Sei sulla pagina 1di 8

Immunologia- #5

ANTICORPI, LINFOCITI T E CELLULE APC


ANTICORPI
Le principali funzioni biologiche delle immunoglobuline sono:
-neutralizzare gli antigeni;
-opsonizzare gli antigeni;

-favorire, in definitiva, l'eliminazione dei complessi antigene-anticorpo (venutisi a formare dopo
una delle due operazioni sovracitate) , da parte di fagociti, in particolare macrofagi, in grado di
riconoscere gli aggregati per mezzo dei recettori per la porzione Fc dell'immunoglobulina, detti, appunto,
recettori Fc;

-attivare il complemento (principalmente ad opera di IgG E IgM);

-proteggere le mucose dall'entrata di agenti infettivi.

La neutralizzazione il fenomeno attraverso il quale le immunoglobuline sono in grado di unirsi ad una
tossina, batterio o virus e neutralizzare la sua attivit.

L'opsonizzazione , invece, il fenomeno attraverso il quale gli anticorpi avvolgono completamente
un'antigene: molto importante perch impedisce a virus e batteri di infettare le cellule, coprendo le parti
necessarie per l'ancoraggio con esse (nel caso delle cellule batteriche tali parti sono delle proteine dette
adesine).

Spesso l'opsonizzazione viene coadiuvata da diversi fattori presenti nella cascata del complemento che
porta alla lisi del patogeno; particolare rilevanza ha il C3b ( componente della cascata presente, in
maniera costitutiva, quindi anche prima dellincontro con lantigene, in bassa concentrazione nel nostro
siero), il quale, avendo una spiccata affinit nei confronti della superficie dei batteri, fa si che, in presenza
sua e di anticorpi specifici, i batteri vengano opsonizzati e successivamente fagocitati ( fagocitosi che
richiede il coinvolgimento dei recettori Fc).

Esistono recettori Fc per le IgG , IgE, IgA, espressi notevolmente sia da cellule dendiritiche che
macrofagiche ( quelli per le IgA anche da cellule B), e per le igM ( poco diffusi ). Tali recettori hanno
diversi nomi:

-CD64 e CD32, espressi un po su tutti i fagociti ed aventi il primo pi affinit e il secondo meno affinit
per la componente Fc delle IgA;

-CD16, espresso dalle cellule natural killer ( a volte anche da macrofagi e dalle altre cellule fagocitarie)
ed avente un'affinit parzialmente forte per la componente Fc delle IgG;

-Fc epsilon, particolarmente espressi nei mastociti ed aventi un'altissima affinit per la componente Fc
delle igE.

Classicamente le immunoglobuline riconoscono l'antigene e lo neutralizzano od opsonizzano; l'interazione
antigene-anticorpo induce il raggruppamento o cross-linking dei recettori Fc presenti sulla cellula
fagocitaria (e quindi l'aggregazione di pi anticorpi) e, in definitiva, l'attivazione di quest'ultima (quindi il
legame delle componenti Fc dellanticorpo con i loro recettori necessario ma non sufficiente per attivare
i recettori stessi, poich quest'ultimi devono anche essere raggruppati in maniera precisa e non distribuiti
casualmente).

ESEMPI:

1) le IgE riconoscono un antigene, che normalmente un allergene e la loro interazione induce il
cosiddetto cross-linking, ossia il raggruppamento, in zone specifiche della membrana, dei recettori
Fc epsilon (per la componente Fc delle IgE) presenti costitutivamente sulla superficie dei mastociti.
Tale raggruppamento promuove il segnale attivatorio nei mastociti che consente ai granuli
preformati di fondersi con la membrana e rilasciare all'esterno il proprio contenuto
(degranulazione) consistente in molecole vasodilatatorie come l'istamina fortemente coinvolte
nelle reazioni allergiche.
In un' immagine al microscopio elettronico un mastocita in condizioni di non attivazione
strapieno di granuli particolarmente ricchi di istamina; solo dopo linterazione dellantigene con gli
anticorpi a loro volta riconosciuti dal mastocita vi una quasi completa esocitosi del contenuto
dei granuli, elemento iniziale nel processo di reazione allergica. Possiamo quindi dedurre che i
mastociti sono pronti per fronteggiare l'allergene, ma affinch ci avvenga necessario che
quest'ultimo interagisca con le IgE e induca il cross-linking.

2) le cellule natural killer riconoscono per mezzo dei recettori Fc CD16 la porzione Fc delle
immunoglobuline specifiche che hanno gi interagito con l'antigene, come ad esempio una cellula
tumorale o infetta da virus. Il riconoscimento attiva la porzione citoplasmatica di CD16, che, a sua
volta, innesca vie di segnalazione che hanno leffetto di riarrangiare il citoscheletro creando canali
nelle Nk attraverso i quali i granuli litici contenuti in esse, a differenza che nei CD8,
indipendentemente dal loro stato di attivazione, vengono condotti verso lo spazio sinaptico
immunologico tra cellula immunitaria e cellula target, dove rilasciano il loro contenuto, ossia le
perforine e i granzimi. Le prime, grazie agli ioni calcio, formano dei pori nella membrana plasmatica della cellula
target e i secondi, entrando attraverso questi pori, inducono la cascata caspasica e, quindi, la morte della cellula
nel giro di poche ore per apoptosi e non per necrosi ( questo un meccanismo adottato anche da CPR e
CD8+).

I recettori Fc rivestono anche un ruolo chiave nellattivare il complemento e intervengono nel trasporto di
Ig da un sito ad un altro come in quello da madre a feto o al neonato.

In particolare sia il trasporto di IgG (maggiormente presenti a livello del siero) da sangue materno a
quello fetale che quello di Ig da latte materno a sangue del neonato mediato dal recettore FcRn (dove n
sta per neonatale) espresso nel primo caso dal sinciziotrofoblasto e nel secondo dai microvilli intestinali
e, in entrambi i casi, in grado di legare a pH acido le Ig, preservandole al contempo da eventuali azioni
degradative.

-Trasporto di Ig da sangue materno a fetale: le IgG che scorrono nel sangue materno vengono
gradualmente e costantemente endocitate.
Nelle vescicole di endocitosi, per effetto dellacidificazione e quindi dellabbassamento del pH, laffinit fra
recettore FcRn e IgG aumenta e avviene il legame. A questo punto le vescicole si fondono con la parte
basale della cellula per rilasciare i complessi IgG-FcRn nel sangue fetale, il cui pH neutro (intorno a 7.4)
diminuisce laffinit fra FcRn e IgG determinando in definitiva il rilascio degli anticorpi.
Il trasporto preserva la struttura dellimmunoglobulina poich consiste in un processo basato
semplicemente su una diversa affinit dellFcRn per le Ig a seconda del pH della soluzione (pH acido
aumenta laffinit dellFcRn, pH neutro diminuisce laffinit rilasciando Ig nel sangue fetale).

-Trasporto di Ig dal latte materno al sangue del neonato: Avviene nell'intestino del neonato dove il
pH acido (4.5-5) consente al recettore FcRn di legare con una certa affinit le Ig, assorbite dal latte a
livello intestinale e trattenute per un tempo molto breve negli enterociti. Dopo il legame, attraverso
endocitosi, i complessi FcRn-Ig vengono portati a livello basale del tessuto epiteliale dove, a pH
neutro/basico, avviene il rilascio dellimmunoglobulina, che, quindi, stata trasportata senza
danneggiamento e degradazione a livello intestinale.
La protezione delle mucose avviene ad opera delle IgA che, prodotte da linfociti B associati alle mucose, vengono
prima legate dal recettore poly-Ig ( It is a Fc receptor which facilitates the secretion of immunoglobulin A and immunoglobulin
M, it mediates transcellular transport of polymeric immunoglobulin molecules ) a livello della membrana basale dell'epitelio e
poi, per endocitosi, portate in superficie e liberate nello strato di mucosa dove sono in grado di riconoscere sia tossine
che batteri e di neutralizzarli od opsonizzarli.
I patogeni, in particolare i batteri, hanno evoluto dei meccanismi in grado di evadere o superare le
eventuali azioni svolte dalle immunoglobuline. Lo staphylococcus aureus, ad esempio, possiede proteine A
e G che legano con elevatissima affinit la porzione Fc di, rispettivamente, IgA e IgG, sottraendo tali
anticorpi alle loro funzioni biologiche di neutralizzazione e opsonizzazione ma anche di attivazione della
fagocitosi, non essendo le porzioni Fc pi libere di essere riconosciute dai recettori Fc dei fagociti. La
scoperta di queste proteine ha permesso di sviluppare tutta una serie di tecniche molto importanti tra cui
immunoprecipitazione.


Immunoprecipitazione
Tecnica che permette di identificare ed isolare una proteina, di cui interessa studiare funzione,
struttura, localizzazione e quant'altro, sfruttando il suo legame con un anticorpo e lalta affinit delle
proteine batteriche di tipo A o G nei confronti della componente Fc di quest'ultimo.
Un lisato cellulare, dove si trova anche la nostra proteina dinteresse, viene incubato con lanticorpo
specifico e si forma il complesso proteina dinteresse-anticorpo che viene poi immunoprecipitato,
ossia isolato tramite centrifugazione, grazie all' alta densit delle biglie magnetiche o con biglie di
acarosio complessate con le proteine A o G a loro volta legate all'anticorpo.


Anticorpi monoclonali e policlonali

Quando si ha un qualsiasi tipo di infezione o di patologia associata a microorganismi, normalmente si
genera una risposta di tipo umorale, mediata cio da anticorpi, ognuno dei quali prodotto
dall'attivazione di un clone di un linfocita B, che si trova nei linfonodi o nella milza, e possiede, grazie
al suo recettore, una certa specificit per un dato epitopo o determinante antigenico presente sulla
superficie dell'antigene batterico o virale che ha scatenato la reazione immunologica.
Ne deriva che nel siero si avr unampia popolazione di anticorpi policlonali, ossia derivanti da diversi
cloni di linfociti B, diretti contro lo stesso antigene, ma riconoscenti diversi epitopi. Gli anticorpi
monoclonali, tutti uguali fra loro e tutti in grado di riconoscere solo un epitopo con la stessa affinit
( poich tutti derivanti da un solo clone ) non si formano in vivo, se non in certe patologie, come nei
tumori dei linfociti B; tuttavia possibile produrli.
Per produrli, pensare di purificare linfociti B, che una volta attivati hanno una vita media molto breve
(circa 7 giorni, eccetto i linfociti della memoria), un'utopia. Si procede, piuttosto, prelevando una
popolazione classica di linfociti B attivati e fondendola con una linea di linfociti B un po particolare,
una linea di mieloma, formando ibridomi, capaci di sopravvivere in un medium contenente ipoxantina
grazie all'ipoxantina transferasi, enzima proprio del mieloma, e di produrre al contempo anticorpi, che
risulteranno monoclonali, per le capacit proprie, invece, dei linfociti B classici attivati.
Gli ibridomi vengono tenuti in coltura per il tempo necessario per produrre grandi quantit di
immunoglobuline, che vengono poi testate attraverso diversi metodi e se il risultato positivo, ovvero
se le immunoglobuline rispondono bene ad antigeni, questi ibridomi vengono congelati cos da poterli
riutilizzare, scongelandoli e mettendoli nuovamente in coltura, quando necessaria la produzione di
altre immunoglobuline dello stesso tipo.

Utilizzo degli anticorpi monoclonali

Gli anticorpi monoclonali prodotti vengono utilizzati, come i policlonali d'altronde, nella ricerca per
identificare e studiare un certo epitopo con le cosiddette tecniche di immunoistochemistry o
immunofluorescenza, ma, cosa ancor pi importante, vengono adoperati nell'immunoterapia.
L'immunoterapia, anche detta Terapia Biologica, un metodo di cura che agisce attraverso
l'attivazione e il potenziamento del Sistema Immunitario che viene indotto a reagire ed eliminare gli
elementi estranei o, addirittura, attraverso la soppressione della proliferazione e dell'attivit invasiva
delle cellule tumorali, bloccando, in quest'ultimo caso, l'interazione dei recettori per i fattori di crescita,
espressi dalle cellule tumorali a livelli pi alti che dalle cellule sane, ed i fattori di crescita stessi.
Sono stati prodotti, ad esempio, anticorpi monoclonali in grado di riconoscere i recettori EGF7
( recettori per la molecola EGF, un fattore di crescita), espressi ad alti livelli da certe cellule tumorali
cos come l'anticorpo monoclonale cetuximab ( diretto contro il recettore del fattore di crescita
epidemico EGFR ) in diversi tipi di tumori, da adenocarcinomi a sarcomi.

LINFOCITI T
I linfociti T non producono gli anticorpi e svolgono unazione cruciale nel sistema immunitario in un
modo abbastanza diverso da quello mediato dai linfociti B.
Innanzitutto i linfociti T esprimono un recettore di membrana in grado di riconoscere lantigene solo
quando esso complessato con una molecola presentante lantigene (molecole appartenenti a due
classi MHC -Major Histocompatibility Complex I e II). I linfociti T non solo esprimono il recettore ma
anche co-recettori (CD4 e CD8), che riconoscono dei ligandi che si trovano sulla superficie della cellula
che presenta l'antigene e supportano la via o le vie di attivazione che partono dopo che il recettore ha
riconosciuto tale antigene.
Fra linfocita e cellula che presenta lantigene non c solo un tipo di interazione mediata da recettore,
ma anche quella mediata da fattori idrosolubili: le cosiddette APC (antigene presenting cells), una
volta che hanno mangiato, riconosciuto e processato lantigene producono diversi tipi di citochine
importanti per la polarizzazione del linfocita.
Da un punto di vista didattico il linfocita T ha bisogno di 3 segnali:
il segnale 1 serve solo per attivarlo,
il segnale 2 serve solo per la sopravvivenza
il segnale 3 per la differenziazione

anche se chiaro che il segnale 1 ha un certo ruolo in tutti e tre i processi (attivazione, sopravvivenza e
sua successiva differenziazione).

Recettori T: il 95% di tutti i linfociti che appartengono al nostro repertorio linfocitario presentano
recettori T formati da due catene alfa-beta, mentre una piccola percentuale, variabile fra il 2- 5%,
presenta recettori con catena gamma-delta.
Di quest'ultimi linfociti onestamente si conosce molto poco e sono oggetto di studio corrente, per cui
la nostra attenzione si concentra sulla stragrande maggioranza di linfociti con recettori con catena
alfa-beta. Tale catena ancorata a livello della membrana plasmatica attraverso dei domini
transmembrana e presenta un singolo dominio extracellulare costituito dalla cosiddetta regione
variabile e da quella costante. Le regioni variabili o regioni CDR, tre per ogni tipo di catena,
servono ad aumentare il numero dei recettori con specificit unica, essendo tali regioni quelle di
complementariet specifica con lantigene.
Le catene alfa-beta, inoltre, possono subire delle modifiche post-traduzionali attraverso la
glicosilazione, cio attraverso laggiunta di molecole glucidiche. Il recettore cos formato, per,
funziona solo se complessato con proteine deputate alla trasduzione del segnale (trasformazione del
segnale di riconoscimento dellantigene in un segnale intracellulare attivatorio) che, insieme al
recettore stesso, cui sono legate mediante legami non covalenti, costituiscono il complesso
recettoriale dei linfociti T. Tali proteine sono il CD3 (presente sia nei linfociti T CD4 che CD8), un etero
dimero composto da tre catene distinte (gamma, delta ed epsilon di cui epsilon ripetuta una volta), e la catena
zeta, un omodimero costituito da una piccola regione extracellulare, una regione transmembrana e una lunga
regione citoplasmatica provvista di tre sequenze ITAM, motivi di attivazione a base di tirosine degli
immunorecettori.

L' Antigene, come gi accennato, viene presentato in quanto complessato attraverso le molecole MHC
e tale presentazione viene ovviamente diretta verso il recettore T, di cui le regioni CDR1 e CDR2 non
riconoscono lantigene ma la molecola MHC. Un linfocita T, per rimanere in vita, non deve
riconoscere lMHC self, cio le MHC prodotte dalle cellule epiteliali timiche. Tuttavia una piccolissima
percentuale di linfociti T, nonostante non abbia la capacit di riconoscere lMHC self, rimane in vita; si
tratta dei linfociti che riconoscono lMHC non self, cio MHC che non appartengono allorganismo
(responsabili del rigetto del trapianto).

I co-recettori CD4 e CD8 sono molecole che si trovano quasi esclusivamente sulla superficie dei
linfociti.
CD4 ununica catena peptidica con unampia regione extracellulare divisa in 4 domini, mentre CD8
un dimero, costituito da una catena alfa e una beta tenute insieme da ponti disolfuro; entrambi
presentano una porzione transmembrana e una extracellulare, grazie alla quale sono in grado di
legare con affinit diversa le molecole MHC e, precisamente, CD4 lega le MHC II mentre CD8 lega
le MHC I, poich CD4 ha unaffinit per alcuni residui aminoacidici che si trovano nella porzione
laterale della catena beta delle molecole MHC di classe seconda, mentre CD8 ha affinit per alcuni
residui della catena alfa delle molecole di classe prima. Da ci si deduce che un linfocita che esprime
CD4 riconosce MHC II, mentre un linfocita che esprime CD8 riconosce MHC I. Questo tipo di affinit,
CD4-MHC II e CD8-MHC I, diventa molto importante durante la fase di selezione timica per stabilire
se quel linfocita diventer per tutta la vita un linfocita di tipo CD4+ o un linfocita di tipo CD8+. Per un
periodo di tempo i timociti (da cui derivano i linfociti T), da poco attivati dal midollo ( e che poi
tramite la circolazione sanguigna giungono nella porzione corticale del timo) non esprimono ne CD4
ne CD8 e vengono chiamati doppi negativi; man mano che comincia il riarrangiamento della catena
beta del recettore T, i timociti immaturi cominciano a esprimere sulla propria superficie i due co-
recettori simultaneamente e a questo stadio vengono definiti doppi positivi. Il timo lunico organo
linfoide in cui troviamo doppi positivi, segno dello sviluppo dei timociti per poi diventare
singolarmente o CD4+ o CD8+. La presenza di doppi positivi nel sangue o in qualsiasi t tessuto
linfoide che non sia timo indice di patologia (quindi vuol dire che c qualche cosa che non ha
funzionato durante lo sviluppo e selezione dei timociti). Guardando un'immagine del timo vedremo
nella porzione corticale una grande quantit di doppi negativi che, a diversi livelli, stanno cominciando
a riarrangiare il DNA per poi riesprimere il prodotto di questo riarrangiamento ovvero recettore T, man
mano che ci si sposta dalla porzione corticale alla porzione midollare troviamo non solo timociti a
diversi gradi di maturazione, ma anche un cospicuo numero di cellule che non sono di natura linfoide,
le cellule dendritiche e le cellule epiteliali timiche, importanti per la fase di selezione, poich
esprimono MHC I e II.
Il FACS (Fluorescence-Activated Cell Sorter) uno strumento di ultima generazione e di piccole
dimensioni con la capacit di stabilire se ogni cellula identificata positiva, doppia positiva o doppia
negativa, coniugando anticorpi monoclonali in grado di riconoscere CD4 e CD8 a molecole fluorescenti
di un dato colore. Se si analizza un FACS del timo, si vedr un 5% di timociti solo CD8+, circa un 12%
CD4+, una percentuale variabile di doppi negativi e, infine,un 80% di doppi positivi, in attesa di
essere coniugati e divenire CD4+ o CD8+ e andare in periferia. La stragrande maggioranza di CD4+ e
CD8+ non la troviamo nel timo ma negli organi linfoidi periferici e nel sangue dove devono svolgere le
loro funzioni immunitarie. Infatti i linfonodi avranno FACS opposto rispetto al timo, ossia nessun
doppio positivo e unalta percentuale di CD4+ e di CD8+.

CELLULE PRESENTATI ANTIGENE APC (ANTIGEN PRESENTING CELLS)
Tutte le cellule nucleate del nostro organismo (eccetto quindi gli eritrociti) possiedono le molecole
MHC I e sono anche in grado di esprimere lantigene a esse associato, quindi potenzialmente possono
agire da cellule che presentano lantigene. Quando per si parla di cellule APC ci si riferisce a cellule
specializzate nel presentare lantigene, cio cellule in grado di captare lantigene, processarlo e
presentarlo ai linfociti T. Appartengono alla classe delle APC tre tipi di cellule:
-cellule dendritiche
-macrofagi
-linfociti B
Le cellule dendritiche e macrofagi captano gli antigeni mediante recettori abbastanza comuni, i
recettori tlr (toll-like receptor) e le cellule dendritiche li inglobano sia per mezzo della fagocitosi che
della macropinocinotosi, i macrofagi utilizzano fondamentalmente solo la fagocitosi. Le cellule B,
invece, utilizzano IgM o IgD di membrana e una volta che l'antigene si legato ad uno di essi
inglobano per endocitosi il complesso antigene-anticorpo.
A differenza delle cellule nucleate del nostro organismo, che a prescindere dalla presenza
dellantigene esprimono sempre gli stessi livelli di molecole di classe prima e, eventualmente, anche di
classe seconda, nelle APC lespressione di molecole di classe seconda inducibile a seconda della
presenza o meno dellantigene. In assenza di antigene le APC hanno bassi livelli di espressione di
molecole MHC sia di classe prima che di classe seconda; non appena incontrano lantigene il livello di
espressione di MHC di classe seconda aumenta fortemente, essendo esse in grado di processarlo ed
esprimerlo in superficie.
Caratteristica esclusiva delle APC la produzione o lespressione di molecole co-stimolatorie che
normalmente servono per aiutare il linfocita ad attivarsi in presenza dell'antigene. Fra le molecole co-
stimolatorie pi note vi sono B7 (chiamata anche CD80) e CD86, le quali non sono espresse, se non
a bassissimi livelli, in assenza di antigene. La presenza di molecole co-stimolatorie sulla superficie
delle APC, oltre alla specificit, aiuta una cellula immunitaria, un linfocita, a distinguere un antigene
non self ( da eliminare perch segno di una patologia ) da uno self ( ad esempio una macroproteina
che ha terminato la propria funzione), che viene normalmente processato da tutte le nostre cellule,
che esprimono in superficie oltre agli antigeni intracellulari ( tutti quelli tipici dei virus) anche
l'antigene self.

Macrofagi, cellule dendritiche e linfociti B

- Esprimono antigeni diversi:

Le cellule dendritiche esprimono preferenzialmente peptidi di natura batterica e allergeni, che si
trovano nel cibo contaminato o vengono inalate attraverso le vie respiratorie.

I macrofagi esprimono patogeni che vivono in vescicole, oltre che a patogeni che vivono in ambienti
extracellulari.

I linfociti B, infine, esprimono antigeni solubili (tossine).

-Non si trovano nello stesso sito e questo garantisce una certa copertura immunitaria: le cellule
dendritiche si trovano un po in tutti i tessuti, i macrofagi tendono a concentrarsi preferenzialmente
nei tessuti linfatici, i linfociti B si trovano nel sangue, oltre che nei linfonodi, nella milza e in altri
tessuti associati alle mucose.
Allinterno del linfonodo troviamo tutte e tre i tipi di cellule APC:
le cellule dendritiche si trovano in zone in cui ci sono linfociti T ( perch devono presentare
lantigene ai linfociti);
i macrofagi si trovano nella zona corticale dove, in prossimit dei vasi afferenti, c' lantigene;
i linfociti B si trovano particolarmente concentrati nei follicoli dove, oltre ad aver riconosciuto
lantigene solubile, cominciano a moltiplicarsi, differenziarsi e incontrare linfociti T.

-Cambiano la loro forma, oltre che la loro funzione, a seconda del loro stato di attivazione.

Le cellule dendritiche una volta attivate esprimono diverse molecole:
molecole per processare lantigene in superficie,
molecole per ladesione con i linfociti T (possono entrare in contatto anche con decine e decine
di linfociti T, ovviamente il tipo di risposta e di attivazione dipende dalla specificit dei recettori,
si pu avere specificit molto alta oltre ad avere attivit tale da poter attivare il linfocita
stesso)
citochine con funzione di reclutare altri linfociti

Esiste un sottotipo di cellule dendritiche chiamate plasmacitoidi, oggetto di studio soprattutto negli
ultimi 15 anni, che hanno poca importanza nella processazione e presentazione dellantigene ai
linfociti, ma sono molto importanti perch producono alte quantit di interferone di tipo1, importante
nel rendere le cellule circostanti resistenti alle infezioni virali. Le cellule plasmacitoidi sono molto
importanti nella risposta contro i virus, perch hanno alti livelli di due importanti classi di toll like
receptor che sono la toll like receptor di tipo 7 e la toll like receptor di tipo 9, in grado di
riconoscere virus, oltre che cellule batteriche (cio DNA batterico) e attivare una cascata che serve
per lattivazione e la produzione di interferone di tipo A e B (di classe 1), importanti per rendere la
cellula meno sensibile allinfezione virale e molto pi reattiva nei confronti dei virus.

Potrebbero piacerti anche