TUTTE LE REGOLE PER CALCOLARE LA PENSIONE Una busta arancione nella casella della posta. Con dentro tutto quanto necessario sapere sulla propria pensione: a quanto ammonter lassegno, quando lo si potr ottenere e cosa fare per crearsi una pensione integrativa. Nellattesa che su questo tipo di informazioni possano contare anche gli italiani (da anni lInps lavora a un servizio automatizzato di simulazione e computo della pensione mentre in Svezia e in molti Paesi del Nord Europa un servizio del genere esiste da tempo) non resta che cercare di far fronte allincertezza ciascuno come pu. Ecco allora una guida completa, passo dopo passo, sulle modalit di calcolo della pensione. Il 95 anno spartiacque. Ecco quanta parte dellassegno dipender dai contributi versati Tre casi a confronto Apprendista di 25 anni Impiegato di 45 anni Segretaria di 62 anni (D. Co.) Prendiamo un apprendista di 25 anni. La sua pensione sar calcolata tutta con il criterio contributivo. Il sistema contributivo funziona grosso modo come un libretto di risparmio. Il lavoratore accantona ogni anno il 33% dello stipendio (i lavoratori autonomi, a regime, il 24%). Il capitale versato produce una sorta di interesse composto, a un tasso legato alla dinamica quinquennale del Pil e allinflazione. Si pu dire, quindi, che pi cresce lAzienda Italia, maggiori saranno le rendite su cui si potr contare. Alla data del pensionamento, al montante contributivo, ossia la somma rivalutata dei versamenti, si applica un coefficiente di conversione che cresce con laumentare dellet. Il coefficiente, ad esempio, pari al 4,419%, per chi chiede la rendita a 57 anni, sale al 5,093% per chi resiste al lavoro fino a 62 anni e al 5,620% se si decide di arrivare fino a 65 anni e oltre. Torniamo al nostro giovane appena entrato nel mondo del lavoro, a 25 anni, con uno stipendio di 15 mila euro. Il primo anno accantona 4.950 euro (il 33% di 15 mila), il secondo anno ne accantoner 5.115 (il 33% dello stipendio di 15.500 euro) e cos via. Dopo 42 anni (a 67 di et) supponiamo che abbia accumulato 500 mila euro (valore gi capitalizzato), montante che gli consentir di ottenere una pensione di 29.130 euro (2.240 euro al mese, al lordo dellIrpef). Per la verit, il risultato finale sar leggermente inferiore, in quanto per il calcolo abbiamo utilizzato il coefficiente di trasformazione (5,826) oggi vigente, che in futuro si abbasser, perch legato alle speranze di vita. RIPRODUZIONE RISERVATA (D. Co.) Prendiamo il caso di un impiegato di 45 anni , nato nel 1969 con inizio dellattivit lavorativa nel 1991. Questo lavoratore andr in pensione di vecchiaia a 67 anni ed una retribuzione annua media pari a 35 mila euro. Avr diritto a una pensione con il calcolo misto: retributivo (quota R) per lanzianit acquisita sino al 31 dicembre 1995 (in questo caso si tratta di cinque anni) e contributivo (quota C) in riferimento allanzianit maturata dal primo gennaio 1996 in poi. Per determinare la quota C abbiamo individuato lintero accantonamento maturato. Ossia il 33% della retribuzione percepita nel periodo che va dal 1996 al 2036, data in cui il nostro lavoratore compir 67 anni. In tutto si tratta di 473.550 euro. Quindi abbiamo valorizzato questo risultato moltiplicandolo per il 5,826%, il coefficiente di trasformazione stabilito nel sistema contributivo per chi chiede la pensione allet di 67 anni. Ecco i dettagli del conteggio. Per la quota R: 35.000 per 10% (2% della retribuzione lanno per i cinque anni trascorsi dallinserimento al lavoro, nel 91, fino al 31 dicembre 1996. Il risultato ammonta a 3.500 euro. Per la quota C: 35.000 (stipendi percepiti dal 1996 al 2036) per 33% (aliquota di accantonamento) per 5,826% (coefficiente di trasformazione per chi chiede la pensione allet di 67 anni). Il risultato pari a 27.589 euro. Il lavoratore ipotizzato avr diritto ad una pensione annua, al lordo dellIrpef, pari a 31.089 euro (3.500 di quota R, pi 27.589 di quota C), ossia un assegno mensile di 2.391 euro, pari alla pensione annua divisa per 13. RIPRODUZIONE RISERVATA (D. Co.) Prendiamo il caso di una segretaria di 62 anni che va in pensione questo mese di luglio con alle spalle 41 anni e 6 mesi di versamenti, e una retribuzione annua media pari a 38 mila euro, riferita agli ultimi cinque anni, e 37 mila e 500 euro riferita agli ultimi 10. Gli stipendi sono stati aggiornati al 2014 con i coefficienti Istat. Per determinare la quota C abbiamo individuato lintero accantonamento maturato, ossia il 33% della retribuzione percepita nel periodo che va dal primo gennaio 2012 al 30 giugno 2014 (in tutto 96 mila euro), ed abbiamo valorizzato il risultato moltiplicandolo per il 4,940%, il coefficiente di trasformazione stabilito nel sistema contributivo per chi chiede la pensione allet di 62 anni. Entriamo nei dettagli del conteggio. Prima quota R (retributiva): 38 mila (lo stipendio medio basato sugli ultimi cinque anni) per 40% (20 anni sino al 31 dicembre 1992, per il 2%). Il risultato ammonta in tutto a 15.200 euro. Seconda quota R: 37.500 (stipendio medio calcolato su dieci anni) per 38% (2% per i 19 anni dal 1993 al 2011). Il risultato pari a 14.250 euro. Quota C (contributiva): 96.000 euro (gli stipendi percepiti dal gennaio 2012 al giugno 2014) per 33% (aliquota di accantonamento) per 4,940% (coefficiente di trasformazione per chi chiede la pensione a 62 anni). Il risultato pari a 1.565 euro. La signora avr diritto a una pensione annua, al lordo dellIrpef, pari a 31.015 euro (15.200 di prima quota R, pi 14.250 di seconda quota R, pi 1.565 di quota C), ossia un assegno mensile di 2.385 euro (pensione annua diviso 13). RIPRODUZIONE RISERVATA 2. 240 euro la pensione di un giovane di 25 anni assunto con stipendio da 15.000 euro lanno. Lipotesi prevede che il ragazzo vada in pensione a 67 anni 2. 391 euro la pensione di un impiegato nato nel 69 che andr in pensione a 67 anni. Considerata una retribuzione media annua di 35 mila euro 2. 385 euro lassegno di unimpiegata che va in pensione questo mese dopo 41 anni e sei mesi di versamenti e 38 mila euro di retribuzione media annua % % % %% %%% I parametri per fare i conti D A R C O Fonte: Elaborazione Corriere della Sera * a regime I coefcienti con il sistema contributivo Per ciascuno degli anni in cui si ha diritto a una pensione calcolata con il sistema contributivo, bisogna prendere il 33%dello stipendio (il 24% in caso di lavoratore autonomo). Lammontare che risulta da questa operazione va a sua volta moltiplicato per un preciso coefciente che, come si vede dalla tabella, aumenta al salire dellet in cui si va in pensione 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 4,304 4,416 4,535 4,661 4,796 4,940 5,094 5,259 5,435 5,624 5,826 6,046 6,283 6,541 * i Il tutto nella misura del 2% di questa media per ogni anno di contribuzione Gli importi accantonati producono interessi legati alla crescita del Pil e allinflazione S is tema r e t r i b u t i v o S is tema c o n t r i b u t i v o L'importo della pensione viene calcolato sulla media dei redditi Con questo sistema il lavoratore ogni anno accantona il Per i dipendenti Per gli autonomi degli ultimi 10 anni degli ultimi 15 anni 33% 24%* Per i dipendenti Per gli autonomi dello stipendio % % % % % % % % % % % % % % Et Coefciente Giovani e anziani: come cambia lassegno Anzianit al 31 dicembre 1995 Anni di contribuzione alla pensione Ultimo stipendio Pensione in % sullultimo stipendio 40 30.000 78% 63% 53% Pi di 18 anni Meno di 18 anni Zero Per stimare lammontare delle propria pensione bisogna tenere conto che il si- stema di calcolo cambia a seconda del- lanzianit contributiva maturata al 31 dicembre 1995. Una vera e propria data spartiacque. Per chi pu contare su almeno 18 anni di assicurazione si applica il tradizionale, e pi favorevole, criterio retributivo, le- gato agli stipendi dellultimo periodo la- vorativo. Con lultima riforma, il calcolo retributivo interessa solo lanzianit ma- turata sino al 31 dicembre 2011. Per chi ha meno di 18 anni di assicura- zione, il criterio utilizzato quello misto. Per lanzianit maturata sino al 31 di- cembre 1995 si applica il metodo retri- butivo, e per i periodi successivi vale il criterio contributivo, strettamente lega- to al valore dei versamenti effettuati. A chi stato assunto dopo il primo gennaio 1996, per finire, si applica invece soltanto il criterio contributivo. Metodo retributivo Il cosiddetto sistema di calcolo retri- butivo, definitivamente soppresso dal primo gennaio del 2012, si basa su due elementi: il numero degli anni di contri- buzione e la media delle retribuzioni, ag- giornate, riferite allultimo periodo di at- tivit lavorativa. Lammontare della pen- sione pari al 2% del reddito pensiona- bile per ogni anno di contribuzione: con 25 anni si ha diritto al 50%, con 35 anni al 70% e cos via, fino all80% con 40 anni, massima anzianit presa in considera- zione. La misura della rendita costituita dalla somma di due distinte quote (A + B): la prima (A) corrispondente allim- porto relativo allanzianit contributiva maturata sino al 31 dicembre 1992; la se- conda (B) corrispondente allanzianit acquisita dal primo gennaio 1993 al 31 dicembre 2011. La base pensionabile della quota A data dalla media degli sti- pendi degli ultimi 5 anni che precedono la decorrenza. Mentre quella di riferi- mento della quota B (da utilizzare per lanzianit acquisita dal primo gennaio 1993 in poi) si ricava dalla media annua delle retribuzioni degli ultimi 10 anni (sempre andando a ritroso dalla decor- renza). Gli importi utilizzati per il con- teggio non sono quelli effettivamente in- cassati con la busta paga, ma quelli riva- lutati tenendo conto dellinflazione, con esclusione dellanno di decorrenza e di quello immediatamente precedente. Per una pensione con decorrenza 2014, la re- tribuzione di 30 mila euro percepita nel 2012 diventa pensionabile nella misura (rivalutata) di 30.600 euro. Metodo contributivo Il meccanismo molto semplice. La legge stabilisce che il montante indivi- duale dei contributi sia ricavato appli- cando alla base imponibile (retribuzione o reddito) una aliquota di computo, 33% per i lavoratori dipendenti, 22,20% per gli autonomi, e rivalutando la contribu- zione cos ottenuta su base composta al 31 dicembre di ogni anno, con esclusio- ne della contribuzione dello stesso anno, al tasso di capitalizzazione dato dalla va- riazione media quinquennale del pro- dotto interno lordo (Pil) nominale. Al momento del pensionamento, al mon- tante contributivo, ossia alla somma del- le quote accantonate (e rivalutate), si ap- plica un coefficiente di conversione cor- relato allet: 4,661% per chi sceglie di chiederla a 60 anni, 5,435% a 65 anni, e cos via sino al massimo di 6,541% per chi resiste sino a 70 anni (vedi tabella). Come si pu notare, il meccanismo su cui si basa il calcolo contributivo premia attraverso una rendita crescente negli anni chi rimane al lavoro il pi a lungo possibile. La quota C Per le pensioni con decorrenza dal 2012 in poi , il calcolo della rendita deve tener conto anche di una quota (C), rife- rita allanzianit acquisita dopo il 31 di- cembre 2011. La riforma Monti-Fornero ha infatti introdotto, a partire dal primo gennaio 2012, il criterio di calcolo con- tributivo per tutti, compresi coloro che potevano contare su 18 anni di versa- menti al 31 dicembre 1995, i quali hanno finora beneficiato del solo (e pi favore- vole) criterio retributivo. In sostanza, chi avr una pensione con il calcolo misto, incasser un assegno dato dalla somma di due quote: quella retributiva deter- minata sulla base dellanzianit matura- ta al 31 dicembre 2011; quella contribu- tiva riferita allanzianit acquisita ri- spettivamente dal primo gennaio 2012, ovvero dal primo gennaio 1996. Domenico Comegna RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere Economia Domani con CorrierEconomia le pensioni future degli italiani nelle simulazioni realizzate dalla societ di consulenza Progetica IL L U S T R A Z IO N E D I A L B E R T O R U G G IE R I M t d t ib ti italia: 51575551575557