Di Francesco Formisano - http://ilpicchioparlante.wordpress.com
Capita che, prima di iniziare una normalissima lezione di statistica alluniversit, il professore dedichi una riflessione sullinteressante indagine Piaac dellOcse sulle competenze dei cittadini di 24 Paesi riportata qualche giorno fa da diversi media. Avevo gi appreso di questa triste notizia, ma condividerla con i vari amici/colleghi mi ha suscitato nuove emozioni, e per lo stesso motivo, allargher in questa sede tale ponderazione. Ci sono diverse considerazioni da fare, volendo oltrepassare il lato meramente statistico:alcuni dati descrivono il divario Nord-Sud, altri i vari livelli di istruzione, ma, in linea pi generale, le analisi sulle competenze sono molteplici e nessuna di esse pu lasciarci dormire sonni tranquilli. Anzi; abbiamo tutti lobbligo (compreso chi scrive) di fare un gigantesco mea culpa Siamo i peggiori: manco a dirlo! Tantissime ricerche, classifiche, comparazioni ci hanno relegato ai bassifondi, e probabilmente questa statistica, descrivendo in termini di competenze (linguistiche, matematiche e problem solving) dovrebbe indurci maggiormente a rivedere dei meccanismi. Siamo i peggiori noi studenti, perch effettivamente abbiamo studiato poco e male, e forse anche perch come ha sentenziato il mio prof bisogna focalizzarsi sul corso, e non sullesame. Spesso (per non dire sempre) il voto stato la sola variabile che abbia avuto un senso. Chiedo scusa se sto generalizzando troppo, ma ovviamente, non mia intenzione rivolgere queste critiche a chi ha profuso tanto impegno. Siamo i peggiori come livello di istruzione. Non c che dire. Non voglio puntare il dito contro gli insegnanti, di ogni livello e di qualsiasi loco, ma una buona dose di colpa, insieme forse a dei metodi di insegnamento, anche loro. Fossi un insegnante, mi sentirei in dovere di fare autocritica cos come la sto facendo da studente. Rimettiamo dunque anche i vari centri di istruzione in discussione, pensiamo a nuovistrumenti di apprendimento che possano r- innovare e accrescere il rapporto insegnante-studente, etrasmettere un sapere nuovo, pi funzionale alle sfide che ci troveremmo in futuro. Siamo i peggiori anche perch non abbiamo un adeguato livello di formazione on the job: non si pu richiedere (pecca delle aziende) sempre personale specializzato. La domanda critica sempre la stessa: Come faccio ad avere esperienza, se nessuno mi offre questa possibilit? La formazione, allora, non sempre deve essere richiesta, ma offerta: compito dellazienda dunque, incentivare e, in un certo senso, pretendere dal SUO lavoratore unadeguata preparazione. Al momento della stipula del contratto, o del semplice annuncio, molto difficile che si sposino senza alcuna incongruenza- azienda e lavoratore. Ok, forse siamo i peggiori. Ma non per questo dobbiamo lasciarci andare. Lavoro, scuola, apprendimento: sono diverse le cose da rivedere. Ma una vera coscienza, bene formarla gi a scuola. Facciamo vedere questi report al 3-4 superiore, per aumentare lo spirito critico e far aumentare la consapevolezza di chi si appresta a diventare maturo. Infine, credo sia giusto evidenziare (ancora) le parole del mio prof: Non pensate di smettere di studiare, altrimenti farete poca strada. Concordo pienamente. Nel momento in cui ci sentiamo arrivati iniziamo a regredire. Non sentiamoci mai appagati dal punto di vista dellapprendimento. Sfruttiamo ogni occasione per continuare a formarci, ad interrogarci e, in sintesi, conoscere. Facciamone uno stile di vita, e non un occasione di lamento.