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Ing. Pier Francesco Roggero, Dott. Michele Nardelli, P.A. Francesco Di Noto
Abstract: In this paper we focus attention on the behavior of space and time at the subatomic level and astronomical scale.
Index:
1. ELENCO DI ORDINI DI GRANDEZZA PER LA LUNGHEZZA ................................................... 3 1.1 OSSERVAZIONI SUGLI ORDINI DI GRANDEZZA PER LA LUNGHEZZA .............. 17 2. COME SI MISURA LA VELOCITA .............................................................................................. 18 2.1 COMPOSIZIONE RELATIVISTICA DELLE VELOCIT .............................................. 20 2.1.1 ESEMPIO DI COMPOSIZIONE DELLE VELOCIT ................................................... 22 3. LATOMO VISTO A SCALA UMANA .......................................................................................... 23 3.1 VELOCITA DELLELETTRONE NELLATOMO DI IDROGENO .............................. 25 3.2 RAGGIO DELLELETTRONE NELLATOMO DI IDROGENO .................................... 27 3.3 ENERGIA DELLELETTRONE NELLATOMO DI IDROGENO .................................. 28 5. OSSERVAZIONI IMPORTANTI ..................................................................................................... 30 5.1 LA LEGGE ASTRONOMICA DI BODE E I NUMERI DI FIBONACCI ........................ 33 6. SPAZIO E TEMPO NELLE DIVERSE SCALE DI LUNGHEZZA ................................................ 39 7. CONCLUSIONI ................................................................................................................................ 40 8. RIFERIMENTI .................................................................................................................................. 41
Ordine
Prefisso SI
Lunghezza dell'oggetto
Oggetto
10
35
1,6 10
35
Lunghezza di Planck; lunghezze inferiori a questa non hanno alcun senso fisico, secondo le attuali teorie della fisica
dimensione di un quark 1018 m 1 attometro (am) sensibilit del rilevatore LIGO per le onde gravitazionali
dimensione di un protone 10
15
scala del nucleo atomico 1014 m 10 fm raggio d'azione della forza nucleare debole 1013 m 100 fm
distanza tra i nuclei atomici in una nana bianca 1012 m 1 picometro (pm)
5 pm
100 pm
1 ngstrm
1 nanometro (nm) 2 nm
20 nm
32 nm
108 m
10 nm
40 nm
90 nm
100 nm
il 90% delle particelle del fumo di legno sono inferiori a questa misura
107 m
100 nm
100 nm
dimensione massima di una particella che pu passare attraverso una mascherina da chirurgo
120 nm
280 nm
300 nm
380-430 nm
430-450 nm
450-500 nm
500-520 nm
520-565 nm
565-590 nm
590-625 nm
625-740 nm
1-10 m
1,55 m
spora dell'antrace
7 m
7 m
105 m
10 m
10 m
10 m
10,6 m
12 m
13 m
14 m
15 m
17 m
20 m
25,4 m
50 m
80 m
104 m
100 m
125 m
200 m
300 m
500 m
500 m
500 m
2,54 mm
distanza tra i pin nei vecchi componenti elettronici DIP (dual in-line package)
103 m
1 millimetro (mm) 5 mm
7,62 mm
1,5 cm
2,54 cm 10 m
2
4,267 cm
101 m
1 decimetro (dm)
10 cm
10 cm
12 cm
GHz ISM
15 cm
30,48 cm
1 piede
50-65 cm
66 cm
89 cm
90 cm
91 cm
1 iarda
1m
1 metro
1m
lunghezza d'onda delle pi basse frequenze UHF e pi alte frequenze VHF, 300 MHz
1,435 m
1,7 m
2,77 - 3,44 m
3,048 m
5,5 m
10 m
1 decametro (dam) 10 m
11 m
21 m
23 m
27,43 m
30 m
40 m
49 m
52 m
55 m
60 m
70 m
70 m
91,44 m
lunghezza di un campo da football americano (100 iarde misurate tra le due linee di meta)
100 m
1 ettometro (hm)
100 m
lunghezza d'onda delle frequenze radio a onde corte pi basse e di quelle a onde medie pi alte, 3 MHz
105 m
112,34 m
137 m
147 m
168 m
193 m
244 m
300 m
340 m
distanza percorsa dal suono nell'aria in un secondo; si veda velocit del suono
400-500 m
541 m
altezza prevista della Freedom Tower sul luogo dove sorgeva il World Trade Center
553,33 m
647 m
1 km
lunghezza d'onda delle pi basse frequenze radio in onde medie, 300 kHz
1 miglio internazionale
1 miglio nautico
8850 m
Fossa di Mindanao
111 km
3 480 km 10 m
6
107 m
10 000 km
12 756 km 40 075 km
108 m
100 000 km
109 m
1010 m
10 milioni di km
1011 m
100 milioni di km
1012 m
1013 m
10 Tm
13,8 Tm
1014 m 1015 m
100 Tm
1 petametro (Pm)
3,2616 anni luce = 30,8568 1 parsec Pm 1016 m 10 Pm 4,22 anni luce = 39,9 Pm distanza della stella pi vicina (Proxima Centauri)
100 Pm
1 exametro (Em)
10 Em
100 Em
21
distanza dalla Grande Nube di Magellano (una galassia nana che orbita attorno alla Via Lattea) distanza dalla Piccola Nube di Magellano (un'altra galassia nana che orbita attorno alla Via Lattea)
1022 m
10 Zm
22,3 Zm (2,36 milioni di anni luce = 725 kiloparsec distanza dalla Galassia di Andromeda = 22,3 Zm)
50 Zm (1,6 Mpc)
1023 m
100 Zm
200 milioni di anni luce (2 diametro del Superammasso Locale Ym, 60 megaparsec) 1024 m 1 yottametro (Ym) lunghezza della Grande Muraglia, la 500 milioni di anni luce (5 seconda pi grande superstruttura osservata Ym, 150 megaparsec) dell'universo 1025 m
10 Ym
1010 anni luce 1026 m 100 Ym 1,37 1010 anni luce = 1,3 1026 m = 130 Ym
permane nel proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme finch non interviene una forza esterna ad interromperlo". La Terra, l'atmosfera e tutte le cose poste in superficie sono animate dallo stesso moto rettilineo uniforme. Prendendo a termine di paragone un qualunque oggetto fisso terrestre, essendo animato dello stesso moto della Terra, si muove come noi (se stiamo fermi), alla medesima velocit, nella medesima direzione. In quanto corpi fisici tutte le cose sono quindi sensibili alle accelerazioni, ma del tutto indifferenti alle velocit. Ci accorgiamo quando parte o si ferma un ascensore ma senza guardare fuori del finestrino non potremo dare neanche l'ordine di grandezza della velocit di un'auto sulla strada. Questo il principio di relativit classico di Galileo secondo cui tutti i sistemi di riferimento in moto rettilineo uniforme sono equivalenti. Anche il calcolo della velocit della Terra lo si deve riportare sempre ad un determinato sistema. Quando ad esempio ho accennato ai moti della Galassia, mi sono riferito, come usualmente si fa, ad un sistema di riferimento (inerziale) nel quale la radiazione cosmica di fondo risulta isotropa. Si potrebbe obiettare che in realt il moto della Terra combinazione di moti curvilinei e non rigorosamente rettilinei, ma per brevi intervalli temporali lo scostamento fra l'arco compiuto e la direzione rettilinea minimo, non si percepisce a sensazione. Tuttavia lo scostamento c' ed il responsabile di effetti quali la deriva dei gravi verso oriente, la deflessione del piano di oscillazione dei pendoli di Foucault.
Nella teoria della relativit ristretta esse tengono conto, in particolare, dell'insuperabilit della velocit della luce e della sua costanza indipendentemente dal sistema di riferimento inerziale scelto. Se le velocit in gioco sono molto grandi e si avvicinano a circa un 1/10 della velocit c della luce nel vuoto, dobbiamo tener conto delle trasformazioni di Lorentz: Passando da un sistema inerziale S ad un altro sistema inerziale S* con velocit relativa v rispetto al primo, si ha la seguente formula:
v w= u uv 1 c2
La formula semplificata perch si considera solo una direzione nel moto delle velocit u e v in un sistema di riferimento inerziale S e w la velocit nel nuovo sistema di riferimento inerziale S* In questo modo le velocit sono dei scalari (ovvero dei numeri) e non dei vettori.
2 u= c 3
2 v = c, 3
cio opposte e
2 2 c c 12 w= 3 3 = c 2 2 13 c c 1 3 3 c 2che il modulo della nuova velocit w minore di c, come prevede la Possiamo notare
relativit ristretta.
Il modello planetario stato il primo proposto da Rutherford dove quasi tutta la massa dell'atomo concentrata in una porzione molto piccola, il nucleo (caricato positivamente) e gli elettroni gli ruotano attorno cos come i pianeti ruotano attorno al Sole. L'atomo quindi largamente composto da spazio vuoto e il nucleo cos concentrato che gli elettroni gli ruotano attorno a distanze relativamente enormi, aventi un diametro da 10.000 a 100.000 volte maggiore di quello del nucleo. Lanalogia con il nostro sistema solare evidente. Siccome per il modello planetario portava delle incongruenze con le leggi della fisica classica, ben presto fu abbandonato il concetto di orbita e fu introdotto il concetto di orbitale. Nasce cos anche la meccanica quantistica. Non ha pi senso infatti parlare di traiettoria di una particella: da ci discende che non si pu neanche definire con certezza dove un elettrone si trova in un dato momento. Ci che si poteva conoscere era la probabilit di trovare l'elettrone in un certo punto dello spazio in un dato istante di tempo. Un orbitale quindi non una traiettoria su cui un elettrone (secondo le idee della fisica classica) poteva muoversi, bens una porzione di spazio intorno al nucleo definita da una superficie di equiprobabilit, ossia entro la quale c' il 95% della probabilit che un elettrone vi si trovi. Fu Erwin Schrdinger con la sua equazione di Schrdinger, a ipotizzare la struttura dell'atomo come costituita da un nucleo centrale carico di energia positiva circondato da una nuvola di elettroni. Alla luce delle ultime ricerche, sfruttando sofisticate e potenti apparecchiature elettroniche, stato possibile determinare in modo pi completo anche la struttura del nucleo. In particolare si scoperto che i protoni e i neutroni sono a loro volta formati da particelle pi piccole: i quark.
L'atomo composto principalmente da tre tipologie di particelle subatomiche (cio di dimensioni minori dell'atomo): i protoni, i neutroni e gli elettroni. In particolare:
i protoni (carichi positivamente) e i neutroni (privi di carica) formano il "nucleo" (carico positivamente); protoni e neutroni sono detti quindi "nucleoni"; gli elettroni (carichi negativamente) sono presenti nello stesso numero dei protoni e ruotano attorno al nucleo senza seguire un'orbita precisa (l'elettrone si dice quindi "delocalizzato"), rimanendo confinati all'interno degli orbitali (o "livelli energetici").
In proporzione, se il nucleo atomico fosse grande quanto una mela, gli elettroni gli ruoterebbero attorno ad una distanza pari a circa un chilometro; un nucleone (protone o neutrone) ha massa quasi 1800 volte superiore a quella di un elettrone. Gli atomi non hanno quindi un contorno ben definito, in quanto la distanza degli elettroni rispetto al nucleo varia in ogni istante ed influenzata dalle condizioni energetiche dell'atomo, in particolare aumenta all'aumentare della temperatura e diminuisce in seguito alla formazione di un legame chimico. In proporzione se una mela diventasse della dimensione della Terra, gli atomi nella mela avrebbero approssimativamente le dimensioni della mela originale.
c vn = n
la costante di struttura fine adimensionale n = 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 livello energetico dove si pu trovare lelettrone dove =
1 137,03599
= 0,0072973
nello stato fondamentale n=1 si ha: v1 = 2.188 km/s La scelta dell'atomo di idrogeno dovuta perch il pi semplice sistema studiabile in 3 dimensioni, poich possiede un nucleo con un protone e ha un solo elettrone. A livello energetico n=5 si ha una velocit dellelettrone attorno al nucleo pi piccola e precisamente di: v5 =
2188 5
437 km/s
Il numero quantico n pu assumere tutti i valori interi da 1 fino al valore massimo di n=7 perch in questo modo vengono sistemati tutti gli elettroni degli elementi della tavola periodica attualmente conosciuti. E interessante osservare che la velocit dellelettrone attorno al proprio nucleo sempre inferiore o uguale al valore di: v1 = c = 2.188 km/s Questo vale per qualsiasi atomo anche molto pi complesso. Di conseguenza le velocit degli elettroni in un qualsiasi atomo sono sempre inferiori o uguali a
1 137,03599
c vn = n
siccome le massime velocit degli elettroni sono proprio nellatomo di idrogeno, per tutti gli altri atomi le velocit degli elettroni sono comunque inferiori (gi con 2 elettroni attorno al nucleo come per latomo di elio).
Osserviamo anche che le leggi della relativit non servono per calcolare queste velocit, NON SI HA NESSUN AUMENTO DI MASSA DELLELETTRONE perch le velocit sono comunque inferiori al 10% della velocit della luce c, e quindi valgono le leggi della fisica classica.
rn = n 2a 0
Quindi per n=2 abbiamo, ad esempio: r2 = 2,12 Per gli atomi il raggio compreso tra 0,25 e 3 e il raggio dipende soprattutto dalla carica efficace dell'elemento: all'aumentare della stessa, il raggio atomico diminuisce. La carica si dice "efficace" perch, a causa dell'effetto di schermo degli altri elettroni degli strati pi interni negli atomi con pi elettroni (e quindi tutti meno lidrogeno), l'elettrone all'ultimo strato non risente totalmente della carica nucleare. Il raggio atomico pi piccolo l'atomo di elio (con raggio atomico di 0,25 A), mentre uno degli atomi pi grandi l'atomo di cesio (con raggio atomico di 2,6 A) Si vede che gi per n 3 il raggio rn calcolato di Bohr con orbite circolari non va gi pi bene ma si tratta di una buona approssimazione.
En = 0 n2
Dove E0 lenergia della prima orbita di Bohr e vale: E0 = 2.18 x10#18J = 13.61 eV Ad esempio per n=2 si ha: E2 = E0
1 4
= 3,4 eV
Lo straordinario successo del modello di Bohr laver riprodotto con incredibile precisione la lunghezza donda delle righe di emissione dellidrogeno. Infatti dalla formula precedente deriva immediatamente che le energie dei fotoni emessi a seguito della transizione dellelettrone da uno stato di numero quantico n1 ad uno di numero quantico n2 dovranno essere: Efotone = E0
1 1 2 2 n2 n1
Ad esempio per un elettrone che passa dallo stato quantico n1=1 allo stato quantico n2=2, ovvero dalla prima orbita circolare alla seconda orbita circolare viene emesso un fotone di energia pari a: Efotone = E0
3 4
= 10,2 eV
Ricordiamo che la luce visibile, dal blu al rosso, ha i seguenti parametri: = 400 nm (blu) - 700 (rosso) nm, lunghezza donda f = 750 THz (blu) - 430 (rosso) THz, frequenza E = 3,1 eV (blu) - 1,8 (rosso) eV, Energia del fotone Con h costante di Plank:
5. OSSERVAZIONI IMPORTANTI
Circa la costante di struttura fine possiamo aggiungere le considerazioni RIF: Michele Nardelli in Sistema Musicale Aureo Phi (n/7) e connessioni matematiche tra numeri primi e Paesaggio della Teoria delle Stringhe, Christian Lange1, Michele Nardelli e Giuseppe Bini, sul sito xoomer.virgilio.it/stringtheory/Nardlanbin01.pdf, dove gli Autori mostrano le connessioni tra il numero 432, la costante di struttura fine e la sezione aurea, ma anche con .
Vediamo ora langolo aureo , dal primo volume La sezione aurea il linguaggio matematico della bellezza della collana matematica Il mondo matematico, pag. 131:
Bravais scopr che le nuove foglie si sviluppano ruotando di uno stesso angolo, approssimativamente 137,35,: Se calcoliamo: 360 * ^2 = 360/^2 I 360 corrispondono ad un giro completo per il limite a cui converge la successione precedente) si ottiene appunto137,35, chiamato a volte angolo aureo Dividendo infatti 360 per 2,6180307 abbiamo 137,50793, numero vicinissimo a quello della costante di struttura fine = 137,03599, con differenza 137,50793137,03599 = 0,47194 e rapporto 137,50793/137,03599 = 1,0034439, molto vicino a
128
1,61803398... = 1,0037665
con una differenza di circa 3 millesimi tra il valore reale e il valore stimato di tale rapporto. Poich il diametro di un ramo circolare e anche lorbita di un elettrone anchessa circolare, e nella formula della costante di struttura fine compare , possibile che tra il valore della costante di struttura fine e langolo aureo ci sia qualche relazione, confermata indirettamente anche dal suddetto lavoro di Nardelli, Lange e Bini, a pag. 23 e seguenti, anche in relazione al numero 432, somma di 267 e 165 : Vi sono ulteriori connessioni matematiche che vale la pena di andare a descrivere ed analizzare. LIng. Christian Lange ha ottenuto alcuni risultati lavorando sul numero 432, corrispondente alla frequenza del La naturale (ricordiamo che 432 = 24 33). Dividendo 432 per , si ottiene 137,5 un valore molto vicino a quello della Costante di Struttura Fine,di importanza fondamentale nella fisica teorica e nella cosmologia, in quanto ha un ruolo di primo piano nelle teorie delle stringhe e del multiverso. Inoltre, dividendo 432 per e per ^2 si ottengono rispettivamente i numeri 267 e 165. Le somme di tali numeri forniscono nuovamente 432Si osserva anche che i numeri 267 e 165 sono dati da somme di numeri di Fibonacci. Infatti:267 = 233 + 34 e 165 = 144 + 21 (233 = 89 + 144; 144 = 55 + 89). (E anche le formule per ottenere i numeri 267 = 432/ e 165=432/^2 sono connessi alla sezione aurea) Ora per il numero 137,5796 si ottiene da 432/. Ma 432 connesso anche ad alcuni numeri di Fibonacci, dalle relazioni di cui sopra. Quindi anche , gi presente nella formula della costante di struttura fine, potrebbe essere connesso allangolo aureo 137,5 (ma per angolo aureo si intendono anche altri angoli, come 36, ecc. ; noi in questo lavoro ci riferiremo sempre allangolo 137,5 , molto prossimo allinverso della costante di struttura fine, 137,035) Quindi, sarebbe possibile una connessione tra 432, , , e = costante di struttura fine . Infine ricordiamo che, come prima detto,
La velocit orbitale della Terra RIMANE di 30 km/s allincirca quella di un elettrone attorno ad un nucleo ad un certo livello energetico molto basso di un atomo complesso. Essendo allincirca uguale le due velocit orbitali della Terra attorno al Sole e di un elettrone intorno al nucleo atomico, possiamo ipotizzare una possibile relazione tra le orbite dei pianeti solari (Terra compresa), e gli orbitali o numeri quantici, con la serie di Fibonacci e quindi con la sezione aurea. Per le orbite planetarie, nota la legge di Bode , che misura le distanze planetari dal Sole in termini di unit astronomiche (U.A.), con connessione con i numeri di Fibonacci, idem se si usano milioni d chilometri (Rif. 13, La serie di Fibonacci nel microcosmo (effetto Hall quantistico, cariche frazionarie, masse dei quark, numeri quantici, stabilit nucleare) Gruppo B. Riemann*Francesco Di Noto, Michele Nardelli ) al quale rimandiamo Idem per i numeri quantici e gli orbitali elettronici
In questo lavoro mostriamo la connessione con la legge astronomica empirica di Bode sulle distanze planetarie dal Sole con i numeri di Fibonacci.
Da Il libro della Fisica di Gifford A. Pickover ( ed.Logos) riportiamo la pag. 128 dedicata alla Legge delle distanze planetarie di Bode, che sar poi seguita da nostre osservazioni e tabelle numeriche riguardanti la connessione con i numeri di Fibonacci ( avevamo gia trattato largomento in Rif.1)
La serie numerica empirica 0 3 6 12 24 si potrebbe benissimo completare con 1,5 compreso tra 0 e 3 e 48, 92 e 188 dopo 24, in modo da avere una serie (che poi una progressione geometrica con numero fisso 2)
0 1,5 3 6 12 24 48 92 184 Notiamo anzitutto che essa rispecchia grosso modo la successione di Fibonacci: TABELLA 1
Serie di completa
Bode
pi Serie di Fibonacci
0 1,5 3 6 12 24 48
0 1 2 3 5 13 21 34
92 184
44, 5 media tra 3,5 3 34 e 55 89 3 188,5 media tra 144 e -4,5 5 2332
Una leggera connessione quindi c, tra le due serie numeriche: la prima progressione geometrica con numero fisso 2, la seconda progressione geometrica con numero fisso 1,618 non molto lontano da 2. La correzione apportata da Bode ( aggiungendo 4 alla progressione iniziale e dividendo per 10), avvicina ancora di pi le due progressioni: TABELLA 2
Bode
Fibonacci
0 1 1 1 2
Rapporti successivi nella serie di Bode (nella serie di Fibonacci 1,618 0,7/0,55 = 1,2727 1,618 = 1,2720 1/0,7 = 1,4285 1,6/1 =1,6 1,618
3 5 8 21 34 72 media tra 55 e 89
2,8/ 1,6 =1,75 1,618 5,2/2,8 = 1,857 10,0/5,2= 1,9230 19,6/10=1,96 38,8/19,6=1,97 77,2/19,6=1,98
Come si nota, la vicinanza con i numeri di Fibonacci pi marcata, ma ora manca il 13 e il 55. Con i rapporti successivi, essi sono minori di 2, quindi mediamente pi vicini a 1,618 = rapporto aureo, e questo spiega la maggiore vicinanza della seconda serie con i numeri di Fibonacci.
Conclusioni Esiste quindi una connessione tra la progressione geometrica originale di Bode 0 3 6 12 24 , le sue e le nostre modifiche mostrate in questo lavoro, e la successione di Fibonacci, in merito alle distanze dei pianeti dal Sole espresse in Unit Astronomiche (U.A.). In Rif. 1) avevamo gi trovato altre connessioni sullargomento. Rif. 1) La sezione aurea in astronomia sul sito www.attuttoportale.it sezione OLTRE LA BOTANICA LA SEZIONE AUREA -DAGLI ATOMI ALLE STELLE, Rubrica curata da Francesco Di Noto e Eugenio Amitrano
http://www.atuttoportale.it/ , dal quale riportiamo la parte iniziale, con le distanze in milioni di km anzich in U.A., e rispunta anche qui la serie di Fibonacci : Di seguito sono riportate le distanze medie dal Sole in milioni di km: Pianeti interni (pianeti terrestri) Mercurio 58 Venere 108 Terra 150 Marte 228 Fascia degli asteroidi 420 Pianeti esterni (pianeti gioviani, giganti gassosi) Giove 778 Saturno 1426 Urano 2870 Nettuno 4497 Se dividiamo tutti i numeri per 50 otteniamo la seguente sequenza che risulta essere molto vicina alla Successione di Fibonacci: Mercurio: 1,16 1; Venere: 2,16 2; Terra: 3,00 = 3; Marte: 4,56 5; Asteroidi: 8,40 8; Giove: 15,56 13; Saturno: 28,52 27,5 = (21 + 34) / 2; Urano: 57,40 55; Nettuno: 89,94 = 89 Qui per mancano il 21 e il 34, ma sono coinvolti nel numero 28,52 molto vicino alla media 27.5 = (21+34)/2
7. CONCLUSIONI
Osserviamo che insieme alla velocit ecc. alle diverse scale, non cambiano neanche le relazioni con la sezione aurea e i numeri di Fibonacci, molto presenti sia a scala microcosmica e nucleare (stringhe, masse di quark, stabilit nucleare, ecc.) sia macroscopica (livello umano, tipo fiori, pigne, conigli, ecc.) sia anche astronomica (orbite planetarie con la legge di Bode, bracci a spirale in galassie particolari, dette appunto a spirale). Abbiamo gi visto le possibili connessioni tra sezione aurea e costante di struttura fine. Lanalogia dei sistemi orbitanti attorno ad un nucleo si verificano sia a livello subatomico che a livello cosmologico. Tutto in continuo movimento e in trasformazione nel tempo e le forze che intervengono sono anchesse simili nella forma con forze repulsive ed attrattive.
8. RIFERIMENTI
Tutti sul nostro sito , salvo diversa indicazione. 1) Teoria matematica dei nodi, fisica quantistica, teoria di stringa (connessioni con i numeri di Fibonacci, di Lie e i numeri di partizione) Parte Prima Michele Nardelli, Francesco Di Noto Gruppo B. Riemann
2) Osservazioni sul nuovo numero magico 34 della nucleosintesi stellare Gruppo B.Riemann Michele Nardelli, Francesco Di Noto (connessione con i numeri di Fibonacci e la stabilit nucleare) 3) Teoria delle stringhe, effetto entanglement e fotosintesi clorofilliana Gruppo B. Riemann* Francesco Di Noto, Michele 4) I numeri fibonoriali F!(n), 2 parte (numeri primoriali #(n) come loro fattori e numeri di Fibonacci come esponenti, es. F!(19) Gruppo B. Riemann* Francesco Di Noto, Michele Nardelli 5) I numeri Fibonoriali e i numeri di Lie Gruppo B. Riemann* Michele Nardelli Francesco Di Noto
6) MUSICA AUREA E FISICA TEORICA (Da Pitagora al bosone di Higgs) Gruppo B. Riemann* Nardelli Michele, Francesco Di Noto 7) STUDY ON INFINITY IN MATHEMATICS AND PHYSICS Pier Francesco Roggero, Michele Nardelli, Francesco Di Noto 8) La matematica dellevoluzione naturale (Proposta di considerare la sezione aurea nella simulazione informatica del DNA e nella futura dimostrazione matematica della teoria evoluzionistica) Gruppo B. Riemann* Francesco Di Noto, Michele Nardelli 9) DALLE TEORIE DI STRINGA AI MATERIALI SUPERCONDUTTORI TRAMITE LA SEZIONE AUREA Gruppo B. Riemann* Francesco Di Noto, Michele Nardelli 10) WORMHOLES, UNIVERSO E STRINGHE Ing. Pier Francesco Roggero, Dott. Michele Nardelli, Francesco Di Noto 11) Percorso riepilogativo Teoria dei Numeri Teorie di stringa effetti quantistici realt fisica Gruppo B. Riemann* Francesco Di Noto, Michele Nardelli 12) REPULSIVE GRAVITATIONAL INTERACTION BETWEEN MATTER AND ANTIMATTER Pier Francesco Roggero, Michele Nardelli, Francesco Di Noto 13) La serie di Fibonacci nel microcosmo (effetto Hall quantistico, cariche frazionarie , masse dei quark, numeri quantici, stabilit nucleare) Gruppo B. Riemann* Francesco Di Noto, Michele Nardelli
14) - NOTA AGGIUNTIVA SUL GRUPPO DI LIE E8 Francesco Di Noto, Michele Nardelli 15) Studi ed osservazioni sul Gruppo di Lie E8 Gruppo B. Riemann* Michele Nardelli, Francesco Di Noto 16) LEQUAZIONE PREFERITA DALLA NATURA E I RELATIVI GRAFICI PARABOLICI Gruppo B. Riemann Francesco Di Noto, Michele Nardelli 17)DAI NUMERI COMPLESSI ALLA REALTA FISICA (in particolare gli ottonioni) Gruppo B. Riemann Michele Nardelli, Francesco Di Noto 18) FIBONACCI, DIMENSIONI, STRINGHE: NUOVE INTERESSANTI CONNESSIONI Francesco Di Noto e Michele Nardelli Sul sito: eprints.bice.rm.cnr.it/640/1/Nardinot02.pdf