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DALLA FATICA DEL TEMPO TRADIZIONALE ALLA RIORGANIZZAZIONE DELLA

CONOSCENZA A SCUOLA

Il tempo tradizionale è diventato sempre più faticoso per lo


studente medio e per l’insegnante.
La durata dell’attenzione alle lezioni frontali tende ad
accorciarsi.

Lo studente vive, come ragazzo, in una dimensione


caratterizzata dalle amicizie, dalla musica, dalla comunicazione
mediata dal cellulare, dalla posta elettronica, dalla
partecipazione e socializzazione nei SocialNetwork,
dall’immersione in mondi e giochi virtuali. Lo studente adora
partecipare ad eventi sportivi e lo fa guardando i video di Youtube …

Ci si domanda che cosa fare con una formazione difficile, che vede l’alunno talvolta poco motivato,
talvolta insufficiente nei contenuti minimi, diviso tra scuola ed esterno. La questione sembra
ricadere nel piatto già pronto dei “recuperi”, della “flessibilità”. Quando mai un alunno,
mentalmente disattivato, ha recuperato sul serio! Il risultato è la stanchezza e il senso di fatalità
percepiti dal docente, che decide di saldarlo nei debiti perché “tanto gli studenti non sono più quelli
di una volta”.

C’è un ostacolo, presente nell’insegnamento di sempre: vivere e sentire la cultura, all’ombra


dell’istituzione, come fatto semplicemente individuale. Un po’ di colpa, per certi versi, la
ritroviamo nella politica di certo insegnamento individualizzato, che non incoraggia la condivisione,
ma che anzi spinge talvolta alla protezione. Forse è possibile, muovendo dinamiche collettive di
interazione più profonde ed estensive, ottenere per ciascuno una crescita e uno sviluppo espansivo.

Due domande nascono da questa riflessione:

1. possiamo pensare a nuove pratiche scolastiche, che scaturiscano dalla presa di coscienza di
quello che l’alunno fa ed è?
2. possiamo pensarci come digital immigrant di progetto?

Non ci aiutano nel trovare risposte le potenti tecnologie invocate, se non si integrano in modalità
didattiche.
La tecnologia deve essere interpretata come strumento per produrre ambienti di apprendimento
internazionali, se si vogliono ottenere risultati sinergici di produttività, efficacia, potenziamento dei
saperi, attivazione di bisogni continui nella ricerca.

Indubbiamente l’ideale sarebbe avere questa tecnologia a disposizione nell’aula scolastica


multimediale. Pochi nella scuola usufruiscono di questo privilegio, che favorirebbe ed
invoglierebbe la didattica a mutarsi.

Laura Antichi Pagina 1


Ci possiamo sempre arrangiare, ma nell’epoca del Web 2.0 e della comunicazione multimediale
diventa difficile l’innovazione senza un collegamento a banda larga in classe. Possiamo ripiegare
trasbordando in un laboratorio collegato ad Internet, se c’è.

Mettiamo il caso di essere fortunati: possiamo andare in laboratorio, possiamo collegarci in rete. In
questa circostanza si presentano altri problemi, perché fare scuola con le tecnologie richiede
capacità di mashup. È indispensabile aggregare risorse e fonti dinamiche, che possano svegliare
l’interesse e la motivazione didattica. Vuol dire ri-proporre, attraverso il i filtri individuali e di
classe, attivati dalla presenza dello strumento principe, un nuovo modo di apprendere. Il mashup a
scuola potrebbe generare nuova cultura individuale tramite quella sociale dello scambio nella
ricerca.
Sicuramente per lo studente, che usa le tecnologie a scuola, assistite da una connessione, cambia
qualcosa nelle conoscenze/abilità/competenze.
Le conoscenze possono essere le stesse, previste dai piani di studio. Mentre per le competenze e
capacità non sono esattamente le stesse perché “il medium è il messaggio” (McLuhan)

Cambia il modo con il quale ciascuno si rapporta all’altro perché la tecnologia, usata dalla classe
come bene condiviso, porta ad un approccio basato sulla cogestione e cooperazione. Lo strumento
deve essere inteso come innestatore di processi formativi. Introduce innovazione, se viene vissuto
strategicamente dal basso e coordinato da un docente in un Knowledge management.

Laura Antichi Pagina 2


QUALI PROPOSTE?

1 Analisi preliminare Punti di forza e di debolezza di una formazione tradizionale e


di una che usa le tecnologie (comparazione)
2 Ricerche esplorative Sui bisogni, le motivazioni degli studenti, le loro pratiche
nell’informale, la loro immagine di scuola.
3 Ipotesi Riorganizzare i processi formativi, prevedendo di affrontare
un percorso misto: lezioni, istruzioni, ricerche multimediali
4 Formulazione della struttura Scelta delle unità didattiche da sviluppare nell’anno e loro
di lavoro scansione.
Scelta degli strumenti: Quali i tradizionali? Quali i
tecnologici?
Scelta degli ambienti on-line: Blog, Wiki, SocialNetwork,
repository …
Definizione del dove: in aula, in laboratorio?
Definizione del quando: quali i tempi per le attività in aula e
in laboratorio, se non si ha a disposizione l’aula
multimediale?
5 Predisporre il come Come predisporre le attività (individuali e di gruppo)
Come raccogliere i dati? Schede di lavoro (elettroniche o
no)? Altro?
Come valutare?
Come analizzare i dati e i prodotti?
6 Interpretare i risultati L’interpretazione dei dati consente di riformulare meglio i
processi e di apportare miglioramenti

LE RICERCHE ESPLORATIVE

Le ricerche esplorative sulla modalità di conoscenza dello studente sono estremamente importanti
per produrre delle comparazioni in vista del progetto educativo.

Esempio: l’insegnante ha deciso di utilizzare la rete come strumento.

COSA DOVREBBE FARE PER


COSA FA LO STUDENTE IN RETE? GENERARE CONOSCENZA
CONSAPEVOLE E PRODUTTIVA?
Sente musica Usare correttamente l’informazione
Scarica/upload video Trasmettere conoscenza alle altre persone
Consulta documenti Valutare notizie e documenti nella loro
Consulta Wikipedia attendibilità e non sorbire passivamente
Fa gaimes Come mettere in rete i suoi prodotti
Pubblica post personali Conoscere i rischi
Contatta amici e li cerca Non plagiare
… Taggare
Condividere consapevolmente
Farsi una reputazione

Laura Antichi Pagina 3


Come ottenere ciò che dovrebbe fare?: attraverso un apprendimento assistito e collaborativo,
gestito nell’attribuzione di responsabilità, compiti e ruoli rispetto al gruppo classe e ai contenuti.
Wenger parla di una comunità di pratica nell’apprendimento situato: negoziazione, appartenenza,
lavoro condiviso, coproduzione …

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