Sei sulla pagina 1di 10

Emiliano Calcagno - Bozza

NIETSCHE La crisi delle certezze



Uno strappo nella cultura occidentale:
Nietzsche un caso particolare nel panorama filosofico. forse il miglior interprete della fine di
un mondo e del bisogno di rinnovamento di tutta un'epoca: profeta insieme della decadenza e
della rinascita La sua filosofia, infatti, in bilico tra la negazione totale della cultura e del
pensiero occidentale con un attacco frontale al razionalismo metafisico (vera spina dorsale della
filosofia occidentale) e la creazione di un nuovo sistema di valori.
Da molti amato e da molti disprezzato, scrisse in un linguaggio fortemente simbolico, una prosa
poetica ricca di aforismi, che induce tuttora ad interpretazioni contrastanti anche in virt della
asistematicit, se vogliamo anche questa elemento di polemica diretto contro la tradizione di
pensiero.
Nietzsche un filosofo della crisi, si pone come fondatore d'un modo di pensare nuovo nel
momento in cui il sistema filosofico costruito dallidealismo tedesco che aveva portato con
Hegel ad elevare la ragione a principio assoluto e al suo dispiegamento nella realt retto dai
principi della logica entra in crisi cos come la morale cristiana, anche questa fondata su di un
principio assoluto.
Per Nietzsche, infatti, il tentativo di categorizzare sistematicamente il reale annienta la forza
vitale propria ad ogni uomo
La filosofia di Hegel ritenuta da Nietzsche un tradimento in danno alla vita, in quanto tentativo
di fermare ci che non si pu fermare (la vita, dinamica per antonomasia) in un sistema di
pensiero .Analogo il giudizio di Nietzsche nei confronti del fiducioso ottimismo dei positivisti:
responsabili di spiegare la realt mediante leggi meccanicistiche universali ed obiettive,
regolatrici della natura che favoriscono le conquiste della scienza: essi commettono lo stesso
errore di Hegel .
Il Cristianesimo assume in Nietzsche un valore assolutamente negativo. Il filosofo, infatti,
vede nella morale cristiana la negazione della vita, soppiantata da una visione ascetica della
stessa in quella che definisce la "morale dei vinti".
Nietzsche pensa che alla base della realt ci sia un caos di impulsi e istinti potentissimi,
irrazionali. Questo caos primordiale suscita negli uomini la paura della morte, del nulla,
dell'ignoto.
Di fronte a questa situazione la filosofia occidentale, cos come il cristianesimo, hanno cercato di
trovare un rimedio a queste paure.
A partire da Socrate, la tradizione filosofica occidentale ha tentato, con la ragione, di trovare un
ordine nel caos, per rendere la realt prevedibile e meno paurosa.

Secondo Nietzsche il cristianesimo ha accolto lo spirito socratico-platonico, sviluppandone la
dottrina e la morale che impongono la rinuncia alla vita in nome di presupposti ideali
trascendenti. L'ascetismo cristiano ha creato il concetto di Dio nel quale ha riunito la verit, il
mondo dei valori, l'aspirazione al cielo, il rifiuto dell'esistenza terrena, giustificando la sofferenza
come mezzo di espiazione del peccato, ed ha diffuso il disgusto per tutto ci che umano ed
appartiene al corpo, l'opposizione ai sensi ed alla stessa ragione che non ripone in Dio i suoi fini,
l'avversione per la felicit e per la bellezza, il desiderio di oltrepassare la terra con le sue
apparenze, i suoi mutamenti e le sue illusioni. Nietzsche per convinto che il cristianesimo sia
ormai in declino e venga ripudiato perch gli si rivolgono contro tutte le coscienze sensibili che
lo giudicano fonte di menzogna e causa di debolezza e di vilt. Il concetto di Dio infatti stato
inventato dagli uomini fiacchi e incapaci, rinunciatari e pusillanimi che si sono creati un
fantasma per trovare in lui un appoggio ed un sostegno alla propria miseria.

La sua filosofia nasce quindi anche come negazione di questa morale, ben descritta nella sua
affermazione " Dio morto, dove "Dio" non da intendere esclusivamente come la divinit
personale, ma come il sistema di idee proprie del Cristianesimo.
Lo spirito Dionisiaco.
Nietzsche nell'opera giovanile La nascita della tragedia rivela la sua concezione filologica,
esprimendo una interpretazione filosofica personale della vita, dell'arte e della cultura greca
Dioniso (Bacco per i romani) il dio della musica, dei teatranti e dei baccanali, colui il quale
rappresenta l'impeto dei sensi laddove Apollo l'armonia e l'equilibrio. Legato a Dioniso
l'ebrezza che deriva dall'arte sensuale, ovvero la musica e la danza.
Lo spirito dionisiaco dunque per Nietzsche lo spirito gaio e entusiasta dell'uomo che dice "s"
alla vita, la quale ha i tratti autentici dell'imprevisto, nell'irrazionale e nell'impeto sensuale.
Lo spostamento dei valori.Dio morto
Nietzsche proclama che "Dio morto" ossia che tutti i rimedi filosofici e morali creati per
difendersi dalla paura dell'ignoto sono solo menzogne consolatorie.
Nietzsche avversa ogni tipo di morale che voglia imporre agli uomini dei comportamenti e degli
obblighi, fondandoli su ideologie o pretese verit religiose metafisiche (basate su enti
ultraterreni).
Non vero che la virt produce la felicit, come afferma la morale, solo l'abbandonarsi alle forze
vitalistiche, pu far emergere una condizione di vita piena.
La morale lo strumento che gli uomini deboli (quelli che non hanno il coraggio di
accettare il mutamento caotico come legge portante della vita) utilizzano per dominare su
quelli forti.
Il sistema morale ha imprigionato nelle sue regole l'intera umanit, fondando il mondo su
principi che limitano il vigore vitale in nome di un controllo delle passioni e degli istinti.

La morte di Dio, annunciata in piazza a gran voce da un folle, ha un significato che oltrepassa
una semplice professione di ateismo. Nietzsche infatti non si domanda se Dio esista o no, come
fa l'ateo che contrappone un'opinione (Dio esiste) ad un altro convincimento (Dio non esiste).
Dichiarando ufficialmente la morte di Dio, egli intende dire che tramontato tutto quel sistema
di valori trascendenti che la tradizione culturale aveva creato e sul quale aveva costruito per
duemila anni la sua fede, la sua morale, la sua concezione dell'essere come opposto al divenire,
la sua certezza di verit, il suo superficiale ottimismo razionalistico.
Tale grandioso e sconvolgente avvenimento prepara ad un nuovo mondo, libero dai
pregiudizi e dalla schiavit della morale che rinnega la vita, e si spezzano e le vecchie tavole
dei valori che mortificano l'esistenza. Si apre una nuova epoca che rifiuta la rinuncia ed
esalta la naturalit dell'essere umano nella sua dimensione corporea.
. questa la parte "costruttiva" del suo pensiero che svolge nei temi dell'oltreuomo, della
volont di potenza e dell'eterno ritorno e che costituisce un progetto di redenzione dell'umanit
dall'asservimento del passato.
Loltre uomo (Ueber mensch)
Cosa si pu fare allora? E' necessario promuovere la nascita del superuomo.
Il superuomo non si fa scudo di alcun rimedio morale e consolatorio, egli accetta di vivere
in accordo con i propri istinti e tenta di volgerle a suo favore.
Il superuomo si pone al di l del bene e del male, ossia al di l della morale convenzionale, e
fonda le sue azioni sulla volont di potenza, cio sull'energia creatrice degli impulsi vitali. La
volont di annullare la cultura moderna non esprime laspirazione al ritorno allo stato di
innocenza originaria perch sarebbe impossibile recuperare quel felice mondo mitico e distrutto
da lunghi secoli di presunta civilt.
necessario invece negare tutti i valori del passato e andare oltre: occorre creare un nuovo tipo
di uomo il quale, rifiutando il mondo come una realt gi costituita, progetti la costruzione d un
mondo diverso e sia animato da sentimenti di fedelt alla terra e di amore per il proprio corpo e
dal desiderio di reincarnare in s lo spirito di Dioniso. La fedelt alla terra, proclamata
insistentemente da Nietzsche, vuol dire ritorno alle proprie radici naturali e abbandono di
tutti quegli ideali metafisici (religione, verit, scienza, morale, storia) che trascendono
l'individuo come un assoluto indipendente dalla sua volont. Esaltare la terra, il corpo, la
bellezza, il piacere non per una semplice manifestazione di ingenuo ottimismo: Nietzsche
sa bene che la gioia si mescola con il dolore, che non esiste la salute senza le malattie e la
morte, che il bene commisto con il male e perci la sua proposta vuole essere accettazione
completa dell'esistenza e rifiuto del pessimismo che conduce alla rinuncia della vita e alla
evasione dal mondo.
Tale uomo nuovo il superamento dell'uomo tradizionale ed perci indicato con il
termine oltreuomo o, secondo la consuetudine, superuomo (Uebermensch) che esprime non
il singolo individuo ma l'essenza costitutiva della specie umana.
Profeta dell'apparizione sulla terra dell'oltreuomo Zarathustra il quale, dopo aver trascorso
molti anni tra le solitudini montane, ritorna tra il suo popolo per insegnare una nuova religione
naturalistica, comunicata con un linguaggio lirico-allegorico e descritta da Nietzsche nell'opera
Cos parl Zarathustra. Essa "la storia delle sue continue esperienze, delle sue amicizie, del
suo ideale, dei suoi rapimenti, delle sue delusioni e delle sue sofferenze pi amare
Leterno ritorno
Lidealismo, specialmente quello di derivazione hegeliana, considera i singoli momenti di vita
privi di valore in quanto anelli di una catena e punti di un insieme che comprende e unifica nella
razionalit tutti i fatti del passato, del presente e del futuro.
Secondo Nietzsche gli eventi si susseguono caoticamente senza alcuna meta finale e si ripetono
in un eterno processo circolare che, in quanto tale, non ha direzione n senso: ogni cosa muore,
tutto rivive e la "ruota dell'esistenza gira eternamente"; ritorneranno nell'uomo gli stessi pensieri,
i medesimi dolori e piaceri e si ripresenteranno le dentiche cose piccole e grandi-
Questa dottrina dell'eterno ritorno, anche se sembra ripresa dalle antiche correnti del pensiero
greco, ha un significato ben diverso. Il ciclo rinnovatosi all'infinito, nel mondo classico,
rappresenta la razionalit, il logos immanente nel mondo; in Nietzsche, invece, esprime
irrazionalit, disordine, caos.
L'uomo, se vuole dare valore alla propria esistenza, non pu rimanere inerte spettatore rassegnato
del divenire ciclico dell'universo n pu reagire con la disperazione; deve piuttosto accettarlo
totalmente, volerlo con tutte le sue forze, amarlo con entusiasmo dionisiaco ed accoglierlo
consapevolmente, pensando che la vita offre anche sofferenze, malattie, insoddisfazioni. o. Cos
facendo l'individuo celebra la propria grandezza e la propria dignit perch si comporta da
oltreuomo in quanto, superando se stesso ed imponendo la propria scelta agli eventi, manifesta la
volont di potenza.
La volont di potenza
Anche se il concetto non di facile interpretazione per la forma espressiva talora ambigua e
contraddittoria di Nietzsche, la volont di potenza pu essere intesa come forza capace di
trasmutare il mondo, mediante l'assunzione di nuove tavole di valori, di interpretare la realt in
maniera diversa, di dare un nuovo senso alla vita, attribuendo un significato al caotico divenire
delle cose.
Nel passato volont di potenza si identificata con volont di dominio- Nell'avvenire,
invece, essa rappresenter l'infinita possibilit di espansione del volere umano e trover la
sua espressione pi chiara nell'oltreuomo, il vero filosofo che, rinnegando il passato e
proiettandosi verso il futuro, creer nuovi valori e riveler nuove virt.
Nietzsche indica in quale modo l'umanit possa liberarsi dal peso del passato, dalla
schiavit, dagli atteggiamenti passivi, dalla rassegnazione, descrivendo in tre metamorfosi
la storia dello spirito. Dapprima come il cammello, che sopporta ogni fatica percorrendo il
deserto sotto il suo grave carico, l'uomo ha accettato senza ribellarsi tutto ci che gli veniva
imposto dalla religione, dalla morale, dalla scienza. Poi, sollevatesi contro il proprio
signore, si comportato come un leone: ha combattuto il grande drago, rappresentante
l'idea del dovere, ossia tutti i valori tramandati da secoli, ed ha proclamato la sua libert
contrapponendo al "tu devi" l'espressione "io voglio". Ma lo spirito del leone non ancora
sufficiente perch non pu costruire ideali nuovi: dalla fase distruttiva si deve passare al
momento creativo. Cos il leone nella terza metamorfosi si trasforma in fanciullo,
assumendone l'innocenza, l'oblio e la voglia di vivere, cio la capacit dionisiaca di
accettare l'esistenza nel suo divenire incessante, privo di fini e di mete, e di progettare un
mondo nella cui prospettiva pu dispiegare tutte le proprie energie, ossia la volont di
potenza.


IL DECADENTISMO
Con il termine decadentismo si intende un movimento artistico e letterario sviluppatosi in
Europa, a partire dalla seconda met dell'Ottocento fino agli inizi del Novecento, che si
contrappone diametralmente alla razionalit del positivismo scientifico e del naturalismo.
Il termine "decadentismo" deriva dal francese dcadent, che ha due significati: quello negativo,
riferito alla nuova generazione dei poeti maledetti che davano scandalo incitando al rifiuto della
morale borghese, e quello positivo, inteso come nuovo modo di pensare, come diversit ed
estraneit rispetto alla societ contemporanea.
Il termine originariamente indicava quindi un determinato movimento letterario nato nella Parigi
di fine Ottocento. Siccome all'interno di questo movimento vi erano altre correnti che poi si
sarebbero sviluppate autonomamente, la storiografia letteraria italiana, nel Novecento, ha assunto
il termine a designare un intero movimento letterario di portata europea. L'uso del termine con
questo suo secondo significato prevalentemente diffuso in Italia mentre in altri paesi sono
preferite diverse denominazioni, quali ad esempio il simbolismo in Francia.
La critica ufficiale, per descrivere questi atteggiamenti assunti da alcuni intellettuali, us il
termine "decadentismo" proprio per ricordare la sensazione di crollo di una civilt. La critica us
questo termine con un'accezione negativa ma gli intellettuali che facevano parte di quel gruppo,
definito come decadente, ribaltarono il significato, arrivando ad indicare un privilegio
spirituale e ne fecero una sorta di bandiera da esibire con orgoglio e dedizione.
Infatti per questi intellettuali il decadentismo un atteggiamento di vita: implica una certa
concezione del mondo: si tratta dall'atteggiamento di colui che si ritira nellorizzonte della
propria esistenza non per ritrovare dentro di s il mondo nella sua fenomenicit o Dio nella
illuminazione della coscienza, ma per cercare soltanto se stesso. Lesistenza delluomo viene
scrutata non per mettere in evidenza tutta la sua ricchezza, ma per addossarsene tutta la povert.
Troncati i fili che legano lesistenza umana al mondo delle cose e degli altri e alla trascendenza
divina, luomo, racchiuso nella propria esistenza, ne raccoglie le vibrazioni pi piccole, ne sonda
le preoccupazioni pi segrete, ne insegue i moti pi riposti. Luomo decadente non luomo
della civilt greca, rivolto alla vita sociale e sorretto da uneducazione rigorosa, non luomo
dellUmanesimo, costruttore della propria fortuna, specchio in terra delle virt divine, non
neanche luomo del positivismo, fatto di ereditariet e di abitudini sociali che lo determinano
meccanicisticamente. Luomo decadente piegato su se stesso, isolato, e accetta i propri limiti,e
chiude ogni legame col trascendente rompendo i ponti con la natura.
In Italia si soliti individuare due periodi distinti di decadentismo: il primo, di cui facevano parte
D'Annunzio, Pascoli, ancora caratterizzato dalla necessit di costruire miti decadenti. Al
contrario nel secondo, di cui occorre ricordare in particolare Pirandello, Svevo , la coscienza
della crisi ormai acquisita e la realt viene sottoposta ad una critica molto lucida e distruttiva. Il
termine "Decadente" fu, in origine usato in senso dispregiativo, per indicare giovani poeti che
vivevano fuori dalle norme comuni, considerati appunto simboli di una "decadenza sociale" che
disprezzava il progresso e la fede nella scienza del positivismo. Pi tardi pass a designare la
dilagante "decadenza" della societ materialista di fine secolo, orientata verso l'esaltazione delle
conquiste tecnologiche e alla quale gli intellettuali si sentivano estranei. Essi, infatti, si
considerano decadenti, con un atteggiamento di superiorit spirituale, in quanto inclini a cogliere
i segni della raffinatezza e dell'eleganza intellettuale delle epoche e periodi di "decadenza"
rispetto al normale.
Il Decadentismo caratterizzato da una nuova tipologia di poeta: esso non pi il vate che
guidava il popolo del Romanticismo, n il promotore della scienza come nell'Illuminismo o
cantore della bellezza nel Rinascimento. Diventa cos veggente, cio colui che vede e sente
mondi arcani ed invisibili in cui si chiude scoprendo l'universale corrispondenza e analogia
delle cose [...] E in tal modo il Dio perduto vive come una memoria e un desiderio
Il poeta cos un artista solitario, capace di scavare nell'interiorit umana e nel mistero
dell'ignoto. Anche la parola poetica cambia: non si usa pi per descrivere sentimenti ma,
soprattutto, per decifrare sensazioni e per illuminare l'oscuro che in noi utilizzando un
linguaggio simbolico comprensibile solo da spiriti che riescono a percepire le stesse sensazioni.
Da qui la grande importanza della poesia come mezzo per esprimere il proprio intimo.
Caratteristica generale quindi un forte senso d'individualismo e soggettivismo. Per la sua
oscurit l'argomento della poesia sfugge alla comprensione del lettore che pu interpretarla in
modi differenti.
Il Decadentismo trova nelle strofe e nei versi liberi i giusti mezzi per esprimere le rivelazioni del
proprio interiore con tutte le sue sfumature, poich, a differenza delle forme metriche
tradizionali, pi chiuse e rigide, permettono un'esposizione priva dell'interferenza della ragione,
assumendo ritmi liberi, creati di volta in volta dal poeta.
Nella poetica di Gabriele DAnnunzio vi la figura prima dellesteta e poi del superuomo.
Lestetismo e lesaltazione della bellezza e dellarte vista come unico valore importante della
vita. Di conseguenza lesteta si estranea dalla societ corrotta, per abbandonarsi alla
contemplazione dellarte; infatti la corrente decadentista vede in essa lunico modo per conoscere
la realt, rifiutando ogni forma di scienza e logica.
In seguito, per, DAnnunzio vede la necessit di attivarsi per cambiare la societ che disprezza
e, di conseguenza, lestetismo va in crisi.
Egli trova la soluzione nel pensiero di Nietzsche e nella figura del superuomo. Il superuomo
leroe perfetto per DAnnunzio, forte, sicuro di s e violento, pronto per migliorare lassetto
sociale. Invece, in Pascoli, il Decadentismo si esprime nella figura del fanciullino. Esso
presente in ognuno di noi ed capace di penetrare nel vero significato delle cose che ci
circondano. Il fanciullino di Pascoli, per, incapace di relazionarsi con gli altri, chiuso in se
stesso ed insicuro.
I tre autori rappresentano, quindi, levoluzione del Decadentismo con la sua espressione in figure
mitiche importanti.
LEVOLUZIONE DEL TEATRO ITALIANO ATTRAVERSO IL DECADENTISMO
(DANNUNZIO E PIRANDELLO)
Sar nel momento del suo approdo al teatro, verificatosi nel 95 con lintesa damore e
dintelletto con la musa tragica Eleonora Duse che DAnnunzio esprimer con vero slancio il
mito del superuomo. Si nota nei drammi La citt morta (98), uninquieta vicenda damore e di
morte che aleggia sui resti dellantica Micene, La Gioconda (99), consacrazione dellesteta che
per amore dellarte lascia la moglie per vivere con la modella, La Gloria (99), impudica apoteosi
del sesso, del potere e della gloria.
In seguito ai drammi in prosa DAnnunzio approd alla tragedia in versi con Francesca da
Rimini (1901), un poema di sangue e di lussuria come egli la consider, con La figlia di Jorio
(1904), una travolgente storia di sentimenti e passione tra il pastore Aligi e la prostituta Mila di
Codra che trover epilogo nel volontario sacrificio della morte per la consacrazione pura
dellamore, e con La fiaccola sotto il moggio (1905), ancora il tragico sacrificio della donna che
si vendica per salvare lonore e la memoria della madre. Altra opera degna di nota La nave
(1908), una plumbea vicenda nel periodo della fondazione di Venezia che esprime linstancabile
rievocazione del superuomo. Tale la protagonista omonima di Fedra (1908) che ostenta la
propria superiorit su Afrodite, rifiutando la passione per il figliastro, e su Artemide, protettrice
del giovane.

Il teatro di DAnnunzio nasce dalla volont di opporsi al teatro borghese, leggero e banale per
lesorbitante quotidianit degli eventi, e dal bisogno di rievocare il grande teatro tragico in versi
e in prosa, non per imitarlo ma per coglierne lo spirito, lintuizione e lessenza del dramma .
Bisognava uscire da quel realismo provinciale che trionfava nelle novelle e nei drammi;
occorreva opporre a un teatro essenzialmente dialettale, un teatro lirico, aristocratico che
suggellasse lesperienza di pochi superuomini.
Egli sent la necessit di utilizzare un nuovo spazio scenico, come si pu notare dai suoi progetti
per il teatro allaperto sulle rive del lago di Albano, e lesigenza dimpiegare la didascalia e altri
strumenti coreografici e scenografici per un teatro maestoso. Non mancarono polemiche da
parte delle avanguardie, ma col Novecento e il teatro in versi (La figlia di Iorio e Francesca da
Rimini) la sua tragedia acquister importanza e celebrer un filone dispirazione storica e
mitologica.
D'annunzio partendo dalla Polis greca, con la magia dei versi, del mito e della storia, intese
superare la mediocrit del teatro borghese con le sue scenografie banali e i dialoghi
standardizzati, riflesso dellItalia remissiva e antieroica.
Il vate, acquisendo parole, metri e idee, unisce immagini classiche, dantesche e rinascimentali, in
un elegante gioco letterario. Il suo teatro ha un duplice indirizzo: quello per gli lites e quello per
le masse. Per i primi, che seguono le sue propensioni culturali, si realizzano le innovazioni
metriche e si rilevano le citazioni, in un teatro di poesia; per le seconde si esaltano la scenografia
esotica, la magia del verso, la vita degli eroi che sollevano la propria personalit da uno stato di
non valore alla vita superiore e allo stesso tempo tragica.
DAnnunzio sar uno dei primi sostenitori in Europa dellidea del teatro di massa e sar il primo
a proporre ladattamento del teatro Argentino di Roma a vero e proprio teatro di festa. La
proposta di DAnnunzio si presenta come sintesi tra i fondamenti del teatro antico e le possibilit
offerte dalle nuove tecnologie: effetti illuminotecnici e predisposizioni per nuove esigenze
acustiche, in un palcoscenico che sente la necessit del movimento su pi piani di calpestio e su
un volume aereo di grande proporzione. Il teatro di DAnnunzio diventa set, lo spazio
scena\pubblico viene annullato e lo spettatore diventa parte integrante della rappresentazione.
Bisogner aspettare il 1934, quando Luigi Pirandello preparer la messa in scena de La figlia di
Iorio, per ritrovare il senso profondo della modernit antica.
Tra il 1921 e gli anni 30, Pirandello impose un nuovo linguaggio drammatico che coincise con
la fase del metateatro o teatro nel teatro, che ebbe inizio con la rappresentazione dei Sei
personaggi in cerca dautore: personaggi, figure fantasmatiche presenti gi in alcune novelle, si
materializzano sul palcoscenico tra i corpi disorientati degli attori impegnati nella commedia Il
giuoco delle parti, sovvertendo gli schemi del teatro naturalista. Quei personaggi, rifiutati
dallautore, chiedono la loro dimensione in teatro e, accolti dal capocomico, in un nuovo spazio
fisico, ognuno racconta la propria tragedia esistenziale. Al centro del dramma c il disagio del
teatro che nasce dal conflitto tra finzione e realt, tra arte pura e convenzioni intellettuali.
Con i Sei personaggi, il drammaturgo inaugura il nuovo linguaggio del metateatro, che si
completer con Ciascuno a suo modo (1924) e Questa sera si recita a soggetto (1933). Tra le
innovazioni pi indicative risultano: la scomparsa della barriera ideale tra palcoscenico e platea
che rappresentava lillusione della scena (i personaggi si muovono liberamente come se il
pubblico fosse assente, occupano qualunque spazio sul palco e scendono anche in platea,
coinvolgendo lo spettatore in modo inquietante, poich vengono svelate immagini convenevoli o
conflittuali tra attori e tutte le mansioni di coloro che lavorano dietro le quinte); la
trasformazione dello spazio teatrale che annulla definitivamente lillusione scenica (il dramma
comincia senza scena e con dei tecnici che lavorano sulla struttura o sullimpianto
dilluminazione, elementi che denotano la finzione teatrale); il tempo dellazione scenica, che nel
teatro tradizionale seguiva lo sviluppo del dramma, interrotto frequentemente da vicissitudini
diverse (incidenti, imprevisti); limpossibilit del dramma di raggiungere una conclusione (i
dubbi rimangono irrisolti, la verit incompresa e allo spettatore viene tolto il piacere della
catarsi, che per Aristotele rappresentava la funzione educativa del teatro: la purificazione dalle
passioni, dai tormenti). I drammi di Pirandello lasciano nello spettatore un senso di smarrimento
e di angoscia per una verit finale che a questi sfugge, perch il dramma non si chiude come
avveniva nel teatro antico. Esso era un luogo di conoscenza e permetteva di capire ci che la
vita, nel suo mistero, non riusciva a svelare. Il palcoscenico, simbolo della condizione delluomo
nella civilt moderna, diventa la stanza della tortura. Pirandello riesce addirittura a cancellare
il protagonista dalla scena come succede in Cos (se vi pare), dove la donna che muove la
vicenda risulta assente. Oppure procede al raddoppiamento di un personaggio con la
conseguenza che luno nega laltro e viceversa, pur essendo entrambi legati allo stesso destino
della non esistenza. quello che accade nella tragedia Enrico IV, linfelice maschera di un pazzo
che trova lillusoria via della salvezza nel delitto.
Gli Italiani, nel corso dellOttocento, avevano assistito alla proposta di numerosi modelli sociali,
civili e artistici, ma sempre fermi sui principi morali e intellettuali. DAnnunzio offr immagini
sognanti, oltre i limiti morali ma in difesa delle norme e dei costumi. Pirandello present luomo
di tutti i giorni che vive la provvisoriet delle norme e dei costumi. Egli partiva dal naturalismo
ma, cosciente della crisi di fine secolo, sapeva che il teatro del romanticismo non poteva pi
essere distrazione n semplicemente specchio crudo della realt. I personaggi dellOttocento
erano individui di carattere con una distinta personalit, i personaggi di Pirandello sono privi di
unit psicologica. Sul palcoscenico la verit oggettiva non esiste e il personaggio ci che gli
altri credono di lui. Lunica verit rappresentata dalla maschera sociale. Pirandello
destrutturando lunit psicologica del realismo, sviluppava il teatro del grottesco. Questa nuova
fase, in cui trovano piena applicazione i princpi della poetica umoristica, rappresentata dalle
commedie Cos (se vi pare) 1917, Ma non una cosa seria e Il giuoco delle parti (1918), il
drammaturgo annulla le certezze illusorie del mondo borghese e rappresenta in scena la
concezione relativistica dellesistenza. Sintomatica la prima commedia che si evolve attorno a
tre personaggi enigmatici e inquietanti: il signor Ponza, la moglie e la suocera. La comunit
borghese della citt, dove i protagonisti si sono trasferiti da poco, cerca di scoprire la verit sui
loro rapporti di parentela, ma la verit non esiste. Soltanto la moglie ne pu essere consapevole,
ma velata dal suo impenetrabile tulle a lutto, nella profonda tragedia degli eventi, spiegher che
Ella solo colei che (la) si crede.
Il pensiero di Pirandello esprime la sua maturit poetica nellultima opera incompiuta I giganti
della montagna, le cui vicende, fuori dalla concezione di spazio e tempo, si svolgono con una
rinnovata figurazione dellarte drammatica. Il teatro, legato alla fase dei miti, diventa luogo
incantato, dove i personaggi, tra meditazioni inconsce e tendenze surreali, assurgono a entit
mitologiche. Il dramma rappresentato dalla metafora dei giganti (il mondo moderno dominato
dalla crudelt e dallindifferenza) e della morte dellarte (la contessa Ilse che vuole diffondere
lopera Favola del figlio cambiato del Poeta, che si era suicidato per amor suo). Pirandello, di
fronte ai miasmi del tempo in cui gli eventi conducono alla tragedia del secondo conflitto,
sperimenta un linguaggio complesso e cupo che guida il teatro nel mondo mitico, dove larte
sfida e supera le maledizioni dominanti.

Potrebbero piacerti anche

  • Compendium Daemoni
    Compendium Daemoni
    Documento141 pagine
    Compendium Daemoni
    Diletta Gelli
    Nessuna valutazione finora
  • SENSIBILITA
    SENSIBILITA
    Documento9 pagine
    SENSIBILITA
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Testi Integrativi
    Testi Integrativi
    Documento1 pagina
    Testi Integrativi
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Catechismo Cinese
    Catechismo Cinese
    Documento10 pagine
    Catechismo Cinese
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Lezione 3 A
    Lezione 3 A
    Documento1 pagina
    Lezione 3 A
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • TRANSUSTANZIAZIONE
    TRANSUSTANZIAZIONE
    Documento1 pagina
    TRANSUSTANZIAZIONE
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Toller An Za
    Toller An Za
    Documento4 pagine
    Toller An Za
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Passa Mano
    Passa Mano
    Documento1 pagina
    Passa Mano
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Disputa Teologica in Cina
    Disputa Teologica in Cina
    Documento2 pagine
    Disputa Teologica in Cina
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Disputa Teologica in Cina
    Disputa Teologica in Cina
    Documento2 pagine
    Disputa Teologica in Cina
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Carita'
    Carita'
    Documento1 pagina
    Carita'
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • IRONIA
    IRONIA
    Documento2 pagine
    IRONIA
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Della Cina
    Della Cina
    Documento2 pagine
    Della Cina
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • ILLUMINISMO Profilo
    ILLUMINISMO Profilo
    Documento3 pagine
    ILLUMINISMO Profilo
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Nie Arte
    Nie Arte
    Documento9 pagine
    Nie Arte
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Cameriere
    Cameriere
    Documento1 pagina
    Cameriere
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Gustave Klimt2
    Gustave Klimt2
    Documento13 pagine
    Gustave Klimt2
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Manuali Di Storia Della Filosofia Medievale
    Manuali Di Storia Della Filosofia Medievale
    Documento1 pagina
    Manuali Di Storia Della Filosofia Medievale
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Manuali Di Storia Della Filosofia Medievale
    Manuali Di Storia Della Filosofia Medievale
    Documento1 pagina
    Manuali Di Storia Della Filosofia Medievale
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Haiku Del Saba To
    Haiku Del Saba To
    Documento1 pagina
    Haiku Del Saba To
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Impiantotesina
    Impiantotesina
    Documento3 pagine
    Impiantotesina
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Bergson
    Bergson
    Documento2 pagine
    Bergson
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Ciranodaimpro
    Ciranodaimpro
    Documento1 pagina
    Ciranodaimpro
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Il Torturatore
    Il Torturatore
    Documento2 pagine
    Il Torturatore
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Haiku Del Saba To
    Haiku Del Saba To
    Documento1 pagina
    Haiku Del Saba To
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • V
    V
    Documento1 pagina
    V
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Z Esercizio
    Z Esercizio
    Documento1 pagina
    Z Esercizio
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Car Darell I
    Car Darell I
    Documento5 pagine
    Car Darell I
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Enrico 4
    Enrico 4
    Documento1 pagina
    Enrico 4
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Carissima
    Carissima
    Documento1 pagina
    Carissima
    Gianfranco Calcagno
    Nessuna valutazione finora
  • Trombosi Venosa Profonda
    Trombosi Venosa Profonda
    Documento69 pagine
    Trombosi Venosa Profonda
    Roberto Nobile
    100% (1)
  • La Mia Chitarra
    La Mia Chitarra
    Documento9 pagine
    La Mia Chitarra
    Saimir Bogdani
    100% (1)
  • Romano Guardini Riassunto Esame Filosofia Morale Primi Capitoli98
    Romano Guardini Riassunto Esame Filosofia Morale Primi Capitoli98
    Documento30 pagine
    Romano Guardini Riassunto Esame Filosofia Morale Primi Capitoli98
    ayo sam
    Nessuna valutazione finora
  • Gombrich e Il Relativismo Culturale
    Gombrich e Il Relativismo Culturale
    Documento3 pagine
    Gombrich e Il Relativismo Culturale
    Alessandra Piccinno
    Nessuna valutazione finora
  • Karl Otto Apel - Verità Come Idea Regolativa
    Karl Otto Apel - Verità Come Idea Regolativa
    Documento23 pagine
    Karl Otto Apel - Verità Come Idea Regolativa
    Geist89
    Nessuna valutazione finora