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PRATICHE: MANAGEMENT FEMMINILE DI FRONTE AL POTERE MASCHILE

MANAGEMENT FEMMINILE DI FRONTE AL POTERE MASCHILE.MANAGEMENT FEMMINILE DI FRONTE AL POTERE MASCHILE MANAGEMENT FEMMINILE DI FRONTE AL POTERE MASCHILE

Management femminile
e potere: tre esperienze
a confronto
a cura di Chiara Lupi

Il potere? Roba da uomini, vien da dire. Basta guardare le percentuali di donne nei nostri consigli
di amministrazione, per non parlare dei ruoli istituzionali, per scoraggiarsi. Ma le posizioni di
potere sono davvero inconciliabili con il nostro essere donne, mogli, compagne, madri? Perché, per
tradizione, in alcuni settori, si evita di cooptare risorse femminili? Come mai siamo incapaci di
negoziare, anche di fronte a ciò che ci spetterebbe di diritto? Le donne, storicamente, sono rimaste
fuori dalle stanze del potere, non hanno esperienze consolidate. E forse per questo prendono le
distanze da ciò che non conoscono.
Gli interrogativi sono molti. E le risposte anche. Perché ogni donna che ricopre una posizione
manageriale ha una storia a sé, un vissuto che non è riproducibile. Ma da cui è possibile prendere
esempio. Per questo sulla nostra rivista continuiamo a raccontare esperienze di vita. Incontriamo
donne che hanno cercato di scardinare meccanismi consolidati per affermarsi in contesti dominati
da logiche ‘al maschile’. Partiamo in questo articolo da Anna Gervasoni, una donna tra le più
influenti dell’economia italiana. Bella, giovane e con figli che vanno a scuola –particolare questo
che rompe gli equilibri di qualsiasi agenda– ci spiega come, con un’organizzazione tayloristica della
casa e con validi aiuti, riesce a portare avanti il suo percorso di carriera. Selezionando gli impegni,
naturalmente. E, da esperta di finanza, ci racconta come in questo particolare momento storico
siano proprio le donne a essere meno spaventate dalla crisi. Perché hanno soddisfazioni di fondo su
cui possono contare.
Esperienze, riflessioni, soluzioni le troviamo nell’ultimo libro di Luisa Pogliana ‘Donne senza
guscio’, una ricerca che riporta le esperienze di 30 donne manager. Senza guscio, come spiega
Luisa, perché non possono contare sulla protezione che deriva da un’appartenenza consolidata.
E cercano di rompere quelle regole aziendali che ostacolano la loro crescita e le loro potenzialità.
Donne che condividono le ‘microsoluzioni’ che hanno trovato per lavorare, senza rinunciare al ‘resto
della vita’.
Nell’ultima intervista riportiamo la testimonianza di una manager in pensione ormai da molti
anni, che ci racconta della sua scelta di vita. Una scelta che l’ha portata a escludere gli uomini dalla
sua vita. Per paura che non le permettessero di lavorare. E, per timore che un marito le impedisse
l’affermazione di sé, ha rinunciato al matrimonio. Una scelta di vita che, pur presa in decenni
ormai lontani, sono certa coinvolge ancora molte di noi. Più di quanto non si sia portati a credere.

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La forza delle donne non abbiamo. Le nostre start up partono dal basso, quasi
Nel mondo finanziario, per tradizione tinto di grigio, mai dallo scorporo di realtà più grandi. E sfondare nel
spicca una giovane donna, tra le più influenti dell’econo- mondo delle tecnologie con questi presupposti diventa
mia italiana, Anna Gervasoni. Che in questa intervista ci difficile.
spiega le ragioni che allontanano le donne dalla finanza.
E lancia un messaggio di grande positività: le donne, ol- Eppure nel nostro Paese ci sono distretti di eccel-
tre alle soddisfazioni professionali, possono contare sul lenza…
senso di appagamento che deriva dal vedere i figli cre- Certamente, e il comparto del biotech ne è un esempio.
scere, dall’avere una casa che funziona bene. Per questo, Ma scontiamo le piccole dimensioni, non abbiamo la
in un momento di grande instabilità che tutto il mondo massa critica e i venture capitalist fanno fatica. Nel mer-
sta attraversando, sono meno spaventate dalla crisi. Per cato del venture capital, il nostro sistema istituzionale
questo le donne sono più forti. non crede e non ha mai creduto.

Il Corriere economia l’ha definita Dal suo osservatorio privilegiato,


una delle trenta donne più influenti come vede il nostro mercato?
dell’economia italiana. Questo è però Il mercato finanziario è in crisi, ma il pro-
un settore ancora poco rappresentato blema vero è che sono le imprese a essere
dal mondo femminile. La finanza non in crisi. Sono emerse alcune strozzature
piace alle donne? del mercato che si conoscevano, ma che si
Il mondo della finanza è per tradizione tinto erano ignorate pensando che nulla sareb-
di grigio. Eccezioni a parte, ci sono poche be cambiato. In questo contesto l’Italia ha
donne, a livelli molto bassi. Da un lato si tenuto meglio di altri Paesi proprio per la
tende, per tradizione, a evitare di cooptare solidità degli imprenditori e delle famiglie,
risorse femminili, evidentemente gli uomi- che hanno sempre avuto debiti contenuti.
ni si trovano meglio tra di loro… Dall’altro, Ma ora che la crisi è prevalentemente una
in alcune fasi della carriera finanziaria, si crisi di economia reale, è venuto a nudo il
richiede un impegno totalizzante. Se questa problema dell’adeguamento della nostra
fase della carriera coincide con quella parte della vita in struttura produttiva.
cui si desidera portare avanti anche altri progetti, pensia-
mo alla famiglia e alla maternità, la donna si allontana da Lei ha un ruolo attivo anche a livello accademico.
questo mondo. Perché la finanza brucia molte energie, È cambiato il mondo intorno a noi e sta cambiando
non ci sono orari. A meno di non raggiungere posizioni anche il contenuto della vostra formazione finan-
che consentono una forte delega. ziaria, alla luce dei recenti accadimenti?
Dipende. Per esempio, Rispetto al Master in private
Dalla terza indagine congiunturale Assinform equity, che dirigo presso l’università Cattaneo di Castel-
emerge che le aziende italiane spendono in infor- lanza, non abbiamo assolutamente dovuto scardinare il
matica il 40% in meno rispetto ai principali paesi nostro impianto di formazione alla luce di quanto acca-
europei. Per quanto attiene al mercato del venture duto, anzi: ai miei studenti dico sempre che la finanza si
capital finalizzato a sostenere nuove iniziative im- fa partendo dall’economia reale. Il processo di formazio-
prenditoriali ad alto contenuto tecnologico, questo ne parte dalla conoscenza dell’impresa, dei suoi sviluppi,
stenta a decollare in Italia. Quali le motivazioni se- dei suoi numeri. Quando la finanza si scollega dal sotto-
condo lei? stante, si verificano problemi delle dimensioni che tutti
In Italia c’è pochissima attenzione, da parte del mondo noi abbiamo visto. Credo sia doveroso ripensare profon-
istituzionale e finanziario, nei confronti della tecnolo- damente a cosa si insegna ai ragazzi. Non si può ignorare
gia e dell’innovazione. Abbiamo anche un problema di che il mondo è profondamente cambiato.
raccordo tra mondo delle nuove tecnologie, mondo della
ricerca e mondo delle imprese. Facciamo ricerche inno- Quali i problemi più urgenti da affrontare oggi?
vative che si rivelano difficilmente applicabili e questo Oggi il problema reale riguarda le imprese: se non ri-
rende complesso il trasferimento tecnologico. Un altro partono, non riparte l’economia. Secondo me c’è da
problema è rappresentato dalle risposte che il mercato è essere un po’ meno ottimisti rispetto ad alcune aree
in grado di dare. Pensiamo agli Stati Uniti, dove imme- imprenditoriali italiane, perché i nostri imprendito-
diatamente milioni di utenti potenziali possono avviare ri sono bravissimi e sanno leggere le crisi, ma c’è una
un circuito di consumo; cosa diversa è l’Italia. Abbiamo considerazione da fare: il famoso bravo imprenditore,
eccellenze scientifiche, ma stentano a decollare le start up che magari ha settant’anni, ha davanti a sé un periodo (i
tecnologiche. Altro fattore critico è rappresentato dalla prossimi due - tre anni) che si preannuncia molto duro,
carenza di grandi aziende. Progetti innovativi spesso na- deve reinvestire denaro per portare avanti il proprio
scono da spin off di grandi aziende tecnologiche, che noi progetto, attingendo in parte dal patrimonio di fami-

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glia. Se però, per motivi Si parla di pari opportunità. Personalmente credo
personali, decide di met- più nel merito, e credo sia questa la via per portare
tere in sicurezza il pa- più donne in posizione di vertice. Lei cosa ne pensa?
trimonio, è costretto a Le crisi cambiano tante cose e potrebbe cambiare anche
chiudere. E, secondo me, l’atteggiamento verso le donne in un’ottica di maggio-
tante realtà medio picco- re attenzione ai risultati che sono in grado di portare. A
le chiuderanno i battenti, pelle sono contraria alle quote rosa, non credo si debba
perché molti imprendito- vivere di vincoli; credo sia meglio premiare il merito,
ri non se la sentiranno di piuttosto che essere imposti perché così è stato stabilito.
correre rischi. Mi è stato fatto notare che donne brave ce ne sono tante,
ma nei consigli di amministrazione scarseggiano. Proba-
Con quali conseguenze bilmente, un passo avanti si potrebbe fare ‘imponendo’
per la nostra economia? temporaneamente la presenza femminile, affinché poi si
Le imprese più forti sa- crei un’abitudine. E anche questa lettura è condivisibile.
pranno cogliere le oppor- Oggi, in un momento difficile, Confindustria è guidata
tunità e rimanere a galla, dove questo non accadrà ci da una donna, anche in Banca d’Italia una delle cariche
troveremo nella situazione di dovere abdicare ad alcuni più importanti è in capo a una donna, molto competente.
settori, diventando un paese importatore. E questo rap- Purtroppo a livello governativo le donne ricoprono an-
presenterà per l’Italia una perdita di opportunità, con cora ruoli di secondo piano.
ripercussioni sull’occupazione e sul settore degli im-
mobili industriali. Un ruolo importante nell’economia Le faccio una domanda provocatoria. Siamo sicuri
di queste scelte lo giocherà il sistema bancario. Oggi le che le donne vogliono veramente sedere ai posti di
nostre banche sono grandi entità troppo poco specia- comando?
lizzate, mentre le imprese hanno bisogno di capitali a Mi è capitato di rinunciare a incarichi perché avrebbero
lungo termine e finanziatori che sappiano sostenerle re- sottratto tempo ai miei figli e alla mia famiglia. Ho una
alizzando piani industriali; e poi ci vuole anche un po’ vita molto impegnata e spesso si tratta di selezionare
di fantasia, le banche devono saper rimodulare la loro quello che si fa. Per una donna è decisamente più diffi-
offerta nel tempo per affiancare le imprese nel modo cile. C’è da dire che i paracaduti sociali sono pochissimi.
corretto. Bisognerà vedere se saranno in grado di farlo, Bisogna arrangiarsi. Faccio sempre l’esempio degli ora-
anche per rimettere un po’ di liquidità nel sistema. ri scolastici, tutti diversi; piccole cose che distruggono
l’agenda. Basterebbe poco per migliorare la vita delle
Per rimanere in ambito finanziario, le donne non madri. Il tema della donna rinunciataria rimanda al con-
chiedono. Hanno una propensione al sacrificio e, testo sociale, che rende difficile l’impegno. Forse biso-
quando si tratta di trattare, non sono capaci. Come gnerebbe incoraggiare di più le donne, raccontare alle
mai, secondo lei? ragazze giovani, che sono quelle che mollano per prime,
Io stessa sono negata nella negoziazione forse perché, che è possibile farcela. Le donne della nostra generazio-
atavicamente, noi donne abbiamo sempre dovuto ac- ne, le quarantenni, spesso hanno anche –non è fortuna-
cettare le situazioni. Sono stata fortunata perché non tamente il mio caso– mariti e famiglie che remano con-
sono mai andata in cerca di opportunità; mi sono state tro. Bisogna dare esempi e noi, come madri, abbiamo il
offerte, da uomini che riconoscevano le mie capacità. In dovere di insegnare alle figlie femmine e ai figli maschi
generale le donne, se soddisfatte delle cose che fanno, che bisogna riorganizzarsi in modo diverso. Che anche
sono forse più portate a non avanzare ulteriori richie- l’uomo deve avere i suoi compiti. Sta a noi trasmettere
ste, economiche o di carriera. Ma questo dipende un l’idea che un equilibrio è possibile.
po’ dal carattere. Non è facile ricoprire ruoli importanti
e, quando si arriva al vertice, si è già molto contente. Dalle donne che occupano posizioni di respon-
Poi una donna, rispetto a un uomo, credo abbia molte sabilità mi sento spesso dire che riescono a con-
altre soddisfazioni, ad esempio sotto il profilo persona- ciliare pagando un prezzo elevato. Condivide?
le, se è madre. Pensiamo alla soddisfazione di vedere un Si rinuncia al tempo libero. Ma sono certa ne valga
figlio che cresce, di avere una casa che funziona bene. la pena.
Dedichiamo tempo e attenzione a questi aspetti e per
questo siamo complessivamente più soddisfatte degli Lei come concilia la sua attività con l’essere
uomini. Arriviamo al lavoro con le nostre grandi pre- mamma?
occupazioni, con la necessità di essere iper-organizzate Non ho tempo per me. Ma sono pigra, e non avere tempo
ma con una soddisfazione di fondo che contraddistin- per la palestra, ad esempio, non mi pesa affatto. Inve-
gue il nostro modo di essere. Per questo oggi le donne sto molto negli aiuti domestici. Poi ho la fortuna di ave-
sono più forti, la crisi le spaventa meno. Vedo molto più re due genitori che mi danno un importante supporto,
preoccupati gli uomini, sono più allarmisti. psicologico e materiale. Ci sono tanti elementi di fortuna

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che mi hanno aiutata. Poi subentra una buona capacità vivevo queste cose, mi dicevo spesso: questo devo dirlo,
organizzativa che noi donne abbiamo. Lascio poco spa- questo va raccontato. Il desiderio di scrivere era prima
zio all’interpretazione, ho un’organizzazione tayloristica di tutto per riflettere sulla mia vita, e poi per documen-
della casa. E i miei figli si sono molto responsabilizzati. tare, discutere, mettere in circolo ciò che si sperimenta
nell’essere donna e manager. Perché osservare con gli
A una donna che entra oggi nel mondo del lavoro, occhi e le emozioni di chi quella condizione l’ha vissuta
che consiglio darebbe? cambia le chiavi di lettura. Così, partendo da me stessa,
Le direi di portare avanti serenamente la sua carriera, di ho pensato di coinvolgere in un percorso di riflessione
non rinunciare alla maternità, se questo è il suo desiderio, altre donne che vivono situazioni simili. Il mio scopo è
perché poi ce la farà. Certo, il problema è che ancora oggi far vedere com’è in realtà la vita quotidiana delle donne
c’è molta discriminazione perché la maternità viene per- manager, e mettere in circolo le esperienze e le strategie
cepita come un costo e, a parità di competenze, vengono individuali, mostrare cosa si può fare qui e ora.
scelti uomini. In azienda di solito si auspica che la donna
non si sposi, non abbia figli… Una ragione è da ricercare I parametri di valutazione per fare carriera fanno an-
nel fatto che in Italia abbiamo leggi che tutelano la mater- cora riferimento al modello dominante di manage-
nità in modo standard, prestandosi anche ad abusi. ment, che è storicamente nato come maschile. Come
è possibile per le donne inventarsi una propria via, un
C’è una vita d’uscita a questo? modo diverso? Non credi sia uno sforzo enorme?
È necessario un cambiamento culturale, evitare di ap- Quando le donne in ruoli direttivi aziendali erano un’ec-
profittare della maternità per stare a casa anni. Magari cezione, era quasi inevitabile per loro adottare il modello
chi non fa lavori motivanti rimane a casa lunghi periodi maschile. Ma adesso le donne, come quelle che si sono rac-
e questo crea una controcultura pericolosissima. E poi ci contate nella ricerca, rifiutano di appiattirsi sui modelli do-
vorrebbero asili aziendali, supporti. Abbiamo una buo- minanti, in cui si trovano a disagio. Le donne portano anche
na assistenza sanitaria ma non c’è una buona assistenza nel lavoro la loro differenza: un diverso modo di concepire
per la prima infanzia. E questo impedisce alle donne di il lavoro, di vivere la vita, non scissa in compartimenti sta-
tornare al loro posto di lavoro. gni come facilmente avviene per gli uomini. Fatta anche di
affettività, e quindi di importanza data alle persone. Questa
Il suo consiglio? diversità porta a cambiare l’organizzazione del lavoro, il si-
Fare le proprie scelte e sperare che in futuro qualche
parlamentare donna dimostri sensibilità per questi temi,
per evitare che in una Milano la vita finisca alle 16.30,
quando chiude l’asilo. I servizi, dicevo, dovrebbero esse-
re più efficienti. E, in assenza di servizi, non bisognereb-
be rinunciare agli aiuti, anche se costosi. Perché il peso
della rinuncia a un lavoro che si fa con passione potrebbe
essere troppo pesante.

Management femminile: parlano le donne


L’azienda è un organismo maschile. E i meccanismi di
cooptazione escludono ancora le donne dalle stanze del
potere. Le donne, come ci racconta Luisa Pogliana nel
suo ultimo libro, sono ‘senza guscio’, –L. Pogliana Don-
ne senza guscio, Percorsi femminili in azienda, Guerini
e Associati, Milano, 2009, www.donnesenzaguscio.
blogspot.com–, perché non possono contare sulla prote-
zione che deriva da un’appartenenza consolidata’. Come
fare? Nel libro 30 donne raccontano le loro esperienze e
ognuna trasmette la propria soluzione. Perché non esiste
un’unica ricetta. Esistono tante ‘microsoluzioni’. E ognu- stema premiante, i tempi e le modalità di relazione. Quello
na di noi deve trovare la propria. che le donne si inventano sono tentativi di rottura delle re-
gole aziendali che non tengono conto di questa differenza,
Una ricerca che porta alla luce vita e carriera di 30 ostacolando le loro potenzialità. Si fanno carico di trovare
manager. Come è nato il percorso? le loro soluzioni, senza manifestare alcun vittimismo. Cer-
Ho vissuto la maggior parte della mia vita lavorativa in to, senza pretendere di risolvere da sole questo cumulo di
una grande azienda italiana, come direttore di uno staff. ostacoli, ma anche senza farsene un alibi e senza delegare
E i problemi del management femminile sono stati per tutto a interventi politici o al momento in cui si raggiungerà
me problemi concreti, parte della mia vita. Via via che nelle aziende una ‘massa critica’ di donne manager. Si arriva

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dove si riesce, ma non si demorde. Questa determinazione Un uomo ambizioso è ammirevole, mentre una
di adattare il modello a sé, e non sé al modello, è uno dei donna ambiziosa è un’arrivista. Questo è uno dei
risultati più belli emersi da questo lavoro. molti modi con cui la cultura aziendale –e sociale–
penalizza per le donne che vogliono affermarsi nel
Le donne sono senza guscio, perché senza la protezio- lavoro. Quali sono gli aspetti più ricorrenti e come
ne di un’appartenenza consolidata. Ma forse questo si cambia questa cultura?
permette anche una visione nuova, la possibilità di un Questa tua citazione è parte di quel processo che per
diverso modo di essere manager? secoli ha impedito alle donne di agire e realizzarsi al di
Le donne sono senza guscio anche e proprio nel senso che fuori dell’ambito privato e domestico. Da questo punto
non si rinchiudono in un modello di management conso- di vista, se una donna ha un’ambizione rispetto al lavo-
lidato. E affrontano il rischio di essere vulnerabili mentre ro, l’importante è che si autorizzi ad averla, senza colpe-
cercano di praticare un modello più consono alla loro visio- volizzarsi, quasi che la carriera e i soldi fossero cose ri-
ne. Ho scelto questo titolo perché mi è tornata in mente la provevoli (mentre per un uomo sono dimostrazione del
metafora usata dagli Yamana, indios della Terra del Fuoco, suo valore). Ma è indicatore anche di un altro problema
per indicare la ‘depressione’: la stessa parola usata per lo specificamente aziendale: il codice valoriale in
stato critico del granchio quando ha perso il vecchio gu- azienda non è mai univoco. La stessa cosa, fatta
scio e aspetta che cresca quello nuovo. Certo da un uomo o da una donna, assume un senso
è nella fase ‘molle’, vulnerabile, ma deve diverso. Se un uomo ‘sente di pancia’ che si
passarla se vuole un guscio più adatto deve fare una certa cosa, ha intuito manage-
alla crescita avvenuta e che permetta di riale, una donna sarebbe un’emotiva irra-
vivere, anziché soffocare. Essere donne zionale; se un uomo si incazza ha le palle,
senza guscio non significa solo la mancan- se lo fa una donna è una che non regge lo
za di qualcosa, ma anche avere qualcosa in stress. Sbagliato se lo fai, sbagliato se non
più, essersi liberate da corazze che più che lo fai. E ci sono altre prassi informali che
aiutare limitano. rimarcano che una donna manager non
vale come un uomo manager, non solo
‘Più che la retribuzione, oggi per me è la clamorosa differenza retributiva: il
importante sentire che sto realizzando mancato uso dei titoli di studio o dei
qualcosa per cui sono nata’, leggiamo in simboli di status come l’ufficio, o le
una testimonianza. È solo uno dei punti attenzioni al corpo per ricordare che,
problematici che le donne si portano den- prima di tutto, siamo comunque donne, o
tro. Come si può, secondo te, modificare anche solo l’uso di un linguaggio da spogliatoio di cal-
questi potenziali punti di debolezza per le cio che segna un’appartenenza al mondo della virilità, il
donne? mondo che conta. Ma la cultura aziendale non è un dato
Se guardiamo bene cosa sta dietro a questo atteggiamento, esterno a noi, tutto quello che noi facciamo o non fac-
io non cambierei proprio niente della sostanza. Nel senso ciamo la influenza. Così è importante, come avviene in
che queste donne cercano, in un percorso professionale molte storie, anche solo non lasciare passare queste pic-
qualificato, non potere e soldi prima di tutto, ma piutto- cole prassi svalutative quotidiane.
sto una loro autorealizzazione. Il lavoro è parte essenziale
del loro progetto di vita: amano il loro lavoro, o cercano ‘Ho delle responsabilità nel fatto di non aver preso
un lavoro dove ciò sia possibile. Da questo punto di vi- le misure dei giochi di potere, l’ignoranza di alcune
sta, mi sembrano piuttosto sane di mente: l’obiettivo è dinamiche’, dice un testimonianza. Le donne che
vivere bene, costruire qualcosa per se stesse. Ciò che va arrivano ai livelli più alti continuano a essere po-
sorvegliato, ovviamente, sono le conseguenze improprie: chissime, ma sembra che ci siano anche difficoltà
l’azienda conosce questi meccanismi e li sfrutta, perché da parte delle donne a muoversi verso il potere.
non dovrebbe? È vero che una donna spesso, poiché ‘è I centri di potere sono ancora appannaggio degli uomini,
contenta’ di quello che riesce a realizzare nel lavoro, in e gli uomini continuano a scegliersi tra loro. Condivido-
realtà ‘si accontenta’ di ricompense inadeguate. E ci sono no gli stessi modi di pensare, hanno consolidato ambiti
anche ragioni storiche: da sempre le donne sono educate a di appartenenza per i loro scambi: l’ammissione al club
vivere per gli altri senza chiedere per sé, a lavorare in casa avviene per cooptazione. Così le donne possono arriva-
senza compenso se non quello affettivo. E c’è il peso enor- re a posizioni anche molto qualificate, ma dove hanno
me di una cultura che mette l’uomo come modello, per cui il ‘potere di fare’ nel loro ambito, non quello politico e
le donne non sono mai sicure del loro valore, hanno una decisionale strategico. Questo meccanismo si perpetua
stima di sé inadeguata. Sono questi condizionamenti e le perché l’organizzazione non funziona in modo traspa-
loro conseguenze che dobbiamo sorvegliare. La base di rente, favorendo la cultura dell’arbitrio e del favoritismo,
partenza è prenderne consapevolezza, per guidare il gioco ed è difficile da denunciare perché avviene in modo oc-
e non farsi giocare. culto. Il rapporto con il potere in azienda è perciò molto

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mente la donna che lascia l’ufficio alle 18.30 (orario non
eroico), ma nessuno la vede quando riaccende il com-
puter per lavorare dopo che i bambini si sono addor-
mentati. E chiedono che le valutazioni avvengano per
meritocrazia, non per presenzialismo: ovvero, lavorare
e valutare per obiettivi. Cosa ci perde l’azienda? Cosa ci
guadagnerebbero tutti?

Tutte noi auspichiamo la presenza di più donne ai


vertici, ma come mai le donne non sostengono le
donne?
C’è un esperimento di laboratorio noto, il caso del quin-
problematico per molte donne, perché storicamente è un to coniglio. Se si mettono quattro conigli in una gabbia,
ambito da cui sono state escluse, non hanno un’esperien- questi si spartiscono tranquillamente lo spazio disponi-
za consolidata su questo terreno. Per cui, a loro volta, bile. Se dopo qualche tempo se ne introduce un quinto,
tendono a prenderne le distanze, e si concentrano solo gli altri lo massacrano. Così, in azienda solo a poche
sulla professionalità. La cosa importante che possiamo donne è data la possibilità di raggiungere posizioni
raccogliere dalle esperienze raccontate è proprio il ten- appetibili, mentre gli uomini hanno molti più posti da
tativo di cambiare questo atteggiamento: non chiamarsi spartirsi. Dunque la competizione per lo spazio dentro
fuori. Certo, non schiacciandosi sui modi richiesti dalla questa gabbia porta più facilmente al conflitto, mentre
gestione maschile del potere, ma anche non facendosi gli uomini si dividono più tranquillamente il vasto ter-
schiacciare: c’è consapevolezza che questo livello non ritorio al di fuori. C’è anche dell’altro: penso alla fragile
si può trascurare. Per il proprio percorso individuale, e percezione del nostro valore. Allora, se ci confrontiamo
per poter cambiare qualcosa nelle regole che ostacolano con gli uomini, sappiamo che loro sono avvantaggiati,
tutte le donne. perciò il loro successo ci amareggia, ma non ci fa sentire
sminuite. Ma se una donna è riuscita più di noi, è come
‘Se il top management nelle nostre aziende fosse la prova che noi non siamo altrettanto brave. Così viene
un po’ meno al maschile, se ci fossero ai vertici più voglia di negare il suo valore.
donne che condividono le stesse problematiche
quotidiane dello staff, credo che gli ambienti di la- Tu hai scritto ‘uscire dalle regole, cambiarle, è
voro sarebbero, per tante donne, un filo più uma- l’unico modo di tenere davvero conto della diver-
ni’, si legge in un’altra testimonianza. Quali cose sità’. Ma come si cambiano le regole?
le donne cambierebbero nell’organizzazione, per Diamo per scontato che servono tutti gli strumenti col-
rendere la vita di lavoro più ‘umana’? lettivi che si muovono a livello politico. Ma si sente il
Quello che è già cambiato è proprio l’orientamen- bisogno di approcci utili per sé subito, sapendo che i
to manageriale delle donne, a partire da se stesse, dal cambiamenti non potranno essere né rapidi né facili, e
volere lavorare senza rinunciare al resto della vita. Ci le soluzioni da costruire nelle situazioni di ogni giorno.
sono critiche e visioni diverse sull’organizzazione del Senza forzature e scontri frontali. Come dice una delle
lavoro, che oggi ha rigidità superabili senza traumi per intervistate, ‘Non c’è una soluzione, ci sono mille mi-
l’azienda e che permetterebbero alle donne di lavorare crosoluzioni’. È prima di tutto indispensabile la con-
e vivere meglio. Il punto centrale è legato al fatto che, in sapevolezza di ciò che la differenza di genere significa
qualunque posizione professionale, una donna ha il ca- e comporta in un percorso professionale. Per questo,
rico principale della vita famigliare. Quindi il tempo è il e per non procedere da sole e isolate, per me e nelle
fattore critico. Ciò che viene criticato in maniera com- esperienze che ho raccolto, lo strumento fondamenta-
patta è un uso dissennato del tempo in azienda, perché le sono le relazioni tra donne che condividono la stessa
le valutazioni, soprattutto nelle aziende italiane, si fon- situazione. Una migliore capacità di rapportarsi con il
dano sulle carriere presenzialiste. Ovvero restare e farsi potere aziendale, per consolidare i tentativi di cambiare
vedere in ufficio a oltranza, e questo a prescindere dal le regole, sembra passare soprattutto da qui. Così van-
fatto che ce ne sia una vera necessità, e da cosa si fa re- no bene i network, come rete di scambio e promozio-
almente in ufficio e quali sono i risultati. È ovvio che ne reciproca, o essere affiancate da donne più esperte
un/una manager deve essere presente, vicino alle atti- in un processo di mentoring. Ma soprattutto stabilire
vità e alle persone che dirige, ma non necessariamente relazioni tra donne che condividono la stessa situazio-
sempre e comunque. Quello che le donne chiedono è la ne. Per condividere esperienze, conoscenze, visioni,
flessibilità nella gestione degli orari di presenza in uffi- per acquisire forza sentendosi meno sole, trovare aiuto
cio (tanto si è sempre in contatto e raggiungibili con i per superare le ingenuità, e conferme del proprio valo-
supporti tecnologici). Già ora, per esempio quando ci re. Scambio e sostegno tra donne: non si tratta sempli-
sono bambini piccoli, tutti vedono e valutano negativa- cemente di una vicinanza amichevole, ma di relazioni

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fondate su interessi comuni. Relazioni che possono di- di ‘accompagnamento’. Poi, col tempo, siamo diventati
ventare strumento di un altro potere, per cambiare le grandi amici e ci siamo frequentati con assiduità anche al
regole che ostacolano tutte. E qui può cominciare tutta di fuori del contesto aziendale.
un’altra storia.
Questa occupazione le ha dato soddisfazioni?
Il prezzo dell’affermazione Direi di sì, anche se dopo qualche tempo ho inco-
Parliamo di donne, di carriera, conciliazione, impegno. minciato ad avvertire i primi segnali di stanchezza.
Ma anche di esercizio del potere. Perché l’uomo si muove Per questo ho accettato l’incarico, sempre a livello
in terreni conosciuti, ha più certezze e quindi è più sicuro dirigenziale, in una azienda di dimensioni minori.
di sé. Le donne molto meno, le donne scelgono di far car- Una realtà più piccola, nel medesimo settore, con 50
riera; non hanno il dovere sociale di affermarsi. Da qui la rappresentanti, che mi ha dato l’opportunità di viag-
costante ricerca di senso in tutto ciò che fanno. giare in tutto il mondo. In questa azienda ho prose-
Ma è sempre stato cosi? Per riprendere il titolo del mio li- guito tutto il mio percorso professionale fino all’età
bro, le dirigenti, qualche decennio fa, erano disperate come della pensione.
oggi? Erano anche allora in costante affanno per cercare di Ho smesso di lavorare a 58 anni e me ne sono molto
conciliare famiglia e carriera? Per capirlo ho incontrato nel pentita.
suo appartamento milanese una dottoressa, che si è lau-
reata alla fine della seconda guerra mondiale e ha passato
tutta la seconda metà del 1900 lavorando come dirigente
per un’azienda chimica, in cui si occupava dell’assistenza
tecnico-commerciale nel settore delle vendite. E, per pau-
ra che un uomo le impedisse di lavorare, ha rinunciato a
sposarsi e ad avere dei figli.

Dottoressa, ci racconta il suo percorso?


Mi sono laureata giovanissima, a 22 anni, e ho iniziato il
mio percorso professionale in una fabbrica di vernici. Noi
studenti di materie scientifiche, durante il fascismo, era-
vamo obbligati a fare dei tirocini in estate. Sono entrata
quindi molto giovane in azienda. Parliamo di anni mol-
to difficili e bui, gli anni che hanno preceduto la seconda
guerra mondiale. Alla termine del conflitto il clima gene- Come mai, ancora oggi, lo considera un errore?
rale è ovviamente cambiato, c’era tanta voglia di spensie- È un errore perché non lavorare fa invecchiare preco-
ratezza e, anche se nei primi tempi il mio lavoro non mi cemente. Sono stata anche forse un po’ condizionata
procurava grande entusiasmo, ho imparato ad apprezzar- dalla presenza di una sorella di tredici anni maggio-
lo col tempo. Tant’è che per diversi anni ho lavorato nella re. Avevo il desiderio di passare del tempo con lei. E
stessa azienda. infatti, insieme, avviamo viaggiato molto.

Poi che evoluzione ha avuto la sua carriera? Lei parla del suo lavoro, delle sue esperienza da
Mi è stata offerta l’opportunità di dirigere uno stabi- dirigente. E del suo privato, ci può raccontare
limento a Roma e lì mi sono trovata malissimo. Poi la qualcosa?
fortuna si è accorta di me e mi è stato offerto un ruolo Ho vissuto a lungo con mia madre, una donna molto
che nessuna donna, in Italia e nel settore chimico, aveva forte. Era rimasta orfana con quattro fratelli maschi
mai ricoperto. da accudire. Una tempra d’acciaio. Non mi sono mai
sposata, non ho mai voluto uomini in casa, mi hanno
Cioè? sempre fatto paura…
Ho assunto la responsabilità dell’assistenza tecnica e com-
merciale, sempre di un’azienda chimica. Una vera svolta, Paura che non le avrebbero permesso di portare
perché ero l’unica donna a ricoprire quel ruolo. avanti il suo percorso di carriera?
Ero felice del mio lavoro. Viaggiavo, ero stimata, mi
E non ha avuto problemi di ‘legittimazione del suo sono sempre dedicata alla mia professione con gran-
ruolo’? de passione. Non riuscivo a immaginare come avrei
Questo è l’aspetto divertente. Ho iniziato questo lavoro potuto conciliare tutto questo con il matrimonio, con
con grande professionalità ed entusiasmo ma, nelle pri- dei figli. Non riuscivo a immaginarmelo e non l’ho
me settimane di incarico, dovevo essere accompagnata da fatto. Quando viaggiavo così tanto ero forse l’unica
un collega, maschio, affinché mi accreditasse nel settore. donna a ricoprire una posizione di respiro interna-
Naturalmente avevo accettato mio malgrado questa sorta zionale.

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PERSONE&CONOSCENZE N.52
Non mi dica che non era corteggiata…
Profili delle intervistate

MANAGEMENT FEMMINILE DI FRONTE AL POTERE MASCHILE.MANAGEMENT FEMMINILE DI FRONTE AL POTERE MASCHILE MANAGEMENT FEMMINILE DI FRONTE AL POTERE MASCHILE
Certo! Gli uomini tentano sempre di andare oltre. Ma l’importante è
essere seri, mantenere le giuste distanze e, appunto, non lasciarsi cor- Anna Gervasoni si è laureata in Economia e
teggiare. Commercio presso l’Università Bocconi di
Milano, è Dottore Commercialista e Revisore
Contabile. È Direttore Generale dell’Asso-
In azienda, c’erano altre donne oltre a lei? ciazione Italiana del Private equity e Venture
In azienda c’erano molte donne. Erano in poche a fare il mio lavoro, Capital (AIFI) ed è attualmente Professore
forse ero l’unica. Associato di “Economia e Gestione delle Im-
Ma donne dirigenti ce n’erano. Anche se il problema della riconoscibi- prese” presso l’Università Carlo Cattaneo di
lità del ruolo era presente. Devo dire in America ancor più che da noi. Castellanza - LIUC. Sempre presso la stessa
Università è Direttore del Master universitario
Ancora oggi le donne guadagnano meno degli uomini. Allora in Merchant Banking e dirige il Centro di Ri-
com’era la situazione? cerca sui Trasporti e le Infrastrutture (CRMT).
Allora era molto peggio, guadagnavamo molto meno. E poi noi donne Presiede il Comitato Scientifico del Private
siamo più oneste. Chissà perché le mie note spese erano sempre troppo Equity Monitor - PEM®.
Nel 2002 ha ricevuto dal Presidente Ciampi
basse. Pensi che i colleghi maschi mi rimproveravano per questo…
l’onorificenza di ‘Ufficiale’ della Repubblica
Italiana.
Ora le donne che fanno carriera, se vogliono conciliare la vita
professionale con la vita familiare, in realtà lo fanno con grandis- Luisa Pogliana ha iniziato l’attività profes-
simi sacrifici… sionale con ricerche e pubblicazioni socio-
Lo posso solo immaginare perché, come le dicevo, non mi sono mai logiche. È poi stata per molti anni Direttore
sposata… Ricerche di Mercato del gruppo Mondadori,
con cui ora collabora per ricerche sui mercati
Adesso le aziende sono molto ‘demanding’, le richieste sono internazionali.
alte… Ha svolto diversi ruoli in associazioni pro-
Probabilmente anche allora le aziende pretendevano molto. Nono- fessionali internazionali, e collaborato con
la European Commission per due studi stra-
stante questo, io sono riuscita a coltivare una vita sociale molto intensa
tegici sulla Content Industry. È membro del
e il tempo per dedicarmi ai miei interessi ce l’avevo. Forse eravamo Research Committee della Federazione Inter-
meno disperate! nazionale degli Editori di Periodici. La sua at-
tività principale è ora relativa al management
Mi sta dicendo che allora le cose per le donne andavano femminile, con ricerche e attività formative.
meglio? Con Giovanna Galletti e Gianna Mazzini ha
Non so se posso azzardare questa affermazione. Certo è che forse sia- scritto Abbracciare l’orso. Storie di affetti e
mo state più fortunate noi che siamo state pioniere. Ho sempre avuto sentimenti nel lavoro (Guerini e Associati,
un buon rapporto con i clienti e con tutte le persone con cui interagivo. 2008). Con la nipote Beatrice Ferri, quando
Nei laboratori chimici c’erano molte donne e tutte brave. Una donna era piccola, ha scritto I Cronopios, di Lu e
per entrare nel mondo del lavoro doveva essere più intelligente di un Bebe (Il Castoro, 2005), libro sull’eccentricità
(www.icronopios.it). Di prossima pubblica-
uomo. Forse è così ancora oggi. Le donne credo debbano sempre di-
zione La mia mamma fa un lavoro tipo diri-
mostrare, prima, di saper fare. Cosa che non è scontato venga richiesta gente d’azienda, ricerca condotta per ISTUD,
a un uomo. con Marella Caramazza e Federica Viganò,
sui sensi di colpa di donne dirigenti con figli,
In effetti le donne studiano di più e meglio, si laureano prima ma indagando i reali vissuti dei bambini. Scrive
poi si fermano… per riviste e siti professionali.
Infatti non mi sono mai sposata perché ho sempre temuto che il matri- www.donnesenzaguscio.blogspot.com
monio avrebbe ostacolato la mia carriera. Pensavo non ce l’avrei mai
fatta a conciliare due mondi che mi sembravano, appunto, inconcilia- La dottoressa che abbiamo intervistato è
bili. E poi non avrei mai accettato di dipendere da un uomo. uscita da molti anni dal mondo del lavoro e
preferisce ora rimanere anonima. Si è laure-
ata in chimica industriale nel 1946 a 22 anni
Lei ha fatto una scelta, si è dedicata più al lavoro che alla famiglia.
e ha iniziato la sua attività nel laboratorio di
Se dovesse dare un messaggio alle donne, oggi, cosa direbbe? un’industria di vernici. Poi si è dedicata con
Secondo me lavorare si deve. La vita della casalinga è priva di senso. E successo all’assistenza tecnico-commer-
poi ci si può far aiutare. Io ho sempre lavorato tanto, ma ho la sensa- ciale, sempre nel settore chimico.
zione che le donne siano abbastanza corazzate da poter far tutto. L’im- Con la sua professionalità è riuscita a rita-
portante è anche saper coltivare buoni rapporti all’interno dell’azienda gliarsi spazi importanti in un settore in cui
in cui si lavora. Cercare di aprirsi più di una porta, in modo da poter le donne ai vertici costituivano certamente
trovare spazi diversi nel momento in cui cambiano le esigenze della un’eccezione.
vita. E poi resistere.

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