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DOCUMENTO UNICO

Regolamento CE n. 510/2006 del Consiglio relativo alla protezionedelle indicazioni geografi-


che e delle denominazioni di origine
MIELE DELLA VALTELLINA
Allegato 1

DOCUMENTO UNICO
Regolamento CE n. 510/2006 del Consiglio relativo alla protezionedelle indicazioni geografiche edelle deno-
minazioni di origine
MIELE DELLA VALTELLINA
N. CE
IGP DOP

1 DENOMINAZIONE
Miele della Valtellina
2 STATO MEMBRO
Italia
3 DESCRIZIONE DEL PRODOTTO AGRICOLO O ALIMENTARE
3.1 - Tipo di prodotto
prodotto agricolo destinato al consumo umano ed elencato nellallegato I del Trattato
classe 1.4 Altri prodotti di origine animale (uova, miele, prodotti lattiero caseari ad eccezione del burro
ecc.)
Si definisce MIELE DELLA VALTELLINA il miele prodotto da alveari localizzati, nel periodo di bot-
tinaggio del miele, allinterno del territorio della Provincia di Sondrio ed estratto dai favi e preparato per la
commercializzazione allinterno dello stesso territorio.
Ti pol ogi e del prodotto
Il MIELE DELLA VALTELLINA distinto nelle seguenti tipologie:
millefiori di montagna, ovvero miele prodotto da alveari collocati dal fondovalle fino a quota 1.000
m. s.l.m.;
millefiori dalta montagna, ovvero miele prodotto da alveari collocati in zonead altitudine superiore
a 1.000 ms.l.m.;
e possiede le caratteristiche chimiche fisiche, microscopiche ed organolettiche di tali fasce altitudinali;
Il MIELE DELLA VALTELLINA monoflorale quando proviene soprattutto da un'unica origine florale e
ne possiede le caratteristiche organolettiche, fisico-chimiche e microscopiche, come pi avanti definite.
Pu essere delle seguenti variet:
rododendro, dizione utilizzata per il miele monoflorale di Rhododendron spp.;
castagno dizione utilizzata per il miele monoflorale di Castanea sativa Miller.;
acacia, dizioneutilizzata per il miele monoflorale di Robinia pseudoacaciaL.;
tiglio dizione utilizzata per il miele monoflorale di Tilia spp.;
Caratteri sti che fi si co - chi mi che general i
Contenuto di acqua, non superiorea 18,0 %
3.2 Descrizione del prodotto a cui si applica la denomina-
zione di Miele della Valtellina
Il MIELE DELLA VALTELLINA presenta caratteristiche organolettiche confor-
mi alla sua origine naturale ed privo di difetti obiettivi di natura organolettica,
fisica, chimico-fisica, biologica e microbiologica. Il Miele della Valtellina alla-
nalisi melisso-palinologica deve presentare un sedimento coerente con la sua
origine botanica e geografica. Lindaginemelissopalinologica preminente an-
che nella definizione delle diversevariet di prodotto. Lanalisi melissopalinolo-
gica pu essere integrata da quella organolettica.
Miel e della Val tell ina
MILLEFIORI DI MONTAGNA
Miele prodotto, in genere, in apiari stanziali.
Caratteristiche organolettiche (*)
Stato fisico: liquido appena estratto, mantiene questo stato fisico
per un tempo variabile in funzione delle sue caratteristi-
che compositive.
Colore: da giallo paglierino ad ambra scuro, quando liquido; da
bianco crema a marrone quando cristallizzato.
Odore: da lieve a forte intensit, di tipo fruttato, vegetale o cara-
mellato; spesso con punte balsamiche e tanniche legate
alla presenza di tiglio e castagno.
Sapore: da dolce ad amaro;
Aroma: simile allodore
Caratteristiche melissopalinologiche (*)
La flora che lo caratterizza quella tipica delle vallate alpine con presenza
costante di Castanea, Robinia, Trifolium spp., Rubus f., Pyrus f., Ericacea-
e, Compositae, Umbelliferae. La presenza di frazioni pi o meno consi-
stenti di altri pollini e le proporzioni con cui si combinano definiscono con
precisione la zona di produzione (anche allinterno dellambito territoriale
considerato). A titolo di esempio si segnala la presenza di Tilia nei mieli
prodotte nelle valli confluenti, Salix, Prunus e Compositae forma T. nei
mieli primaverili, Quercus robur e Vitis nei mieli del versante Retico
(solatio e a clima mediterraneo), Aruncus vulgaris nei mieli del versante
orobico, (posto a baco e quindi pi fresco e umido). In area orobica si
trova anche la specie endemica caratteristica di questa area: la Sanguisor-
ba dodecandra.
Il Miele Millefiori di Montagna
Il Miele Millefiori di Montagna
presenta una variabilit di colore
in funzione delle prevalenze di
composizione
Il Miele Millefiori di Montagna
prodotto fin apiari dislocati fra i
200 m. e i 1.000 m. di quota
Il polline dei salici sono spesso presenti nei mieli primaverili
01) Tilia
02) Castanea
03) Rhododendron
04) Prunus f.
05) Filipendula
06) Polygonum b.
07)Campanula f.
08) Rubus f
09) Centaurea j.
10) Sedum
11) Acer
12) Helianthemum
13) Compositae A
14) Caryophyllaceae
15) Robinia
16) Carduus f.
17) Thymus f.
18) Trifolium repens
19) Umbelliferae
Esempio di spettro pollinico di Miele Millefiori di Montagna della Valtellina
Mi el e del l a Val tel l i na
MILLEFIORI DI ALTA MONTAGNA
E un miele spesso realizzato con la pratica del nomadismo ovvero dal trasporto
degli alveari dal fondovalle alle quote superiori ai 1.000 m.; in genere in prossi-
mit dellorizzonte vegetazionale delle praterie alpine.
Caratteristiche organolettiche (*)
Stato fisico: cristallizza spontaneamente in alcuni mesi dopo il
raccolto.
Colore: da quasi incolore a giallo paglierino allo stato liqui-
do; da bianco a beige chiaro quando cristallizzato.
Odore: debole o di media intensit, generalmente di tipo
fresco e fruttato.
Sapore: dolce senza note amare.
Aroma: come lodore

Caratteristiche melissopalinologiche (*)
Lo spettro pollinico caratterizzato principalmente dall'associazione, in propor-
zioni variabili di Rhododendron, Rubus e Trifolium repens. A questo gruppo si
accompagnano spesso Lotus corniculatus, Trifolium pratense, Umbelliferae, Cam-
panulaceae, Polygonum bistorta, Trifolium alpinum ed altre essenze la cui presen-
za e quantit forniscono un esatto quadro della zona di produzione e, spesso, an-
che indicazioni delle tecniche di conduzione degli alveari (es. tipologia del noma-
dismo praticato).
Il Miele Millefiori di
Alta Montagna
La vegetazione delle praterie
alpine, quota 2.700 m.
La vegetazione degli alpeggi quota 1.200 m.
Anthyllis
Arnica montana Fam Compositae Myosotis (Non ti scordar di me)
Polygonum bistorta
Esempio di spettro pollinico di Miele Millefiori di Alta Montagna della Valtellina
01) Prunus f.
02) Tilia
03) Rhododendron
04) Acer
05) Castanea
06) Compositae J
07) Trifolium repens
08) Liliaceae
09) Robinia
10) Compositae S
11) Labiatae M
12) Campanula f.
13) Fragaria
14) Melilotus
15) Polygonum b.
16) Sedum
17) Myosotis
Miel e della Val tell ina di
RODODENDRO (Rhododendron)
E un miele esclusivamente prodotto con la pratica del nomadismo ovvero dal
trasporto degli alveari dal fondovalle alle quote superiori ai 1.400 (in genere quo-
ta 1700 m.) ovvero in prossimit dei rodoreti.
Caratteristiche organolettiche (*)
Stato fisico: cristallizza in alcuni mesi dopo il raccolto.
Colore: da quasi incolore a giallo paglierino allo stato liquido
da bianco a beige chiaro quando cristallizzato.
Odore: debole quasi inesistente, generalmente di tipo fruttato.
Sapore: dolce.
Aroma: debole, fruttato e fresco
Caratteristiche melissopalinologiche (*)
Il polline di Rhododendron costantemente accompagnato da Rubus f. (Rubus
idaeus), Polygonum bistorta, Campanulaceae, Trifolium repens ed alpinum, Lotus
corniculatus, Coronilla/Hippocrepis, Myosotis, Onobrychis, Helianthemum. La
percentuale di questi pollini e quelli di accompagnamento forniscono un quadro
della zona di produzione. Linevitabile presenza di pollini di quote altimetriche pi
basse forniscono indicazioni delle tecnichedi conduzione degli alveari (es. tipolo-
gia del nomadismo praticato)
Il Miele di Rododendro
Rhododendrum ferrugineum
La produzione del miele monoflorale di Rododendro si consegue portando gli
alveari in alta montagna dove spesso le condizioni meteo sono ostili
I rodoreti lambiscono spesso le
pareti rocciose
Una fioritura molto apprezzata
dalle api
La pianta considerata un infe-
stante degli alti pascoli
Esempio di spettro pollinico di Miele (moflorale) di Rododendro della Valtellina
a) Rhododendron
b) Umbelliferae
c) Onobrychis
d) Castanea
e) Polygonum b.
f) Thymus f.
Anche il Trifoglio alpino una delle specie di accompagnamento
Miel e della Val tell ina di
CASTAGNO (Cast anea sat i va Mi l l er)
E un miele in genere prodotto senza effettuare pratiche di nomadismo ma aven-
do cura di porre melari vuoti allinizio della fioritura e toglierli appena questa
finisce.
Caratteristiche organolettiche (*)
Stato fisico: si presenta liquido o a cristallizzazione molto lenta.
Colore: ambra, pi o meno scuro quando liquido, marrone
con la cristallizzazione.
Odore: intenso, aromatico pungente e ammoniacale
Sapore: poco dolce e caratteristicamente amaro
Aroma: come lodore
Caratteristiche melissopalinologiche
I pollini di accompagnamento che si trovano pi comune-
mente sono Rubus f., Robinia, Trifolium repens gr., Pyrus
f., Ericaceae, Compositae, Umbelliferae, Tilia. Possono es-
serne presenti anche altri, quali il Rhamnus, Clematis, Ai-
lanthus, Verbascum e Parthenocissus. Graminaceae, Planta-
ginaceae, Fraxinus ornus, Vitis Filipendula e Quercus, for-
niscono utili indicazione della zona di produzione in ambito
del territorio della provincia. Alcuni come Polygonum bi-
storta, Myosotis, Melilotus, e Rhododendron, se presenti,
sono indicatori di quota pi elevata.
Il polline di Castagno iper rappresentato nel miele
Il Miele di Castagno con il dolce
tradizionale: la Coppetta
Il castagno ha avuto un ruolo di
estrema importanza nellecono-
mia contadina ed quindi una
pianta assai diffusa
01) Castanea
02) Pinus
03) Cruciferae
04) Clematis
05) Quercus
06) Helianthemum
07) Erica
08) Trifolium pratense gr.
09) Trifolium repens gr.
10) Genista f.
11) Rubus f.
12) Fraxinus
13) Tilia
14) Compositae S
Rovo
Sorbo
Esempio di spettro pollinico di Miele (moflorale) di Castagno della Valtellina
Miel e della Val tell ina di
ACACIA (Robi ni a pseudoacaci a L. )
Caratteristiche organolettiche (*)
Stato fisico: generalmente liquido; pu presentarsi torbido
per la presenza di cristalli, senza tuttavia rag-
giungere una cristallizzazione completa.
Colore: da bianco acqua a giallo paglierino chiaro.
Odore: debole, generico di miele.
Sapore: molto dolce.
Aroma: debole, generico di miele o vanigliato
Caratteristiche melissopalinologiche (*)
Il polline di Robinia, si trova associato soprattutto a specie
non nettarifere quali Sambucus nigra, Rumex, Papaver, He-
lianthemum, Actinidia, Fraxinus ornus. Le specie nettarifere
che possono essere presenti sono Composite di tipo T, Cornus
sanguinea, Rhamnus, Trifolium repens, Salix, Rubus f., Ae-
sculus, Prunus f., Pyrus f., Acer, Labiatae di tipo M, Ericace-
ae, Caryophyllaceae.
Nei pressi dei centri abitati maggiori (Sondrio), sul versante
retico, si trova lassociazione tipica con Ailanthus. Nell'area
orobica opposta (Albosaggia), pu essere presente Polygo-
num bistorta. Nella bassa Valtellina (esempio Dubino e Pian-
tedo) oltre alle essenze gi viste, pu essere presente Tilia,
Genista f. ed Erica arborea. Anche all'inizio della Valchia-
venna troviamo spesso l'abbinamento con Tilia. Nella zona di
Teglio si accompagna a Genista f.
Nota:
il Miele della Valtellina di acacia in genere pi paglierino di
quello prodotto nellarea prealpina (in particolare a Como e
Varese). La colorazione pi o meno spiccata per la presenza
di Tarassaco. Nel sedimento dei pollini si nota una presenza
minima di polline di palma ornamentale che invece caratte-
rizza quelli prodotti nella Brianza e nelle adiacenze del Lago
di Como
Il Miele di Acacia molto chiaro, in
alcuni casi assume le trasparenze
dellacqua
Polline di Robinia pseudo acacia
Gleditsia triacanthos
Chamaerops
Gleditsia, Chamaerops, lirioden-
dro ed ippocastano sono pi
tipici delle acacie prealpine; si
ritrovano meno frequentemente
nei mieli locali.
Specie di Specie di
accompagnamento accompagnamento: :
trifogli, caprifoglio
(Lonicera caprifolium),
sanguinello
Sanguinello (Cornus sanguinea)
Trifoglio bianco
Caprifoglio
Miel e della Val tell ina di

TIGLIO (Ti l i a spp. . )
Caratteristiche organolettiche (*)
Stato fisico: cristallizza abbastanza lentamente, spesso con
cristalli grossi.
Colore: da ambra chiaro ad ambra quando liquido,
da bianco a beige quando cristallizzato.
Odore: di media intensit o forte, fresco, mentolato
Sapore: dolce, ma pu presentare un leggero sapore
amaro
Aroma: intenso, fresco, balsamico, mentolato e me-
dicinale, molto persistente.
Caratteristiche melissopalinologiche (*)
Nei mieli uniflorali di tiglio quasi sempre presente polline di
Castanea. Di accompagnamento Robinia, Trifolium spp., Rubus
f., Pyrus f., Ericaceae, Compositae, Umbelliferae la cui quantit
permette di capirne la zona di produzione o laltitudine Rubus,
Polygonum bistorta, Trifolium repens ed alpinum, Lotus corni-
culatus, ecc
Il Miele di Tiglio solidifica in genere a
cristallo grosso, ha un aroma caratteristico
e deciso
a) Tilia
b) Clematis
c) Helianthemum
d) Pinus
e) Castanea
f) Rubus f.
g) Ericaceae
h) Genista f.
3.5 Fasi specifiche della produzione che devono avvenire nella zona geografica identificata
fase produzione
Il miele forseil prodotto agricolo che maggiormente caratterizzato dallambiente di produzione. Le
sue caratteristiche organolettiche e melissopalinologiche dipendono dalla combinazione della vegeta-
zione presente che conferisce a questo prodotto unampia variabilit e riconoscibilit.. Il MIELE DEL-
LA VALTELLINA deve quindi essere prodotto da alveari le cui api hanno bottinato nel territorio defi-
nito al punto 4. La fase produttiva caratterizzata da una significativa transumanza verso i pascoli
alpini per conseguire i mieli pi pregiati: il Miele millefiori dalta montagna e il Miele di Rododendro.
Nella fascia altimetrica fino a 1.000 m. la scelta oculata del periodo di raccolta permette di selezionare
mieli monoflorali di acacia, tiglio, castagno. Le zone maggiormente caratterizzate da queste essenze
sono meta di un certo nomadismo.
fase estrazione
Poich questo prodotto fortemente legato alla tradizione locale (vedi documentazione storica) e alla
cucina locale (dolce tipico: Cupeta o Coppetta ei Cicc) anchele fasi di estrazione, decantazione
e confezionamento sono previste effettuate nellambito del territorio della PROVINCIA DI SON-
DRIO (Lombardia Italia); ambito territoriale avente, anche in ambito apistico, una unit culturale
propria, riconoscibile e distintiva.
fase di confezionamento
il miele un prodotto vivo e molto condizionabile dallambiente. E sostanza fortemente idroscopica,
sensibile agli sbalzi termici e alla luce (questultimi disattivano degli enzimi che conferiscono al miele
interessanti propriet battericide). E' quindi opportuno che la maturazione decantazione del miele e il
confezionamento vengano effettuati nella zona di produzione ed il miele non sia soggetto a trasporti e
trasferimenti fino a confezionamento avvenuto per non alterarnela qualit, freschezza e conservabilit.
3.7 NORME SPECIFICHE RELATIVE ALLETICHETTATURA
Oltre alle indicazioni previste dalla legislazione vigente, in etichetta devono comparire le seguenti indi-
cazioni:
la dizione MIELE DELLA VALTELLINA declinato in funzione della variet del prodotto
come definito al punto 3.2 del presente documento;
l'acronimo D.O.P. o per esteso Denominazione d'Origine Protetta;
il logo della DOP. ai sensi del regolamento CEE 2037/92 e successive modifiche; tale logo pu
essere inserito o nelletichetta o nel sigillo da apporre alla confezione;
il sigillo numerato distribuito dallAssociazionerichiedente;
la data di produzione corrispondente al mese ed anno di estrazione, preceduta dalla parola
Produzione (esempio: Produzione: giugno 2003);
le modalit di conservazione: da conservasi in luogo fresco e asciutto eal riparo dalla luce;
il termine preferenziale di consumo: da consumarsi preferibilmente entro: mese ed anno,
corrispondenti a non pi di 24 mesi dalla data di estrazione.
Possono inoltre comparire le seguenti indicazioni:
indicazioni nutrizionali;
consigli duso;
4 DEFINIZIONE CONCISA DELLA ZONA GEOGRAFICA
Larea geografica quella delimitata dai confini amministrativi della provincia di Sondrio (Lombardia
Italia). Confina quindi a nord e ad ovest con la Svizzera, a sud - ovest con le province di Como e di
Lecco, a sud con quella di Bergamo, a sud - est con quella di Brescia e a Est con la provincia di Trento
e con quella di Bolzano.Tale territorio caratterizzato dal bacino imbrifero del fiume Adda e quindi
dalla sua valle principale: la Valtellina, denominazioneutilizzata comunemente per designare linte-
ro ambito provinciale.
5 LEGAME CON LA ZONA GEOGRAFICA
5.1 - SPECIFICIT DELLA ZONA GEOGRAFICA
Fattori ambientali
il territorio
Il lungo solco dellADDA disegna una delle maggiori valli a sviluppo longitudinale dellarco alpino;
coincide per ampio tratto con la linea di subduzione delle placca mediterranea con quella alpina. Il
versante destro Alpi Retiche per circa 50 Kmesposto a sud per poi piegare in direzione sud - est
per altri 30 km. La giacitura del terreno, lesposizione elinfluenza del Lago di Como creano delle
condizioni microclimatiche di tipo mediterraneo che sfumano nelle quote superiori in quello pi deci-
samente alpino. Si in presenza anche di una vastissima gamma di formazioni rocciose con una spic-
cata prevalenza delle formazioni metamorfiche (gneiss, micascisti, filladi, serpentine), seguite da quel-
le eruttive e, in via subordinata, da quelle sedimentarie che comprendono tra laltro i depositi superfi-
ciali detritici, morenici ed alluvionali. La Valtellina indicata come uno dei territori pi ricchi di parti-
colarit mineralogiche data la sua complessit di genesi e di strutture geologiche presenti. La netta
prevalenza di rocce metamorfiche del tipo gneiss e micascisti (rocce siliciche) del substrato il fattore
di maggiore importanza nei processi pedogenetici. Infatti se si esclude la zona del fondovalle, da sem-
preinteressata dallattivit agricola, il suolo ha complessivamente reazione subacida acida (pH<7).
Un elemento di differenziamento notevole rappresentato dallaffioramento delle rocce sedimentarie
(calcari e dolomie) nellalto bormiese e livignasco. Il territorio compreso fra quota 200 m. e 4.000
m. di altitudine.
la vegetazione
Il comportamento della vegetazione, spostandosi da Ovest verso Est, sui diversi versanti alpini a
uguale longitudine e, pi in dettaglio, in corrispondenza delle numerose valli laterali, presenta diver-
sit molto accentuate. Tali differenze di comportamento sono da attribuire principalmente alla gran-
de variabilit dei caratteri climatici che interessa lintero territorio. Questa ampia gamma di conso-
ciazioni vegetali legata ai diversi ambienti microclimatici stata ampiamente studiata inaugurando
un approccio di indagine per sistemi fitosociologici. Questi si riflettono in modo peculiare, ricono-
scibile ed unico nella composizione dei pollini presenti nei mieli locali. Gli aspetti qualitativi, nel
miele come nel vino, vengono rilevati per via organolettica, ma nel miele c anche un riscontro
oggettivo e scientifico mediante le analisi di laboratorio che definiscono molti aspetti qualitativi tra
cui laccertamento del luogo di produzione. Le schede tecniche della domanda presentata riportano
i dati tecnici del Miele della Valtellina.
Fattori antropici
Attivit tradizionale
La Valtellina, lontana dai grandi traffici commerciali, aveva anticamente una produzione agricola es-
senzialmente autarchica. Il miele stato fino ai primi decenni del 900 il principale, senon lunico,
dolcificante utilizzato e il dolce tradizionalepi caratteristico, la Coppetta, trova nel miele il suo es-
senziale componente. Lautosufficienza alimentare della popolazione locale era raggiunta grazie al
grano saraceno (Fagopyrumesculentum) una poligonacea che per portarea maturazionei suoi semi ha
bisogno della presenza delle api. Semi dai quali si ricava una farina scura molto utilizzata nella cucina
valtellinese (polenta taragna, pizzoccheri ecc.). La coltivazione di questa pianta rendeva quindi neces-
sario anche lallevamento delle api o il nomadismo nei pressi delle coltivazioni e da qui una forte dif-
fusionedellapicoltura in tutta la Valtellina.
La coltivazione del Grano Saraceno
(Fagopyrum esculentum) ha avuto un ruolo
essenziale nello sviluppo e radicamento dell-
apicoltura in Valtellina nei secoli scorsi
Alto livello tecnico degli addetti
Le tecniche di produzione, e lelevata competenza professiona-
le degli operatori, influenzano la qualit del prodotto. I mieli
della Valtellina sono molto spesso insigniti con ambiti ricono-
scimenti nei concorsi nazionali di maggior rilievo.
5.2 - SPECIFICIT DEL PRODOTTO
Le specificit sono determinate essenzialmente:
dallambiente fito-sociologico presente nel territorio, aspetto che determina le caratteristiche organo-
lettica e melissopalinologica del prodotto;
dalle tecniche apistiche che esaltano la qualit del prodotto;
dallambito culturale che riconosce i valori intrinseci delle proprie produzioni dato il forte senso di
identit culturale presente in Valtellina.
5.3 LEGAME CAUSALE FRA LA ZONA GEOGRAFICA E LA QUALIT E LE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO.
Il miele ha molte analogie con il vino. Se il secondo influenzato dal vitigno, il miele fortemente
influenzato dalla composizione della vegetazione presente in un territorio. Il miele, come il vino,
inoltre influenzato dal clima, dal microclima e dai parametri ambientali in genere, nonch dalle tecni-
che di produzione. Gli aspetti qualitativi, nel miele come nel vino, vengono rilevati per via organoletti-
ca, ma nel miele c anche un riscontro oggettivo e scientifico mediante le analisi di laboratorio che
definiscono molti aspetti qualitativi tra cui laccertamento del luogo di produzione.
Il senso di identit culturale della Valtellina rende ancor pi importante mantenere vivo e reale il lega-
me fra la produzione ed il territorio. Nel territorio infatti sono gi cinque i prodotti con marchio DOC,
IGP, DOP e due sono in itinere.

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