quattro mesi e credendo il pericolo sventato si richiamarono le orfanelle da Cor- negliano; lasciarono esse non senza rimpianto la cara Italia felici per di ritornare al loro nido fra le suore amate. Ma la guerra continuava e si prolung ancora per anni. Questo scrivevano le Missionarie del Sacro Cuore di Ges nellagosto 1914 nelle loro Memorie, un librone che cercavano in ogni modo di tene- re aggiornato per ordine di madre Francesca Cabrini, che voleva che la storia dellIstituto delle Missionarie fosse conosciuta dalle religiose del futuro. E questo cercavano di far sa- pere le Missionarie alla fondatrice, che allepoca si trovava negli Stati Uniti e che, suo malgrado, non riu- sc a ritornare in Europa proprio a motivo della guerra. Centinaia di lettere testimoniano che Francesca Cabrini viveva la guerra con la stessa intensit e soffe- delle case e delle poche cose impor- tanti che in trentacinque anni di fon- dazione le suore si erano procurate con immensi sacrifici. La corrispon- denza era particolarmente fitta con le missionarie di Inghilterra, Francia e Italia. Preparare tutto in saccocci- va pregato il militare che la spingeva via a lasciarla rientrare un momento per prendere le ciabatte. Madre Cabrini aveva in mente una soluzione molto concreta: se le cose si fossero messe troppo male, avrebbe fatto in modo di salvare tut- te le suore e farle arrivare negli Stati Uniti. Offriva, addirittura, le sue ca- se degli Stati Uniti per mettere in salvo il Papa, laddove fosse stato ne- cessario: Se poi anche lItalia entre- r nella conflagrazione europea e le cose si faranno serie, allora sapete che qui ho posto per tutte. Mi senti- rei di preparare il posto anche per il Santo Padre, diteglielo che offro le nostre Case e che specialmente que- stultima di Dobbs Ferry sarebbe meno indegna dellAugusta presenza del Santo Padre. Oltre a salvare le suore, la preoc- cupazione di Francesca Cabrini era soprattutto quella di incoraggiarle a non perdersi danimo, di pregare e cogliere loccasione come se stessero facendo un corso di Esercizi Spiri- Poveri italiani! Li vedemmo salire sul treno in carrozzoni pi atti a contenere bestie che uomini Chi cercava il marito, chi la sposa chi la mamma, chi il figlio scrivono le suore nel 1914 con voi e vi vuol tutte salve, e voi siate buone e pensate a salvare an- che le ciabatte. La sto- ria delle ciabatte richia- mava le missionarie che erano state espulse dal Nicaragua nel 1894. In quelloccasione le suore, costrette dai soldati a la- sciare il Paese, erano uscite di casa con le co- se strettamente necessa- rie, ma una di esse ave- municarsi dopo anni che non lo fa- cevano. Le missionarie in Europa speri- mentarono anzitempo come vivere senza la presenza di madre Cabrini che fino allora era stata la loro gui- da. Compresero che dovevano affi- darsi a Dio e al loro buon senso, a quanto avevano imparato dalla fon- datrice. Non sapevano che non lavrebbero pi vista e, inconsapevol- mente, stavano facendo una prova. Certo non immaginavano che poco pi di due anni dopo, la madre le avrebbe lasciate. Quegli anni tuttavia per Francesca Cabrini furono ancora anni di lavoro e di fondazioni. Trovandosi negli di madre Cabrini cercarono un rifu- gio in parti poco pericolose, ma non era facile lasciare la casa, perci cer- cavano di mandare le pi anziane o ammalate in posti sicuri e poi cerca- vano di essere le consolatrici delle centinaia di famiglie costrette a fug- gire. Era, anzi, la stessa madre che esortava le suore a occuparsi dei Se poi anche lItalia entrer nella conflagrazione europea e le cose si faranno serie allora sapete che qui ho posto per tutte Mi sentirei di preparare il posto anche per il Santo Padre Diteglielo che offro le nostre Case ni che, un poco tutte, porterete dove sar il posto pi sicuro. Fate per tutto con calma e non abbiate paura. Girando per queste necessit sar forse meglio che vi vestiate da seco- lari. Se la cosa si facesse seria dap- pertutto, potrete portare tutto qui. Cos scriveva, ad esempio, la fonda- trice a Madre Gesuina Diotti, sua fragile, le preoccupazioni molto pressanti. Fu un periodo di grande preghiera, di abbandono e di fiducia nel Cuore di Ges e di raccomanda- zioni preziose alle sue figlie sparse nel mondo. Lanno, intanto, si era chiuso con una bellissima lettera indirizzata dal- la madre a tutte le suore. la famo- sa lettera del Natale 1914, che cos inizia: Dacch lIstituto esiste, mai non abbiamo vissute ore cos vibran- ti, cos palpitanti di attesa, cos fervi- de di tutte le ansie e di tutte le tre- pidazioni come quelle che da pochi mesi attraversiamo. Pi il grande conflitto si avvia verso la v v e n i re , Il 15 settembre 1964 fu firmato a Budapest un documento tra Santa Sede e Governo ungherese, il primo di una serie di accordi tra il Va- ticano e i regimi comunisti dellEst: la data di nascita della cosid- detta O stpolitik. A questo tema uno dei pi dibattuti della storio- grafia contemporanea: era un modus non moriendi che non lasciava al- ternative o stato un errore che ha permesso ai regimi totalitari di accreditarsi in ambito internazionale? lAccademia dUngheria a Roma dedicher due giornate di approfondimento. Il 25 settembre verr proiettato il film documentario di Gilberto Martinelli Il portone di piombo sui quindici anni vissuti dal primate dUngheria, il cardina- le Jzsef Mindszenty, come rifugiato nella legazione statunitense di Budapest. Venerd 26 lIstituto Balassi ospiter il convegno interna- zionale Pastoral Responsibility and/or Evangelical Witness. The Va- tican O stpolitik during Pius XII, John XXIII and Paul VI: Historio- graphical Status quo and New Perspectives. Tra gli organizzatori del convegno, oltre allAccademia dUngheria, il Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese di Roma, lUniversit Europea di Roma e la Comenius University di Bratislava. profughi, dei feriti e delle bambine orfane. A Londra le mis- sionarie offrirono la casa, che chiamavano lAbbey, per i biso- Centinaia di lettere dagli Stati Uniti testimoniano che la fondatrice delle Missionarie del Sacro Cuore di Ges viveva il conflitto con intensit Una sofferenza acuita dalla lontananza ma mai offuscata nella sua lucidit tuali. Cos scriveva a madre Savar che, da Codogno, si occupa- va di tutte le opere della Lombardia: Diventando sante col distacco da se stesse e da tutto, ri- pareranno il Cuor di Ges tanto offeso e lo placheranno, pi che con tante altre dimostrazioni esterne che tante volte servo- no pi bene a coprire magagne che non do- vrebbero esistere. Quasi tutte le suo- re dietro linsistenza Stati Uniti, dove ormai cerano la maggior parte delle sue opere dallest allovest, dal sud al nord, aveva il suo da fare per ristrutturare, ricostruire, rinnovare. In particolare, per, volle celebrare i venticinque anni della sua partenza per le mis- sioni avvenuta, dallItalia, il 19 marzo 1889 con la fondazione del- la Casa di Dobb Ferry per le orfane. In occasione di questo giubileo dar- gento, madre Cabrini ricevette enco- mi conservati in preziose pergame- ne da parte di illustri personaggi della Chiesa, da ministri e benefatto- ri. Pio X, che morir proprio nellagosto 1914, le aveva mandato una magnifica pergamena con il suo augurio personale. Dal Brasile e dallArgentina erano molti i vescovi che reclamavano con urgenza la presenza di madre Cabri- ni, ma i viaggi in quel periodo erano molto difficili, la sua salute molto mo che il fuoco purifica tutte le sco- rie. Se questo conflitto apportasse a noi il bene di farci migliori, non po- tremo pi certo lamentarci. S, in questa conflagrazione che nessuno sa spiegare, vi il dito di Dio il qua- le dal male sa sempre ricavare il be- ne. Il mondo si era pervertito troppo e dappertutto sembrava dilagarsi il male che rovinava linnocenza di tante belle anime e indeboliva la fe- de. Il dito di Dio ha pesato e sta pe- sando sopra di noi e gi nelle anime entra il fervore, tutte sentono il biso- gno di avvicinarsi a Dio (...) Dob- biamo specialmente pregare con fer- vore pi grande del solito ora che ci avviciniamo alla celebrazione del grande avvenimento: la venuta del Principe della pace. Egli venuto a redimerci, dia a tutti la sua pace. E la pace ci sar data se tutte noi cer- cheremo di rinnovare. crepitando di nuovi incendi, e pi sentia- mo la grandezza tra- gica premerci e pe- sarci sopra di tutta la sua mole terribile. Dove andiamo? Do- ve andremo? Di che sar fatto il domani? Noi non sappiamo, nessuno sa n pu sapere. Solo sappia- Paolo VI riceve Jnos Kdr, primo segretario del Comitato centrale del Partito socialista ungherese dei lavoratori (9 giugno 1977) tornarono a casa loro. A Milano i dormitori delle edu- cande furono usati per i militari feri- ti. A Parigi la Madre raccomandava: Le povere bambine delle famiglie grandi che restano al momento sul lastrico sono meritevoli di grande compassione e bisogna ricoverarle. Dopo, N. Signore in compenso aiu- ter noi. Si rinfrancava quando le suore la informavano della carit che riusci- vano a fare nonostante tutto: Mi ha consolato assai nel sentire che avete con voi gli esuli salvati dal fuoco micidiale. Infatti per madre Cabrini la tragedia della guerra non doveva essere solo un pericolo dal quale fuggire, ma unoccasione per imparare a essere vere Missionarie, a confidare di pi nella preghiera, nella Provvidenza, a crescere nella fi- ducia nel Sacro Cuore di Ges. E soprattutto doveva essere uno ccasio- offesa n in Conven- to o fuori dai proiet- tili nemici (...) Allo scoppio della guerra, dallAmerica Centra- le ci arrivarono varie Signorine come edu- cande che per ri- masero poco causa gli avvenimenti della guerra e prima che questa fosse finita ri- Madre Cabrini e la pagina di una sua lettera del 1914 Le suore fra gli italiani di Choisy-le-Roy e, sotto a destra, un convoglio di sfollati LOSSERVATORE ROMANO domenica 14 settembre 2014 pagina 5 Un libro ap erto Chi sono io? Speriment i linguaggi di tutte le avanguardie eppure rimase sempre fedele a se stesso e alle sue tradizioni. Luniverso artistico, poetico, umano e religioso di Marc Chagall sar un libro aperto per tutti, a Milano dal 17 settembre al 1 febbraio, grazie alle due mostre che saranno ospitate dal Palazzo Reale (Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985, a cura di Claudia Zevi) e dal Museo diocesano (Chagall e la Bibbia). A Palazzo Reale duecentoventi opere illustreranno lintero percorso dellartista russo, mentre il catalogo che accompagner lesposizione edizioni GAmm Giunti e 24 Ore Cultura, organizzatori dellesp osizione insieme a Palazzo Reale, Arthemisia Group e Muses Royaux des Beaux- Arts de Belgique conterr, oltre ai saggi scientifici, anche scritti autobiografici inediti di Chagall (ne anticipiamo uno stralcio in pagina). Parallelamente, il Museo diocesano esporr sessanta lavori che lartista dedic al messaggio biblico. Sin dagli anni giovanili Chagall fu affascinato dalla Bibbia, da lui considerata come la pi importante e affascinante fonte di poesia e di arte, e si confront con essa per tutta la vita. Il curatore della mostra, direttore del museo, ha anticipato al nostro giornale una sintesi del saggio scritto per il catalogo. di MARC CHAGALL S corrono gli anni, volano i mesi e i giorni. Quanta pioggia caduta, quanta neve! Ti svegli una matti- na, e pare che sia finito un altro anno, ma soltanto un nuovo giorno, e qua e l spuntata una nuova ruga: sulla schiena, sul soffitto, sulla guancia. Quanta tri- stezza e quanti sorrisi, aspettative, incontri, speranze! Quando accadr che io, lasciati da parte i pennelli, mi metter seduto con la penna in mano a scrivere ancora qualche riga sulla mia vita? Sono passati quasi cinquantanni da quando, a Mosca, ho buttato gi in fretta quel mio libriccino in nove o dieci quaderni di scuola, ed ecco la domanda: chi sono io? Non sono n Michelangelo, n Mozart, n lacrima che brucia la pelle. E se queste parole rimanessero per sem- pre, rimanessero dopo di te, come ombre, queste parole che implorano grazia? Eppure, non c stato giorno della mia vita in cui non abbia du- bitato di me, del mio lavoro, in cui non abbia ricordato di essere stato lultimo della mia classe. Come se camminassi su un ponte daria, e gli anni della mia vita, trasparenti come nuvole, si estendessero come una veste luminosa, senza corpo. (...) Io non vivo alla giornata, ma mi attra- versano i venti delleternit, i pro- blemi del tempo mi passano attra- verso. Ogni giorno afferro il pennel- lo, la penna. Quante cose sono ac- cadute in tutti questi anni! Da tempo ho lasciato i miei geni- tori sulla lontana collinetta della lo- ro tomba; anzi, da tempo la loro tomba non esiste pi, come non c pi casa mia sulla mia strada. O forse, sulla Seconda Pokrovskaja me dellarte cosiddetta non ogget- tuale. Io, commissario per larte del governatorato di Vitebsk, direttore e professore dellaccademia, dicevo lo- ro che un quadrato sulla tela un oggetto, n pi n meno che una sedia o un cassettone. A loro pareva che se fossero riusciti a impadronirsi della mia Accademia e di tutti gli allievi, un quadrato nero su una tela bianca potesse trasformarsi in un simbolo di vittoria... Vittoria su che cosa? Ma in quel quadrato nero sul- lo sfondo misero della tela io non vedevo lincantesimo dei colori. Io non ho mai visto che effetto fanno i miei quadri sullo sfondo del cielo della mia patria. Come li guar- dano, e che cosa ci vedono, i russi? Potrebbero, oppure no, essere tran- quillamente esposti accanto ai Vru- b el, ai Levitan, ai Borisov-Musatov, ad alcuni altri. Avevo deciso di partire. Ero un debole fuscelletto. Volevo andare Lillusione possibile Marc Chagall al Palazzo Reale e al Museo diocesano di Milano qualcosa si conservato? Non ci so- no pi neppure quei ponti. Ma io continuo a disegnare ancora e anco- ra nei miei quadri. Quegli anni sono come mazzi ab- bandonati di fogliame appassito. Le erbe delle speranze, la spazzatura dei litigi e dei dialoghi. Quando ve- do qualcuno, mi getto su di lui, lo imploro, vorrei farne il mio angelo custode. Voglio dissolvermi in lui, per diventare un artista un uomo migliore, pi forte, per piangere meno, per essere meno triste. Cos come queste nubi invernali veleggia- no, passano oltre la finestra, cos passano gli anni, e io rimango solo, come quella sinfonia incompiuta di Schub ert... Ora vado avanti e indietro sul confine sovietico. Ho vissuto qui dal 1914 al 1922. Sono abbandonati alle mie spalle i campi di Vitebsk, dove ai tempi degli zar si coltivava- no cavoli e cetrioli. Sono abbando- Passammo accanto allarco di trionfo, dove pure era scritto a gran- di lettere: Proletari di tutto il mon- do, unitevi!. Ma come faccio io a unirmi, e con chi, quando vado, forse parto, fuori da me stesso? E quando mai torner? E da chi? Per tutta la vita avevo sognato di unir- mi, con me stesso, con tutto il mondo. E adesso eccomi qui in un nuovo paese: la piccola Lituania, non an- cora sovietica, e perfino laria mi pa- re diversa, e la notte diventata mattina. Le nuvole scorrono lente oltre il finestrino del vagone, e han- no il color grigio-azzurrognolo della copertina di questo quaderno. Pas- sano in volo gli uccelli invernali, oberati dalle loro faccende; trasvola- no da un albero allaltro, cinguetta- no, come se volessero entrare in un dialogo intimo con me, ma io non sono disponibile. dove potessi immalinco- nirmi nei colori quanto e come volevo. Per lultima volta mi trovavo sulla frontiera della Russia so- vietica. Ecco la grande scritta sul muro: Proleta- ri di tutto il mondo, uni- tevi!. Avevo pensato: unirsi, davvero, che bella cosa sarebbe. Avevo ap- pena parlato per lultima volta con il militare dellarmata rossa alla frontiera. Teneva in mano il mio passaporto. Io ave- vo risposto alla sua do- manda: chi ero e dove an- davo. Lui aveva esamina- to il passaporto, mi aveva ascoltato e aveva ripetuto la domanda, come se quel che stava scritto sul pas- saporto dovesse essere ri- petuto a voce per mag- gior chiarezza, cos che lintera nazione sovietica potesse sentire che qual- cuno oltrepassava il confi- ne: E cosa sono questi suoi pacchi?. Sono i miei quadri!. Ah, lei un pittore!. Haydn o Goya, ma semplicemente un certo Chagall di Vitebsk, e non ho nessuna voglia di imporre agli altri la mia biografia. Non sono po- chi i nemici che ho fra la gente; e forse sono io stesso il mio nemico? Certi critici darte citano quel mio primo libretto e a quanto pare, forse agli altri tocca fantasticare sul mio conto? Io non vorrei che mi fosse attribuito quel che non ho detto n pensato; e cos ho deciso di dire nati i tortuosi steccati neri si spor- gevano in modo cos lamentoso. Ogni palo dello steccato come il dente di un nero destino... Restano abbandonati i miei angoli ghiacciati negli anni della rivoluzione. A Pie- trogrado e a Mosca. Abbandonati laccademia e il mu- seo che ho fondato a Vitebsk, dove Malevi, Lissitzky e altri professori da me invitati si sono battuti con me, con laria di combattere in no- qualche cosa su di me, nel caso che mi trovi ad avere un qualche significato. Forse non dir tutto. Non mi basta- no le forze per pen- sare a me stesso, quando i miei quadri mi fanno tanto sof- frire, non mi bastano le forze per parlare di me, quando ogni parola come una Le nuvole scorrono lente oltre il finestrino del vagone e hanno il color grigio-azzurrognolo della copertina di questo quaderno Passano in volo gli uccelli invernali oberati dalle loro faccende di PAOLO BISCOTTINI Per Chagall limmagine ha a che fare con la memoria. Memoria e immaginazione, strettamente connesse, vivono di una reci- procit per cui non possibile ricordare senza immaginare, n possibile immagi- nare senza lesercizio della memoria. Lim- magine dunque ha una forte componente mentale e naturalmente psicologica, per le molteplici implicazioni suscitate dal ricor- do, nel caso di Chagall intenso, doloroso e gioioso a un tempo. il ricordo dellin- fanzia, ma anche del dolore delluomo, della sua sopraffazione. Anche il dinamismo del tratto, talora solo brevemente accennato, pur in contra- sto con atteggiamenti estatici presenti nel- la stessa scena, caratterizza la stessa in senso drammatico, come dato vedere nella serie dedicata ad Abramo e Isacco, sin dalla gouache in cui inizia il loro cam- mino al monte. Il profilo del ragazzo, for- temente espressivo, si contrappone a quel- lo del padre, silenziosamente assorto nel compimento della volont di Dio. La stesura a macchie del verde del monte annulla la profondit dello spazio, che pur acquista dimensione nel gioco cromatico del rosso e del bianco. Il colore tutto e costruisce la forma. Spesso an- tempo, fino allipotesi che si manifesti na- scondendosi. Cos nel libro dei Salmi si legge: Fino a quando, Signore, continue- rai a dimenticarmi? / Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?, riconoscendo come questa forma di lamento e invoca- zione insieme, non significhi assenza o negazione, bens una particolare afferma- zione e manifestazione delle s s e re . In questo senso la riflessione si sposta sul tema dellarte sacra, chiarendo linesat- tezza della terminologia, in quanto larte, opera delluomo, non di per s intrinse- camente sacra. Pu essere religiosa, ma non il caso di Chagall, per il soggetto che tratta, ma non sacra: sacro altro, an- zi laltro, linaccessibile, il ganz Anderes, lalterit radicale. Linaccessibile dunque il tema del sacro, loggetto del nascondi- mento, al cui disvelarsi lartista aspira. In questottica si ravvisa la poetica chagallia- na e la sua intensa dimensione simbolica. Lo stesso tema del dolore non pu ridursi a una dimensione storica, ma deve essere Fuori dagli schemi stilistici del tempo, di ogni tempo, Chagall interpreta e inter- roga la Torah, come se dipingesse icone e la loro stessa dimensione metafisica, av- vertita per la prima volta visitando il Mu- seo Alessandro III di San Pietroburgo. Cos, specialmente nelle opere di soggetto biblico, possibile rintracciare unanalo- gia con laspetto contemplativo delle ico- ne, nonch con precisi riferimenti ai temi ebraici della narrazione che, per altro, ri- sente fortemente delliconografia occiden- tale che scopre a Parigi. sorprendente come nelle ventidue gouaches sia possibile cogliere, soprattutto nellintuizione dello spazio, la predilezio- ne per scelte unidimensionali che non im- pediscono, pur in assenza di intenzioni prospettiche, il raggiungimento di esiti quasi realistici in forza di una rappresen- tazione immaginifica e fortemente evocati- va. Il colore gioca in questo senso un ruo- lo fondamentale, sia in presenza che in as- senza, conferendo alla scena un vivace in- tento narrativo. schizzo per il Sacrificio di Isacco. I colori mutati non cambiano latmosfera. Il fon- do bigio, langelo bianco, come il corpo di Isacco a terra, mentre su di lui, ma con lo sguardo alla mano di Dio (come nelle icone talora), Abramo veste un rosso di sangue. Lintensit della scena certa- mente anche riferibile allinflusso di Rem- brandt, pittore prediletto da Chagall e sua fonte dispirazione (Sono certo che Rembrandt mi ama), ma ancor pi al ca- rattere sacrale di tutta la sua arte. Ma sarebbe un errore imperdonabile confondere questo carattere con quella che oggi si definisce arte sacra. Chagall non aveva intenzioni riconducibili alla sfe- ra del religioso, pur concependo tutto il visibile intrinsecamente connesso al miste- ro del creato. La sua narrazione della real- t tende sempre a rappresentare il total- mente altro da essa. Sotto la sfera celeste si cela il senso vero della sua visione, ri- conducibile al tema del nascondimento, nellaccezione che Heidegger riconosce allessere, manifesto e nascosto allo stesso ta in questa accezione larga del mistero del dolore e della perseveranza nella fede. Non si tratta di una conversione messiani- ca, bens del riconoscimento nel crocifisso (con il tallit e non con il perizoma) di un simbolo universale di dolore e di fede. Chagall ebreo riconosce in Cristo le b re o che porta su di s tutto il dolore delluo- mo, divenendone lespressione pi forte. Quanta libert in questa concezione, quanta affinit con il Ges ebreo di cui ha parlato spesso anche il cristianesimo e anche la stessa letteratura ebraica contem- poranea, che insiste spesso sullidentifica- zione di Ges con gli ebrei, a causa della sofferenza di cui sono entrambi vittima. In realt Chagall non ha voluto metter- si a confronto con il Ges dei vangeli, ma egualmente gli ha dato un rilievo inaspet- tato (si pensi per esempio allAu t o r i t ra t t o con pendola, dove lartista ritratto mentre dipinge un crocifisso), quasi a voler affer- mare frontalmente il tema del Ges della storia. Inserendo Ges crocifisso nel suo mondo ebraico (si pensi specialmente al Trittico di Nizza), inaugura uniconografia nuova che, afferendo direttamente alla storia delle religioni, non pu che dirsi novecentesca e proprio per questo appas- sionante e sconcertante, pur nel suo carat- tere asintotico. Lillusione di Chagall ren- de possibile una nuova e diversa cono- scenza della storia e conferma, una volta di pi, la straordinaria importanza del suo messaggio biblico. considerato in senso biblico, non solo per la sua presenza dalla prima allultima pagina della Scrittura, ma per il suo essere connesso al peccato. Il libro di Giobbe parla della sofferenza del giusto e dellin- nocente come prova e non co- me conseguenza di una presun- ta giustizia divina e insiste sulla perseveranza nella fede come luce per illuminare il mistero del dolore. La presenza del Cristo crocifisso va dunque let- Inserisce Ges crocifisso nel suo mondo ebraico Non si tratta di una conversione ma del riconoscimento di un simbolo universale di dolore e di fede La passeggiata (1917-1918, San Pietroburgo, Museo di Stato Russo) Lebreo in rosso (1915, San Pietroburgo, Museo di Stato Russo) Crocifissione messicana (1945) che nellautobiografia il colore a de- finire il racconto, rendendolo quasi vi- sivo: la mia stanza silluminava dellazzurro carico che cadeva dallunica finestra. La stessa dimensione surreale, affi- data allimmagine evocata, ha il fru- scio delle ali bianche, limpalpabile leggerezza della nube o il chiarore della luna. Nel Sacrificio di Isacco il rosso ha il valore di un fondo oro e contro di esso si staglia netto, in uninesistente profondit, la sagoma dellangelo bianco dai profili blu. Tut- to accennato e insieme profonda- mente vivo, in movimento, come, va- riando la cromia, anche nella l t ro LOSSERVATORE ROMANO pagina 6 domenica 14 settembre 2014 Sempre pi ebrei emigrano dalla Francia in Israele per la crisi economica e lantisemitismo Aliyah un futuro migliore Assicurazioni dal Patriarcato di Gerusalemme dei Latini I pellegrini sono al sicuro Ricevuti alla Casa Bianca rappresentanti delle Chiese orientali Volont comune di operare per la pace GERUSALEMME, 13. Allindomani dellincontro, a Washington, fra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e una delegazione di rappre- sentanti delle Chiese orientali, una ventina di vescovi statunitensi in pellegrinaggio in Terra santa, ac- compagnati da responsabili del Ca- tholic Relief Service, si sono riuniti ieri, venerd, con sua beatitudine Fouad Twal nella sede del patriarca- to di Gerusalemme dei Latini. Pen- so che tutti i vescovi siano invitati a sentirsi corresponsabili della comu- nit cristiana di questa regione, culla del cristianesimo, ha detto Twal, ri- cordando le due dimensioni indisso- ciabili della Chiesa di Gerusalemme: Chiesa della Resurrezione ma an- che Chiesa del Calvario, della Cro- ce, che sta in mezzo ai problemi politici o che si confronta con lemi- grazione allestero dei fedeli o con sfide importanti come quella dellac- coglienza di pi di un milione di ri- fugiati siriani nella diocesi in Gior- dania. Accettiamo la nostra croce. Il calvario non lontano dal Sepol- cro vuoto. Non cesseremo mai di sperare e di lavorare per la pace di tutti, ha aggiunto il patriarca. Allincontro erano presenti, fra gli altri, monsignor William Hanna Shomali, vescovo ausiliare e vicario generale di Gerusalemme dei Latini, padre Faysal Hijazen, direttore delle scuole del patriarcato, padre Raed Abusahlia, direttore di Caritas Geru- salemme, e padre Jorge Hernandez, parroco di Gaza. La visita dei vescovi statunitensi, giunti in Terra santa mercoled scor- so, si concluder il 19 settembre. La delegazione composta da diciotto presuli, guidati dal vescovo di Des Moines, Richard Edmund Pates, presidente della Commissione epi- scopale per la giustizia e la pace in- ternazionale. Un pellegrinaggio sui passi di Papa Francesco, per condi- videre le sofferenze, le sfide dei cri- stiani della regione, e unirsi a loro nella preghiera. Il nostro pellegri- naggio ha dichiarato monsignor Pates non poteva arrivare in un momento pi critico. Il conflitto in corso, ultimo di troppi cicli di vio- lenza, ha seriamente intaccato la speranza per la pace in Terra santa. Ora pi che mai c bisogno di pre- gare. La delegazione americana vi- siter Gerusalemme, Nazareth e Be- tlemme. Sono previsti momenti di preghiera insieme a leader religiosi cristiani, musulmani ed ebrei. Gioved scorso, 11 settembre, per la prima volta nella storia tre pa- triarchi cattolici, un patriarca e un catholicos ortodossi e altri rappre- sentanti religiosi sono stati ricevuti tutti insieme alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Quaranta minuti per con- frontarsi sulla drammatica situazione nel Vicino oriente e per avere rassi- curazioni sulla protezione delle mi- noranze religiose, in particolare dei cristiani. Allincontro hanno parteci- pato il patriarca di Antiochia dei Maroniti, cardinale Bchara Boutros Ra, il patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti, Gregorios III Laham, il patriarca di Antiochia dei Siri, Ignace Youssif III Younan, il patriar- ca siro ortodosso di Antiochia, Igna- tius Aphrem II, e il catholicos di Ci- licia della Chiesa apostolica armena, Aram I. Con loro larcivescovo di New York e di tutta lAmerica del Nord della Chiesa cristiana ortodos- sa antiochena, metropolita Joseph, il vescovo generale della Chiesa orto- dossa copta di Alessandria, Angae- los, e il vescovo emerito di Saint Thomas the Apostle of Detroit dei Caldei, monsignor Ibrahim Namo Ibrahim. Obama era accompagnato dal consigliere per la sicurezza na- zionale, Susan Rice, e dal presidente dellorganizzazione In Defense of Christians, Toufic Baaklini. stato un buon incontro, ha dichiarato il cardinale Ra alla cate- na televisiva libanese Lbci, secondo quanto riferisce LOrient-Le Jour. Il presidente Obama ci ha sorpreso per la sua presenza e per aver real- mente ascoltato i patriarchi orientali. Abbiamo parlato con lui di diverse questioni: la presidenza libanese, il sostegno allesercito libanese, e ci ha promesso di vigilare affinch il Liba- no sia sempre protetto dalle riper- cussioni delle crisi regionali, ha detto il porporato, aggiungendo che i patriarchi dOriente hanno perce- pito che Obama ha sulle sue spalle il peso della regione, che piena- mente consapevole del pericolo rap- presentato dallo Stato islamico ed intenzionato sul serio a sostenere le minoranze attraverso un piano sul quale sta lavorando. E ha insistito sulla necessit che i cristiani ritorni- no nei loro Paesi. Il giorno prima, mercoled, si era svolto un ricevimento sul tema della solidariet, al quale era presente Gil- bert Ramez Chagoury, diplomatico, esperto di questioni medio-orientali: Oggi ha affermato il Vicino oriente di nuovo a un bivio. Il fiu- me di massacri, il flusso costante di sfollati e la portata della sofferenza umana continuano. Siamo qui uniti a difesa della libert religiosa di tut- te le persone di tutte le regioni, in modo che possano vivere nella pace, nella prosperit e nella dignit. Ab- biamo chiesto ad alcuni membri del Congresso di venire in aiuto in que- sto campo attraverso una legislazio- ne che sia a favore dei diritti umani e dia sollievo a feriti e sfollati. In ta- le contesto, chiediamo alla comunit internazionale di istituire un tribu- nale per indagare e intervenire con decisione non solo nei confronti de- gli assalitori ma anche degli indivi- dui e dei governi che li finanziano e li proteggono. Sulla stessa lun- ghezza donda il patriarca di Antio- chia dei Maroniti: Gli abusi terribi- li subiti dai cristiani ci hanno spinto tutti insieme a organizzare questo vertice al fine di creare le condizioni per garantire che la pace e larmonia prevalgano tra le diverse religioni e i gruppi etnici che da secoli vivono nella regione. Per due giorni ha concluso Baaklini abbiamo dimostrato lunit di opporci al genocidio subi- to dai cristiani e da persone di altre fedi, siamo riusciti a superare confi- ni geografici e politici. GERUSALEMME, 13. Andare in pelle- grinaggio in Terra Santa non pe- ricoloso, ed anzi un segno di aiuto alla comunit cristiana locale e un contributo importante per mettere fine al conflitto israelo-pa- lestinese. quanto scrive la com- missione episcopale per i pellegri- naggi, che opera in seno al patriar- cato di Gerusalemme dei Latini, che in tal modo intende incoraggia- re i pellegrini a tornare a visitare i luoghi santi. Il testo, che porta la data del 10 settembre, descrive lat- tuale situazione in Terra Santa e ri- corda come le ultime settimane di violenza nella Striscia di Gaza ab- biano indotto alcuni gruppi a can- cellare il viaggio. Tuttavia, sono stati molti quelli che hanno com- piuto il pellegrinaggio e che sono tornati a casa felici lasciandosi die- tro tante benedizioni nella nostra comunit cristiana locale. Proprio in questi giorni, tra lal- tro, in corso la visita di diciotto presuli statunitensi con le s p re s s a intenzione di pregare per la pace in Terra Santa. Ora pi che mai c bisogno di pregare per la pace, ha dichiarato allagenzia Fides il vesco- vo di Des Moines, Richard Ed- mund Pates, presidente del Com- mittee on International Justice and Peace dellepiscopato statunitense. Tanto pi, si sottolinea ancora nella nota del patriarcato, che le vie di pellegrinaggio tra Nazareth, Tibe- riade, Gerusalemme e Betlemme sono sempre state e sono ancora sicure. Inoltre, prosegue il testo, i pellegrini cristiani sono molto ri- spettati e accolti calorosamente sia dai cristiani che da musulmani ed ebrei perch sono considerati ponti di pace tra palestinesi e israeliani. In questa prospettiva, incoraggia- mo i pellegrini a venire sui passi di Cristo, per condividere con noi la testimonianza della fede, per tocca- re con mano come anche loro pos- sono partecipare al nostro sogno di pace. Da qui lappello indirizzato alle conferenze episcopali di tutto il mondo perch si incoraggino dioce- si, congregazioni religiose e associa- zioni a promuovere pellegrinaggi e visite nella terra di Ges. Le preghiere e il sostegno inter- nazionale consentono del resto la sopravvivenza della comunit catto- lica locale. Il patriarcato di Gerusa- lemme dei Latini ha appena comu- nicato di aver completato sette pro- getti, di grande necessit per la co- munit cristiana nella regione, gra- zie al supporto morale e finanziario di generosi donatori, tra cui lO rdi- ne Equestre del Santo Sepolcro. Si tratta di un programma di interven- ti relativi al restauro di chiese, con- venti, scuole, alla costruzione di una biblioteca universitaria, allam- modernamento di asili. Tenendo conto di tutte le sfide da affrontare affermano i responsabili del pa- triarcato la nostra Chiesa conti- nua a fare la differenza, lavorando il pi possibile per la nostra comu- nit cristiana in Terra Santa. PARIGI, 13. La crisi economica, lalto tasso di disoccupazione, ma anche un antisemitismo che non accenna a placarsi e il forte attaccamento iden- titario e religioso alla terra dei pro- pri avi: sono queste le ragioni che spingono gli ebrei francesi a emigra- re, sempre pi numerosi, verso Israele, a fare cio quel particolare tipo di pellegrinaggio, di salita chiamata aliyah. Le ultime cifre for- nite dal ministero dellIntegrazione israeliano non lasciano dubbi: con 4566 migranti registrati fra il 1 gen- naio e il 31 agosto 2014, la Francia precede largamente lUcraina (3252), la Russia (2632) e gli Stati Uniti (2218), e si pone in testa fra i Paesi di emigrazione verso Israele. Il numero di persone che que- stanno lasceranno la Francia per fa- re la loro aliyah saranno, in proie- zione, attorno alle 5500, un record da quando stato proclamato lo Stato di Israele, nel 1948, come ha sottolineato alla France Presse il di- rettore dellAgenzia ebraica, Ariel Kandel. Il picco di olim, come ven- gono chiamati, si avuto tra luglio e agosto (lestate stagione tradizio- nalmente favorevole per le partenze) con pi di duemila arrivi in Israele. E questo osserva Kandel nono- stante il progetto di installare alcuni degli immigrati in localit potenzial- mente a tiro dei razzi di Hamas, co- me Ashdod o Ashkelon. La Francia, dove vive oltre mezzo milione di ebrei, la nazione euro- pea che ospita la comunit pi con- sistente, la terza al mondo dopo Israele e Stati Uniti. Non era mai successo, almeno in Occidente, di vedere l1 per cento di una comunit ebraica fare la sua aliyah nel giro di un anno, ha commentato il diretto- re dellAgenzia ebraica francese. Se- condo Kandel, fra le principali cau- se che portano gli ebrei francesi a trasferirsi in Israele vi lantisemiti- smo: Ci che cambiato in questi ultimi mesi in Francia il clima antisemita. A questo proposito ri- corda gli incidenti durante alcune manifestazioni pro-palestinesi nel mese di luglio, che hanno preso di mira un paio di sinagoghe, a Parigi e a Sarcelles, alla periferia della ca- pitale. Le cifre relative allaliyah sono legate in parte al clima di insicurez- za, conferma Jol Mergui, presi- dente del Concistoro centrale israeli- ta, mentre il Servizio di protezione della comunit ebraica (organizza- zione che lavora a stretto contatto con le istituzioni pubbliche) riferisce che, in Francia, gli ebrei sono vitti- me del 40 per cento delle violenze fisiche di tipo razzista, pur rappre- sentando meno dell1 per cento del- la popolazione. Settantanni dopo la Shoah commenta Mergui la Francia e lEuropa devono chiedersi perch la comunit ebraica si inter- roga ancora sul proprio fut u ro . Sulla stessa lunghezza donda Roger Cukierman, presidente del Consiglio rappresentativo delle isti- tuzioni ebraiche (Crif), per il quale questa ondata di partenze un se- gnale preoccupante della situazione in Francia, poich lantisemitismo non solo un problema degli ebrei. C poi la crisi finanziaria a rendere tutto pi difficile: Non so- no cose che necessariamente escono dalla bocca di chi vuole partire per Israele, afferma ancora Ariel Kan- del, ma la situazione economica della Francia diventata problema- tica, con una crescita nulla e un alto tasso di disoccupazione, mentre in Israele questultimo molto basso. Ma Israele non lunica meta. C chi emigra verso Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Spagna (in particolare Barcellona). E gli ebrei che hanno scelto di restare in Fran- cia si sentono sempre pi a disagio davanti a quanti, invece, se ne van- no. Ricordiamo ha scritto qual- che giorno fa su Huffington Post lo storico Marc Knobel, direttore degli studi presso il Crif che gli ebrei scelgono di lasciare la Francia per varie ragioni, professionali, familiari, di fede, come nel caso dellaliyah, ma coloro che partono per paura lo fanno perch non si sentono pi si- curi, almeno dopo lassassinio di Ilan Halimi (ragazzo francese di origini marocchine rapito nel gen- naio 2006 nella regione parigina, torturato e ucciso perch ebreo) o dopo i barbari omicidi compiuti da Mohamed Merah. Knobel sottolinea che in quattor- dici anni sono stati commessi circa ottomila atti antisemiti in Francia e che in tanti, ormai, hanno rinuncia- to, per paura, a indossare o a espor- re i segni distintivi del popolo ebraico. LOSSERVATORE ROMANO domenica 14 settembre 2014 pagina 7 Romano il Melodo per lEsaltazione della santa Croce Lalbero dellEden viene trapiantato sul Golgota di MANUEL NIN Nellinno di Romano il Melodo per la festa dellEsaltazione della santa Croce il poeta teologo (490-555) d voce al buon ladrone, crocifisso con Ges sul Golgota, e mette poi in bocca al diavolo lamarezza di fron- te alla redenzione che Cristo porta nel mondo. Subito Romano intro- duce il filo conduttore di tutto il poema: la centralit della croce co- me unico albero, presente nellEden e presente sul Golgota, ignorato da Adamo, ma riconosciuto e confessa- to dal ladrone: Il legno tre volte beato, dono di vita, fu piantato dallAltissimo nel mezzo del paradi- so affinch Adamo potesse ottenere la vita eterna e immortale. Ma lui non riconobbe la vita, la smarr e scopr la morte. Invece il ladrone, che vide come questo albero dellEden era trapiantato sul Golgo- ta, riconobbe in esso la vita. Romano sottolinea come la croce diventa il luogo da dove il ladrone vede gi il paradiso: Quando fu innalzato sul legno gli occhi del suo cuore si aprirono ed egli contempl le gioie dellEden. Appeso alla croce scorgeva la vita sul legno, ma prova- va afflizione per Adamo sofferente. Linnografo introduce poi Cristo stesso per formulare il tema paolino del vecchio e del nuovo Adamo: Al ladrone Cristo disse: Non com- piangere Adamo tuo progenitore, perch io sono il secondo e vero Adamo e per mia volont sono ve- nuto a salvare lAdamo che mi ap- partiene. Viene poi sviluppato il tema della redenzione del genere umano opera- ta da Cristo stesso per mezzo della sua incarnazione e la sua croce: Nel mio amore per il genere uma- no sono sceso per lui dallalto dei cieli e sono diventato maledizione perch da essa voglio liberare Ada- mo. Per un legno la trasgressione penetr nel tuo progenitore, ma egli entrer di nuovo nel paradiso per il legno della vita. La croce quindi diventa la chiave che riapre lEden, tema comune alla letteratura cristia- na orientale: Quando il primo creato fu scacciato dal paradiso, i cherubini ne sbarrarono la strada, ma tu prendi la mia croce sulle spal- le e va in fretta allEden. Cos il ladrone avviato verso il paradiso inneggia alla croce di Cri- sto: Il ladrone prese sulle spalle lemblema della grazia, come aveva detto colui che in tutto misericor- dioso, e si mise in cammino benedi- cendo il dono della croce e cantan- do un cantico nuovo: Tu sei linne- sto per le anime sterili, tu sei lara- tro, tu sei la buona radice della vita risuscitata, sei la verga del castigo. Bellissime sono le immagini usate per descrivere la croce: Tu sei il ba- stone che accompagna verso la vita i peccatori che sperano in te, tu sei il vaglio che sullaia separa la paglia dal raccolto. Tu sei il timone divino della barca della Chiesa di Cristo per dirigere i giusti ed i credenti verso il paradiso. Allarrivo in paradiso il cantico del ladrone accenna anche al tema paolino della partecipazione del cri- stiano alla croce e alle sofferenze di Cristo: Vedo la terra santa dei pa- dri, che apparteneva al mio progeni- tore, e se lesterno pieno di luce, grandi davvero saranno i tesori allinterno. Occhio non vide, n orecchio ud, n cuore conobbe quello che il Signore ha preparato per i suoi amici, crocifissi con lui. Quindi il paradiso, grazie alla croce, viene restituito al ladrone, perch dopo il Golgota Adamo ne ridiven- ta padrone: E i cherubini dissero: Vieni ladrone, ritorna in possesso dei diritti di tuo padre; a noi il pa- radiso non fu dato come se fossimo padroni: esso venne assegnato da Dio al primo uomo. Tu, o ladrone, ci hai rivelato che Adamo stato ri- chiamato dallesilio. Nella seconda parte del poema, Romano mette in bocca del diavolo lamarezza per la sua sconfitta. Con immagini fortemente contrastanti, linnografo mette in parallelo i due furti che amareggiano il tentatore: E il diavolo, vedendo il ladrone nellEden, esclam piangendo: Ter- ribile quanto mi accaduto! Un ladrone giustificato che ha aperto il paradiso. E mentre cerco di rubare Pietro, proprio a me, che sono la- dro, stato rubato il ladrone! Men- tre mi prendo gioco del discepolo impazzito, del traditore di Cristo, sono stato giocato dal ladro che per la sua fede corso in paradiso. Il diavolo, che cerca di rubare di- scepoli a Cristo, viene cos derubato dal ladrone che era un suo strumen- to, e conclude il suo lamento: Se avessi visto Giuda guadagnare il pa- radiso, non avrei sofferto troppo a causa sua, perch non era mio di- scepolo ma di Cristo. Il ladrone in- vece era mio fedele discepolo, eppu- re mi ha abbandonato per correre da Ges, mi ha odiato e, quel che peggio, a causa del legno diventa- to anche custode del paradiso. E alla fine Romano invoca Cristo: Insieme al ladrone gridiamo a te, come fossimo sulla croce: Ricordati di noi nel tuo regno, noi che abbia- mo ricevuto il sigillo della tua croce che ci fa una sola cosa in paradiso. Maria nellora del Crocifisso Resistenza profezia e speranza Intervento del cardinale segretario di Stato in vista del viaggio papale in Albania La religione non deve essere pretesto per la violenza Il dialogo interreligioso e la paci- fica convivenza tra persone di di- verso credo religioso costituiscono argomenti di estrema attualit, che stanno particolarmente a cuore a Papa Francesco nella presente congiuntura storica. Lo ha sottoli- neato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, intervenendo venerd pomeriggio, 12 settembre, a un convegno promosso a Roma dallambasciata dAlbania presso la Santa Sede in prossimit dellimmi- nente viaggio del Pontefice nel Paese balcanico. Tolleranza religiosa albanese tra storia, poesia e religione il tema dei lavori scelto dagli organizzato- ri. E non un caso che lo stesso Pontefice abbia ricordato di recente che il 21 settembre si recher a Ti- rana per dire a tutti i popoli che si pu lavorare insieme, volendo cos sottolineare il proprio ap- prezzamento per la pacifica convi- venza fra gli appartenenti alle di- verse religioni nel Paese delle Aquile. Infatti, ha commentato il cardinale Parolin, lAlbania, che poco meno di due anni fa ha cele- brato il centenario dellindip enden- za, riconosce come patrimonio pre- zioso ed esemplare leredit spiri- tuale custodita dai vari gruppi reli- giosi formatisi in essa nel corso dei secoli. E in tale contesto, in quello che il segretario di Stato ha definito il mosaico interreligioso, che rap- presenta il volto spirituale della na- zione, un ruolo importante spetta alla comunit cattolica: Presenza discreta, poich non supera il quin- dici per cento della popolazione, ma nello stesso tempo decisa nelloffrire una testimonianza di amore, quale tratto fondamentale della vocazione cristiana. Perch, ha aggiunto, chi crede in Cristo e decide di seguirlo supera la logica delle divisioni e delle inimicizie, vede i suoi simili in una luce nuova e li considera come amici, metten- dosi al loro servizio fino al punto di essere pronto a dare la vita. Il ricordo andato poi al perio- do del regime comunista, quando sotto le torture dei loro persecuto- ri che li mettevano a morte, i catto- lici albanesi non hanno mancato di dare testimonianza di amore e di amicizia, poich la riconciliazio- ne vera si fonda sul perdono pri- ma ancora che sugli accordi di giustizia umana, pur necessari per la pace sociale, ma sempre minac- ciati dalle ideologie politiche, che a volte si nascondono dietro parven- ze religiose. E, ha osservato il car- dinale Parolin, in questo modo, la Chiesa in Albania ha contribuito in maniera generosa allunit della na- zione anche attraverso il martirio e la sofferenza. Al tempo stesso, ha riconosciuto il porporato, la Chiesa ha trovato piena apertura e disponibilit al dialogo e alla collaborazione per il bene della societ e del Paese da parte delle altre tre comunit reli- giose tradizionali: gli ortodossi, i musulmani sunniti e i bektashi. Al punto che sarebbe difficile concepire la nascita dello Stato moderno albanese senza lesplicita volont dei credenti delle diverse religioni di vivere in pace e di col- laborare per il bene comune con pari diritti civili, politici e religio- si. In pratica, ha proseguito, i padri fondatori dellAlbania mo- derna confidarono nella possibilit di costruire una societ multireli- giosa e la storia ha dato loro ragio- ne, smentendo quanti oggi, in di- verse parti del mondo, usano la re- ligione come pretesto per la violen- za e la sopraffazione. Dunque lAlbania costituisce un modello in cui la convivenza reli- giosa non fondata sullequilibrio fragile del rapporto tra le forze del- le diverse confessioni di fede, ma sul fondamento solido della libert di coscienza come condizione indi- spensabile per la scelta del credo religioso da parte di ogni cittadi- no. Lo testimoniano chiaramente il periodo lungo della persecuzio- ne contro la religione da parte del regime comunista e limp osizione dellateismo di Stato, che non solo non riuscito a estinguere nel Paese il sentimento religioso, ma ha creato quel terreno comune di sofferenza sul quale, durante questi ultimi decenni di libert, il dialogo e lo scambio si rivelato ancora pi facile e proficuo. Per questo, ha concluso, la Santa Sede, che ha a cuore il bene delle nazioni e crede fortemente nella possibilit della convivenza fra le persone di diverse religioni, ha sempre guar- dato con stima tale tratto del po- polo albanese. Per la consacrazione del nuovo santuario abruzzese Il cardinale Antonelli inviato del Papa a San Gabriele dellAddolorata Com noto, il 19 luglio scorso stata pubblicata la nomina del cardinale Ennio Antonelli, presidente emerito del Pontificio consiglio per la famiglia, a inviato speciale del Papa alla consacrazione del nuovo santuario di San Gabriele dellAddolorata (Teramo), in programma il 21 settembre. Di seguito la lettera pontificia di nomina. Venerabili Fratri Nostro ENNIO S.R.E. Cardinali ANTONELLI Pontificii Consilii pro Familia olim Praesidi Certiores nuper facti sumus, quod animum No- strum gaudio adimplevit, proxime novum Sanctua- rium Sancti Gabrielis a Virgine Perdolenti in pulcher- rima Aprutii regione sollemni modo consecratum iri. Tum sacri Praesules et presbyteri tum Christifideles laici, hac data occasione, gratias omnipotenti Deo agent ob tanta Eius beneficia quae per annos peregri- nis, intercedente sancto illo adulescente et Congrega- tionis Passionis Iesu Christi sodale, largiri est digna- tus. Agitur, novimus, de loco cultus inter celeberrimos in Italia et in Europa, in quo singulis annis complures fideles pientissime orant sibi suisque divina dona exposcentes, peccata sua confitentur misericordiam di- vinam accipientes atque Eucharistiam devotissime par- ticipant. Multi etiam iuvenes et infirmi ad Sanctua- rium accedunt ut auxilia humillime rogent, protectio- nem et spiritalem consolationem. Iuvat omnino recordari sanctum Ioannem Paulum II, praeclarum Decessorem Nostrum, die XXX mensis Iunii anno MCMLXXXV, inter tot fideles, Cryptam illic sancti Gabrielis inauguravisse nec non Sacellum Re- conciliationis. Cum de eventu magni momenti agatur, Venerabilis Frater Michal Seccia, Episcopus Aprutinus seu Tera- mensis-Hatriensis seu Atriensis nec non Reverendus Pater Natalis Panetta, C.P., Sanctuarii Rector, humanis- sime Nosmet Ipsos invitaverunt ut, felici occasione consecrationis novi Sanctuarii oblata, pastorale iter in Aprutium faceremus, Evangelium Christi dilectis fra- tribus sororibusque huius regionis praedicaturi. Grati omnino de invitatione ista quam adimplere non possumus, aliquem eminentem decrevimus virum mittere, qui Nostras vices in Sanctuario illo posset ge- rere Nostramque erga ibi orantes peregrinos dilectio- nem manifestare. Ad Te ergo, Venerabilis Frater No- ster, qui, dilectissimae Nationis Italiae clarus filius, olim munus Praesidis Pontificii Consilii pro Familia studiose exercuisti, mentem Nostram vertimus Teque hisce Litteris Missum Extraordinarium Nostrum nomi- namus ad consecrationem dictae ecclesiae, quae die XXI proximi mensis Septembris perficietur. Sollemni praesidebis Eucharistiae atque omnes adstantes sermo- ne tuo ad diligentiorem usque Christi imitationem cohortaberis: oportet enim ut novo studio, sancto Ga- briele a Virgine Perdolenti intercedente, peculiarem di- lectionem in Evangelium Ecclesiamque demonstrent atque fidem roborent. Rogamus Te etiam ut Nostram omnibus ibi congre- gatis salutationem afferas, Episcopo nominatim Apru- tino seu Teramensi-Hatriensi seu Atriensi ceterisque sacris Pastoribus, Reverendo Patri Rectori omnibusque G. Dimov, Il buon ladrone tra Abramo Isacco e Giacobbe (Sofia, 2004) sodalibus Congregationis Passionis Iesu Christi, ibi- dem diligenter pastorale ministerium exercentibus, presbyteris, religiosis viris ac mulieribus christifidelibu- sque laicis. Exoptamus denique ut verba Nostrae be- nevolentiae etiam ad civiles auctoritates extendas et ad omnes qui Ecclesiae missionem atque sincerum perso- nae humanae bonum studiose fovent. Nos autem Te, Venerabilis Frater Noster, in tua mis- sione implenda precibus ferventer comitabimur. Deni- que Benedictionem Nostram Apostolicam libentes Ti- bi impertimur, signum Nostrae erga Te benevolentiae et caelestium donorum pignus, quam omnibus cele- brationis participibus rite transmittas cupimus. Ex Aedibus Vaticanis, die XXIX mensis Iulii, anno MMXIV, Pontificatus Nostri secundo di SALVATORE M. PERRELLA La memoria della presenza della Madre di Ges sotto la croce del suo Figlio prima di tutto un dato evangelico (cfr. Giovanni 19, 25-27); fa infatti parte dellannun- cio e della testimonianza cristia- ni, sia al livello dei fatti della sal- vezza, sia al livello del loro signi- ficato. La presenza di Maria nellora del Crocifisso assume quindi i tratti di una risposta universale: la risposta allazione del Padre, dello Spirito, e allazione del Figlio, che d con- sistenza piena al suo essere uno di noi vivendo lesperienza della morte e della morte di croce. Quella della Madre, dunque, la presenza di una donna che, in virt di questa risposta alla Trini- t, diviene donna forte: ella sfida e vince, secondo il vangelo gio- vanneo, con le altre donne che la seguono e la sostengono nel dif- ficile momento, le norme del po- tere romano, che vietava la pre- senza dei familiari accanto ai cro- cifissi. Maria non si sottomette a questo divieto e alla logica che lo sottende: il verbo utilizzato dallevangelista stava manife- sta la sua precisa volont di per- severare in questa scelta di pre- senza accanto e con il Figlio. La fortezza della Madre indica quin- di che sta accadendo qualcosa di nuovo, che non pu essere com- preso a partire dalla logica del mondo, ma a partire dalla g i re del Dio trinitario. Il Crocifisso, con il suo modo di affrontare la ingiusta morte consolidatosi nel corso di tutta una vita apre per sempre le porte che la paura della morte stessa tiene serrate. proprio la paura della morte, infatti, a chiu- dere le porte dellamore, della speranza, del coraggio, del dono sincero di s, della pace, del per- dono, della misericordia e della fraternit. Cristo non si sotto- messo a tale angoscia e paura: egli il libero per eccellenza, e lo in quanto Figlio incarnato di Dio. il disobbediente alla mor- te perch lobbediente al Padre. In questa libert e con questa li- bert, egli vince colui che della morte fa il segno e lo strumento della sua rivendicazione di potere sulle creature: il Maligno. Proprio perch libero, Cristo non teme di farsi solidale con i deboli e gli ul- timi, condividendone la sorte. Da uomo libero, Cristo trasfor- ma la debolezza e la marginalit in vocazione ad accogliere quel Dio che manifesta la sua regalit attraverso una critica serrata a tutto quel che rende la persona umana prigioniera del destino e dellimmutabile, e di tutto ci che ne consegue e che la tradi- zione cristiana chiama aperta- mente strutture di peccato. La fortezza della Madre presso il Crocifisso nasce perci dalla li- bert del Figlio e dalla sua opera di liberazione, inseparabile dalla sua croce redentrice. La fortezza umana e teologale della Madre si fa attiva collaborazione a que- stopera di disobbedienza alla morte che causata dallobb e- dienza del Figlio al Padre. La fortezza che connota la pre- senza di Maria nellora del Croci- fisso pertanto da porre sotto il segno della speranza e non sotto il segno dellineluttabile tragico. Soffrendo per noi, la Madre di Ges non ci ha dato semplice- mente lesempio perch seguiamo le sue orme ma ci ha anche aper- ta la strada: se la seguiamo, la vi- ta e la morte vengono santificate e acquistano nuovo significato. Proprio la fortezza della Ma- dre di Ges, segno e strumento della totale libert del Figlio, chiede perci con insistenza alla Chiesa dei nostri giorni di evan- gelizzare anche le tante forme di piet popolare che i secoli ci hanno consegnato in onore della Vergine dei dolori. Non si pu negare, infatti, che esse manifesti- no anche la presenza e linflusso del tragico. Non ne sono esenti. Anzi, quanto pi esso si infiltra in queste espressioni di venera- zione per la Madre sotto la cro- ce, tanto pi si rileva la loro in- capacit a costituire un momento qualificato e qualificante di resi- stenza e di profezia nei confronti delle odierne strutture di peccato quali la criminalit organizzata, il narcotraffico, la corruzione e la moderna tratta degli schiavi. LOSSERVATORE ROMANO pagina 8 domenica 14 settembre 2014 Papa Francesco celebra la messa a Redipuglia nel centenario del primo conflitto mondiale La follia della guerra Nei pianificatori del terrore tornano le parole di Caino: A me che importa? In preghiera per tutte le vittime Saluto dellordinario militare Ma il futuro la pace Il futuro della guerra la pace: cos si espresso larcivescovo Santo Marcian, ordina- rio militare per lItalia che, a conclusione della messa cos densa di memoria supplica speran- za, ha ringraziato il Papa per la visita a Redi- puglia, simbolo del dolore infinito che ogni guerra porta con s. Larcivescovo ha ricordato che oggi la guer- ra ci circonda, minacciosa e lontana, eppure tanto vicina, perch la guerra di tutti anche se vissuta da un solo popolo sulla terra. Le parole forti del Pontefice, ha proseguito, scuoto- no la nostra indifferenza ed proprio nellin- differenza che la guerra nasce e va avanti. Qui siamo in tanti ha detto la rc i v e s c o v o rivolgendosi a Francesco e proveniamo dai tanti Paesi nei quali la prima guerra mondiale ha ferito, devastato, colpito a morte tanti nostri fratelli. E la guerra, ha aggiunto, suscita indifferenza finch non sentiamo fratelli coloro che soffrono e muoiono, finch tutti non ci sentiamo fratelli. Il Papa non smette di ricor- darci che la fraternit fondamento della pa- ce. Da parte nostra, ha assicurato monsignor Marcian, come cristiani, come uomini e an- che come militari vogliamo impegnarci per co- struire la pace. In questa Eucaristia, ha proseguito nel suo saluto al Pontefice, abbiamo fatto memoria ma, con lei, chiediamo a Dio che la memoria sia purificata, che sentimenti e gesti di perdono, misericordia, amore per il nemico vincano sulle smanie di potere, avere, successo che albergano anche nel nostro cuore e che solo la preghiera pu vincere. Lordinario ha concluso assicurando al vesco- vo di Roma la preghiera e limpegno della Chiesa che nel mondo militare per il dono della pace: Con laiuto di Dio e di Maria, madre regina della pace, ci sforzeremo di invo- carlo, costruirlo, custodirlo, attingendo dal Van- gelo lolio per la lampada della nostra vita. Sicuri, ha detto, che il Papa ci aiuter in que- sto cammino con la sua paternit e la sua pre- ghiera. dal nostro inviato NICOLA GORI A Redipuglia una mattina piovosa, quasi autunnale. Di quelle che ri- chiamano alla mente i versi di Un- garetti, che nella fragilit delle foglie cadenti fissa limmagine della vita di tanti soldati mandati a combattere al fronte durante il primo conflitto mondiale. Solo qui ne sono sepolti pi di centomila tra conosciuti e ignoti. Ed qui che Papa Francesco venuto sabato 13 settembre per ri- cordare il centenario di quella inuti- le strage, come la defin Benedetto XV. E con un gesto significativo, mai compiuto prima da nessun Pontefi- ce, ha voluto recarsi anche al cimite- ro austro-ungarico di Fogliano, pri- ma tappa della sua visita nei luoghi della memoria della Grande guerra. Da solo, con il capo chino, ha percorso il grande prato disseminato dai cippi che indicano il luogo di se- poltura di oltre 2.400 caduti identifi- cati dellesercito di Vienna. Poi si raccolto in preghiera davanti al mo- numento centrale, che si erge sulla grande tomba comune dove sono conservati i resti di 7.000 soldati ri- masti senza nome (altri 5.000 sono seppelliti ai lati del cimitero). Ha deposto un omaggio floreale. Poi, alluscita, si fermato a salutare un gruppo di bambini e con loro ha re- citato unAve Maria per la pace, chiedendo insistentemente ai piccoli di pregare per questa intenzione. Quindi il trasferimento in auto- mobile al sacrario di Redipuglia: qui limmagine dei 22 gradoni che salen- do convergono sulle due grandi tombe comuni dove sono custodi- ti i resti dei sessantamila caduti ignoti evoca la triste sorte di quanti, in prima linea nelle trincee della prima guerra mondiale, hanno trovato la morte. Papa Francesco, gi vestito con i paramenti liturgici, ha sostato in piedi davanti alle mi- gliaia di caduti sepolti nel sacrario. Iniziata la processione introitale, ha poi salito i gradini per giungere allaltare, passando attraverso un arazzo floreale realizzato dalla scuo- la fioristi di Isola Morosini. Si tratta di un arazzo a forma di cuore, di 16 metri di larghezza e 6 di profondit, composto da ortensie dal bianco al blu notte. Per farlo ci sono voluti circa tremila fiori, raccolti da cittadi- ni e associazioni locali sollecitati dal sindaco di San Canziano dIsonzo, Silvia Caruso. Gli squilli di tromba sulle note del Silenzio, allinizio della celebra- zione eucaristica nel piazzale anti- stante la tomba del duca dAosta, sono risuonati eloquenti in memoria dei caduti di tutte le guerre combat- tute e che ancora si combattono. Tutta la commemorazione stata uninvocazione alla pace. Oltre sedi- cimila persone hanno partecipato al- la messa. Tra loro circa diecimila mi- litari, in maggioranza italiani ma an- che provenienti da diversi Paesi coinvolti nel primo conflitto mon- diale. Con il Papa hanno concele- brato, tra gli altri, i cardinali Parolin, segretario di Stato, Schnborn, arci- vescovo di Vienna, Bozani, arcive- scovo di Zagabria, Bagnasco, arcive- scovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, Vlk, arcivescovo emerito di Praga, Rod e una cinquantina di presuli, tra i quali gli arcivescovi Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, Marcian, ordinario militare per l'Italia, che ha accolto il Pontefice allarrivo al sa- crario (con lui erano numerosi ordi- nari militari di vari Paesi), Redaelli, arcivescovo di Gorizia, e Gnswein, prefetto della Casa Pontificia. Significativa la partecipazione al- loffertorio di Biagio e Concetta La Rosa, genitori dellultimo militare caduto in missione in Afghanistan, il maggiore Giuseppe, accompagnati dal colonnello Carlini, comandante del quarto reggimento dei bersaglie- ri. Al Pontefice hanno donato il cap- pello del figlio. I seminaristi dellor- dinariato militare per lItalia hanno prestato servizio come ministranti in- sieme con alcuni alunni del semina- rio interdiocesano del Friuli - Vene- zia Giulia, guidati dal cappellano della brigata Iulia, don Giuseppe Gancio. I canti sono stati eseguiti dai circa duecento militari del coro interforze della regione, con alcuni rappresentanti della marina militare di Venezia. Li accompagnavano le musiche delle tre fanfare delle briga- te Iulia, Pozzuolo Friuli e Ariete. Alla fine della celebrazione quando il vento ha spazzato via le nubi cariche di pioggia lasciando spazio a tiepidi raggi del sole il ministro della difesa Roberta Pinotti ha offerto un altare da campo della prima guerra mondiale. Un dono particolarmente gradito stato poi la copia originale del foglio matrico- lare del nonno del Pontefice, Gio- vanni Bergoglio dal luglio 1916 al luglio 1918 in forza nel 78 reggimen- to di fanteria Lupi di Toscana e suc- cessivamente, per motivi di vicinan- za alla famiglia, trasferito a un re- parto bersaglieri in Asti, dove rimase fino al termine della prima guerra mondiale offerto dal capo di Stato maggiore italiano, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, insieme con i capi di stato maggiore e i comandanti ge- nerali delle diverse forze armate. Francesco conserva caro il ricordo del padre di suo padre, nato in pro- vincia di Asti. E anche di recente, lo scorso 6 giugno, ha confidato: Ho sentito tante storie dolorose sulla guerra dalle labbra di mio nonno, che lha fatta sul Piave. Come segno tangibile del deside- rio di pace nel mondo, il Papa ha donato agli ordinari militari e a tutti i vescovi presenti la lampada Luce di san Francesco, che verr accesa nelle diocesi durante le celebrazioni di commemorazione della prima guerra mondiale. stata offerta al Pontefice dal Sacro Convento di As- sisi, mentre lolio per accenderla vie- ne dall'associazione Libera di don Luigi Ciotti. Alla base della lampada sono incise le parole della preghiera semplice di san Francesco: Dove sono le tenebre chio porti la luce. Lolio stato prodotto con le olive che provengono da terreni confiscati alle mafie in Sicilia e in Puglia, ge- stiti dalle cooperative sociali aderen- ti al progetto Libera Terra. Verso mezzogiorno, terminata la messa, il Papa ripartito dalla e ro - porto di Ronchi dei Legionari alla volta dellaeroporto romano di Ciampino. Nella circostanza gli stato regalato il prototipo della me- daglia coniata in collaborazione tra la regione e il ministero della Difesa, in occasione del centenario dell'ini- zio della prima guerra mondiale. La regione Friuli - Venezia Giulia ha re- galato al Pontefice la Croce di Aqui- leia, elaborata dalla locale scuola mosaicisti. Si tratta di una grande croce in legno di castagno, circonda- ta da un fondo a mosaico con pietre e sassi raccolti sul greto del Taglia- mento. La presidente Serracchiani gli ha donato anche un manoscritto originale illustrato del Vangelo se- condo Marco, il Vanzell seont Marc in lingua furln, realizzato da Ro- berto Giurano. In tutto la visita del vescovo di Roma durata circa tre ore. Il Pon- tefice era atterrato poco dopo le 9 a bordo di un airbus del 31 stormo dellaeronautica militare allaerop or- to di Ronchi dei Legionari, dove gli avevano dato il benvenuto la rc i v e - scovo Redaelli, il presidente della re- gione Serracchiani, il prefetto di Go- rizia, Vittorio Zappalorto, il sindaco di Ronchi dei Legionari, Roberto Fontanot, e il presidente della pro- vincia di Gorizia, Enrico Gherghet- ta. Insieme con il suo seguito, del quale faceva parte anche monsignor Sapienza, reggente della Prefettura della casa pontificia, si era poi tra- sferito in automobile al cimitero au- stro-ungarico, accolto allingresso da Antonio Calligaris, sindaco di Fo- gliano di Redipuglia, da don Duilio Nardin, parroco del paese, dal gene- rale Rosario Aiosa, comandante ge- nerale per le onoranze ai caduti, e dal presidente dellassociazione Cro- ce nera austriaca, Peter Rieser. Papa Francesco tornato a denunciare la follia della guerra alimentata dai pianificatori del terrore e dagli organizzatori dello scontro. Il severo monito del Pontefice risuonato durante la messa celebrata sabato mattina, 13 settembre, al sacrario militare di Redipuglia, nel ricordo del centenario del primo conflitto mondiale. Dopo aver contemplato la bellezza del paesaggio di tutta questa zona, dove uomini e donne lavorano por- tando avanti la loro famiglia, dove i bambini giocano e gli anziani sogna- no... trovandomi qui, in questo luo- go, vicino a questo cimitero, trovo da dire soltanto: la guerra una follia. Mentre Dio porta avanti la sua creazione, e noi uomini siamo chia- mati a collaborare alla sua opera, la guerra distrugge. Distrugge anche ci che Dio ha creato di pi bello: lessere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra i fratelli. La guerra folle, il suo piano di svi- luppo la distruzione: volersi svi- luppare mediante la distruzione! La cupidigia, lintolleranza, lam- bizione al potere... sono motivi che spingono avanti la decisione bellica, e questi motivi sono spesso giustifi- cati da unideologia; ma prima c la passione, c limpulso distorto. Lideologia una giustificazione, e quando non c unideologia, c la risposta di Caino: A me che impor- ta?. Sono forse io il custode di mio fratello? (Gen 4, 9). La guerra non guarda in faccia a nessuno: vec- chi, bambini, mamme, pap... A me che importa?. Sopra lingresso di questo cimite- ro, aleggia il motto beffardo della guerra: A me che importa?. Tutte queste persone, che riposano qui, avevano i loro progetti, avevano i lo- ro sogni..., ma le loro vite sono state spezzate. Perch? Perch lumanit ha detto: A me che importa?. Anche oggi, dopo il secondo falli- mento di unaltra guerra mondiale, forse si pu parlare di una terza guerra combattuta a pezzi, con cri- mini, massacri, distruzioni... Ad essere onesti, la prima pagina dei giornali dovrebbe avere come ti- tolo: A me che importa?. Caino direbbe: Sono forse io il custode di mio fratello?. Questo atteggiamento esatta- mente lopposto di quello che ci chiede Ges nel Vangelo. Abbiamo ascoltato: Lui nel pi piccolo dei fratelli: Lui, il Re, il Giudice del mondo, Lui laffamato, lassetato, il forestiero, lammalato, il carcera- to... Chi si prende cura del fratello, entra nella gioia del Signore; chi in- vece non lo fa, chi con le sue omis- sioni dice: A me che importa?, ri- mane fuori. Qui e nellaltro cimitero ci sono tante vittime. Oggi noi le ricordia- mo. C il pianto, c il lutto, c il dolore. E da qui ricordiamo le vitti- me di tutte le guerre. Anche oggi le vittime sono tante... Come possibile questo? possibi- le perch anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidit di denaro e di potere, c lindustria delle armi, che sembra es- sere tanto importante! E questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle ar- mi, hanno scritto nel cuore: A me che importa?. proprio dei saggi riconoscere gli errori, provarne dolore, pentirsi, chiedere perdono e piangere. Con quel A me che importa? che hanno nel cuore gli affaristi del- la guerra, forse guadagnano tanto, ma il loro cuore corrotto ha perso la capacit di piangere. Caino non ha pianto. Non ha potuto piangere. Lombra di Caino ci ricopre oggi qui, in questo cimitero. Si vede qui. Si vede nella storia che va dal 1914 fino ai nostri giorni. E si vede anche nei nostri giorni. Con cuore di figlio, di fratello, di padre, chiedo a tutti voi e per tutti noi la conversione del cuore: passare da A me che importa? al pianto. Per tutti i caduti della inutile stra- ge, per tutte le vittime della follia della guerra, in ogni tempo. Il pian- to. Fratelli, lumanit ha bisogno di piangere, e questa lora del pianto.