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COMUNIT 68 - ANNO 1 n.

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Marzo 1968

Direzione e Redazione: Via Milano, 19 - Ronago -







nato Comunit 68 da unidea di don Matteo e dallimpegno di un gruppo di giovani che
quellidea hanno accolta con entusiasmo.

nelle nostre intenzioni di dare al foglio, che avr frequenza pressoch mensile, una
impostazione giovane che, per essere tale, rispecchi una posizione aperta, coraggiosa,
estremamente critica, di fronte alla realt sociale che ci circonda. Amplieremo il nostro
angolo di visuale, dalla vita paesana, che vede tutti noi, amici lettori, quali protagonisti
diretti, ad orizzonti via via pi vasti, che proprio Ronago assumono come punto di vista.

Questo nostro interesse per gli altri un motivo tipicamente cristiano, che risponde daltra
parte, allesigenza, propria degli uomini di allacciare rapporti sociali, di conoscersi sempre
di pi. E proprio quello di migliorare le nostre conoscenze lo scopo principale per cui
nasce oggi Comunit 68.

Scopriremo insieme, ad esempio, in quanti siamo; leggeremo pagine di storia che vedono i
nostri padri come protagonisti nello sforzo reciproco di capirci, di saperci aprire alla
comprensione e allappoggio degli altri, nel tentativo di creare una comunit neI senso pi
genuinamente cristiano del termine.

Tanto per cominciare, vi chiediamo scusa per questo discorso serio e monotono: era
indispensabile per tracciare le linee essenziali che intendiamo conferire al giornale.
Baster che sfogliate qualche pagina per accorgervi che il nostro tono solo semi-serio
e che la polemica occasionale non condotta con sarcasmo acido, da vecchia zitella, ma
con una presa in giro bonaria che non intende offendete alcuno, ma solo se possibile
divertire.
Daltronde, non detto che questa sia la forma definitiva del nostro foglio; vorremmo che a
scrivere il giornale ed a cercarne dei miglioramenti nellimpostazione non fossimo solo noi,
e ci farebbe veramente piacere (lo consideriamo indispensabile) dar vita ad un vero e
proprio dialogo con tutti i lettori. In particolare questa stessa pagina sar destinata ad
ospitare le vostre proposte, i vostri suggerimenti, le vostre critiche, i vostri quesiti, di ogni
tipo (meglio quelli di interesse locale), cui la Redazione si dar da fare per rispondere.

Lindirizzo quello della testata (Via Milano n. 19) stampato in copertina.

Ci resta poco da aggiungere: primo, la speranza di trovarvi fedeli al prossimo
appuntamento; poi lassicurazione del nostro sforzo crescente di scrivere cose sempre pi
vere, utili e divertenti; infine, lasciateci augurare al neonato simpatia e lunga vita, beh,
questo dipende sopratutto da come lo accoglierete voi, amici di Ronago.

La Redazione.



































TEMPO DI QUARESIMA

uno dei momenti pi ricchi per la vita cristiana.
La liturgia guida i fedeli ad incontrare Cristo, morto e risorto. Il Signore vuole ripetere per
ciascuno di noi lopera della salvezza.
Con limposizione delle ceneri, la Chiesa ci ha richiamato in modo visivo la caducit della
vita, invitandoci ad orientare i nostri pensieri verso le realt che non scompariranno. Il
Signore per mezzo della liturgia vuol far rifiorire la nostra fede, vuol completare il dono di
s ad ogni anima, concedendo il perdono, partecipando a noi la gioia della resurrezione.
Affinch la quaresima sia per ognuno tempo di salvezza, quale deve essere il nostro
atteggiamento interiore?
Innanzitutto occorrer ascoltare con vero interesse la parola di Dio, ma non basta. Ogni
qualvolta avvertiremo che il nostro modo di agire in contrasto con la volont del Signore,
sar nostro impegno rimettere in sintonia la vita e la fede. Se vivremo cos la quaresima, la
Pasqua suggeller nostra resurrezione con Cristo.





VITA PARROCCHIALE


Il corso di istruzione religiosa.

Con la quaresima ripreso il corso di istruzione religiosa.
Argomento: la Bibbia dai Profeti a Ges. Le lezioni sono tenute al luned sera alle ore 20
per gli uomini e per i giovani, al marted alla stessa ora per le donne e le ragazze.
Purtroppo finora non molti hanno dimostrato interesse per la parola di Dio. Ci
preoccupante perch la nostra fede se non sorretta dallistruzione religiosa, minaccia di
paralizzarsi e morire. Rinnovo linvito a tutti a partecipare.

Conferenze per le spose e le mamme.

Domenica 24 marzo alle ore 15 la dott. Pandolfi terr una conferenza sui problemi medico-
pedagogici riguardanti leducazione del bambino dal primo al sesto anno di vita.
Largomento non mancher di interessare le giovani spose e le mamme che, spero,
interverranno numerose.
Luned 25 e marted 26 alle ore 20 Mons. Luigi Corti parler della vita spirituale della
sposa e mamma cristiana.

La benedizione delle case.

pi di un anno che mi trovo in parrocchia. Posso dire di essermi ambientato. Ma
purtroppo io non conosco ancora molte persone perch non mi si presentata loccasione
di un incontro diretto con loro. Ho pensato che la benedizione delle case portandomi in
tutte le famiglie della parrocchia pu dare loccasione propizia per fare conoscenza con
tutti.
Per questo ho intenzione di passare in ogni famiglia in ora comoda dopo aver preavvisato,
nella speranza di incontrare tutti i componenti di ogni singolo nucleo familiare, portare la
benedizione del Signore, ed allacciare rapporti di amicizia con tutti. Spero che questa
iniziativa sia accolta con favore da tutte le famiglie della parrocchia.

La Comunione Pasquale

Tutta la parrocchia si unir la domenica 7 aprile per la solenne Comunione Pasquale. Nel
pomeriggio dopo le ore 15, ci saranno a disposizione i sacerdoti per le confessioni poi alle
ore 20 ci sar la Messa solenne con la Santa Comunione.
Dice il Signore: Se uno mi ama, cio osserva i miei comandamenti, lo e il Padre verremo
a lui;... Tutto quello che voi domanderete al Padre, ve lo dar, affinch la vostra gioia sia
piena.









Molti di voi si saranno chiesti quale sia attualmente la situazione nel nostro Comune.
Cercheremo di esporre in breve, per soddisfare questa esigenza, alcuni dati statistici
relativi al Comune stesso.
La popolazione al 31 gennaio 68 in Ronago ammontava ad abitanti 1245 ripartiti come
segue:
maschi = 652 femmine = 593


La popolazione maschile costituisce dunque il 52,5% dellintero ammontare; quella
femminile il 47,5%. Si nota quindi nel nostro Comune una leggera prevalenza di sesso
maschile, giustificata dalla presenza in esso di ben tre caserme.
Lestensione del Comune di 210 ettari pari a Kmq. 2,10, il che comporta una densit di
popolazione di 593 abitanti per Kmq., valore questo molto elevato, data lesiguit
territoriale, rispetto a quello medio della Lombardia che di 296 abitanti per Kmq. e a
quello medio nazionale che di 167 abitanti per Kmq.
Per quanto riguarda linsediamento, sono considerati nuclei abitati i piccoli agglomerati sul
tipo di Campersico, Fornace, Merlina, Serafino. Rientrano nella classificazione case
sparse le seguenti localit: Vignaccia, Ronco, Dossello, costituite di case isolate e
per lo pi separate dal centro e dai nuclei. Le rimanenti localit costituiscono propriamente
il centro abitato.
Laltitudine massima di Ronago, in centro abitato, di m. 357 s.l.m. (siamo dunque in zona
collinare) ed stata rilevata in localit Ronaghino. Tuttavia il punto pi alto, compreso nel
territorio del Comune, situato in localit Monte Prato a 525 m. s.l.m. Quanto a
posizione astronomica, da notare che in localit Campersico passa il 9meridiano est
Greenwich; il valore della latitudine nord di circa 46.



































Questa pagina sar testimone dei nostri sforzi di accostarci alla parola di Cristo in modo
nuovo rispetto alla nostra esperienza, cio con una visione personale, per trovare una
risposta ai nostri problemi.

I primi discepoli (Giovanni I 35 -43)

Lindomani, Giovanni stava ancora l con due dei Suoi discepoli, e fissando Ges che
passava disse: Ecco lagnello di Dio. I due discepoli, sentendolo parlare cos, seguirono
Ges. Ges si volt, vide che lo seguivano e dice loro: Che cosa cercate?. E quelli gli
dissero: Rabbi - che si traduce: maestro - Dove abiti. Dice loro: Venite e vedrete.
Andarono, dunque, a vedere dove abitava e rimasero presso di lui quel giorno. Era circa
lora decima.


Gli apostoli sentono parlare di Cristo da Giovanni Battista che stato mandato per
preparare le vie del Signore. Essi sono affascinati dallo sguardo e dalle parole semplici del
Maestro e lo seguono senza sapere dove andranno. bastato: Venite e vedrete. Nella
risposta agli Apostoli sono chiare la fede e la fiducia.
C una rispondenza tra la nostra chiamata e la loro. Anche noi abbiamo sentito parlare di
Cristo da diverse persone, ma per vedere dove abita dobbiamo credere, sicuri che dopo la
fede avremo la luce.
Andrea e Pietro, Giacomo e Filippo erano pescatori: Ges ha scelto uomini poveri e rozzi,
essi hanno risposto perch erano semplici e puri di cuore. Ges chiama anche noi e ci
chiede di lasciare tutto quello che abbiamo di vecchio o di infantile dentro di noi: i nostri
schemi mentali consunti, un buon senso che spesso nascondo la nostra pigrizia ad
impegnarci in una spiritualit che ci obbliga ad evadere dalla comoda e collaudata routine
di tutti i giorni.



Carlo Porta (1775 - 1821)

il pi grande poeta dialettale milanese; ebbe il dono della satira faceta ed acutissima.
Dotato comera di buon senso e di amore per la sincerit aliena da tutte le finzioni, seppe
fissare con segni sicuri tipi e costumi milanesi del tempo.
Vissuto in un periodo storico assai travagliato - dominazione austriaca sul Lombardo
Veneto - non cess mai di denunciare il malcostume della vita pubblica e le assurdit di
una persistente ingiustizia sociale.

Scritta nel 1820 questa poesia una dei capolavori portiani dove finissima arte scenica e
gusto del linguaggio si compongono in un perfetto equilibrio. La nobile dama che racconta
al paziente ex-frate la sua avventura di un pubblico capitombolo, viene presentata come
un tipo ottuso, vanaglorioso e ridicolo. In complesso questa poesia potrebbe definirsi come
la pittura esemplare di un mondo che non voleva persuadersi dei tempi nuovi, attaccato al
privilegio della nobilt, infatuato dellazzurro del suo sangue, persuaso della pi stretta
parentela con il Creatore supremo.

LA PREGHIERA

Donna Fabia Fabron De-Fabrian
leva settada al foeugh sabet passaa
col pader Sigismond ex franzescan,
che intrattant el ghe usava la bontaa
(intrattanta sintend chel ris coseva)
de scolt sto discors che la faseva.

Essendo jeri venerd de marz
fui tratta da lamia divozion
a Sant Cels, e vandiedi con quel sfarz
che s addice a la nostra condlzion;
il mio cop con larmi e i lavorin
tanto al domestich quanto al vetturin.

Tutte le porte e i corridoi davanti
al tempio eren pien cepp duna faragin
de gent che va, che vien, de mendicanti,
de mercadanti de librett, de immagin,
in guisa che, con tanto furugozz,
agio non vera a scender dai carozz.

Limbarazz era tal che in quella appunt
chero gi quasi con un piede abbass,
me urtoron contro un prt s sporch, s unt
chio per schivarlo e ritirar el pass,
diedi nel legno un sculaccion s grand
che mi stramazz in terra di rimand.

Come ma rimaness in un frangent
di questa fatta facil da suppor:
e donna e damma in mezz a tanta gent
nel decor compromessa e nel pudor
pi che cert che se non persi i sens
fu don del ciel che mi guard propens.

E tanto pi che appena, sorta in pi
sentii da tutt i band quej mascalzoni,
a ciuffolarmi dietro il va via v!
Risa sconc, improperi, atti buffoni,
quasi foss donna a lor egual in rango,
cittadina.. merciaja... o simil fango.

Fatta maggior dem, subit impongo
al mio Anselm chel tacess, e el me seguiss,
rompo la calca, passo in chiesa, giongo
a piedi dellaltar del Crocifiss,
me umilio, me raccolgh, poi a memoria
f al mio Signor questa giaculatoria:

Mio caro buon Ges, che per decreto
dellinfallibil vostra volont
mavete fatta nascere nel ceto
distinto della prima nobilt,
mentre poteva a un minim cenno vostro
nascer plebea, un verme vile, un mostro:

io vi ringrazio che dun s gran bene
abbiev ricolma lumil mia persona,
tant pi che essend le gerarchie terrene
simbol di quelle che vi fan corona
godo cos di un grad ch riflession
del grad di Troni e di Dominazion.

Volendo poi accompagnar col fatt
le parole, onde avesser maggior pes,
e combinare con un po declatt
la mortificazion di chi mha offes
e lesempio alle damme da seguir
ne contingenti prossimi avvenir,

sorto a un tratt dalla chiesa, e a quej pezzent,
rivolgenden in ton de confidenza,
Quanti siete, domando, buona gent?
Siamo ventun, rispondon, Eccellenza!
Caspita! molti, replico... Ventun?...
Non serve: Anselm?. Degh on quattrin per un.






Signori! State ponendo i vostri occhi su questa pagina? Voi non sapete chi scrive! Voi non
sapete quanto velenifere siano queste parole!
Chi scrive un sovversivo e le sue parole non possono essere altro che sovversive; quindi
voltate oltre e lasciate che il vostro cuore e la vostra mente si cullino nellinnocenza fin qui
goduta e restino lontano dagli obbrobri che io andr ad elencare.
Tanti anni fa, forse cento o forse duecento; arrivai in questo paese. Arrivai di notte, con la
luna piena, spinto dal gelido vento svizzero, buttato fuori da una comunit di quel paese
perch, dopo soli pochi mesi di cagnesco vivere assieme, fui dichiarato spiritualmente
indesiderabile.
Ecco il ben servito che mi accompagn in quel giorno:

GIUSEPPE SCARNIGLIA

ci lascia

Cittadini, piangete sulle disgrazie di coloro che avranno la sfortuna di trovarselo tra i piedi.

Con questa carta di identit arrivai quella notte ai confini della madre patria ed entrai in
questo paese. Esso maccett con labbaiare furioso dei suoi cani e con il sonno dei suoi
abitanti. Nessuno saccorse di me, perch prima che lalba spuntasse io gi mero rifugiato
nella calda mente del primo sfortunato che incontrai; e cos ho vissuto finora, vagando di
testa in testa, di cuore in cuore, tra gli uomini di questa contrada. Ho ascoltato e visto, ma
sempre sono rimasto nellombra; poi, un giorno, udii una cosa molto, molto interessante.
Era domenica, di febbraio. Cera gi un tiepido sole che aveva rammollito la terra e
permesso alle pallide primule di annunciare la fuga dei rigori invernali. Solo un poco di
vento infastidiva i freddolosi e li faceva. ancora rannicchiare nei loro goffi cappotti; ma era
buona cosa questo vento, perch rendeva limpida laria e pi scintillanti i colori della
natura che cominciava a prendere vita. Ed io godevo di tutto questo beatamente rinchiuso
nelle cervici dellultimo mio affittuario. Ma quel giorno labbandonai. Troppo bella era la
natura ed io la volevo godere; egli non la poteva godere perch soffocato dalle stupide
occupazioni degli uomini; per questo lo lasciai. Troppo interessante era ci che avevo
udito!
Scrivere qualcosa di diverso, di strano, magari anticonformi sta, bonariamente sovversivo,
non certo per insegnare, ma per dare dello svago, era ci che veniva offerto ed io non ho
potuto rifiutare. lo, Giuseppe Scarniglia, nato chiss dove ed abitante abusivo delle menti
altrui per tanti anni, racconto

con la mia mente e con il mio cuore quello a cui ho assistito.
Il lampione ubriaco del paese molto scontento. Il vino bevuto allosteria era schifoso;
perfino un cagnotto aveva trovato dentro e per di pi quello sciancato dun oste voleva
avere ragione. Secondo lui il cagnotto
doveva esserci perch il vino era genuino;
genuino vino duva, con il cagnotto quale
garanzia aveva detto quel traditore e con
un calcio nel didietro aveva buttato il
lampione in istrada a schiarirsi le idee. Ma
queste non si schiarivano: poteva cos
predicare loste della malora e dire che il
vermiciattolo trovato nella brodaglia era il
diretto prodotto della succosa polpa
dellacino, ma si era ancora ben lontani
dalla chiarificazione. Ora se ne sta sulla
pizza, appoggiato al muro. Vede un
passante che va frettoloso per i fatti suoi:
lei, scusi, lei che ubriaco fradicio forse mi
pu capire gli dice scusi se lho fermato,
ma in questo paese ci si pu intendere solo
con i brilli. Ecco, vede, io sono sanissimo,
ma nessuno lo vuole capire; forse lei che
sbronzo pu capire che non vanno bene i
cagnotti nelle tazze di vino Il povero
passante cambia colore: come, lui,
lampione ubriaco fradicio, viene a dirmi che
sono pieno di vino subito pensa e fa un
cenno come per mandarlo al diavolo..
Ma continua lallampata ferraglia ma non
si scusi, non importa se si trova in quella
condizione, non se ne vergogni. proprio con un tipo come lei che voglio discutere questa
sera; sono certo che mi comprender e che sar sincero perch il vino verit e lei, scusi,
nel vino ci affoga tutte le sere.
Qui il mondo caro amico deve cambiare, altrimenti si va a finire male. Tanto per
cominciare tutta questa gente sana deve essere eliminata; solo gli ubriachi, come lei,
hanno il diritto di vivere con noi lampioni. Eh si! perch con lei ci si in tende benissimo e di
certo lei non mi dice i cagnotti sono la garanzia del buon vino.
Il malcapitato non sa pi cosa fare; gli sembra dessere in un altro mondo e vorrebbe
andare via, ma la luce anonima del suo interlocutore lo chiude come in una gabbia e lo
soggioga. Approva, dice di si, sostiene ogni affermazione che esce dal fascio di luce ed ha
uno strano desiderio di sapere come tutto vada a finire. Le ore lentamente battono al
campanile vicino: luna, le due, le tre.; una leggera nebbiolina si spande

sulla piazza a rendere, ogni cosa meno distinta ed a dare allambiente unatmosfera di
gialla incertezza. Il soliloquio del lampione con la sua ammutolita preda continua. La
societ deve essere differente! Troppe sono le cose sbagliate! Per esempio, perch solo i
lampioni devono starsene a far luce? Il cambio ci vuole: una volta noi ed una volta voi
uomini. Cos provereste un po a restare sempre qui, in piedi, al freddo ed al caldo, con il
vento e la pioggia, a rendere un servigio che ha come sola paga le pedate dei passanti
ubriachi ed i regali dei cani randagi, per non dire di qualche macchina che ti viene a dare
dei bacetti in fronte. lo ci metterei in modo speciale gli osti, tutti gli osti della malora e li
lascerei l, per un mese intero, cos capirebbero che si ha anche il diritto di brontolare
quando si trovano dei cagnotti nel vino. Il passante al colmo dellimbesuimento. Gi si
vedo con un vestito metallico che lo tiene l impalato per delle notti intere e con una
lampadina che gli pende dal naso come la candela dei bambini raffreddati ed intorno a lui
decine di gatti pellagrosi danzanti sulle loro zampe monche, mentre le streghe sguercie e
sciancate fanno consulta. Ma il lampione incalza e quasi sembra essere giunto al serrate
finale. La vostra societ ha bisogno di noi lampioni; innestateci quindi nella vostra vita.
Noi soli, che guardiamo dallalto e tutto udiamo, conosciamo le vostre magagne ed i
relativi rimedi.
Avete mai visto il ghigno di un salumiere quando, la sera, fa i conti e pensa a tutte le
fregature date ai clienti? Io si e, se potesse venire fra di noi, io, che sono pratico di
energia elettrica trasformerei la sua affettatrice ed il suo registratore di cassa in altrettanti
forni crematori. Avete mai visto la tristezza delle mogli quando, la sera, sono sole in casa
ad attendere con il cuore i mariti che si stanno sbronzando allosteria, come ha fatto lei
questa sera, caro signore? lo si; e, se potessi venire fra di voi, metterei nelle vostre tazze
limmagine delle vostre donne tristi e nel vino il sapore dei loro cuori amareggiati. Cos
ritornereste immediatamente ai focolari domestici. e gli osti della malora fallirebbero con
i loro cagnotti nelle tazze.
Ormai, lui, il passante non ode pi nulla; completamente in un altro mondo. Sente per
qualcosa di fresco sul viso, si scuote e riapre gli occhi che non si ricorda daver chiuso! Si
guarda attorno e si trova seduto vicino ad un lampione, al lampione dei discorsi matti; ma
questo non parla pi. La sua luce spenta perch lalba la gi vinta col suo chiarore; una
motoretta passa veloce, qualche imposta si apre sbatacchiando e lontano un gallo fa
chicchirich. Lentamente si avvia verso casa ne varca la soglia con la testa ronzante per
le parole udite dal lampione a cui non riesce a credere. Ancora due passi e il mattarello
giustiziere della moglie si abbatte sul suo capo a saldo della notte trascorsa fuori casa di
certo allosteria pensa la donna. Ritornano i sogni, rivede il lampione con la sua societ
mista, i suoi salumieri e, soprattutto, le moglie tristi con il cuore in attesa del consorte
amico del vino.
Fate attenzione, signori, quando la sera passate sotto i lampioni di questa contrada.































Una teoria atomica basata su speculazioni astratte, esisteva presso gli antichi filosofi
greci: Leucippo (500 A.C.) e Democrito (400 A.C.) furono i primi ad immaginarla,
ammettendo che tutte le sostanze fossero formate di particelle piccolissime: gli atomi.

Questa idea degli atomi, come elementi costitutivi di tutta la materia, fu riproposta dal
fisico inglese Dalton allinizio del 1800.
Da allora ha avuto un tal numero di conferme nel campo della chimica e della fisica, che
deve essere ormai considerata come un fatto provato in modo indiscutibile.

Tutto quanto ci circonda e noi stessi, siamo costituiti da particelle piccolissime: gli atomi;
tutto ci che conosciamo il ferro, il rame, lalluminio ecc. ha come elemento costitutivo
latomo.
Latomo non per un edificio compatto; a sua volta formato da particelle elementari
molto piccole in confronto alle dimensioni atomiche: gli elettroni, i neutroni, i protoni. I
protoni e i neutroni costituiscono il nucleo, il quale la parte centrale dellatomo e reca
praticamente tutto il peso dellatomo, mentre gli elettroni ruotano intorno al nucleo.

Abbiamo quindi sostanzialmente visto due cose:
1. tutto ci che ci circonda costituito da atomi;
2. tutti gli atomi sono costituiti essenzialmente da tre tipi di particelle: i neutroni, i
protoni, gli elettroni.
Ci si potrebbe allora chiedere: che cos che distingue il ferro dal rame, dallalluminio, se
tutte queste sostanze hanno allorigine come elementi costitutivi le stesse particelle? La
risposta questa: ci che distingue il ferro dal rame, dallalluminio, cio ci che distingue
latomo di ferro da quello di rame e di alluminio, il numero di particelle elementari che
costituiscono latomo di ciascun elemento: ogni atomo si distingue da un altro per il diverso
numero di protoni, neutroni e elettroni.

Cos ci sono:
nel ferro 26 elettroni, 26 protoni, 30 neutroni
nel rame 29 elettroni, 29 protoni, 35 neutroni
nellalluminio 13 elettroni, 13 protoni, 14 neutroni.

Parlando dellatomo e dei suoi costituenti abbiamo detto che i neutroni e i protoni
costituiscono il nucleo, mentre gli elettroni ruotano attorno a questo. Vediamo ora di darne
una rappresentazione pi particolareggiata.
La prima rappresentazione che si fece della struttura dellatomo fu quella di pensare
allatomo come ad un piccolo sistema planetario in cui al posto del sole ci fosse il nucleo
ed al posto dei pianeti ci fossero gli elettroni.
In verit la configurazione dellatomo differisce in maniera sostanziale e profonda da
questa.
In un sistema planetario, qualunque orbita sarebbe possibile nel senso che, se una
perturbazione esterna spostasse un pianeta dalla sua posizione di equilibrio questo
modificherebbe la sua orbita, raggiungendo un nuovo equilibrio.
Di un sistema planetario possiamo inoltre conoscere in ogni momento la posizione e la
velocit di ogni pianeta.
Invece gli elettroni di un atomo, hanno un numero fisso e determinato di possibilit di
ruotare attorno al nucleo, cio non si pu cambiare come si vuole lorbita di un elettrone.
Inoltre (secondo il principio di indeterminazione di Heisenberg) non possiamo conoscere la
posizione in un certo istante, tuttalpi possiamo localizzare un certo volume (una specie di
piccolissima camera daria) entro il quale abbiamo la probabilit del 95% di trovarlo.
Riguardo alle dimensioni dellatomo e delle particelle elementari, possiamo dire che se
una goccia dacqua assumesse le dimensioni della terra, un atomo di acqua avrebbe la
dimensione di una nocciola mentre le particelle elementari non raggiungerebbero il
millimetro.





COLLOQUIO CON BRUNO QUADRANTI



Ci siamo incontrati con il signor Quadranti per uno scambio di idee intornoa certi temi di
attualit, che sentivamo in modo particolare vicini alla nostra sensibilit.
Volevamo ricercare con il vice-sindaco i motivi per cui si era giunti fin dallestate scorsa ad
accantonare lidea, della costruzione di un Centro sportivo intercomunale, dislocato nei
paraggi della frazione Ca 'nova di Uggiate.
Il termine con cui, sprofondato nella poltrona del salottino, ha accompagnato un
diplomatico sorriso, stato chimere.
Il progetto, secondo il nostro cordiale interlocutore, fallito per limpossibilit finanziaria di
realizzarlo, stato, insomma, un sogno di mezza estate, nato dalle vedute piuttosto
ambiziose degli amministratori uggiatesi, interessati ad ottenere la compartecipazione alle
spese alquanto ingenti dei paesi circonvicini, non curanti della difficolt per il reperimento
dei fondi. Peraltro, allinsignificante contributo del CONI e alle difficolt per la
manutenzione, si aggiunge, nel nostro caso specifico, la lontananza del luogo scelto.
Siamo daccordo: non ci resta che esprimere il nostro rammarico per il fatto che
lorganizzazione delle attrezzature (si fa per dire) sportive, che, non dimentichiamolo,
significano tanto per leducazione e lo svago dei giovani, sia lasciata alle parrocchie, e
allentusiasmo poco sostenuto e perci poco costante, degli sportivi.

Un calice di vino rosso segna il passaggio della nostra conversazione ad un altro tema.
Ci rivolgiamo ora allesperto aziendale, per chiedergli delucidazioni intorno alla
designazione della commissione interna rappresentante le maestranze nella ditta
Ambrosoli.


Ci viene precisata, con rara competenza, la situazione giuridica di tale organismo: ad esso
attribuita una semplice funzione consultiva, pu cio essere ascoltata dal datore senza
per che abbia potere decisionale; comunque essa ha il compito, molto importante a
nostro avviso, di riferire ai dirigenti bisogni e i motivi di insoddisfazione dei lavoratori
rappresentati.
La situazione contrattuale tale che tutte le tre categorie rappresentate nella ditta
(dolciari, metalmeccanici, chimici) sono sottoposte allo stesso trattamento, il quale,
sempre secondo il signor Quadranti, si presenta alquanto favorevole.
Da parte nostra, pure ammettendo i meriti padronali, auspicheremmo, da parte dei
lavoratori, una maggiore sensibilit riguardo ai problemi sindacali, come gi, nel
pomeriggio dello stesso giorno, osservava giustamente il signor DeBastiani, da noi
interrogato sullo stesso argomento.
Il discorso ha infine investito una questione pi vasta. La conversazione si svolta intorno
al problema della vitalit del nostro sistema statale.
Lopinione del nostro interlocutore in merito, che esso denunci un regime di costante
passivit economica, la cui ragione pu essere attribuita agli oneri impressionanti causati
da gli investimenti sociali, cos pesanti da gravare in maniera troppo sensibile sulle
disponibilit destinate agli investimenti produttivi.
Per investimenti sociali si intende limpiego di quella parte del reddito nazionale destinata
a scopi previdenziali, primo fra tutti alla piena occupazione, quindi si pu identificare con
quella quota di cui usufruiscono le classi meno abbienti. Per fare un esempio, i requisiti di
un investimento sociale, possono essere riconosciuti allinstallazione degli impianti Alfa-
sud, di Napoli dove si avuto di mira loccupazione di una parte della mano dopera della
regione.
Spesso operazioni economiche nel Mezzogiorno finanziate dallo Stato hanno dato vita a
speculazioni poco oneste da parte dei beneficiari (gli imprenditori). Costoro, dopo avere
beneficiato gratuitamente del terreno e delle opere murarie, spesso introducevano nelle
nuove fabbriche macchinari dalla tecnica sorpassata e in cattive condizioni, provenienti
dagli stabilimenti del Nord. Dopo qualche tempo dichiaravano il fallimento, per
limproduttivit, degli impianti, mentre a settentrione gli affari prosperavano grazie agli
stanziamenti della Cassa del Mezzogiorno.
Bisogna per, secondo il nostro parere, evitare facili generalizzazioni intorno al
malcostume di certi strati della nostra Societ, particolarmente la burocrazia, nel pensiero
del nostro interlocutore, continuando a nutrire la, pi completa fiducia in criteri operativi
che offrano almeno accettabili garanzie di sicurezza per le classi pi povere, e che quindi,
rappresentino anche al vaglio di una valutazione morale uno stadio pi elevato di giustizia
nei confronti di una societ strutturata esclusivamente su basi economiche.

Questo naturalmente in contrasto con le tesi di chi vorrebbe sacrificato sullaltare di una
ragion di Stato economica identificabile con il pareggio dei vari bilanci laspetto etico
della vita sociale. Pure ci nello spirito di documenti sociali di ispirazione cristiana, quali
ad esempio lenciclica Lo sviluppo dei popoli di cui riportiamo qualche significativo passo.
Essere affrancati dalla miseria, trovare con pi sicurezza la loro sussistenza, la salute,
una occupazione stabile, una partecipazione pi piena alle responsabilit, al di fuori da
ogni oppressione, al riparo da situazioni che offendono la loro dignit di uomini; godere di
una maggiore istruzione; in una parola, fare; conoscere; e avere di pi; per essere di pi:
ecco laspirazione degli uomini di oggi, mentre un gran numero di essi condannato a
vivere in condizioni che rendono illusorio tale legittimo desiderio.

Tutto sommato, un incontro interessante, un colloquio pieno di spunti estremamente attuali
con un uomo vivo e intelligente.

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