della Camera di Commercio di Viterbo organizzato dallAPROV
Dr. Marco Camilli Presidente ANAGRIBIOS
Associazione Nazionale dellAgricoltura Biologica Via XXIV Maggio 43 00187 Roma Tel. 06/4682398 - Fax 06/4682214 www.coldiretti.it e-mail: anagribios@coldiretti.it ANAGRIBIOS Associazione Nazionale dellAgricoltura Biologica 2
LOLIVICOLTURA BIOLOGICA
Lolivo una coltura facilmente convertibile al biologico se si applicano con criterio le pratiche agronomiche che mantengono un equilibrio tra suolo, coltura, ambiente e mezzi di difesa. E proprio la difesa fitosanitaria nel biologico la pratica pi impegnativa, perch si hanno a disposizione pochi mezzi per contenere le avversit. Una buona preparazione tecnica delloperatore diviene essenziale per la lotta biologica dei parassiti che interessano la coltura. Nella maggior parte dei casi si tratta di convertire al metodo biologico i vecchi oliveti propri dei territori ad antica tradizione olivicola, che sono sempre ben dotati di cultivar ed ecotipi adattati e selezionati in funzione delle principali avversit del luogo. Senza voler entrare nel merito degli aspetti puramente tecnici relativi alla coltura in argomento vorrei elencare alcuni punti strategici per lo sviluppo dellolivicoltura biologica:
1. Gestione del suolo Valutazione dei concimi fogliari (biostimolatori: aminoacidi, acidi umici, estratti di alghe, ecc.). Approfondimento delle conoscenze sulla fertilit biologica del suolo (equilibri dei microrganismi, ecc.), specie in relazione allo smaltimento rifiuti. Valutazione dei concimi organici, loro efficacia a breve e lungo termine. Valutazione delle pratiche di inerbimento e controllo delle malerbe in funzione delle caratteristiche pedoclimatiche.
2. Pratiche colturali Analisi del sesto dimpianto e delle forme di allevamento. Prove varietali per valutare ladattabilit delle principali variet alla conduzione biologica (suscettibilit alle malattie, qualit, comportamento post-raccolta, ecc.). Regolazione della produzione (potatura, diradamento,ecc.).
3. Difesa delle colture Per la difesa della mosca dellolivo, la sperimentazione e la ricerca su efficacia ed impatto: dei metodi di difesa territoriale con dispositivi di cattura massale (messa a punto e condivisione del metodo sperimentale per la valutazione della componente agro-ecologica e gestionale) dei prodotti biocidi e fagoinibitori del rame
4. Analisi del post raccolta Verifiche tecniche di conservazione.
5. Aspetti generali Analisi dellambiente pedoclimatico. Messa a punto di strumenti di informazione e formazione per il supporto tecnico alla filiera. Tracciabilit-rintracciabilit della filiera. Divulgazione di informazioni e risultati della sperimentazione. Costi di produzione. Sbocchi commerciali e promozione.
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LA COMMERCIALIZZAZIONE
La mancanza di manodopera e let avanzata di numerosi agricoltori impongono scelte coraggiose se non si vuole che questa attivit sia fortemente limitata con conseguente abbandono degli oliveti. La sopravvivenza dei piccoli produttori non solo garanzia di qualit del prodotto ma costituisce anche una garanzia per laspetto paesaggistico. Molto spesso lolivicoltura unattivit part-time e la definizione di olivicoltore pi vicina quella di operatore agroambientale piuttosto che di imprenditore agricolo. Daltra parte, per, i contributi europei non bastano da soli a spiegare la crescita dellagricoltura biologica, e questo vero anche per il settore dellolivicoltura. Con la diffusione della dieta mediterranea e con una pi marcata attenzione agli aspetti salutistici dellalimentazione si assistito negli ultimi anni ad un incremento e ad una domanda di olio extravergine di oliva biologico. Le capacit dellolio di preservare lorganismo dallarteriosclerosi abbassando i valori di colesterolo cattivo o LDL, causa tra laltro dellinfarto miocardio, edi innalzare il livello di quello buono o HDL, oltre alla presenza di acidi grassi insaturi, di alcune vitamine (A,E) e sostanze antiossidanti, fanno di questo alimento un componente indispensabile per una sana e corretta alimentazione. Per quanto riguarda il mercato dellolio biologico sarebbe sbagliato affermare in modo generico che "costa di pi". Del resto, una considerazione analoga vale per ogni prodotto biologico. Lolio di oliva biologico si pone infatti nella fascia alta del mercato perch un olio extravergine di alta qualit. Sarebbe errato, dunque, confrontare i prezzi dellolio biologico, rilevati magari nei negozi specializzati, con unextravergine "tradizionale", magari una miscela di oli mediterranei, venduto nella grande distribuzione. Il confronto va evidentemente fatto con un olio convenzionale di qualit comparabile: in questo caso, i prezzi sono spesso simili. In zone particolarmente vocate capita anche che il prezzo del prodotto convenzionale superi quello biologico. Daltra parte, il maggior costo del prodotto biologico si spiega con alcuni vincoli interni al settore, come i maggiori costi di produzione, le inefficienze nella trasformazione e la stessa caratteristica di mercato di "nicchia", che lascia ampi margini di speculazione, con ricarichi troppo elevati tra la produzione ed il consumo. A differenza di altri prodotti agroalimentari biologici, per cui il canale di vendita privilegiato resta il negozio specializzato, la forma di commercializzazione pi diffusa per lolio biologico la vendita in azienda del prodotto, imbottigliato o pi spesso sfuso. Un numero crescente di olivicoltori si sta orientando a commercializzare olio imbottigliato con il proprio marchio, mettendo molta cura in tutti gli elementi del confezionamento: bottiglia, etichetta, tappo, scatola. Molti produttori biologici sono ormai presenti su internet, su cataloghi di vendita per corrispondenza specializzati e di qualit. Infatti lolio, a differenza di altri prodotti alimentari, si presta molto bene alla spedizione per posta o corriere perch un prodotto non deperibile, anche se fragile. Il quadro della commercializzazione dellolio bio completato dalla vendita collegata al ristorante aziendale, diffusa soprattutto negli agriturismi dellItalia centrale, dove si concentra la produzione di oli di alta qualit che godono di unimmagine forte, come i prodotti umbri, toscani e laziali; dallimpiego nella produzione di sottoli e conserve biologici, che richiedono ovviamente luso di olio biologico. Da non sottovalutare infine lesportazione, anche se di difficile stima, in particolare verso i paesi del Nord Europa e degli USA. In questo senso bisogna anche considerare la concorrenza crescente di altri paesi del Mediterraneo, che si stanno rapidamente orientando al biologico. Molti produttori sono stati attratti dagli aiuti del regolamento CEE 2078/92 ma non sono poi riusciti a produrre olio con marchio biologico, magari perch hanno portato al frantoio le olive biologiche insieme a quelle convenzionali oppure perch hanno avuto difficolt a commercializzare in modo soddisfacente il prodotto. ANAGRIBIOS Associazione Nazionale dellAgricoltura Biologica 4 Non comunque scontato affermare che il marketing riveste grossa importanza per la formazione del prezzo del prodotto finale e solo quegli imprenditori che hanno potuto investire nellimbottigliamento e nelletichetta riescono a spuntare prezzi remunerativi. Con la bottiglia di olio extra-vergine biologico vendiamo anche cultura, paesaggio, ambiente e dentro questa bottiglia si trova qualit, certificazione e tracciabilit. Il turismo il miglior veicolo di propaganda e i ristoratori dovrebbero servire a tavola la bottiglia di olio etichettata il che aiuterebbe sicuramente laffermazione del prodotto e del produttore. Il Reg. CE 1019/02 sulle norme di commercializzazione dellolio di oliva, recepito poi dal decreto del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali del 14/11/2003, impone il confezionamento in recipienti di capacit massima di 5 litri per il prodotto destinato al consumo finale con una deroga elevata, dallItalia, a 25 litri per le collettivit (ristoranti, ospedali, mense, ecc.). Il mercato della vendita diretta in azienda rappresenta una fascia del 30% del consumo nazionale per un valore di circa 350 milioni di euro. Inoltre quasi il 79% degli acquirenti di prodotto in azienda hanno dichiarato di valutare positivamente la nuova normativa di confezionamento, etichettatura e di chiusura ermetica del prodotto. E ovvio che ci sono dei costi aggiuntivi e che si aprono anche nuove opportunit di mercato ed , anche, ovvio che il sistema olivicolo italiano deve essere spinto a compiere un poderoso processo di rinnovamento, di ristrutturazione degli impianti produttivi, di quelli di trasformazione e dellorganizzazione della commercializzazione preservando la qualit, la sicurezza e la tracciabilit. E comunque opportuno evidenziare, come da qualche anno la vendita dello sfuso sta diminuendo, cos ha rilevato uno studio dellISMEA, a causa di alcune nuove esigenze dei consumatori del tipo: limitati spazi per grossi contenitori, necessit di disponibilit finanziarie cospicue, necessit di effettuare travasi che comportano tra laltro alterazioni del prodotto per il contatto con lossigeno e la luce. In conclusione si deve peraltro sottolineare che il confezionamento comporter sicuramente una spinta alla valorizzazione dellautenticit della produzione italiana ed alla tracciabilit del prodotto, garantendo maggiormente gli stessi produttori da possibili manomissioni o alterazioni.
LA RINTRACCIABILITA
L'olio d'oliva sempre stato soggetto a frodi e sofisticazioni per l'alto costo di produzione rispetto a tutti gli altri oli. Visto che non c lobbligo di dichiarare la provenienza della materia prima sulletichetta per la mancanza di normativa al riguardo e che molti prodotti biologici che troviamo nella GDO provengono dallestero, alcuni da fuori della CE, credo sia opportuno spendere qualche parola sulla rintracciabilit. Bisognerebbe offrire al consumatore prodotti le cui materie prime siano rintracciabili, valorizzandone la provenienza e la tipicit attraverso unetichettatura di vendita chiara che evidenzi lorigine territoriale del prodotto. Nel menu' della tavola globale un piatto "italiano" su tre falso per colpa della pirateria agroalimentare internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, localit, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano al nostro Paese per prodotti che non hanno nulla a che fare con la realt nazionale. L'indicazione della provenienza dei prodotti , anche, un elemento di trasparenza degli scambi commerciali necessario per combattere la concorrenza sleale a garanzia delle imprese e dei consumatori, che per gli alimenti assume anche un valore determinante per la sicurezza sanitaria ed ambientale. A tale proposito, Coldiretti ha raccolto oltre un milione di firme per presentare la proposta di legge di iniziativa popolare che prevede "l'indicazione obbligatoria nell'etichettatura dell'origine di tutti i prodotti alimentari" e che gi all'esame del Senato. L'etichettatura lo strumento di trasparenza sul quale si costruisce il rapporto di fiducia tra imprese e consumatori. Occorre pertanto superare le ANAGRIBIOS Associazione Nazionale dellAgricoltura Biologica 5 incertezze ancora presenti, nella legislazione comunitaria e nazionale, per arrivare a regole chiare sulla rintracciabilit dal campo alla tavola delle produzioni e per l'etichettatura obbligatoria di origine.
CONCLUSIONI
Ci auguriamo che con luscita imminente del Piano dAzione Italiano sullagricoltura biologica si possa dare un nuovo, meritato impulso a questo settore in cui lItalia leader in Europa. Ne va della credibilit e del lavoro serio e professionale dei nostri imprenditori agricoli che mirano alla multifunzionalit dellazienda agricola nel rispetto dellambiente e nella valorizzazione del territorio. I Patti di filiera sui quali si sta lavorando in questo periodo daranno sicuramente un nuovo impulso al settore e faciliteranno il legame tra mondo della produzione, della trasformazione e della distribuzione. Vorrei, inoltre, ricordare che la valorizzazione del made in Italy biologico olivicolo, e non, passa, anche, attraverso le nostre produzioni tipiche DOP, IGP che hanno un forte legame con il territorio di produzione e con le tradizioni della nostra storia e cultura enogastronomia e la cui qualit nasce proprio dal territorio e dallambiente di appartenenza. Dobbiamo evitare speculazioni commerciali realizzate con materie prime provenienti dallestero che diventano, una volta entrate nel nostro Paese, automaticamente prodotti made in Italy. Cos come dobbiamo garantire una scelta consapevole al consumatore che spende un p di pi per alimentarsi con prodotti biologici garantiti e certificati e che, non solo tutela la propria salute, ma contribuisce, indirettamente, anche allo sviluppo economico, alla tutela dellambiente ed alla promozione della nostra agricoltura. Bisogna, perci, recuperare quelle abitudini alimentari che fanno parte del nostro bagaglio culturale e tramandarlo alle giovani generazioni che sempre di pi si lasciano condizionare dalla mania del fast food.
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