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LIBRO I.

I, 1.
1. La maggior parte degli scrittori che si sono dedicati a compilare storie e
a rievocare il ricordo di eventi passati hanno avuto in mente la gloria
eterna dellerudizione. Essi temevano anche che se fossero rimasti in
silenzio sarebbero potuti essere annoverati fra le innumerevoli schiere
degli sconosciuti. Tali scrittori, tuttavia, si preoccupano ben poco della
verit della loro narrazione, ma prestano particolare attenzione al fraseggio
e alleufonia, poich confidano che anche qualora i loro scritti non abbiano
basi fattuali, riusciranno comunque a ottenere ascolto, e che laccuratezza
delle loro ricerche non verr messa in discussione.
2. Alcuni scrittori, anzi, aborrendo i tiranni e desiderando lusingare od
onorare sovrani, paesi e individui, hanno illuminato eventi triviali e
insignificanti con lo splendore delle loro parole, pi che con la chiara luce
della verit.
3. Non essendo disposto ad accogliere da altri notizie basate sul sentito
dire e informazioni non confermate, ho raccolto nella mia storia materiali
che sono ancora freschi nelle menti dei miei lettori di riferimento; n
ritengo che la conoscenza dei molti eventi importanti che si sono verificati
in un breve lasso di tempo mancher di dare piacere ai lettori futuri.
4. Se dovessimo paragonare questo periodo a tutti i tempi trascorsi dallet
di Augusto, quando la repubblica romana divenne unaristocrazia, non
troveremmo, in uno spazio di quasi duecento anni fino allepoca di Marco
Aurelio
1
, successioni imperiali cos ravvicinate; le alterne fortune della
guerra, sia civile sia esterna; le sollevazioni nazionali e la distruzione di
citt, sia nellimpero sia in molti paesi barbari. Non troveremmo i
terremoti, la corruzione dellaria, n le incredibili carriere di tiranni e
imperatori.
5. Alcuni di questi sovrani conservarono il potere per lungo tempo; altri
pi brevemente. Ve ne furono perfino alcuni che, dopo aver ottenuto il
potere imperiale e goduti gli onori imperiali per non pi di un solo giorno,
furono subito uccisi. Perci, in un periodo di sessantanni, il potere
imperiale romano fu tenuto da pi imperatori di quanto apparirebbe
possibile in un lasso di tempo cos breve, ed ebbero luogo numerosi eventi
strani e meravigliosi.
6. Gli imperatori di et avanzata governarono se stessi e i loro sudditi in
modo lodevole, in virt della loro maggiore esperienza pratica, ma gli
imperatori pi giovani vissero sfrenatamente e introdussero numerose
innovazioni. Come ci si sarebbe potuti attendere, le disparit di et e di
autorit si tradussero inevitabilmente in variazioni nel comportamento
degli imperatori. Come questi eventi si svolsero, lo riferir ora nei
particolari, seguendo lordine cronologico e degli imperatori.

I, 2.
1. Limperatore Marco Aurelio ebbe numerose figlie ma due soli figli.
Uno di essi (si chiamava Verissimo
2
) mor molto giovane; il figlio
superstite, Commodo
3
, il padre lo allev con grande cura, chiamando a
Roma da tutto limpero uomini celebri nei paesi dorigine per la loro
erudizione.
2. Pag a questi studiosi grandi compensi perch vivessero a Roma e
sovrintendessero allistruzione di suo figlio. Quando le sue figlie crebbero,
le diede in mogli ai pi distinti tra i senatori, scegliendo i propri generi
non tra gli aristocratici, eccessivamente orgogliosi del proprio lignaggio,
n tra i facoltosi, protetti da uno scudo di ricchezza; prefer uomini dai
modi modesti e dallo stile di vita moderato, poich riteneva queste virt le
uniche propriet adeguate e durevoli dellanima.

1
Imperatore Cesare Marco Aurelio Antonino Augusto (Roma 26 aprile 121-Sirmio 17 marzo 180),
imperatore dal 161 al 180.
2
Tito Aurelio Fulvo Antonino (161-165), fratello gemello di Commodo.
3
Cesare Lucio Marco Aurelio Commodo Antonino Augusto, nato Lucio Elio Aurelio Commodo
(Lanuvium 31 agosto 161-Roma 31 dicembre 192), imperatore associato al trono nel 177 da Marco
Aurelio. Regn da solo dal 180 al 192.
3. Si preoccupava di eccellere sotto ogni aspetto, e nel suo amore per la
letteratura antica non fu secondo a nessuno, romano o greco; questo
evidente da tutti i suoi detti e scritti che sono giunti fino a noi.
4
4. Verso i suoi sudditi si dimostr un imperatore mite e moderato; dava
udienza a coloro che la chiedevano e proib alla sua guardia del corpo di
allontanare coloro che lo incontravano per caso. Unico tra gli imperatori,
diede prova della sua erudizione non con semplici parole o con la
conoscenza delle dottrine filosofiche, ma con il suo carattere impeccabile
e con il suo stile di vita temperato. Il suo regno produsse cos un gran
numero di uomini eruditi, poich i sudditi amano imitare lesempio offerto
dal loro sovrano.
5. Molti uomini capaci hanno gi riferito le imprese coraggiose e
moderate, caratterizzate dalla massima abilit sia politica sia militare, che
egli intraprese contro le nazioni barbare del settentrione e delloriente; io
ho registrato gli eventi che, dalla morte di Marco, ho potuto vedere e
ascoltare durante la mia vita eventi di cui avevo esperienza personale in
virt del mio servizio imperiale o civile.

I, 3.
1. Quando Marco era ormai un uomo anziano, esausto a causa non solo
dellet ma anche delle fatiche e delle preoccupazioni, si ammal
gravemente mentre era in visita presso i pannoni.
5
Quando limperatore
ritenne di avere ben poche speranze di guarigione, e si rese conto che suo
figlio sarebbe divenuto imperatore quando era ancora molto giovane,
temette che il giovane indisciplinato, privo del consiglio del genitore,
avrebbe trascurato i suoi ottimi studi e le sue buone abitudini
abbandonandosi al bere e alle intemperanze (poich le menti dei giovani,
prone ai piaceri, si distolgono assai facilmente dalle virt dellistruzione)
una volta ottenuto un potere assoluto e illimitato.
2. Questuomo erudito era preoccupato anche dal ricordo di coloro che
erano divenuti sovrani unici durante la giovinezza. Il despota siciliano
Dionisio, nella sua smodata licenziosit, aveva ricercato piaceri sempre
nuovi pagando prezzi altissimi per essi. Larroganza e la violenza dei
successori di Alessandro verso i popoli soggetti avevano portato la rovina
al suo impero.

4
Riferimento ai Colloqui con se stesso ( ) redatti da Marco Aurelio tra il 170 e il 180.
5
Nel 180.
3. Anche Tolomeo
6
, contro le leggi dei macedoni e dei greci, si spinse fino
a sposare la propria sorella
7
. Antigono
8
aveva imitato Dionisio sotto ogni
aspetto, indossando perfino una corona di edera in luogo del copricapo
macedone o del diadema, e portando un tirso in luogo di uno scettro.
4. Marco era ancor pi preoccupato ricordando eventi pi recenti. Nerone
aveva toccato il culmine dei suoi crimini assassinando sua madre e si era
reso ridicolo agli occhi del popolo. Anche le azioni di Domiziano
9
erano
state caratterizzate da eccessi e smodatezza.
5. Ripensando a simili esempi di dispotismo, era preoccupato e prevedeva
il peggio. A quel punto, anche i germani sul confine gli diedero gravi
motivi di ansiet. Non aveva ancora costretto tutte queste trib a
sottomettersi; alcune le aveva spinte allalleanza con la persuasione; altre
le aveva assoggettate con la forza delle armi. Ve nerano alcune che, pur
avendo violato i patti stipulati con lui, erano ritornate temporaneamente
allalleanza a causa del timore suscitato dalla presenza di un cos grande
imperatore. Temeva che, disprezzando la giovent di suo figlio, esse
avrebbero sferrato un attacco contro di lui; poich i barbari sono sempre
pronti a ribellarsi con qualunque pretesto.

I, 4.
1. Afflitto da questi pensieri, Marco convoc i suoi amici e familiari. Mise
suo figlio accanto a s e, sollevandosi un poco sul suo giaciglio, prese a
parlare loro nel seguente modo:
2. Che siate afflitti nel vedermi in queste condizioni non sorprende.
naturale che gli uomini abbiano piet delle sofferenze dei loro simili, e le
sciagure che si verificano davanti ai loro occhi suscitano una compassione
ancora maggiore. Ritengo, tuttavia, che tra voi e me esista un legame
affettivo ancor pi forte; in cambio dei favori che vi ho reso, ho il
ragionevole diritto di attendermi da voi altrettanta benevolenza.
3. E questo il momento giusto per me per scoprire che non invano ho
riversato su di voi onore e stima per tanto tempo, e per voi per restituire il
favore dimostrando che non siete incuranti dei benefici che avete ricevuto
da me. Ecco mio figlio, che voi stessi avete educato, prossimo al fiore
della giovent e, si potrebbe dire, bisognoso di timonieri che lo guidino sui
mari tempestosi che lo attendono. Ho il timore che, sballottato qua e l

6
Tolomeo II Filadelfo (308-246 a.C.), re dellEgitto dal 285 al 246 a.C.
7
Arsinoe II (ca 316 a.C.-268 a.C.).
8
Antigono I Monoftalmo (382 a.C.-301 a.C.).
9
Tito Flavio Domiziano (Roma 24 ottobre 51-18 settembre 96), imperatore romano dall81 al 96.
dalla mancata conoscenza di ci che ha bisogno di sapere, finisca per
essere fatto a pezzi dagli scogli dei cattivi comportamenti.
4. Voi, dunque, prendete tutti insieme il mio posto di padre, occupandovi
di lui e dandogli saggi consigli. Nessuna somma di denaro abbastanza
grande da compensare gli eccessi di un tiranno, n la protezione delle sue
guardie del corpo scudo sufficiente per il sovrano che non gode della
benevolenza dei suoi sudditi.
5. Il sovrano che suscita nel cuore dei suoi sudditi non la paura originata
dalla crudelt, ma lamore creato dalla gentilezza, ha maggiori probabilit
di concludere il proprio regno in sicurezza. Poich non sno coloro che si
sottomettono per necessit, bens coloro che sono persuasi allobbedienza
a continuare a servire e a sopportare senza sospetti e senza simulare
adulazione. Ed essi non si ribellano mai se non sono indotti a farlo dalla
violenza e dallarroganza.
6. Quando un uomo esercita un potere assoluto, difficile per lui
controllare i propri desideri. Ma se darete a mio figlio il giusto consiglio in
queste questioni e gli ricorderete costantemente ci che ha ascoltato qui,
farete di lui il migliore degli imperatori per voi stessi e per tutti, e
renderete il massimo tributo alla mia memoria. Solo in questo modo
potrete rendere immortale il mio ricordo.
7. A questo punto Marco ebbe un grave malessere e ricadde sul suo
giaciglio, esausto per la debolezza e per la preoccupazione. Tutti i presenti
ebbero piet di lui, e alcuni piansero disperati, incapaci di controllarsi.
Dopo aver vissuto ancora per una notte e un giorno, Marco mor, lasciando
in eredit agli uomini del suo tempo il rimpianto, e alle ere future un
eterno esempio di eccellenza.
8. Quando la notizia della sua morte fu resa pubblica, lintero esercito in
Pannonia e la gente comune furono sconvolti dal dolore; invero, nessuno
nellimpero romano ricevette la notizia senza piangere. Tutti si
lamentavano a gran voce in coro, chiamandolo Padre Gentile, Nobile
Imperatore, Valoroso Generale e Sovrano Saggio e Moderato, e tutti
dicevano il vero.

I, 5.
1. Nei giorni immediatamente successivi
10
i consiglieri di Commodo lo
tennero occupato con i riti funebri per suo padre; poi ritennero
consigliabile condurre il giovane allaccampamento perch si rivolgesse

10
Marzo 180.
alle truppe e, distribuendo loro del denaro pratica consueta da parte di
coloro che succedono al trono ottenesse il sostegno dellesercito.
2. Di conseguenza, a tutti i soldati fu ordinato di raggiungere il campo
dellassemblea per accoglierli. Dopo aver officiato i sacrifici imperiali,
Commodo, circondato dai consiglieri nominati da suo padre (e vi erano tra
essi numerosi uomini eruditi), sal sul palco eretto per lui al centro
dellaccampamento e parl cos:
3. Sono pienamente convinto che condividiate con me il dolore per ci
che avvenuto, e che non ne siate meno sconvolti di me. In nessuna
occasione, quando mio padre era con me, ho ritenuto opportuno fare il
despota con voi. Egli provava maggiore piacere, ne sono certo, nel
chiamarmi commilitone che nel chiamarmi figlio, poich riteneva il
secondo un titolo conferito dalla Natura, e il primo un legame fondato
sulleccellenza. Quando ero ancora un neonato mi portava spesso da voi e
mi metteva tra le vostre braccia, in segno della fiducia che riponeva in voi.
4. E per questa ragione nutro ogni speranza di poter godere della vostra
universale benevolenza, poich sono in debito verso di voi veterani per
avermi allevato, e potrei a buon diritto chiamare voi giovani soldati miei
compagni di studio nellarte delle armi, poich mio padre ci amava tutti e
ha insegnato ogni cosa buona.
5. Per succedergli, la Fortuna ha consegnato limpero non a un erede
adottivo, ma a me. Il prestigio di coloro che hanno regnato prima di me
stato aumentato dallimpero che essi hanno ricevuto come onore
aggiuntivo, ma solo io sono nato per voi nel palazzo imperiale. Non ho
mai conosciuto il contatto di una veste comune. La porpora mi ha accolto
non appena sono venuto al mondo, e il sole ha brillato su di me come
uomo e come imperatore nello stesso istante.
6. E se considerate a dovere la questione, mi onorerete come un
imperatore nato per voi, e non a voi presentato. Di certo, mio padre
salito in cielo, dove gi compagno e consigliere degli dei. Ma il nostro
compito occuparci delle questioni umane e dellamministrazione degli
affari terreni. Mettere ordine e sicurezza in questi affari sta a voi, se con
risoluto coraggio terminerete quanto rimane della guerra e porterete fino ai
mari settentrionali i confini dellimpero romano.
7. Queste imprese vi porteranno indubbiamente fama, e in tal modo
tributerete il dovuto rispetto alla memoria del nostro padre comune. Siate
certi che egli ascolta e vede ci che facciamo. E potremo considerarci
fortunati di avere un uomo simile quale testimone, quando faremo ci che
va fatto. Finora, tutto ci che avete coraggiosamente compiuto
attribuibile alla sua saggezza e alla sua abilit nel comando. Ma ora,
qualunque zelo dimostrerete in ulteriori imprese sotto di me, il vostro
nuovo imperatore, vi frutter una reputazione di lodevole fedelt e valore.
Con queste intrepide imprese conferirete ulteriore dignit a tutti noi.
8. Schiacciato allinizio del regno di un nuovo imperatore, il barbaro non
avr lardire di agire nel presente, disprezzando la nostra giovinezza, e
sar cauto e timoroso nel futuro, ricordando che cosa ha subito.
Terminato il suo discorso, Commodo conquist il sostegno dellesercito
con una generosa distribuzione di denaro e ritorn agli alloggi imperiali.

I, 6.
1. Poi, per breve tempo, limperatore fece tutto ci che suggerivano i
consiglieri nominati da suo padre. Essi lo accompagnavano ogni giorno,
dandogli saggi consigli; gli concedevano solo il tempo libero che
ritenevano necessario per una cura appropriata del suo corpo. Ma alcuni
dei suoi cortigiani interferivano tentanto di corrompere il carattere
dellingenuo imperatore. Tutti i sicofanti alla sua tavola, uomini che
valutano il proprio piacere in funzione del proprio ventre e di qualcosa che
si trova un po pi in basso, continuavano a ricordargli la vita allegra di
Roma, descrivendo i meravigliosi spettacoli e le esibizioni musicali ed
elencando labbondanza dei lussi l disponibili. Si lamentavano di perdere
il loro tempo sulle sponde del Danubio, osservando che la regione non era
produttiva in estate e che la nebbia e il freddo erano incessanti.
2. Signore, dicevano di continuo, quando smetterai di bere questo
gelido fango liquido? Nello stesso istante, altri si staranno godendo
ruscelli tiepidi o freschi, la bruma e laria buona, tutte cose che solo
lItalia possiede in abbondanza. Solo suggerendo tali delizie al giovane,
essi stuzzicavano il suo appetito per il piacere.
3. E cos, egli convoc immediatamente i suoi consiglieri e li inform che
aveva nostalgia della sua terra natale. Ma, vergognandosi di ammettere il
vero motivo del suo improvviso interesse per il ritorno, finse di temere che
uno dei ricchi aristocratici di Roma si impadronisse dellimpero e, dopo
essersi dotato di un esercito e di una roccaforte, prendesse il controllo
dellimpero, come da una fortezza inespugnabile. Poich il popolo romano
era abbastanza numeroso da fornire numerosi giovani scelti a un simile
esercito.
4. Mentre il giovane accampava simili scuse speciose, gli altri, affranti nel
profondo del cuore, tenevano gli occhi tristemente fissi al suolo. Ma
Pompeiano
11
, il pi anziano dei suoi consiglieri e imparentato per
matrimonio con limperatore (sua moglie era la sorella maggiore di
Commodo
12
) gli disse: Fanciullo e signore, del tutto ragionevole che tu
desideri vedere la tua terra natale; anche noi siamo attanagliati dal
desiderio di rivedere coloro che abbiamo lasciato in patria.
5. Ma questioni pi importanti e pi urgenti qui trattengono questo
desiderio. Per il resto della tua vita avrai il piacere delle cose di casa; e del
resto, dove si trova limperatore, l c Roma. Ma lasciare inconclusa
questa guerra tanto vergognoso quanto rischioso. Questo comportamento
accrescerebbe lardire dei barbari; non riterranno che desideriamo
ritornare alle nostre case, ma semmai ci accuseranno di ritirarci
vigliaccamente.
6. Dopo che avrai sottomesso tutti questi barbari ed esteso i confini
dellimpero fino ai mari settentrionali, sar una gloria per te ritornare a
casa e celebrare il tuo trionfo, conducendo in catene re e governanti
barbari prigionieri. I romani che ti hanno preceduto sono divenuti famosi e
hanno acquistato fama in questo modo. Non vi ragione di temere che
qualcuno in patria prenda il potere. I pi distinti senatori sono qui con te;
le truppe imperiali sono qui per proteggerti; tutte le ricchezze dei forzieri
imperiali sono qui; e infine, il ricordo di tuo padre ti ha fruttato leterna
fedelt e benevolenza dei tuoi sudditi.
7. Ansioso di risolvere la situazione, Pompeiano, con le sue esortazioni,
trattenne il giovane per qualche tempo. Commodo, vergognandosi delle
sue parole e incapace di rispondere a tono, li conged, dichiarando che
avrebbe riflettuto personalmente e pi a fondo sul da farsi.
8. Quindi, piegandosi ai suoi compagni, non consult pi i suoi consiglieri
su alcuna questione. Invi lettere e, dopo aver assegnato il comando sul
Danubio a uomini che riteneva capaci, ordinando loro di arrestare gli
attacchi dei barbari, annunci la sua partenza per Roma. Coloro che
rimasero sul posto fecero il proprio dovere; presto sottomisero la maggior
parte dei barbari con la forza delle armi, e conquistarono facilmente
lamicizia degli altri con sostanziose tangenti.
9. Per natura, i barbari sono avidi di denaro e sprezzanti del pericolo, e si
procurano da vivere o saccheggiando e depredando, o vendendo la pace a
caro prezzo. Commodo era al corrente di tale pratica; poich aveva denaro
in abbondanza, compr la libert dalle preoccupazioni e diede loro tutto
ci che chiedevano.

11
Tiberio Claudio Pompeiano (Antiochia prima del 140-Roma dopo il 193).
12
Annia Aurelia Galeria Lucilla (Roma 7 marzo 150-Capri 182).

I, 7.
1. Quando fu annunciata la decisione dellimperatore, lesercito si agit:
tutti i soldati volevano partire insieme a lui, cos da non dover pi perdere
tempo in guerra e da potersi godere i piaceri di Roma. Quando la notizia
fu diffusa e giunsero messaggeri per riferire che limperatore era in arrivo,
il popolo romano fu sopraffatto dalla gioia; nutriva le pi alte speranze per
il regno del giovane imperatore, ritenendo che avrebbe governato cos
come aveva fatto suo padre.
2. Procedendo rapidamente in virt del vigore della giovent, Commodo
percorse velocemente le citt situate tra la Pannonia e Roma. Ricevuto
ovunque con pompa imperiale, comparve di persona di fronte alle folle in
tripudio, spettacolo piacevole per tutti.
3. Quando si avvicin a Roma, lintero senato e il popolo della citt
abbandonarono ogni indugio. Portando rami dalloro e ogni sorta di fiori
di stagione, ogni uomo portandone quanti pi possibile e ansioso di
arrivare primo, uscirono per un tratto dalla citt per accogliere il giovane
imperatore dai nobili natali.
4. Poich essi gli tributavano davvero tutto il loro affetto, dato che era nato
e cresciuto tra loro ed era di stirpe imperiale in virt di tre generazioni di
distinti romani. Lalbero genealogico di suo padre comprendeva numerosi
distinti senatori; sua madre, limperatrice Faustina, era la figlia di
Antonino Pio
13
; era la nipote di Adriano
14
per parte di madre e le sue
origini risalivano a Traiano
15
, il suo bisnonno.
5. Tale era il retaggio familiare di Commodo. In questepoca egli era nel
fiore della giovent, di aspetto gradevole, con un corpo ben sviluppato e
un volto ben fatto ma non leggiadro. I suoi occhi imperiosi brillavano
come il fulmine; i suoi capelli, naturalmente biondi e ricciuti,
risplendevano sotto la luce del sole come se fossero in fiamme; alcuni
credevano che si spruzzasse i capelli di polvere doro prima di comparire
in pubblico, mentre altri vi vedevano qualcosa di divino, e dicevano che
intorno al suo capo risplendesse una luce paradisiaca. Ad accrescere la sua
bellezza, la prima barba cominciava appena ad apparire sulle sue guance.
6. Questo era limperatore su cui i romani si lustrarono gli occhi e che
accolsero con ghirlande e una pioggia di fiori. Entrando in citt,

13
Cesare Tito Elio Adriano Antonino Augusto Pio (Lanuvio 19 settembre 86-Lorium 7 marzo 161),
imperatore dal 138 al 161.
14
Publio Elio Traiano Adriano (Italica 24 gennaio 76-Baia 10 luglio 138), imperatore dal 117 al 138.
15
Marco Ulpio Nerva Traiano (Italica 18 settembre 53-Selinunte in Cilicia 8 agosto 117), imperatore
dal 98 al 117.
Commodo si rec immediatamente al tempio di Giove e negli altri
santuari. Dopo aver espresso la sua gratitudine al senato e ai soldati di
stanza a Roma per la loro fedele protezione, entr nel palazzo imperiale.

I, 8.
1. Per diversi anni limperatore assecond i consiglieri nominati da suo
padre, seguendo in tutto il loro consiglio. Ma quando assunse il controllo
assoluto dellimpero, mise al comando della guardia pretoriana un italico,
Perenne, che sembrava essere un soldato capace. (In realt, fu per questa
ragione che Commodo lo fece prefetto del pretorio). Perenne assecond
gli appetiti giovanili dellimperatore, permettendogli di trascorrere il
tempo tra bevute e stravizi, e sollevandolo dalle preoccupazioni e dalle
responsabilit imperiali.
2. Perenne si prese carico personalmente e del tutto dellimpero, spinto
dalla sua insaziabile sete di denaro, dal disprezzo per ci che possedeva e
dallavido desiderio di ci che non era ancora suo. Per cominciare, sferr
un attacco contro i consiglieri di Commodo e contro tutti i ricchi e i nobili;
gettando il sospetto su questi uomini, Perenne suscit il timore
nellimperatore e forn al giovane il motivo e lopportunit per distruggerli
e confiscarne le propriet.
3. Per il momento, tuttavia, il ricordo del padre e il rispetto per i suoi
consiglieri tenevano a bada Commodo. Ma poi un disastroso colpo di
sfortuna alter completamente la sua indole, precedentemente mite e
moderata. Le cose andarono cos. La maggiore delle sorelle
dellimperatore era Lucilla. In precedenza era stata sposata con Lucio
Vero Cesare
16
, che Marco aveva associato a s nel governo dellimpero;
dando in moglie Lucilla a Lucio, Marco aveva fatto del matrimonio di lei
con il suo cesare il pi solido dei legami di reciproca benevolenza. Ma
dopo la morte di Lucio, Lucilla, che conservava tutti i privilegi della sua
posizione imperiale, fu data in moglie da suo padre a Pompeiano.
4. Anche Commodo consent alla sorella di conservare gli onori imperiali;
ella continu a occupare il seggio imperiale nei teatri, e davanti a lei
veniva recato il fuoco sacro. Ma quando Commodo spos Crispina
17
,
lusanza impose che il seggio pi in vista a teatro venisse assegnato

16
Lucio Ceionio Commodo Vero (Roma 15 dicembre 130-Altino gennaio 169), co-imperatore con
Marco Aurelio dal 161 al 169.
17
Bruzia Crispina (-193), figlia di Lucio Fulvio Gaio Bruttio Presente. Bench Erodiano suggerisca
che Commodo e Crispina si sposarono dopo lascesa al trono di questultimo nel 180, il matrimonio
avvenne in realt nel 178. Quale che fosse la motivazione di Lucilla, non poteva trattarsi di un
insulto da parte di Commodo. Lucilla fu mandata in esilio a Capri, dove fu in seguito giustiziata.
allimperatrice. Lucilla trovava la cosa difficile da sopportare, e riteneva
che qualsiasi onore tributato allimperatrice fosse un insulto verso di lei;
ma poich era ben consapevole che suo marito Pompeiano era devoto a
Commodo, non gli disse nulla dei suoi piani di prendere il controllo
dellimpero. Mise invece alla prova i sentimenti di un giovane nobile e
ricco, Quadrato, con il quale si mormorava che dormisse in segreto.
Lamentandosi costantemente della questione della precedenza imperiale,
ben presto persuase il giovane a mettere in moto un complotto che port la
rovina su di lui e sullintero senato.
5. Quadrato
18
, nello scegliere i congiurati tra i senatori pi in vista,
persuase Quinziano, un giovane senatore ardito e temerario, a nascondere
un pugnale sotto la sua veste e, individuato il luogo e il momento
opportuni, a pugnalare Commodo; per il resto, assicur Quinziano che
avrebbe messo tutto a posto con la corruzione.
6. Ma lassassino, in piedi allentrata dellanfiteatro
19
(dove era buio e
sperava di passare inosservato), estrasse il pugnale e grid a Commodo di
essere stato inviato dal senato a ucciderlo. Quinziano perse tempo
pronunciando il suo discorsetto e agitando il pugnale; di conseguenza, fu
acciuffato dalle guardie del corpo dellimperatore prima che potesse
colpire, e mor per la sua stupidit rivelando prematuramente il complotto.
Scoperto cos prima del tempo, Quinziano caus la sua stessa morte, e
Commodo fu messo in guardia da questo presagio.
7. Questa fu la ragione iniziale dellodio del giovane imperatore verso il
senato. Prese alla lettera le parole di Quinziano e, ricordando sempre ci
che aveva detto il suo aggressore, consider ora lintero senato quale
proprio nemico.
8. Questo incidente forn inoltre a Perenne una giustificazione sufficiente
per agire, poich egli consigliava costantemente allimperatore di
eliminare e distruggere gli uomini pi in vista. Confiscando le loro
propriet, Perenne divenne facilmente luomo pi ricco della sua epoca.
Dopo che il prefetto ebbe condotto unindagine approfondita
sullattentato, Commodo senza alcuna piet mise a morte la sorella, tutti
coloro che erano effettivamente coinvolti nel complotto e anche chiunque
fosse oggetto del minimo sospetto.




18
Nel 181.
19
Il Colosseo.
I, 9.
1.
20
Dopo che ebbe tolto di mezzo gli uomini che Commodo aveva
ragione di temere, quelli che gli dimostravano benevolenza in onore del
padre e quelli che si preoccupavano per la sicurezza dellimperatore,
Perenne, ormai un personaggio potente, inizi a tramare per impadronirsi
dellimpero. Commodo fu persuaso ad affidare ai figli del prefetto il
comando dellesercito nellIllirico, bench fossero ancora giovani; quanto
al prefetto, ammass unenorme somma di denaro per doni lussuosi allo
scopo di istigare lesercito a ribellarsi. I suoi figli aumentarono
silenziosamente le proprie forze, cos da potersi impadronire dellimpero
una volta che Perenne avesse eliminato Commodo.
2. Questo complotto venne alla luce in modo curioso. I romani celebrano
una festivit sacra in onore di Giove Capitolino, e tutti gli spettacoli e le
esibizioni atletiche vengono concentrati nella capitale nellambito di
questa festa. Limperatore sia spettatore sia giudice, insieme agli altri
sacerdoti, che svolgono a rotazione tale incarico.
3. Giunto per assistere allesibizione dei celebri attori, Commodo prese
posto sul seggio imperiale; una folla ordinata riemp il teatro, occupando
tranquillamente i posti assegnati. Prima che qualsiasi azione potesse avere
luogo sul palcoscenico, tuttavia, un uomo vestito da filosofo (mezzo nudo,
con un bastone in mano e una borsa di cuoio sulla spalla) corse fuori e
prese posto al centro del palcoscenico. Zittito il pubblico con un gesto
della mano, egli disse:
4. Commodo, questo non il momento per celebrare feste e dedicarti a
spettacoli e intrattenimenti. Hai la spada di Perenne alla gola. Se non ti
guarderai da un pericolo che non si limita a minacciarti ma incombe gi su
di te, non sfuggirai alla morte. Perenne stesso sta raccogliendo denaro e un
esercito per contrastarti, e i suoi figli stanno attirando dalla propria parte
lesercito dellIllirico. Se non agirai per primo, morirai.
5. Che dicesse questo per ispirazione divina o che, da personaggio oscuro
e sconosciuto, stesse tentando cos di ottenere la fama, o sperasse di
ricevere una generosa ricompensa dallimperatore quale che fosse la
ragione, Commodo rimase interdetto. Tutti sospettarono delle parole
delluomo e nessuno gli credette. Perenne ordin che il filosofo fosse
arrestato e bruciato per aver mosso accuse folli e mendaci.
6. Tale fu la punizione che il mendicante sub per la sua intempestiva
franchezza. Gli amici pi intimi dellimperatore, tuttavia, che da lungo
tempo erano segretamente ostili a Perenne (poich il prefetto era rude e

20
Siamo nel 185.
insopportabile nella sua insolenza e arroganza), ritennero che fosse giunto
il loro momento e iniziarono a muovere accuse contro di lui. Di
conseguenza, Commodo scamp alla congiura e Perenne e i suoi figli
morirono miseramente.
7. Infatti, non molto tempo dopo, alcuni soldati fecero visita in segreto al
figlio di Perenne, portando via monete con leffigie del prefetto. E
allinsaputa di Perenne, il prefetto del pretorio, portarono le monete
direttamente a Commodo e gli rivelarono i particolari segreti del
complotto. Per i loro servigi furono riccamente ricompensati.
8. Mentre Perenne era ancora ignaro di questi sviluppi e non si aspettava
nulla del genere, limperatore lo fece mandare a prendere durante la notte
e decapitare. E invi uomini presso il figlio di Perenne lungo la via pi
rapida, cos che potessero raggiungerlo prima che venisse a sapere
dellaccaduto. Questi uomini avrebbero dovuto prendere un percorso pi
breve di quello lungo il quale venivano portate normalmente le notizie; in
questo modo avrebbero potuto raggiungere il giovane prima che venisse a
sapere degli eventi occorsi a Roma. Commodo scrisse al giovane una
lettera amichevole, dicendogli che lo richiamava per pi alti incarichi e
ordinandogli di recarsi a Roma.
9. Il figlio di Perenne non sapeva nulla del benvenuto che lo attendeva ed
era ignaro del destino del padre. Quando i messaggeri lo informarono che
suo padre aveva dato gli stessi ordini verbalmente ma, soddisfatto della
lettera dellimperatore, non aveva redatto un appunto a parte, il giovane si
persuase, bench fosse preoccupato dallidea di lasciare il complotto
incompiuto. Nondimeno, confidando nel potere del padre, come se tale
potere esistesse ancora, lasci lIllirico.
10. Durante il viaggio verso lItalia il giovane fu ucciso dagli uomini
dellimperatore. Tale fu il destino di Perenne e di suo figlio. Da quel
momento Commodo nomin sempre due prefetti del pretorio, ritenendo
che fosse pi prudente non riporre eccessiva autorit nelle mani di un
uomo solo; sperava che questa divisione dellautorit avrebbe scoraggiato
qualsiasi desiderio di impadronirsi del potere imperiale.

I, 10.
1. Ma non trascorse molto tempo prima che unaltra congiura fosse
organizzata contro Commodo
21
. Essa coinvolse un ex-soldato di nome

21
Nel 187.
Materno, che aveva commesso molti spaventosi crimini.
22
Disert
dallesercito, persuadendo altri a fuggire con lui, e presto raccolse
unenorme folla di disperati. Dapprima attaccarono e saccheggiarono
villaggi e fattorie, ma quando Materno ebbe ammassato una grossa somma
di denaro, radun una banda ancor pi grossa di tagliagole offrendo loro la
prospettiva di un bottino generoso e una fetta significativa dei guadagni.
Di conseguenza, i suoi uomini non apparvero pi come semplici briganti
ma come truppe nemiche.
2. Ora attaccavano le citt pi grandi e liberavano tutti i prigionieri, quali
che fossero i motivi della loro incarcerazione. Promettendo la libert a
questi uomini, li persuasero a unirsi alla sua banda in segno di gratitudine
per i favori ricevuti. I banditi percorsero tutta la Gallia e la Spagna,
attaccando le citt maggiori; alcune le diedero alle fiamme, ma le altre le
abbandonarono dopo averle saccheggiate.
3. Quando fu informato di questi sviluppi, Commodo, schiumante di
rabbia, invi dispacci minacciosi ai governatori delle province in
questione, accusandoli di negligenza e ordinando loro di radunare un
esercito per contrastare i banditi. Quando i briganti seppero che si stava
raccogliendo un esercito contro di loro, lasciarono le regioni che avevano
depredato e si infiltrarono di nascosto, pochi per volta, in Italia, per un
percorso rapido ma difficoltoso. Ora Materno aspirava allimpero, e a
guadagni ancor pi ricchi. Poich tutto ci che aveva tentato gli era
riuscito al di l delle sue speranze pi rosee, concluse che se avesse
intrapreso qualcosa di veramente importante avrebbe avuto successo;
impegnatosi in un azzardo dal quale era impossibile tirarsi indietro, se non
altro non sarebbe morto da uomo oscuro e sconosciuto.
4. Ma quando comprese di non avere un esercito abbastanza potente da
resistere a Commodo su un piano di parit e in aperta sfida (poich si
riteneva che la maggioranza del popolo romano fosse ancora ben disposta
verso Commodo, che aveva inoltre il sostegno della guardia pretoriana),
Materno sper di poter controbilanciare la sproporzione tra le forze con
lastuzia e linganno. Ecco come si propose di farlo.
5. Ogni anno, in un giorno prefissato allinizio della primavera, i romani
celebrano una festa in onore della madre degli dei.
23
Tutti i preziosi
addobbi di ogni divinit, i tesori imperiali e splendidi oggetti di ogni tipo,

22
Sembra che la rivolta abbia avuto luogo in Gallia, dal momento che la sua repressione attribuita
alla legione VIII Augusta, che era di stanza a Strasburgo. I soldati provinciali erano comandati dal
futuro imperatore Pescennio Nigro.
23
Cibele.
sia naturali sia fatti dalluomo, vengono portati in processione davanti a
questa dea. Viene data licenza per ogni sorta di eccessi, e ognuno indossa
un travestimento a piacere. Nessun incarico ufficiale abbastanza
importante o sacrosanto da fare s che venga vietato a chicchessia di
indossarne luniforme e di partecipare ai festeggiamenti, celando la
propria vera identit; di conseguenza, non facile distinguere il vero dal
falso.
6. Questo parve a Materno il momento ideale per mettere in atto
impunemente le sue trame.
24
Indossata luniforme di un soldato pretoriano
e travestiti nello stesso modo i suoi compagni, sperava di mescolarsi ai
veri pretoriani e, dopo aver assistito a parte della processione, di aggredire
Commodo e di ucciderlo mentre nessuno era di guardia.
7. Ma il piano and a monte quando alcuni di coloro che lo avevano
accompagnato in citt svelarono il complotto. (La gelosia li spinse a
rivelarlo, poich preferivano essere governati dallimperatore che da un
capobanda). Prima che raggiungesse il luogo dei festeggiamenti, Materno
fu catturato e decapitato, e i suoi compagni subirono la punizione che
meritavano. Dopo aver sacrificato alla dea e aver fatto offerte di
ringraziamento, Commodo ultim i festeggiamenti e rese onore alla dea,
gioendo per la propria salvezza. Il popolo continu a festeggiare la
salvezza dellimperatore anche dopo che la festa fu terminata.

I, 11.
1. Come abbiamo scoperto nelle nostre ricerche, i romani sono devoti a
questa dea per la seguente ragione una ragione che sembra opportuno
riferire qui, poich sconosciuta ad alcuni greci. Dicono che questa statua
della dea sia caduta dal cielo; il materiale esatto di cui fatta la statua
sconosciuto, cos come lidentit degli artisti che la realizzarono; anzi, non
nemmeno certo che la statua sia opera di mani umane. Molto tempo fa
cadde dal cielo in Frigia (il nome della regione in cui si trova Pessinunte,
che prese nome dalla caduta della statua celeste
25
); la statua fu scoperta l.
2. Come apprendiamo da altre fonti, si dice che qui abbia avuto luogo una
battaglia tra il frigio Ilo e il lidio Tantalo. Alcuni affermano che si trattasse
di una disputa di confine; altri che riguardasse il rapimento di Ganimede.
La battaglia prosegu a lungo in condizioni di parit, e un gran numero di
uomini cadde da entrambe le parti; questo disastro diede nome alla
regione. Fu l, racconta la storia, che Ganimede fu fatto scomparire e svan

24
Nel marzo 187.
25
Il nome della localit significa Luogo della caduta.
dalla vista dei mortali quando il suo amante e fratello lo fece a pezzi.
Dopo che il corpo del giovane svan, le sue sofferenze lo resero immortale
quando Zeus lo trasse in cielo. Gli antichi frigi tenevano le loro feste a
Pessinunte, sulle rive del fiume Gallo, dal quale i sacerdoti eunuchi di
Cibele prendono nome.
26
3. Quando gli affari dei romani prosperavano, si dice che un oracolo
profetizz che limpero sarebbe perdurato e sarebbe assurto ad altezze
ancora maggiori se la dea fosse stata portata da Pessinunte a Roma.
27
I
romani inviarono quindi unambasceria in Frigia e richiesero la statua; la
ottennero facilmente ricordando ai frigi la loro parentela e rammentando
loro che il frigio Enea era lantenato dei romani. La statua fu trasportata a
bordo di una nave, ma quando limbarcazione giunse alla foce del Tevere
(che i romani usano come porto), si arrest, trattenuta dal potere divino.
4. A lungo i romani tentarono in ogni modo di smuovere la nave, che era
trattenuta come da un banco di sabbia, ma essa si rifiut di muoversi
finch una delle vergini Vestali, che era accusata di aver violato il voto di
castit, fu condotta avanti. La sacerdotessa, che stava per essere messa a
morte, implor il popolo di sottoporre il suo caso alla dea di Pessinunte.
Sciolse la cintura che portava alla vita e la leg alla prua della nave,
pregando che, se era ancora vergine e pura, la nave la seguisse.
28
5. La nave, fissata alla sua cintura, la segu prontamente. I romani furono
colti da meraviglia dal manifestarsi della dea e dalla piet della vergine.
Tanto basti come indagine sulla storia della dea di Pessinunte; ma la
digressione non risulter inappropriata a coloro che non hanno familiarit
con le questioni di Roma. Dopo essere sfuggito al complotto di Materno,
Commodo rafforz la sua guardia del corpo personale e comparve di rado
in pubblico. Trascorreva la maggior parte del tempo presso la sua tenuta
nei sobborghi e nelle propriet imperiali lontano da Roma, avendo
rinunciato ai suoi compiti giudiziari e amministrativi.

I, 12.
1. Pi o meno in questo periodo,
29
la pestilenza colp tutta lItalia. Le
sofferenze furono particolarmente gravi a Roma, poich la citt, che
accoglieva persone da tutto il mondo, era sovraffollata. La citt sub gravi
perdite di uomini e di animali.

26
Questa parte della ricostruzione di Erodiano del mito non compare in altre fonti.
27
Nel 204, durante la guerra contro Annibale.
28
La vergine si chiamava Claudia.
29
Intorno al 189.
2. Allora, su consiglio dei suoi medici, Commodo lasci Roma per
Laurentum. Questa regione godeva dellombra di vasti boschetti di alloro
(dai quali prende nome); era pi fresca e pareva essere un rifugio sicuro.
Si dice che limperatore contrastasse la corruzione dellaria con laroma
fragrante dellalloro e lombra rinfrescante degli alberi. Su consiglio dei
loro medici, coloro che rimasero a Roma si riempivano le narici e le
orecchie di oli fragranti e usavano costantemente profumi e incenso,
poich alcuni sostenevano che il buon odore, entrandovi per primo,
riempiva gli organi di senso tenendo fuori la corruzione dellaria; o che, se
qualche veleno vi fosse entrato, sarebbe stato neutralizzato dagli odori pi
forti. La peste, tuttavia, continu a infuriare incontrastata per lungo tempo,
e molti uomini morirono, insieme ad animali domestici di ogni tipo.
3. Nello stesso tempo, la citt era stretta dalla fame. Il responsabile era un
frigio di nome Cleandro, uno degli schiavi messi in vendita dal banditore
pubblico per il beneficio dello stato. Come schiavo della casa imperiale,
Cleandro crebbe insieme a Commodo e fu infine elevato a una posizione
di onore e di autorit: gli furono assegnati il comando della guardia del
corpo, lamministrazione della camera imperiale e il controllo degli
eserciti imperiali. In virt della sua ricchezza e della sua sfrenatezza,
Cleandro aspirava allimpero.
4. Acquist la maggior parte dei rifornimenti di grano e li ammass nei
depositi; sperava in questo modo di prendere il controllo del popolo e
dellesercito effettuando una generosa distribuzione di grano al primo
segnale di carenza di derrate, prevedendo di riuscire a conquistare il
sostegno del popolo quando questo avesse sofferto per carenza di cibo.
Inoltre costru un grande ginnasio e bagni pubblici e li don al popolo. In
tal modo tentava di accattivarsi il favore del popolino.
5. I romani, tuttavia, lo odiavano e lo incolpavano di tutte le loro
difficolt; in particolare detestavano la sua avidit. Dapprima lo
attaccarono aspramente quando si affollavano nei teatri; in seguito, per, si
recarono come un sol uomo presso Commodo, che stava trascorrendo il
tempo nella sua tenuta vicino alla citt, e qui, rumoreggiando
minacciosamente, chiesero che Cleandro fosse giustiziato.
6. Durante questo tumulto nella sua tenuta, Commodo bighellonava nelle
piacevoli e riservate stanze interne, poich Cleandro lo aveva tenuto
alloscuro di quanto stava accadendo. Improvvisamente, non vista dalla
folla radunata, comparve la cavalleria imperiale armata di tutto punto, e
per ordine del prefetto massacr tutti coloro che incontr sul proprio
cammino.
7. Il popolo non fu in grado di sostenere lassalto, poich si trattava di
uomini disarmati e appiedati contro uomini armati a cavallo. E cos
caddero, non solo perch vennero attaccati dalla cavalleria e calpestati dai
cavalli, ma anche perch erano sopraffatti dal loro stesso numero, e molti
morirono nella calca.
8. I cavalieri inseguirono i fuggitivi fino alle porte di Roma e li
massacrarono senza piet mentre tentavano di entrare a forza in citt.
Quando coloro che erano rimasti a Roma seppero dellaccaduto,
sprangarono le porte delle loro case e salirono sui tetti lanciando pietre e
tegole sulla cavalleria, che ora sub ci che aveva inflitto agli altri, poich
nessuno la affrontava in uno scontro aperto; la maggior parte delle persone
lanciava proiettili contro di loro da posizioni sicure. Infine, incapaci di
sostenere pi a lungo lattacco, i cavalieri feriti si voltarono e fuggirono,
lasciando dietro di s molti morti.
9. Sotto la pioggia incessante di proiettili, i loro cavalli inciampavano e
cadevano sui ciottoli, disarcionando i cavalieri. Dopo che molti furono
uccisi da entrambe le parti, la fanteria della citt, che disprezzava la
cavalleria, giunse in aiuto della folla.

I, 13.
1.
30
Anche se infuriava una guerra civile, nessuno voleva riferire a
Commodo che cosa stava accadendo, per timore di Cleandro. Infine la
sorella maggiore dellimperatore (il suo nome era Fadilla
31
) irruppe nel
palazzo (come sorella aveva accesso facile e libero allimperatore) e,
sciolti i capelli, si gett a terra gridando angosciata:
2. Eccoti qui, o imperatore, a trastullarti ignaro di quanto sta avvenendo,
mentre sei proprio tu a correre il pericolo maggiore. E noi, carne della tua
carne e sangue del suo sangue, siamo in questo stesso istante minacciati di
assassinio. Gi hai perduto il popolo romano e buona parte dellesercito.
Ci che non penseremmo di poter subire per mano dei barbari, ce lo
stanno facendo i nostri concittadini. E coloro che hai trattato con speciale
considerazione, ora te li ritrovi nemici.
3. Cleandro ha armato il popolo e i soldati contro di te. Coloro che lo
odiano perch hanno opinioni diverse, la folla e lintera cavalleria
imperiale, che lo sostiene, sono levati in armi, si uccidono tra loro e
affogano la citt nel sangue. La furia di entrambe le fazioni piomber su di
noi se non consegni immediatamente loro perch sia giustiziata quella

30
Siamo nel 190.
31
Annia Aurelia Fadilla (Roma 159-dopo il 192).
canaglia del tuo servitore, che gi stato causa di tanta distruzione per il
popolo e che minaccia di essere la causa di tanta distruzione per noi.
4. Dopo che ebbe pronunciato queste parole,
32
stracciandosi i vestiti nella
disperazione, gli altri presenti (poich presero coraggio dalle parole della
sorella dellimperatore) esortarono Commodo a passare allazione. Egli
era terrorizzato da questo pressante pericolo, che non si limitava a
minacciarlo ma incombeva gi su di lui. In preda al panico, mand a
chiamare Cleandro, che non sapeva nulla di ci che era stato riferito
allimperatore, ma aveva dei sospetti. Quando il prefetto comparve,
Commodo ordin che fosse arrestato e decapitato e, fatta piantare la sua
testa su una lunga lancia, la mand alla folla, per la quale essa fu uno
spettacolo felice e lungamente atteso.
5. In questo modo mise fine al pericolo, ed entrambe le parti cessarono il
combattimento: i soldati, perch videro che luomo per cui avevano
combattuto era stato ucciso e anche perch temevano lira dellimperatore
(poich si resero conto di essere stati ingannati e che Cleandro aveva fatto
tutto senza lassenso dellimperatore); il popolo, perch il suo desiderio di
vendetta era stato soddisfatto dallarresto delluomo responsabile degli
spaventosi crimini.
6. Misero a morte i figli di Cleandro (aveva infatti due figli maschi) e
uccisero tutti i suoi amici conosciuti. Trascinarono i loro corpi per le
strade, sottoponendoli a ogni infamia, e infine portarono i cadaveri
mutilati fino alle fognature e ce li gettarono. Tale fu il destino di Cleandro
e dei suoi accoliti; fu come se la Natura avesse inteso dimostrare che un
piccolo e inaspettato mutamento del destino pu elevare un uomo dagli
abissi pi bassi alle altezze pi somme e quindi, dopo averlo esaltato,
scaraventarlo nuovamente negli abissi.
7. Pur temendo una sollevazione popolare e un nuovo attentato contro la
sua vita, nondimeno Commodo, su esortazione dei suoi consiglieri, entr
in citt. Ricevuto con grande entusiasmo, si rec al palazzo imperiale
scortato dalla popolazione. Dopo aver corso simili rischi, limperatore non
si fidava di nessuno; ora inizi a uccidere senza preavviso, prestando
orecchio a tutte le accuse senza alcuna indagine e non curandosi affatto di
coloro che avrebbe dovuto ascoltare. Non ebbe pi alcun riguardo per una
condotta di vita appropriata; notte e giorno, senza interruzione, i piaceri
licenziosi della carne lo rendevano schiavo, nel corpo e nellanima.
8. Gli uomini intelligenti e coloro che avevano anche la minima erudizione
venivano cacciati dal palazzo come cospiratori, ma limperatore dedicava

32
Secondo Cassio Dione (73=72.13.5), a mettere in guardia Commodo fu la sua amante Marcia.
tutta la sua attenzione alle luride frivolezze di commedianti e attori. Prese
lezioni di guida del cocchio e si allen per partecipare ai combattimenti
con gli animali feroci; i suoi adulatori lodavano queste attivit come prova
della sua virilit, ma egli vi si dedicava pi spesso di quanto fosse consono
a un imperatore intelligente.

I, 14.
1. In quel periodo di crisi
33
si verificarono numerosi portenti divini.
Alcune stelle rimasero visibili durante il giorno; altre, espandendosi
enormemente, sembravano appese in mezzo al cielo. Nacquero animali
abnormi, dalle forme strane e dalle membra deformi.
2. Ma il peggiore tra i portenti, che aggrav la crisi in corso e preoccup
coloro che utilizzano auguri e presagi per prevedere il futuro, fu il
seguente. Pur non essendo preceduto da alcun accumulo di nubi oscure n
da alcun temporale, ma solo da un leggero terremoto, a causa di un
fulmine notturno o di un incendio scoppiato dopo il terremoto, il tempio
della Pace, ledificio pi grande e pi bello della citt, fu totalmente
distrutto dal fuoco.
3. Era il pi ricco di tutti i templi, e poich era un luogo sicuro, era adorno
di offerte in oro e argento; ogni uomo vi depositava le sue propriet. Ma
questo incendio, in una sola notte, rese poveri molti uomini ricchi. Tutta
Roma si un nel piangere la perdita pubblica, e ogni uomo si lamentava
della propria perdita personale.
34
4. Dopo aver consumato il tempio e lintero recinto sacro, lincendio
procedette a distruggere gran parte della citt, compresi i suoi edifici pi
belli. Quando il tempio di Vesta and in fiamme, limmagine di Pallade
Atena fu esposta al pubblico la statua che i romani venerano e tengono
nascosta, quella portata da Troia, secondo quanto narra la storia. Ora, per
la prima volta dopo il suo viaggio da Troia allItalia, la statua fu vista
dagli uomini dei nostri giorni.
5. Le vergini Vestali, infatti, presero la statua e la trasportarono lungo la
Via Sacra fino al palazzo imperiale. Molte altre splendide parti della citt
andarono distrutte in questo incendio, che continu a bruciare per giorni,
diffondendosi in ogni direzione. Non fu del tutto estinto finch grandi
piogge non misero fine alla sua furia.
6. Per questa ragione si ritenne che il disastro avesse origini divine; in quel
periodo di crisi, gli uomini credettero che lincendio fosse stato scatenato e

33
Siamo nel 191.
34
Nellincendio andarono perduti tra laltro numerosi manoscritti del medico Galeno.
arrestato dalla volont e dal potere degli dei. Alcuni dedussero da questi
eventi che la distruzione del tempio della Pace fosse un presagio di guerra.
E gli eventi successivi, come riferiremo nei libri che seguono,
35

confermarono tale profezia con avvenimenti reali.
7. Dopo che tanti disastri avevano colpito la citt in rapida successione, il
popolo romano non guardava pi con favore a Commodo; attribuiva le
proprie sfortune agli omicidi illegali da lui perpetrati e agli altri errori che
aveva commesso durante la sua vita. Egli non nascondeva pi le sue
attivit, n aveva alcun desiderio di mantenerle segrete. Ci che il popolo
gli rimproverava quando lo faceva in privato, ora aveva lardire di farlo in
pubblico. Precipit in uno stato di ebbra follia.
8. Dapprima si disf del nome della sua famiglia e diede ordine di
chiamarlo non Commodo figlio di Marco, ma Ercole figlio di Zeus.
Abbandonati gli usi romani e imperiali nellabbigliamento, indossava una
pelle di leone e imbracciava la mazza di Ercole. Indossava vesti di porpora
intessute doro, rendendosi ridicolo nellabbinare in un unico abito la
fragilit di una donna e la potenza di un superuomo.
9. Cos si presentava nelle sue apparizioni pubbliche. Assegn nuovi nomi
ai mesi dellanno; abol quelli vecchi e chiam i mesi con i propri nomi e
titoli, la maggior parte dei quali si riferivano in realt a Ercole quale pi
virile tra gli uomini. Eresse statue di se stesso in tutta la citt, ma davanti
alla sede del senato eresse una statua speciale che ritraeva limperatore
nelle vesti di un arciere pronto a scoccare la freccia, poich desiderava che
perfino le sue statue suscitassero il timore di lui.

I, 15.
1. Il senato rimosse la statua di Commodo dopo la sua morte e la sostitu
con una statua della Libert. Ora
36
limperatore, mettendo da parte ogni
ritegno, prendeva parte agli spettacoli pubblici, promettendo di uccidere
con le sue mani ogni sorta di animali selvaggi e di combattere nei duelli
gladiatori contro i pi valorosi tra i giovani. Quando la notizia si diffuse,
la gente accorse a Roma da tutta lItalia e dalle province confinanti per
vedere ci che non aveva mai visto n sentito prima di allora. Particolare
menzione si faceva della sua destrezza e del fatto che non mancava mai il
bersaglio quando lanciava giavellotti o scoccava frecce.
2. I suoi istruttori erano i pi abili tra gli arcieri parti e i pi precisi tra i
lanciatori di giavellotto del Marocco, ma egli li superava tutti nella

35
Le guerre dellanno dei cinque imperatori, il 193/194, che Erodiano descrive in II, 9-III, 4.
36
Nel 192.
precisione di tiro. Quando giunsero i giorni dello spettacolo, lanfiteatro
era al completo. Era stata costruita per Commodo una terrazza che
circondava larena, che gli permetteva di evitare di rischiare la vita
affrontando gli animali a distanza ravvicinata; scagliando i suoi giavellotti
verso il basso da una posizione sicura, diede sfoggio di abilit pi che di
coraggio.
3. Cervi, caprioli e animali cornuti di ogni tipo, eccetto i tori, li abbatteva,
inseguendoli, anticipando i loro scatti e uccidendoli con colpi letali. Leoni,
leopardi e altri animali di razza pi nobile li uccideva dallalto, correndo
lungo la sua terrazza. E in nessuna occasione qualcuno lo vide usare un
secondo giavellotto, n fu testimone di altre ferite oltre a quelle letali.
4. Infatti, nel momento stesso in cui lanimale iniziava a muoversi,
riceveva il colpo sulla fronte o al cuore, e non riceveva alcuna altra ferita,
n il giavellotto perforava altre parti del suo corpo: la bestia veniva ferita e
uccisa nello stesso istante. Furono radunati per lui animali da ogni parte
del mondo. Cos potemmo vedere in carne e ossa animali davanti ai quali
ci eravamo prima meravigliati vedendoli nei dipinti.
5. DallIndia e dallEtiopia, dalle terre del settentrione e da quelle del
meridione, ogni animali fino ad allora sconosciuto lo mostr ai romani per
poi ucciderlo. In una occasione scagli frecce dalla punta a mezzaluna
contro struzzi del Marocco, uccelli che si muovono a grande velocit, sia
per la loro destrezza nel muoversi a piedi sia per le loro ali simili a vele.
Mozz loro la testa al vertice del collo; cos, dopo che le loro teste erano
state recise dalla punta della freccia, essi continuavano a correre come se
non fossero stati feriti.
6. Una volta, quando un leopardo, con un balzo fulmineo, gherm un
criminale condannato, egli blocc il leopardo con il suo giavellotto proprio
mentre stava per chiudere le fauci; uccise la bestia e salv luomo, e la
punta del giavellotto precedette la punta dei denti del leopardo. Ancora,
quando comparve un gruppo di cento di leoni, come scaturiti dalla terra, li
uccise tutti e cento con esattamente cento giavellotti, e tutti i corpi
giacevano allineati in una lunga fila; fu quindi possibile contarli senza
difficolt e nessuno vide un solo giavellotto in pi.
7. Per quanto riguarda queste attivit, tuttavia, malgrado la sua condotta
fosse ben poco appropriata per un imperatore, riusc effettivamente a
conquistare lapprovazione del popolino con il suo coraggio e la sua
destrezza. Ma quando si present nellanfiteatro nudo, impugn le armi e
combatt come un gladiatore, il popolo assistette a uno spettacolo
degradante, un imperatore romano di nobile stirpe, i cui padri e antenati
avevano ottenuto molte vittorie, che non scendeva in campo contro barbari
o avversari degni dei romani, ma si abbassava dalla sua posizione elevata
con esibizioni degradanti e disgustose.
8. Nei suoi combattimenti gladiatori sconfiggeva i suoi avversari con
facilit, e si limitava a ferirli, poich tutti gli si arrendevano, ma solo
perch sapevano che era limperatore, non perch fosse un vero gladiatore.
Alla fine divenne cos folle da non voler pi vivere nel palazzo imperiale,
ma desiderava trasferirsi nella caserma dei gladiatori. Diede ordine che
non lo chiamassero pi Ercole, ma con il nome di un celebre gladiatore
che era morto.
9. Rimosse la testa di un enorme Colosso che i romani venerano e che ha
le fattezze del Sole, sostituendola con la propria testa, e alla base non
incise i normali titoli imperiali e familiari; invece di Germanico scrisse
Vincitore di Mille Gladiatori.

I, 16.
1. Ma era infine giunto il momento perch Commodo cessasse le sue folli
trovate e limpero romano si liberasse di questo tiranno. Ci avvenne il
primo giorno del nuovo anno, quando i romani celebrano una festa che
fanno risalire ai pi antichi tra gli dei indigeni italici. Credono che
Saturno, cacciato dal suo regno da Giove, sia sceso sulla terra e sia stato
ospite di Giano. Temendo il potere di suo figlio, fugg quando Giano lo
nascose.
2. Questo episodio diede il nome alla regione del Lazio, che deriva dalla
parola greca , passare inosservato.
37
Per questa ragione gli italici
celebrano ancora oggi i Saturnalia, per commemorare loccultamento del
dio, e allinizio dellanno osservano la festivit del dio italico Giano. Le
statue di Giano hanno due facce perch lanno inizia e termina con lui. Nel
giorno di questa festa i romani si scambiano auguri e regali.
3. Nello stesso giorno pranzano insieme gioiosamente, consumando i frutti
deliziosi della terra e del mare. Questo anche il giorno in cui i consoli
che danno il proprio nome allanno indossano per la prima volta le vesti di
porpora del loro incarico annuale. Mentre tutti erano occupati dalle
celebrazioni, Commodo progettava di apparire non dal palazzo imperiale,
secondo la consuetudine, ma dalla caserma dei gladiatori, indossando
larmatura invece della splendida porpora imperiale, e accompagnato dagli
altri gladiatori.

37
I romani lo facevano derivare dal latino latere, stare nascosti.
4. Comunic la sua intenzione a Marcia, che fra tutte le sue amanti era
quella di cui aveva la massima stima; non nascondeva nulla a questa
donna, come se fosse la sua sposa legittima, concedendole perfino gli
onori imperiali a eccezione del fuoco sacro. Quando ella seppe del suo
piano, cos assurdo e indegno di un imperatore, si gett ai suoi piedi,
supplicandolo tra le lacrime di non portare la rovina sullimpero romano e
di non mettere a rischio la sua vita consegnandolo a gladiatori e disperati.
Dopo molte suppliche, incapace di persuadere limperatore ad
abbandonare il suo piano, lo lasci mentre ancora piangeva.
5. Commodo convoc allora Leto, il prefetto del pretorio, ed Ecletto, il
responsabile delle sue stanze, e ordin loro di fare i preparativi perch
potesse trascorrere la notte nella caserma dei gladiatori, dicendo loro che
sarebbe partito da l per compiere i sacrifici e si sarebbe presentato ai
romani in armi. E anche questi uomini supplicarono limperatore di non
fare nulla di disdicevole per la sua posizione imperiale.

I, 17.
1.
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Commodo, infuriato, li conged e si ritir nella sua stanza per riposare
(tale era la sua abitudine a met giornata). Per prima cosa prese una
tavoletta cerata fatta con una sottile striscia del legno che cresce sotto la
corteccia del tiglio, e annot i nomi di coloro che dovevano essere messi a
morte quella notte.
2. Il nome di Marcia era in cima alla lista, seguito da quelli di Leto, di
Ecletto e di un gran numero di senatori di spicco. Commodo voleva che
tutti gli uomini di Stato anziani e i consiglieri nominati per lui da suo
padre che ancora sopravvivevano venissero messi a morte, poich si
vergognava che questi uomini rispettati fossero testimoni delle sue azioni
spregevoli. Progettava di confiscare le propriet dei ricchi e distribuirle ai
soldati, perch lo proteggessero, e ai gladiatori, perch lo divertissero.
3. Dopo aver redatto la lista, Commodo mise la tavoletta sul suo giaciglio,
pensando che nessuno sarebbe entrato nella sua camera. Ma nel palazzo vi
era un bambino molto piccolo, di quelli che se ne andavano in giro nudi
ma adorni di oro e pietre preziose. I romani pi amanti dei piaceri traevano
grande diletto da questi fanciulli. Commodo amava molto questo bambino
e spesso si coricava con lui; il suo nome, Filocommodo, indica
chiaramente laffetto che limperatore aveva per lui.
4. Filocommodo stava giocando nel palazzo. Dopo che Commodo si fu
allontanato per i suoi abituali bagni e bevute, il fanciullo entr per caso

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il 31 dicembre 192.
nella camera dellimperatore, come faceva abitualmente; presa la tavoletta
come se fosse un giocattolo, usc dalla stanza. Per un caso, incontr
Marcia. Dopo averlo abbracciato e baciato (anche lei infatti amava molto
il bambino), gli prese la tavoletta, temendo che nei suoi trastulli
cancellasse inavvertitamente qualcosa di importante. Quando riconobbe la
calligrafia dellimperatore, fu colta dal desiderio di leggere la tavoletta.
5. Scoperto che si trovava sulla lista dei condannati e che era previsto che
morisse per prima, seguita da Leto ed Ecletto e da molti altri condannati a
morte, pianse disperata e quindi si disse: E cos, Commodo, questa la
ricompensa per il mio amore e la mia devozione. Ho sopportato la tua
arroganza e la tua follia per tanti anni. Ma tu, razza di ubriacone, non
supererai in astuzia una donna del tutto sobria!
6. Chiam quindi Ecletto; questi aveva in ogni caso labitudine di farle
visita, dato che era il responsabile delle stanze, e si diceva che si coricasse
con lei. Gli porse la tavoletta dicendo: Guarda che festa ci godremo
stasera! Ecletto la lesse e rimase stupefatto (ma era un egiziano, per
natura ardito e collerico, un uomo dazione). Chiusa la tavoletta, la invi a
Leto per tramite di uno dei suoi schiavi pi fidati.
7. Dopo aver letto la tavoletta, Leto si precipit da Marcia come per
discutere con lei gli ordini dellimperatore, in particolare il suo proposito
di alloggiare con i gladiatori. E mentre fingevano di discutere su questa
questione, decisero che dovevano agire per primi o subirne le
conseguenze, concordando sul fatto che non cera tempo per lindecisione
o per lindugio.
8. Decisero di avvelenare Commodo, e Marcia lo assicur di potergli
somministrare un veleno con la massima facilit. Infatti era solita
mescolare il vino e servire allimperatore la prima coppa, cos che potesse
ricevere piacevolmente la bevanda dalle mani dellamata. Quando
Commodo ritorn dal suo bagno, lei gli vers il veleno nella coppa,
mescolato a un vino pungente, e glielo offr da bere. Poich era sua
abitudine bere una coppa in amicizia dopo i suoi numerosi bagni e duelli
con gli animali, egli la vuot senza notare nulla di insolito.
9. Immediatamente divenne assonnato e intontito e cadde addormentato,
credendo che fosse la conseguenza naturale delle sue fatiche. Ecletto e
Marcia ordinarono a tutti gli altri di ritornare a casa e fecero s che tutto
fosse silenzioso intorno a lui. Commodo si era comportato cos anche in
altre occasioni, quando era stato sopraffatto dal vino. Poich faceva spesso
il bagno e spesso beveva, non aveva un orario preciso per dormire; inoltre
indulgeva a ogni sorta di piaceri, dei quali era schiavo volontario a
qualsiasi ora.
10. Per breve tempo giacque tranquillo, ma quando il veleno si diffuse nel
suo stomaco e nel suo intestino fu colto da nausea e inizi a vomitare con
violenza, o perch i cibi e le bevande in eccesso stavano espellendo il
veleno, o perch aveva preso in anticipo un antidoto contro il veleno,
come facevano abitualmente gli imperatori prima di mangiare o di bere.
11. Dopo che ebbe vomitato in abbondanza, i cospiratori, temendo che
Commodo si liberasse del veleno, si riprendesse e li uccidesse, promisero
enormi ricompense a un robusto giovane nobiluomo, Narcisso, perch
strangolasse limperatore. Narcisso irruppe nella stanza in cui limperatore
giaceva sopraffatto dal vino avvelenato, lo afferr alla gola e lo fin.
12. Tale fu il destino subito da Commodo, dopo aver regnato per tredici
anni dalla data della morte di suo padre. Fu quello di pi nobile stirpe tra
gli imperatori che lo avevano preceduto e luomo pi attraente del suo
tempo, sia per bellezza dei tratti sia per sviluppo del fisico. Se fosse lecito
discutere delle sue qualit virili, si potrebbe dire che non era secondo a
nessuno per destrezza e precisione di tiro, se solo non avesse inficiato
queste ottime qualit con comportamenti vergognosi.

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