Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
MANAGEMENT FEMMINILE DI FRONTE AL POTERE MASCHILE.MANAGEMENT FEMMINILE DI FRONTE AL POTERE MASCHILE MANAGEMENT FEMMINILE DI FRONTE AL POTERE MASCHILE
Management femminile
e potere: tre esperienze
a confronto
a cura di Chiara Lupi
Il potere? Roba da uomini, vien da dire. Basta guardare le percentuali di donne nei nostri consigli
di amministrazione, per non parlare dei ruoli istituzionali, per scoraggiarsi. Ma le posizioni di
potere sono davvero inconciliabili con il nostro essere donne, mogli, compagne, madri? Perché, per
tradizione, in alcuni settori, si evita di cooptare risorse femminili? Come mai siamo incapaci di
negoziare, anche di fronte a ciò che ci spetterebbe di diritto? Le donne, storicamente, sono rimaste
fuori dalle stanze del potere, non hanno esperienze consolidate. E forse per questo prendono le
distanze da ciò che non conoscono.
Gli interrogativi sono molti. E le risposte anche. Perché ogni donna che ricopre una posizione
manageriale ha una storia a sé, un vissuto che non è riproducibile. Ma da cui è possibile prendere
esempio. Per questo sulla nostra rivista continuiamo a raccontare esperienze di vita. Incontriamo
donne che hanno cercato di scardinare meccanismi consolidati per affermarsi in contesti dominati
da logiche ‘al maschile’. Partiamo in questo articolo da Anna Gervasoni, una donna tra le più
influenti dell’economia italiana. Bella, giovane e con figli che vanno a scuola –particolare questo
che rompe gli equilibri di qualsiasi agenda– ci spiega come, con un’organizzazione tayloristica della
casa e con validi aiuti, riesce a portare avanti il suo percorso di carriera. Selezionando gli impegni,
naturalmente. E, da esperta di finanza, ci racconta come in questo particolare momento storico
siano proprio le donne a essere meno spaventate dalla crisi. Perché hanno soddisfazioni di fondo su
cui possono contare.
Esperienze, riflessioni, soluzioni le troviamo nell’ultimo libro di Luisa Pogliana ‘Donne senza
guscio’, una ricerca che riporta le esperienze di 30 donne manager. Senza guscio, come spiega
Luisa, perché non possono contare sulla protezione che deriva da un’appartenenza consolidata.
E cercano di rompere quelle regole aziendali che ostacolano la loro crescita e le loro potenzialità.
Donne che condividono le ‘microsoluzioni’ che hanno trovato per lavorare, senza rinunciare al ‘resto
della vita’.
Nell’ultima intervista riportiamo la testimonianza di una manager in pensione ormai da molti
anni, che ci racconta della sua scelta di vita. Una scelta che l’ha portata a escludere gli uomini dalla
sua vita. Per paura che non le permettessero di lavorare. E, per timore che un marito le impedisse
l’affermazione di sé, ha rinunciato al matrimonio. Una scelta di vita che, pur presa in decenni
ormai lontani, sono certa coinvolge ancora molte di noi. Più di quanto non si sia portati a credere.
16
PERSONE&CONOSCENZE N.52
La forza delle donne non abbiamo. Le nostre start up partono dal basso, quasi
Nel mondo finanziario, per tradizione tinto di grigio, mai dallo scorporo di realtà più grandi. E sfondare nel
spicca una giovane donna, tra le più influenti dell’econo- mondo delle tecnologie con questi presupposti diventa
mia italiana, Anna Gervasoni. Che in questa intervista ci difficile.
spiega le ragioni che allontanano le donne dalla finanza.
E lancia un messaggio di grande positività: le donne, ol- Eppure nel nostro Paese ci sono distretti di eccel-
tre alle soddisfazioni professionali, possono contare sul lenza…
senso di appagamento che deriva dal vedere i figli cre- Certamente, e il comparto del biotech ne è un esempio.
scere, dall’avere una casa che funziona bene. Per questo, Ma scontiamo le piccole dimensioni, non abbiamo la
in un momento di grande instabilità che tutto il mondo massa critica e i venture capitalist fanno fatica. Nel mer-
sta attraversando, sono meno spaventate dalla crisi. Per cato del venture capital, il nostro sistema istituzionale
questo le donne sono più forti. non crede e non ha mai creduto.
17
PERSONE&CONOSCENZE N.52
glia. Se però, per motivi Si parla di pari opportunità. Personalmente credo
personali, decide di met- più nel merito, e credo sia questa la via per portare
tere in sicurezza il pa- più donne in posizione di vertice. Lei cosa ne pensa?
trimonio, è costretto a Le crisi cambiano tante cose e potrebbe cambiare anche
chiudere. E, secondo me, l’atteggiamento verso le donne in un’ottica di maggio-
tante realtà medio picco- re attenzione ai risultati che sono in grado di portare. A
le chiuderanno i battenti, pelle sono contraria alle quote rosa, non credo si debba
perché molti imprendito- vivere di vincoli; credo sia meglio premiare il merito,
ri non se la sentiranno di piuttosto che essere imposti perché così è stato stabilito.
correre rischi. Mi è stato fatto notare che donne brave ce ne sono tante,
ma nei consigli di amministrazione scarseggiano. Proba-
Con quali conseguenze bilmente, un passo avanti si potrebbe fare ‘imponendo’
per la nostra economia? temporaneamente la presenza femminile, affinché poi si
Le imprese più forti sa- crei un’abitudine. E anche questa lettura è condivisibile.
pranno cogliere le oppor- Oggi, in un momento difficile, Confindustria è guidata
tunità e rimanere a galla, dove questo non accadrà ci da una donna, anche in Banca d’Italia una delle cariche
troveremo nella situazione di dovere abdicare ad alcuni più importanti è in capo a una donna, molto competente.
settori, diventando un paese importatore. E questo rap- Purtroppo a livello governativo le donne ricoprono an-
presenterà per l’Italia una perdita di opportunità, con cora ruoli di secondo piano.
ripercussioni sull’occupazione e sul settore degli im-
mobili industriali. Un ruolo importante nell’economia Le faccio una domanda provocatoria. Siamo sicuri
di queste scelte lo giocherà il sistema bancario. Oggi le che le donne vogliono veramente sedere ai posti di
nostre banche sono grandi entità troppo poco specia- comando?
lizzate, mentre le imprese hanno bisogno di capitali a Mi è capitato di rinunciare a incarichi perché avrebbero
lungo termine e finanziatori che sappiano sostenerle re- sottratto tempo ai miei figli e alla mia famiglia. Ho una
alizzando piani industriali; e poi ci vuole anche un po’ vita molto impegnata e spesso si tratta di selezionare
di fantasia, le banche devono saper rimodulare la loro quello che si fa. Per una donna è decisamente più diffi-
offerta nel tempo per affiancare le imprese nel modo cile. C’è da dire che i paracaduti sociali sono pochissimi.
corretto. Bisognerà vedere se saranno in grado di farlo, Bisogna arrangiarsi. Faccio sempre l’esempio degli ora-
anche per rimettere un po’ di liquidità nel sistema. ri scolastici, tutti diversi; piccole cose che distruggono
l’agenda. Basterebbe poco per migliorare la vita delle
Per rimanere in ambito finanziario, le donne non madri. Il tema della donna rinunciataria rimanda al con-
chiedono. Hanno una propensione al sacrificio e, testo sociale, che rende difficile l’impegno. Forse biso-
quando si tratta di trattare, non sono capaci. Come gnerebbe incoraggiare di più le donne, raccontare alle
mai, secondo lei? ragazze giovani, che sono quelle che mollano per prime,
Io stessa sono negata nella negoziazione forse perché, che è possibile farcela. Le donne della nostra generazio-
atavicamente, noi donne abbiamo sempre dovuto ac- ne, le quarantenni, spesso hanno anche –non è fortuna-
cettare le situazioni. Sono stata fortunata perché non tamente il mio caso– mariti e famiglie che remano con-
sono mai andata in cerca di opportunità; mi sono state tro. Bisogna dare esempi e noi, come madri, abbiamo il
offerte, da uomini che riconoscevano le mie capacità. In dovere di insegnare alle figlie femmine e ai figli maschi
generale le donne, se soddisfatte delle cose che fanno, che bisogna riorganizzarsi in modo diverso. Che anche
sono forse più portate a non avanzare ulteriori richie- l’uomo deve avere i suoi compiti. Sta a noi trasmettere
ste, economiche o di carriera. Ma questo dipende un l’idea che un equilibrio è possibile.
po’ dal carattere. Non è facile ricoprire ruoli importanti
e, quando si arriva al vertice, si è già molto contente. Dalle donne che occupano posizioni di respon-
Poi una donna, rispetto a un uomo, credo abbia molte sabilità mi sento spesso dire che riescono a con-
altre soddisfazioni, ad esempio sotto il profilo persona- ciliare pagando un prezzo elevato. Condivide?
le, se è madre. Pensiamo alla soddisfazione di vedere un Si rinuncia al tempo libero. Ma sono certa ne valga
figlio che cresce, di avere una casa che funziona bene. la pena.
Dedichiamo tempo e attenzione a questi aspetti e per
questo siamo complessivamente più soddisfatte degli Lei come concilia la sua attività con l’essere
uomini. Arriviamo al lavoro con le nostre grandi pre- mamma?
occupazioni, con la necessità di essere iper-organizzate Non ho tempo per me. Ma sono pigra, e non avere tempo
ma con una soddisfazione di fondo che contraddistin- per la palestra, ad esempio, non mi pesa affatto. Inve-
gue il nostro modo di essere. Per questo oggi le donne sto molto negli aiuti domestici. Poi ho la fortuna di ave-
sono più forti, la crisi le spaventa meno. Vedo molto più re due genitori che mi danno un importante supporto,
preoccupati gli uomini, sono più allarmisti. psicologico e materiale. Ci sono tanti elementi di fortuna
18
PERSONE&CONOSCENZE N.52
che mi hanno aiutata. Poi subentra una buona capacità vivevo queste cose, mi dicevo spesso: questo devo dirlo,
organizzativa che noi donne abbiamo. Lascio poco spa- questo va raccontato. Il desiderio di scrivere era prima
zio all’interpretazione, ho un’organizzazione tayloristica di tutto per riflettere sulla mia vita, e poi per documen-
della casa. E i miei figli si sono molto responsabilizzati. tare, discutere, mettere in circolo ciò che si sperimenta
nell’essere donna e manager. Perché osservare con gli
A una donna che entra oggi nel mondo del lavoro, occhi e le emozioni di chi quella condizione l’ha vissuta
che consiglio darebbe? cambia le chiavi di lettura. Così, partendo da me stessa,
Le direi di portare avanti serenamente la sua carriera, di ho pensato di coinvolgere in un percorso di riflessione
non rinunciare alla maternità, se questo è il suo desiderio, altre donne che vivono situazioni simili. Il mio scopo è
perché poi ce la farà. Certo, il problema è che ancora oggi far vedere com’è in realtà la vita quotidiana delle donne
c’è molta discriminazione perché la maternità viene per- manager, e mettere in circolo le esperienze e le strategie
cepita come un costo e, a parità di competenze, vengono individuali, mostrare cosa si può fare qui e ora.
scelti uomini. In azienda di solito si auspica che la donna
non si sposi, non abbia figli… Una ragione è da ricercare I parametri di valutazione per fare carriera fanno an-
nel fatto che in Italia abbiamo leggi che tutelano la mater- cora riferimento al modello dominante di manage-
nità in modo standard, prestandosi anche ad abusi. ment, che è storicamente nato come maschile. Come
è possibile per le donne inventarsi una propria via, un
C’è una vita d’uscita a questo? modo diverso? Non credi sia uno sforzo enorme?
È necessario un cambiamento culturale, evitare di ap- Quando le donne in ruoli direttivi aziendali erano un’ec-
profittare della maternità per stare a casa anni. Magari cezione, era quasi inevitabile per loro adottare il modello
chi non fa lavori motivanti rimane a casa lunghi periodi maschile. Ma adesso le donne, come quelle che si sono rac-
e questo crea una controcultura pericolosissima. E poi ci contate nella ricerca, rifiutano di appiattirsi sui modelli do-
vorrebbero asili aziendali, supporti. Abbiamo una buo- minanti, in cui si trovano a disagio. Le donne portano anche
na assistenza sanitaria ma non c’è una buona assistenza nel lavoro la loro differenza: un diverso modo di concepire
per la prima infanzia. E questo impedisce alle donne di il lavoro, di vivere la vita, non scissa in compartimenti sta-
tornare al loro posto di lavoro. gni come facilmente avviene per gli uomini. Fatta anche di
affettività, e quindi di importanza data alle persone. Questa
Il suo consiglio? diversità porta a cambiare l’organizzazione del lavoro, il si-
Fare le proprie scelte e sperare che in futuro qualche
parlamentare donna dimostri sensibilità per questi temi,
per evitare che in una Milano la vita finisca alle 16.30,
quando chiude l’asilo. I servizi, dicevo, dovrebbero esse-
re più efficienti. E, in assenza di servizi, non bisognereb-
be rinunciare agli aiuti, anche se costosi. Perché il peso
della rinuncia a un lavoro che si fa con passione potrebbe
essere troppo pesante.
19
PERSONE&CONOSCENZE N.52
dove si riesce, ma non si demorde. Questa determinazione Un uomo ambizioso è ammirevole, mentre una
di adattare il modello a sé, e non sé al modello, è uno dei donna ambiziosa è un’arrivista. Questo è uno dei
risultati più belli emersi da questo lavoro. molti modi con cui la cultura aziendale –e sociale–
penalizza per le donne che vogliono affermarsi nel
Le donne sono senza guscio, perché senza la protezio- lavoro. Quali sono gli aspetti più ricorrenti e come
ne di un’appartenenza consolidata. Ma forse questo si cambia questa cultura?
permette anche una visione nuova, la possibilità di un Questa tua citazione è parte di quel processo che per
diverso modo di essere manager? secoli ha impedito alle donne di agire e realizzarsi al di
Le donne sono senza guscio anche e proprio nel senso che fuori dell’ambito privato e domestico. Da questo punto
non si rinchiudono in un modello di management conso- di vista, se una donna ha un’ambizione rispetto al lavo-
lidato. E affrontano il rischio di essere vulnerabili mentre ro, l’importante è che si autorizzi ad averla, senza colpe-
cercano di praticare un modello più consono alla loro visio- volizzarsi, quasi che la carriera e i soldi fossero cose ri-
ne. Ho scelto questo titolo perché mi è tornata in mente la provevoli (mentre per un uomo sono dimostrazione del
metafora usata dagli Yamana, indios della Terra del Fuoco, suo valore). Ma è indicatore anche di un altro problema
per indicare la ‘depressione’: la stessa parola usata per lo specificamente aziendale: il codice valoriale in
stato critico del granchio quando ha perso il vecchio gu- azienda non è mai univoco. La stessa cosa, fatta
scio e aspetta che cresca quello nuovo. Certo da un uomo o da una donna, assume un senso
è nella fase ‘molle’, vulnerabile, ma deve diverso. Se un uomo ‘sente di pancia’ che si
passarla se vuole un guscio più adatto deve fare una certa cosa, ha intuito manage-
alla crescita avvenuta e che permetta di riale, una donna sarebbe un’emotiva irra-
vivere, anziché soffocare. Essere donne zionale; se un uomo si incazza ha le palle,
senza guscio non significa solo la mancan- se lo fa una donna è una che non regge lo
za di qualcosa, ma anche avere qualcosa in stress. Sbagliato se lo fai, sbagliato se non
più, essersi liberate da corazze che più che lo fai. E ci sono altre prassi informali che
aiutare limitano. rimarcano che una donna manager non
vale come un uomo manager, non solo
‘Più che la retribuzione, oggi per me è la clamorosa differenza retributiva: il
importante sentire che sto realizzando mancato uso dei titoli di studio o dei
qualcosa per cui sono nata’, leggiamo in simboli di status come l’ufficio, o le
una testimonianza. È solo uno dei punti attenzioni al corpo per ricordare che,
problematici che le donne si portano den- prima di tutto, siamo comunque donne, o
tro. Come si può, secondo te, modificare anche solo l’uso di un linguaggio da spogliatoio di cal-
questi potenziali punti di debolezza per le cio che segna un’appartenenza al mondo della virilità, il
donne? mondo che conta. Ma la cultura aziendale non è un dato
Se guardiamo bene cosa sta dietro a questo atteggiamento, esterno a noi, tutto quello che noi facciamo o non fac-
io non cambierei proprio niente della sostanza. Nel senso ciamo la influenza. Così è importante, come avviene in
che queste donne cercano, in un percorso professionale molte storie, anche solo non lasciare passare queste pic-
qualificato, non potere e soldi prima di tutto, ma piutto- cole prassi svalutative quotidiane.
sto una loro autorealizzazione. Il lavoro è parte essenziale
del loro progetto di vita: amano il loro lavoro, o cercano ‘Ho delle responsabilità nel fatto di non aver preso
un lavoro dove ciò sia possibile. Da questo punto di vi- le misure dei giochi di potere, l’ignoranza di alcune
sta, mi sembrano piuttosto sane di mente: l’obiettivo è dinamiche’, dice un testimonianza. Le donne che
vivere bene, costruire qualcosa per se stesse. Ciò che va arrivano ai livelli più alti continuano a essere po-
sorvegliato, ovviamente, sono le conseguenze improprie: chissime, ma sembra che ci siano anche difficoltà
l’azienda conosce questi meccanismi e li sfrutta, perché da parte delle donne a muoversi verso il potere.
non dovrebbe? È vero che una donna spesso, poiché ‘è I centri di potere sono ancora appannaggio degli uomini,
contenta’ di quello che riesce a realizzare nel lavoro, in e gli uomini continuano a scegliersi tra loro. Condivido-
realtà ‘si accontenta’ di ricompense inadeguate. E ci sono no gli stessi modi di pensare, hanno consolidato ambiti
anche ragioni storiche: da sempre le donne sono educate a di appartenenza per i loro scambi: l’ammissione al club
vivere per gli altri senza chiedere per sé, a lavorare in casa avviene per cooptazione. Così le donne possono arriva-
senza compenso se non quello affettivo. E c’è il peso enor- re a posizioni anche molto qualificate, ma dove hanno
me di una cultura che mette l’uomo come modello, per cui il ‘potere di fare’ nel loro ambito, non quello politico e
le donne non sono mai sicure del loro valore, hanno una decisionale strategico. Questo meccanismo si perpetua
stima di sé inadeguata. Sono questi condizionamenti e le perché l’organizzazione non funziona in modo traspa-
loro conseguenze che dobbiamo sorvegliare. La base di rente, favorendo la cultura dell’arbitrio e del favoritismo,
partenza è prenderne consapevolezza, per guidare il gioco ed è difficile da denunciare perché avviene in modo oc-
e non farsi giocare. culto. Il rapporto con il potere in azienda è perciò molto
20
PERSONE&CONOSCENZE N.52
mente la donna che lascia l’ufficio alle 18.30 (orario non
eroico), ma nessuno la vede quando riaccende il com-
puter per lavorare dopo che i bambini si sono addor-
mentati. E chiedono che le valutazioni avvengano per
meritocrazia, non per presenzialismo: ovvero, lavorare
e valutare per obiettivi. Cosa ci perde l’azienda? Cosa ci
guadagnerebbero tutti?
21
PERSONE&CONOSCENZE N.52
fondate su interessi comuni. Relazioni che possono di- di ‘accompagnamento’. Poi, col tempo, siamo diventati
ventare strumento di un altro potere, per cambiare le grandi amici e ci siamo frequentati con assiduità anche al
regole che ostacolano tutte. E qui può cominciare tutta di fuori del contesto aziendale.
un’altra storia.
Questa occupazione le ha dato soddisfazioni?
Il prezzo dell’affermazione Direi di sì, anche se dopo qualche tempo ho inco-
Parliamo di donne, di carriera, conciliazione, impegno. minciato ad avvertire i primi segnali di stanchezza.
Ma anche di esercizio del potere. Perché l’uomo si muove Per questo ho accettato l’incarico, sempre a livello
in terreni conosciuti, ha più certezze e quindi è più sicuro dirigenziale, in una azienda di dimensioni minori.
di sé. Le donne molto meno, le donne scelgono di far car- Una realtà più piccola, nel medesimo settore, con 50
riera; non hanno il dovere sociale di affermarsi. Da qui la rappresentanti, che mi ha dato l’opportunità di viag-
costante ricerca di senso in tutto ciò che fanno. giare in tutto il mondo. In questa azienda ho prose-
Ma è sempre stato cosi? Per riprendere il titolo del mio li- guito tutto il mio percorso professionale fino all’età
bro, le dirigenti, qualche decennio fa, erano disperate come della pensione.
oggi? Erano anche allora in costante affanno per cercare di Ho smesso di lavorare a 58 anni e me ne sono molto
conciliare famiglia e carriera? Per capirlo ho incontrato nel pentita.
suo appartamento milanese una dottoressa, che si è lau-
reata alla fine della seconda guerra mondiale e ha passato
tutta la seconda metà del 1900 lavorando come dirigente
per un’azienda chimica, in cui si occupava dell’assistenza
tecnico-commerciale nel settore delle vendite. E, per pau-
ra che un uomo le impedisse di lavorare, ha rinunciato a
sposarsi e ad avere dei figli.
Poi che evoluzione ha avuto la sua carriera? Lei parla del suo lavoro, delle sue esperienza da
Mi è stata offerta l’opportunità di dirigere uno stabi- dirigente. E del suo privato, ci può raccontare
limento a Roma e lì mi sono trovata malissimo. Poi la qualcosa?
fortuna si è accorta di me e mi è stato offerto un ruolo Ho vissuto a lungo con mia madre, una donna molto
che nessuna donna, in Italia e nel settore chimico, aveva forte. Era rimasta orfana con quattro fratelli maschi
mai ricoperto. da accudire. Una tempra d’acciaio. Non mi sono mai
sposata, non ho mai voluto uomini in casa, mi hanno
Cioè? sempre fatto paura…
Ho assunto la responsabilità dell’assistenza tecnica e com-
merciale, sempre di un’azienda chimica. Una vera svolta, Paura che non le avrebbero permesso di portare
perché ero l’unica donna a ricoprire quel ruolo. avanti il suo percorso di carriera?
Ero felice del mio lavoro. Viaggiavo, ero stimata, mi
E non ha avuto problemi di ‘legittimazione del suo sono sempre dedicata alla mia professione con gran-
ruolo’? de passione. Non riuscivo a immaginare come avrei
Questo è l’aspetto divertente. Ho iniziato questo lavoro potuto conciliare tutto questo con il matrimonio, con
con grande professionalità ed entusiasmo ma, nelle pri- dei figli. Non riuscivo a immaginarmelo e non l’ho
me settimane di incarico, dovevo essere accompagnata da fatto. Quando viaggiavo così tanto ero forse l’unica
un collega, maschio, affinché mi accreditasse nel settore. donna a ricoprire una posizione di respiro interna-
Naturalmente avevo accettato mio malgrado questa sorta zionale.
22
PERSONE&CONOSCENZE N.52
Non mi dica che non era corteggiata…
Profili delle intervistate
MANAGEMENT FEMMINILE DI FRONTE AL POTERE MASCHILE.MANAGEMENT FEMMINILE DI FRONTE AL POTERE MASCHILE MANAGEMENT FEMMINILE DI FRONTE AL POTERE MASCHILE
Certo! Gli uomini tentano sempre di andare oltre. Ma l’importante è
essere seri, mantenere le giuste distanze e, appunto, non lasciarsi cor- Anna Gervasoni si è laureata in Economia e
teggiare. Commercio presso l’Università Bocconi di
Milano, è Dottore Commercialista e Revisore
Contabile. È Direttore Generale dell’Asso-
In azienda, c’erano altre donne oltre a lei? ciazione Italiana del Private equity e Venture
In azienda c’erano molte donne. Erano in poche a fare il mio lavoro, Capital (AIFI) ed è attualmente Professore
forse ero l’unica. Associato di “Economia e Gestione delle Im-
Ma donne dirigenti ce n’erano. Anche se il problema della riconoscibi- prese” presso l’Università Carlo Cattaneo di
lità del ruolo era presente. Devo dire in America ancor più che da noi. Castellanza - LIUC. Sempre presso la stessa
Università è Direttore del Master universitario
Ancora oggi le donne guadagnano meno degli uomini. Allora in Merchant Banking e dirige il Centro di Ri-
com’era la situazione? cerca sui Trasporti e le Infrastrutture (CRMT).
Allora era molto peggio, guadagnavamo molto meno. E poi noi donne Presiede il Comitato Scientifico del Private
siamo più oneste. Chissà perché le mie note spese erano sempre troppo Equity Monitor - PEM®.
Nel 2002 ha ricevuto dal Presidente Ciampi
basse. Pensi che i colleghi maschi mi rimproveravano per questo…
l’onorificenza di ‘Ufficiale’ della Repubblica
Italiana.
Ora le donne che fanno carriera, se vogliono conciliare la vita
professionale con la vita familiare, in realtà lo fanno con grandis- Luisa Pogliana ha iniziato l’attività profes-
simi sacrifici… sionale con ricerche e pubblicazioni socio-
Lo posso solo immaginare perché, come le dicevo, non mi sono mai logiche. È poi stata per molti anni Direttore
sposata… Ricerche di Mercato del gruppo Mondadori,
con cui ora collabora per ricerche sui mercati
Adesso le aziende sono molto ‘demanding’, le richieste sono internazionali.
alte… Ha svolto diversi ruoli in associazioni pro-
Probabilmente anche allora le aziende pretendevano molto. Nono- fessionali internazionali, e collaborato con
la European Commission per due studi stra-
stante questo, io sono riuscita a coltivare una vita sociale molto intensa
tegici sulla Content Industry. È membro del
e il tempo per dedicarmi ai miei interessi ce l’avevo. Forse eravamo Research Committee della Federazione Inter-
meno disperate! nazionale degli Editori di Periodici. La sua at-
tività principale è ora relativa al management
Mi sta dicendo che allora le cose per le donne andavano femminile, con ricerche e attività formative.
meglio? Con Giovanna Galletti e Gianna Mazzini ha
Non so se posso azzardare questa affermazione. Certo è che forse sia- scritto Abbracciare l’orso. Storie di affetti e
mo state più fortunate noi che siamo state pioniere. Ho sempre avuto sentimenti nel lavoro (Guerini e Associati,
un buon rapporto con i clienti e con tutte le persone con cui interagivo. 2008). Con la nipote Beatrice Ferri, quando
Nei laboratori chimici c’erano molte donne e tutte brave. Una donna era piccola, ha scritto I Cronopios, di Lu e
per entrare nel mondo del lavoro doveva essere più intelligente di un Bebe (Il Castoro, 2005), libro sull’eccentricità
(www.icronopios.it). Di prossima pubblica-
uomo. Forse è così ancora oggi. Le donne credo debbano sempre di-
zione La mia mamma fa un lavoro tipo diri-
mostrare, prima, di saper fare. Cosa che non è scontato venga richiesta gente d’azienda, ricerca condotta per ISTUD,
a un uomo. con Marella Caramazza e Federica Viganò,
sui sensi di colpa di donne dirigenti con figli,
In effetti le donne studiano di più e meglio, si laureano prima ma indagando i reali vissuti dei bambini. Scrive
poi si fermano… per riviste e siti professionali.
Infatti non mi sono mai sposata perché ho sempre temuto che il matri- www.donnesenzaguscio.blogspot.com
monio avrebbe ostacolato la mia carriera. Pensavo non ce l’avrei mai
fatta a conciliare due mondi che mi sembravano, appunto, inconcilia- La dottoressa che abbiamo intervistato è
bili. E poi non avrei mai accettato di dipendere da un uomo. uscita da molti anni dal mondo del lavoro e
preferisce ora rimanere anonima. Si è laure-
ata in chimica industriale nel 1946 a 22 anni
Lei ha fatto una scelta, si è dedicata più al lavoro che alla famiglia.
e ha iniziato la sua attività nel laboratorio di
Se dovesse dare un messaggio alle donne, oggi, cosa direbbe? un’industria di vernici. Poi si è dedicata con
Secondo me lavorare si deve. La vita della casalinga è priva di senso. E successo all’assistenza tecnico-commer-
poi ci si può far aiutare. Io ho sempre lavorato tanto, ma ho la sensa- ciale, sempre nel settore chimico.
zione che le donne siano abbastanza corazzate da poter far tutto. L’im- Con la sua professionalità è riuscita a rita-
portante è anche saper coltivare buoni rapporti all’interno dell’azienda gliarsi spazi importanti in un settore in cui
in cui si lavora. Cercare di aprirsi più di una porta, in modo da poter le donne ai vertici costituivano certamente
trovare spazi diversi nel momento in cui cambiano le esigenze della un’eccezione.
vita. E poi resistere.
23
PERSONE&CONOSCENZE N.52