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01 Studio e progetto di architettura

Architettura Larchitettura una disciplina volta a conformare spazi e produrre degli oggetti che servono ai bisogni delluomo ed hanno una durata pi o meno lunga. La parola architettura deriva dal greco tekton (da cui anche tettonica), che significa costruzione; il termine legato dunque allidea di costruire. Si potrebbe dire che larchitettura larte del costruire. Definizioni di Architettura Larchitettura larte dello spazio. Leon Battista Alberti (1406-1472) Larchitettura non altro che lordine, la disposizione, la bella apparenza, la proporzione delle parti fra loro, la convenienza e la distribuzione. Michelangelo (1475-1564) Larchitettura lapplicazione dellarte allIngegneria. William Le Baron Jenney (1832-1907) Larchitettura il magistrale, corretto e splendido giuoco dei volumi nella luce. Larchitettura lo stabilire rapporti emozionanti per mezzo dei materiali grezzi. Larchitettura plastica. Larchitettura di l dallutilitario. Le Corbusier (1887-1965) Larchitettura il vero campo di battaglia dello spirito. Larchitettura la volont di unepoca tradotta in spazio; vivente, mutevole, nuova. Larchitettura latto di dare un senso a un avvenimento storico. Ludwig Mies van Der Rohe (1886-1969) Larchitettura : a) ispirazione poetica; b) perfetta conoscenza e assoluta padronanza della tecnica costruttiva; c) indice e frutto della maturit intellettuale dellambiente. Pier Luigi Nervi (1891-1979) Larchitettura incidere sulluomo con lo spazio. Giovanni Michelacci (1891-1990) Larchitettura la coesistenza, in un equilibrio idealmente composto, dei fattori utilitario, economico, tecnico, sociologico, umanistico, artistico, ed altri ancora, nessuno dei quali deve predominare sugli altri o essere trascurato; essa caratterizzata dallindividualit creativa e da una formidabile passione, da un istinto atavico a costruire Marcel Breuer (1902-1981) Larchitettura non certamente lassetto dello spazio n laggregazione dei volumi; lorganizzazione del movimento delluomo; essa esiste nel tempo. Philip Johnson (1906-) Larchitettura connaturata al formarsi della civilt ed un fatto permanente, universale e necessario Aldo Rossi (1931-1995)

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Larchitettura la relazione che unisce nel tempo le architetture. Giorgio Grassi (1935-) Larchitettura un rifugio con sopra le decorazioni Robert Venturi (1925-) Triade vitruviana Il primo vero e proprio trattatista nel campo dellarchitettura Vitruvio, di epoca romana. Vitruvio conosciuto per aver proposto un modo concettuale di vedere gli edifici, secondo una triade. In base a tale triade gli edifici devono essere dotati contemporaneamente di: utilitas (utilit, cio funzionalit, e quindi organizzazione distributiva), firmitas (solidit, resistenza alle sollecitazioni ed agli agenti esterni), venustas (bellezza, quindi gradevolezza estetica). Il campo di studio dellarchitettura viene definito da Vitruvio nel trattato De Architectura, diviso in Dieci Libri. Divisione dei Dieci Libri di Architettura di Vitruvio Libro I - Definizione e parti dellArchitettura. Scelta del sito per gli edifici pubblici. Libro II De materiali Libro III, IV, V, Degli Ordini e degli Edifici Pubblici Libro VI Degli edifici privati Libro VII De pulimenti dintonachi e pitture Libro VIII Delle acque, ed Acquedotti Libro IX Della gnomonica Libro X Della meccanica: Civile e Militare Larchitettura, secondo Vitruvio, divisa in idraulica, civile e militare. Origine II, 1 Divisione I, 3 Idraulica Civile

ARCHITETTURA

Gnomonica IX Fabbricazione Meccanica X Stabile I, 5 Mobile X, 13

Teorica Pratica

Militare Requisiti I, 1

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Larchitettura si esprime attraverso numeri e linee. Essa si esprime con Numeri I, 1

Linee I, 2

Pianta Alzato Profilo

Larchitettura consiste in fortezza (firmitas), comodo (utilitas), bellezza (venustas). Fortezza, distribuzione I, 3 Scelta I, 5 Uso dei materiali II, 8; III, 3; VI, 11; IV, 12 Mattoni II, 3 Arena II, 4 Calce II, 5 Pozzolana II, 6 Pietre II, 7 Legni II, 9, 10 Quantit, ordinazione Pubblica VI, 1, 2 I, 2 Privata VI Qualit, disposizione Pubblica I, 4, 5, 6, 7; IV, 5 I, 2 Privata VI, 7 Simmetria I, 2 Pubblica III, 1, 2; IV, 1, 7 Privata VI, 2, 7, 8 Euritmia I, 2 Pubblica III, IV, V Privata VI Quantit Ordini III, 3 IV, Decoro I, 2 1, 2, 3, 6, 7 Pulimento VIII Uso Statuto Consuetudine Natura

Comodo I, 3 Essa consiste in

Bellezza I, 3

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Edificio come struttura Da Ludovico Quaroni, Progettare un edificio. Otto lezioni di architettura. Ledificio si pu associare al concetto di struttura. La parola struttura traslazione del verbo latino struere = costruire; il primo uso stato fatto proprio per le costruzioni architettoniche, limitando il significato alla parte resistente della struttura stessa. Le prime estensioni duso furono fatte nelle scienze naturali per individuare lorganizzazione fisica degli animali e delle piante, nonch del suolo terrestre; di seguito si sono anche indicati la composizione, lordine ed il modo di essere di un organismo statale, politico, ecc. Il concetto si estende ad ogni cosa; come una lingua una organizzazione degli elementi e dei sotto-insiemi di un insieme, oppure un sistema di sottoinsiemi dellinsieme, o di un altro insieme che si ottenga da quello e da altri a esso collegati. Sono stati gli studi linguistici a riportare allarchitetto luso della parola struttura: serve a designare, in opposizione a una semplice opposizione di elementi, un tutto formato di fenomeni solidali, tale che ciascuno dipenda dagli altri e non possa quella che se non in virt della sua relazione, e nella sua relazione con essi cio unentit autonoma di dipendenze interne (Hjelmslev) La struttura di relazioni rappresentata dalledificio divisibile in: Struttura di spazi: organizzati in stretta relazione con la struttura socialeistituzionale. Il contenitore idoneo alle funzioni sociali che vi si svolgeranno. Struttura tecnologica: capace di realizzare materialmente gli spazi (separazione e comunicazione tra loro e tra interno ed eterno), difendendoli dal tempo e dagli agenti atmosferici Struttura figurativa: usando i termini dellarte figurativa, intendendo la parola figura come immagine, in quanto larchitettura rappresenta le finalit ed i modi per e con cui una cultura lha voluta.

Questa suddivisione riprende logicamente la suddivisione della triade vitruviana. Leon Battista Alberti cos iniziava il terzo libro del De re aedificatoria: Il modo di eseguire una costruzione consiste tutto nel ricavare da diversi materiali, disposti in un certo ordine e congiunti ad arte, una struttura compatta e nei limiti del possibile integra ed unitaria. Si dir integro ed unitario quel complesso che non contenga parti scisse o separate dalle altre o fuori del loro posto, bens in tutta lestensione delle sue linee dimostri coerenza e necessit. Bisogna quindi ricercare, nella struttura, quali siano le parti fondamentali, quali il loro ordinamento, quali le linee di cui si compongono.

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Alberti usa le parole latine structura e constructio a proposito di problemi costruttivi, ma facile leggere il passo riferendosi agli aspetti funzionali o estetici. Egli considera il concetto di organismo unitario sinonimo di struttura. Organismo era parola nata dallideologia nel Rinascimento, ma anche prima nel Medioevo e nellantichit, voleva rapportare ogni opera creata dalluomo alla struttura del corpo umano. Un edificio dunque una struttura nel senso che ogni suo spazio ed ogni sua membratura deve essere in rapporto stretto rispettivamente con tutti gli altri e le altre e con linsieme.

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Edificio come tipo o modello Mentre il termine struttura comunque di uso generico, i termini tipo e modello sono di uso pi concreto, nonostante permanga una certa ambiguit. Un chiarimento dei significati dovrebbe passare attraverso la distinzione dei processi a cui i termini fanno riferimento: procedimento artigianale, produzione industriale, procedimento artistico. Nel processo di ideazione progettuale entrambi i termini sono importanti. Il tipo edilizio il riconoscimento di un oggetto edilizio (un edificio) attraverso i propri caratteri morfologici e funzionali. Tanti edifici con caratteristiche simili e comuni generano un tipo edilizio. La tipologia linsieme dei tipi riconosciuti, la classificazione dei diversi tipi edilizi. Il tipo quindi unastrazione logica fatta per potere comparare e accomunare tra loro edifici diversi e quindi classificarli, e basata sullanalisi della realt. Ma soprattutto il riferimento culturale, la schematizzazione logica che usiamo quando vogliamo progettare un nuovo edificio (per es. il tipo casa a schiera, oppure il tipo palazzina o villetta -gli ultimi due in realt non molto corretti). Per questo motivo diventa un riferimento astratto, generale. Il modello invece un modo di riconoscere un oggetto o di proporne uno nuovo attraverso un riferimento culturale unico e ben preciso, che ha un riscontro oggettivo nella realt. Per Quatremre de Quincy , Dizionario storico dellarchitettura: La parola tipo non rappresenta tanto limmagine di una cosa da copiarsi o da imitarsi perfettamente quanto lidea di un elemento che deve esso stesso servire di regola al modello Il modello inteso secondo lesecuzione pratica dellarte, un oggetto che si deve ripetere tal quale ; il tipo , per contrario, un oggetto secondo il quale ognuno pu concepire delle opere che non si assomiglieranno punto tra loro. Tutto preciso e dato nel modello; tutto pi o meno vago nel tipo. La parola modello conserva nelluso corrente, nonostante la definizione di Quatremre de Quincy, il riferimento diretto e traslato ad unopera unica ed irriproducibile, tale tuttavia da spingere altri operatori, diverso dallautore originario, a ripeterne alcune delle caratteristiche (fa da modello a) e questo proprio per il suo carattere di perfezione, di esemplare. Simile lambiguit della parola tipo, usata a volte con accezione simile a quella di modello: essa implica spesso le qualit progettuali di un preciso edificio, e cio la messa a punto architettonica, pezzo per pezzo in pianta, prospetto e sezioni, di un generico modello di riferimento. Il tipo si perfeziona attraverso il tempo ma si pu anche trasformare quando esigenze sociali-economiche o tecniche specifiche lo richiedano. La permanenza del tipo edilizio, naturale per le culture preindustriali, quando, non esistendo la figura del progettista, lartigianato popolare, tendeva a ripetere, con opportuni adattamenti, un tipo consolidato nel tempo, rimane ancora oggi quando il progettista non vuole elaborare nuovi tipi o modelli. Daltra parte la produzione di nuovi tipi sempre rischiosa. La rivoluzione del cosiddetto movimento moderno stata innanzitutto una rivoluzione tipologica.

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Tipo edilizio alpino (maso trentino) con tecnica costruttiva dei tronchi di legno disposti orizzontalmente (blockbau) Questa concezione, che relega il tipo a puro strumento astratto e classificatorio, esasperando i caratteri di singolarit, concretezza e perfezione ed esemplarit del modello, costituisce comunque la base di riferimento corrente dei termini tipo e modello, avendo perduto laccentuazione del concetto di imitazione come base del processo artistico, la quale la caratteristica pi tipica del pensiero classico sullarte. In base a tale definizione la casa a schiera un tipo, lUnit dabitazione di Le Corbusier un modello. In ogni caso la progettazione e la successiva costruzione di un edificio collocano una precisa tipologia edilizia allinterno di una morfologia urbana o territoriale, o prevista nelle grandi scale della stessa progettazione. Da un lato la disposizione del tipo determina praticamente certi aspetti morfologici, dallaltro laspetto morfologico dovrebbe risultare compatibile con certi aspetti tipologici.

Esempio di modello per ledilizia: Le Corbusier, Unit dAbitazione a Marsiglia, circa 1950 Unit immobiliari a duplex allinterno dellUnit dabitazione di Marsiglia

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La nave, servita a sua volta come modello per lUnit di Le Corbusier

A sinistra i cosiddetti pilotis (pilieri, pilastri, o piloni), elementi strutturali che staccano ledificio da terra, e costituiscono lembrione concettuale degli odierni pilastri allabase di molti nostri condomini moderni attuali. A destra il tetto orizzontale, che funge da piazza aperta ed accoglie inoltre spazi di servizio comuni per le persone che abitano nelledificio (asilo, negozi, palestra, ritrovo, ecc.). Un principio di Le Corbusier era luso del tetto giardino.

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Modelli di case unifamiliari per larchitettura moderna: Le Corbusier, casa Savoye; F.L. Wright, casa sulla cascata.

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Voce Tipologia: (Giulio Carlo Argan, Enciclopedia Universale dellArte, Roma, Venezia, 1960) Tipologia. Il termine tipologia significa studio dei tipi (dal greco impronta, modello, poi anche figura). Pertanto la tipologia, intesa nellaccezione comune, come in quella specifica della storia e della critica dellarte, considera gli oggetti della produzione nei loro aspetti formali di serie, dovuti a una funzione comune o a una reciproca imitazione, in contrasto con gli aspetti individuali. Da ci si deduce una certa implicita antinomia fra tipologia e invenzione artistica. Ovviamente, il concetto di tipologia suole essere riferito, di preferenza, allarchitettura e alle arti applicate, nelle quali la forma funzionale delledificio e delloggetto assume un valore di prevalente evidenza e continuit. Tuttavia, per estensione, esso pu essere applicato anche alle parti figurative, nel senso ed entro i limiti che saranno definiti pi avanti. Risulta anche chiaro che il concetto di tipologia vale come principio di classificazione dei fatti artistici secondo certe analogie. Infatti quando si abbia di fronte un vasto insieme di fenomeni, si avverte la necessit di raggrupparli e ordinarli per categorie o per classi. Il raggruppamento tipologico non ha la finalit della valutazione artistica n della definizione storica: opere daltissimo livello e comuni manufatti di qualsiasi tempo e luogo possono rientrare in una medesima classe tipologica. Del resto, il criterio tipologico non conduce mai a risultati definitivi: sia perch sono molti e diversi i temi su cui si pu procedere alla catalogazione (funzioni, strutture, planimetrie, schemi formali, modi ornamentali ecc.) sia perch, formata che sia una classe, sempre possibile suddividerla ulteriormente in altre classi pi specifiche, con un processo che si arresta soltanto davanti allopera darte singola, allunicum. Il criterio tipologico viene infatti applicato soltanto per formare repertori: quando, dopo aver stabilito, per esempio, il tipo delledificio rotondo periptero dellarchitettura classica, si passa a ricercare il prototipo o a distinguere gli esemplari greci da quelli romani o a classificarli per funzioni, epoche e stili,si introduce gi un criterio critico-storiografico totalmente distinto dal tipologico, che non considera lopera originale se non in quanto abbia dato o possa dar luogo a una serie di forme analoghe e cio si sia costituita o possa costituirsi come prototipo. Come metodo critico, infine, il punto di vista tipologico non conduce mai a termine lanalisi dellopera darte, arrestandosi a quello che costituisce lultimo livello delle analogie con altre opere. Unaffinit o, se si vuole, un parallelismo indubbiamente architettura, e liconologia nelle arti figurative. Pu dirsi che la iconografica possono bens costituire una condizione a priori limite dellespressione artistica, ma non intervengono, come operativo (progettistico ed esecutivo) dellopera. esiste tra la tipologia, in prescrizione o la tradizione dellopera figurativa o un la tipologia nel processo

Quando il Bramante decide di costruire il tempietto di S. Pietro in Montorio secondo il tipo del tempio rotondo classico, investe indubbiamente nella scelta un interesse storico ed

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una intenzionalit estetica e inoltre, nel momento stesso in cui pone alla propria opera una condizione tipologica, si propone di costituire un tipo valido per un ulteriore sviluppo. () Vi sono dunque casi in cui la tipologia si presenta come componente o fattore del procedimento artistico o come determinante, sia pure parziale, del valore estetico. Il concetto della vaghezza o genericit del tipo, che dunque non pu influire direttamente sullinvenzione e la qualit estetica delle forme, spiega anche la genesi, il suo modo di formarsi. Esso, ovviamente, non formulato a priori, ma sempre dedotto da una serie di esemplari. Il tipo del tempio rotondo non mai identificabile con questo o quel tempio rotondo, anche se un determinato edificio possa avere avuto e conservare unimportanza particolare nella costituzione dello schema, ma sempre il risultato di un confronto e quasi di una sovrapposizione selettiva di tutti i templi rotondi. La nascita di un tipo dunque condizionata dal fatto che esista una serie di edifici aventi tra loro unevidente analogia funzionale e formale; in altri termini, quando un tipo si fissa nella teoria e nella prassi architettonica esso gi esiste, in una determinata condizione storico-culturale, come risposta a una serie di esigenze ideologiche o religiose o pratiche Stando alla definizione del Quatremre, si pu dire che il tipo si costituisce nel momento stesso in cui larte del passato cessa di proporsi come modello condizionante dellartista che opera. La scelta di un modello, infatti, implica un giudizio di valore che riconosce la perfezione o lesemplarit dellopera, sollecitando allimitazione o allinterpretazione di essa. Ma quando lopera rientra nella schematicit e in distinzione del tipo non pu pi esservi un giudizio di valore, n una presa di posizione interpretativa che impegnino lazione individuale dellartista: il tipo viene accettato come una premessa, cio come il risultato di unindagine culturale preliminare alloperare artistico, n pu essere imitato, sia perch manca di consistenza formale, sia perch, ove venisse ripetuto pedissequamente, escluderebbe proprio quella mimesi che, nella tradizione del pensiero estetico, un momento creativo. Infine, il momento dellaccettazione del tipo un momento di sospensione del giudizio storico; e come tale un momento negativo, ma intenzionato, nel senso della formulazione di un nuovo valore in quanto, per la sua stessa negativit, pone lartista nella condizione di dover procedere a una nuova ideazione formale, cio affrontare la fase attiva e non pi soltanto informativa, nella sua progettazione. E vero che lassunzione di un tipo come punto di partenza della progettazione o ideazione formale non esaurisce linteresse dellartista nei confronti dei dati storici, cio non gli impedisce di assumere o rifiutare come modello una forma artistica determinata. Il tempietto di S. Pietro in Montorio del Bramante, dinanzi citato, un esempio classico di questo processo. Esso, infatti,dipende chiaramente da un tipo e precisamente dal tipo del tempio rotondo periptero descritto da Vitruvio(IV, 8); ma integra lastrattezza del tipo ricollegandosi a modelli storici (per es. il tempio della sibilla a Tivoli); e finalmente mira a porsi, a un tempo, come tipo e come modello, essendo propria del classicismo bramantesco laspirazione a identificare o a riunire sincretisticamente unantichit ideale, sostanzialmente tipica, e unantichit storica avente valore di modello formale.

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Che questa posizione sia propria del pensiero artistico del Rinascimento, quello appunto che fonda la tipologia architettonica classica, dimostrato da altri fatti, dai quali chiaramente emerge che il trattato di Vitruvio viene considerato soprattutto come il repertorio di tutte le tipologie classiche. Poich per si riconosce che il trattato di Vitruvioporge una grande luce, ma non tanto che basti, si procede allo studio dei monumenti antichi che, ridotti allo stato di rovine, lasciano scorgere soltanto lo schema strutturale. Un caso praticamente inverso dato dallarchitettura neoclassica, che si fonda sulla scienza dellantichit e sulla catalogazione delle opere antiche per tipi, ma finisce per assumere a modello la tipologia architettonica e non larchitettura classica, giungendo cos a produrre opere che altro non sono che la trascrizione materiale dei tipi e che quindi mancano di quella concretezza formale che solo pu nascere (come implicitamente notava il Quatremre), al di l del tipo.

Tempietto di S. Pietro in Montorio, Roma

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Analisi tipologica Alcuni studiosi italiani, propugnatori di una teoria dellarchitettura e di una scienza urbana (Muratori, Caniggia, ), a partire dagli anni Sessanta hanno messo in luce limportanza della tipologia, cio lanalisi e lo studio dei tipi come principio scientifico dellarchitettura. In questa accezione il concetto di tipo dato in aggiunta a quello di modello. Lo studio analitico del territorio atrofizzato (luogo costruito), sul quale si collocano i tipi edilizi, prende il nome di lettura. La lettura si svolge a varie scale, a partire appunto da quella territoriale, per individuare le caratteristiche del luogo, per proseguire a quella urbana, fino a quella edilizia (tipi edilizi) e a quella architettonica (elementi architettonici che costituiscono il tipo edilizio). Ogni scala dindagine collegata a quella inferiore e a quella superiore. Per essi il tipo edilizio una sorta di progetto non disegnato, concettuale, sintesi della cultura edilizia di un luogo e di unepoca, finalizzato, nella mente dellartefice, alla prefigurazione delledificio che si accinge a fare. Dal punto di vista concettuale, secondo gli autori, la produzione del tipo frutto di sintesi a priori, mentre la lettura del tipo viene intesa come analisi a posteriori. In sostanza quando noi progettiamo un edificio astraiamo il concetto di tipo in base a tutta lesperienza che ci siamo fatti, ma anche in base ad unidea di casa a priori che abbiamo dentro di noi; quando invece analizziamo la citt, procediamo attraverso un operazione a posteriori di riconoscimento del tipo che vediamo. Cos avviene per i diversi tipi di insediamento e, a scala pi grande, per le parti che compongono la casa. La tipologia lo studio, o la classificazione dei tipi. Gli edifici si possono distinguere, per Caniggia, in edilizia di base (atta in genere alla residenza di una o pi famiglie) ed in edilizia specialistica (di norma destinati ad usi non residenziali), creando i tipi edilizi di base ed i tipi specialistici. In base alle teorie analitiche sulla tipologia, gli edifici studiati, che si possono trovare allinterno di un tessuto urbano o dispersi nel territorio, modificano le loro caratteristiche tipologiche nel tempo in quanto si trasformano attraverso i secoli. Essi danno origine, in tal modo, a processi tipologici. I processi tipologici variano da luogo a luogo e nel tempo (attraverso varianti nello stesso periodo di tempo varianti sincroniche-, ed in periodi di tempo diversi varianti diacroniche). Nelledilizia di base un processo alquanto comune quello che segue la legge dei successivi raddoppi: la casa a schiera si pu spesso trasformare in casa in linea, generando in tal modo una nuova tipologia. I tipi possono essere pi o meno maturi, pi o meno avanzati; gli edifici che li rappresentano possono presentare un maggiore o minore livello di tipicit. Nella lettura delle stratificazioni degli edifici, nel caso in cui esse esistano o siano ipotizzabili, si pu spesso arrivare ad individuare le origini del tipo. Si riesce cio a risalire al tipo base, quello originale, in genere rappresentato dallabitazione monocellulare. Labitazione monocellulare si pu considerare come matrice elementare. Nella storia, prima di costruire un edificio, sempre stato necessario concepire un percorso, cio una struttura atta a consentire il raggiungimento di un luogo partendo da un altro. I percorsi si sono generati di solito congiungendo poli o polarit (edifici o punti del territorio importanti e funzionali); si distinguono in percorsi matrice se preesistono

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alledilizia ed in percorsi di impianto edilizio se concepiti in previsione di unedificazione ai loro margini. Sui diversi tipi di percorso si innestano i tessuti edilizi. Altri tipi di percorso sono quelli di collegamento tra quelli dimpianto e, quando il tessuto maturo, quelli di ristrutturazione. Il modulo dellaggregato rappresentato dal lotto edificato, tendente in genere ad una forma rettangolare con affaccio sul percorso. Lanalisi degli insediamenti storici italiani ha portato gli studiosi al riconoscimento di percorsi matrice, dimpianto, di collegamento e di ristrutturazione, e alla individuazione di specifici tessuti urbani e del territorio.

Lanalisi tipologica da molti ritenuta importante perch in base allanalisi (cio alla lettura del territorio ed al riconoscimento dei tipi) si pu quindi procedere per deduzione alla progettazione del proprio edificio, prendendo spunto dalla tipologia riscontrata nel luogo.

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Figura a sinistra: rilievi murari a Roma con tipi a schiera Figura a destra: processo tipologico che porta di una casa a schiera fiorentina di origine medievale (A), in una casa in linea ad un alloggio per piano, ottenuto in epoca successiva, probabilmente seicentesca, per fusione di due case a schiera attigue, seguendo la legge dei successivi raddoppi (B).

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Figura a sinistra: esempi di abitazioni allorigine del processo: abitazioni monocellulari, matrici elementari, diverse a seconda della localizzazione. Figura a destra: schema ricostruttivo delle principali mutazioni diacroniche del tipo di base in tra aree campione a Firenze, Roma, Genova.

Tipo edilizio di base con cellule elementari aggregate: trullo di Puglia.

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Figura in alto: tipo edilizio casa in linea fiorentina dei primi anni del secolo XX, staccata dagli edifici adiacenti. Figure in basso: tipo edilizio casa in linea milanese, corrispondente ad un angolo di un isolato, anchessa dei primi anni del secolo XX. La sequenza di case in linea in un isolato chiuso sviluppa una corte interna.

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Tipi edilizi specialistici: tavola comparativa di teatri che mostra levoluzione del tipo teatro nel tempo (da Pierre Patte, Saggio sullarchitettura dei teatri, Parigi, 1782).

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Il concetto di spazio I concetti di strutturalismo, di morfologia e tipologia, utilissimi per considerazioni, generali, risultano ancora troppo generici quando si deve progettare larchitettura, se non accompagnati dal concetto di spazio. Larchitettura infatti modificazione dello spazio: volumi, superfici, linee e loro articolazioni plastiche e cromatiche concorrono insieme a creare, allinterno e allesterno delledificio, degli spazi la cui qualit dipende anche dal rapporto dimensionale con luomo. Solo negli ultimi cinquantanni tuttavia la parola spazio entrata prepotentemente nel linguaggio architettonico (vedi Pevsner): prima si parlava di massa, volume, La geometria lo strumento col quale delimitare, tagliare, precisare, formare lo spazio, che il materiale base dellarchitettura. Progettare significa costruire un insieme spaziale: linsieme spaziale, per essere architettura, deve rispondere alle caratteristiche di una struttura Dallanalisi dei contenuti del tema si pu formare il modello istituzionale delledificio da costruire, da questo e dallanalisi dellarea destinata e del suo intorno si pu passare ad ipotesi tipologiche; da queste, infine, attraverso un sistema tecnologico di costruzione ed attraverso la definizione precisa degli spazi, si dovrebbe arrivare al progetto vero e proprio, almeno nella forma di abbozzo. Lidea progettuale viene controllata attraverso uno strumento grafico di proiezione, che si pu nellinsieme definire geometria: una geometria del disegno architettonico, dove la parola disegno riveste il doppio significato di invenzione-progettazione e di operazione grafica per la costruzione-comunicazione dellinvenzione stessa. La geometria lo strumento col quale delimitare, tagliare, precisare, formare lo spazio, che il materiale base dellarchitettura. Progettare significa costruire un insieme spaziale: linsieme spaziale, per essere architettura, deve rispondere alle caratteristiche di una struttura. Alcuni temi di approfondimento che riguardano il rapporto spazio-architettura sono ed il modo di progettare gli edifici sono: percezione e psicologia della forma geometria come economia dello spazio geometria e architettura orizzontale e verticale, angolo retto, simmetria, proporzione e modulo moduli e proporzioni statiche e dinamiche tracciato guida il ruolo dei numeri la prospettiva Vedi testi di Quaroni, Ching.

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Psicologia della forma: lesperienza fa s che la forma completa venga riconosciuta rendendo visibili dei dettagli rilevanti.

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Geometria e architettura

Dun uomo e duna donna forma un cerchio, in seguito un quadrato, poi un triangolo, infine un cerchio, e avrai la pietra (Michel Maer) a significare il pi comune di materia fatto luomo e luomo forma la materia (in J.Ch. Fabre, Casa tra Terra e Cielo, Amrita, Torino, 1993, p. 17) Architettura e forma: progetti di Frank Gehry.

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Il concetto di modulo Il modulo misura, ovvero elemento, modello e anche qualit cui riferire, per commisurarlo, ad esso, un insieme. In architettura unentit numerica o geometrica e, per traslato, un pezzo o membratura che semplicemente ripetuto o composto secondo regole di un grado qualsiasi di complessit, costituisce un insieme tale da risultare, nel suo complesso, come in tutte le membrature in cui si articola, commensurabile al modulo stesso assunto come unit, secondo multipli interi o frazioni semplici di esso. G. Kepes: Il termine modulo indicativo di un ordine. Dovrebbe rappresentare una griglia concettuale per lavorarvi dentro, piuttosto che una specifica dimensione o una maglia rigida. La sua validit nel fatto che i componenti modulari sono fra loro in reciproca relazione, come le note in una tonalit musicale E questordine che rende possibile la costruzione di un edificio valido. In tale contesto il modulo lelemento base dellarchitettura: esso non determina laspetto di un edificio ma procura unintelaiatura dimensionale per la sua progettazione Il modulo ha fatto parte con funzione estetica del vocabolario architettonico fin dallantichit classica; il modulus introdotto come elemento di armonia nella costruzione e parametro per proporzionare la composizione dellinsieme, era derivato di solito da una specifica parte delledificio. Cos il diametro della colonna, nel tempio greco, fu scelto come unit di misura base (modulo) rispetto alla quale altre grandezze (altezza della colonna, dellarchitrave, intercolumnio, ecc) risultavano multipli esatti. Cos il tatami, standard o stuoia da pavimento (tre piedi per sei), per dormire o sedere, che realizza il modulo dellarchitettura domestica giapponese. Il termine modulo comprende due concetti distinti: quello di unit di misura e quello di fattore geometrico. Nel primo caso ununit di misura astratta che viene proposta come dimensione base per il dimensionamento degli elementi edilizi prodotti industrialmente. Il modulo inteso come fattore geometrico, fissa una regola che serve a coordinare numeri o dimensioni. Nel caso della serie geometrica, rappresenta la ragione della progressione. Il modulo pu quindi essere visto come oggetto o come misura; questo porta ad analizzare il rapporto tra materia e forma. Per esempio, il mattone, come modulo base per la costruzione, materia o forma? Quando si guarda una cortina di mattoni, si dovrebbe subito riconoscere che essa possiede qualit formali, risultanti dalla maglia o dal reticolo della muratura, cio dalla dimensione, dalla forma e dalla combinazione degli elementi. Lordine architettonico classico si basa dunque sul concetto di modulo. Il sistema degli ordini architettonici la formalizzazione dal punto di vista decorativo del sistema costruttivo su cui si basa l'architettura greca, il sistema trilitico. Lessenza stessa dell'architettura greca si basa sull'equilibrio e l'armonia delle proporzioni delle parti, sia fra loro che con il tutto, che saranno formalizzate negli schemi dei diversi ordini architettonici di epoca classica, trovando sempre nuove realizzazioni in particolare negli edifici templari.

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Figura: tre livelli della gerarchia delle parti dellordine classico

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Figura: le modanature nellarchitettura classica.

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I cinque ordini architettonici secondo Vignola.

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Figura: ordine murario romano e sovrapposizione, a salire, degli ordini nel Colosseo: dorico, ionico e corinzio

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Applicazione degli ordini classici sulla facciata di un edificio classico o tradizionale, Palazzo Chiericati, Palladio, iniziato nel 1550.

Griglie modulari per la progettazione di edifici pubblici nel trattato di Durand (XIX sec.).

Applicazione del modulo quadrato su un edificio in stile moderno: Terragni, Casa del Fascio, Como, 1932-36

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Il concetto di modulo oggi Oggi il termine modulo comprende due concetti distinti: quello di unit di misura e quello di fattore geometrico.Nel primo caso ununit di misura astratta che viene proposta come dimensione base per il dimensionamento degli elementi edilizi prodotti industrialmente.Il modulo inteso come fattore geometrico, fissa una regola che serve a coordinare numeri o dimensioni. Nel caso della serie geometrica, rappresenta la ragione della progressione. Il modulo pu quindi essere visto come oggetto o come misura.

Edificio in acciaio, elementi di acciaio di facciata come griglia modulare: New York, arch. Mies van der Rohe.

Tracciati guida, griglia modulare in pianta ed alzato nellarchitettura di Mies van der Rohe

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Anche il mattone, come modulo base per la costruzione, sia materia che forma. Quando si guarda una cortina di mattoni, oltre ad apprezzare la qualit del materiale in s, si dovrebbe subito riconoscere che essa possiede qualit formali (tessitura), risultanti dalla maglia o dal reticolo della muratura, cio dalla dimensione, dalla forma e dalla combinazione degli elementi. Figura: cimitero comunale di Arezzo, arch. M. Carmassi

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La sezione aurea Le proporzioni della sezione aurea sono state utilizzate molto nellarchitettura classica e rinascimentale ed integrano il concetto di modulo per gestire le proporzioni. La sezione aurea quella parte di un segmento che la media proporzionale fra il segmento intero e la parte restante di esso. Sia dato un segmento AB, si prenda sul segmento AB un punto P che divide il segmento AB in due parti disuguali a e b. Si dice che il punto P la sezione aurea del segmento AB se il rapporto tra l'intero segmento AB ed il segmento maggiore a uguale al rapporto tra il segmento maggiore a ed il segmento minore b, se soddisfatta cio la seguente relazione: (a + b) : a = a : b Algebricamente, risolvendo la proporzione, si ottiene la seguente equazione di secondo grado: a2 - ab - b2 = 0 Se il segmento AB (a+b) = 1 allora a2 - a(1-a) - (1-a)2 = 0 1 a2 - a +1 = 0 risolta d come soluzioni a = 0,618;

il reciproco 1/a d il valore 1,618, che corrisponde al numero a cui tende la serie di Fibonacci.

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Le proporzioni della sezione aurea sono basate sul numero a cui tende la serie conosciuta come serie di Fibonacci (XIII sec): 1.61803398. La serie di Fibonacci una serie di numeri interi: 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144. Un numero il risultato dei due precedenti; con il tendere della serie allinfinito il rapporto Fn/Fn-1 tende al numero 1,618. In questa logica della serie di Fibonacci, esiste la griglia di Le Corbusier, che ha tre misure base, espresse in cm: 113, 70, 43 (70+43=113, ecc.). Le misure 113, 183, 226 sono rapportate a quelle della figura umana, alta 183 in posizione eretta. Ci sono 2 serie ideate da Le Corbusier: la SERIE ROUGE, 5, 11, 16, 27, 43, 70, 113, 183, 296 e la SERIE BLEU 13, 20, 33, 53, 86, 140, 226, 366, 592. Con queste scale si progettano elementi di architettura in relazione alle misure del corpo umano.

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Percezione dellarchitettura attraverso lo studio prospettico: esterni di unarchitettura classica e di una moderna.

Percezione dellarchitettura attraverso lo studio prospettico: studio delle ombre in un modello tridimensionale disposto in una visione quasi assonometrica; studio prospettico nella progettazione di unarchitettura di interni.

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Processo progettuale in architettura (dal testo di L. Quaroni) In definitiva il processo progettuale pu essere visto come successione alternativa e reiterata di proposizioni e verifiche fra le sue diverse componenti alle diverse scale. Schematicamente la progettazione deve procedere lavorando prima separatamente sui vertici del triangolo ideale vitruviano utilitas, firmitas, venustas. Utilitas laspetto funzionale della costruzione, quello a cui serve; firmitas laspetto della solidit, della sicurezza, quello che riguarda la tecnologia impiegata; la venustas laspetto estetico, formale. Successivamente lattenzione viene portata sulle interconnessioni, a due a due, delle tre componenti e quindi, per successive approssimazioni, viene costruito il triangolo intero, per formare una sintesi. La progettazione consiste dovrebbe consistere in un passaggio continuo tra una scala ed unaltra, considerando come scale quelle che vanno dalla citt, a quella del particolare architettonico. Per esempio, il lavoro fatto per studiare i particolari di una finestra con quello eseguito per gli altri dettagli (la base, la cornice, le finestre dei piani sopra e sotto, le soluzioni di margine e di angolo) dovr essere sempre verificato alla scala dellinsieme. Il percorso progettuale pi corretto quello deduttivo diretto, che parte direttamente dallanalisi: si esaminano le varie attivit che si svolgeranno, valutando le dimensioni metriche degli spazi in rapporto a quelle del corpo umano, e quelle psicologiche ed ideologiche. Si passa da schizzi preparatori ad un disegno di massima e cos via discorrendo, attraverso un cammino incerto e tortuoso. Infatti entrano nel processo molti elementi (suggestioni, eventi, idee), oltre a quelli dedotti razionalmente nellanalisi. qui che vede limpostazione classicista, tradizionale o modernista del progettista, che concepisce tipi di spazi diversi in base alla sua cultura ed alla sua inclinazione, oltre che in base al tipo di architettura che gli stata insegnata. Qui entra il concetto di linguaggio. Il linguaggio moderno facilita luso del procedimento induttivo, quando cio nel processo ideativo intervengono idee, oggetti, suggestioni pi o meno astratte, che si tramutano in ipotesi progettuali (per es. Le Corbusier che ha lidea della nave per lUnit dHabitation, o quella del cerchio o del triangolo per Louis Kahn). In base a quanto sopra detto si pu notare come sia importante lo studio delle costruzioni nella storia per lelaborazione di un progetto efficace.

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