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natale, uno stile di vita

Vorrei dire tante cose a voce alta sul Natale e in questo Natale, ma ho
paura di essere una delle tante voci che arrivano nelle nostre case e che
ci propongono un loro modo di vivere il Natale.
Giorni fa, siamo rimasti sorpresi dalla chiusura del Centro Narconon a
Merlina; qualcuno s detto soddisfatta, qualche altro non ha capito la
durezza dellintervento dellautorit.
Al di l di tutte le incomprensioni e gli sfruttamenti di vario genere, il
problema "droga" resta e ci fa pensare seriamente, perch la droga una
tragica risposta ai grossi problemi della vita, un prodotto tecnico,
"piacevole, che dispensa dal vivere". La droga, tutti i generi di droga, non
sono una malattia, sono uno stile di vita.
Il Natale, quello di Cristo e della Chiesa, non una tradizione, folklore,
ma uno stile di vita.
La nascita di Cristo, la sua venuta in mezzo a noi, il suo mettere la sua
tenda in mezzo alle nostre case e per sempre, ci presentano un modo
diverso di vivere la vita, ci aprono uno spiraglio verso un modo nuovo di
essere uomini, ci donano ancora una volta la certezza di una presenza
concreta di Dio, di una solitudine vinta per sempre, di una forza che ci
viene continuamente fornita da Colui che venuto ad abitare in mezzo a
noi.
Questa certezza, a Natale si fa pi viva e ridona un senso di fiducia e una
volont di impegno: un progetto di vita che non si lascia deludere dagli
avvenimenti quotidiani e riemerge sempre.
Un Natale cos quello vero, quello autentico: ve ne parlo a cuore
sincero, senza paura.
E lo sento come un discorso continuo, che nella nostra comunit
parrocchiale dietro ad ogni iniziativa, ad ogni celebrazione, ad ogni
catechesi: imparare, insegnare, educare, testimoniare, essere uomini
"diversamente", alla scuola dellunico maestro, Ges, il Cristo.
Il mio augurio di Natale e di Buon Anno accompagnato da questi
pensieri:
che lo stile di vita del Natale diventi il nostro stile di vita;
che la speranza che nasce a Natale ci permetta di guardare ogni giorno
cose e avvenimenti con occhi nuovi;
che questa speranza resista, cresca, diventi luce che vince le tenebre
della notte, di ogni notte: della notte delle anime che sono senza fede o
vivono nellindifferenza, della notte di chi soffre nel corpo e nello spirito.
Per questo: vieni, Signore Ges, e resta sempre con noi!
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calendario
CELEBRAZIONE DEL NATALE
MEZZANOTTE: S. MESSA DI NATALE
ORE 8.00: S. MESSA
ORE 10.30: S. MESSA
ORE 15.00: LODE VESPERTINA
26 DICEMBRE: S.STEFANO
ORE 10.00: S. MESSA
31 DICEMBRE 1986
ORE 7.30: S. MESSA
ORE 20: S. MESSA CON IL CANTO DEL TE DEUM
1 GENNAIO 1987: FESTA DI MARIA MADRE DI GES
VENTESIMA GIORNATA DELLA PACE
ORE 8.00 S. MESSA
ORE 10.30: S. MESSA
ORE 15.00 LODE VESPERTINA - BACIO DEL BAMBINO
INCANTO DEI DONI DELLALBEROA FAVORE
DELLA SCUOLA MATERNA
2 GENNAIO: S. DEFERENTE, PATRONO DI RONAGO
ORE 7.30 S. MESSA
ORE 20.00 S. MESSA
VIENE RACCOLTA LOFFERTA DEL FOCATICO
6 GENNAIO: FESTA DELLA EPIFANIA DEL SIGNORE
ORE 8.00 S. MESSA
ORE 10.30 S. MESSA
ORE 15-00 LODE VESPERTINA
NOTA BENE:
Durante il periodo natalizio le sante messe festive sono celebrate: la
messa della vigilia festiva alle ore 20.00, le messe della festa e delle
domenica alle ore 8.00 e alle ore 10.30.
Buon Natale e Buon Anno
nella gioia e nella pace
portate a noi da Ges, il Dio fatto uomo!
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natale nel silenzio
Silenzio di Maria; che si fa accoglienza
allannuncio del grande mistero
ed in Lei la divina presenza
compie un prodigio mirabile e vero.
Silenzio di Giuseppe: il giusto, lattento
alla voce dellangelo che ha sognato
e si fa vigile e attende levento
del Messia da tutti invocato.
Silenzio di Betlemme: la piccola citt
che stupita si ferma a contemplare
un Bimbo che Salvatore diverr
e che la storia viene a cambiare.
Silenzio dei pastori: guidati dalla stella.
alla grotta; proni ad adorare
il Bambino che una lieta novella
venuto per tutti ad annunciare.
Silenzio di coloro che accolgono
del Natale il vero messaggio,
col cuore e la mente si pongono
a seguire Ges con coraggio
sulla via della giustizia e della bont
e ricominciano ogni giorno con amore
sorretti dalla grazia e dalla buona volont
a costruire un mondo migliore.
natale:
una Mamma, tante mamme
Ci pensiamo gi da. qualche tempo.
NATALE si avvicina e noi ancora non siamo pronti.
Malgrado tutti i nostri buoni propositi andr a finire
che, come al solito, ci ritroveremo allultimo
momento nella bolgia dei negozi per trovare il
regalo adatto a questo e a quello.
E poi, c il pranzo, ci sono gli inviti, gli auguri, gli
addobbi e.... tutto il resto.
Tutto il resto, appunto: lattesa, laccoglienza, la
gioia, la pace, lunione con Ges che viene in
mezzo a noi.
Ma forse questa parte del NATALE non fa pi
notizia; non ha niente di spettacolare o di comodo
da offrirci.
Il fatto che Dio nasca tra noi e per noi forse non ci
tocca molto di pi degli ultimi "miracoli" della
genetica: la predeterminazione del sesso,
linseminazione artificiale, la fecondazione in
provetta, il grembo di una donna preso in prestito
per nove mesi.
Il volere a tutti i costi un figlio, come e quando dico
io, oppure il non volerlo affatto, anche a costo di
ucciderlo.
Non si vuole certo ignorare il progresso che
luomo ha raggiunto in questo campo, n tanto
meno misconoscere il lavoro e le conquiste
positive di tanti studiosi. per anche vero che
tutte queste manipolazioni cos "tecniche" tolgono
alta maternit la sua essenza di partecipazione al
compimento di un disegno di Dio.
La privano del suo principale artefice, la riducono
ad un calcolo di probabilit, di X e di y, che anche
un computer tascabile saprebbe fare.
Avere un figlio dentro di s una cosa troppo
grande e troppo bella per doverla ricollegare ad
una provetta, ad un filtro, ad un vetrino, tutte cose
che del resto non risolvono le incognite e non
attenuano le paure, anzi, ci caricano di nuove
responsabilit.
E allora, perch stupirci, perch gioire, se Dio
stesso nasce?
Maria ha detto il suo s abbandonandosi alla
volont di Dio. Non ha fatto preventivi, non ha
posto condizioni. Non ha maledetto la sorte per
dover partorire in una grotta e piangere ai piedi di
una Croce. La Sua maternit coraggiosa e umile
ci ha dato Ges, ed questo il miracolo damore
che dobbiamo contemplare ogni NATALE ed in
ogni uomo di buona volont.
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Anche a natale c chi piange giuseppe g.
Quanto pi il nostro comportamento sar
superficiale, ostentato, ambiguo ossia
non religioso, non cristiano, tanto pi
sconsolante diverr il Natale per chi
meno..."fortunato".
Le lampeggianti luci dentro e fuori le
case, lungo le strade e nelle piazze;
linconsueta vivacit di gente frettolosa
pi o meno lieta o ansiosa;
il pi brioso gioire di bimbi e fanciulli;
lallettante atmosfera natalizia, ecco:
tutto pare condurci a trascurare, a
dimenticare coloro che, nella comunit,
stanno soffrendo situazioni
profondamente dolorose.
Anche a Ronago c chi piange!
Giorni festivi troppo appesantiti
dallabbondanza di cose futili o
dissacranti, da pesanti incrostazioni per
eccessivo benessere, da chiacchiere
oziose, da grevi pensieri, da bislacche e
frivole conversazioni e spesso anche da
epidermica religiosit... tutto ancora
sembra distoglierci anche dalla capacit
di saper o poter offrire almeno un
momento di riflessione, di attenzione, di
solidariet alle persone, ai bimbi e a chi
comunque coinvolto in sofferenze
morali di dolorosa gravita ed asprezza, in
situazioni di disagio profondamente ed
intimamente angoscianti.
Ecco, rendersi almeno consapevoli di
simili attualit, significherebbe non solo
riconquistare, elevare, spiritualizzare
(seppure parzialmente) un Natale, ma
anche e specialmente mitigare su di noi
la sempre pi inquietante crudezza della
parabola del Buon Samaritano.
La parabola nella quale la Sapienza non
coinvolge e non condanna due anonimi
malfattori per il pi vile dei comportamenti
umani, ma addirittura due consacrati al
bene del prossimo!
In mezzo a noi vivono silenziosamente,
con semplicit e modestia, dei veri
samaritani; se noi non troviamo attuabile
il consolare gli afflitti, non possiamo non
essere disponibili a donare la certezza di
una testimonianza di unit spirituale, di
sincera comprensione, di affetto sicuro.
Non siamo dei Samaritani? Non
possiamo nemmeno essere dei "Pilato".
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cos un presepio?
Ciascuno sa cosa un presepio e spesso ne
ha costruito uno. Ma la domanda non
inutile, se si ha attenzione non solo alla
riproduzione del paesaggio e della scena del
Natale di Ges, bens allo scopo che si
propone questa tradizione religioso
popolare.
Uno studioso ha scritto: "costruire un
presepio non uno svago, ma un atto di
piet: e una preghiera in azione.
continuare, sotto forma figurata, lofferta di
doni al pargolo divino...
Nel costruire un presepio, raffigurando i
pastori e i magi che offrono doni, significa
partecipare in qualche modo a quellofferta".
Un presepio quindi una composizione da
costruire ogni anno, con sentimenti di
partecipazione allavvenimento raffigurato.
Nella notte del 1223, san Francesco non ha
inventato il presepio, ma ha sollecitato lo
sguardo contemplativo della fede sulla scena
della nascita di Ges in modo da sentirsi
coinvolti, quasi protagonisti di quel fatto.
Esperienza resa reale dalla partecipazione
alla messa che fu celebrata in una stalla.
pensieri per la buonanotte di natale
PER UN ADOLESCENTE CRESIMATO
la fede non un atto: un viaggio...
PER SACERDOTI E SUORE
"Fa che io predichi senza predicare,
non con le parole, ma con lesempio".
(card. Newman)
PER GLI INDIFFERENTI
"La gente del mio paese non sorride pi
neanche la domenica quando ha le scarpe
nuove ai piedi. Gli alberi sulla piazza della
chiesa sono stati tagliati e la gente non va pi
in chiesa a pregare perch non ha pi tempo.
Nel ruscello non ci sono pi i pesci e nei prati
non ci sono pi farfalle; poi il mio cane
morto e il mio babbo mi picchia.
A volte penso: ma non saremo gi morti?"
( un bambino norvegese )
PER UN GIOVANE
"Signore, vorrei tanto aiutare gli altri a vivere!"
(Raoul Follereau)
PER GLI UOMINI CATTOLICI
" la via della Chiesa il dialogo
con luomo ".
(Paolo VI)
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PREGHIERA
DELLA FAMIGLIA
PRIMA DEL PRANZO
DI NATALE
II momento del pranzo, soprattutto a Natale, davvero e per tutte le
famiglie unoccasione di gioia. Mai come a Natale ci si sente uniti e sereni.
Propongo a tutte le famiglie di sottolineare questa gioia con una preghiera
prima di iniziare il pranzo. bello pensare che, nello stesso momento,
mentre le famiglie della nostra comunit si mettono a tavola, sale al
Signore una preghiera di ringraziamento e di lode. Si pu scegliere una
delle preghiere che trascriviamo qui di seguito.
Oggi il Figlio eterno del Padre
si fatto povero fra gli uomini,
e partecipe delle nostre sofferenze,
Insegnaci, Signore Dio nostro,
a riconoscerlo negli umili di questo mondo
e a condividere con amore
i beni che riceviamo dalla tua bont,
per Cristo Ges nostro Signore.
Sii benedetto, Signore Dio nostro,
per questo pasto che ci riunisce
nella gioia del Natale.
Possano tutti gli uomini nostri fratelli
accogliere pienamente quella pace
che il tuo Figlio venuto a portare sulla terra.
Padre, gradisci il nostro grazie
per i beni che ci hai dato
in Cristo Ges nostro Signore.
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notizie dei nostri missionari
Padre Giuseppe
Di Padre Giuseppe sappiamo che la situazione in
Uganda, come era stata presentata nella sua
ultima lettera pubblicata sul n. 3 del Giugno 85,
non migliorata per il persistere delle lotte tra le
varie trib.
Come ci raccomanda suor Amelia, preghiamo per
lui,
Suor Amelia
Carissimi Gamiti,
con questo mio scritto voglio dirvi un grosso GRAZIE ad alta voce. Grazie per
la vostra Missionariet, per il vostro impegno personale e comunitario.
S, grazie per questo vostro essere "veri cristiani" (il cristiano per natura Missionario... non
pu infatti tenere per s la gioia di aver incontrato Cristo, vedi la samaritana).
Grazie perch sento che voi ed io siamo una cosa sola ed in questa unit ci lasciamo attirare
e condurre da LUI ad annunciarlo agli altri con i mezzi che abbiamo a disposizione.
Perci diciamoci a vicenda: "il Signore ci attira, Stiamo sempre uniti, Coraggio e avanti!".
Io vi assicuro che sto bene e vi prego di sentirmi vicina.
LA NUOVA MISSIONE
Ormai da pi di un anno che mi trovo in questa nuova missione e, quante cose avrei da
raccontarvi!
Dovrei pure farvi un bilancio, ma non so da dove iniziare, perch non abbiamo potuto portare
avanti ci-che si era programmato.
Qui bisogna tener conto dei lunghi tempi necessari per far qualsiasi cosa, non solo, ma
bisognerebbe pure tener conto delle varie e pi o meno lunghe assenze della gente,
specialmente quando fanno o aspettano razzie.
Nel mio campo, posso dire che molte donne e ragazze hanno imparato a cucire a mano - di
cui sei donne sanno fare gli occhielli e solo due hanno imparato a cucire a macchina - (ci
sono state regalate due macchine tre mesi fa e stiamo pensando di dare un po d lavoro alle
donne facendo le divise per le scuole).
I POKOT E IL MESSAGGIO CRISTIANO
C da tener presente per che i nostri vari .impegni sono mezzi per portare alla gente il
messaggio cristiano.
A questo merito devo dire che le poche donne cristiane sono pi puntuali di prima alla
preghiera domenicale e pi pronte a sentire la Parola di Dio. Le pagane invece vengono pi o
meno puntualmente agli incontri, ma non si pronunciano, anche perch molte hanno la
difficolt, di essere seconde o terze mogli.
C invece un bel gruppetto di ragazze che promette bene, speriamo!
sebbene pure fra loro c la difficolt che i genitori le sposano prestissimo, per cui, non
potendo opporsi ai genitori, si perdono.
In Catecumenato, oltre queste ragazze, ci sono una trentina di ragazzi e ragazze della
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scuola. A questi pi facile arrivare al Battesimo; preghiamo tanto insieme a loro, perch
davvero riescano ad incontrarsi con Cristo.
Veramente, la nostra visita alle famiglie ci ha fatto notare un certo disinteresse alla religione,
ma questo non ci scoraggia.
Conoscendo da tempo lambiente dei pokot, sappiamo che ci vogliono tempo e pazienza,
poich alcune loro usanze - per esempio quella di rubare e uccidere - vanno proprio
capovolte per diventare cristiani e certo sar molto difficile per loro! Ci che sta succedendo
in questo tempo, poi, ci convince sempre pi di questo.
E mi spiego: i giovani guerrieri Pokot ne stavano combinando un po troppe; perci, un mese
fa, le trib vicine hanno chiesto laiuto al governo centrale che intervenne molto discretamente
a fare giustizia e pace. Ma i nostri fecero unimboscata pure ai soldati, uccidendone alcuni e
cos si sono attirati il peggio. Sono stati sequestrati di tutto il bestiame grosso che non sar
restituito finch non consegneranno i fucili. E siccome dicono di essere pronti a morire pur di
non rimanere senza fucili ( con i quali potranno rifarsi del bestiame) il governo ha fatto sapere
loro che passer a sequestrare anche le capre, le pecore e tutto il raccolto dellannata.
veramente una situazione dura e delicata.
SOFFRIAMO CON LORO E PREGHIAMO
Noi, pur desiderando la pace e la giustizia, soffriamo per e con la nostra gente, specialmente
con le donne e i bambini che non hanno nessuna- colpa, e preghiamo molto perch il Signore
illumini e tocchi i cuori di ognuno.
Non tralasciamo di far capire loro gli sbagli e come il Signore ci ha creati per la gioia, per La
pace e non per farci continuamente scappare per varie paure...
In questa preghiera vi sento molto uniti, perci voglio ringraziarvi tantissimo ad uno ad uno,
incoraggiandovi a continuarla sempre con tanto fervore.
Pregate molto anche per Padre Giuseppe, poich, avrete sentito, anche l le cose non vanno
ancora bene...
CHIESA DI PIETRE E CHIESA VIVA
Ho saputo che tutta Ronago sta facendo tanti grandi sacrifici per restaurare la nostra
Chiesa... ed io sento che state facendo anche la mia parte, quanto vi sono riconoscente!
Mi sembra gi di gustare fin da ora ci che sar... E, mentre vi mando questo mio grazie
tramite il Signore, Lo prego perch la Chiesa Viva di Ronago, che siete voi, sia sempre pi
viva a lode e gloria di Dio e a beneficio vostro e di tutti coloro che vi circondano.
In questa viva unione, vi ripeto gli auguri pi belli e vi saluto con tanto affetto, certa che siete
uniti a Padre Giuseppe e ad Ambrogio quanto, anzi di pi, di quello che siete con me.
vostra aff.ma suor Amelia
Ambrogio
Mi trovo a Sassandra, un villaggio vicino al mare.
La gente ancora genuina, pronta al sorriso e molto ospitale. Per darvi un esempio: oggi ero
in cortile ad aspettare un amico e la famiglia accanto stava mettendosi "a tavola" (non c il
tavolo)... ho mangiato con tutti loro e non mi conoscevano neppure! Questo capita sempre,
anche se poi per la sera non c niente e in casa ci sono i figli, i cugini, i nipoti che sono tanti.
In Macomb c quel detto: in ogni straniero si nasconde un Dio; aprigli la porta della tua
casa e quella del tuo cuore
La novit pi bella stata la Mariapoli, unoccasione per conoscere meglio tutti quelli che si
vedono una volta allanno sia della Costa dAvorio, che dei Mali o del Benin.
Una settimana prima ero stato in Guinea, a Zerekr, allordinazione di 5 nuovi sacerdoti, fra
cui uno del movimento.
Abbiamo scoperto una cristianit molto viva, la chiesa stata perseguitata per anni ed ora
rifiorisce con tutto il vigore di un albero potato...
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Oggi stavo tranquillamente camminando in cerca di noci di cocco, quando vedo, in mezzo ad
una piccola palude, sopra un grosso tronco, qualcosa che si muove; guardo meglio e... un
coccodrillo che sta prendendo il sole... per fortuna qualche animale rimasto ancora in Costa
dAvorio...
Cari saluti a tutti
vostro Ambrogio
un esperienza nuova
Una giovane ragazza della nostra comunit,
Carla Bianchi, partita lo scorso 29
novembre per unesperienza missionaria in
Per.
Carla lavorer a fianco di Padre Giovanni
Salerno, un agostiniano che ha fondato il
movimento dei "Servi dei poveri del terzo
mondo" e che tuttora si occupa di pi di 350
bambini orfani. La loro missione, a Cusco,
a 3500 metri di altezza; per ambientarsi e per
un periodo di prova, Carla si fermer laggi 3
mesi.
Anche se non tutti la conosciamo, le
assicuriamo il nostro ricordo e la nostra
amicizia attraverso la preghiera.
Sei per un seimila + uno
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"sei per un seimila": il dopo... guerrino
Passo dopo passo, lentamente, scavando con
lo scarpone nella neve ghiacciata il posto per il
piede di quelli che vengono dopo di te, con lo
sguardo un po sul ripido costone da percorrere
e un po rivolto alla cima da raggiungere, con la
gelida brezza che sbatte sul viso ed il sole che
non riesce a riscaldarti: cos s procede, nel
silenzio, rotto solo per incitare chi sente la fatica
o per dare o ricevere un consiglio e, dopo tanto
scarpinare, si arriva sulla vetta a tremila e rotti
metri.
Un brivido ti percorre la schiena guardando il
vuoto che si apre sotto di te, due metri pi in l;
forse paura? "No!" orgogliosamente pensi, "
solo il sudore, intriso nella maglia, che si
appoggia alla pelle!".
Guardi in basso, poi subito lontano, e la vista
corre tra le alte cime e le lunghe valli; ti perdi
nellazzurro immenso del cielo, rincorri qualche
nube solitaria e ti lasci abbagliare dal sole.
Serenit e pace, gioia e orgoglio, tranquillit e
stanchezza, tutto quanto passa dentro di te e ti
fa sentire immensamente felice; cerchi lo
sguardo degli altri compagni ed anche in loro,
dai piccoli ai grandi; leggi le stesse cose e con
loro, senza parlare, dici grazie. Ringrazi Dio per
quanto sta sotto e sopra di te, cos immenso,
cos pulito e buono, cosi meraviglioso; Lo
ringrazi perch ha guidato sicuro il tuo passo e
ti ha dato la forza per arrivare fin quass.
Una piccola sosta, un semplice spuntino, una
foto ricordo, un ultimo sguardo attorno, quasi a
voler immagazzinare il pi possibile tutta quella
natura, e poi si ridiscende verso valle, dapprima
con attenzione, poi a capofitto.
Questo per me "andare in montagna"! Nel
vedere quel 6000, venerd sera, ho pensato ai
miei tremila, dove le uniche difficolt sono le tre
ore di arrampicata o il pericolo d far cadere
qualche sasso sulla testa del tuo compagno, e
mi sono sentito piccolo piccolo.
Ho cercato di scoprire quali fossero le
differenze tra le due altitudini, per tentare di
capire il perch del mio stato danimo e, dopo
un po di riflessione, mi sono rincuorato e
rinfrancato. Certo, le differenze tecniche sono
immense, come immenso il divario che
separa le difficolt, ma una cosa, la pi
importante, mi parsa uguale: il gusto, la gioia
di "fare montagna"!
Ho pensato e ricordato la noia che invade tanti
giovani, impedendo loro di dare entusiasmo alla
vita. Cosa pu dare loro la montagna?
Tanta fatica, certo, ma anche tanta concretezza
e sincerit; due cose, cio, che dicono di
esigere dal mondo.
Poi, momenti di amicizia, quella vera, cos
difficile da trovare lungo le strade asfaltate o
nelle discoteche; una natura ancora abbastanza
intatta, che loro non ricordano, perch noi
labbiamo cancellata dalle nostre citt e la
stiamo cancellando dai nostri paesi e che
aspetta loro per essere amata difesa.
Ho pensato e ricordato ciascuno di noi {ladulto)
che in estate, la domenica, spesso va in
montagna, portandosi dietro la citt.
Nella maggior parte dei casi arresta la propria
vettura ai margini della strada e vuota fuori
tutto.
Trascorre la sua giornata e, a sera, se ne
ritorna a casa. Dalla montagna ha ricevuto nulla
o quasi, perch lui che ha dato: i suoi rifiuti, i
suoi sprechi; perch lui che ha portato via: la
natura intatta, la tranquillit delle valli.
Le diapositive sono finite. Tanti applausi e poi
ognuno di nuovo a casa. Guardando Renato ed
i suoi amici, mi rimasta un po di nostalgia e di
invidia. Nostalgia perch per i miei tremila devo
aspettare mesi e mesi tra le scartoffie; invidia
perch loro hanno saputo osare di pi ed hanno
ricevuto "pi montagna".
Qualcuno mi dir che sono matti e temerari a
rischiare losso del collo in cima ad un mucchio
di neve e di ghiaccio, che la montagna causa
di tante morti.
Forse che non rischiano i nostri giovani quando
percorrono la strada a velocit folle con le loro
moto o macchine? Forse che non savviano
verso la fine quando, spinti dalla noia, "provano"
la strada della droga? Forse che noi non ci
ammazziamo lentamente, ma inesorabilmente ,
con i nostri inquinamenti o davanti alle continue
tavole imbandite?
La montagna, quella vera, tremila o seimila, non
d queste cose!
A ciascuno la sua scelta!
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da 20 anni Sacerdote
29 giugno 1966 - 29 giugno 1986
Due date che la nostra comunit ha voluto
vivere con solennit perch ricordavano i miei
20 anni di sacerdozio.
Sicuramente non mi aspettavo una
celebrazione particolare, perch di solito si
festeggiano i 25 anni o i 50 anni, ma di fronte al
fatto compiuto, non ho potuto che lasciar fare.
Ora, non mi resta che ricordare con piacere
quei momenti di preghiera e di festa che hanno
visto riunita la nostra comunit.
Molto belle e piene di affetto sono state le
parole che Don Albino ha detto al momento
della predica, cos come sono stati significativi
le preghiere, i canti, i doni della processione
offertoriale che hanno accompagnato la
celebrazione eucaristica.
E le sorprese non sono terminate con il
rinfresco organizzato con tanta cordialit al
centro parrocchiale e caratterizzato da alcune
simpatiche scritte e addobbi dei ragazzi e dei
giovani, perch nella famosa "busta per don
Antonio" della messa, mi sono ritrovato
unofferta grossissima che stata adoperata
per acquistare un salotto per la casa
parrocchiale.
Dire ancora una volta il mio GRAZIE a tutti,
piccoli e grandi, non penso possa bastare per
manifestare tutta la mia gratitudine ai
ronaghesi; credo, per questo che limpegno, pi
volte rinnovato, di essere prete, uomo di Dio, in
mezzo alla nostra comunit sia il pi bel gesto
di riconoscenza che un parroco possa fare ai
suoi parrocchiani.
Don Antonio
festa della
nostra Madonna
Ricordare la festa della nostra Madonna, che
questanno stata celebrata il 31 agosto,
rivivere uno dei momenti pi belli di un anno,
in cui ci si riscopre comunit attorno alla
Madonna, invocata come Madre della
Consolazione, ma guardata anche come
modello della nostra vita.
Preghiere, canti, invocazioni, presenze si
sono susseguiti in un crescendo che
manifesta una viva devozione.
La parola di don Dante ci ha aiutato a
riscoprire la validit di ogni nostra sofferenza
e a ripensare che Ges ci ha donato Maria
come Madre nella croce, nel momento in cui
anche lui era provato dal dolore.
La processione, favorita da un tempo
bellissimo, ha riportato in mezzo alle nostre
case la statua della Madonna come segno di
una costante volont di camminare sulla via
della fede.
I canestri, la pesca, le varie iniziative del Foc
e Fiam hanno fatto da cornice, com da
anni, a tutte le varie celebrazioni, creando un
clima di familiarit e di solidariet.
12
don Albino
una scelta per gli altri
L86 stato anche la certezza che la vita non si
specchia solo nelle illusioni. Arrivo nel silenzio del
primo pomeriggio di un giorno dagosto, quando
la calura sembra non dare tregua.
Mi guardo attorno con occhio attento, cercando di
imprimere nel taccuino della mia memoria ci che
mi colpisce di pi. Non la prima volta che
vengo, ma stavolta sono qui con la precisa
intenzione di raccontare ai lettori di "Ronago 86"
la giornata di un prete guanelliano quarantenne
che ha fatto dellaiuto e del servizio agli esclusi
una scelta di vita.
Mentre sto osservando, dallalto di una terrazzina,
la straordinaria linearit dei campi coltivati e degli
alberi da frutto di questa propriet, mi viene
incontro Don Albino, la fronte madida di sudore,
che mi stringe la mano vigorosamente e mi
accompagna a visitare le serre dove ragazzi
attenti e volonterosi stanno innaffiando gerani e
piante ornamentali. Sono molte le serre e tutte
ben curate, frutto del lavoro di questi ragazzi che
vi si dedicano con impegno e seriet.
Mentre ci avviamo alle stalle dove ben 40 mucche
vengono nutrite e munte quotidianamente, tutte
allineate come in una moderna ed efficiente
azienda agricola, don Albino ripercorre
brevemente la storia e lorganizzazione della
"Casa di Gino", sorta nel 1946 a seguito di una
donazione fatta da una signora, il cui figlio, Gino
appunto, era perito nel 1941 durante lultima
guerra.
I ragazzi handicappati psichici sono organizzati in
comunit di lavoro ed ognuno di loro si occupa di
unattivit specifica.
Oggi non ne vediamo molti perch alcuni sono a
trascorrere un periodo di riposo i"h montagna con
alcuni assistenti.
Dalle stalle passiamo alle conigliere, dove sono
stipati centinaia di conigli, quasi tutti bianchi. Gi,
lontano, si possono soltanto intuire i confini di
questo posto immenso.
Don Albino mi racconta di come sia difficile
guidare questi ragazzi e di come sia necessario
seguirli ed incoraggiarli in modo costante.
Quando parla di loro, lo fa senza enfasi e senza
autocompiacimento, con un amore ed una
serenit danimo eccezionali, cosciente che la sua
vocazione si realizza giorno per giorno nella
pazienza e nelloperosit silenziosa.
Visito poi la piscina nella quale i ragazzi s
immergono quotidianamente per compiere
esercizi di rieducazione. Di fronte alla piscina c
lo spaccio gestito da pensionati che vengono qui,
nel loro tempo libero, a prestare la loro preziosa
opera.
bello constatare come questa comunit non sia
chiusa in se stessa, ma sia parte integrante della
comunit pi ampia che ne capisce a fondo il
grande valore,
Eccomi giunto alla fine di questa visita, durante la
quale ho imparato che la sofferenza pu anche
non essere rassegnazione e sconfitta e che la
pace che tanto invochiamo la possiamo trovare in
uno sguardo o in un gesto che facciamo,
infrangendo il cerchio chiuso dei nostri egoismi e
delle nostre miserie, che, spesso, siamo tentati di
scambiare per "normalit".
maurizio r.
13
ricordo del Dottor Francesco
"Signore, accogli la sua anima".
Da tanti questa preghiera salita al cielo in
un pomeriggio dautunno per il dottor
Francesco Ambrosoli.
uscito dalla scena terrena in fretta,
domenica 19 ottobre, durante una cerimonia
della C.R.I., sottocomitato di Uggiate
Trevano, di cui era presidente. morto sul
campo di battaglia, in prima linea; un campo
di battaglia non fatto di armi, ma di pace, di
amore verso il prossimo come quello della
C.R.I.
A 77 anni, dopo una lunga vita, intensa di
attivit, tornato a Dio per riceverne la giusta
ricompensa. Labbiamo conosciuto come
datore di lavoro.
Unitamente ai fratelli, ha saputo condurre
intatta e solida, dal dopo guerra ad oggi, la
ditta omonima, attraverso le alterne vicende
delleconomia italiana; dapprima con la
fermezza del suo carattere; in questi ultimi
anni con la ponderatezza della sua
esperienza.
Labbiamo visto tra noi come amministratore
pubblico.
Dal 1931 al 1943 come Podest, dal 1950
come sindaco, ha guidato lamministrazione
di Ronago.
Tanti anni passati a contatto della gente, per
cercare di dare ad essa ci di cui aveva
bisogno e questo quando era difficile trovare
un buon amministratore sotto tutti gli aspetti.
Labbiamo visto tra noi come uomo e
cristiano a condividere momenti belli e tristi
delle persone, delle famiglie, di tutto il paese;
a piangere la figlia Elena, morta nel fiore
degli anni dopo una lunga malattia; alla
messa domenicale fianco a fianco di tutti, per
ascoltare la Parola di Dio, scambiarsi la pace
e nutrirsi dellEucaristia; nei momenti difficili,
in cui essere cristiano comportava scelte
sofferte e coraggiose; in tante circostanze
pronto, con generosit, a far fronte ai bisogni
della comunit; nellassiduit di servizio
verso la C.R.I., dove ha saputo unire alla
generosit la cordialit, contribuendo alla
crescita di un complesso veramente efficace.
Iddio sapr accoglierlo e dare ad ogni
aspetto della sua vita il giusto valore e il
meritato riposo.
14
Un amico di tutti
Cera tanta gente ad accompagnare il nostro
messo comunale o semplicemente, il
nostro Angelo Dino - alleterna dimora.
Una moltitudine di persone, venute anche da
fuori paese, per porgergli lultimo saluto, per
un grosso grazie, per un omaggio
riconoscente al suo spirito di servizio e alla
sua disponibilit. Non si chiedeva invano a lui
un favore!
Attento, dinamico, pronto ai bisogni della
comunit e della singola persona, sensibile ai
problemi di ciascuno, nascondeva sotto
unaria scanzonata e sempre pronta alla
battuta, una grande sensibilit danimo.
Faceva parte della nostra corale
parrocchiale: la sua presenza alle prove era
assidua e costante, amava cantare e lo
faceva con tanta passione.
Abbiamo celebrato insieme lultima
Eucaristia, cantando per lui i pezzi che
prediligeva.
Con il cuore gonfio di commozione, di dolore,
ma anche di serenit.
Il suo posto era vuoto, ma spiritualmente lo
sentivamo presente.
Lo pensiamo ora a cantare nel coro celeste,
nel regno che Dio dona a coloro che, come
Angelo Dino, hanno vissuto di tanta carit.
i componenti della corale
la mia chiesa
Son tutte belle le colline
che circondano la chiesa di Ronago,
il panorama una cosa meravigliosa
quando il tramonto tinge il campanile di rosa.
Nella mia chiesa tutto silenzio, tutto tace,
chi l si ritrova per una prece
sente nel onore una gran pace.
La pace di quelli che di l son passati
che non han pi domani, ma che con infinito amore
un giorno lontano l han donato il loro cuore.
Guardando la nostra Madonna benedicente:
- "fa che ogni Ronaghese ami sempre la sua gente,
ami la sua chiesa con tanto fervore
e ogni tanto si ricordi di donarle... un fiore.
15
27 ottobre
ad Assisi
per la pace monica
II 27 ottobre stata una giornata storica: mai era
accaduto prima che i rappresentanti delle diverse
religioni si ritrovassero insieme a pregare per la
pace.
Si sono incontrati ad Assisi, superando ogni
motivo di divisione e dimostrando cos che il
dialogo tra le religioni desiderato da tutti, in
quanto la salvezza delluomo fondamentale in
ognuna.
"La pace, cos cagionevole di salute -ha
sottolineato il Papa - richiede una cura costante
ed intensiva. Su questi sentieri possiamo
avanzare a passi sicuri, perch non c dubbio
che gli uomini non hanno mai avuto tanti mezzi
per costruire la pace quanti ne hanno oggi".
E, continuando, "... consci che, lasciati a noi
stessi, falliremmo..."
Siamo stati coinvolti in prima persona a vivere
quellincontro, rispondendo allinvito del Papa a
pregare e fare penitenza.
Cos, anche se a distanza, abbiamo potuto dare
un contributo personale, proprio perch la pace
costruita da ognuno.
Durante quel luned di preghiera, su invito del
pontefice, in tante zone di combattimento si sono
abbassate le mitragliatrici; anche questo stato
un segno dellesigenza di essere in prima linea a
costruire una societ pi giusta. Un
atteggiamento, questo, che non pu portare i frutti
desiderati se non siamo motivati da una fede
autentica, sorretti dalla preghiera e dalla
penitenza.
Quei diversi credenti raccolti insieme hanno
costruito un momento di unit. Il 27 ottobre non
rester un momento a s, ma rappresenta linizio
di un cammino in comunione.
ora di religione roberto
Un avvenimento che ha caratterizzato in maniera
particolare questanno quello riguardante il
problema dellora di religione.
A mio giudizio, questultimo pu essere
sintetizzato in tre principali fasi.
Innanzi tutto, si discusso assai animatamente
sulle modalit particolari da applicare (per
esempio, lutilizzo dellora da parte di chi non si
avvalso della scelta).
Ogni partito o corrente politica ha espresso una
16
sua opinione in merito alla questione, ma, in
definitiva, non si raggiunto un accordo ben
definito.
seguita una fase mediana, di stasi, che ha,
coinciso con i mesi estivi e le prime settimane di
lezioni scolastiche, In questo momento la
situazione sembrava tranquilla e non destava
alcuna preoccupazione, fino a quando sono sorte,
nuove polemiche, portate soprattutto da chi non si
avvaleva dellora.
Costoro hanno accusato e accusano gli enti
scolastici di compiere delle discriminazioni
rifiutando la loro presenza a scuola e non
proponendo loro attivit integrative.
Il malcontento ha raggiunto anche gli organi
amministrativi e governativi e si ritornati alla
situazione di partenza,
A questo punto, mi sembra opportuno che lo Stato
dia la facolt ad ogni singolo Istituto (cosa gi
parzialmente avvenuta) di scegliere e decidere
come gli alunni devono utilizzare lora integrativa.
C da sperare che con lavvento dellanno nuovo
cessino gli ultimi strascichi di questa, lunga, e a
tratti anche inutile, polemica.
impressioni
grest 86 erminia
Riassumere in poche righe lesperienza del Grest
non facile, poich dalle parole non trasparir
certamente tutto limpegno, la gioia, lamicizia e
(perch no) la fatica di quei giorni.
Il Grest infatti prima di tutto voglia di stare
insieme agli amici, per rafforzare amicizie e
crearne delle nuove, in un ambiente che vuole
essere educativo. Le attivit del Grest ci hanno
stimolato in questo cammino, proponendoci ogni
giorno delle navi cariche di difetti da abbattere a
colp di virt.
Il filo conduttore del Grest, infatti, erano
questanno i racconti di Gulliver che ci hanno
aiutato a capire, come lo aveva capito Gulliver,
che ogni uomo, a qualsiasi latitudine viva, ha dei
limiti e non sar mai perfetto.
Ecco allora il paragone: anche noi non siamo
esenti da difetti, ma insieme vogliamo "navigare"
nel mare della vita ed affondarli, perch trionfino
amicizia sincerit, amore, fratellanza, abbattendo
maschere, paure e pregiudizi. Ecco allora
limportanza della preghiera nella giornata dei
Grest: ci aiuta a sentirci uniti allunico Padre che
ci ha amati per primo e che ci segue sempre nel
nostro cammino.
Non so quante navi i ragazzi hanno potuto
abbattere sulla loro mappa, certo che in
qualche modo questo sforzo non, stato vano.
Tutto questo molto importante, perch non sono
parole vuote, ma ci che emerso da interviste
che i ragazzi pi grandi hanno fatto ai
responsabili del loro gruppo e ai loro amici. Tutti
hanno sottolineato il desiderio di ripetere questo
tipo di esperienza, cercando di migliorarla sempre
pi, eliminando i lati negativi che i ragazzi hanno
colto con occhio critico: il poco impegno, da parte
di alcuni ragazzi, che crea, confusione e disordine
e lincapacit di stare insieme. Anche questi limiti
che i ragazzi hanno colto sono di stimolo per
migliorare questa esperienza, purch da parte di
tutti ci siano impegno e disponibilit a superare le
difficolt che s incontrano per stare insieme.
Alcuni di noi lo stanno gi sperimentando durante
loratorio domenicale che stiamo vivendo in
questo periodo e in cui vorremmo vedere
protagonisti tutti i ragazzi e i responsabili che
hanno partecipato al Grest.
17
sci club Ambrosoli
Questanno si celebra il decennio dellattivit
sciistica: infatti nellottobre del 1976 che ha
avuto inizio la vita del Comitato Sci della Sportiva
Ronago, sorto su richiesta di vari soci che
volevano estendere linteresse al di l del calcio,
per dare sfogo al desiderio di passare le
domeniche facendo sport in ambienti sani e
circondati da bellezze naturali (quasi)
incontaminate.
Inizialmente il Comitato Sci ha lavorato senza
gravare minimamente sul bilancio della sportiva
(gi fortemente impegnato nel campo e negli
spogliatoi), limitandosi a promuovere escursioni
domenicali e ad organizzare corsi- scuola sci.
In seguito, aderendo al desiderio di alcuni soci, si
incominciato a partecipare a gare zonali e
provinciali che hanno portato ad un incremento
notevole dei costi, coperti dalla Ditta Ambrosoli,
sensibile a questi problemi. da allora che stato
fondato lo Sci Club Ronago Ambrosoli,
regolarmente inscritto alla Federazione Italiana
Sport Invernali.
Molti ricordano i corsi-scuola sci svolti per anni
nellaccogliente centro valtellinese di Caspoggio,
dove veramente in tanti hanno imparato a sciare o
hanno perfezionato le loro doti.
Lo Sci Club Ambrosoli, a nome del presidente
Papis Pier Luigi, augura a tutti Buon Natale e un
Felice e Sereno Anno Nuovo, ringraziando chi ha
partecipato alle sue varie attivit e la Ditta
Ambrosoli che tanto generosamente gli vicino.
PROGRAMMA SCIISTICO ANNO 1986 - 1987
ESCURSIONI SULLA NEVE
18 gennaio 1987 Splugen (Svizzera)
1. febbraio Madesimo
15 febbraio Sils (Svizzera)
22 febbraio Caspoggio - Meeting
dellAmicizia
14 - 15 marzo Traversata del Monte
Bianco
29 marzo Corvatsch (Svizzera)
3 maggio Cena sociale
N.B. A Caspoggio, il 23 febbraio di questanno, lo
Sci Club Ambrosoli Ronago ha vinto ledizione del
Meeting dellAmicizia. La classifica la seguente:
Ambrosoli Ronago punti 224
Lieto Colle (Par) " 173
Boletto (Tavernerio) " 156
Villaguardia 155
Monguzz (Rebbio) 80
partecipanti n 240
pierluigi p.
seconda edizione
palio 86 pierluigi .p
II 1986 alla fine: ora di bilanci e di riflessioni.
Tante cose sono passate accavallandosi le une
alle altre e i loro ricordi sono ormai pi o meno
velati.
Una manifestazione che spicca pi marcata
quella del Palio dei Rioni.
Questanno si svolta la seconda manifestazione,
baciata dalla buona sorte per quando riguarda il
bel tempo che ha accompagnato ininterrottamente
le otto giornate dedicate ai giochi.
Il ricordo pi bello legato alla gioiosa
partecipazione dei pi giovani, che hanno dato
unimpronta di gaia spensieratezza e di grande
entusiasmo, impartendo un chiaro insegnamento
ai loro compagni "pi grandi" per come deve
essere "vissuto" un Palio.
Limmancabile intrecciarsi di piccole lamentele e
polemiche passato in secondo piano, lasciando
spazio nella nostra mente alla parte pi bella e
significativa della manifestazione: laver visto una
partecipazione intensa di persone di ogni et e
categoria sociale. Che conta su tutto laver
constatato come la popolazione disponibile a
vivere in comunit, pur con un sarto agonismo.
Per coinvolgere la gente a stare pi vicina, non
servono grandi cose, ma solo buona volont.
Questo pensiero ci accompagner fino alla vigilia
dei prossimo Palio, mentre adesso si fanno tanti
auguri a tutti coloro che da attori o da spettatori
hanno prestato la loro disponibilit
18
386 - 1986 felice g.
1600 anni di storia della diocesi di Como
Un anno, un periodo di tempo che definirei
"lungo", in cui tante cose si possono fare,
ricordare... 1600 ne sono passati da quando San
Felice, inviato da S. Ambrogio arriv a Como,
missionario di quella fede che, entrata nella storia,
ha portato a tutti gli uomini la "buona novella" di
gioia e di speranza.
E per un anno intero la nostra diocesi ha fatto
memoria di questi 1600 anni trascorsi dal
novembre 386; e fare meritoria un po pi che
"ricordare", un rivivere per "ripartire" con nuovo
slancio: come la S. Messa il "memoriale" della
morte e risurrezione di Cristo.
In questo 1986, tante sono state le iniziative tese
a "fare memoria", a "vivere la missione".
Si potrebbe fare un elenco lunghissimo e si
correrebbe il rischio di dimenticare qualcosa,
anche perch ogni parrocchia, ogni zona
pastorale ha vissuto in modo particolare
questanno di Grazia.
Due cose vorrei per ricordare: lAssemblea
Diocesana e la serie di conferenze presso la
biblioteca comunale di Como.
Il primo stato un grossissimo avvenimento
pastorale. In un giorno e mezzo di relazioni e
comunicazioni, conclusi con la concelebrazione
pontificale della domenica 16 novembre, presenti
lArcivescovo di Milano e il Vescovo di Lugano, si
sono gettate le basi per un lavoro futuro, dopo
unattenta verifica e memoria del passato.
Il "fare memoria" stato un passo molto
importante, un rifondarsi nelle vere radici del
credere, attingendo anche alle testimonianze di
tanti Santi che ci hanno .preceduto nella
trasmissione della Fede. Da queste radici,
garanzia di solidit, nasce la missione. Una
missione da vivere nel mondo. Ecco allora la
seconda iniziativa che volevo ricordare; la storia
della diocesi anche storia della presenza di Dio
in un preciso territorio geografico tra gli uomini e
la Chiesa locale ne appunto il "sacramento", il
sogno pi tangibile.
Il ristudiare in senso storicamente critico questi
anni ha significato anche rivisitare la presenza di
Dio in questo arco di secoli qui tra la nostra gente.
Tra le tante cose sono state fatte: pubblicazioni,
medaglie, incontri, meditazioni, i convegni zonali:
un convenire che ha rivelato una Chiesa viva e
garante.
Tutto questo perch?
Non credo che lo Spirito abbia suscitato tutto
questo solo per "fare teatro".
Occorre ora. passare concretamente, con
decisione, dalla "memoria" alla "missione",
Missione l, nei nostri territori, in quei luoghi cio
dove la nostra vita scorre. Missione che trasmette,
come i nostri genitori, i nostri "Padri" prima di noi
hanno fatto nei nostri confronti, quei valori che
sanno dare un senso allesistenza, quei valori
che, fondati sul martirio di Carpoforo e compagni,
San Felice ha per primo testimoniato come
successore degli Apostoli in questa terra lariana.
Missione che oggi affidata, ad ognuno di noi,
piccolo o grande. un grosso impegno che
prende completamente; non soltanto alla
domenica a Messa, ma durante tutta la giornata,
durante tutta la vita.
La "memoria" ci sostenga nella nostra Missione.
19
Nella nostra chiesa
Alberto Bogani
Nella nostra comunit, una figura che
certamente ha caratterizzato queste 1986
stata quella del pittore Alberto Bogani. Ha
trascorso tante giornate tra quei ponteggi
piazzati in chiesa - e a chi vi entrava, non era
facile scorgerlo al lavoro, per si sapeva e si
"sentiva" che era l, in alto, e che, in silenzio e
con tanta attenzione, stava "cambiando
qualcosa... si intravvedeva poco e una certa
curiosit prendeva tutti.
Ora i risultati del suo paziente e preciso lavoro
sono davanti ai nostri occhi; ora possiamo
ammirare linterno della nostra chiesa in tutta la
sua bellezza e luminosit.
A. Bogani sempre vissuto di pittura e questa
tuttora la sua passione.
Proprio i dipinti a soggetto sacro sono quelli in
cui egli si realizza maggiormente - e in queste
opere si pu avvalere di lunghi e seri studi di
teologia.
In un recente articolo apparso sul Corriere della
Provincia, siamo riusciti a scoprire come egli
racconta la nascita e lo sviluppo di una sua
opera.
Le figure e le varie scene che rappresenta
-sono il frutto di un attento studio, per riuscire a
comunicare un messaggio.
Lo stadio pi "sofferto" e pi creativo quello
della nascita dellidea; il soggetto appare
lontano, nebuloso e portarlo dal mondo delle
emozioni a quello razionale comporta fatica.
Segue la fase dellabbozzo: con poche linee
essenziali, lartista fissa i concetti principali
dellidea, per poi modificarli, migliorarli con una
successiva riflessione.
Ultima e terza fase quella della realizzazione,
in cui si scoprono i dettagli. Lidea si anima e
comincia a vivere di vita propria. Linee e colori
divengono definitivi e pronti per il giudizio del
pubblico.
Molte chiese, del Comasco e del Ticino,
conservano suoi affreschi. Ora anche la nostra!
Non ci resta che rinnovare il nostro grazie a lui
(ed ai suoi collaboratori) per la loro disponibilit
e bravura.
Ci rivedremo dopo le feste.. sar infatti la volta
del presbiterio e della pala di S. Vittore.
II nostro pittore gi da tempo ha in mente un
suo progetto per valorizzare questa parte della
Chiesa e renderla veramente il centro del
nostro incontro con Dio e della sua presenza in
mezzo a noi.
don antonio
20
1987: cosa sar? giuseppe g.
Abbiamo ricevuto questa "previsione" per il
nuovo anno (giusta o sbagliata?}; noi la
pubblichiamo e lasciamo a ciascun lettore la
possibilit di vivere l87 cos o in modo
diverso.
Il 1987 sar ineluttabilmente unappendice
dell86.
Ci saranno sconclusionati demagoghi con un
seguito di cortigiani e folle di sprovveduti e di
ingenui che persevereranno, in nome della
libert, ad opporsi alla libert di
insegnamento della religione nella scuola e
continueranno ad esibirsi infaticabilmente in
fumosi cortei e movimenti spesso
contrassegnati da "cicalate" sulla (loro) pace.
La pace!
Questa fata morgana "falso scopo"
determinante per il monopolio di astute
strategie politiche, tese alla
cloroformizzazione e manipolazione delle
grandi masse e alla legittimazione della
dissipazione di uomini, di "intelligenze", di
capitali, sar ancora il bluff dellanno. Nell87,
centellineremo a staffetta i soliti surrogati
della pace: da quello sindacal-politico a
quello petrolsceiccale, dallo sport-maniacale
a quello cultural-televisivo...
Degusteremo, ma con bruciori di stomaco,
forme di raggiri, di mistificazioni, di effimeri
compromessi che avranno essenzialmente
valore intimidatorio per i vari ricatti di coloro
che ci stanno rovinando il mondo.
Saremo sospinti ancora, inconsapevolmente,
nei marosi di antagonismi, di contraddizioni,
di conflitti, di illusorie conquiste sociali.
E noi cristiani?
Rinunceremo ad essere uomini forti e a
vivere come segno di contraddizione in
mezzo a tanto perbenismo e alle scaltre
forze del male.
Nell87 ci toccher di vedere lacquiescenza
di molti di noi cristiani al "cos va il
mondo...nessuno pu farci niente..." non
possiamo far altro che adattarci, con
conseguente servizio part-time a due
padroni.
Dunque?
Non si possono porgere gli auguri di buon
anno, perch l87 cos labbiamo gi vissuto.
Possiamo solamente augurarci di riuscire pi
seriamente a leggere, ad ascoltare, a
meditare le istruzioni su come meritare la
Pace, chiaramente descritte nei Vangeli.
Buona lettura, quindi!
21
dal 1 gennaio
parrocchia
e sostentamento
del clero
CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO
COMUNICATO
Con il 1 gennaio 1987, entrano in vigore le nuove
norme per il sostentamento del clero.
Il Consiglio Pastorale Diocesano ha emesso il
seguente comunicato.
Premesse
1. Le nuove disposizioni che regolano i rapporti
tra comunit civile e comunit ecclesiale si
collocano nello spirito del Concilio Vaticano II.
In questa prospettiva doveroso guardare con
serenit e fiducia al nuovo ordinamento, per
favorire, ciascuno per la parte che gli compete, un
atteggiamento di rinnovata corresponsabilit nella
vita della Chiesa.
2. La parrocchia, insieme alla diocesi, acquisisce
col Concordato personalit giuridica a tutti gli
effetti civili. Questo esige che la parrocchia diventi
veramente comunit. Comunit di credenti che
trovano il loro riferimento nella Parola di Dio e lo
stile di comportamento nello spirito evangelico
delle beatitudini.
3. Il sacerdote - parroco, come pastore, luomo
del]a comunit. Le nuove norme che regolano il
suo sostentamento -senza previdenze dello Stato
- devono inserirsi in un discorso di comunione.
Una volta in pi siamo invitati a vedere nel
sacerdote-parroco non un isolato o un burocrate a
cui chiedere determinati servizi, ma colui che
condivide totalmente la vita della comunit,
secondo il carisma suo proprio.
4- La parrocchia-comunit, guidata da una
rinnovata figura di pastore, chiamata, in forza
dei nuovi accordi, a esercitare sul territorio una
incisiva promozione umana, rendendosi presente
nel sociale, nella cultura, nella formazione della
pubblica opinione; ma soprattutto dove pi gravi
sono le urgenze dei poveri.
Orientamenti operativi
Alla luce di queste premesse, si sono individuati i
seguenti riferimenti operativi per avviare una
nuova consapevolezza in ordine ai beni della
Chiesa e al sostentamento del clero.
Le offerte dei fedeli, quale frutto che nasce
dalleucaristia, devono essere valorizzate in ogni
comunit anche nel loro significato di gesto
liturgico, segno di corresponsabilit e preciso
impegno del cristiano a contribuire ai bisogni della
Chiesa.
Il Consiglio per gli affari economici (la cui
costituzione obbligatoria a norma del Codice)
sia occasione privilegiata per una gestione
comunitaria, capace di stabilire una corretta scala
di valori e di garantire piena trasparenza
nellamministrazione.
I nuovi ordinamenti devono rappresentare
loccasione particolare per una maggiore
valorizzazione delle competenze dei laici,
chiamati soprattutto oggi, ad assicurare la
saldatura tra comunit ecclesiale e comunit
civile, presupposto irrinunciabile per una fede
incarnata nella comunit degli uomini.
Tutte le comunit parrocchiali si sentono
impegnate a sostenere gli organismi di
partecipazione ad ogni livello, ad approfondire il
proprio senso di appartenenza alla Chiesa locale
e, in comunione con le altre parrocchie, a dare
maggior impulso alla propria azione pastorale
attraverso la condivisione del cammino pastorale
di Zona.
22
4 gennaio: spettacolo di burattini
la chiave doro
un gruppo di genitori
presenta uno spettacolo di
burattini ideato e preparato
da loro.
Lo spettacolo offerto a tutti
piccoli e grandi, perch
possano conoscere uno dei
modi pi antichi di
divertimento.
Il ricavato dello spettacolo
a favore della scuola
materna di Ronago.
23

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