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Sulla democrazia associativa

alcune riflessioni a margine di avvenimenti successi e parole calate da alcune strutture regionali AGESCI FVG Sono confuso. Disorientato, amareggiato, triste. In poco tempo diversi fatti e pesanti frasi ascoltate, no, forse subite rende meglio l'idea, mi rimbalzano nella testa, producendo dei vistosi bozzi ad ogni cambio di direzione. Ho bisogno di capire e per questo scrivo. Non ne sono capace, vero, ma di certo mi aiuta a riflettere. Spero che chi legger queste righe possa aiutarmi in qualche modo. !on altre parole, altri pensieri, forse. "nche con fatti, perch# no$ Ne sento davvero il bisogno.

Sindrome da ruolo
%utto ha inizio con un non voler ascoltare e, contemporaneamente, voler dire, imporre, dirigere. &n esempio per tutti dato da una frase ricorrente che suona pi' o meno cos() necessario che il Comitato si riappropri del proprio ruolo, altri organi devono fare altro, organi are, elaborare, ma le decisioni, i mandati e le nomine spettano a noi!. *vvero, "oi decidiamo, gli altri fanno. !redo si debba sempre distinguere quanto viene indicato da un regolamento e quanto e soprattutto come questo viene messo in pratica. Il mandato a +proporre la nomina dei Capi campo, degli assistant e degli Assistenti ecclesiastici dei CF# $ CF% $ CA% &'''(, -./, ad esempio, non deve essere letto come +le nomine vengono indiscutibilmente decise e date da ''',, il regolamento lascia ampio spazio sul come, anche se ovviamente nessuno mette in dubbio che sta a chi di dovere fare l'ultimo passo formale. !redo che, tuttavia, tale atto sia il meno importante in tutto il processo, pur se fondamentale. 0ogliamo un attimo librarci in alto e provare ad osservare cosa possano voler dire queste +interpretazioni,, pur se involontarie o, perch# no, inconscie$ !osa possono dirci questi atteggiamenti$ Semplice, una normale paura di non essere all)alte a. In buona fede se il gruppo di persone in cui mi trovo a lavorare, in cui sono inserito e in cui mi riconosco, insomma se tale gruppo deputato a fare una cosa, io sento una forte spinta interiore a doverla fare. Non importa se mi sento poco competente o semplicemente non ho abbastanza capacit o esperienza. Devo farlo e basta, altrimenti dimostro di aver fallito. Il ruolo ha la meglio sulla persona. Non sono pi' io, sono il nome che porto appiccicato sulla mia uniforme, non importa se questa targhetta sia reale o immaginaria. Sono +taggato,, io lo so e mi comporto di conseguenza. -2] Se poi il ruolo inserito in una gerarchia funzionale ad una missione, per quanto nobile sia quest'ultima, lo +scalino, che lo fa sovrastare altre persone l'avr sempre vinta. "lla fine l'ascolto finir e le 1uone Idee del 2uolo saranno sempre le migliori. 3er le altre ci sar sempre un motivo, certamente scusante, perch# non possano essere tenute in considerazione.

0isto da un altro punto di vista, questo non ascolto necessario proprio alla sopravviven a del 2uolo) il rischio da fugare che l'ascolto possa far vacillare chi ha un)idea certa di *uale sia la cosa giusta da fare, perch+ se -i processi partecipativi/ sono veri possono ,e devono- generare delle sorprese e riordinare le priorit. in un modo diverso da *uello ini ialmente immaginato. -4/ !ome l'esperienza Scout insegna, il fare ha bisogno di simboli che catalizzino pensieri ed esperienze. &n esempio$ 5'originale 6!omitato 2egionale6 ora cucito sulla spalla sinistra di molti, stessi colori e forme del distintivo di gruppo) perch# questo ora il mio nuovo gruppo, il gruppo di chi decide, il gruppo che si distingue dagli altri. Insomma, il branco affamato di affermazione. -7/

Il fine giustifica i modi, oltre che i mezzi?


Essere uomo d)onore significa meritare fiducia perch+ veritiero ed onesto. 5'ho risentito una settimana fa, da quattro bocche adulte che hanno deciso di prendere lo stesso impegno che i loro figli, prima di loro, avevano gi preso qualche settimana prima in branco. Non cosa scontata n# banale, soprattutto da chi scout non stato da giovane ma che ha deciso di diventarlo da grande. 8bbene la stessa fiducia sono abituato a riporla su chi la 3romessa l'ha fatta ben prima e che ora inquadrato in un 2uolo. 3er questo se poi la parola data, i pensieri scritti, o altri semplici impegni tutti creduti dati e presi fra gentiluomini vengono evidentemente rinnegati, allora s(, credo sia umano sentirsi persi. 3erch# la facile retorica del 6ma noi lo facciamo per il bene &comune, delle CoCa, di tutti, dei Giovani Capi, dei nostri raga i, '''(6, 6ci sono state delle incomprensioni6, 6pensiamo che tutto sommato, alla fine, la sostan a sia la stessa6 non pu9 che diventare mera scusante. No, non la stessa cosa. Se prometto, mantengo. Se prendo un impegno, lo onoro. Se capisco di aver sbagliato, allora faccio ammenda, lo dichiaro e vado avanti con un nuovo impegno, che per essere tale deve essere dichiarato e comunicato. Se lo tengo solo per me, questo pian piano prender la forma che pi' mi aggrada in quel momento, si modeller su di me e non sar pi' qualcosa a cui io possa tendere. 8 qualcosa che io possa verificare. 5o insegna il metodo Scout, a partire dalla 3ista in 1ranco, passando per il Sentiero in 2eparto per poi arrivare al 3unto della Strada e al 3rogetto del !apo. Impegno, coerenza, correzione fraterna. Il rimangiarsi la parola data non contemplato. !i va del nostro onore. -:/ Non diceva forse 1.;3. che +un capitano rimane sulla nave fino all/ultimo' 0erch+1 &'''( 0erch+ la sua nave e gli stato insegnato che il suo dovere di rimanervi sopra fino all/ultimo2 ed egli considera disonorevole agire diversamente' E cos3 pone il suo onore prima della &propria( salve a' E cos3 pure uno scout dovrebbe mettere il proprio onore sopra ogni altra cosa , $

Democrazia associativa: cos'?


"nche qui il pensiero nato da una frase che ha lasciato il segno dentro di me, pi' o meno diceva) +non possiamo pretendere di conoscere e discutere un progetto, abbiamo eletto delle persone e ora tocca a loro decidere autonomamente' "oi ora possiamo avere un ruolo consultivo, ma dobbiamo accettare *uello che loro pensano e decidono perch+ hanno una visione pi4

ampia e completa della nostra' 5 cos3 che fun iona la democra ia., 3ermettetemi di dissentire, e tento di giustificare questo mio dissenso con un'osservazione di quanto sta succedendo nella societ civile in cui viviamo.

Democrazia rappresentativa
Se guardiamo l'Italia degli ultimi due decenni <almeno= notiamo quanto sia marcato lo scollamento fra i cittadini e i loro rappresentanti, ovvero fra elettori ed eletti. Durante le campagne elettorali si nota fervore, interesse, partecipazione, promesse. 3oi tutto cambia, si parla di problemi, limiti, impossibilit di mantenere <almeno parte del;= le promesse fatte. I vari organismi di governo, siano essi locali o nazionali, decidono e procedono mentre nelle case e nei bar non si fa altro che lamentarsi della conseguenze di azioni <ma anche di non azioni= di governo. 2isultato) i cittadini elettori si sentono impotenti, scontenti e perdenti. 5'affluenza alle urne cala sempre di pi', regna la rassegnazione generalizzata mentre i rappresentanti si sentono giustificati nel proseguire sulle loro strade perch# non supportati da un elettorato propositivo, attento ed attivo -7/. "umenta dunque il conflitto fra le parti) da quello fra correnti politiche di colore diverso a quello fra testa e base, fra rappresentanti e rappresentati. 8 da questi conflitti non si pu9 che uscirne tutti sconfitti. "d un certo punto quasi certo che il 6popolo degli scontenti6 si aggreghi e coalizzi contro la malapolitica ed il malgoverno. &n altro gruppo contro che fa della propria bandiera l'intransigenza verso la politica tradizionale, la proposta di un rinnovamento completo e radicale verso un +nuovo mattino, della politica. &n esempio eclatante, se pur non isolato, proprio di questi giorni, il fenomeno del >ovimento !inque Stelle <>:S=. Il problema che cos( i conflitti non si risolvono, anzi aumentano. 8 cosa pu9 accadere$ !he parti da sempre nemiche si alleino sotto la bandiera +del bene comune, <in effetti il loro, non il nostro= in un processo di restaurazione atto a difendere la fortezza arroccata sulla montagna piuttosto che ad accogliere i viandanti pellegrini che stanno fuori dalle mura -?/. *vviamente non tutti la vedono in questo modo e, in effetti, si potrebbe pensare che questa nuova fase, se vissuta positivamente, potrebbe essere un nuovo inizio per la politica italiana -@/. Auardacaso queste dinamiche sono state tutte profetizzate da alcuni passaggi in +2BS Servire CD.CE4,. 2iflettendo su questi temi si vede che l'evoluzione storica della Sovranit -F/ all'interno della democrazia trova proprio una sua crisi nella rappresentanza o, almeno, nei meccanismi che si instaurano all'interno delle entit rappresentanti quando il potere decisionale si distanzia troppo dalla base rappresentata, cosa che porta inevitabilmente ad una spaccatura fra i due livelli, prima di pensiero e poi di azione. !ome questa crisi evolver lo vedremo solo nei prossimi mesi, anche se molti segnali involutivi non sono certo molto incoraggianti. >a cosa pu9 voler dire questo per la nostra "ssociazione$ 2imaniamo in ambito regionale e vediamo se qualche parallelismo con la vita +civile, possa aver senso. 1isogna innanzitutto capire quali ruoli abbiano le varie parti o, meglio, come vengono rappresentati i vari poteri esecutivi, legislativi e giudiziari all'interno

della struttura regionale. 3erch# dovrebbe essere necessario$ Non rischiamo di complicare le cose$ 8bbene, proprio rileggendo l'articolo prima citato prendiamo coscienza che quando il compromesso della rappresentanza senza vincolo di mandato prende corpo, allora necessario che ci sia un controllo +indiretto, all'interno dei gruppi rappresentanti, affinch# proprio la loro missione <rappresentare= non divenga un interpretare liberamentei. In pratica il potere giudiziario controlla l'esecutivo, il legislativo limita il giudiziario e cos( via) il sistema, in questo caso, si autoregola, salvo i tanto temuti +inciuci, molto evocati di questi tempi. 3ensando nuovamente alle strutture "A8S!I regionali, risulta chiaro come il !omitato detenga il potere decisionale. Il potere giudiziario in pratica non esiste a questo livello <e per fortunaG=. 2imane da capire chi detiene il potere legislativo. 5e opzioni che vedo sono due) il !omitato allargato <!omitato pi' Incaricati alle 1ranche e ai Settori= e l'"ssemblea dei !api <tramite i capigruppo o delegati di gruppo H un' altro livello intermedio di rappresentanti=. !on un po' di astrazione credo che la risposta dovrebbe essere la seconda, in quanto l'assemblea a decidere quali siano le strade da perseguire, scrive <attraverso i convegni= il progetto regionale e lo approva. >a pu9 essere realmente cos($ Io credo di no. 3er esperienza personale le assemblee arrivano a delineare, votando, delle indicazioni non troppo genericheii per la 2egione, e quindi per il potere decisionale che, in qualche modo, ha il compito di +rifinire, la proposta e poi metterla in pratica, attuarla. %ale compito <che possiamo chiamiare ancora legislativo= viene cos( trasferito ad un altro organismo, pi' o meno coincidente con quello che detiene il potere decisionale) il comitato allargato. I fatta, siamo arrivati al punto in cui il lavoro di chi rappresenta non pi' controllabile, n# direttamente dai rappresentati <manda il vincolo di mandato= n# indirettamente da altri corpi perch# i vari poteri ora pi' o meno coincidono. Siamo al punto in cui +coloro che sanno, hanno, anche inconsciamente, la possibilit e la giustificazione per decidere arbitrariamente per +coloro che non sanno, -F/) non un caso che, semanticamente, ritorniamo all'affermazione riportata poco sopra <+...dobbiamo accettare *uello che loro pensano e decidono perch+ hanno una visione pi4 ampia e completa della nostra!=. ;;;; 2itornando al problema p' generale, qualcuno dice che la democrazia abbia fatto il suo tempo, che abbia dimostrato di non saper rispondere ai bisogni reali delle persone. 2imane il fatto che una migliore forma di gestione della vita in comune rimane ancora da trovare e da dimostrare. &n'altra interpretazione di questa +crisi della democrazia, quella che sia la parte +rappresentativa, uno dei limiti evidenti attuali.

Dal NIMBY [9] al PIMBY [10]: la democrazia partecipativa


5asciatemi parafrasare un paio di acronimi anglofoni usati spesso in materia di pianificazione territoriale e legati a tematiche vicine all'ecologia. "I%67, "ot In %8 6ac9 7ard <non nel mio giardino= pu9 essere letto anche come un +io ci sto,
i ii giungendo ad un'autonomia di potere, trasportando cos( la sovranit dal popolo a pochi +eletti, ; si colga il doppio significato di quest'ultimo aggettivo In pratica, delle linee guida <non vincolanti, quindi=. %rovo non sia un caso che, oramai, questo termine venga quasi abusato a pi' livelli all'interno della vita democratica associativa regionale.

purch# la mia vita non venga influenzata negativamente in modo diretto,. !redo, voto, eleggo, delego, siano gli altri poi a decidere, purch#... Jacile no$ Sicuramente semplice, funziona. 2isolve, accorcia i tempi. >a siamo sicuri che il risultato sia il migliore possibile$ 8 allora 0I%67, 0lease In %8 6ac9 7ard <per favore, nel mio giardinoG=G *vvero, di nuovo parafrasando, +io ci sto, e ci metto la faccia, quello che sono,. Sono disposto a giocarmi, a dare una mano. Invece di pretendere che qualcuno pulisca i marciapiedi del mio quartiere, io inizio pulendo quello di fonte a casa mia. Da un'affermazione che pone dei limiti, ad un'altra che propone, offre. I giunto il tempo di riscoprire il dovere della partecipazione nella vita politica, sia essa quella italiana che quella associativa. 3erch# la crisi che stiamo vivendo, in questi luoghi, prima di tutto una crisi valoriale e riguarda direttamente la vita di tutti noi. Dobbiamo uscire dalle classiche, perverse, dinamiche legate alla rappresentanza a cui tutto delegato e tutto e permesso e riscoprire il piacere e la necessit che la base trovi il modo portare in alto la propria voce e le proprie idee, in modo positivo, critico ma costruttivo -../. Solo in questo modo la distanza fra rappresentati e rappresentanti potr essere ridotta, con i rappresentati che hanno nuovamente la possibilit di riappropriarsi del potere legislativo e, contemporaneamente, effettuare il doveroso controllo <verifiche= sulla coerenza delle azioni del potere decisionale. Il problema vero, una volta accettato questo fatto, riguarda decisamente il come tutto ci9 possa essere realizzato. Kuali modelli di strutture democratiche attuare$ 2icordando una celebre canzone cantautorale italiana, +io di risposte non ne ho, io faccio solo :oc9)n :oll, -.C/. !redo per9 che non esista un modello valido ed efficace in ogni situazione. 3er9 abbiamo una grossa risorsa da sfrutare) un'insieme di persone capaci abituate a pensare in modalit progettuale, persone che hanno fatto del penso$progetto$faccio$verifico una ciclo virtuoso alla base del proprio operato. >i sento dunque di proporre timidamente solo alcune attenzioni da avere nello sperimentare assieme un nuovo modo di vivere la democrazia <associativa=.

O scolte... attente vigilate


Uscire dalla modalit to !do"n
Impariamo a dimentiare la frase +il comitato ha deciso che,, +si fa cos(,, +il progetto ci dice che dobbiamo,. 3roviamo a trasformare frasi che limitano la fantasia in frasi che invece la stimolano, ad esempio) proviamo a giocarci in questo modo, poi verifichiamo com'# andataL propongo di fare cos(, che ne dite$L abbiamo avuto un'idea che vogliamo condividere con voi) vi va$ ...

Insomma, rimettiamo in discussione e, soprattutto, condividiamo <veramente= anche le modalit di lavoro collegiale <e non solo assembleare=.

Im ariamo ad ascoltare
"pplichiamo un ascolto attivo, facciamo s( che le parole che udiamo ci interroghino continuamente e ci portino ad inventare nuove modalit , nuovi progetti, nuove sfide. Se saremo capaci di farlo veramente, scopriremo che l'idea che avevamo non era n# giusta n# sbagliata. Semplicemente, era limitata. I come la preparazione di un nuovo gioco per i nostri ragazzi. Io posso essere bravo quanto voglio ma se l'elaborazione avviene assieme ad altri <parti attive=, allora il prodotto sar sicuramente pi' bello, avvincente ed efficace per tutti) per chi lo pensa, per chi lo propone, per chi lo vive.

#ru

i di lavoro $a rogetto%

!oinvolgere continuativamente tutti per ogni decisione o attivit improponibile, ora lo sappiamo bene. "vere delle pattuglie o comitati permanenti necessario a livello regionale, ma non sempre vincente per ogni sfida. Si pu9 pensare di formare delle pattuglie temporanee, dei gruppi di lavoro con un numero limitato di persone <sempre inferiore a .D= per un singolo progetto o attivit complessa, sia operativa che +di pensiero,. Kuesto ha un duplice impatto, di nuovo, sul come si fa) i rappresentanti <il comitato, ad esempio= dovr essere presente in questi gruppi in proporzione inferiore al resto dei componenti <una, eccezionamente due persone=L i rappresentati <i capi= hanno il dovere di prendere parte a tali gruppi di lavoro <un po' come la giuria dei cittadini di matrice anglosassone, il +MurN dutN, americano, il dibattito pubblico francese=L

%ali gruppi, infine, dovranno essere +a tempo, o +a progetto,. Di nuovo, si pensa, si progetta, si fa, si verifica. 3oi il progetto cambia e con lui anche la composizione del gruppo che lo seguir .

Informare e documentare
Se non si fa memoria di quanto fatto <ma non solo, delle idee di fondo e delle modalit utilizzate= non si pu9 costruire il futuro. Se una persona non sa, non pu9 partecipare pienamente e in modo attivo alla costruzione di qualcosa. 3er questo il compito della regia sar creare informazione, diffonderla, migliorare i mezzi di comunicazione in modo che il messaggio arrivi veramente alle menti e ai cuori. Dovr rendere disponibile una base storica di quanto fatto e pensato negli anni passati. D'altra parte i destinatari dell'informazione hanno l'obbligo di tenersi informati, stimolare le fonti, cercare, proporre.

&erificare. &eramente.
*ramai ne sono convinto. 5o scoutismo ci insegna sin da piccoli a vivere in modalit progettuale, arrivando ad un certo punto a guardarsi indietro e a trarre le conclusioni per il futuro. >a siamo sicuri di saperlo fare veramente bene$ Siamo onesti nel verificarci$ Sappiamo essere attivi e fantasiosi anche in questa fase$ "lla fine di un'attivit si arriva, solitamente, stanchi. Il rischio di avere una verifica fortemente critica o altrettanto superficiale altissimo. Nel primo caso

la negativit del +guardare cosa andato male, pu9 sovrastare la positivit del +la prossima volta faremo cos(,. *ppure possiamo abbandonarci ad un buonismo spicciolo del tipo + andato tutto diversamente di quanto previsto, non siamo riusciti a centrare l'obiettivo ma comunque i ragazzi si sono divertiti, e questo bene,. D'accordo guardare al :O di buono in ogni cosa e persona, ma mica dobbiamo fermarci l($ Se il :O rimante sempre invariato, non cala ma pure non sale, allora questa la prova che non sappiamo fare il nostro lavoro. Siamo onesti, accettiamo le vittorie ma anche le sconfitte, impariamo a liberarci dai sensi di colpa e ammettiamo serenamente quello e quanto non andato bene. Solo in questo modo si potr +chiudere un capitolo, ed aprirne un altro. Se no rimarr sempre un gusto amaro in bocca, la memoria di aver fatto male e di aver finito male, +coprendo, i problemi. Non un mea culpa, ma una liberazione, dunque. 5iberiamo, portiamo fuori di noi anche le nostre paure e i nostri sbagli. Dentro rimarranno solo le cose buone ancora da scoprire.

'i state?
Kuesti sono solo pensieri. Non sono linee guida, n# regole da rispettare fermamente. Sono dei punti di partenza, idee da cui partire. Sono possibile condimento ad esperienze e pensieri diversi e variegati. >a le parole non possono e non devono cadere nel dimenticatoio. Se dopo tale lettura nulla cambiamo, allora ho fallito. Se qualcosa dentro di voi si mosso, sia questo voglia di fare come un semplice senso di fastido, allora va bene. 5e premesse per creare qualcosa di costruttivo c'#. Il momento del pensiero, per9 finito. *ra bisogna progettare e fare. 8 poi, verificare. 1uona strada. Ivan "ndrian

-./ 2egolamento "A8S!I CD.C, articolo C:. -C/ 8sperimento degli occhi azzurriEocchi marroni di Pane 8lliott come descritto in Q. 3eters, +" !lass Divided, %hen and NoR, <8Spanded 8dition= <NeR Haven, !%) Bale &niversitN 3ress, . T @ . E . T F : = . 8siste un documentario disponibile online che racconta l'esperimento) http)EERRR.pbs.orgERgbhEpagesEfrontlineEshoRsEdividedEetcEvieR.html -4/ Iolanda romano, +!osa fare, come fare. Decidere insieme per praticare davvero la democrazia,, edizioni !hiarelettere, CD.C -7/ 3hilip Uimbardo, +5'effetto 5ucifero. !attivi si diventa$,, <capitolo .C=, trad. 2affaello !ortina, >ilano, CDDF. IS1N T@F;FF;?D4D;.:@;7 -:/ +*n mN honour I promise that I Rill do mN best V %o do mN dutN to Aod and the Wing. V %o help other people at all times. V %o obeN the Scout 5aR.,, 1aden;3oRell, Scouting for 1oNs -?/ "prile CD.4, nasce il governo +di larghe intese, guidato da 8nrico 5etta. Il primo governo nella storia della 2epubblica Italiana dove partiti di destra e sinistra vi partecipano attivamente e ufficialmente. -@/ +Aoverno 5etta) un nuovo inizio, dopo ?: anni+, "rticolo originale di "rno Qidmann apparso su JranXfurter 2undschau, tradotto da Stefano Salustri e !laudia >arruccelli per Italiadallestero.info e disponibile all'indirizzo http)EEis.gdEBta4s& -F/ Aian >aria Uanoni, +In !ammino verso la Sovranit ,, 2BS Servire CD.CE4 +5'importanza della politica, -T/ http)EEit.RiXipedia.orgERiXiENI>1B -.D/ http)EERRR.treccani.itEvocabolarioEpimbNYOCFNeologismiOCTE -../ 3attN Smith, +3eople have the poRer, <to dream, to rule=, .TFF -.C/ 8doardo 1ennato, Sono solo canzonette, .TFD

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