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R E G IO N E

ABRUZZO

Direzione Affari Della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie,


Programmazione, Parchi, Territorio, Valutazioni Ambientali, Energia
Servìzio Polìtica Energetica, Qualìtà dell’Aria e SINA
Uffìcio Attività Tecnico-Ecologiche
Via Passolamciano, n. 75 - 65124 - PESCARA – tel. 085/7672524- fax n. 085/7672549

Prot n. 12324/DN Pescara, 9Luglio2009

ASSOCIAZIONE PORTA NUOVA


C/O Michele Celenza
Via Osidia n. 2
66054 VASTO

AL SINDACO
DEL COMUNE DI
66050 SAN SALVO
p.c.:
Al Consigliere Regionale
Nicola ARGIRO'
Presidente della IV Commissione
Industria, Commercio e Turismo
c/o Consiglio Regionale
L'AQUILA

OGGETTO: SITUAZIONE DELLA QUALITÀ' DELL'ARIA NELLA ZONA


INDUSTRIALE DI VASTO-SAN SALVO.

In merito alle osservazioni richieste ed all'incontro tenutosi in data 12 giugno 2009, si


trasmettono i puntuali riscontri tecnici elaborati dalla soc. Techne Consulting srl, che ha realizzato
per conto della Regione Abruzzo il Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell'Aria.
Si precisa che è in corso d'opera la ristrutturazione della rete di monitoraggio regionale della
qualità dell'aria, strutturata nel rispetto delle indicazioni del Piano Regionale per la Tutela della
Qualità dell'Aria e rappresentativa della situazione dell'intero territorio regionale, già affidata
all'ARTA ed in fase di realizzazione, e che consentirà anche la valutazione, come da normativa
vigente, degli IPA e dei Metalli.
Corre l'obbligo precisare che non risultano, agli atti dello scrivente Servizio, dei
superamenti dei valori di qualità dell'aria, nell'area di Vasto - San Salvo, rilevati secondo i criteri
previsti dalla normativa vigente.
Si rimanda all'attenzione dell'Amministrazione comunale la opportunità motivata di
procedere ad un monitoraggio locale per rilevare i superamenti.

Distinti saluti,
II Dirigente
Dott.ssa Iris Flacco
Roma, 5 Luglio 2009
Prot.n.72 T
Pos. RAB.ST.08
Spett.le
Regione Abruzzo
Servizio Politica Energetica, Qualità dell'Aria
Inquinamento Acustico, Elettromagnetismo,
Rischio Ambientale, SINA
Via Passolanciano, 75
65124 PESCARA
*
Alla c.a. Dott.ssa Iris Flacco

Oggetto: Distretto Industriale del Vastese

Il documento della "Associazione civica Porta Nuova - Vasto" (di seguito "Associazione") relativo
a "Qualità dell'aria nel Distretto Industriale del Vastese (con una nota sugli IPA in Abruzzo)"
contiene osserva/ioni sul "Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell'Aria" che non hanno
tenuto in debito conto le considerazioni contenute nel Piano stesso, che di seguito si evidenziano.

Il Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell'aria della Regione Abruzzo ha preso in esame
tutti gli impianti industriali dell'area citali all'inizio del documento dell'Associazione. In
particolare:
- Sono stale puntualmente quantificate mediante indagini dirette presso le aziende e verifiche
secondo le metodologie più avanzate di stima (secondo gli standard della "Task Force on
Emissions Inventory and Projections") le loro emissioni attuali e future.
- Sono state valutate sia le emissioni attuali che quelle future, sia senza l'introduzione di
interventi di risanamento che applicando le migliori tecnologie disponibili.
- Le valutazioni relative a tali impianti possono essere rintracciati nel documento di piano
sia al paragrafo 3.1.3 dove sono riportate le emissioni delle maggiori sorgenti di
inquinamento della Regione, sia al paragrafo 6.1.2 dove sono state considerale le
emissioni degli impianti ancora non in produzione ma già autorizzate, che infine al
paragrafo 7.4.4 dove si valutano le riduzioni ottenibili con le misure suggerite dal piano
presso gli impianti dell'area.

Con riferimento agli inquinanti considerati.

- Al punto 3 del documento dell'Associazione si richiamano gli inquinanti citali dal DLgs
351/99 mentre occorre anche analizzare la legislazione derivata dal suddetto decreto che
introduce per gruppi di inquinanti i metodi di misurazione, i limiti e le procedure per
garantire il rispetto dei limiti.
- Il Piano Regionale al paragrafo 2.2.1 richiama il complesso della legislazione in vigore
all'epoca ed in particolare il DM 60/2002 relativo a ossidi di azoto, biossido di zolfo,
particelle, piombo, benzene e monossido di carbonio ed il DM 183/2004 relativo all'ozono.
Tutti questi inquinanti sono stati presi in esame dal Piano dato che risultavano essere
normati all'epoca della sua redazione.
- II Piano stesso, vista l'emanazione della Direttiva 2004/107/CE relativa a arsenico,
cadmio, mercurio, nickel e idrocarburi policiclici aromatici seppure non ancora recepita,
prendeva comunque in esame tali inquinanti sia nell'inventario delle emissioni (si veda
paragrafo 3.1) che nella ristrutturazione della rete di rilevamento (si veda
paragrafo 1.7.3 misura MM2 e paragrafo 8.2). Il Piano stesso prevedeva
(paragrafo 1.7.3 misura MM3) l'aggiornamento del quadro conoscitivo di tutti gli
inquinanti a partire dal 2009 (tale misura è stata approvata ed è in corso
l'istruttoria per il cofinanziamento da parte del Ministero dell'Ambiente)
Non è dunque corretto affermare che relativamente agli inquinanti “solo 3, secondo
quanto specifica il Piano Regionale, sono stati considerati per la zona della Val di Sangro:
biossido di Azoto (NO2), ossido di Carbonio (CO), Ozono (O3); e 4 per San Salvo: biossido
di Azoto (NO2), ossido di Carbonio (CO), Ozono (O3). Benzene (C6H6)” in quanto:
- Il documento dell'associazione non distingue tra i dati rilevali dalle centraline e
gli inquinanti presi in considerazione nel piano.
- Il piano prende in considerazione tutti gli inquinanti normati utilizzando, oltre
alle centraline gli altri metodi previsti dal citato DLgs 351/99. II suddetto decreto
all'art. 6 fissa, inquinante per inquinante, gli obblighi per il monitoraggio in
continua e le regole per integrare misurazioni in continua, campagne di misura e
tecniche modellistiche.
- Queste indicazioni sono state seguite nella redazione del Piano Regionale.

A riguardo una considerazione è infine d'obbligo: la Regione non può che fare riferimento nelle sue
valutazoni a metodi, standard ed obblighi previsti dalla legislazione corrente (europea e
nazionale). Questa considerazione non vieta l ' a n a l i s i , la valutandone critica e la discussione su
dati di altro genere ma, quando si la riferimento alla normativa deve essere chiaro che il
confronto con gli standard può essere effettuato solo dove i dati rilevati siano coerenti con i
metodi di rilevamento indicati nella legislazione che fissa gli standard. A titolo di mero
esempio, non può essere confrontato un valore di monossido di carbonio rilevato sulla soglia
di un marciapiede nei pressi di un semaforo con lo standard di qualità dell'aria del monossido
di carbonio. Questo in quanto la direttiva europea, e la legislazione italiana derivata,
prevedono specifiche indicazioni sulla significatività della misurazione ed indicano che le
misure devono essere effettuate ad una certa distanza dagli incroci e dal ciglio della
carreggiata. Inoltre le misure devono essere significative per la salute umana e dunque
effettuate in aree frequentate dalla popolazione. Alcune centraline di rilevamento, posizionate in
base a l l a legislazione precedente le direttive europee, ed ancora di più la misurazione con il
mezzo mobile non sempre soddisfa tali requisiti e dunque non sempre il confronto è corretto.
In particolare misure effettuate in passato con il mezzo mobile possono non essere utilizzabili
per valutare il rispetto di valori limite fissati recentemente, in quanto differenti sono le
metodiche di misura in essere.
Con riferimento ai singoli inquinanti si può argomentare quanto segue.

Problematiche relative all'ozono

Con riferimento all'ozono, il piano, proprio avendo chiara la non appropriata rappresentatività
della rete di rilevamento dell'ozono ha integrato i dati del monitoraggio con utilizzo di
modellistica a scala regionale; il risultato combinato dell'uso di questi strumenti porta alla
conclusione che i tre comuni del distretto vaslese sono inseriti nella "Zona di superamento dei
valori bersaglio e zona di superamento degli obiettivi a lungo termine per la protezione della
salute relativamente all'ozono" (si veda Tabella 39 e Figure 2 o 37 del Piano): va notato a
riguardo come le problematiche, e le relative politiche di risposta, relative all'ozono non sono
una prerogativa dell'area vastese ma sono generalizzate a larga parte del territorio regionale (e
nazionale).
Al di là della discussione sui singoli valori di superamento dei valori di riferimento per l'ozono
e della rappresentatività dei dati rilevati, il piano proprio avendo chiara la non appropriata
rappresentatività della rete di rilevamento dell'ozono ha integrato i dati del monitoraggio con
utilizzo di modellistica a scala regionale. Il risultato combinato dell'uso di questi strumenti
porta alla conclusione che, con riferimento all'ozono, il Piano inserisce i tre comuni del
distretto nella "Zona di superamento dei valori bersaglio e zona di superamento degli obiettivi a
lungo termine per la protezione della salute relativamente all'ozono" (si veda Tabella 39 e
Figure 2 o 37 del Piano). Va notato a riguardo come le problematiche, e le relative politiche
di risposta, relative all'ozono non sono una prerogativa dell'area Vastese ma sono
generalizzate a larga parte del territorio regionale e, peraltro, del territorio nazionale.
Inoltre, proprio in ragione della valutazione sulla rete di rilevamento esistente il Piano prevede una
ristrutturazione generale del monitoraggio dell'ozono (si veda il paragrafo 8.2) che per quanto
detto sopra, e seguendo la normativa europea e nazionale, coinvolge l'intero territorio
regionale. Proprio in conseguenza dei risultati del monitoraggio e della modellistica non può
essere rilevata una specificità dell'area quanto, sempre con riferimento all'ozono, una sua
sostanziale omogeneità con altre parti del territorio abruzzese.

A conclusione di questo discorso si deve far notare che il grafico di confronto dell'andamento
dell'ozono tra i comuni interessali (Atessa e San Salvo) e comuni maggiormente antropizzati quali
Pescara, o addirittura metropoli urbane, quali Milano, è poco significativo tenuto conto della
problematica della formazione dell'ozono nonché delle necessità del suo monitoraggio.

Infatti la produzione dell'ozono, inquinante secondario e dunque prodotto da reazioni chimiche in


atmosfera, è dovuta essenzialmente a l l a chimica di trasformazione degli ossidi di azoto e dei
composti organici volatili. In particolare, con una terminologia grossolana, l'ozono aumenta in
aree in cui esistono moderati livelli di monossido di azoto (direttamente prodotto dalla
combustione degli impianti termici ed in particolare dal traffico) e dove la presenza di composti
organici volatili aumenta la produzione di ozono. Poiché gli ossidi di azoto sono emessi
dalle sorgenti di combustione, per la stragrande quantità (con percentuali intorno al 90%) come
monossido di azoto, nelle aree non direttamente influenzate dalle principali sorgenti di emissione
(incluso il traffico veicolare) ci si aspetta livelli alti di ozono associati a livelli bassi di biossido
di azoto.

Nel caso delle metropoli quali Milano o Roma si assiste più difficilmente a valori elevati
dell'ozono (e limitatamente ad aree verdi o comunque con meno influsso diretto di sorgenti di
emissione) proprio per l'effetto limitante del monossido di azoto direttamente emesso dal
traffico autoveicolare.

Biossido di Azoto

Quanto appena eletto porta ovviamente a contraddire l'affermazione che "ci si attenderebbe
dei valori di Biossido di Azoto in aria ambiente piuttosto elevati". Al contrario l'elevata
concentrazione di ozono rilevata ben si associa con una bassa concentrazione di ossidi di azoto.
In generale non bastano certo due valori orari elevali relativi al 2003 ad imporre ad una intera
area limitazioni al traffico o alle attività produttive.

La presenza di poli emissivi nell'area non si associa direttamente con valori elevati delle
concentrazioni di ossidi di azoto in aree popolate (dove si applica il limite per la protezione
della salute umana!). Al contrario l'insieme delle misurazioni e dei risultati dei modelli fanno
valutare concentrazioni degli ossidi di azoto nei limiti di legge.

Ovviamente il ragionamento appena descritto non comporta che la zona sia esente da obblighi di
alcun tipo. Infatti, la misura del piano "MP1" classificata "a medio termine" ed estesa a tutto i
territorio regionale prevede "Interventi per la riduzione delle emissioni degli impianti di
combustione considerati puntuali (desolforatore, denitrificatore e abbattitori polveri) nell'ambito
delle procedure di autorizzazione ambientale integrata di cui al Decreto Legislativo 18 febbraio
2005 n. 59 (SOx. NOx. C02. PM10)". Tale misura si applica, ovviamente agli impianti maggiori
citati nel documento.

IPA e metalli

Con riferimento agli idrocarburi, la discussione non è possibile a fronte di una inesistenza di
misurazioni significative con relazione alla nuova legislazione. Il lungo discorso presente nel
documento non è calzante con gli obblighi legislativi e dunque, pur se può essere utile a fini di
discussione generale, non permette di far discendere obblighi e misure di legge.

Il "Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell'Aria" prevede la ristrutturazione della rete di
monitoraggio ai fini della valutazione degli IPA e dei metalli.

CONCLUSIONI

Le argomentazioni svolte fino ad ora non vogliono assolutamente limitare la volontà e la necessità
di approfondire la valulazione della qualità dell'aria in Regione e, nello specifico, nell'area in
esame.

Già il piano si impegnava (paragrafo 1.7.3 misura MMl) all’ "Approfondimento dell'inventario
regionale delle emissioni con riferimento al 2006 e pianificazione dell'aggiornamento
completo dell'inventario delle emissioni ad intervalli prefissati, orientativamente ogni due
anni, con inizio nel 2009 (dati di riferimento 2008)" e (paragrafo I.7.3 misura MM3) all’
"Approfondimento della applicazione.della modellistica di valutazione del trasporto e della
ricaduta al suolo degli inquinanti".

La Regione Abruzzo sta avviando le procedure per l'aggiornamento di tali strumenti


conoscitivi. In tale ambito la Regione effettuerà un studio modellistico di dettaglio sugli
impianti industriali della zona, che tenga conto delle modifiche al quadro emissivo che nel
piano erano soltanto ipotizzate (nuovi impianti, trasformazioni, ecc.). Tale studio supportato
da misure effettuate dall’ ARTA con il mezzo mobile, permetteranno di valulare l'evoluzione
della qualità dell'aria nell'area ed eventualmente di prescrivere alle aziende, nell'ambito delle
procedure AIA, la installazione e la gestione di una rete di monitoraggio industriale
finalizzata alla valutatone delle ricadute delle emissioni industriali.

Cordiali saluti.

Il Direttore Tecnico

Dott. Carlo Trozzi

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