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La cosmologia studia la struttura, l'origine e l'evoluzione dell'universo.

Il fondamento della cosmologia moderna il cosiddetto principio cosmologico (Milne 1933). Secondo
tale rinciio l'universo deve essere fondamentalmente omogeneo (il suo asetto non diende dal unto
di osservazione) ed isotroo (il suo asetto il medesimo in tutte le direzioni) su grande scala e
soggetto ovun!ue alle stesse leggi fisic"e, in modo tale c"e un !ualsiasi osservatore, osto in un
!ualsiasi unto di esso, sia in grado di osservarne le medesime caratteristic"e e di giungere ai medesimi
risultati.
Si tratta, se vogliamo, di un'estensione del rinciio coernicano secondo il !uale la terra non un
luogo rivilegiato del nostro sistema solare.
Il rinciio cosmologico non una legge dimostra#ile, ma un'esigenza razionale del nostro intelletto, il
!uale non otre##e fare oggetto di una conoscenza di tio scientifico un universo non soggetto ovun!ue
alle medesime leggi di natura.
$na diretta conseguenza del rinciio cosmologico c"e l'universo, er risettare le condizioni di
omogeneit% ed isotroia, deve essere statico o caratterizzato da un moto (esansione o contrazione)
omogeneo.
I dati serimentali raccolti negli anni '&' confermano tale revisione dimostrando c"e l'universo si trova
in uno stato di esansione omogenea. Il termine (omogenea( non si riferisce alla velocit% di esansione
(c"e in effetti, come vedremo, diminuisce con il temo), ma al fatto c"e l'esansione interessa in modo
uniforme l'intero universo (non vi una orzione c"e si esande i) velocemente di un'altra).
L* +,-,SSI./, 0,LL, 1*L*SSI,2 +,03S4I56 , L,11, 0I 4$77L,
8uando osserviamo gli settri rovenienti da cori in moto relativo risetto a noi essi ci aaiono
deformati. In articolare le rig"e risultano sostate verso lung"ezze d'onda maggiori se la sorgente
luminosa ossiede un moto relativo di allontanamento, mentre risultano sostate verso lung"ezze
d'onda minori se la sorgente animata da un moto relativo di avvicinamento.
9oic" nello settro visi#ile le lung"ezze d'onda maggiori corrisondono al rosso, mentre le lung"ezze
d'onda minori corrisondono al #lu, il fenomeno di (dilatazione( della lung"ezza d'onda roveniente da
un coro in allontanamento indicato come spostamento verso il rosso o red-shift, mentre il fenomeno
di (comressione( della lung"ezza d'onda roveniente da un coro in avvicinamento indicato come
spostamento verso il blu o blu-shift.
/aturalmente ci: non significa c"e una radiazione c"e "a su#ito un red3s"ift o un #lu3s"ift ci aaia
effettivamente rossa o #lu, significa solo c"e ci aare con una lung"ezza d'onda risettivamente
maggiore o minore di !uella c"e ossedeva al momento di emissione.
L'intensit% del fenomeno tanto maggiore !uanto maggiore la velocit% radiale di allontanamento o di
avvicinamento.
Il fenomeno analogo, come fece notare 0oler nel 1;<& e come dimostr: serimentalmente 5izeau
nel 1;<;, a !uello c"e si roduce nelle onde acustic"e. ,' noto infatti c"e una sorgente sonora in
avvicinamento roduce un suono i) acuto, mentre in allontanamento roduce un suono i) grave
(effetto 0oler).
Suoniamo ora c"e una sorgente luminosa emetta onde elettromagnetic"e di eriodo 6 e c"e la
sorgente si stia allontanando dall'osservatore ad una velocit% v.
0oo aver emesso la rima cresta, la seconda verr% emessa doo un temo 6. Ma nel temo 6
comreso tra un'emissione e la successiva la sorgente si allontana di uno sazio v6.
8uesta distanza aumenta il temo ric"iesto erc" la seconda cresta raggiunga l'osservatore di una
!uantit% v6=c.
L'osservatore dun!ue non misurer% i) un eriodo 6, ma un eriodo i) lungo. Il temo comreso tra
l'arrivo di una cresta e l'arrivo di !uella successiva sar% infatti ari a
6
1
> 6 ? v6=c
In #ase a tale nuovo eriodo l'osservatore calcoler% una lung"ezza d'onda ari a

1
> c6
1
mentre la lung"ezza d'onda in artenza in relazione con il eriodo originario 6
> c6
0ividendo mem#ro a mem#ro le due ultime relazioni si ottiene

1
=
+ c 6
v6
c
c6
( )
da cui semlificando

1
1 = +
v
c
ed infine

1

=
v
c

1

viene comunemente indicato come 'z', arametro di red3s"ift. Si dimostra dun!ue c"e se z
dovuto ad effetto 0oler esso ari al raorto tra la velocit% relativa del coro emittente e la velocit%
della luce.
9oic" iuttosto semlice calcolare di !uanto aumentata o diminuita la lung"ezza d'onda di uno
settro a rig"e, confrontandola con gli settri standard dei vari elementi e comosti ottenuti in
la#oratorio, rimane di conseguenza su#ito determinata la velocit% di allontanamento o di avvicinamento
esressa come ercentuale della velocit% della luce.
Se ad esemio misuriamo un aumento della lung"ezza d'onda delle rig"e settrali dell'idrogeno c"e
costituisce una galassia dell'1@, ossiamo dedurne c"e tra la terra e tale galassia esiste un movimento
di allontanamento reciroco c"e avviene ad una velocit% dell'1@ di !uella della luce (v=c > ','1), ari a
3.''' Am=s.
0eterminando il arametro di red3s"ift (z) di alcuni cori celesti sono stati calcolati valori sueriori ad
1. -i: non u: naturalmente significare c"e tali cori ossiedono velocit% sueriori a !uelle della luce.
&
Significa invece c"e essi si allontanano con velocit% talmente rossime a !uelle della luce (velocit%
relativistic"e) c"e necessario utilizzare una relazione relativistica er il calcolo di z.
/ella relativit% seciale z legato alla velocit% di allontanamento v dalle seguenti relazioni
z
c v
c v
=
+

1 e
( )
( ) 1 1
1 1
&
&
+ +
+
=
z
z
c
v
/el 19&B Sli"er aveva misurato i red3s"ift di <B galassie. *d eccezione di *ndromeda e di oc"e altre
galassie c"e avevano evidenziato uno sostamento verso il #lu, e !uindi un moto relativo di
avvicinamento, tutte le altre mostravano uno sostamento verso il rosso i) o meno marcato.
/el 19&9 4u##le, lavorando sui dati raccolti da Sli"er, giunse a definire una relazione c"e legava la
distanza delle galassie all'entit% del loro red3s"ift e !uindi, in definitiva, alla loro velocit% di
allontanamento.
v > 4 0
dove v la velocit% di allontanamento in Am=s, 0 la distanza in megaarsec (Mc) e 4 una costante
di roorzionalit%, detta costante di 4u##le, alla !uale si d% oggi il valore di BB Am=(s Mc).
Secondo tale relazione dun!ue tutte le galassie, ad eccezione di alcune a noi vicine c"e resentano moti
locali, manifestano una velocit% di allontanamento o recessione c"e risulta direttamente roorzionale
alla loro distanza.
9er esemlificare, una galassia c"e dista da noi 1 Mc si allontana a BB Cm=s, una c"e dista & Mc si
allontana a 11' Cm=s e cosD via.
Introducendo il arametro di red3s"ift 'z' ( dove z > A= > v=c), la relazione diventa
zc > 4 0
In tal modo la misura del red3s"ift di ciascuna galassia diventa una misura, oltre c"e della sua velocit%
di recessione v, anc"e della sua distanza 0. ,' in !uesto modo c"e gli astronomi "anno calcolato la
distanza degli oggetti celesti i) remoti, come radiogalassie e !uasar.
*nc"e se aarentemente u: sem#rare il contrario, la legge di 4u##le erfettamente coerente con il
rinciio cosmologico.
9er dimostrarlo rendiamo in considerazione cin!ue galassie, *, 7, -, 0, ,, oste su di una retta ad
intervalli regolari di 1 Mc.
9oniamo ora di trovarci nella galassia 7 e di osservare il moto delle altre !uattro galassie.
1E caso
Se il moto non seguisse la legge di 4u##le e tutte e !uattro le galassie si allontanassero da 7 non con
una velocit% direttamente roorzionale alla loro distanza, ma con la stessa velocit%, oniamo B' Am=s,
l'osservatore osto in 7 avre##e l'imressione di essere al centro di un moto di esansione. Ma
l'osservatore osto in - vedre##e le galassie 0 ed , ferme risetto a lui, la galassia 7 c"e si allontana a
B' Cm=s e la galassia * c"e si allontana a 1'' Cm=s. I risultati dell'osservazione non sono dun!ue gli
stessi se l'osservazione viene comiuta in luog"i diversi dell'universo e l'osservatore osto in -
3
otre##e er di i) dedurre c"e nell'universo esiste un luogo rivilegiato, il centro 7 da cui tutto si sta
allontanando.
&Ecaso
oniamo ora c"e il moto di esansione segua la legge di 4u##le e c"e l'esansione avvenga in modo
c"e la velocit% delle galassie risulti direttamente roorzionale alla distanza c"e le divide. ,' facile
allora verificare c"e dovun!ue noi sostiamo il unto di osservazione le misurazioni sul movimento
delle galassie esterne danno lo stesso risultato. 6utti gli osservatori avranno l'imressione di essere al
centro di un moto di esansione e nessuno otr% individuare un centro effettivo dell'universo, un luogo
rivilegiato.
9ossiamo immaginare l'universo come un foglio di gomma c"e venga stirato uniformemente. Se ad
esemio rendiamo tre unti *, 7 e - osti sulla circonferenza di un cerc"io di gomma con * c"e dista
& cm da 7 e B cm da -, e oi raddoiamo in un secondo le dimensioni del cerc"io, tutte le distanze al
suo interno verranno raddoiate. -osD ora * dister% < cm da 7 e 1' cm da -. L'osservatore osto in *
misurer% er 7 una velocit% di allontanamento di & cm=s mentre er - una velocit% di allontanamento di
B cm=s, tanto maggiore !uanto maggiori sono le distanze c"e inizialmente li searano.
<

In realt% il moto di recessione delle galassie non andre##e considerato come un vero e rorio
movimento, infatti ci: c"e si dilata nell'universo lo sazio3temo. Le galassie ossono essere ritenute
ferme risetto ad uno sazio temo in fase di dilatazione. 8uesto consente di accettare tra l'altro
velocit% di recessione, er le galassie i) lontane, maggiori di !uelle della luce e di interretare il
arametro z di red3s"ift non i) come dovuto ad effetto 0oler, ma connesso alla dilatazione c"e
anc"e le lung"ezze d'onda su#iscono !uando lo sazio3temo si esande. -osD se l'universo raddoia
le sue dimensioni anc"e tutte le lung"ezze d'onda della radiazione elettromagnetica vengono
raddoiate. Si arla in !uesto caso di red-shift cosmologico.
Se ad esemio +
e
il raggio dell'universo al momento in cui viene emessa una radiazione di lung"ezza
d'onda
e
, la lung"ezza d'onda
o
erceita ora (+
o
) soddisfa la seguente relazione
z
+ +
+
o e
e
o e
e
=

=


Se, ad esemio, z > 1 significa c"e +
o
> &+
e
e c"e stiamo erceendo una radiazione emessa !uando le
dimensioni dell'universo erano la met% delle attuali. z > & significa invece c"e +
o
> 3+
e
e c"e stiamo
erceendo una radiazione emessa !uando le dimensioni dell'universo erano un terzo delle attuali.
In definitiva l'universo resenta ora una dimensione z ? 1 volte maggiore di !uella c"e aveva !uando
stata emessa la radiazione c"e ora erceiamo con red3s"ift z.
La relazione c"e in !uesto caso lega z a v verr% ottenuta doo aver analizzato le e!uazioni c"e
descrivono la dinamica dell'esansione cosmica e la metrica dello sazio3temo.
$na volta accettata la legge di 4u##le come conseguenza del moto di esansione dell'universo
ossi#ile fare alcune interessanti considerazioni.

Se infatti la galassia - c"e si trova ad 1 Mc da 7 si sta allontanando da !uest'ultima alla velocit% di B'
Cm=s, ricordando c"e v > s=t, otremmo affermare c"e al temo
s Km
Mpc
t
= B'
1
=
le due galassie si trovavano unite.
B
Lo stesso ragionamento u: essere fatto anc"e er la galassia 0 c"e si trova a & Mc e c"e si allontana
da 7 a 1'' Cm=s. 9otremmo affermare c"e 7 e 0 erano unite al temo
s Km
Mpc
t
= 1''
&
=
Il valore ottenuto evidentemente lo stesso ed il ragionamento si u: fare er !ualsiasi coia di
galassie. 9ossiamo in altre arole affermare c"e tutte le galassie si trovavano concentrate in un solo
unto in un temo t, calcola#ile come raorto tra distanza e velocit% di allontanamento.
+icordando ora c"e la legge di 4u##le v > 40, semlice verificare c"e il raorto tra 0 e v risulta
ari al reciroco della costante di 4u##le e tale valore una stima dell'et% dell'universo
et%
0
v 4
universo = =
1
9er un valore di 4 attualmente stimato in BB Cm=(s Mc) (1,F; 1'
31;
s), l'et% dell'universo si
aggirere##e sui 1; miliardi di anni.
Si tenga resente c"e il valore di 4 non certo, ma si ritiene c"e esso de##a collocarsi tra B' e 1'' Am=
(s Mc). 9er un valore di 4 di B' Cm=(s Mc) (1,G& 1'
31;
s), l'et% dell'universo diviene circa &'
miliardi di anni, mentre er un valore di 4 di 1'' Cm=(s Mc) (3,&< 1'
31;
s), l'et% dell'universo diviene
circa 1' miliardi di anni. -ome si u: vedere iccole variazioni di 4 ossono modificare in modo
sensi#ile le nostre stime sull'et% dell'universo.
L'et% dell'universo calcolata come reciroco della costante di 4u##le tuttavia un limite sueriore. ,ssa
infatti calcolata nell'iotesi c"e 4 a##ia semre avuto lo stesso valore e c"e !uindi l'universo si sia
esanso anc"e in assato con la stessa velocit% con cui si sta esandendo ora. -i: non evidentemente
accetta#ile oic"H la resenza di materia deve aver frenato l'esansione c"e in assato deve essere
erci: stata i) raida. L'et% dell'universo deve !uindi essere certamente inferiore a 1=4.
9er oter stimare l'entit% di !uesto effetto frenante necessario ossedere una funzione +(t) c"e metta
in relazione il raggio + dell'universo con il temo t e c"e ci descriva in definitiva le caratteristic"e
cinematic"e dell'esansione.
Il formalismo matematico c"e ermette di descrivere la dinamica e la cinematica dell'universo
costituito dalle e!uazioni della relativit% generale. ,' er: notevole c"e alicando all'universo la teoria
neItoniana della gravitazione si giunga, come dimostrarono ,.*. Milne e J.4. Mc-rea nel 193<, a
risultati formalmente analog"i, anc"e se dal significato fisico diverso.
G
-.SM.L.1I* /,J6./I*/*
9rima del '9'' non si era mai tentato di alicare la meccanica neItoniana all'intero universo,
essenzialmente erc"H vi era la ferma convinzione c"e l'universo fosse infinito e statico. ,' invece facile
verificare c"e se l'universo soggetto ad un'unica forza attrattiva (la forza gravitazionale), su grande
scala, !uesta non u: c"e rovocarne la (caduta( verso il centro e !uindi un movimento di contrazione.
Inoltre alicando le e!uazioni di /eIton ad un universo infinito si va incontro al cosiddetto
paradosso gravitazionale, er il !uale la forza gravitazionale a cui soggetto un coro resenta un
valore diverso a seconda del rocedimento usato er calcolarla.
Immaginiamo ad esemio di costruire intorno ad un unto materiale 9 una serie di suerfici sferic"e
concentric"e c"e inglo#ino orzioni via via maggiori di universo (c"e iotizziamo formato da un fluido
materiale uniformemente distri#uito).
,' facile dimostrare c"e l'attrazione gravitazionale netta c"e ciascun guscio di materia esercita sul unto
, er ragioni di simmetria, nulla. Se immaginiamo di costruire infiniti gusci intorno al unto 9, la forza
gravitazionale c"e ne scaturir% sar% comun!ue nulla.
Se ora roviamo a costruire i nostri gusci sferici in modo c"e il unto rimanga semre sulla loro
suerficie, otterremo
F
In tal caso il unto 9 di massa m su#isce una forza gravitazionale diretta verso il centro dei gusci c"e
risulta direttamente roorzionale alla massa M contenuta in ciascun guscio e inversamente
roorzionale al !uadrato del raggio del guscio
f 1
M m
r
g
=

&
In !uesto modo, se costruiamo infiniti gusci la forza gravitazionale risultante risulta essere infinita.
Il rocedimento c"e orta a risultati fisicamente accetta#ili !uello di orre il unto sulla suerficie di
un guscio e di costruire i gusci esterni, in modo c"e siano concentrici al rimo.
9er una roriet% della forza gravitazionale gi% dimostrata dallo stesso /eIton, i gusci esterni non
esercitano (er ragioni di simmetria) nessuna attrazione netta sul unto 9, il !uale (sente( solo la massa
contenuta nel guscio interno, come se essa fosse interamente concentrata nel centro.
Immaginiamo dun!ue l'universo come una sfera di raggio +, volume K >
<
3
3
t+ e massa M
uniformemente distri#uita. Si consideri ora una galassia di massa m osta sulla suerficie di tale sfera,
dotata di una velocit% di recessione, secondo la legge di 4u##le, ari a
1) v 4+ =
La sua energia cinetica sar% ari a
&) , mv
c
=
1
&
&
e la sua energia otenziale
3) , 1
mM
+

=
9er il rinciio di conservazione dell'energia, l'energia totale (cinetica ? otenziale) deve rimanere
costante durante l'esansione
, , , t
tot c
= + = cos
<) , mv 1
mM
+
tot
=
1
&
&
La relazione <) ci ermette di individuare 3 casi c"e roducono 3 differenti modelli cosmologici
1E
, , ,
c tot
> > '

;
L'energia cinetica suera l'energia gravitazionale. La forza gravitazionale non in grado di fermare
l'esansione la !uale continuer% indefinitamente. L'universo si dice aerto.
&E
, , ,
c tot
= = '

L'energia gravitazionale eguaglia l'energia cinetica. -i troviamo in una situazione di erfetto e!uili#rio.
La forza gravitazionale non in grado di fermare l'esansione. La velocit% di esansione continuer% a
diminuire, tendendo a zero senza er: annullarsi. *nc"e in !uesto caso l'universo si dice aerto.
3E
, , ,
c tot
< < '

L'energia gravitazionale suera l'energia cinetica. La forza gravitazionale in grado di fermare
l'esansione. L'universo raggiunger% un unto di massima esansione, si fermer% e inizier% a contrarsi.
L'universo si dice c"iuso.
9ossiamo osservare la stretta analogia con un roiettile c"e viene lanciato dalla terra. Se la sua energia
cinetica suera o eguaglia l'energia gravitazionale esso in grado di sfuggire al camo gravitazionale
terrestre, in caso contrario destinato a ricadere sulla terra.
Se la sua energia cinetica eguaglia l'energia gravitazionale entra in un'or#ita ara#olica intorno alla
terra, trovandosi in una situazione di erfetto e!uili#rio dinamico.
La velocit% c"e il roiettile deve avere in !uest'ultimo caso detta velocit di fuga e si calcola
facilmente dalla condizione di eguaglianza tra ,
c
ed ,

B)
1
&
&
mv 1
mM
+
=
G) v
1M
+
f
=
&
*nc"e er l'universo ossiamo calcolare una velocit% di fuga. /on conoscendo la massa totale M ed il
raggio + dell'universo i) conveniente esrimere tale velocit% in funzione di varia#ili accessi#ili alla
misura come la densit% di materia e la costante di 4u##le
F)

t
= =
M
K
M
+
<
3
3
Sostituendo nella G) e ricordando c"e er la 1)
v 4 +
& & &
=
si ottiene
;) 4 1
c
&
;
3
= t
relazione c"e contiene solo varia#ili ( 4 e ) misura#ili.

c
la cosiddetta densit critica, cio la densit% c"e l'universo dovre##e ossedere affinc"H la sua
energia cinetica (misurata dal valore di 4) in un certo istante eguagli l'energia gravitazionale (misurata
da ). Se ora sostituiamo ad 4 il valore attualmente misurato (4
o
) otteniamo il valore attuale della
densit% critica.
9)
t
c o
1
4 =
3
;
&
9
9er un valore di 4
o
> BB Am=(s Mc) la densit% critica resenta un valore attuale di B,GF 1'
33'
g=cm
3
$tilizzando i valori estremi di 4
o
(B' e 1'' Am=s Mc) la densit% critica assume i valori <,F' 1'
33'
g=cm
3
e 1,;; 1'
3&9
g=cm
3
.
In linea di rinciio otremmo ertanto saere se l'universo aerto o c"iuso confrontando il valore
della densit% critica con !uello della densit% effettiva attuale (
o
).
Il modo i) semlice er misurare la densit% effettiva contare il numero di galassie er unit% di
volume e moltilicare er la massa media di una galassia.
Il numero medio di galassie er unit% di volume sem#ra aggirarsi intorno a & 1'
3&
er megaarsec
cu#ico, ari a circa & galassie ogni 1'' Mc
3
. La massa media di una galassia u: essere desunta
artendo dall'iotesi c"e vi sia una roorzionalit% tra luce emessa e massa della galassia. *ssumendo
er le galassie una magnitudine assoluta media M > 3 &1 e ricordando c"e il sole (la cui luminosit%
viene resa come unit% di misura ed indicata come L

> 3,; 1'
33
erg=s) resenta una magnitudine
assoluta ari a M > <,9, la luminosit% intrinseca media di una galassia ari a circa & B & & 1'
&G 1'
, , ~ L .
Se oniamo uguale ad 1 il raorto Massa3Luminosit% del sole (M =L > 1) troviamo c"e tale
raorto vale mediamente er le galassie circa 1'. 6ale coefficiente ci ermette di trasformare la
luminosit% media di una galassia in massa media, esressa in masse solari. La massa media di una
galassia deve ertanto valere arossimativamente &,& 1'
11
M . Moltilicando tale valore er il
numero medio di galassie er unit% di volume otteniamo una densit%, esressa in masse solari, ari a
circa < < 1'
9
, M =Mc
3
.
+icordando infine c"e M > & 1'
33
g e c"e 1Mc
3
> &,93< 1'
F3
cm
3
, ossiamo calcolare la densit%
effettiva in g=cm
3
. ,ssa risulta essere ari a circa 3 1'
331
g=cm
3
(valore gi% trovato da .ort nel 19B;).
6ale valore naturalmente un limite inferiore della densit% effettiva oic" tiene conto solamente della
materia visi#ile.
Le misure di densit% effettiva danno dun!ue valori c"e si aggirano su 1=1'' della densit% critica. Se ci:
fosse vero l'energia cinetica suerere##e l'energia gravitazionale e l'universo sare##e destinato ad
esandersi er l'eternit%.
Ki sono comun!ue diverse o#iezioni a !uesta conclusione.
In rimo luogo il valore della densit% critica diende dal valore misurato di 4
o
c"e, come a##iamo gi%
detto resenta un'elevata incertezza ( B' 3 1'' Am=s Mc). In secondo luogo la densit% effettiva c"e noi
misuriamo tiene conto er lo i) della materia visi#ile, !uella c"e emette luce. 9otre##e esistere
nell'universo, e la maggior arte degli astronomi ne convinta, arecc"ia materia non emittente
(materia oscura) c"e otre##e contri#uire in modo decisivo ad innalzare il valore di
o
.
1li astronomi sono soliti indicare la densit% dell'universo tramite il parametro di densit O, ari al
raorto tra la densit% effettiva e la densit% critica.
c
o

= O
/aturalmente O otr% assumere i seguenti valori
O L 1 $niverso aerto in esansione eretua
O > 1 $niverso aerto in esansione eretua (critico)
O M 1 $niverso c"iuso destinato a collassare
1'
1li effetti della materia resente nell'universo ossono essere descritti anc"e attraverso l'entit% della
decelerazione rodotta. 6ale decelerazione viene esressa in cosmologia tramite un arametro detto
parametro di decelerazione q.
Il arametro di decelerazione misura in ratica la velocit% con cui il valore di 4 diminuito al assare
del temo. In altre arole ! ari alla derivata di 4 risetto al temo e si u: dimostrare c"e esso
risulta legato al arametro di densit% dalla relazione
O =
&
1
q
-erc"iamo di ottenere una relazione c"e leg"i + al temo (legge oraria) er i 3 modelli di universo.
0all'e!uazione <), riordinando
1') =
& &
&
,
m
v
1M
+
tot
la !uantit% al rimo mem#ro una costante.
9onendo A
,
m
tot
=
&
la 1') diventa
11) v
1M
+
A
&
&
=
Il valore di A u: variare in funzione delle unit% di misura usate, ma non il suo segno.
Infatti se
,

M ,
c
A M '
,

> ,
c
A > '
,

L ,
c
A L '
In genere, er uniformare le diverse trattazioni si restringono i ossi#ili valori di A a ?1, ', 31
,srimiamo ora anc"e nella 1') la Massa e la Kelocit% in termini di varia#ili misura#ili ( e 4).
1&) |
.
|

\
|
=
& &
3
;
H G R k t
La relazione 1&) analoga a !uella c"e descrive lo sazio3temo nella relativit% generale. La differenza
sostanziale sta nell'interretazione fisica di +, A e .
/ell'aroccio neItoniano + il raggio dell'universo esrimi#ile attraverso unit% di misura di
lung"ezza, la densit% di materia e A una misura dell'energia totale di una articella materiale, il
cui segno ci ermette di revedere se essa o meno gravitazionalmente legata.
/ell'aroccio relativistico + il fattore di scala, A l'indice di curvatura dello sazio3temo e la
densit della massa-energia.
0i tali differenze arleremo in seguito, doo aver analizzato il comortamento dinamico dell'universo
nei tre casi individuati. 9er ora si osservi c"e, essendo + semre necessariamente ositivo, sar%
sufficiente calcolare il segno della !uantit% tra arentesi nella 1&) er conoscere il segno di A (segno c"e
diende dai valori attualmente misurati di e 4).
11
Kediamo ora come evolve l'universo nei tre casi
1E) ,

M ,
c
A M ' O M 1
9er A ositivo la differenza a secondo mem#ro nella 11) sar% ositiva er + molto iccolo (e !uindi
&1M=+ molto grande). Man mano c"e il raggio dell'universo aumenta, la differenza a secondo mem#ro
si fa i) iccola (e con essa la velocit% di esansione al rimo mem#ro).
*d un certo unto + raggiunge un valore massimo c"e azzera la velocit%. 9er v > ' si "a
13) +
1M
A
maN
=
&
8uando la velocit% di esansione si azzerata (e con essa l'energia cinetica) l'energia gravitazionale
li#era di invertire l'esansione inducendo una diminuzione di +. L'universo si contrae fino ad azzerare
nuovamente il suo raggio. La curva c"e si ottiene una cicloide.
&E) ,

> ,
c
A > ' O > 1
9er A nullo la 11) diventa
1<) v
1M
+
&
&
=
ricordando c"e la velocit% la derivata dello sazio risetto al temo v
d+
dt
= , ossiamo riscrivere la
1<)
1B)
+
1M
d+ dt
1
&
&
=
c"e integrata orge
1G)
&
3 &
3
&
+
1M
t =
riordinando si ottiene
1F) + 1M t
3 &
9
&
=
(c"e resenta la stessa forma della terza legge di Celero)
1&
*l crescere del temo t il raggio dell'universo !uindi destinato a crescere indefinitamente secondo una
legge oraria del tio
+ t
&
3
,srimendo nella 1F) la massa M in funzione della densit% di materia otteniamo la relazione c"e ci
descrive come varia con il temo
1;)
t
=

1
G
&
1
t
+icordando oi c"e in !uesto modello l'universo ossiede esattamente la velocit% di fuga e !uindi
o
>

c
(O > 1), ossiamo sostituire nella 1;) con il valore della densit% critica trovato nella 9).
.tteniamo
19) 4
t
=
&
3
Se nella 19) sostituiamo 4 con il suo valore attuale (4
o
> BB Am=s Mc) troviamo il temo (t
o
)
trascorso dall'inizio dell'esansione ad oggi in un universo in e!uili#rio dinamico (,
c
> ,

)
&')
t
4 s
s
o
o
= =

= ~

&
3
&
3 1 F; 1'
3 F 1' 1 & 1'
1; 1
1F 1'
,
, , anni
8uesto modello di universo l'unico er il !uale ossi#ile calcolare il temo effettivamente trascorso
dall'inizio dell'esansione, oic"H, onendo la densit% effettiva uguale alla densit% critica, si u:
calcolare in modo reciso l'effetto frenante della materia sull'esansione.
3E) ,

L ,
c
A L ' O L 1
er A negativo la differenza a secondo mem#ro nella 11) sar% semre ositiva, e semre maggiore di
zero sar% ertanto anc"e la velocit% di esansione a rimo mem#ro.
La forma della legge oraria +(t) diversa nelle fasi iniziali dell'esansione risetto alle fasi successive.
*ll'inizio dell'esansione (t iccolo) + molto iccolo e !uindi
&M1
+
A >> . ,ssendo all'inizio
dell'esansione A trascura#ile risetto a &1M=+ la 11) diventa la 1<) e la legge oraria sar% !uindi del
tio
+ t
&
3

13
Man mano c"e il raggio dell'universo aumenta sar%
&M1
+
A << . ,ssendo a !uesto unto &1M=+
trascura#ile risetto a A, la 11) diventa
&1) v A
&
=
c"e integrata fornisce la legge oraria
+ A t =
9ossiamo riunire i 3 modelli in un unico grafico
-ome si u: osservare un universo c"iuso (A M ') deve avere un'et% indefinita inferiore a
&
34
o
, mentre
un universo aerto (A L ') deve avere un'et% indefinita comresa tra
1
4
o
e
&
34
o
.
1<
In sintesi dun!ue i 3 modelli consentono di descrivere tre tii alternativi di universo in esansione. ,ssi
diendono essenzialmente da !uanta materia resente nell'universo. /ell'aroccio neItoniano c"e
a##iamo finora utilizzato ossiamo immaginare c"e la resenza di materia nell'universo roduca una
forza gravitazionale di ric"iamo c"e diminuisce rogressivamente la velocit% di esansione
Il ro#lema analogo a !uello della velocit% di fuga er un coro c"e si allontana dalla terra. Se infatti
il coro ossiede una velocit% maggiore di !uella di fuga esso otr% allontanarsi definitivamente dalla
suerficie terrestre, se esso invece resenta una velocit% inferiore alla velocit% di fuga sar% destinato a
ricadere su di essa.
9ossiamo immaginare c"e anc"e er l'universo esista una velocit% di fuga il cui valore dienda dalla
!uantit% di materia in esso resente.
Se dun!ue l'universo si sta esandendo con una velocit% sueriore alla sua velocit% di fuga, la sua
esansione sar% infinita. La sua velocit% diminuir% er la resenza di materia, ma senza mai azzerarsi
(universo aperto.
Se invece l'universo si sta esandendo con una velocit% inferiore alla sua velocit% di fuga, la sua
esansione avr% termine. La sua velocit% diminuir% fino ad azzerarsi e a !uel unto l'esansione si
trasformer% in una contrazione destinata a riortare tutta la materia in un unico unto (universo chiuso.
,siste anc"e un caso intermedio. Se infatti l'universo ossiede una velocit% esattamente ari alla sua
velocit% di fuga esso si trova in una situazione di erfetto e!uili#rio tra energia cinetica ed energia
otenziale c"e gli consente comun!ue una esansione eretua. *nc"e !uesto classificato come
universo aperto. In !uest'ultimo caso ossi#ile calcolare !uale dovre##e essere la densit% c"e
l'universo dovre##e ossedere er e!uili#rare esattamente la sua attuale velocit% di esansione (c"e
siamo in grado di stimare). 6ale densit% detta densit critica. (
c
).
/aturalmente non conosciamo il valore della densit% effettiva (
o
) c"e ci ermettere##e di saere !uale
dei tre modelli descrive effettivamente il nostro universo.
-.SM.L.1I* +,L*6IKIS6I-*
I rimi tentativi di descrivere l'intero universo tramite gli strumenti della relativit% si devono allo stesso
,instein, il !uale nel 191F aveva alicato all'intero universo le e!uazioni relativistic"e ottenendo come
risultato un universo non in e!uili#rio, ma in contrazione. Ma fino agli anni '&' del nostro secolo si
riteneva c"e l'universo fosse statico. ,instein introdusse ertanto un termine correttivo, la cosiddetta
costante cosmologica, con effetti reulsivi, er 'evitare' c"e l'universo collassasse sotto la sinta della
attrazione gravitazionale rodotta dalla materia in esso contenuta. In seguito ,instein arler% della
costante cosmologica come uno dei i) grossi a##agli della sua carriera.
In !uello stesso anno Jillem 0e Sitter trov: un'altra soluzione delle e!uazioni di ,instein (semre
utilizzando la costante cosmologica) c"e descrivevano un universo vuoto di materia caratterizzato da un
moto di esansione.
Se ,instein avesse alicato le sue e!uazioni all'universo senza introdurre la costante cosmologica
avre##e otuto anticiare la scoerta di un universo dinamico, in evoluzione.
Il risultato si deve invece al sovietico *leAsandr 5ridman il !uale nel 19&& ottenne una soluzione
dinamica delle e!uazioni originarie di ,instein (senza la costante cosmologica). 5acendo l'iotesi c"e la
materia otesse considerarsi diffusa in modo omogeneo all'interno dell'universo egli trov: c"e esso
doveva essere caratterizzato da un'esansione uniforme.
5ridman giunse ad una descrizione c"e oggi riteniamo corretta della dinamica dell'universo, ma le sue
e!uazioni non e##ero alcuna eco in occidente, fino a !uando non vennero riscoerte in modo
indiendente nel 19&F da 1eorge LemaOtre, il !uale suggerD c"e l'esansione avre##e rodotto uno
sostamento verso il rosso delle rig"e settrali osservate, fatto oi confermato serimentalmente
dall'astronomo 4u##le nel 19&9.
1B
LemaOtre forse maggiormente noto er esser stato il rimo ad iotizzare, in modo del tutto !ualitativo,
la nascita dell'universo da un (atomo rimigenio( suerdenso, dalla cui eslosione avre##ero reso
origine tutti gli elementi c"imici e la radiazione cosmica. 9er !uesto motivo sesso ricordato come il
(adre( del 7ig 7ang.
/el 193B i modelli di 5ridman trovarono una definitiva formalizzazione grazie ai lavori di +o#ertson e
JalAer. .ggi i modelli cosmologici #asati sulle soluzioni di 5ridman, +o#ertson e JalAer sono sesso
indicati come cosmologie !R".
,ssi corrisondono, anc"e dal unto di vista formale, ai tre modelli neItoniani ottenuti in recedenza.
Il modello con A > ' noto anc"e come modello di #instein - $e %itter.
Si tratta ora di c"iarire come in relativit% generale certe grandezze de##ano essere interretate
fisicamente in modo diverso risetto a !uanto a##iamo visto nella descrizione neItoniana.
&a curvatura dello spazio-tempo
Secondo ,instein ossi#ile sostituire il modello neItoniano in cui la gravit% si manifesta come una
forza attrattiva, con un modello in cui la gravit% viene conceita come una manifestazione della
geometria dello sazio. In altre arole la resenza di materia in grado di curvare lo sazio3temo
(cron:too). I cori !uindi, in assenza di forze gravitazionali, o##edendo al rinciio di inerzia si
muovono nello sazio di moto rettilineo uniforme. Ma essendo lo sazio in cui si muovono curvo, essi
seguono delle traiettorie non rette, ur continuando tali traiettorie ad essere i ercorsi i) #revi tra due
unti.
.ltre a curvature locali, resenti ad esemio intorno ad una stella o ad un ianeta, ossi#ile conceire
una curvatura comlessiva c"e caratterizza l'intero universo e la cui entit% diende dalla densit%
effettiva di materia in esso resente.
/elle e!uazioni relativistic"e A raresenta una misura della curvatura dello sazio3temo ed detto
indice di curvatura.
9er ,instein dun!ue la densit% di materia resente nell'universo condiziona la geometria dello sazio ed
in uno sazio curvo la geometria euclidea non u: i) essere utilizzata.
* ciascuno dei tre modelli di esansione !uindi ossi#ile associare una caratteristica curvatura sazio
temorale ed in definitiva una articolare geometria.
5ino agli inizi dell'.ttocento l'unica geometria conosciuta era !uella formalizzata da ,uclide a artire
da cin!ue ostulati, tra cui il BE, noto anc"e come ostulato (delle arallele(.
/ella rima met% dell'.ttocento si fece strada l'idea c"e altre geometrie fossero ossi#ili, sorattutto ad
oera di 1auss, +iemann, 7olPai e Lo#acevsAiQ.
1i% nel 'F'' il adre gesuita 1erolamo Sacc"eri, tentando di dimostrare il !uinto ostulato aveva
costruito una geometria fondata sui rimi !uattro, c"e violava volutamente il !uinto. ,gli serava cosD
di ottenere una costruzione riva di coerenza interna in modo da ottenere una dimostrazione er
assurdo del !uinto ostulato. .ttenne invece una geometria lontana dal senso comune, ma
erfettamente coerente.
5u solo nella rima met% dell'.ttocento c"e si arriv: ad accettare l'idea c"e geometrie non-euclidee,
cosD sono dette le geometrie c"e violano il !uinto ostulato, otevano essere formalizzate fondandosi
uramente sul rinciio di non contraddizione.
,sistono due tii fondamentali di geometrie non3euclidee.
Le rime c"e affermano c"e er un unto esterno ad una retta data non assa alcuna arallela
(geometria ellittica o sferica 3 +iemann).
1G
Le seconde c"e affermano c"e er un unto esterno ad una retta data assano infinite arallele
(geometria iperbolica 3 Lo#acevsAiQ).
* 1auss e +iemann si deve invece un'altra imortante generalizzazione del concetto di geometria. La
geometria a tre dimensioni u: essere infatti considerata come un caso articolare di geometrie
costruite con un numero !ualsivoglia di dimensioni. /asce dun!ue l'idea di una geometria in grado di
descrivere sazi curvi a i) dimensioni.
6utto ci: rimase ura seculazione teorica fino a !uando la teoria della relativit% generale non dimostr:
c"e la materia era in grado di curvare lo sazio temo !uadridimensionale.
9oic"H er: er noi imossi#ile la raresentazione di uno sazio curvo a tre dimensioni (e
tantomeno a !uattro, se consideriamo anc"e la dimensione temorale) conveniente ensare allo sazio
come ad una suerficie a due dimensioni. 6utte le considerazioni c"e faremo otranno oi essere
utilizzate er descrivere la geometria dell'intero universo.
8uando si lavora su suerfici curve le distanze non ossono i) essere misurate tramite rette, ma
tramite linee curve. In una suerficie iana la retta raresenta la distanza i) #reve tra due unti. In
una suerficie curva la distanza i) #reve tra due unti una linea curva detta geodetica. Le rette sono
le geodetic"e delle suerfici iane.
1) superfici sferiche e universo ellittico k ' (
Le suerfici sferic"e sono suerfici a curvatura costante ositiva. Le geodetic"e di una suerficie
sferica sono arc"i di cerc"io massimo (un cerc"io massimo si ottiene intersecando la suerficie con
iani assanti er il centro). /on esistono due geodetic"e arallele oic"H tutte si intersecano in due
unti oosti. 6ale suerficie deve essere dun!ue descritta tramite una geometria non euclidea
(ellittica). -ostruendo un triangolo con tre arc"i di geodetica si u: facilmente verificare c"e la somma
degli angoli interni semre maggiore di 1;'E. Muovendosi lungo una geodetica si u: ritornare al
unto di artenza.
L'universo sare##e caratterizzato da una geometria di !uesto tio, naturalmente con tre dimensioni
saziali, se la sua densit% effettiva fosse maggiore della sua densit% critica.
0un!ue un universo c"e contiene una !uantit% tale di materia da rodurre una curvatura costante
ositiva. $n universo caratterizzato da una geometria ellittica anc"e un universo c"iuso, destinato a
fermare la sua esansione e a contrarsi.
In un tale universo un raggio di luce, costretto a seguire le traiettorie i) #revi e !uindi una geodetica, si
ritrovere##e al unto di artenza doo aver attraversato tutto lo sazio.
&) superfici iperboliche e universo iperbolico k ) (
Le suerfici ier#olic"e sono suerfici a curvatura costante negativa. 9ossiamo immaginarle come una
suerficie (a sella(. In !ueste suerfici esistono infinite geodetic"e c"e assano er un unto esterno ad
una geodetica data senza mai intersecarsi con !uesta. 6ale suerficie deve essere !uindi descritta
tramite una geometria non3euclidea (ier#olica). -ostruendo un triangolo con tre arc"i di geodetica si
u: verificare come la somma degli angoli interni minore di 1;'E.
L'universo sare##e caratterizzato da una geometria di !uesto tio, naturalmente con tre dimensioni
saziali, se la sua densit% effettiva fosse minore della sua densit% critica.
0un!ue un universo c"e contiene una !uantit% talmente #assa di materia da rodurre una curvatura
costante negativa. $n universo caratterizzato da una geometria ier#olica anc"e un universo aerto,
destinato ad esandersi er semre.
3) superfici piane e universo piatto o euclideo k = (
1F
Le suerfici iane sono suerfici a curvatura nulla. In esse vale la geometria euclidea. L'universo
sare##e caratterizzato da una geometria di !uesto tio, naturalmente con tre dimensioni saziali, se la
sua densit% effettiva fosse uguale alla sua densit% critica.
$n universo caratterizzato da una geometria euclidea anc"'esso un universo aerto, destinato ad
esandersi er semre.
Se noi fossimo in grado di tracciare un enorme triangolo con dei raggi laser nello sazio e oi ne
misurassimo la somma degli angoli interni otremmo caire in c"e tio di sazio viviamo (iano,
sferico o ier#olico) e di conseguenza !uale sar% il destino dell'universo (aerto o c"iuso).
*l fattore di scala R e la metrica dell+universo
/ella cosmologia relativistica non ossi#ile arlare di raggio dell'universo. La grandezza + c"e
comare nelle e!uazioni va interretata come un fattore di scala.
$n esemio servir% a c"iarire.
Immaginiamo un maamondo sul !uale sia raresentata la suerficie terrestre. .gni luogo
individuato tramite le sue coordinate geografic"e (latitudine e longitudine). Suoniamo di essere
interessati unicamente alla latitudine, cio alla distanza angolare di un luogo dall'e!uatore.
*d esemio +oma si trova a <&E a nord dell'e!uatore. /oi saiamo c"e 1E di latitudine corrisonde a
circa 11' Am. -osD er calcolare la distanza in Am di una citt% dall'e!uatore do##iamo moltilicare la
sua coordinata (latitudine) er un fattore c"e in !uesto caso 11' Am=grado.
+oma erci: dister% <&E N 11' Am=grado > <G&' Am dall'e!uatore.
Immaginiamo ora c"e la terra imrovvisamente si gonfi uniformemente, raddoiando il suo diametro.
6utte le distanze tra le diverse localit% raddoieranno. Ma le coordinate dei diversi luog"i rimarranno
le medesime e noi otremmo continuare ad utilizzare il nostro maamondo, con l'avvertenza c"e ora
1E di latitudine non vale i) 11' Am, ma &&' Am.
+oma dister% ora <&E N &&' Am=grado > 9&<' Am dall'e!uatore.
In altre arole ogni volta c"e la terra cam#ia dimensioni, noi ossiamo mantenere inalterate le
coordinate dei diversi luog"i ed aggiornare il fattore di conversione c"e c"iameremo fattore di scala. Se
la terra raddoia il suo diametro, raddoiamo anc"e il fattore di scala, se lo trilica lo trilic"iamo e
cosD via.
1;
9er l'universo il ragionamento analogo. 9oic"H l'esansione si suone avvenga radialmente er tutti i
unti, sar% sufficiente un'unica coordinata saziale N c"e individua la osizione di un unto risetto
all'origine, ar#itrariamente fissata.
6ale coordinata rimane costante durante l'esansione. ,' una caratteristica del unto (come la latitudine
di +oma nell'esemio recedente) e lo accomagna durante il suo moto di recessione radiale. 9er
!uesto motivo tale coordinata detta coordinata comovente o radiale. La relativit% fornisce le relazioni
c"e legano il fattore di scala + al temo t nei diversi modelli cosmologici. -osD er ottenere la distanza
effettiva 0 di un unto necessario moltilicare la coordinata er il fattore di scala.
&&) 0 N + =
Le distanze c"e searano due unti resentano in realt% alcune caratteristic"e eculiari legate al fatto
c"e la relativit% generale non distingue tra coordinate saziali e coordinata temorale. -iascun unto
dell'universo ertanto caratterizzato da < coordinate (3 saziali ed 1 temorale). I unti cosD
caratterizzati sono detti eventi e la relativit% generale ermette di misurare la distanza sazio3temorale
tra due eventi.
Il formalismo matematico c"e ermette di calcolare le distanze tra due unti in uno sazio !ualsiasi (ad
n dimensioni) rende il nome di metrica dello spazio.
La metrica una generalizzazione del teorema di 9itagora attraverso il !uale ossi#ile calcolare la
distanza tra due unti di cui sono note le coordinate.
La lung"ezza del segmento L in uno sazio a due dimensioni si ottiene, come noto, tramite la
relazione itagorica L N P
& & &
= + A A . In uno sazio a tre dimensioni facile verificare c"e la relazione
diventa L N P z
& & & &
= + + A A A .
Se er: la geometria non euclidea la distanza tra due unti non , come a##iamo visto un segmento di
retta, ma una orzione di geodetica. In tal caso ossi#ile alicare comun!ue il teorema di 9itagora,
immaginando di dividere il tratto di geodetica in orzioni infinitesime ds, a ciascuna delle !uali si
alica il teorema di 9itagora ds dN dP dz
& & & &
= + + . La lung"ezza del tratto di geodetica si otterr% come
somma di tutti i ds e !uindi come
}
ds
.
In definitiva nello sazio3temo (cron:too) a < dimensioni, la distanza tra due eventi calcola#ile, in
modo analogo a !uanto a##iamo finora visto, tramite ds dN dN dN dN
&
1
&
&
&
3
&
<
&
= + + + . La !uarta
coordinata la coordinata temorale c"e vale dN c dt
<
& & &
= . Si ottiene in !uesto modo la relazione
matematica c"e fornisce la distanza tra due eventi nello sazio3temo iano (metrica di MinAoIsAP),
nell'am#ito della relativit% seciale.
19
La relativit% generale considera er: anc"e sazi curvati dalla resenza di materia. La metrica
necessaria er calcolare le distanze sazio3temorali tra eventi in sazi curvi fu ottenuta nel 193B da
+o#ertson e JalAer, indiendentemente l'uno dall'altro. ,ssa contiene, come facilmente revedi#ile,
sia l'indice di curvatura A, c"e il fattore di scala +.
&3)
( )
( )
& &
& & &
& & &
& &
<
1
dt c
z , -
k
dz d, d-
t R ds
(

+ + +
+ +
=

Kediamo ora come la &3) u: essere utilizzata er costruire alcune relazioni c"e leg"ino il arametro di
red3s"ift z alla velocit% di recessione v ed alla distanza 0 c"e seara due unti nello sazio3temo
euclideo.
Se accettiamo una interretazione cosmologica del red3s"ift, allora
&<)
z
+ +
+
o e
e
o e
e
=

=

e !uindi
&B)
+
+
z
o
e
= +1
essendo oi er la 1F)
+ t
&
3
e !uindi
3
&
|
|
.
|

\
|
=
e
o
e
o
t
t
R
R
allora
&G) 1
3
&
+ =
|
|
.
|

\
|
z
t
t
e
o

essendo inoltre er la &')
t 4
1
allora
&F) 1
3
&
+ =
|
|
.
|

\
|
z
H
H
o
e
essendo infine er la 1<)
v +
& 1


e !uindi
&
|
|
.
|

\
|
=
o
e
e
o
v
v
R
R
allora
&;) 1
&
+ =
|
|
.
|

\
|
z
v
v
o
e
/el caso di un universo euclideo A > '. Inoltre, oic" l'esansione avviene radialmente, sar%
sufficiente considerare una sola coordinata radiale (N). La &3) diventa allora
&9) ( )
& & & & &
dt c d- t R ds =
9oic" in relativit% generale l'e!uazione di roagazione di un segnale luminoso si ottiene onendo ds
> ' (geodetica di lung"ezza nulla), otremo scrivere
3') ( )
& & & &
dt c d- t R =
estraiamo la radice !uadrata e riordiniamo
( )
dt
t R
c
d- =
+icordando c"e +(t) er la 1F)
+ * t =
&
3
con * > cost, otteniamo
dN
c
* t
dt =

&
3
&'
integriamo
} }

=
'
3
&
'
t
t
-
e
dt
t .
c
d-
}

=
'
3
&
t
t
e
dt t
.
c
-
N
c
*
t
t
t
e
= 3
1
3
'
N
c
*
t t
e
= 3
'
1
3
1
3
(
(

|
|
.
|

\
|
=
3
1
3
1
'
'
1 3
t
t
t
.
c
-
e
(
(

|
|
.
|

\
|
=
3
1
3
&
'
'
'
1 3
t
t
.t
ct
-
e
(
(

|
|
.
|

\
|
=
3
1
' '
'
1
3
t
t
R
ct
-
e
dalla &')
t
4
'
'
&
3
=
, sostituendo
31)
(
(

|
|
.
|

\
|
=
3
1
' ' '
1
&
t
t
R H
c
-
e
dalla &G) otteniamo
( )
&
3
1
1
+
=
z
t
t
o
e
c"e sostituito nella 31) fornisce
3&)
( ) (
(

+
=
&
1
1
1
1
&
' ' z
R H
c
-
ricordando ora c"e er la &&) 0 > N +, doo aver ortato +o al rimo mem#ro nella 3&) otteremo
33)
( ) (
(

+
= =
&
1
1
1
1
&
'
' '
z
H
c
$ -R

-"e ci ermette di calcolare la distanza attuale 0
o
di un oggetto celeste di cui conosciamo il red3s"ift z.
,ssendo dalla &B)
( ) 1 + = z R R
e o
deve anc"e essere
( ) 1 + = z $ $
e o
. Sostituendo nella 33) otteniamo
3<)
( )
( ) (
(

+
=
&
1
1
1
1
1
&
' z
z H
c
$
e
-"e ci ermette di calcolare la distanza 0
e
di un oggetto celeste di cui conosciamo il red3s"ift z, al
temo t
e
di emissione.
,ssendo oi v > 40 otteniamo
&1

( ) (
(

+
= =
&
1
1
1
1 &
' ' '
z
c $ H v
da cui
3B)
( ) (
(

+
=
&
1
1
1
1 &
'
z
c
v
c"e ci ermette di calcolare a c"e frazione della velocit% della luce (v
o
=c) si sta attualmente
allontanando l'oggetto celeste di cui conosciamo il red3s"ift z.
, inoltre, oic" dalla &F) ( )
&
3
1 + = z H H
o e
, tenendo resente la 3<) e sostituendo oortunamente
( ) | | 1 1 &
&
1
+ = = z c $ H v
e e e
da cui
3G) ( ) | | 1 1 &
&
1
+ = z
c
v
e
c"e ci ermette di calcolare a c"e frazione della velocit% della luce (v
e
=c) si stava allontanando l'oggetto
celeste di cui conosciamo il red3s"ift z al temo di emissione t
e
.
9ossiamo inoltre calcolare il temo di emissione in funzione di z. Infatti, semre tenendo resente la
&F)
3F)
( )
&
3
1 3
&
3
&
+
= =
z H
H
t
o
e
e
9ossiamo infine calcolare la distanza effettivamente ercorsa dal raggio luminoso er giungere sino a
noi moltilicando la velocit% della luce er il temo imiegato a raggiungerci dal momento di
emissione al momento di ricezione (t
o
3t
e
).
3;)
( )
( ) (
(

+
= =
&
3
1
1
1
3
&
z
H
c
t t c $
o
e o

$tilizzando !ueste relazioni sul !uasar i) distante finora scoerto (z ~ <) troviamo ad esemio c"e er
la &B) deve essere +o > B +e e !uindi stiamo osservando un oggetto c"e "a emesso la radiazione c"e
ora ci colisce !uando l'universo aveva dimensioni ari ad 1=B delle attuali.
6ale radiazione stata emessa al temo t
e
> 3,3B 1'
1G
s ~ 1 miliardo di anni doo il 7ig 7ang.
La distanza c"e ci searava allora dal !uasar era 0
e
> 3,9 miliardi di a.l. .vviamente ora tale distanza
B volte maggiore ( 0
o
> 19,F miliardi di a.l.). La distanza effettivamente ercorsa dalla luce 0 > 1&
miliardi di anni luce.
*l momento di emissione il !uasar si stava allontanando da noi ad una velocit% v
e
ari a &,<F volte la
velocit% della luce, mentre ora si allontana ad una velocit% v
o
ari a 1,1 volte la velocit% della luce.
La costante di 4u##le aveva allora un valore 4
e
ari a ;B9.3FB Am=(s Mc).
&&
&a densit di materia-energia e la pressione
L'ultimo elemento fondamentale c"e distingue la trattazione neItoniana da !uella relativistica consiste
nel fatto c"e nei modelli relativistici anc"e la radiazione e la ressione sono fonte di gravitazione. La
relazione einsteniana di e!uivalenza massa3energia (, > mc
&
) ci ermette infatti di calcolare una massa3
e!uivalente di energia
m
,
c
e
=
&
-osD dividendo sia la densit% di energia c"e la ressione er c
&
, si ottengono i contri#uti di ciascuna di
esse alla densit% di materia (si osservi c"e densit% di energia e ressione sono grandezze omogenee
erg=cm
3
> dPn=cm
&
). va dun!ue intesa, nelle e!uazioni relativistic"e, come una densit% totale,
ottenuta come somma della densit% di materia, della densit% di massa e!uivalente all'energia di
radiazione e della densit% e!uivalente di ressione .
39)

tot mat
rad
c

c
= + +
& &
3
In genere il contri#uto della ressione alla densit% totale trascura#ile e in tutti i modelli si one > '.
9i) interessanti sono invece risultati alcuni modelli con L ' (inflation) di cui arleremo in seguito.
9i) imortante er la dinamica dei rimi istanti di esansione in tutti e tre i modelli risulta invece la
distinzione tra densit% di materia e densit% di massa e!uivalente alla radiazione. Infatti la densit% di
materia e la densit% di massa e!uivalente all'energia non diminuiscono allo stesso modo durante
l'esansione.
1i% saiamo c"e la densit% di materia , er la F), inversamente roorzionale ad +

mat
+

1
3

La densit% di massa3e!uivalente all'energia decresce invece i) raidamente all'aumentare di + durante
l'esansione. Infatti i fotoni su#iscono una doia diluizione con l'esansione.
In rimo luogo il loro numero diminuisce, come !uello di ogni altra articella, in modo roorzionale
all'aumentare del volume. Se il volume raddoia il numero di fotoni er unit% di volume si dimezza e
&3
cosD via. 0a !uesto unto di vista il numero di fotoni er unit% di volume inversamente roorzionale
al cu#o di +, come avviene er la densit% di articelle materiali.
In secondo luogo l'energia di ciascun fotone risulta diminuire in modo roorzionale all'aumento di +.
Infatti se immaginiamo c"e l'universo aumenti le sue dimensioni anc"e le onde elettromagnetic"e in
esso contenute su#iranno uno stiramento di egual roorzione. Se + raddoia anc"e la lung"ezza
d'onda di tutti i fotoni raddoia. ,ssendo l'energia di ciascun fotone inversamente roorzionale alla
sua lung"ezza d'onda (, "
"c
= = v

), se ne deduce c"e l'energia di ciascun fotone risulta essere


inversamente roorzionale ad +. Se sommiamo i due effetti facile verificare c"e la densit% di energia
deve essere inversamente roorzionale alla !uarta otenza di +
<')
rad
+

1
<
La densit% dell'energia di radiazione u: essere calcolata utilizzando la legge di Stefan37oltzmann, c"e
afferma c"e la densit% di energia emessa su tutte le fre!uenza da un coro alla temeratura 6
roorzionale alla !uarta otenza della temeratura assoluta, secondo la relazione
<1) ( )
3 < 1B
erg=cm 1' BGB9 , F /
rad
=

,ssendo la temeratura attuale dell'universo 6


o
> &,F&GEC, la relazione fornisce una densit% di energia
di radiazione di circa <,& 1'
313
erg=cm
3
. -onvertiamo tale valore in densit% di massa3e!uivalente
all'energia
( )
3 3< < 3G
&
g=cm 1' GB , < F&G , & 1' <& , ;

= =
c
rad

Se confrontiamo tale densit% con la densit% critica di materia


c
(nell'iotesi c"e l'universo sia euclideo)
c"e ari a B,GF 1'
33'
g=cm
3
facile verificare c"e attualmente l'effetto gravitazionale rodotto
essenzialmente dalla materia e non dalla radiazione, la cui densit% circa 1'.''' volte inferiore.
Ma se risaliamo nel temo verso l'istante zero (inizio dell'esansione) troviamo c"e la densit% di
radiazione aumenta i) raidamente della densit% di materia e vi sar% erci: un temo (molto vicino
all'inizio dell'esansione) in cui la densit% di radiazione sar% stata maggiore della densit% di materia.
6utto ci: modifica le condizioni dinamic"e dell'esansione iniziale in tutti e tre i modelli.
9oic"H nelle fasi iniziali + molto iccolo, ossiamo assumere c"e
&M1
+
A >> in tutti e 3 i modelli e
c"e dun!ue l'e!uazione dinamica sia er tutti i modelli deriva#ile dalla 11) esrimendo la massa in
funzione della densit% totale (materia ? radiazione) e onendo A > '
<&) v 1 +
tot
& &
;
3
= t
La legge oraria otteni#ile dalla <&) diende da come varia la densit% totale in funzione di +.
0a !uanto a##iamo discusso in recedenza ossiamo affermare c"e nei rimissimi istanti di esansione
la densit% di materia otr% essere trascurata risetto alla densit% di radiazione e otremo scrivere


tot mat
rad rad
c c
= + ~
& &
cosD, ricordando c"e la densit% di radiazione inversamente roorzionale alla !uarta otenza di +, nei
rimi istanti sar%
tot rad
+
~
1
<
e la <&) diventer%
<3) v
+
&
&
1

&<
ricordando c"e v
d+
dt
= la <3) u: essere scritta come + d+ dt , c"e, integrata orge
<<)
+ t
1
&
Successivamente, durante l'esansione, la densit% di radiazione diventa raidamente trascura#ile
risetto alla densit% di materia.



tot mat
rad
mat
c
= + ~
&
cosD, ricordando c"e la densit% di materia inversamente roorzionale alla terza otenza di +, negli
istanti immediatamente successivi sar%
tot mat
+
~
1
3
e la <&) diventer%
<B) v
+
&
1

c"e integrata fornir% la legge oraria


+ t
&
3
, gi% ottenuta er le fasi iniziali di tutti e tre i modelli
cosmologici. /ei modelli relativistici, tale distinzione tra densit% di materia e densit% di energia ci
costringere a suddividere (in tutti i modelli) dal unto di vista dinamico i momenti iniziali
dell'esansione in due fasi c"e c"iameremo era della radiazione ed era della materia.
0urante l'era della radiazione l'universo si esande in modo i) lento (
+ t
1
&
) di !uanto non faccia
nella successiva era della materia (
+ t
&
3
).
9+.7L,MI I++IS.L6I /,LL, -.SM.L.1I, -L*SSI-4,2 9I*66,RR* ,0 .+IRR./6,
I modelli cosmologici 5+J resentano alcune difficolt% c"e "anno cominciato a trovare soluzione solo
con l'introduzione in cosmologia della teoria dell'inflation (vedi oltre).
0roblema della piattezza
Il ro#lema della iattezza si u: sintetizzare nella seguente domanda2 come mai le misure della
densit% effettiva ci forniscono valori c"e non si discostano er i) di 1=1'' da !uello della densit%
critica (O ~ ','1) e !uindi l'universo, anc"e se non euclideo (iatto), comun!ue molto vicino ad
esserloS
9er oter comrendere il significato di tale domanda necessario recisare c"e il valore di O > 1
raresenta uno stato di e!uili#rio insta#ile. Si u: infatti dimostrare c"e se O fosse stato inizialmente
1 avre##e mantenuto tale valore er semre, ma se fosse invece stato anc"e solo di oc"issimo diverso
da 1, tale differenza avre##e su#ito una raidissima divaricazione con il temo, in tutti e 3 i modelli
cosmologici.
9er rendercene conto rirendiamo la 1') e riordiniamola
&B
4 1
A
+
&
&
;
3
= t
esrimiamo ora la densit% effettiva in funzione della densit% critica (
= O
c
) e dividiamo am#o i
mem#ri er 4
&
.
1
;
3
& & &
=


t 1
4
A
4 +
c
O
ma er la ;) 4 1
c
&
;
3
= t e !uindi la relazione recedente diventa
<G) 1
& &
= O
A
4 +
la !uale conferma c"e er A > ' allora O > 1.
9er A = ' il valore di O sar% tanto i) grande (o i) iccolo) di 1 !uanto maggiore sar%
A
4 +
& &
. 6ale
raorto non rimane er: costante durante l'esansione oic"H, mentre il numeratore costante, il
denominatore diminuisce e !uindi il raorto aumenta in valore assoluto.
-onsideriamo searatamente il comortamento di
A
4 +
& &
durante l'era della radiazione e durante l'era
della materia
*) durante l'era della radiazione er la 19) e la <<) si "a
4 t
1
e
+ t
1
&
elevando al !uadrato
4 t
& &


e
+ t
&

e !uindi
4 + t t t
& & & 1
=

ed in definitiva
A
4 +
t
& &

Il c"e significa c"e durante l'era della radiazione l'eventuale differenza di O da 1 aumenta
roorzionalmente con il temo
7) durante l'era della materia vale invece
4 t
1
e
+ t
&
3
elevando al !uadrato
4 t
& &


e
+ t
&
<
3

e !uindi
4 + t t t
& & &
&
3
<
3
=


ed in definitiva
A
4 +
t
& &
&
3

&G
il c"e significa c"e durante l'era della materia l'eventuale differenza di O da 1 aumenta con il temo un
o' meno raidamente di !uanto non avvenga durante l'era della radiazione.
+isulta allora sorrendente c"e le misure odierne di O diano valori cosD vicini all'unit%.
Se ad esemio consideriamo un valore attuale di O > ','1 la differenza di O da 1, c"e indic"eremo er
semlicit% come AO
A
4 +
& &
1 ' 99 = = = O AO ,
Se ora consideriamo tale differenza AO come roorzionale a
t
&
3
, dovr% essere in ogni istante
AO= cos t t
&
3
=
e !uindi considerando due temi !ualsiasi t
1
e t
&
, dovr% anc"e essere
AO AO
1 1 & &
&
3
&
3
= = t t =
Se ora sostituiamo nel rimo mem#ro il valore attuale di AO > ',99, misurato al temo attuale (t
1
> t
o
~
1'
1F
s), ossiamo facilmente calcolare c"e valore resentava AO in un !ualsiasi temo t
&
del assato (o
del futuro). *d esemio all'inizio dell'era della materia, a circa 1'
11
s doo l'inizio dell'esansione
AO doveva resentare un valore ari a
<
1F
11
1
&
1 &
1' 99 , '
1'
1'
99 , '
3
& 3
&

=
|
|
.
|

\
|
=
|
|
.
|

\
|
AO = AO
t
t
Il c"e significa c"e se oggi O > ','1, all'inizio dell'era della materia esso era uguale ad 1 fino alla <
a
cifra decimale. 0a !uesto momento fino all'istante zero AO decresce roorzionalmente al temo e
!uindi dovremo usare
AO AO
1 1 & &
= = t t =
. Il valore assunto da AO ad 1 secondo dall'inizio
dell'esansione u: !uindi essere calcolato tenendo resente i dati ottenuti er la fine dell'era della
radiazione
AO AO
& 1
&
1
<
'
11
1B
' 99 1'
1'
1'
' 99 1' = = =

t
t
, ,
Il c"e significa c"e se oggi O > ','1, ad 1 secondo dall'inizio dell'esansione era uguale ad 1 fino alla
1B
a
cifra decimale.
9oic"H dun!ue tutti e 3 i modelli cosmologici tendono ad accentuare vistosamente durante l'esansione,
!ualsiasi ur lieve differenza di O dall'unit%, ci si u: a ragione domandare come mai, visto l'attuale
valore di O, l'universo a##ia iniziato la sua esansione in una condizione cosD vicina ad una situazione
euclidea.
0roblema dell+orizzonte
/el 19'B ,instein costruD la teoria della relativit% seciale sull'assunto, verificato serimentalmente,
c"e la velocit% della luce una costante di natura. Il suo valore non varia cio !ualun!ue sia lo stato di
moto dell'osservatore risetto alla sorgente luminosa e di conseguenza nessun coro materiale u:
raggiungere e tantomeno suerare la velocit% della luce.
-i: "a dei riflessi imortanti sui rocessi di causalit%, in !uanto nessuna interazione di tio causale tra
due oggetti u: trasmettersi istantaneamente e l'intervallo di temo minimo tra la causa ed il suo effetto
strettamente connesso allo sazio c"e li seara ed alla velocit% della luce c.
&F
/aturalmente raresentare i ossi#ili raorti di causa ed effetto in un universo a < dimensioni non
semlice. In genere si utilizzano dei diagrammi sazio3temo in cui lo sazio ridotto ad una (o al
massimo a due) dimensione sull'asse delle ascisse, mentre il temo riortato sull'asse delle ordinate.
-iascun unto del diagramma raresenta un evento. $n evento deve essere inteso semlicemente
come un luogo articolare dello sazio (individuato dalle sue coordinate saziali) in un momento
articolare (individuato dalla sua coordinata temorale).
Se un oggetto non si muove nello sazio (risetto all'osservatore solidale con gli assi cartesiani) esso
u: essere raresentato con una retta verticale (*). La linea 7 raresenta invece un oggetto c"e si
muove alternativamente a destra e a sinistra risetto all'unica coordinata saziale (N) raresentata. 0a
, in oi si muove verso destra con velocit% costante.
I ercorsi tracciati sul diagramma sazio temo sono noti come linee di universo e descrivono la storia
di cori in moto tramite una successione ordinata di eventi. ,' evidente c"e una linea di universo non
u: mai intersecarsi oic"H ci: signific"ere##e tornare indietro nel temo.
In modo del tutto analogo si ossono raresentare gli imulsi luminosi c"e un evento emette.
Scegliendo oortunamente la scala degli assi (ad esemio il temo in secondi e lo sazio in secondi3
luceT il temo in anni e lo sazio in anni3luce) gli imulsi luminosi aaiono come & semirette c"e
&;
divergono a <BE dall'evento c"e li "a rodotti.
Se raresentiamo due dimensioni saziali (N ed P) le linee di universo rimangono tali, con in i)
naturalmente la li#ert% di muoversi in due direzioni, mentre gli imulsi luminosi, c"e si roagano
radialmente in tutte le direzioni, vengono raresentati come dei coni, detti coni di luce.
I
Se intersec"iamo un cono di luce con iani erendicolari all'asse del temo otteniamo una
raresentazione #idimensionale (circonferenze) di tutte le regioni dello sazio c"e in !uel momento
sono colite dalla radiazione luminosa. -iascuna circonferenza resenta un raggio uguale al ercorso
effettuato dalla luce dal temo di emissione (t
e
) al momento considerato (t
N
), ari !uindi a c(t
N
3 t
e
).
&9
Il coro * segue la sua linea di universo. In
, emette un segnale luminoso c"e si
roaga nel temo e nello sazio a velocit%
costante
Se otessimo raresentare contemoraneamente le 3 dimensioni saziali e la dimensione temorale, le
regioni dello sazio colite in un certo istante dai raggi luminosi sare##ero in realt% delle suerfici
sferic"e, istantanea dei fronti d'onda luminosi c"e si stanno esandendo. Le circonferenze raresentate
nel diagramma sazio3temo non sono altro c"e delle sezioni #idimensionali di !uesti fronti d'onda.
9oic"H nulla u: viaggiare i) velocemente della luce, evidente c"e i coni di luce raresentano dei
confini invalica#ili er !ualsiasi influenza causale c"e si origini nel loro vertice. In altre arole un cono
di luce raresenta er l'evento c"e lo roduce una sorta di orizzonte causale. Solo gli eventi c"e si
trovano all'interno di un cono di luce ossono, non solo (vedere( l'evento generatore, ma su#ire
!ualsiasi interazione causale.
9er lo stesso motivo una linea di universo non u: mai intersecare il rorio cono di luce in !uanto
!uesto signific"ere##e il sueramento della velocit% della luce.
-i: c"e invece avviene normalmente c"e una linea di universo di un coro intersec"i il cono di luce
roveniente da un altro coro.
Siano ad esemio ,
1
ed ,
&
gli eventi associati alla formazione di & galassie * e 7 al temo t
1
. Le loro
linee di universo divergono in modo uniforme al assare del temo, a raresentare l'esansione
dell'universo. /el diagramma la galassia * (vede( er la rima volta la galassia 7 (e u: su#ire
ertanto interazioni di tio causale) solo al temo t
&
.
3'
Solo l'evento ,
1
, interno al cono di luce rodotto da ,,
u: su#ire una !ualsiasi effetto causale da arte di
!uest'ultimo.
5inora sono state analizzate le informazioni c"e un evento u: inviare verso il futuro (coni di luce del
futuro) e c"e ossono rodurre su altri eventi un effetto di cui l'evento al vertice la causa. Ma
associato ad ogni evento esiste anc"e un cono di luce del passato. In !uesto caso l'evento c"e si trova al
vertice u: vedere e su#ire gli effetti solo degli eventi3causa c"e si trovano all'interno del cono. $n
evento c"e si trovi al di fuori del cono di luce di un altro evento causalmente non connesso.
Ma mano c"e il temo scorre un coro si muove lungo la sua linea oraria ed il suo cono di luce del
assato si allarga. In tal modo si allarga il suo orizzonte causale e nuovi eventi, entrando nel suo cono
di luce, ossono essere visti e rodurre effetti su di esso, diventando causalmente connessi.
31
Solo l'evento ,
1
, interno al cono di luce del assato di ,,
u: rodurre una !ualsiasi effetto causale su ,. ,
&
non
causalmente connesso ad ,
Suoniamo ora di osservare due unti in direzioni ooste e molto distanti nello sazio e di misurarne
la temeratura. 6roveremo due valori identici (&,F&G EC) con un errore attualmente stimato di
1=1''.'''.
Si u: er: dimostrare c"e i due unti * e 7 non sono mai stati tra loro causalmente connessi. Inoltre i
loro coni di luce del assato erano ancora i) iccoli e la distanza tra il loro orizzonti causali ancor
maggiore di !uanto non sia ora.
3&
Il cono di luce del assato di * si dilata con il temo. *
vede 7 er la rima volta al temo t
1
, mentre deve
asettare il temo t
&
er vedere -.
I due unti * e 7 situati in direzioni diametralmente ooste
resentano la stessa temeratura.
Il ro#lema dell'orizzonte si racc"iude nella seguente domanda. -ome ossi#ile c"e & unti
dell'universo c"e non sono mai stati legati da relazioni di causa ed effetto si trovino in condizioni
termic"e erfettamente identic"eS
,' come se l'universo fosse suddiviso in numerose orzioni, ciascuna racc"iusa nel rorio orizzonte
causale (una suerficie sferica di raggio ct) c"e non "anno in assato mai comunicato tra loro.
Il ro#lema rorio di tutti i modelli cosmologici classici, nei !uali la distanza3orizzonte (cio il
ercorso ct eseguito fino a !uel momento da un raggio luminoso) in ogni istante di esansione
costantemente minore risetto al raggio dell'universo.
Suoniamo ad esemio c"e l'universo sia euclideo (A > ') ed accettiamo un'et% dell'universo
t
4
s
o
o
= ~
&
3
< 1'
1F
. -i: significa c"e la nostra distanza3orizzonte (ma anc"e !uella di !ualsiasi altro
osservatore) attualmente . > ct > 3 1'
1'
cm=s < 1'
1F
s ~ 1'
&;
cm In altre arole attualmente
riceviamo immagini ed informazioni da una orzione sferica di universo di raggio . > 1'
&;
cm
9oic"H il fattore di scala varia, durante l'era della materia secondo la relazione
+ t
&
3
, allora tra due
istanti !ualsiasi di tale era deve valere
+
t
+
t
o
o
&
3
&
3
1
1
=
. 9ossiamo dun!ue calcolare c"e dimensioni ossedeva
la orzione di universo attualmente osserva#ile (1'
&;
cm) in un !ualsiasi momento del assato t
1
mediante la relazione
<F)
3
&
1
1
|
|
.
|

\
|
=
o
o
t
t
R R
nello stesso momento la distanza3orizzonte sar% . > ct
1
-alcoliamo a titolo di esemio le dimensioni dell'universo attualmente osserva#ile e la relativa
distanza3orizzonte al temo 1'
11
s, inizio dell'era della materia.
cm 1' <
1' <
1'
1'
&3
1F
11
&; 1
1
3
&
3
&
~
|
|
.
|

\
|

=
|
|
.
|

\
|
=
o
o
t
t
R R
. c t cm
1 1
1' 11 &1
3 1' 1' 3 1' = = =
-ome si u: osservare al temo 1'
11
s la orzione di universo c"e attualmente noi ossiamo osservare
era circa 1'' volte i) grande della distanza orizzonte. In altre arole un osservatore avre##e erceito
allora solo 1=1'' di ci: c"e erceiamo oggi.
9er effettuare un calcolo analogo er temi inferiori a 1'
11
s necessario ricordare c"e durante l'era
della radiazione
+ t
1
&
e !uindi
<;)
&
1
1
1
|
|
.
|

\
|
=
o
o
t
t
R R
-alcoliamo a titolo di esemio le dimensioni dell'universo attualmente osserva#ile e la relativa
distanza3orizzonte al temo 1'
33B
s.
cm <
1'
1'
1' <
&
1
&
1
11
3B
&3 1
1
~
|
|
.
|

\
|
=
|
|
.
|

\
|
=

o
o
t
t
R R
. c t cm
1 1
1' 3B &B
3 1' 1' 3 1' = = =

*l temo 1'
33B
s l'universo attualmente osserva#ile era frammentato in un numero enorme di regioni
(1'
FB
) racc"iuse nel rorio orizzonte causale, ciascuna con dimensioni 1'
&B
volte inferiori della
orzione di universo considerato.
33
L* -.S6*/6, -.SM.L.1I-* , I M.0,LLI 0I 0, SI66,+ , 0I L,M*U6+,
La cosmologia relativistica einsteniana fu costruita rima c"e 4u##le scorisse l'esansione
dell'universo. L'idea dominante ed in !ualc"e modo (naturale( fino agli anni '&' era c"e l'universo fosse
3<
*ndamento della orzione di universo attualmente osserva#ile e della
relativa distanza3orizzonte in un universo euclideo
statico. *##iamo gi% detto c"e tale regiudizio aveva convinto lo stesso ,instein a modificare le
e!uazione della relativit% generale alicate all'universo con l'introduzione di un termine ar#itrario con
effetti reulsivi, noto come costante cosmologica A (lam#da). Infatti in resenza solamente di
un'interazione di tio attrattivo (gravit%) e senza un moto di esansione (energia cinetica) l'universo
evidentemente destinato al collasso. 9er (salvare( l'universo statico, dun!ue, ,instein introdusse una
forza reulsiva in grado di neutralizzare la gravit% e mantenere l'universo in e!uili#rio statico.
-on il termine reulsivo introdotto da ,instein la relazione 3) c"e fornisce l'energia otenziale diventa
<9) , 1
mM
+
mc +

=
1
G
& &
A
Il termine reulsivo corrisonde ad una forza reulsiva 5 mc +
re
=
1
G
&
A c"e non diende dalla massa M
dell'universo ed direttamente roorzionale alla distanza +
*ffinc"H l'universo sia in e!uili#rio statico in assenza di esansione (,
c
> ') necessario c"e l'energia
otenziale sia nulla, ,

> '. Si calcola allora facilmente il valore c"e deve ossedere la costante
cosmologica (doo avere esresso la massa M in funzione della densit%) affinc"H si verific"i tale
condizione
B') A =
;
&
t 1
c
Se nella B') sostituiamo a il valore della densit% critica si ottiene
B1) A =
4
c
o
&
&
c"e, accettando 4
o
> BB Am=(s Mc), da un valore di A ari a 3,B 1'
3BF
cm
3&
8uando ,instein venne a conoscenza dei dati di 4u##le sull'esansione dell'universo ritenne c"e la
costante cosmologica non avesse i) ragione di esistere. L'universo non aveva i) #isogno di !ualcosa
c"e lo mantenesse in e!uili#rio statico oic"H era in realt% in e!uili#rio dinamico.
9rima di essere riudiata dallo stesso ,instein la costante cosmologica fu utilizzata nella costruzione di
un aio di modelli di universo c"e resentano un articolare interesse storico.
/el 191F l'olandese J. de Sitter studia il comortamento di un universo vuoto di materia in resenza
della costante cosmologica. L'e!uazione 1&) c"e descrive il comortamento dinamico dell'universo
diventa
B&) |
.
|

\
|
A + =
& & &
3
1
3
<
H c G R k t
9revedendo tale universo M > ' sar% anc"e > '. Studiando er semlicit% il caso in cui A > ', la 3F)
diventa
B3) v c +
& & &
1
3
= A
doo aver estratto la radice !uadrata ed aver esresso v come d+=dt otteniamo
dt c dR
R
&
1
3
1
|
.
|

\
| A
=
ricordando c"e l'integrale di 1=+ ln +, ossiamo integrare la relazione er ottenere la legge oraria del
moto di esansione.
t c R
&
1
3
ln |
.
|

\
| A
=
3B
ovvero
B<)
+ e
*t
=
con * c =
A
3
Senza nessuna forza attrattiva ed in resenza di una forza reulsiva l'universo su#isce un'esansione
esonenziale. /on esiste in !uesto modello un istante zero in cui + > '. L'universo risulta in esansione
da semre.
Il modello di de Sitter risulta di articolare interesse storico er due motivi.
In rimo luogo, non resentando un istante di inizio dell'esansione, tale modello raresent: il
naturale riferimento matematico er la successiva teoria di universo stazionario (SteadP state) c"e fino
all'inizio degli anni 'G' fece concorrenza alla teoria del 7ig 7ang.
In secondo luogo ossiamo individuare nel modello di de Sitter il recursore dell'inflation, teoria c"e
oggi sta avendo un notevole successo nell'iotizzare un eriodo di esansione esonenziale c"e avre##e
caratterizzato i rimissimi istanti di vita dell'universo.
Il modello di de Sitter non va confuso con il modello di ,instein 3 0e Sitter, termine sesso utilizzato
er indicare la cosmologia 5+J con A > '.
/el modello del #elga 1. LemaOtre (19&F), alla costante cosmologica viene assegnato un valore
sueriore a !uello ammesso da ,instein, in modo tale c"e l'universo risulta essere in esansione a
artire da una condizione iniziale con + > '. 0arima l'esansione lenta, oi, raggiunte le
dimensioni caratteristic"e dell'universo statico di ,instein, l'universo si esande raidamente.
3G
Il modello di Lemaitre va ricordato essenzialmente erc"H l'autore lo accomagn: con alcune iotesi
sullo stato dell'universo al temo t > '. Secondo LemaOtre l'universo nasce da un atomo rimigenio
suerdenso, dalla cui disintegrazione si sare##ero dovuti formare tutti gli elementi c"imici ed una
radiazione termica di fondo. /onostante tale iotesi sia stata formulata in modo uramente !ualitativo
essa viene sesso ricordata in !uanto recorre la teoria cosmologica del 7ig 7ang. I modelli di 5ridman
sono noti anc"e come modelli di 5ridman3LemaOtre.
6,.+I, -.SM.L.1I-4,2 S6,*0V S6*6, , 7I1 7*/1
/el 19<; aarvero due lavori c"iave er la cosmologia. ,ntram#i imerniati su di un universo in
esansione, uno resentava un teoria cosmologica di tio stazionario (steadP state), l'altro di tio
evolutivo (7ig 7ang).
9er oltre 1B anni i cosmologi non e##ero a disosizione evidenze serimentali sufficienti a suffragare
l'una o l'altra iotesi teorica.
1 &a teoria o | ed il 2ig 2ang
1amoI, con la colla#orazione di *l"er ed 4erman, suggerD c"e se l'universo si stava esandendo
verso il futuro #isognava ritenere c"e, risalendo nel assato, si sare##e dovuto trovare un universo via
via i) contratto. Inoltre oic"H l'universo deve essere un sistema isolato c"e non u: scam#iare nH
energia nH materia con l'am#iente esterno, una sua dilatazione dovre##e necessariamente avvenire a
sese della sua energia interna (esansione adia#atica) e !uindi ortare ad un raffreddamento, mentre
3F
una contrazione dovre##e associarsi ad un aumento di temeratura. -osD se al temo t tutta la materia
dell'universo si trovava concentrata in un sol unto, allora #isognava ritenere c"e l'universo avesse
avuto origine da una singolarit% a densit% e temeratura infinita, dalla cui eslosione si sare##ero
formati tutti gli elementi c"imici osservati.
1amoI utilizz: i modelli di nucleosintesi roosti a suo temo da 7et"e, er calcolare le !uantit% dei
diversi elementi c"imici c"e si sare##ero dovuti formare durante le rime fasi della grande eslosione
iniziale, finc"H la temeratura era ancora sufficientemente elevata da ermettere la fusione
termonucleare.
1amoI revide inoltre c"e l'universo doveva comortarsi come un gigantesco coro nero in fase di
raffreddamento a causa dell'esansione. -alcol: inoltre c"e l'universo attuale doveva avere una
temeratura residua di circa 3EC (&.FEC), il cosiddetto fondo a 3K, resonsa#ile di uno settro continuo
con una lung"ezza di massima emissione situata nel camo delle microonde (
maN
> '.11 cm). $na
secie di radiazione fossile, c"e avre##e dovuto ermeare in modo uniforme tutto l'universo
(radiazione isotropa di fondo).
4 &a teoria dello %tead, %tate o %tato %tazionario
7ondi, 4oPle e 1old roosero !uasi contemoraneamente un modello stazionario, in esansione, ma
senza inizio nH fine. La materia c"e si esandeva doveva cio essere sostituita continuamente da nuova
materia c"e si sare##e rodotta al ritmo di 1 articella=anno er ogni Am
3
di universo, in modo tale da
mantenere la densit% di materia costante nel temo.
9er caire in c"e modo si ossa determinare tale valore consideriamo al solito l'universo come una sfera
di raggio +, volume K >
<
3
3
t+ , densit%

t
= =
M
K
M
+
<
3
3
, c"e si sta esandendo alla velocit% v > 4+.
/el temo At il raggio aumenta di una !uantit% A+ > v At > 4 + At e la sfera aumenta il suo volume di
una !uantit% AK > < t +
&
A+ > < t +
3
4 At.
.ra se la sfera raddoia il suo volume, la sua densit% dovr% necessariamente dimezzarsi, se il volume
trilica la densit% diverr% tre volte i) iccola e cosD via. 9ossiamo dun!ue affermare c"e, in valore
assoluto, la variazione relativa del volume deve semre essere uguale alla variazione relativa della
densit%.
A A K
K
=

ma la variazione relativa del volume uguale a



A A
A
K
K
+ 4 t
+
4 t =

=
<
3
3
<
3
3
t
t
er cui
34 t = A
A

e finalmente
A
A

t
4 = 3
relazione c"e dimostra come la variazione di densit% er unit% di temo ari a 34.
In un universo euclideo in cui >
c
, ossiamo sostituire alla densit% effettiva la densit% critica (9),
ottenendo
3;
A
A

t t 1
4 =
9
;
3
Sostituendo ad 4 i due valori estremi dell'intervallo di incertezza (B' 31'') si ottengono i seguenti
valori
( )
1 3 3 <F
3
1; B'
cm 1' &;F , & 1' G&1 , 1
;
9

= =
A
A
s g
G t t

( )
1 3 3 <G
3
1; 1''
cm 1' ;&9 , 1 1' &<& , 3
;
9

= =
A
A
s g
G t t

Saendo infine c"e un rotone "a massa 1,GF&G 1'


3&<
g ossiamo trasformare la variazione di densit% in
numero di rotoni er Am
3
er anno.
A
A

B' 1
' <3
t
anni =

, rotoni Am
33

A
A

1'' 1
3 <B
t
anni =

, rotoni Am
33
La teoria dello stato stazionario, c"e eraltro non dava alcuna giustificazione del meccanismo di
roduzione di materia, si fondava sul cosiddetto principio cosmologico perfetto, il !uale affermava c"e
l'universo oltre ad essere omogeneo ed isotroo nello sazio doveva risultare uniforme anc"e nel
temo.
Secondo il modello dello SteadP State infine, gli elementi c"imici si formere##ero esclusivamente
grazie alla nucleosintesi stellare.
In !uegli anni il valore della costante di 4u##le era stato erroneamente calcolato in B'' Cm=s Mc,
oic"H il metodo delle -efeidi c"e serviva er tarare le distanze delle galassie non era ancora
erfettamente a unto. -osD l'et% dell'universo veniva calcolata in soli & miliardi di anni. 6roo oco
se aragonato all'et% della terra. Si trattava di un unto a favore dei sostenitori della teoria dello SteadP
State, c"e ironizzavano sulla teoria di 1amoI c"iamandola sc"erzosamente teoria del 7ig 7ang (del
grande #otto). 1amoI trov: eraltro molto aroriato il termine, tanto c"e oggi addirittura entrato
nell'uso comune.
Il metodo delle -efeidi venne er la rima volta corretto da 7aade nel 19B'. In !uesto modo il valore di
4 diminuD e l'et% dell'universo raddoi:, diventando comati#ile con l'et% della terra.
Il modello di 1amoI divenne in !uesto modo nuovamente cometitivo, ma la sua definitiva
affermazione si e##e nel 19G<, !uando, casualmente, 9enzias e Jilson, due fisici dei 7ell 6ele"one
La#oratories, scorirono il fondo a 3C.
Mentre mettevano a unto un'antenna si trovarono a erceire un 'rumore' di fondo c"e non riuscirono
ad eliminare. Il distur#o non roveniva da !ualc"e direzione articolare, oic"H veniva ricevuto
identico comun!ue fosse orientata l'antenna. I due fisici arrivarono addirittura a ensare c"e si trattasse
di alcuni escrementi di uccelli deositatisi sull'antenna.
8uando 9enzias e Jilson sentirono arlare di una ricerca c"e i due astrofisici 0icAe e 9ee#les, della
vicina 9rinceton $niversitP, stavano er condurre er rivelare l'eventuale resenza della radiazione
isotroa di fondo, si resero conto di averla gi% trovata.
La teoria del #ig #ang ricevette ulteriori conferme dal calcolo delle abbondanze relative degli elementi,
in articolare del deuterio e dell'elio.
Infatti, mentre l'originale teoria o | iotizzava c"e tutti gli elementi si fossero formati durante i rimi
istanti del #ig #ang, fornendo in tal modo risultati non semre comati#ili con le a##ondanze
effettivamente osservate nell'universo, calcoli successivi dimostrarono come inizialmente si oterono
formare solo gli elementi i) leggeri (deuterio e alcuni isotoi dell'elio, del litio e del #erillio), mentre
gli elementi i) esanti si rodussero successivamente durante la nucleosintesi stellare.
39
1li attuali calcoli sulla nucleosintesi rimordiale forniscono dati in ottimo accordo con le a##ondanze
osservate e raresentano una delle migliori conferme della validit% del modello del 7ig 7ang.
$lteriori conferme del 7ig 7ang arrivano dall'osservazione di un aumento nel numero di radiosorgenti
er unit% di volume all'aumentare della distanza. In altre arole l'universo a grandi distanze risulta
essere i) denso di materia c"e alle iccole distanze. 9oic"H le regioni i) distanti nello sazio lo sono
anc"e nel temo, ci: significa c"e l'universo era un temo i) denso e !uindi i) contratto di !uanto
non lo sia attualmente.
.ggi gli astronomi sono raticamente unanimi nell'accettare la teoria del 7ig 7ang.
*n che universo viviamo5
+isondere a !uesta domanda non cosa facile, oic"H tutte le osservazioni effettuate in !uesto senso
dagli astronomi "anno dato finora risultati incerti e non conclusivi.
Scorire !uale sia la geometria dell'universo e !uindi il suo destino significa infatti fondamentalmente
confrontare la sua densit% effettiva con la densit% critica.
Ma, da una arte, la densit% critica non resenta un valore certo, in !uanto si calcola in funzione di 4.
, tutto ci: c"e gli astrofisici sono in grado di affermare con un certo grado di sicurezza c"e 4 non
dovre##e assumere valori molto al di fuori dell'intervallo B' 31'' Am=s Mc. Infatti er valori esterni a
tale intervallo tutte le galassie diverre##ero o molto i) vicine o molto i) distanti di !uanto
attualmente calcolato, e erci: anc"e la loro luminosit% intrinseca variere##e di conseguenza. ,sse
resentere##ero !uindi mediamente una luminosit% molto diversa dalla nostra galassia e ci: in
contraddizione con il rinciio cosmologico.
In secondo luogo la misura diretta della densit% effettiva (
o
) attraverso una valutazione !uantitativa
della materia emittente (stelle, galassie, ne#ulose etc) non sem#ra in grado di fornirci dati attendi#ile
sulla !uantit% di materia effettivamente resente nell'universo. ,ssa "a infatti dato a tutt'oggi valori da
1' a 1'' volte inferiori alla densit% critica, senza c"e ci: ossa essere interretato come una conferma
di un modello di universo in esansione eretua. 1li astronomi sono infatti certi c"e esista una
!uantit% molto elevata di materia non luminosa, detta materia oscura (o anc"e massa mancante) c"e
otre##e contri#uire a 'c"iudere' l'universo.
S6.+I* 6,+MI-* 0,LL'$/IK,+S.
La teoria del 7ig 7ang fondamentalmente una descrizione termodinamica dell'esansione cosmica.
Il arametro fondamentale c"e controlla i rocessi fisici (interazioni tra materia e radiazione) durante i
rimissimi istanti dell'universo infatti la temeratura. La temeratura determina il tio di articelle
c"e si formano dall'energia li#erata durante le collisioni.
*ffinc"H una articella di massa m si formi assieme alla sua antiarticella infatti necessario c"e la
temeratura sueri un valore di soglia calcola#ile eguagliando l'energia cinetica media con l'energia
della massa a rioso della articella
BB)
3
&
A6 > mc
&
8uindi !uando la temeratura scende al di sotto del valore critico2
BG) 6
c
>
&
3
&
mc
A
> 1'
3G
m
la articella di massa m cessa di essere creata da fotoni sufficientemente energetici. 6utte le coie di
articelle e antiarticelle create su#iscono un rocesso di annic"ilazione, ridando fotoni, tranne un
iccolo eccesso di articelle c"e rimane (congelato( a formare la materia dell'universo.
9er esemio, sostituendo ad m la massa di un rotone (o un neutrone), ari a circa 1'
3&<

g si ottiene una
temeratura di circa 1'
13

o
C. 0un!ue al di sora di tale temeratura si formano rotoni e antirotoni da
<'
fotoni sufficientemente energetici, al di sotto la roduzione si arresta e continua solo il rocesso di
annic"ilazione.
6ali soglie vengono verificate, fin dove ossi#ile negli eserimenti con acceleratori ad alta energia.
0ato c"e la temeratura dell'universo aumenta risalendo nel temo verso l'istante zero, ossiamo
immaginare c"e vengano via via raggiunte tutte le soglie termic"e er la roduzione di articelle di
massa via via maggiore.
In tal modo i rimi istanti dell'universo sono stati suddivisi in una successione di ere, ciascuna searata
dalla recedente da una soglia termica c"e individua articolari eventi cosmici.
0urante la loro roduzione le articelle risultano in e!uili#rio con la radiazione fotonica. In altre arole
essendo l'universo in e!uili#rio termodinamico anc"e durante l'esansione tutta l'energia disoni#ile si
suddivide e!uamente tra articelle materiali e fotoni (principio di equipartizione dell+energia).
L'e!uili#rio termodinamico dell'universo consentito dal fatto c"e in !ueste rime fasi il ritmo delle
interazioni materia=radiazione notevolmente i) elevato del ritmo di esansione dell'universo stesso.
/elle sue rime fasi l'universo costituito !uindi da un lasma in cui materia e radiazione sono
indissolu#ilmente unite ed in e!uili#rio reciroco. I fisici descrivono tale condizione affermando c"e
esiste un accoppiamento materia-radiazione.
1li elettroni "anno un ruolo determinante nel mantenere l'accoiamento materia3radiazione c"e sta
alla #ase dell'e!uili#rio termodinamico. essi infatti assor#ono ed emettono facilmente fotoni e
contemoraneamente sono in grado di trasferire ed accettare energia cinetica dagli adroni urtandoli.
9er oter descrivere la storia termica dell'universo indisensa#ile ossedere uno sc"ema generale
della struttura della materia e delle forze naturali alle !uali essa sottoosta.
0articelle ed *nterazioni fondamentali
*ttualmente si ritiene c"e esistano & tii di articelle materiali elementari (non comoste da altre
articelle)2 6uark e &eptoni.
Si conoscono G 8uarA e G Letoni, comunemente raggruati in 3 famiglie, ciascuna contenente due
8uarA e due Letoni secondo il seguente sc"ema (la massa esressa in MeK (1 MeK > 1'
G
eK) e la
carica elettrica come frazione della carica unitaria dell'elettrone)
I famiglia II famiglia III famiglia
nome sigla carica massa nome sigla carica massa nome sigla carica massa
up u ?&=3 31' charm c ?&=3 1B'' top t ?&=3 &&B''
QUARK
down d 31=3 31' strange s 31=3 B'B bottom # 31=3 B'''
elettrone e 31 ',B11 muone 31 1'G,G tauone t 31 1F;<
LEPTONI
neutrino v
e
' ' (S) neutrino v

' '(S) neutrino v


t
' ' (S)
(elettron.) (muonico) (tauonico)
<1
La rima famiglia va a costituire la materia ordinaria con la !uale costruito l'intero universo materiale
dagli atomi alle galassie. Le rimanenti due famiglie sono costituite da articelle insta#ili c"e si formano
attualmente solo in condizioni termodinamic"e articolari (ad esemio nei grandi acceleratori di
articelle) e si trasformano (decadono) raidamente nelle articelle sta#ili della rima famiglia.
-iascuna delle 1& articella resenta inoltre la sua antiarticella c"e si distingue solo er avere carica
elettrica oosta. Le antiarticelle vengono raresentate con il sim#olo della articella con una
#arretta sora. *d esemio l'elettrone (e o e
3
) "a come antiarticella l'antielettrone o ositrone ( e ) a
volte indicato con e
?
.
* differenza dei Letoni, i 8uarA non esistono li#eri in natura, ma si aggregano a grui di & o 3. Le
articelle comoste da 3 8uarA sono c"iamate barioni, !uelle comoste da & 8uarA sono dette mesoni.
7arioni e mesoni costituiscono un unico gruo di articelle note come adroni7
1li unici due #arioni sta#ili nelle attuali condizioni termic"e dell'universo sono il rotone (duu)
formato da due 8uarA u ed un 8uarA doIn e il neutrone (ddu) formato da un !uarA u e due 8uarA
doIn.
La carica elettrica degli adroni si ottiene come somma alge#rica della carica elettrica dei singoli 8uarA
c"e li comongono. /on esistono adroni con caric"e elettric"e frazionarie. I mesoni si formano
dall'unione di un 8uarA e di un *nti!uarA. *d esemio il ione negativo t
3
resenta la seguente
struttura uu.
I #arioni ossiedono tutti sin semintero e sono erci: fermioni (u##idiscono al rinciio di esclusione
di 9auli), mentre i mesoni resentano sin intero e sono erci: bosoni (non u##idiscono al rinciio di
esclusione di 9auli).
8uarA e Letoni interagiscono attraverso < tii di forze fondamentali. *nc"e le forze o interazioni
vengono attualmente descritte attraverso teorie !uantistic"e. -i: significa c"e !uando due articelle
materiali interagiscono tramite una delle !uattro forze di natura lo fanno scam#iandosi un !uanto di
forza. I !uanti associati alle !uattro forze di natura ossono a tutti gli effetti essere considerati come
articelle ortatrici di forza (vettori di forza).
Le articelle c"e mediano le interazioni sono tutte #osoni (bosoni intermedi).
interaione !uanto spin carica elett"

gra#itaionale gravitone (iotetico) & '
elettromagnetica fotone 1 '
$orte %di colore& ; gluoni 1 '
debole 3 #osoni de#oli
J
?
1 ? 1
J
3
1 3 1
RE 1 '
L'interazione gravitazionale una forza uramente attrattiva c"e agisce tra cori dotati di massa tramite
scam#io di gravitoni. La descrizione !uantistica di tale interazione non ancora soddisfacente.
L'interazione elettromagnetica una forza c"e agisce sia in modo attrattivo c"e reulsivo tra articelle
dotate di carica elettrica tramite scam#io di fotoni. ,sistono due tii di carica elettrica,
convenzionalmente indicati come positiva e negativa.
<&
L'interazione forte agisce tra i 8uarA tramite scam#io di ; gluoni, mantenendo legati i 8uarA all'interno
degli adroni. ,sistono 3 tii di carica di colore, convenzionalmente indicata come rossa, verde e blu. I 3
8uarA all'interno di un #arione resentano ciascuno una diversa carica di colore. *llo stesso modo in
cui una carica elettrica ositiva ed una negativa si neutralizzano, anc"e le tre caric"e di colore
all'interno di un #arione si neutralizzano (si dice c"e il #arione bianco).
I mesoni resentano un !uarA di un colore ed un anti!uarA del risettivo anticolore (antirosso > cianoT
antiverde > magentaT anti#lu > giallo), in modo c"e anc"'essi si resentano glo#almente neutri (#ianc"i)
er !uanto riguarda la carica di colore.
I letoni non ossiedono carica di colore e su di essi non agisce ertanto l'interazione forte.
L'interazione de#ole alla #ase di tutti i rocessi tra articelle in cui sono coinvolti neutrini. Sia !uarA
c"e letoni resentano carica de#ole. In tutte le reazioni di interazione de#ole sono coinvolti <
fermioni.
Il decadimento del neutrone una tiica interazione de#ole mediata dal #osone J
3
n e
e
+ + v
I #osoni de#oli elettricamente caric"i (J
?
e J
3
) sono in grado di trasformare i 8uarA l'uno nell'altro
secondo il seguente sc"ema
-osD il decadimento #eta del neutrone deve essere interretato come una trasformazione di un 8uarA d
in un 8uarA u er emissione di un #osone de#ole J
3
il !uale decade oi in un elettrone e in un
antineutrino elettronico
In modo analogo i letoni ossono trasformarsi l'uno nell'altro er interazione de#ole secondo il
seguente sc"ema
<3
*d esemio il muone decade in un elettrone, un neutrino muonico e in un antineutrino elettronico
secondo la seguente reazione
Le < interazioni fondamentali resentano ovviamente una diversa intensit% (o adesivit%).6ali differenze
tendono er: ad annullarsi con l'aumentare della temeratura.
L'intensit% dell'interazione de#ole e di !uella elettromagnetica diventano ad esemio aragona#ili ad
una temeratura di circa 1'
1B
EC, c"e corrisonde ad una energia cinetica media (
3
&
A6
) delle articelle
di circa 1'
11
eK.
L'iotesi c"e l'interazione de#ole e l'interazione elettromagnetica otessero essere a tutti gli effetti
indistingui#ili ed unificarsi a tali energie "a trovato una conferma serimentale nel 19;3 ad oera
dell'H!uie del -,+/ guidata da -. +u##ia.
*l di sora di 1'
1B
EC non "a !uindi i) senso distinguere fotoni e #osoni de#oli e sare##e i)
oortuno arlare di un unico tio di vettori intermedi, i #osoni elettrode#oli c"e trasortano un'unica
forza elettrode#ole unificata.
*nc"e se non ancora stato ossi#ile effettuare una verifica serimentale, oc"i scienziati "anno oggi
dei du##i c"e anc"e l'interazione forte ossa unificarsi con l'interazione elettrode#ole. Ki sono diverse
teorie c"e revedono tale unificazione al di sora di 1'
&F
EC (1'
&3
eK) e c"e sono note come 6eorie di
1rande $nificazione (1$6).
Secondo la i) semlice di tali teorie (S$B) al di sora di tale temeratura risultano sta#ili &< #osoni
vettori intermedi, noti come #osoni W c"e trasortano un'unica forza grandunificata. Lo scam#io di tali
#osoni tra 8uarA e Letoni trasforma gli uni negli altri. Sora tale temeratura non avre##e nemmeno
i) senso distinguere tra 8uarA e Letoni c"e vengono sesso indicati come lepto-quark.
*l di sotto di tale temeratura 1& #osoni W decadono negli ; gluoni e nei < #osoni elettrode#oli, mentre
gli altri 1& #osoni W decadono in !uarA e letoni sta#ili.
,sistono infine iotesi teoric"e, sulle !uali non vi ancora sufficiente convergenza da arte degli
secialisti, c"e revedono una comleta unificazione di tutte e < le forze a 1'
3&
EC (1'
&;
eK). 6ra
!ueste sollevano articolare interesse tra i fisici le teorie suersimmetric"e (S$SV) c"e revedono c"e
sora una certa temeratura anc"e fermioni e #osoni diventino indistingui#ili. Secondo tali teorie ogni
articella elementare nota dovre##e essere associata ad una articella suersimmetrica (superpartner)
c"e differisce, oltre c"e er la massa molto elevata solo er mezza unit% di sin. -osD tutti i fermioni
avre##ero dei #osoni er suerartners e viceversa. I fermioni suersimmetrici (tutti con sin 1=& tranne
il gravitino con sin 3=&) vengono indicati aggiungendo la desinenza 3ino al nome del loro artner
normale (fotino, gluino, Jino, Rino, gravitino), mentre i #osoni suersimmetrici (tutti con sin zero)
vengono indicati anteonendo il refisso s3 al nome dei loro artners normali (selettrone, sneutrino,
s!uarA).
<<
,+, -.SMI-4,
9er determinare la funzione 6(+) c"e lega la temeratura 6 ad + durante l'esansione si ricorre alla
relazione adia#atica, dal momento c"e l'universo viene considerato un sistema isolato c"e non scam#ia
energia con l'esterno.
BF)
6 K t =
1
cos .
dove il raorto tra il calore secifica a ressione costante ed il calore secifico a volume costante.
9er la radiazione > <=3. 9er la materia > B=3.
9oic"H durante la rima fase dell'esansione


rad
mat
c
&
>> la BF) diventa
B;)
( ) . cos
1
3
3
< 3
<
t R / R / = =

t

0urante l'era della radiazione la temeratura sia della radiazione c"e della materia (la materia in
e!uili#rio termodinamico con la radiazione ed "a ertanto la sua stessa temeratura) inversamente
roorzionale al fattore di scala +. .gni volta c"e l'universo raddoia le sue dimensioni la sua
temeratura si dimezza.
8uando successivamente l'e!uili#rio termico tra radiazione e materia viene a mancare, la materia si
seara dalla radiazione (si disaccoia) e la sua temeratura varia in modo indiendente e con una
legge diversa
B9)
( ) . cos
&
1
3
3
< 3
B
t R / R /
mat mat
= =

t
il c"e significa c"e da un certo unto in oi la materia inizia a raffreddarsi i) raidamente della
radiazione ed ora dovre##e resentare una temeratura notevolmente inferiore ai &,FE C c"e
caratterizzano attualmente la radiazione cosmica.
9er stimare i temi cosmici in corrisondenza dei !uali si verificano gli eventi termici di cui arleremo
necessario determinare una funzione 6(t) c"e leg"i la temeratura al temo.
+icordando c"e er l'era della radiazione +
6

1
ed
+ t
1
&
, tale funzione deve essere del tio t
6

1
&
.
0urante i rimissimi istanti di esansione la densit% di energia della radiazione dovuta non solo alla
comonente fotonica, ma anc"e alla comonente neutrinica ed elettronica c"e a !uelle temerature si
comortano come articelle relativistic"e. Si u: dimostrare c"e ciascuna di !ueste due ultime
comonenti aumenta la densit% di energia della radiazione di una !uantit% ari ai F=< del contri#uto
fotonico. 9ossiamo erci: scrivere
G')
rad fot elett neut fot fot fot fot
= + + = + + =
F
<
F
<
9
&

*licando la legge di Stefan 7oltzmann e convertendo la densit% di energia in densit% di massa
e!uivalente si trova
G1)

rad
c
6 6
&
3G < 3B <
9
&
; <& 1' 3 F9 1' =

, , ) = 8 g 9 cm
3
+icordando ora c"e durante l'era della radiazione

tot mat
rad rad
c c
= + ~
& &
e c"e
<B
G&)
t
tot
1
t t = =

1
G
F9B 'G;
& &
.
ossiamo eguagliare i secondi mem#ri della G1) e della G&) ottenendo
G3) t
6
=
1 <B 1'
&'
&
,
6ale relazione u: essere utilizzata er (datare( le soglie termic"e durante le rimissime fasi
dell'esansione, almeno fino a !uando la comonente fotonica, elettronica e neutrinica rimangono
accoiate in e!uili#rio termico.
Era di Planc' ' 3 1'
3<3
s
5inora i fisici sono riusciti a descrivere i rimi istanti di vita dell'universo risalendo fino al temo 1'
3<3
s (temo di 9lancA). * temi inferiori gli effetti gravitazionali si intrecciano a tal unto con gli effetti
!uantistici da rendere necessaria una teoria unificata della gravit% !uantistica er ora non ancora
disoni#ile.
Il temo di 9lancA u: essere ricavato in modo arossimato tramite considerazioni elementari.
Si consideri una fluttuazione !uantistica in cui in un intervallo di temo t si roduca una indeterminazione energetica A, tale
c"e
1a) t , = A h
La fluttuazione in grado di materializzare una coia di articelle virtuali di massa
&a)
A, mc =
&
Se tali articelle si formano in un universo il cui raggio + talmente contratto da coincidere con il raggio di Sc"Iarzsc"ild
della articella, essa destinata a trasformarsi in un #uco nero.
3a) +
m1
c
S
=
&
&
,srimiamo ora il raggio di Sc"Iarzsc"ild della articella in funzione del temo imiegato dalla luce a ercorrerlo +
s
> ct
ed eslicitiamo la massa della articella
<a) m
c t
1
=
3
&
sostituiamo la massa cosD trovata nella &a)
Ba) A,
c t
1
=
B
&
sostituiamo infine l'indeterminazione energetica nella 1a)
Ga)
c t
1
B &
&
= h
dalla !uale, riordinando, si ottiene
Fa) t
1
c
s
9
= ~

&
1'
B
<3
h
In ratica a temi inferiori a circa 1'
3<3
s ure fluttuazioni !uantistic"e ossono rodurre articelle destinate a collassare in
un #uco nero. 1li effetti !uantistici e gravitazionali si influenzano recirocamente.
Sostituendo il temo di 9lancA nella G3) troviamo c"e la temeratura dell'universo dell'ordine di 1'
31
3
1'
3&
EC (1'
&F
31'
&;
eK), temeratura oltre la !uale si ritiene c"e tutte le < forze fondamentali di natura
siano unificate in un'unica 'suerforza' c"e agisce indifferentemente su tutte le articelle.
<G
L'unica teoria c"e attualmente si avventura nell'era di 9lancA la teoria delle suercorde o teoria del
tutto (6"eorP of ,verPt"ing 36.,). 6ale teoria descrive tutte le articelle come corde di dimensioni
infinitesime (1'
333
cm). .gni modo di vi#razione di tali corde determina l'energia e !uindi la massa
della articella.
Era di (rande Uni$icaione 1'
3<3
3 1'
33B
s
L'universo emerge dal temo di 9lancA costituito da un gas di articelle !uantistic"e formate da leto3
!uarA e #osoni W (e forse artners suersimmetrici), i vettori intermedi della forza di 1rande
$nificazione. I gravitoni, se esistono, si sono gi% searati ed agiscono in modo autonomo.
L'enorme energia c"e caratterizza tale gas ermette alle articelle !uantistic"e di convertirsi
li#eramente le une nelle altre. In altre arole, a arte l'interazione gravitazionale, c"e si gi% searata al
temo di 9lancA, le rimanenti tre interazioni (elettromagnetica, forte e de#ole) sono ancora unificate e i
#osoni c"e le mediano sono in realt% indistingui#ili l'uno dall'altro. L'unione della forza
elettromagnetica, de#ole e forte in un'unica interazione viene oggi descritta da una serie di modelli della
fisica delle articelle noti come teorie di Grande :nificazione o G:/.
* circa 1'
&F
EC (1'
&3
eK), corrisondenti al temo cosmico 1'
33B
s si seara l'interazione forte (si
formano i gluoni) c"e comincia ad agire sui !uarA (i !uali a loro volta si distinguono ora dai letoni),
senza eraltro riuscire a legarli ancora in modo ermanente er formare gli adroni.
Le teorie di 1rande $nificazione revedono c"e durante tale searazione si roducano dei (difetti(
nello sazio3temo.
,' una situazione analoga a !uella c"e si roduce !uando un li!uido cristallizza e regioni diverse del
li!uido iniziano a solidificare in modo autonomo, con diversa e casuale orientazione degli assi
cristallografici. 8uando tali regioni si incontrano, si roducono dei difetti localizzati nei unti di
confine. /elle teorie di grandunificazione esistono difetti untiformi, c"e corrisondono ai mono:li
magnetici (strutture associate a oli magnetici isolati) , lineari (string"e o corde cosmic"e) e suerficiali
(areti di 7loc" o di dominio).
-i si attende c"e tali difetti siano sta#ili ed estremamente massicci (si u: ad esemio calcolare c"e un
monoolo magnetico assuma massa ari a 1'
1G
volte !uella del rotone).
Inoltre i calcoli revedono un numero talmente grande di tali difetti c"e la loro massa sare##e ora
reonderante su !uella di !ualsiasi altro oggetto conosciuto. 6ali strutture non sono state finora mai
rivelate.
$n'altra revisione teorica di grande interesse riguarda l'attuale asimmetria cosmica c"e si rileva tra
materia ed antimateria. Secondo le 1$6 i #osoni W residui non decadono infatti in !uarA e anti!uarA e
in letoni e antiletoni in modo simmetrico. La teoria revede infatti c"e si formi un lieve eccesso di
8uarA risetto agli *nti!uarA e di Letoni risetto agli *ntiletoni.
In !uesto modo !uando nelle fasi successive materia ed antimateria si annic"iliscono formando fotoni,
il iccolo eccesso di materia formatosi in !uesto momento sar% in grado di soravvivere e former% la
materia rima er stelle e galassie. La teoria non in grado di calcolare in modo reciso !uanta materia
in grado di soravvivere, ma ci fornisce una stima del raorto tra numero di fotoni (c"e si formano
dall'annic"ilazione) e numero di articelle di materia, ari a
1'
1' 3
.
Il valore revisto teoricamente er tale raorto, detto anc"e entropia specifica dell+universo, trova
#uone conferme serimentali nelle attuali misurazioni.
<F
Il numero di rotoni er unit% di volume u: essere stimato dividendo la densit% effettiva (

o c
= O
)
er la massa del rotone (m

> 1,GF&G 1'


3&<
g)
G<)

m
=
O
/ell'iotesi di un universo euclideo ( O > 1) e con 4
o
> BB Am=(s Mc) la G<) fornisce 3,< 1'
3G
rotoni=cm
3
(oco i) di un rotone er metro cu#o di universo).
Il numero di fotoni er unit% di volume u: essere ottenuto integrando oortunamente la relazione di
9lancA esressa come densit% di energia.
GB)
( ) ( )
1 3 3 3 3
3
4z cm erg
1
1 ;
,

= =
k/
h
rad
e
c
h
/ #
v
v
t
v
oic"H ciascun fotone ossiede un'energia c > "v, er ottenere il numero di fotoni con fre!uenza
vresenti nell'unit% di volume, dividiamo la GB) er "v
GG)
( )
( )
1 3 3 3 &
3
4z cm fotoni
1
1 ; ,

=
k/
h
e
c h
/ #
v
v
t
v
v
Integrando ora la GG) risetto alla fre!uenza otteniamo il numero totale di fotoni (di tutte le fre!uenze)
resenti nell'unit% di volume alla temeratura 6.
GF)
( )
3 3 3
3
&
3
cm fotoni <&& , G'
1
1 ;
/
hc
k
d
e
c
o
k/
h
|
.
|

\
|
=

v v
t
v
er 6 > 6
o
> &,F&G EC la GF) fornisce circa <11 fotoni=cm
3
.
L'entroia secifica dell'universo in tal modo stimata risulta ertanto <11 = 3,< 1'
3G
> 1,& 1'
;
in #uon
accordo con il valore teorico.
L'entroia secifica dell'universo un arametro estremamente critico er l'esistenza dell'universo
come noi lo conosciamo.
Si dimostra infatti c"e sufficiente variare in misura minima il valore del raorto er cam#iare in
modo radicale l'evoluzione e la struttura dell'universo.
Se infatti il numero di fotoni fosse stato inizialmente inferiore, la ressione di radiazione da essi
esercitata non sare##e stata in grado di tenere searati i #arioni urtandoli di continuo. I #arioni si
sare##ero erci: com#inati molto recocemente e con maggior efficienza formando raidamente nuclei
di elementi c"imici esanti a scaito di !uelli i) leggeri.
L'universo sare##e oggi raticamente rivo di idrogeno e di elio, e !uindi di stelle, formato da enormi
massi di elementi esanti alla deriva nello sazio.
-on un numero di fotoni eccessivo l'universo sare##e invece formato raticamente di solo idrogeno.
Ma !uel c"e i) conta l'eccesso di fotoni avre##e imedito alle ertur#azioni gravitazionali della
materia di crescere, diserdendole continuamente. Le galassie non si sare##ero otute formare ed oggi
l'universo sare##e costituito ancora di una distesa omogenea di idrogeno.
Era dell)In$lation 1'
33B
3 1'
33&
s
<;
La teoria dell'inflation, formulata nella sua forma originaria da *. 1ut" nel 19;', "a il regio, come
afferma lo stesso 1ut", di trasformare !ualsiasi universo (o !uasi) in !uello attualmente osserva#ile,
risolvendo in tal modo arecc"i ro#lemi c"e affliggono i modelli cosmologici classici.
1ut" dimostr: c"e !uando la temeratura raggiunse valori intorno a 1'
&F
EC (1'
&3
eK) l'universo
otre##e essersi trovato in una condizione metasta#ile, denominata di falso-vuoto.
Il falso vuoto "a alcune articolarit% fisic"e di notevole interesse cosmologico. La sua densit% di energia

fv
rimane costante durante l'esansione. Inoltre resenta una ressione negativa uguale in valore
assoluto alla sua densit% di energia
G;)

fv fv
=
In una situazione di tal genere, in cui la densit% di energia del falso vuoto revalente, la densit% di
energia totale diventa


tot
fv fv fv fv fv
c

c c c c
= + = =
& & & & &
3 3 &
$na densit% di energia negativa viene ad avere un effetto reulsivo antigravitazionale ed agisce ertanto
in modo analogo alla costante cosmologica, il arametro introdotto (e oi sconfessato) da ,instein er
giustificare l'esistenza di un universo statico.
Ma in un universo gi% in esansione come il nostro, !uesta secie di costante cosmologica avre##e
l'effetto di aumentare a dismisura la velocit% di esansione, roducendo in definitiva un'esansione
esonenziale o inflazione. LXaccelerazione a cui sottoosto lXuniverso vale ertanto
G9)
&
&
&
&
3
;
R
c
G v
fv
|
|
.
|

\
|
=

t
,ssendo oi
R H
R
R H
R
v
a
&
& & &
= = =
La costante di 4u##le durante lXinflazione (4
i
) varr%
F')
fv i
G
c
H t
&
3
;
=
+icordando inoltre c"e la densit% di energia del falso vuoto rimane costante durante l'esansione anc"e
la costante di 4u##le non varier% il suo valore durante lXesansione esonenziale. 9oic"H dun!ue 4
i
non diende da + ossiamo integrare direttamente la relazione di 4u##le
F1)
R H ;
i
=
er ottenere la legge oraria. ,srimiamo v come dr=dt e riordiniamo
F&)
dt G
c
dR
R
fv
&
1
3
1G 1 1
|
.
|

\
|
= t

+icordando c"e + ln
+
1
=
}
, la F1) integrata orge
F3) t
c
G
R
fv
=
&
3
1G
ln
t

<9
Se, er semlicit%, fissiamo lXorigine della scala dei temi in modo c"e t > ' coincida con il temo
resente, la costante di integrazione vale ln +
o
(con +
o
raggio attuale dellXuniverso) ed in definitiva
F<)
t H
i
e R =
+elazione analoga a !uella ottenuta da 0e Sitter
,ssendo ossi#ile determinare er via teorica la densit% di energia del falso vuoto c"e risulta essere di
circa 1'
9B
erg=cm
3
, la F') fornisce un valore 4
i
~ 1'
3<
s
31
.
La densit% di energia u: essere teoricamente stimata come raorto tra lXenergia caratteristica di un !uanto 1$6 (,1$6 ~
1'
&3
eK > 1,G 1'
11
erg) ed il cu#o delle sue dimensioni caratteristic"e (il rinciio di indeterminazione t < = h p - > A A ci
fornisce le dimensioni caratteristic"e di un !uanto avente energia , > mc
&
, ari a
#
hc
mc
h
p
h
-
t t t < < <
= = ~ ).
La densit% di energia caratteristica della scala 1$6 sar% ertanto dellXordine di
( )
3
<
3
<
|
.
|

\
|
= ~
c
h
#
-
#
G:/ G:/
t

Il modello revede c"e nell'intervallo di temo comreso tra t


1
> 1'
33B
e t
&
> 1'
33&
secondi l'universo
aumenti le rorie dimensioni almeno di un fattore 1'
3'
3 1'
<'
. Infatti sostituendo nella F3) i temi
indicati e calcolando il raorto tra i risettivi fattori di scala si ottiene
FB)
1' F , &
&
3B
33
1
& 1'
1'
1'
= = =

e
e
e
R
R
i
i
H
H
t
t

6ra le diverse !uestioni lasciate in soseso dai modelli cosmologici classici, l'inflation d% risosta al
ro#lema della iattezza, dell'orizzonte e dei monooli magnetici.
Il ro#lema dell'orizzonte e della iattezza non raresentano in realt% una contraddizione vera e
roria dei modelli classici. ,' infatti sufficiente assumere l'uniformit% e O > 1 come condizione
iniziale dell'universo e l'universo si evolver% uniformemente ed in modo euclideo.
/aturalmente un modello c"e de##a accontentarsi di assumere alcune condizioni come date, senza
riuscire a darne siegazione, risulta meno soddisfacente di uno c"e ossa giustificare l'esistenza di tutte
le caratteristic"e cosmic"e osservate.
9er !uanto riguarda il ro#lema della iattezza riconsideriamo la <G) 1
& &
= O
A
4 +
e vediamo come
varia il denominatore del raorto a secondo mem#ro durante l'esansione inflazionaria.
0urante l'inflation 4 rimane costante, mentre + > e
4t
e !uindi +
&
> e
&4t
. Il denominatore aumenta
!uindi in modo esonenziale il suo valore
4 + e
4t & & &

ed il raorto, essendo A costante, decresce !uindi con lo stesso ritmo


B'
A
4 +
e
4t
& &
&


ci: significa c"e se durante l'esansione + aumenta di un fattore 1'
<'
la differenza di O risetto a 1
diminuisce di un fattore 1'
;'
. Il risultato c"e !ualsiasi sia il valore di O rima dell'inflazione esso
sar% raticamente 1 doo l'inflazione, oic"H il raorto
A
4 +
& &
diminuisce in modo talmente drastico
da essere alla fine raticamente trascura#ile.
L'immensa regione di sazio c"e oggi noi c"iamiamo universo corrisondere##e dun!ue ad una
orzione estremamente iccola di uno sazio3temo dilatato enormemente dall'esansione inflativa.
6ale sazio ci aare iano allo stesso modo in cui sem#ra iana la terra vista in una sua iccola
orzione suerficiale. In tal modo noi siamo costretti ad osservare uno sazio iatto indiendentemente
dalla curvatura c"e oteva inizialmente ossedere l'universo.
Il ro#lema si ora er certi versi addirittura caovolto, nel senso c"e se l'inflation revede c"e O sia
ari ad 1, do##iamo in !ualc"e modo cercare di giustificare erc"H noi in realt% misuriamo valori
inferiori. ,' il cosiddetto ro#lema della massa mancante, c"e otre##e comun!ue trovare soluzione
tramite il gran numero di articelle esotic"e la cui esistenza revista dalle 1$6 e dalle teorie
suersimmetric"e (neutrini, gravitini, fotini, assioni etc.).
9er ci: c"e riguarda il ro#lema dell'orizzonte l'universo c"e entra nella fase inflativa sare##e
enormemente i) iccolo di !uanto recedentemente revisto (circa di un fattore 1'
<'
).
In recedenza avevamo calcolato con la <;) le dimensioni reviste dai modelli cosmologici classici er
la orzione di universo attualmente osserva#ile, riferite al temo 1'
33B
s (inizio dell'inflation). ,ssa era
ari a circa < cm contro una distanza3orizzonte riferita al medesimo istante di circa 3 1'
3&B
cm.
.ra se accettiamo c"e le dimensioni dell'universo reinflativo siano 1'
<'
volte inferiori a !uanto
recedentemente calcolato, la orzione di universo attualmente osserva#ile avre##e avuto dimensioni
ari a < 1'
3<'
cm. In !uesta situazione la distanza orizzonte era allora #en 1'
1B
volte sueriore delle
dimensioni dell'universo oggi osserva#ile.
L'universo reinflativo sare##e erci: sufficientemente iccolo da ermettere alla luce di viaggiare da
un cao all'altro i) volte, risolvendo il ro#lema dell'orizzonte. Infatti tutti gli eventi comresi
nell'universo osserva#ile e attualmente non connessi, lo erano rima dell'inflation, oic"H comressi in
una regione sufficientemente iccola.
La curva +(t) andre##e !uindi cosD modificata
B1
*nc"e il ro#lema dei monooli magnetici ed in generale di tutte le strutture massicce (corde cosmic"e,
areti di dominio) c"e secondo le teorie di 1rande $nificazione si sare##ero dovute formare in !uantit%
tali da essere oggi facilmente osserva#ili viene risolto in modo estremamente semlice dall'inflation.
Infatti l'aumento di un fattore 1'
<'
delle dimensioni cosmic"e roduce una diluizione formida#ile su
tali strutture, al unto da rendere la loro densit% (numero er unit% di volume) talmente iccola da
essere comati#ile con le osservazioni.

Era Elettrodebole o del *eserto 1'
33&
3 1'
31'
s
L'interazione elettrode#ole rimane unificata fino a 1'
1B
EC (1'
11
eK), temeratura c"e viene raggiunta
al temo cosmico 1'
31'
s. *lla fine dell'era i #osoni de#oli c"e trasortano la forza de#ole (J e R
o
)
iniziano a seararsi dai fotoni, ac!uisendo massa. Se confrontiamo l'intervallo di temerature (e !uindi
di energia) c"e caratterizza !uesta era con !uello delle altre ere, ossiamo notare come sia
estremamente amio. 9oic"H in !uesto lasso di temo non accade nulla di articolarmente rilevante
molti fisici arlano di deserto di gauge (i modelli matematici c"e descrivono le interazioni sono teorie
di gauge).
Era Adronica 1'
31'
3 1'
3<
s
*lla temeratura di circa 1'
1B
EC corrisondente al temo cosmico 1'
31'
s i gluoni colorati iniziano a
legare ermanentemente i !uarA formando gli adroni di massa maggiore (adronizzazione).
Si formano adroni ed antiandroni, con un leggero eccesso dei rimi sui secondi come revisto dalle
1$6.
1li adroni i) esanti non sono sta#ili (oggi li creiamo artificialmente negli acceleratori) e man mano
c"e la temeratura diminuisce decadono negli adroni i) leggeri.
*l temo cosmico 1'
3G
s iniziano a formarsi gli adroni i) leggeri e sta#ili (rotoni e neutroni).
*lla temeratura di 1'
13
o
C (1'
9
eK), corrisondente al temo cosmico 1'
3<
s viene raggiunta la soglia
dei rotoni e termina l'era adronica. *l di sotto di tale temeratura i fotoni non sono infatti
sufficientemente energetici er rodurre coie rotone=antirotone.
0urante l'era adronica i fotoni erano in e!uili#rio termodinamico con gli adroni e la velocit% di
roduzione era ari alla velocit% di annic"ilazione.
B&
*ndamento della orzione di universo attualmente osserva#ile e della
relativa distanza3orizzonte in un universo euclideo con una fase iniziale
inflativa.
*l termine dell'era adronica la roduzione cessa, mentre continua l'annic"ilazione con formazione di
fotoni.
Era Leptonica 1'
3<
3 1'
1
s
Sotto i 1'
13
o
C i fotoni ossiedono ancora energia sufficiente er creare coie letone=antiletone
(naturalmente le coie letone=antiletone si formavano anc"e in recedenza).
Il gas !uantistico ora formato da una miscela di fotoni, tauoni, muoni, elettroni con i risettivi
neutrini (e le risettive antiarticelle) ed una iccola !uantit% di rotoni e neutroni (inizialmente in
egual numero), residuo dell'era recedente.
Man mano c"e la temeratura scende i letoni i) esanti (tauoni e muoni) decadono nel letone i)
leggero (l'elettrone). I neutrini tauonici e muonici invece si conservano e dovre##ero essere resenti
ancor oggi in numero enorme nell'universo (!ualc"e centinaio=cm
3
).
0urante l'era letonica revisto il disaccoppiamento dei neutrini dal fluido cosmico. Il momento del
disaccoiamento dei neutrini non determinato in modo reciso oic"H diende dal tio di interazioni
c"e i neutrini roducono con le altre articelle, non ancora comletamente c"iarito.
0a !uesto momento la radiazione dei neutrini artecia in modo autonomo all'esansione dell'universo
e la sua temeratura diminuisce indiendentemente da !uella della radiazione (semre con la stessa
legge +6 > cost).
9oco doo il disaccoiamento dei neutrini viene raggiunta la temeratura di soglia degli elettroni.
* B 1'
9
o
C (B 1'
B

eK), corrisondente a circa 1' s doo il #ig #ang, i fotoni non "anno i) energia
sufficiente er rodurre coie elettrone=ositrone.
*l di sotto di B 1'
9
o
C anc"e elettroni e ositroni si annic"ilano roducendo fotoni in numero enorme.
6ermina l'era letonica ed inizia l'era fotonica.
Si u: dimostrare c"e l'annic"ilazione elettrone3ositrone, aumentando la densit% dei fotoni, ne
aumenta la temeratura, ma non !uella dei neutrini ormai disaccoiati. 0oo l'annic"ilazione deve
valere la seguente relazione
<'1 , 1
<
11
3
1
= |
.
|

\
|
=
neutrini
fotoni
/
/
Il c"e significa c"e se otessimo oggi misurare la temeratura del fondo di neutrini dovremmo trovarla
circa 1,< volte inferiore risetto a !uella dei fotoni. Se i fotoni resentano oggi una temeratura di
&,F&G EC i neutrini dovre##ero resentare una temeratura di 1,9<G EC.
Era $otonica 1'
1
3 1'
11
s
0oo il disaccoiamento dei neutrini e l'annic"ilazione degli elettroni=ositroni la densit% di
radiazione dominata comletamente dalla comonente fotonica. La G1) diventa ertanto
FG)

rad
c
6
&
3G <
; <& 1' =

, ) 8 g 9 cm
3
c"e eguagliata alla G&)
t
tot
1
t t = =

1
G
F9B 'G;
& &
. fornisce
FF) t
6
=
3 1 1'
&'
&
,
relazione c"e u: essere usata er stimare i temi cosmici in funzione delle soglie termic"e durante le
rimanenti fasi dell'era della radiazione.
B3
Il iccolo numero di elettroni c"e soravvive ari al numero di rotoni soravvissuto nell'era adronica
(nell'iotesi c"e la carica elettrica totale dell'universo, una grandezza c"e si conserva, fosse inizialmente
nulla).
0urante il rimo minuto e mezzo dell'era fotonica si situa il periodo della nucleosintesi, durante il
!uale rotoni e neutroni trovano le condizioni er fondersi formando in revalenza 4e, tracce di
0euterio, Litio e 7erillio. 9oic"H i neutroni isolati non sono sta#ili, essendo leggermente i) esanti dei
rotoni, tendono a trasformarsi, attraverso un decadimento #eta, nei rotoni in un temo medio di circa
1'
3
s. Si tratta di un lasso di temo eccessivamente lungo se aragonato all'intera durata dell'era
adronica, !uindi non tutti i neutroni riescono a decadere ed arrivano in arte integri alla fase di
nucleosintesi, dove ossono salvarsi dalla comleta estinzione unendosi ai rotoni er formare nuclei di
elementi leggeri. I fisici calcolano c"e il raorto neutroni=rotoni durante la fase di nucleosintesi sia di
1=F.
In #ase a tale raorto ossi#ile calcolare le roorzioni di elementi leggeri c"e si sono formati
durante la nucleosintesi rimordiale ed in articolare si calcola c"e l',lio deve essersi formato nella
ercentuale del &B@ in eso.
In generale le !uantit% dei diversi elementi leggeri formatisi durante la nucleosintesi, calcolati er via
teorica, trovano #uone conferme nelle misure odierne delle a##ondanze degli elementi c"imici
nell'universo. La nucleosintesi termina !uando la temeratura scende sotto B 1'
;
EC, circa 1'' secondi
doo l'inizio del 7ig 7ang.
L'era fotonica termina assieme all'era della radiazione, convenzionalmente !uando la densit% di materia
eguaglia e suera la densit% di massa e!uivalente alla radiazione.
9er determinare !uando ci: avviene troviamo una relazione c"e leg"i la densit% di materia alla
temeratura della radiazione. 0alla F)
mat
+

1
3
e ricordando c"e 6
rad
+ > cost, ossiamo scrivere
F;)
mat rad
6
3
esrimiamo ora la densit% di materia in funzione della densit% critica e riscriviamo la F;)
O
=

c
rad
6
t
3
cos
stimiamo la costante sostituendo la densit% critica attuale (er 4
o
> BB Am=(s Mc)) e la temeratura
attuale della radiazione 6
o
> &,F&G EC
( )
31
3
3'
3
1' ; , &
F&G , &
1' GF , B

O =
O
=
O
rad
c
/

la F;) diventa
F9)
mat rad
6 =

O & ; 1'
31 3
,
-alcoliamo ora a c"e temeratura la densit% di materia eguaglia la densit% di massa e!uivalente alla
radiazione eguagliando i secondi mem#ri della F9) e della FG)
;') 6 > O 33.&B< EC
/ell'iotesi c"e O > 1 tale temeratura viene raggiunta al temo cosmico 1'
11
s (circa 1'.''' anni)
Era della +ateria 1'
11
3 1'
1F
s
8uando la temeratura dell'universo scende a circa 1'
3
o
C (33B'''
o
C) il lasma di articelle c"e
formava l'universo sufficientemente freddo da oter dar vita ad un gas di atomi neutri. In recedenza i
B<
fotoni erano sufficientemente energetici da ionizzare immediatamente !ualsiasi atomo neutro si
formasse. 1li elettroni ed i nuclei si legano definitivamente attraverso un rocesso detto di
ricombinazione. $tilizzando la FF) ossiamo calcolare c"e ci: avviene intorno a 1'
13
s (circa 3''.''' 3
G''.''' anni)
1li elettroni erdono inoltre in tal modo la loro funzione di mantenere l'e!uili#rio termodinamico tra
fotoni e materia. I fotoni si sganciano definitivamente dalla materia con la !uale fino a !uel momento
scam#iavano continuamente energia grazie alla mediazione degli elettroni. La searazione tra materia e
radiazione detta disaccoppiamento .
5ino a !uel momento i fotoni erano imregnati nel lasma come all'interno di una sugna, mentre
durante il disaccoiamento la materia li#era i fotoni c"e d'ora in oi condurranno vita autonoma. Si
usa descrivere il fenomeno dicendo c"e la materia diviene trasarente alla radiazione.
L'universo c"e fino a !uel momento sare##e aarso ad un iotetico osservatore comletamente rivo
di luce, si accende con un flas" rossastro. Si li#era in !uesto momento la radiazione di fondo c"e oggi
noi misuriamo ad una temeratura di &,F&G
o
C.
Mentre la radiazione continua a raffreddarsi durante l'esansione secondo la relazione 6+ > cost, la
materia disaccoiata si raffredda secondo la relazione B9) 6+
&
> cost
+icordando c"e
+ t
&
3
, la B9) u: essere scritta 6 t t
mat
<
3
= cos . 0urante l'era della materia deve valere
dun!ue la relazione 6 t 6t
o o
<
3
<
3
1 1
= con la !uale ossiamo calcolare la temeratura c"e dovre##e
ossedere attualmente la materia
K
t
t
/ /
o
o
~
|
|
.
|

\
|

=
|
|
.
|

\
|
=
3
1F
13
1
1
1'
1' <
1'
''' . 3
3
<
3
<
nell'iotesi c"e al momento del disaccoiamento (t
1
> 1'
13
s) la radiazione (e !uindi anc"e la materia)
avesse una temeratura di 3.''' EC
Le fluttuazioni casuali di densit% resenti in seno alla materia, non i) distur#ate ed annullate dai
fotoni, sono ora li#ere di crescere sotto l'effetto della loro stessa gravit%. Ma er !uanto il rocesso
avvenga raidamente i calcoli mostrano c"e non vi temo sufficiente er arrivare da !ueste alla
formazione delle galassie.
Si tratta di un ro#lema ancora irrisolto all'interno del modello del #ig #ang.
L'.+I1I/, 0,LL, 1*L*SSI, , L* M*6,+I* .S-$+*2 $/ 9+.7L,M* I/ S.S9,S.
.ggi il ro#lema del costituirsi delle grandi strutture gravitazionali (galassie, ammassi e suerammassi)
a artire dal lasma di articelle rimordiali tornato reotentemente all'attenzione degli astrofisici.
I rimi modelli si affidavano a fluttuazioni nella materia #arionica le !uali, raggiunta una certa densit%,
erano in grado di collassare gravitazionalmente.
*ttualmente i modelli a sola comonente #arionica sono stati a##andonati er una serie di ragioni c"e
vedremo #revemente.
* cavallo tra gli anni 'G' e 'F' nasce il rototio dei modelli in seguito #attezzati (bottom-up( o (a
salire( o (ascendenti(, in cui si revede la nascita rima delle strutture i) iccole (le galassie) ed in
BB
seguito di !uelle di dimensioni maggiori (ammassi e suerammassi). Il modello si deve a 9ee#les e
venne resto a##andonato oic"H revedeva c"e le strutture gravitazionali alle diverse scale si
roducessero in modo uniforme nell'universo, in netto contrasto con la distri#uzione osservata. La
materia si addensa infatti in galassie distri#uite in filamenti e suerfici c"e circondano enormi sazi
!uasi vuoti.
Inoltre verso la fine degli anni 'F' vennero scoerti alcuni suerammassi di grandi dimensioni la cui
resenza non oteva essere giustificata sulla #ase del modello di 9ee#les non essendo trascorso
a##astanza temo dall'inizio del 7ig 7ang erc"H strutture cosD estese otessero essersi formate er
attrazione gravitazionale a artire da strutture i) iccole.
/ei modelli (top-do<n( o (a scendere( o (discendenti(, le cui rime formulazioni si devono a
Rel'dovic", le fluttuazioni #arionic"e avvengono darima su grande scala oic"H le interazioni tra
articelle e fotoni cancellano le ertur#azioni i) iccole. In !uesto modo si formano darima oggetti
diffusi, recursori dei suerammassi dai !uali si searano in seguito gli ammassi e le galassie. Secondo
Rel'dovic" i rimordiali rotosuerammassi sare##ero collassati sino a rodurre enormi strutture
aiattite c"e egli c"iam: (pancake( (modello a frittelle o a focacce), le !uali intersecandosi e
frammentandosi avre##ero rodotto tutte le strutture gravitazionali i) iccole come gli ammassi e le
galassie.
6ale modello "a il regio di avvicinarsi maggiormente alla distri#uzione di materia osservata, ma
resenta comun!ue una serie di gravi difetti c"e ne "anno ortato all'a##andono.
In articolare, se si arte dall'iotesi c"e la materia sia fortemente congiunta alla radiazione, almeno
fino al temo del disaccoppiamento, ogni fluttuazione di densit% nella materia deve aver lasciato
un'imronta di grandezza comara#ile sulla densit% di radiazione. 9oic"H le rime fluttuazioni reviste
dal modello sono !uelle di dimensioni maggiori, oggi dovremmo essere in grado di misurare delle
disomogeneit% nel fondo a 3C c"e in realt% non si osservano.
9i) in generale i modelli a comonente #arionica "anno tutti il difetto di iniziare troo tardi, doo c"e
la materia si disaccoiata con la radiazione. 9rima c"e ci: avvenisse i fotoni, interagendo
continuamente con la materia, dissiavano !ualsiasi fluttuazione di densit% #arionica. Il lasma di
rotoni, neutroni ed elettroni di cui era costituito l'universo rimordiale veniva infatti mantenuto
omogeneo dalle interazioni con i fotoni c"e imedivano la crescita delle fluttuazioni di densit%.
-osD le ertur#azioni rimordiali rimasero er cosD dire congelate in seno alla materia ordinaria fino al
momento del disaccoiamento, senza aver oi il temo, come a##iamo gi% avuto modo di dire, di
trasformarsi nelle struttura gravitazionali osservate.
I cosmologi cominciarono !uindi a ensare c"e l'unico modo er ovviare a !uesti inconvenienti fosse
iotizzare l'esistenza di un !ualc"e tio di materia in grado di rodurre fluttuazioni di densit% molto
recocemente nella storia dell'universo. 6ale materia avre##e dovuto evidentemente ossedere la
caratteristica di interagire con la radiazione in modo meno intenso di !uanto non facciano i #arioni, in
modo da disaccoiarsi in temi recedenti.
Ki sono comun!ue diverse altre considerazioni c"e ortano a ritenere c"e la materia #arionica visi#ile
non contri#uisca c"e er una frazione minima alla massa totale dell'universo.
Storicamente il rimo a ostulare l'esistenza di una materia non luminosa, in seguito c"iamata (materia
oscura(, fu RIicAP nel 1933. *nalizzando le velocit% reciroc"e delle singole galassie aartenenti
all'ammasso in -oma (-"ioma di 7erenice), scorD c"e le galassie si muovevano troo velocemente
er restare gravitazionalmente legate. In altre arole, se l'unica massa resente fosse stata !uella
calcolata sulla #ase della !uantit% di luce emessa dalle galassie, !ueste si sare##ero dovute searare gi%
BG
da molto temo. L'unica siegazione ossi#ile secondo RIicAP era iotizzare l'esistenza di una materia
non luminosa e !uindi non visi#ile, in grado di trattenere gravitazionalmente le galassie.
I dati i) significativi e meglio documentati sull'esistenza della materia oscura ci vengono er: dallo
studio della velocit% di rotazione delle galassie a sirale.
La materia luminosa in una galassia a sirale concentrata in gran arte nel nucleo e va oi
rarefacendosi man mano c"e ci sostiamo verso la eriferia. In tali condizioni le galassie dovre##ero
comortarsi come un sistema Aeleriano, in modo del tutto analogo a !uanto fa il sole con i suoi
ianeti. -osD la velocit% degli oggetti galattici eriferici (stelle, ammassi stellari, ne#ulose etc)
dovre##ero decrescere all'aumentare della distanza dal nucleo galattico, secondo !uanto revisto dalla
terza legge di Celero. In realt% si osservano velocit% eriferic"e raticamente indiendenti dalla
distanza dal centro. Il dato u: essere facilmente siegato se si ammette l'esistenza di una materia non
luminosa la cui densit% invece di decrescere raidamente all'aumentare del raggio si riduce i)
lentamente in tutte le direzioni, formando un immenso alone sferico c"e si estende molto oltre i confini
visi#ili della galassia.
+ecentemente alcune osservazioni effettuate dal satellite +osat, lanciato dalla /*S* nel 199',
sem#rere##ero confermare in modo eclatante l'esistenza della materia oscura. I suoi strumenti sensi#ili
alla radiazione infrarossa "anno individuato una gigantesca nu#e di gas caldo, osta tra tre galassie a
circa 1B' milioni di anni luce. 9oic"H una nu#e cosD calda non u: essere in alcun modo trattenuta
gravitazionalmente dalla massa visi#ile delle tre galassie, essa sare##e evaorata gi% da molto temo se
non fosse tenuta insieme dall'influenza gravitazionale di una !uantit% enorme di materia oscura .
,' stato cosD ossi#ile sta#ilire c"e la materia oscura in grado di esercitare effetti gravitazionali
misura#ili sulle galassie e sugli ammassi di galassie dovre##e essere circa &' volte i) a##ondante
della materia luminosa.
6enendo resente c"e la materia luminosa raresenta, secondo le stime odierne circa l'1@ della massa
necessaria er c"iudere l'universo, se si rende in considerazione anc"e l'aorto della materia oscura si
raggiunge un valore del arametro di densit% O ari a circa ',&.
Il formalismo matematico sul !uale costruito il 7ig 7ang ermette d'altra arte di effettuare una
revisione teorica iuttosto recisa della densit% attuale della materia #arionica. L'a##ondanza di 4e
attualmente osservato (&B@ in eso) , come a##iamo gi% avuto modo di dire, comati#ile solo con un
raorto #arioni=fotoni comreso tra ',& e ',; arti er miliardo. 9oic"H attualmente ossi#ile
misurare con #uona arossimazione la densit% fotonica del fondo a microonde, se ne u: agevolmente
ricavare un limite sueriore teorico er la densit% #arionica ari a circa O > ',1.
-i: imlic"ere##e c"e almeno una arte della materia c"e roduce effetti gravitazionali misura#ili
all'interno delle galassie e degli ammassi non avre##e natura #arionica. La arte #arionica non visi#ile
non dovre##e essere resente sotto forma di gas diffuso, oic"H in !uesto caso si dovre##ero erceire
evidenti effetti di assor#imento sulla luce c"e ci roviene dagli oggetti lontani, in misura tanto
maggiore !uanto i) sono distanti. Si ritiene invece c"e tale materia #arionica oscura ossa essere
resente sotto forma di ianeti delle dimensioni di giove, stelle morte (nane nere e #uc"i neri) ed altri
cori collassati costituiti da materia troo de#olmente emittente er essere osservata.
+estere##e dun!ue un margine er l'esistenza di eventuale materia non #arionica. /ondimeno, anc"e se
tutta la materia di cui sono costituite le galassie, oscura e luminosa, fosse di natura #arionica, gli
astrofisici ritengono oggi c"e la materia #arionica raresenti comun!ue solo una iccola ercentuale
della materia universale. $na delle considerazioni c"e gli astrofisici trovano a !uesto roosito i)
BF
convincenti oggia sul cosiddetto ro#lema della metrica iatta. *##iamo gi% visto c"e !uesto ed altri
ro#lemi connessi al modello standard del #ig #ang sono stati in arte risolti con l'introduzione del
modello inflazionario. Ma il modello inflazionario revede c"e oggi O sia rorio ari ad 1. Se dun!ue
noi riusciamo a giustificarne al massimo il &'@ tramite la comonente #arionica necessario revedere
l'esistenza di una materia oscura (esotica(, di tio non #arionico.
I rimi candidati a raresentare tale materia sono stati i neutrini. Il ro#lema c"e non siamo ancora
riusciti a determinarne la massa. I limiti sueriori finora fissati er la massa del neutrino affermano c"e
se esso ossiede massa !uesta non u: essere sueriore a circa 3' eK.
9er le loro articolari caratteristic"e i neutrini si restarono inoltre molto #ene a sostituire i #arioni nei
modelli di formazione delle strutture gravitazionali rimordiali.
,ssendo insensi#ili alla radiazione elettromagnetica ed interagendo solo de#olmente con la materia le
fluttuazioni di densit% interne ai neutrini oterono dun!ue rodursi in temi anteriori a !uanto revisto
er le fluttuazioni #arionic"e. 8uanto rima diende urtroo er: dalla massa dei neutrini. Infatti
fintantoc"H una articella si muove a velocit% relativistic"e in grado di sottrarsi a !ualsiasi attrazione
gravitazionale (ad esclusione naturalmente di !uella rodotta da un #uco nero). In tal modo si u:
revedere c"e le fluttuazioni gravitazionali in seno ai neutrini a##iano otuto formarsi ed accrescersi
!uando la loro velocit% divenne almeno del 1'@ inferiore della velocit% della luce o, come si usa dire,
!uando divennero non3relativistici. Se la massa del neutrino fosse di &' 3 3' eK si calcola c"e !uesta
condizione otre##e essere stata raggiunta !uando l'universo si raffredd: a circa 1''.''' EC. 9otendosi
formare cosD resto le fluttuazioni di neutrini ossono formare strutture erfettamente comati#ili con
le dimensioni dei i) grandi suerammassi osservati.
/aturalmente i modelli a dominante neutrinica revedono c"e !uando i #arioni si disaccoiarono dalla
radiazione oterono essere attirati gravitazionalmente dagli addensamenti neutrinici.
$tilizzando i neutrini al osto dei #arioni nel modello a frittelle di Rel'dovic" si ottennero inizialmente
dei risultati a##astanza confortanti. In seguito er:, una serie di sofisticate simulazioni al comuter
effettuate su modelli a dominante neutrinica dimostrarono c"e tali modelli roducevano universi in cui
la materia tendeva ad aggregarsi in modo eccessivo a livello dei suerammassi, lasciando lo sazio
eccessivamente vuoto di materia alle scale minori, in modo assolutamente difforme risetto a !uanto
osservato. I modelli a dominante neutrinica non erano ad esemio assolutamente in grado di giustificare
il formarsi delle galassie sferoidali nane c"e si andavano scorendo su iccole scale.
8uel c"e sem#rava necessario era un tio di materia c"e diventasse non relativistica (o come si
definisce normalmente (fredda() ancora rima dei neutrini.
Si inizi: dun!ue a arlare di (materia oscura fredda(, in contraosizione alla (materia oscura calda(,
i cui rototii erano naturalmente i neutrini relativistici.
Si tratta dun!ue di una riedizione dei modelli #ottom3u in cui si formano er rime le strutture
gravitazionali alle scale minori (galassie), ma in !uesto caso con molto anticio risetto a !uanto non
faccia la materia #arionica e !uindi con i) temo er rodurre anc"e le strutture maggiori osservate.
5inora le rove di simulazione al comuter fondate su universi dominati da materia oscura fredda
offrono una #uona arossimazione con i dati osservativi alle diverse scale.
I modelli a materia oscura fredda sono stati recentemente messi in crisi dalla scoerta del cosiddetto
(grande attrattore(, una regione verso la !uale sem#ra cadere il nostro intero gruo locale (l'ammasso
al !uale aarteniamo) alla velocit% di B3G'' Am=s. $n moto locale di !uesto tio giustifica#ile solo
iotizzando l'esistenza di una smisurata concentrazione di massa. La ro#a#ilit% di trovare un tale
B;
addensamento di materia su di una scala tanto grande non er ora comati#ile con i modelli fondati
sulla materia oscura fredda.
Inoltre i modelli a materia oscura fredda sono fondati su articelle la cui esistenza uramente teorica.
Ki sono diversi tii di articelle teoric"e c"e resentano caratteristic"e c"e le rendono adatte a rivestire
il ruolo di materia oscura fredda. +icordiamo gli assioni e i monooli magnetici.
*lcune di !ueste articelle, come il monoolo, sono resi in considerazione erc"H oltre ad interagire
de#olmente con la materia diventano (fredde( e !uindi lente molto recocemente erc"H ossiedono
masse iuttosto elevate. 8uesto tio di articelle oggi accomunato dalla sigla JIM9 (<eakl,
interactive massive particles( (articelle massive de#olmente interagenti).
*nc"e le corde cosmic"e sono state invocate, non tanto er rivestire il ruolo di materia oscura, in
!uanto si ritiene c"e la loro massa comlessiva sia relativamente scarsa, !uanto come ossi#ili centri di
attrazione rimordiale in grado di guidare ed organizzare la materia #arionica nella formazione delle
grandi strutture gravitazionali.
Legato alla formazione delle grandi strutture gravitazionali vi infine un ultimo ro#lema c"e sem#ra
aver trovato soluzione solo recentemente.
Secondo i cosmologi infatti le fluttuazioni di densit% nella materia rimordiale devono aver lasciato
!ualc"e 'segno' sulla radiazione di fondo.
/elle regioni in cui la materia iniziava ad addensarsi l'effetto gravitazionale avre##e dovuto 'straare'
energia ai fotoni (red3s"ift gravitazionaleS) e la radiazione di fondo dovre##e aarire in tali regioni
relativamente fredda. 8uesta struttura a 'macc"ie termic"e' dovre##e essere inoltre soravvissuta fino ai
giorni nostri, divenendo una secie di fossile dei rimi aggregati gravitazionali in via di formazione.
Ma fino a !ualc"e anno fa il fondo a microonde aariva straordinariamente omogeneo, mettendo in
!ualc"e modo in discussione lo stesso modello cosmologico del 7ig 7ang.
Solo nel 199& i dati rovenienti dal satellite -.7, (-osmic 7acAground ,Nlorer), lanciato verso la
fine del 19;9 dalla /*S*, sem#rano confermare l'esistenza di fluttuazioni di temeratura nel fondo a
3C ari a circa 3' milionesimi di Aelvin. 6rattandosi di valori al limite della sensi#ilit% strumentale del
-.7, i dati sono tuttora oggetto di controverse interretazioni.

B9

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