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INDICE

CAPITOLO 1: INTRODUZZIONE 1. SOCIALISMO E ANALISI ECONOMICO .. Il fallimento storico del socialismo .. Il punto di vista soggettivo nellanalisi economico del socialismo .. La nostra definizione di socialismo . La funzione imprenditoriale e il concetto di socialismo Il socialismo come errore intellettuale 2. IL DIBATTITO INTORNO ALLIMPOSSIBILIT DEL CALCOLO ECONOMICO NEL SOCIALISMO ... Ludwig von Mises e linizio del dibattito sul socialismo ... Lindebita deviazione del dibattito verso la statica ... Oskar Lange e la soluzione competitiva Il socialismo di mercato come impossibile quadratura del cerchio ... 3. ALTRE POSSIBILI LINEE DI INVESTIGAZIONE 1. Analisi del cosiddetto socialismo autogestioario . 2. La denominata pianificazione indicativa 3. La salutare depurazione delle responsabilit scientifiche .. 4. Conseguenze del dibattito nellevoluzione e nel futuro sviluppo della Scienza Economica . 5. Reinterpretazione e analisi storico dei distinti tipi reali di socialismo 6. Lo sviluppo di una teoria sullinammissibilit etica del socialismo 7. Elaborazione di una teoria sulla prevenzione e smantellamento del socialismo. 4. CONCLUSIONE . CAPITOLO II: LA FUNZIONE IMPRENDITORIALE ... 1. DEFINIZIONE DELLA FUNZIONE IMPRENDITORIALE Lazione umana: fine, valore, mezzo e utilit Scarsit, piano dazione e atto di volont . Concetto soggettivo di tempo: passato, presente e futuro . Creativit, sorpresa e incertezza . Il costo come concetto soggettivo. Il beneficio imprenditoriale .. Razionalit e irrazionalit. Errore e perdita imprenditoriale Utilit marginale e preferenza temporale .. 2. CARATTERISTICHE DELLA FUNZIONE IMPRENDITORIALE Funzione imprenditoriale e perspicacia Informazione, conoscenza e imprenditorialit Conoscenza soggettiva e pratica, non scientifica Conoscenza privativa e dispersa

Conoscenza tacita non articolabile Carattere essenzialmente creativo della funzione imprenditoriale Creazione di informazione Trasmissione dellinformazione Effetto apprendimento: coordinazione e adattamento Arbitrato e speculazione Diritto, denaro e calcolo economico Ubiquit della funzione imprenditoriale Il principio essenziale Concorrenza e funzione imprenditoriale La divisione della conoscenza e lordine estensivo di cooperazione sociale Creativit contro massimizzazione Conclusione: il nostro concetto di societ 3. LA FUNZIONE IMPRENDITORIALE E IL CONCETTO DI SOCIALISMO CAPITOLO III: IL SOCIALISMO 1. DEFINISIONE DI SOCIALISMO 2. IL SOCIALISMO COME ERRORE INTELLETTUALE 3. LIMPOSSIBILIT DEL SOCIALISMO DAL PUNTO DI VISTA DELLA SOCIET Largomento statico Largomento dinamico 4. LIMPOSSIBILIT DEL SOCIALISMO DAL PUNTO DI VISTA DELLORGANO DIRETTORE 5. PERCH LO SVILUPPO DEI COMPUTER IMPOSSIBILITA ANCORA DI PI IL SOCIALISMO 6. ALTRE CONSEGUENZE TEORICHE DEL SOCIALISMO Scoordinazione e disordine sociale Informazione erronea e comportamenti irresponsabili Effetto corruzione Economia occulta o irregolare Arretratezza sociale (economica, tecnologica, culturale) La prostituzione dei concetti tradizionali di legge e giustizia La perversione morale che crea il socialismo Il socialismo come oppio del popolo Conclusione: carattere essenzialmente antisociale del socialismo 7. DIFFERENTI TIPI O CLASSI DI SOCIALISMO Il socialismo reale o delle economie di tipo sovietico Socialismo democratico o socialdemocrazia Socialismo conservatore o di destra Lingegneria sociale o socialismo scientista Altri tipi di socialismo (cristiano-solidario, sindacalista, ecc.)

8. CRITICA DEI CONCETTI ALTERNATIVI DI SOCIALISMO Il suo concetto tradizionale e il processo di formazione del nuovo concetto Socialismo e interventismo Linutilit dei concetti idillicidi socialismo Potr riabilitarsi un giorno il terminesocialismo? CAPITOLO IV: LUDWIG VON MISES E LINIZIO DEL DIBATTITO SUL CALCOLO ECONOMICO 1. ANTECEDENTI 2. LESSENZIALE APPORTAZIONE DI LUDWIG VON MISES Carattere e contenuto di base dellapportazione di Mises 3. IL FUNZIONAMENTO DEL SOCIALISMO SECONDO MARX 4. CONSIDERAZIONI ADDIZIONALI INTORNO ALLAPPORTAZIONE DI MISES La refutazione misesiana di Marx Il calcolo monetario di perdite e guadagni La sufficienza pratica del calcolo economico Il calcolo come problema di carattere essenzialmente economico (e non tecnico) La concezione imprenditoriale e il calcolo economico 5. PRIME PROPOSTE SOCIALISTE DI SOLUZIONE AL PROBLEMA DEL CALCOLO ECONOMICO Il calcolo economico in specie Il calcolo economico in ore di lavoro Il calcolo economico in unit dutilit CAPITOLO V: LINDEBITA DEVIAZIONE DEL DIBATTITO VERSO LA STATICA: GLI ARGOMENTI DELLA SOMIGLIANZA FORMALE E LA COSIDDETTA SOLUZIONE MATEMATICA 1. GLI ARGOMENTI DELLA SOMIGLIANZA FORMALE Gli argomenti della somiglianza formale di Eugen von Bhm-Bawerk e Friedrich von Wieser Lapportazione di Enrico Barone come argomento di somiglianza formale Altri teorici della somiglianza formale: Cassel e Lindahl 2. ANALISI DELLA SOLUZIONE MATEMATICA Larticolo di Fred M. Taylor Lapportazione di H. D. Dickinson La soluzione matematica nella letteratura tedesca 3. CONSEGUENZE NEGATIVE DELLA SOLUZIONE MATEMATICA PER IL DIBATTITO 4. IL METODO DI PROVA ED ERRORE Critica del metodo di prova ed errore 5. LIMPOSSIBILIT TEORICA DELLA PLANOMETRIA

CAPITOLO VI: OSKAR LANGE E LA SOLUZIONE COMPETITIVA 1. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE 2. ANTECEDENTI STORICI DELLA SOLUZIONE COMPETITIVA Le apportazioni di Eduard Heimann e Karl Polanyi La critica anticipata di Mises, Hayek e Robbins contro la soluzione competitiva 3. LAPPORTAZIONE DI OSKAR LANGE: CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE Il modello di Lange-Breit 4. OSKAR LANGE E IL SUO MODELLO CLASSICO DI SOCIALISMO DI MERCATO Prezzi di mercato contro prezzi parametrici Il primo paragrafo di Lange Il secondo paragrafo di Lange Il terzo paragrafo di Lange Il quarto paragrafo di Lange 5. ANALISI CRITICO DEL MODELLO CLASSICO DI LANGE Un chiarimento terminologico previo Descrizione del modello Due interpretazioni del modello di Lange Analisi critico delle interpretazioni pi ampie del modello di Lange 1. Limpossibilit di elaborare la lista dei beni di capitale 2. La completa arbitrariet del periodo temporale di fissazione dei prezzi parametrici 3. Linesistenza di un vero mercato per il lavoro e i beni e servizi di consumo 4. Linutilit delle regole proposte da Lange 5. Limpossibilit teorica del metodo di prova ed errore 6. Larbitraria fissazione del tasso dinteresse 7. Ignoranza per quanto riguarda il comportamento tipico degli organismi burocratici Altri commenti sul modello classico di Lange 6. TERZA E CUARTA TAPPA NELLA VITA DI LANGE Terza tappa: la decada degli anni 40 Quarta tappa: dalla seconda guerra mondiale fino alla sua morte. Labbandono del mercato e lelogio e giustificazione del sistema stalinista Epilogo Langhiano CAPITOLO VII: CONSIDERAZIONI FINALI 1. ALTRI TEORICI DEL SOCIALISMO DI MERCATO Evan Frank Mottram Durbin Il libro The Economics of Socialism di Henry Douglas Dickinson Il contributo di Abba Ptachya Lerner al dibattito 2. SOCIALISMO DI MERCATO: LIMPOSSIBILE QUADRATURA DEL

CERCHIO 3. MAURICE H. DOBB E LA COMPLETA SOPPRESSIONE DELLA LIBERT INDIVIDUALE 4. IN CHE SENSO IL SOCIALISMO IMPOSSIBILE? 5. CONCLUSIONI FINALI

BIBLIOGRAFIA INDICE INDICE DEI NOMI

PREFAZIONE ALLA TERZA EDIZIONE SPAGNOLA

In questa terza edizione del mio libro Socialismo, calcolo economico e funzione imprenditoriale, che sono molto lieto di presentare di nuovo ai lettori e agli studenti di lingua spagnola, si devono tenere in considerazione le tre stesse osservazioni che gi facevo quattro anni fa nella prefazione alla seconda edizione e che, quindi, devono essere qui riproposte. Durante il periodo di tempo trascorso dalledizione precedente sono accaduti due avvenimenti importanti. Da un lato, giunta al termine la preparazione della versione inglese di questo libro, che, se Dio vuole e con il titolo Socialism, Economic Calculation and Entrepreneurship, vedr la luce in Inghilterra e negli Stati Uniti, pubblicata da una prestigiosa casa editrice. Dallaltro, si pu constatare come siano sempre pi numerosi i ricercatori, alunni e professori, tanto in Spagna come nel resto del mondo, interessati ad approfondire la concezione dinamica della concorrenza e i processi di mercato, applicando questa concezione alla teoria dellimpossibilit del socialismo e dellinterventismo economico. Per questo motivo stato necessario fondare una rivista scientifica che, con il titolo Procesos de Mercado: Revista Europea de Economa Poltica, 1 serve da punto di aggregazione e mezzo per la pubblicazione degli sforzi investigativi specialmente delle nuove generazioni di studiosi di quella che oggigiorno si considera costituire, a livello internazionale, la crescente e molto produttiva Scuola Austriaca di Economia; scuola che sta sviluppando un paradigma capace di sostituire quello fino ad oggi dominante, gi entrato in una fase di profonda crisi, decadenza e disgregazione. Infine, deve essere messo in risalto il grande entusiasmo e spirito universitario che, classe dopo classe, manifestano gli alunni che utilizzano questa opera come libro di testo nelle mie lezioni universitarie. Gli alunni, insieme ai miei studenti di dottorato e agli assistenti della cattedra di Economia Politica che occupo alluniversit Rey Juan Carlos di Madrid, costituiscono il miglior stimolo e il pi grande aiuto per continuare a incrementare nel nostro paese il nobile programma di investigazione della Scuola Austriaca di Economia. Formentera, 22 agosto 2005 JESS HUERTA DE SOTO

Chiunque sia interessato pu ordinare i diversi numeri gi pubblicati della rivista Procesos de Mercado tramite lindirizzo e-mail ommcamp@teleline.es, o consultarli nel sito: www.jesushuertadesoto.com.

PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE

Sono lieto di presentare ai lettori di lingua spagnola la seconda edizione del mio libro Socialismo, calcolo economico e funzione imprenditoriale. Considero pertinente fare tre osservazioni in questa Prefazione. In primo luogo, questa nuova edizione mantiene integralmente il contenuto, la struttura e limpaginazione della prima edizione. In questo modo si evitano confusioni e si facilita il lavoro degli studiosi e dei ricercatori che lavorano con le gi abbondanti referenze e citazioni della prima edizione che sono apparse nella letteratura specializzata. La nuova edizione stata comunque interamente rivista e corretta dalle inesattezze ed errori che sono sfuggiti nella prima edizione. Inoltre, ne abbiamo approfittato per aggiornare alcuni articoli ed edizioni di libri citati in nota e nella bibliografia, effettuando anche alcune lievi e poco numerose modifiche stilistiche. A parte queste piccole modifiche non stato effettuato nessun altro cambiamento. In secondo luogo, per le ragioni indicate nel paragrafo anteriore, abbiamo rinunciato ad includere e commentare in questa edizione i libri e i lavori pi significativi, riguardanti il socialismo, che sono stati pubblicati dopo luscita della prima edizione: a parte il fatto che non sono molto numerosi, apportano ben poco di nuovo che non sia gi stato detto, e un commento dettagliato di tali lavori avrebbe distorto in modo sostanziale il contenuto di questo libro; contenuto che abbiamo preferito lasciar inalterato. 2 Nonostante tutto, vale la pena far risaltare la svolta che ha rappresentato la pubblicazione per la prima volta in Spagna di tutti gli articoli scritti da Hayek durante la polemica sul calcolo socialista, inclusi nel Volume 10, intitolato Socialismo y guerra, delledizione spagnola delle Obras Completas di F. A. Hayek che dirigo. 3 Per la sua importanza detto volume, di cui i lettori di lingua spagnola non disponevano quando questo testo apparso nella sua prima edizione del 1992, ne deve essere considerato un completamento obbligatorio. In terzo luogo, fonte di grande soddisfazione per lautore di queste righe il constatare come, durante i nove anni trascorsi dalla pubblicazione della prima edizione, si sia andata sgretolando linterpretazione tradizionale sul dibattito intorno allimpossibilit del calcolo economico socialista, facendosi largo un nuovo consenso fra gli economisti che, in grande maggioranza, gi accettano
Val la pena citare, almeno per lampiezza del suo approccio, il libro di David Ramsey Steel From Marx to Mises: Post-Capitalist Society and the Challenge of Economic Calculation, Open Court Publishing, La Salle, Illinois 1992. Pu essere di un certo interesse anche ricordare la polemica scaturita nellambito della Review of Austrian Economics, tra i professori Joseph Salerno, Jrg Guido Hlsmann, Hans-Hermann Hoppe e Leland Yeager durante gli anni 1992-1995 sulla presunta differenza di approcci tra Mises e Hayek nelle loro rispettive critiche al socialismo, e che, per le ragioni che sostengo nelle note a pi di pagina 169 e 178 considero essere, daccordo con Leland Yeager, pi fittizie che reali. 3 F. A. Hayek, Socialismo y guerra, Vol. 10 delle Obras Completas di F. A. Hayek, edizione spagnola, curate da Jess Huerta de Soto, Unin Editorial, Madrid 1998.
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che questo dibattito sia stato vinto dagli economisti austriaci Mises e Hayek. Una buona prova di questo ci che Mark Blaug, uno dei trattatisti di maggior riconosciuto prestigio nel campo della storia del pensiero economico, ha scritto: lentamente e in modo estremamente riluttante sono giunto a rendermi conto del fatto che loro (i teorici della Scuola Austriaca) sono nel giusto e che tutti noi altri ci siamo sbagliati, affermando inoltre, nel valutare lapplicazione del paradigma neoclassico per giustificare la possibilit del calcolo economico socialista, che una cosa tanto ingenua dal punto di vista amministrativo da suscitare ilarit. Solo coloro che sono stati ubriacati dal modello di equilibrio statico di concorrenza perfetta possono aver ingoiato una simile stupidaggine. Io stesso sono stato uno di quelli che se l ingoiata nei miei anni da studente negli anni 50 e ora non posso far altro che meravigliarmi di fronte alla mia stessa mancanza di acutezza 4 Questo riconoscimento molto importante visto che, solamente abbracciando la concezione dinamica del mercato e del processo imprenditoriale che coltivano gli economisti della Scuola Austriaca, si possono comprendere gli errori socialisti e ci implica un completo cambio di prospettiva nella scienza economica che, se viene portato avanti, dovr rivoluzionare i suoi fondamenti e renderla molto pi ricca, fruttifera e umanista durante tutto il secolo che appena cominciato.5 Formentera, 28 agosto 2001 JESS HUERTA DE SOTO

Mark Blaug e Neil de Marchi, Appraising Economic Theories, Edward Elgar, Londra 1991, p. 508 e The Economic Journal, vol. 103, n 421, novembre 1993, p. 1571. 5 Si veda, a tal proposito, Jess Huerta de Soto, La Scuola Austriaca: mercato e creativit imprenditoriale, a cura di Paolo Zanotto, Rubettino, 2003. Lautore apprezza linvio di qualsiasi commentario sulla seconda edizione del suo libro allindirizzo: huertadesoto@dimasoft.es.

PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE

Il presente libro il risultato di un lungo processo personale di formazione intellettuale che ha avuto inizio quasi ventanni fa, nellautunno del 1973, quando cominciai ad assistere grazie a mio padre, Jess Huerta Ballester, e anche grazie allesperienza di Jos Ramn Canosa Penaba, al seminario settimanale sulla Scuola Austriaca che tutti i gioved pomeriggio tenevano a Madrid i fratelli Joaqun e Luis Reig Albiol, a casa di questultimo. Lentusiasmo e linstancabile appoggio ricevuto in ogni momento da Luis Reig, insieme alla preparazione, lassistenza e la partecipazione alle sessioni settimanali di questo seminario, durante tutti gli anni settanta, mi ha offerto non solo una straordinaria esperienza intellettuale di incalcolabile valore nella mia formazione come economista, ma anche lopportunit di raggiungere la convinzione che solo seguendo il paradigma della Scuola Austriaca si poteva dare una risposta agli interrogativi e una soluzione alle inconsistenze di altri paradigmi alternativi che, come il keynesiano e quello della Scuola di Chicago, al principio mi sono sembrati ingannevolmente attrattivi. Posteriormente, nel 1980, grazie a una raccomandazione di Friedrich A. Hayek, gi premio Nobel di Economia, e a una borsa di studio della Banca di Spagna per la realizzazione di studi superiori di Economia Politica allUniversit di Stanford, ho potuto dedicare due corsi accademici ad approfondire le mie conoscenze sulla Scuola Austriaca in generale, e sulla sua teoria del capitale e dei processi di mercato in particolare. Devo riconoscere il grande aiuto che ho ricevuto durante questo periodo da parte di Leonard Liggio e di Walter Grinder, dellInstitute for Humane Studies, allora situato in Menlo Park, giusto affianco alluniversit, in particolare per aver reso possibile la grande esperienza intellettuale che stata per me conoscere Murray N. Rothbard, uno dei pi brillanti alunni di Ludwig von Mises e importante membro dellattuale Scuola Austriaca, e discutere con lui alcuni dei temi pi polemici e interessanti della Scienza Economica. Di ritorno in Spagna nel 1983, e in seguito alla soddisfazione per aver ricevuto per mano di sua maest il re Don Juan Carlos I il Premio Internazionale di Economia che porta il suo nome per i miei studi sui piani privati di pensione e sulla privatizzazione dellassistenza sociale, fui invitato da Gustavo Villapalos Salas, attuale rettore dellUniversit Complutense di Madrid, a formar parte del consiglio accademico di tale Universit, nella quale attualmente imparto lezioni di Economia Politica come Professore cattedratico. Devo ringraziare profondamente i miei alunni di Economia Politica, sia dei corsi universitari sia di dottorato, per lo sforzo, lentusiasmo e la dedizione che hanno avuto nellapprendere e approfondire i principi essenziali dellEconomia Politica in generale e della Scuola Austriaca in particolare. Il loro elevato numero con una media di 300 alunni per corso tra il dottorato e il corso universitario, superano gi, dopo 7 anni, i 2000 alunni mi impedisce, per ovvie ragioni di spazio pi che di merito, di citare espressamente quelli che pi brillantemente si sono distinti. Nonostante ci, tra tutti loro non posso fare a meno di citare, per il

loro valore accademico, la loro collaborazione e il loro appoggio Esteban Grndara Trueba, Eugenio Illana Rodrguez, Miguel Angel Ferrero Andrs, Sara Gonzlez Prez e Carlos de Miguel. Durante gli ultimi anni della mia attivit docente sono gradualmente giunto alla convinzione che fosse necessario elaborare una teoria del socialismo che, trovandosi profondamente radicata nella metodologia della Scuola Austriaca, si basasse sulla teoria dellazione umana e della funzione imprenditoriale nella forma in cui sono state sviluppate prima da Ludwig von Mises e poi, soprattutto, da Israel M. Kirzner. Allo stesso modo sono giunto alla conclusione che sia necessario adottare una nuova definizione di socialismo, molto pi fruttifera e maggiormente capace di spiegare i problemi reali, che permetta di dare un trattamento unitario ai distinti tipi di socialismo che si danno o si sono dati nella storia, e che, inoltre, possa spingere il futuro sviluppo della scienza economica che, partendo dallapproccio proposto, credo possa e debba convertirsi in una teoria generale sugli effetti della coazione istituzionale. La prima volta che ho avuto lopportunit di sommettere a discussione pubblica la mia nuova concezione del socialismo stata nellambito del seminario che ho organizzato per il Liberty Fund nel Real Colegio Universitario Mara Cristina di San Lorenzo de El Escorial, dal 30 ottobre al 1 novembre del 1988, sul tema Economic Calculation, Economic Planning and Economic Liberty. In questo seminario sono intervenuti brillantemente, tra gli altri, 6 Gerald P. ODriscoll e Don A. Lavoie. Questultimo, uno dei maggiori esperti del dibattito riguardante limpossibilit del calcolo economico nel socialismo, mi ha fatto rendere conto dellimportanza di approfondire questo dibattito, cos come della necessit di procedere a una revisione e rielaborazione globale dello stesso dal punto di vista della nuova concezione che avevo proposto. In questo modo cominciata la redazione del manoscritto di unopera che, con il titolo generale di Anlisis Critico del Socialismo: Terico, Histrico e tico, pretende analizzare con la necessaria estensione e profondit e in modo integrato il fenomeno socialista nelle sue sfaccettature pi importanti, e che, sistematizzando e partendo da ci che hanno realizzato altri teorici in questo campo, permetta dare una significativa serie di passi avanti nella comprensione, spiegazione e prevenzione del socialismo. Il fine di far conoscere i capitoli che man mano si stanno completando, non solo per evitare un innecessario ritardo nella pubblicazione degli stessi, ritardo che sarebbe inevitabile data lestensione del programma intrapreso, insieme con la necessit pratica di dotare i miei alunni di nuovi e pi attuali materiali di studio, hanno consigliato la pubblicazione della prima parte del mio lavoro, quella che basicamente corrisponde alla trattazione teorica dellanalisi critica del socialismo, con il titolo che ora presentiamo di Socialismo, Calcolo Economico e Funzione Imprenditoriale. Lasciando, per una futura pubblicazione, lapplicazione dellanalisi teorica proposta nel presente libro tanto allinterpretazione storica

Hanno partecipato a questo seminario del Liberty Fund, oltre ai professori citati nel testo, anche: Karl H. Paqu, dellIstituto di Economia di Kiel; Charles King, del Liberty Fund; Norman P. Barry, dellUniversit di Buckingham; Carlos Rodrguez Braun, Jos T. Raga Gil, Francisco Cabrillo Rodrguez, Santos Pastor Prieto, Lucas Beltrn Florez e Pedro Schwartz Girn, tutti dellUniversit Complutense di Madrid; Antonio Argandoa, dellUniversit Central di Barcellona; Henri Lpage, del Institut de lEntreprise di Parigi; e Luis Reig Albiol di Madrid.

dei casi reali di socialismo, come allo studio della sua ammissibilit etica, e allo sviluppo di una teoria sulla sua prevenzione e il suo smantellamento. Hanno letto il manoscritto del presente libro, offrendo commenti critici e suggerimenti di grande valore, i seguenti professori: Israel M. Kirzner, dellUniversit di New York, Lucas Beltrn Florez, Jos Luis Prez de Ayala e Lpez de Ayala, Francisco Cabrillo Rodrguez e Carlos Rodrguez Braun, tutti dellUniversit Complutense di Madrid; Pedro Schwartz Girn dellUniversit Autnoma di Madrid; Santos Pastor Prieto dellUniversit Carlos III di Madrid; Joaqun Trigo Portela dellUniversit Central di Barcelona; e Javier Paredes Alonso dellUniversit di Alcal de Henares. Ringrazio tutti loro profondamente e sinceramente e li esimo, com logico, da qualsiasi responsabilit sul contenuto finale dellopera. Una prima versione in lingua inglese del terzo capitolo stata presentata alla riunione regionale della societ Mont Plerin che ha avuto luogo a Praga i primi giorni di novembre del 1991, essendo poi presentata e discussa in una versione molto pi dettagliata nella First European Conference on Austrian Economics che, diretta da Israel M. Kirzner, si svolta allUniversit di Maastrich dal 9 all11 aprile del 1992.7 Devo ringraziare, inoltre, i miei collaboratori Carmen Galiana, Sandra Moyano e Ann Lewis, per il sacrificio effettuato nello scrivere a macchina e correggere le distinte versioni del manoscritto. Ringrazio anche mia moglie, collaboratrice e alunna Sonsoles Quarte Gimnez per il sacrificio, la pazienza e la dedizione con cui ha sopportato le mie lunghe ore di studio e lavoro a discapito di un tempo prezioso che in molte occasioni e in circostanze normali avrei dovuto dedicare alla mia famiglia. Ringrazio di cuore tutti loro. Seorio de Sarra, 7 luglio 1992 J. H. S.

Pubblicata con il titolo: The Economic Analysis of Socialism, cap. 14 in New Perspectives on Austrian Economics, Gerrit Meijer ed., Routledge, Londra e New York 1995.

CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

In questo capitolo introduttivo ci proponiamo riassumere le principali peculiarit e novit dellanalisi del socialismo che effettueremo nel libro. Inoltre, faremo un breve riassunto e una valutazione del contenuto, della struttura e delle conclusioni dellopera; per terminare, poi, indicando una lista di possibili ambiti di ricerca che, partendo dallanalisi proposta nelle seguenti pagine, riteniamo sarebbe necessario intraprendere per il loro grande interesse e la loro importanza.

1. SOCIALISMO E ANALISI ECONOMICA Il fallimento storico del socialismo La caduta del socialismo nei paesi dellEuropa dellest un avvenimento storico di fondamentale importanza che, senza alcun dubbio, ha preso alla sprovvista la maggior parte degli studiosi di scienza economica. Non si tratta solamente del fatto che leconomia, come scienza, non sia stata allaltezza di circostanze storiche di enorme importanza che non stata in grado di prevedere, ma, cosa ancor pi grave, non ha saputo neppure svolgere il ruolo di fornire al genere umano gli strumenti analitici necessari per permettergli di evitare in tempo i gravi errori commessi.1 In molte occasioni, allopposto, stata utilizzata la sua aura e il suo prestigio scientifico per giustificare e mantenere in vita politiche economiche e sistemi sociali che hanno apertamente fallito, con un costo sproporzionato in termini di sofferenze umane. Di fronte a questa situazione, gli economisti del mondo occidentale, lungi dal manifestare profondo malessere o sconcerto, continuano a praticare la loro scienza come se niente fosse successo.2 Inoltre, in quelle poche occasioni in cui un economista di prestigio ha sollevato la scomoda questione relativa a cosa sia potuto succedere dal momento che la maggioranza dei teorici professionali erano stati incapaci di valutare adeguatamente e prevedere per tempo il corso degli avvenimenti, si sono date risposte che, per il fatto di essere ingenue e superficiali, non sono per nulla soddisfacenti. Si parlato, per
Da questo punto di vista, sembra addirittura poco importante il fatto che leconomia, come scienza, si sia messa di nuovo in evidenza quando stato necessario avvalersene per portare a termine la transizione verso uneconomia di mercato nei sistemi che si sono recentemente sgretolati, essendosi reso evidente il fatto che era che gli economisti avevano indagato poco o niente in questo campo, che fino ad ora non si era considerato di interesse alcuno includere in quasi nessun programma di ricerca scientifica. 2 Non accaduto lo stesso con gli economisti pi prestigiosi dellEuropa dellest, come avremo la possibilit di analizzare in extenso nei prossimi capitoli. Questi autori, inoltre, sono quelli pi coscienti delle insufficienze teoriche della scienza economica occidentale, cosa che spesso produce loro una curiosa sensazione di inquietudine e sconcerto teorico che i loro arroganti colleghi occidentali non riescono a capire.
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esempio, di un errore nellinterpretazione dei dati statistici che, procedenti dai sistemi di socialismo reale, sarebbero stati accettati da parte degli esperti senza lo spirito critico sufficiente. Si anche menzionata linsoddisfacente considerazione scientifica che stata data al ruolo che giocano gli incentivi nella vita economica.3 Fino ad ora non si sono visti molti altri atti di mea culpa da parte della professione e dei suoi membri pi in vista. Nessuno, o meglio, quasi nessuno, si posto il problema che forse lessenza stessa della questione sia radicata nel metodo e nella forma di fare economia che si sono imposti nella nostra scienza, precisamente durante lo stesso numero di anni nei quali approssimativamente in questo secolo sono sopravvissuti i sistemi socialisti. Sono pi che sufficienti le dita di una mano per enumerare quegli economisti che hanno intrapreso limprescindibile e trascendentale compito di portare alla luce e rivalutare il contenuto del dibattito riguardo allimpossibilit economica del socialismo che, iniziato da parte di Ludwig von Mises nel 1920, si esteso durante le successive decadi.4 Lasciando da parte queste eccezioni tanto isolate quanto onorevoli, sembrerebbe che la maggioranza degli economisti preferisca orientare, a partire da ora, le proprie ricerche estendendo la legge del silenzio su tutto ci che si scritto fino ad oggi riguardo al socialismo, sia da loro stessi che dai loro predecessori. Nonostante ci, la pagina del socialismo non pu essere archiviata nella storia come se il suo fallimento non dovesse avere alcuna influenza sulla conoscenza umana di tipo scientifico. In effetti, la storia del pensiero economico resterebbe completamente zoppa se questo si disperdesse nuovamente nellanalisi dei problemi puntuali pi urgenti di ogni momento, dimenticando la fondamentale necessit di sottoporre a una profonda revisione e studio critico le analisi sul socialismo fino ad ora effettuate e, in particolare, di pronunciarsi definitivamente, nei termini di una confutazione teorica, riguardo a questo sistema sociale. Se accadesse questo, infatti, dovremmo necessariamente considerare il fatto che la scienza economica avrebbe di nuovo tradito le grandi speranze che lumanit ha il diritto di porre su di essa. In effetti, il socialismo, come sistema astratto di pensiero fortemente radicato nellinnata arroganza o superbia razionalista dellessere umano,5 storicamente predestinato ad affiorare in modo ricorrente, se non si approfitta dellopportunit storica che con carattere unico e probabilmente irripetibile ci si presenta ora per fare un profondo esame di coscienza teorico, esplicitare gli errori commessi, riesaminare globalmente gli strumenti analitici utilizzati e non lasciare che si dia per chiusa nessuna tappa storica senza aver raggiunto prima le necessarie, e per quanto possibile definitive, conclusioni teoriche.
Erano queste le uniche spiegazioni che menzionava Gary Becker nel suo Presidential Address, nella Riunione Regionale della Societ Mont-Plerin che ha avuto luogo a Praga, Repubblica Ceca, dal 3 al 6 novembre del 1991, con il titolo generale di: In Search of a Transition to a Free Society. 4 Tra tutti questi si distingue il lavoro di Don A. Lavoie Rivalry and Central Planning. The Socialist Calculation Debate Reconsidered, Cambridge University Press, Cambridge 1985; lavoro che diventato un riferimento ineludibile per tutti gli studiosi della materia. 5 Questa la tesi che F. A. Hayek espone nel suo libro Fatal Conceit. The Errors of Socialism, pubblicato come volume I dei Collected Works of F. A. Hayek, Routledge, Londra, 1989. Esiste una traduzione italiana di questo testo, La presunzione fatale: gli errori del socialismo, Rusconi, Milano, 1997.
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Il punto di vista soggettivo nellanalisi economica del socialismo La tesi di base che sosteniamo e sviluppiamo in questo libro che lanalisi del socialismo pu e deve essere portata a termine solamente dallottica di una profonda e chiara concezione dellazione umana e dei processi dinamici di interazione sociale a cui questa d luogo; o, per esprimerlo in unaltra maniera, che lanalisi economica del socialismo effettuata fino ad oggi, per la maggior parte, non stata capace di incorporare in modo soddisfacente lindividualismo metodologico e la prospettiva soggettivista che, daccordo con Hayek, sono imprescindibili per lo sviluppo della nostra scienza. In effetti, secondo questautore, it is probably no exaggeration to say that every important advance in economic theory during the last hundred years was a further step in the consistent application of subjectivism.6 Proprio questo ci che ci siamo proposti nel nostro lavoro di ricerca riguardante il socialismo, ovverosia svilupparlo sulla base di una radicale e coerente applicazione del soggettivismo, o, in altre parole, fondarlo sulla pi intima ed essenziale caratteristica dellessere umano: la sua capacit di agire in modo imprenditoriale e creativo. Da questottica si deve comprendere il continuo sforzo che abbiamo effettuato per sottrarci in ogni momento e in ogni contesto del nostro lavoro dai resti di quelloggettivismo che, esplicitamente o implicitamente, ancora impregna molte aree della nostra scienza, rendendola sterile e complicando enormemente il suo sviluppo futuro. Tuttavia, nonostante non si possa mai raggiungere la sicurezza assoluta di aver evitato tutte le possibilit che lo sterile oggettivismo che inonda la nostra scienza abbia potuto introdursi surrettiziamente nella nostra analisi (forse e specialmente dovuto ai lunghi anni di deformazione accademica che un qualunque studente di economia soffre durante i suoi studi universitari), si fatto tutto il possibile per rompere con il paradigma imperante che tutto soffoca. Di modo che siamo stati particolarmente attenti a evitare di cadere nellerrore di considerare che i fenomeni economici abbiano un esistenza materiale ed oggettiva al margine delle interpretazioni e delle conoscenze soggettive che degli stessi
Probabilmente non nessuna esagerazione laffermare che tutti i progressi pi importanti della teoria economica durante gli ultimi cento anni sono stati il risultato di un applicazione coerente del soggettivismo. F. A. Hayek, The Counter-Revolution of Science, Free Press of Glencoe, New York 1952, p. 31(esiste una magnifica riedizione di Liberty Press, Indianapolis 1979). Hayek aggiunge nella nota 24 di pp. 209-210 che il soggettivismo has probably been carried out most consistently by L. v. Mises and I believe that most peculiarities of his views which at first strike many readers as strange and unacceptable, are due to the fact that in the consistent development of the subjectivist approach he has for a long time moved ahead of his contemporaries. Probably all the characteristic features of his theories, from his theory of money to what he calls his apriorism, his views about mathematical economics in general, and the measurement of economic phenomena in particular, and his criticism of planning all follow directly from his central position. (Come nel resto delle note di questo libro, in assenza di una precisa indicazione contraria, il corsivo mio e non figura nel testo originale. Daltra parte, ogni volta che stato possibile abbiamo riprodotto le citazioni testuali nella loro lingua originale, sebbene tutte quelle incluse nel testo principale si trovano convenientemente tradotte in italiano nelle note a pi pagina corrispondenti).
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creano continuamente gli esseri umani quando agiscono. Siamo passati, quindi, a concepire leconomia come una scienza che tratta esclusivamente realt spirituali, cio, informazioni o conoscenze soggettive che creano e generano gli esseri umani nei processi di interazione sociale. La nostra definizione di socialismo Il desiderio annunciato in precedenza di applicare allanalisi del socialismo il soggettivismo con il massimo rigore e la massima fondatezza possibile si plasma, innanzitutto, nella nostra definizione di questo sistema sociale. In effetti, abbiamo precedentemente affermato che per noi lessenza pi intima e caratteristica della natura di ogni essere umano la sua capacit di agire in forma libera e creativa. Da questo punto di vista, quindi, capiamo che socialismo un qualsiasi sistema di aggressione istituzionale contro il libero esercizio dellazione umana o funzione imprenditoriale. Pi avanti, nel capitolo III, avremo lopportunit di esplorare nel dettaglio tutti gli elementi e le implicazioni della nostra definizione, analizzando gli importanti e fruttiferi vantaggi comparativi della stessa in relazione con il resto delle definizioni che sono state utilizzate fino ad oggi. In questo momento ci interessa solamente sottolineare che, concependo il socialismo come la sistematica antiazione violenta o, se si preferisce, coazione istituzionale, la nostra analisi del socialismo inevitabilmente e necessariamente si generalizza e si trasforma in una teoria economica sulla coazione istituzionale. Inoltre, risulta evidente che lanalisi delle implicazioni teoriche che produce laggressione sistematica contro le azioni e le interazioni umane esige il conoscere e comprendere previamente con la sufficiente profondit i principi che stanno alla base dellanalisi teorica dellazione umana non soggetta a coazione; a questo fine viene dedicato tutto il capitolo II di questo libro, che sviluppiamo sotto il generico titolo di La funzione imprenditoriale. La funzione imprenditoriale e il concetto di socialismo La nostra concezione della funzione imprenditoriale molto amplia e allo stesso tempo precisa. In un senso generale consideriamo che i concetti di funzione imprenditoriale e azione umana sono sinonimi. In un senso pi stretto, la funzione imprenditoriale consiste nella capacit tipicamente umana di rendersi conto di quali sono le opportunit di guadagno che esistono nel suo intorno. Lazione, quindi, un fenomeno tipicamente imprenditoriale i cui elementi e caratteristiche principali studieremo con dettaglio nel capitolo II. Tra tutte le caratteristiche la pi eminente la capacit creativa e coordinatrice dellimprenditorialit. In effetti, ogni atto imprenditoriale crea e genera nuova informazione di natura tacita, dispersa, pratica e soggettiva, e fa s che gli attori implicati in questo atto tendano ad aggiustare o disciplinare il loro comportamento in funzione delle necessit e circostanze degli altri, creando, in questo modo spontaneo e incosciente, i vincoli che rendono possibile la vita in societ. Solo la funzione imprenditoriale, inoltre, capace di generare linformazione necessaria per rendere possibile il calcolo economico, inteso come qualsiasi giudizio estimativo riguardante i risultati dei diversi corsi dazione. Ladeguata identificazione e comprensione dellessenza di questo meraviglioso processo di organizzazione sociale e di calcolo economico, che

sorge solamente dalla funzione imprenditoriale, permette di capire, per contrasto e confronto, i gravi effetti di scoordinazione sociale e di assenza di calcolo economico che per forza deve produrre qualsiasi coazione istituzionale esercitata contro la libera funzione imprenditoriale. Solo unadeguata comprensione dellessenza dei processi del mercato e della societ pu far capire chiaramente tutte le implicazioni, principali e secondarie, del sistema socialista che, da questottica e in modo interconnesso, sono dettagliatamente analizzate nel capitolo III. Il socialismo come errore intellettuale Ebbene, se il socialismo stato in molte occasioni difeso nei circoli scientifici, politici o filosofici, perch si creduto che il processo di organizzazione sociale si potesse rendere molto pi efficace e perfetto con lutilizzo sistematico della coazione. Dedichiamo tutta la prima met del capitolo III a confutare teoricamente questa idea, elaborando il nostro argomento da due punti di vista, quello statico7 e quello dinamico, che sono distinti per complementari. La nostra conclusione che il socialismo, inteso in questa maniera, non altro che un errore intellettuale, dal momento che teoricamente non possibile organizzare la societ mediante lutilizzo e limposizione sistematica di mandati coattivi. La seconda met del terzo capitolo si dedica, da un lato, a studiare le implicazioni e conseguenze del nostro argomento essenziale in una prospettiva concatenata e multidisciplinare; dallaltro a spiegare e difendere la nostra definizione del socialismo davanti alle concezioni alternative che storicamente sono state adottate. Infine, si presenta unanatomia delle differenti variet o tipi storici di socialismo che, distinguendosi tra loro per quanto riguarda le differenti motivazioni, i differenti gradi di interventismo e altre peculiarit, condividono il comune denominatore di fondarsi, in misura maggiore o minore, sulluso sistematico della violenza contro il libero esercizio della funzione imprenditoriale.

2. IL DIBATTITO SULLIMPOSSIBILIT DEL CALCOLO ECONOMICO NEL SOCIALISMO Alla luce dellanalisi del socialismo che abbiamo commentato nel paragrafo precedente si rende evidente la necessit di rivalutare il dibattito sullimpossibilit del calcolo economico socialista che ha avuto luogo negli anni venti e trenta di questo secolo tra Mises e Hayek, da un lato, e differenti teorici
Il nostro argomento statico non ha nulla a che vedere con lanalisi dellequilibrio o concezione statica che tanto criticheremo pi avanti, nel capitolo IV e, in generale, nel corso di tutto il libro. Ciononostante, per riferirci al carattere disperso di una informazione ipoteticamente gi creata non abbiamo trovato un termine migliore per distinguerlo dallargomento pi dinamico, che si riferisce al processo di creazione di nuova informazione. Pi avanti (p.?? ) vedremo come i nostri due argomenti, lo statico e il dinamico, siano dal nostro punto di vista ugualmente dinamici e, per tanto, ugualmente incomprensibili per lanalisi economica dellequilibrio. Questo accade perch entrambi gli argomenti si riferiscono a processi sociali simultanei e indistinguibili, che studiamo separatamente solo per ragioni strettamente didattiche.
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favorevoli al socialismo, dallaltro. In primo luogo, ricordiamo, come abbiamo argomentato in precedenza, che la caduta storica del socialismo recentemente avvenuta nei paesi dellest dEuropa obbliga qualsiasi ricercatore serio e onesto a ripassare e rivalutare ci che nel campo della teoria riguardante il socialismo stato detto in precedenza da parte di quei teorici che con pi impegno e profondit hanno studiato i problemi da essa implicati. In secondo luogo, la nostra concezione della funzione imprenditoriale e del socialismo non sono altro che il culmine di una sintesi teorica che, in forma embrionale, sorge con linizio del dibattito e si forma e perfeziona evolutivamente e gradualmente man mano che questo si sviluppa; lanalisi e la rivalutazione del dibattito , per tanto, imprescindibile per comprendere dettagliatamente e chiaramente tutte le implicazioni dellanalisi del socialismo che qui proponiamo. Infine, lo studio del dibattito rende manifesto il fallimento del paradigma dominante, basato sullanalisi dellequilibrio, nel capire i problemi teorici del socialismo. In effetti, il fatto di fondare questanalisi nello studio del problema dallottica del meccanicismo newtoniano e dellequilibrio, o, se si preferisce, dellinazione ripetitiva, rende impossibile addirittura distinguere quale sia lineludibile problema teorico che pone la coazione istituzionale. Il fatto, inoltre, che la maggioranza dei commentatori e autori delle fonti secondarie riguardanti il dibattito procedano dal paradigma menzionato in precedenza spiega perch furono incapaci di comprendere il contenuto della sfida lanciata da Mises e Hayek, cos come la sopravvivenza durante tanti anni del mito riguardante il trionfo del lato socialista nella polemica che stiamo commentando. Ludwig von Mises e linizio del dibattito sul socialismo Non una pura casualit il fatto che il dibattito iniziasse in seguito ai contributi elaborati da Mises poco dopo la prima guerra mondiale. In effetti, solo qualcuno che, come Mises, fosse riuscito ad avere una profonda conoscenza dellessenza e delle implicazioni dei processi di mercato mossi dallazione umana sarebbe stato capace di intuire e comprendere gli inevitabili problemi di calcolo economico implicati dal socialismo. Dedicheremo tutto il capitolo IV a studiare gli antecedenti e il contenuto del contributo fondamentale di Mises. In questo capitolo mettiamo unenfasi speciale sia al momento di collocare Mises nel contesto storico nel quale port a termine il suo storico e trascendentale contributo e nel quale predominava una concezione del socialismo tipicamente marxista, sia al momento di dimostrare che lanalisi del socialismo di Mises unanalisi, allinterno della migliore tradizione della Scuola Austriaca, di teoria dinamica e, per tanto, non ha nulla a che vedere con lanalisi statica dellequilibrio e neppure con la logica pura della scelta che stata elaborata intorno allo stesso. Il capitolo termina con uno studio critico dettagliato delle prime proposte socialiste di soluzione al problema del calcolo economico: il calcolo in natura, in ore di lavoro e il cos chiamato calcolo in unit di utilit, nessuna delle quali riuscita a far fronte agli inevitabili problemi teorici sollevati da Mises.

Lindebita deviazione del dibattito verso la statica Lassurda idea che sia teoria solo lanalisi economica dellequilibrio, che impregna e sta alla base del paradigma dominante, devi inevitabilmente il dibattito verso i problemi della statica. Per questo motivo, cos come studiamo nel capitolo V, gli economisti non capirono la sfida di Mises e, o per il fatto di rendersi conto che la sua analisi non era di equilibrio non la considerarono come teorica, ma tuttal pi relativa a questioni pratiche; o, come successo con la maggior parte degli studiosi, interpretarono la sfida misesiana nei ristretti termini dellequilibrio e la rigida logica pura della scelta, senza rendersi conto che lo stesso Mises, sin dal principio, aveva stabilito in modo evidente che il socialismo non sollevava alcun problema in termini statici, e proprio per questo il suo argomento teorico contro il socialismo era essenzialmente dinamico e si basava nella sua teoria dei processi di interazione umana che avvengono nel mercato. Proprio per questo la deviazione del dibattito verso la statica stata irrilevante (la statica, infatti, non aveva nulla a che vedere con la sfida teorica proposta da Mises contro il socialismo), e oltretutto indebita, per il fatto che ha reso completamente sterile la polemica teorica (il punto di vista statico ha impedito di vedere dove radicava il problema e di comprendere la sua natura essenzialmente insolubile). Nel capitolo V analizzeremo, inoltre, i diversi tentativi di soluzione matematica proposti dagli economisti socialisti, cominciando dallargomento della somiglianza formale esistente in termini statici tra il mercato e il socialismo, e terminando con i contributi pi depurati di Taylor e Dickinson. In seguito si effettuer un dettagliato studio del metodo di prova ed errore, concepito come sistema pratico di soluzione al corrispondente sistema di equazioni. Questo capitolo termina con unanalisi critica dei modelli planometrici che, fondati nei contributi dei teorici socialisti descritti nello stesso, si sono continuati a sviluppare fino ai nostri giorni con cocciuta insistenza. Oskar Lange e la soluzione competitiva Probabilmente, lidea che Oskar Lange sia stato capace di confutare teoricamente largomento di Mises contro il socialismo uno dei miti pi importanti nella storia del pensiero economico. In effetti, sia i manuali e i libri di testo pi conosciuti, sia praticamente tutte le fonti secondarie riguardanti il dibattito raccolgono, in una forma tanto categorica quanto superficiale, la versione mitica sopra menzionata secondo la quale Mises sia stato confutato da Lange. Questo mito, a sua volta, stato tramandato, senza alcuna giustificazione n analisi critica, a due generazioni intere di economisti. Per questo motivo abbiamo considerato imprescindibile effettuare uno studio critico molto dettagliato e minuzioso della soluzione competitiva proposta da Oskar Lange, che includiamo nel capitolo VI e che, per il suo contenuto, estensione e profondit forse una delle parti pi innovative e illustrative del nostro sforzo di applicare la metodologia soggettivista allanalisi economica del socialismo. Di fatto, sar sufficiente che il nostro studio contribuisca, insieme con altri contributi recenti sulla materia che saranno citati a tempo debito, almeno a far cadere definitivamente il mito che Mises sia stato confutato da Lange, per poterci considerare sufficientemente soddisfatti del nostro lavoro.

Il socialismo di mercato come impossibile quadratura del cerchio Il settimo e ultimo capitolo completa la nostra analisi sulla soluzione competitiva con lo studio dei contributi realizzati al rispetto, posteriormente a Oskar Lange, da parte di Dickinson, Durbin e Lerner; in questo capitolo giungeremo alla conclusione che la concorrenza e il socialismo, tanto quanto lazione creativa e la coazione, sono concetti radicalmente ed essenzialmente contraddittori. Curiosamente, questa stessa posizione stata sostenuta, cosa che studieremo in seguito, da parte di tutta una corrente di teorici socialisti che, guidati da Dobb, hanno sempre tacciato di ipocriti e visionari i loro colleghi sostenitori del socialismo di mercato. In seguito ad alcune considerazioni sul vero senso dellimpossibilit del socialismo si include alla fine di questo stesso capitolo un breve riassunto delle conclusioni pi importanti del nostro studio.

3. ALTRE POSSIBILI LINEE DI RICERCA Lanalisi teorica del socialismo che si propone in questo lavoro non si esaurisce, come logico, con lo stesso. Al contrario, consideriamo il nostro studio come un primo passo che apre il cammino a una serie di linee di ricerca che, seguendo il punto di vista metodologico sviluppato in questopera, riteniamo si possano intraprendere o rielaborare con risultati molto promettenti. Tra tutte queste future linee di ricerca potremmo evidenziare le seguenti:8 1. Analisi del denominato socialismo autogestionario Anche se oggi si trova molto in discredito, soprattutto per il sonoro fallimento economico, sociale e politico del modello iugoslavo, riteniamo di grande interesse teorico lapplicazione del nostro approccio al socialismo autogestionario o sindacalista, specialmente per i peculiari problemi di coordinazione che questo modello solleva a tutti i livelli, cos come per il fatto che questo spesso sia stato definito come una terza via, capace di risolvere i problemi che sollevano tanto il capitalismo come il socialismo, intesi nel loro senso tradizionale. 2. La cosiddetta pianificazione indicativa Nonostante oggi sia praticamente relegata nel dimenticatoio, crediamo che lo studio della pianificazione indicativa sia necessario per i seguenti motivi. In primo luogo perch questo modello ha avuto un nutrito gruppo di difensori, in special modo negli anni sessanta, che hanno tentato di giustificare le loro posizioni sulla base di argomenti teorici, molto simili nella loro essenza a quelli che stanno alla base del modello del socialismo di mercato, e che a quei tempi non hanno praticamente ricevuto risposta. Per questo oggi, nonostante sia caduta in disuso, necessario tornare ad analizzare adeguatamente la pianificazione indicativa, prima di chiuderla definitivamente. In secondo
La lista, evidentemente, non pretende essere esaustiva e corrisponde allo schema di un secondo volume sul socialismo, continuazione di questo, il cui contenuto, in relazione con alcune delle linee di investigazione menzionate, stato gi, almeno parzialmente, elaborato.
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luogo, perch, come conseguenza del curioso fenomeno che abbiamo appena descritto (cio labbandono o loblio di una serie di posizioni teoriche senza aver effettuato lo studio necessario e la dovuta sentenza scientifica sulle stesse), diversi economisti dei paesi dellEuropa dellest hanno avuto la pretesa di resuscitare di nuovo la pianificazione indicativa come panacea per rendere possibile la resurrezione delle loro economie. In terzo luogo, infine, necessario risaltare che la nostra analisi del socialismo trova un perfetto campo di applicazione nella teoria della pianificazione indicativa, dato che sono gli stessi argomenti teorici che spiegano limpossibilit del socialismo, e che analizzeremo in questo libro, quelli che impediscono che la pianificazione indicativa possa riuscire a raggiungere gli obbiettivi che pretende. Lo stesso succede con tutto un insieme di tecniche che, come le tavole imput-output, molti economisti scientisti seguono cocciutamente pretendendo utilizzarle come uno strumento per rendere fattibile la pianificazione (che sia indicativa o meno).9 3. La salutare depurazione delle responsabilit scientifiche Uno degli aspetti pi curiosi in relazione al dibattito sullimpossibilit del calcolo economico socialista quello relativo alla formazione e al mantenimento durante un lunghissimo numero di anni (quasi quaranta) del mito che il dibattito fosse stato vinto dai teorici socialisti e, per tanto, che il socialismo come modello non sollevasse alcun problema teorico. Del sorgere di questo mito sono responsabili in special modo, non solo gli autori che hanno elaborato le fonti secondarie riguardanti il dibattito, ma anche tutta una serie di economisti che durante tutti questi anni hanno dato per buona la versione pi popolare senza disturbarsi ad approfondire per loro conto, o semplicemente hanno ignorato tutto il dibattito considerando evidente che il socialismo non sollevasse alcun problema teorico. Nonostante possiamo affermare che la maggior parte della comunit degli scienziati sociali, in relazione con il problema sollevato dal socialismo, non sia stata allaltezza del compito che lumanit aveva diritto di esigere loro, fallendo anche al momento di compiere il suo importantissimo dovere scientifico di avvisare ed avvertire i cittadini dei gravi pericoli inerenti lideale socialista, esiste una grande differenza a livello individuale da parte di ogni teorico tra i casi di mala fede, negligenza, o semplice ignoranza. Per questo diventa imprescindibile portare a termine una molto salutare e formativa depurazione delle responsabilit scientifiche che, di fronte alla cittadinanza e al futuro della storia del pensiero economico, situi ogni teorico, indipendentemente dalla fama, nome o popolarit, raggiunta in modo contingente o passeggero, nel luogo che realmente gli corrisponda.10

il caso, per esempio, delleconomista scientista Wasily Leontief che, sempre desideroso di trovare nuove applicazioni per la sua creatura intellettuale (tavole input-output), non ha dubbi al momento di proporre continui interventi e aggressioni nel corpo sociale. Si veda, a tal proposito, Leontief and the Critique of Aggregative Planning, in Don A. Lavoie, National Economic Planning: What is Left?, Ballinger Publishing, Cambridge, Massachusetts 1985, pp. 93-124. 10 Un esempio di questo campo di ricerca si trova nellinteressantissimo lavoro di Don A. Lavoie A Critique of the Standard Account of the Socialist Calculation Debate, pubblicato dal The Journal of Libertarian Studies. An interdisciplinary Review, volume V, n 1, inverno 1981, pp. 41-87.

4. Conseguenze del dibattito nellevoluzione e nello sviluppo futuro della scienza economica La tesi probabilmente pi audace sostenuta nel nostro lavoro forse quella che la caduta del socialismo avr un profondo impatto sul paradigma oggi dominante e la forma di fare scienza economica nel futuro. Il fatto che sembra evidente che qualcosa di cruciale ha fallito in Economia dal momento che un fatto tanto trascendentale non ha potuto essere adeguatamente analizzato con carattere previo, salvo rarissime eccezioni. Per fortuna, attualmente, e grazie al duro colpo ricevuto, siamo in condizione di valutare correttamente la natura e il livello della mancanza di lenti adeguatamente graduate degli occhiali teorici del paradigma dominante, che fino ad ora ha impedito alla professione di apprezzare e interpretare con la sufficiente chiarezza i fatti pi rilevanti del mondo sociale. Non sar, inoltre, necessario ricominciare da zero dato che gran parte dei nuovi strumenti analitici sono stati elaborati e perfezionati proprio come conseguenza e impulso della necessit della Scuola Austriaca di spiegare, difendere e depurare le sue posizioni durante il dibattito intorno alla possibilit del calcolo economico socialista.11 Anche se non possibile enumerare qui tutte le aree della nostra disciplina che ne sono state influenzate n, tanto meno, sviluppare con dettaglio il nuovo contenuto di queste aree, possiamo, come esempio e senza la pretesa di essere esaustivi, enumerarne alcune. Tra tutte forse bisognerebbe cominciare con il problema del metodo adeguato per la nostra scienza. Il fatto che sono proprio le stesse ragioni che rendono impossibile il socialismo (relative al carattere soggettivo, creativo, disperso e non articolabile dellinformazione che si utilizza nella societ) quelle che rendono impossibili anche gli ideali di contrastazione empirica e misura specifica che fino ad oggi si sono mantenuti con tanta illusione quanta ingenuit. Tutto ci senza che sia necessario riferirci agli effetti negativi che hanno avuto sullo sviluppo della nostra scienza il formalismo matematico e la perniciosa ossessione per le analisi basate sullinformazione completa e sullequilibrio. Allo stesso modo, necessario abbandonare la teoria funzionale della determinazione dei prezzi e sostituirla con una teoria dei prezzi che spieghi come questi si formano dinamicamente come risultato di un processo sequenziale ed evolutivo mosso dalla forza della funzione imprenditoriale; cio mosso dalle azioni umane degli attori implicati nel processo, e non dallintersezione di misteriose curve o funzioni carenti di qualsiasi contatto con la realt, dato che linformazione necessaria per elaborarle non esiste neppure nella mente degli attori implicati. necessario, inoltre, abbandonare la rozza teoria statica della concorrenza perfetta e del monopolio, sostituendola con una teoria della concorrenza intesa come processo dinamico di rivalit prettamente imprenditoriale, che rende irrilevanti e inesistenti i problemi riguardanti il monopolio inteso in senso tradizionale, e che
Israel M. Kirzner ha reso manifesta la grande importanza che il dibattito sullimpossibilit del calcolo economico socialista ha avuto come catalizzatore allora di rendere possibile lo sviluppo, il perfezionamento e la corretta articolazione delle teorie della Scuola Austriaca, in generale, e, in particolare, dellanalisi e della comprensione della teoria della funzione imprenditoriale e dei processi dinamici di creativit e scoperta che si creano nel mercato. Si veda, a questo proposito, The Economic Calculation Debate: Lessons for the Austrians, The Review of Austrian Economics, volume 2, Lexinton Books, Massachusetts 1988, pp. 1-18.
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pone laccento nelle restrizioni di tipo istituzionale al libero esercizio dellimprenditorialit in qualsiasi area del mercato. La stessa teoria del capitale e dellinteresse si vede profondamente influenzata dalla concezione soggettivista che considera bene di capitale tutte e ognuna delle tappe intermedie, considerate soggettivamente come tali da parte dellattore, allinterno del contesto dellazione concreta in cui si vede immerso; proprio il culmine di questa esperienza ci che genera lidea soggettiva del trascorso del tempo. Il capitale appare come una categoria mentale del calcolo economico o stima soggettiva da parte dellattore del valore, a prezzi di mercato, di ognuna delle suddette tappe. Questo concetto chiarisce, inoltre, il carattere protagonista della preferenza temporale al momento di determinare linteresse, cos come linesistenza di alcuna relazione causale tra linteresse e la produttivit del capitale. Il credere in questa relazione si basa su tre differenti errori che per sono intimamente relazionati tra loro: lanalisi esclusiva di uno stato di equilibrio con aggiustamento perfetto, il considerare la produzione come un processo istantaneo che non richiede tempo, e il credere che il capitale sia un mitico fondo che possiede unesistenza reale separata dalla mente umana e che si riproduce da solo. forse la teoria del denaro, del credito e dei mercati finanziari quella che costituisce la sfida teorica pi importante per la nostra scienza nel secolo a venire. Ci azzardiamo ad affermare, infatti, che una volta colmato il gap teorico che rappresentava lanalisi del socialismo, il campo meno conosciuto e allo stesso tempo pi trascendentale sia quello monetario, dove imperversano la coazione sistematica, gli errori metodologici e lignoranza teorica. Il fatto che le relazioni sociali che implicano il denaro sono, di gran lunga, le pi astratte e difficili da capire,12 per il fatto che la conoscenza generata e implicata da queste la pi vasta, complessa e inaccessibile; cosa che fa s che la coazione sistematica in questa area sia, con differenza, la pi dannosa e pregiudiziale. La teoria dellinterventismo, in generale, e quella dei cicli economici, in particolare, sono perfettamente inglobate nella definizione e nellanalisi del socialismo proposte in questo libro e spiegano chiaramente gli effetti perturbatori sullorganizzazione intratemporale e intertemporale del mercato che causa la coazione sistematica in tutte le aree e in special modo in quella monetaria e fiscale. La teoria della crescita e dello sviluppo economico basata sullequilibrio e sugli aggregati macroeconomici si venuta elaborando senza tener conto dellunico e vero protagonista del processo: lessere umano e la sua perspicacia e capacit creativa imprenditoriale. per tanto necessario ricostruire tutta la teoria della crescita e del sottosviluppo eliminando tutti gli elementi che giustifichino la coazione sistematica che fino ad ora lhanno resa dannosa e sterile, focalizzandola nuovamente sullo studio teorico dei processi di scoperta delle opportunit di sviluppo che non vengono sfruttate, per la mancanza dellimprescindibile elemento imprenditoriale. Qualcosa di simile possiamo dire
The operation of the money and credit structure has, with language and morals, been one of the spontaneous orders most resistant to efforts at adequate theoretical explanations, and it remains the object of serious disagreement among specialist The selective processes are interfered with here more than anywhere else: selection by evolution is prevented by government monopolies that make competitive experimentation impossible F. A. Hayek, The Fatal Conceit. The Errors of Socialism, The University of Chicago Press, Chicago 1989, pp. 102-103.
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riguardo a tutta la cosiddetta economia del benessere, che, fondata sul fantasmagorico concetto paretiano di efficienza, si rende irrilevante e inutile, dato che esige per la sua trattamento concreto un intorno statico e di informazione completa che non si d mai nella vita reale. Lefficienza, quindi, pi che dai criteri paretiani dipende e deve essere definita in termini di capacit della funzione imprenditoriale di coordinare in modo spontaneo la scoordinazione che insorge nelle situazioni di disequilibrio. La teoria dei beni pubblici fin dal principio stata costruita in termini strettamente statici e di equilibrio, presupponendo che le circostanze che determinano la cosiddetta offerta congiunta e la non rivalit nel consumo siano date e non cambieranno mai. Dal punto di vista della teoria dinamica della funzione imprenditoriale, qualsiasi apparente situazione di bene pubblico crea una chiara opportunit di essere scoperta ed eliminata attraverso la corrispondente creativit imprenditoriale; per questo motivo la prospettiva dinamica dei processi imprenditoriali esercitati liberamente tende a rendere vuoto linsieme dei beni pubblici, facendo sparire in questo modo uno degli alibi pi banali per giustificare in molte aree sociali la coazione sistematica e istituzionale contro il libero esercizio della funzione imprenditoriale. Infine, dobbiamo fare un breve accenno alla teoria della scelta pubblica e alla denominata analisi economica del diritto e delle istituzioni, che, attualmente, si dibattono per sbarazzarsi dallinfluenza malsana del modello statico basato sullinformazione completa e che sta motivando unanalisi pseudoscientifica di molte norme, sulla base di alcuni presupposti metodologici identici a quelli che a suo tempo si sono voluti utilizzare per giustificare il socialismo e che lasciano totalmente da parte lanalisi dinamica ed evolutiva dei processi sociali di tipo spontaneo generati e stimolati dallimprenditorialit. Il fatto che risulta evidentemente contraddittorio pretendere di analizzare le norme e le regole basandosi su un paradigma che presuppone lesistenza di informazione completa riguardo i benefici e i costi che derivano dalle stesse, dato che, se esistesse tale informazione, le regole e le norme non sarebbero necessarie (potrebbero sostituirsi pi efficacemente con semplici mandati), e, se c qualcosa che giustifica lemergere evolutivo del diritto, questo qualcosa proprio lignoranza non sradicabile nella quale si vede costantemente immerso lessere umano. Potremmo menzionare molti altri campi di investigazione (teoria della popolazione, analisi economica degli ingressi fiscali, la redistribuzione, lecologia di mercato ecc.), per crediamo che con le aree sopra menzionate abbiamo gi illustrato sufficientemente il cammino che riteniamo intraprender nel futuro la scienza economica, una volta depurata dai vizi teorici e metodologici che la caduta del socialismo ha messo in evidenza. Ci auguriamo, inoltre, che tutto ci porti allo sviluppo di una vera scienza sociale al servizio dellumanit, molto pi amplia, ricca e esplicativa. 5. Reinterpretazione e analisi storica dei distinti tipi reali di socialismo In questo ambito di investigazione si tratta di rielaborare, alla luce dellanalisi economica del socialismo che proponiamo in questo libro, il lavoro fatto nel campo dei sistemi economici comparati, e che nella maggior parte, per la carenza dei necessari strumenti analitici, fino ad ora ha evidenziato importanti difetti. Lobbiettivo , per tanto, portare a termine un dettagliato studio di

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reinterpretazione storica di ognuno dei distinti tipi di socialismo che sono esistiti e continuano a esistere nel mondo reale, con la finalit non solo di illustrare la teoria, ma anche di osservare fino a che punto i fatti sembrano svilupparsi, o meno, secondo i dettami della teoria. 6. Lo sviluppo di una teoria sullinammisibilit etica del socialismo necessario chiedersi se gli sforzi effettuati per trovare un fondamento teorico allidea di giustizia e alle sue implicazioni siano vittima o no dei vizi metodologici e analitici criticati nel nostro lavoro. O, per dirla in altro modo, bisogna provare a ricostruire la teoria della giustizia abbandonando il paradigma statico e di informazione completa, per dare spazio alla realt creativa e incerta dellazione umana, in modo da poter studiare fino a che punto il socialismo, oltre che essere un errore intellettuale e un fallimento storico, sia o meno eticamente inammissibile. 7. Elaborazione di una teoria sulla prevenzione e sullo smantellamento del socialismo Se si giunge alla conclusione che il socialismo, oltre che essere un errore intellettuale e un fallimento storico, eticamente inammissibile, sar infine necessario elaborare una teoria tattica e strategica sullo smantellamento e sulla prevenzione del socialismo. Si tratter di studiare le difficolt specifiche che suppone lo smantellamento di ogni tipologia storica di socialismo (reale, socialdemocratico, autogestionario, ecc.), valutando in generale i vantaggi e gli inconvenienti delle distinte alternative o corsi dazione, e, in particolare, del gradualismo versus la rivoluzione, secondo le circostanze specifiche che si possono dare in ognuno dei casi particolari. La prevenzione, infine, acquisisce unimportanza capitale, dato il carattere ricorrente, sinuoso ed essenzialmente corruttore dei meccanismi che fomentano in ogni momento la resurrezione del socialismo e che rende necessario lo stare continuamente allerta, non solo in campo scientifico, ma anche allora di difendere e fomentare le istituzioni, le abitudini, i principi e i comportamenti regolati che qualsiasi contesto sociale sano e libero da coazioni esige.

4. CONCLUSIONE Era necessario effettuare tutte le anteriori considerazioni per situare dovutamente nel suo contesto il nostro studio sul socialismo e sulla coazione istituzionale. Solo unadeguata comprensione della teoria generale dellazione umana pu chiarire le inevitabili conseguenze che sorgono sempre quando si tenta di impedire con la forza il libero esercizio dellazione imprenditoriale. Il centro della nostra analisi , per tanto, lessere umano, inteso come soggetto attore e creativo, che lotta coraggiosamente nel corso della storia per manifestare ed esercitare la sua natura pi intima, libera dagli ostacoli e coazioni che, in modo sistematico e con i pretesti pi disparati e ingiustificati, gli si vuole imporre.

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CAPITOLO II

Dal momento che non possibile capire il concetto di socialismo senza prima capire lessenza della funzione imprenditoriale, questo capitolo si dedica a studiare il concetto, le caratteristiche e gli elementi basici dellimprenditorialit. La nostra idea della funzione imprenditoriale molto precisa e allo stesso tempo generica. in stretta relazione con un concetto dellazione umana intesa, da un lato, come una caratteristica essenziale ed eminentemente creativa di ogni essere umano e, dall altro lato, come un insieme di capacit di coordinamento che sono quelle che rendono possibile in modo spontaneo la nascita, il mantenimento e lo sviluppo della civilt. Infine, la nostra analisi dellimprenditorialit ci permetter di proporre una definizione originale di socialismo, inteso come malattia sociale i cui sintomi pi caratteristici sono un disadattamento generalizzato e un esteso scoordinamento dei comportamenti individuali e dei processi sociali che costituiscono la vita nella societ.

1. DEFINIZIONE DELLA FUNZIONE IMPRENDITORIALE. In un senso ampio e generale la funzione imprenditoriale coincide con la stessa azione umana. In questo senso si potrebbe affermare che la funzione imprenditoriale esercitata da qualsiasi persona che agisce per modificare il presente e raggiungere i propri obbiettivi nel futuro. Bench questa definizione a prima vista possa sembrare troppo ampia e non in linea con gli attuali usi linguistici, bisogna tener conto del fatto che essa risponde a una concezione dellimprenditorialit sempre pi elaborata e studiata dalla scienza economica1 e che, inoltre, pienamente conforme alloriginale significato etimologico del termine empresa. In effetti, tanto il termine spagnolo empresa quanto le espressioni francese e inglese entrepreneur2 procedono etimologicamente dal verbo latino in
Colui che ha scritto il principale trattato sulla concezione della funzione imprenditoriale sviluppata in questo libro Israel M. Kirzner, Professore di Economia dellUniversit di New York. Kirzner autore di una trilogia (Competition and Entrepreneurship, Perception, Opportunity and Profit e Discovery and the Capitalist Process; libri pubblicati da The University of Chicago Press, Chicago 1973, 1979 e 1985 rispettivamente; del primo di questi libri esiste una traduzione in spagnolo, pubblicata nel 1975 a Madrid da Unin Editorial, con il titolo Competencia y Funcin Empresarial) in cui amplia e approfondisce impeccabilmente i diversi aspetti della concezione di imprenditorialit che era stata sviluppata inizialmente dai suoi maestri Ludwig von Mises e Friedrich A. Hayek. Inoltre, Kirzner ha dato alla luce un altro libro tutto dedicato a studiare le implicazioni che ha, nel campo delletica sociale, la sua concezione dell imprenditorialit, intitolato Discovery, Capitalism, and Distributive Justice, pubblicato da Basil Blackwell, Oxford 1989. Infine, quando questo capitolo era gi stato scritto, apparso un altro notevole libro di Kirzner, The Meaning of Market Process. Essays in the Development of Modern Austrian Economics, Routledge, Chapman & Hall, Londra 1992, che raccoglie, insieme ai contributi pi recenti dellautore, una serie di lavori pubblicati precedentemente che, quando stato possibile, sono gi stati presi in considerazione nel presente libro. In Spagna lanalisi economica basata sulla funzione imprenditoriale, lasciando da parte i miei libri, stata trattata tra gli altri da Jos T. Raga, Proceso Econmico y Accin Empresarial, in Homenaje a Lucas Beltrn, ed. Moneda y Crdito, Madrid 1982, pp.597 a 619; da Pedro Schwartz nel suo Empresa y Libertad, Unin Editorial, Madrid 1981, specialmente nel suo Capitolo III, pp. 107 a 148; e anche da Juan Marcos de la Fuente, El impresario y su funcin social, Fundacin Cnovas del Castillo (3. edicin), Madrid 1983. 2 curioso osservare come nella lingua inglese si sia prodotta una trasposizione letterale del termine francese entrepreneur. Questa trasposizione stata relativamente tardiva, e cos, per esempio, nella traduzione in inglese, apparsa nel 1821, del Tratado de Economa Poltica di Juan Bautista Say (Trattato di economia politica, Cugini Pomba e Comp., Torino, 1854), chiaro come ancora non si sia verificata questa trasposizione terminologica, poich il traduttore, C.R. Prinsep, si era visto costretto a tradurre goffamente lespressione francese entrepreneur con adventurer. In questo senso si possono consultare, per esempio, le pagine 329 e 330 delledizione inglese citata, ristampata nel 1971 da Augustus M. Kelley a New York. Stuart Mill, da parte sua, si lamenta che nella sua lingua non esista un termine che si possa equiparare al francese entrepreneur quando afferma nel 1871 che it is to be regretted that this word undertaker- is not familiar to an English ear. French political economists enjoy a great advantage in being able to speak currently of: le profits de lentrepreneur. Principles of Political Economy, riedizione di Augustus M. Kelley, Fairfield
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prehendo-endi-ensum, che significa scoprire, vedere, percepire, rendersi conto di, afferrare, e lespressione latina in prehensa porta chiaramente con s lidea di azione, con il significato di prendere, afferrare, appropriarsi di. Insomma, impresa sinonimo di azione e cos in Francia il termine entrepreneur viene utilizzato gi da molto tempo, fin dallalto Medio Evo, per designare le persone incaricate di effettuare importanti azioni,3 generalmente collegate alla guerra, o di portare a termine i grandi progetti di costruzione delle cattedrali. Nella nostra lingua spagnola, uno dei significati del termine empresa, secondo il Diccionario della Real Academia Espaola, quello di accin ardua y dificultosa que valorosamente se comienza ( azione ardua e difficile che si intraprende coraggiosamente) . E sempre dal Medio Evo si cominciato a utilizzare il termine per denominare gli emblemi di certi ordini di cavalleria che indicavano limpegno, sotto giuramento, di realizzare una determinata e importante azione.4 Orbene, il significato di impresa come azione unito necessariamente e inesorabilmente a un atteggiamento imprenditoriale, che consiste nel tentare continuamente di cercare, scoprire, creare o rendersi conto di nuovi fini e mezzi (tutto ci in accordo con il significato etimologico gi visto di in prehendo).

Lazione umana: fine, valore, mezzo e utilit Aver definito la funzione imprenditoriale riferendola al concetto di azione umana esige che chiariamo che significato diamo a questa. Lazione umana qualsiasi comportamento o condotta deliberata.5 Ogni uomo, quando agisce, vuole raggiungere determinati fini che avr scoperto essere importanti per lui. Denominiamo valore lapprezzamento soggettivo, psichicamente pi o meno intenso, che chi agisce d al suo fine. Mezzo tutto ci che chi agisce ritiene soggettivamente adeguato a raggiungere un fine. Definiamo utilit la valutazione che chi agisce d al mezzo, in funzione del valore del fine che egli ritiene che quel mezzo gli permetter di raggiungere. In questo senso, valore e utilit sono le due facce di una stessa moneta, gi che il valore soggettivo che chi agisce d al fine che persegue si proietta sul mezzo che ritiene utile per ottenerlo, proprio tramite il concetto di utilit.
1976, nota a pi della pagina 406. Mill qui si riferisce , quasi letteralmente, al titolo dellepigrafe III del Capitolo VII del libro 2. della 16 edizione del Trait dconomie politique di J.B. Say (ristampa di Slatkine, Ginevra 1982, p. 368). 3 Bert F. Hoselitz, The Early History of Entrepreneurial Theory, in Explorations in Entrepreneurial History3, n. 4, 15 aprile 1951, pp. 193-220. Versione spagnola nel Cap. 9 di J.P. Spengler e W.R. Allen, El pensamento econmico de Aristteles a Marshall, Ed. Tecnos, Madrid 1971. 4 Cos, per esempio, possiamo leggere allinizio del capitolo II della Prima Parte dellopera immortale di Cervantes come don Chisciotte, se vio en el campo, cuando le asalt un pensamiento terrible, y tal, que por poco le hiciera dejar la comenzada empresa; y fue que le vino a la memoria que no era armado caballero, y que, conforme a la ley de la caballera, ni poda ni deba tomar armas con ningn caballero, y puesto que lo fuera, haba de llevar armas blancas, como novel caballero, sin empresa en el escudo, hasta que por su esfuerzo la ganase (si vide in campo, quando lo assal un pensiero terribile, tale da fargli quasi lasciare limpresa incominciata; il fatto che gli venne in mente che non era cavaliere armato, e che, secondo la legge della cavalleria, non poteva n doveva prendere le armi contro nessun cavaliere, e che, anche se lo fosse stato, avrebbe dovuto portare armi bianche, da novello cavaliere, senza impresa sullo scudo, fino a che se la fosse meritata con i suoi sforzi) (il corsivo, com logico, mio e non di Cervantes). Si veda la pagina 69 del volume primo della Edicin Crtica di Vicente Gaos, pubblicata da Editorial Gredos, Madrid 1987. 5 Riguardo al concetto dellazione umana e ai suoi principali elementi bisogna consultare specialmente il Trattato di Economia di Ludwig von Mises intitolato Human Action: A Treatise on Economics, terza edizione riveduta, Henry Regnery Company, Chicago 1966, pp. 11 a 29 e 251 a 256. Mises afferma testualmente che every actor is always en entrepreneur and speculator (p. 252), e anche che entrepreneur means acting man in regard to the changes occurring in the market (p. 254). Esiste una traduzione in spagnolo del libro di Mises fatta da Joaqun Reig Albiol e pubblicata (4. ed. da Unin Editorial, Madrid 1986) con il titolo di La Accin Humana, Tratado de Economa (ed. it. LAzione umana, UTET, Torino, 1959). Pu essere utile anche la lettura del libro Action and Purpose, di Richard Taylor, pubblicato da Humanities Press in New Jersey nel 1980, anche se a nostro giudizio Taylor non insiste quanto dovrebbe sul fatto che lessenza dellazione umana consiste nellafferrare o scoprire nuovi fini e mezzi piuttosto che assegnare in modo efficiente mezzi dati a fini gi prestabiliti. Nello stesso errore, ma in modo ancora pi grave, cade Tadeusz Kotarbinsky, Praxiology, An Introduction to the Sciences of Efficient Action, Polish Scientific Publishers, Varsavia 1965.

Scarsit, piano di azione e atto di volont I mezzi, per definizione, devono essere scarsi, dal momento che se non lo fossero non verrebbero neanche presi in considerazione al momento di agire. Cio, dove non c penuria non c azione umana.6 Fini e mezzi non sono mai dati, ma al contrario, sono il risultato dellessenziale attivit imprenditoriale che consiste proprio nel creare, scoprire o, semplicemente, rendersi conto di quali sono i fini e i mezzi importanti per chi agisce in ogni circostanza della sua vita. Una volta che chi agisce crede di aver scoperto quali sono i fini che valgono la pena e i mezzi che ritiene alla sua portata per raggiungerli, incorpora gli uni e gli altri, quasi sempre tacitamente,7 in un piano di attuazione,8 che si intraprende e si mette in pratica come conseguenza di un atto personale di volont.9

Concetto soggettivo di tempo: passato, presente e futuro Ogni azione umana si sviluppa sempre nel tempo, ma non inteso nel suo significato determinista, newtoniano, fisico o analogico, bens nella sua concezione soggettiva, cio, cos come il tempo viene soggettivamente sentito e sperimentato da colui che agisce all interno del contesto di ciascuna azione.10 Secondo questa concezione soggettiva del tempo, chi agisce sente ed esperimenta il suo percorso secondo come agisce, cio va creando, scoprendo o, semplicemente, rendendosi conto di nuovi fini e mezzi in conformit e accordo con lessenza della funzione imprenditoriale gi svolta. Cos, in modo continuo, si produce nella mente di chi agisce una specie di fusione tra le
In questo senso, definire leconomia come quella scienza che studia lazione umana influenzata dalla penuria (Avelino Garca Villarejo e Javier Salinas Snchez, Manual de Hacienda Pblica, editorial Tecnos, Madrid 1985, p. 25) un evidente pleonasmo, dal momento che ogni azione umana presuppone la penuria. Come dice bene Mises (Human Action, cit., p. 93) where man is not restrained by the insufficient quantity of things available, there is no need for action. 7 Pi avanti spiegheremo come linformazione o le conoscenze pi importanti per lazione umana siano difficilmente articolabili e piuttosto di tipo tacito che di natura esplicita. 8 Il piano la rappresentazione mentale di tipo prospettico che chi agisce si fa delle varie tappe, dei vari elementi e delle possibili circostanze che possono essere in relazione con la sua azione. Il piano, pertanto, unorganizzazione personale dellinformazione pratica che possiede e che va scoprendo chi agisce, nel contesto di ciascuna azione. In questo senso, si pu affermare che ciascuna azione implica, man mano che chi agisce va generando nuova informazione, un processo continuo di pianificazione individuale o personale. Diverso il concetto di pianificazione centrale che, come vedremo, risponde alla necessit dellorgano direttivo di avere un sistema socialista per articolare, nel modo pi formale e coordinato possibile, i mezzi che riesce a mobilizzare forzatamente per raggiungere il fine prefissato. La pianificazione centrale fallisce perch incapace di ottenere linformazione pratica necessaria. Il problema che si pone, pertanto, non se pianificare o meno, ma, al contrario, dando per scontato che la pianificazione imprescindibile in ogni azione umana, se viene fatta da un individuo, che lunico che possiede linformazione pratica necessaria, o da un organo coercitivo a lui estraneo e che non possieda tale informazione. Si veda larticolo di F:A. Hayek The New Confusion about Planning in New Studies in Philosophy, Politics, Economics and the History of Ideas, Routledge & Kegan Paul, Londra 1978, pp.232-246. Esiste unaltra classificazione di diversi casi di pianificazione (integrale, parziale, indicativa e individuale) e tutte, a eccezione di quella individuale, presentano unirresolubile contraddizione di tipo epistemologico, che definiremo paradosso della pianificazione (si veda la nota 11 e il comma c) dellepigrafe 6 del Cap.III). 9 Secondo San Tommaso dAquino, voluntatis autem motivum et obiectum est finis (cio il fine il motivo e loggetto della volont). Suma Teolgica, 1-2, Q.7, a4, B.A.C., Madrid 1954, volume IV, p. 301. 10 Sul concetto soggettivo, sperimentale e dinamico del tempo come unico applicabile al campo dellazione umana e della scienza economica, bisogna specialmente citare il Capitolo IV dell opera The Economics of Tme and Ignorance di Gerald P. ODriscoll e Mario J. Rizzo, pubblicata da Basil Blackwell, Oxford 1985, pp. 52 a 70. Questa concezione del tempo era gi stata anticipata da Bergson, per il quale la dure toute pure est la forme que prend la succession de nos tats de conscience quand notre moi se laisse vivre, quand il sabstient dtablir une sparation entre letat presente t les tats antrieurs. Vedere p. 67 dell Essai sur les Donns Inmdiates de la Conscience, in Oeuvres di Henry Bergson, Presses Universitaires de France, Parigi 1959.
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esperienze del passato che raccoglie nella sua memoria e la sua proiezione simultanea e creativa verso il futuro sotto forma di immaginazioni o aspettative. Futuro, questo, che non mai determinato, ma che chi agisce va immaginando, creando e facendo passo dopo passo.

Creativit, sorpresa e incertezza Il futuro , pertanto, sempre incerto, nel senso che deve ancora accadere e chi agisce ne ha solo certe idee, immaginazioni o aspettative che spera di realizzare con la sua azione personale e con linterazione con altri attori. Il futuro, inoltre, aperto a tutte le possibilit creative delluomo, per cui ciascun attore gli si pone di fronte con una incertezza inestirpabile, che potr diminuire grazie a comportamenti ponderati propri e altrui (istituzioni) e se agisce bene ed esercita bene la funzione imprenditoriale, ma che non sar capace di eliminare totalmente. Il carattere aperto e illimitato dellincertezza di cui abbiamo parlato fa s che non siano applicabili al campo dellazione umana le nozioni tradizionali della probabilit oggettiva e soggettiva, e nemmeno la concezione bayesiana sviluppatasi riguardo a questultima. Questo si verifica non solo perch non si conoscono neppure tutte le alternative o casi possibili, ma anche perch chi agisce possiede solamente determinate credenze o convinzioni soggettive -denominate da Mises probabilit di casi o eventi unici11 - che secondo come si modificano o si ampliano tendono a variare a sorpresa, cio in modo radicale e non convergente, tutta la sua mappa di credenze e di conoscenze. In questo modo chi agisce scopre continuamente situazioni completamente nuove che prima non era stato nemmeno capace di concepire.12
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Human Action, cit., pp. 110-118. Nello schema che segue si raccolgono le principali differenze che esistono, secondo Mises, tra i concetti di probabilit applicabili al mondo della scienza naturale e al mondo della scienza dellazione umana: Mondo della scienza naturaleMondo dellazione umana1. Probabilit di classe: si conosce o si pu riuscire a conoscere il comportamento della classe, ma non il comportamento individuale dei suoi elementi. 1. Probabilit di caso o evento unico; non esiste la classe, ma si conoscono alcuni fattori che influenzano levento unico e altri no. La stessa azione provoca, o crea, tale evento.2. Esiste una situazione di rischio,assicurabile per tutta la classe.

2. C incertezza inestirpabile, dato il carattere creativo dellazione umana. Lincertezza non , pertanto, assicurabile.3. La probabilit matematizzabile3. Non matematizzabile4. Vi si arriva mediante la logica e lindagine empirica. Il teorema di Bayes permette di avvicinare la probabilit di classe, man mano che appare nuova informazione. 4. Si scopre mediante la comprensione e la valutazione imprenditoriale. Ogni nuova informazione modifica ex novo tutta la mappa di credenze e aspettative (concetto di sorpresa).5. oggetto di indagine da parte dello scienziato naturale. 5. Concetto tipico utilizzato dallattore-imprenditore, o dallo storiografo. 12 Surprise is that dislocation and subversion of received thoughts, which springs from an actual experience outside of what has been judged fully possible, or else an experience of a character which has never been imagined and thus never assessed as either possible or impossible; a counter-expected or else an unexpected event. G.L. Shackle, Epistemics and Economics, Cambridge University Press, Cambridge 1972, p. 422. Esiste una traduzione in spagnolo di Francisco Gonzles Aramburu, pubblicata a Madrid dal Fondo de Cultura Econmica, nel 1976, con il titolo Epistmica y Economa (la traduzione in spagnolo della citazione riportata allinizio di questa nota si trova alla p. 438 di questultima edizione) Gli anglosassoni utilizzano il termine serendipity (che secondo Gustavo Villapalos- ABC, Madrid, 3 gennaio 1992, p.3- possiamo tradurre in spagnolo con serendipidad (serendipit) per descrivere la capacit tipicamente imprenditoriale che consiste nellaccorgersi di opportunit che sorgono a sorpresa senza essere cercate deliberatamente. Il termine deriva etimologicamente dallarabo sarandih, antico nome di Ceiln, e ha acquisito il suo attuale significato grazie a Horace Walpole che lo ha utilizzato per la prima volta nel secolo XVIII, ispirandosi alle scoperte fortuite che spesso facevano gli eroi del racconto di origine persiana Las Tres Princesas de Serendip. Si veda la lettera di Horace Walpole a Mann datata 28 gennaio 1754 in cui Walpole sottolinea che gli eroi del racconto citato were always making discoveries, by accidents and sagacity, of things they were not in quest of. E conclude che This discovery, indeed, is almost of that kind which I call Serendipity. Si veda l Oxford English Dictionary, 2nda edizione,

Il costo come concetto soggettivo. Il beneficio imprenditoriale Ogni volta che chi agisce si rende conto che desidera un certo fine e scopre e seleziona determinati mezzi per raggiungere quel fine, rinuncia contemporaneamente a raggiungere altri fini diversi da quello, che per lui ex-ante hanno minor valore, e che ritiene che si potrebbero raggiungere utilizzando alternativamente quegli stessi mezzi a sua disposizione. Definiremo costo il valore soggettivo che chi agisce d ai fini a cui rinuncia quando decide di seguire e intraprendere un determinato corso di azione. Cio, lazione implica sempre una rinuncia; il valore che chi agisce d a quello a cui rinuncia il suo costo, e questo, per sua stessa essenza, consiste in una valutazione, stima o giudizio nettamente soggettivo.13 Generalmente, ogni essere umano agisce perch soggettivamente ritiene che il fine prefissato abbia per lui un valore superiore al costo che pensa di sostenere, cio, perch spera di ottenere un beneficio imprenditoriale.14 Il beneficio , pertanto, il guadagno che si ottiene dallazione umana e costituisce lincentivo che spinge o motiva ad agire. Nelle azioni senza costo il valore soggettivo del fine e il beneficio coincidono, e in seguito tratteremo di come ogni azione umana contenga sempre una componente imprenditoriale pura, essenzialmente creativa, che non ha bisogno di incorrere in costo alcuno, e che proprio quella che ci ha portato, in senso lato, a identificare i concetti di azione umana e di funzione imprenditoriale. Inoltre, dato che il valore del fine, dunque, include, integra o incorpora il beneficio o guadagno, a partire da ora, considereremo, in varie occasioni, il fine e il beneficio quasi come sinonimi, senza soffermarci ogni momento a specificare la distinzione che c fra i due e di cui abbiamo gi trattato.

Razionalit e irrazionalit. Errore e perdita imprenditoriale Lazione umana per definizione sempre razionale,15 nel senso che, ex-ante, chi agisce cerca e seleziona sempre i mezzi che crede pi adeguati a raggiungere i fini che ritiene valgano la pena. Questo , senza dubbio, compatibile con il fatto che, ex-post, chi agisce scopra che ha commesso un errore imprenditoriale, cio, che incorso in perdite imprenditoriali, nello scegliere determinati fini o mezzi senza rendersi conto che ne esistevano degli altri per lui maggiormente redditizi. Ma losservatore esterno non pu mai qualificare come irrazionale unazione, dato il carattere essenzialmente soggettivo che hanno fini, costi e mezzi. Per questo, nel campo delleconomia,
vol. XV,Clarendon Press, Oxford 1983, p.5. Da parte sua, Gregorio Maraon si riferisce alla stessa idea quando afferma: La creazione del genio si distingue da quella degli uomini volgari nel fatto che ci che viene creato da lui qualcosa di inaspettato e sorprendente. El Greco y Toledo, Obras Completas, editrice Espasa Calpe, Madrid 1971, p.421. 13 Vedere lopera L.S.E. Essays on Cost, edita da J.M. Buchanan e G.F. Thirlby, New York University Press, New York 1981. Specialmente le pp. 14 e 15. 14 Profit, in a broader sense, is the gain derived from action; it is the increase in satisfaction (decrease in uneasiness) brought about; it is the difference between the higher value attached to the result attained and the lower value attached to the sacrifices made for its attainment; it is, in other words, yield minus cost. To make profit is invariably the aim sought by any action. Ludwig von Mises, Human Action, cit., p.289. Per Mises il fatto che unimpresa ottenga perdite indica che sta indebitamente utilizzando scarse risorse di cui c pi urgente necessit in altre linee di produzione. Questa idea, finalmente, sembra essere stata perfettamente capita da Giovanni Paolo II per il quale quando unimpresa d benefici significa che i fattori produttivi sono stati utilizzati adeguatamente e che le necessit umane corrispondenti sono state debitamente soddisfatte. Si veda il suo Centesimus Annus, Promocin Popular Cristiana, Madrid 1991, Cap. IV, n. 35, p. 71. 15 Leconomia, pertanto, non una teoria sulla scelta o decisione (ex-ante sempre razionale per definizione), ma una teoria sui processi sociali di coordinamento che, indipendentemente dal carattere razionale di tutte le decisioni in essi implicate, potranno essere pi o meno adattate a seconda di quale sia la perspicacia mostrata nellesercizio dellazione imprenditoriale da parte dei diversi attori. Si veda I.M. Kirzner, The Meaning of the Market Process, op. cit., pp. 201-208. Inoltre, non possiamo fare a meno di sottolineare che proprio il carattere essenzialmente soggettivo degli elementi dellazione umana (fini, mezzi e costi) quello che, in modo solo apparentemente paradossale, conferisce piena oggettivit alleconomia, nel senso che questa una scienza teorica le cui conclusioni sono applicabili a qualsiasi tipo di azione (prasseologia).

possiamo affermare che lazione umana un presupposto fondamentale nel senso che si tratta di un concetto di tipo assiomatico che non pu essere riferito a nessun altro n spiegato ulteriormente. Il carattere assiomatico del concetto di azione umana , daltro canto, evidente, poich criticarlo o metterlo in dubbio implica cadere in una contraddizione logica senza soluzione, dal momento che ogni critica ha bisogno di un azione, cio, di unazione umana per portarla a termine.16

Utilt marginale e preferenza temporale Infine, essendo i mezzi scarsi per definizione, chi agisce tender a raggiungere prima quei fini che per lui abbiano pi valore e poi gli altri che ritenga relativamente meno importanti. Per questo, ogni unit di mezzo della quale disponga e che sia intercambiabile e rilevante nel contesto della sua azione, tender ad essere valutata dall attore in funzione del fine meno importante che crede di poter raggiungere con una qualsiasi di esse (legge dellutilit marginale). Inoltre, visto che si intraprende lazione puntando a ottenere un determinato fine e che ogni azione si sviluppa nel tempo e, pertanto, ha una durata determinata, l attore cercher, ceteris paribus, di raggiungere il suo fine al pi presto. Cio, in circostanze uguali, chi agisce attribuir sempre maggior valore ai fini temporalmente pi vicini e sar disposto a intraprendere azioni di maggiore durata temporale se ritiene che con ci potr raggiungere fini che per lui hanno maggior valore (legge della preferenza temporale).17

2. CARATTERISTICHE DELLA FUNZIONE IMPRENDITORIALE. Funzione imprenditoriale e perspicacia. La funzione imprenditoriale in senso stretto, consiste basicamente nello scoprire e afferrare (prehendo) le opportunit di raggiungere un qualche fine o, se si preferisce, di ottenere un qualche guadagno o beneficio, che si presentano nellambiente, agendo di conseguenza per trarne profitto. Kirzner dice che lesercizio dellimprenditorialit implica una speciale perspicacia (alertness), cio un continuo stare allerta, che fa s che lessere umano possa scoprire e rendersi conto di ci che succede intorno a lui.18 Forse Kirzner utilizza il termine inglese alertness perch il termine entrepreneurship (funzione imprenditoriale) di origine francese e nella lingua inglese non suggerisce lidea di prehendo che ha nelle lingue romanze continentali. In ogni modo, in spagnolo il qualificativo persicaz (perspicace) assolutamente adeguato alla funzione imprenditoriale, poich si applica, secondo il Diccionario della Real Academia Espaola, a la vista o mirada muy aguda y que alcanza mucho (alla vista o sguardo molto acuto e che riesce a cogliere molto). Questa idea si adatta perfettamente allattivit che esercita limprenditore al momento di decidere quali saranno le
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Ludwig von Mises, Human Action, cit., pp. 19-22. Ci sembra che Mises faccia un concessione inutile e indegna di lui quando afferma che fintanto che non si scopra in che modo il mondo naturale esterno determini i pensieri umani, lazione umana continuer ad essere un presupposto fondamentale (ultimate given). Non solo riteniamo con F.A.Hayek che sia impossibile che la mente umana possa riuscire a spiegare se stessa (The Sensory Order, The University of Chicago Press, Midway reprint, Chicago 1976, pp. 184 a 191. Ed. it. L'ordine sensoriale: i fondamenti della psicologia teorica, Rusconi, Milano, 1990); ma anche che tutti i deterministi cadono in una contraddizione logica insolubile, dal momento che vogliono arrivare ad acquisire uninformazione riguardo al modo in cui il mondo esterno determina il pensiero che, essendo determinato a sua volta, in base al suo stesso criterio non potrebbe essere affidabile. Si veda M.N. Rothbard, Individualism and the Philosophy of Social Sciences, Cato Institute, San Francisco 1980, pp. 510. 17 Cio, sia la legge dell'utilit marginale che quella della preferenza temporale non sono leggi empiriche o psicologiche, ma sono implicazioni logiche del concetto essenziale di azione umana. Per Mises, the Law of Marginal Utility is already implied in the category of action e time preference is a categorical requisite of human action. Mises, Human Action, cit., pp. 124 e 484. 18 Israel M. Kirzner, Competition and Entrepreneurship, cit., pp. 65 e 69.

sue azioni e valutare il loro effetto nel futuro. Lo stare allerta, bench sia accettabile come caratteristica dellimprenditorialit per trasmettere lidea di attenzione o vigilanza, credo che in ogni caso sia leggermente meno adatto del qualificativo perspicace, forse perch implica un atteggiamento chiaramente un po pi statico. Daltro canto, bisogna prendere in considerazione che esiste una grande somiglianza tra la perspicacia che deve dimostrare lo storiografo al momento di selezionare e interpretare i fatti rilevanti del passato che gli interessano e la perspicacia che deve dimostrare limprenditore in relazione ai fatti che ritiene che accadranno nel futuro. Per questo Mises afferma che gli atteggiamenti dello storiografo e dellimprenditore sono molto simili, e arriva addirittura a definire limprenditore come colui che guarda al futuro con occhi di storiografo.19

Informazione, conoscenza e imprenditorialit Non si pu capire a fondo la natura della funzione imprenditoriale cos come stiamo avvicinandoci ad essa, senza capire in che modo essa modifica o fa cambiare l informazione o conoscenza che possiede chi agisce. Da un lato, percepire o capire nuovi fini e mezzi presuppone una modifica della conoscenza di chi agisce, nel senso che scopre nuova informazione. Dallaltro, questa scoperta modifica tutta la mappa o contesto di informazione o conoscenza che il soggetto possiede. Comunque, possiamo porci la seguente essenziale domanda: che caratteristiche hanno linformazione o la conoscenza importanti per lesercizio della funzione imprenditoriale? Studieremo dettagliatamente sei caratteristiche basiche di questo tipo di conoscenza: 1) una conoscenza soggettiva di tipo pratico, non scientifico; 2) una conoscenza esclusiva; 3) si trova dispersa nella mente di tutti gli uomini; 4) in maggior parte una conoscenza tacita e, pertanto, non articolabile; 5) una conoscenza che si crea ex nihilo, dal niente, proprio mediante lesercizio della funzione imprenditoriale; e 6) una conoscenza trasmissibile, in maggior parte in modo non cosciente, attraverso processi sociali estremamente complessi, il cui studio costituisce loggetto di indagine della Scienza Economica.

Conoscenza soggettiva e pratica, non scientifica In primo luogo, la conoscenza che stiamo analizzando, il pi importante o rilevante per quel che riguarda lesercizio dellazione umana, prima di tutto una conoscenza soggettiva di tipo pratico e non di natura scientifica. Conoscenza pratica tutto ci che non pu essere rappresentato in modo formale, ma che il soggetto va acquisendo o apprendendo attraverso la pratica, cio, attraverso la stessa azione umana esercitata nei rispettivi contesti. Si tratta, come dice Hayek, della conoscenza rilevante in ogni tipo di circostanze particolari che riguardano le loro coordinate soggettive nel tempo e nello spazio.20 Insomma, stiamo parlando di una conoscenza di valutazioni umane concrete,
Acting man looks, as it were, with the eyes of a historian into the future, Human Action, cit. p. 58. San Tommaso dAquino definisce le circostanze particolari come accidentia individualia humanorum actuum (cio, gli accidenti individuali degli atti umani) e afferma che, a parte il tempo e il luogo, la pi importante di queste circostanze particolari quella che si riferisce al fine che persegue chi agisce (principalissima est omnium circumstantiarum illa quae attingit actuum ex parte finis). Vedere Suma Teolgica, Parte I-II, Q7, art. 1e2, volume IV, B.A.C., Madrid 1954, pp. 293-294 e 301. Daltro canto, bisogna mettere in evidenza che la distinzione tra i concetti di conoscenza pratica e conoscenza scientifica la dobbiamo a Michael Oakeshott (Rationalism in Politics, Methuen, Londra 1962; questo libro stato magnificamente ristampato e ampliato con il titolo di Rationalism in Politics and Other Essays, Liberty Press, Indianapolis 1991, e specialmente le pp. 12 e 15; ed altrettanto essenziale il suo libro On Human Conduct, Oxford University Press, Oxford 1975, ristampato da Clarendon Paperbacks, Oxford 1991, pp. 23-25, 36, 78-79 e 119-121) ed parallela alla distinzione di Hayek tra conoscenza dispersa e conoscenza centralizzata, a quella fatta da Michael Polanyi tra conoscenza tacita e conoscenza articolata e a quella di Mises che abbiamo gi commentato tra la conoscenza degli eventi unici e la conoscenza del comportamento di tutta una classe di fenomeni. Lavvicinamento dai diversi punti di vista di questi quattro autori ai diversi tipi basici di conoscenza si pu riassumere nel quadro seguente:
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cio, tanto dei fini che vuol raggiungere chi agisce, quanto della sua conoscenza riguardo ai fini che egli crede che vogliono raggiungere o perseguire altri attori. Allo stesso modo, si tratta di una conoscenza pratica dei mezzi che chi agisce crede di avere alla sua portata per raggiungere i suoi fini, e in particolare, di tutte le circostanze, personali o no, che chi agisce considera potenzialmente rilevanti allinterno del contesto di ogni azione concreta.21

Due tipi diversi di CONOSCENZA

TIPO A

TIPOB

Pratico (tradizionale) Scientifico (o tecnico) Disperso Centralizzato Tacito Articolato di eventi unicidi classi ECONOMIA (conoscenza tipo B su Conoscenza tipo A)

I rapporti tra entrambi i distinti tipi di conoscenza sono complessi e poco studiati. Da un lato, ogni conoscenza scientifica (tipo B) ha una base tacita non articolabile (tipo A). E i progressi scientifici e tecnici (tipo B) si materializzano immediatamente in nuove conoscenze pratiche (tipo A) pi fruttuose e potenti. LEconomia, da parte sua, sarebbe una conoscenza tipo B (scientifica) sui processi di creazione e trasmissione della conoscenza pratica (tipo A). Si capisce ora che per Hayek il rischio principale dellEconomia come scienza radica nel fatto che, dal momento che consiste nel teorizzare sulle conoscenze tipo A, si arrivi a credere che, in qualche modo, chi la coltiva (scienziato dell economia) possa impossessarsi del contenuto specifico delle conoscenze pratiche tipo A. O addirittura arrivare a ignorare completamente il contenuto specifico della conoscenza pratica, secondo la critica cos precisa di Oakeshott, per il quale il razionalismo, nella sua versione pi pericolosa, esagerata ed erronea, consisterebbe in the assertion that what I have called practical knowledge is not knowledge at all, the assertion that, properly speaking, there is no knowledge which is not technical knowledge (Michael Oakeshott, Rationalism in Politics and Other Essays, cit., p. 15). 21 Vedere soprattutto gli importanti articoli seminali di F.A. Hayek Economics and Knowledge (1937) e The Use of Knowledge in Society (1945), che sono inclusi nel libro Individualism and Economic Order, Henry Regnery, Chicago 1972, e concretamente le pagine 35-56 e 77-91. necessario rilevare che questi due articoli di Hayek sono tra i pi importanti e trascendentali per la Scienza Economica. Tuttavia, soprattutto il primo di questi articoli dimostra che, quando fu scritto, esisteva ancora una certa confusione nella mente dellautore riguardo al carattere dellEconomia come scienza. In effetti, una cosa che lEconomia studi basicamente processi di trasmissione di informazione pratica, il cui contenuto concreto dipende dalle circostanze di ogni momento e luogo, e altra cosa ben diversa , come in alcuni punti sembra voler suggerire erroneamente Hayek, che la Scienza Economica sia , per questa ragione, una scienza con un certo contenuto empirico. Tutto il contrario, proprio il fatto che lo scienziato non pu mai disporre dellinformazione pratica dispersa che hanno coloro che sono osservati, rende inevitabile che leconomia sia essenzialmente una scienza teorica, non empirica, che studia la forma, ma non il contenuto specifico dei processi imprenditoriali di creazione e trasmissione di informazione pratica (e che sarebbero oggetto di valutazione e indagine da parte dello storiografo o dellimprenditore, secondo che siano accaduti o no). Questa stessa osservazione critica ad Hayek, da un punto di vista leggermente diverso, raccolta nel notevolissimo articolo di Israel M. Kirzner intitolato Hayek, Knowledge and Market Processes incluso in Perception, Opportunity and Profit, cit. pp. 13 a 33.

Conoscenza esclusiva e dispersa La conoscenza pratica una conoscenza di tipo esclusivo e disperso. Ci significa che ogni uomo-agente possiede solamente alcuni, per cos dire, atomi o bits dellinformazione che si genera e si trasmette globalmente a livello sociale,22 ma che paradossalmente solo lui possiede, cio, solo lui conosce e interpreta in modo cosciente. Pertanto, ciascun uomo che agisce ed esercita la funzione imprenditoriale, lo fa in modo strettamente personale e irripetibile, dal momento che comincia con cercare di raggiungere fini od obbiettivi secondo una visione e conoscenza del mondo che solo lui possiede in tutta la sua ricchezza e variet di sfumature, e che irripetibile in modo identico in nessun altro essere umano. Pertanto, la conoscenza alla quale ci riferiamo non qualcosa di dato, che disponibile per tutti in qualche mezzo materiale di immagazzinamento di informazione (giornali, Riviste specializzate, libri, computer, ecc.). Al contrario, la conoscenza importante per lazione umana una conoscenza di tipo essenzialmente pratico e strettamente esclusivo, che si trova solo sparpagliata nella mente di tutti e ciascuno degli uomini e donne che agiscono e che costituiscono lumanit. Nella figura II-1 introdurremo dei simpatici pupazzi che ci accompagneranno per tutto questo libro, con lunico scopo di aiutarci a rendere pi grafica lanalisi in esso contenuta.23

Figura II-1

In questa figura vogliamo rappresentare due esseri umani reali di carne e ossa, che denominiamo A e B. Ognuna delle persone che rappresentano A e B possiede una conoscenza sua propria o esclusiva di se stessa, cio, che laltra non ha; e c di pi, dal punto di vista di un osservatore esterno, in questo caso noi, possiamo dire che esiste una conoscenza, che noi come osservatori non abbiamo, e che si trova dispersa tra A e B, nel senso che A ne possiede una parte, e B unaltra. Cos, per esempio, supponiamo che linformazione che possiede A sia quella di voler raggiungere un fine X (che rappresentiamo con la freccia sulla sua testa e che diretta verso X) e che con lo scopo di raggiungere tale fine possiede una certa conoscenza pratica importante nel contesto dellazione (questo insieme di conoscenza o informazione pratica rappresentato dallaureola di lineette che A ha intorno alla testa). Il caso di B simile, solo che il fine che vuole raggiungere molto diverso, in questo caso Y (rappresentato da una freccia sotto i suoi piedi, e che diretta verso Y); linsieme di informazione pratica che lattore B

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Thomas Sowell, Knowledge and Decision, Basic Books, New York 1980, pp. 3-44. Dobbiamo menzionare, tuttavia, che a nostro parere, Sowell ancora molto influenzato dalla concezione neoclassica dellequilibrio e non riesce a capire adeguatamente il ruolo dellimprenditorialit. In questo senso, si veda I.M. Kirzner, Prices, the Communication of Knowledge and the Discovery Process, in The Political Economy of Freedom, Essays in Honor of F.A.Hayek, Philosophia Verlag, Monaco 1984, pp.202-203. 23 Senza alcun dubbio, gi Adam Smith era cosciente del fatto che la conoscenza pratica era essenzialmente una conoscenza sparpagliata o dispersa quando scrisse: What is the species of domestic industry which his capital can employ, and of which the produce is likely to be of the greatest value, every individual, it is evident, can, in his local situation, judge much better than any statesman or lawgiver can do for him (il corsivo mio). Tuttavia, non solo non ha espresso del tutto chiaramente lidea, (ogni individuo non solo conosce molto meglio, ma lunico che conosce pienamente le sue particolari circostanze), ma non stato nemmeno capace di portarla alle sue estreme conseguenze per quel che riguarda limpossibilit di incaricare un organo centrale di occuparsi di tutte le questioni umane (poich ritiene che ci presupporrebbe un carico di attenzione inutile, ma non unimpossibilit logica). An Inquiry into the Nature and Causes of The Wealth of Nations, The Glasgow Edition, Liberty Classics, Indianapolis 1981, volume I, p. 456, paragrafo 10.(ed. it. Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni, I.S.E.D.I., Milano 1976). ( La rappresentazione grafica dei processi di trasmissione di informazione pratica e dispersa molto difficile e noi abbiamo optato per effettuarla mediante i simpatici pupazzi del testo. Speriamo che la nostra analisi di pupazzi o uomini stecco (stickman analysis) si introduca con forza nella scienza economica del futuro.

considera importante nel contesto della sua azione, diretta a raggiungere Y, viene rappresentata allo stesso modo con laureola di lineette che ha attorno alla testa. In molte azioni semplici chi agisce, individualmente, possiede linformazione necessaria a raggiungere il fine che si prefigge senza bisogno di doversi relazionare per nulla con altri attori. In questi casi, che si dia corso o no allazione il risultato di un calcolo economico o giudizio estimativo che effettua chi agisce, soppesando e paragonando direttamente il valore soggettivo che d al fine che vuole raggiungere con il costo o valore che d a quello a cui rinuncia nel caso che voglia raggiungere il fine scelto. Tuttavia, sono poche e molto semplici le azioni in cui chi agisce pu prendere questo tipo di decisioni direttamente. La maggior parte delle azioni in cui ci vediamo implicati sono azioni molto pi complesse, del tipo di quelle che spiegheremo qui di seguito. Immaginiamo che, cos come abbiamo riprodotto nella figura II-1, A ha un gran desiderio di raggiungere il fine X, ma per questo ha bisogno dellesistenza di un mezzo R che non ha a sua disposizione e che non sa dove n come si pu ottenere. Contemporaneamente, supporremo che B si trovi in un altro luogo, che voglia raggiungere un fine molto diverso (il fine Y) a cui dedica tutto il suo sforzo, e che conosce o sa di o ha a sua disposizione una gran quantit di una risorsa R che egli non considera utile o idoneo per raggiungere il suo fine, ma che, casualmente, quello di cui A avrebbe bisogno per poter raggiungere il suo obbiettivo desiderato (X). Inoltre, dobbiamo sottolineare anche che, come succede nella maggior parte dei casi reali, X e Y sono contraddittori, cio, che ogni attore persegue fini diversi, con unintensit diversa, e con una conoscenza relativa, riguardo ad essi e riguardo ai mezzi alla sua portata, non coincidente o disadatta (questo spiega lespressione sconsolata con cui abbiamo disegnato i nostri pupazzi). Pi avanti vedremo in che modo lesercizio della funzione imprenditoriale rende possibile il superamento di questo tipo di comportamenti contraddittori o scoordinati.

Conoscenza tacita non articolabile La conoscenza pratica , in maggior parte, una conoscenza di tipo tacito non articolabile. Questo significa che chi agisce sa come fare o effettuare determinate azioni (know how), ma non sa quali sono gli elementi o parti di quello che sta facendo, e se essi sono certi o falsi (know that).24 Cos, per esempio, quando una persona impara a giocare a golf, non sta imparando un insieme di norme oggettive di tipo scientifico che gli permettano di fare i movimenti necessari come risultato dellapplicazione di una serie di formule della fisica matematica, ma, piuttosto, il processo di apprendimento consiste nellacquisizione di una serie di abitudini pratiche di condotta. Allo stesso modo, possiamo citare, seguendo Polanyi, lesempio di colui che impara ad andare in bicicletta cercando di mantenere lequilibrio muovendo il manubrio dalla parte in cui comincia a cadere e causando in questo modo una forza centrifuga che tende a mantenere dritta la bicicletta, e tutto questo senza che praticamente nessun ciclista sia cosciente n conosca i principi della fisica sui quali si basa la sua abilit. Al contrario, quello che il ciclista utilizza piuttosto il suo senso dellequilibrio, che in qualche modo gli indica come deve comportarsi in ogni momento per non cadere. Polanyi giunge ad affermare che la conoscenza tacita di fatto il principio dominante di ogni conoscenza.25 Anche la conoscenza pi altamente formalizzata e scientifica sempre il
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Questa distinzione stata generalizzata da quando essa fu enunciata gi nel 1949 da Gilbert Ryle, nel suo noto articolo Knowing How and Knowing That, incluso in The Concept of Mind, Hutchinsons University Library, Londra 1949. 25 Michael Polanyi, The Study of Man, The University of Chicago Press, Chicago 1959, pp. 24-25. Ogni studioso di economia dovrebbe leggere questo libricino, che un vero gioiello della scienza sociale. Altre importanti opere di Polanyi sono The Logic of Liberty, Personal Knowledge e Knowing and Being, tutte pubblicate da The University of Chicago Press, Chicago 1951, 1958 e 1969, rispettivamente (La logica della libert, Rubettino, 2002;La conoscenza personale, verso una filosofia post-critica, Milano, Rusconi, 1990; Conoscere ed essere: saggi, Armando, Roma, 1988). In spagnolo si pu consultare il suo articolo Ciencia, Fe y Sociedad, pubblicato a Santiago del Cile dal Centro de Estudios Pblicos, nella sua rivista Estudios Pblicos, n. 29, estate 1988, pp. 271-330. Michael Polanyi (1891- 1976)

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risultato di unintuizione o atto di creazione, che non sono altro che manifestazioni della conoscenza tacita. A parte che la nuova conoscenza formalizzata che possiamo acquisire grazie alle formule, ai libri, ai grafici, alle mappe, ecc., importante soprattutto perch aiuta a riorganizzare tutto il nostro contesto di informazione da punti di vista diversi, pi ricchi e fruttuosi, il che apre nuove possibilit per lesercizio dellintuizione creativa. Limpossibilit di articolare la conoscenza pratica si manifesta, pertanto, non solo staticamente, nel senso che ogni affermazione apparentemente articolata porta con s informazione solo nella misura in cui viene interpretata grazie a un insieme di convinzioni e conoscenze non articolabili, ma anche dinamicamente, poich il processo mentale utilizzato per portare a termine qualsiasi tentativo di articolazione in se stesso essenzialmente un conoscere tacito e non articolabile.26 Bisogna insistere sul fatto che ogni conoscenza tacita, per sua stessa natura, difficilmente articolabile. Se chiediamo a una giovane signorina che ha appena comperato una gonna di un determinato colore il perch della sua scelta o del suo acquisto, la cosa pi probabile che ci risponda che lha comperata perch s o, semplicemente, perch le piaceva, senza che sia capace di darci una spiegazione pi dettagliata e formalizzata del perch della sua scelta. Altro tipo di conoscenza non articolabile che gioca un ruolo essenziale nello sviluppo della societ quello formato da abitudini, tradizioni, istituzioni e norme giuridiche che costituiscono il diritto, rendono possibile la societ, e gli esseri umani imparano a obbedire, senza che siamo capaci di teorizzare o articolare dettagliatamente il ruolo preciso che svolgono tali norme e istituzioni nelle diverse situazioni e nei diversi processi sociali in cui intervengono. Si pu dire la stessa cosa per quel che riguarda il linguaggio e anche, per esempio, per quel che riguarda la contabilit finanziaria e dei costi che limprenditore utilizza per guidare la sua azione e che non altro che una conoscenza o una tecnica pratica che, utilizzata allinterno di un determinato contesto di economia di mercato, serve agli imprenditori come guida per lazione generalizzata per aiutarli a raggiungere i propri obbiettivi, ma senza che loro, per la maggior parte, siano capaci di formulare una teoria scientifica di contabilit n, ancor meno, di spiegare in che modo questa aiuti nei complicati processi di coordinamento che rendono possibile la vita sociale.27 Possiamo pertanto concludere che lesercizio
fratello di Karl Polanyi (1886-1964)- stato un uomo di orizzonti molto ampi e ha sviluppato la sua attivit scientifica nel campo della chimica, della filosofia, della politica, della sociologia e delleconomia. Lesempio della bicicletta preso dalla p. 144 di Knowing and Being. Polanyi fa risalire lidea che ci sono limiti nella capacit di articolare il pensiero umano a certi contributi che hanno origine nel campo della matematica e specialmente allopera di Kurt Gdel. Vedere Personal Knowledge, opera citata, p.259. Hayek, da parte sua, afferma che Gdels theorem is but a special case of more general principle applying to all conscious and particularly all rational processes, namely the principle that among their determinants there must always be some rules which cannot be stated or even be conscious. Vedere F.A. Hayek Rules, Perception and Intellegibility in Studies in Philosophy, Politics and Economics, Simon and Schuster, New York 1969, p. 62. Il teorema di Gdel siluppato nel suo ber formal unentscheidbare Stze der Principia Matematica und verwandter Systeme I, pubblicato in Monatshefte fr Matematik und Physic, n. 38, anno 1931, pp. 173-198 (esiste una traduzione inglese pubblicata nei Collected Works of Kurt Gdel, volume I, Oxford University Press, Oxford 1986, pp. 145-196; edizione spagnola di Jess Montern, Alianza Editorial, Madrid 1989). 26 In questa stessa linea di pensiero, mi ha dato grande soddisfazione leggere il magnifico libro di Roger Penrose The Emperors New Mind. Concerning Computers, Minds and the Laws of Physics, pubblicato da Oxford University Press, Oxford 1989 (esiste una traduzione in spagnolo che dobbiamo a Javier Garca Sanz e che stata pubblicata a Madrid da Mondadori Espaa, nel 1991, con il titolo La Nueva Mente del Emperador), e che spiega dettagliatamente, in varie occasioni, la grande importanza che ha il pensiero non articolabile o convertibile in parole anche per le menti scientifiche pi importanti (per esempio, pp. 423-425). Questa stessa idea stata gi esposta, parecchi anni fa, dal nostro grande Gregorio Maran, al riferire un a conversazione privata che aveva avuto con Bergson poco prima della sua morte e in cui il pensatore francese gli aveva confessato quanto segue: Io sono sicuro che le grandi scoperte di Cajal non sono state altro che verifiche oggettive di fatti che il suo cervello aveva previsto come vere realt. Cajal y su Tiempo, in Obras Completas, Espasa Calpe, Madrid 1971, volume VII, p. 331. K. Lorenz, da parte sua, afferma che: No important scientific fact has ever been proved that has not previously been simply and immediately seen by intuitive Gestalt perception. Vedere The Role of Gestalt Perception in Animal and Human Behaviours, in Aspects of Form, casa editrice L.L. Whyte, Londra 1951, p. 176. 27 Don Lavoie, Rivalry and Central Planning, Cambridge University Press, Cambridge 1985. Lavoie aggiunge che se i costi fossero qualcosa che fosse possibile stabilire in modo oggettivo, scientifico e universale, il prendere decisioni nella vita economica potrebbe ridursi a obbedire a una serie di regole completamente articolate e specificate,

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della funzione imprenditoriale cos come labbiamo definita (capacit di scoprire e apprezzare opportunit di guadagno, adottando un comportamento cosciente per trarne vantaggio) consiste in una conoscenza di tipo basicamente tacito non articolabile.

Carattere essenzialmente creativo della funzione imprenditoriale. La funzione imprenditoriale non ha bisogno di nessun mezzo perch la si possa esercitare. Cio, limprenditorialit non presuppone nessun costo e, pertanto, essenzialmente creativa.28 Questo carattere creativo della funzione imprenditoriale si esprime nel fatto che essa d luogo a dei benefici che, in certo senso, sorgono dal nulla e che definiremo benefici imprenditoriali puri. Per ottenere benefici imprenditoriali non necessario, quindi, disporre previamente di alcun mezzo, ma semplicemente esercitare bene la funzione imprenditoriale. Possiamo illustrare questo fatto partendo dalla situazione descritta nella figura II-1. Basta rendersi conto della situazione di squilibrio o scoordinamento che esiste tra A e B, perch sorga, immediatamente, lopportunit di un beneficio imprenditoriale puro.29 Cos, nella figura II-2, si suppone che una terza persona, in questo caso C, sia quella che esercita la funzione imprenditoriale, poich scopre lopportunit di guadagno inerente allo squilibrio o scoordinamento che cera nel grafico della figura II-1 (rappresentiamo con una lampadina che si accende il fatto che C si rende conto di quella opportunit; com logico, nella pratica la funzione imprenditoriale potr essere esercitata da A, da B, o simultaneamente, con uguale o diversa intensit, da ognuno di loro, bench per i nostri scopi sia pi grafico considerare in questo caso che venga portata a termine da una terza persona C).

Figura II-2

In effetti, basta che C si metta in contatto con B e gli offra di comperare quella risorsa, di cui dispone in abbondanza e a cui praticamente non d importanza, per una determinata quantit, poniamo per 3 unit monetarie, cosa che soddisfer enormemente B, dal momento che non avrebbe mai potuto immaginare di poter ottenere tanto per la sua risorsa. In seguito, un volta realizzato lo scambio, C potr mettersi in contatto con A e vendergli questa risorsa che A tanto necessita per portare a termine il fine che si proposto, vendendoglielo, poniamo, per 9 unit monetarie (se C non ha denaro, potr ottenerlo, per esempio, convincendo qualcuno a prestarglielo temporaneamente). Pertanto, come conseguenza dellesercizio della funzione
ma dato che i costi sono qualcosa di soggettivo e che possono essere conosciuti da chi agisce solo nel contesto di ciascuna azione concreta, la pratica della funzione imprenditoriale non pu essere articolata dettagliatamente n rimpiazzata da nessun criterio oggettivo di tipo scientifico (opera citata, pp. 103-104). 28 Per San Tommaso d Aquino, creare est aliquid ex nihilo facere (cio, creare fare qualcosa partendo dal nulla). Suma Teolgica, Part. I, Q 45, art. 1 e ss, B.A.C., vol. II, 1948, p. 740. Non condividiamo la tesi secondo la quale solo Dio capace di creare, poich anche luomo crea costantemente ogni volta che esercita la funzione imprenditoriale. Lex nihilo per San Tommaso ha un significato eccessivamente materialista, mentre per noi si verifica ogni volta che luomo percepisce o si rende conto di qualcosa che prima non aveva neppure concepito (ibidem, p.756). Giovanni Paolo II sembra propendere per la nostra interpretazione nella sua enciclica Laborem Exercens (Ediciones Paulinas, Madrid 1981), quando afferma che luomo imita e rispecchia lazione stessa del Creatore dellUniverso (n. 4 e 25), anche se a volte confonde il concetto di azione umana con il concetto di lavoro (vedere anche la nota 30). 29 Nella nostra ottica ogni azione umana ha una componente eminentemente creativa, senza bisogno di distinguere tra la creativit imprenditoriale nellambito economico e la creativit in altri ambiti umani (artistici, sociali, ecc.), come fa erroneamente Nozick, quando non si rende conto che lessenza della creativit la stessa in tutti gli ambiti, e che il concetto e le caratteristiche della funzione imprenditoriale che stiamo analizzando sono applicabili a ogni azione umana, indipendentemente dal tipo di azione di cui si tratta. Vedere Robert Nozick, The Examined Life, Simon and Schuster, New York 1989, p.40.

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imprenditoriale da parte di C, questi ha ottenuto, ex nihilo, un beneficio imprenditoriale puro di 6 unit monetarie.30 Ora ci interessa soprattutto sottolineare che, come conseguenza di questo atto di imprenditorialit, si sono prodotti tre effetti di straordinaria importanza. Da un lato, la funzione imprenditoriale ha creato nuova informazione che prima non esisteva. In secondo luogo, questa informazione stata trasmessa a tutto il mercato. E, in terzo luogo, come conseguenza di questo atto imprenditoriale, gli agenti economici implicati hanno imparato ad agire gli uni in funzione degli altri. Queste conseguenze dellimprenditorialit sono cos importanti che vale la pena studiarle attentamente una ad una. Creazione di informazione Ogni atto imprenditoriale implica la creazione ex nihilo di una nuova informazione. Questa creazione ha luogo nella mente di quella persona , quella rappresentata dal pupazzo C nel nostro esempio, che prima di tutto esercita la funzione imprenditoriale. Effettivamente, nel momento in cui
Che la funzione imprenditoriale sia assolutamente creativa e che, pertanto, i benefici imprenditoriali puri sorgano dal nulla, ci pu portare a fare la seguente digressione teologica: ammettendo per fini dialettici che esista un Essere supremo, creatore di tutte le cose dal nulla, ritenendo, come abbiamo visto, la funzione imprenditoriale una creazione ex nihilo di benefici imprenditoriali puri, sembra chiaro che luomo assomiglia a Dio proprio quando esercita la funzione imprenditoriale pura! Questo significa che luomo, pi che homo sapiens, homo agens o homo impresario, che assomiglia a Dio pi che quando pensa, quando agisce, cio quando concepisce e scopre nuovi fini e mezzi. Per di pi, potremmo costruire tutta una teoria della felicit, secondo la quale, ci che d pi felicit alluomo assomigliare al suo Creatore, cio la causa di maggiore felicit per luomo sarebbe rendersi conto dei propri obbiettivi e raggiungerli ( cosa che implica agire ed esercitare la funzione imprenditoriale). Nonostante a volte, senza alcun dubbio, commettiamo molteplici errori imprenditoriali, soprattutto per quel che riguarda la scelta dei fini che si dovrebbero perseguire (fortunatamente, luomo non sperduto, ma ha determinate guide che lo aiutano in questo campo, come possono essere letica e la religione). Spero che la mia digressione non sembri al Professor Kirzner, uomo di profonde convinzioni religiose, luso sacrilego di una metafora teologica. Vedere Israel M. Kirzner Discovery, Capitalism, and Distributive Justice, Basil Blackwell, Oxford 1989, p. 40. Giovanni Paolo II, come abbiamo gi detto nella nota 28, nella sua enciclica Laborem Exercens (Ediciones Paulinas, Madrid1981), sembra propendere verso la nostra interpretazione quando afferma che luomo imita e rispecchia lazione stessa del Creatore dellUniverso (n. 4 e n. 25), agendo come un vero cooperatore di Dio (n. 25) e partecipando al piano originale e allopera del Creatore (n. 25). Tuttavia, sembra a volte che Giovanni Paolo II confonda il concetto di azione umana con il concetto di lavoro, introducendo uninesistente dicotomia di azioni umane (quelle riferite al lavoro strictu sensu, e quelle riferite al capitale). Il vero problema sociale non lopposizione tra lavoro e capitale, ma se sia legittimo utilizzare in modo sistematico laggressione o violenza istituzionale contro la capacit creativa che luomo esercita quando agisce, cos come a che tipo di norme e leggi debba sottomettersi ogni azione. Inoltre, lautore dellenciclica non si rende conto che se si sta riferendo allazione umana in generale, non ha senso parlare, come l si fa (n. 19), del diritto di ricevere una giusta remunerazione, dato che ogni attore ha diritto, come vedremo, al risultato integro (sia beneficio o perdita) della sua creativit o azione imprenditoriale; e se sta parlando del lavoro in senso stretto come fattore di produzione, teoricamente gli si elimina radicalmente ogni possibilit creativa. Per fare queste riflessioni mi stato molto utile larticolo di Fernando Moreno, El Trabajo segn Juan Pablo II, in Cristianismo, Sociedad Libre y Opcin por los Pobres, Editor Eliodoro Matte Larrain, Centro de Estudios Pblicos, Cile 1988, pp. 395-400. La concezione, o almeno il linguaggio e larticolazione, da parte di Giovanni Paolo II sulla capacit imprenditoriale o lazione umana creativa, come fattore decisivo della vita sociale, notevolmente migliorata nella sua successiva enciclica Centesimus Annus, dove gi si riferisce espressamente al fatto che il fattore decisivo luomo stesso, cio la sua capacit di conoscenza, nelle sue due varianti di conoscenza scientifica e di conoscenza pratica (quella necessaria per intuire e soddisfare le necessit degli altri). Queste conoscenze permettono allessere umano di esprimere la sua creativit e sviluppare le sue capacit, cos come di essere introdotto in quella rete di conoscenza e di intercomunicazione che costituisce il mercato e la societ. E Giovanni Paolo II conclude che sempre pi evidente e determinante il ruolo del lavoro umano (io direi, piuttosto, dellazione umana) disciplinato e creativo e quello delle capacit di iniziativa e di spirito intraprendente, come parte essenziale del lavoro stesso (Centesimus Annus, Promocin Popular Cristiana, Madrid 1991, Capitolo IV, n. 31, 32 e 33, pp. 66-67). Senza alcun dubbio lenciclica Centesimus Annus mette in evidenza che la concezione delleconomia da parte del Sommo Pontefice si enormemente modernizzata facendo un importante balzo qualitativo dal punto di vista scientifico, che lascia sorpassata gran parte dellantica dottrina sociale della Chiesa, e addirittura supera importanti settori della stessa scienza economica che continuano ancora ad essere ancorati al meccanicismo e non sono stati capaci di far posto nei propri modelli al carattere eminentemente creativo e dinamico della funzione imprenditoriale. Si veda Michael Novak, The Catholic Ethic and the Spirit o f Capitalism, Free Press, New York 1993.
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C si rende conto che esiste una situazione come quella descritta, in cui sono implicati A e B, nella sua mente si crea una nuova informazione che prima non aveva. Ma accade anche che, quando C intraprende lazione e si mette in contatto con A e B, anche nella mente di A e B si crea una nuova informazione. Cos, A si rende conto che quella risorsa che gli mancava e di cui aveva tanto bisogno per raggiungere il suo fine disponibile in altri luoghi del mercato in quantit maggiore di quella che pensava e che, pertanto, pu intraprendere ormai senza problemi lazione che non cominciava per mancanza della suddetta risorsa. Da parte sua, B si rende conto che quella risorsa che possedeva in cos grande quantit e a cui non dava valore, molto ricercata e desiderata da altre persone e che, pertanto, pu venderla a buon prezzo. Inoltre, parte della nuova informazione pratica che ha origine nella mente di C quando esercita la funzione imprenditoriale, e che sorge poi nella mente di A e B, viene raccolta in modo molto riassuntivo o compresso in una serie di prezzi o rapporti storici di intercambio( cio, che B ha venduto a 3 e che A ha comperato a 9).

Trasmissione di informazione La creazione imprenditoriale di informazione implica contemporaneamente una trasmissione di tale informazione al mercato. Di fatto, trasmettere qualcosa a qualcuno far s che quel qualcuno generi o crei nella sua mente parte dellinformazione che noi avevamo creato o scoperto precedentemente. Nel nostro esempio, non solo stata trasmessa precisamente a B lidea che la sua risorsa importante e che non deve sciuparla; e ad A lidea che pu procedere alla ricerca del fine che si era proposto e che non cominciava per mancanza di quella risorsa; ma anche che tramite i rispettivi prezzi, che sono un sistema di trasmissione molto potente, dato che trasmettono molta informazione a costo molto basso, si comunica, in ondate successive, a tutto il mercato o a tutta la societ, il messaggio che la risorsa in questione deve essere conservata ed economizzata, dal momento che ce n richiesta; e contemporaneamente, che tutti quelli che non intraprendono azioni pensando che quella risorsa non esiste, possono ottenerla e andare avanti con i rispettivi piani di attuazione. Com logico, linformazione rilevante sempre soggettiva e non esiste al di fuori delle persone che siano capaci di interpretarla o scoprirla, di modo che sono sempre gli esseri umani quelli che creano, percepiscono e trasmettono linformazione. Lidea erronea che linformazione sia qualcosa di oggettivo ha origine nel fatto che parte dellinformazione soggettiva creata in modo imprenditoriale si plasma oggettivamente su segnali ( prezzi, istituzioni, norme, imprese, ecc.) che possono essere scoperte e interpretate soggettivamente da molti nel contesto delle loro azioni particolari, facilitando cos la creazione di nuove informazioni soggettive pi ricche e complesse. Tuttavia, e nonostante le apparenze, la trasmissione di informazione sociale fondamentalmente tacita e soggettiva, cio non espressa e articolata, e allo stesso tempo molto compendiata (di fatto si trasmette e si capta soggettivamente il minimo indispensabile per coordinare il processo sociale); cosa che, daltro canto, permette di sfruttare al meglio la limitata capacit della mente umana di creare, scoprire e trasmettere costantemente nuova informazione.

Effetto apprendistato: coordinamento e regolazione Infine, indispensabile sottolineare come gli agenti A e B abbiano imparato ad agire uno in funzione dellaltro. Cio, B, come conseguenza dellazione imprenditoriale originalmente intrapresa da C, non dilapida n spreca pi la risorsa di cui disponeva, ma invece, seguendo il proprio interesse, lo mantiene e lo conserva. A, da parte sua, disponendo di quella risorsa, pu raggiungere il suo fine e intraprende lazione che prima non poteva portare a termine. Luno e laltro, pertanto, imparano ad agire in modo coordinato, cio a modificare e a disciplinare il proprio comportamento in funzione dellaltro essere umano. E inoltre, imparano nel miglior modo 14

possibile: senza rendersi conto che stanno imparando e motu proprio, cio, volontariamente e nel contesto di un piano in cui ciascuno segue i suoi fini e interessi particolari. Questo, e nessun altro, il nucleo del processo, tanto meraviglioso quanto semplice ed efficace, che rende possibile la vita in societ.31 Infine, osserviamo che lesercizio dellimprenditorialit da parte di C rende possibile non solo unazione coordinata, che prima non esisteva, tra A e B, ma anche che costoro portino a termine un calcolo economico nel contesto delle loro rispettive azioni, con dati e informazione di cui prima non disponevano e che permettono loro di raggiungere, con molte possibilit di successo, i loro rispettivi fini. Riassumendo, il calcolo economico da parte di ciascun attore diviene possibile grazie allinformazione che si genera nel processo imprenditoriale. O, espresso in altro modo: senza lesercizio della funzione imprenditoriale non si genera linformazione necessaria perch ogni attore possa calcolare o stimare adeguatamente il valore di ogni corso dazione alternativo. Cio, senza funzione imprenditoriale non possibile il calcolo economico.32 Allo stesso tempo, le osservazioni precedenti costituiscono gli insegnamenti pi importanti ed elementari della scienza sociale, e ci permettono di concludere che la funzione imprenditoriale , senza alcun dubbio, la funzione sociale per eccellenza, dato che rende possibile la vita in societ regolando e coordinando il comportamento individuale dei suoi membri. Senza funzione imprenditoriale non possibile concepire lesistenza di nessuna societ.33 Arbitraggio e Speculazione

necessario sottolineare che, come vedremo parlando dellarbitrariet e della speculazione, lessere umano, grazie allimprenditorialit, impara a disciplinare il proprio comportamento anche in funzione delle circostanze e delle necessit di esseri umani futuri, che non sono ancora nati (coordinamento intertemporale). Inoltre, questo processo non si potrebbe ripetere anche se gli esseri umani, sia obbedendo agli ordini coercitivi di un dittatore benevolo, sia per il proprio desiderio filantropico di aiutare lumanit, si proponessero deliberatamente di regolare tutte le situazioni di scoordinamento sociale, ma rinunciando a cercare e a sfruttare qualsiasi beneficio o guadagno. In effetti, in assenza di guadagno o di beneficio che funga da incentivo, non sorge neppure linformazione pratica necessaria per agire coordinando le situazioni di scompenso sociale ( questo indipendentemente dal fatto che, una volta perseguito e ottenuto il beneficio imprenditoriale, chi agisce decida di utilizzarlo a fini caritativi ecc.). Una societ in cui i suoi membri dedicassero la maggior parte del loro tempo ad aiutare deliberatamente il prossimo e non ad agire in modo imprenditoriale, sarebbe una societ tribale di tipo pre-capitalista, incapace di mantenere una parte della popolazione che oggi abita nel mondo. , pertanto, teoricamente impossibile che i principi di solidariet e altruismo possano servire da guida di comportamento per lessere umano in un ordine che, come quello sociale, si basa su una serie di relazioni astratte con molteplici altri individui che non sarebbe mai possibile arrivare a conoscere e dei quali solo si percepiscono informazioni e segnali dispersi sotto forma di prezzi, norme in senso materiale e istituzioni. I principi di solidariet e altruismo sono, pertanto, atavismi tribali che si possono applicare solo nei piccoli gruppi primari e allinterno di un numero molto ridotto di partecipanti che hanno tra loro unintima conoscenza della propria situazione personale. Anche se non si pu dire niente contro lattivit che molti esseri umani realizzano nella societ per soddisfare le proprie necessit pi o meno ataviche o istintive di mostrarsi solidali o altruisti con il prossimo, s si pu affermare categoricamente che cercare di organizzare coercitivamente la societ basandosi su tali principi di solidariet e altruismo non solo teoricamente impossibile, ma farebbe scomparire la civilt cos come la conosciamo oggi, eliminano sia i lontani che i prossimi, di modo che rimarrebbero ben pochi da poter aiutare. Veder F.A. Hayek, The Fatal Conceit, opera citata, p. 13. 32 La parola calcolo deriva etimologicamente dallespressione latina calx-calcis, utilizzata, tra altre cose, per definire il gesso che veniva utilizzato nellabbaco greco e romano. Una definizione pi precisa del calcolo economico si trover pi avanti, a p. 72. 33 Kirzner dice che la funzione imprenditoriale permette di scoprire ed eliminare gli errori che si verificano nella societ e che passano inosservati. Tuttavia, questa concezione dellerrore non mi sembra pienamente soddisfacente, poich essa stessa implica un giudizio dalla posizione di un ipotetico essere onnisciente che conoscerebbe tutte le situazioni di squilibrio che si verificano nella societ. A nostro modo di vedere, il concetto di errore ha senso solo in termini soggettivi, cio, solamente se chi agisce si rende conto, a posteriori, che non avrebbe dovuto perseguire un determinato fine, o che non avrebbe dovuto utilizzare determinati mezzi, poich avendo agito, andato incontro a costi, cio, ha rinunciato a ottenere fini che per lui hanno pi valore di quelli che ha ottenuto (questo significa che ha avuto perdite imprenditoriali). Inoltre, si consideri che leliminazione di errori nel senso oggettivista di Kirzner viene di solito apprezzata da chi agisce come mossa fortunata che d luogo a importanti guadagni o benefici imprenditoriali. Israel M. Kirzner Economics and Error, in Perception, Opportunity and Profit, The University of Chicago Press, Chicago 1979, pp. 120-137.

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Da un punto di vista temporale, limprenditorialit si pu effettuare in due modi diversi: in modo sincronico o in modo diacronico. Il primo viene definito arbitraggio, ed la funzione imprenditoriale esercitata nel presente (intendendo come tale quello considerato come presente temporale dallottica di chi agisce)34 tra due luoghi o situazioni diversi della societ; il secondo viene definito speculazione, ed limprenditorialit esercitata tra due momenti di tempo differenti. Si potrebbe pensare che nel caso dellarbitraggio ci che la funzione imprenditoriale fa scoprire e trasmettere uninformazione che gi esiste ma che dispersa, mentre nella speculazione si crea e si trasmette informazione nuova. Tuttavia, questa distinzione puramente artificiale, poich scoprire quello che esisteva, ma che non si sapeva esistesse, equivale a creare. Pertanto, non si pu ritenere che esista alcuna differenza, qualitativamente e teoricamente, tra larbitraggio e la speculazione. Entrambi i tipi di imprenditorialit danno luogo al coordinamento sociale (intratemporale nel caso dellarbitraggio e intertemporale nel caso della speculazione) e creano tendenze dello stesso tipo verso lequilibrio e il coordinamento.

Diritto, moneta e calcolo economico Nel nostro esempio grafico, difficilmente C avrebbe potuto esercitare la sua funzione imprenditoriale creativa se qualsiasi altra persona, con la forza, gli avesse potuto sottrarre il prodotto di quella funzione; o se A o B, per esempio, lo avessero ingannato non consegnandogli la risorsa o le unit monetarie promesse. Tutto questo significa che lesercizio della funzione imprenditoriale, e in generale dellazione umana, esige che le persone in essa implicate mostrino costantemente e ripetutamente determinate linee o regole di condotta, cio, che siano conformi al diritto. Questo diritto costituito da una serie di norme che si sono andate formando e depurando in modo evolutivo e consuetudinario. Definiscono fondamentalmente il diritto di propriet (several property, nella terminologia pi recente di Hayek)35 e si possono ridurre ai principi essenziali di rispetto della vita, di stabilit del possesso conseguito pacificamente, di trasferimento mediante consenso e di compimento delle promesse fatte.36 Si pu studiare dettagliatamente la base delle norme giuridiche che rendono possibile la vita in societ da tre punti di vista diversi ma complementari: lutilitarista, levoluzionista-consuetudinario e quello della teoria delletica sociale dei diritti di propriet. Questo tipo di analisi, tuttavia, supera di molto lambito del nostro lavoro, per cui, in ogni caso, ora metteremo in evidenza solamente che, bench il diritto renda possibile lesercizio dellazione umana, e pertanto il sorgere e lo svilupparsi della societ e della civilt, a sua volta il diritto un risultato evolutivo, non pianificato coscientemente da nessuno, dellesercizio stesso della funzione imprenditoriale. Le istituzioni giuridiche, e in generale tutte le istituzioni sociali (linguaggio, denaro, mercato, ecc.), sorgono cos da processi evolutivi in cui un numero molto grande di persone apporta ciascuna, lungo larco della storia, il suo piccolo granello di sabbia di informazione pratica e creativit imprenditoriale, dando luogo in modo spontaneo, e daccordo con la nota teoria di Menger, a delle istituzioni37 che sono prodotto, senza alcun dubbio, dellinterazione di molti uomini, ma che non sono state pianificate n organizzate
The present qua duration is the continuation of the conditions and opportunities given for acting. Every kind of action requires special conditions to which it must be adjusted with regard to the aims sought. The concept of present is therefore different for various fields of actions. Ludwig von Mises, Human Action, cit., p.101. 35 F.A. Hayek, The Fatal Conceit. The Errors of Socialism, cit., p.12. 36 We have now run over the three fundamental laws of nature, that of the stability of possession, of its transference by consent, and of the performance of promises. Tis on the strict observance of those three laws, that the peace and security of human society entirely depend; nor is there any possibility of establishing a good correspondence among men, where these are neglected. Society is absolutely necessary for the well-being of men; and these are as necessary to the support of society. David Hume, A Treatise of Human Nature, Oxford University press 1981, LibroIII, Parte II, Sezione VI, p.526 (ed. it., Trattato sulla natura Umana, Laterza, Roma). 37 Riteniamo che istituzione sia ogni schema, norma o modello ripetitivo di condotta, indipendentemente dallambito- linguistico, economico, giuridico, ecc.- in cui si verifica.
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coscientemente da nessuno di loro.38 Questo accade perch nessuna mente umana possiede la capacit intellettuale necessaria per acquisire n per comprendere lenorme volume di informazione pratica che intervenuta nella graduale generazione, consolidamento e ulteriore sviluppo di quelle istituzioni. Si verifica cos la paradossale realt che le istituzioni pi importanti ed essenziali per la vita delluomo in societ (linguistiche, economiche, legali e morali) non hanno potuto essere create deliberatamente dalluomo stesso, mancandogli la capacit intellettuale necessaria, ma sono sorte a poco a poco dal processo imprenditoriale di interazioni umane, estendendosi poi a gruppi sempre pi ampi mediante il meccanismo di apprendimento e imitazione inconsapevole spiegato prima. Inoltre, la nascita e il perfezionamento delle istituzioni rende possibile, attraverso un tipico processo di feedback o retro-alimentazione, un processo imprenditoriale di interazioni umane sempre pi ricco e complesso. Per lo stesso motivo per cui luomo non ha potuto creare deliberatamente le proprie istituzioni,39 non pu neanche capire pienamente il ruolo globale che giocano quelle che gi esistono in ogni momento della storia. Le istituzioni e lordine sociale che le genera sono progressivamente pi astratti nel senso che non si pu n identificare n conoscere linfinita variet di conoscenze particolari e di fini individuali che hanno e perseguono gli esseri umani che agiscono al loro interno. Le istituzioni, a loro volta, sono segnali molto potenti, poich, essendo esse norme o abitudini ripetitive di condotta, orientano lazione degli esseri umani. Fra tutte queste istituzioni, forse la pi astratta e, pertanto, la pi difficile da capire quella del moneta. In effetti, la moneta o mezzo di scambio generalmente accettato una delle istituzioni pi vitali per lesistenza e lo sviluppo della nostra civilt e, tuttavia, sono molto pochi coloro che riescono anche solo a intuire in che modo il denaro renda possibile una moltiplicazione esponenziale nelle possibilit di interazione sociale e di creativit imprenditoriale, e che ruolo

Carl Menger, Untersuchungen ber die Methode der Socialwissenschaften und der Politischen konomie insbesondere, Editrice Duncker Humblot, Leipzig 1883. Il termine utilizzato da Menger per definire le conseguenze non intenzionali delle azioni individuali Unbeabsichtigte Resultante. In concreto, Menger dice che il fenomeno sociale caratterizzato dal fatto che si presenta come die unbeabsichtigte Resultante individueller, d.i. individuellen Interessen verfolgender Bestrebungen der Volksglieder die unbeabsichtigte soziale Resultante individuell teleologischer Faktoren (p. 182). Si pu consultare anche il Prologo di Lawrence H. White alledizione inglese del libro di Menger intitolato Investigations into the Method of the Social Sciences with Special Reference to Economics, New York University Press, New York 1985, pp. vii a viii e p. 158 ( dove tradotta in inglese la p. 182 della versione originale tedesca). Si deve consultare anche larticolo di F.A. Hayek The Results of Human Action but not of Human Design, in Studies in Philosophy, Politics and Economics, cit., pp. 96-105. A volte si afferma che fu Adam Ferguson il primo a riferirsi esplicitamente a questo tipo spontaneo di fenomeni sociali; in effetti, alla p. 187 del suo An Essay on the History of Civil Society, T. Caddell in the Strand, Londra1767, possiamo leggere che Nations stumble upon establishments, which are indeed the result of human action, but not the execution of any human design, e aggiunge la famosa frase attribuita da De Retz a Cromwell secondo cui luomo non arriva mai cos in alto come quando non sa dove va (on ne montait jamais si haut que quand on ne sait pas o lon va); esiste una traduzione in spagnolo rivista e corretta da Juan Rincn Jurado, pubblicata dall Instituto de Estudios Politicos, Madrid 1974 ( la citazione chiave si trova alla p. 155). Tuttavia, Ferguson raccoglie una tradizione molto pi antica e che attraverso Montesquieu, Bernard de Mandeville e gli scolastici spagnoli del secolo XVI risale addirittura, come vedremo allinizio del Capitolo IV, fino a tutta una corrente del pensiero classico di Roma e della Grecia. 39 Dobbiamo pertanto respingere il concetto di legge in San Tommaso dAquino che, definendola come rationis ordinatio ad bonum commune, ab eo qui curam communitatis habet promulgata (Suma Teolgica, opera citata, Tomo VI, 1955, p. 42 Parte I-II, Q90, art. 4), considera erroneamente la legge come un prodotto deliberato del ragionamento umano. In questo senso, San Tommaso un precursore del falso razionalismo che critica Hayek, dal momento che ritiene che la ragione umana possa sapere molto di pi di ci di cui capace. Questo razionalismo spurio e ascientifico culminer nella Rivoluzione Francese, con il trionfo dellutilitarismo e, nel campo del diritto, con il positivismo kelseniano e con le posizioni di Thiebaut. Si veda F.A. Hayek, Kinds of Rationalism, in Studies in Philosophy, Politics and Economics, cit., Capitolo V, pp. 82-96. Pi di recente, Hayek ha criticato il fatto che Aristotele, anche senza cadere negli estremi socialisti di Platone, non sia mai stato capace di capire pienamente lesistenza di ordini sociali di tipo spontaneo n lidea essenziale di evoluzione (si veda The Fatal Conceit.The Errors of Socialism, cit., pp. 45-47) dando il via con ci alla nascita di una corrente ingenuamente scientista che ha oppresso e resa inutile gran parte della scienza sociale sviluppata fino ai nostri giorni.

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giochi facilitando e rendendo possibili i complicatissimi e sempre pi difficili calcoli economici che una societ moderna esige.40 41 Nel nostro schema elementare di esercizio dellimprenditorialit, abbiamo dato per scontato che esiste il denaro e che, pertanto, A, B e Cerano disposti a portare a termine determinati scambi per ottenere in cambio certe unit monetarie. Il denaro molto importante perch, come ha dimostrato Mises, un denominatore comune che rende possibile il calcolo economico, in relazione con tutti quei beni e servizi che sono oggetto del commercio o dellinterscambio umano. Per calcolo economico dobbiamo intendere, pertanto, ogni calcolo approssimativo in unit monetarie sui risultati di diversi corsi dazione. Questo calcolo economico viene verificato da tutti coloro che agiscono ogni volta che esercitano la funzione imprenditoriale, ed possibile solamente grazie allesistenza del denaro e allinformazione di tipo pratico che lesercizio dellimprenditorialit crea, genera e trasmette costantemente.42

Ubiquit della funzione imprenditoriale Tutti gli uomini, quando agiscono, in misura maggiore o minore, con maggiore o minore successo, esercitano la funzione imprenditoriale. Cio, la funzione imprenditoriale come
Per lesattezza Menger, nella sua teoria sullorigine del denaro, ritiene che esso costituisca uno dei casi pi importanti e paradigmatici della sua teoria sulla nascita, lo sviluppo e levoluzione spontanea delle istituzioni sociali. Si vedano le pp. 152 e seguenti delledizione inglese delle Untersuchungen citata nella nota 38. 41 Unaltra istituzione di interesse economico costituita dallente di organizzazione economica che, disgraziatamente, in spagnolo viene chiamato empresa (impresa) e che, seguendo lesempio anglosassone, si dovrebbe chiamare esclusivamente firma (azienda) per evitare la confusione fra il concetto di azione umana o imprenditorialit e il concetto di azienda, che non altro che unistituzione in pi, di importanza relativa, che nasce nel mercato quando chi agisce ritiene che una certa organizzazione sia spesso conveniente per i propri interessi. Pensiamo che esista tutta una corrente del pensiero economico che tende ad esagerare limportanza delle aziende o imprese commerciali come oggetto di ricerca delleconomia. Lazienda non altro che una delle molte istituzioni frutto dellinteragire umano e si pu capire la sua nascita e la sua evoluzione solo partendo dalla teoria gi esposta della funzione imprenditoriale. I teorici dellazienda o impresa commerciale non solo camuffano, confondono e ignorano il carattere soggettivo dellimprenditorialit, ma tendono anche a oggettivare e a limitare indebitamente allazienda il campo di ricerca delleconomia. Si veda, per esempio, R.H. Coase, The Nature of the Firm, Economica, n. 4, novembre 1937 (ristampato nel Capitolo II di The Firm, the Market and the Law, The University of Chicago Press, Chicago 1988, pp. 33 a 35); e A.A. Alchian, Corporate Management and Property Rights, in Economic Policy and the Regulations of Corporate Securities, American Enterprise Institute, Washington D.C. 1969, pp. 342 e ss. Una critica dettagliata a questa corrente di pensiero si pu trovare in Israel M. Kirzner, Competition and Entrepreneurship, opera citata, pp. 52 e ss. Si veda anche la citazione 50 del Capitolo IV. 42 Per Ludwig von Mises, economic calculation is either an estimate of the expected outcome of future action or the establishment of the outcome of past action, Human Action: A Treatise on Economics, opera citata, p. 210 e anche dalla 198 alla 231. In questo senso, Murray N. Rothbard non sembra capire che il calcolo economico pone sempre un problema di creazione e trasmissione di informazione dispersa ed esclusiva senza la quale non pu essere portato a termine, come mette in rilievo nelle sue osservazioni riguardo alla polemica sul calcolo economico espresse nella sua recente opera Ludwig von Mises: Scholar, Creator and Hero, Ludwig Von Mises Institute, 1988, Capitolo 5, pp. 35-46. La posizione di Rothbard sembra aver origine nel desiderio quasi ossessivo di mettere in risalto pi le differenze che le somiglianze che esistono fra Mises e Hayek. Anche se certo che, come indica Rothbard, la posizione di Hayek a volte sia stata interpretata in termini troppo ristretti come se si riferisse a un semplice problema derivato dal carattere disperso della conoscenza esistente, lasciando da parte i problemi che pongono lincertezza e la futura generazione di conoscenza e che sono stati messi in particolare risalto da Mises, riteniamo che entrambi i punti di vista possano essere facilmente collegati, poich sono strettamente connessi, e nel prossimo capitolo li esporremo in modo articolato nella rispettiva rubrica dellargomento statico e dellargomento dinamico contro la possibilit del calcolo economico socialista. Si veda specialmente Murray N. Rothbard, The End of Socialism and the Calculation Debate Revisited, The Review of Austrian Economics, volume 5, n. 2, 1991, p. 66. E anche Joseph T. Salerno, Ludwig von Mises as Social Rationalist, Review of Austrian Economics, 4, 1990, pp. 36-48, e Why Socialist Economy is Impossible, a Postscript to Mises, Economic Calculation in the Socialist Commonwealth, Ludwig von Mises Institute, Auburn, Alabama 1990. Si veda anche la fine della nota 16 del Capitolo IV.
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componente chimicamente pura ha il dono dellubiquit. Cos, per esempio, il lavoratore la esercita quando informato e decide se cambiare lavoro o no, se accettare unofferta, se respingerne unaltra, ecc. Se fa la scelta giusta, otterr un lavoro pi avvincente di quello che avrebbe ottenuto in altre circostanze. Se sbaglia, le sue condizioni di lavoro potrebbero essere peggiori di quello che sarebbero in un altro situazione. Nel primo caso, raccoglier benefici imprenditoriali, e nel secondo perdite. Anche il capitalista esercita costantemente la funzione imprenditoriale quando, per esempio, decide di assumere un dirigente invece di un altro, o se valuta se vendere o no una delle sue imprese, o se entrare in un determinato settore, o se adottare nel suo portafoglio di investimenti una determinata combinazione di rendita fissa e variabile ecc. Infine, anche il consumatore, agisce costantemente in modo imprenditoriale, quando cerca di scegliere il bene di consumo che pi gli piace, quando informato sulle novit che compaiono sul mercato, o, al contrario, quando decide di non continuare a perdere tempo cercando nuove opportunit, ecc. Pertanto, nella realt storica di ogni giorno, in tutte le azioni o imprese concrete si esercita costantemente, in misura maggiore o minore, con maggiore o minore successo, la funzione imprenditoriale. Essa viene esercitata da tutte le persone che agiscono nel mercato, non importa in che modo lo fanno, e, di conseguenza, i benefici e le perdite imprenditoriali puri appaiono nella pratica quasi sempre mescolati ad altre categorie economiche di introiti (salari, rendite, ecc.). Solo una dettagliata ricerca di tipo storico ci permetter di identificare in ciascun caso dove si trova la funzione imprenditoriale pi significativa, o chi lha esercitata, nel contesto di ciascuna azione o impresa concreta.

Il principio essenziale Dunque, ci che veramente importante da un punto di vista teorico non chi esercita concretamente la funzione imprenditoriale (bench in pratica questa sia proprio la cosa pi importante), ma il fatto che, non esistendo restrizioni istituzionali o legali al suo libero esercizio, ogni uomo possa esercitare al meglio le sue doti imprenditoriali creando nuova informazione e traendo profitto dallinformazione pratica di tipo esclusivo che sia riuscito a scoprire nelle circostanze di ciascun momento. Non compito delleconomista, ma piuttosto dello psicologo, studiare pi dettagliatamente lorigine della forza innata delluomo che lo fa muovere in modo imprenditoriale in tutti i suoi campi di azione. Qui e adesso, ci interessa solamente sottolineare il principio essenziale che luomo tende a scoprire linformazione che gli interessa, per cui, se esiste libert riguardo il raggiungimento di fini e interessi, essi stessi fungeranno da incentivo,43 e faranno s che colui che esercita la funzione imprenditoriale motivata da quellincentivo percepisca e scopra continuamente linformazione pratica rilevante per raggiungere i fini stabiliti. E, al contrario, se per un motivo qualsiasi si limita o si chiude il campo allesercizio dellimprenditorialit in unarea determinata della vita sociale (mediante restrizioni coercitive di tipo legale o istituzionale), allora gli esseri umani non prenderanno neanche in considerazione la possibilit di ottenere o raggiungere fini in quelle aree proibite o limitate, per cui, non essendo possibile il fine, esso non funger da incentivo, e di conseguenza non si potr percepire n scoprire alcuna informazione pratica rilevante per ottenerlo. Infatti, neppure le persone interessate saranno coscienti, in queste circostanze, dellenorme valore e del gran numero di fini che non si possono pi raggiungere come conseguenza
Incentivo, secondo il Diccionario della Real Academia, ci che muove o spinge a desiderare o a fare una cosa e, pertanto, coincide con la definizione che abbiamo dato di beneficio o guadagno. Il beneficio o guadagno soggettivo che si vuole ottenere con unazione umana costituisce proprio lincentivo o stimolo che spinge ad agire in tale azione. In teoria, e bench questa non sia la sede pi adatta per spiegare pi a fondo lessenza psichica dell'imprenditorialit, quanto pi chiaramente si visualizza lobbiettivo e con quanta maggiore intensit psichica lo si persegue, pi significativo sar, da un lato, il flusso di idee creative importanti per raggiungere quel fine, e a sua volta, e dallaltro lato, chi agisce riuscir pi facilmente a distinguere e a respingere tutto il magma di informazione irrilevante che potrebbe distrarlo. Inoltre, si deve consultare la p. 368 del Cap. VII, in cui si specificano due significati diversi del termine incentivo, quello statico e quello dinamico.
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di questa situazione di restrizione istituzionale.44 Cio, nello schema di pupazzi delle Figure II-1 e II-2, ci rendiamo conto di come, se esiste libert nellesercizio dellazione umana, la lampadina imprenditoriale si potr accendere liberamente in qualsiasi circostanza di squilibrio o scoordinamento sociale, mettendo in moto il processo di creazione e di trasmissione di informazione che dar luogo al coordinamento dello squilibrio che permette e rende possibile la vita in societ. Al contrario, se in una determinata area si impedisce lesercizio dell'imprenditorialit, allora non possibile in nessun caso che si accenda la lampadina imprenditoriale, cio, non possibile che limprenditore scopra la situazione esistente di squilibrio che, pertanto, potr continuare indefinitamente inalterata o addirittura aggravarsi. Adesso capiamo la grande saggezza contenuta nellantico proverbio che dice occhio che non vede, cuore che non duole e che direttamente applicabile al caso che ci interessa. Poich si verifica il paradosso che luomo non in grado di dispiacersi o di valutare quello che perde quando non pu agire o esercitare liberamente la sua funzione imprenditoriale.45 Infine, ricordiamo che ogni uomo-attore possiede alcuni atomi di informazione pratica che, come abbiamo visto, tende a scoprire e a utilizzare per raggiungere un fine; informazione che, nonostante la sua importanza sociale, solo lui ha o possiede, cio, solo lui conosce e interpreta in modo cosciente. Sappiamo gi che non ci riferiamo allinformazione formulata dalle riviste specializzate, dai libri, dai giornali, dai computer, ecc. Lunica informazione o conoscenza rilevante a livello sociale quella che conosciuta o riconosciuta in modo cosciente, anche se nella maggior parte dei casi solo tacitamente, da qualcuno in ciascun momento storico. Inoltre luomo, ogni volta che agisce ed esercita la funzione imprenditoriale, lo fa in un modo caratteristico, proprio di lui solo, cio personale e irripetibile, che ha origine nel tentativo di raggiungere degli obbiettivi o una visione del mondo che fungano da incentivi e che, nelle loro diverse caratteristiche e circostanze, solo lui possiede. Questo fa s che ogni essere umano ottenga delle conoscenze o delle informazioni che scopre solo in funzione dei loro fini e circostanze e che non sono ripetibili in modo identico da nessun altro essere umano.46
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Per anni e anni gli studenti dei paesi dellEst,e specialmente dellestinta Unione Sovietica, hanno perso migliaia e migliaia di ore scrivendo a mano i loro appunti dai libri di consultazione nelle biblioteche, senza sapere che lesistenza di fotocopiatrici avrebbe potuto ridurre o eliminare completamente questo lavoro. Solo quando hanno scoperto che in Occidente si utilizzavano quelle macchine su larga scala e la loro diretta applicazione, tra le altre cose, al campo dello studio e della ricerca, hanno cominciato a sentirne la mancanza e a richiederne la presenza e lutilizzo. Questi casi sono molto evidenti in quelle societ che sono comparativamente pi controllate di quelle dei paesi occidentali. Tuttavia, non dobbiamo cadere nellautocompiacimento o nellerrore di pensare che le societ occidentali siano prive di casi simili, poich non siamo coscienti di quanto si perda in esse, a causa dell interventismo, se non esistono altre societ sistematicamente meno restrittive che ci possano servire da termine di paragone. 45 Il primo ad enunciare il principio essenziale analizzato in questo paragrafo stato Samuel Bailey, quando ha detto che ogni azione richiede minute knowledge of a thousand particulars which will be learnt by nobody but him who has an interest in knowing them. A Defense of Joint-Stock Banks and Country Issues, James Ridgeway, Londra 1840, p.3. Si veda anche il paragrafo su Il Socialismo come oppio del popolo del prossimo Capitolo III. 46 Len Felipe, in uno dei suoi momenti di maggiore ispirazione, disse: Nadie fue ayer ni va hoy ni ir maana hacia Dios por este mismo camino que yo voy.

Para cada hombre guarda un rayo nuevo de luz el sol y un camino virgen Dios. (Nessuno stato ieri n va oggi n andr domani verso Dio lungo lo stesso cammino per cui vado io. Per ogni uomo il sole riserva un raggio nuovo di luce e Dio un cammino vergine). Len Felipe, Obras Completas, Editorial Losada, Buenos Aires 1963, Prologuillo, p. 25.

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Da qui lenorme importanza che ha il fatto di non sprecare la funzione imprenditoriale di nessuno. Anche le persone pi umili, socialmente meno considerate, e meno formate dal punto di vista della conoscenza articolata, possiedono con carattere esclusivo almeno piccoli pezzi o piccole parti di conoscenza o di informazione che potranno avere un valore determinante nel corso degli eventi storici.47 Da questo punto di vista risulta evidente il carattere essenzialmente umanista della concezione dellimprenditorialit che stiamo spiegando e che fa delleconomia la scienza umanistica per eccellenza.

Competenza e funzione imprenditoriale La funzione imprenditoriale, per sua natura e definizione, sempre competitiva.48 Questo vuol dire che, una volta che chi agisce scopre una determinata opportunit di guadagno e agisce per trarne profitto, tale opportunit di guadagno sparisce, e ormai nessun altro pu apprezzarla e trarne vantaggio. E allo stesso modo, se la possibilit di guadagno si scopre solo parzialmente o, pur avendola totalmente scoperta, chi agisce ne trae solo un vantaggio parziale, parte di quella opportunit rimarr latente perch qualcun altro la scopra e ne tragga vantaggio. Il processo sociale , pertanto, nettamente competitivo, nel senso che i diversi attori rivaleggiano tra loro, in modo cosciente o incosciente, per apprezzare prima di tutti le opportunit di guadagno e trarne vantaggio.49 Allinterno del nostro schema raccolto nel grafico dei pupazzi, come se la funzione imprenditoriale, pi che rappresentata da una sola lampadina come abbiamo fatto noi per ragioni di semplificazione, si manifestasse nellapparizione simultanea e successiva di molteplici lampadine, e ciascuna di esse rappresentasse i molteplici e svariati atti imprenditoriali di diagnosi e sperimentazione delle soluzioni pi nuove e diverse ai problemi di scoordinamento sociale, che rivaleggiano e competono fra di loro per fare la cosa giusta e per prevalere. Ogni atto imprenditoriale scopre, coordina ed elimina squilibri sociali e, in funzione del suo carattere essenzialmente competitivo, fa s che tali squilibri, una volta scoperti e coordinati, non possano pi essere scorti ed eliminati da nessun altro attore. Si potrebbe pensare erroneamente che il processo sociale mosso dallimprenditorialit potrebbe arrivare, per la sua stessa dinamica, a fermarsi o a scomparire, una volta che la forza dellimprenditorialit avesse scoperto ed esaurito tutte le possibilit esistenti di riequilibrio sociale. Tuttavia, il processo imprenditoriale di coordinamento sociale non si ferma n si esaurisce mai. E questo perch latto elementare di coordinamento, che abbiamo spiegato nelle Figure II-1 e II-2, consiste basicamente nel creare e trasmettere nuova informazione che per forza deve modificare la percezione generale di obbiettivi e di mezzi di tutti gli attori implicati. Questo, a sua volta, d luogo allillimitata comparsa di nuovi squilibri che presuppongono nuove opportunit di guadagno imprenditoriale, e cos via, in un processo dinamico che non finisce mai, e che fa costantemente avanzare la civilt. Cio, la funzione imprenditoriale non solo rende possibile la vita in societ, dal momento che coordina il
Todo ser humano vivo, aun el ms humilde, crea slo con vivir (ogni essere umano vivo, anche il pi umile, crea per il solo fatto di vivere), Gregorio Maraon, El Greco y Toledo, Obras Completas, Editorial Espasa Calpe, Madrid 1971, Volumen VII, p. 421. 48 Competizione deriva etimologicamente dal latino cumpetitio (simultaneit multipla di richieste su una cosa alla quale si deve aggiudicare un padrone) formata da cum, con e petere, chiedere, iniziare, cercare, il Diccionario della Real Academia la definisce come la rivalidad entre dos o ms que aspiran a obtener la misma cosa (la rivalit fra due o pi che aspirano a ottenere la stessa cosa). La competizione consiste, pertanto, in un processo dinamico di rivalit e non in quello denominato modello di competizione perfetta, in cui molteplici offerenti fanno la stessa cosa e vendono tutti allo stesso prezzo, nel quale, cio, paradossalmente, nessuno compete. Si veda il mio articolo La crisis del Paradigma Walrasiano, El Pas, 17 dicembre 199, p. 36. 49 Vedere Israel M. Kirzner, Competition and Entrepreneurship, cit., pp. 12-13, e Discovery and the Capitalist Process, cit., pp. 130-131. Kirzner sottolinea che lunico requisito per garantire che il processo sociale sia competitivo che esista libert di accesso, cio, assenza in tutte le aree sociali di restrizioni legali o istituzionali al libero esercizio della funzione imprenditoriale.
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comportamento squilibrato dei suoi membri, ma permette anche lo sviluppo della civilt, creando continuamente nuovi obbiettivi e nuove conoscenze che si diffondono a ondate successive a tutta la societ; e inoltre, e questo molto importante, permette anche che questo sviluppo sia il pi umanamente possibile appropriato e armonioso in ogni circostanza storica, perch gli squilibri che si creano costantemente man mano che avanza lo sviluppo della civilt, e nasce e sorge nuova informazione, a loro volta tendono a essere scoperti ed eliminati dalla stessa forza imprenditoriale dellazione umana.50 Cio, la funzione imprenditoriale la forza che unisce la societ e rende possibile il suo sviluppo armonioso, dato che essa tende ugualmente a coordinare gli inevitabili e necessari squilibri che si verificano in tale processo di sviluppo.51

La divisione della conoscenza e lordine estensivo di cooperazione sociale Data la limitata capacit della mente umana di assimilare informazione, cos come il crescente volume di costante creazione di nuova informazione da parte del processo sociale messo in moto dalla forza imprenditoriale, chiaro che lo sviluppo della societ esige una continuo ampliamento e approfondimento della divisione della conoscenza. Questa idea, che originariamente era stata enunciata in una prima versione, goffa e oggettivista, con la denominazione di divisione del lavoro,52 vuol dire, semplicemente, che il processo di sviluppo presuppone, dal punto di vista

Figura II-3

Il processo imprenditoriale d luogo, pertanto, a una specie di continuo Big Bang sociale che permette la crescita senza limite della conoscenza. Secondo Frank J. Tipler, Professore di Matematica e Fisica dellUniversit di Tulane, il limite massimo di espansione della conoscenza sulla terra di 10 (alla sessantaquattresima) bits ( per cui sarebbe possibile aumentare 100.000 milioni di volte i limiti fisici di crescita considerati fino a ora), essendo possibile dimostrare matematicamente che una civilt umana con base spaziale potrebbe espandere la sua conoscenza, la sua ricchezza e la sua popolazione senza limite. E conclude: Much nonsense has been written on the physical limits to economic growth by physicists who are ignorant of economics. A correct analysis of the physical limits to growth is possible only if one appreciates Hayeks insight that what the economic system produces is not material things, but immaterial knowledge. Si veda Frank J. Tipler, A Liberal Utopia, in A Special Symposium on the Fatal Conceit by F.A. Hayek, Humane Studies Review, volume 6, n. 2, inverno 1988-89, pp. 4-5 (pubblicato in spagnolo in Cuadernos del Pensamiento Liberal, n. 12, Unin Editorial, Madrid 1991, pp. 69-72). E anche il notevolissimo libro di John D. Barrow e Frank J. Tipler, The Anthropic Cosmological Principle, Oxford University Press, Oxford 1986, e soprattutto le sue pp. 658-677. 51 Nel grafico della figura II-3 possiamo analizzare una situazione elementare come quella descritta nel testo. In effetti A pu intraprendere la sua azione perch grazie alla funzione imprenditoriale esercitata da C scopre che c sufficiente risorsa R. Successivamente, a un quarto soggetto D, in seguito allazione intrapresa da A, viene in mente che a sua volta potrebbe perseguire lobbiettivo Z se disponesse della risorsa S che non sa dove pu trovare, ma che disponibile per lagente E in altre parti del mercato. Sorge pertanto, come conseguenza dellinformazione creata nel primo atto imprenditoriale, un nuovo squilibrio fra D ed E, che crea una nuova opportunit di guadagno che rimane in attesa di essere scoperta e messa o frutto da qualcuno. E cos via. 52 Sulla Legge della Divisione del Lavoro e la sua generalizzazione, la Legge di Associazione di Ricardo, bisogna consultare le sensate considerazioni di Mises nel suo Human Action, cit., pp. 157-165. Si pu consultare anche: Ludwig von Mises, Nationalkonomie: Theorie des Handelns und Wirtschaftens, The International Carl Menger Library, 2 edizione, Philosophia Verlag, Monaco 1980, pp. 126-133 (qui Mises utilizza lespressione Vergesellschaftungsgesetz per riferirsi alla Legge di Associazione). Come dice bene Robbins (Politics and Economics, Macmillan, Londra 1963, p. 141), merito di Mises quello di essersi reso conto che la Legge dei Costi Comparativi di Ricardo non altro che un caso particolare di una legge molto pi ampia, la Legge di Associazione, che spiega come la cooperazione tra i pi capaci e i meno capaci porti benefici a entrambi, a patto che ciascun essere umano scopra in modo imprenditoriale che ci guadagna se si specializza in quellattivit in cui abbia un vantaggio comparativo relativo migliore. Mises, per, non riesce neanche in questo luogo a liberarsi di tutti i resti oggettivisti che da Adam Smith impregnano la teoria della Legge della Divisione del Lavoro. Si dovr aspettare fino alla pagina 709 del suo Human Action perch si riferisca, ora esplicitamente, alla divisione intellettuale del lavoro, che noi nel testo abbiamo chiamato divisione della conoscenza o informazione.

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verticale, una conoscenza sempre pi profonda, specializzata e dettagliata che, per la sua espansione orizzontale, esige un volume sempre maggiore di esseri umani (cio, un incremento costante della popolazione). Questa crescita della popolazione , a sua volta, conseguenza e condizione necessaria per lo sviluppo della civilt, dato che la capacit della mente umana molto limitata e non capace di duplicare il volume di informazione pratica necessario se essa crea continuamente in modo imprenditoriale e il numero di menti e di esseri umani non aumenta in parallelo. Nella figura II-4 si descrive in modo grafico questo processo di approfondimento

Figura II-4

ed estensione nella divisione della conoscenza pratica e dispersa in cui consiste lo sviluppo della societ mosso dalla funzione imprenditoriale. 53 I numeri della Figura II-4 servono ad identificare i diversi esseri umani. Le lettere rappresentano la conoscenza pratica di ciascun essere umano indirizzata a fini concreti. Le lampadine accese fra le frecce del centro della figura indicano latto imprenditoriale di scoperta dei vantaggi dello scambio e della divisione orizzontale della conoscenza: in effetti, nella seconda linea si osserva come ciascun essere umano non duplica ormai la conoscenza ABCD di tutti gli altri, ma si specializza il 2 in AB e il 3 e il 4 in CD, scambiandosi lun laltro il prodotto della loro azione imprenditoriale. Le lampadine ai lati rappresentano la creazione imprenditoriale di nuova informazione che provoca un aumento nella divisione verticale della conoscenza. In effetti, le nuove idee nascono se non indispensabile duplicare tutta la conoscenza dispersa degli attori in ciascuno di loro. E il fatto che la conoscenza sia sempre pi profonda e complessa esige un aumento della popolazione, cio, la comparsa di nuovi esseri umani (numeri 5, 6, 7 e 8) che a loro volta possano creare nuova informazione e imparare quanto ricevuto dai padri, estendendolo a tutta la societ tramite lo scambio. Insomma, non possibile conoscere o sapere sempre pi in pi aree concrete senza che aumenti il numero di esseri umani. O, detto in altro modo, il limite principale allo sviluppo della civilt una popolazione bloccata, dunque impossibilitata a continuare il processo di approfondimento e specializzazione della conoscenza pratica necessario allo sviluppo economico.54

necessario considerare che ci risulta quasi impossibile illustrare graficamente neanche le caratteristiche pi importanti del processo sociale mosso dallimprenditorialit e che Hayek ritiene che probabilmente la struttura pi complessa che c nelluniverso (the extended order is probably the most complex structure in the universe. The Fatal Conceit, cit., p. 127). Questo ordine estensivo di cooperazione sociale che stiamo descrivendo in questo capitolo , daltra parte, lesempio pi tipico di ordine spontaneo, evolutivo, astratto e non programmato, che Hayek definisce Cosmos e oppone allordine deliberato, costruttivista o organizzato (taxis). Vedere F.A. Hayek, Law, Legislation and Liberty, The University of Chicago Press, Chicago 1973, volume I, Capitolo 2, pp. 35-55. 54 We have become civilized by the increase of our numbers just as civilization made that increase possible: we can be few and savage, or many and civilized. If reduced to its population of ten thousand years ago, mankind could not preserve civilisation. Indeed, even if knowledge already gained were preserved in libraries, men could make little use of it without numbers sufficient to fill the jobs demanded for extensive specialisation and division of labour. All knowledge available in books would not save ten thousand people spared somewhere after an atomic holocaust from having to return to a life of hunters and gatherers. F.A. Hayek, The Fatal Conceit, cit., p.133. Pertanto, il processo, che prima abbiamo qualificato come sorprendente e meraviglioso big bang sociale, si basa su un importantissimo fenomeno di feedback o retro-alimentazione: il suo sviluppo rende possibile mantenere volumi crescenti di popolazione, i quali, a loro volta, alimentano di nuovo e danno impulso in modo ancora pi potente al futuro sviluppo o espansione del big bang sociale, e cos via. Pertanto, e dopo migliaia di anni, finalmente siamo stati capaci di spiegare e razionalizzare in termini scientifici il comandamento biblico contenuto nella Genesi (I,28) di Sed fecondo y multiplicaos, y llenad la tierra y sometedla (Siate fecondi e moltiplicatevi, e riempite la terra e sottomettetela) (Biblia de Jerusaln, Descle de Brouwer, Bilbao 1970, p.2).

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Creativit versus massimizzazione La funzione imprenditoriale, o, se si preferisce, lazione umana, non consiste essenzialmente nellassegnare mezzi dati a fini anchessi dati in modo ottimale, ma consiste basicamente, come abbiamo gi visto, nel percepire, apprezzare e rendersi conto di quali siano i fini e i mezzi, cio, nel cercare e scoprire nuovi fini e mezzi in modo attivo e creativo. Per questo bisogna essere particolarmente critici verso la goffa e ristretta concezione delleconomia che ha origine in Robbins e nella sua nota definizione di essa come scienza che studia lutilizzazione di mezzi scarsi suscettibili di usi alternativi per la soddisfazione delle necessit umane.55 Questa concezione presuppone, pertanto, una conoscenza data dei fini e dei mezzi, per cui il problema economico si riduce a un problema tecnico di pura assegnazione, massimizzazione od ottimizzazione; luomo robbinsiano un automa o una caricatura umana che si limita a reagire in modo passivo di fronte agli avvenimenti. In opposizione a questa concezione di Robbins bisogna sottolineare la posizione di Mises, secondo cui luomo, addirittura pi che un homo sapiens un homo agens o homo impresario che agisce. Pi che assegnare mezzi dati a fini dati in modo esclusivo, quello che luomo fa in realt cercare costantemente nuovi fini e mezzi, imparando dal passato e usando la sua immaginazione per scoprire e creare il futuro passo a passo.56 Inoltre, come ha ben dimostrato Kirzner, anche lazione che sembra puramente massimizzatrice od ottimizzatrice possiede sempre una componente imprenditoriale, poich necessario che , previamente, lattore in essa implicato si sia reso conto che tale corso dazione, cos automatico, meccanico e reattivo, il pi conveniente.57 Cio, la concezione robbinsiana non che un caso particolare, relativamente poco importante, inglobato dalla concezione misiana, che molto pi generale, ricca ed esplicativa della realt sociale. Conclusione: il nostro concetto di societ Insomma, potremmo concludere definendo la societ58 come un processo (cio, una struttura dinamica) di tipo spontaneo, vele a dire, non progettato coscientemente da nessuno; molto complesso, poich costituito da migliaia di milioni di persone con uninfinita variet di obbiettivi, gusti, valutazioni e conoscenze pratiche; di interazioni umane (che basicamente sono relazioni di scambio che in molti casi si plasmano su prezzi monetari e si effettuano sempre secondo delle norme, usanze o regole di condotta); mosse tutte dalla forza della funzione imprenditoriale; che costantemente crea, scopre e trasmette informazione, equilibrando e coordinando in modo competitivo i piani contraddittori degli individui; e rendendo possibile la vita in comune di tutti loro con un numero e una complessit e ricchezza di sfumature ed elementi sempre maggiori.59
Lionel Robbins, An Essay on the Nature and Significance of Economic Science, Macmillan, Londra 1972, p. 16. Il riconoscimento che Robbins tributa a Mises nel prologo di questo libro, dimostra che Robbins ha assimilato gli insegnamenti di Mises in modo povero e confuso. 56 Per questo in Mises leconomia sottomessa o integrata in una scienza molto pi generale e ampia, una teoria generale dellazione umana o funzione imprenditoriale che egli definisce prasseologia. Vedere Human Action, cit., parte prima, pp. 11 a 200. Hayek, da parte sua, afferma che se per la nuova scienza che nasce come generalizzazione delleconomia a name is needed the term praxeological sciencesnow clearly defined and extensively used by L. v. Mises would appear to be most appropriate. The Counter-Revolution of Science, Free Press of Glencoe, New York 1952, p. 209. 57 Israel M. Kirzner, Discovery, Capitalism and Distributive Justice, cit., p. 36 e ss. Kirzner inoltre critica dettagliatamente i tentativi falliti di restringere il concetto della funzione imprenditoriale allinterno della struttura metodologica dellequilibrio e del paradigma neoclassico. 58 Riteniamo che, in senso lato, i concetti di societ e mercato coincidano, per cui la definizione che diamo di societ nel testo pienamente applicabile al mercato. Daltra parte, quando il Diccionario della Real Academia ci d laccezione di concurrencia de gente (insieme di persone) in relazione al termine mercato, sembra che, in linea con noi, stia considerando come sinonimi i termini societ e mercato. 59 Ad essere precisi, loggetto della Scienza Economica sarebbe quello di studiare questo processo sociale proprio come lo abbiamo descritto. Cos, Hayek ritiene che lscopo essenziale dell Economia sia quello di analizzare come, grazie allordine sociale spontaneo, traiamo vantaggio da un enorme volume di informazione pratica, che non si trova in nessun posto in modo centralizzato, ma che disperso o disseminato nella mente di milioni di individui.
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3. FUNZIONE IMPRENDITORIALE E CONCETTO DI SOCIALISMO Lanalisi, abbastanza dettagliata e profonda, della funzione imprenditoriale che abbiamo fatto fino ad ora era necessaria, poich la nostra definizione di socialismo, come vedremo, si basa o ha fondamento nel concetto dellimprenditorialit. In effetti, in questo libro definiremo sempre il socialismo come ogni restrizione o aggressione istituzionale contro il libero esercizio dellazione umana o funzione imprenditoriale. Dedicheremo il prossimo capitolo ad analizzare dettagliatamente questa definizione e tutte le sue implicazioni. Per il momento sufficiente indicare che in molti casi la restrizione o aggressione istituzionale ha origine in un desiderio deliberato di migliorare il processo di coordinamento sociale e di raggiungere determinati fini o obbiettivi. Cio, in alcune occasioni laggressione istituzionale contro lazione umana che presuppone il socialismo potr avere unorigine basata sulla tradizione e la storia, come accade in determinate societ precapitaliste ancorate, per esempio, al sistema di caste; tuttavia, il socialismo come fenomeno moderno e indipendentemente dal suo tipo o dalla sua classe, nasce come un tentativo deliberato di voler, mediante la coercizione istituzionale, migliorare la societ, rendere pi efficace il suo sviluppo e il suo funzionamento, e raggiungere dei fini che si ritengono giusti. Per tutte queste ragioni, possiamo completare la definizione di socialismo che abbiamo appena proposto nel modo seguente: socialismo sarebbe qualunque sistema di restrizione o di aggressione istituzionale contro il libero esercizio dellazione umana o funzione imprenditoriale che si suole giustificare a livello popolare, politico e scientifico, come un sistema capace di migliorare il funzionamento della societ e di raggiungere determinati fini e obbiettivi che si ritengono buoni. Uno studio profondo del socialismo, cos come lo abbiamo appena definito, esige unanalisi teorica del concetto e delle sue implicazioni che ci permetta di chiarire se sia o no un errore intellettuale la convinzione che sia possibile migliorare il sistema di coordinamento sociale attraverso la coercizione istituzionale che implica qualsiasi forma di socialismo. Allo stesso modo, necessario effettuare una studio interpretativo di tipo empirico o storico in relazione ai diversi casi di socialismo che sono identificabili nella realt, interpretazione che possa completare ed arricchire le conclusioni che si siano tratte dalla ricerca teorica. E, infine, sarebbe necessario intraprendere unanalisi nel campo della teoria delletica sociale, al fine di chiarire se, dal punto di vista, etico sia ammissibile o no laggressione contro lessenza pi intima dellessere umano: la sua capacit di agire in modo creativo. Proprio come abbiamo affermato nellIntroduzione, dedicheremo i prossimi capitoli di questo libro a trattare per esteso la prima di queste questioni, lasciando a ricerche future le necessarie analisi di tipo storico ed etico.

Secondo Hayek, lo scopo dellEconomia consiste nello studiare questo processo dinamico di scoperta e trasmissione dellinformazione che riceve continuamente impulso dalla funzione imprenditoriale e che tende a equilibrare e a coordinare i piani individuali, rendendo possibile con ci la vita in societ. Questo e non altro il problema economico essenziale, per cui Hayek specialmente critico riguardo allo studio dellequilibrio che, secondo lui, manca di interesse scientifico, dal momento che in esso si parte dalla supposizione che tutta linformazione sia data, e che, pertanto, il problema economico fondamentale sia gi stato previamente risolto. Vedere Hayek Economics and Knowledge e The Use of Knowledge in Society, in Individualism and Economic Order, cit., pp. 51 e 91.

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CAPITOLO 3 IL SOCIALISMO

Dopo aver analizzato nel capitolo precedente il concetto di funzione imprenditoriale, inizieremo questo capitolo spiegando in maniera dettagliata in cosa consiste il socialismo, e come questo non permetta lemergere delle tendenze coordinatrici che rendono possibile la vita in societ. Studieremo, in concreto, gli effetti del socialismo sugli incentivi e sulla generazione dellinformazione, cos come la perversa deviazione nellesercizio della funzione imprenditoriale che questo motiva. Spiegheremo, inoltre, in che senso il socialismo sia un errore intellettuale, e come la sua naturale essenza sia unica, indipendentemente dal fatto che storicamente si sia plasmato in differenti tipologie o classi, le cui principali peculiarit proveremo a isolare. Infine, chiuderemo questo capitolo con un'analisi critica dei concetti alternativi di socialismo che tradizionalmente sono stati usati.

1. DEFINIZIONE DI SOCIALISMO Definiremo il socialismo come qualsiasi sistema di aggressione istituzionale contro il libero esercizio della funzione imprenditoriale. Per aggressione o coercizione dobbiamo intendere qualsiasi tipo di violenza fisica o minaccia di violenza fisica che si inizia e si esercita contro lagente da parte di un altro essere umano o di un gruppo di esseri umani. Come conseguenza di questa coercizione, la persona, che altrimenti avrebbe esercitato liberamente la sua funzione imprenditoriale, per evitare mali peggiori si vede forzata ad agire in un modo diverso rispetto a come avrebbe agito in circostanze distinte, modificando, per tanto, il suo comportamento e adeguandolo ai fini dellindividuo o degli individui che lo condizionano.1 Possiamo considerare
Il dizionario della Reale Accademia spagnola definisce la coercizione come la forza o violenza che si esercita contro una persona per far s che esegua una certa cosa. Questo termine procede dal latino cogere, spingere e da coactionis, che faceva riferimento alla riscossione delle imposte. Sul concetto di coercizione e sui suoi effetti sullagente si consulti il volume di F. A. Hayek, The Constitution of Liberty, Routledge, Londra, riedizione del 1990. Si vedano, in particolare, le pagine 20-21 delledizione inglese. Murray N. Rothbrad, invece, definisce laggressione come segue: Aggression is defined as the initiation of the use or the threat of physical violence against the person or property of someone else. Si veda, a tal proposito, Murray N. Rothbard, For a New Liberty, Macmillan Publishing, New York 1973, p. 8 (edizione italiana: Per una nuova libert, Liberilibri, Macerata 1996). La coercizione pu essere di tre tipi: autistica, binaria e triangolare. Si definisce come autistica laggressione che suppone un comando diretto specificamente a un soggetto, che modifica il comportamento dellagente sotto coercizione, senza che per questa coercizione influenzi nessuna interazione dello stesso con un altro essere umano; chiameremo aggressione binaria quella in cui lorgano direttore forza lagente con la finalit di ottenere da questo qualche cosa, contro la sua volont, si tratta, cio, di quel caso in cui lorgano direttore forza in suo favore uno scambio tra lo stesso governo e lagente condizionato; coercizione triangolare invece quella in cui il mandato e la coercizione dellorgano
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laggressione, cos definita, come lazione antiumana per eccellenza. Questo perch la coercizione impedisce che una persona eserciti liberamente la sua funzione imprenditoriale, impedisce cio, basandoci sulla definizione data nel capitolo anteriore, che il soggetto persegua i suoi fini, utilizzando a questo scopo i mezzi che, daccordo con le informazioni in suo possesso, crede o considera alla sua portata per raggiungere il suo scopo. Laggressione, pertanto, un male perch impedisce che lessere umano sviluppi lattivit che gli propria e che gli corrisponde intimamente. Laggressione pu essere di due tipi: sistematica o istituzionale, e asistematica o non istituzionale. Questo secondo tipo di coercizione, che ha un carattere disperso, arbitrario e pi difficilmente prevedibile, influenza lesercizio dellimprenditorialit nella misura in cui lattore stimi come pi o meno probabile che dentro il contesto di unazione concreta si vedr costretto allesercizio della stessa da un terzo agente che potrebbe riuscire a togliergli per mezzo della violenza i risultati della sua stessa creativit imprenditoriale. Pur essendo l'aggressione asistematica pi o meno grave a seconda delle circostanze in cui si verifica, laggressione istituzionale o sistematica, per lesercizio coordinato dellinterazione umana, decisamente pi grave e costituisce il nucleo essenziale della definizione di socialismo che abbiamo dato. In effetti, la coercizione istituzionale si caratterizza per il fatto di essere estremamente prevedibile, ripetitiva, metodica e organizzata.2 Questa aggressione sistematica
direttore si dirigono a forzare uno scambio tra due agenti distinti. Questa classificazione la dobbiamo a Murray N. Rothbard, Power and Market, Government and the Economy, Institute for Humane Studies, Menlo Park, California, 2 ed. 1970, pp. 9-10. 2 Il primo a distinguere (nel giugno del 1850) tra i concetti di coercizione sistematica e asistematica stato F. Bastiat, La legge, la biblioteca di Libero, Roma 2005. Ovviamente non includiamo nel concetto di aggressione sistematica descritto nel testo il livello minimo di coercizione di tipo istituzionale necessario per prevenire e correggere gli effetti negativi che produce l'aggressione arbitraria non istituzionale o asistematica. Questo livello minimo di coercizione istituzionale quello che lo stesso aggressore non istituzionale desidera che gli si proporzioni, al di fuori dellambito della sua aggressione asistematica, per poter godere pacificamente della stessa. La soluzione al problema che si propone in ogni societ al momento di prevenire e correggere gli effetti dellaggressione asistematica o non istituzionale esige lo sviluppo di una teoria etica dei diritti di propriet, il cui fondamento principale giace nella considerazione che lagente il giusto proprietario del risultato della sua creativit imprenditoriale, esercitata senza intraprendere contro nessuno alcun tipo di aggressione o coercizione. Riteniamo che sia socialismo qualsiasi ampliamento dellambito della coercizione sistematica al di sopra del minimo necessario per il mantenimento delle istituzioni giuridiche che definiscono e regolano il diritto di propriet. Lo stato lorganizzazione della coercizione istituzionale o sistematica per eccellenza e, in questo senso, sempre che si abbassi il minimo di coercizione necessaria per prevenire e sradicare laggressione asistematica, lo stato e il socialismo si convertono in concetti intimamente uniti. Anche se non questo il luogo adatto per esporre i differenti argomenti sostenuti nellinteressante polemica che si sta sviluppando nel campo della teoria liberale tra coloro che difendono un sistema di governo strettamente limitato e coloro che sostengono il sistema anarco-capitalista o libertario, necessario precisare come questi ultimi sostengano che sia utopico pensare che un'organizzazione monopolistica della coercizione possa autolimitarsi efficacemente, e, difatti, tutti i tentativi storici di limitare il potere statale al livello minimo sopra menzionato hanno fallito; ed per questo che questi teorici propongono un

contro limprenditorialit ha come principale conseguenza il fatto di impossibilitare e deviare in modo perverso lesercizio dellimprenditorialit in tutte quelle aree della societ nelle quali la misura menzionata incida nella forma pi efficace. Nel grafico a seguire rappresentiamo la situazione tipica che risulta dallesercizio sistematico della coercizione.

Figura III-1

Nella figura III-1 supponiamo che in modo sistematico e organizzato si impedisca mediante la coercizione il libero attuare umano di C in relazione con A e B in un area concreta della vita sociale. Ci viene rappresentato dalle linee verticali che separano C da A e B.Come conseguenza di ci
sistema di organizzazioni competitive con partecipazione volontaria per far fronte al problema della definizione e difesa dei diritti di propriet, cos come della prevenzione e repressione della delinquenza. A parte il fatto che, se lo stato strettamente limitato si finanzia coattivamente con le tasse, cio aggredendo sistematicamente la cittadinanza e la sua libert di azione nel campo della definizione e difesa del diritto di propriet, allora in senso stretto si potrebbe definire socialista anche lo Stato limitato. I difensori del governo limitato, da parte loro, sostengono che anche le agenzie private di difesa si vedrebbero costrette a raggiungere tra loro accordi sui principi e sullorganizzazione, cosa che, di nuovo, renderebbe inevitabile il riemergere di fatto dello Stato come risultato del proprio processo di evoluzione sociale. Riguardo il contenuto di questa interessante polemica si possono citare, tra le altre, le seguenti opere: David Friedman, The Machinery of Freedom, Open Court, Illinois, 1989 (trad. it., Lingranaggio della libert, Liberilibri, Macerata 1997); Murray N. Rothbard, For a New Liberty, Macmillan, New York, 1973; e The Ethics of Liberty, Humanities Press, New Jersey, 1982, capitolo 23 (trad. it. Letica della libert, Liberilibri, Macerata, 2001); Robert Nozick, Anarchy State and Utopia, Basic Books, New York, 1974 (trad. it. Anarchia, Stato e Utopia, Le Monnier, Firenze, 1981). Da parte sua, Hayek, non si espresso categoricamente sulle future possibilit di sviluppo di un sistema anarco-capitalista. Contro questo sistema segnala il fatto che fino ad oggi in nessun processo di evoluzione sociale sorta una societ senza Stato, anche se poi sottolinea che, in ogni caso, il processo evolutivo di sviluppo sociale ancora non si fermato, pertanto impossibile sapere oggi se in futuro lo Stato dovr scomparire, convertendosi in una triste e oscura reliquia storica, o se, al contrario, potr sopravvivere come Stato minimo con un potere strettamente limitato (si scarta a lungo termine lesistenza dello Stato interventista o del socialismo reale, data limpossibilit teorica di entrambi questi modelli). Si vedano, a tal proposito, le pp. 10-20 delledizione italiana de La fatale arroganza. Gli errori del socialismo, opera gi citata in precedenza. Giovanni Paolo II, da parte sua (Centesimus Annus, op. cit., capitolo V, n 48, pp. 90-91), segnala che il primo dovere dello Stato quello di garantire la sicurezza della libert individuale e della propriet, in modo che chi lavora e produce possa godere dei frutti della sua fatica e, per tanto, si senta stimolato a lavorare efficacemente e onestamente, aggiungendo che con carattere addizionale lo Stato deve intervenire solamente in circostanze di eccezionale urgenza, in modo temporaneo e sempre sulla base del principio di sussidiariet con la societ civile. Infine segnaliamo che, in molte societ, laggressione sistematica viene esercitata dallo Stato non solamente in modo diretto, ma in molteplici aree viene esercitata anche con il suo consenso e la sua complicit, da parte di gruppi o associazioni che, come i sindacati, in pratica godono del privilegio di poter esercitare impunemente la violenza sistematica contro il resto della cittadinanza.

non possibile, per il fatto che la coercizione sistematica lo impedisce sotto minaccia di gravi conseguenze, che C scopra e approfitti dellopportunit di beneficio che avrebbe se potesse interagire liberamente con B e con A. di fondamentale importanza capire che laggressione non solo impedisce lo sfruttamento dellopportunit di guadagno, ma addirittura la scoperta di tale opportunit.3 Come abbiamo spiegato nel capitolo precedente, la possibilit di ottenere guadagni o benefici agisce come incentivo per scoprire tali opportunit. Per questo motivo accade che, se una determinata area della vita sociale si trova ristretta a causa della coercizione sistematica, gli agenti tendono ad adattarsi a tale situazione, la danno per scontata, e allora non creano, n scoprono, n si rendono conto delle opportunit di guadagno latenti. Questa situazione la rappresentiamo nel nostro grafico cancellando con una x la lampadina che, daccordo con ci che abbiamo convenuto in precedenza, rappresenta latto creativo della scoperta imprenditoriale pura. Com logico, se laggressione incide sistematicamente in unarea sociale e, come conseguenza di ci, non possibile lesercizio dellimprenditorialit in quellarea, non si produrr nessuno degli altri effetti tipici dellatto imprenditoriale che abbiamo analizzato nel capitolo precedente. In primo luogo, non si creer n si trasmetter nuova informazione da alcuni agenti ad altri e, in secondo luogo, e questo ancora pi preoccupante, non si produrr il necessario aggiustamento nei casi di mancanza di coordinazione sociale. Il fatto che, non essendo concessa la libert di approfittare delle opportunit di beneficio, non esister alcun incentivo a che gli agenti si rendano conto delle situazioni di mancanza di aggiustamento e di coordinazione sociale che man mano vanno emergendo. Riassumendo, non si creer informazione, questa non verr trasmessa da alcuni agenti ad altri e gli esseri umani non impareranno a disciplinare il loro comportamento in funzione di quello altrui. Nella figura III-1 vediamo come, per il fatto che C non pu esercitare la funzione imprenditoriale, il sistema si mantiene continuamente privo di coordinazione: A non pu perseguire il fine Y per la mancanza di una risorsa che B possiede in abbondanza e che non sa come utilizzare e per questo motivo la utilizza male e la dilapida, senza essere cosciente che esiste un A che la necessiterebbe con urgenza. Daccordo con la nostra analisi possiamo concludere, pertanto, che il principale effetto del socialismo, tale e come lo abbiamo definito, quello di impedire che agiscano le forze coordinatrici che rendono possibile la vita in societ. Significa ci che i sostenitori del socialismo sostengono una societ caotica e priva di coordinazione? Assolutamente no. Salvo rare eccezioni, infatti, coloro che propongono lideale socialista lo difendono perch tacitamente o esplicitamente credono o pensano che il sistema di coordinazione sociale, non solo non sar disturbato dallesistenza dellaggressione istituzionale e sistematica che teorizzano, ma, al contrario, sar molto pi efficace per il fatto che verr esercitata la coercizione sistematica da parte di un organo direttore che suppongono dotato di informazioni e conoscenze (sia per quanto riguarda i fini che i mezzi) molto migliori a livello quantitativo e qualitativo di quelli che possano possedere a livello individuale gli agenti condizionati. Da questo punto
L dove linteresse individuale viene soppresso violentemente, viene sostituito da un oneroso e oppressivo sistema di controllo burocratico che sterilizza qualsiasi genere di iniziativa e creativit, Giovanni Paolo II, Centesimus Annus, 1 maggio 1990, op. cit., capitolo III, n 25, terzo paragrafo, p. 55.
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di vista possiamo ora completare la definizione di socialismo data allinizio di questepigrafe affermando che socialismo qualsiasi tipo di coercizione o aggressione sistematica e istituzionale che restringe il libero esercizio della funzione imprenditoriale in una determinata area sociale e che viene esercitata da parte di un organo direttore che si prende carico delle necessarie funzioni di coordinazione sociale in quellarea specifica. Nellepigrafe successiva analizzeremo fino a che punto il socialismo, tale come labbiamo appena definito, sia o meno un errore intellettuale.

2. IL SOCIALISMO COME ERRORE INTELLETTUALE Nel capitolo precedente abbiamo visto come la vita sia possibile grazie al fatto che gli individui, spontaneamente e senza rendersi conto, imparano a modificare il loro comportamento adattandolo alle necessit altrui. Questo processo incosciente di apprendimento il risultato naturale dellesercizio della funzione imprenditoriale da parte dellessere umano. In tal modo, ogni persona interagendo con tutte le altre inizia in maniera spontanea un processo di aggiustamento e di coordinazione nel quale continuamente si crea, scopre e trasmette nuova informazione tacita, pratica e dispersa da alcune menti ad altre. Il problema che propone il socialismo, poich consiste essenzialmente in un'aggressione istituzionale contro il libero esercizio dellazione umana o funziona imprenditoriale, se sia possibile che mediante il meccanismo coattivo si verifichi quel processo di aggiustamento e coordinazione delle condotte dei distinti esseri umani, le une in funzione delle altre, che imprescindibile per il funzionamento della vita in societ; e tutto ci nell'ambito di una costante scoperta e di nuova creazione di informazione pratica che renda possibile lavanzamento e lo sviluppo della civilt. Lideale che propone il socialismo , quindi, molto audace e ambizioso,4 dato che implica il credere non solo che il meccanismo di coordinazione e aggiustamento sociale potr essere condotto dallorgano direttore che esercita istituzionalmente la coercizione nellarea sociale interessata, ma anche che questo aggiustamento potr essere addirittura migliorato mediante tale procedimento coattivo. Nella figura III-2 rappresentiamo in forma schematica il concetto di socialismo che abbiamo definito in precedenza. Nel livello inferiore della figura si trovano gli esseri umani che, dotati di conoscenza o informazione pratica, cercano di interagire liberamente gli uni con gli altri, sebbene in determinate aree tale interazione non sia possibile come conseguenza della coercizione istituzionale. Rappresentiamo questa coercizione mediante le linee verticali che separano i pupazzetti di ogni terna. Nel livello superiore rappresentiamo lorgano direttore che esercita istituzionalmente la coercizione in determinate aree della vita sociale.5 Le frecce verticali di senso
Lo stesso Ludwig von Mises ha affermato che the idea of socialism is at once grandiose and simple. We may say, in fact, that it is one of the most ambitious creations of the human spirit, so magnificent, so daring, that it has rightly aroused the greatest admiration. If we wish to save the world from barbarism we have to refuse socialism, but we cannot trust it carelessly aside. Socialism, An Economic and Sociological Analysis, Liberty Classics, Indianapolis 1981, p. 41. 5 Questa stessa terminologia viene utilizzata da Giovanni Paolo II nella sua enciclica Centesimus Annus, dove testualmente afferma, in un contesto di critica allo Stato
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contrario che provengono dai pupazzi di sinistra e destra di ogni terna, rappresentano lesistenza di piani personali scoordinati che caratterizzano una situazione di mancanza di coordinamento sociale. I casi di mancanza di coordinamento non possono venire scoperti ed eliminati imprenditorialmente a causa della coercizione istituzionale allesercizio dellimprenditorialit. Le frecce che provengono dalla testa del pupazzo direttore e si dirigono verso ognuno degli esseri umani rappresentati nel livello pi basso rappresentano i decreti coattivi in cui si plasma laggressione istituzionale tipica del socialismo e mediante i quali si pretende obbligare i cittadini ad attuare in modo coordinato e a perseguire il fine F considerato giusto da parte dellorgano direttore. Il decreto pu essere definito come qualsiasi istituzione o disposizione specifica con contenuto concreto che, indipendentemente da quale sia la sua apparenza giuridica formale, proibisce, ordina e obbliga a effettuare azioni determinate in circostanze particolari. Il decreto si caratterizza per il fatto di non permettere che lessere umano eserciti liberamente la sua funzione imprenditoriale in quellarea sociale sulla quale incide. I decreti, inoltre, sono creazioni deliberate dellorgano direttore che esercita la coercizione istituzionale, e mediante questi pretende obbligare tutti i cittadini a compiere o perseguire, non i loro fini particolari, ma i fini di colui che esercita il governo o il comando.6 E dunque noi affermiamo che il socialismo un errore intellettuale perch non teoricamente possibile che lorgano incaricato di esercitare laggressione istituzionale disponga dellinformazione sufficiente per poter dare un contenuto coordinatore ai suoi mandati.
assistenziale o del Benessere, che una struttura sociale di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di un gruppo sociale di ordine inferiore, privandolo dei suoi compiti (op. cit., capitolo V, n 48, quarto paragrafo, pp. 91-92). La coercizione tipica dellordine superiore potr essere esercitata, in ultima istanza, da parte di ununica persona o, come avviene normalmente, da parte di un gruppo di persone che agir generalmente in forma organizzata, anche se non per questo coerente. In un caso e nellaltro laggressione viene effettuata da parte di un numero relativamente ridotto di esseri umani in confronto con il totale della popolazione condizionata che costituisce il gruppo sociale di ordine inferiore. 6 F. A. Hayek contrappone al concetto di decreto quello di legge in senso materiale, che possiamo definire come la norma astratta di contenuto generico che si applica a tutti gli esseri umani allo stesso modo senza tenere in conto alcuna circostanza particolare. Contrariamente a ci che abbiamo detto nel testo riguardo al decreto, la legge stabilisce un ambito dentro il quale possibile che ogni agente crei e scopra nuova conoscenza e che possa beneficiarsi della stessa perseguendo i suoi fini particolari cooperando con gli altri e tutto ci indipendentemente da quali siano questi fini, sempre e quando agisca nel rispetto della legge. Le leggi, inoltre, a differenza dei decreti, non sono creazioni deliberate della mente umana, ma hanno un'origine consuetudinaria; sono, cio, istituzioni che si sono venute formando durante un periodo di tempo molto lungo come conseguenza della partecipazione di molti individui, ognuno dei quali, con il suo comportamento, andato incorporando alle stesse il suo piccolo granello di esperienza e informazione. Questa distinzione chiara tra legge e decreto in molte occasioni non viene percepita da parte della maggioranza delle persone, come conseguenza dellevoluzione della legislazione statale che, per lo pi, si costituisce quasi esclusivamente di decreti che vengono promulgati in forma di legge. Si veda F. A. Hayek, Los Fundamentos de la Libertad. Nel riquadro III-1 di questo capitolo elenchiamo nel dettaglio in che modo il socialismo corrompe la legge e la giustizia, sostituendole con larbitraria imposizione di decreti.

Figura III-2

Questa semplice affermazione, che approfondiremo nel dettaglio, si pu sviluppare da due punti di vista distinti per complementari: innanzitutto dal punto di vista dell'insieme degli esseri umani che costituiscono la societ e che sono vittime della coercizione; in secondo luogo, dal punto di vista dellorganizzazione coattiva che esercita laggressione in forma sistematica. A continuazione analizzeremo separatamente il problema che pone il socialismo da ognuno di questi punti di vista.

3. LIMPOSSIBILIT DEL SOCIALISMO DAL PUNTO DI VISTA DELLA SOCIET Largomento statico In primo luogo, dal punto di vista degli esseri umani che interagiscono tra loro e che compongono la societ (quello che nella figura III-2 chiamiamo livello inferiore), necessario ricordare che ognuno di loro possiede, con carattere esclusivo, un'informazione pratica e dispersa che per lo pi di natura tacita e, per tanto, non articolabile. Ci fa s che sia logicamente impossibile concepire la possibilit della sua trasmissione allorgano direttore (che nella figura III-2 chiamiamo livello superiore). In effetti, non si tratta solo del fatto che il volume aggregato dellinformazione pratica utilizzata in modo disperso da parte di tutti gli esseri umani a livello individuale sia di entit tale da non rendere possibile concepire una sua cosciente acquisizione da parte dellorgano direttore, ma anche del fatto che, soprattutto, tale volume si trova disperso nella mente di tutti gli uomini sotto forma di conoscenza tacita non articolabile; proprio per questo non pu essere espressa in modo formale n esplicitamente trasmessa ad alcun centro direttivo. Nel capitolo precedente abbiamo gi osservato che linformazione rilevante per la vita sociale si crea e si trasmette in forma implicita, decentralizzata e dispersa, cio non cosciente n deliberata. I diversi agenti sociali, dunque, imparano a disciplinare il loro comportamento in funzione del prossimo, senza per rendersi conto esplicitamente del fatto che sono protagonisti del processo di apprendimento sopra citato, e senza rendersi altres conto che stanno adattando il loro comportamento a quello degli altri esseri umani: sono semplicemente coscienti del fatto che stanno agendo, cio cercando di raggiungere i propri fini particolari utilizzando i mezzi alla propria portata. Pertanto, la conoscenza di cui stiamo parlando una conoscenza di cui dispongono solo gli esseri umani che agiscono in societ e questa conoscenza, per sua propria natura, non pu essere trasmessa esplicitamente a nessun organo coattivo di tipo centrale. Proprio perch questa conoscenza imprescindibile per poter coordinare a livello sociale i diversi comportamenti individuali, rendendo cos possibile l'esistenza stessa della societ, e poich tale conoscenza non pu essere trasmessa allorgano direttore, per il suo

carattere non articolabile, logicamente assurdo pensare che un sistema socialista possa funzionare.7 Largomento dinamico Il socialismo impossibile non solo perch linformazione che possiedono gli agenti non , per sua propria natura, esplicitamente trasmissibile, ma anche perch, da un punto di vista dinamico, gli esseri umani, al momento di esercitare la funzione imprenditoriale, cio al momento di agire, creano e scoprono costantemente nuova informazione. Difficilmente si potr trasmettere allorgano direttore linformazione o la conoscenza che ancora non stata creata, ma che continuamente sorge come risultato del processo sociale nella misura in cui questo non si veda aggredito. Figura III-3 Nella figura III-3 rappresentiamo ali agenti che continuamente scoprono nuova informazione durante il processo sociale. Durante il trascorrrere del tempo inteso, come abbiamo visto in precedenza, nel suo senso soggettivo e bergsoniano, coloro che esercitano la funzione imprenditoriale nellinterazione con altri esseri umani costantemente si accorgono di nuove opportunit di guadagno che cercano di sfruttare. Come conseguenza di ci, linformazione che ognuno possiede va cambiando costantemente. Ci viene rappresentato nel grafico con le diverse lampadine che si accendono man mano che trascorre il tempo. evidente, quindi, che impossibile che lorgano direttore faccia propria linformazione necessaria per coordinare la societ attraverso i decreti, non solo per il fatto che questinformazione , come abbiamo visto in precedenza, di tipo disperso, esclusivo e non articolabile, ma anche perch
Nelle parole del proprio Hayek: This means that the, in some respects always unique, combination of individual knowledge and skills, which the market enables them to use, will not merely, or even in the instance, be such knowledge of facts as they could list and communicate if some authority ask them to do so. The knowledge of which I speak consist rather of a capacity to find out particular circumstances, which becomes effective only if possessors of this knowledge are informed by the market which kind of things and services are wanted, and how urgently they are wanted. Si veda Competition as a Discovery Process (1968), in New Studies in Philosophy, Politics, Economics and the History of Ideas, Routledge and Kegan Paul, Londra, 1978, p. 182. Allo stesso modo, nella pag. 51 del capitolo II del volume I, intitolato Rules and Order, dellopera di Hayek, Law, Legislation and Liberty, The University of Chicago Press, Chicago, 1973 (esiste una traduzione italiana dellopera dal titolo: Legge, legislazione e libert, Il Saggiatore, Milano 1986) possiamo leggere le seguenti parole: This is the gist of the argument against interference or intervention in the market order. The reason why such isolated commands requiring specific actions by members of the spontaneous order can never improve but must disrupt that order is that they will refer to a part of a system of interdependent actions determined by information and guided by purposes known only to the several acting persons but not to the directing authority. The spontaneous order arises from each element balancing all the various factors operating on it and by adjusting all its various actions to each other, a balance which will be destroyed if some of the actions are determined by another agency on the basis of different knowledge and on the service of differents ends (corsivo nostro).
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linformazione si modifica continuamente e si crea dal nulla man mano che trascorre il tempo e si esercita liberamente la funzione imprenditoriale. piuttosto difficile credere che sia possibile trasmettere in ogni momento allorgano direttore l'informazione di cui ha bisogno per poter coordinare la societ, informazione che tra l'altro non ancora stata creata dal processo imprenditoriale stesso e che non si potr mai generare se questo processo vittima della coercizione istituzionale. Quando, per esempio, albeggia e potrebbe piovere oppure accadere qualsiasi altro evento meteorologico, il contadino si rende conto del fatto che, come conseguenza di tale cambio della situazione, deve modificare il suo piano riguardante i vari lavori che deve realizzare durante il giorno; e ci accade senza che sia in grado di articolare formalmente le ragioni che lo portano a prendere quella decisione. Non possibile, per tanto, trasferire quellinformazione, che il risultato di molti anni di esperienza e di lavori realizzati in campagna, a un ipotetico organo direttore (per esempio a un Ministero dellAgricoltura che si trova nella capitale) nellattesa di ricevere istruzioni. Lo stesso pu dirsi di qualsiasi altra persona che eserciti in un determinato contesto la funzione imprenditoriale e che debba decidere se investir o no in una determinata azienda o settore, se comprer o vender determinati titoli o azioni, se assumer o meno determinate persone perch collaborino con il suo lavoro, e cos via. Possiamo considerare, pertanto, che linformazione pratica non solo si trova, per cos dire, incapsulata, nel senso che non accessibile allorgano superiore che esercita laggressione istituzionale, ma anche che, oltre a trovarsi incapsulata, si modifica continuamente e si genera nuovamente, man mano che gli agenti vanno creando il futuro. Ricordiamo che, infine, nella misura in cui la coercizione socialista viene esercitata in forma continua ed efficace, ci rende impossibile la libera persecuzione di fini individuali, dato che questi non funzioneranno come incentivi e non potr scoprirsi o generarsi a livello imprenditoriale linformazione pratica necessaria per coordinare la societ. Per tanto, lorgano direttore si trova di fronte a un dilemma insolubile, dato che necessita assolutamente dellinformazione che genera continuamente il processo sociale, informazione che per in nessun caso pu ottenere, per il fatto che se interviene coattivamente in tale processo, distrugge la sua capacit di creare informazione e se non interviene non ottiene alcuna informazione. Possiamo concludere che, dal punto di vista del processo sociale, il socialismo un errore intellettuale, dato che non possibile concepire che lorgano direttore, cui spetta il compito di intervenire attraverso decreti, possa ottenere linformazione necessaria per coordinare la societ, e ci accade per i seguenti motivi: primo per ragioni di volume ( impossibile che lorgano che deve intervenire assimili coscientemente lenorme volume di informazione pratica disseminata nella mente degli esseri umani); secondo, dato il carattere essenzialmente intrasferibile allorgano centrale dellinformazione necessaria (per la sua natura tacita e non articolabile); terzo, perch, oltre a ci, non pu trasmettersi linformazione che ancora non stata scoperta o creata da parte degli agenti e che emerge solamente come risultato del libero processo di esercizio della funzione imprenditoriale; e quarto, perch lesercizio della coercizione impedisce al processo imprenditoriale la scoperta o la creazione dellinformazione necessaria per coordinare la societ.

4. LIMPOSSIBILIT DEL DELLORGANO DIRETTORE

SOCIALISMO

DAL

PUNTO

DI

VISTA

In secondo luogo, ed ora dal punto di vista di quello che abbiamo chiamato nelle nostre figure livello superiore, cio, dal punto di vista di quella persona o gruppo di persone, pi o meno organizzate, che in forma istituzionale e sistematica esercitano laggressione contro il libero esercizio della funzione imprenditoriale, necessario fare una serie di considerazioni che confermano ulteriormente la conclusione che il socialismo non sia altro che un errore intellettuale. Ammettiamo pure, per effetto dialettico e seguendo Mises,8 che lorgano direttore (non ha alcuna importanza che si tratti di un dittatore o duce, di una lite, di un gruppo di scienziati o intellettuali, di un dipartimento ministeriale, di un insieme di deputati eletti democraticamente da parte del popolo, o, infine, di una combinazione qualsiasi, pi o meno complessa, di alcuni o tutti questi elementi) sia dotato della massima capacit tecnica e intellettuale, di esperienza e saggezza, e non ultimo delle migliori intenzioni che umanamente si possano concepire (tuttavia, presto vedremo che queste ipotesi non si danno nella realt e per quali motivi). Quello che per non possiamo ammettere in nessun caso che lorgano direttore sia dotato di capacit sovraumane n che abbia il dono dellonniscienza, che sia cio capace di assimilare, conoscere e interpretare, simultaneamente, tutta linformazione disseminata e privativa che si trova dispersa nella mente di tutti gli esseri umani che agiscono nella societ e che questi generano e creano continuamente ex novo.9 La verit che lorgano direttore, a volte chiamato anche organo di pianificazione o intervento
Ludwig von Mises, Lazione umana, UTET, Torino 1959. Qual il prezzo giusto o matematico delle cose?, si chiedevano gli scolastici spagnoli dei secoli XVI e XVII, giungendo alla conclusione che il prezzo giusto dipende da un numero cos grande di circostanze particolari, che solo Dio pu riuscire a conoscerlo, quindi per ci che concerne gli esseri umani, il prezzo giusto quello che risulta spontaneamente dal processo sociale, cio il prezzo di mercato. In tal senso si esprime Giovanni Paolo II nella sua enciclica Centesimus Annus (op. cit., capitolo IV, n 32, p. 66) nella quale sostiene che il giusto prezzo sia stabilito di comune accordo in seguito a una libera negoziazione. possibile che alla radice o nel fondamento del socialismo si occulti latavico desiderio di voler essere come Dio, o meglio, di credersi Dio, e, per tanto, che si possa disporre di una conoscenza o informazione molto maggiore di ci che umanamente possibile. Allo stesso modo il cardinale gesuita Juan de Lugo (1583-1660) ha scritto che pretium iustum mathematicum, licet soli Deo notum (Disputationes de Iustitia et Iure, Lione, 1643, volume II, D. 26, S. 24, N. 40). Da parte sua, Juan de Sala, anche lui gesuita e professore di filosofia e teologia in diverse universit spagnole e a Roma, daccordo con Juan de Lugo, ha affermato, riferendosi alla possibilit di conoscere il prezzo giusto che quas exacte comprehendere et ponderare Dei est, non hominum (Commentarii in Secundam Secundae D. Thomas de Contractibus, Lione, 1617, Tr. De Empt et Vent, IV, n 6, p. 9). Altre interessati citazioni di scolastici spagnoli dellepoca sono state raccolte da F. A. Hayek nel suo libro Law, Legislation and Liberty, op. cit., volume II, pp. 178-179. Un ottimo riassunto degli importanti contributi alla scienza economica da parte degli scolastici spagnoli dei secoli XVI e XVII si pu trovare nellarticolo di Murray N. Rothbard intitolato New Light on the Prehistory of the Austrian School, The Foundations of Modern Austrian Economics, Sheed and Ward, Kansas City, 1976, pp. 52-74.
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centrale o parziale, per lo pi disconosce, o ha solo unidea molto vaga su quale sia la conoscenza disponibile in forma dispersa nella mente di tutti gli agenti che possono ritrovarsi ad essere sottomessi ai suoi ordini. Esiste, pertanto, una possibilit praticamente nulla che il pianificatore possa riuscire a sapere che cosa cercare o come cercarlo e dove trovare gli elementi di informazione dispersa che si generano continuamente nel processo sociale e di cui ha fondamentale bisogno per coordinarlo e controllarlo. Lorgano di coercizione, inoltre, per forza deve essere composto da esseri umani in carne ed ossa con tutte le loro virt e i difetti che, come qualsiasi altro agente, avr dei fini personali che fungeranno da incentivi per scoprire linformazione rilevante in funzione dei propri interessi particolari. La cosa pi probabile, quindi, che gli uomini che costituisco lorgano direttore, se esercitano bene la loro intuizione imprenditoriale dal punto di vista dei propri fini o interessi, generino linformazione e lesperienza necessaria per, per esempio, mantenersi indefinitamente al potere e giustificare e razionalizzare i loro atti di fronte a loro stessi e a terzi, esercitare la coercizione in forma sempre pi sofisticata ed efficace, presentare ai cittadini la loro aggressione come qualcosa di inevitabile e positiva, ecc., ecc.; in contrapposizione, cio, secondo lipotesi della benintenzionalit esposta al principio del paragrafo precedente, questi saranno gli incentivi pi comuni che avranno la meglio sugli altri e, soprattutto, sullinteresse di scoprire linformazione pratica concreta e rilevante che esiste in ogni momento nella societ e che necessaria per rendere possibile il suo funzionamento coordinato attraverso i decreti. Questa peculiare motivazione determina, inoltre, il fatto che lorgano direttore non riesce neppure a rendersi conto, cio ad essere cosciente di quale sia il grado di ignoranza inestirpabile in cui si trova, sprofondando sempre pi in un processo di progressivo allontanamento da quelle realt sociali che ha la pretesa di controllare. Lorgano direttore, inoltre, sar incapace di effettuare alcun calcolo economico nel senso che,10 indipendentemente da quali siano i suoi fini (e possiamo anche supporre che siano i fini pi umani e moralmente elevati) non potr sapere se i costi per perseguirli avranno per il proprio organo direttore un valore superiore al valore che esso attribuisce soggettivamente ai fini perseguiti. Il costo non altro che il valore soggettivo che lagente attribuisce a ci a cui rinuncia al momento di agire per perseguire un determinato fine.
Limpossibilit di effettuare i calcoli economici senza far uso dellinformazione o della conoscenza pratica dispersa che si genera solamente nel libero mercato stato loriginale e geniale contributo di Mises nel 1920, nel suo articolo Die Wirtschaftsrechnung im sozialistischen Gemeinwesen, pubblicato nel Archiv fr Sozialwissenschaft und Sozialpolitik, volume 47, pp. 86-121. La versione inglese di questo articolo si trova, con il titolo Economic Calculation in the Socalist Commonwealth, nellopera edita da F. A. Hayek Collectivist Economic Planning, Augustus M. Kelley, Clifton 1975, pp. 87-130. Lidea chiave di Mises a pagina 102, quando dice che: the distribution among a number of individuals of administrative control over economic goods in a community of men who take part in the labour of producing them, and who are economically interested in them, entails a kind of intellectual division of labour, which would be not possible without some system of calculating production and without economy (le parti in corsivo sono nostre e non di Mises). Dedicheremo tutto il capitolo seguente a studiare nel dettaglio tutte le implicazioni dell'affermazione misesiana, e lanalisi del successivo dibattito a cui Mises stesso ha dato inizio.
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evidente che lorgano direttore non pu assumere linformazione e la conoscenza necessarie per rendersi conto del costo reale nel quale incorre secondo la sua scala di valore, dato che linformazione sulle circostanze specifiche di tempo e luogo necessaria per stimare i costi si trova dispersa nella mente di tutti gli esseri umani o agenti che costituiscono il processo sociale e che vengono condizionati dallorgano direttore (eletto democraticamente o meno) incaricato di esercitare in forma sistematica laggressione sul corpo sociale. In questo senso, se definiamo il concetto di responsabilit come la qualit di quellazione che si esercita avendo precedentemente conosciuto e tenuto conto dei costi della stessa attraverso il corrispondente calcolo estimativo di tipo economico, possiamo concludere che lorgano direttore, indipendentemente da come sia composto e per il fatto stesso di essere impossibilitato a vedere e percepire i costi nei quali incorre, tender sempre ad agire in forma irresponsabile. Si d, quindi, linsolubile paradosso che quanto pi lorgano direttore si impegna a pianificare o a controllare una determinata area della vita sociale, meno possibilit avr di raggiungere i propri obiettivi, per il fatto di non poter in nessun modo assumere tutta linformazione necessaria per organizzare in modo coordinato la societ. Inoltre, contribuir in tal modo a creare nuove e pi importanti distorsioni, precisamente nella misura in cui la sua coercizione sar esercitata nella forma pi efficace limitando in questo modo la capacit imprenditoriale degli esseri umani.11 Non possiamo fare a meno di concludere, per tanto, con l'affermare che un grave errore pensare che lorgano direttore possa fare gli stessi calcoli economici dellimpresario individuale. Al contrario, pi ci eleviamo nellorganizzazione socialista pi informazione pratica di prima mano, imprescindibile per effettuare il calcolo economico, verr persa, col risultato di rendere impossibile il calcolo economico stesso, proprio nella misura in cui si rende difficile il libero attuare umano da parte dellorgano di coercizione istituzionale.

5. PERCH LO SVILUPPO DEI COMPUTER CONTRIBUISCE A RENDERE IMPOSSIBILE IL SOCIALISMO Spesso abbiamo sentito laffermazione, proveniente da diverse persone che non capiscono bene la natura peculiare della conoscenza rilevante per la societ, che lo straordinario avanzamento nel campo dellinformatica e dei computer potrebbe rendere possibile teoricamente e praticamente il funzionamento del sistema socialista. Nonostante ci, una semplice argomentazione di tipo teorico ci permetter di dimostrare che non sar mai possibile che, attraverso lo sviluppo dei sistemi informatici, si possa giungere alla soluzione del problema di ignoranza inestirpabile che essenzialmente grava sul socialismo.
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The paradox of planning is that it cannot plan, because of the absence of the economic calculation. What is called a planned economy is no economy at all. It is just a system of groping about in the dark. There is no question of a rational choice of means for the best possible attainment of the ultimate ends sought. What is called conscious planning is precisely the elimination of conscious purposive action. Ludwig von Mises, Human Action, op. cit., pp. 700-701. Sul paradosso della pianificazione e il concetto di responsabilit si veda lepigrafe 6 di questo capitolo.

Supponiamo dunque che il frutto di tutto lo sviluppo tecnologico nel campo dellinformatica sia disponibile sia per lorgano direttore che per i diversi esseri umani agenti che intervengono nel processo sociale. Se la supposizione corretta, la capacit di scoprire e creare nuova informazione pratica, dispersa e tacita si incrementer enormemente come conseguenza dei nuovi strumenti informatici disponibili per gli agenti in tutti gli ambiti in cui esercitano la loro funzione imprenditoriale. Lingente quantit e qualit della nuova informazione generata imprenditorialmente con laiuto dei nuovi strumenti informatici progressivamente acquisir una profondit e un dettaglio sempre maggiori, fino a diventare addirittura inconcepibili dal punto di vista della conoscenza odierna. E, com logico, continuer ad essere impossibile che lorgano direttore possa acquisire questa informazione dispersa, anche se avesse a disposizione i pi moderni, capaci e rivoluzionari computer di ogni generazione. Con ci vogliamo dire che la conoscenza generata dal processo sociale, rilevante a effetti imprenditoriali, continuer sempre ad essere una conoscenza di tipo tacito e disperso, e pertanto non trasmissibile ad alcun centro direttore, e il futuro sviluppo dei sistemi informatici e dei computer incrementer ancora di pi il grado di complessit del problema per lorgano direttore, dato che la conoscenza pratica generata con laiuto di tali sistemi diventer progressivamente sempre pi complessa, voluminosa e ricca.12 Per tanto, non solo lo sviluppo dellinformatica e dei computer non pu facilitare il problema del socialismo, ma anzi lo rende molto pi difficile, poich permette di creare e generare a livello imprenditoriale un volume molto maggiore di informazione pratica, con un grado di complessit e dettaglio sempre pi ricco e profondo e, in ogni caso, sempre maggiore rispetto a quello che sar mai capace di acquisire a livello informatico lorgano direttore. Nella figura III-4 facciamo una rappresentazione grafica di questo argomento. Figura III-4 Daltro canto, necessario sottolineare che le macchine e i programmi informatici che luomo elabora non riusciranno mai ad agire o a esercitare la funzione imprenditoriale, cio a creare ex nihilo o dal nulla nuova informazione pratica, scoprendo e approfittando delle nuove opportunit di guadagno che prima non era possibile captare.13
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Esister sempre, cio, un lag o salto qualitativo in quanto al grado di complessit che possa assumere lorgano direttore con i suoi strumenti informatici e quella creata spontaneamente e in maniera decentrata da parte di agenti sociali che dispongano di strumenti simili (almeno della stessa generazione) e che sempre sar molto pi complessa. stato forse Michael Polanyi a spiegare meglio di nessun altro questo argomento quando ha affermato che our whole articolate equipment turns out to be a merely a tool box, a supremely effective instrument for deploying our inarticolate faculties. And we need not esitate to conclude that the tacit personal coefficent of knowledge predominate also in the domain of explicit knowledge and represents therefore at all levels mans ultimate faculties for acquiring and holding knowledge Maps, graphs, books, formulae, etc. offer wonderful opportunities for reorganizing our knowledge from ever new point of view. And this reorganization is itself, as a rule, a tacit performance. Si veda The Study of Man, op. cit., pp. 24-25. Allo stesso modo si veda largomento di Rothbard che commentiamo nella nota 84 del sesto capitolo. 13 Inoltre, daccordo con Hayek, riteniamo una contraddizione logica pensare che la mente umana possa un giorno riuscire a spiegare se stessa, e riuscire a riprodurre il

Linformazione che viene immagazzinata nei computer non un informazione risaputa, cio assimilata o interpretata coscientemente da parte delle menti umane, capace di convertirsi in informazione pratica rilevante dal punto di vista sociale. Linformazione immagazzinata nel disco di un computer, o in qualsiasi altro supporto informatico, identica allinformazione contenuta in libri, grafici, mappe, periodici o riviste specializzate, tutti mezzi che costituiscono un semplice strumento utile allagente nel contesto di azioni concrete e rilevanti per il conseguimento dei propri fini particolari. Detto in altro modo, linformazione immagazzinata non informazione nel senso di conoscenza pratica rilevante, interpretata, saputa, e utilizzata da parte dellattore nel contesto di unazione concreta. evidente, inoltre, che linformazione pratica che ancora non esiste per il fatto di non essere ancora stata scoperta o creata a livello imprenditoriale, non pu essere trattata con mezzi informatici. I sistemi informatici, quindi, non sono di alcun aiuto al momento di rendere possibile la coordinazione del processo sociale attraverso i decreti, coordinazione che solamente funziona come conseguenza del carattere essenzialmente creativo dellazione umana. I computer possono solamente trattare linformazione che gi stata creata e che si potuta articolare, e sono, indubbiamente, uno strumento molto utile e potente al servizio dellagente. Sono per incapaci di creare, scoprire, o rendersi conto di nuove opportunit di guadagno o beneficio, cio di agire a livello imprenditoriale. I computer sono strumenti al servizio dellagente, per non agiscono e non saranno mai capaci di farlo. Ci significa che linformazione che pu essere elaborata dai computer deve essere uninformazione articolata, formalizzata e oggettiva. Tuttavia, linformazione rilevante a livello sociale un informazione essenzialmente non articolabile e sempre soggettiva. Per questo i computer non solo sono incapaci di creare nuova informazione, ma sono anche incapaci di trattare linformazione gi creata dal momento che, come succede nei processi sociali, essenzialmente di natura non articolabile. Nellesempio della figura II-2 del capitolo II, anche se A e B fossero capaci di articolare nel dettaglio e in modo formalizzato quelle risorse che necessitano per conseguire i loro fini, e potessero in qualche modo trasmettere questa informazione a una gigantesca e modernissima base di dati, latto con cui una mente umana (quella di C) si rende conto del fatto che la risorsa di uno
suo funzionamento nel generare nuova informazione. Largomento di Hayek, gi esposto in precedenza nella nota 16 del capitolo II, che un ordine, costituito da un determinato sistema concettuale di categorie, pu rendersi conto di e anche spiegare ordini pi semplici rispetto a lui (che siano cio composti da un sistema di categorie pi semplice), per non possibile concepire n che riesca a spiegarsi o ad autoriprodursi n a spiegare ordini pi complessi, dato che non possibile concepire che un sistema di categorie spieghi se stesso, o spieghi una struttura o sistema concettuale di categorie pi complesso. Si veda F. A. Hayek, The Sensory Order, op. cit., pp. 185-188 (trad. it.: Lordine sensoriale: I fondamenti della psicologia teorica, Rusconi, Milano 1990). Si vedano, a tal proposito, anche le tesi proposte contro le future possibilit dello sviluppo dellintelligenza artificiale da parte di Roger Penrose nel suo volume, citato nella nota 26 del capitolo precedente. Infine segnaliamo che, anche se il progetto del paradigma dellintelligenza artificiale avesse successo in futuro (cosa che considero impossibile per le ragioni gi esposte), non sarebbe altro che creazione di nuove intelligenze umane, che finirebbero con l'inserirsi nel processo sociale complicandolo ed allontanandolo sempre di pi dallideale socialista (devo questa tesi al mio buon amico Luis Reig Albiol).

potrebbe essere utilizzata per i fini dellaltro un atto imprenditoriale di pura creativit, soggettivo e non assimilabile agli schemi oggettivi e formalizzati propri delle macchine. Perch il computer possa orientare lazione in modo adeguato necessario non solo che linformazione gli venga trasmessa in modo articolato, ma anche che venga previamente programmato. Gli deve cio essere indicata in modo formale e dettagliato la regola o norma dazione in funzione della quale in ogni occasione in cui una persona, per esempio, avesse una risorsa R con un determinato livello di abbondanza, la stessa passasse a essere utilizzata da quella persona che persegue il fine X. Lesistenza formalizzata di questa norma, per, presuppone che si sia gi scoperto il corso dazione adeguato dal punto di vista imprenditoriale, relativo allutilizzo delle risorse R per il conseguimento dei fini X; perci evidente che i sistemi informatici possono solamente applicare conoscenze gi scoperte a situazioni date, per non possono mai creare informazione in relazione con situazioni che ancora non sono ancora state scoperte e in cui prevale la creazione ex novo della conoscenza soggettiva, tacita e dispersa tipica del processo sociale. Riporre la fiducia nei computer in quanto strumenti che possano rendere possibile il socialismo assurdo come pensare che in una societ molto meno avanzata linvenzione della stampa e di altri strumenti pi elementari utilizzati per raccogliere e trattare linformazione articolata rendesse possibile il disporre della conoscenza pratica e soggettiva rilevante a livello sociale. Il risultato della scoperta dei libri e della stampa ha avuto effetti del tutto opposti: ha reso la societ ancora pi ricca e difficile da controllare. Se lorgano direttore potesse applicare i computer pi moderni a una societ in cui la continua generazione di nuova informazione pratica venisse ridotta al minimo, il problema del socialismo potrebbe diventare al limite un poco meno grave, senza per riuscire mai a risolversi davvero,. Questo risultato si potrebbe raggiungere solamente con un rigidissimo sistema che attraverso l'uso della forza, da un lato impedisse al massimo lesercizio della funzione imprenditoriale, dallaltro proibisse agli esseri umani di disporre di qualsiasi tipo di computer, macchine, strumenti di calcolo, libri ecc. Solamente in questa ipotetica societ di bruti schiavizzati il problema del calcolo economico nel socialismo potrebbe risultare relativamente meno complesso. Tuttavia, neppure in circostanze cos estreme il problema troverebbe una soluzione teorica, dato che lessere umano ha, anche se si trova nelle condizioni pi avverse, una capacit imprenditoriale creativa innata che impossibile controllare.14

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La tesi esposta nel testo rende evidente quanto sia assurdo pensare che, come fanno molti intellettuali che non comprendono il funzionamento della societ, sia evidente che man mano che la societ diventa pi complessa, pi diventi necessario e imprescindibile lintervento esogeno e coattivo di tipo istituzionale. Questa idea ha la sua origine nelle parole di Benito Mussolini: Siamo stati i primi ad affermare che, man mano che la civilizzazione assume forme pi complesse, bisogna restringere la libert dellindividuo sempre pi, citato da F. A. Hayek in The Road to Servdom (trad. it. La via della schiavit, Rusconi, Milano 1995). Tuttavia, come abbiamo dimostrato in precedenza, la realt logico-teorica lopposto: man mano che aumentano la ricchezza della societ e lo sviluppo della civilizzazione, sempre pi difficile diventa il realizzarsi del socialismo. Se la societ, invece, pi arretrata e lorgano direttore possiede migliori mezzi di immagazzinamento dellinformazione, il problema del socialismo appare meno complicato (anche se dal punto di vista logico e teorico il

Le considerazioni precedenti spiegano perch non deve sorprendere il fatto che siano proprio gli scienziati informatici e i programmatori di software pi preparati i professionali pi scettici allora di valutare le possibilit di applicare linformatica per controllare e organizzare i processi sociali. A questi, infatti, non solo risulta evidente il principio che se linformazione incorporata alla macchina non esatta, i risultati moltiplicheranno gli errori (garbage in, garbage out), ma la loro esperienza rende loro consapevoli che, pi grandi e complicati sono i programmi che hanno l'obiettivo di sviluppare, pi difficile sar depurarli dai vizi logici, rendendo possibile in questo modo il loro funzionamento. Pensare, quindi, che si possa programmare un processo sociale con un grado di complessit tale da incorporare le capacit creative essenziali dellessere umano fuori discussione. Oltre a ci dobbiamo considerare che gli ultimi progressi dellinformatica, invece di aiutare linterventista, cosa che aveva illuso le pretese e i sogni di molti ingegneri sociali, si sono prodotti precisamente grazie alla ricezione in questo campo delle intuizioni e conoscenze sviluppate dagli economisti teorici dei processi sociali spontanei, in generale, e da Hayek, in particolare, le cui idee oggi vengono considerate di enorme importanza pratica per potenziare e facilitare la creazione e lo sviluppo di nuovi programmi informatici.15

6. ALTRE CONSEGUENZE TEORICHE DEL SOCIALISMO Nei paragrafi precedenti abbiamo dimostrato come il socialismo sia un errore intellettuale che ha la sua origine nella presunzione o fatale arroganza di credere che luomo abbastanza intelligente da poter organizzare la vita in societ.16 In questepigrafe analizzeremo in forma breve e sistematica le

socialismo risulta comunque impossibile, sempre che venga esercitato su esseri umani dotati nel loro agire di uninnata capacit imprenditoriale). 15 Dobbiamo citare in questo luogo un piccolo gruppo di informatici che ha introdotto i contributi della Scuola Austriaca di Economia alla comunit di teorici dellinformatica, sviluppando, inoltre, un nuovo programma di ricerca scientifica chiamato: Agoric Systems (che etimologicamente deriva dal termine greco utilizzato per indicare il mercato) e che si basa nel considerare che la teoria dei processi di mercato chiave al momento di conseguire nuovi avanzamenti nel campo dellinformatica. Dobbiamo, in particolare, citare Mark S. Miller e K. Eric Drexler, delluniversit di Stanford (si veda a tal proposito il loro libro Markets and Computation: Agoric Open Systems, in The Ecology of Computation, ed. B. A. Huberman, North Holland, Amsterdam, 1988); e anche larticolo che riassume questo programma: High-tech Hayekians: Some Possibile Research Topics in the Economics of Computation di Don Lavoie, Howard Baetjer e William Tulloh, Market Process, volume 8, primavera del 1990, pp. 120-146; si consulti inoltre la bibliografia di questo articolo. 16 La presunzione fatale proprio il titolo dellultima opera di F. A. Hayek, The Fatal Conceit. The Erors of Socialism, The Collected works of F. A. Hayek, ed. W. W. Bartley III, The University of Chicago Press, Chicago 1989 (trad. it. La presunzione fatale: gli errori del socialismo, Rusconi, Milano 1997). Lo stesso Hayek, in una intervista fattagli recentemente a Madrid da Carlos Rodrguez Braun, ha sostenuto che lessenza del suo libro era dimostrare che: una presunzione, una millanteria, credere che si possa raggiungere una conoscenza tale da poter ordinare la vita in societ, vita che in realt il risultato di un processo che utilizza la conoscenza dispersa di milioni di persone

conseguenze che inesorabilmente si producono quando luomo, ignorando limpossibilit logica che suppone il socialismo, si impegna a stabilire un sistema istituzionale di coercizione che, in misura maggiore o minore, restringa il libero esercizio dellazione umana. Mancanza di coordinazione e disordine sociale a) Abbiamo gi analizzato come, per il fatto di impedire in maggior o minor misura lesercizio della funzione imprenditoriale, si rende impossibile il fatto che questa possa scoprire le situazioni di mancanza di coordinazione che emergono nella societ. Per il fatto di impedire coattivamente che gli agenti approfittino delle opportunit di guadagno che la mancanza di coordinazione genera, tali opportunit di guadagno non saranno neppure percepite dallagente che, pertanto, non si render conto della loro esistenza e le lascer sfuggire senza approfittarne; e, anche se casualmente un agente sottoposto a coercizione si rendesse conto o percepisse unopportunit di guadagno, ci sarebbe irrilevante, per il fatto che la coercizione istituzionale stessa gli impedirebbe di agire per approfittarne. Daltra parte, non possibile neppure concepire che lorgano direttore incaricato di esercitare la coercizione istituzionale sia capace, attraverso i suoi ordini e decreti, di coordinare il comportamento sociale. Per fare ci, dovrebbe disporre di uninformazione che non in grado di acquisire, dato che questa si trova disseminata e dispersa in forma esclusiva nella mente di tutti gli agenti che costituiscono la societ. Pertanto, la prima conseguenza che emerge che il risultato di stabilire un sistema socialista sar una mancanza di coordinazione generalizzata a livello sociale, caratterizzata dal fatto che sistematicamente una molteplicit di agenti si comporteranno in modo contraddittorio, senza agire in funzione del comportamento degli altri e senza rendersi conto che stanno commettendo a livello generale errori di tipo sistematico. Come conseguenza di ci, molte azioni umane si vedranno frustrate e non potranno portarsi a termine per colpa della mancanza di coordinazione esistente. Questa frustrazione dei piani o mancanza di coordinazione generalizzata si ripercuoter sullessenza stessa della vita sociale e si manifester tanto intratemporalmente che intertemporalmente; cio sia in relazione con le azioni che si effettuano nel presente, sia rispetto alla vitale e imprescindibile coordinazione che deve esistere in ogni processo sociale tra le azioni presenti e le azioni future. Per Hayek la parola ordine si riferisce a ogni processo nel quale una moltitudine di elementi di diversa specie si relazionano tra loro in modo che la conoscenza di una parte dellinsieme permetta di formulare sull'insieme di aspettative adeguate che si rivelano vere.17 Daccordo con questa definizione, diventa evidente il ruolo del socialismo come distruttore della coordinazione sociale, dato che, nella misura in cui rende difficile o addirittura impossibile il necessario aggiustamento tra i comportamenti privi di coordinazione a livello individuale, allo stesso modo rende difficile o addirittura impossibile che gli
differenti. Pensare che possiamo pianificare questo processo completamente assurdo. Si veda la Revista de Occidente, n 58, marzo del 1986, pp. 124-135. 17 F. A. Hayek, Rules and Order, volume I di Law, Legislation and Liberty, opera citata, capitolo II, pp. 35-54 e Jos Ortega y Gasset, Mirabeau o el Politico, Obras Completas, Revista de Occidente, Madrid 1947, vol. 3, p. 603.

esseri umani agiscano basandosi su aspettative riguardanti il comportamento dei loro simili che non risultino frustrate, per il fatto che permane occulta e non viene eliminata la mancanza di coordinazione sociale esistente ogni volta che si rende difficile il libero esercizio della funzione imprenditoriale. Pertanto, il desiderio volontarista di ordinare la societ con decreti coattivi genera essenzialmente disordine. Pi complesso lordine sociale, nel senso Hayekiano del termine, pi diventa impossibile lideale socialista, dato che un volume molto maggiore di decisioni e attivit dovr essere affidato a persone e dipender da circostanze che saranno completamente sconosciute a coloro che si impegnano a reggere la societ. b) Paradossalmente, l'assenza di coordinazione a livello sociale molto spesso si utilizza come pretesto per giustificare ulteriori dosi di socialismo, ovvero di aggressione istituzionale in nuove aree della vita sociale o con un livello di profondit e controllo ancora maggiori. Ci accade di solito perch, anche se lorgano direttore non capace di rendersi conto in maniera dettagliata delle azioni contraddittorie e prive di coordinazione che concretamente produce il suo stesso intervento, prima o poi percepisce che il processo sociale in generale non funziona. Questa circostanza, dal punto di vista della limitata capacit di comprensione che ha lorgano direttore, viene giudicata da questo come un risultato logico della mancanza di collaborazione dei cittadini che non vogliono compiere correttamente i suoi decreti e i suoi ordini, e ci fa s che questi siano sempre pi ampi, dettagliati e coattivi. Questo aumento di grado del socialismo produrr nel processo sociale una mancanza di coordinazione ancora maggiore che verr utilizzata per giustificare nuove dosi di socialismo, e cos via. In questo modo si spiega, pertanto, lirresistibile tendenza del socialismo al totalitarismo, inteso come regime che tende a esercitare un forte intervento in tutti gli ambiti della vita.18 In altre occasioni questo processo totalitario di crescita progressiva della coercizione viene accompagnato da continui sconvolgimenti o cambi repentini di politica, come modificare radicalmente il contenuto dei decreti, larea su cui si applicano o entrambi, e tutto ci con la vana speranza che la sperimentazione asistematica di nuovi tipi e nuovi gradi di interventismo permettano risolvere gli insolubili problemi emersi.19 c) I gradi di intervento coattivo in cui si plasma il socialismo producono alcuni effetti o risultati sociali che di solito sono del tutto contrari rispetto a quelli che l'organismo direttore stesso pretendeva raggiungere. Dato che questo organismo mira a raggiungere i propri fini attraverso decreti coattivi che
Diccionario de la Real Accademia Espaola de la Lengua, secondo significato. Su questo tema, anche lacutissimo Michael Polanyi caduto nell'errore comune di pensare che questo tipo di sperimentazione pianificatrice, essendo incapace di produrre effetti pratici, sarebbe relativamente innocua e poco pericolosa, ignorando il profondo danno alla coordinazione sociale che suppone limplementare gli utopici programmi di ingegneria sociale. Si veda il suo libro The Logic of Liberty, op. cit., p. 111. I responsabili degli organismi di coercizione non sono capaci di spiegarsi come, nonostante i loro sforzi, lingegneria sociale non funziona o funziona sempre peggio e finiscono sprofondando nellipocrisia o nella disperazione, accusando dellavverso sviluppo degli eventi o il castigo divino come fece il Conde Duque de Olivares, come vedremo nella nota 49, o la mancanza di collaborazione o cattiva volont della stessa societ civile (come fece Felipe Gonzalez Mrquez nel suo discorso alluniversit Carlos III di Madrid nel giorno della Costituzione, il 6 dicembre del 1991).
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incidono direttamente sulle aree sociali pi influite da questi fini o pi in relazione con essi, ne risulta, paradossalmente, che tali decreti impediscono lesercizio pi efficace dellazione umana in queste aree. Ci significa che si paralizza, in special modo dove pi necessaria, la forza imprenditoriale che imprescindibile per coordinare la sopra menzionata area sociale e per raggiungere i fini perseguiti. Quindi, invece di prodursi il necessario processo di aggiustamento, questo si ritrae, e invece del raggiungimento dei fini proposti, il risultato del processo sociale si allontana da questi. Da parte loro i decreti, a seconda dell'efficacia con cui vengono imposti, distorcono in maggiore o minore misura lesercizio imprenditoriale, dato che non solo non permettono l'acquisizione dellinformazione pratica necessaria, ma anche demotivano la sua creazione e non possono venir utilizzati come guida verso la coordinazione da parte degli agenti economici. Questo effetto autodistruttivo del socialismo, chiamato anche paradosso dellinterventismo o della pianificazione, noto da molto tempo, anche se solo recentemente stato formulato nei termini precisi della funzione imprenditoriale.20 d) Anche se leffetto di inibire la creazione di informazione pratica che ha il socialismo si manifesta in tutte le aree sociali, forse larea economica quella in cui tutto ci risulta pi evidente. In primo luogo, per esempio, la mancanza di qualit dei beni e servizi prodotti una delle manifestazioni pi tipiche dellassenza di coordinazione socialista, e la ragione di ci poggia sullassenza di incentivi per generare informazione e scoprire quali siano i veri desideri, per quanto riguarda gli standard di qualit, sia da parte degli attori che costituiscono il processo sociale, che da parte dei membri stessi dellorganismo direttore. In secondo luogo, le decisioni riguardanti gli investimenti diventano del tutto arbitrarie per il fatto di che non si dispone dellinformazione necessaria che possa permettere, in relazione con tali decisioni, una stima minima attraverso il calcolo economico, sia a livello quantitativo che qualitativo. Stando cos le cose,
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Probabilmente il primo che ha esplicitato questeffetto autodistruttivo della coercizione istituzionale stato Eugen von Bhm-Bawerk nel suo articolo Macht order konomishes Gesetz?, pubblicato in Zeitschrift fr Volkswirtschaft, Sozialpolitik und Verwaltung, Vienna, volume XXIII, dicembre 1914, pp. 205-271. Questarticolo stato tradotto in inglese nel 1931 da J. R. Mez e si trova pubblicato con il titolo di Control or Economic Law? in Shorter Classic of Eugen von Bhm-Bawerk, volume I, Libertarian Press; South Holland, Illinois 1962, pp. 139-199. In concreto, nella pagina 192 della versione inglese leggiamo: any situation brought about by means of power may again bring into play motives of self interes, tending to oppose its continuance. Posteriormente Ludwig von Mises continu su questa stessa linea nel suo Kritik des Interventionismus: Untersuchungen zur Wirtschaftspolitik und Wirtschaftsideologie der Gegenwart, pubblicato da Gustav Fisher, Jena 1929; tradotto in inglese con il titolo di A Critique of Interventionism, Arlington House Publishers, New York, 1977. Mises conclude cos: all varieties of interference with the market phenomena not only fail to achieve the ends aimed at by their authors and supporters, but bring about a state of affairs which from the point of view of their authors and advocates valuations is less desirable than the previous state of affairs which they were designed to alter. Posteriormente, merita di essere mcitato il lavoro di M. N. Rothbard Power and Market. Government and the Economy, Institute for Human Studies, Menlo Park, California 1970. Ciononostante, consideriamo che colui che ha pi brillantemente trattato questo tema sia Israel M. Kirzner nel suo splendido articolo The Perils of Regulation: A Market Process Approach, compreso nella sua opera Discovery and the Capitalist Process op. cit., pp. 119 e 149.

non si pu mai sapere qual il costo dopportunit di ogni investimento (impossibile da stimare in un contesto socialista), e tutto ci anche se viene imposta alla societ intera la tassa di preferenza temporale dellorganismo direttore. Daltro canto, la mancanza dinformazione dellorganismo direttore non permetter neppure fare un calcolo minimamente credibile delle quote di deprezzamento dei beni di capitale. Pertanto, gli investimenti delle risorse e dei fattori produttivi in un contesto socialista si dimostrano generalmente sbagliati e in molte occasioni, come ulteriore aggravante, si crea un carattere ciclico pi o meno erroneo delleconomia, come risultato dei repentini cambi di politica tipici di questo sistema e che abbiamo gi commentato nella parte finale del capoverso b). In terzo luogo, il socialismo provoca un grave problema di scarsit generalizzata a tutti i livelli sociali. La ragione alla base di questo fenomeno sta nel fatto che la coercizione istituzionale elimina alla radice la possibilit che la enorme forza dellingegno imprenditoriale umano si dedichi sistematicamente a scoprire le situazioni di scarsit cos come a cercare nuove e pi efficaci forme per eliminarle. Daltro canto, limpossibilit di calcolare economicamente i costi porta, come abbiamo visto in precedenza, a dilapidare gran parte delle risorse produttive in investimenti privi di senso, cosa che aggrava e rende ancora pi acuto il problema della scarsit.21 Inoltre, accanto alla scarsit di determinate risorse, risulta un parallelo inefficiente e ridondante eccesso di altre, non solo a causa degli errori di produzione commessi, ma anche perch gli agenti economici si accaparrano e conservano tutti i beni e le risorse che possono, dato che la scarsit sistematica rende insicura e incerta ladeguata somministrazione dei beni, dei servizi e dei fattori di produzione. Infine, gli errori nellassegnazione delle risorse sono ancora pi gravi in relazione con la mano dopera, che tende ad essere sistematicamente male impiegata, dando luogo a un elevato volume di disoccupazione, pi o meno nascosto, a seconda di quale sia il contesto socialista, e che uno dei risultati pi tipici della coercizione istituzionale sul libero esercizio della funzione imprenditoriale nei processi sociali in relazione al mondo del lavoro.

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Questa caratteristica del socialismo, consistente nel fatto le decisioni a tutti i livelli vengano prese senza prendere in considerazione i costi in cui si incorre, stata battezzata da Jnos Kornai con lespressione soft budget constraint, definizione che, pur avendo ottenuto un certo successo, crediamo sia eccessivamente influenzata solamente dalle manifestazioni pi ovvie che ha il problema fondamentale nelle organizzazioni industriali (impossibilit di generare linformazione che il calcolo di costi esige se non esiste una funzione imprenditoriale libera). Per questo motivo, purtroppo, questo argomento stato ignorato, o non stato apprezzato a sufficienza e in modo adeguato da parte di molti studiosi. Si veda, Jnos Kornai, Economics of Shortage, North Holland, Amsterdam, 1980. Pi recentemente, tuttavia, Kornai stato capace di riformulare la sua teoria nei termini della funzione imprenditoriale, dimostrando di aver finalmente capito lessenza della tesi austriaca riguardante la pianificazione. Si veda, a tal proposito il suo The Hungarian Reform Process: Visions, Hopes and Reality, Journal of Economic Literature, volume XXIV, dicembre 1986, rieditato in Visions and Reality: Market and State, Harvester, Londra 1990, pp. 156-157. Su questo stesso tema altrettanto interessanti sono i lavori di Jan Winiecki, soprattutto The Distorted World of Soviet-Type Economies, Routledge, Londra 1988 e 1991, e Economic Prospects East and West: A View from the East, CRCE, Londra 1987.

Informazione erronea e comportamenti irresponsabili Il socialismo non solo caratterizzato dal fatto di inibire la creazione di informazione, ma anche di mettere in marcia una serie di processi che attraggono e generano, sistematicamente, informazione erronea o sbagliata, dando luogo a un comportamento irresponsabile a livello generalizzato a) A livello dellorganismo direttore che esercita la coercizione sistematicamente, non c nulla che garantisce che questo sia capace di rendersi conto delle opportunit concrete di guadagno che emergono nel processo sociale. Visto che questo organismo non dispone dellinformazione pratica delle persone vittime della coercizione, non possiamo ritenere che possa essere capace di scoprire, salvo in casi molto isolati e semplicemente grazie alla fortuna o alla casualit, quali sono i casi esistenti di mancanza di coordinazione sociale. Inoltre, anche se un membro dellorganismo direttore scoprisse lesistenza di una situazione di mancanza di coordinazione, la cosa pi probabile che tale scoperta venga occultata a causa dell'inerzia che propria dellorganizzazione coattiva che, salvo in pochissime occasioni, non ha alcun interesse nellevidenziare problemi impopolari la cui soluzione esige sempre cambiamenti e misure moleste. Daltra parte, lorganismo direttore non pu neppure essere cosciente della grave situazione di ignoranza insolubile in cui si trova. Per questo motivo, linformazione che si genera attraverso limposizione di decreti sar uninformazione piena di errori, sbagli e essenzialmente irresponsabile, dato che lorganismo direttore, nel suo processo di decisione, non in grado di rendersi conto del vero costo o valore delle alternative a cui rinuncia quando decide di seguire un determinato corso dazione, per il fatto di non poter attingere allinformazione pratica e dispersa riguardante tali alternative.22 b) Il fatto che lorganismo direttore si trovi inesorabilmente separato dal processo sociale da un velo di ignoranza inestirpabile, attraverso la quale pu solamente distinguere gli aspetti pi rozzi ed evidenti, fa s che questo si concentri sempre sul raggiungimento dei suoi obiettivi in modo estensivo e volontarista. Volontarista nel senso che pretende di raggiungere i propri fini attraverso la mera volont coattiva plasmata in decreti concreti. Estensiva nel senso che il raggiungimento di tali fini si misura e valuta semplicemente in base
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Consideriamo che unazione sia responsabile quando lattore che la intraprende calcola il costo in cui incorrono sia lui sia le altre persone con lui relazionate, come conseguenza di tale azione. Il costo il valore soggettivo che lagente d a ci a cui rinuncia al momento di agire e si pu stimare adeguatamente solo se si dispone della necessaria informazione soggettiva, tacita e pratica, relativa sia alle proprie circostanze particolari, sia alle circostanze degli altri soggetti o persone con cui si interagisce. Se, per il fatto di non permettere il libero esercizio della funzione imprenditoriale (coercizione sistematica) o di non definire e difendere adeguatamente i corrispondenti diritti di propriet (coercizione asistematica), questinformazione pratica non pu n generarsi n trasmettersi, i costi non possono essere percepiti dallattore, e, come conseguenza di ci, la sua azione tende a rendersi irresponsabile. Sul concetto di responsabilit si consulti larticolo di Garret Hardin, An Operational Analysis of Responsability, in Managing the Commons, editato da Garret Hardin e John Baden, W. H. Freeman, San Francisco 1977, p. 67. Questirresponsabilit tipica del socialismo fa s che il fenomeno di distruzione dei beni comuni (che Garret Hardin ha chiamato tragedia) si estenda in un regime socialista a tutte le aree sociali in cui incide (M. Rothschild, Bionomics, Henry Holt, New York 1990, capitolo II).

ai parametri pi facilmente definibili, articolabili e trasmissibili, cio quelli di tipo meramente statistico o quantitativo e che ignorano, o non incorporano sufficientemente, tutte le sfumature qualitative e soggettive che costituiscono il contenuto di maggior valore e pi caratteristico dellinformazione pratica che si trova dispersa nella mente degli esseri umani. La proliferazione, lutilizzo eccessivo e la preponderanza delle statistiche sono, quindi, altre caratteristiche del socialismo, e non affatto strano che la parola statistica abbia la sua origine etimologica proprio nel termine utilizzato per denominare lorganizzazione di coercizione istituzionale per antonomasia. c) Leffetto combinato della generazione sistematica di uninformazione erronea, che porta a comportamenti irresponsabili a livello generalizzato, insieme con il carattere volontarista ed estensivo nel perseguire i fini da parte dellorganismo direttore che esercita la coercizione ha conseguenze tragiche anche sullambiente naturale. Generalmente, il contesto naturale si deteriora soprattutto in quelle aree e zone geografiche in cui il socialismo incide maggiormente (aree, cio, in cui si permette una minore libert allesercizio della funzione imprenditoriale), e questo deterioramento sar tanto maggiore quanto pi profondo sar il grado di intervento coattivo.23 Effetto corruzione Il socialismo ha leffetto di corrompere o deviare in modo perverso la forza della funzione imprenditoriale in cui si plasma ogni azione umana. Il Dizionario della Reale Accademia Spagnola ci dice che corrompere significa sprecare, depravare, danneggiare, far marcire, pervertire e viziare. Nello specifico, riferisce che questo effetto distruttore incide soprattutto in relazione con le istituzioni sociali, intese come abitudini ripetitive di comportamento. Ebbene la corruzione una delle conseguenze pi tipiche ed essenziali del socialismo, nella misura in cui tende sistematicamente a pervertire il processo di formazione e trasmissione di informazione che si genera nella societ. a) Dal punto di vista degli esseri umani vittime della coercizione o dellamministrazione, costoro scoprono presto a livello imprenditoriale che hanno pi possibilit di raggiungere i loro fini se, invece di cercare di scoprire e trovare una soluzione per la mancanza di coordinazione sociale approfittando delle opportunit di guadagno che crea lassenza di coordinazione, dedicano il loro tempo, attivit e ingegno per cercare di influenzare i meccanismi decisionali dellorganismo direttore. Ci implica che un volume impressionante di ingegno umano sempre maggiore tanto pi intenso diventa il socialismo verr dedicato costantemente a ideare forme nuove e pi efficaci per influenzare
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Il misticismo reverenziale per le statistiche trova la sua origine nel proprio Lenin: bring statistics to the masses, make it popular, so that the active population learn by themselves to understand and realize how much and what kind of work must be done. Traduzione della p. 33 del Die Nchsten Aufgaben der Sowietmacht, Berlino 1918, realizzata da F. A. Hayek, Collectivist Economic Planning, Augustus M. Kelley, Clifton 1975, p. 128. Sulleccessiva produzione di statistiche che avviene sotto linterventismo, cos come sul grave danno sociale, costo e inefficacia che le stesse generano, si consulti larticolo di Stephen Gillespie, Are Economic Statistics Overproduced?, Public Choice, volume 67, n. 3, dicembre 1990, pp. 227-242. Sul rapporto tra socialismo e medio ambiente si veda Anderson T. L. e Leal D. R., Ecologia de mercado, Unin Editorial, Madrid 1993.

lorganismo direttore con la speranza di ottenere vantaggi per il raggiungimento dei propri fini. Il socialismo, quindi, non solo impedisce che ogni membro della societ impari a disciplinare il proprio comportamento in funzione a quello altrui, ma crea anche un fortissimo incentivo per i diversi individui e gruppi a raggiungere il potere o la capacit di influire sullorganismo direttore, con la finalit di utilizzare i decreti coattivi per imporre agli altri con la forza vantaggi o privilegi di tipo particolare. In questo modo, lo spontaneo processo sociale coordinatore si corrompe e viene sostituito da un processo di lotta per il potere, in cui il conflitto e la violenza sistematica tra i differenti individui e gruppi sociali che cercano di influenzare il potere si trasformano nella nota dominante e pi caratteristica della vita in societ. Gli esseri umani, pertanto, come conseguenza del socialismo, perdono labitudine a comportarsi moralmente (cio seguendo principi o norme ripetitive di comportamento), e modificano lentamente la propria personalit e forma di agire diventando sempre pi amorali (cio meno sottomessi a principi) e aggressivi.24 b) In secondo luogo, unaltra manifestazione delleffetto corruttore del socialismo si produce quando quei gruppi, o persone, che non sono riusciti ad impossessarsi del potere si vedono obbligati a dedicare una parte molto importante del loro ingegno o attivit imprenditoriale a cercare di deviare o evitare gli effetti per loro pi negativi o drastici dei decreti coattivi, concedendo a cambio privilegi, vantaggi, o determinate consegne di beni e servizi a quelle persone incaricate di controllare, vigilare e portare a termine il compimento di tali decreti. Questattivit corruttrice di tipo difensivo, dato che serve come vera e propria valvola di sfogo e permette una certa diminuzione del danno sociale che genera il socialismo. Inoltre, ha leffetto positivo di rendere possibile il mantenimento di alcuni vincoli sociali minimamente coordinatori, anche nel caso di aggressione socialista pi acuta. In ogni caso la corruzione, o perversa deviazione della funzione imprenditoriale che stiamo commentando avr, come sottolinea adeguatamente Kirzner,25 un carattere sempre superfluo e ridondante.
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Nessuno forse ha espresso meglio di HansHermann Hoppe leffetto corruttore del socialismo, quando afferma che the redistributions of chances for income acquisition must result in more people using aggression to gain personal satisfaction and/or more people becoming more aggressive, i. e., shifting increasingly from non aggressive to aggressive roles, and slowly changing their personality as a consequence of this; and this change in the character structure, in the moral composition of society, in turn leads to another reduction in the level of investment in human capital. Si veda A Theory of Socialism and Capitalism, Kluwer Academic Publishers, Londra 1989, pp. 16-17. Allo stesso modo si veda il mio articolo El Fracaso del Estado Social, ABC, 8 de Abril de 1991, pp. 102-103. Unaltra manifestazione delleffetto corruttore del socialismo consiste nellincrementare in modo generalizzato la domanda sociale di decreti e regolamenti coattivi emanati dallo Stato e che sorge come effetto combinato delle seguenti cause: 1) il desiderio di tutti i gruppi dinteresse di ottenere privilegi a spese del resto della cittadinanza; 2) limpossibile ed ingenua illusione che un maggior numero di regolamenti possa diminuire linsicurezza giuridica che predomina ovunque come risultato del crescente e contraddittorio groviglio legislativo; 3) la prostituzione delle abitudini di responsabilit individuale che soggettivamente e inconsciamente vengono rinforzati dallaccettazione del paternalismo statale e dai sentimenti di dipendenza rispetto allautorit. 25 Si veda Israel M. Kirzner, The Perils of Regulation: A Market Process Approach, in Discovery and the Capitalistic Process, op. cit., pp. 144-145. La necessit di

c) Infine, in terzo luogo e dal punto di vista dellorganismo direttore, cio dellinsieme di persone pi meno organizzate che esercitano sistematicamente la coercizione, anche costoro tenderanno ad esercitare in forma perversa la loro capacit imprenditoriale, cio il loro ingegno umano. Lobiettivo essenziale della loro attivit si diriger a cercare di mantenersi al potere, giustificando la loro azione coercitiva di fronte al resto degli agenti. Secondo quale sia il tipo concreto di socialismo di cui si tratti (totalitario, democratico, conservatore, scientista, ecc.) varieranno i dettagli e le peculiarit dellattivit corruttrice del potere. Ci che ora ci interessa risaltare che la perversa attivit imprenditoriale di colui che in ultima istanza controlla lorganismo direttore tender in forma creativa a generare e stimolare situazioni in cui quel potere possa essere aumentato o esteso, oppure venir giustificato.26 In questo modo,
influenzare lorganismo di coercizione mantenendo per lo meno lapparenza del compimento dei suoi decreti, insieme con lalto grado di arbitrariet e discrezionalit dello stesso, fa s che le relazioni di amicizia siano considerate vitali in un regime socialista. Potremmo, quindi, considerare che un sistema tanto pi interventista quanto pi le relazioni di amicizia sono necessarie, importanti ed estese a pi aree sociali (proprio le aree su cui si interviene maggiormente), a scapito delle tipiche interazioni che si danno nel mondo libero e che, per il loro carattere pi astratto e impersonale, lasciano le considerazioni di amicizia in secondo piano, subordinato sempre allobiettivo essenziale di raggiungere i propri fini servendo nel miglior modo possibile gli interessi degli altri che si manifestano attraverso il mercato. Lamicizia nei confronti di chi al potere e il servilismo che le proprio spesso generano, inoltre, una curiosa Sindrome di Stoccolma, grazie alla quale si mantengono sorprendenti sentimenti di comprensione e cameratismo, da parte dellessere umano vittima della coercizione verso colui che istituzionalmente lo condiziona e gli impedisce di sviluppare liberamente la sua essenza creativa. 26 Si veda, a tal proposito, Competition and Political Enterpreneurship: Austrian Insights into Public Choice Theory, di Thomas J. Dilorenzo, in The Review of Austrian Economics, edito da Murray N. Rothbard e Walter Block, volume 2, Lexington Books, Lexington 1988, pp. 59-71. Nonostante pensiamo che siano molto rilevanti i contributi della Scuola della Scelta Pubblica che si riferiscono allanalisi del funzionamento delle burocrazie e degli organi politici incaricati di esercitare la coercizione istituzionale, siamo daccordo con Dilorenzo quando afferma che lanalisi di questa scuola fino ad ora si vista troppo influenzata dalla sua eccessiva vicinanza con la metodologia delleconomia neoclassica, per il fatto di essere, cio, eccessivamente statica e utilizzare gli strumenti formali propri dellanalisi economica dellequilibrio, e non concedere spazio sufficiente allanalisi dinamica basata sulla teoria della funzione imprenditoriale. Lintroduzione della concezione imprenditoriale porta a concludere che lattivit istituzionale coattiva molto pi perversa di quanto abbia evidenziato tradizionalmente la Scuola della Scelta Pubblica, che in generale non ha citato la capacit dellorganismo direttore di creare a livello imprenditoriale nuove e pi efficaci azioni e strategie perverse e corruttrici. I contributi pi importanti della Scuola della Scelta Pubblica in questa area sono stati riassunti da William Mitchel, The Anatomy of Government Failures, International Institute of Economic Research, Los Angeles 1979; J. L. Migu e G. Blanger, Toward a General Theory of Managerial Discretion, pubblicato in Public Choice, n. 17, 1974, pp. 27-43; William Niskanen, Bureaucracy and Representative Government, Adine-Atherton Press, Chicago 1971; Gordon Tullock, The Politics of Bureaucracy, Public Affairs Press, Washington D.C. 1965; e anche la pionieristica opera di Ludwig von Mises, Bureaucracy, Arlington House, New Rochelle, New York 1969. Ho riassunto in lingua spagnola i principali argomenti di tutta questa letteratura nel mio articolo Derechos de propiedad y gestion privada de los recursos de la naturaleza, Cuadernos del Piensamiento Liberal, n. 2, Unin Editorial,

per esempio, si fomenter lapparizione di gruppi di interesse privilegiati che appoggiano il potere, in cambio dei privilegi e i guadagni che questo pu proporzionar loro. Inoltre, tutti i sistemi socialisti tenderanno ad abusare della propaganda di tipo politico, in cui sempre si cerca di dare una versione idillica degli effetti dei decreti dellorganismo direttore sul processo sociale, risaltando in special modo quanto negative sarebbero le conseguenze sociali se tali interventi non esistessero. Linganno sistematico della popolazione, la distorsione dei fatti, la creazione artificiale di false crisi per convincere il pubblico che necessario che il potere si mantenga e si rafforzi, ecc., sono tutte caratteristiche delleffetto perverso e corruttore che il socialismo ha sui suoi stessi organismi o centri di potere.27 Queste caratteristiche saranno comuni sia ai massimi organismi di decisione dellaggressione istituzionale sia agli organismi intermedi di tipo burocratico che necessario utilizzare per stabilire e seguire i decreti coattivi. Queste organizzazioni burocratiche di tipo secondario tenderanno sempre ad espandersi esageratamente, a cercare appoggi di gruppi concreti dinteresse e a creare una necessit artificiale della loro esistenza esagerando i benfici risultati del loro intervento e occultando sistematicamente i perversi effetti dello stesso. Per concludere, il carattere megalomane del socialismo evidente. Non solo le organizzazioni burocratiche tendono ad espandersi eccessivamente senza limite, ma cercano inoltre istintivamente di riflettere le loro macrostrutture nel corpo sociale su cui agiscono, forzando con ogni tipo di pretesto fittizio la formazione di unit, organizzazioni e imprese sempre pi grandi, dato che credono che ci faciliti la loro attivit di controllo del compimento dei decreti coattivi che vengono emanati dal potere. Inoltre, ci d loro una falsa sensazione di sicurezza rispetto al genuino sforzo imprenditoriale, che nelle sue origini sempre il risultato di un microprocesso eminentemente personalista e creativo.28 Economia occulta o irregolare Unaltra conseguenza tipica del socialismo che questo crea uninesorabile reazione sociale, consistente nel fatto che i diversi agenti, allinterno delle loro possibilit, disobbediscono sistematicamente ai decreti coattivi che provengono
Madrid, marzo 1986, pp. 13-30, e in Estudios de Economia Politica, Unin Editorial, Madrid 1994, pp. 229-249. 27 Proprio perch il socialismo genera corruzione ed immoralit, saranno sempre i pi corrotti, immorali e privi di scrupoli, cio quelli pi abituati ed esperti nel violare la legge, esercitare la violenza ed ingannare i cittadini, quelli che probabilmente raggiungeranno il potere. Pi volte nella storia questo principio si dimostrato vero nei contesti pi vari ed stato gi spiegato analiticamente in tutti i dettagli da F. A. Hayek nel 1944 nel capitolo X (Why the worst get on top) del suo libro The Road to Serfdom, The University of Chicago Press, Chicago, edizione del 1972, pp. 134-152. 28 Franois Revel, El Estado Megalmano, Planeta, Madrid 1981. Secondo Camino Jos Cela, Premio Nobel per la Letteratura del 1989, el Estado se divorcia de la naturaleza y salta por encima de los pases, las sangres y las lenguas. El dragn de Leviatn ha abierto sus fauces para devorar al hombre ... Entre los mil engranajes del Estado pululan los vermenes de sus servidores, bulle la gusanera que aprendi a saber, en mala hora, que debe conservar el cuerpo parasitado. El Dragn del Leviatn, lezione magistrale pronunciata allUNESCO nel luglio del 1990, ne Los Intelectuales y el Poder, ABC del 10 luglio 1990, pp. IV e V, Madrid.

dallorganismo direttore, effettuando una serie di azioni e interazioni al margine dello schema regolare che i decreti vogliono stabilire. Sorge cos tutto un processo sociale alle spalle di quello che viene considerato da parte dellorgano direttore come regolare e che rende evidente fino a che punto la coercizione istituzionale sia, a lungo termine, condannata al fallimento per il fatto che va contro la pi intima essenza dellagire umano. Per questo in molte occasioni allorganismo direttore non rimane altra soluzione che esercitare il potere tollerando o consentendo implicitamente lesistenza e lo sviluppo di processi sociali di tipo irregolare paralleli alle rigide strutture che emana. Lapparizione, quindi, di una societ o di uneconomia occulta, sommersa o irregolare una caratteristica inseparabile del socialismo, e si crea sempre, nella misura in cui e nelle aree in cui questo esercita la sua attivit coattiva. Le caratteristiche di base della corruzione e delleconomia sommersa sono le stesse tanto nei paesi vittima del socialismo reale quanto nei paesi con economie miste, con lunica differenza che in questi ultimi la corruzione e leconomia sommersa appaiono e si sviluppano proprio in quelle aree della vita sociale nelle quali lo Stato interviene.29 Arretratezza sociale (economica, tecnologica, culturale) a) evidente che il socialismo presuppone unaggressione alla creativit umana e, quindi, allo sviluppo della societ e allavanzamento della civilizzazione. In effetti, nella misura in cui impedisce con la forza, attraverso decreti coattivi, il libero esercizio dellazione umana, gli agenti non possono creare n scoprire nuova informazione, frenando in questo modo lavanzamento della civilt. Detto in altro modo, il socialismo presuppone linnalzamento sistematico di una serie di barriere che impediscono la libera interazione umana e congelano lo sviluppo sociale. Questeffetto incide su tutte le aree dellevoluzione sociale, e non solamente su quelle strettamente economiche. Possiamo concludere, quindi, che una delle caratteristiche pi tipiche del sistema socialista la sua lentezza nellinnovare e nellintrodurre le innovazioni tecnologiche che si stanno scoprendo. In questo modo, i sistemi socialisti si trovano sempre in ritardo rispetto ai loro diretti concorrenti per quanto riguarda lo sviluppo e lapplicazione pratica delle nuove tecnologie.30 E ci accade nonostante il fatto che, in modo estensivo e volontarista come sempre, i socialisti pretendano forzare con decreti lo sviluppo tecnologico della societ, creando rimbombanti istituti o consigli dedicati alla ricerca scientifica e a
Uno splendido riassunto sullo stato teorico della questione relativa alleconomia irregolare, cos come della letteratura pi rilevante, si pu trovare nei lavori di Joaqun Trigo Portela e Carmen Vzquez Arango La Economia Irregular (Generalitat de Catalunya, Barcellona, 1983) e Barreras a la Creacion de Empresas y Economia Irregular (Istituto de Estdios Economicos, Madrid 1988). interessantissimo, per la sua capacit di illustrare la tesi teorica sviluppata nel testo applicandola al caso specifico del Per, il libro El Otro Sendero. La Revolucion Informal, di Hernando de Soto, Editorial Diana, Messico 1987. 30 V. A. Naishul ha segnalato, inoltre, che il sistema socialista non tollera i cambi e le innovazioni, poich generano sconvolgimenti sociali a catena nella rigida organizzazione economica. Si veda, a tal proposito, il suo libro The Supreme and Last Stage of Socialism, CRCE, Londra 1991, Capitolo V, The Birthmarks of Developed Socialism, pp. 26-29 e in particolare la pagina 28, Hostility to Change.
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pianificare lo sviluppo futuro di nuove tecnologie. Ciononostante, l'organizzazione stessa di questi organismi burocratici per lo sviluppo dellinnovazione la manifestazione pi chiara e palese che il sistema si trova bloccato per quanto riguarda il progresso scientifico e tecnico. Il fatto che impossibile pianificare la futura evoluzione di una conoscenza che non stata ancora creata e che emerge solo in un contesto di libert imprenditoriale che non pu essere simulato attraverso decreti. b) Le considerazioni precedenti possono essere applicate a qualsiasi altra sfera in cui si produca, in forma spontanea, un costante sviluppo e una evoluzione sociale. Ci riferiamo, in concreto, alle aree di tipo culturale, artistico, linguistico e, in generale, a tutte quelle che sono il risultato dellevoluzione spontanea e dello sviluppo delle abitudini e dei costumi sociali. La cultura non altro che uno spontaneo risultato del processo sociale in cui interagiscono una molteplicit di individui apportando ognuno il suo piccolo granello di esperienza, originalit e capacit di visione. Se questo processo si vede condizionato sistematicamente da parte del potere, si blocca, si corrompe e si pu persino interrompere totalmente (di nuovo lorganismo direttore pretender mostrarsi come il paladino dello sviluppo culturale, creando ogni tipo di organismo, ministero, consiglio o commissione con il compito di spingere e fomentare, attraverso decreti, lo sviluppo della cultura).31 c) Per quanto riguarda levoluzione e lo sviluppo di nuove abitudini di tipo sociale, fondamentale che, nella misura in cui questi permettono che gli esseri umani imparino quale deve essere il loro comportamento in relazione alle circostanze, ai prodotti, ai servizi, ecc., vadano emergendo nel processo di sviluppo sociale. Non c niente di pi tragico che osservare una societ congelata per colpa dellaggressione istituzionale esercitata in pregiudizio dellinterazione dei suoi membri, e che impedisce e rende difficile il processo di apprendimento necessario per far fronte alle nuove minacce, sfide ed opportunit che emergono costantemente.32

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Jaques Garello lautore di una magnifica analisi degli effetti pregiudiziali del socialismo sulla cultura, riferendosi specialmente al caso francese. Si consulti il suo articolo Cultural Protectionism, Mont Plerin Society Regional Meeting, Parigi 1984. 32 Uno degli esempi che illustrano pi graficamente largomento esposto nel testo quello riguardante gli effetti negativi che ha, sullapprendimento sociale riguardo il comportamento in relazione alle droghe, laggressione sistematica da parte del potere sulla sua produzione, distribuzione e consumo. In effetti, esistono molteplici droghe in relazione alle quali la coercizione storicamente non stata cos importante, cosa che ha permesso che la societ, attraverso un processo di adattamento mosso dalla funzione imprenditoriale, abbia generato unimportante volume di informazione e di esperienze che hanno reso possibile che gli esseri umani imparassero a comportarsi adeguatamente con tali sostanze. Questo, per esempio, ci che successo in molte societ con droghe come il vino e il tabacco. Non possibile, tuttavia, che si produca un processo di questo tipo con sostanze scoperte pi di recente e che, sin dal principio, sono state sottomesse a un sistema di coercizione istituzionale molto rigido che, a parte aver ottenuto solo un assoluto fallimento, ha impedito che gli individui sperimentassero e imparassero quale doveva essere il loro comportamento con le stesse. A tal proposito si veda Guy Sorman, Esperando a los Barbaros, Seix Barral, Barcellona 1993, pp. 327-337.

La prostituzione dei concetti tradizionali di legge e giustizia. La perversione morale che crea il socialismo a) Abbiamo visto nel capitolo precedente come il processo sociale, mosso dallimpeto della funzione imprenditoriale, sia possibile grazie a un insieme di norme di carattere consuetudinario che emergono da questo. Queste abitudini di condotta costituivano il diritto contrattuale privato e il diritto penale, e non erano state create deliberatamente da nessuno, ma erano istituzioni evolutive che sorgevano come risultato dellinformazione pratica ad esse incorporata da parte di un numero molto elevato di agenti durante un periodo estremamente dilatato di tempo. Il diritto, inteso in questa particolare accezione, appare come costituito da una serie di norme o leggi nel senso materiale, generali (applicabili, cio, a tutti allo stesso modo) e astratte (dato che stabiliscono semplicemente un ampio ambito per lazione individuale, senza prevedere alcun risultato concreto del processo sociale). Il socialismo, basandosi sullaggressione istituzionale e sistematica contro lazione umana esercitata mediante una serie di ordini o decreti coattivi, implica la sparizione del concetto tradizionale di legge, concetto che abbiamo spiegato nel paragrafo precedente, e la sua sostituzione con un diritto spurio, costituito da un insieme di ordini, regole e decreti di tipo amministrativo nei quali si spiega quale deve essere il contenuto concreto del comportamento di ogni essere umano. In questo modo, nella misura in cui il socialismo si estende e sviluppa, le leggi nel senso tradizionale finiscono per non servire pi come norme di riferimento per il comportamento individuale, e il loro ruolo viene progressivamente preso dagli ordini o decreti coattivi che emanano dallorgano direttore (democraticamente eletto o meno). La legge perde progressivamente, in tal modo, il suo ambito di applicazione pratico, venendo ridotta a quegli ambiti, regolari o irregolari, che non vengono raggiunti efficacemente dallincidenza diretta del regime socialista. Daltro canto, e come effetto secondario di enorme importanza, gli agenti, per il fatto di perdere il riferimento che costituisce la legge in senso materiale, modificano progressivamente la loro personalit e perdono labitudine di adattarsi a norme generali di carattere astratto, motivo per cui, progressivamente, assimilano sempre peggio e rispettano sempre meno le norme tradizionali di condotta. Oltre a ci, dato che eludere il mandato in molte occasioni unesigenza imposta dalla necessit stessa di sopravvivere, e in altre una manifestazione del successo della funzione imprenditoriale corrotta o perversa che, come abbiamo visto, il socialismo sempre genera, il non compiere la norma passa ad essere considerato, dal punto di vista generale della popolazione, pi come una lodevole manifestazione dellingegno umano che deve essere cercata e fomentata, che come una violazione di un sistema di norme che pregiudica la vita in societ. Il socialismo, quindi, incita a violare la legge, la vuota del contenuto e la corrompe, togliendole completamente il prestigio a livello sociale e facendo si che i cittadini, come conseguenza di ci, perdano qualsiasi rispetto per questa. b) La prostituzione del concetto di legge che abbiamo spiegato nel paragrafo anteriore, inesorabilmente viene accompagnata da vicino da una parallela prostituzione del concetto e dellapplicazione della giustizia. La giustizia, nel senso tradizionale del termine, consiste nellapplicazione, in modo uguale per tutti, delle norme astratte di condotta di tipo materiale che costituiscono il diritto

privato e il diritto penale. Non , pertanto, casuale il fatto che la giustizia sia stata sempre rappresentata con gli occhi bendati, dato che la giustizia dovrebbe essere prima di tutto cieca, nel senso che non dovrebbe lasciarsi influenzare allora di applicare il diritto n dagli omaggi del ricco, n dalle lacrime del povero.33 Il socialismo, per il fatto di corrompere sistematicamente il concetto tradizionale di diritto, modifica anche questa concezione tradizionale della giustizia. In effetti nel sistema socialista, la giustizia consiste innanzitutto nellarbitraria stima realizzata dallorganismo centrale, sulla base dellimpressione pi o meno emotiva che gli produce il risultato finale e concreto del processo sociale che crede di percepire e che cerca di organizzare dallalto attraverso decreti coattivi. Non sono pi, pertanto, i comportamenti umani ad essere sottoposti a giudizio, ma il loro risultato percepito allinterno di un contesto spurio di giustizia, cui si aggiunge laggettivo di sociale con il fine di renderla pi attraente per coloro che la subiscono.34 Dal punto di vista
Siendo juez no hagas injusticia, ni por favor del pobre, ni por respeto al grande: con justicia juzgars a tu prjimo, Levtico, capitolo 19, versetto 15; os har despreciables ... porque os fijais en las personas al aplicar la ley, Malaquias 1, 2, 9, Biblia de Jerusaln, Descle de Brouwer, Bilbao 1971, pp. 164 e 1642. 34 Il termine sociale svuota e modifica completamente il senso di qualsiasi parola cui viene applicato (giustizia, stato di diritto, democrazia, ecc.). Altri termini che si utilizzano allo stesso modo per nascondere la realt con connotazioni pi attraenti sono, per esempi, gli aggettivi popolare e organica spesso usati come aggettivi della parola democrazia. Gli americano definiscono questi aggettivi che si utilizzano per ingannare sistematicamente i cittadini termini-donnola (weasel words), ovvero termini che permettono luso di parole enormemente attraenti (come giustizia e democrazia) con un senso che proprio il contrario rispetto a quello che realmente possedevano. Lespressione termini-donnola proviene dal noto verso di Shakespeare che si riferisce alla capacit di questo animale di svuotare un uovo senza rovinare il guscio (I can suck melancholy out of a song, as a weasel sucks eggs), As you like it, Atto II, Scena V, 11, in The Riverside Shakespeare, Houghton Mifflin, Boston 1974, p. 379). Su questo argomento si deve consultare il capitolo 7 del libro The Fatal Conceit di Hayek (op. cit.). Un altro termine il cui senso stato corrotto quello di solidariet, che oggi si utilizza come alibi per giustificare la violenza statale che si considera legittima nel caso in cui venga diretta ad aiutare gli oppressi. Ciononostante, il senso tradizionale del termine solidariet un altro totalmente diverso e fa riferimento alle interazioni umane che emergono nel processo sociale spontaneo mosso dallimprenditorialit. In effetti, il termine solidariet deriva dal latino solidare (saldare o unire) e significa, secondo il Dizionario della Reale Accademia Spagnola, ladesione circostanziale alle imprese di altri. Il mercato, tale come lo abbiamo definito, , pertanto, il meccanismo o sistema di solidariet per eccellenza tra gli esseri umani. In questo senso, non c nulla di pi antisolidale dell'imporre con la forza e dallalto principi di solidariet tanto miopi come parziali. Inoltre, il problema dellignoranza inestirpabile dellorgano di controllo influenzer inesorabilmente anche coloro che concepiscono la solidariet solamente nella ristretta concezione dellaiuto ai necessitati, dato che sar inefficiente e ridondante se verr esercitata dallo Stato e non dagli individui interessati ad aiutare il prossimo volontariamente. D particolare soddisfazione osservare come Giovanni Paolo II, nella recente enciclica Centesimus Annus, non solo si riferisca al mercato come a una catena di solidariet che si estende progressivamente (op. cit., capitolo IV, n 43, terzo paragrafo, p. 83), ma affermi anche che conosce meglio le necessit e pu soddisfarle in maniera pi adeguata chi si trova vicino a queste o chi si trova vicino al necessitato, e per questo critichi lo stato assistenziale e solidale che al momento di intervenire direttamente e
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opposto, cio quello della giustizia tradizionale, non esiste niente di pi ingiusto del concetto di giustizia sociale, dato che questultima si basa in una visione, impressione o stima dei risultati dei processi sociali al margine di quale sia stato il comportamento individuale di ogni agente dal punto di vista delle norme del diritto tradizionale.35 La funzione del giudice nel diritto tradizionale puramente intellettuale, dato che non deve lasciarsi influenzare n dalle proprie inclinazioni emotive n dalla propria personale percezione del risultato della decisione giudiziaria su ognuna delle parti. Se, come succede nel socialismo, si impedisce lapplicazione oggettiva del diritto e si permette che si prendano decisioni giuridiche in base alle impressioni pi o meno soggettive e emotive, scompare qualunque traccia di sicurezza giuridica e presto gli agenti cominceranno a rendersi conto che qualsiasi pretesa potrebbe raggiungere tutela giudiziale semplicemente riuscendo a impressionare favorevolmente il giudice. Come conseguenza di ci, si creerebbe un fortissimo incentivo per litigare e fare causa, cosa che, insieme con la situazione caotica creata dal groviglio di decreti coattivi sempre pi imperfetti e contraddittori, metterebbe i giudici in una situazione di sovraccarico tale che il loro lavoro si farebbe sempre pi insopportabile e inefficiente. E cos successivamente, in un processo di progressiva decomposizione che potrebbe finire solo con la virtuale sparizione della giustizia nel suo senso tradizionale, cos come dei giudici che non sarebbero altro che semplici burocrati al servizio del potere, incaricati di controllare il compimento dei decreti coattivi che emanano da esso. Nelle pagine 132 e 133 raccogliamo in un quadro sistematico le pi importanti differenze che esistono tra il processo spontaneo basato sulla funzione imprenditoriale e sulla libera interazione umana e il sistema di organizzazione basato sul decreto e sulla coercizione istituzionale (socialismo) per quanto riguarda la loro opposta incidenza sui concetti di diritto e di giustizia e sulla loro applicazione. c) La perdita delle abitudini di adattamento del comportamento individuale a norme di tipo generale che si sono formate per tradizione e la cui intima funzione sociale non completamente compresa da parte di nessuna mente, unaltra delle caratteristiche pi tipiche del socialismo. La morale a tutti i livelli si debilita o addirittura sparisce sostituita da un riflesso del misticismo dellorganismo direttivo della societ e che cerca di riprodursi anche a livello del comportamento individuale di ogni agente. Daccordo con questo criterio, deve prevalere, anche a livello individuale, il tipico volontarismo socialista per quanto riguarda il raggiungimento dei fini che si perseguono pi per capriccio o decreti personali alimentati dai propri desideri e istinti ed enunciati ad hoc da parte del soggetto in ogni caso particolare che mediante lesercizio dellinterazione umana sottomessa a norme generali di carattere morale e legale. Cos, per esempio, tra i massimi esponenti di questa perversione morale frutto del socialismo possiamo recensire Lord Keynes, uno dei maggiori
togliere la responsabilit alla societ provoca la perdita di energie umane e laumento esagerato degli apparati pubblici, dominati da logiche burocratiche pi che dalla preoccupazione di servire gli utenti, con un enorme aumento delle spese (op. cit., capitolo V, n 48, 5., p. 92). 35 Il migliore trattato critico del concetto spurio di giustizia sociale stato scritto da F. A. Hayek; si veda The Mirage of Social Justice, secondo volume di Law, Legislation and Liberty, op. cit.

sostenitori della coercizione sistematica e dellinterventismo nellarea monetaria e fiscale, e che spiegava, in questo senso, la sua posizione morale come segue: Rifiutavamo qualsiasi obbligo di sottometterci a norme generali. Proclamavamo il diritto di giudicare ogni caso secondo i propri meriti e ci credevamo in possesso della sapienza, lesperienza e lautodominio sufficienti per farlo i modo corretto. Si trattava di una parte essenziale del credo che con violenza e aggressivit difendevamo, attitudine che, per gli altri, era la nostra pi visibile e inquietante caratteristica. Ripudiavamo completamente la morale stabilita, cos come qualsiasi convenzione derivata dal sapere tradizionale. Eravamo, quindi, nel senso pi stretto del termine, contrari alla morale. Non riconoscevamo lesistenza di nessun obbligo morale n sanzione intima suscettibile di servirci come guida. Rivendicavamo di fronte al cielo il diritto di essere giudici unici della nostra causa; e aggiungeva: Per ci che riguarda me, gi troppo tardi per adottare unaltra postura. Rimango e rimarr sempre un immorale.36 Il socialismo appare cos, simultaneamente, come un prodotto naturale del razionalismo falso e esagerato del cosiddetto Secolo dei Lumi e allo stesso tempo come un risultato dei pi bassi e atavici istinti e passioni umane. In effetti, poich i razionalisti ingenui credono che non esistono limiti alla capacit della mente umana, si ribellano, come Keynes, Rousseau e tanti altri, contro le istituzioni, abitudini e comportamenti che rendono possibile lordine sociale, i quali, per definizione, non possono essere completamente razionalizzati, e che si qualificano irresponsabilmente di repressive e inibitorie tradizioni sociali. Il paradossale risultato di questa deificazione della ragione umana non significa altro che eliminare i principi morali, le norme e gli schemi di condotta che hanno reso possibile levoluzione della civilizzazione, gettando inevitabilmente luomo, privo di guide e riferimenti vitali per poter agire, fra le braccia delle sue pi ataviche e primitive passioni.37

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Si tratta della traduzione allitaliano della citazione delle pagine 25 e 26 del volume I del libro di F. A. Hayek Law, Legislation and Liberty, che a sua volta stata estratta dal libro di John Maynard Keynes, Two Memories, pubblicato a Londra nel 1949, pp. 9798. La citazione testuale in inglese dice: We entirely repudiated a personal liability on us to obey general rules. We claimed the right to judge every individual case on its merits, and the wisdom, experience, and selfcontrol to do so succesfully. This was a very important part of our faith, violently and aggressively held, and for the outer world it was our most obvious and dangerous characteristic. We repudiated entirely customary morals, conventions and traditional wisdom. We were, that i sto say, in the strict sense of the term, immoralists. We recognized no moral obligations, no inner sanction, to conform or obey. Before heaven we claimed to be our own judge in our own case So far as I am concerned, it is too late to change. I remain, and always will remain, an immoralist. Allo stesso modo, si veda il testo di Robert Skydelsky, John Maynard Keynes: Hopes Betrayed, 1883-1920, Macmillan, Londres 1983, pp. 142-143. 37 Si veda F. A. Hayek, The Fatal Conceit, opera citata, Capitolo I.

QUADRO III-1 PROCESSO SOCIALE SPONTANEO SOCIALISMO Basato sulla funzione imprenditoriale (Aggressione istituzionale e (interazione sociale non aggredita) sistematica contro la funzione imprenditoriale e lazione umana) 1) La coordinazione sociale si produce 1) Si cerca di imporre la coordinazione spontaneamente, grazie alla funzione sociale dallalto in forma deliberata e imprenditoriale che continuamente coattiva attraverso decreti, ordini e scopre ed elimina la mancanza di regolamenti coattivi che emanano dal coordinazione sociale, che si plasma potere (ordine gerarchico da hieros, in opportunit di beneficio (Ordine che significa sacro e archein, spontaneo) comandare e organizzato) 2) Il protagonista del processo 2) Il protagonista del processo il luomo, che agisce e esercita la governante (democratico o no) e il funzione imprenditoriale creativa. funzionario (quella persona che agisce in base a ordini e regolamenti amministrativi emanati dal potere). 3) I vincoli dellinterazione sociale 3) I vincoli dellinterazione sociale sono sono di tipo contrattuale, e le parti di tipo egemonico; alcuni comandano e implicate scambiano beni e servizi altri obbediscono. Nel caso di una daccordo con norme giuridiche di tipo democrazia sociale, le materiale (Legge). maggioranze condizionano le minoranze. 4) Predomina il concetto tradizionale 4) Predomina il decreto o regolamento di legge in senso materiale, intesa che, indipendentemente dalla sua come norma astratta di contenuto apparenza come legge formale, un generale, che si applica a tutti senza ordine specifico di contenuto concreto eccezioni e senza considerare che costringe ad agire in un nessuna circostanza particolare. determinato modo in circostanze particolari e che non si applica ugualmente a tutti. 5) Le leggi e istituzioni che rendono 5) I decreti e i regolamenti sono possibile il processo sociale non sono emanazioni deliberate del potere state create deliberatamente, ma organizzato, e sono altamente hanno un origine evolutivo e imperfetti ed erronei vista la situazione consuetudinario, e incorporano un di ignoranza inestirpabile nella quale il enorme volume di esperienza e potere si trova sempre in relazione con informazione pratica accumulata nel la societ. corso di generazioni e generazioni. 6) Il processo spontaneo rende 6) Esige che un fine o un insieme di fini possibile la pace sociale, visto che prevalga e si imponga su tutti gli altri tutti gli agenti, allinterno dellambito attraverso il sistema dei decreti. Ci della legge, approfittano della loro genera conflitti e violenze sociali conoscenza pratica ed inseguono i irresolubili e interminabili, che loro fini individuali, cooperando impediscono la pace sociale. pacificamente tra loro e disciplinando spontaneamente il loro comportamenti in funzione degli altri esseri umani che inseguono fini diversi.

7) La libert viene intesa come assenza di coercizione o aggressione (tanto istituzionale come asistematica). 8) Prevale il senso tradizionale della giustizia, che presuppone lapplicazione della legge materiale a tutti senza eccezioni, indipendentemente dai risultati concreti che emergono nel processo sociale. Lunica uguaglianza che si persegue luguaglianza di fronte alla legge, applicata da una giustizia cieca di fronte alle differenze particolari delluomo. 9) Prevalgono le relazioni di tipo astratto, economico e commerciale. I concetti spuri di lealt, solidariet e ordine gerarchico non si tengono in considerazione. Ogni agente disciplina il suo comportamento in base alle norme di diritto materiale e partecipa a un ordine sociale universale, non esistendo per lui n amici n nemici, n vicini n lontani, ma soltanto molteplici esseri umani, la maggior parte di questi sconosciuti, con i quali interagire in modo mutuamente soddisfacente e sempre pi ampio e complesso (senso corretto del termine solidariet).

7) La libert viene intesa come il poter raggiungere i fini concreti che si desiderino in qualsiasi momento (attraverso un semplice atto di volont, decreto o capriccio). Prevale il senso spurio di giustizia nei risultati o giustizia sociale, intesa come uguaglianza nei risultati del processo sociale, al margine di quale sia stato il comportamento (corretto o meno dal punto di vista del Diritto tradizionale) degli individui implicati nello stesso.

9) Nella vita sociale prevale laspetto politico e i legami basici sono di tipo tribale: a) lealt al gruppo e al suo capo; b) rispetto dellordine gerarchico; c) aiutare il prossimo conosciuto (solidariet) e dimenticare o addirittura disprezzare gli altri esseri umani pi o meno sconosciuti, membri di un'altra trib, dei quali si sospetta e che si considerano come nemici (senso spurio e miope del termine solidariet).

Il Socialismo come oppio del popolo Lultimo effetto sistematico del socialismo quello di far s che sia molto difficile che i cittadini scoprano quali siano le conseguenze negative che esso provoca. Il socialismo, per sua propria natura, impedisce il sorgere dellinformazione rilevante necessaria per criticarlo o eliminarlo. Gli agenti, rendendosi conto che viene loro impedito lesercizio creativo della loro azione umana, non sono neppure coscienti che smettono di essere creativi nellambiente istituzionale coercitivo in cui sono immersi.

Come recita il vecchio proverbio occhio non vede, cuore non duole.38 Si crea cos una falsa illusione in cui i diversi agenti identificano lorgano coercitivo con lesistenza di quei beni e servizi che si considerano essenziali per la vita e che apparentemente sono da esso forniti. Non si prende neanche in considerazione che il risultato imperfetto degli ordini coercitivi potrebbe essere ottenuto in un modo molto pi creativo, produttivo ed efficace mediante la libera azione imprenditoriale. Come conseguenza, aumentano lautocompiacimento, il cinismo e la rassegnazione. Solo lesistenza delleconomia sommersa, e la conoscenza di ci che succede in altri regimi meno socialisti, pu portare a scatenare i meccanismi di disobbedienza civile che sono necessari a smantellare, per via evolutiva o rivoluzionaria, il sistema istituzionale e organizzato di coercizione contro lessere umano. Inoltre il socialismo, come tutte le droghe, porta allassuefazione e allirrigidimento, poich come abbiamo visto tende a giustificare dosi sempre pi elevate di coercizione e rende molto doloroso e difficile che gli esseri umani che riescono a rendersi indipendenti da esso possano riacquistare le abitudini e i comportamenti regolari di tipo imprenditoriale non basati sulla coercizione.39 Conclusione: Carattere essenzialmente antisociale del socialismo Se ricordiamo la nostra definizione del concetto di societ data alla fine del capitolo precedente, ora evidente in che senso non ci sia nulla di pi antisociale che il socialismo stesso. In effetti, la nostra analisi teorica ha messo in evidenza come, nella sfera morale, il socialismo corrompa i principi morali che costituiscono le regole di comportamento imprescindibili per mantenere il tessuto sociale, togliendo prestigio alla legge e incitando a violarla, pervertendone cos il concetto e ponendo fine alla giustizia nel senso tradizionale della parola. Nella sfera politica il socialismo tende inevitabilmente al totalitarismo, poich la coercizione sistematica tende a estendersi in tutti gli interstizi della societ, distruggendo la libert e la responsabilit individuale. Sul piano materiale, il socialismo impedisce e, in gran misura, rende difficile la produzione di beni e servizi, e costituisce, pertanto, un impedimento per lo sviluppo economico. Nellarea culturale il socialismo rende difficile la creativit, impossibilitando lo sviluppo e lapprendimento di nuove regole di comportamento e rendendo difficile la scoperta e lintroduzione dellinnovazione. E nel campo scientifico, il socialismo non altro che un errore
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Miguel de Cervantes ( El Quijote, opera citata, Capitolo 67) utilizza la versione Occhi che non vedono, cuore che non si spezza, ed ammissibile anche la forma Occhi che non vedono, cuore che non piange (si veda alle pp. 327-328 del Diccionario de los Refranes, di Juana G. Campos e Ana Barella, Annesso XXX al Boletn de la Real Academia Espaola, Madrid 1975). 39 La situazione da questo punto di vista , se possibile, ancora pi grave nella socialdemocrazia che nel socialismo reale, poich gli esempi e le situazioni alternative che potrebbero aprire gli occhi ai cittadini sono quasi inesistenti, e le possibilit di nascondere gli effetti negativi del socialismo democratico mediante la demagogia e le razionalizzazioni ad hoc sono quasi totali. Perci, caduto il paradiso del socialismo reale, il vero oppio del popolo oggi la socialdemocrazia. In questo senso si vedano le pp. 26-27 del mio Prologo alledizione spagnola del volume I delle Obras Completas de F. A. Hayek (La Fatal Arrogancia. Los Errores del Socialismo, opera citata).

intellettuale, che ha origine nel pensare che la capacit della mente umana sia molto superiore a ci che in realt e che, pertanto, sia possibile ottenere linformazione necessaria per migliorare la societ in modo coercitivo.40 Insomma, il socialismo costituisce lattivit antiumana e antisociale per eccellenza, poich esso si basa sulla coercizione sistematica contro la pi intima essenza dellessere umano: la sua capacit di agire creativamente e liberamente.

7. DIVERSI TIPI E CLASSI DI SOCIALISMO Dopo aver enunciato la definizione teorica di socialismo, aver spiegato perch questo un errore intellettuale e aver studiato le conseguenze teoriche che esso produce, in questo paragrafo analizzeremo i casi particolari pi importanti di socialismo sorti storicamente. Con ci ci proponiamo, in un primo approccio, di collegare la nostra analisi teorica con la realt, utilizzandola per interpretare le caratteristiche particolari pi importanti per ogni tipo di socialismo. Tutti i casi che menzioneremo hanno in comune il fatto di essere sistemi socialisti, cio, di basarsi sistematicamente sullaggressione istituzionale contro il libero esercizio della funzione imprenditoriale. Come vedremo, le differenze tra gli uni e gli altri giacciono non solo nei motivi o nei fini generali che si propongono ma soprattutto nel grado di estensione e profondit con cui si esercita laggressione intellettuale. Il socialismo reale o delle economie di tipo sovietico Questo sistema caratterizzato dalla grande estensione e profondit con cui si esercita laggressione istituzionalizzata sullazione umana individuale e, concretamente, tale aggressione si manifesta sempre al cercar di impedire il libero esercizio della funzione imprenditoriale in rapporto ai cosiddetti beni economici di ordine superiore o fattori materiali di produzione. Fattori materiali di produzione (beni di capitale e risorse della natura) sono tutti quei beni economici che non soddisfano direttamente necessit umane, ma che richiedono lintervento di altri fattori di produzione, e specialmente del lavoro umano, per dar luogo ai beni e servizi di consumo, attraverso un processo produttivo che richiede tempo. Dal punto di vista della teoria dellazione umana, sono fattori materiali di produzione o beni economici di ordine superiore, tutte le tappe intermedie considerate soggettivamente come tali dallagente, nelle quali si plasma un processo di azione prima di giungere al suo fine ultimo. Pertanto ci rendiamo conto del tremendo effetto che ha laggressione istituzionalizzata se questa si estende allarea dei fattori di produzione, poich essa destinata a influenzare, in misura maggiore o minore e in modo sostanziale, tutte le azioni umane. Perci, per molto tempo questo tipo di socialismo stato considerato come il socialismo pi puro o socialismo per antonomasia. Viene anche
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Usando le parole dello stesso F. A. Hayek: On the moral side socialism cannot but destroy the basis of all morals, personal freedom and responsibility. On the political side, it leads sooner or later to totalitarian government. On the material side it will greatly impede the production of wealth, if it does not actually cause impoverishment. Si veda il suo Socialism and Science, in New Studies in Phylosophy, Politics, Economics and the History of Ideas, Routledge, Londra 1978, p. 304.

chiamato socialismo reale e, per molti teorici e pensatori non abituati alla teoria dinamica della funzione imprenditoriale, , di fatto, lunico tipo di socialismo esistente. Per quanto riguarda i motivi, il socialismo di tipo reale si propone, generalmente in modo molto appassionato, non solo di liberare lumanit dalle sue catene, ma anche di ottenere un'uguaglianza nei risultati che si considera lideale per antonomasia della giustizia. Sarebbe molto interessante effettuare uno studio dettagliato delle caratteristiche principali e dellevoluzione di questo primo tipo di socialismo, che attualmente si trova in una situazione di decisa decadenza. Socialismo Democratico o socialdemocrazia Si tratta del tipo pi popolare di socialismo nellattualit. Storicamente nasce come una separazione tattica dal socialismo di tipo reale, distinguendosi da esso per il fatto che si propone di raggiungere il suo obiettivo utilizzando allo scopo i tradizionali meccanismi democratici che si sono formati nei paesi occidentali. In seguito, e soprattutto come conseguenza dellevoluzione della socialdemocrazia in stati come la Germania Occidentale41 e in altri, il socialismo democratico andato gradualmente abbandonando il suo obiettivo di socializzare i mezzi o fattori di produzione, e ponendo sempre maggiore enfasi sullidea di esercitare laggressione sistematica e istituzionalizzata soprattutto nellarea fiscale e con il desiderio di rendere uguali le opportunit sociali e i risultati del processo sociale. necessario sottolineare che, al contrario dellimpressione che il socialismo di stile socialdemocratico vuole suscitare nel pubblico, la differenza tra il socialismo reale e il socialismo democratico non una differenza categorica o di classe, ma solamente una differenza di grado. In effetti, lestensione e la profondit che raggiunge laggressione istituzionale nella socialdemocrazia molto elevata, sia per quel che riguarda il numero di aree e di processi sociali interessati, sia per ci che si riferisce al grado di coercizione effettiva che si esercita sullazione di milioni di esseri umani che si vedono espropriare sistematicamente per via fiscale una parte molto importante dei risultati della loro creativit imprenditoriale, e che allo stesso tempo sono costretti a intervenire tramite decreti e regolamenti in molteplici azioni che non intraprenderebbero volontariamente, o che porterebbero a termine in modo diverso. Anche i motivi che il socialismo democratico si prefigge di solito sono apparentemente nobili, come quello di favorire la redistribuzione del reddito e della ricchezza e di ottenere in generale un migliore funzionamento della societ. Inoltre, questo sistema tende a creare lillusione che, essendo il suo ideale prioritario proprio quello democratico, non esista nessun problema riguardo allaggressione istituzionale, dal momento che essa viene esercitata in ultima istanza da rappresentanti eletti democraticamente dai cittadini. Si nasconde cos che le conseguenze teoriche del socialismo si verificano inesorabilmente, indipendentemente dal fatto che lorganismo direttivo sia costituito o meno da rappresentanti del popolo eletti democraticamente. E il
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Sulla nascita e lo sviluppo della socialdemocrazia nella Germania Occidentale si possono vedere le sagge considerazioni fatte al rispetto da Hans-Hermann Hoppe nel suo A Theory of Socialism and Capitalism, opera citata, Capitolo 4. In particolare le pp. 61-64.

fatto che esistano o meno elezioni democratiche non modifica affatto il basilare problema di inestirpabile ignoranza in cui si trova ogni organismo direttivo incaricato di esercitare la coercizione sistematica. Laggressione, indipendentemente dal fatto che abbia origine o meno in un sistema democratico, si prefigge sempre di impedire in misura maggiore o minore linterazione umana basata sulla funzione imprenditoriale creativa, per cui rende impossibile il coordinamento sociale, e di qui sorgono le altre conseguenze teoriche proprie del socialismo che abbiamo gi analizzato. Il problema basilare che si pone nella convivenza sociale non , pertanto, se essa sia o meno organizzata democraticamente, ma, al contrario, il grado di estensione e profondit con cui si esercita la coercizione sistematica contro la libera interazione umana. In questo senso, lo stesso Hayek chiarisce che, se il cosiddetto ideale democratico implica il porre a disposizione degli organi di rappresentanza popolare un illimitato potere istituzionale di aggressione, in quel senso esso non pu essere considerato democratico. E si schiera a favore di un sistema in cui prevalga, prima di tutto, un limite al potere statale e la sfiducia verso la sua tipica aggressione istituzionale, sostenuto da una serie di organi che si auto compensano, integrati da rappresentanti eletti democraticamente. Sistema politico che egli propone di chiamare demarchia.42 Infine, nel socialismo democratico presente in tutta la sua estensione il concetto di illusione descritto nel paragrafo precedente: essendosi generalizzato questo sistema in misura maggiore o minore in tutti i paesi che non sono a regime di socialismo reale, non esiste un sistema sociale paragonabile che faccia vedere ai cittadini le conseguenze negative dellaggressione istituzionale socialdemocratica e che alimenti, come sta succedendo con il socialismo reale, le necessarie correnti, rivoluzionarie o meno, per il suo smantellamento e la sua riforma. Nonostante tutto ci, a livello popolare si stanno evidenziando sempre pi le conseguenze negative dello Stato aggressore socialdemocratico, grazie agli ultimi progressi sia in campo teorico43 sia in campo pratico (poich di fatto, e nonostante i molteplici tentativi
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F.A. Hayek, The political Order of a Free People, volume III di Law, Legislation and Liberty, opera citata, pp. 38 a 40. Hayek afferma esplicitamente a p. 39: Though I firmly believe that government ought to be conducted according to principles approved by a majority of the people, and must be so run if we are to preserve peace and freedom, I must frankly admit that if democracy is taken to mean government by the unrestricted will of the majority I am not a democrat, and even regard such government as pernicious and in the long run unworkable (il corsivo nostro). Di seguito, Hayek giustifica il suo ripudio del termine democrazia affermando che la radice greca kratos viene dal verbo kratein e convoglia unidea di forza bruta o mano dura che incompatibile con lesercizio del governo democratico sottoposto alla legge, definita in senso materiale, e applicabile a tutti allo stesso modo (isonomia ). 43 Ci riferiamo concretamente ai principali contributi della Escuela de la Eleccin Pblica (Scuola Della Scelta Pubblica) e alla Teora del Intervencionismo (teoria dellInterventismo) sviluppata dalla Scuola Austriaca. A tale proposito bisogna riportare qui i commenti e la bibliografia citati nella nota 26 di questo capitolo. Un riassunto dettagliato dei motivi per cui la gestione pubblica e burocratica destinata al fallimento bench la sua base sia democratica lo si pu trovare nel mio articolo Derechos de Propriedad y Gestin Privada de los Recursos de la Naturaleza (Diritti di Propriet e Gestione Privata delle Risorse Naturali), in Cuadernos del Pensamiento Liberal, n. 2, marzo 1986, Unin Editorial, Madrid pp. 13-30, riportato nelle mie Lecturas de Economa Poltica, volume III, Unin Editorial, Madrid 1987, pp. 25 a 43.

fatti, la socialdemocrazia non stata in grado di mantenere una perfetta calma di fronte al fallimento del socialismo reale), e il tutto fa s che in un numero sempre maggiore di societ si stiano cominciando certe tendenze, gi pi o meno consolidate, volte a diminuire larea e la profondit della coercizione sistematica che parte sostanziale della socialdemocrazia. Socialismo conservatore o di destra Possiamo definire il socialismo conservatore o di destra quello che utilizza laggressione istituzionale per mantenere lo status quo sociale e le situazioni di privilegio ottenute da determinate persone o gruppi di persone. Lobiettivo essenziale del socialismo di destra , pertanto, quello di mantenere le cose cos come stanno, impedendo che il libero esercizio della funzione imprenditoriale e della azione umana creativa possano scombinare lo schema prestabilito di organizzazione sociale. Per raggiungere questo obiettivo, il socialismo di destra ricorre allaggressione sistematica e istituzionalizzata a tutti i livelli necessari. In questo senso non esiste altra distinzione tra il socialismo conservatore e il socialismo democratico se non quella dei diversi motivi che ispirano luno o laltro e dei diversi gruppi sociali che luno o laltro intendono privilegiare. Il socialismo conservatore o di destra si caratterizza anche per il suo accentuato paternalismo, inteso come il tentativo di congelare il comportamento degli esseri umani assegnando loro dei ruoli che, come produttori o consumatori, sono considerati adeguati dallorgano di controllo conservatore. Inoltre, in questo tipo di socialismo, si cerca generalmente di imporre con decreti determinati comportamenti che si considerano morali o religiosi.44 In stretta relazione con il socialismo conservatore o di destra troviamo il cosiddetto socialismo militare, che viene definito da Mises come quel socialismo in cui tutte le istituzioni vengono fondate con il fine di fare la guerra, e in cui la scala di valori per determinare lo status sociale e la rendita dei cittadini si basa, in modo esclusivo o preferenziale, sulla posizione che ciascuno di loro occupa in rapporto alle forze armate.45 Allo stesso modo si possono considerare classi del socialismo conservatore o di destra il socialismo gremiale e il socialismo agrario, che si propongono, rispettivamente, di organizzare la societ sulla base di una struttura gerarchica di maestri, gestori,

Hans-Hermann Hoppe il teorico che ha spiegato in modo pi brillante il socialismo conservatore o di destra. Vedere A Theory of Socialism and Capitalism, opera citata, Capitolo V. 45 Ludwig von Mises, Socialism, An Economic and Sociological Analysis, Liberty Press, Indianapolis 1981, p. 220 (Traduzione in inglese di J. Kahane dallopera Die Gemeinwirtshaft:Untersuchungen ber den Sozialismus, pubblicata da Gustav Fischer a Jena nel 1922). Esiste una traduzione in spagnolo di Luis Montes de Oca pubblicata con il titolo Socialismo. Anlisis Econmico y Sociolgico, 3 edizione, Western Books Foundation, New York 1989. Mises sottolinea come il socialismo militare non possa competere sul suo terreno bellico con quelle societ nelle quali si pu esercitare lattivit imprenditoriale creativa, e di fatto riporta come il grande impero militare comunista degli Incas fu distrutto molto facilmente da un manipolo di spagnoli (pp. 222223).

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capoccia, ufficiali e operai o dividere con la forza la terra tra determinati gruppi sociali.46 Infine, necessario mettere in risalto come il conservatorismo sia una filosofia contraria a qualsiasi innovazione e creativit, ancorata nel passato, che diffida di tutto quello che possono creare i processi di mercato, ed essenzialmente opportunista e orfana di principi generali, per cui tende a raccomandare che lesercizio della coercizione istituzionale venga affidato al criterio ad hoc di governanti saggi e buoni. Insomma, il conservatorismo una dottrina oscurantista che ignora completamente, in generale, come funzionano i processi sociali mossi dallimprenditoralit e, in particolare, qual il problema di ignoranza inestirpabile da47 cui si trovano sommersi tutti i suoi governanti. Lingegneria sociale o socialismo scientista48 Il socialismo scientista quello patrocinato dagli scienziati e intellettuali che credono che, per il fatto di disporre di uninformazione o di conoscenze articolate superiori a quelle del resto dei cittadini, sono autorizzati a consigliare e a guidare luso sistematico della coercizione a livello sociale. Il
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Sul socialismo gremiale e quello agrario si pu consultare Mises, Socialism, op.cit., pp.229 a 232 e 236 a 237. 47 F.A. Hayek, Por qu no soy conservador, post scriptum aggiunto a Los Fundamentos de la Libertad, opera citata, pp. 417 a 430 (traduzione di Why I am not conservative, The Constitution of Liberty, opera citata, pp. 397-411). 48 La nostra Real Academia non riconosce lesistenza del termine cientismo, che noi utilizziamo. Il termine pi simile che possiamo trovare nel suo dizionario cientificismo che nella sua 5 accezione definito come La tendenza a dare eccessivo valore alle nozioni scientifiche o presumibilmente scientifiche. Gregorio Maran, anche se in qualche occasione ha utilizzato pure il termine cientismo, sembra propendere definitivamente per il termine cientificismo, che considera come una caricatura della scienza e definisce come lo sfoggio eccessivo di una scienza che non si possiede, concludendo che il quid che lo scientificismo sta da una categoria dogmatica, eccessiva e acritica, a tutto il suo vasto sapere, abusando della sua posizione e del suo credito, per mettere d accordo, discepoli e ascoltatori, con ruote di mulino (il corsivo nostro, non di Maran). Si veda La Plaga del Cientificismo, capitolo XXXII di Cajal: Su Tiempo y el Nuestro, volume VII delle sue Obras Completas, Espasa Calpe, Madrid 1971, p. 360-361. Ciononostante, riteniamo che il termine cientismo sia pi esatto che cientificismo, poich, di fatto, si riferisce pi a un abuso della scienza per se che a una forma abusiva di fare scienza (cientifico viene dal latino: scientia, scienza e facere, fare). Da parte sua, il termine scientism si utilizza in inglese per designare lindebita applicazione dei metodi propri delle scienze naturali, della fisica e della tecnica e ingegneria al campo delle scienze sociali (A thesis that the methods of the natural sciences should be used in all areas of investigation including philosophy, the humanities, and the social sciences, si veda il Websters Third New International Dictionary of the English Language Unabridged, volume III, p. 2033, G .&G. Merriman, Chicago 1981). Infine, Manuel Seco, nel suo noto Diccionario de Dudas y Dificultades de la Lengua Espaola (Espasa Calpe, 9 ed., Madrid 1990, p. 96) ritiene che non ci sia niente da obiettare in quanto alla maneggevolezza dei termini ciencismo e ciencista, che noi comunque consideriamo inferiori a cientismo e cientista, poich questi ultimi si costruiscono partendo dal termine latino scientia (e non in base alla parola spagnola ciencia), che la radice anche delle corrispondenti espressioni francese e inglese.

socialismo scientista particolarmente pericoloso, visto che legittima gli altri tipi di socialismo da un punto di vista intellettuale, e di solito va particolarmente daccordo sia con il socialismo democratico sia con il dispotismo illuminato proprio del socialismo di destra. Trae origine dalla tradizione intellettuale del cosiddetto razionalismo cartesiano o costruttivista, secondo la quale la ragione dellintellettuale pu tutto, e, concretamente, ha creato o inventato deliberatamente tutte le istituzioni sociali, per cui pu modificarle e pianificarle a suo piacimento. Questo razionalismo non riconosce, pertanto, limiti alle possibilit della ragione umana e, ossessionato dagli impressionanti progressi nel campo delle scienze naturali, della tecnica e dellingegneria, si propone di usare gli stessi metodi nellarea sociale, costruendo uningegneria sociale che sia capace di organizzare la societ in un modo pi giusto ed efficiente. Il principale errore in cui incorre lintellettuale socialista o lingegnere sociale scientista quello di supporre che si possa arrivare a osservare, articolare, immagazzinare e analizzare in modo centralizzato con mezzi scientifici linformazione pratica dispersa che gli agenti creano e trasmettono costantemente nel processo sociale. O, detto in altro modo, lo scientista crede di potersi e doversi situare al livello superiore dellorganismo direttivo socialista, in virt della sua maggiore conoscenza e della sua situazione di superiorit intellettuale rispetto al resto dei cittadini, e che tutto questo lo autorizzi a coordinare la societ basandosi su mandati e regolamenti di tipo coercitivo.49
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Questa comune arroganza dellintellettuale socialista illustrata perfettamente dalla leggenda secondo la quale Alfonso X Il Saggio fu cos insolente e arrogante per la grande conoscenza che aveva delle scienze umane, e per i segreti della natura che conosceva, che arriv a dire in sprezzo alla provvidenza e alla somma sapienza del Creatore universale che se lui fosse stato tra i suoi consiglieri al tempo della creazione del mondo, e di ci che in esso contenuto, e si fosse trovato con lui, alcune cose sarebbero state fatte meglio di come furono fatte, e altre non sarebbero nemmeno state fatte o sarebbero state modificate o corrette. Secondo la leggenda, questa blasfemia del Re fu castigata con una terribile tempesta di fulmini, tuoni e vento che incendi lAlcazar di Segovia, dove dimorava il Re con la sua corte, incendio in cui ci furono molti morti e feriti e nel quale lo stesso Re si salv miracolosamente, pentendosi poi del suo smisurato orgoglio. Questa grande tempesta estiva che incendi LAlcazar di Segovia e quasi cost la vita al Re scoppi il 26 agosto del 1258 e, pertanto, un fatto storico rigorosamente constatato. Si veda al rispetto la magnifica opera biografica su Alfonso X El Sabio, di Antonio Ballesteros Beretta, Edizioni El Albir, Barcellona 1984, pp. 209-211, dove si valutano criticamente tutte le versioni di questa leggenda e il suo nesso con i fatti a essa relativi che si sono potuti contestare storicamente. Bench sembri che questa leggenda sia apocrifa, non c dubbio che il carattere scientista del re Saggio si manifest almeno nelle rigorose disposizioni per controllare e fissare i prezzi che aveva infruttuosamente stabilito per impedire la loro naturale e inevitabile crescita, che peraltro egli stesso aveva causato svalutando sistematicamente la moneta; come pure nel suo tentativo, fallito anchesso, di sostituire il tradizionale diritto di successione di Castiglia con il diritto di Las Partidas, considerato pi scientifico, cosa che lo mise contro suo figlio e futuro re, Sancho, dando luogo a una guerra civile che amareggi gli ultimi anni della sua esistenza. Un altro personaggio storico che illustra alla perfezione il fallimento del costruttivismo scientista in materia sociale quello del Conte-Duca de Olivares, Favorito del re Felipe IV e massimo responsabile dei destini dellImpero spagnolo durante gran parte del suo regno. La buona fede, la capacit di lavoro e gli sforzi fatti dal Conte-Duca furono tanto smisurati quanto fallimentari. In effetti, il principale difetto del Conte-Duca fu che per temperamento, desiderava organizzare tutto, e che non poteva resistere allambizione

Il razionalismo cartesiano non altro che un falso razionalismo nella misura in cui non riconosce i limiti propri della ragione umana.50 Cade nel gravissimo errore intellettuale, valutato particolarmente per il fatto che proviene da esseri umani che si suppone godano di una maggiore informazione intellettuale e che per tanto dovrebbero essere pi umili al momento di valutare le proprie possibilit, di supporre che le norme e le istituzioni sociali che rendono possibile il processo di interazione umana siano un risultato cercato di proposito, creato e disegnato dalluomo. Non capiscono che quelle istituzioni e quelle norme possono essere il risultato di un processo evolutivo in cui, lungo un periodo molto ampio di tempo, sono intervenuti milioni e milioni di uomini, ciascuno di loro apportando la loro piccola eredit di informazione ed esperienza pratica generata lungo tutto il processo sociale. Proprio per questo non possibile che queste istituzioni siano il risultato di una creazione deliberata della mente umana, che non ha la capacit necessaria per assumere tutta linformazione o la conoscenza pratica che tali istituzioni contengono. Hayek ha fatto riferimento alla sequela di errori in cui cadono tutti gli scienziati socialisti, e che egli riassume nei seguenti quattro: 1) lidea che non sia ragionevole seguire un corso di azione che non si pu giustificare scientificamente o provare per mezzo dellosservazione empirica; 2) lidea che non sia ragionevole seguire un corso di azione che non si capisce (per il suo carattere tradizionale o di abitudine o di usanza); 3) lidea che non sia ragionevole seguire un determinato corso di azione a meno che il suo proposito non sia stato esplicitamente specificato a priori (in questo grave errore sarebbero incappati intellettuali del calibro di Einstein, Russel e lo stesso Keynes); e 4) lidea, intimamente legata alle precedenti, che non sia ragionevole intraprendere nessun corso di azione a meno che i suoi effetti non siano stati completamente previsti in precedenza, che siano ritenuti benefici da un punto di vista utilitaristico e che siano pienamente osservabili una volta che si intraprenda lazione.51 Questi sono i quattro errori di base che commette lintellettuale socialista, e tutti sono dovuti allerrore fondamentale di considerare
di dominare tutte le sfere della vita sociale. Egli stesso, nella tappa finale del suo governo, giunse addirittura ad esprimere il suo profondo scoraggiamento nel vedere che qualsiasi rimedio si tentasse di porre produceva esattamente leffetto contrario a quello che si cercava, anche se non riusc mai a capire che quel risultato non era altro che la conseguenza naturale e inesorabile del cercare di controllare e organizzare con la forza tutta la Societ, per cui non attribu mai la situazione disastrosa in cui lasci la Spagna alla sua gestione, ma alla collera di Dio per la depravazione morale dellepoca. Si veda il magnifico studio di J.H. Elliot, El Conde-Duque de Olivares, Edit. Crtica, Barcellona 1990, e soprattutto le pp.296 e 388. 50 F. A. Hayek, Kinds of Rationalism, in Studies in Philosophy, Politics and Economics, Simon and Schuster, New York 1967, pp.82 a 95. 51 F. A. Hayek The Fatal Conceit: The Errors of Socialism, opera citata, pp. 61 e 62. Lutilitarismo si basa in modo identico sullo stesso errore intellettuale del socialismo, dal momento che ritiene che lo scienziato utilitarista disporr dellinformazione necessaria, in relazione ai benefici e ai costi, per prendere decisioni obiettive. Tuttavia, dato che tale informazione non disponibile in modo centralizzato, lutilitarismo impossibile come filosofia politico-sociale, per cui non rimane altro rimedio che agire allinterno della legge e dei principi stabiliti del comportamento (morale). Inoltre, e anche se sembra paradossale, data lignoranza profondamente radicata dellessere umano, non c nulla di pi utile e pratico che agire in base a principi, rinunciando a qualsiasi utilitarismo ingenuo e miope.

che linformazione pratica che creano e utilizzano gli osservatori possa essere imparata, analizzata e migliorata in modo scientifico dallosservatore intellettuale. Daltra parte, ogni volta che lingegnere sociale crede di scoprire una contraddizione o uno scompenso nel processo sociale e giustifica o consiglia scientificamente lintroduzione di un determinato mandato che implichi una coercizione o unaggressione istituzionalizzata volta a risolvere tale scompenso, commette, in aggiunta, altri quattro tipi di errore, 1) quello di non rendersi conto che con tutta probabilit la sua osservazione riguardo al problema sociale scoperto sbagliata, per il fatto di non aver potuto incorporare tutta linformazione pratica rilevante 2) per il fatto di ignorare che, se di fatto tale scompenso esiste, la cosa pi probabile che siano gi stati messi in atto i processi spontanei di tipo imprenditoriale che tenderanno a eliminarlo, con una rapidit ed efficacia molto maggiori di quelle del mandato coercitivo proposto; 3) che se prevale il consiglio dello scienziato e si procede allaccordo sociale per via coercitiva, la cosa pi probabile che quella tipica manifestazione del socialismo fermi, impedisca o renda impossibile il necessario processo imprenditoriale della scoperta e delleliminazione dello scompenso, per cui il decreto dellingegneria sociale, invece di risolvere il problema posto lo render ancora pi grave, rendendo impossibile la sua eliminazione; e 4) lintellettuale socialista ignora in modo specifico che, come conseguenza del suo modo di agire, si modificher tutto il contesto di riferimento per lesercizio dellazione umana e della funzione imprenditoriale, rendendole superflue e perverse, e orientandole, come abbiamo visto, verso aree nelle quali normalmente non dovrebbero intervenire (corruzione, acquisto di favori dal governo, economia sommersa, ecc).52 Infine, necessario aggiungere che lingegneria sociale si basa su unerronea concezione metodologica della scienza delleconomia e della societ, basata sullo studio esclusivo degli stadi finali di equilibrio, e sullarrogante presunzione che tutta linformazione necessaria sia data e sia disponibile a favore dello scienziato, presupposti e caratteristiche, questi, che, in pratica, sono riusciti a impregnare, rendendola inutile, la maggior parte dellanalisi economica sviluppata ai nostri giorni.53

Altri tipi di socialismo (cristiano-solidale, sindacalista, ecc.) Il socialismo di tipo solidale o cristiano sorge quando, giudicando negativamente da un punto di vista morale determinati risultati del processo sociale, si giustifica luso istituzionale e sistematico della coercizione per
Devo queste quattro considerazioni critiche alle raccomandazioni pseudo-scientifiche a favore dellesercizio della coercizione da parte dellingegnere sociale a Israel M. Kirzner, The Perils of Regulation: A Market Process Approach, in Discovery and The Capitalist Process, opera citata, pp. 136 a 145. 53 Norman P. Barry,The Invisible Hand in Economics and Politics. A Study in the Two Conflicting Explanations of Society: End-States and Processes, Institute of Economic Affairs, Londra 1988. Nei prossimi capitoli avremo lopportunit di vedere come i teorici scientisti ancorati nellequilibrio siano stati incapaci di capire largomento misiano sullimpossibilit del calcolo economico nelle economie socialiste, e studieremo anche, come uno dei sottoprodotti pi importanti di tale polemica, le inconsistenze metodologiche dellanalisi economica moderna basata sullequilibrio.
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modificare tali situazioni di ingiustizia. In questo senso, non esiste alcuna differenza tra il socialismo cristiano basato sulla santa coercizione e gli altri tipi di socialismo che abbiamo gi analizzato, e se ora segnaliamo questultimo a parte, per i diversi motivi di tipo pi o meno religioso che lo giustificano. Unaltra caratteristica tipica del socialismo cristiano che si basa su una totale mancanza di conoscenza di come funzionano i processi sociali mossi dalla forza dellimprenditorialit. Nei giudizi morali emessi prevale prima di tutto una vaga idea della solidariet con il prossimo o vicino, senza capire che il processo sociale di interazione umana rende possibile lo sviluppo della civilizzazione non solo per i vicini, ma anche per i lontani e sconosciuti, in modo spontaneo e attraverso un processo in cui gli uni e gli altri collaborano cercando di raggiungere i loro fini particolari pur senza conoscersi. Infine, il socialismo cristiano non considera moralmente negativa la coercizione, se questa rivolta al conseguimento di fini moralmente superiori. Tuttavia, la coercizione sistematica, anche se santa, non cessa di essere coercizione antiumana e, pertanto, non altro che socialismo con tutte le conseguenze analitiche che gli sono proprie e che abbiamo gi enumerato.54 Da parte sua, il socialismo sindacalista vuole esercitare, in forma sistematica e istituzionale, la coercizione per creare una societ in cui i lavoratori siano i proprietari diretti dei mezzi di produzione. Questo socialismo, a volte definito autogestionista, non cessa di essere socialismo nella misura in cui ricorre a un uso generalizzato e sistematico della coercizione e, pertanto, riproduce tutte le caratteristiche e conseguenze del socialismo gi analizzate in questo capitolo. Tuttavia, il socialismo sindacalista d luogo, per di pi, a forme particolari di scoordinamento che non compaiono in altri tipi di socialismo, specialmente se non si limita a una semplice ridistribuzione della ricchezza, ma cerca di permanere come sistema economico e sociale duraturo. Queste tipiche particolarit sono state analizzate teoricamente con una certa profondit, e le conclusioni della teoria si sono viste perfettamente illustrate dai pochi casi storici in cui, come in Yugoslavia, si effettivamente voluto mettere in pratica il socialismo sindacalista.55

8. CRITICA DEI CONCETTI ALTERNATIVI DI SOCIALISMO Il concetto tradizionale e il processo di formazione del nuovo concetto

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Sul socialismo cristiano particolarmente importante il libro Religion, Economics and Social Thoughts, edito da Walter Block e Irwing Hexham e pubblicato dal Fraser Institute, Vancouver, Canada 1989. E anche le pp. 223 a 226 del libro di Mises Socialism gi citato. 55 Sul socialismo sindacalista, in generale, e sul suo tentativo di applicazione nel caso iugoslavo, in particolare, si pu consultare Svetozar Pejovich, The Case of SelfManagement in Yugoslavia, in Socialism: Institutional, Philosopical and Economic Issues, Kluwer Academic Publishers, Dordrecht 1987, pp. 239-249 e la bibliografia l citata. E anche E. Furubotn e S. Pejovich, Property Rights, Economic Decentralization, and the Evolution of the Yugoslavian Firm, Journal of Law and Economics, n. 16, 1973, pp.275-302.

Tradizionalmente si definito il socialismo come quel sistema di organizzazione sociale basato sulla propriet statale dei mezzi di produzione.56 Questa definizione, che praticamente coincide con la definizione di socialismo reale data precedentemente, per molto tempo stata la pi diffusa per ragioni di tipo storico e politico, ed stata la definizione utilizzata originariamente da Mises nel suo trattato critico sul socialismo del 1922.57 In seguito, stata considerata da lui stesso e dal resto della scuola come punto di riferimento per tutta la successiva polemica sullimpossibilit del calcolo economico socialista che avremo lopportunit di studiare dettagliatamente nei prossimi capitoli. Tuttavia, fin dalle sue origini, questa definizione tradizionale di socialismo dimostra di essere assai poco soddisfacente. Da un lato, per il suo evidente carattere statico, dato che viene enunciata in funzione dellesistenza o meno di una determinata istituzione giuridica (il diritto di propriet) in rapporto a una specifica categoria economica (i mezzi di produzione). Di modo che utilizzare questa definizione di socialismo richiede, prima di tutto, di spiegare che cosa si intende per diritto di propriet e quali implicazioni ha tale concetto nellarea delleconomia. Inoltre, la stessa polemica sullimpossibilit del socialismo ha messo in evidenza come i diversi scienziati in essa implicati avessero tra loro serie difficolt di comunicazione, proprio per il diverso significato e per il diverso contenuto che consideravano impliciti nel loro concetto di diritto di propriet. Infine, la definizione tradizionale sembra escludere dal suo ambito linterventismo e la regolazione economica che, pur non esigendo una completa statalizzazione dei mezzi di produzione, produce degli effetti di scoordinamento qualitativamente molto simili. Per tutti questi motivi, sembra molto conveniente continuare a cercare e trovare una definizione di socialismo che sia alla radice stessa della sua essenza, pi libera possibile da concetti che potessano prestarsi a interpretazioni equivoche e che, cos come i processi sociali ai quali si deve applicare, abbia un mercato di carattere dinamico. Daltra parte, una delle conseguenze pi importanti della stessa polemica sullimpossibilit del calcolo economico socialista stato lo sviluppo e il perfezionamento da parte degli economisti della Scuola Austriaca (Mises, Hayek, e soprattutto Kirzner) di una teoria della funzione imprenditoriale in cui questa appare come la forza protagonista e creatrice di tutti io processi sociali. La scoperta che proprio linnata capacit imprenditoriale delluomo, attraverso la sua azione creativa, a rendere possibile la vita in societ, scoprendo le disparit sociali e creando e trasmettendo linformazione necessaria perch ciascun agente impari a disciplinare il proprio comportamento in funzione del resto dei suoi consimili, ha indicato definitivamente la via per la quale si dovrebbe dirigere lelaborazione di un concetto di socialismo veramente scientifico.

Effettivamente, il Diccionario della Real Academia definisce letteralmente il socialismo come il sistema di organizzazione sociale ed economica basato sulla propriet e amministrazione collettiva e statale dei mezzi di produzione. 57 Per Mises, the essence of socialism is this: all means of production are in the exclusive control of the organized community. This and this alone is socialism. All other definitions are misleading. Ludwig von Mises, Socialism, opera citata, p.211. Per i motivi che abbiamo evidenziato nel testo, crediamo che Mises si sia sbagliato quando ha fatto questa affermazione cos drastica.

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Il successivo passo importante nel processo di formazione di una definizione adeguata di socialismo stato fatto da Hans- Hermann Hoppe nel 1989.58 Hoppe ha messo in evidenza che la caratteristica essenziale del socialismo quella di basarsi su unaggressione o interferenza istituzionalizzata contro il diritto di propriet. La sua definizione pi dinamica e, pertanto, molto pi operativa della definizione tradizionale. Qui ormai non si tratta se esistano o meno diritti di propriet, ma se si eserciti istituzionalmente, cio in modo ripetitivo e organizzato, la coercizione o violenza fisica contro i diritti di propriet. Bench consideriamo la definizione di Hoppe un importante passo avanti, tuttavia non ci sembra ancora completamente soddisfacente, poich, da un lato, esige di specificare o definire ab initio che cosa si intenda per diritto di propriet e, dallaltro, in essa non si menziona affatto lesercizio della funzione imprenditoriale come protagonista di tutti i processi sociali. Combinando lintuizione di Hoppe, nel senso che tutto il socialismo implica lutilizzazione sistematica della coercizione, con gli ultimi apporti della teoria della funzione imprenditoriale dovuti al Professor Kirzner, giungiamo alla conclusione che la definizione pi adeguata di socialismo quella che stata proposta e utilizzata in questo capitolo, e secondo la quale socialismo ogni sistema organizzato di aggressione istituzionale contro la funzione imprenditoriale e lazione umana. Questa definizione ha il vantaggio, in primo luogo, di essere facilmente comprensibile a tutti, senza la necessit di esigere a priori una minuziosa spiegazione riguardo a ci che si intende per diritto di propriet e quale debba essere il suo contenuto. Chiunque capisce che lazione umana pu essere o meno aggressiva e che, anche se non lo , o se si limita specificamente a difendersi da aggressioni esterne di tipo arbitrario o asistematico, quella azione resta comunque la manifestazione pi intima e tipica dellessere umano e, pertanto, qualcosa di completamente legittimo che necessario rispettare. Riteniamo dunque che la nostra definizione di socialismo sia la pi adeguata perch viene impostata entro i termini dellazione umana e pertanto della pi intima essenza delluomo. Inoltre, il socialismo viene concepito come unaggressione istituzionalizzata proprio contro quelle forze che rendono possibile la vita in societ, e in questo senso laffermazione che non c niente di pi antisociale del sistema socialista stesso solo apparentemente paradossale. Il mettere in evidenza questa realt uno dei principali pregi della definizione di socialismo che proponiamo. Senza alcun dubbio, il processo di interazione sociale libero da aggressioni esige il compimento di tutta una serie di norme, regole o abitudini di condotta. Linsieme di tutte loro costituisce il diritto in senso materiale, cio, la cornice entro la quale si possono portare pacificamente a termine le azioni umane. Per il diritto non qualcosa di precedente allesercizio dellazione umana, ma un risultato evolutivo e consuetudinario dello stesso processo sociale di interazione. Perci, in accordo con la nostra definizione, il socialismo non un sistema di aggressione istituzionale contro una conseguenza evolutiva della funzione imprenditoriale (il diritto di propriet), ma un sistema di aggressione contro lazione umana o la stessa funzione imprenditoriale. La nostra definizione di socialismo permette di
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Hans-Hermann Hoppe, A Theory of Socialism ans Capitalism, opera citata, p. 2. Hoppe afferma che socialism, by no means an invention of XIXs century Marxism but much older, must be conceptualized as an institutionalized interference with or aggression against private property and private property claims.

mettere direttamente in relazione la teoria della societ con una teoria sul diritto, sulla sua nascita, il suo sviluppo e la sua evoluzione. E, inoltre, perfettamente compatibile con il fatto che, sul piano teorico, consideriamo che i diritti di propriet sorgano dal processo sociale non coercitivo, quali siano i diritti di propriet giusti, e fino a che punto il socialismo sia o meno ammissibile eticamente. Socialismo e interventismo Un altro vantaggio della definizione di socialismo che abbiamo proposto che essa ingloba al suo interno il sistema sociale basato sullinterventismo. In effetti, sia che si consideri linterventismo come una tipica manifestazione del socialismo, sia, come pi comune, come un sistema intermedio tra il socialismo reale e il processo sociale libero,59 evidente che, poich ogni misura interventista consiste in una aggressione alle istituzioni coercitivamente esercitata in una determinata area sociale, linterventismo, indipendentemente da quale sia il suo grado, la sua classe o la sua motivazione, socialismo dallottica della nostra definizione e, pertanto, dovr inesorabilmente produrre tutti gli effetti di scoordinamento analizzati dettagliatamente in questo capitolo. Lequiparazione dei termini socialismo e interventismo, lungi dallessere un ampliamento ingiustificato dei significati che quei termini abitualmente portano con s, unesigenza analitica della teoria dei processi sociali basati sulla funzione imprenditoriale. In effetti, al principio i primi teorici della Scuola Austriaca che si sono occupati dellinterventismo lo hanno considerato come una categoria concettuale diversa dal socialismo, ma man mano che andava avanzando la polemica sullimpossibilit del calcolo economico socialista le frontiere tra i due hanno perso poco a poco i loro contorni, fino a giungere ai tempi attuali, nei quali divenuto evidente per coloro che coltivavano la teoria della funzione imprenditoriale che non esiste alcuna differenza qualitativa tra il socialismo e linterventismo,60 anche se si pu ammettere che nelluso
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Questo senso quello derivato dalla 2 accezione che compare per il termine interventismo nel Diccionario della Real Academia Espaola: sistema intermedio tra lindividualismo e il collettivismo che affida allazione dello Stato la direzione e il sostegno, nella vita del paese, delliniziativa privata. Tuttavia, il dizionario si contraddice con questa accezione basata sul carattere intermedio dellinterventismo e adotta una posizione estremamente vicina a quella che abbiamo esposto nel testo quando leggiamo che lo stesso dizionario si riferisce al socialismo come alla regolazione da parte dello Stato delle attivit economiche e sociali, e della distribuzione dei beni, definizione, questa, molto vicina a quella dellinterventismo data dal suddetto dizionario, e che ci d limpressione che, dal suo punto di vista, consideri entrambi i termini socialismo e interventismo- quasi sinonimi. 60 Cos, per esempio, Don Lavoie ha recentemente concluso che, in relazione allinterventismo, it can be shown to be self-defeating and irrational on much the same grounds on which Mises pronounced complete central planning impossible piecemeal government interference into the price system must be seen as similarly obstructive of this same necessary discovery procedure, and therefore as distortive of the knowledge which it generates. Thus the calculation argument may be used to explain many of the less-than-total failures resulting from government tinkering with the price system, in fundamentally the same way that it explains the utter economic ruin inevitably resulting from the attempted abolition of the price system. Vedere Introduction, The Journal of Libertarian Studies, volume V, n. I, inverno 1981, p. 5.

colloquiale luno e laltro termine si utilizzino per riferirsi ai diversi gradi in cui si pu manifestare una stessa realt. Inoltre, la definizione di socialismo proposta permette alla scienza di svolgere limportante compito di smascherare i tentativi, molto abituali al giorno doggi in molteplici ambiti politici, sociali e culturali, di cercare di immunizzare linterventismo dai naturali e inevitabili effetti che su di esso necessariamente ha lo sgretolamento economico, sociale e politico di quello che non altro che il suo pi vicino antecedente e ispiratore intellettuale: il socialismo reale. Socialismo reale e interventismo sono, al massimo, solo due manifestazioni di diverso grado di intensit di una stessa realt coercitiva e istituzionale, e condividono integralmente lo stesso essenziale errore intellettuale e le stesse perniciose conseguenze sociali.61 Linutilit dei concetti idilliaci di socialismo Risulta inutile definire il socialismo basandosi su valutazioni idilliache di tipo soggettivo. Questo tipo di definizioni, che fin dallinizio sono state preponderanti, non sono mai scomparse completamente e recentemente hanno acquisito nuovo impulso come un sottoprodotto dello smantellamento del socialismo reale e del tenace desiderio di molti intellettuali di salvare dal rogo almeno un concetto idilliaco del socialismo che potesse mantenere una qualche attrattiva popolare. Non raro, pertanto, rincontrare definizioni che identificano il socialismo con larmonia sociale, lunione armoniosa delluomo con la natura,62 o la semplice massimizzazione del benessere
Da parte sua, in varie occasioni Israel Kirzner si riferito al parallelismo esistente tra il socialismo e linterventismo. Si veda il suo Interventionism and Socialism: A Parallel in The Perils of Regulation: A Market-Process Approach, Capitolo 6 di Discovery and the Capitalist Process, opera citata, p.121 e seguenti. Dobbiamo criticare lidea, difesa anche da Mises in alcune occasioni, che il calcolo economico sia possibile nel sistema interventista, dal momento che tale calcolo impossibile proprio nelle aree in cui si intervenuti, e se in generale si possono fare dei calcoli perch il sistema non estende il suo intervento a tutta la societ (e con il grado che caratterizza il socialismo reale). 61 La nostra definizione di socialismo non , daltro canto, cos ampia come quella proposta da Alchian, secondo la quale Government is socialism, by definition, dal momento che questo autore conclude che almeno un minimo di socialismo imprescindibile per il mantenimento di uneconomia di mercato. In primo luogo, perch come abbiamo gi messo in evidenza (si veda la precedente nota 2), non si pu considerare incluso nel concetto di socialismo il minimo imprescindibile di coercizione istituzionale necessario per prevenire e correggere gli episodi isolati di coercizione asistematica. E in secondo luogo, perch non chiaro per quale motivo quel minimo debba essere fornito per forza da unorganizzazione monopolista di tipo statale. Armen Alchian e William R.Allen, University Economics, Elements of Inquiry, Wadsworth Publishing, Belmont, California, 3 Edizione, 1971, pp. 627-628. 62 Si veda un riferimento a queste definizioni idilliache nellarticolo di Alec Nove Socialism nel volume 4 di The New Palgrave. A Dictionary of Economics, Macmillan Press, Londra 1987, p.398. Nove conclude con una definizione tradizionale di socialismo secondo la quale a society may be seen to be a socialist one if the major part of the means of production of goods and services are not in private hands, but are in some sense socially owned and operated, by state, socialized or cooperative enterprises. Incidentalmente, Nove rivela alla p. 407 di questo stesso articolo di non capire o conoscere affatto la teoria dinamica della funzione imprenditoriale, poich

sociale.63 Tutte queste definizioni mancano di contenuto se non permettono di spiegare se lautore che le propone vuole giustificare o meno lesercizio sistematico della coercizione istituzionale contro il libero interagire umano. Pertanto, sar necessario evidenziare in ciascun caso quando ci troviamo davanti a un semplice e rozzo opportunismo o davanti al desiderio deliberato di mascherare sotto un bel trucco laggressione istituzionale, o, semplicemente, di fronte a casi di confusione intellettuale e mancanza di idee chiare. Si potr un giorno riabilitare il termine socialismo? Anche se non impossibile, risulta molto dubbio e altamente improbabile che il senso del termine socialismo basato su un cos grave errore intellettuale e frutto di unarroganza scientista cos fatale possa, in futuro, andare incontro a un cambiamento tale da permettere la riabilitazione del termine e la sua ridefinizione sulla base di unanalisi teorica dei processi sociali libera da errori scientifici. Lunica possibilit che questo succeda dovrebbe basarsi sulla ridefinizione del socialismo utilizzando il concetto di societ come ordine e processo spontanei mossi dallinnata capacit imprenditoriale delluomo, che abbiamo esposto e spiegato dettagliatamente nel capitolo precedente. In questo modo scomparirebbe il carattere essenzialmente antisociale che ha il concetto attuale di socialismo ed esso verrebbe a significare ogni sistema non coercitivo e rispettoso dei processi di libera interazione umana, convertendosi, pertanto, in sinonimo di termini che, come liberalismo economico o economia di mercato, attualmente portano con s un senso rispettoso dei processi sociali spontanei e che minimizza la coercizione sistematica esercitata su di loro dallo Stato.64 Tuttavia, il disincanto e la delusione causati dallintensa e continua persecuzione dellideale socialista uniti alla natura essenzialmente arrogante dellessere umano, in tutti i campi e specialmente in quello scientifico, politico e sociale, rendono quasi impossibile concepire che, nella pratica, un giorno si possa produrre questa positiva evoluzione semantica.

mette nello stesso sacco Mises e lUtopia di Chicago e critica il capitalismo per il fatto di essere molto lontano dai modelli di perfetta competenza dei libri di testo. 63 Questa al definizione proposta da Oskar Lange nel 1942, quando attraversava la sua epoca pi liberale e non si era ancora avvicinato al pi duro stalinismo degli ultimi anni. In effetti, nella conferenza tenuta da Oskar Lange nel Club Socialista dellUniversit di Chicago l8 di maggio del 1942 afferm che By a socialist society, I mean a society in which economic activities, particularly production, is carried on in such a way as to maximise the welfare of the population. Aggiungendo inoltre che, nella sua definizione the accent is rather on the purpose than on the means. Si vedano le Conferenze di Oskar Lange su The Economic Operation of a Socialist Society: I e II, edite da Tadeusz Kowalik nel suo Oskar Langes Lectures on the Economic Operation of a Socialist Society, riprodotte in Contributions to Political Economy, n. 6, 1987, pp. 3 e 4. 64 Si presenterebbe cos un caso in cui un termine si riabiliterebbe acquisendo un significato scientificamente coerente e che sarebbe proprio il contrario del processo di corruzione semantica che al giorno doggi produce il qualificativo sociale a tutti i concetti ai quali viene aggiunto, proprio come abbiamo gi descritto nella precedente nota 34.

CAPITOLO IV

LUDWIG VON MISES E LINIZIO DEL DIBATTITO SUL CALCOLO ECONOMICO

In questo e nei seguenti capitoli, ci proponiamo analizzare nel dettaglio il dibattito sullimpossibilit del calcolo economico nelle economie socialiste. Questo dibattito, per la statura scientifica delle personalit implicate, per il livello teorico e le influenze che ha avuto nel successivo sviluppo della nostra scienza, uno dei pi importanti e carico di conseguenze nella storia del pensiero economico. Descriveremo i contributi pi rilevanti di ogni autore, cos come le fasi e gli aspetti pi significativi della polemica. Inoltre, svilupperemo unanalisi critica della versione pi affermata, e a nostro parere erronea, del suo contenuto e della sua evoluzione, e proveremo a dare diverse spiegazioni del perch questa versione stata dominante fino in tempi recenti. Inizieremo questo primo capitolo analizzando gli antecedenti storici del dibattito, e studiando in profondit il contributo fondamentale di Ludwig von Mises che ne diede inizio.

1. ANTECEDENTI Solo la nascita di unadeguata comprensione del funzionamento della societ e del mercato come ordine spontaneo risultato dalla costante interazione di milioni di esseri umani poteva, nella storia del pensiero economico, rendere evidente che il socialismo un errore intellettuale e, pertanto, impossibile tanto teorica quanto praticamente. Nonostante il concetto di societ che abbiamo esposto nei due capitoli precedenti possa farsi risalire a pi di duemila anni,1 la verit che lo stesso andato costruendosi con grandi difficolt attraverso i secoli, costantemente in lotta con quel razionalismo costruttivista che giustifica la coazione e la violenza sistematiche, a cui in maniera intuitiva e inevitabile si orienta lintelletto umano. Dallantico kosmos dei greci, inteso come ordine naturale o spontaneo creato indipendentemente dalla volont degli esseri umani, e la pi antica tradizione giuridica romana,2 passando per i contributi a noi pi vicini di Mandeville, Hume, Adam Smith e Menger, fino ad arrivare a Mises, Hayek e il resto dei pensatori liberali contemporanei, c tutto un cammino denso di difficolt e in molte delle sue tappe completamente allagato dalla marea nera del scientismo. Lidea di base che costituisce lessenza della nostra critica al socialismo che nessun essere umano o gruppo di esseri umani pu disporre delle informazioni o conoscenze necessarie o indispensabili per organizzare e coordinare la societ tramite mandati coattivi. Questa idea sorge come corollario naturale al concetto di societ intesa come ordine spontaneo. Pertanto, non sorprende che, nonostante la stessa non sia stata enunciata in forma elaborata se non in tempi molto recenti, in realt almeno in maniera
Una magnifica sintesi dellevoluzione nella storia del pensiero sul concetto della societ intesa come ordine spontaneo pu trovarsi nellarticolo di F.A. Hayek intitolato Dr. Bernard Mandeville, incluso nel suo New Studies in Philosophy, Politics, Economics and the History of Ideas, op. cit., pp. 249-266. 2 Nei due capitoli precedenti abbiamo voluto sottolineare lintima relazione che esiste tra il nostro concetto della societ e del diritto, inteso nel suo senso materiale come insieme di norme astratte di applicazione generale a tutti gli esseri umani in egual maniera. Solo il contesto che intende il diritto in tal senso rende possibile lesercizio della funzione imprenditoriale e dellazione umana e, insieme, la costante creazione e trasmissione di informazione dispersa che caratterizza lo sviluppo della civilizzazione. Non , per tanto, pura coincidenza che i principali autori classici di diritto romano abbiano fatto parte della tradizione filosofica che trattiamo.
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embrionaria questidea sia stata difesa in tempi di gran lunga anteriori. Infatti, ad esempio, grazie a Cicerone sappiamo che per Catone il sistema giuridico romano era di molto superiore agli altri perch si basava sul genio di molti uomini e non di un solo uomo; non fu istituito in una generazione ma durante un periodo di molti secoli e molte generazioni di uomini. Poich non mai esistito un uomo tanto intelligente da poter prevedere ogni cosa; e anche se potessimo concentrare tutti i cervelli dentro la testa di un solo uomo, gli sarebbe impossibile tenere in considerazione tutto allo stesso tempo, senza aver accumulato lesperienza che deriva dalla pratica esercitata durante il trascorso di un lungo periodo della storia.3 Molti secoli dopo, Montesquieu e Turgot approfondiscono la stessa idea ed affermano, in forma ancora pi rilevante per il problema di cui qui ci occupiamo, che contraddittorio pensare che lo Stato possa avere allo stesso tempo in testa sia i grandi progetti che tutti i minimi dettagli necessari per organizzarli.4 Poco pi di un secolo dopo, nel 1854, Gossen ripete quasi alla lettera la stessa idea, con il merito per di farlo, per la prima volta, espressamente come una critica al sistema comunista, giungendo alla conclusione che lautorit centrale prevista dal comunismo col proposito di assegnare coattivamente i diversi tipi di lavoro e le loro retribuzioni si sarebbe presto resa conto di essersi assunta un

Nostra autem res publica non unius esset ingenio, sed multorum, nec una hominis vita, sed aliquod constitutum saeculis et aetatibus, nam neque ullum ingenium tantum extitisse dicebat, ut, quem res nulla fugerent, quisquam aliquando fuisset, neque cuncta ingenia conlata in unum tantum posse uno tempore providere, ut omnia complecterentur sine rerum usu ac vetustate. Marco Tullio Cicerone, De Re Publica, II, 1-2, The Loeb Classical Library, Cambridge, Massachusetts, 1961, pp. 111-112. Esiste una buona traduzione spagnola di Antonio Fontn, Sobre la Repblica, Gredos, Madrid 1974, pp. 86-87. Nonostante ci, considero migliore la traduzione del paragrafo citato realizzata da Bruno Leoni, che , fondamentalmente, quella che riportiamo nel nostro testo. Si veda Bruno Leoni, Freedom and the Law, Liberty Fund, Indianapolis, terza edizione ampliata, 1991 I edizione 1961, II edizione, 1972 (esiste una traduzione italiana dal titolo La libert e la legge, Liberilibri, Macerata, 1994). Il libro di Leoni eccezionale sotto ogni punto di vista, non solo perch mette in evidenza il parallelismo esistente, da un lato, tra il mercato e il diritto consuetudinario o Common Law e, dallaltro, tra la legislazione positiva e il socialismo, ma anche perch Leoni fu il primo giurista a rendersi conto che la tesi di Ludwig von Mises sullimpossibilit del calcolo economico nel socialismo non che un caso particolare del principio pi generale secondo cui nessun legislatore potrebbe da solo, senza alcun tipo di collaborazione continua da parte di tutto il popolo coinvolto, stabilire le norme che regolano la condotta di ognuno in quella perpetua catena di relazioni che ognuno di noi ha con tutti gli altri. Non c sondaggio di opinione pubblica, referendum o consultazione che metta veramente i legislatori in una posizione che dia loro la capacit di determinare queste norme, allo stesso modo nessuno di questi procedimenti potrebbe dare ai direttori di uneconomia pianificata la possibilit di scoprire la domanda e lofferta dei beni e dei servizi. Inoltre, non si deve confondere la vera e propria condotta con lespressione di opinioni come quelle che emergono da unelezione, o da un sondaggio, e non si deve neppure confondere lespressione verbale dei desideri con la vera domanda di mercato. Bruno Leoni, La Libertad y La Ley, op. cit., p. 28 (il corsivo mio). Sullopera di Bruno Leoni, fondatore della prestigiosa rivista Il Politico, nel 1950, si deve consultare lOmaggio a Bruno Leoni, edito da Pasquale Scaramozzino, Ed. A. Giuffr, Milano 1969, e anche larticolo Bruno Leoni in Retrospect, di Peter H. Aranson, Harvard Journal of Law and Public Policy, estate 1988. Leoni, come Polanyi, fu un uomo polifacetico che svolse unintensa attivit nei settori delluniversit, dellavvocatura, dellimpresa, dellarchitettura, della musica e della linguistica. Mor tragicamente assassinato da uno dei suoi inquilini da cui tentava di farsi pagare laffitto, la notte del 21 novembre del 1967, allet di 54 anni. 4 In effetti, Montesquieu scrive nel suo Spirito delle Leggi (1748): Cest dans ces ides que Cicron disait si bien: Je naime point quun mme peuple soit en mme temps le dominateur et le facteur de lunivers. En effect, il faudrait supposser que chaque particulier dans cet tat et tout ltat mme, eussent toujours la tte pleine de grands projects et cette mme tte remplie de petits; ce qui est contradictoire. Oeuvres Compltes. Avec des notes de Dupin, Crevier, Voltaire, Mably, Servant, La Harpe, etc., Chez Fermin Didot Frres Libraires, Parigi 1843 (p. 350, De LEsprit de Lois, Parte IV, Libro XX, Capitolo VI). Nonostante ci, Bastiat evidenzia come lo stesso Montesquieu sia caduto in qualche occasione nella trappola dellingegneria sociale, come quando elogi i suoi supposti effetti benefici sugli antichi, F. Bastiat, La Legge, op. cit. pp. 209-211. A.R.J. Turgot, loge de Gournay (1759) Ouvres, Guillaumin, Parigi 1844, vol. I, pp. 275 e 288.

compito che avrebbe oltrepassato di gran lunga le capacit di qualunque essere umano.5 Ventanni dopo, lanche lui economista tedesco Albert Schffle, immediato predecessore di Menger alla cattedra di Economia Politica di Vienna, evidenzia che, senza imitare il sistema di determinazione dei valori dei processi di mercato, sarebbe inconcepibile che un organismo di pianificazione centrale potesse assegnare efficientemente in forma quantitativa e qualitativa i mezzi alla societ.6 E alla fine del secolo, Walter Bagehot7 osserva acutamente che gli uomini primitivi erano incapaci di realizzare persino i calcoli meno complessi per stimare benefici e costi, concludendo che in ogni societ industriale imprescindibile la contabilit in unit monetarie per stabilire i costi di produzione. Il contributo successivo che dobbiamo menzionare quello di Vilfredo Pareto. La valutazione che dobbiamo fare dellinfluenza di Pareto nel successivo dibattito sul calcolo economico socialista ambivalente. Da un alto, la sua influenza fu negativa nella misura in cui si concentr sullanalisi matematica dellequilibrio economico, in cui si presuppone sempre come punto di partenza che tutta linformazione necessaria per svilupparlo sia disponibile, aprendo con ci la strada allidea, sviluppata in seguito da Barone e ripetuta, come vedremo, fino alla saziet da molti altri economisti, che il problema del calcolo economico nelle economie socialiste potrebbe essere risolto matematicamente, nellidentico modo in cui lo stesso era stato impostato e risolto dagli economisti matematici dellequilibrio nel caso di uneconomia di mercato. Nonostante ci, necessario evidenziare che n Pareto n Barone sono completamente colpevoli dellerronea
Hermann Heinrich Gossen, Entwicklung der Gesetze des Menschlichen Verkehrs und der daraus Fliessenden Regeln fr Menschliches Handeln, Ed. Friedrich Vieweg und Sohn, Braunschweig 1854, p. 231. Darum wrde denn die von Kommunisten projectierte Zentralbehrde zur Verteilung der verschiedenen Arbeiten sehr bald die Erfahrung machen, dass sie sich eine Aufgabe gestellt habe, deren Lsung die Krfte einzelner Menschen weit bersteigt. Esiste una magnifica traduzione allinglese dellopera di Gossen realizzata da Rudolph C. Bliss e pubblicata da The M.I.T. Press a Cambridge, Massachusetts 1983, con il titolo The Laws of Human Relations and The Rules of Human Action Derived Therefrom. La citazione che abbiamo qui riportato in tedesco si trova alla p. 255 della versione inglese con il testo seguente: Consequently, the central authority projected by the communists for the purpose of allocating the different types of labor and their rewards would soon find that it has set itself a task that far exceeds the power of any individual (il corsivo mio). La terza edizione tedesca del libro di Gossen (Berlino, R.L. Praga 1927) presenta unestesa Introduzione (Einleitung) di cui autore F.A. Hayek e in cui si argomenta che Gossen fu pi un precursore della scuola matematica di Walras e Jevons, che della Scuola Austriaca propriamente detta. Questa Introduzione stata recentemente tradotta in inglese da Ralph Raico e pubblicata in The Trend of Economic Thinking. Essays on Political Economists and Economic History, volume III di The Collected Works of F.A. Hayek, Routledge, Londra 1991, pp. 352-371. In questo medesimo senso deve interpretarsi il contenuto della lettera di Carl Menger a Lon Walras datata 27 gennaio 1887 in cui Menger trova solamente alcuni punti in comune con Gossen, senza per che esista concordanza nei punti fondamentali (nur in einigen Punkten, nicht aber in den entscheidenden Fragen zwischen uns bereinstimmung, bez hnlichkeit der Auffassung). Si veda William Jaff, Correspondence of Lon Walras and Related Papers, North-Holland, Amsterdam 1965, volume 2, p. 176, lettera n. 765. 6 Die Quintessenz des Sozialismus, 18. edizione, Editoriale F.A. Perthes, Gotha 1919, pp. 51-52 (la 1 edizione del 1874). In effetti, Menger ottenne la cattedra grazie al fatto che questa era rimasta improvvisamente vacante quando nel febbraio1871 Schffle fu nominato Ministro del Commercio. A proposito dellindiscussa influenza che ebbe la sezione meno storicista della Scuola di Economia Politica tedesca anteriore a lui (Roscher, Hermann, Knies, etc.) su alcuni dei contributi fondamentali di Menger deve consultarsi linteressante articolo di Eric W. Streissler, The influence of German Economics on the work of Menger and Marshall, pubblicato in Carl Menger and his Legacy in Economics, edito da Bruce J. Caldwell, Annual Supplement to volume 22 of History of Political Economy, Duke University Press, Durham 1990, p. 31-68. Una critica dettagliata del libro di Schffle sul socialismo fu realizzata da Edward Stanley Robertson nel suo articolo su The Impracticability of Socialism, contenuto in A Plea for Liberty. An argument against socialism and socialistic legislation, consisting of an Introduction by Herbert Spencer and Essays by Various Writers, Thomas Mackay (ed.), pubblicato in origine nel 1891 e rieditato nel 1981 da Liberty Classics, Indianapolis, pp. 35-79. 7 Walter Bagehot, Economic Studies, Longmans Green, Londra 1898, pp. 54- 58. (Esiste unaltra edizione pubblicata da Kelley, Clifton, New Jersey 1973.)
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interpretazione che abbiamo appena analizzato, poich entrambi esplicitamente manifestarono limpossibilit di dare una soluzione al corrispondente sistema di equazioni senza disporre dellinformazione determinata dal mercato stesso. In concreto, nel 1897 Pareto giunse addirittura ad affermare che la soluzione al sistema di equazioni descrittivo dellequilibrio nella pratica si trovava ben al di l della capacit dellanalisi algebrica essendo in quel caso necessario un cambio di ruoli, poich la matematica non avrebbe potuto continuare a soccorrere leconomia politica, anzi, al contrario, sarebbe leconomia politica a venire in aiuto della matematica. In altre parole, anche nel caso in cui tutte le equazioni fossero conosciute nella realt, lunico procedimento valido per risolverle sarebbe osservare la soluzione reale che il mercato avrebbe gi dato.8 Pareto nega esplicitamente la possibilit che si possa disporre di tutta linformazione necessaria, neppure per enunciare il sistema di equazioni che permetterebbe descrivere lequilibrio e, allo stesso tempo, propone un problema sussidiario, quello dellimpossibilit algebrica di risolvere nella pratica il sistema di equazioni che lo descrive formalmente. Daccordo con Pareto, Enrico Barone evidenzia nel noto articolo del 1908 riguardo allapplicazione allo stato collettivista del paradigma enunciato per la prima volta da Pareto che, nonostante si potrebbe vincere la difficolt pratica di risolvere algebricamente il citato sistema di equazioni (la qual cosa non costituisce unimpossibilit teorica), in ogni caso sarebbe inconcepibile (e, per tanto, ora s, teoricamente impossibile) ottenere tutta linformazione necessaria per determinare i coefficienti tecnici che la formulazione del corrispondente sistema di equazioni richiede.9
Per la sua straordinaria importanza, riportiamo integralmente lepigrafe n. 217 del Capitolo III del Manuel Dconomie Politique di Pareto, rieditato dalla Libreria Droz, a Ginevra, nel 1966, pp. 233 e 234: Les conditions que nous avons numres pour lquilibre conomique nous donnent une notion gnrale de cet quilibre. Pour savoir ce qutaient certains phnomnes nous avons d tudier leur manifestation; pour savoir ce que ctait que lquilibre conomique, nous avons d rechercher comment il tait dtermin. Remarquons, dailleurs, que cette dtermination na nullement pour but darriver un calcul numrique des prix. Faisons lhypothse la plus favorable un tel calcul; supposons que nous ayons triomph de toutes les difficults pour arriver connatre les donnes du problme, et que nous connaissions les ophlimits de toutes les merchandises pour chaque individu, toutes les circonstances de la production des marchandises, etc. Cest l dj une hypothse absurde, et pourtant elle ne nous donne pas encore la possibilit pratique de rsoudre ce problme. Nous avons vu que dans le cas de 100 individus et de 700 marchandises il y aurait 70.699 conditions (en ralit un grand nombre de circonstances, que nous avons jusquici ngliges, augmenteraient encore ce nombre); nous aurons donc rsoudre un systme de 70.699 quations. Cela dpasse pratiquement la puissance de lanalyse algbrique, et cela la dpasserait encore davantage si lon prenait en considration le nombre fabuleux dquations que donnerait une population de quarente millions dindividus, et quelques milliers de marchandises. Dans ces cas les rles seraient changs: et ce ne seraient plus les mathmatiques que viendraient en aide lconomie politique, mais lconomie politique qui viendrait en aide aux mathmatiques. En dautres termes si on pouvait vraiment connatre toutes ces quations, le seul moyen accesible aux forces humaines pour les rsoudre, ce serait dobserver la solution pratique que donne le march. (il corsivo mio). Esiste una traduzione inglese di Ann S. Schwier, pubblicata con il titolo Manual of Political Economy, Augustus M. Kelley, New York 1971 (la citazione anteriore si trova alla p. 171 di questa edizione). 9 Enrico Barone, Il Ministro della Produzione nello Stato Collettivista, Giornale degli Economisti, sett.-ott. 1908, tradotto in inglese da F.A. Hayek con il titolo The Ministry of Production in the Collectivist State, in Collectivist Economic Planning, ed. da F.A. Hayek, Augustus M. Kelley, Clifton 1975, Appendice A, pp. 245 a 290. In concreto, Enrico Barone dice che: It is not impossible to solve on paper the equations of the equilibrium. It will be a tremendous a gigantic work: but it is not an impossibility ... But it is frankly inconceivable that the economic determination of the technical coefficients can be made a priori... This economic variability of the technical coefficients is certainly neglected by the collectivists... It is on this account that the equations of the equilibrium with the maximum collective welfare are not soluble a priori, on paper (pp. 287-288). quasi inconcepibile che dopo queste chiare affermazioni di Barone numerosi economisti, molti di loro come Schumpeter anche insigni, abbiano affermato che Barone risolse il problema dellimpossibilit teorica del socialismo proposta da Mises. Queste affermazioni evidenziano che tali economisti, primo, non capirono la natura del problema proposto da Mises; secondo, che non lessero attentamente n Barone n Pareto; e terzo, che la supposizione di informazione completa utilizzata per
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Nonostante questi chiari (e isolati) avvertimenti, abbiamo affermato che la nostra valutazione dei contributi di Pareto e Barone ambivalente. In effetti, nonostante entrambi gli autori, come abbiamo visto, facciano esplicito riferimento non solo alla difficolt pratica di risolvere il corrispondente sistema di equazioni, ma, evidenzino anche linsanabile impossibilit teorica di ottenere tutta linformazione necessaria per descrivere lequilibrio, entrambi, al momento di iniziare un nuovo paradigma scientifico nel campo delleconomia, basato sullutilizzo del metodo matematico con il fine di descrivere almeno in termini formali il modello di equilibrio, si vedono inesorabilmente forzati a supporre che, almeno in quegli stessi termini formali, linformazione necessaria sia disponibile. Di modo che, nonostante le eccezioni en passant di Pareto e Barone, un gruppo molto numeroso degli economisti che hanno portato avanti il loro paradigma non riesce ad afferrare che lanalisi matematica dellequilibrio possiede solamente, al massimo, un valore ermeneutico o interpretativo, ma non aggiunge nulla alla possibilit di risolvere teoricamente il problema che si presenta a ogni organo direttivo che pretenda di ottenere linformazione pratica necessaria per pianificare e coordinare coattivamente la societ. Il primo articolo che tratta in forma sistematica linsolubile problema economico che si presenterebbe a una societ collettivista si deve alleconomista olandese Nicolaas G. Pierson.10 Larticolo di Pierson specialmente meritevole, soprattutto dal momento che venne scritto nel 1902. Pierson mette in evidenza che il problema del valore in generale, e in particolare il problema che solleva tutta azione umana riguardo alla necessit di valutare fini e mezzi, cosostanziale alla natura umana, e pertanto esister sempre, non potendo venir annullato dallistituzione di un sistema socialista. Pierson, inoltre, menziona la grande difficolt di calcolare e valutare in una situazione in cui non esistono prezzi, criticando gli impacciati progetti di unistituzione pratica del comunismo che erano stati enunciati fino ad allora e, in concreto, il calcolo economico in ore di lavoro. Comunque, e nonostante tutti questi importanti contributi, Pierson ebbe solamente brillanti intuizioni e non fu capace di arrivare appieno al cuore del problema che suscita il carattere disperso dellinformazione pratica che costantemente si genera e si trasmette nel mercato, e si dovr aspettare fino al fondamentale contributo del professor Mises perch questo problema sia, per la prima volta, enunciato chiaramente.11 Poco prima di Mises, anche Wieser intuisce il problema economico fondamentale, quando nel 1914 afferma che in economia lazione dispersa di milioni di individui molto pi efficace che lorganizzazione dallalto da parte di un unico centro di potere, poich
descrivere formalmente lequilibrio un miraggio capace de ingannare anche le menti pi brillanti. Barone (1859-1924) ebbe, da parte sua, una vita intensa e curiosa piena di vicissitudini e dedicata, oltre che alleconomia matematica, al giornalismo e alla scrittura di copioni cinematografici (utilizzando le ampie conoscenze di storia militare che aveva acquisito come Colonnello in Capo dellufficio di storia dellAlto Stato Maggiore), partecipando attivamente allincipiente sviluppo dellindustria cinematografica italiana. Su Barone pu consultarsi larticolo di Del Vecchio, Lopera scientifica di Enrico Barone, Giornale degli Economisti, novembre 1925; cos come larticolo Barone di F. Caff, The New Palgrave: A Dictionary of Economics, op. cit., volume I, pp. 195-196. 10 Nicolaas G. Pierson, Het Waardeproblem in een socialistische Maatschappij, pubblicato nel periodico olandese De Economist, volume I, 1902, pp. 423- 56. Posteriormente, questo articolo fu tradotto in inglese da G. Gardiner con il titolo The problem of Value in the Socialist Community, e incluso come Capitolo II di Collectivist Economic Planning, op. cit., pp. 41 a 85. Pierson (1839-1909), molto influenzato dalla Scuola Austriaca, fu Governatore della Banca Centrale, Ministro delle Finanze e Primo Ministro olandese. Si veda linteressante biografia di questo grande economista e uomo di stato olandese di J.G. Van Maarseveen, Erasmus University, Rotterdam 1981, cos come larticolo di Arnold Heertje Nicolaas Gerard Pierson, pubblicato nel volume III del The New Palgrave. A Dictionary of Economics, pp. 876. 11 Nonostante ci, Mises generosamente afferma che Pierson clearly and completely recognized the problem in 1902 (Socialism, op. cit., p. 117). Curiosamente, nello stesso luogo, e questa volta riguardo a Barone, Mises manifesta che Barone did not penetrate to the core of the problem. Esiste una edizione italiana di questa opera edita da Rusconi con il titolo Socialismo, analisi economica e sociologica, Milano, 1990.

questultimo non potrebbe mai riuscire a essere informato sulle innumerevoli possibilit economiche esistenti.12 Infine, il sociologo tedesco Max Weber, nella sua opera magna Economia e Societ pubblicata postuma nel 1922, dopo un lungo periodo di elaborazione, tratta espressamente i problemi economici che si presenterebbero qualora si tentasse di mettere in pratica il socialismo. In concreto, Weber insiste nellaffermare che specialmente i calcoli proposti da determinati socialisti non potrebbero portare a una soluzione razionale del problema prospettato. Inoltre, Weber sottolinea in particolare che la conservazione e lutilizzo razionale del capitale possono essere assicurati solamente in una societ basata sul libero scambio e sulluso del denaro, allo stesso modo in cui la perdita e la distruzione generalizzate delle risorse economiche cui porterebbe un regime socialista e, dunque, senza calcolo economico razionale, renderebbero impossibile mantenere gli elevati livelli di popolazione che nella sua epoca si erano raggiunti nelle aree pi densamente popolate.13 Non abbiamo motivo di non credere a Weber quando afferma, in nota a pi di pagina, di essere venuto a conoscenza del fondamentale articolo di Mises quando il suo libro era gi stato dato alle stampe. Da ultimo, e in stretta relazione con i lavori di Max Weber e Mises, possiamo segnalare il contributo del professore russo Boris Brutzkus che, a inizio degli anni venti, e come conseguenza delle sue ricerche sui problemi pratici che port linsediamento del comunismo nella Russia sovietica, propone delle conclusioni molto simili a quelle sviluppate da Mises e Max Weber, giungendo ad affermare esplicitamente che il calcolo economico nelle societ a pianificazione centrale dove non esistono prezzi di mercato unimpossibilit teorica.14 In pratica, questi sono i contributi pi importanti che costituiscono la preistoria intorno al dibattito sullimpossibilit del calcolo economico nelle economie socialiste. Comune
Si veda la nota 4 del prossimo capitolo. Max Weber, Economy and Society, University of California Press, Berkeley 1978, Capitolo II, punti 12, 13 e 14, pp. 100 e seguenti (ed. Italiana: Economia e societ, terza edizione, Edizioni di Comunit, Milano, 1974). In concreto, Max Weber conclude che: Where a planned economy is radically carried out, it must further accept the inevitable reduction in formal, calculatory rationality which would result from the elimination of money and capital accounting. This fundamental, and in the last analysis, unavoidable element of irrationality is one of the important sources of all social problems, and above all of the problems of socialism (p. 111). Weber cita anche larticolo del professor Mises (p. 107), sottolineando che era venuto a conoscenza dello stesso solo quando il suo libro era gi stato scritto ed era pronto per la stampa, per cui possiamo considerare che i contributi delluno e dellaltro autore furono concepiti indipendentemente da entrambi. Inoltre, a Max Weber corrisponde il merito indiscutibile di essere stato il primo a evidenziare che il socialismo rende impossibile la crescita e lo sviluppo della popolazione. In effetti, per Max Weber the possibility must be considered that the maintenance of a certain density of population within a given area is possible only on the basis of accurate calculation. Insofar as this is true, a limit to the possible degree of socialization would be set by the necessity of maintaining a system of effective prices, The Theory of Social and Economic Organization, edito da The Press of Glencourt, New York 1964, pp. 184-185. Il fatto che, secondo la nostra analisi del Capitolo III, lestensione e approfondimento della divisione della conoscenza impossibile in un regime socialista, poich la libera creazione e trasmissione di nuova informazione pratica non permessa. Ci comporta la necessit di duplicare un enorme volume di informazione che, a causa della limitatezza della mente umana, obbliga a mantenere uneconomia di mera sussistenza con un ridotto volume di popolazione. 14 I contributi di Brutzkus furono inizialmente pubblicati in russo, nella rivista Economist, negli anni 1921 e 1922. In seguito vennero tradotti in tedesco nel 1928 con il titolo Die Lehren des Marxismus im Lichte der russischen Revolution (Edit. H. Sack, Berlino 1928); e infine tradotti in inglese e inclusi nellopera dellautore Economic Planning in Soviet Russia, pubblicata da Routledge, Londra 1935. (Esiste una riedizione pubblicata nel 1982 da Hyperion Press, Westport, Connecticut.) Recentemente i contributi di Brutzkus sono stati valutati molto positivamente, soprattutto per aver saputo combinare gli aspetti storici e teorici del problema, evitando la dissociazione tra teoria e pratica che dopo di lui ebbe un posto preponderante nel dibattito. Si veda il libro di Peter J. Boettke, The Political Economy of Soviet Socialism (The Formative Years 1918-1928), Kluwer Academic Publishers, Dordrecht, Olanda 1990, pp. 30-35 e 41-42.
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denominatore di tutte che in generale affrontano in maniera molto imperfetta e intuitiva lessenza del problema che presenta il socialismo e che, come abbiamo analizzato nel dettaglio nel capitolo precedente, consiste nellimpossibilit teorica che lorgano di pianificazione centrale possa arrivare a disporre dellinformazione pratica necessaria per organizzare la societ. Inoltre, nessuno di questi contributi fu capace di risvegliare dal letargo i teorici socialisti che, in generale, e nella pi pura tradizione marxista, si limitavano a criticare il sistema capitalista, senza per portare alcuna luce al problema fondamentale di come avrebbe dovuto funzionare il socialismo nella pratica. Solamente Kautsky, spronato dallarticolo gi commentato di Pierson, ebbe il coraggio, violando il tacito accordo esistente tra i marxisti, di cercare di indicare come avrebbe dovuto essere la futura organizzazione socialista, riuscendo con ci solamente a rendere evidente la sua assoluta incomprensione su quale fosse il problema economico fondamentale segnalato da Pierson.15 Dopo di lui, si sarebbe dovuto aspettare fino al contributo fondamentale di Mises per trovare analisi di un certo interesse effettuate da un punto di vista socialista. La sola eccezione costituita dallopera del Dr. Otto Neurath,16
Ci riferiamo alla conferenza pronunciata da Kautsky a Delft il 24 aprile 1902, il cui testo inglese comparve nel 1907 con il titolo The Social Revolution and on the Morrow of the Revolution, editoriale Twenty Century Press, Londra. Antecedenti della posizione di Kautsky possono trovarsi nellopera di G. Sulzer, Die Zukunft des Sozialismus, pubblicata a Dresda nel 1899. 16 Otto Neurath, Durch die Kriegswirtschaft zur Naturalwirtschaft, G.D.W. Callwey, Monaco 1919. (Esiste una traduzione allinglese, Through War Economy to Economy in Kind, in Empiricism and Sociology, Editorial D. Reidel, Dordrecht, Olanda 1973.) necessario ricordare che Otto Neurath durante un breve intervallo di tempo fu direttore della Zentralwirtschaftsamt di Baviera, che fu lagenzia che si occupava dei piani di socializzazione durante la Rterepublik o casa sovietica del regime rivoluzionario bavarese che prese brevemente il potere a Monaco nella primavera del 1919. Una volta che la rivoluzione fall, quando Neurath fu processato, Max Weber testimoni in sua difesa. Neurath morir nel 1945. Unidea simile a quella di Otto Neurath fu citata da Otto Bauer nella sua opera Der Weg zum Sozialismus (Il cammino verso il socialismo), pubblicato a Vienna da Ignaz Brand nel 1919. In questopera Bauer difende, come Neurath, la possibilit del calcolo economico in natura, vale a dire, senza utilizzare unit monetarie. Recentemente, i contributi di Neurath sono stati rivalutati dalleconomista spagnolo Juan Martnez-Alier nel suo Ecological Economics, Basil Blackwell, Oxford, seconda edizione 1990, pp. 212-218. interessante sottolineare che sia Neurath che Bauer avevano assistito regolarmente al seminario di Bhm- Bawerk che vide Ludwig von Mises tra i partecipanti pi attivi fino al 1913. Cos come gli interventi di Neurath si caratterizzarono pi per il suo fanatico fervore marxista che per la sua acutezza intellettuale, Otto Bauer, anche lui marxista, non ebbe altra scelta che ammettere che la teoria marxista del valore era insostenibile e che la risposta a BhmBawerk da parte di Hilferding aveva evidenziato solamente lincapacit di questultimo autore di comprendere quale fosse la natura del problema. A partire da quella data, Mises decise di scrivere unanalisi critica del socialismo, le cui idee fondamentali furono frutto delle sue riflessioni e osservazioni effettuate durante il servizio militare nella I Guerra Mondiale come capitano di artiglieria, prima nel fronte orientale (Carpazi), e, dopo aver contratto la febbre tifoidea, a partire dal 1917, nel Dipartimento di Economia del Ministero della Difesa Austriaco. Riguardo a ci, si veda linteressante autobiografia intellettuale di Ludwig von Mises intitolata Notes and Recollections, commentata e tradotta dal tedesco allinglese da Hans F. Senholz, Libertarian Press, South Holland, Illinois 1978, pp. 11, 40-41, 65-66 e 110-111. In ogni caso, le idee di Mises sul socialismo erano il logico corollario alla notevole integrazione teorica effettuata da Mises gi nel 1912 (Theorie des Geldes und der Umlaufsmittel, Duncker & Humblot, Monaco e Lipsia 1912; esistono tre traduzioni in spagnolo, una di Antonio Riao, pubblicata a Madrid da Aguilar nel 1936 con il titolo di Teora del Dinero y del Crdito; unaltra di Jos Mara Clarmunda Bes, pubblicata con lo stesso titolo da Ediciones Zeus, Barcellona 1960; e una terza di Juan Marcos de la Fuente, Unin Editorial, Madrid 1997. La migliore edizione inglese quella pubblicata da Liberty Press, Indianapolis, nel 1981, con il titolo The Theory of Money and Credit, tradotta dal tedesco da H.E. Batson, con prologo di Murray N. Rothbard) tra il mondo soggettivo delle valutazioni individuali (ordinale) e il mondo esterno delle valutazioni di prezzi di mercato stabiliti in unit monetarie (cardinale). Il ponte tra luno e laltro mondo possibile ogni volta che si verifica una azione di scambio interpersonale, che, motivata dalle diverse valutazioni soggettive delle parti, plasmata in un prezzo monetario di mercato, o relazione storica di intercambio in unit monetarie che ha una esistenza reale quantitativa determinata, e che pu essere utilizzata posteriormente dallimprenditore come informazione preziosa per valutare levoluzione futura degli avvenimenti e prendere decisioni (calcolo economico). , dunque, evidente che impedendo con la forza la libert dellazione umana, i cambiamenti
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che nel 1919 pubblic un libro dove affermava che le esperienze della I Guerra Mondiale avevano dimostrato che la pianificazione centrale poteva perfettamente realizzarsi in natura. Fu proprio il libro di Neurath a motivare la folgorante risposta di Ludwig von Mises, concretizzatasi in una conferenza pronunciata nel 1919, che costitu la base del suo trascendentale articolo pubblicato nella primavera dellanno seguente, nel 1920.17

2. IL CONTRIBUTO ESSENZIALE DI LUDWIG VON MISES Se c qualcosa che mette daccordo tutti coloro che partecipano al dibattito sul calcolo economico socialista il fatto che lo stesso inizia ufficialmente con il famoso articolo di Mises comparso nel 1920 con il titolo di Die Wirtschaftsrechnung im Sozialistischen Gemeinwesen, ovvero, Il Calcolo Economico nella Comunit Socialista.18 Questo articolo riporta il contenuto della conferenza pronunciata da Mises lanno precedente
volontari interpersonali non si verificherebbero, e si distruggerebbe in tal modo quel ponte tra il mondo soggettivo delle valutazioni dirette (ordinale) e il mondo esterno dei prezzi (cardinale), rendendo cos totalmente impossibile il calcolo economico. Devo questa importantissima idea sullevoluzione e coerenza del pensiero misiano a Murray N. Rothbard, The End of Socialism and The Calculation Debate Revisited, The Review of Austrian Economics, volume 5, n. 3, 1991, pp. 64-65. Nonostante ci, credo che Rothbard, nel suo desiderio di sottolineare le differenze esistenti tra Hayek e Mises, non si renda conto che la frattura della connessione scoperta da Mises tra il mondo delle valutazioni soggettive interiori e il mondo esterno dei prezzi solleva innanzitutto un problema di mancanza di creazione e trasmissione della conoscenza o informazione (esistente e futura) necessarie per rendere possibile il calcolo economico, per cui i contributi di Mises e Hayek, con le loro evidenti e inevitabili differenze di enfasi e sfumature, pu considerarsi che facciano parte indistinguibile della stessa argomentazione fondamentale contro il calcolo economico socialista: quello di Mises maggiormente orientato ai problemi di tipo dinamico, mentre Hayek in determinate occasione ha forse dato limpressione di concentrarsi di pi sulla problematica rappresentata dal carattere disperso della conoscenza esistente. Si veda, anche, a questo proposito la nota 42 del Capitolo II. 17 Due magnifiche analisi sulla preistoria del dibattito sul calcolo economico sono quella di F.A. Hayek, Nature and History of the Problem, in Collectivist Economic Planning, op. cit., pp. 1 a 40; e quella di David Ramsay Steele, intitolata Posing the problem: the Impossibility of Economic Calculation under Socialism, pubblicata nel Journal of Libertarian Studies, volume V, n. I, inverno 1981, pp. 8 a 22. Oltre ai lavori citati che costituiscono la cosiddetta preistoria, fino allapparizione di Mises, e come ben evidenzia Rothbard (The End of Socialism and the Calculation Debate Revisited, op. cit., p. 51), il problema del socialismo era sempre concepito pi come politico e in relazione con gli incentivi, che di natura economica. Tra questa tipologia di lavori ingenuamente critici del socialismo risalta per brillantezza lopera di William Hurrell Mallock, A Critical Examination of Socialism, originariamente pubblicata nel 1908 e riedita nel 1990 da Transaction Publishers, New Brunswick. 18 Pubblicato in Archiv fr Sozialwissenschaft und Sozialpolitik, volume 47, aprile 1920, pp. 86-121. Questo articolo fu posteriormente tradotto in inglese da S. Adler con il titolo Economic Calculation in the Socialist Commonwealth e inglobato come Capitolo III in Collectivist Economic Planning (1933), op. cit., pp. 87 a 130. Il contenuto di questo articolo riportato da Mises, quasi letteralmente, nellopera che pubblica due anni dopo, nel 1922, criticando sistematicamente in ogni aspetto il socialismo: Die Gemeinwirtschaft. Untersuchungen ber den Sozialismus, Gustav Fischer, Jena 1922, tradotta in inglese da J. Kahane nel 1936 e pubblicata con il titolo Socialism: An Economic and Sociological Analysis, pubblicata in varie edizioni e vari luoghi, la migliore restando quella di Liberty Classics, Indianapolis 1981 (pp. 95-197). Molto di recente, la versione inglese dellarticolo seminale di Mises stata splendidamente rieditata con una doppia introduzione di Yuri N. Maltsev (dellAccademia di Scienze dellestinta URSS) e di Jacek Kochanowicz (Professore di Economia delUniversit di Varsavia); e include un post-scriptum di Joseph T. Salerno intitolato Why a Socialist Economy is Impossible (The Ludwig von Mises Institute, Auburn University, Auburn, Alabama 1990). Nonostante larticolo di Mises non sia stato tradotto in spagnolo, esiste una traduzione accettabile di Die Gemeinwirtschaft, per opera di Luis Montes de Oca, pubblicata con il titolo Socialismo. Anlisis Econmico y Sociolgico nel 1961 in Messico da Editorial Hermes; nel 1968 a Buenos Aires dallIstituto Nazionale di Pubblicazioni di Buenos Aires; rieditata, per la terza volta, da Western Books Foundation (WFB), New York 1989; e, per la quarta (corretta), da Unin Editorial, Madrid 2003. Questa stessa opera venne tradotta in francese e pubblicata con una prefazione di Franois Perroux nel 1952 (Librairie de Mdecis, Parigi).

(1919) davanti alla Nationalkonomische Gesellschaft (Societ Economica) nella quale contestava la tesi del libro di Otto Neurath dello stesso anno. difficile esagerare lenorme impatto che ebbe larticolo di Mises tra i suoi colleghi economisti professionisti e tra i teorici del socialismo. La sua logica fredda e precisa, la chiarezza espositiva e lo spirito provocatore rendevano impossibile che le sue tesi fossero ignorate, cos come era accaduto con coloro che lo avevano preceduto. Cos, Otto Leichter sottolinea che a Mises corrisponde lonore di aver richiamato, per la prima volta, lattenzione dei teorici del socialismo sulla necessit di risolvere il problema del calcolo economico.19 E leconomista socialista Oskar Lange, di cui avremo la possibilit di parlare per esteso pi avanti, scrisse, in tono ironico, che i contributi di Mises alla teoria del socialismo erano tali che gli si sarebbe dovuta dedicare una statua in un luogo donore nel salone pi importante dellorganismo di pianificazione centrale di ogni stato socialista.20 Forse, dopotutto, e alla luce dei recenti avvenimenti storici accaduti nei paesi dellEst, non stupirebbe che le ironiche affermazioni di Lange si ritorcessero come un boomerang contro di lui, e che in molte piazze delle capitali delle vecchie nazioni comuniste si vedano erigere statue del giovane Mises, a sostituzione di quelle gi abbattute e distrutte dei vecchi leader marxisti.21

Carattere e contenuto fondamentale del contributo di Mises Il contributo essenziale di Mises gi contenuto, per la prima volta, allinterno dellanalisi teorica sui processi di creazione e trasmissione dellinformazione pratica che costituiscono la societ e che abbiamo analizzato in dettaglio nei Capitoli II e III di questo libro. Mises ancora piuttosto impacciato nellutilizzo della terminologia, e pi che parlare di informazione pratica dispersa, si riferisce a un certo tipo di divisione intellettuale del lavoro, che secondo lui costituisce lessenza del mercato, e che proporziona e genera linformazione che rende possibile il calcolo o la valutazione economica che ogni decisione imprenditoriale esige. Concretamente, Mises afferma che the distribution among a number of individuals of administrative control over economic goods in a community of men who take part in the labour of producing them, and who are economically interested in them, entails a kind of intellectual division of labour, which would not be possible without
To Ludwig von Mises really belongs the merit of having so energetically drawn the attention of socialists to this question. However, little it was the intention of Mises to contribute by this criticism to the positive development of socialist theory and praxis, yet honour must be given where honour is due, Die Wirtschaftsrechnung in der Sozialistischen Gesellschaft, Verlag der Wiener Volksbuchhandlung, Vienna 1923, p. 74. Ho preso la traduzione in inglese di questa citazione dalla p. 5 del libro Economic Calculation in the Socialist Society, di Trygve J.B. Hoff, pubblicato da Liberty Press, Indianapolis, 1981. 20 A statue of Professor Mises ought to occupy an honourable place in the great hall of the Ministry of Socialization or of the Central Planning Board of a socialist state ... both as an expression of recognition for the great service rendered by him and as a memento of the prime importance of sound economic accounting. Oskar Lange, On the Economic Theory of Socialism, pubblicato in Review of Economic Studies, ottobre 1936, p. 53. Questo articolo fu riprodotto nel libro On the Economic Theory of Socialism, edito da B.E. Lippincott, The University of Minnesota Press, Minneapolis 1938 e 1964, pp. 55-143. (Esiste una traduzione spagnola di Antonio Bosch e Alfredo Pastor, pubblicata da Editorial Ariel, Barcellona 1973.) Di recente larticolo di Oskar Lange stato parzialmente rieditato in Friedrich A. Hayek. Critical Assesments, ed. da J.C. Wood e R.N. Woods, Routledge, Londra 1991, Capitolo 17, pp. 180-201. 21 La statua di Mises gi stata collocata, per lo meno, nella biblioteca del Dipartimento di Teoria Economica dellUniversit di Varsavia dove Oskar Lange diede le sue lezioni, e proprio vicino a quello che fu il suo ufficio. La collocazione del busto di Mises avvenne in una breve ed emotiva cerimonia nel settembre 1990 e fu possibile grazie a George Koetter (si veda Free Market, volume 9, n. 2, febbraio 1991, p. 8, e The Journal of Economic Perspectives, volume 5, n. 3, estate 1991, pp. 214-215).
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some system of calculating production and without economy.22 Due anni dopo, nel 1922, nel suo trattato sistematico sul socialismo, Mises torna a ripetere la stessa idea in maniera ancora pi articolata, in questo modo: In societies based on the division of labour the distribution of property rights effects a kind of mental division of labour, without which neither economy nor systematic production would be possible.23 E cinque anni dopo, nel 1927, nellopera Liberalismus, Mises conclude esplicitamente che la sua analisi si basa sullimpossibilit che nel socialismo possa generarsi linformazione pratica in forma di prezzi di mercato necessaria per rendere possibile la divisione intellettuale della conoscenza che una societ moderna esige e che sorge solamente come conseguenza della capacit creativa dellazione umana o funzione imprenditoriale: The decisive objection that economics raises against the possibility of a socialist society is that it must forgo the intellectual division of labour that consists in the cooperation of all entrepreneurs, land owners and workers as producers and consumers in the formation of market prices.24 Un altro contributo essenziale di Mises fu lo scoprire che linformazione creata e generata costantemente dal mercato sorge dallesercizio della capacit imprenditoriale, in funzione delle circostanze precise di tempo e luogo che solo possono essere notate da ogni uomo nel contesto nel quale si trova ad agire. La conoscenza pratica imprenditoriale, dunque, nasce nel mercato come conseguenza del ruolo particolare che ogni attore ricopre nel processo produttivo, in modo che, se si impedisce il libero esercizio dellimprenditorialit e si tenta di organizzare coattivamente tutta la societ dallalto, gli imprenditori, non potendo agire in libert, cesseranno di esserlo, e non si renderanno neppure conto dellinformazione che smetteranno di acquisire e creare, e ci indipendentemente da quanto brillanti possano essere stati i loro studi o le qualifiche professionali di tipo dirigenziale.25 In effetti, Mises ci dice che the entrepreneurs commercial attitude and
Ludwig von Mises, Economic Calculation in the Socialist Commonwealth, in Collectivist Economic Planning, op. cit., p. 102. (La distribuzione del controllo amministrativo sui beni economici tra gli individui della societ che partecipano alla produzione esige una sorta di divisione intellettuale del lavoro che non possibile senza un sistema di calcolo e senza un mercato.) 23 Ludwig von Mises, Socialism, op. cit., p. 101. Vale a dire, in italiano: Nelle societ basate sulla divisione del lavoro, la distribuzione dei diritti di propriet d luogo a una specie di divisione intellettuale o mentale del lavoro, senza la quale non sarebbe possibile alcun tipo di produzione n di economia. Stimiamo che la traduzione spagnola di Luis Montes de Oca (Socialismo, op. cit., p. 109), anche se non erronea, non del tutto azzeccata, poich dice quanto segue: La reparticin, entre numerosos individuos, de la facultad de disponer de los bienes econmicos en la sociedad que se funda en la divisin del trabajo, realiza una especie de divisin del trabajo intelectual, sin la que sera imposible el clculo de la produccin y de la economa. (La spartizione, tra numerosi individui, della facolt di disporre dei beni economici in una societ fondata sulla divisione del lavoro, comporta una sorta di divisione del lavoro intellettuale, senza la quale sarebbe impossibile il calcolo della produzione e delleconomia.) 24 Ludwig von Mises, Liberalism, Cobden Press, San Francisco 1985 (Liberalismo, Rubettino, 1997). Lobbiezione definitiva delleconomia contro il socialismo che il socialismo esige di rinunciare alla divisione intellettuale del lavoro che risultato della cooperazione tra tutti gli imprenditori, i proprietari terrieri, e i lavoratori, in qualit di produttori e consumatori, e che si concretizza nella definizione dei prezzi di mercato. Ledizione originale di questopera apparve nel 1927 con il titolo Liberalismus, pubblicata da Gustav Fischer a Jena. Esiste una traduzione spagnola di Joaqun Reig Albiol, pubblicata da Unin Editorial, Madrid, in due edizioni (1977 e 1982). 25 Questidea essenziale di Mises ha un chiarissimo antecedente in Carl Menger, come ha messo in evidenza il contenuto del quaderno di appunti che il Principe ereditario Rudolf elabor a partire dal 1876, praticamente dettato da Menger, che era stato ufficialmente nominato suo tutore e maestro. In effetti, nelle pp. 50- 51 del 6. taccuino degli appunti sopra citati possiamo leggere: A government cannot possibly know the interest of all citizens. In order to help them it would have to take account of the diverse activities of everybody ... However carefully designed and well intentioned institutions may be, they never will suit everybody. Only the individual himself knows exactly his interests and the means to promote them ... Even the most devoted civil servant is but a blind tool within a big machine who treats all problems in a stereotyped manner with regulations and instructions. He can cope neither with the requirements of
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activity arises from his position in the economic process and is lost with its disappearance. When a successful businessman is appointed the manager of a public enterprise, he may still bring with him certain experiences from his previous occupation, and be able to turn them to good account in a routine fashion for some time. Still, with his entry into communal activity he ceases to be a merchant and becomes as much a bureaucrat as any other placeman in the public employ. It is not a knowledge of bookkeeping, of business organization, or of the style of commercial correspondence, or even a dispensation from a commercial high-school which makes the merchant, but his characteristic position in the production process which allows for the identification of the firms and his own interests.26 Mises sviluppa ed amplia questa stessa idea nel suo trattato sul socialismo, giungendo alla chiara e breve conclusione che an entrepreneur deprived of his characteristic role in economic life ceases to be a business man. However much experience and routine he may bring to his new task he will still be an official in it.27
contemporary progress nor with the diversity of practical life. Therefore it seems impossible that all economic activities be treated in a stereotyped way, following the same rule with utter disregard for individual interests (Archiduque Rudolf, Principe ereditario dAustria, Politische Oekonomie, Hefte, gennaio-agosto 1876, manoscritto originale del Principe stesso, depositato in Osterreichisches Staatsarchiv. Questi appunti, scoperti dalla storica Brigitte Hamann, furono tradotti in inglese da Monika Streissler e David F. Good. Abbiamo utilizzato questa traduzione cos come viene citata da Erich W. Streissler, Carl Menger on economic policy: The Lectures to Crown Prince Rudolf, contenuto in Carl Menger and his Legacy in Economics, edito da Bruce J. Caldwell, Annual Supplement to volume 22, History of Political Economy, Duke University Press, Durham 1990, pp. 107-130 e, in particolare, le pp. 120-121). curioso evidenziare che, per Mises, la tragica morte dellarchiduque Rudolf fu dovuta al fatto che Carl Menger, cosciente del pernicioso effetto che avrebbe avuto sullImpero AustroUngarico il proliferare dellavvelenata corrente intellettuale contro il liberalismo, had transmitted this pessimism to his young student and friend, Archduke Rudolf, successor to the Austro-Hungarian throne. The Archduke committed suicide because he despaired about the future of his empire and the fate of European civilization, not because of a woman (he took a young girl along in death who, too, wished to die, but he did not commit suicide on her account). Si veda Notes and Recollections, op. cit., p. 34. 26 Ludwig von Mises, Economic Calculation in the Socialist Commonwealth, in Collectivist Economic Planning, op. cit., pp. 120-121. (Lazione e lattitudine commerciale dellimprenditore sorgono dalla sua posizione nel processo economico e vanno perdute quando tale posizione cessa. Quando un buon imprenditore nominato gerente di una societ pubblica, potrebbe forse applicare qualcuna delle sue precedenti esperienze al suo nuovo lavoro di routine. In realt, inevitabilmente smette di essere un imprenditore e si trasforma in un burocrate qualunque. Il fatto che, ci che rende tale un imprenditore non il conoscere la contabilit, lorganizzazione imprenditoriale, la conformit commerciale, e neppure un titolo di una scuola di scienze imprenditoriali, ma solamente il fatto di occupare una posizione caratteristica allinterno del processo produttivo, e che lunica in grado di permettergli di identificare quali siano gli interessi, personali e della sua compagnia, che deve perseguire.). Si veda al proposito linteressante articolo del mio amico W. Keizer, The Property Rights Basis of von Mises Critique of Socialism, manoscritto in attesa di pubblicazione presentato alla First European Conference on Austrian Economics, Universit di Maastrich, 9-10 aprile 1992.

Ludwig von Mises, Socialism, op. cit., p. 191. Luis Montes de Oca tradusse questa citazione nel modo seguente: El empresario a quien se priva de la posicin caracterstica que tena en la vida econmica, deja de ser hombre de negocios. Por muchas que sean la experiencia y la prctica que la iniciativa particular aporte a su nuevo empleo, no dejar de ser ms que un alto funcionario. (Limprenditore privato della posizione caratteristica che aveva nella vita economica, smette di essere un uomo daffari. Nonostante tutta lesperienza e la pratica con cui possa arricchire il suo nuovo lavoro, non potr essere altro che un alto funzionario.) Si veda la p. 216 di Socialismo, op. cit. Pertanto, evidentemente assurda la dicotomia di Salerno (Ludwig von Mises as Social Rationalist, op. cit., pp. 45 e 55) secondo cui per Mises il problema del socialismo era un problema relativo al calcolo economico e non alla conoscenza dispersa, poich entrambi sono indissolubilmente uniti. Mises stesso non solo insistette, come abbiamo gi visto dal principio, sullimportanza della posizione caratteristica dellimprenditore al momento di proporzionargli informazione, ma concep sempre leconomia come una scienza il cui oggetto non erano cose bens 11

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Il socialismo, pertanto, nella misura in cui impedisce con la forza il libero esercizio dellimprenditorialit nellarea essenziale dei fattori di produzione (beni di capitale e risorse naturali), non permette n la creazione n la trasmissione dellinformazione pratica che sarebbe necessaria perch lorgano di pianificazione centrale possa assegnarli in modo adeguato. Poich detta informazione non si sviluppa, la stessa non pu essere tenuta in considerazione nel calcolo estimativo necessario in ogni decisione economica razionale. In questo modo lorgano centrale di controllo non sa neppure, al momento di prendere le decisioni e agire, se sta rinunciando a raggiungere determinati obiettivi o fini che, dal suo punto di vista, potrebbero avere unimportanza maggiore. Le decisioni economiche nel socialismo sono, pertanto, arbitrarie e si svolgono nelloscurit pi assoluta. Arrivati a questo punto, molto importante evidenziare che la tesi di Mises una tesi teorica sullerrore intellettuale che qualunque idea socialista implica, dal momento che non possibile organizzare la societ tramite mandati coattivi, data limpossibilit che lorgano di controllo riesca ad ottenere linformazione necessaria per farlo. La tesi di Mises una tesi teorica sullimpossibilit pratica del socialismo.28 O, se si preferisce, la tesi teorica per antonomasia, poich la teoria non che unanalisi astratta, formale e qualitativa della realt, che per mai deve perdere il nesso con la stessa, ma che, al contrario, deve piuttosto essere il pi rilevante possibile per i casi e i processi che avvengono nella vita reale. , comunque, completamente inesatto pensare che lanalisi di Mises si riferisca allimpossibilit del socialismo dal punto di vista del modello formale di equilibrio o logica pura dellelezione, come molti e prestigiosi autori, come vedremo pi avanti, incapaci di distinguere tra teoria e analisi dellequilibrio, affermarono in modo erroneo. In effetti, gi lo stesso Mises nel 1920 con grande cura si preoccup di negare espressamente che la sua analisi fosse applicabile al modello dellequilibrio, il quale, dal momento che presuppone nella sua enunciazione che tutta la informazione necessaria deve essere disponibile, fa s che il problema economico fondamentale che suppone il socialismo si consideri, per definizione, risolto ab inizio e, per tanto, che non venga considerato dal teorico dellequilibrio. Al contrario, il problema risiede, per lappunto, nel fatto che lorgano di controllo, al momento di emettere un editto o un mandato a favore o contro un determinato progetto economico, manca dellinformazione necessaria per sapere se abbia agito o meno correttamente, per cui non pu effettuare alcun calcolo o valutazione economica. Se si suppone che lorgano di controllo possieda tutta linformazione necessaria e che, inoltre, non si verifichino cambiamenti, evidente che non pu sorgere nessun problema di calcolo economico, dal momento che dal principio si considera che tale problema non esiste. Cos, Mises ci dice: the static state can dispense with economic calculation. For here the same events in economic life are ever recurring; and if we assume that the first disposition of the static socialist economy follows on the basis of the final state of the competitive economy, we might at all events conceive of a socialist production system which is rationally controlled from an economic point of view. But this is only conceptually possible. For the moment, we leave aside the fact that a static state is informazione o conoscenza intese come realt spirituali (Economics is not about things and tangibile objects, it is about men, their meanings and actions, Human Action, op. cit., p. 92).
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The dichotomy between "theoretical" and "practical" is a false one. In Economics, all arguments are theoretical. And since economics discusses the real world, these theoretical arguments are by their nature practical ones as well. Murray N. Rothbard, Man, Economy and State. A Treatise on Economic Principles, volume II, Nash Publishing, Los Angeles 1970, p. 549. In effetti, non c nulla di pi pratico che una buona teoria e sia largomentazione di Mises che quella degli economisti matematici che lo criticarono sono teoriche, ma accade che largomentazione di Mises sia unargomentazione teorica rilevante anche per la pratica reale del funzionamento delleconomia di mercato e del socialismo; mentre largomentazione degli economisti matematici unargomentazione teorica irrilevante, dal momento che riferita a un modello di equilibrio in cui si presuppone che, per definizione, il problema economico sia gi stato risolto, considerando che tutta linformazione necessaria sia data e si trovi a disposizione dellorgano di controllo.

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impossible in real life, as our economic data are for ever changing, so that the static nature of economic activity is only a theoretical assumption corresponding to no real state of affairs.29 La tesi di Mises , per tanto, una tesi di tipo teorico sullimpossibilit logica del socialismo, quando per si considerino una teoria e una logica sullazione umana e sui veri processi sociali, dinamici e spontanei che la generano, e non una logica o una teoria costruite sullazione meccanica esercitata in un contesto di perfetto equilibrio da parte di esseri onniscienti, inumani e lontani dalla realt. O, come chiar perfettamente Mises due anni dopo nel suo libro sul socialismo: Under stationary conditions there no longer exists a problem for economic calculation to solve. The essential function of economic calculation has by hypothesis already been performed. There is no need for an apparatus of calculation. To use a popular but not altogether satisfactory terminology we can say that the problem of economic calculation is of economic dynamics: it is no problem of economic statics.30 Questa affermazione di Mises combacia alla perfezione con la tradizione pi caratteristica della Scuola Austriaca, cos come era stata iniziata da Menger, sviluppata in seguito da Bhm-Bawerk, e portata avanti nella sua terza generazione dallo stesso von Mises. Effettivamente, per Mises what distinguishes the Austrian School and will lend it immortal fame is precisely the fact that it created a theory of economic action and not of economic equilibrium or non action.31 Non deve dunque meravigliare che, non essendo necessario alcun calcolo economico in una situazione di equilibrio, solamente i rappresentanti di una scuola che, come quella Austriaca, concentrarono il loro programma di ricerca scientifica sullanalisi teorica dei processi dinamici reali che si danno nel mercato, e non sullo sviluppo di modelli meccanici di equilibrio pi o meno parziali o generali, fossero in grado di scoprire il teorema dellimpossibilit del calcolo economico socialista. stato dunque dimostrato che il nucleo essenziale della teoria sullimpossibilit del socialismo che abbiamo spiegato nel dettaglio nei capitoli II e III di questo volume si trova gi enunciato in maniera esplicita nellarticolo scritto da Mises nel 1920 e che ora stiamo commentando. Il lavoro di Mises ebbe forte impatto sul suo giovane allievo F.A. Hayek che, di conseguenza, abbandon il socialismo benintenzionato della prima giovinezza e,
Ludwig von Mises, Economic Calculation in the Socialist Commonwealth, In Collectivist Economic Planning, op. cit., p. 109. (Leconomia in stato di equilibrio pu esistere senza calcolo economico, dato che in tali circostanze gli eventi economici si ripetono in forma ricorrente; e se supponiamo che il punto di partenza di uneconomia socialista di carattere statico coincide con lo stato finale di una economia competitiva, sarebbe possibile concepire un sistema socialista di produzione razionalmente controllato dal punto di vista economico. In realt, questa possibilit ha un interesse solo concettuale, dal momento che lo stato di equilibrio impossibile nella vita reale, dove linformazione economica in continuo cambiamento, per cui il modello statico solo una supposizione teorica senza alcuna connessione con le circostanze che avvengono nella vita reale.). 30 Ludwig von Mises, Socialism, op. cit., pp. 120-121. Questo passo lo traduce Montes de Oca nella seguente forma: En la sociedad estacionaria no existe ya tarea por resolver que necesite del clculo econmico, porque la que tendra que haber sido resuelta lo ha sido antes ya. Si queremos emplear expresiones muy extendidas, a menudo un poco errneas, podramos decir: el clculo econmico es un problema de la economa dinmica y no de la economa esttica. (Nella societ stazionaria non esiste compito da risolvere che necessiti del calcolo economico, perch quello che avrebbe dovuto essere risolto, gi stato fatto in precedenza. Se vogliamo utilizzare espressioni molto diffuse, e spesso erronee, potremmo dire: il calcolo economico un problema delleconomia dinamica e non delleconomia statica) Socialismo, op. cit., pp. 132-133. Non ha, pertanto, nessun senso laffermazione di Salerno secondo cui il problema del calcolo economico in Mises un mero problema de massimizzazione robbinsiana in cui i fini e i mezzi sono stabiliti (Joseph T. Salerno, Ludwig von Mises as Social Rationalist, op. cit., p. 46). Da un punto di vista dinamico n i fini n i mezzi sono stabiliti, ma si devono creare e devono essere scoperti in ogni momento. Calcolare implica guardare verso il futuro e creare, pertanto, nuova informazione. 31 Ci che distingue la Scuola Austriaca e le proporzioner fama immortale precisamente il fatto di aver sviluppato una teoria della azione economica e non della non azione o equilibrio economico. Si veda lautobiografia intellettuale di Mises, Notes and Recollections, op. cit., p. 36
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da allora, dedic un notevole sforzo intellettuale a depurare e ampliare i contributi del suo maestro.32 Non pu, dunque, essere accettata la tesi essenzialmente erronea, secondo cui esistono due tesi distinte contro la possibilit del calcolo economico nelle economie socialiste. La prima di queste tesi sarebbe di tipo semplicemente algebrico o computazionale, e sarebbe stata espressa inizialmente da Mises, secondo cui il calcolo economico non sarebbe possibile laddove non esistano prezzi che permettano il calcolo di guadagni e perdite; e laltra di natura epistemologica, sviluppata principalmente da F.A. Hayek e in virt della quale il socialismo non potrebbe funzionare data limpossibilit che lorgano di pianificazione centrale possa disporre dellinformazione pratica rilevante e necessaria per organizzare la societ.33 Al contrario, per Mises entrambe le tesi, quella computazionale e quella epistemologica, non sono altro che le due inscindibili facce della stessa medaglia dal momento che, da un lato, non possibile effettuare alcun calcolo economico, n le corrispondenti valutazioni, se non si pu disporre dellinformazione necessaria per concretizzarlo sotto forma di prezzi di mercato e, dallaltro, tale informazione sorge costantemente come conseguenza del libero esercizio della funzione imprenditoriale che in continuazione rileva le relazioni degli scambi o i prezzi di mercato del passato, e cerca di fare una valutazione e scoprire quali saranno i prezzi di mercato futuri, agendo di conseguenza e contribuendo a creare con tale azione leffettiva formazione dei prezzi futuri. Seguendo le parole di Mises stesso, scritte nel 1922: It is the speculative capitalists who create the data to which he has to adjust his business and which therefore gives direction to his trading operations.34 Le considerazioni precedenti non impediscono che si debba ritenere che il lavoro pionieristico di Mises del 1920 fosse ancora ben lontano dai raffinati e depurati contributi che Hayek e lo stesso Mises avrebbero realizzato nei decenni successivi, e che sarebbero culminati con lo sviluppo dellanalisi della funzione imprenditoriale e dei processi di creazione dellinformazione che ne risultano, che gi abbiamo esposto nei capitoli II e III di questo volume. Daltra parte, necessario ricordare che il contributo iniziale di Mises era ancora molto influenzata da un ambiente marxista antecedente a cui voleva rispondere e che lo port a evidenziare nella sua analisi tanto la necessit dellutilizzo del denaro quanto lesistenza di prezzi per rendere possibile il calcolo economico. Con il fine, pertanto, di situare larticolo di Mises del 1920 nel contesto adeguato, dedicheremo il prossimo punto a studiare nel dettaglio quale fu il contesto marxista che prevaleva nel mondo accademico ed intellettuale in cui si distric Mises negli anni immediatamente precedenti il 1920 e con cui familiarizz intimamente nel seminario che Bhm-Bawerk tenne fino al sopraggiungere della I Guerra Mondiale.

3. IL FUNZIONAMENTO DEL SOCIALISMO SECONDO MARX Non vi dubbio che Mises abbia elaborato il suo lavoro pionieristico avendo in mente il concetto marxista del socialismo che prevaleva in Europa a inizi degli anni venti. Perci

My thinking was inspired largely by Ludwig von Mises conception of the problem of ordering a planned economy ... But it took me a long time to develop what is basically a simple idea, in F.A. Hayek The Moral Imperative of the Market, pubblicato in The Unfinished Agenda. Essays on the political economy of government policy in honour of Arthur Seldon, Institute of Economic Affairs, Londra 1986, p. 143. 33 Diversi autori sono caduti nellerrore di credere che largomentazione computazionale non implica largomentazione epistemologica e viceversa. Cos, ad esempio, Chadran Kukathas, Hayek and Modern Liberalism, Clarendon Press, Oxford 1989, p. 57; Murray N. Rothbard, Ludwig von Mises: Scholar, Creator and Hero, Ludwig von Mises Institute, 1988, p. 38, e i lavori di J.T. Salerno gi citati. 34 Ludwig von Mises, Socialism, pagina 121. Sono gli imprenditori coloro che creano linformazione secondo cui ognuno adatta i suoi affari e che, pertanto, orienta le loro operazioni commerciali.

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necessario dedicare questo spazio per chiarire, in primo luogo, quali erano le idee che aleggiavano nellambiente in quellepoca su un tema cos importante. La prima questione che si deve porre se Karl Marx avesse o meno le idee chiare su come avrebbe dovuto funzionare in pratica il sistema socialista che auspicava. Questa una questione importante, non solo perch Mises in diverse occasioni accus Marx e i suoi seguaci di cercare di evitare ogni analisi critica del sistema socialista semplicemente argomentando che detta analisi sarebbe irrilevante e utopica, dal momento che il socialismo sarebbe arrivato come risultato inesorabile dellevoluzione del capitalismo stesso, ma anche perch in pi lo stesso Marx consider che, nel suo schema teorico, la speculazione minuziosa e dettagliata sugli aspetti concreti del socialismo del futuro non era scientifica. Nonostante le precedenti affermazioni, e nonostante non vi sia dubbio che la citata posizione marxista sia stata abusivamente e sistematicamente utilizzata per evitare la discussione teorica sulle possibilit reali del funzionamento del socialismo, riteniamo che, nellanalisi critica del capitalismo che costituisce il centro dellargomentazione marxista, si debba distinguere chiaramente, anche se in modo implicito ed embrionario, unanalisi su come, daccordo con Marx, avrebbe dovuto nella pratica funzionare il socialismo.35 Secondo noi Marx era talmente influenzato e ossessionato dal modello di adattamento e di equilibrio ricardiano, che tutta la sua teoria cerca di giustificare un equilibrio normativo, nel senso che, secondo Marx, si deve stabilire una organizzazione dallalto, imposta coattivamente dal proletariato, che metta fine alle caratteristiche tipiche del capitalismo. necessario mettere in evidenza che, paradossalmente, e riguardo allanalisi positiva e dettagliata delle realt economiche del sistema capitalista, Marx si concentra, principalmente, sullo studio dei disequilibri che avvengono nel mercato, di modo che la teoria marxista risulta essere, innanzi tutto, una teoria del disequilibrio che, in determinate occasioni, ha anche curiose coincidenze con lanalisi dei processi di mercato sviluppata dagli economisti della Scuola Austriaca in generale e dagli stessi Mises e Hayek in particolare. In tal modo, curiosamente, fino a un certo punto Marx cap in che modo il mercato, inteso come ordine spontaneo ed impersonale, attuasse come processo creatore e di trasmissione di informazione che rendeva possibile una certa organizzazione nella societ. In effetti, in Grundrisse leggiamo: It has been said and may be said that this is precisely the beauty and the greatness of it, this spontaneous interconnection, this material and mental metabolism which is independent of the knowing and willing of individuals, and which presupposes their reciprocal independence and indifference. And certainly, this objective connection is preferable to the lack of any connection, or to a merely local connection resting on blood ties, or on primeval, natural or master-servant relations.36 (il corsivo mio e non di Marx). Per di pi, Marx riconosce esplicitamente il ruolo che giocano le istituzioni nel permettere lacquisizione e la trasmissione dellinformazione pratica nel mercato e la loro importanza per la conoscenza degli agenti economici: Together with the development of this alienation, and on the same basis, efforts are made to overcome it: institutions emerge whereby each individual can acquire
Siamo, pertanto, fondamentalmente daccordo con Don Lavoie, il cui capitolo sul socialismo marxista consideriamo essere uno dei pi brillanti della sua opera Rivalry and Central Planning, op. cit., Capitolo II, pp. 28 a 47. Si veda anche il libro di N. Scott Arnold, Marxs Radical Critique of Capitalist Society. A Reconstruction and Critical Evaluation, Oxford University Press, Oxford 1990. 36 Karl Marx, Grundrisse: Foundations of the Critique of Political Economy, Random House, New York 1973, p. 161. La traduzione allitaliano potrebbe essere la seguente: Secondo quanto si detto, si pu affermare che la bellezza e la grandezza del mercato consistono proprio nella sua spontanea interconnessione, in quello speciale metabolismo materiale e mentale che indipendente dalla conoscenza e dalla volont degli individui e che presuppone la loro reciproca indipendenza e indifferenza. E, certamente, questa connessione oggettiva preferibile allassenza assoluta di connessione, o a connessioni di tipo meramente locale basate sui legami di sangue, o su relazioni di tipo primitivo, naturale o di servit.
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information about the activity of all others and attempt to adjust his own accordingly ... Although the total supply and demand are independent of the actions of each individual, everyone attempts to inform himself about them, and this knowledge then reacts back in practice on the total supply and demand.37 Se Marx, dunque, condanna il mercato lo fa proprio perch lo mette in contrasto con un sistema economico ideale nel quale gli individui sono capaci di subordinare tutte le loro relazioni sociali ad un controllo comune di tipo centralizzato e coattivo, che si suppone render possibile che tutto il processo sociale sia il risultato di unorganizzazione cosciente e deliberata e non, come succede nel mercato, di un processo impersonale non pianificato n controllato coscientemente da nessuno e, pertanto, alienante. Inoltre, questo controllo organizzato della societ deve portarsi a termine tramite lelaborazione dettagliata a priori di un piano che permetta lorganizzazione capillare di tutta la societ, allo stesso modo in cui un architetto disegna in ogni dettaglio i piani delledificio che sta progettando prima di costruirlo: What distinguishes the worst architect from the best of bees is this, that the architect raises his structure in imagination before he erects it in reality.38 dunque attraverso questo contrasto tra lanarchia della produzione propria dellordine spontaneo del mercato e lorganizzazione perfetta che si suppone risulti dalla pianificazione centrale che Marx critica il capitalismo e difende il sistema socialista che, secondo lui, lo sostituir inesorabilmente. Non difficile notare che lerrore fondamentale di Marx risiede nel confondere i concetti di informazione pratica e informazione scientifica, da un lato, e dallaltro nel pensare che linformazione pratica abbia un carattere oggettivo e possa essere assorbita dallorgano centrale di pianificazione. Marx ignora il carattere soggettivo, privato, disperso, tacito e non articolabile dellinformazione pratica, che abbiamo esposto dettagliatamente nel capitolo II di questo volume, e non si rende conto che, da un punto di vista logico, non solo impossibile lorganizzazione centralizzata dei cambiamenti sociali, ma, inoltre, lo sviluppo e la creazione costante di nuova informazione risultato esclusivo del processo imprenditoriale capitalista e non riproducibile in maniera coattiva e centralizzata. Ovverosia, il sorgere di nuove tecnologie, prodotti, metodi di distribuzione, e, in generale, il generarsi di nuova informazione imprenditoriale logicamente possibile solo attraverso il processo spontaneo di mercato che Marx tanto critic e che stimolato dalla forza dellimprenditorialit. E in questo senso sorge il paradosso che, dal suo stesso punto di vista, il socialismo marxista un socialismo utopico, poich unadeguata conoscenza della natura logica dellinformazione creata e utilizzata nel mercato ci porta inesorabilmente alla conclusione che impossibile che questo, per le sue stesse forze di evoluzione e sviluppo tecnico ed economico, porti a un

Ibidem, p. 161. In contemporanea allo sviluppo dellalienazione si fanno sforzi per superarla: nascono istituzioni dove ogni individuo acquisisce informazione sullattivit degli altri, cercando di adattare la loro convenientemente ... Nonostante lofferta e la domanda totali siano indipendenti dallazione di ogni individuo, ciascuno tenta di informarsi sulle stesse, in modo che questa conoscenza nella pratica influisca a sua volta sullinsieme della domanda e dellofferta. 38 Karl Marx, Capital: A Critique of Political Economy, volume I, The Process of Capitalist Production, International Publishers, New York 1967, p. 178 (edizione italiana, Il capitale: critica delleconomia politica, Newton Compton, Roma 1976). Vale a dire, in italiano, ci che distingue il peggiore architetto dalla migliore delle api che larchitetto concepisce la struttura del suo edificio nellimmaginazione prima di realizzarla nella realt. (Esiste una traduzione spagnola di Wenceslao Roces, pubblicata in Messico dal F.C.E. nel 1946. E unaltra di Cristian Fazio stampata nell exUnione Sovietica, da Editorial Progreso, Mosca 1990). In altri scritti Marx ancora pi esplicito riguardo alla sua difesa della pianificazione centrale come unico mezzo per organizzare lattivit economica: The united cooperative societies are to regulate national production upon a common plan, thus taking it under their own control and putting an end to the constant anarchy and periodical convulsions which are the fatality of capitalist production, p. 213 di The Civil War in France: Address of the General Council, in The First International and After: Political Writings, edito da D. Fernbach, Random House, NewYork, volume III, pp. 187-268.

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ordine sociale basato sullorganizzazione centralizzata e coattiva di tutta linformazione pratica. Proprio questo lerrore fondamentale di Marx, al punto che tutti gli altri errori in materia economica e sociale non possono considerarsi altro che risultati o conseguenze particolari di questo essenziale errore di partenza. In tal modo, ad esempio, la sua teoria del valore lavoro non che la naturale conseguenza di considerare che linformazione sia qualcosa di oggettivo ed inequivocabilmente distinguibile dal punto di vista di un osservatore esterno. Noi, al contrario, sappiamo che il valore non che unidea o uninformazione di tipo soggettivo, disperso ed inarticolabile, ovvero, una valutazione o una proiezione della mente umana sui fattori o i mezzi economici, psicologicamente tanto pi intensa quanto pi lattore pensi soggettivamente che detti mezzi gli saranno pi utili per raggiungere i fini prefissati. Questa concezione erronea della teoria del valore invalida allo stesso modo tutta la teoria marxista del plusvalore o sfruttamento. Non si tratta solamente del fatto che lanalisi di Marx abbia ignorato volontariamente quei mezzi economici che, non essendo merci, non presuppongono alcun tipo di lavoro nel loro processo di elaborazione, ma anche che, come ha magistralmente evidenziato Bhm-Bawerk,39 lanalisi marxista ignora totalmente
Riassumendo, le argomentazioni principali contro la teoria oggettiva del valore lavoro e del suo principale corollario, la teoria marxista dello sfruttamento, sono le seguenti: In primo luogo, non vero che tutti i beni economici sono prodotto del lavoro. Da un lato, esistono i beni della natura che, essendo scarsi e utili per raggiungere fini umani, costituiscono beni economici anche se non presuppongono alcun tipo di lavoro. Daltra parte, evidente che due diversi beni, anche richiedendo una uguale quantit di lavoro, possono avere valore molto diverso se il periodo di tempo che ci vuole per la loro produzione diverso. In secondo luogo, il valore dei beni qualcosa di soggettivo, dal momento che, come abbiamo gi spiegato nel secondo capitolo, il valore non che una stima fatta dalluomo al momento di agire proiettando sui mezzi limportanza che ritiene abbiano per realizzare un determinato fine. Per questo, beni che presuppongano una grande quantit di lavoro possono avere un valore molto ridotto, e addirittura non valere nulla, se in seguito lattore si rende conto che sono privi di utilit per raggiungere un qualunque fine. In terzo luogo, i teorici del valorelavoro cadono in una contraddizione irrisolvibile e nel ragionamento circolare, dal momento che se il lavoro determina il valore dei beni economici ed a sua volta determinato nella sua valutazione dal valore dei beni economici necessari per produrlo e mantenere la capacit produttiva del lavoratore, si va a finire ragionando circolarmente senza che si riesca a spiegare cosa determini, in ultima istanza, il valore. E, da ultimo, in quarto luogo, evidente che coloro che difendono la teoria dello sfruttamento non conoscono evidentemente la legge della preferenza temporale e, pertanto, la categoria logica che suppone che a parit di circostanze i beni presenti hanno sempre un valore superiore ai beni futuri. Risultato di questo errore che si pretende che al lavoratore si paghi pi di ci che produce realmente, quando argomentano che gli si riconosca, quando svolge il suo lavoro, integralmente il valore di un bene che sar prodotto solamente dopo un periodo di tempo pi o meno lungo. Tutte queste considerazioni critiche verso la teoria marxista del valore sono analizzate con grande dettaglio nellopera classica di Eugen von Bhm-Bawerk The Exploitation Theory, in Capital and Interest, Libertarian Press, South Holland, Illinois 1959, volume I, Capitolo 12, pp. 241 a 321 (esiste una traduzione spagnola con prologo di Joaqun Reig Albiol pubblicata con il titolo La Teora de la Explotacin, Unin Editorial, Madrid 1976). Questa opera di Bhm-Bawerk la traduzione inglese del primo volume della sua opera magna Kapital und Kapitalzins, che con il sottotitolo Geschichte und Kritik der Kapitalzins-Theorien fu pubblicata in quattro edizioni (1884, 1900, 1914 e 1921). Inoltre, Bhm-Bawerk scrisse un articolo inteso ad evidenziare le inconsistenze e contraddizioni in cui era caduto Marx nel tentativo di risolvere nel III volume de Il Capitale gli errori e le contraddizioni della sua teoria dello sfruttamento cos come era stata inizialmente sviluppata nel I volume della stessa opera. Questo articolo si intitola Zum Abschluss des Marxschen Systems, pubblicato nelle pp. 85 a 205 di Staatswissenschaftliche Arbeiten-Festgaben fr Karl Knies zur Fnfundsiebzigsten Wiederkehr, Haering, Berlino 1896. Io ho utilizzato una traduzione inglese pubblicata con il titolo The Unresolved Contradiction in the Marxian Economic System, Capitolo IV di Shorter Classics of Eugen von Bhm- Bawerk, volume I, Libertarian Press, South Holland, Illinois 1962, pp. 201 a 302 (esiste una traduzione spagnola di questo articolo pubblicata con il titolo Una Contradiccin no resuelta en el Sistema Econmico Marxista, Libertas, n. 12, maggio 1990, pp. 165 a 296, Buenos Aires). Nel campo marxista, solo Rudolph Hilferding (1877-1941) cerc, senza successo, di contestare le argomentazioni di Bhm-Bawerk in Bhm-Bawerks Marx Kritik, pubblicato nel 1904 nel I volume dei Marx- Studien, I.Brand, Vienna. Commentando questo articolo di Hilferding, Bhm-Bawerk conclude che nothing in it has caused me to change my opinion in any respect,
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la categoria della preferenza temporale e il fatto che ogni azione umana, in generale, e ogni processo produttivo, in particolare, implica tempo. Marx pretende, dunque, che al lavoratore si paghi non il valore di ci che produce, ma decisamente pi di quanto produce, poich esige che gli si paghi per intero il valore del suo apporto al processo produttivo, valutandolo per non al momento in cui ogni apporto si produce, ma in un momento successivo, in cui il processo produttivo complessivo gi stato portato a termine. E tutto ci senza bisogno di menzionare che lanalisi del plusvalore di Marx fa cadere in un circolo vizioso incapace di fornire alcuna spiegazione. Marx credeva che lo stato socialista ideale avrebbe dovuto organizzare la societ come unimmensa industria, completamente organizzata dallalto in forma razionale. Solo cos si eviterebbero, nella sua opinione, le inefficienze e le ridondanze proprie del sistema capitalista e, soprattutto, si potrebbe abolire tutte le relazioni di mercato in generale, e, in particolare, eliminare la circolazione di denaro inteso come mezzo di scambio. In questo modo, Marx ci dice esplicitamente che in the case of socialized production the money capital is eliminated. Society distributes labour-power and means of production to the different branches of production. The producers may, for all it matters receive paper vouchers entitling them to withdraw from the social supplies of consumer goods a quantity corresponding to their labour-time. These vouchers are not money. They do not circulate.40 E altrove, riferendosi di nuovo a questi buoni, Marx dice che sono ... no more money than a ticket for the theatre.41 Questa idea di Marx quella che poi passa ai suoi discepoli, ed diffusa nella sua versione pi conosciuta da Friedrich Engels nel suo AntiDhring. Secondo Engels la societ non deve fare altro che calcolare quante ore di lavoro ci sono volute per una macchina a vapore, per un ettolitro di cereali dellultimo raccolto, o per cento metri quadrati di tessuto di una determinata qualit La societ non assegner un valore ai prodotti finiti; non esprimer il fatto lampante che la produzione di cento metri quadrati di tessuto esige, ad esempio, mille ore di lavoro nella forma sciocca e equivoca con cui si fa oggi Senzaltro, la societ avr la necessit di sapere di quanto lavoro c bisogno per produrre qualunque oggetto duso; dovr organizzare il piano di produzione in funzione degli strumenti di produzione, primo fra tutti la forza lavoro. In ultima analisi saranno gli effetti utili dei diversi oggetti duso messi in comparazione prima tra di loro e poi con la quantit di lavoro necessario a realizzarli- quelli che determineranno il piano di produzione. Il problema si risolver semplicemente senza lintervento del famoso valore.42 dunque nel contesto di queste tesi di Marx43 e dei suoi discepoli pi
si veda Capital and Interest, op. cit., volume I, pp. 472. Il proprio Otto Bauer, teorico socialista che aveva assistito, come Hilferding e Mises, al Seminario di Bhm-Bawerk, arriv addirittura a manifestare a Mises stesso che Hilferding non riusc neppure a capire lessenza della critica di Bhm-Bawerk a Marx. Si veda Mises, Notes and Recollections, op. cit., p. 40. 40 Nel caso della produzione socializzata il denaro eliminato. In questo modo si distribuiscono il lavoro e le risorse nei diversi rami della produzione. I produttori possono, a tutti gli effetti, ricevere buoni di carta che diano loro diritto a ritirare dallofferta sociale di beni di consumo una quantit degli stessi che corrisponda al tempo di lavoro effettuato: questi tagliandi non sono denaro. Non circolano. Karl Marx, Capital: A Critique of Political Economy, volume II, The Process of Circulation of Capital, International Publishers, New York 1967, p. 358. 41 Non sono pi denaro che un biglietto del teatro. Karl Marx, Capital: A Critique of Political Economy, volume I, The Process of Capitalist Production, op. cit., p. 94. 42 Friedrich Engels, Anti-Dhring o La Revolucin de la Ciencia de Eugenio Dhring. Introduccin al Estudio del Socialismo, Editorial Claridad, Buenos Aires, terza edizione, 1970, pp. 320-321 (ed. Italiana: Anti-Duhring, Dialettica della natura, Editori Riuniti, Roma 1974). 43 Marx consider, inoltre, che le versioni intervenzionista e sindacalista del socialismo erano utopiche. Lintervenzionismo, poich tentava di mantenere la forma anarchica di produzione tipica del mercato, correggendola mediante mandati isolati provenienti dal governo finalizzati a conseguire i fini socialisti. A questo riguardo, Marx accett pienamente le argomentazioni contrarie allintervenzionismo della Scuola Classica di Economia e consider che la legislazione di tipo sociale e lavorativa non avrebbe mai potuto raggiungere i suoi scopi, allo stesso modo in cui impossibile cambiare il fatto che esiste la legge di gravit.

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vicini che si pu capire lenfasi dellarticolo di Mises apparso nel 1920 sulla necessit dellesistenza del denaro e dei prezzi monetari per rendere possibile il calcolo economico che, insieme ad altri aspetti, commenteremo con maggiore dettaglio nel punto a seguire.

4. CONSIDERAZIONI ADDIZIONALI INTORNO AL CONTRIBUTO DI MISES

La refutazione misiana di Marx La dimostrazione data da Mises del fatto che il socialismo implica unimpossibilit logica non , dunque, solamente unargomentazione teorica riguardo alle possibilit di sviluppo futuro del socialismo, ma in realt presuppone, ed molto importante ricordarlo, un azzeccato attacco frontale contro il cuore stesso dellanalisi di Karl Marx. In effetti, Mises concorda pienamente con Marx nel considerare che in uno stato di equilibrio, e supponendo che tutta linformazione sia oggettiva e disponibile per lorganismo centrale di controllo, non ci sarebbe bisogno di denaro o di alcun mezzo di scambio. Cos, Mises afferma espressamente: Money is necessarily a dynamic factor; there is no room left for money in a static system.44 Quindi, come abbiamo visto, largomentazione essenziale di
I salari, pertanto, non possono essere aumentati in modo sostanziale tramite decreti ufficiali anche supponendo che lo Stato o il governo abbiano il desiderio sincero di farlo. I sindacalisti, da parte loro, sarebbero utopici poich non sono mai stati capaci di spiegare come le diverse industrie e societ indipendenti controllate dai lavoratori potrebbero riuscire a coordinare le attivit in modo razionale dal punto di vista della societ nel suo insieme. Marx non si rese conto del fatto che, come abbiamo dimostrato nel testo, dal suo punto di vista anche il socialismo sviluppato da lui era utopico, poich la creazione dellinformazione necessaria per rendere possibile lo sviluppo economico, tecnologico e sociale incompatibile con la pianificazione centrale e coattiva.

Il denaro non necessariamente un fattore dinamico; non vi alcuno spazio per il denaro in un sistema statico. Ludwig von Mises, Human Action, op. cit., p. 249. Inoltre, Mises considera, daccordo con Marx, che il cosiddetto denaro, utilizzato nellequilibrio, non avrebbe affatto tale natura. Non che affermi, Marx, che sarebbe semplicemente un tagliando identico come funzione a quello di un ingresso per il teatro, ma piuttosto che it is merely a numraire, an ethereal and undetermined unit of accounting of that vague and indefinable character which the fancy of some economists and the errors of many laymen mistakenly have attributed to money. In un altro passo della sua Azione Umana, p. 417, Mises aggiunge che it is impossible to assign any function to indirect exchange, media of exchange and money within an imaginary construction the characteristic mark of which is unchangeability and rigidity of conditions. Where there is no uncertainty concerning the future there is no need for any cash holding. As money must necessarily be kept by people in their cash holdings, there cannot be any money. The use of media of exchange and the keeping of cash holdings are conditioned by the changeability of economic data. Money in itself is an element of change; its existence is incompatible with the idea of a regular flow of events in an evenly rotating economy. Daltro canto, lanalisi migliore che conosco sulle differenze esistenti tra il concetto di denaro in un sistema di economia di mercato e un sistema socialista si trova in Trygve J.B. Hoff, Economic Calculation in the Socialist Society, Liberty Press, Indianapolis 1981, Capitolo VI, Money in the formation of prices of consumer goods in a socialist society with each choice of goods and occupation, e, in particolare, le pp. 101-115. Hoff evidenzia chiaramente che pur utilizzando lo stesso termine denaro nelle economie di mercato e in quelle socialiste, in realt si sta parlando di cose radicalmente diverse, non solo perch negli stati socialisti i prezzi hanno una funzione meramente parametrica (ovverosia retrospettiva o di adeguamento e non prospettiva nel senso di inglobare e creare nuova informazione), ma perch, inoltre, nei sistemi socialisti si possono acquisire solamente beni di consumo e lunico negozio disponibile quello dello Stato. 19

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Mises non riferita a un tanto ipotetico quanto impossibile modello di equilibrio in cui non si producono cambiamenti e tutti i disequilibri sociali scompaiono poich sono coattivamente organizzati dallalto da un organo centrale di pianificazione che possiede tutta linformazione rilevante. Al contrario, per Mises, in queste circostanze impossibili da realizzarsi nella pratica, non ci sarebbe problema di calcolo economico alcuno. Il contributo essenziale di Mises consiste, precisamente, nellaver dimostrato che teoricamente impossibile che nel mondo reale un organo di pianificazione centrale possa organizzare coattivamente la societ. In questo senso, il contributo di Mises non solo rende evidente limpossibilit logica del socialismo, ma anche largomentazione teorica definitiva contro Marx. evidente che solo qualcuno che, come Mises, avesse una conoscenza tanto sottile e profonda di come funzionano i processi di mercato nella vita reale avrebbe potuto rendersi conto che il calcolo economico e lorganizzazione sociale fuori dal mercato non sono possibili. Nonostante ci, necessario chiarire che i concetti di prezzo di mercato e concorrenza che Mises utilizza e la cui assenza rende impossibile il calcolo economico fuori dal mercato non hanno niente a che vedere con i concetti di prezzo e concorrenza utilizzati dai teorici neoclassici dellequilibrio. Per Mises, prezzo ogni relazione storica di scambio che sorge necessariamente nel processo competitivo mosso dalla forza della funzione imprenditoriale, e non un semplice concetto parametrico che indica i termini in cui ogni alternativa debba offrirsi in funzione delle altre. Ancora pi importante che, per Mises, il termine concorrenza possiede un significato che virtualmente proprio il contrario di quello utilizzato dalla corrente neoclassica. Mentre il cosiddetto modello di concorrenza perfetta si riferisce a un determinato stato di equilibrio in cui tutti gli attori si limitano passivamente a vendere il medesimo prodotto a un prezzo stabilito, per Mises concorrenza significa un processo dinamico di rivalit tra imprenditori che, pi che vendere a prezzi stabiliti, prendono continuamente decisioni e iniziano nuove azioni e scambi che generano e creano nuova informazione, la quale viene plasmata o materializzata costantemente sotto forma di nuovi prezzi di mercato. Pi avanti, nel capitolo dedicato a Oskar Lange, avremo lopportunit di studiare con maggiore dettaglio le differenze esistenti tra i concetti di prezzo e concorrenza utilizzati da Mises e quelli utilizzati dagli economisti neoclassici. Ci che ci interessa evidenziare ora che Mises, nel suo articolo originale del 1920, incentr la sua sfida basicamente nella visione della pianificazione centrale che era implicita nelle tesi di Marx e che abbiamo gi commentato. Dal momento che Marx neg esplicitamente la necessit delluso di prezzi monetari, naturale che Mises insistesse con particolare impegno sulla necessit dellesistenza di prezzi e denaro per rendere possibile il calcolo economico. Solo pi tardi, quando i socialisti che partecipavano al dibattito avranno finalmente riconosciuto la necessit dellesistenza del denaro e dei prezzi, anche se intesi questi ultimi in senso strettamente parametrico, per rendere possibile il calcolo economico, Hayek svilupper fino alle estreme conseguenze largomento, inizialmente affrontato dal suo maestro Mises, che il calcolo economico esige veri prezzi di mercato, e non semplicemente prezzi parametrici, per cui non possibile lesercizio dellimprenditorialit e neppure laggiustamento n la coordinazione che la societ esige senza lesistenza di mercati veramente competitivi e di propriet privata dei fattori di produzione. necessario ripetere, comunque, che, come gi abbiamo dimostrato, tutti gli argomenti esenziali di questa tesi fondamentale che posteriormente verr depurata e perfezionata da Hayek e dallo stesso Mises, riguardo al ruolo dellinformazione o conoscenza pratica dispersa nel mercato, erano gi stati sviluppati, seppure in forma embrionaria, nel contributo iniziale dato da Mises nel 1920.

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Il calcolo monetario di benefici e perdite Nella seconda parte del suo articolo del 1920, intitolata La natura del calcolo economico, Mises distingue tre tipologie di valutazioni diverse che ogni attore o impresario pu effettuare al momento di agire, e che lui chiama rispettivamente valutazioni primarie, valutazioni di consumo e valutazioni di produzione. Se le valutazioni primarie e le valutazioni di consumo sono realizzate direttamente dallattore, mediante un calcolo in natura che richiede semplicemente comparare nella scala dei valori soggettiva di ogni attore il luogo che occupano i diversi fini e i mezzi di consumo necessari per raggiungerli, le valutazioni di produzione, al contrario, sono decisamente pi complesse, specialmente in una struttura produttiva come quella moderna che si compone di una rete molto complessa di diverse tappe di produzione, interconnesse le une con le altre in modo molto complicato e presupponendo ognuna tempistiche molto diverse. In questo caso, come bene sottolinea Mises, the mind of one man alone is too weak to grasp the importance of any single one among the countlessly many goods of higher order.45 In effetti, le decisioni relative ai fattori di produzione sono talmente complesse da richiedere valutazioni che possono realizzarsi solo se si aggrega anche linformazione proveniente dai prezzi monetari che risultano dal processo di mercato stesso. Il fulcro di questo processo costituito precisamente dalle valutazioni dei benefici e delle perdite che gli impresari fanno costantemente al momento di agire nel mercato dei fattori di produzione. In effetti, ogni volta che trovano unoccasione di guadagno agiscono approfittandone, acquisendo fattori di produzione a un prezzo di mercato o costo monetario che ritengono sar inferiore al prezzo di vendita che si otterrebbe dal bene di consumo una volta che questo sia stato prodotto. Le perdite, al contrario, indicano che stato commesso un errore al momento di agire, e che si sono dedicate risorse alla produzione di determinati servizi e beni di consumo quando ne esistevano altri pi urgenti o pi importanti da produrre (quelli che generano guadagni anzich perdite). Logicamente, gli imprenditori, comprando e vendendo fattori di produzione e intraprendendo processi produttivi, non agiscono adattandosi semplicemente a chimerici prezzi di tipo parametrico, ma creano attivamente e continuamente veri prezzi di mercato in cui inconsciamente vanno aggregando linformazione che in ogni momento generano e scoprono. Senza denaro, senza propriet privata e senza libert nellesercizio della funzione imprenditoriale non possibile generare, scoprire e trasmettere costantemente questa informazione n, pertanto, creare i prezzi di marcato che costituiscono lelemento o la materia prima essenziale del calcolo economico che rende possibile lorganizzazione della vita nella societ.

La sufficienza pratica del calcolo economico Per Mises, tre sono i vantaggi del calcolo economico nel modo in cui lo vediamo realizzarsi in una economia reale di mercato. In primo luogo, il calcolo economico rende possibile che si prendano in considerazione le valutazioni degli agenti economici che intervengono nel processo sociale; in secondo luogo, il calcolo economico orienta lazione, nel senso che indica che tipo di processi produttivi devono essere intrapresi e quali no, cosa resa possibile attraverso gli indicatori o i segnali che per gli imprenditori presuppongono le valutazioni di perdita e guadagno che si realizzano costantemente; e, in
La mente delluomo troppo limitata per poter apprezzare limportanza di uno solo tra gli incalcolabili e molteplici fattori di produzione. Ludwig von Mises, Economic Calculation in the Socialist Commonwealth, in Collectivist Economic Planning, op. cit., p. 102.
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terzo luogo, il calcolo economico permette che molte delle valutazioni legate allazione si riducano al denominatore comune delle unit monetarie. Mises ammette, e si preoccupa di sottolinearlo adeguatamente, che n il calcolo economico n la funzione del denaro sono perfetti in uneconomia di mercato. Questo accade perch il denaro, come mezzo di scambio, sta costantemente modificando in diverse direzioni e in maniera imprevedibile il suo potere dacquisto. E riguardo al calcolo economico, esistono determinati beni e servizi che non presuppongono compravendita nel mercato, essendo in pratica res extra commercium, e, pertanto, non permettono di effettuare valutazioni in termini di prezzi monetari (di fatto, tutta largomentazione di Mises si basa sullanalisi delle conseguenze che si avrebbero al convertire in res extra commercium tutti i beni di capitale). Inoltre, lapparente esattezza della contabilit (finanziaria e di costi) ingannevole, poich le sue espressioni numeriche racchiudono e nascondono il fatto che tutte loro si basano su giudizi soggettivi di natura strettamente imprenditoriale su come evolveranno i fatti futuri. Mises illustra questa idea con lesempio del calcolo delle quote di ammortamento che, come espressione contabile del deprezzamento, implicano sempre una valutazione di tipo imprenditoriale su quale sar il prezzo di mercato che un domani avr il fattore di produzione da sostituire, quando questo sar esaurito fisica o tecnologicamente. Ma, nonostante le insufficienze e imperfezioni, il calcolo economico lunica guida che esiste nella societ per scoprire i disequilibri che sorgono nella stessa, orientando lazione degli esseri umani per scoprirli e riorganizzarli, rendendo con ci possibile la vita nella societ. Date le caratteristiche che possiede linformazione pratica e dispersa che gi abbiamo analizzato nel Capitolo II, non esiste alcuna alternativa al calcolo economico di mercato e, nonostante lo stesso si basi sempre su valutazioni soggettive e sullinformazione proporzionata da prezzi di mercato che non sono mai di equilibrio, permette che, come minimo, gli imprenditori evitino di considerare innumerevoli possibilit e alternative di azione che, pur essendo tecnologicamente possibili, non sarebbero economicamente adeguate. Vale a dire, il calcolo economico fa s che le possibilit che gli imprenditori devono considerare si concentrino in un numero molto ridotto di alternative e possibilit che appaiono a priori come potenzialmente vantaggiose, semplificando cos enormemente il processo decisionale dellattore. Mises conclude affermando che admittedly, monetary calculation has its inconveniences and serious defects, but we have certainly nothing better to put in its place, and for the practical purposes of life monetary calculation as it exists under a sound monetary system always suffices.46

Il calcolo come problema di carattere essenzialmente economico (e non tecnico) Per Mises, linstaurazione di un regime socialista suppone leliminazione delleconomia razionale, giacch con ci si rende impossibile lesistenza di veri prezzi e di vero denaro, nel senso che entrambi hanno in uneconomia reale di mercato. Nelliniziale concezione marxista che abbiamo gi studiato, secondo la quale i prezzi e il denaro dovrebbero essere aboliti, evidente che il calcolo economico scomparirebbe completamente. Ed a criticare questa proposta che Mises dedica gran parte del contenuto del suo articolo. Non cambia molto se, come vedremo pi avanti, i socialisti, in una seconda linea di difesa, permettono lesistenza di alcuni prezzi di tipo parametrico, fissati dallautorit di
Ludwig von Mises, Economic Calculation in the Socialist Commonwealth, in Collectivist Economic Planning, op. cit., p. 109. (Bisogna ammettere che il calcolo monetario ha inconvenienti e difetti seri, ma di certo non abbiamo nulla con cui sostituirlo, e nella pratica il calcolo effettuato in un sistema monetario solido sempre sufficiente.
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controllo, e alcune unit monetarie che a ben vedere sono pi semplici unit di calcolo che altro, poich in questo modo riportiamo il problema allimpossibilit che suppone il creare e trasmettere nuova informazione pratica laddove lesercizio della funzione imprenditoriale non libero. Lesercizio sistematico della coazione istituzionale fa s che linformazione non possa sorgere n trasmettersi, e perci in nessun caso potr concentrarsi nella mente dellorgano direttivo n essere utilizzata dallo stesso. Il problema che prospetta il socialismo non , pertanto, un problema di tipo tecnico o tecnologico in cui si ritengono prestabiliti i fini e i mezzi, cos come il resto dellinformazione necessaria per risolvere un mero problema di massimizzazione. Il problema che prospetta il socialismo , daltra parte, strettamente economico: sorge quando i fini e i mezzi sono molti, competono tra loro, la conoscenza degli stessi dispersa nella mente di innumerevoli esseri umani e va generandosi costantemente ex novo, e, pertanto, non si possono conoscere tutte le possibilit e alternative esistenti n lintensit relativa con cui si vogliono ottenere.47 Lingegnere, al momento di risolvere un problema di massimizzazione, suppone sempre che esistano determinate alternative nel mercato, determinati prezzi di equilibrio, e che entrambi siano noti. Ma il problema economico ben diverso e consiste precisamente nellarrivare a scoprire quali sono le alternative di fini e di mezzi, cos come i prezzi di mercato che si daranno nel futuro. Ovvero, consiste nellappropriarsi dellinformazione necessaria per impostare e risolvere il problema tecnico. Il calcolo economico una valutazione resa possibile grazie allinformazione che il processo imprenditoriale crea e genera costantemente, e se questo si impedisce con la forza, linformazione non sorge e il calcolo economico diventa impossibile.

La concentrazione imprenditoriale e il calcolo economico La tesi sviluppata da Mises pu essere applicata, allo stesso modo, per analizzare il limite teorico nella crescita di qualunque organizzazione imprenditoriale che esiste in uneconomia di mercato. In effetti, possiamo ritenere che limpresa, nel senso di societ, non che unisola organizzatrice o di pianificazione volontaria allinterno del marcato,
La nostra concezione di economico non coincide, dunque, con la concezione pi generalizzata di origine robbinsiana utilizzata dai teorici dellequilibrio, e secondo cui il problema economico consiste nellassegnazione di risorse che sono scarse ma conosciute a fini anchessi prestabiliti. Per noi questo concetto delleconomia limitato, di scarso interesse scientifico e riduce la nostra scienza a una semplice amalgama, ristretta e miope, di tecniche massimizzatrici. Non deve sorprendere, daltra parte, che legioni di pseudo economisti, che altro non sono che tecnici in massimizzazione, siano incapaci di apprezzare con la scarsa strumentazione intellettuale della loro tecnica quali siano le ragioni teoriche che rendono impossibile il socialismo. Lo sviluppo della nostra scienza rimarr zavorrato se i suoi coltivatori non saranno capaci di distinguere chiaramente le radicali differenze esistenti tra scienza e tecnica nel campo delleconomia e, col pretesto di fare scienza, si continueranno a rifugiarsi nellarea, molto pi facile, comoda e sicura, nonostante le apparenze, di una tecnica scientificamente irrilevante, poich il suo sviluppo possibile solamente presupponendo che i problemi economici veramente interessanti (generare e scoprire linformazione necessaria) siano gi stati risolti precedentemente. Infine, dobbiamo aggiungere che, dal momento che la soluzione del problema economico pu essere raggiunta solo in modo spontaneo e decentralizzato attraverso il libero esercizio dellinterazione umana o funzione imprenditoriale, per noi leconomia si trasforma in una scienza generale dellazione umana e delle sue implicazioni (praxeologia), la cui materia prima non sono cose oggettive (beni, servizi, etc.), ma enti soggettivi di tipo spirituale (idee, stime, informazione). La concezione austriaca delleconomia come scienza non strettamente massimizzatrice (in termini statici e matematici) proviene dallo stesso Menger. In questo senso A.M. Endres arriva addirittura a far riferimento al principio mengeriano della non massimizzazione. Si veda Menger, Wieser, BhmBawerk, and the Analysis of Economic Behaviour, in History of Political Economy, volume 23, n. 2, estate 1991, pp. 279-299 e in particolare la nota n. 5 al pi della p. 281.
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che sorge spontaneamente nella misura in cui i suoi promotori scoprono in unottica di impresa che in determinate circostanze tale sistema il pi adatto per conseguire i propri obiettivi. Ogni impresa presuppone un minimo di organizzazione e di pianificazione, attraverso cui determinate risorse economiche, umane e materiali vengono organizzate in accordo con i piani e i mandati provenienti dalla direzione. Ebbene, dal punto di vista dellargomentazione iniziale di Mises, evidente che la possibilit di organizzare efficacemente unimpresa si vede inesorabilmente limitata dalla dimensione della stessa: esister sempre una certa dimensione critica, a partire dalla quale il volume e tipo di informazione di cui avr bisogno lorgano di gestione per dirigere efficacemente la sua impresa sar talmente grande e complesso, che oltrepasser di molto le sue capacit interpretative e di comprensione, per cui ogni crescita addizionale risulterebbe inefficiente e ridondante. Nei termini del calcolo economico, largomentazione pu essere espressa affermando che in ogni impresa lintegrazione verticale avr un limite massimo imposto dal fatto che, una volta aggregate tutte le tappe al processo produttivo imprenditoriale, spariscono dal mercato gli scambi in relazione ad alcune di esse e pertanto non sorgono i prezzi di mercato corrispondenti per alcuni dei beni di capitale. Sar allora che i trasferimenti verticali in ogni impresa non potranno essere effettuati con laiuto del calcolo economico, per cui ci sar la tendenza a commettere errori ed inefficienze di tipo sistematico che presto o tardi renderanno evidente allimprenditore che, se non vuole rischiare la capacit competitiva della sua impresa, sar meglio decentralizzare e non continuare con lintegrazione verticale dellimpresa stessa.48 Vale a dire, in un mercato libero non potr mai verificarsi una completa integrazione verticale in relazione con le tappe di qualunque processo produttivo, dal momento che ci impedirebbe che venisse portato a termine il calcolo economico necessario. Per tanto, nel mercato esiste una legge economica che stabilisce un limite massimo alla dimensione relativa di ogni impresa.49 Inoltre, possiamo affermare anche che, quanto pi si fa ampia, profonda e dettagliata la divisione della conoscenza, e, pertanto, quanto pi si fanno complessi i processi sociali ed economici, pi difficile sar per una impresa lintegrazione verticale e lampliamento della sua dimensione, dal momento che pi grande sar il volume e pi elevato il grado di complessit dellinformazione che dovrebbero interpretare e utilizzare i suoi organi di
Come afferma giustamente Murray N. Rothbard, if there were no market for a product, and all of its exchanges were internal, there would be no way for a firm or for anyone else to determine a price for the good. A firm can estimate an implicit price when an external market exists; but when a market is absent, the good can have no price, whether implicit or explicit. Any figure could be only an arbitrary symbol. Not being able to calculate a price a firm could not rationally allocate factors and resources from one stage to another. Man, Economy and State. A Treatise on Economic Principles, Nash Publishing, Los Angeles 1970, volume II, pp. 547-548. 49 Questa argomentazione venne difesa nel 1934 da Fritz Machlup secondo cui, whenever a firm (or concern) supplies the output of one of its departments as an input to another of its departments instead of selling it in a competitive market at a price established by supply and demand, the problem of artifical transfer prices or of jumbled cost-and-reserve figures arises. There may still be calculations, but not according to the economic principle of what Mises termed "economic calculations." Closing Remarks, in The Economics of Ludwig von Mises. Toward a Critical Reappraisal, edito da Laurence S. Moss, Sheed and Ward, Kansas City 1976, e la bibliografia citata nella p. 116. F.A. Hayek, dal canto suo, giunse a una conclusione molto simile in un altro contesto quando afferm: To make a monopolist charge the price that would rule under competition, or a price that is equal to the necessary cost, is impossible, because the competitive or necessary cost cannot be known unless there is competition. This does not mean that the manager of the monopolized industry under socialism will go on against his instructions, to make monopoly profits. But it does mean that since there is no way of testing the economic advantages of one method of production as compared with another, the place of monopoly profits will be taken by uneconomic waste. Si veda Socialist Calculation II: The State of the Debate (1935), Capitolo VIII di Individualism and Economic Order, Gateway Editions, Chicago 1972, p. 170. Incluso in Socialismo y guerra, Vol. 10, Obras Completas de F.A. Hayek, Unin Editorial, Madrid, 1998.
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gestione. Una delle conseguenze pi tipiche della cosiddetta, erroneamente, rivoluzione tecnologica che in realt altro non che il semplice processo di espansione e approfondimento della divisione della conoscenza proprio delle moderne economie di mercato, stata quella di invertire, a parit di circostanze, la tendenza alla crescita delle economie di scala. sempre pi evidente che in molte occasioni pi redditizio investire separatamente in imprese diverse piuttosto che farlo attraverso holdig o conglomerati; e molte imprese di grandi dimensioni stanno scoprendo che possono competere con le piccole solamente cercando di incentivare e favorire il sorgere di iniziative interne di tipo imprenditoriale (intrapreneurship).50 Il fatto che persino le potenzialit di un piccolo personal computer hanno reso obsolete innumerevoli organizzazioni volontarie di pianificazione, molte delle quali di notevoli dimensioni, che finora erano considerate tipiche del mercato, e addirittura imprescindibili. Questa argomentazione dimostra anche che la teoria di Marx secondo cui esiste uninesorabile tendenza allinterno del sistema capitalista che porta verso la concentrazione delle imprese erronea: la concentrazione delle imprese non andr oltre quel punto in cui le esigenze di conoscenza o informazione da parte dellorgano incaricato della gestione superino la sua capacit di comprensione. Se unimpresa aumenta continuamente la sua dimensione, arriver un momento in cui si trover in una situazione sempre pi difficile, nel senso che dovr prendere le sue decisioni sempre pi alla
Questa argomentazione concorda con lanalisi realizzata dal Professor Ronald H. Coase sulla natura della societ (intesa come organizzazione interna di tipo volontario) e sui fattori determinanti la sua dimensione e sviluppo, in confronto allutilizzo del sistema alternativo rappresentato da interrelazioni esterne che Coase erroneamente qualifica come relazioni basate sullutilizzo del mercato e del sistema di prezzi. Secondo Coase, it is easy to see when the State takes over the directions of an industry that, in planning it, it is doing something which was previously done by the price mechanism. What is usually not realized is that any businessman, in organizing the relations among his departments, is also doing something which could be organized through the price mechanism ... In a competitive system, there is an optimum amount of planning! ... The important difference between these two cases is that economic planning is imposed on industry, while firms arise voluntarily because they represent a more efficient method of organizing production. The Nature of the Firm, The Firm, the Market and the Law, The University of Chicago Press, Chicago 1988, nota n. 14 al pi della p. 37, e anche The Nature of the Firm, Origins, Evolution and Development, ed. da Oliver E. Willisamson e Sidney G. Winter, Oxford University Press, Oxford 1991, pp. 30-31. La tesi misiana sarebbe, pertanto, complementare a quella di Coase, nel senso che lorganizzazione imprenditoriale non solo avrebbe benefici decrescenti e costi crescenti, ma, inoltre, supporrebbe un costo proibitivo non appena il mercato per determinati fattori di produzione cominciasse a scomparire. Esiste, pertanto, allinterno dei processi di mercato, una salvaguardia interna di fronte alla possibilit della sua eliminazione attraverso unintegrazione verticale volontaria, salvaguardia costituita dalla necessit vitale di ogni imprenditore di orientare la sua azione sulla base del calcolo economico. necessario evidenziare che, secondo noi, nonostante in determinati aspetti riteniamo notevole lanalisi di Coase, riteniamo che egli non sia stato capace di oltrepassare il limite teorico che presuppone il riconoscere esplicitamente la funzione imprenditoriale. Tutta la teoria di Coase insiste ossessivamente sullesistenza di costi di transazione, il cui concetto presuppone che esista linformazione necessaria per identificare e calcolare tali costi. In realt, il problema economico non , fondamentalmente, un problema di costi di transazione, ma un problema imprenditoriale, vale a dire, di scoperta e creazione dellinformazione necessaria, per quanto riguarda nuovi fini, come per quel che riguarda nuovi mezzi per raggiungerli. Come a dire, la teoria di Coase continua a essere una teoria statica o di equilibrio, che presuppone un quadro predeterminato di fini e mezzi e che ignora che prima del problema di costi di transazione viene il problema, molto pi rilevante, di rendersi conto o meno dal punto di vista imprenditoriale di quali siano le direzioni pi adeguate per lazione. Ovvero, i costi di transazione possono non esistere se non vengono scoperti, e quelli che soggettivamente vengano ritenuti tali, possono cessare di esserlo in qualunque momento o essere modificati radicalmente se avvengono innovazioni o nuove scoperte imprenditoriali. Non si tratta, pertanto, del fatto che linformazione sia prestabilita, ma in modo disperso o disseminato, essendo molto costoso riuscire a ottenerla, ma del fatto che linformazione non prestabilita, e se si esercita bene la funzione imprenditoriale, si pu creare o scoprire costantemente nuova informazione pratica senza costo alcuno: nei processi sociali dinamici il problema economico non rappresentato dai costi di transazione ma linefficienza-X, o, se si preferisce, il genuino errore imprenditoriale, e si risolve solamente tramite lesercizio creativo e non coattivo della funzione imprenditoriale.
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cieca, ovverosia, senza disporre dellinformazione necessaria per scoprire e valutare le diverse alternative di produzione o corsi dazione che potrebbero sottoporsi al suo controllo. Mancando laiuto dellinformazione che proporzionano i prezzi di mercato e la funzione imprenditoriale esercitata dai concorrenti, il suo comportamento sar sempre pi arbitrario e ridondante. La pianificazione centrale, pertanto, non pu considerarsi il risultato inesorabile della futura evoluzione del capitalismo: la stessa evoluzione del mercato fissa un limite alla possibilit di centralizzazione di ogni impresa stabilito, precisamente, dalla capacit di assimilare informazione da parte dei suoi organi di gestione e dallo sviluppo sempre pi profondo, complesso e decentralizzato della divisione sociale della conoscenza.51 5. PRIME PROPOSTE SOCIALISTE DI SOLUZIONE AL PROBLEMA DEL CALCOLO ECONOMICO

Il calcolo economico in natura Lidea che uneconomia socialista potrebbe organizzarsi senza lutilizzo del denaro pu ricondursi, come abbiamo visto nella sezione precedente, a Carlo Marx. In effetti, in quel nirvana o modello di equilibrio che Marx pensa possa e debba essere forzato coattivamente dallorgano direttivo, non vi la necessit di utilizzare il denaro, giacch si suppone di possedere tutta linformazione e che non possano esistere cambiamenti. Basta che vengano prodotti sempre gli stessi beni e servizi, e che questi vengano distribuiti in modo uguale agli stessi individui. Questidea passa da Marx a Engels, e da l a una serie di teorici che, in modo pi o meno esplicito, considerano che il calcolo economico non dovrebbe presentare alcun problema anche se il denaro non esistesse.52
Si chiude cos il circolo della refutazione teorica di Marx. Questa refutazione si inizia cronologicamente con lanalisi critica di Bhm-Bawerk sulla teoria marxista del plusvalore o dello sfruttamento e la teoria oggettiva del valorelavoro, che mise in evidenza linanit dellanalisi critica marxista contro il capitalismo. Il circolo si chiude con il contributo di Ludwig von Mises, che rappresenta un proiettile demolitore e definitivo contro Marx, allevidenziare che il sistema alternativo socialista teoricamente impossibile poich al suo interno non possibile il calcolo economico, contributo da cui si deduce anche, come importante sottoprodotto o corollario, la dimostrazione che falsa la teoria marxista sul processo di concentrazione capitalista. Tra gli autori che ritennero possibile il calcolo economico in una economia senza denaro necessario evidenziare Karl Ballod, N. Bucharin, Otto Neurath, Carl Landauer e A.B. Tschayanoff. In generale, lidea di questi autori che lo stato dovrebbe definire le necessit di ogni cittadino in funzione di criteri oggettivi stabiliti dai tecnici (biologi, agronomi, etc.). In seguito, il corrispondente dipartimento o istituto di statistica dovrebbe pianificare quanti beni di consumo (scarpe, pantaloni, camicie, etc.) si dovrebbero produrre nellarco di tempo di un anno. Questi beni di consumo sarebbero poi distribuiti in modo identico tra i cittadini. Le opere principali degli autori socialisti che difesero il calcolo in natura, oltre a quella gi citata di Otto Neurath Durch die Kriegswirtschaft zur Naturalwirtschaft, e la sua Wirtschaftsplan und Naturalrechnung: von der sozialistischen Lebensordnung und von kommenden Menschen, Laub, Berlino 1925, sono le seguenti: Alexander Tschayanoff, Zur Frage einer Theorie der Nichtkapitalistischen Wirtschaftssysteme, pubblicata in Archiv fr Sozialwissenschaft und Sozialpolitik 1923, n. 51, pp. 577 a 613; N.I. Bukharin e E. Preobrazhensky, The ABC of Communism: A Popular Explanation of the Program of the Communist Party of Russia, University of Michigan Press, Ann Arbor 1966; Karl Ballod, Der Zukunftsstaat: Wirtschaftstechnisches Ideal und Volkswirtschaftliche Wirklichkeit, la quarta edizione pubblicata a Berlino, Edit. Laub 1927; e, da ultimo, Carl Landauer, Planwirtschaft und Verkehrswirtschaft, Duncker & Humblot, Monaco 1931. Una descrizione dettagliata delle proposte di questi autori si pu trovare in Trygve J.B. Hoff, Economic Calculation in the Socialist Society, op. cit., pp. 50 a 80. A proposito delleconomista Karl Ballod e la sua influenza sulle origini della pianificazione in Unione Sovietica, si possono consultare le pp. 12 e 13 dellopera Les Economies Socialistes, di Franois Seurot, Presses Universitaires de France, Parigi 1983. Lopera di Ballod fu pubblicata in russo in 6 edizioni tra il 1903 e il 1906, e i suoi principi furono seguiti da
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Il problema delle proposte di effettuare il calcolo economico in natura , indipendentemente dal fatto che sia impossibile che linformazione necessaria possa essere disponibile per lorgano di coazione centrale, semplicemente che non possibile effettuare alcun calcolo, n di addizione n di sottrazione, tra quantit eterogenee. In effetti, se lorgano direttivo decide di consegnare, ad esempio, in cambio di una determinata macchina, 40 maiali, 5 tonnellate di farina, 1 tonnellata di burro e 200 uova, come pu sapere se non sta consegnando, dal punto di vista delle proprie valutazioni, pi di quanto dovrebbe? O, per dirla in altro modo, sarebbe possibile per l organismo di controllo ottenere fini di maggior valore qualora dedicasse quelle risorse a altri rami di attivit? A loro discolpa, forse, il fatto che al principio i teorici socialisti non furono capaci di comprendere il problema insolubile che suppone per il socialismo il carattere soggettivo, disperso ed inarticolabile dellinformazione, ma ci che non si pu certo perdonare che siano caduti nellerrore grossolano di pensare che si sarebbero potuti effettuare calcoli razionali senza utilizzare come comune denominatore alcuna unit monetaria. Daltra parte, il problema che suscita il calcolo in natura non riguarda solo le decisioni relative alla produzione, ma si fa anche sentire a proposito delle decisioni riguardanti la distribuzione dei beni e dei servizi di consumo. Il fatto che esistono molteplici beni e servizi di consumo che non possono essere divisi in parti uguali tra ciascuno dei cittadini, per cui assurdo pensare a un sistema di assegnazione che non utilizzi unit monetarie.53 Possiamo pertanto concludere applicando ai teorici socialisti che considerarono possibile il calcolo in natura il seguente ironico commento di Mises su Landauer: Landauer cannot understand that and why one is not permitted to add and substract figures of different denominations. Such a case is of course beyond help.54 Nonostante le argomentazioni precedenti, non dobbiamo lasciarci prendere dallerronea impressione che il motivo fondamentale per cui impossibile il calcolo economico in natura consista nellimpossibilit di addizionare, sottrarre e in generale operare con quantit eterogenee. Il cuore dellargomento fondamentale per cui impossibile il calcolo economico senza utilizzare prezzi di mercato e denaro quello che abbiamo gi descritto nel dettaglio nel capitolo III e che si basa sul carattere soggettivo, disperso ed inarticolabile della conoscenza pratica umana. Dunque non si tratta del fatto che, anche qualora la conoscenza umana non avesse queste caratteristiche, sarebbe impossibile calcolare economicamente in natura non potendo fare operazioni con quantit eterogenee, ma piuttosto vero il contrario: anche qualora un essere ipotetico avesse la capacit di effettuare tali calcoli in natura, continuerebbe comunque a sussistere limpossibilit logica
vicino da Krjijanovskij quando Lenin gli incaric la missione di elaborare il Piano di Elettrificazione (Piano Goelro) nel 1920. Su Karl Ballod (1864-1933), che prese lo pseudonimo di Atlanticus, dallopera Nova Atlantis (1627) di Francis Bacon, si pu consultare con profitto lopera di Juan Martnez-Alier Ecological Economics, op. cit., pp. 199-205. Le conclusioni di Martnez-Alier non tengono in considerazione, comunque, lessenza dellimprenditorialit spiegata nei Capitoli II e III, e neppure in che modo le risorse naturali sono particolarmente compromesse laddove la funzione imprenditoriale non pu agire libera da intralci istituzionali, dal momento che non si creava linformazione necessaria per prendere decisioni adeguate sulle stesse. In questo senso si veda il mio Derechos de Propiedad y Gestin Privada de los Recursos de la Naturaleza, in Cuadernos del Pensamiento Liberal, op. cit. 53 Lo stesso teorico socialista Karl Kautsky ridicolizz le idee di Neurath sul calcolo in natura e concluse che it is obvious that bookkeeping in natura would soon lead to inextricable chaos. Citato da T.J.B. Hoff, Economic Calculation in the Socialist Society, op. cit., p. 79. Hoff, inoltre, dimostra con grande precisione che non possibile nessuna delle proposte di distribuzione in natura di beni e servizi di consumo presentate dai vari teorici socialisti (e di cui arriva a considerare addirittura 8 versioni diverse divise in due grandi gruppi). Si vedano le pp. 54 a 70 dellopera citata. Anche leconomista russo Boris Brutzkus, da parte sua, ritenne assurde le proposte di Bukharin e Tschayanoff riguardo alla possibilit di effettuare calcoli economici in natura (Economic Planning in Soviet Russia, op. cit., p. XVII). 54 Ludwig von Mises, Socialism, op. cit., nota al pi della pagina 119. Landauer non riesce a capire perch impossibile sommare e sottrarre quantit eterogenee. Stando cos le cose, impossibile continuare ad aiutarlo.

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che lo stesso riuscisse ad assimilare tutta linformazione necessaria. La tesi dellinformazione , pertanto, la tesi essenziale, e quella della difficolt del calcolo in natura una tesi senzaltro potente, ma di carattere sussidiario.

Il calcolo economico in ore lavorative Il fatto che Marx abbia adottato la teoria oggettiva del valorelavoro spiega il motivo per cui diversi teorici socialisti abbiano considerato naturale cercare di risolvere il problema che stiamo trattando attraverso il calcolo in ore lavorative. Nonostante questa soluzione sembri condurci direttamente alla polemica sulla teoria oggettiva versus la teoria soggettiva del valore, tuttavia, lanalisi sulla possibilit di effettuare il calcolo economico in ore lavorative indipendente dalla posizione che si adotti su quale sia la teoria corretta del valore (oggettiva o soggettiva). La soluzione proposta dai sopraccitati teorici, enunciata in breve, consiste nel fatto che lorgano dirigente segua la traccia del numero di ore di lavoro di ciascun lavoratore. In seguito, ciascun lavoratore ricever dallorgano di controllo un determinato numero di buoni, che corrisponderanno al numero di ore lavorate e che potranno essere utilizzati per ottenere in cambio una predeterminata quantit dei beni e servizi di consumo prodotti. La distribuzione del prodotto sociale sar effettuata stabilendo un registro statistico del numero di ore lavorative richieste dalla produzione di ciascun bene e servizio, assegnando questi ultimi a quei lavoratori disposti a consegnare in cambio i corrispondenti buoni rappresentanti le ore lavorative corrispondenti a ognuno. In questo modo, ogni ora lavorativa darebbe diritto a ottenere lequivalente in beni e servizi prodotti durante la stessa. evidente che i buoni non sono denaro, e che non esistono prezzi di mercato per i beni e i servizi, vale a dire, relazioni di scambio stabilite volontariamente da parte di compratori e venditori, dal momento che la proporzione in cui si assegnano beni e servizi in cambio dei buoni stabilita in funzione del numero di ore lavorative che esige la produzione di ciascun bene.55
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Il procedimento del calcolo economico in ore lavorative descritto nel testo fu enunciato in precedenza nelle sue linee fondamentali da Karl Marx in Crtica del Programa de Gotha (pubblicata nellex Unione Sovietica con lo stesso titolo, Edit. Progreso, Mosca 1977, in particolare le pp. 16-17), quando scrisse: La Societ gli consegna un buono che attesta che ha venduto una tale quantit di lavoro (dopo aver sottratto la quantit di lavoro per il fondo comune),e con questo buono ritira dai depositi sociali di mezzi di consumo la parte equivalente alla quantit di lavoro che ha reso. La stessa quota di lavoro che ha dato alla societ sotto una forma, la riceve da questultima sotto una forma diversa. Lautore che con maggiore convinzione difese la possibilit del calcolo economico in ore lavorative fu Otto Leichter nel suo libro Die Sprengung des Kapitalismus: Die Wirtschaftsrechnung in der Sozialistischen Gesellschaft, Edit. Verlag der Wiener Vollsbuchhandlung, Vienna 1923. Paradossalmente, il libro di Leichter include una critica molto severa alle proposte del calcolo in natura. Le idee di Leichter furono posteriormente sviluppate e depurate da Walter Schift in Die Planwirtschaft und ihre konomische Hauptprobleme, Berlino 1932. La soluzione di Leichter fu specificamente contestata da Mises nel suo articolo Neue Beitrge zum Problem der Sozialistischen Wirtschaftsrechnung, pubblicato in Archiv fr Sozialwissenschaft und Sozialpolitik, n. 51, 1924, pp. 488 a 500. Esiste un articolo in inglese che commenta il contenuto di questo lavoro di Mises scritto da William Keizer con il titolo Two Forgotten Articles by Ludwig von Mises on the Rationality of Socialist Economic Calculation, pubblicato in The Review of Austrian Economics, volume I, Lexington Books, Massachusetts 1987, pp. 109 a 122. In questo lavoro il secondo articolo di Mises che si commenta Neue Schriften zum 28

Daccordo con Mises, il calcolo economico in ore lavorative presenta due problemi insolubili di tipo specifico. In primo luogo che, anche allinterno della stessa teoria oggettiva del valorelavoro, non pu essere applicato il criterio proposto di calcolare utilizzando dette ore in relazione con tutti quei processi produttivi in cui si utilizzino risorse naturali che non siano riproducibili. In effetti, evidente che non sar possibile attribuire alcun numero di ore lavorative a quelle risorse naturali (ad esempio il carbone) che, permettendo di raggiungere determinati scopi, sono economicamente scarseggianti e non possono essere create utilizzando ore lavorative. Vale a dire che, non potendosi utilizzare il lavoro per creare queste risorse, non si possono considerare ore lavorative per effettuare il calcolo economico necessario che esigerebbe decisioni non arbitrarie in relazione alle stesse. Ma la verit che esiste anche una seconda argomentazione specifica contro il calcolo economico in ore lavorative. Questa argomentazione si basa sulla considerazione che lora lavorativa non una quantit uniforme ed omogenea. In effetti, non esiste un fattore lavoro, ma innumerevoli tipi, categorie e classi diverse di lavoro che, in assenza del denominatore comune costituito dai prezzi monetari stabiliti nel mercato per ogni tipologia di lavoro, non possono essere addizionate o sottratte a causa del loro carattere essenzialmente eterogeneo. Non si tratta solo del fatto che alcuni lavoratori siano decisamente pi efficienti di altri, e che lefficacia del lavoro di ogni singolo lavoratore possa variare a seconda del momento, le circostanze e le condizioni in cui si sviluppa, ma anche che le tipologie di servizi che proporziona il fattore lavoro sono talmente varie e vanno modificandosi con tanta frequenza che, di fatto, costituiscono classi assolutamente eterogenee che presentano un problema identico a quello che gi abbiamo analizzato nella sezione precedente riguardo al calcolo economico in natura, e che si basa sullimpossibilit di utilizzare nei calcoli quantit di tipo eterogeneo. La dottrina tradizionale marxista ha preteso di far fronte a questo problema cercando di riassumere le diverse tipologie di lavoro nel cosiddetto lavoro semplice socialmente necessario. In realt, tale riduzione delle ore delle diverse tipologie di lavoro alle ore di lavoro pi semplice si pu effettuare solamente se esiste un processo di mercato in cui le une e le altre sono scambiate a un prezzo determinato dai diversi agenti economici. In assenza di questo processo di mercato, ogni giudizio comparativo sulle diverse tipologie di lavoro sar arbitrario, e ci implicher necessariamente la scomparsa del calcolo economico razionale. Il problema consiste, dunque, nel fatto che non possibile ridurre le diverse tipologie di lavoro ad un denominatore comune senza lesistenza previa di un processo di mercato. Il fatto che il problema che suscita il ridurre ore lavorative eterogenee a ununit comune solamente un caso particolare del problema pi generale, che abbiamo gi commentato, che suscitava il calcolo in natura e che consisteva nellimpossibilit di ridurre fattori eterogenei di produzione a una unit comune. Infine, dobbiamo ripetere, come nel caso precedente, che nonostante si potesse concepire la soluzione dei due problemi specifici citati (calcolo economico in relazione alle risorse naturali non riproducibili e impossibilit di trovare un denominatore comune per le ore lavorative), continuerebbe a sussistere il problema fondamentale, ovvero il fatto che non possibile che lorganismo di pianificazione riesca ad assimilare tutta linformazione pratica rilevante che si trova dispersa nella mente dei milioni di agenti che costituiscono la societ.

Problem der Sozialistischen Wirtschaftsrechnung, pubblicato nella stessa rivista (volume 60, 1928, pp. 187 - 190) e in cui Mises analizza i contributi di J. Marschak, Otto Neurath e Boris Brutzkus. 29

Il calcolo economico in unit di utilit Da ultimo, diversi autori socialisti che, basandosi sulle argomentazioni avanzate da Mises, capirono limpossibilit di effettuare il calcolo in ore di fattore lavoro pensarono che il problema potesse risolversi utilizzando come unit di calcolo le unit dellutilit.56 In realt, questa proposta forse ancora pi assurda di quella relativa al calcolo economico in ore lavorative. Lutilit un concetto strettamente soggettivo, risultato della valutazione realizzata da ciascun individuo su ciascuna unit di mezzo di cui dispone nel contesto di ogni azione concreta in cui si vede implicato. Non necessario misurare lutilit, sufficiente confrontare quella derivata da diversi corsi di azione al momento di prendere una decisione. E non neppure necessario osservare lutilit nei diversi individui (ci esigerebbe che potessimo introdurci nelle menti delle persone e fonderci con le loro personalit, valutazioni ed esperienze). Lutilit, pertanto, non pu essere osservata, apprezzata n misurata da nessun organismo centrale di coazione. Inoltre, neppure luomo che agisce, al momento di prendere le sue decisioni, misura lutilit, ma effettua semplicemente comparazioni tra lutilit che crede gli proporzioneranno le diverse alternative. I prezzi di mercato, daltra parte, non esprimono equivalenze n misurano utilit,57 ma sono semplicemente relazioni storiche di intercambio che dimostrano che vennero fatte valutazioni soggettive diverse e in senso contrario tra le parti che intervennero negli scambi, rendendoli possibili. inevitabile concludere che il problema che solleva il tentativo di usare lutilit come unit per il calcolo economico insolubile, non solo perch lutilit non pu essere percepita, ma anche perch non esiste unit o denominatore comune di utilit intersoggettiva che possa essere misurato ed utilizzato nella pratica del calcolo economico. Il concetto di utilit talmente soggettivo ed elusivo che largomentazione contro la possibilit di effettuare un calcolo economico basandosi su unit di utilit ci porta nuovamente allargomento base fondamentale, ovverosia, allimpossibilit che lorganismo centrale di coazione possa assimilare linformazione pratica necessaria che si trova dispersa nelle menti di tutti gli agenti economici e che in ogni momento si plasma in una serie interminabile e sempre mutabile di valutazioni personali o giudizi di utilit su fini e mezzi.58
Stanislav Strumilin (1877-1974), negli articoli pubblicati in Ekonomitscheskaja Shishni, n.i 237, 284 e 290 (23 ottobre, 17 dicembre e 24 dicembre 1920, rispettivamente), afferm che non riteneva possibile il calcolo economico utilizzando ore lavorative, se questo concetto non si completava con luso di unit di utilit. Una spiegazione dettagliata del suo sistema di calcolo economico, abbandonato da Lenin quando questi reintrodusse il mercato e il denaro nella fase della N.E.P., si pu consultare nellarticolo di M.C. Kaser su Strumilin pubblicato in The New Palgrave. A Dictionary of Economics, op. cit., volume IV, p. 534. Boris Brutzkus, nella sua opera gi citata, critic con dovizia di dettagli la possibilit di effettuare il calcolo economico in unit di utilit. Da parte sua, anche Karl Kautsky afferm con veemenza limpossibilit del calcolo economico in ore lavorative, considerando imprescindibile per renderlo possibile, iniziare dai prezzi storici di mercato esistenti prima che si stabilisse leconomia di tipo socialista (forse come via indiretta per raccogliere le relazioni di utilit). Si veda la sua opera Die Proletarische Revolution und ihr Programm, Editorial Dietz Nachfolger, Berlino 1922. La proposta di Kautsky venne ribattuta abbondantemente dallarticolo di Mises pubblicato in Archiv nel 1924 e che abbiamo citato nella nota precedente. 57 Todo necio, /confunde valor y precio., Antonio Machado Proverbios y Cantares LXVIII, Poesas Completas, Edizione Critica di Oreste Macr, Espasa Calpe, Madrid, volume I, p. 640 e anche p. 820.
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Uno studio brillante sui diversi autori che in lingua tedesca cercarono di rispondere alla sfida di Mises e che, in maggior parte, abbiamo citato nelle note precedenti, stato recentemente pubblicato da Gnther K. Chaloupek, The Austrian Debate on Economic Calculation in a Socialist Economy, History of Political Economy, volume 22, n. 4, inverno 1990, pp. 659-675, e, in particolare, tutta la bibliografia l citata. La polemica in lingua tedesca sul calcolo economico, meno conosciuta di quella che in seguito si svilupp nel mondo anglosassone, si completa con le opere che appoggiarono decisamente la posizione di Mises e che Chaloupek non cita. Si veda in particolare Max Weber, Wirtschaft und Gesellschaft, in Grundriss der Sozialkonomie, volume 30

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III, Tubinga 1922, pp. 45-59; Adolf Weber, Allgemeine Volkswirtschaftslehre, 4 edizione, Monaco e Lipsia 1932, volume II, p. 369; C.A. Verrijn Stuart, Winstbejag versus behoeftenberrediging, Overdruk Economist, volume 76, n. 1, pp. 18 e ss.; e Pohle-Halm, Kapitalismus und Sozialismus, 4. edizione, Berlino 1931, pp. 237 e ss. 31

CAPITOLO V LILLECITA DEVIAZIONE DEL DIBATTITO VERSO LA STATICA: I CONCETTI DI SIMILITUDINE FORMALE E LA COSIDDETTA SOLUZIONE MATEMATICA

In questo capitolo ci prefiggiamo di spiegare come, dopo la provocazione iniziale di Mises, i socialisti che parteciparono al dibattito cercarono immediatamente di concentrare i propri sforzi nel tentativo di trovare una soluzione al problema che, in termini prettamente statici, avrebbe comportato il socialismo. Questo sforzo non era assolutamente necessario e, pertanto, riteniamo illecita questa deviazione dei teorici socialisti verso la statica, dal momento che Mises stesso aveva gi sottolineato che, in termini statici, il socialismo non comportava alcun problema per il calcolo economico. Cercheremo di spiegare a che cosa pu essere dovuto un cos grave errore di interpretazione da parte dei socialisti riguardo a quale fosse il punto in discussione. In concreto, analizzeremo gli effetti nefasti che ebbero sul dibattito in questione sia il paradigma dellanalisi economica del mercato in stato di equilibrio sia le argomentazioni sviluppate per evidenziare la similitudine formale esistente, in termini prettamente statici, tra il mercato e il modello socialista. Poi analizzeremo la soluzione matematica proposta in diverse varianti dai teorici socialisti, e termineremo con lanalisi della risposta che Mises, Hayek e Robbins diedero a tutto questo insieme di tentativi di soluzione.

1. LE TESI DI SIMILITUDINE FORMALE Nel capitolo precedente abbiamo visto come lala pi trita della tradizione socialista abbia sostenuto ingenuamente che allinterno del socialismo si sarebbe potuto prescindere dalle categorie economiche di valore e di interesse, che erano state scoperte e studiate per le economie di tipo capitalista da parte dei teorici della Scuola Classica. Di fronte a questo atteggiamento, diversi economisti si affrettarono a dimostrare che anche allinterno di un regime economico di socialismo ideale, in cui tutta linformazione fosse disponibile e non si producessero cambiamenti (modello di equilibrio), esisterebbero comunque le categorie basilari di valore e di interesse. Questa posizione, che in un primo momento fu enunciata in termini logicoverbali e, in seguito, in termini matematici con un alto livello di formalizzazione, ebbe dunque origine per il desiderio di impressionare i teorici socialisti che ingenuamente avevano creduto possibile prescindere dalla categoria di valore. E per, se per dimostrare che anche in una situazione di equilibrio il sistema comunista ideale doveva comunque mantenere le categorie basilari di valore e di interesse si faceva la concessione teorica di considerare il problema economico fondamentale (vale a dire, quello di riuscire a ottenere tutta la informazione necessaria) come un dato di fatto, ci ebbe come conseguenza lillecita deviazione del dibattito verso unarea, quella della statica, in cui questo stesso dibattito non aveva alcun senso, comportando con ci una grande confusione, non solo tra i partecipanti al dibattito, ma anche tra coloro che posteriormente ne analizzarono e valutarono il contenuto e le principali conclusioni. Effettivamente, se si supponeva che nei modelli di equilibrio, formalizzati o meno matematicamente, tutta linformazione si trovasse disponibile e fosse addirittura immutabile, ci portava quasi inevitabilmente ad affrontare il problema del calcolo economico socialista come un problema meramente algebrico o computazionale che consisteva semplicemente nel trovare un procedimento pratico che permettesse di portare a 1

termine la soluzione matematica dei sistemi di equazioni corrispondenti. In questo modo, la tesi di similitudine formale, concepita originariamente per confutare i teorici socialisti, venne in seguito utilizzata da questi ultimi per ovviare al problema economico fondamentale che presupponeva il socialismo (ovvero, come poteva essere possibile che lorgano di pianificazione centrale potesse ottenere tutta linformazione necessaria che nella realt si trova disseminata nella mente di milioni di agenti economici). Si incappa cos nellerrore di credere che il problema consista solamente nella difficolt pratica di risolvere numerosi e complessi sistemi di equazioni, senza che per si arrivi a comprendere che il socialismo di per s comporta comunque specifici problemi di impossibilit teorica. Per tanto, questo fenomeno mette perfettamente in evidenza come il grande pericolo dellapplicazione del metodo matematico in economia stia nel fatto che lo stesso metodo matematico nasconde, anche alle menti pi brillanti, quali siano i problemi economici davvero rilevanti.1 Le tesi di similitudine formale di Eugen von Bhm-Bawerk e Friedrich von Wieser Il 1889 stato probabilmente un anno fondamentale per quanto riguarda le tesi di similitudine formale. Effettivamente, in quellanno vede la luce il libro di Friedrich von Wieser dal titolo Der Natrliche Wert (Valore naturale), uno dei cui obiettivi fondamentali era dimostrare che, anche in una comunit o in uno stato la cui organizzazione economica fosse organizzata seguendo i principi del comunismo, i beni economici non avrebbero cessato di avere valore. Per Wieser le leggi elementari del valore sono, pertanto, indipendenti dal contesto istituzionale e sociale considerato, e per ci dovrebbero essere tenute in considerazione anche in qualunque sistema di tipo socialista. Lanalisi di Wieser unanalisi di equilibrio che rende evidente come la logica della scelta che le propria deve essere identica tanto in un sistema di mercato come in un sistema socialista. proprio questa la tesi della similitudine formale tra i due sistemi.2
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Nonostante per Mises lutilizzo del metodo matematico sia devastante, a prescindere da in quale area della scienza economica venga applicato, il problema del calcolo economico fu forse quello che pi chiaramente gli permise di rendersi conto di come il metodo matematico ignori semplicemente i processi di mercato e nasconda il problema teorico fondamentale del socialismo che consiste in come possa organizzarsi la societ se viene impedito il libero esercizio dellimprenditorialit; e tutto ci ci fa capire perch con tanto ardore e tanta fermezza abbia affermato che the mathematical method must be rejected not only on account of its barrenness. It is an entirely vicious method, starting from false assumptions and leading to fallacious inferences. Its syllogisms are not only sterile; they divert the mind from the study of the real problems and distort the relations between the various phenomena. Ludwig von Mises, Human Action, op. cit., p. 350. 2 Friedrich von Wieser, Der Natrliche Wert, Ed. A. Hlder, Vienna 1889. Esiste una traduzione inglese di C. A. Malloch pubblicata con il titolo Natural Value da Augustus M. Kelley, New York, 1971. Nella p. 60 di questa edizione leggiamo: Even in a community or state whose economic affairs were ordered on communistic principles, goods would not cease to have value... That value which arises from the social relation between amount of goods and utility, or value as it would exist in the communist state, we shall henceforth call Natural Value. Dopo aver letto questo libro con particolare attenzione, ritengo che il concetto di valore naturale di Wieser sia assurdo e fantasmagorico. Si tratta di un concetto di valore applicabile solamente a un ipotetico modello di equilibrio che nella realt non pu esistere. Questo porta Wieser allerrore di credere che il valore sia qualcosa di oggettivo e a ritenere possibile il confronto interpersonale delle utilit. Wieser avrebbe potuto evitare questo e altri gravi errori nel suo libro se, maggiormente in linea con la vera tradizione austriaca iniziata da Menger, avesse affiancato alla sua analisi lo studio dei processi dinamici del marcato e non un fantasmagorico modello di equilibrio. Mises dunque critica energicamente Wieser per aver abbandonato e tradito il paradigma iniziato da Menger focalizzato nello studio, a carattere generale e di interrelazione, dei processi di mercato, concludendo che Wieser was not a creative thinker and in general was more harmful than useful. He never really understood the gist of the idea of subjectivism in the Austrian School of thought, which limitation caused him to make many unfortunate mistakes. His imputation theory is untenable. His ideas on value calculation

In quello stesso anno 1889, Eugen von Bhm-Bawerk, nel secondo volume della sua opera magna Capitale e Interesse, sviluppa una tesi molto simile a quella di Wieser ma riferita alla categoria dellinteresse. Per Bhm-Bawerk linteresse una categoria economica fondamentale che dovr essere presente in qualunque sistema economico, tanto capitalista che comunista. Di modo che il tanto criticato concetto di plusvalore o sfruttamento, proprio del sistema capitalista, lungi dallo scomparire in un regime di tipo socialista, dovr essere comunque mantenuto dal suo Stato o organo di controllo, dal momento che in nessun sistema economico possibile prescindere dalle categorie di preferenza temporale e di interesse.3 Nonostante questi contributi avessero lobiettivo di rendere evidente che le categorie di valore e di interesse avrebbero dovuto esistere necessariamente anche allinterno di un regime socialista, poich Wieser, e in misura minore anche Bhm-Bawerk, si era basato su argomentazioni di equilibrio in cui si presupponeva che tutta linformazione necessaria fosse disponibile, ci diede adito a che il loro punto di vista fosse inglobato senza grosse difficolt allinterno del paradigma neoclassico focalizzato sullequilibrio, per il quale il problema del calcolo economico socialista era percepito solamente come un problema di tecnica operativa per risolvere un enorme numero di equazioni. Ciononostante, a discolpa dei succitati autori austriaci necessario ammettere che per lo meno furono coscienti del fatto che il modello da loro utilizzato era molto difficile, se non impossibile, da realizzarsi nella pratica.
justify the conclusion that he could not be called a member of the Austrian School, but rather was a member of the Lausanne School (Lon Walras et al and the idea of economic equilibrium). Ludwig von Mises, Notes and Recollections, op. cit., p. 36. Questa deviazione di Wieser viene completamente ignorata da Mark Blaug nel commento a seguire in cui, daltra parte, in modo brillante e conciso tratteggia la nota differenziale pi caratteristica della Scuola Austriaca: The Austrians at one and the same time rejected Marshalls partial equilibrium analysis and the kind of economics that Walras advocated, which was, in the first place, an economics explicitly formulated in mathematical terms and, in the second place, an end-state rather than a process economics, that is, one that focused attention on the nature of equilibrium outcomes and not of the process by which equilibria are attained. The Austrians had no sympathy for Walras analysis of the existence and uniqueness of multimarket equilibrium in terms of the metaphor of simultaneous equations and even less for his discussions of multimarket equilibrium in terms of price adjustments to net excess demand. Indeed all the Austrians, including Wickstead and Robbins, eschewed the very notion of a determinate theory of pricing and underlined discontinuities and indivisibilities, being perfectly content with a general tendency toward equilibrium that is never in fact completely realized. Mark Blaug, Comment on OBriens Lionel Robbins and the Austrian Connection, in Carl Menger and His Legacy in Economics, Bruce J. Caldwell (ed.), op. cit., p. 186. Non possiamo esimerci dal commentare brevemente che ha fatto molto clamore la recente conversione di Mark Blaug che, dopo aver disdegnato olimpicamente la Scuola Austriaca, ha abiurato il modello di equilibrio generale e il paradigma neoclassico-walrasiano, concludendo che I have come slowly and extremely reluctantly to view that they (La Scuola Austriaca) are right and that we have all been wrong. Appraising Economic Theories, Blaug y de Marchi (ed.), Edward Elgar, Londra 1991, p. 508. E, anche se meno categorico, il suo Economics Through the Looking Glass, Institute of Economic Affairs, Occasional Paper 78, Londra 1988, p. 37. Si veda anche, The Economic Journal, Nov. 1993, p. 1571. 3 Abbiamo gi riportato la tesi di Bhm-Bawerk contro la teoria marxista dello sfruttamento, riassunta ampiamente nella nota 39 del Capitulo IV. Concretamente, Bhm-Bawerk conclude: Income from capital is today reviled by the socialists as an exploitational gain, a predacious deduction from the product of labor. But it would not disappear under socialism. On the contrary, the socialistically organized state would itself be the one to maintain it in full force as against the workers - and it would be compelled so to maintain it ... Nothing in the world can or will change the fact that possessors of present goods, when they exchange them for future goods, obtain an agio ... Interest is proven to be an economic category which arises from elemental economic causes and hence will appear everywhere, irrespective of the type of social or juridical organization, provided there exists an exchange of product for future goods; pp. 345 e 346 di Positive Theory of Capital, volume II di Capital and Interest, op. cit., epigrafe 5 (Interest under Socialism).

Concretamente, nel 1914 Wieser giunse addirittura a intuire la tesi essenziale di Mises sul calcolo economico socialista riguardo allimpossibilit che lorgano di pianificazione centrale potesse arrivare ad ottenere linformazione pratica necessaria. In effetti, per Wieser the private economic system is the only historically tried form of a large social economic combination. The experience of thousands of years furnishes proof that, by this very system, a more successful social joint action is being secured, than by universal submission to one single command. The one will and command which, in war and for legal unity, is essential and indispensable as the connecting tie of the common forces, detracts in economic joint action from the efficacy of the agency. In the economy, though it has become social, work is always to be performed fractionally ... Partperformances of this sort will be executed far more effectively by thousands and millions of human beings, seeing with thousands and millions of eyes, exerting as many wills: they will be balanced, one against the others, far more accurately than if all these actions, like some complex mechanism, had to be guided and directed by some superior control. A central prompter of this sort could never be informed of countless possibilities, to be met in every individual case, as regards the utmost utility to be derived from given circumstances or the best steps to be taken for future advancement and progress.4 Il contributo di Enrico Barone come tesi di similitudine formale Gi nel primo paragrafo del capitolo precedente abbiamo avuto occasione di commentare determinati aspetti dellopera di Enrico Barone apparsa nel 1908 con il titolo Il Ministro della Produzione nello Stato Collettivista, tradotta poi in inglese da F. A. Hayek e pubblicata nella sua Collectivist Economic Planning.5 Ci che ora ci interessa mettere in evidenza in che modo Barone segua il cammino iniziato da Wieser che consisteva nello sviluppare le tesi di similitudine formale tra il capitalismo e il socialismo. La novit pi importante introdotta da Barone consiste nella sua critica al carattere impacciato e impreciso delle tesi di similitudine formale espresse dai suoi predecessori (principalmente Wieser e, in misura minore, Bhm-Bawerk), arrivando addirittura ad affermare che lui sarebbe stato capace di esporre e dimostrare rigorosamente attraverso unanalisi matematica quello che fino ad allora era stata solamente unintuizione imperfetta.6 In realt, nostro dovere criticare questa posizione assai presuntuosa di Barone poich, secondo noi, la presunta precisione
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Friedrich von Wieser, Social Economics, Augustus M. Kelley, New York 1967, pp. 396-397. Questopera la traduzione inglese di A. Ford Hinrichs di Theorie der Gessellschaftlichen Wirtschaft, pubblicata da J.C.B. Mohr Editore, Tubinga 1914. Il sistema economico privato lunica maniera di riuscire a ottenere unestesa organizzazione economica a livello sociale che si sia intentata storicamente. Lesperienza di migliaia di anni prova che questo sistema assicura uninterazione sociale con maggiore successo che se si cercasse di ottenerla attraverso la sottomissione universale a un unico centro di potere. Il potere unico, imprescindibile in caso di guerra per mantenere lunione, diminuisce lefficacia economica della interazione sociale. In economia lazione, anche se nettamente sociale, avviene sempre in modo frazionato. Il suo esercizio decisamente pi efficiente quando viene effettuato da migliaia e anzi milioni di individui che vedono attraverso migliaia e milioni di occhi ed plasmata in altrettanti gesti volontari. Ogni azione, in questo modo, si coordina con tutte le altre in modo pi esatto che se fossero guidate e dirette da un organo di controllo centrale attraverso chiss quale complicatissimo meccanismo. Un organo superiore di questo tipo non potrebbe mai arrivare ad ottenere tutta linformazione sulle innumerevoli possibilit di ogni caso specifico, n sul migliore utilizzo che si potrebbe fare delle circostanze concrete, n sui passi che sarebbe necessario compiere per rendere possibile lo sviluppo futuro e il progresso della societ. 5 Si veda la nota 9 del Capitolo IV. 6 Si consultino le pp. 257-258 del libro pubblicato da F. A. Hayek, Collectivist Economic Planning, op. cit.

matematica viene raggiunta a discapito quasi totale della rilevanza e della capacit esplicativa del modello dal punto di vista dellanalisi economica. In effetti, a differenza di Wieser, in Barone leconomia non pi concepita come un processo sociale costituito da un insieme di interrelazioni tra diversi attori che agiscono in modo cosciente perseguendo determinati fini, e si trasforma semplicemente in un insieme di relazioni funzionali e di bilanci quantitativi tra beni materiali. Quella che prima era unanalisi economica geneticocausale pi o meno rigorosa, ben radicata nelle categorie di fini e mezzi di ogni attore, ora si trasforma in un insieme meccanico di relazioni funzionali in cui gli esseri umani non intervengono, il tempo non ha alcun valore, e i prezzi non sono il risultato di interazioni umane ma sorgono semplicemente per lintersezione di due curve o sono semplici soluzioni numeriche di un sistema simultaneo di equazioni. Barone, pertanto, illustra con chiarezza gli effetti della colonizzazione degenerativa delleconomia da parte dallinsieme di tecnici ed ingegneri formatisi nella tradizione meccanicista di Laplace. Per tutto ci che stato detto fino ad ora non deve sorprendere che lanalisi di Barone sia forzata ed essenzialmente statica e, pertanto, irrilevante dal punto di vista della critica misiana al socialismo. In effetti, nelle prime quaranta pagine del suo articolo Barone considera che linformazione necessaria relativa sia allammontare del capitale sia alle relazioni tecniche tra i diversi fattori di produzione e i gusti e le finalit individuali sia stabilita e universalmente acquisita.7 Solo verso la fine del suo articolo, come abbiamo avuto occasione di vedere nel capitolo precedente (primo paragrafo), di sfuggita e in maniera piuttosto veloce e confusa, Barone ci fa sapere che linformazione che inizialmente aveva supposto disponibile per elaborare formalmente in termini matematici la sua tesi in realt non potrebbe mai essere totalmente acquisita. pertanto evidente che al contrario dellerronea interpretazione del dibattito che stata fino ad ora preponderante a causa della sua imprecisa e interessata descrizione dovuta a Oskar Lange e J. A. Schumpeter, non assolutamente vero che Enrico Barone abbia confutato prima di Mises la tesi di questultimo riguardo allimpossibilit del calcolo economico socialista. In effetti, come abbiamo gi dimostrato citando lo stesso Mises, 8 la sua una tesi di tipo dinamico e si riferisce allimpossibilit che lorgano centrale possa ottenere linformazione pratica rilevante di cui ha bisogno per pianificare leconomia. Di modo che Mises stesso fu il primo ad indicare che nellimmaginario nirvana dellequilibrio il problema da lui sollevato non avrebbe avuto ragione di esistere. Barone, pertanto, non confuta Mises, dal momento che nella sua analisi di similitudine formale parte proprio dal supporre che linformazione necessaria sia acquisita e che il problema economico sollevato da Mises si trovi risolto ab initio. Inoltre, come abbiamo gi visto, non solo Barone non confuta Mises, ma, al contrario, alla fine del suo articolo concorda esplicitamente, anche se in modo vago e approssimativo, con lidea essenziale che poi avrebbe costituito il cuore della tesi misiana, ovvero, il fatto che logicamente impossibile pensare che la conoscenza che si suppone acquisita per poter elaborare il corrispettivo sistema di equazioni matematiche possa ottenersi attraverso un meccanismo diverso che non consista nellosservazione dei risultati dei processi di mercato; idea questa che, come abbiamo gi osservato, lo stesso Pareto, ancor prima di Barone, aveva evidenziato perfettamente.9

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Ibidem, p. 247. Si vedano le citazioni letterali di Mises nelle note 29 e 30 del Capitolo IV. 9 Si veda la nota 8 del Capitolo IV.

Altri teorici della similitudine formale: Cassel e Lindhal Le precedenti tesi di similitudine formale furono raccolte nel 1918 da Cassel il quale, sia per quanto riguarda la determinazione dei prezzi che per il mantenimento del tasso di interesse, sostenne che la situazione in uneconomia socialista era formalmente simile a quella di uneconomia di mercato. Cassel giunse addirittura ad affermare che i principi della determinazione dei prezzi sono validi per tutta leconomia e non dipendono dalla particolare organizzazione della produzione, e anche che la cosiddetta concorrenza perfetta era necessaria come condizione teorica per la realizzazione del principio dello stabilire i prezzi in base ai costi. Tutto ci lo port a concludere che lorganizzazione socialista pu essere considerata teoricamente pi semplice addirittura del sistema di mercato. Le idee di Cassel ebbero uninfluenza indiretta molto negativa sullandamento del dibattito, poich costituirono la base teorica della tesi di dottorato di Klre Tisch, che nel 1932 diresse Schumpeter e che tanto lo influenz nel convincerlo che gi i teorici della similitudine formale (Pareto, Barone, etc.) avessero risolto prima di Mises il problema del calcolo economico che questultimo aveva sollevato. Le idee di Cassel sopravvissero per anni tra i suoi discepoli e ancora nel 1939 Erik Lindhal continuava a portare avanti paro paro le tesi di similitudine formale, ignorando tutto ci che fino a quella data aveva gi consegnato il dibattito sul calcolo economico socialista.10

2. ANALISI DELLA SOLUZIONE MATEMATICA Abbiamo gi stabilito, nellinterpretare il contributo di Marx, che in ultima analisi il suo modello ideale di societ poteva considerarsi un modello di equilibrio che egli riteneva possibile e conveniente ottenere attraverso una forzatura coattiva da parte di un organo di pianificazione centrale. Posteriormente abbiamo visto come diversi teorici abbiano sviluppato le condizioni formali di quel modello di equilibrio e, supponendo che il problema economico fondamentale di ottenere linformazione disponibile fosse risolto ab initio, abbiano fatto s che diversi autori credessero che il problema che presentava il socialismo fosse solamente il problema algebrico di trovare soluzione matematica a un sistema di equazioni pi o meno complesso e numeroso. Cos, divenne lentamente comune ldea che i teorici della similitudine formale tra il
Erik Lindhal, Studies of the Theory of Money and Capital (1939), Augustus M. Kelley, New York 1970. Lindhal dedica tutta unepigrafe al Pricing Problem in a Community with a Centralized Planning (pp. da 69 a 73), concludendo che the Central Authority will have to solve a problem of exactly the same nature as the Central Bank in a community with free entrepreneurship. Dobbiamo essere specialmente critici con lanalisi dinamica di Lindahl che, supponendo che linformazione rilevante sia fruibile in qualunque momento, , dal nostro punto di vista, una semplice analisi statica, in cui le variabili e i parametri sono semplicemente riferite a diversi momenti di tempo, inteso in modo determinista o newtoniano, e in cui, pertanto, sono completamente assenti i concetti di incertezza, di mancanza di informazione, e di capacit creativa dellazione umana e della funzione imprenditoriale. Lindhal, a sua volta, continua la tradizione delle tesi di similitudine formale sviluppate da Gustav Cassel nel 1918 e che abbiamo gi commentato. Gustav Cassel, Economa Social Terica, Editorial Aguilar, Madrid 1960, pp. 101-105 e 202-205. Si tratta della traduzione spagnola di Miguel Paredes della quinta edizione della sua Theoretische Sozialkonomie, Lipsia 1932. Esiste una buona traduzione inglese di S. L. Barron dal titolo The Theory of Social Economy, Augustus M. Kelley, New York 1967. Si veda anche la nota 18 e i commenti critici a Cassel inseriti da George Halm in Further Considerations on the Possibility of Adequate Calculation in a Socialist Community, in Collectivist Economic Planning, op. cit., pp. 184-186.
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capitalismo e il socialismo (Wieser, Barone, etc.) avessero dimostrato che, contrariamente a quanto sostenuto da Mises, fosse teoricamente possibile il calcolo economico socialista, e che se questultimo sollevava qualche difficolt, era solo la difficolt algebrica di risolvere i corrispettivi sistemi di equazioni. Abbiamo dimostrato, daltro canto, come questa interpretazione sia completamente sbagliata. Identificare teoria e analisi dellequilibrio inammissibile e assolutamente ingiustificato, poich, in ogni caso, lanalisi dellequilibrio costituir solamente una parte della teoria economica (forse la pi irrilevante). Lanalisi di Mises, come abbiamo gi evidenziato in precedenza, unanalisi teorica riferita per, seguendo la migliore tradizione della Scuola Austriaca, ai problemi dinamici che avvengono allinterno della societ, e di conseguenza allimpossibilit da parte dellorgano di pianificazione di ottenere linformazione pratica rilevante che utilizzano e creano continuamente gli agenti economici. E ci non significa, come molti pensano, che anche se lorgano centrale riuscisse effettivamente ad ottenere tutta linformazione necessaria questa non potrebbe essere calcolata a causa dellenorme difficolt pratica di risolvere algebricamente i corrispettivi sistemi di equazioni, ma che il problema proprio il contrario: anche qualora in un determinato momento si riuscissero a risolvere i complicatissimi e numerosi sistemi di equazioni prospettati dai teorici della similitudine formale, resterebbe comunque in piedi il problema teorico e logico irrisolvibile di riuscire ad ottenere tutta linformazione rilevante necessaria per formulare tali equazioni. La deviazione del dibattito verso la statica, motivata inizialmente dai teorici della similitudine formale, nascose, dunque, a molte e valide menti quale fosse il problema economico fondamentale sollevato da Mises riguardo al socialismo, e port allerrata opinione che il calcolo economico si sarebbe potuto effettuare semplicemente migliorando le tecniche di soluzione algebrica dei corrispettivi sistemi di equazioni. A continuazione, analizzeremo nel dettaglio il contenuto delle pi importanti proposte di soluzione matematica. Larticolo di Fred M. Taylor Il primo tentativo serio di risolvere matematicamente il problema prospettato dalla pianificazione centrale fu intrapreso da Fred M. Taylor in una conferenza dal titolo The Guidance of Production in a Socialist State (Guida alla produzione in uno stato socialista) pronunciata il 27 dicembre 1928 per il suo insediamento come presidente dellAmerican Economic Association.11 Larticolo di Taylor, breve ed ambiguo, divide lanalisi del problema del calcolo economico in due parti. La prima, in cui esplicitamente suppone che tutto il sapere o informazione necessaria si trovi disponibile. E la seconda, a cui dedica molto poco spazio, in cui cerca di trovare un sistema per riuscire a ottenere detta informazione.
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Si tratta del discorso presidenziale pronunciato alla 41. riunione annuale dellAmerican Economic Association a Chicago, Illinois, il 27 dicembre 1928. Posteriormente, il discorso venne riportato nellAmerican Economic Review, volume XIX, n. 1 (marzo 1929). Larticolo venne incluso anche nelle pagine 41- 54 del libro pubblicato da Benjamin E. Lippincott con il titolo On the Economic Theory of Socialism, McGraw Hill, New York 1964. Fortunatamente, esiste una traduzione spagnola di Antonio Bosch Domnech e Alfredo Pastor Bodmer, pubblicata con il titolo La Orientacin de la Produccin en un Estado Socialista nelle pp. da 44 a 57 del libro Sobre la Teora Econmica del Socialismo, traduzione spagnola del volume gi citato pubblicato da B. E. Lippincott, e che stato pubblicato da Editorial Ariel, Barcelona, in quattro edizioni (lultima nel dicembre 1973). curioso notare che Fred Manville Taylor (1855-1932), che non ha nulla a che vedere con Frederick Winslow Taylor autore di The Principles of Scientific Management fu un grande difensore del laissez faire e del sistema aureo, ma il suo orientamento metodologico in favore dellanalisi dellequilibrio (in questo caso parziale e marshalliano) lo port inesorabilmente a ritenere che il problema del calcolo economico avrebbe potuto essere risolto senza grosse difficolt.

Il lavoro di Taylor il primo che riprende nuovamente dopo Mises le analisi statiche o in termini di equilibrio, che presuppongono che tutta linformazione necessaria si trovi disponibile e che, pertanto, il problema del calcolo economico sia solo un problema di calcoli o di tecnica matematica. Il calcolo economico, secondo Taylor, potrebbe essere realizzato utilizzando tavole aritmetiche in cui si dovrebbero raccogliere in termini quantitativi le valutazioni relative a ogni fattore di produzione e che lui chiama tavole di valutazione dei fattori. Ebbene, secondo Taylor il socialismo dovrebbe organizzarsi sulla base della vendita di qualunque bene e servizio a un prezzo che coincidesse con il rispettivo costo di produzione, calcolato utilizzando le tavole succitate. Dal momento che Taylor, lungo quasi tutto il suo articolo, ritiene esplicitamente che lorgano centrale dello stato socialista possa disporre con un sufficiente grado di esattezza dei dati numerici necessari per elaborare dette tavole, cade in unevidente petitio principii, poich implicitamente suppone che il problema economico fondamentale del socialismo sia risolvibile. Taylor dunque il primo ad incappare nellevidente errore in cui cade tutta lampia letteratura socialista che, con la pretesa di ignorare gli aspetti davvero rilevanti di tipo dinamico che prospetta il calcolo economico socialista, focalizza la sua analisi negli aspetti strettamente algebrici o matematici propri del modello statico dellequilibrio. Lerrore fondamentale che commette tutta questa letteratura sta, come recentemente stato evidenziato da Gerald P. ODriscoll, non tanto nel tipo di risposta che si da al problema, quanto nellerronea domanda che ci si pone riguardo allo stesso.12 In effetti, la domanda scientificamente rilevante sul calcolo economico non , come invece ritengono i teorici socialisti del modello di equilibrio, se sia o meno possibile risolvere algebricamente le corrispettive formule matematiche, nel caso in cui tutta linformazione necessaria per elaborarle fosse disponibile, ma, al contrario, la domanda rilevante se da un punto di vista logico e teorico sia possibile riuscire ad ottenere tutta linformazione necessaria per formulare le corrispettive equazioni. Solo alla fine, Taylor dedica le ultime cinque pagine del suo articolo a proporre molto brevemente un procedimento pratico che permetta di ottenere, con un certo grado di esattezza, linformazione necessaria per elaborare le sue tavole di valutazione dei fattori. Pi avanti avremo occasione di commentare, con dovizia di dettagli, il contenuto del famoso metodo di prova ed errore che egli propone, nonostante in questo frangente ci interessi solamente sottolineare come Taylor stesso abbia considerato la prima parte del suo articolo, quella relativa allanalisi statico del socialismo, la pi importante e quella che costituiva il suo principale contributo al tema del calcolo economico socialista.

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Gerald P. ODriscoll, nel suo articolo A Tribute to F.A. Hayek, pubblicato in The Cato Journal, volume IX, n. 2, autunno 1989, pp. da 345 a 352, ci dice: Fundamental advances seldom come through providing new answers to old questions. Fundamental advances occur when someone poses new questions. What constitute a lasting contribution in economics is asking a new question, setting a new direction of research ... The basic reason most economists did not understand the theoretical argument against socialism is that they were asking the wrong question. Hayeks opponents kept asking whether an economic czar could efficiently allocate resources if he had all the necessary information. The answer to that question is, of course, Yes. Hence, in the mythology of economic history the defenders of socialism are credited with having refuted Mises and Hayek. The defenders did not such thing, they simply posed and answered a different and irrelevant question (pp. 345 e 348).

Il contributo di H. D. Dickinson A differenza di ci che accadde con larticolo di Taylor che abbiamo appena commentato, che in pratica fu ignorato e non ebbe grande eco neanche al momento della sua pubblicazione, la proposta esplicita e dettagliata di una soluzione al problema del calcolo economico socialista proposta da Henry Douglas Dickinson nel suo articolo Price Formation in a Socialist Community (La formazione dei prezzi in una comunit socialista), pubblicato nel 1933 nellEconomic Journal,13 costitu la prima pietra del lungo e acceso dibattito che si svilupp in lingua inglese riguardo al calcolo economico socialista e al quale parteciparono, tra gli altri, Maurice H. Dobb e Abba P. Lerner. Dickinson parte dal considerare che, anche se in teoria lelaborazione di un sistema walrasiano di equazioni simultanee sarebbe alquanto difficile, nella pratica il problema potrebbe semplificarsi in modo significativo attraverso un processo di raggruppamento in cui si mettessero insieme tutti quei beni e servizi che avessero maggiore relazione tra loro. In questo modo Dickinson pensa che si potrebbe stabilire un sistema di equazioni sufficientemente semplificato per poter essere risolto matematicamente attraverso i procedimenti tradizionali e senza la necessit di ricorrere ai processi di mercato. Curiosamente, Dickinson fa esplicitamente riferimento al problema del carattere disperso del sapere che si d nei processi di mercato, affermando che lignoranza delle opportunit economiche che tipica in uneconomia di mercato sarebbe eliminata allinterno del regime socialista grazie alla pubblicit sistematica dellinformazione relativa alla produzione, ai costi, alle vendite, allinventario e, in generale, a tutti i dati statistici di qualche rilevanza. Concretamente, Dickinson conclude che in un sistema socialista tutte le aziende lavorerebbero come se fossero di cristallo, vale a dire, senza alcun segreto, e mantenendo totale trasparenza informativa verso lesterno.14
H. D. Dickinson, Price Formation in a Socialist Community, Economic Journal, n. 43, giugno 1933, pp. da 237 a 250. Dickinson (1899-1969) fu alunno di Cannan e cattedratico a Bristol fino al 1964. David Collard ci dice che Dick, as he was universally known, was a much loved, unworldly, eccentric fihura with a keen sense of fun and a most astute mind. Se veda a tal proposito larticolo dedicato a questo simpatico personaggio a p. 536 del volume I, The New Palgrave: A Dictionary of Economics, op. cit. Lo stesso Hayek manifesta rispetto e affetto verso la figura di Dickinson, anche dove lo critica con maggiore durezza. 14 Notiamo, dunque, che lossessione dei socialisti e degli interventisti per la trasparenza informativa viene da lontano. Questidea, che si basa su un errore di valutazione riguardo al tipo di informazione che viene utilizzata nei processi di mercato si diffusa ed ha ottenuto grande popolarit persino nei paesi occidentali, plasmandosi in svariate occasioni in disposizioni esagerate che finiscono per creare un carico quasi insopportabile per molte imprese che vengono obbligate a generare un ingente volume di informazione statistica e contabile superfluo e costoso, e che stato incapace di migliorare anche minimamente il livello di organizzazione ed efficienza delle societ coinvolte. In questarea, cos come in molte altre, hanno trovato convergenza linteresse dei socialisti, che credono che il promuovere grandi imprese e la trasparenza informativa faciliti il loro sforzo di organizzazione tramite mandati, e quello dei teorici dellequilibrio, che ritengono che un miglioramento nellinformazione statistica possa facilitare il conseguimento e il mantenimento di mercati efficienti, ovvero, pi vicini a quelli dei propri modelli; entrambi spalleggiati, come naturale, dai gruppi privilegiati di interesse che traggono immediato beneficio dalle succitate (auditori, contabili, professori di contabilit, registratori mercantili, etc.). Tutti costoro hanno un concetto sbagliato dellinformazione, poich le statistiche non sono altro che acqua passata che non fa muovere le pale del mulino, possono essere interpretate soggettivamente nelle forme pi svariate e non solo non aiutano nei processi di organizzazione imprenditoriale, ma anzi li rendono pi difficili nella misura in cui gli imprenditori si lasciano influenzare dalla loro apparente esattezza, e tutto ci indipendentemente dai problemi di aumento dei costi e di cattiva assegnazione di risorse dovuti allimposizione coattiva di obblighi esagerati in materia contabile e di informazione, che superano di molto il livello che esige normalmente il traffico mercantile. Si veda, a questo proposito, larticolo di Benito Arruada El coste de la informacin contable, Espaa Econmica, maggio 1991, pp. 8-11, in cui a ragione si critica per questi e altri
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Queste affermazioni di Dickinson ci sembrano sorprendenti e difficili da condividere. La sua ingenuit , daltra parte, dovuta alla sua completa ignoranza di come funziona uneconomia di mercato. In primo luogo, Dickinson non capisce che il modello di equilibrio generale, cos come venne teorizzato da Walras e Pareto, solo un semplice modello di similitudine formale in cui lunica cosa che i suoi teorizzatori vogliono evidenziare il tipo di informazione che sarebbe necessaria per stabilire e mantenere una situazione di equilibrio. Ma n Pareto n Walras si fecero illusioni riguardo alla possibilit di ottenere tutta linformazione necessaria attraverso procedimenti diversi da quelli di mercato.15 Il problema, pertanto, non un problema computazionale che consiste nel risolvere una serie di equazioni simultanee di tipo walrasiano (anche qualora dette equazioni venissero formulate in modo semplificato raggruppando, come propone Dickinson, tutti i beni e i servizi pi similari tra loro), ma il problema riguarda come riuscire a ottenere linformazione pratica di tipo soggettivo che si crea e si trova in forma solamente dispersa e che necessaria per formulare i parametri e le variabili di dette equazioni. Il fatto che il sapere disperso non solleverebbe alcun problema in un sistema socialista nel quale dominasse il principio della trasparenza informativa e della pubblicit generalizzata di tutte le statistiche unargomentazione totalmente erronea. Da un lato, linformazione non qualcosa di statico e oggettivo che si trova sempre disponibile in un luogo ben preciso, e se non si estende a tutti solamente per problemi di costi o di restrizioni deliberate della pubblicit. Al contrario, linformazione qualcosa di essenzialmente soggettivo e dinamico che si crea costantemente ex novo come conseguenza dellimpeto della funzione imprenditoriale allinterno di un contesto di economia di mercato. E dunque se non si permette il libero esercizio dellimprenditorialit, e leconomia viene organizzata coattivamente dallalto attraverso decreti, come gi stato ampiamente dimostrato nei Capitoli II e III di questo libro, linformazione pratica rilevante e necessaria per coordinare il processo sociale non si generer neppure. Non ha alcun senso, dunque, proclamare vuoti principi generali riguardo alla trasparenza informativa o allestensione della pubblicit, se la restrizione istituzionale al libero esercizio dellimprenditorialit impedisce il generarsi dellinformazione necessaria. E, daltra parte, il cambiamento continuo e il carattere dinamico dellinformazione rendono totalmente inutile e irrilevante linformazione esistente di tipo storico che, anche se si riuscisse a raggrupparla in statistiche dettagliate e fosse distribuita gratuitamente con totale trasparenza, conserva nientaltro che un valore meramente storico o archeologico, se vero che, come accade in tutta economia reale e non congelata, le circostanze cambiano, si scoprono nuovi fini e nuovi mezzi, e si genera costantemente nuova informazione. La tesi che in uneconomia reale neppure la pi estesa e dettagliata pubblicazione di statistiche possa essere di una qualche utilit, dati i continui cambiamenti che fanno s che linformazione

motivi la riforma contabile e mercantile recentemene imposta dal governo socialista in Spagna. E anche larticolo di Stephen Gillespie Are economic statistics overproduced?, Public Choice, volume 67, n. 3, dicembre 1990, pp. 227-242. 15 It is perfectly true that Vilfredo Pareto and Enrico Barone had shown which information a socialist planning authority would have to possess in order to perform its task. But to know which kind of information would be required to solve a problem does not imply that it can be solved if the information is dispersed among million of people. F. A. Hayek, Two pages of fiction: The Impossibility of Socialist Calculation, in The Essence of Hayek, pubblicato da Chiaki Nishiyama e Kurt R. Leube, Hoover Institution Press, Stanford University, California 1984, p. 58.

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statistica sia obsoleta ancora prima della sua pubblicazione, fu anticipata gi nel 1912 dalleconomista olandese N. G. Pierson.16 Infine, dobbiamo concludere sottolineando che solo sei anni dopo, nel 1939, lo stesso Dickinson ammise che nonostante in un primo momento (nel 1933) avesse pensato che la sua soluzione matematica potesse rappresentare un procedimento fattibile per effettuare il calcolo economico in un regime socialista, in un secondo momento aveva cambiato radicalmente idea, e si era reso conto che si era sbagliato perch the data themselves which would have to be fed into the equation machine, are continuously changing.17 Come sappiamo, era proprio questa la tesi per cui gli austriaci, fin dallinizio, avevano rifiutato qualunque tipo di soluzione matematica. La soluzione matematica nella letteratura tedesca Anche in lingua tedesca vari autori hanno cercato di proporre una soluzione matematica al problema posto dal calcolo economico. Tra loro merita una particolare menzione la gi citata dottoressa Klre Tisch che, nella sua tesi di dottorato elaborata sotto la direzione di Joseph A. Schumpeter e partendo da Cassel e Walras, concluse che era possibile costruire un sistema di equazioni con tante equazioni come incognite che, una volta risolto, potrebbe risolvere il problema del calcolo economico. Cade nello stesso errore il Dr. Herbert Zassenhaus, bench egli stesso riconosca esplicitamente che tale sistema potrebbe essere utilizzato supponendo che il Ministero di Produzione fosse a conoscenza previamente di tutta linformazione necessaria e che non si producessero alterazioni in tale informazione durante il periodo di soluzione del problema. N la dottoressa Tisch n il Dr. Zassenhaus si rendono conto, pertanto, che il problema fondamentale consiste precisamente nello stabilire come lorgano di pianificazione potrebbe riuscire a procurarsi linformazione di cui ha bisogno per formulare il suo sistema di equazioni.18

And as regards the fixing of prices, the socialistic state would soon find that no mathematical formula was of any avail, and that the only means by which it could hope to solve the problem were exact and repeated comparisons between present and future stocks and present and future demand; it would find that prices could not be fixed once and for all, but would have to be altered frequently. Not the theory of averages but the value of things in exchange would, in most cases, have to serve as its guide in fixing prices; and why should it reject the services of that guide? Nicolaas Gerard Pierson, Principles of Economics, Macmillan, Londra 1912, volume II, p. 94 (traduzione inglese di A. Wotzel).
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La proposta della dottoressa Klre Tisch inclusa nella sua tesi di dottorato diretta da Joseph Schumpeter e intitolata Wirtschaftsrechnung und Verteilung im Zentralisch Organisierten Sozialistischen Gemeinwesen (Universit di Bonn, Wuppertal-Elberfeld 1932). Hayek imputa agli errori di questa tesi di dottorato e allignoranza e sovrastima reverenziale che aveva Schumpeter riguardo allanalisi matematica i suoi errori su questo tema e laver concretamente dato forma e reso popolare (Capitalismo, Socialismo y Democracia, Casa Editrice Aguilar, Madrid 1971, p. 230. Traduzione italiana: Capitalismo, socialismo, democrazia, Milano, Edizioni di Comunita, 1955) il mito grossolano che, addirittura prima dello stesso Mises, Pareto e Barone erano riusciti a risolvere il problema del calcolo economico socialista. Si veda The Essence of Hayek, opera citata, pp. 59 e 60. Per quanto riguarda lapporto di Zassenhaus, contenuto nel suo articolo On the Theory of Economic Planning, International Economic Papers, n. 6, anno 1956, pp. 88 a 107. Si tratta di una traduzione in inglese dellarticolo pubblicato inizialmente in tedesco nel 1934 con il titolo ber die konomische Theorie der Planwirtschaft, pubblicato su Zeitschrift fr Nationalkonomie, volume V, anno 1934. Le proposte di Tisch e Zassenhaus sono analizzate e criticate dettagliatamente da Trygve J.B. Hoff nella sua opera Economic Calculation in the Socialist Society, opera citata, pp. 207 a 210. Sono ugualmente degne Possibilities of

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Ovvero, perch i dati stessi che si dovrebbero inserire nel computer sono in costante cambiamento. Henry Douglas Dickinson, Economics of Socialism, Oxford University Press, Oxford 1939, p. 104.

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3. CONSEGUENZE NEGATIVE PER IL DIBATTITO DELLA SOLUZIONE MATEMATICA La principale conseguenza negativa della soluzione matematica proposta da Taylor e Dickinson nello sviluppo del dibattito sul calcolo economico socialista stata quella di deviare lattenzione di coloro che vi partecipavano verso i problemi dell economia statica. In effetti, la soluzione matematica risponde a un problema posto in modo non corretto (se sia possibile o no il calcolo economico in condizioni statiche, disponendo, cio, di tutta linformazione necessaria e supponendo che non si verifichino cambiamenti di nessun tipo). In questo senso, la soluzione matematica ha comportato un indubbio passo indietro nellaltezza teorica del dibattito e ha distratto le menti dal problema economico fondamentale cos come era stato posto inizialmente da Mises. Questo problema economico fondamentale era basicamente un problema teorico di dinamica economica, che stabiliva limpossibilit di effettuare il calcolo economico in assenza di un processo di mercato mosso dallimprenditorialit, essendo questo lunico che fa continuamente in modo che gli agenti economici scoprano linformazione pratica e dispersa necessaria per effettuare valutazioni in prospettiva su costi e benefici. Unaltra conseguenza negativa della soluzione matematica stata quella di aver creato limpressione erronea che sia Hayek che Robbins, di fronte alle proposte di Taylor e Dickinson, si siano ritirati a una seconda linea di difesa, riconoscendo che era possibile il calcolo economico in una prospettiva teorica, ma confermando limpossibilit pratica che esso potesse essere portato a termine per rigide ragioni di operativit algebrica, cio, per la difficolt pratica di risolvere i sistemi di equazione corrispondenti. Riteniamo che questa versione dei fatti, a parte il fatto che si basa sul grave errore metodologico, che abbiamo gi commentato, di identificare teoria con analisi economica dellequilibrio, non corrisponde alla realt per le seguenti ragioni: 1. In primo luogo, per Hayek largomentazione essenziale riguardo allimpossibilit del calcolo economico non consiste nella difficolt pratica di risolvere algebricamente un sistema di equazioni molto numeroso, ma, al contrario, ha le sue radici nellinsolubile problema teorico-dinamico di supporre che lorgano centrale di controllo possa ottenere linformazione pratica e soggettiva che si trova e si crea in modo sparso nei milioni di teste degli agenti economici. In effetti, Hayek, nel suo articolo intitolato The Present State of the Debate (Lo stato attuale del dibattito) pubblicato nel 1935, ci dice che lessenziale problema economico della soluzione matematica che the usual theoretical abstractions used in the explanation of equilibrium in a competitive system include the asumption that a certain range of technical knowledge is given It is hardly necessary to emphasize that this is an absurd idea even in so far as that knowledge is concerned which can properly be said to exist at any moment of time. But much of the knowledge that is actually utilized is by no means in existence in this ready-made form.18 Poi, per Hayek, il problema fondamentale che pone il
Adequate Calculations in a Socialist Community pubblicato su Collectivist Economic Planning, opera citata, pp. 131 a 200. 18 F.A. Hayek, The Present State of the Debate, in Collectivist Economic Planning, opera citata, pagina 210. La traduzione in italiano di questa citazione potrebbe essere la seguente: Le astrazioni teoriche utilizzate usualmente per spiegare lequilibrio di un sistema competitivo includono il presupposto che la conoscenza tecnica necessaria sia data quasi superfluo sottolineare che tale presupposto completamente assurdo compreso per quello che si riferisce alla conoscenza che si pu considerare che esista in ogni momento del tempo. Ma la maggior parte della conoscenza che si utilizza nella realt non si pu considerare in nessun modo che esista in una forma prestabilita.

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calcolo economico non ha niente a che vedere con il problema strettamente algebrico relativo alla difficolt di risolvere il corrispondente sistema di equazioni. 2. Quando Hayek menziona il problema pratico di risolvere il sistema di equazioni, vi si riferisce come a un problema di natura o rango molto diversi dal problema fondamentale menzionato nel numero precedente, e in ogni caso gli d unimportanza strettamente secondaria o sussidiaria, trattandolo, potremmo dire, quasi di sfuggita, quando afferma che now the magnitude of this essential mathematical operation will depend on the number of unknowns to be determined. The number of these unknowns will be equal to the number of commodities which are to be produced At present we can hardly say what their number is, but it is hardly an exaggeration to assume that in a fairly advanced society, the order of magnitude would be at least in the hundred of thousands. This means that, at each successive moment, every one of the decisions would have to be based on the solution of an equal number of simultaneous differential equations, a task which, with any of the means known at present, could not be carried out in a lifetime.19 Daltra parte, dobbiamo aggiungere che, del tutto indipendentemente dalle ragioni per cui linformatica incapace di risolvere i problemi del calcolo economico e che sono gi stati analizzati dettagliatamente nel Capitolo III, concentrandoci ora strettamente sul problema algebrico che pone un sistema di equazioni molto numeroso, ha significato piuttosto poco rispetto alla sua soluzione il progresso impressionante delle tecniche informatiche e lo sviluppo straordinario della capacit dei computer che si avuta negli ultimi anni. In effetti, Samuelson e Nordhaus commentano che, con i computer pi moderni, e utilizzando le tecniche sviluppate da H. Scarf e H. Kuhn nelle decadi degli anni 60 e 70, attualmente si pu riuscire a risolvere con relativa facilit problemi di equilibrio economico composti da 50 mercati e 10 o 20 tipi diversi di consumatori. Questi problemi potrebbero ampliarsi, con i supercomputer pi moderni di ultima generazione, fino a risolvere sistemi di equazioni formulati in relazione a 100 diverse classi di fattori di produzione, 10.000 mercanzie e 100 tipi diversi di consumatori.20 Queste grandezze sono
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F.A.Hayek, The Present State of the Debate, su Collectivist Economic Planning, opera citata, p. 212. Largomento, pertanto, parallelo a quello esposto da Pareto nel 1897 (si veda la nota 8 del precedente Capitolo IV), e si potrebbe tradurre cos: Ora, la grandezza di questa operazione matematica dipender dal numero di incognite da determinareIl numero di incognite sar uguale al numero di beni che si dovranno produrre molto difficile valutare quale sarebbe tale numero, ma non unesagerazione supporre che in una societ moderna ci muoviamo in grandezze dellordine di centinaia di migliaia. Questo significa che, in ogni momento successivo, ognuna delle decisioni dovr essere basata sulla soluzione di un numero ugualmente grande di equazioni differenziali, compito questo che, con i mezzi attualmente disponibili , non potrebbe essere portato a termine neppure nellarco di unintera vita. 20 P.A. Samuelson e W.D. Nordhaus, Economa, 12. edizione, McGraw Hill, Madrid 1986, p. 830 (ed. italiana, Economia, Zanichelli, Milano, 1987). Questa edizione del noto libro di testo di Samuelson e Nordhaus ha il merito di riconoscere la validit dellargomentazione essenziale di Hayek, quando aggiunge testualmente alla fine della nota 1 a pi della pagina citata che: pero aun cuando se fabricaran computadoras superrpidas miles de veces ms poderosas que las actuales todava tendramos que enfrentarnos a otro obstculo inamovibile: No contamos con la ms mnima parte de los datos necesarios para resolver un gran problema de equilibrio general. (Anche se si fabbricassero computer super rapidi mille volte pi potenti degli attuali ci troveremmo comunque di fronte a un altro ostacolo inamovibile: Non conosciamo neanche la minima parte dei dati necessari per risolvere un grande problema di equilibrio generale). Disgraziatamente, questa idea fondamentale relegata da Samuelson e Nordhaus alla fine di una nota a pi di pagina, e non inclusa nel testo principale del loro conosciuto trattato. E inoltre, tale idea in contraddizione con il contenuto del libro alle pp. 839 e 840, nelle quali si fa brevemente un riassunto del dibattito pieno di confusioni, e in cui risulta chiaro che gli autori non erano riusciti a capire qual il problema economico fondamentale enunciato da Mises e Hayek in relazione al calcolo economico socialista. E tutto ci senza che sia necessario dover citare laffermazione gi inclusa nelledizione del 1989 del libro di testo di Samuelson (vergognosa, almeno nellottica degli avvenimenti accaduti nei paesi dellEst da quellanno e della conoscenza che, per la prima volta, affiorata

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enormemente lontane dal numero di beni e servizi diversi che si possono identificare in uneconomia non molto avanzata com quella sovietica, e che supera di molto i 12 milioni di prodotti. E su questa stessa linea, Sir Alec Nove recentemente si riferito al commento dell accademico Fedorenko, secondo il quale la formulazione e soluzione del problema del calcolo economico che poneva lultimo piano quinquennale dellestinta Unione Sovietica si potrebbe portare a termine solo in un periodo di 30.000 anni.21 Nonostante queste cifre sembrino impraticabili, non dobbiamo lasciarci ingannare pensando che costituiscano la ragione fondamentale del fallimento socialista, dal momento che anche se in futuro, mediante linformatica, si potessero risolvere in un decimo di secondo sistemi di centinaia di milioni di equazioni, rimarr sempre in piedi limpossibilit che si possa ottenere in modo coercitivo linformazione economica necessaria per formulare tali sistemi di equazioni. 3. Una possibile spiegazione del malinteso sulla posizione di Hayek si pu trovare nellordine espositivo che egli stesso ha seguito.22 In effetti, per criticare la soluzione matematica, Hayek segue un ordine simile a quello che si vedrebbe obbligata a seguire qualsiasi persona che si trovasse di fronte a un problema puramente algebrico. Cos, in primo luogo, si riferisce al problema di formulare le corrispondenti equazioni. qui dove Hayek fa riferimento al problema teorico fondamentale relativo allimpossibilit di ottenere linformazione necessaria per portare a termine tale formulazione. In seguito, Hayek dice che, bench ammettendo ai fini dialettici che si sarebbero potute formulare le equazioni descrittive del sistema di equilibrio, sarebbe praticamente impossibile risolvere algebricamente tale sistema. chiaro che lenfasi di Hayek continua a essere incentrata sullargomentazione teorica fondamentale relativa allimpossibilit di ottenere linformazione necessaria per formulare le equazioni corrispondenti, e che al problema della soluzione algebrica viene data solo unimportanza sussidiaria.23 Ma il fatto che, a fini espositivi, abbia seguito lordine
sul funzionamento reale di quelle economie proveniente direttamente dagli stessi interessati) e secondo la quale the Soviet economy is proof that, contrary to what many skeptics had earlier believed, a socialist command economy can function and even thrive, Paul A. Samuelson, Economics, 13 edizione, McGraw Hill, New York 1989, p.837. 21 This is but one of the difficulties attributable to the sheer scale of the required coordination between multimillion plan instructions. Academician Fedorenko quipped that next years plan, if fully checked and balanced, might be ready in 30,000 years time Vedere larticolo Planned Economy, di Alec Nove pubblicato nel volume III di The New Palgrave: A Dictionary of Economics, McMillan, Londra 1987, pp. 879 a 885. La citazione presa dalla pagina 881: Sfortunatamente, neanche Alec Nove si rende conto di qual il problema economico fondamentale che pone il socialismo, e continua a ritenere che tale problema sia costituito solo dal problema algebrico di risolvere il corrispondente sistema di equazioni. Concretamente, Alec Nove scrive per sentito dire e fa capire che non ha letto o non ha capito largomentazione fondamentale di Mises quando afferma che: critics, such as Barone and L. von Mises, pointed out some major weaknesses in this approach to socialist planning: the number of calculations required would be enormous.... Sappiamo che largomentazione essenziale di Mises contro il calcolo economico socialista non questo (di fatto Mises neanche lo menziona espressamente), ma che, anche se si riuscisse a risolvere complicatissimi sistemi di equazioni, nel socialismo non si potrebbe mai disporre dell informazione necessaria a formularli. 22 Don Lavoie, nel suo notevolissimo libro Rivalry and Central Planning, opera citata, p.91, aggiunge anche largomentazione che, a parer suo, Hayek ha commesso un errore strategico nellincludere nel suo Collectivist Economic Planning (opera citata, 1935) la sua traduzione inglese dellarticolo di Barone pubblicato nel 1908, poich questo articolo menzionava (e solo di sfuggita) che la pianificazione, basandosi su un sistema di equazioni walrasiano, era impraticabile, basicamente per le difficolt che poneva la soluzione del corrispondente sistema di equazioni. E Lavoie conclude perfettamente che: However, to at least Mises and Hayek if not also Robbins, the problem was formulating the equations not solving them. In a world of complexity and continuous change, the central planners would lack the knowledge of the coefficients that go into the equations (p. 91). 23 Forse Lionel Robbins stato il meno chiaro al momento di insistere sul carattere meramente sussidiario dellargomentazione sulla difficolt pratica di risolvere algebricamente il sistema di equazioni walrasiane. come

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indicato forse pu spiegare che molti commentatori del dibattito lo abbiano mal interpretato nel supporre che Hayek si sia ritirato a una seconda linea di difesa rifugiandosi in difficolt di tipo pratico al momento di risolvere un sistema di equazioni pi che in argomentazioni teoriche di impossibilit logica, interpretazione, questa, che manca di fondamento e che lo stesso Hayek ha recentemente confutato con ogni dettaglio.24 4. Ludwig von Mises stato particolarmente chiaro al momento di dimostrare che largomento della difficolt della soluzione algebrica del sistema di equazioni non solo , come credeva Hayek, di natura sussidiaria o secondaria, ma anche completamente inutile e teoricamente irrilevante.25 Per Mises il problema fondamentale che la conoscenza necessaria per formulare le equazioni di equilibrio non pu mai essere disponibile in modo centralizzato. Inoltre, nel 1940 esprime largomentazione addizionale che non era stata sviluppata precedentemente da Hayek che, anche se si potesse arrivare a enunciare un sistema di equazioni descrittivo di una situazione di equilibrio (cosa impossibile da portare a termine utilizzando conoscenze proprie di una situazione di disequilibrio e che sono le uniche disponibili nella vita reale), questo non sarebbe di nessun aiuto allora di indicare allorganismo di pianificazione o di controllo che decisioni si dovrebbero prendere o quali passi concreti si dovrebbero fare per passare dalla situazione reale di disequilibrio nella quale si incontrasse alla situazione ideale di equilibrio ricercata. O, riportando le parole dello stesso Mises, it was a serious mistake to believe that the state of equilibrium could be computed, by means of mathematical operations, on the basis of the knowledge of conditions in a nonequilibrium state. It was no less erroneous to believe that such a knowledge of the conditions under a hypothetical state of equilibrium could be of any use for acting man in his search for
se Robbins vedesse cos chiaramente lassurdit di pensare a una soluzione pratica di quel tipo, da non preoccuparsi di sviluppare in modo depurato largomento basico fondamentale di tipo teorico. Tuttavia, a discolpa di Robbins, si pu dire che le sue osservazioni sul calcolo economico sono incluse, con carattere secondario, in un libro dedicato ad analizzare problemi di altro tipo (la diagnosi delle cause della Grande Depressione). Alla p. 151 della sua opera The Great Depression, pubblicata da McMillan, New York, nel 1934, dopo aver affermato che sulla carta si pu concepire che il problema del calcolo economico si potrebbe risolvere mediante una serie di calcoli matematici, conclude che but in practice this solution is quite unworkable. It would necessitate the drawing up of millions of equations on the basis of millions of statistical tables based on many more millions of individual computations. By the time the equations were solved the information on which they were based would have become obsolete and they would need to be calculated anew. The suggestion that a practical solution of the problem of planning is possible on the basis of the Paretian equations simply indicates that those who put it forward have not begun to grasp what these equations mean. 24 I feel I should perhaps make it clear that I have never conceded, a sit often alleged, that Lange had provided the theoretical solution of the problem, and I did not thereafter withdraw to pointing out practical difficulties. What I did say (in Individualism and Economic Order, page 187) was merely that from the factually false hypothesis that the central planning board could command all the necessary information, it could logically follow that the problem was in principle soluble. To deduce from this observation the admission that the real problem can be solved in theory is a rather scandalous misinterpretation. Nobody can, of course, transfer to another all the knowledge he has, and certainly not the information he could discover only if market prices told him what was worth looking for. Vedere larticolo di F.A. Hayek pubblicato nellaprile del 1982 su Economics Affairs con il titolo Two Pages of Fiction: The Impossibility of Socialist Calculation, ristampato come Capitolo 4 del libro The essence of Hayek, edito da Chiaki Nishiyama e Kurt R. Leube, Hoover Institution, Stanford University Press, Stanford 1984, p. 58. 25 In effetti, per Mises, there is therefore no need to stress the point that the fabulous number of equations which one would have to solve each day anew for a practical utilization of the method would make the whole idea absurd even if it were really a reasonable substitute for the markets economic calculation. Therefore the construction of electronic computers does not affect our problem. Ludwig von Mises, Human Action, opera citata, p. 715 e ultima riga della nota 11 della p. 715. E ugualmente, e nello stesso senso, Esteban F. Thomsen, nel suo profondo Prices and Knowledge: A Market Process Perspective, Routledge, Londra 1992, pp. 83-86.

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the best possible solution of the problems with which he is faced in his daily choices and activities.26

4. IL METODO DI PROVA ED ERRORE Gi fin da un principio, nel 1935, Hayek aveva dubitato che Taylor e Dickinson in realt avessero in mente, per risolvere il problema del calcolo economico, un sistema basato nella soluzione matematica letterale del corrispondente sistema di equazioni walrasiano. Anzi, Hayek credeva che ci che in realt proponevano gli apporti ambigui di Taylor e Dickinson fosse la ricerca reiterata di una soluzione al sistema di equazioni walrasiano attraverso un procedimento basato sul metodo di prova ed errore.27 Cronologicamente, stato Taylor il primo a riferirsi in modo esplicito al metodo di prova ed errore. In effetti, per Taylor il metodo di prova ed errore consiste nel cercare di trovare una serie di soluzioni ipotetiche fino a che se ne trovi una che sia chiaramente quella corretta.28 Dickinson, da parte sua, stato un po meno esplicito e si riferito solamente a un processo di approssimazione successiva verso la soluzione corretta.29
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Questa brillantissima argomentazione addizionale di Mises, che fino ad ora non stato ancora possibile confutare, fu pubblicata per la prima volta in tedesco, nellepigrafe IV (Die Gleichungen der mathematischen Katallaktik) del capitolo dedicato a confutare i tentativi di soluzione al problema del calcolo economico compreso nel suo Nationalkonomie: Theorie des Handelns und Wirtschaftens, Edizioni Union, Ginevra 1940 pp. 641- 645. Precedentemente, nel 1938, le idee essenziali di questo paragrafo erano state pubblicate in francese con il titolo Les quations de lconomie mathmatique et le problme de calcul conomique en rgime socialiste (Revue dconomie Politique, 1938, pp. 1055-1062, riprodotto nella stessa rivista 50 anni dopo nel numero 97 [6] di novembre-dicembre del 1987 con un Commento di Jean Bnard che evidenzia il fatto che neanche questo autore capisce i problemi economici implicati dal calcolo economico socialista). In seguito largomento stato ampliato e sviluppato pi dettagliatamente in inglese, Human Action, opera citata, pp. 710 a 715. La citazione del testo quella delle pp. 714-715 e potrebbe essere tradotta come segue: stato un grave errore quello di credere che lo stato di equilibrio si potesse computare per mezzo di operazioni matematiche sulla base della conoscenza ottenuta in situazioni di disequilibrio. Non meno erronea stata la credenza che tale conoscenza delle condizioni esistenti in un ipotetico stato dequilibrio potesse essere di qualche aiuto allagente nella sua ricerca delle migliori soluzioni possibili ai problemi che si trova di fronte nelle sue scelte e attivit quotidiane. 27 It is improbable that anyone who has realized the magnitude of the task involved has seriously proposed a system of planning based on comprehensive systems of equations . What has actually been in the minds of those who have mooted this kind of analysis has been the belief that, starting from a given situation, which was presumably to be that of the pre-existing capitalistic society, the adaptation to the minor changes which occur from day to day could be gradually brought about by a method of trial and error. F.A. Hayek, The Present State of the Debate, Collectivist Economic Planning, opera citata, p. 213. 28 The method of trial and error which consists of trying out a series of hypothetical solutions till one is found which proves a success. Fred M. Taylor The guidance of Production in a Socialist State, in On the Economic Theory of Socialism, opera citata, p. 51. 29 Henry D. Dickinson, Price Formation in a Socialist Community, opera citata, p. 241. Tra le proposte di Taylor e Dickinson che ebbero luogo rispettivamente nel 1928 e nel 1933, anche un altro americano, Willet Crosby Roper, nel 1931, propone il metodo di prova ed errore e crede che i successivi momenti di penuria che si dovessero manifestare nel sistema economico sarebbero, in ogni caso, una chiara indicazione affinch lautorit centrale modifichi le sue istruzioni e si avvicini alla soluzione corretta. Tuttavia, e bench Roper non nasconda la sua forte simpatia verso il socialismo, pienamente cosciente delle enormi difficolt che, nella pratica, comporterebbe lapplicazione del metodo di prova ed errore che lui stesso propone. Concretamente afferma: This description of the process makes it seem rather simple and easily accomplished. It is a question, apparently, of adjusting a few mistakes at the beginning and then sitting down to watch the system work. But again, we ignore the almost incredible complication of the economic processAt the establishment of a price system with perhaps only one or two considerable errors (an almost unbelievable assumption), those one or two

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Bench non sia semplice dedurre con chiarezza e dettaglio che cosa intendessero Taylor, Roper e Dickinson per metodo di prova ed errore, data lambiguit e confusione dei loro scritti, allinizio questo metodo si propone come una variante della soluzione matematica che vuole evitare la fastidiosa necessit di risolvere algebricamente lestremamente complesso sistema che se ne deriva. In effetti, sia questi autori che, come vedremo pi avanti, lo stesso Lange, ritenevano che, essendo la soluzione matematica la pi appropriata, quando esistevano difficolt pratiche per trovare la soluzione del corrispondente sistema di equazioni, si poteva arrivare a unapprossimazione molto buona di tale soluzione mediante un procedimento di prova ed errore. Per questo, basterebbe che dallinizio si adottassero le soluzioni di equilibrio ereditate dal sistema capitalista vigente con carattere previo allintroduzione del socialismo. A partire da l, sarebbe necessario solo andare effettuando le modifiche marginali che fossero necessarie per riportare il sistema in equilibrio ogni volta che si verificassero dei cambiamenti. La forma pratica di portare avanti questo metodo consisterebbe nellordinare ai gestori e ai responsabili dei diversi settori, industrie e imprese di trasmettere continuamente allorgano centrale di pianificazione le loro conoscenze relative alle diverse circostanze della produzione in generale e, in particolare, alle diverse combinazioni dei fattori produttivi. Secondo linformazione che andasse ricevendo, lorgano centrale di pianificazione fisserebbe, in modo provvisorio o per tentativi, tutta una serie di prezzi, che dovrebbero essere comunicati ai gestori delle imprese perch questi calcolassero le quantit che sarebbero in grado di produrre a tali prezzi e agissero di conseguenza. Lattivit dei gestori porterebbe alla luce lesistenza di errori, che si tradurrebbero in scarsezza (se la domanda superasse lofferta) o in eccessi (se succedesse il contrario) di produzione. La scarsezza o leccesso in una determinata linea di produzione indicherebbe allorgano di pianificazione centrale che il prezzo stabilito non era corretto e che, pertanto, avrebbe dovuto essere modificato convenientemente al rialzo o al ribasso secondo la necessit. E cos di seguito fino a trovare il nuovo equilibrio tanto cercato. In questo consiste, in poche parole, il contenuto del metodo di prova ed errore, tanto celebrato. Critica del metodo di prova ed errore Il metodo di prova ed errore che abbiamo appena descritto, non solo di unapparente semplicit totalmente ingannevole, ma, per le ragioni che esporremo di seguito, anche incapace di risolvere il problema economico fondamentale che pone il socialismo. In primo luogo, teoricamente assurdo pensare che il sistema capitalista reale possa mai trovarsi in una situazione di equilibrio. Nel sistema capitalista i prezzi che vengono fissati dalle parti sono prezzi di mercato che sono sottoposti a continui cambiamenti spinti dalla forza creativa dellimprenditorialit, e non prezzi di equilibrio che in qualche modo possano
errors would involve changes extending through the whole structure. If the number of serious mistakes were greater, it would take a considerable time and a great deal of careful calculation to reach a position of equilibrium, where the factors would be priced exactly according to marginal productivity, where these prices would be equal for factors of equal efficiency, and where the whole theoretical system of stable equilibrium was realised. As a matter of fact, this equilibrium could be reached only in a static economy which can never exist. It seems safe to say that the pricing apparatus necessary for an efficient centralized collectivism, is, at best, only a remote possibility. E conclude dicendo: It indicates that the best chance for success of a socialist society lies in a decentralized organization which retains, so far as possible, the strong features of capitalism. Willet Crosby Roper, The Problem of Pricing in a Socialist State, Harvard University Press, Cambridge, Massachusetts 1931, pp.58, 59, 60 e 62.

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essere ereditati come un punto di partenza affidabile dal sistema socialista. I teorici socialisti, pertanto, non solo manifestano una profonda incomprensione di come funziona il mercato, ma cadono anche nel curioso paradosso di ammettere che, dal punto di vista della loro concezione sbagliata, il mercato, per il fatto di trovarsi normalmente in equilibrio, funziona molto meglio di come fa effettivamente nella realt. Noi sappiamo, al contrario, che il mercato non si trova mai in equilibrio e che questo lungi dallessere unimperfezione, la sua caratteristica pi intima e tipica, per cui risulta particolarmente patetico che i teorici socialisti abbiano dovuto rinunciare a criticare il mercato per il fatto di non essere in equilibrio in ossequio allinteresse tattico di poter presentare un metodo di prova ed errore che renda possibile il socialismo e che si concepisce che possa essere elaborato solo a partire dai prezzi di equilibrio del tanto vituperato sistema capitalista. In secondo luogo, non ammissibile supporre che i cambiamenti che si produrrebbero nel sistema economico, una volta che questo passasse dal capitalismo al socialismo, sarebbero relativamente poco importanti. Al contrario, i cambiamenti e le distorsioni sarebbero di tali proporzioni in tutti i campi economici e aree sociali, che sarebbe necessaria unassoluta e completa ristrutturazione di tutto il sistema di prezzi. Tutto ci sarebbe conseguenza, non solo della scomparsa del diritto di propriet dei fattori di produzione e del drastico cambiamento nella distribuzione del reddito che derivano da ogni cambiamento rivoluzionario da un sistema economico a un altro, ma anche della percezione, completamente diversa, da parte dei diversi agenti economici, di quali dovrebbero essere i loro fini e mezzi alla loro portata, in funzione della diversa posizione che ognuno di essi si troverebbe ad occupare nella nuova scala sociale e del terribile grado di coercizione e di rigidit istituzionale introdotta a danno della libera capacit di agire in modo imprenditoriale in tutte le aree sociali. Pertanto, considerare che si potrebbero prendere come punto di partenza i prezzi esistenti nel sistema economico capitalista proprio prima dellintroduzione del socialismo effettuando, in modo marginale, solo i piccoli aggiustamenti di dettaglio che fossero necessari per mantenere il sistema in equilibrio, teoricamente inammissibile.30 In terzo luogo, e anche se si potesse ammettere per fini puramente dialettici che il cambiamento dal capitalismo al socialismo non tocca in modo significativo il sistema di prezzi, indispensabile considerare che solo in circostanze molto particolari un eccesso o una scarsit del prodotto pu implicare un indicatore affidabile per un organismo centrale di pianificazione riguardo a ci che si deve fare con il suo prezzo. Concretamente, necessario che esistano opportunit di scelta e che queste siano percepite e sentite come tali dai diversi agenti economici, perch la scarsit o leccesso di prodotto indichino se necessario o no alzare o ridurre il prezzo prefissato. Cio, l dove non esistono o non si percepiscono alternative, la scarsit non significa molto, dal momento che forzata dalla circostanza che
F.A. Hayek, The Present State of the Debate, in Collectivist Economic Planning, opera citata, p. 213. Hayek, in questo senso, non fa altro che seguire lintuizione sviluppata inizialmente da Mises, che gi nel 1920 afferm: The transition to socialism must, as a consequence of the levelling out of the differences in income and the resultant readjustments in consumption, and therefore production, change all economic data, in such a way that a connecting link with the final state of affairs in the previously existing competitive economy becomes impossible. Ludwig von Mises, Economic Calculation in the Socialist Commonwealth, in Collectivist Economic Planning, opera citata, pp. 109-110. Questo argomento va collegato con quello gi anticipato nella precedente nota 27, di modo che largomentazione basica misiana iniziata nel 1920 si completa e si perfeziona durante 20 anni, concludendosi cos: 1. impossibile considerare che la situazione di partenza corrisponda a uno stato di equilibrio; 2. impossibile calcolare lo stato finale di equilibrio per mancanza di informazione; 3. Anche se si ammettesse per fini puramente dialettici che i problemi menzionati in 1. e 2. fossero stati risolti, non si disporrebbe di nessuna guida per orientare le innumerevoli azioni necessarie per passare dallo stato iniziale di equilibrio allo stato finale di equilibrio (argomento culmine di Mises spiegato nella nota 27).
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non esistono o non si sa che esistano beni e servizi dello stesso tipo ma di diversa qualit o disponibili a prezzi diversi, o addirittura beni e servizi che, anche se diversi, in maggiore o minore misura possano essere utilizzati come succedanei o sostitutivi. La scarsit, pertanto, non un sintomo che indica automaticamente che il prezzo debba essere alzato, poich in molte occasioni la cosa pi economica sar quella di cercare di sviluppare, introdurre e provare nuovi prodotti alternativi. In quarto luogo, perch una scarsit sia significativa o possa aiutare minimamente lorgano centrale di pianificazione a prendere decisioni, ugualmente indispensabile che non siano stati emessi un eccesso di certificati che diano diritto ad acquisire fattori di produzione e beni e servizi di consumo (non diciamo unit monetarie, dal momento che, come abbiamo spiegato precedentemente, il concetto di denaro radicalmente diverso in un sistema socialista da quello che si utilizza in un sistema capitalista). In effetti, se c un eccesso di emissione di unit monetarie si produrr una scarsit generalizzata di beni, servizi e risorse produttive senza che essa indichi in alcun modo in forma precisa di quanto si dovrebbe alzare il prezzo di ciascuno dei beni e servizi o dei fattori di produzione, n in che misura di dovrebbe aumentare la produzione di ogni loro tipo e classe.31 In quinto luogo, se, com la cosa pi normale, la scarsit finisce per manifestarsi come una caratteristica cronica e ricorrente del sistema socialista, gli agenti economici (consumatori, gestori, ecc.) prima o poi impareranno dallesperienza, e la loro propria ed innata capacit imprenditoriale li porter a cercare di appropriarsi di qualsiasi bene che sia acquisibile in cambio delle corrispondenti unit monetarie. Si produce, cos, una fuga generalizzata verso i valori reali da parte di tutti gli agenti economici, che cercheranno di acquisire qualsiasi cosa, anche se non ne hanno una necessit assoluta o immediata, dato che si rendono conto che la scarsit la nota dominante del sistema economico e che tanto vale acquisire qualsiasi tipo di bene, anche se non se ne ha bisogno, in previsione che nel futuro esso non sia pi disponibile e, comunque, possa avere una qualche utilit. Questo fenomeno si riproduce in modo identico nel campo della produzione. Cos, Kornai ha spiegato molto chiaramente come, in un sistema socialista, i gestori e i responsabili industriali scoprono presto che la scarsit dei diversi input e fattori di produzione la regola dominante con carattere cronico. Il gestore, inoltre, si rende conto che non perde niente per il fatto di tenere un inventario molto elevato di fattori di produzione, dato che il suo costo finanziario, non esistendo una rigorosa limitazione di budget, non comporta nessun vero problema. Al contrario, il fatto che non si possa raggiungere nessun obbiettivo fissato in modo coercitivo dall organo di pianificazione, dovuto alla scarsit di qualche materiale o di qualche fattore di produzione, s che comporta un rischio reale molto significativo per il gestore. Come conseguenza di tutto questo, si tende in modo generalizzato e continuo a richiedere e ad accumulare in eccesso e senza alcuna misura ogni tipo di input e fattori di produzione, compresi quelli che non sono strettamente necessari, per cui la scarsit generalizzata delle risorse si converte inesorabilmente nella nota dominante del sistema economico socialista.32 evidente, pertanto, che sar impossibile che un organo centrale di pianificazione pretenda di trovare unipotetica soluzione di equilibrio mediante un procedimento di prova ed errore che si basi sullosservazione delle scarsit che si manifestino nel sistema economico, se esso
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In modo molto grafico Trygve J.B. Hoff ci spiega che just as in tennis a score of 6-0, 6-0 gives no indication of how much better the winner is, so stocks of unsold goods do not reveal how strongly the different goods are desired, Economic Calculation in the Socialist Society, opera citata, pp. 117-118. 32 Si vedano le opere di Jnos Kornai Economics of Shortage, North Holland, Amsterdam 1980, e Growth Efficiency and Shortage, University of California Press, Berkeley 1982..

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stesso intensamente contaminato da tali scarsit, in modo cronico e costante e in relazione a tutti i beni economici di consumo e ai fattori di produzione di tutta la societ.33 In sesto luogo, bisogna metter in risalto che il sistema economico non un mero conglomerato di beni e servizi isolati, in relazione ai quali si possa ritenere che una scarsit o un eccesso di prodotto indichi automaticamente che il prezzo debba aumentare o diminuire. Al contrario, il sistema economico d luogo continuamente a un insieme intimamente correlato di beni e servizi di consumo e di fattori di produzione. Cos, per esempio, pu accadere che non si manifesti la scarsit di un bene e, tuttavia, esso sia divenuto scarso, essendo tale circostanza camuffata dallesistenza o inesistenza di altri beni messi in relazione direttamente o indirettamente come sostitutivi o complementari. O, al contrario, che sembri esserci scarsit, ma che le circostanze siano tali che, pi che un aumento di prezzo, ne derivi un migliore utilizzo dei beni sostitutivi esistenti. Tutto questo significa che lorgano centrale di pianificazione non potrebbe lasciarsi guidare dalla scarsit o dalleccesso di beni considerati individualmente, ma che dovrebbe conoscere e controllare la situazione di scarsit o di eccesso di tutti i beni considerati nel loro insieme e correlati tra di loro, cosa che, evidentemente, rende impossibile lesercizio di un metodo che, come quello di prova ed errore, si vuole applicare in modo isolato e individuale ad ogni bene e servizio.34 In settimo luogo, Ludwig von Mises argomenta che il metodo di prova ed errore applicabile solamente per affrontare quei problemi nei quali la soluzione corretta sia resa riconoscibile da una serie di fatti e indizi incontrovertibili e indipendenti dallo stesso metodo di prova ed errore. Al contrario, le circostanze sono totalmente diverse quando lunica indicazione possibile che si raggiunta la soluzione corretta radicata proprio nel fatto che vi si sia arrivati mediante lapplicazione del metodo o procedimento che si considera appropriato per la soluzione del problema. Ovvero, detto in altro modo, il metodo di prova ed errore pu servire quando esiste una conoscenza di riferimento rispetto alla quale andare adattando per tentativi la soluzione corrispondente. Se, come accade nel sistema socialista, tale riferimento non esiste per il fatto di aver eliminato il processo imprenditoriale di mercato corrispondente, allorganismo centrale di pianificazione mancher la guida necessaria per cercare di avvicinarsi alla soluzione corretta, utilizzando il meccanismo della prova ed errore. E che non si dica che queste guide sono costituite proprio dalle circostanze obbiettive di eccesso o di scarsit che si vengano verificando, poich a parte il fatto che, come abbiamo gi visto, tali guide non sono n oggettive n indicano inequivocabilmente quello che bisogna fare, esse stesse nascono come risultato endogeno dellapplicazione del metodo di prova ed errore stesso,per cui non costituiscono nessuna guida di riferimento oggettivo, ma solamente le manifestazioni successive, arbitrarie e aleatorie, di un processo circolare di scoordinazione e inefficacia che non porta a niente. In uneconomia in cui esiste la libert di esercizio della funzione imprenditoriale s che si potrebbe, in un certo senso, dire che, esercitando
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Hoff indica, ugualmente, che in queste circostanze costituisce un altro problema insolubile la gradualit dellincremento del prezzo che deve essere stabilito dallorgano centrale di pianificazione ogni volta che si verifica un periodo di scarsit. Per Hoff, il fatto che esista scarsit non indica n trasmette nessuna conoscenza relativa a come si deve effettuare (cio, in relazione a quali beni specifici e in quale misura) il corrispondente aumento dei prezzi. Si veda su Economic Calculation in the Socialist Society, opera citata, p. 119 34 Devo questo argomento a Robert Bradley, del Dipartimento di Economia dell Universit di Huston. Si veda Socialism and the Trial and Error Proposal, incluso come Parte IV del suo articolo Market Socialism: A Subjectivist Evaluation, The Journal of Libertarian Studies, volume V, n.1, inverno del 1981, pp. 28-29. Bradley conclude: It is logically possible that a good and its substitutes all have equilibrating prices, yet their prices not be indices of the scarcity. In this case, the bad prices merely camouflage each other. So we can see that monitoring individual prices is not enough; the CPB would have to be in command of all price interrelationships. Thus the trial and error method becomes inadequate since it only applies to prices individually (p.29).

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limprenditorialit, i diversi agenti economici agiscono mediante un procedimento di prova ed errore, avvicinandosi alle soluzioni adeguate, tendendo, cio, a scoprire e a coordinare i casi di disadattamento che si verificano nella societ. E cos perch la funzione imprenditoriale correlata dei diversi agenti va generando uninformazione che non potrebbe nascere dallattivit isolata e indipendente di ciascuno di loro, per quanto metodo di prova ed errore volessero applicare da soli, e che costituisce la materia prima imprescindibile ad effettuare la contabilit per stimare i benefici e i costi relativi ad ogni azione umana. In questo modo, e seguendo la guida che offre il calcolo di perdite e guadagni, gli agenti economici tendono ad agire in modo coordinato. Al contrario, se si impedisce in modo coercitivo il libero esercizio della funzione imprenditoriale, si elimina lunico processo che rende possibile ladattamento coordinato dei diversi comportamenti individuali che costituiscono la vita sociale e, di conseguenza, si elimina lunica guida esterna che permette a ciascun agente di scoprire se si sta o no avvicinando alla soluzione pi adeguata per lui.35 Daltro canto, e in ottavo luogo, la grande debolezza del metodo di prova ed errore radicata nel fatto che presuppone che la comunit sia statica e che, pertanto, la totalit delle circostanze e delle condizioni sociali rimarranno inalterate mentre si porta a termine la prova e si mette in luce il suo possibile errore. Tuttavia, se si considera che, come succede sempre nella realt, gli adattamenti danno luogo a cambiamenti che influenzano in modo generalizzato, in maggiore o minore misura, tutti i prezzi dei fattori produttivi e dei beni e servizi di consumo, allora qualsiasi correzione che si cerchi di effettuare come conseguenza di errori realmente o apparentemente percepiti, si far sempre troppo tardi e, pertanto, avr un carattere profondamente ingannevole. Cio, come ha messo in luce Hayek,36 lutilizzazione del metodo di prova ed errore non fattibile nel mondo reale nel
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Daccordo con Ludwig von Mises: The method of trial and error is applicable in all cases in which the correct solution is recognizable as such by unmistakable marks not dependent on the method of trial and error itself Things are quite different if the only mark of the correct solution is that it has been reached by the application of a method considered appropriate for the solution of the problem. The correct result of a multiplication of two factors is recognizable only as the result of the correct application of the process indicated by arithmetic. One may try to guess the correct result by trial and error. But here the method of trial and error is no substitute for the arithmetical process. It would be quite futile if the arithmetical process did not provide a yardstick for discriminating what is incorrect from what is correct If one wants to call entrepreneurial action an application of the method of trial and error, one must not forget that the correct solution is easily recognizable as such; it is the emergence of a surplus of proceeds over costs. Profit tells the entrepreneur that the consumers approve of his ventures; loss, that they disapprove. The problem of socialist economic calculation is precisely this: that in the absence of market prices for the factors of production, a computation of profit or loss is not feasible. Human Action, opera citata, pp. 704 e 705. 36 Queste sono le parole dello stesso Hayek: Almost every change of any single price would make changes of hundreds of other prices necessary and most of these other changes would by no means be proportional, but would be affected by the different degrees of elasticity of demand, by the possibility of substitution and other changes in the method of production. To imagine that all this adjustment could be brought about by successive orders by central authority when the necessity is noticed, and that then every price is fixed and changed until some degree of equilibrium is obtained is certainly an absurd idea To base authoritative price-fixing on the observation of a small section of the economic system is a task which cannot be rationally executed under any circumstances. The Present State of the Debate, Collectivist Economic Planning, opera citata, p. 214. E cinque anni dopo, nel 1940, Hayek, nella sua risposta a Lange, ha affermato ancora pi chiaramente: It is difficult to suppress the suspicion that this particular proposal (the trial and error method) has been born out of an excessive preoccupation with problems of the pure theory of stationary equilibrium. If in the real world we have to deal with approximately constant data, that is, if the problem were to find a price system which then could be left more or less unchanged for long periods, then the proposal under consideration would not be so entirely unreasonable. With given and constant data such state of equilibrium could indeed be approached by the method of trial and error. But this is far from being the situation of the real world, where constant change is

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quale si stanno costantemente producendo cambiamenti. Ogni cambiamento individuale implica una serie praticamente innumerevole di influenze sui prezzi sulla qualit e tipo di beni che si producono nella societ, di modo che non esiste nessuna possibilit che attraverso il metodo di prova ed errore si ottenga la convergenza verso unipotetica soluzione di equilibrio, prima che nuovi e ulteriori cambiamenti nellinformazione la trasformino in qualcosa do ormai totalmente obsoleto e sfasato. Se nel mondo reale non si producessero cambiamenti e linformazione, rimanendo costante, non si modificasse, il problema di trovare un sistema di prezzi di equilibrio attraverso il metodo di prova ed errore potrebbe sembrare pi fattibile, se si pensasse che lesistenza dellequilibrio potrebbe costituire un punto di riferimento un po pi chiaro con cui paragonare le diverse soluzioni provate per tentativi; ma il mondo reale, e al contrario di ci che possano supporre i teorici socialisti, non in equilibrio n statico, per cui lutilizzazione del metodo di prova ed errore per cercar di trovare una soluzione al corrispondente sistema di equazioni impossibile. Il nono e ultimo luogo, largomento pi importante contro il metodo di prova ed errore che ignora completamente la teoria della funzione imprenditoriale che abbiamo spiegato nel Capitolo II. Il problema essenziale chi va a esercitare il metodo di prova ed errore. Se il fatto di prendere decisioni riguardo alladozione di soluzioni trovate per tentativi non viene portata a termine dagli agenti economici concreti che possiedono linformazione pratica, chiaro che il metodo di prova ed errore non porter in nessun posto per le ragioni annotate nel Capitolo III. Da un lato, allorgano centrale di pianificazione mancher linformazione pratica rilevante che si crea ed disponibile solo nella mente degli esseri umani che agiscono esercitando la funzione imprenditoriale. Dallaltro lato, linformazione necessaria per coordinare e modificare la societ non si creer e non si generer neppure se non esiste libert nellesercizio della funzione imprenditoriale da parte di tutti gli esseri umani. E se quellinformazione neppure si genera, difficilmente si potr trasmettere a un organo centrale di pianificazione. Cos come abbiamo gi accennato, il metodo di prova ed errore, se deve avere alcun senso, deve essere esercitato a livello individuale e nel contesto di uneconomia di mercato in cui esista completa libert per lesercizio della funzione imprenditoriale, cos come la possibilit di appropriarsi senza alcun ostacolo dei frutti della propria creativit imprenditoriale. Inoltre, ricordiamo che linformazione ha un carattere strettamente soggettivo e che, di fronte agli stessi fatti osservabili del mondo esteriore, linformazione interpretativa che pu generare lagente sar diversa secondo quali siano le sue circostanze particolari e quelle del contesto in cui si muove. Di fronte a una determinata scarsit, in termini economici non pu ispirare nessuna tranquillit il fatto che lorgano di pianificazione centrale, in modo automatico, applichi una regola prefissata (produrre pi bene X, o alzare il suo prezzo in una determinata percentuale), gi che sicuro che lasciando libero il processo imprenditoriale, la creativit umana di fronte a questi stessi fatti oggettivi dia luogo a soluzioni radicalmente diverse. Cos, di fronte a un problema di scarsit, invece di alzare il prezzo, la cosa pi giusta pu essere quella di dedicare lingegno imprenditoriale a trovare nuove soluzioni a quel problema, sviluppando beni sostitutivi, cercando nuove alternative a cui non si era ancora pensato, ecc In questo modo si mette in evidenza limpossibilit logica che il metodo di prova ed errore possa servire ad adattare la soluzione di un ipotetico sistema di equazioni che renda possibile il calcolo economico in una societ in cui non si permette il libero esercizio della funzione imprenditoriale. In queste circostanze, allorgano centrale di pianificazione mancher linformazione pratica rilevante, che non sar creata neppure dagli agenti economici che
the rule. Socialist Calculation III: The Competitive Solution, in Individualism and Economic Order, opera citata, p. 188.

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partecipano al sistema e, di conseguenza, non esister nessuna guida che tenda a coordinare gli scompensi continui che possano verificarsi nella societ. Lutilizzazione centralizzata del metodo di prova ed errore non porta, pertanto, a nessuna soluzione di equilibrio n capace di orientare lipotetico organismo centrale di coercizione riguardo a quali debbano essere le decisioni o le misure che bisogna adottare per coordinare il processo sociale.37 5. LIMPOSSIB ILIT TEORICA DELLA PIANOMETRIA38 Le precedenti osservazioni critiche al metodo di soluzione al problema del calcolo economico socialista mediante la prova ed errore sono interamente applicabili alla vasta letteratura39 che, posteriormente al dibattito e pi recentemente, si venuta sviluppando da parte degli economisti della scuola dellequilibrio generale, sotto la denominazione generica di pianometria. Questa linea di ricerca utilizza un insieme vario di tecniche matematiche molto sofisticate, che comprendono la programmazione lineare e non lineare, la programmazione con numeri interi, una parte molto importante della teoria cibernetica della decisione, cos come diversi procedimenti informatici di approssimazione iterativa. Lobbiettivo essenziale di
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Bisogna qui riprodurre, con carattere complementare, le critiche al metodo di prova ed errore proposto da Oskar Lange e che includiamo nel paragrafo corrispondente del capitolo seguente. 38 Questo termine stato reso popolare da J. Wilczynski per il quale planometrics is a branch of economics concerned with the methodology of constructing economic plans especially arising at the optimal plan, with the aid of modern mathematical methods and electronic computers, The Economics of Socialism, George Allen & Unwin, Londra 1978, 3. edizione, p. 17, e anche le pp. 24 e 46. A volte, per denominare questa branca delleconomia, si usato anche il termine computopia o quello di teoria dei meccanismi per lassegnazione delle risorse, denominazioni che dobbiamo rispettivamente a Egon Neuberger (Libermanism, Computopia and Visible Hand: The Questiono of Informational Efficiency, American Economic Review, Papers and Proceedings, maggio 1966) e a Leonid Hurwicz (The Design of Mechanisms for resource Allocation, American Economic Review, n. 63, maggio 1973). 39 Riguardo alla letteratura relativa alla pianometria si possono consultare, per esempio, le opere di K.J. Arrow e L. Hurwicz, Studies in Resource Allocation Processes, Cambridge University Press, Cambridge 1977; Leonid Hurwicz, The Design of Mechanisms for Resource Allocation, American Economic Rewiew, n. 63, 2, maggio 1973; John P. Hardt e altri (editori), Mathematics and Computers in Soviet Economic Planning, Yale University Press, New Haven, Connecticut, 1967; Benjamin N. Ward, Linear Programming and Soviet Planning, incluso nellopera di Hardt citata, e The Socialist Economy. A Study of Organizational Alternatives ,Random House, New York 1967. Nella p. 94 del magnifico libro di Don Lavoie Rivalry and Central Planning, gi citato, si trova un riassunto esauriente e dettagliato di tutta la bibliografia esistente in lingua inglese sul tema di riferimento. In lingua tedesca, non possiamo fare a meno di menzionare il riassunto della letteratura sulla pianometria che dobbiamo a Christian Seidl contenuto nel suo articolo Allokations Mechanismus Asymmetrische Information und Wirtschaftssystem, pubblicato su Jahrbcher fr Nationalkonomie und Statistik, n. 197 (3), 1982, pp. 193 a 220. Un riassunto tanto breve quanto buono del contenuto degli apporti fatti fino ad ora in questo campo e le loro principali difficolt si trova nel recente libro di John Bennet intitolato The Economic Theory of Central Planning (Basil Blackwell, Londra 1989) e specialmente nel suo Capitolo 2, pp. 9 a 37. Ed interessante anche il lavoro di Peter Bernholz Information, Motivation and the Problem of Rational Economic Calculation in Socialism, incluso come Capitolo 7 nel libro Socialism: Institutional, Philosophical and Economic Issues, Svetozar Pejovich (ed.), Kluwer Academic Publishers, Dordrecht, olanda 1987, pp. 161 a 167. Infine, bisogna menzionare la scuola sovietica sviluppatasi sotto gli auspici di Leonid V. Kantorovich che, preoccupata in modo ossessivo dallo sviluppo e dal perfezionamento delle tecniche di ottimizzazione, non mai stata capace di capire il problema economico (non tecnico) che pone il socialismo, n, pertanto di proporzionare nessuna soluzione al processo di lenta decomposizione del modello sovietico. Si veda L.V. Kantorovich: The Price Implications of Optimal Planning, Roy Gardner, Journal of Economic Literature, volume XXVIII, giugno 1990, pp. 638-648 e tutta la bibliografia ivi citata.

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questi modelli quello di scoprire a priori tutta una configurazione di prezzi di equilibrio. Cio, in anticipo rispetto a quello che determinerebbe spontaneamente il mercato, si cerca di trovare una soluzione che pre-coordini tutti i piani degli agenti economici e che, pertanto, renda superfluo il processo reale di coordinazione del mercato che, per sua stessa natura, si produce sempre a posteriori come conseguenza dellimpulso imprenditoriale. Insomma, quello che vogliono le tecniche della pianometria , n pi n meno, che rimpiazzare il processo competitivo imprenditoriale con un meccanismo che permetta di pre-coordinare la societ in modo centralizzato. certo che, fino ad ora, non si potuto mettere in pratica nessuno dei modelli pianometrici, e che gli stessi teorici socialisti riconoscono che le loro possibilit di applicazione sono molto limitate. Ciononostante, si continua a discutere che ci si deve, pi che altro, alle limitazioni che ancora esistono in quanto alla capacit informatica degli attuali computer, cos come alla scarsit di personale sufficientemente qualificato e a difficolt tecniche di ottenere linformazione necessaria. Tuttavia, con il trascorrere degli anni, lidea che sarebbe possibile rimpiazzare il mercato con un sistema onnicomprensivo di pianificazione informatizzata, portata a termine mediante i modelli della pianometria, stata lentamente abbandonata addirittura dagli stessi autori che sviluppano questo programma di ricerca scientifica. Inoltre, il fallimento nellapplicazione delle tecniche pianometriche nei paesi dellEst verificatosi negli anni settanta ha dato luogo, non solo allabbandono di nuovi tentativi pratici in questo senso, ma anche a una profonda disillusione e a un profondo disinganno tra tutti coloro che avevano ingenuamente riposto le loro speranze in queste tecniche.40 Nonostante tutto ci che stato detto precedentemente, esistono ancora due ragioni importanti che giustificano ora uno studio separato della pianometria, proprio dopo aver analizzato dettagliatamente nel paragrafo precedente limpossibilit teorica del metodo di prova ed errore. In primo luogo, bisogna sottolineare che diversi trattatisti in questo campo ancora affermano ingenuamente che, nonostante il fatto che fino ad ora si siano raccolti solamente fallimenti e frustrazioni, si pu sperare che in futuro i successivi affinamenti della teoria e i prevedibili miglioramenti nella capacit informatica, rendano possibile ci che fino ad ora non lo stato. Cos, per esempio, Musgrave, in uno studio in cui si valuta il risultato riguardo al
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Sulla delusione riguardo allapplicazione dei modelli pianometrici, Michael Ellman afferma che work on the introduction of management information and control systems in the soviet economy was widespread in the 1970s, but by the 1980s there was widespread scepticism in the USSR about their usefulness. This largely resulted from the failure to fulfil the earlier exaggerated hopes about the returns to be obtained from the introduction in the economy. Vedere larticolo Economic Calculation in Socialist Economies di Michael Ellman, pubblicato nel volume II di The New Palgrave. A Dictionary of Economics, Mcmillan, Londra 1987, p. 31. Nello stesso senso si esprime Jan S. Prybila nel suo Market and Plan Under Socialism, Hoover Institution Press, Stanford 1987, p. 55. Da parte sua, Martin Cave, nel suo Computers and Economic Planning. The Soviet Experience (Cambridge University Press, Cambridge 1980), dopo aver messo in luce la profonda disparit e separazione esistente fra due gruppi di ricercatori costituiti, uno da coloro che dedicano i loro sforzi a formulare modelli astratti di pianometria, e laltro da coloro che si dedicano a studiare i sistemi reali, arriva alla conclusione che lo scetticismo crescente sui modelli pianometrici come possibili sostituti del mercato hanno origine nel fatto che they do not, nor are they intended to, do justice to the complexities of a centrally planned economy (p. 38). Lo stesso Hurwicz, da parte sua, sembra essersi rassegnato a considerare che la pianometria ha solamente linteresse di puro esercizio intellettuale, che corrisponderebbe a una prima tappa teorica del problema del calcolo economico (quella che consisterebbe nel formulare tale problema), tappa che in seguito sarebbe stata messa in pratica pi dando spazio alle forze del mercato e adattando il piano alle sue realt che al contrario, adattando, cio, il mercato ai parametri del modello pianometrico (si veda il suo Centralization and Decentralization in Economic Processes, pubblicato su Comparison of Economic Systems. Theoretical and Methodological Approaches, Alexander Extain (ed), University of California Press, Berkeley 1971, p. 81.

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dibattito sul calcolo economico, conclude che la pianificazione, come sistema efficiente, si potrebbe portare a termine lasciando che i pianificatori simulassero il mercato competitivo e applicando le tecniche informatiche corrispondenti. E Arrow, da parte sua, afferma che lo sviluppo della programmazione matematica e dei computer di alta velocit fanno s che il sistema di pianificazione centrale non sembri pi come qualcosa di impossibile da ottenere in futuro, visto che fattibile simulare il funzionamento di un sistema decentralizzato semplicemente scegliendo lalgoritmo centralizzato corrispondente.41 Daccordo con questi e
Lerrore di questi due autori risiede nella loro ignoranza dellessenza del funzionamento dei processi di mercato che abbiamo spiegato nel Capitolo II di questo libro. Arrow giunto addirittura ad affermare che indeed, with the development of mathematical programming and high speed computers the centralized alternative no longer appears preposterous. After all, it would appear that one could mimic the workings of a decentralized system by an appropriately chosen centralized algorithm (Kenneth J. Arrow, Limited Knowledge and Economic Analysis, American Economic Review, volume 64, n. di marzo del 1974, p. 5). Sembra quasi inevitabile che persino le menti pi brillanti, come quella di Arrow, perdano la capacit di comprendere i problemi economici fondamentali nel momento in cui diventa ossessivo il loro interesse per lanalisi matematica dellequilibrio. Musgrave, dal canto suo, commette il medesimo errore nel suo articolo National Economic Planning: The U.S. Case, American Economic Review, n. 67, febbraio 1977, pp. 50-54. Un altro autore che incappa in un errore simile a quello di Arrow e Musgrave, nonostante in questo caso sia pi comprensibile per la sua appartenenza ideologica socialista, Wilczynski, che arriva ad affermare che the feasibility of the computational optimal prices conclusively refutes any grounds for the claim that rational pricing was impossible under socialism. Even though much remains to be done on the practical level, there is a sound theoretical basis. In fact, in some respects, socialism provides the possibility of improving on capitalism. Si veda The Economics of Socialism, op. cit., p. 138. Un altro trattatista che partendo dalla teoria dellequilibrio generale giunto alla conclusione che il modello walrasiano possa proporzionare senza problemi i principi essenziali per organizzare uneconomia di pianificazione centrale stato leconomista francese Maurice Allais. Allais, che allinevitabile confusione mentale che produce lutilizzo del metodo matematico in economia unisce una sua peculiare idiosincrasia, giunto addirittura ad affermare che in uneconomia di equilibrio e concorrenza perfetta linteresse del capitale arriverebbe a sparire (idea chiaramente assurda, dal momento che anche in quelle circostanze sarebbe necessario far fronte alle necessarie quote di ammortizzazione del capitale, e anche le forze soggettive della preferenza temporale continuerebbero a esistere); Allais propone la nazionalizzazione del suolo e di stabilire i prezzi attraverso ununit di misura basata su ununit di tempo di lavoro specializzato. Si veda Maurice Allais, Le problme de la planification dans une conomie collectiviste, pubblicado in Kyklos, luglioottobre 1947, vol. I pp. 254-280, vol. II, pp. 48-71. Riguardo a queste proposte assurde di Maurice Allais, Karl Pribram nella sua monumentale A History of Economic Reasoning (The Johns Hopkins University Press, Baltimore 1983, p. 459) ci dice quanto segue: It has been one of the strange episodes in the history of economic reasoning that radical minds, bent on overthrowing the existing economic order, nevertheless believed or pretended to believe that, contrary to any historical experience, the pattern for the organization of a planned economy could be supplied by a model of the Walrasian type in which full reliance was placed on the automatic working of equilibrating forces. Da ultimo, le stesse posizioni sono state adottate da due noti economisti dellEst, Wlodzimierz Brus e Kazimierz Lasky, in unopera molto recente nella quale come avremo occasione di vedere pi avanti, dicono esplicitamente che Mises e Hayek avevano ragione nel dibattito sul calcolo economico socialista, e che non avevano avuto una risposta adeguata n da parte di Oskar Lange n nessun altro. Brus e Laski danno la colpa al modello neoclassico in generale e in particolare a quello walrasiano, per non aver tenuto conto di quella figura essenziale del sistema capitalista che limprenditore. Allo stesso modo criticano il fatto che nel modello di concorrenza perfetta non si tenga in alcun conto linevitabile lotta e la rivalit che esiste tra gli imprenditori, che costantemente generatrice di nuova informazione. E concludono che the Walrasian model overlooks the true central figure of the capitalist system, namely the entrepreneur sensu stricto. Formally there are entrepreneurs in the Walrasian model, but they behave like robots, minimizing costs or maximizing profits with the data given. Their behaviour is that of pure optimizers operating in the framework of exclusively passive competition, reduced to reactive adjustment of positions to an exogenous change. This can scarcely be a legitimate generalization of competition, which in reality is a constant struggle affecting the data themselves. It is here that the static approach of the general equilibrium theory becomes particularly pronounced, contrary to the actual dynamics of a capitalist system. Si veda From Marx to the Market, Socialism in Search of an Economic System, Clarendon Press, Oxford 1989, p. 57. E nello stesso senso si pu consultare il mio lavoro La Crisis del Paradigma Walrasiano, pubblicato in El Pas, il 17 dicembre 1990, p. 36.
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altri autori, i miglioramenti nella programmazione lineare e nella tecnologia dei computer renderebbero possibile la soluzione del problema del calcolo economico socialista cos come stato posto da Mises e Hayek. In secondo luogo, altri teorici della pianometria, e prima di tutti Hurwicz, ritengono non solo di aver affrontato largomentazione computazionale di Hayek (che, come gi sappiamo, aveva per lui unimportanza del tutto secondaria), ma anche di aver aggiunto ai loro modelli pianometrici largomento essenziale relativo al carattere disperso dellinformazione.42 Cos, Hurwicz parte dalla supposizione che, inizialmente, ogni agente economico disporr solo di uninformazione di tipo privativo che gli altri non avranno (i consumatori riguardo alle loro rispettive preferenze, i produttori riguardo alle tecnologie a loro disposizione, ecc.); di modo che nei loro modelli pianometrici, non si prende mai in considerazione che le corrispondenti funzioni di produzione saranno note allorganismo centrale di pianificazione, ma, al contrario, tali funzioni saranno note solo agli agenti economici individuali. Inoltre, in molti modelli si presuppone che nemmeno i produttori conoscano tutte le loro funzioni di produzione, ma solo quella parte di esse in relazione alle quali hanno avuto un qualche tipo di esperienza. Dato il carattere dei prezzi come trasmettitori efficienti di informazione, lunica conoscenza che, daccordo con questi modelli, deve essere trasmessa tra lorgano centrale di pianificazione e gli agenti economici solo quella corrispondente a una lista di prezzi che si riferiscono a tutti i beni e servizi delleconomia, e che deve essere resa pubblica dallorganismo centrale di pianificazione, come risposta a una lista di quantit prodotte di ciascun bene e servizio da parte di ogni agente economico. La trasmissione di questo immenso flusso di informazione dallorgano centrale di pianificazione agli agenti economici (prezzi) e dagli agenti economici allorgano centrale di pianificazione (quantit prodotte) non deve comportare nessun particolare problema, secondo i teorici della pianometria, soprattutto tenendo in considerazione gli ultimi avanzamenti nel campo delle comunicazioni teleinformatiche. Infine,
Si veda Leonid Hurwicz, The Design of Mechanisms for Resource Allocation, op. cit., p. 5. Hurwicz recentemente cos si vantava di aver inglobato nei suoi modelli i contributi di Hayek e Mises: The ideas of Hayek (whose classes at the London School of Economics I attended during the academic year 1938-39) have played a major role in influencing my thinking and have been so acknowledged. But my ideas have also been influenced by Oskar Lange (University of Chicago 1940-42) as well as by Ludwig von Mises in whose Geneva Seminar I took part during 1938-1939 (Leonid Hurwicz, Economic Planning and the Knowledge Problem: A Comment, in The Cato Journal, volume 4, n. 2, autunno 1984, p. 419). La precedente affermazione di Hurwicz non fa altro che rendere evidente che, come ha evidenziato con tanta arguzia Don Lavoie, Hurwicz non cap mai n quale fosse il messaggio di Hayek n quello di Mises, e questo nonostante avesse assistito, come egli stesso afferma, alle loro lezioni e seminari. Effettivamente, nel pensiero di Hurwicz non solo totalmente assente una teoria della funzione imprenditoriale, ma, inoltre, egli assolutamente convinto che linformazione sia qualcosa di oggettivo e, nonostante dispersa, trasmissibile con un significato univoco a tutti. Ignora, pertanto, le caratteristiche essenziali dellinformazione imprenditoriale che costituisce il cuore dei processi di mercato, e dunque la sua natura soggettiva ed in articolabile. Si veda linteressante lavoro di Don Lavoie, The Market as a Procedure for Discovery and Conveyance of Inarticulate Knowledge, Working Paper, Department of Economics, George Mason University, novembre 1982. Inoltre, Hurwicz, come evidenzia nella sua risposta a Kirzner nellarticolo pubblicato nel Cato Journal che abbiamo appena citato, considera che il problema della conoscenza dispersa sia solo un problema di trasmissione di informazione esistente, e non si pone neppure il problema della creazione di nuova informazione, che il pi importante in un processo di mercato ed quello che caratterizza lessenza di tutta la teoria della funzione imprenditoriale sviluppata da Kirzner. Anche Frank Hahn cade negli stessi errori di Hurwicz, poich, ancora nel 1988, osava affermare senza il minimo dubbio che prima o poi il socialismo di mercato sviluppato da Lange e Lerner sarebbe stato capace di costituire unalternativa decisamente migliore alleconomia di mercato del sistema capitalista. Si veda On Market Economics, in Robert Skidelsky (ed.), Thatcherism, Chatto & Windus, 1988, e specialmente la p. 114. Una magnifica critica alla posizione di Frank Hahn pu leggersi in Capitalism, Arthur Seldon,
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Basil Blackwell, Oxford 1990, Capitolo 6, pp. 124-144. 26

diversi procedimenti di iterazione informatica permetteranno di modificare gradualmente i prezzi in funzione degli eccessi o delle scarsit che vengano alla luce, e cos fino a raggiungere il corrispondente sistema di equazioni di equilibrio che risolva il problema economico posto. In questo modo si produce una specie di dialogo informatico tra lorgano centrale che stabilisce i prezzi per tentativi e gli agenti economici, che ricevono listruzione di produrre tutte le quantit possibili equiparando i prezzi ai corrispondenti costi marginali (cio, avendo introiti e costi marginali uguali); quantit che vengono comunicate allorganismo centrale, che verifica di nuovo i prezzi, modificandoli e trasmettendoli unaltra volta agli agenti economici, e cos successivamente fino a che scompaiono gli eccessi o le scarsit che potrebbero verificarsi di volta in volta nella pratica. Nonostante lingegnosit della proposta pianometrica che abbiamo appena descritto, e che essenzialmente si allontana di poco dalle proposte di Oskar Lange fatte negli anni trenta e che analizzeremo molto dettagliatamente nel capitolo seguente, qui di seguito dimostreremo come, di fatto, i modelli pianometrici non sono stati capaci di incorporare, in nessun modo, gli apporti di Hayek riguardo al problema che presuppone il carattere disperso della conoscenza, per cui essi stessi divengono inservibili al momento di fornire una soluzione al problema che pone il calcolo economico socialista. Inoltre, faremo una digressione sul ruolo che linformatica e i computer possono avere in relazione a questo tema, confermando che, come abbiamo gi avuto lopportunit di dimostrare nel Capitolo II di questo libro, il progresso dellinformatica, lungi dal facilitare la soluzione al problema del calcolo economico socialista, lo rende ancora pi complicato e difficile. Bench la critica precisa che abbiamo fatto al metodo matematico di prova ed errore nel paragrafo precedente sia applicabile a tutta la moderna teoria pianometrica, in aggiunta necessario dar risposta ai ragionamenti specifici che abbiamo appena indicato. Non si tratta, come credono molti esperti in pianometria, che il problema sia stato teoricamente risolto, tenendo in conto anche il carattere disperso dellinformazione e rimanendo in attesa che si produca lo sviluppo necessario nella capacit informatica per mettere in pratica i modelli corrispondenti; ma, al contrario e come vedremo, i modelli pianometrici non hanno incorporato le caratteristiche essenziali della realt che, essendo gi state enunciate dagli economisti della Scuola Austriaca, rendono teoricamente impossibile il loro funzionamento, e questo in modo totalmente indipendente dallo sviluppo futuro che un domani avr la capacit informatica, sia in hardware che in software. In primo luogo, i modelli pianometrici in generale, e la teoria di Hurwicz in particolare, hanno incorporato il principio del carattere disperso dell informazione in un modo goffo e adulterato. Ed cos perch il fatto che linformazione sia dispersa nella mente di ciascuno degli agenti economici essenzialmente inseparabile dal suo carattere soggettivo e strettamente personale, proprio come abbiamo visto dettagliatamente nel Capitolo II di questo libro. Se non solo linformazione dispersa ma anche personale e soggettiva, avr un significato molto diverso per ogni agente economico e non potr, pertanto, essere trasmessa con un significato inequivocabile a nessun centro di pianificazione. Cio, lo stesso prezzo, lo stesso oggetto materiale esterno, la stessa quantit e le stesse esperienze avranno un significato, o saranno interpretati in modo molto diverso da una persona o unaltra. Si pu dire lo stesso per quel che riguarda le diverse opzioni che si crede siano disponibili per portare a termine un determinato progetto, per raggiungere un determinato scopo, o per produrre un determinato bene o servizio. E, allo stesso modo, un eccesso di prodotto o una sua scarsit avranno un significato molto diverso secondo lagente che li osserva e potranno dar luogo, secondo le circostanze, a comportamenti molto diversi (cercare di ridurre la domanda, creare beni sostitutivi o succedanei, cercare nuovi orizzonti, o qualsiasi combinazione di questi 27

comportamenti, ecc.). Il carattere soggettivo dellinformazione annulla, pertanto, tutto il modello di Hurwicz, che si basa su un dialogo o trasmissione costante di uninformazione, che erroneamente si considera oggettiva, tra gli agenti (possessori di unipotetica conoscenza dispersa ma oggettiva) e lorgano centrale di pianificazione. In secondo luogo, e in stretta relazione con largomento precedente, c il fatto, anche questo gi commentato dettagliatamente nel Capitolo II, che la conoscenza rilevante per lazione umana in maggior parte una conoscenza tacita, cio, non articolabile. Se la maggior parte della conoscenza utilizzata dalluomo al momento di agire non si pu formalizzare in termini articolati, difficilmente tale conoscenza potr essere trasmessa in modo oggettivo da nessuna parte. Non si tratta solo del fatto che gli stessi prezzi o relazioni storiche di intercambio sono interpretati in modo molto diverso dagli agenti economici, ma che, inoltre, se tali prezzi portano con s un qualche tipo di informazione per determinati agenti perch costoro, a loro volta, in minore o maggiore misura, condividono un determinato patrimonio di conoscenze pratiche non articolabile sulle caratteristiche dei beni e servizi che sono stati scambiati e che hanno dato luogo a quei prezzi, cos come su altre mille circostanze che considerano soggettivamente rilevanti nel contesto delle azioni in cui sono coinvolti. Cos, per esempio, la parte articolata o formalizzata del messaggio che interpreta un agente quando si rende conto che si stanno scambiando chili di patate a 30 unit monetarie (in questo caso la parte articolata sarebbe che il prezzo del chilo di patate di 30 unit monetarie) una minima parte del totale di informazione che lagente sa, genera e utilizza nel contesto della sua azione concreta (e relativa al desiderio che ha di comperare patate, alle diverse qualit di patate che ci sono, alla conoscenza che ha della qualit delle patate che normalmente porta il suo fornitore, al piacere che gli d cucinare con le patate e al piatto che preparer per i suoi invitati, agli altri alimenti che preparer con le patate, e cos successivamente con altre migliaia di dettagli).43 Inoltre, in terzo luogo e gi in una prospettiva pi dinamica, per lagente un prezzo o un insieme di prezzi ha un senso determinato solo in funzione del fatto che egli sia immerso in un determinato progetto o azione, cio, che si sia compromesso nellottenimento di determinati fini o ideali, che solo lui immagina e persegue di cuore, in tutta la loro variet di sfumature e di dettagli. Questo credere in un determinato progetto, immaginarlo e perseguirlo con piacere si basa su delle aspettative e delle sensazioni di tipo soggettivo che sono basicamente in articolabili e che pertanto non possono essere trasmesse a nessun centro di pianificazione. Limprenditore che crede in unidea e la persegue contro vento, corrente e marea, in molti casi, nonostante le circostanze pi avverse e contro lopinione della maggioranza, possibile che alla fine riesca a raggiungere il suo obbiettivo e a ottenere i benefici corrispondenti. Lo scopo che persegue, il beneficio che vuole ottenere, o la verit a cui aspira, non qualcosa di dato e che si vede con assoluta chiarezza, ma piuttosto qualcosa che si intuisce, si concepisce, si immagina o si crea. Ed precisamente questa tensione creativa quella che rende possibile la scoperta e la creazione dellinformazione che
The articulate information supplied by prices is only informative because they are juxtaposed against the wide background of inarticulate knowledge gleaned from a vast experience of habitual productive activity. A price is not just a number. It is an indicator of the relative scarcity of some particular good or service of whose unspecified qualities and attributes we are only subsidiarily aware. Yet were these qualities of a good to change in the slightest respect this could change incremental decisions about the uses of the good just as significantly as a change in price ... Hayek was not contending that prices as numbers are the only pieces of information that the market transmits. On the contrary, it is only because of the underlying inarticulate meaning attached to the priced goods and services that prices themselves communicate any knowledge at all. Don Lavoie, The Market as a Procedure for Discovery and Conveyance of Inarticulate Knowledge, op. cit., pp. 32-33.
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sostiene e sviluppa la societ. La tensione creativa nasce dalle disparit che si verificano nel mercato, o meglio, dalle diverse opinioni o interpretazioni a cui danno luogo gli stessi fatti, avvenimenti e circostanze che, tuttavia, sono interpretati in modo diverso dagli agenti economici. Questa tensione creativa ignorata ed esplicitamente eliminata dai modelli pianometrici che, per voler ottenere una coordinazione a priori di tutto il sistema economico, eliminano alla radice la possibilit che gli agenti agiscano in modo creativo a causa dello stimolo che comporta per loro lo scoordinamento.44 Pertanto si rende inevitabile concludere che il dialogo o la trasmissione di informazione dispersa, cos come propone Hurwicz, tra gli agenti economici e lorgano centrale di pianificazione unimpossibilit teorica, dato che, da un lato, gli agenti economici, in grande misura, non sanno o sono privi della conoscenza che sarebbe indispensabile trasmettere,45 poich tale conoscenza si genera solo in un processo in cui gli agenti possono esplicare liberamente la loro funzione imprenditoriale. E, daltra parte, gli agenti non possono neppure trasmettere quello che sanno gi, dato che, prevalentemente, ha un carattere tacito non articolabile. La conoscenza dellimprenditore ha una forma non articolata, perch si tratta piuttosto di una tecnica di pensiero la cui applicazione dipende dal fatto che lagente si trovi in un contesto tipico di economia di mercato, e si apprende solo intuitivamente man mano che si va esercitando in modo pratico.
Don Lavoie, nellarticolo che stiamo commentando, costruisce seguendo Polanyi una interessante analogia tra il ruolo che gioca la conoscenza non articolabile nellarea della ricerca scientifica e nellarea del mercato, e conclude: market participants are not and could not be price takers any more than scientists could be theory takers. In both cases a background of unquestioned prices or theories are subsidiarily relied upon by the entrepreneur or scientist, but also in both cases the focus of the activity is on disagreeing with certain market prices or scientific theories. Entrepreneurs (or scientists) actively disagree with existing prices (or theories) and commit themselves to their own projects (or ideas) by bidding prices up or down (or by criticizing existing theories). It is only through the intricate pressures being exerted by this rivalrous struggle of competition (or criticism) that new workable productive (or acceptable scientific) discoveries are made or that unworkable (or unacceptable) ones are discarded... Without the pressure that such personal commitments impart to science and to the market, each would lose its determining rationality. It is precisely because the scientist has his reputation and the capitalist his wealth at stake that impels him to make his commitments for or against any particular direction of scientific or productive activity. Thus private property and the personal freedom of the scientist play analogous roles. When either form of personal commitment is undermined, for example when scientific reputation or economic wealth depend on loyalty to a party line rather than to a personal devotion to truth or a pursuit of subjectively perceived profit opportunities, each of these great achievements of mankind, science and our advanced economy, is sabotaged. Don Lavoie, The Market as a Procedure for Discovery and Conveyance of Inarticulate Knowledge, op. cit., pp. 34 e 35. Il lavoro di Polanyi in cui presentata questa analogia tra il mercato e lo sviluppo scientifico The Republic of Science: Its Political and Economic Theory, inglobato in Knowing and Being, pubblicato da Marjorie Grene, The University of Chicago Press, Chicago 1969. 45 Fritz Machlup, Knowledge. Its Creation, Distribution and Economic Significance, volume III, The Economics of Information and Human Capital, Capitolo VI, New Knowledge, Disperse Information and Central Planning. E specialmente la p. 200, dove si fa riferimento al fatto che the knowledge of peoples preferences is not only dispersed over millions of minds and not only subject to continual change but that it has too many blank spaces to be transferred in the form of price-or-quantity responses. The described planning system cannot give the people what they want, because they themselves cannot know what they want if they do not know what they could have. A steady stream of innovations in a free-enterprise system keeps altering the production possibilities, including those that relate to new products and new qualities of existing products. Imaginative entrepreneurs, stimulated by anticipations of (temporary) profits, present consumers with options that have not existed hitherto but are expected to arouse responses of a kind different from those symbolized in the customary model of market equilibrium and in models of allocative equilibrium. The availability of new products makes a market system quite unlike the scheme of official indicators of quantities or prices announced by a central board and private proposals of prices or quantities submitted in response by the consuming public. The organized feedback shuttle allowing informed decisions by a planning board does not give a place to the phenomenon of innovation.
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Che menti della categoria di Arrow e Hurwicz non abbiano capito quali sono le caratteristiche essenziali del tipo di conoscenza che utilizzano e generano gli agenti economici e, pertanto, ignorino i fondamenti pi elementari del funzionamento del mercato, giustifica il fatto che nel 1982 Hayek non abbia potuto far altro che qualificare come irresponsabili entrambi gli autori, specialmente per il fatto di credere che la conoscenza pratica , soggettiva e non articolabile possa essere trasmessa sotto forma di dialogo informatico tra gli agenti economici e lorgano centrale di pianificazione, idea, questa, che Hayek ha duramente qualificato come massima insensatezza di tutta la farsa che costituisce la letteratura pianometrica.46 In quarto luogo, necessario prendere in considerazione che i modelli pianometrici di adattamento dei prezzi esigono che, una volta che la corrispondente informazione `stata trasmessa allorganismo centrale di pianificazione, qualsiasi attivit di commercio o di produzione cessi finch tale organo risolva il corrispondente problema di ottimizzazione e trasmetta di nuovo agli agenti economici linformazione a cui sia giunto sui prezzi di equilibrio. Alcuni economisti, come Benjamin Ward, giungono addirittura allassurda conclusione che tale sistema molto pi efficiente di quello di una reale economia di mercato, in cui si portano costantemente a termine scambi a prezzi che non hanno corrispondenza con quelli di equilibrio e che possono, pertanto, essere considerati falsi. Che si qualifichino come falsi prezzi reali che esistono nel mercato per il fatto che non coincidono con dei prezzi ipotetici e sconosciuti che esistono solamente nella mente obnubilata dei teorici dellequilibrio, , come minimo, scioccante. Se assurdo considerare falso qualcosa che esiste e si verificato nella realt come conseguenza della libera azione umana, molto pi assurdo se teniamo in considerazione che non si pu arrivare a conoscere nessun vero prezzo di equilibrio. Inoltre, il grande vantaggio del processo di mercato rispetto al modello di adattamento pianometrico si fonda, precisamente, su questa possibilit che esiste nella vita reale di effettuare scambi presumibilmente falsi. In effetti, mentre nel modello pianometrico si ferma ogni azione e scambio finch si trasmette linformazione allorgano di pianificazione e questo risolve il corrispondente sistema di equazioni, si sta impedendo che milioni di agenti economici scoprano e creino nuova informazione, e anche che si effettuino molteplici azioni umane, tutto ci a detrimento del processo di adattamento, coordinamento e sviluppo della societ. Al contrario, nel processo reale di mercato mosso dalla forza imprenditoriale, nonostante non si raggiunga mai lequilibrio (e che, pertanto, in questo senso tutti gli scambi della vita reale siano presumibilmente falsi), si genera costantemente nuova informazione e ogni situazione di mancanza di coordinazione o di disparit tende ad essere scoperta mediante la forza della perspicacia imprenditoriale, tendendo ad essere convenientemente coordinata e adattata. Precisamente, il principale vantaggio dei processi reali di mercato, in contrasto con i modelli pianometrici del subastatore walrasiano, che nei processi reali,
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It was probably the influence of Schumpeters teaching more than the direct influence of Oskar Lange that has given rise to the growth of an extensive literature of mathematical studies of resource allocation processes (most recently summarised in K. J. Arrow and L. Hurwicz, Studies in Resource Allocation Processes, Cambridge University Press, 1977). As far as I can see they deal as irresponsibly with sets of fictitious data which are in no way connected with what the acting individual can learn as any of Langes. Two Pages of Fiction: The Impossibility of Socialist Calculation, originariamente pubblicato in Economic Affairs, aprile 1982 e ripreso in The Essence of Hayek (pubblicato da Chiaki Nishiyama e Kurtz R. Leube, Hoover Institution Press, Stanford University, Stanford, California, 1984, p. 60). E nella p. 61 della stessa opera Hayek aggiunge che the suggestion that the planning authority could enable the managers of particular plants to make use of their specific knowledge by fixing uniform prices for certain classes of goods that will then have to remain in force until the planning authority learns whether at these prices inventories generally increase or decrease is just the crowning foolery of the whole farce.

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nonostante tutti gli scambi si effettuino costantemente a prezzi che non sono di equilibrio (e pertanto siano ancora una volta falsi), tuttavia funzionano bene teoricamente e praticamente, visto che qualsiasi mancanza di coordinazione o disparit crea lincentivo necessario perch essi tendano ad essere scoperti ed eliminati dalla forza innata della funzione imprenditoriale. In questo modo si crea e si genera unimportantissima e vastissima informazione che viene trasmessa generalmente e successivamente a livello sociale. Al contrario, nei modelli pianometrici non solo si esige per il loro funzionamento il congelamento, per un determinato periodo, delle azioni umane e della creazione e produzione di nuova informazione, ma si elimina anche alla radice lesercizio creativo dellimprenditorialit, che lelemento chiave della coordinazione sociale.47 In quinto luogo, la principale debolezza che si trova al fondo di tutti i modelli pianometrici si fonda sulla tremenda minimizzazione e volgarizzazione del problema che presuppongono i costanti cambiamenti di mercato che si verificano in uneconomia moderna e complessa. Una societ moderna del mondo reale non si pu permettere il lusso di aspettare che si risolva un problema di programmazione con implicazioni che interessano lattivit e la vita di tutti i suoi membri. Soluzione che inoltre teoricamente impossibile, dato che non si pu neppure porre il problema senza congelare n forzare in modo dittatoriale la realt, data limpossibilit che si trasmetta e si generi linformazione necessaria per questo. Per illustrare quello che abbiamo appena affermato, Michael Ellman ci dice che furono necessari 6 anni solo per compilare linformazione necessaria per porre un problema di programmazione lineare incaricato negli anni 60 dal Dipartimento di Pianificazione delle Industrie del Metallo dellestinta Unione Sovietica, e che fu formulato con pi di 1.000.000 di incognite e 30.000 restrizioni.48 Com logico, la soluzione di quel problema fu puramente immaginaria, visto che in quel periodo di 6 anni linformazione rilevante si modific, o si sarebbe dovuta
Benjamin N. Ward, The Socialist Economy. A Study of Organizational Alternatives, Random House, New York 1967, pp. 32-33. In questa stessa opera, nonostante Ward faccia alcuni fugaci riferimenti alle semplificazioni di questi modelli matematici (essenzialmente sul loro carattere statico e lineare), ritiene ciononostante che la comunicazione tra i diversi settori e lorgano di pianificazione non diventerebbe in nessun caso un collo di bottiglia poich involves at each round sets of numbers that should not exceed n for any one unit, where n is the number of sectors, and is generally much less (p. 61). Ma aggiunge che, qualora il periodo di tempo necessario per completare liter fosse troppo lungo, e anche qualora il processo potesse bloccarsi prima di essere stato completato, questo genererebbe comunque un piano che, pur non essendo ottimo, nella pratica costituirebbe un certo miglioramento. Come ha ben evidenziato Don Lavoie, sembra incredibile che Ward non si sia reso conto che con questa tesi si abbandona la stessa ragione dessere del processo di ttonnement walrasiano, dal momento che se gli agenti economici devono bloccare ogni attivit finch gli esperti di programmazione lineare abbiano calcolato la soluzione di equilibrio per poi adottare solamente una soluzione approssimativa e intermedia per quale motivo si dovrebbe dunque iniziare il processo pianometrico, se attraverso i meccanismi decentralizzati di mercato e il corrispondente sistema legale si pu ottenere un risultato meno imperfetto senza la necessit di bloccare lazione in nessun momento n di eliminare la creazione di nuova informazione e, inoltre, senza il costo aggiuntivo che presuppone lintervento dei teorici pianometrici? Si veda Don Lavoie, Rivalry and Central Planning, op. cit., p. 99. In un errore molto simile a quello di Ward cade Edmond Malinvaud, che partendo dallo studio del processo di determinazione del livello ottimale di produzione di beni pubblici, si concentr poi nellanalisi dei processi iterativi di approssimazione alla soluzione ottimale di equilibrio in un sistema socialista. Si veda A Planning Approach to the Public Good Problem, The Swedish Journal of Economics, volume 73, marzo 1971, pp. 96-112; e anche Decentralized Procedures for Planning, in Activity Analysis in the Theory of Growth and Planning, pubblicato da E. Malinvaud e M. Bacharach, Macmillan, Londra 1967. Francamente, non affatto facile capire lossessione di tutti questi autori di voler sostituire linfinita variet e ricchezza della vita sociale umana con un modello totalmente inflessibile, freddo e meccanico. 48 Michael Ellman, Economic Calculation in Socialist Economies, in The New Palgrave. A Dictionary of Economics, volume II, op. cit., p. 31.
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modificare, in modo radicale. E il problema, per quando fu risolto, era completamente cambiato, per cui la soluzione trovata era totalmente obsoleta. chiaro che gli esperti in pianometria in un mondo reale e dinamico si vedrebbero perpetuamente condannati a perseguire alla cieca, per il fatto di non disporre della necessaria informazione, uninesistente soluzione di equilibrio che non potranno mai raggiungere perche essa si trova in un processo di continuo cambiamento. Possiamo, pertanto, concludere con Peter Bernholz che, nelle condizioni reali di uneconomia non statica, il calcolo economico razionale impossibile se si utilizza un sistema pianometrico di pianificazione centrale.49 In sesto luogo, i teorici della picnometria non solo mostrano una profonda ignoranza di come funzionano i processi reali di mercato, ma ignorano anche elementi fondamentali della teoria dei sistemi informatici. Ricordiamo che linformazione che si riesce ad immagazzinare nei computer ha una natura completamente diversa dallinformazione utilizzata coscientemente o praticata dagli agenti economici nel mercato. La prima un informazione oggettiva di tipo articolato, la seconda uninformazione soggettiva, tacita e di tipo pratico. Com logico, il secondo tipo di informazione, che rilevante per i problemi economici, non pu essere immagazzinata n trattata da mezzi informatici. Inoltre, evidente che nemmeno linformazione che non stata ancora generata dal sistema economico pu essere trasmessa n trattata con procedimenti informatici. Cio, non solo linformazione non articolabile di tipo pratico, ma anche gran parte dellinformazione articolata, il risultato di un processo sociale di mercato e, pertanto, se non stata generata dal mercato stesso, non pu essere trasmessa n immagazzinata in nessun sistema informatico di immagazzinamento dati. Daltro canto, e forse questa la cosa pi importante, se si parte dalla considerazione che anche i livelli pi complessi di ogni generazione di computer possono arrivare ad essere utilizzati in modo decentralizzato dagli stessi agenti economici (diversi agenti, imprenditori, organismi e istituzioni), chiaro che, a livello decentralizzato e individuale, tali potenti macchine informatiche creeranno un contesto allinterno del quale si permetter la nascita di una conoscenza pratica non articolabile, infinitamente pi varia, complessa e ricca, che render impossibile, per ragioni di complessit, il suo trattamento informatico a livello centrale. Cio, un sistema informatico potrebbe casualmente trattare ed eliminare sistemi di controllo pi semplici o meno complicati di esso stesso, ma quello che non potr fare eliminare o cercare di risolvere sistemi o procedimenti con un livello di complessit superiori al suo, poich ciascuno dei suoi elementi ha una capacit informatica qualitativamente di uguale complessit di quella dellorgano centrale di pianificazione. Infine, chiaro che nessun computer pu portare a termine, n potr mai farlo, attivit tipicamente umane di natura imprenditoriale. Cio, un computer non potr mai rendersi conto che uninformazione oggettiva stata erroneamente mal interpretata e che, pertanto, esistono opportunit di beneficio o di guadagno non sfruttate fino ad ora. Un computer non potr immaginare nuovi progetti non immaginati finora da nessuno. Un computer non potr creare nuovi fini n nuovi mezzi, n perseguire, contro corrente, attivit che non sono di moda, n lottare di cuore per portare avanti unimpresa in cui nessuno crede, e cos via. Il computer, al pi, potr servire
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With different and changing production functions, the size of firms and the structure of industry become a problem. New goods and changing preferences also pose the problem of which firms or industries to expand, to contract, to abolish, or to create... Under these conditions the Central Planning Board will not be able to get the information necessary for reliable ex ante planning because of the nature and complexity of the situation. Rational calculation does break down if central planning is used. Peter Bernholz, The Problem of Complexity under non Stationary Conditions, in Information, Motivation and the Problem of Rational Economic Calculation in Socialism, in Socialism: Institutional, Philosophical and Economic Issues (editore Svetozar Pejovich), op. cit., p. 154.

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come un potente e utile strumento o attrezzo per il trattamento dellinformazione articolata per facilitare lattivit imprenditoriale dellessere umano cos come labbiamo descritta nel Capitolo II, ma mai per eliminare o rendere tale attivit imprenditoriale ridondante o non necessaria.50 Inoltre, non solo linformatica non pu aiutare in nessun modo a sostituire i complessi processi di coordinamento spontaneo che si verificano nelleconomia, ma, al contrario, sar in ogni caso la teoria dei processi di mercato propria delleconomia politica quella che pu aiutare a sviluppare una teoria pi avanzata dellinformatica. Effettivamente, gli ultimi sviluppi nella teoria della scienza informatica relativa ai sistemi esperti e allutopica intelligenza artificiale hanno messo in luce che solo mediante unanalisi profonda dei meccanismi di creazione e di trasmissione di informazione che si verificano nel mercato si sta ottenendo di avanzare significativamente in queste aree.51 Infine, non vogliamo concludere i nostri commenti sulla pianometria senza insistere ancora su fino a che punto lutilizzo del metodo matematico in economia pu generare importanti confusioni, ed essere altamente pregiudiziale se gli studi che la utilizzano non sono estremamente attenti. In particolare, il metodo matematico adatto solo a descrivere sistemi di equilibrio, o, al massimo, goffe caricature ripetitive e meccaniche dei processi reali di cambiamento e creativit che si verificano nei mercati. Inoltre, il metodo matematico non permette la formalizzazione dellessenza della funzione imprenditoriale, che lelemento chiave e basico di tutta la vita economica e sociale. Leconomista matematico corre continuamente il rischio di arrivare a credere che i prezzi e i costi sono determinati da curve e funzioni che si intersecano tra di loro e non la conseguenza di determinate azioni o interazioni umane molto concrete. Pu arrivare a credere che le funzioni con cui lavora abbiano unesistenza reale e si possa arrivare a conoscerle. Pu arrivare a credere, insomma, che linformazione che presuppone data per costruire i suoi modelli potrebbe di fatto essere raccolta perch esiste in forma oggettiva in qualche luogo del mercato. In vista degli effetti che il metodo matematico in generale ha avuto sulle diverse aree delleconomia, e in particolare in relazione alle proposte che abbiamo studiato, relative al calcolo economico socialista, uno si chiede se questo metodo non avr fatto pi danno che utile nello sviluppo

Assar Lindbeck in La Economa Poltica de la Nueva Izquierda, Alianza Editorial, Madrid 1971, afferma che es evidente que los ordenadores no pueden reemplazar a los mercados para engendrar informacin (acerca de las preferencias de los consumidores y la tecnologa productiva) ni para crear incentivos con miras a un funcionamiento eficiente de acuerdo con las preferencias de los consumidores ( evidente che i computer non possono rimpiazzare i mercati per generare informazione (sulle preferenze dei consumatori e la tecnologia produttiva) n per creare incentivi finalizzati a un funzionamento pi efficiente a seconda delle preferenze dei consumatori). E conclude che las posibilidades de sustituir por ordenadores la competencia descentralizada en los mercados, a fin de manipular la informacin y calcular aproximaciones de la asignacin ptima, son muy limitadas (la possibilit di sostituire la concorrenza decentralizzata nei mercati con computer, al fine di manipolare linformazione e calcolare approssimazioni sullassegnazione ottimale sono molto limitate) (p. 86). Io direi piuttosto, per tutti i motivi spiegati nel testo principale, che tali possibilit sono nulle. 51 Si veda specialmente il contenuto dellarticolo e la bibliografia citata nel lavoro dal titolo High-Tech Hayekians: Some Possible Research Topics in the Economics of Computation di Don Lavoie, Howard Baetjer e William Tulloh, pubblicato nella rivista Market Process, volume VIII, primavera 1990, Gorge Mason University, pp. da 120 a 146. Non ci intratterremo nellenumerare e analizzare nei dettagli altre insufficienze aggiuntive che i modelli pianometrici presentano ma gi allinterno dellottica della metodologia stessa delleconomia dellequilibrio e del benessere. Quegli aspetti critici non solo sono irrilevanti in confronto alle tesi essenziali che abbiamo visto nel testo, ma tra laltro si possono leggere in qualunque manuale sul tema, come ad esempio The Economic Theory of Central Planning (Capitolo II), di John Bennet, gi citato. Anche il lavoro di D. F. Bergun Economic Planning and the Science of Economics, American Economic Review, giugno 1941 piuttosto interessante.

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della nostra scienza.52 Il fatto che largomentazione a favore delleconomia di mercato e contro il socialismo, cos come stata sviluppata da Mises e Hayek, unargomentazione totalmente diversa da quella della giustificazione dellimpresa privata che danno gli economisti matematici della teoria del benessere, e che si basa sul fatto che la nozione di concorrenza perfetta rappresenta lideale paretiano di efficienza. Largomento che stiamo sviluppando in questo libro non , basicamente, che la concorrenza offra una combinazione ottima di risorse, ma che un processo dinamico mosso da esseri umani in carne e ossa che tende a saldare e a coordinare la societ. Largomento essenziale non che il sistema di concorrenza perfetta sia migliore del sistema di monopolio, ma che i mercati e lazione umana non costretta favoriscono un processo di coordinazione. Pertanto, largomento che stiamo difendendo di fatto radicalmente diverso dallargomento standard della teoria dei libri di testo di microeconomia che, per tutti i motivi che abbiamo riportato, riteniamo basicamente irrilevante ed erroneo, sia che si consideri come unanalisi positiva delleconomia reale o come unanalisi normativa di come questa dovrebbe funzionare. La prova pi evidente del carattere erroneo della teoria del benessere si fonda sul fatto che, paradossalmente, ha portato a pensare che mediante i suoi modelli e metodi si potrebbe risolvere il meccanismo di assegnazione delle risorse in uneconomia pianificata in cui non esiste mercato. La teoria economica dellequilibrio e del benessere, essendo nata allinizio come una teoria descrittiva e positiva del funzionamento del mercato, ha finito per essere utilizzata per proporre, attraverso lapplicazione dei suoi metodi e modelli matematici, un sistema di calcolo economico in cui si elimina alla radice il funzionamento del mercato e la sua essenza pi intima: la funzione imprenditoriale.53

Seguendo le parole dello stesso Mises: The mathematical economist, blinded by the prepossesion that economics must be constructed according to the pattern of Newtonian mechanics and is open to treatment by mathematical methods, misconstrues entirely the subject matter of his investigations. He no longer deals with human action but with a soulless mechanism misteriously actuated by forces not open to further analysis. In the imaginary construction of the evenly rotating economy there is, of course, no room for entrepreneurial function. Thus the mathematical economist eliminates the entrepreneur from his thought. He has no need for this mover and shaker whose never ceasing intervention prevents the imaginary system from reaching the state of perfect equilibrium and static conditions. He hates the entrepreneur as a disturbing element. The prices of the factors of production, as the mathematical economist sees it, are determined by the intersection of two curves, not by human action. Human Action, op. cit., p. 702. 53 Forse il primo teorico dellequilibrio che si rese conto del carattere radicalmente diverso della tesi proposta da Mises e Hayek a favore del mercato sia stato Richard R. Nelson nel suo articolo Assessing Private Enterprise: An Exegesis of Tangled Doctrine, pubblicato nel Bell Journal of Economics, n. 12, 1, primavera del 1981. Sono daccordo con laffermazione di Nelson secondo cui la teoria economica ortodossa del benessere sia priva di importanza, anche se non condivido la sua idea che le teorie di Hayek in particolare, e della Scuola Austriaca in generale, pur importanti, si trovino in uno stadio di sviluppo ancora piuttosto rudimentale. Tale affermazione pu essere vera solamente se, da un lato, si considera sviluppato tutto ci che stato costruito con un alto livello di formalismo, anche se falso e irrilevante, e se, daltro canto, si ignorano i fondamentali contributi che la Scuola Austriaca ha portato a tutte le aree della scienza economica. Come abbiamo gi visto alla fine della nota 2, anche Mark Blaug ha finito per comprendere perfettamente le differenze essenziali tra il paradigma austriaco e quello neoclassico, cos come la totale irrilevanza di questultimo.

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CAPITOLO VI OSKAR LANGE E LA SOLUZIONE COMPETITIVA

In questo capitolo e nel successivo analizzeremo le diverse versioni elaborate dagli analisti socialisti della cosiddetta soluzione competitiva al problema che pone il calcolo economico. A questo scopo, dedicheremo questo capitolo prima di tutto a introdurre una serie di considerazioni che collochino nel contesto dovuto le implicazioni pi significative di questa nuova proposta, analizzandone anche gli aspetti storici pi importanti. In secondo luogo, il resto del capitolo include uno studio dettagliato della soluzione sviluppata su questa linea da Oskar Lange. Bench, a volte, la nostra analisi di Lange possa sembrare eccessivamente ampia e minuziosa, sono tali gli errori di interpretazione del contributo di questo autore-peraltro il pi conosciuto e citato tra quelli realizzati dai teorici socialisti- che risulta inevitabile portare a termine uno studio sufficientemente dettagliato e profondo dello stesso. La nostra analisi della soluzione competitiva sar completata nel capitolo successivo, dedicato, tra gli altri aspetti, agli apporti di Dickinson, Durbin e Lerner.

1. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE Una caratteristica comune delle diverse versioni della cosiddetta soluzione competitiva che, in misura maggiore o minore, pretendano sempre introdurre una specie di quasi mercato (nella terminologia di Mises), nel quale i diversi agenti economici abbiano un comportamento il pi simile possibile a quello che hanno nel sistema capitalista. Vedremo, analizzando in dettaglio i diversi apporti, come questi, in generale, siano caratterizzati dalla loro natura ambigua e contraddittoria e, nella misura in cui i sistemi proposti pretendono di continuare ad essere socialisti, limitando sistematicamente il libero esercizio della funzione imprenditoriale, lascino senza risposta il problema inizialmente posto da Mises e Hayek, relativo allimpossibilit del calcolo economico laddove non si generi e non si crei linformazione necessaria per effettuarlo. Potremo ugualmente constatare che esistono due grandi classi di soluzioni competitive. La prima si concepisce come una semplice soluzione sussidiaria per rendere possibile, nella pratica, il calcolo algebrico dei prezzi di equilibrio che proponeva la soluzione matematica analizzata nel capitolo precedente. La seconda si concepisce come una
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soluzione completamente autonoma nella quale si cercherebbe di ottenere il migliore dei mondi, il socialismo e il capitalismo, dando luogo a un socialismo di mercato che, nella sua forma pi decaffeinata sarebbe difficile da distinguere dal socialismo democratico o socialdemocrazia e che, nella sua versione pi originale si prefigge di ottenere n pi n meno che la quadratura del cerchio per ci che riguarda la soluzione di tutti i problemi sociali. In ogni caso, e in questo momento, non possiamo fare a meno di mettere in risalto fino a che punto la generalizzazione delle proposte di soluzione competitiva da parte dei teorici socialisti supponga un chiarissimo riconoscimento implicito della ragione che era dalla parte di Mises nel suo apporto originale, pubblicato nel 1920, sullimpossibilit del calcolo economico nelle economie socialiste. O, se si preferisce, che lattacco della Scuola Austriaca da parte di Mises e Hayek contro il socialismo stato cos devastante che, in pratica, i teorici socialisti non hanno potuto far altro che rifugiarsi in una seconda debole linea di difesa, costruita proprio basandosi sugli elementi essenziali di quel sistema economico che tanto odiavano e volevano distruggere. Cos Fritz Machlup ha messo in evidenza che il successo di Mises stato, di fatto, cos completo che oggi, nella professione economica, gi nessuno dubita dellimpossibilit teorica e pratica della pianificazione senza che esista un sistema di prezzi di tipo decentralizzato, bench tuttavia la maggior parte dei teorici non solo continua ad essere, come minimo, inspiegabilmente meschina allora di riconoscere il merito di Mises, ma continua anche a non capire pienamente e a non dare risposta agli elementi essenziali della sfida da lui posta, e che altro non che laver dimostrato teoricamente come in un sistema in cui non esiste la propriet privata dei mezzi di produzione e libert nellesercizio della funzione imprenditoriale non possibile che si crei e generi linformazione pratica, dispersa e soggettiva che imprescindibile per coordinare la societ.1

Si veda, a tal proposito, Fritz Machlup, The Economics of Information and Human Capital, volume III di Knowledge. Its Creation,Distribution and Economic Significance, op. cit., p. 191: At the present juncture of the discussion, writers on the theory or practice of central economic planning no longer doubt that a price mechanism is an indispensable tool of the planners task. The Mises challenge has definitely prevailed on this point, as it has also on a second: decentralized procedures are manifestly accepted by the present protagonists of planning. E alla p. 190 leggiamo: these discussions did not address the essence of the Mises challenge. The issue is not whether calculations are possible and practicable with all available data but whether the relevant data could become available to the central planning agency. The Mises challenge was that the information necessary for rational central planning could not be obtained and that market prices of privately owned means of production as well as products are required for a rational allocation of resources.
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Pertanto non c da meravigliarsi che nemmeno i membri principali della Scuola Austriaca che parteciparono al dibattito abbiano omesso di segnalare quanto fosse significativo che i suoi oppositori socialisti abbandonassero la loro idea tradizionale in favore della pianificazione centrale diretta da un organismo governativo come unica forma razionale di organizzare la societ e, girando di 180 gradi, cominciassero a raccomandare, con maggiore o minore intensit, la reintroduzione della competizione.2 Cos, per Mises,3 la rapidit nel trionfo della dimostrazione che non possibile il calcolo economico in un regime socialista non ha precedenti nella storia del pensiero economico, di modo che i socialisti non hanno potuto fare a meno di ammettere la loro sconfitta finale e hanno smesso di proclamare la tradizionale dottrina marxista che il socialismo era superiore al capitalismo precisamente perch permetteva di eliminare il mercato, i prezzi e la concorrenza; al contrario ora, con comica insistenza, vogliono giustificare il socialismo argomentando che permette di mantenere il mercato e per di pi cercano di dimostrare

Trygve J.B. Hoff, Economic Calculation in the Socialist Society ,op. cit., p. 238. Hoff arriva ad affermare che alcune delle proposte della cosiddetta soluzione competitiva si situerebbero addirittura fuori dalla definizione stretta di socialismo e, pertanto, non dovrebbero ricevere nemmeno una risposta. Per noi laffermazione di Hoff non corretta nella misura in cui la nostra definizione di socialismo (ogni sistema di aggressione istituzionale al libero esercizio della funzione imprenditoriale) molto ampia oltre che precisa e, pertanto, permette di applicare la critica al sistema socialista, sempre che ci sia, a qualche livello, tale tipo di aggressione in qualsiasi area, per piccola che sia, della vita sociale. 3 It is therefore nothing short of a full acknowledgement of the correctness and irrefutability of the economists analysis and devastating critique of the socialists plans that the intellectual leaders of socialism are now busy designing schemes for a socialist system in which the market, market prices for the factors of production, and catallactic competition are to be preserved. The overwhelming rapid triumph of the demonstration that no economic calculation is possible under a socialist system is without precedent indeed in the history of human thought. The socialism cannot help admitting their crushing final defeat. They no longer claim that socialism is matchlessly superior to capitalism because it brushes away market, market prices and competition. On the contrary. They are now eager to justify socialism by pointing out that it is possible to preserve these institutions even under socialism. They are drafting outlines for a socialism in which there are prices and competition. Ludwig von Mises, Human Action, op. cit., p. 706. Incidentalmente, se questa affermazione di Mises, come molte altre sue, poteva sembrere esagerata quando fu scritta nel 1949, divenuta profetica, e i fatti, 40 anni dopo, gli hanno dato pienamente ragione, come ha recentemente riconosciuto il noto alunno socialista di Oskar Lange, Robert Heilbroner, per il quale: Less than 75 years after it officially began, the contest between capitalism and socialism is over: Capitalism has won. The Soviet Union, China and Eastern Europe have given us the clearest possible proof that capitalism organizes the material affairs of humankind more satisfactorily than socialism Indeed, it is difficult to observe the changes taking place in the world today and not conclude that the nose of the capitalist camel has been pushed so far under the socialist tent that the great question now seems how rapid will be the transformation of socialism into capitalism, and not the other way round, as things looked only half a century ago. The Newyorker, 23 gennaio 1989. Si veda anche il recente articolo di Heilbroner Analysis and Vision in the History of Modern Economic Thought, Journal of Economic Literature, volumeXXVIII, settembre 1990, pp. 1097-1114, e specialmente le pp. 1097 e 1110-1111. Heilbroner conclude che Socialism has been a great tragedy in this century e che Mises was Right. Si veda anche lintervista che Mark Skousen fece a Robert Heilbronen l8 aprile 1991, pubblicata in Liberty, volume 4 , n.6, luglio 1991, pp. 45-50 e 63 (una versione ridotta di questa interessantissima intervista era stata precedentemente pubblicata da Forbes, il 27 maggio1991).
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che mercato e capitalismo sono categorie storiche diverse che non devono necessariamente implicarsi a vicenda.4 Nemmeno Hayek da parte sua e nel suo abituale tono cavalleresco, ha potuto evitare singoli commenti sarcastici, sia nel suo articolo, riassumendo lo stato del dibattito apparso nel 1935,5 cos come nel suo lavoro del 1940 dedicato espressamente a criticare la soluzione competitiva.6 Hayek menziona fino a che punto sia significativo il fatto che i giovani socialisti che hanno studiato i problemi economici posti dal socialismo con pi impegno e seriet, abbiano abbandonato lidea che uneconomia di pianificazione centrale potrebbe funzionare, tendendo invece ad argomentare che la concorrenza si potrebbe mantenere anche se fosse abolita la propriet privata dei mezzi di produzione. Si abbandona cos la tradizionale idea marxista secondo la quale la pianificazione non solo lestremo opposto della concorrenza, ma anche che ha come obiettivo principale quello di eliminarla, rendendo di fatto possibile il compimento del vero ideale socialista.

Gli sforzi tragicomici dei teorici del socialismo di mercato per convincere da un lato i propri compagni di viaggio socialisti e dallaltro il pubblico in generale che il mercato unistituzione che non ha nulla a che vedere con il capitalismo e che pu essere ugualmente utilizzato con carattere strumentale e con successo dal socialismo si possono far risalire agli scritti di Oskar Lange. In effetti questo autore giunto ad affermare che il mercato una rather old institution, an institution that is so characteristic of capitalism that it is frequently confused with capitalism but which actually is historically much older than capitalism; e anche che prices and money are not only characteristic of modern capitalism, but are an institution that has to be preserved in the socialist society (The Economic Operation of a Socialist Society: I & II, Contributions to Political Economy, n.6, 1987, pp. 7 e 13). Questa stessa idea ripetuta con insistenza martellante dai moderni socialisti di mercato. Cos, per esempio, nel libro di Julian Legrand e Saul String (editori) intitolato Market Socialism, The Clarendon Press, Oxford 1989. Nella sua brillante analisi critica del socialismo di mercato intitolata Market Socialism:a Scrutiny. This Square Circle (Institute of Economic Affairs, Occasional Paper 84, Londra 1990), Anthony de Jasay ironicamente descrive la posizione dei socialisti di mercato su questo punto in questo modo: Apologists for capitalism usurp the market, appropriating it as if the market an efficient institution depended for its functioning on capitalism repugnant and alienating system. However, the suggestion that market and capitalism go together is but a sleight of hand. Traditional socialists fall for this trick, and think they dislike and mistrust market when in fact it is capitalism they reject. This is a confusion, failure to see that the market can be trained to serve socialist goals just as it now serves capitalist ones. Indeed, though the authors do not say so, they tacitly treat the market as a neutral tool in the hands of its political master who can use it in fashioning the kind of society he wants. 5 So many of the younger socialists who have seriously studied the economic problems involved in socialism have abandoned the belief in a centrally planned economic system and pinned their faith on the hope that competition may be maintained even if private property is abolished. F.A.Hayek, The Present State of the Debate, in Collectivist Economic Planning, op. cit., p. 238. 6 The first and most general point can be dealt with fairly briefly, although it is not unimportant if one wants to see these new proposals in their proper light. It is merely a reminder of how much of the original claim for the superiority of planning over competition is abandoned if the planned society is now to rely for the direction of its industries to a large extent on competition. Until quite recently, at least, planning and competition used to be regarded as opposites, and this is unquestionably still true of nearly all planners except a few economists among them, F.A. Hayek, Socialist Calculation III: The Competitive Solution, in Individualism and Economic Order, op. cit., p. 186.
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2. ANTECEDENTI STORICI DELLA SOLUZIONE COMPETITIVA Prima degli apporti depurati che dobbiamo a Lange ,Dickinson, Durbine e Lerner sulla soluzione competitiva, la stessa si veniva sviluppando, anche se in forma goffa e incompleta, sia in lingua tedesca che in lingua inglese. In lingua tedesca i primi sviluppi teorici in questo campo nascono a partire dagli anni 20, come reazione contro larticolo seminale di Mises, basicamente per mano di Eduard Heimann e Karl Polanyi. Il loro comune denominatore quello di difendere una soluzione che si basi sullesistenza di un certo grado di concorrenza tra una serie di monopoli, o trusts, che, sotto il controllo sindacale o del governo, possano costituire la colonna vertebrale dellorganizzazione economica del socialismo. In lingua inglese e con leccezione di alcune brevi osservazioni di Ropper sullargomento, esistono, allinizio, pochissimi lavori scritti sulla soluzione competitiva, e il fatto che questa sia stata trattata e criticata anticipatamente da Mises e Hayek, anteriormente allapparizione dei lavori depurati di Lange, Dickinson, Durbin e Lerner, evidenzia il fatto che la stessa si stava formando piuttosto per una tradizione orale di seminario, sviluppata secondo come si sviluppavano le conseguenze della polemica, il che spiega, inoltre, che gran parte delle idee che furono poi raccolte da questi autori erano gi nellaria nellambiente accademico da vari anni.

Gli apporti di Eduard Heimann e Karl Polanyi Tornando agli antecedenti in lingua tedesca, uno dei primi quello che dobbiamo a Eduard Heimann ed compreso nel suo lavoro intitolato Plusvalenza ed economia collettiva:contributi critici e positivi alla teoria del socialismo, che apparve nel 1922.7 Heimann capisce limportanza essenziale che hanno i prezzi e il mercato, ma, ci nonostante, desidera stabilire a tutti i costi un sistema socialista. Cerca di risolvere questo evidente problema proponendo ci che lui definisce una concorrenza pacifica e amichevole (freundlichen Wettbewerb). Questa concorrenza sarebbe quella che si effettuerebbe in modo ordinato e controllato tra i gestori delle diverse organizzazioni imprenditoriali e settoriali in cui, secondo lui, si dovrebbe dividere il sistema economico. In ogni caso Heimann, socialista di radici cristiane, continua a manifestare seri dubbi sul fatto che la concorrenza e il socialismo siano, in ultima analisi, compatibili. Inoltre la sua onest

Eduard Heimann, Meherwert und Gemein Wirtschaft: Kritische und Positive Beitrge zur Theorie des Sozialismus, pubblicato da Robert Englemann a Berlino, nellanno 1922.
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scientifica fuori dubbio, dato che ammette in modo esplicito i grandi vantaggi della concorrenza capitalista e, daltro canto, fu uno dei primi teorici che, poco dopo lo stesso Mises, riconobbe il grande problema di calcolo economico che dovrebbe affliggere tutto il sistema socialista. Nonostante questo, Heimann sostiene che basterebbe che i gestori dei diversi monopoli settoriali avessero scopi, ideali e interessi distinti, perch il risultato della loro attivit fosse altrettanto competitivo di quello che si produce costantemente in una reale economia di mercato. In questo modo crede che non sorgerebbero problemi di calcolo economico e che si manterrebbero la maggior parte dei vantaggi del sistema competitivo, anche se non esistesse la propriet privata dei mezzi di produzione e la distribuzione del reddito fosse egualitario. Inoltre Heimann propone labolizione delle rendite, degli interessi e dei dividendi, che finirebbero direttamente allorgano centrale di coercizione. Infine i gestori di monopoli settoriali riceverebbero listruzione di fissare i loro prezzi al livello dei costi incontrati, senza poter far uso, in nessun caso, del potere monopolista che potesse essere loro concesso nella loro situazione. Georg Halm ha sostenuto8 in una critica dettagliata alle proposte di Heimann, che la concorrenza tra i gestori dei monopoli settoriali sarebbe solo una concorrenza tra virgolette. Da un lato non si riesce a capire come i gestori dei monopoli settoriali potrebbero arrivare a conoscere i costi, non solo perch non si permette il libero esercizio della concorrenza n la funzione imprenditoriale allinterno di ciascun settore, ma anche perch le quote di ammortizzazione sono uno degli elementi essenziali al momento di determinare il costo, e il suo calcolo dipende dal tasso di interesse, la cui fissazione a livello centrale, non essendo il risultato di un processo competitivo, sarebbe completamente arbitraria. Heimann, inoltre, non comprende che lessenza del

funzionamento del mercato lesercizio della funzione imprenditoriale, che la unica che permette di scoprire e creare costantemente linformazione pratica necessaria in ogni contesto per portare a termine il calcolo economico. Per il fatto di impedire lesercizio dellimprenditorialit in vastissime aree della vita economica, una tale produzione di informazione non possibile nel modello proposto da Heimann, per cui il problema del calcolo economico rimane senza soluzione. In effetti non si capisce come i gestori dei diversi monopoli potrebbero agire imprenditorialmente, non solo perch non possono

La critica di Halm alla proposta di Eduard Heimann si trova alle pp. 189 a 200 del libro Collectivist Economic Planniang gi citato e che riprende lepigrafe 25 dellarticolo di Georg Halm ivi incluso e che si intitola Further Considerations on the Possibility of Adequate Calculation in a Socialist Community. Questo articolo fu incorporato da Hayek nel volume citato con il desiderio che Georg Halm riassumesse lo stato della questione cos come era stata dibattuta nel mondo accademico tedesco fino al 1935.
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utilizzare i corrispondenti benefici imprenditoriali (che, eliminati per definizione, non agirebbero come incentivo imprenditoriale per scoprire e creare linformazione necessaria per portare a termine il calcolo economico), ma anche perch non avrebbero neanche la possibilit di promuovere limprenditorialit allinterno dei propri settori. Pi di una decada prima di Halm, lo stesso Mises aveva gi sottolineato9 lenorme vaghezza della proposta di Heimann, che si basa principalmente sul non chiarire quale sarebbe il tipo di relazione esistente tra i diversi gruppi industriali e lo stato o organismo centrale di pianificazione. Si tratta semplicemente di chiarire se i diversi settori monopolizzati dovrebbero agire come veri proprietari dei rispettivi mezzi di produzione, nel qual caso ci troveremmo di fronte a un sistema di tipo sindacalista simile a quello che si provato in Yugoslavia e con tutti i risultati perversi e di mancanza di coordinazione che le sono propri; o se, al contrario, i corrispondenti organismi gremiali sarebbero semplicemente di tipo gestionale, mentre la responsabilit ultima della coordinazione economica globale ricadrebbe in un centro statale di pianificazione, nel qual caso i problemi tipici del calcolo economico resi espliciti da Mises si presenterebbero prepotentemente. Riassumendo, teoricamente non si pu concepire una concorrenza controllata e pacifica diversa dalla concorrenza liberale: la concorrenza o esiste o non esiste, a seconda che lesercizio della funzione imprenditoriale sia libera o no (sempre sottomesso, come abbiamo visto nel capitolo II, ai tradizionali principi del diritto privato), e le proposte di Heimann avrebbero senso solo in un irreale mondo statico, nel quale non si producessero cambiamenti e tutta linformazione necessaria per portare a termine il calcolo economico fosse gi disponibile con carattere previo. Infine, e questa argomentazione critica di Mises di grande trascendenza ed stata clamorosamente ignorata in forma sistematica dai successivi teorici del socialismo di mercato, assurdo pensare che, cos come propone Heimann, i prezzi si possano stabilire in funzione dei costi. Tale proposta, daccordo con Heimann, manca di senso non solo perch i costi sono totalmente soggettivi e possono essere giudicati solo in modo imprenditoriale e in forma tacita nel contesto di ciascuna azione concreta (costituendo, pertanto, uninformazione non trasmissibile oggettivamente allorgano di pianificazione, n generabile direttamente dallorgano stesso), ma anche perch, per di pi, i costi monetari che si tengono in conto nel calcolo economico personale non sono altro che stime di prezzi di fattori di produzione,

La critica di Mises a Heimann si trova inizialmente raccolta nel suo articolo intitolato Neue Beitrge zum Problem der Sozialistischen Wirtschaftsrechnung pubblicato nel 1924 nel numero 51 di Archiv fr Sozialwissenschaft und <sozialpolitik, pp. 488-500. Questo articolo, che abbiamo gi citato, riprodotto e ampliato nellAppendice dellopera di Mises Socialism ,pp .475-478.
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per cui, ogni volta che ci si propone di ricorrere ai costi per fissare i prezzi, si sta cadendo in un inevitabile ragionamento circolare che lascia il problema del calcolo economico senza soluzione. Karl Polianyi,10 nel suo articolo sul calcolo economico socialista pubblicato nel 1922,11 dopo aver affermato esplicitamente che il calcolo economico impossibile in un sistema di pianificazione centrale, ha anche fatto una proposta nebulosa di socialismo gremiale in cui, da un lato, la propriet dei mezzi di produzione si assegnerebbe a un organismo centrale di pianificazione, mentre il diritto di disporre dei beni e servizi di produzione e consumo si assegnerebbe alle associazioni gremiali di produzione corrispondenti. Si tratta, pertanto, di una soluzione ambigua simile a quella di Heimann e in cui non si conosce nemmeno chi, in ultima analisi, disporrebbe della facolt di decisione definitiva: lorgano centrale di coazione o le associazioni gremiali. Se lorgano centrale di pianificazione lultimo potere decisionale, ci troviamo nuovamente di fronte al problema di trovarsi con la conoscenza dispersa, che rende impossibile il calcolo economico nei sistemi centralizzati; se, al contrario, sono le associazioni professionali di tipo sindacalista quelle che in ultima analisi esercitano sistematicamente coazione sui loro membri e prendono le decisioni, ci troviamo di fronte a un socialismo sindacale carente di ogni capacit di coordinamento.12

Non si deve confondere Karl Polianyi (1886-1964) con suo fratello Michael Polianyi che, come abbiamo gi visto, stato uno dei principali creatori della teoria che la conoscenza tacita e dispersa rende impossibile il calcolo economico in ogni sistema in cui non esista libert nellesercizio dellazione umana o funzione imprenditoriale. Sembra paradossale lopposizione teorica tra i due fratelli, tanto attraente come quella esistente, per esempio, tra Ludwig von Mises e suo fratello Richard, che svilupp un concetto positivista della probabilit e difese lapplicazione della matamatica e della statistica nel campo della ricerca delle scienze sociali, cosa che Ludwig von Mises ha sempre esplicitamente ripudiato. Lopposizione teorica non ha mancato di influenzare larea delle relazioni personali tra entrambi i fratelli (Polianyi e Mises) che ebbero sempre fra loro un rapporto freddo e distante. 11 Lapporto di Karl Polianyi si trova nel suo articolo Sozialistische Rechnungslegung, pubblicato nel 1922, nel n. 49 dellArchiv fr Sozialwissenschaft und Sozialpolitik, pp. 377-420. Posteriormente Karl Polianyi cerc di rispondere alle critiche ricevute, soprattutto da Mises e Felix Weil in un altro articolo, pubblicato nella stessa rivista nel 1924, n. 52 pp. 218-228, con il titolo Die Funktionelle Theorie der Gesellshaft und das Problem der Sozialistischen Rechnungslegung (Eine Erwiderung an Prof. Mises und Dr. Felix Weil). 12 Le principali critiche alla proposta di Karl Polianyi le dobbiamo a Mises, e si trovano negli stessi luoghi in cui ha criticato gli apporti di Heimann (vedi nota n.9); le pagine specifiche in cui critica Polianyi nel libro Socialism sono le 473-475. Possiamo menzionare anche larticolo critico di Felix Weil intitolato Gildensocialistische Rechnungslegung. Kritische Bemerkungen zu Karl Polianyi Sozialistische Rechnungslegung; in diesem Archiv 49/2, s. 377ff, pubblicato nel 1924 nel n. 52 dell Archiv fr Sozialwissenachaft und Sozialpolitik, pp. 196-217. Hoff (Economic Calculation in the Socialist Society, p. 243) sottolinea come Felix Weil qualifichi la proposta di Karl Polianyi come qualcosa di impossibile e addirittura senza senso.
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La critica anticipata da Mises, Heyek e Robbins contro la soluzione competitiva. Passando ora al mondo scientifico di lingua inglese, prima degli apporti di Lange, Dickinson, Durbin e Lerner, a eccezione della breve trattazione fatta al rispetto da W.C. Ropper,13 poco ci che si era elaborato in lingua inglese scritta in relazione alla soluzione competitiva. Nonostante questo, come abbiamo indicato anteriormente, cera gi una dottrina relativamente sviluppata a livello accademico che permise che sia Mises sia Hayek facessero, con carattere previo, una serie di osservazioni critiche a questo tipo di proposte. Cronologicamente, le prime osservazioni che si sviluppano sulla soluzione competitiva in generale si devono a Mises e appaiono sotto unepigrafe dedicata al mercato artificiale nella sua opera su Il Socialismo (Die gemein wirtschaft) apparsa nel 1922 e ampliata e tradotta in inglese nel 1936. Secondo Mises, il mercato il punto focale del sistema capitalista e costituisce la sua pi intima essenza, di modo che solo nel capitalismo possibile che esso si sviluppi, e in nessun modo possibile imitare artificialmente il mercato e la concorrenza in un sistema socialista. Le ragioni che porta Mises per dare fondamento a questa affermazione sono in pieno accordo con le spiegazioni che abbiamo dato nel Capitolo II di questo libro sul carattere coordinativo della funzione imprenditoriale, e dimostrano che Mises, tra il suo articolo iniziale del 1920 e lelaborazione del suo libro sul socialismo del 1922 (corretto e ampliato in occasione della sua versione inglese nel 1936), seppure mantenendo le stesse idee, era migliorato in modo molto significativo in quanto a espressione e articolazione verbale. In effetti, come abbiamo gi visto, Mises afferma esplicitamente che limpresario colui che crea linformazione pratica necessaria per portare a termine il calcolo economico. Per dirlo con le sue parole: It is the speculative capitalists (cio gli imprenditori) who create the data to which he has to adjust his business and which therefore gives direction to his trading operations.14 Ordunque, linformazione si crea, si scopre o si vede solamente se limpresario persegue un fine che agisce da incentivo ad apprendere detta informazione. Lincentivo , pertanto, il fine o il beneficio che si vuole ottenere con lazione, e se limpresario, non riconoscendosi il diritto di propriet, non pu raggiungere tale obiettivo, beneficio o fine, non generer neppure linformazione necessaria a rendere

Willet Crosby Ropper, The Problem of Socialist State, op. cit., pagine 60 e 62, nelle quali insiste sulla necessit di mantenere la concorrenza, e afferma esplicitamente che il grado di efficienza che ci si pu asprttare da un sistema socialista dipender dal grado in cui lo stesso riesca a simulare la concorrenza che normalmente si sviluppa in un regime capitalista. Si veda ugualmente la nota 30 del capitolo V. 14 Ludwig von Mises, Socialism, opera citata, p. 121 (edizione italiana: Socialismo, analisi economica e sociologica, Rusconi, Milano 1990). In italiano: Sono gli impresari coloro che creano linformazione alla quale ciascuno adegua i suoi affari e che, pertanto, orienta le sue attivit commerciali.
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possibile il calcolo economico e non si metter in moto tutto il processo coordinativo che tipico di uneconomia di mercato. Con parole di Mises: Without the striving of the enterpreneurs for profit the successful functioning of the whole mechanism is not to be thought ofThe motive force of the whole process which gives rise to market process for the factors of production is the ceaseless search on the part of the capitalists and the enterpreneurs to maximize their profits.15 Per questo non possibile separare il mercato e le sue funzioni tipiche per quel che riguarda la formazione dei prezzi e la capacit coordinativa degli atti individuali di coloro che vi partecipano, dallistituzione della propriet privata dei mezzi di produzione. Cio, nel momento in cui si elimina la propriet privata dei mezzi di produzione, diventa inutile dare istruzioni ai gestori delle imprese che si comportino come fossero impresari, dal momento che li si lascia alla cieca quando si toglie loro la possibilit di ottenere quelli che ritengono soggettivamente che potrebbero essere i loro benefici.16 Daltra parte, e daccordo con Mises, non serve a niente che un ipotetica banca statale subasti i suoi capitali tra quei gestori che offrono la possibilit di ottenere un maggiore tasso di beneficio. Such a state of affairs would simply mean that those managers who where less cautious and more optimistic would receive capital to enlarge their undertakings, while more cautious and more skeptical managers would go away empty-handed. Under capitalism, the capitalist decides to whom he will entrust his own capital.17 Il processo, quindi, non si basa sulloffrire il massimo tasso di beneficio, ma sullinformazione pratica che si genera in un mercato capitalista quando gli impresari agiscono in forma speculativa e come risultato della tensione psicologica che si produce fra loro stessi tra il loro desiderio di ottenere benefici e la loro stima soggettiva riguardante la possibilit di andare incontro a perdite. Linformazione pratica che maneggia un gestore che non si trovi nelle stesse condizioni di un impresario in un libero mercato non sar mai uguale a quella di questultimo, e per questo, in ultima analisi, in un sistema socialista, la decisione finale di tipo imprenditoriale la prender lorgano centrale di pianificazione

Ludwig von Mises, Socialism, p. 119: Non si pu concepire il funzionamento di tutto il meccanismo senza la ricerca impresariale del beneficio poich la motivazione di tutto il processo che d luogo ai prezzi di mercato per i fattori di produzione si basa sulla ricerca senza fine del massimo beneficio da parte dei capitalisti e degli impresari. 16 If the prospect of profit disappears the mechanism of market loses its mainspring, for it is only this prospect which sets in motion and maintains it in operation. Mises, Socialism, p.119. 17 Ludwig von Mises, Socialism, p. 121. Una traduzione in italiano di questa citazione potrebbe essere la seguente: Una tale situazione significherebbe semplicemente che quei gestori che fossero meno cauti e pi ottimisti riceverebbero capitali per ampliare le loro imprese, mentre i gestori pi cauti e scettici rimarrebbero a mani vuote. Al contrario,nel sistema capitalista il capitalista che decide a chi e in quali circostanze affidare il proprio capitale.
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incaricato di decidere a chi si daranno i corrispondenti fondi o capitali; organo centrale che, come gi sappiamo, non potr mai accedere allinformazione pratica necessaria per non agire arbitrariamente. Cos conclude Mises the alternative is still either socialism or a market economy, che per non si pu concepire come via intermedia la possibile esistenza di un socialismo di mercato.18 Hayek, da parte sua, nelle ultime cinque epigrafi (che si dilungano per 25 pagine) del suo articolo che riassume Lo stato del dibattito apparso nel 1935, e sotto la denominazione di pseudoconcorrenza, si occup di criticare sia i modelli che erano stati sviluppati nella letteratura tedesca, e che abbiamo esposto dettagliatamente parlando di Heimann e Polianyi, sia le altre proposte di socialismo di mercato che si venivano elaborando in forma verbale nei circoli economici di Londra dalla pi giovane generazione di economisti socialisti (e che fino a quella data del 1935 non si erano ancora espressi in forma scritta). Per quello che si riferisce al modello di tradizione tedesca di concorrenza tra monopoli settoriali, ciascuno dei quali dovrebbe comportarsi seguendo , in generale, la regola di uguagliare i prezzi ai costi e, in particolare, quella di produrre quel volume in cui i prezzi e i costi marginali coincidessero, Hayek ripete e amplia pi dettagliatamente gli argomenti che abbiamo gi presentato contro le proposte di Heimann e Polianyi, e che inizialmente furono esposti da Mises, Halm e Weil. Da un lato,Hayek indica che se non si permette la concorrenza intrasettoriale si rende impossibile, allinterno di ciascun settore, la nascita dellinformazione su prezzi e costi che necessaria per il calcolo economico. Dallaltro lato, critica la proposta che i costi vengano utilizzati come guida per fissare i prezzi o determinare un certo volume di produzione. Questo cos non solo perch, come gi sappiamo, i costi sono qualcosa di soggettivo che si pu stabilire solo in un ambito di mercato in cui si possano stimare convenientemente tutte le possibili opportunit alle quali si rinuncia nellagire, ma anche perch i costi dipendono sempre dalle aspettative che si hanno sul futuro. Cio, con le parole di Hayek, the competitive or necessary cost cannot be known unless there is competition,19 e perci necessario che esista non solo vera concorrenza tra i diversi settori, ma anche, e soprattutto, concorrenza tra le diverse imprese a livello intrasettoriale. I costi, pertanto, non sono qualcosa che si possa conoscere in forma oggettiva da parte di un organo di pianificazione o dai gestori di alcuni

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Ludwig von Mises, Socialism,p.123: Lalternativa o il socialismo o leconomia di mercato. F.A.Hayek, The Present State of Debate, Collectivist Economic Planning, opera citata, p. 227: i costi non si possono conoscere se non esiste concorrenza.

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monopoli settoriali, ma sono valutazioni soggettive stimate in funzione della capacit imprenditoriale di ciascun agente economico che prende decisioni nel marcato. Inoltre, lutilizzazione del criterio del costo marginale implica, come ha gi evidenziato Mises, un ragionamento circolare che rende impossibile la sua applicazione. Non solo che i costi sono dopportunit e soggettivi, ma anche che i computi numerici che si tengono in conto sono precisamente i prezzi stimati dei fattori di produzione. Poi difficilmente si possono determinare i prezzi in funzione dei costi quando questi ultimi non sono altro che prezzi. Questo chiaro soprattutto se si riflette sul ruolo che gioca lammortizzazione del capitale come componente del costo. In effetti, il capitale non altro che il valore attuale di una serie futura di rendite o prezzi dei servizi di un bene di capitale che devono essere stimati con carattere previo per calcolare il valore, oggi, di detto bene e, per tanto, la sua quota di ammortizzazione come componente del costo. Poi impossibile determinare il prezzo in funzione del costo, dal momento che il suo

componente di ammortizzazione esige che si siano stimati previamante i prezzi futuri. Usando le parole dello stesso Hayek: Much of what is usually termed cost of production is not really a cost element that is given independently of the price of the product but a quasi-rent, or a depreciation quota which has to be allowed on the capitalized value of expected quasi-rents, and is therefore dependent on the prices which are expected to prevail.20 Daltra parte, Hayek mette in risalto la possibilit di stabilire in un modo che non sia puramente arbitrario quale sar il settore o lindustria monopolizzata che costituir lelemento di base del modello di sistema socialista che abbiamo commentato. Si dovranno incorporare in ogni settore tutte le industrie o tappe intermedie che diano luogo a un determinato bene o servizio finale di consumo? O, al contrario, si incorporeranno in ciascun settore tutte le industrie o imprese che producano lo stesso bene intermedio? O si dovr utilizzare un qualche sistema che sia una combinazione di questi due? Echiaro, inoltre, che dal momento che ogni servizio e bene finale di consumo ha un diverso significato soggettivo per ciascuna persona o organo decisionale, il concetto di settore o industria, sia qual sia il criterio seguito, sarebbe puramente arbitrario e, inoltre, tali settori non si potrebbero mantenere inalterati nel tempo, poich al modificarsi i beni e servizi

Una gran parte di ci che generalmente si denomina costo di produzione non un elemento del costo che sia dato indipendentemente dal prezzo del bene, ma una quasi-rendita o quota di deprezzamento di cui bisogna tener conto al momento di calcolare il valore della capitalizzazione delle quasi-rendite che ci si attendeva e che, pertanto, dipende dai prezzi che ci si attende che debbano prevalere in futuro. F.A. Hayek, The Present State of the Debate, Collectivist Economic Planning, op. cit., p.227.
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prodotti o le tecnologie o i beni di capitale utilizzati, a parit di criterio, le imprese da raggruppare in uno o nellaltro settore dovrebbero variare costantemente. Il concetto di industria o settore , pertanto, teoricamente assurdo: non si pu stabilire in modo univoco e oggettivo, e avrebbe senso solo in un mondo statico in cui linformazione fosse data e in cui non si producessero cambiamenti.21 Il secondo modello che Hayek analizza e critica quello in cui si vuole permettere la pseudoconcorrenza non solo a livello intersettoriale, ma anche a livello intrasettoriale, cio tra le diverse imprese di ciascun settore. In questo secondo modello, lorgano centrale di pianificazione appare come una specie di superbanca che si appropria dei benefici che si ottengano da tutte le imprese e settori, e si occupa di distribuire fra loro i corrispondenti fondi di investimento. I mezzi di produzione sono a titolo pubblico, ma si pretende che le diverse imprese si comportino in modo competitivo a livello individuale, cio cercando di ottenere benefici e di evitare perdite. Le osservazioni critiche che Hayek anticipa a questo secondo gruppo di proposte di socialismo competitivo, nelle quali si suppone che la concorrenza si estenda al massimo ambito compatibile con la propriet pubblica dei mezzi di produzione, e nelle quali lorgano centrale di pianificazione interviene solo al momento di tenersi i benefici e distribuire i corrispondenti fondi di investimento, se pure sono di un certo interesse, soprattutto perch si possono considerare anticipazioni della moderna teoria economica dei diritti di propriet e dell analisi della Scuola della Scelta Pubblica quanto al comportamento dei burocrati e funzionari,22 non includono, nonostante ci, gli argomenti teorici essenziali che erano gi stati proposti da Mises. In effetti Hayek stabilisce che, anche se si permette la concorrenza a tutti i livelli, se non esiste la propriet privata dei mezzi di produzione si dovr sviluppare o scoprire un qualche sistema alternativo per provare o verificare se i gestori corrispondenti stanno agendo o no in modo corretto. Hayek enumera e analizza una serie di possibili sistemi alternativi alla propriet privata dei mezzi di produzione che si

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F.A. Hayek, The Present State of the Debate, Collectivist Economic Planning, op. cit., p. 231. La connessione con la moderna Scuola della Scelta Pubbilica si manifesta nel seguente riferimento che Hayek fa al problema che pone la burocrazia: It will at best be a system of quasi-competition where the person really responsible will not be the entrepreneur but the official who approves his decision and where in consequence all the difficulties will arise in connection with freedom of iniciative and the assessment of responsibility which are usually associated with bureaucracy. Vedere F.A. Hayek, The present State of the Debate, Collectivist Economic Planning, p. 237. Qui si potranno reiterare tutti gli argomenti sviluppati pi recentemente dalla Scuola della Scelta Pubblica per ci che si riferisce allanalisi economica degli effetti perversi del comportamento politico e burocratico e che abbiamo gi citato in altro luogo (nota 26 del Capitolo III).

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potrebbero ideare.23 Da un lato, lesperienza passata di successi o fallimenti dei futuri responsabili non valida come criterio, dato che non interessa il passato ma il comportamento di fronte al futuro che terr il gestore corrispondente. Dallaltro lato, non nemmeno possibile discernere in modo oggettivo se un gestore sta agendo male perch apparentemente raccoglie perdite, se ci che sta facendo investire in modo adeguato e, dallottica di un lasso di tempo pi lungo, attende che quelle perdite si trasformino in abbondanti benefici. La stessa difficolt la porrebbe lo stabilire un sistema di bonus o incentivi monetari a favore dei gestori: la distribuzione di questi esige che si conosca previamente e in modo oggettivo e inequivocabile se il corso di unazione ha avuto successo o ha fallito, cosa che non possibile data la natura dispersa e non articolabile dellinformazione implicata nel processo cos come il carattere incerto che hanno tutti gli avvenimenti futuri. Inoltre, un sistema di bonus genererebbe solamente un comportamento eccessivamente ottimista e pazzo se non venisse compensato da bonus negativi nei casi in cui si ottenessero perdite o si commettessero errori. Nonostante ci, lo stabilire sanzioni monetarie o di altro tipo in funzione della gravit delle perdite registrate comporta, al contrario, il rischio di fare in modo che il comportamento imprenditoriale sia eccessivamente conservatore. E cos di seguito, concludendo Hayek che non esiste nessun sistema alternativo che permetta di riprodurre o simulare nel socialismo i comportamenti tipicamente competitivi a cui d luogo la propriet privata dei mezzi di produzione.24

Le diverse proposte di incentivi o sistema di monitorizzazione del successo dei gestori in una economia di mercato socialista che Hayek analizza costituiscono per lui un problema di grande intersse torico che in their pure form they raise the question of the rationale of private property in its most general and fundamental aspect. Vedere F.A.Hayek, The Present State of the Debate, Collectivist Economic Planning, p. 219. Sembra che, con questa affermazione, Hayek intraveda il programma di ricerca scientifica della moderna teoria economica dei diritti di propriet che, sebbene molto irrigidito nei vizi del paradigma neoclassico di informazione completa e dellequilibrio, attualmente sta raggiungendo un grado notevole di sviluppo. Nel prossimo capitolo completeremo la nostra analisi critica alle proposte di stabilire sistemi di bonus e incentivi per rendere possibile il regime socialista. 24 Vedere F.A.Hayek, The Present State of the Debate, Collectivist Economic Planning, p. 238. Comunque non possiamo essere daccordo con Hayek, e riteniamo che qui pecchi di eccesso di cavalleria verso i suoi oppositori, poich egli stesso afferma che nonostante sia illegitimate to say that these proposals are impossible in any absolute sense, it remains not the less true that these very serious obstacles to the achievement of the desired end exist and that there seems to be no way in which they can be overcome. Riteniamo, al contrario, per i motivi addotti nel testo, che sia impossibile che in assenza di propriet privata si possa risolvere il problema del calcolo economico in un sistema in cui si estenda al massimo la concorrenza, ma nel quale la propriet dei beni di produzione sia pubblica. Hayek, con questa affermazione, pu dare a intendere che non esiste unimpossibilit logica, e che il problema piuttosto un problema pratico di trovare degli incentivi adeguati che sostituiscano quelli che esistono nel mercato capitalista. Per il problema non quello di trovare gli incentivi sostitutivi adeguati, ma il fatto che teoricamente impossibile che, in assenza di propriet privata, si risolva il problema del calcolo economico, poich n i gestori generano la necessaria informazione, n lorgano centrale incaricato di distribuire i fondi corrispondenti dispone dellinformazione pratica necessaria per farlo in un modo che non sia completamente arbitrario.
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Ordunque, nessuna delle anteriori possibili soluzioni n le critiche corrispondenti toccano pienamente il cuore essenziale del problema, che non nasce solo dalla mancanza degli incentivi necessari perch il sistema funzioni cos come funzionano i processi di mercato in un sistema capitalista, ma consiste anche di un problema non sradicabile di conoscenza dispersa, cos come lo stiamo spiegando seguendo le linee maestre gi esposte da Mises. In effetti, se i beni di produzione sono di propriet pubblica e la comunit, attraverso lorgano centrale di coazione, si appropria dei corrispondenti benefici, dividendi e interessi, chiaro che, da un lato, nessun agente individuale pu appropriarsi di quegli stessi benefici, poich ci andrebbe contro il modello di socialismo che si propone e implicherebbe introdurre di nuovo la propriet privata dei mezzi di produzione e il sistema capitalista. Se ogni agente economico si vede per forza impossibilitato a ricercare ci che per lui il fine o il beneficio, non scoprir n vedr la grande quantit di informazione pratica rilevante che necessaria per il calcolo economico e il coordinamento dei processi sociali. Inoltre, anche se ingannando se stesso pensasse che la sua situazione identica a quella che avrebbe in una societ capitalista e credesse di vedere tale fine o beneficio (perch non gli importa che lo stesso, una volta ottenuto, sia consegnato alla comunit, o semplicemente per caso o per qualsiasi altro motivo), evidente che, per poter ricercare quel fine e cominciare il corso di azione corrispondente, dato che per definizione non dispone di risorse proprie, dovr andare a richiederle al corrispondente organo centrale di pianificazione che rappresenti la comunit. Pertanto, sar inevitabilmente il detto organo di pianificazione quello che, in ultima analisi, dovr prendere la decisione di fornire o no le risorse corrispondenti, pur mancando per questo, come gi sappiamo, dellinformazione pratica rilevante che si trova dispersa nella testa degli agenti economici e che ha un carattere essenzialmente soggettivo e tacito, per cui il detto organo statale tender inesorabilmente ad agire in modo arbitrario e privo di coordinamento. Cio, in assenza di propriet privata dei fattori di produzione (o, esprimendoci in altro modo, se uno non pu appropriarsi dei benefici frutto della propria creativit, costituire un capitale e trovare le risorse necessarie per nuove azioni) si produce una dislocazione forzata tra gli agenti individuali potenzialmente possessori della conoscenza dispersa (e diciamo potenzialmente perch a sua volta la conoscenza non si genera in modo creativo per il fatto che si impedisce lassunzione a livello particolare dei corrispondenti fini o benefici), e lorgano centrale di pianificazione che, per quanto possieda buonissime intenzioni, non potr mai disporre della conoscenza dispersa che potenzialmente genererebbero i cittadini e, pertanto, non avrebbero altra possibilit che
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quella di decidere in forma arbitraria e priva di coordinamento a chi fornire le risorse a sua disposizione. Infine, non possiamo sorvolare su fatto che un anno prima di Hayek, nel 1934, Lionel Robbins approfitt della sua opera su La Grande Depressione per fare dei brevi commenti critici alle proposte di socialismo competitivo. Per Robbins, non sufficiente che i gestori del sistema socialista cerchino di beffare la concorrenza, facendosi concorrenza gli uni con gli altri al momento di vendere e comperare i corrispettivi prodotti come se stessero svolgendo la loro attivit in un sistema capitalista. Robbins ritiene che in tali proposte si concepisca il sistema economico in modo semplicistico, come se fosse qualcosa di statico in cui i prezzi e il resto dellinformazione si generano ipso facto in modo oggettivo per la forza della domanda esercitata dai consumatori. Al contrario, Robbins insiste che, nel mondo reale, i gusti, la tecnologia, le risorse e, in generale, tutta la conoscenza si trovano in un processo di cambiamento continuo e che, pertanto, the entrepreneur must be at liberty to withdraw his capital altogether from one line of production, sell his plant and his stocks and go into other lines. He must be at liberty to break up the administrative unit.25 Riassumendo, necessario disporre della libert di vendere la propriet se si deve generare linformazione necessaria perch il mercato funzioni, e ci chiaramente incompatibile con la propriet pubblica dei mezzi di produzione e il controllo centralizzato del sistema economico che, in ultima analisi, essa implica. Vediamo, pertanto, come Robbins, insieme agli argomenti contro la soluzione di calcolo o puramente algebrica che abbiamo gi commentato precedentemente, faccia una serie di commenti sulla concorrenza artificiale che, bench brevi, non vanno del tutto fuori rotta.26 Terminiamo cos la nostra analisi delle critiche inizialmente anticipate da Mises, Hayek e Robbins contro la cosiddetta soluzione competitiva, e che si basano sul carattere disperso della conoscenza che rende impossibile il calcolo economico dove non c

Lionel Robbins, The Great Depression, Macmillan, Londra 1934, p. 154. La traduzione italiana di questa citazione potrebbe essere: Limprenditore deve essere libero di ritirare il suo capitale da qualsiasi linea di produzione, vendere le sue installazioni e le sue azioni e investire in altri progetti. Deve avere la libert di liquidare e dividere qualsiasi progetto di investimento. 26 Don Lavoie, Rivalry and Central Planning, opera citata (nota a pi pagina n. 10, p. 159) fa notare che, paradossicamente, Robbins in questa breve analisi sembra allontanarsi dalla propria concezione robbinsiana, in cui il soggetto economico un semplice massimizzatore. Bench sembri che Lavoie propenda per linterpretazione che Robbins, in pratica, fu molto pi austriaco di quanto facciano credere Kirzner e altri autori, io personalmente ritengo che linterpretazione dinamica e austriaca dei processi di mercato di Robbins stata, nella maggior parte dei casi, molto povera e confusa, non essendo egli capace di separare chiaramente una dallaltra interpretazione, e ancora meno di evitare che dalla lettura dei suoi lavori si deducesse quasi sempre la concezione statica.
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propriet privata dei mezzi di produzione. Di seguito, analizzeremo molto dettagliatamente la proposta di soluzione competitiva elaborata de Oskar Lange.

3. LAPPORTO DI OSKAR LANGE: CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE La ragione per cui studiamo dettagliatamente il contributo delleconomista polacco Oskar Lange si fonda, a parte limportanza di questo autore nella storia del dibattito sul calcolo economico socialista, sulla necessit di valutare la validit della versione pi

generalizzata dei libri di testo che circolano su di esso come fonte secondaria e che, nella maggioranza dei casi, fino ad ora davano per scontato che Oakar Lange aveva confutato in modo efficace la sfida teorica lanciata contro il socialismo da Mises e Hayek. Vediamo dunque come questa interpretazione che era divenuta un vero mito27 della scienza economica, non corrisponda alla realt; e, di fatto, i professionisti delleconomia, in modo sempre pi generalizzato, stanno cominciando a rendersi conto che il mito che Lange fu capace di ribattere a Mises manca completamente di fondamento. Nella vita scientifica di Oskar Ryszard Lange (1904-1965) si possono distinguere, per ci che si riferisce alla sua concezione del sistema socialista, quattro tappe ben differenziate. La prima tappa caratterizzata dalla sua difesa di un modello di socialismo enormemente influenzato da quello sviluppato dai marxsisti austriaci in generale e, in particolare, da Eduard Heimann e Karl Polanyi, che abbiamo gi avuto loccasione di analizzare. Nella seconda tappa, Lange sviluppa il suo modello classico, che ha radici profonde nella teoria neoclassica del benessere, nella soluzione della prova ed errore, e a introdurre meccanismi decentralizzati di concorrenza con la finalit di trovare le corrispondenti soluzioni di equilibrio. La terza una tappa di ambiguit in cui Lange, profondamente impressionato dalle critiche al suo sistema enunciate da F.A. Hayek, e che non riusc mai a contestare, raggiunge nelle sue proposte le maggiori quote di liberalismo, bench non sia mai giunto a renderle compatibili in modo esplicito e soddisfacente con il suo ideale socialista. La quarta e ultima tappa, che va dal suo ingresso nel partito comunista polacco fino alla sua morte, caratterizzato da una decisa marcia indietro rispetto alle sue anteriori proposte, nel senso che finisce per elogiare in

Lange concocted what could only be called the Mythology of the Socialist Calculation Debate, a mythology which, aided and abetted by Joseph Schumpeter, was accepted by virtually all economists of whatever ideological stripe. Murray N. Rothbard, The End of Socialism and the Calculation Debate Revisited, The Reviw of Austrian Economics, volume 5, n. 2, 1991, p. 53.
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modo esplicito la teoria e la pratica del sistema stalinista, e alla fine si arriva addirittura a ritrattare le sue soluzioni competitive (che non lo portavano se non ad un abbandono esplicito del sistema socialista), per finire proponendo un rigido sistema di pianificazione centrale di taglio stalinista in cui non crede, dato lenorme avanzamento e sviluppo dei sistemi informatici, che nessuna soluzione competitiva sia necessaria. Studieremo dettagliatamente ciascuna di queste tappe.

Il modello di Lange-Breit La prima proposta di Oskar Lange su come dovrebbe funzionare un sistema socialista fu scritta assieme a Marek Breit nel 1934, in un capitolo intitolato Il cammino verso uneconomia socialista pianificata, che fu incluso in unopera collettiva sullEconomia politica e tattica dellorganizzazione del socialismo, stampato a Varsavia quello stesso anno.28 Il modello di Lange-Breit del 1934 praticamente una copia del modello di monopoli settoriali competitivi che avevano tentato di sviluppare negli anni venti Heimann e Polianyi. In effetti, Lange e Breit concepiscono leconomia come un insieme di trusts settoriali dotati di una grande autonomia e in cui i rappresentanti sindacali dovrebbero avere una grande influenza riguardo alla loro gestione. I trusts, in ogni caso, sono coordinati da una banca centrale che, oltre a controllare e supervisionare il loro funzionamento, si occuperebbe di fornir loro le necessarie risorse finanziarie. Ognuno di questi monopoli settoriali riceverebbe lordine di tenere una contabilit rigorosa e di stabilire i prezzi in funzione dei costi di produzione. Com logico, tutta la propriet dei mezzi di produzione sarebbe pubblica e i corrispondenti benefici e dividendi dovrebbero per forza essere trasferiti alla banca centrale. Per Lange e Breit importante separare, per quanto possibile, le organizzazioni economiche dallautorit politica, e al fine di evitare che i settori corrispondenti finiscano per essere dei monopoli che sfruttano il consumatore, si dovrebbe stabilire per legge lobbligo di dar impiego a tutti quei lavoratori che chiedessero di essere impiegati in uno qualsiasi di essi. Come si vede, Le proposte di Lange e Breit, come abbiamo gi detto, praticamente coincidono con quelle sviluppate negli anni 20 da Heimann e Polianyi e, pertanto, si

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Oskar Lange e Marek Breit, Droga do Socjalistycznej Gospodarki Planowej (Il cammino verso uneconomia pianificata socialista) incluso nel libro Gospodarka-Polityka-Taktyca-Organizacja Socjalizmu (Economia politica e tattica dellorganizzazione socialista), pubblicato a Varsavia nellanno 1934. Esiste una seconda edizione di questo lavoro pubblicata nel 1973 nel volume I dei Dziela (Lavori) di Oskar Lange, edizioni Polski Wydawnictwo Economiczne, Varsavia 1973.

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possono applicare loro tutte le critiche che abbiamo studiato nei paragrafi precedenti e che, in sostanza, furono enunciate da Mises e Hayek. Anche se non ripeteremo qui tutta largomentazione contro questo tipo di modelli, evidente il loro carattere ingenuo e ambiguo, soprattutto perch non si tiene per niente in conto che la mancanza di unefficace concorrenza a livello intrasettoriale rende radicalmente impossibile il calcolo economico. Lo stesso succede con linsormontabile difficolt di definire in modo oggettivo che non sia puramente arbitrario i settori industriali di tipo monopolista. Inoltre, i gestori responsabili dei settori corrispondenti non disporrebbero della necessaria libert imprenditoriale per creare e scoprire linformazione che si richiede per il calcolo economico. Questo fatto particolarmente grave, perch fa s che lordine di produrre a prezzi che coprano i costi perda completamente virtualit, dato che questi mancano di entit oggettiva e, in ultima analisi, in se stessi non sono altro che prezzi che la regola stessa converte in una realt inafferrabile, poich la stessa implica cadere in un incolmabile ragionamento circolare (specialmente per limpossibilit di calcolare la componente dei costi che implicano le quote di ammortizzazione). Infine, lautorit della banca centrale responsabile di fornire i fondi alle imprese e ai settori, come conseguenza del problema insormontabile che pone il carattere disperso e soggettivo della conoscenza, mancher dellinformazione necessaria per svolgere il proprio compito di coordinamento in modo capace e che non sia puramente arbitrario. Riassumendo, n Lange n Breit tennero in conto n contestarono nessuna delle critiche che Mises aveva fatto pi di dieci anni prima ai modelli di monopoli competitivi di Heimann e Polianyi, cosa che rende evidente che, non avendo letto i lavori di Mises pubblicati dal 1920 al 1928, non erano coscienti dei problemi che poneva la loro proposta per offuscamento ideologico e mancanza della necessaria e attenta riflessione su di essa. Oppure, infine, che tacquero convenientemente le critiche misiane, che non menzionarono e lasciarono senza risposta, per ragioni di tipo ideologico o di convenienza politica.

4. OSKAR LANGE E IL SUO MODELLO CLASSICO DI SOCIALISMO DI MERCATO La seconda tappa nella vita scientifica di Lange, che, seguendo Tadeusz Kowalik,29 la denomineremo tappa del modello classico di socialismo di mercato, inizia con i suoi

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Si veda larticolo di Tadeusz Kowalik dedicato a Oskar Ryszard Lange, pubblicato nel volume III di The New Palgrave. A Dictionary of Economics, op. cit., p. 126.

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articoli pubblicati nellottobre del 1936 e nel febbraio del 1937 con il titolo di On the Economic Theory of Socialism, Part I & II (Sulla Teoria Economica Del Socialismo), e che furono ristampati insieme al lavoro di Fred M. Taylor sul socialismo nel libro pubblicato con lo stesso titolo e con una introduzione di Benjamin Lippincott nel 1938.30 Lange, dopo aver ottenuto una borsa di studio della Fondazione Rockfeller, studi nella London School of Economics, e anche a Chicago, Berkeley e, soprattutto, ad Harvard,dove frequent due anni accademici completi e fu molto influenzato da Schumpeter, con cui scambi molteplici punti di vista, avendo, inoltre, lopportunit di entrare in contatto e di lavorare con i fratelli Alan e Paul Sweezy, economisti socialisti, cos come con Wassily Leontief. Frutto di tutta questa atmosfera intellettuale fu il lavoro intitolato On tne Economic Theory of Socialism, con cui Lange si proponeva, da un lato, di formulare la sua convinzione che la teoria neoclassica dellequilibrio, in generale, e specialmente la cosiddetta economia del benessere, costituivano, senza dubbio, il miglior fondamento teorico del sistema socialista, e, dallaltro lato, e basandosi sullidea anteriore, confutare largomento di Mises sullimpossibilit teorica e pratica di portare a termine il calcolo economico razionale in un sistema socialista. Vediamo in che modo Lange ha sviluppato la sua argomentazione e se ha avuto successo o no nel confutare Mises.

Prezzi di mercato versus prezzi parametrici La grande illusione di Lange consisteva nel credere che era possibile simulare lo stato finale a cui tendono il processo di mercato e leconomia competitiva, ma senza che esista un mercato capitalista, cio propriet privata dei mezzi di produzione e libero esercizio della funzione imprenditoriale. Questa illusione si basava sul fatto di considerare che sarebbe possibile arrivare a una lista di prezzi parametrici che, non essendo stati determinati in un libero mercato, permettessero comunque il calcolo economico razionale incorporando linformazione rilevante e necessaria per lo stesso, rendendo cos possibile lagire in modo coordinato dei diversi agenti economici della societ. Vedremo come

La parte I di On the Economic Theory of Socialism viene pubblicato nellottobre del 1936 nel volume IV (1) della Review of Economic Studies, pp. 53-71. La parte II viene pubblicata nella stessa rivista, nel volume IV (2) corrispondente al febbraio del 1937, pp. 123-142. Entrambe sono comprese nelle pp. 55-143 del libro intitolato On the Economic Theory of Socialism edito e introdotto da Benjamin M. Lippincott, pubblicato da The University of Minnesota Press, Minneapolis 1938, e riedito nel 1964 da McGraw Hill a New York (pp. 55143). Esiste una dignitosa traduzione in spagnolo di cui sono autori Antonio Bosch Domnech y Alfredo Pastor Bodmer, pubblicata con il titolo di Sobre la Teora Econmica del Socialismo, ( Sulla Teoria Economica del Socialismo), per la casa editrice Ariel, Barcellona, in varie edizioni (noi utilizzeremo la 4. edizione del dicembre del 1973).
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lapporto di Lange si basi su un concetto sbagliato su come funzionano i processi di mercato (o meglio, su unassoluta ignoranza di tali processi, poich Lange centra la sua attenzione solo ed esclusivamente sul paradigma neoclassico dellequilibrio, sulla teoria economica del benessere e sul cosiddetto modello di concorrenza perfetta). Potremo ugualmente constatare come, attraverso il procedimento che egli propone, non si risolve in alcun modo il problema del coordinamento n del calcolo economico razionale di una economia socialista, cos come era stato scoperto ed esposto da Mises quindici anni prima. Per prezzi parametrici dobbiamo intendere i diversi termini o rapporti ai quali si presentano o si offrono i diversi beni e servizi, e che determinano un comportamento puramente passivo o di adattamento agli stessi da parte degli agenti economici. In effetti, per Oskar Lange, la funzione essenziale dei prezzi puramente parametrica e consiste nel fatto che ogni agente economico separately regards the actual prices as given data to which he ha sto adjust himself.31 I prezzi parametrici sono, pertanto, una specie di ratios o relazioni astratte di intercambio a cui, in principio, si pu arrivare con qualsiasi procedimento, sia o no arbitrario. I prezzi parametrici, daltra parte, permettono di portare a termine una contabilit, intesa nel suo senso puramente formale o strumentale pi semplice. Per, com logico, i prezzi parametrici, in se stessi, non garantiscono che si possa portare e termine un calcolo economico razionale, cio una funzione di coordinamento del comportamento dei diversi agenti economici. Questo sar possibile solo se i prezzi menzionati riescono a incorporare linformazione o la conoscenza necessarie perch la funzione di coordinamento e il calcolo economico si possano portare a termine. Largomento essenziale di Mises non aveva niente a che vedere con questo concetto parametrico dei prezzi, ma si basava sul concetto di prezzi di mercato, cio quelli determinati come risultato del libero esercizio della funzione imprenditoriale, e in assenza dei quali non si crea linformazione necessaria per coordinare il comportamento degli agenti economici e rendere razionale il calcolo economico degli stessi. Lange, al contrario, crede che il concetto di prezzo di mercato di Mises non sia necessario per il calcolo economico, e che per mezzo di prezzi semplicemente parametrici, non determinati in un

Oskar Lange, On the Economic Theory of Socialism, op. cit., 2. edizione, p. 70. Questa citazione la si trova tradotta a p 74 delledizione spagnola in questo modo. Cada unidad por separado considera los precios que rigen en el mercado como datos a los que ella misma tiene que ajustarse. (Ogni unit separatamente considera i prezzi che controllano il mercato come dati a cui la stessa deve adattarsi).
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mercato competitivo nel quale esista la propriet privata dei mezzi di produzione e il libero esercizio della funzione imprenditoriale, si potrebbe, nonostante tutto, calcolare in forma razionale; cio, utilizzando linformazione necessaria a questo scopo e coordinando convenientemente il comportamento dei diversi agenti. Analizziamo paragrafo per paragrafo come si sviluppa il ragionamento di Lange.

Il primo paragrafo di Lange In effetti, Oskar Lange comincia il suo ragionamento teorico contro Mises in questo modo: Professor Mises contention that a socialist economy cannot solve the problem of rational allocation of its resources is based on a confusion concerning the nature of prices. As Wicksteed has pointed out, the term price has two meanings. It may mean either price in the ordinary sense, i.e. the exchange ratio of two commodities on a market, or it may have the generalized meaning of terms on which alternatives are offered. Wicksteed says, Price, then, in the narrower sense of the money for which a material thing, a service, or a privilege can be obtained, is simply a special case of price in the wider sense of the terms on which alternatives are offered to us. (P. H. Wicksteed, The Common Sense of Political Economy, 2nd ed., London, 1933, pag. 28). It is only prices in the generalized sense which are indispensable to solving the problem of allocation of resources.32 Ora commentiamo dettagliatamente questo paragrafo. Per cominciare, il fatto che Wicksteed ci avverta che agli effetti dellanalisi specifica che far, in quel momento basicamente di equilibrio, sia conveniente utilizzare il termine prezzo in un senso ampio, cio, come semplice relazione o termine al quale si offrono le alternative, non implica in nessun modo che Wicksteed credesse che tali prezzi parametrici potessero agire come reali sostituti dei prezzi di mercato l dove i prezzi di mercato non esistessero

Oskar Lange, On the Economic Theory of Socialism, op. cit., pp. 59-60. Nelle pp. 63-64 della versione spagnola di questopera questo primo paragrafo di Lange che stiamo commentando si traduce in questo modo: Laffermazione del professor Mises che un sistema socialista non pu risolvere il problema della assegnazione razionale delle sue risorse si basa su una confusione riguardo alla natura dei prezzi. Cos come ha indicato Wicksteed, il termine prezzo ha un doppio significato. Si pu usare nella sua accezione comune, cio, come la relazione di intercambio di due mercanzie in un mercato, o pu avere il significato generalizzato di termini nei quali si offrono le alternative. Wicksteed dice. Il prezzo, pertanto, nel senso stretto di il denaro in cambio del quale si pu ottenere un bene matariale, un servizio o un privilegio semplicemente un caso speciale del prezzo definito nel suo significato pi ampio dei termini sui quali ci vengono offerte le alternative (P. H. Wicksteed, El Sentido Comn de la Economia Poltica, 2. edizione, Londra 1933, p. 28). Per risolvere il problema dellassegnazione delle risorse sono indispensabili solo i prezzi nel senso generalizzato.
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o non si conoscessero. Al contrario, da esseri umani quali siamo, agendo costantemente ci vediamo costretti a prendere decisioni e a dare valore a diverse alternative e, daccordo con Mises, non possiamo prendere questo tipo di decisioni in modo razionale se non teniamo conto dei veri prezzi di mercato che annettano o contengano linformazione necessaria per essi stessi. Affermare che Mises si sbaglia nella sua argomentazione sullimpossibilit del calcolo economico socialista, perch utilizza un concetto di prezzo (prezzo di mercato ) troppo ristretto o limitato, come affermare che il problema che poneva Mises era solo un semplice problema di impossibilit di effettuare qualsiasi tipo di computi o calcoli algebrici per il fatto di non disporre di nessun sistema numerico di contabilit, sia qual sia il contenuto reale dei dati utilizzati da esso stesso, e non, come di fatto ha posto, un problema di impossibilit di fare un calcolo economico razionale di tipo coordinativo in assenza di prezzi che comprendessero linformazione necessaria per effettuarlo. Come ha affermato Hayek, che Lange dica che Mises si sbagliava perch esige, in modo superfluo per il calcolo economico, lutilizzazione di alcuni prezzi di mercato intesi nel loro senso stretto e limitato, quando qualsiasi sistema parametrico di prezzi permette di effettuare computi e calcoli, talmente ingenuo, che sembra ingiustificabile in un pensatore che non sia influenzato da pregiudizi di tipo politico.33 Lessenziale, pertanto, stabilire se nei prezzi parametrici che non siano di mercato si possa arrivare a includere linformazione che indispensabile per calcolare razionalmente e per coordinare i comportamenti squilibrati degli agenti sociali, problema che, come vedremo, Oskar Lange non ha potuto risolvere in modo soddisfacente. Daltra parte, Karen I. Vaughn ha indicato che Oskar Lange, nel paragrafo che stiamo commentando, ha dimostrato una completa mancanza di comprensione di ci che volle

In effetti, per dirla con le parole dello stesso Hayek: That the alternatives which are offered to us become known to us in most instances only as money prices (prezzi di mercato in unit monetarie) is Mises chief argument. To turn this against him is an excusable legerdemain of which a thinker not prejudiced by political preconceptions should be incapable. Si veda larticolo di Hayek Two Pages of Fiction: The Impossibility of Socialist Calculation pubblicato in The Essence of Hayek, opera citata, p. 58, e il cui contenuto consideriamo essenziale per la critica di Lange in questo passaggio e, pertanto, lo seguiremo molto da vicino. Incidentalmente, Arthur Seldon ci racconta la storia di come nato questo articolo di Hayek, che ricevette insiema a una lettera del suo autore nellanno 1982 e nella quale questi gli indicava, tra altre cose, che era particularly indignant about the steadily repeated silly talk of Oskar Lange having refuted Mises. Questo articolo fu pubblicato originariamente nel numero di aprile del 1982 sulla rivista Economic Affairs. Le Due pagine di Romanzo a cui fa riferimento lintrigante titolo dellarticolo sono esattamente le pp. 60 e 61 dellarticolo di Lange ristampato nel libro edito da Lippincott che stiamo commentando, e che si sono citate abusivamente per dare fondamento, senza ulteriore discussione scientifica, al mito ingiustificato che Lange aveva confutato Mises. Si veda, in questo senso, le Recollections incluse in Hayeks Serfdom Revisited, pubblicato dall Institute of Economic Affairs, Hobart-Paperback n. 18, 1984, pp. XXVI e XXVII.
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dire Wicksteed in relazione ai prezzi.34 In effetti, per Wicksteed qualsiasi persona che voglia portare a termine una decisione economica si porr il problema essenzialmente soggettivo di valutare il costo di opportunit che implica lazione che sta considerando. Di modo che quando qualcuno, per esempio, si propone se fare o no un acquisto, senza alcun dubbio si informa, tra gli altri aspetti, del prezzo del bene in questione, o della relazione di intercambio di quel bene con il denaro che c nel mercato. Ora, i termini in cui si offrono le alternative a colui che agisce qualcosa che costui valuta soggettivamente e che comprende non solo la relazione di intercambio che indica il prezzo, ma anche tutti gli altri elementi soggettivi che, in misura maggiore o minore, sono valutati da chi agisce al momento di prendere la sua decisione. Pertanto, e come non poteva essere da meno nel caso di Wicksteed, uno dei teorici soggettivisti pi eminenti, non da distinguere la funzione parametrica dalle funzioni non parametriche dei prezzi, ma una e le altre sono indissolubilmente unite nel concetto di prezzo di mercato e sono sempre giudicate in modo soggettivo, congiunto e indivisibile da coloro che agiscono.35 Il secondo paragrafo di Lange

Vedere Philip Wicksteed, Common Sense of Political Economy, Routledge and Keagan Paul, Londra 1933, p.28. 35 Forse vale la pena la pena di riportare qui letteralmente le parole scritte su questo tema da Karen I. Vaughn: It is instructive that Lange decided to quote Wicksteeds formulation of the meaning of price in the beginning of his article; instructive primarily because it reveals Langes complete lack of understanding of exactly what Wicksteed was trying to show. In the Common Sense of Political Economy (London, Routledge & Keagan Paul, 1933), Wicksteed described the essentially subjective nature of the opportunity costs that faced anyone attempting to make a rational economic decision. That is, when one considers making a puechase, the price represents the market exchange value, but the terms on which alternatives are offered includes not only the market price, but all the subjective elements that must be calculated in ones choice, the subjective value of all the foregone alternatives (p.28). Obviuosly, this has nothing to do with the distinction Lange was trying to make between market prices and centrally planned prices. The prices which Langes planning board would set, far from providing a more encompassing kind of price, would figure in an individuals subjective calculus in exactly the same way as market prices more conventionally do. Individuals would still have to personally evaluate the whole range of alternatives, the terms on which alternatives are offered to them, but the administered price would substitute for the market price. The real problem, then, of how legislated prices would be made to represent actual relative scarcities of the commodities available for exchange, could not be exorcised with an impressive incantation. Lange has still to show that the ttonnement he prescribed could be made to yield measures of relative scarcity as well as market exchanges. This, he did not accomplish. Si veda a tal proposito la Introduzione di Karen I. Vaughn al libro di Trygve J. B. Hoff, Economic Calculation in the Socialist Society, op. cit., pp. xxii-xxiii. Forse il difetto pi importante dell Intoduzione, peraltro brillante, di Karen I. Vaughn che abbiamo appena citato quello di non menzionare per niente gli apporti di Mises nel suo Human Action nel 1949, che in un altro luogo addirittura erroneamente e ingiustamente sottovaluta nellaffermare che Mises so called final refutation in Human Action is mostly polemic and glosses over the real problems. Si veda la Critical Discussion of the Four Papers in The Economics of Luswig von Mises: a Critical Reappraisal, Sheed and Ward, Kansas City 1976, p. 107. Infine si veda anche larticolo di Karen I. Vaughn Economic Calculation under Socialism: the Austrian Contribution, Economic Inquiry, volume XVIII, ottobre 1980, pp. 535-554, ristampato su Austrian Economics, Stephen Littlechild (ed.), Edward Elgar, Londra 1990, volume III, pp. 332-351.
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Vediamo ora come Lange spiega in che modo i prezzi in senso ampio (prezzi parametrici) potrebbero essere conosciuti sia dai gestori delle industrie sia dallorgano centrale di pianificazione del sistema socialista, e potrebbero riuscire a soppiantare in modo soddisfacente i prezzi monetari di mercato che ci sono nel sistema capitalista. Usando le parole dello stesso Oskar Lange: The economic problem is a problem of choice between alternatives. To solve the problem three data are needed: (1) a preference scale which guides the acts of choice, (2) knowledge of the terms on which alternatives are offered; and (3) knowledge of the amount of resources available. Those three data being given, the problem of choice is soluble.36 (Il corsivo mio). La prima osservazione che si deve fare quella relativa al grossolano pleonasmo dellultima frase. In effetti, come sa qualunque persona moderatamente colta, lespressione inglese data deriva dal latino datum-data, che si riferisce precisamente a quella conoscenza o informazione che sono date. Da parte sua, given il participio passato del verbo inglese to give che significa dare. In conclusione, ci che Lange afferma letteralmente nella sua ultima frase che , se l informazione che data, data, il problema del calcolo economico solubile. Hayek dice che questo tipo di espressioni incolte (given data) o di ridondanze semantiche (nella terminologia pi morbida di Don Lavoie) sono utilizzate costantemente da Lange e, in generale, posseggono unattrattiva irresistibile e sono allordine del giorno per gli economisti matematici, e in particolare per quelli che sviluppano la loro scienza in termini di equilibrio allinterno del paradigma neoclassico-walrasiano, perch in qualche modo (per lo meno quello semantico) tranquillizza la loro coscienza assicurando loro che sanno qualcosa che in realt non conoscono n potranno conoscere mai.37 Ebbene, nella confusione creata dal suddetto pleonasmo che si basa e radica tutto il contenuto della tanto vantata confutazione da parte di Lange dellargomentazione di Mises sullimpossibilit del calcolo economico in uneconomia socialista. In effetti, per Mises, il problema economico fondamentale come riuscire ad appropriarsi dellinformazione necessaria in assenza di mercato, prezzi di mercato e libero esercizio della funzione imprenditoriale. Per, se si suppone ab initio che tale informazione data (given), non esiste, com logico, nessun

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Oskar Lange, On the Economic Theory of Socialism, opera citata, p. 60. La traduzione di questa citazione che troviamo alla p. 64 della versione spagnola gi citata la seguente: Il problema economico un problema di scelta tra alternative. Per risolvere il probema abbiamo bisogno di tre dati: (1) una scala di preferenze che guidi le scelte; (2) la conoscenza dei termini per i quali si offrono le alternative, e (3) la conoscenza della totalit delle risorse disponibili. Una volta conosciuti questi dati, si pu risolvere il problema della scelta. 37 The Essence of Hayek, opera citata, p. 54.

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problema di calcolo economico, dato che si parte dalla considerazione che lo stesso sia gi stato risolto fin dal principio. Pertanto, quello che ci vuole dire lultima frase del paragrafo di Lange che stiamo commentando , in ultima analisi, che se si suppone che il problema del calcolo economico sia stato risolto fin dal principio, allora il problema del calcolo economico risolto. Lange ribadisce ancora di pi il pleonasmo che stiamo commentando nella prima frase del paragrafo seguente quando dice: It is obvious that a socialist economy may regard the data under 1 and 3 as given, at least in as great a degree as they are given in a market economy.38 Noi ci possiamo chiedere: in che modo? Bene, contrariamente a quello che afferma Lange senza nessun tipo di argomentazione, non assolutamente ovvio che in uneconomia socialista linformazione (neppure quella che si riferisce ai paragrafi 1 e 3) possa essere data (o meglio, conosciuta, visto che supponiamo che sia questo il significato che Lange vuole dare allespressione given), nello stesso modo e con lo stesso grado di intensit con cui tale informazione si da (dovremmo piuttosto dire si vede, scopre o crea) in un economia di mercato. Il problema chiave : A chi, o da parte di chi o in che modo si arriva alla conoscenza dellinformazione? Perch, come abbiamo studiato dettagliatamente nel Capitolo II, in uneconomia di mercato linformazione in nessun modo data, ma, al contrario, costantemente creata, scoperta e avvertita da migliaia e migliaia di agenti economici che esercitano in modo interattivo la loro funzione imprenditoriale allinterno di un contesto di economia di mercato e di diritto di propriet sui fattori di produzione. E inammissibile supporre fin dallinizio, come fa Lange, che quel processo di costante creazione e scoperta di nuova informazione si possa emulare o replicare in un sistema socialista in cui, per definizione, non si permette il libero esercizio della funzione imprenditoriale e in cui sono stati aboliti i diritti di propriet. E se in queste circostanze tale informazione non pu neanche essere creata e scoperta degli stessi agenti, molto meno potr essere conosciuta da un ipotetico organo centrale di pianificazione. Linformazione non si pu considerare data a livello centrale, non solo per il suo carattere soggettivo, pratico, disperso e non articolabile, ma anche

Risulta ovvio, daltra parte, che un sistema socialista pu considerare come dati i dati inclusi negli antecedenti paragrafi (1) e (2), al meno nella stessa misura in cui sono dati in un sistema capitalista. In questa traduzione abbiamo sottolineato la versione italiana (della traduzione spagnola) del pleonasmo inglese data given. Certo la traduzione della casa editrice Ariel non rigorosamente fedele su questo punto, poich allontanandosi dalloriginale inglese, menziona che si considerano come dati i tre tipi di dati (1), (2) e (3), e non solo i dati dei paragrafi (1) e (3), come dice testualmente Lange nelloriginale inglese. Sobre la Teora Econmica del Socialismo, opera citata, p. 64.
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perch non si genera neppure a livello degli agenti economici individuali quando questi non possono esercitare liberamente la loro attivit imprenditoriale. Non necessario sviluppare qui ulteriormente questo argomento chiave, gi che stato varie volte spiegato dettagliatamente e da diversi punti di vista in altre parti di questo libro.

Il terzo paragrafo di Lange Lange continua la sua argomentazione come segue: The data under 1 may be either given by the demand shedules of the individuals or be established by the judgement of the authorities administering the economic system. The question remains whether the data under 2 are accessible to the administrators of a socialist economy. Professor Mises denies this. However, a careful study of price theory and of the theory of production convinces us that the data under 1 and under 3 being given, the terms on which alternatives are offered are determined ultimately by the technical possibilities of transformation of one commodity into another, i.e., by the productions functions.39 La prima cosa che attira la nostra attenzione in questo paragrafo il riferimento che abbiamo sottolineato alla teoria dei prezzi e alla teoria della produzione, il cui

attento studio quello che porta Lange ad affermare che, se linformazione necessaria (quella che si riferisce ai paragrafi 1 e 3 ) data, non esiste il problema del calcolo economico, perch i termini in cui si scambiano o si presentano le diverse alternative verranno dati dalle possibilit tecniche di trasformazione incorporate nelle corrispondenti funzioni di produzione. Che Lange si appoggi esplicitamente sulla teoria dei prezzi e sulla teoria della produzione del paradigma neoclassico-walrasiano, non solo mette in evidenza limperialismo scientifico di questo paradigma (come se non esistesse nessun altra teoria dei prezzi nella quale non si partisse dallassurdo presupposto di considerare che tutta linformazione necessaria data precedentemente), ma anche che, per di pi, mette in rilievo le enormi insufficienze e gli enormi pericoli che porta con s la metodologia

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Oskar Lange, On the Economic Theory of Socialism, pp. 60-61. La traduzione spagnola alle pp. 64 e 65 della versione spagnola citata e, tradotta in italiano, la seguente: I dati compresi in (1) possono essere dati (o dai gradi di richiesta degli individui, o) dalle autorit che dirigono il sistema economico. Per rimane in piedi il problema di sapere se i dati capeggiati dal (2) sono accessibili ai dirigenti di uneconomia socialista. Il professor Mises nega questa possibilit. Tuttavia, un attento studio della teoria dei prezzi e della teoria della produzione ci convince che , conosciuti i dati corrispondenti a (1) e a (3), i termini per i quali si offrono le alternative sono determinati, in ultima analisi, dalle possibilit tecniche di trasformazione di una mercanzia in unaltra, cio dalle funzioni di produzione. (La frase tra parentesi labbiamo tradotta noi e di nuovo corrisponde a unimperdonabile dimenticanza dei traduttori.)

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basata sulluso ossessivo della matematica, nellanalisi dellequilibrio, e nellipotesi che il problema economico fondamentale sia quello della semplice massimizzazione di funzioni conosciute sottoposte a restrizioni anchesse date. Non si tratta solo, come indica Mises, del fatto che la teoria economica dell equilibrio sia un gioco intellettuale rilevante, ma anche che, per di pi, e questo molto pi grave, si trasformi in un gioco intellettuale che corrompe anche le menti scientifiche pi brillanti, dal momento che, facendole partire da ipotesi irreali, le porta inevitabilmente a conclusioni errate. E tutto questo in un modo che passa quasi nascosto e inavvertito tranne che dai teorici pi profondi e sottili. La teoria economica dellequilibrio e del modello neoclassico-walrasiano loppio dello scienziato delleconomia, che lo separa dalla realt che dovrebbe studiare, lo fa cadere nellautocompiacimento pi totale e lo immunizza contro la maggioranza delle possibilit di cui potrebbe disporre per rendersi conto degli errori che sta commettendo. Lange si proposto di dimostrare come la teoria economica del benessere, sviluppata allinterno del paradigma neoclassico-walrasiano, fosse il fondamento teorico pi importante che si potesse offrire al sistema socialista. Che la maggior parte dei teorici dellequilibrio siano stati daccordo sul fatto che il suo modello analitico sia applicabile tanto a un sistema capitalista quanto a un sistema socialista, e che lo stesso pu servire di base per giustificare la possibilit del calcolo economico in questultimo, per noi toglie ogni credibilit scientifica alla maggior parte della teoria dei prezzi del modello neoclassico. E, precisamente, una delle tesi pi importanti di questo libro che lanalisi teorico-critica che stiamo portando avanti, e che si plasmata nella realt pratica sui fatti di importanza storica che sono accaduti nei paesi dellEst, non solo suppone lo sgretolamento e il totale discredito teorico e pratico del socialismo come sistema economico e sociale, ma anche quello di gran parte della teoria economica neoclassica come paradigma scientifico serio che valga la pena di essere preso in considerazione. Daltro canto, non c da meravigliarsi che Lange, e in generale la maggioranza degli autori delleconomia neoclassica, non capiscano come Mises sia capace di affermare che il calcolo economico teoricamente impossibile in uneconomia socialista. cos, perch per gli autori menzionati non c teoria otre quella che loro stessi sviluppano, partendo, come abbiamo gi visto, da alcune ipotesi che eliminano precisamente, fin dal principio, la necessit di effettuare un qualsivoglia calcolo economico. Cio, secondo lottica neoclassica, il calcolo economico socialista sempre, per definizione, teoricamente possibile. Questi autori non concepiscono che possa esistere una teoria al di l di quella che loro stessi si sono costruiti in termini di equilibrio e della massimizzazione e, in
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concreto, ignorano completamente il paradigma sviluppato dai teorici della Scuola Austriaca in generale, e da Mises e Hayek in particolare, che si basa, fin dalle sue origini, su uno studio teorico delle istituzioni reali che ci sono nella societ e dei processi di mercato mossi dalla forza della funzione imprenditoriale, e in cui non si suppone mai che linformazione sia data, ma che si vada creando e generando costantemente, allinterno di un contesto istituzionale determinato che rende possibile la coordinazione dei comportamenti squilibrati degli esseri umani.40 Cos, e in relazione a questo tema, Don Lavoie ha indicato che quasi inevitabile che i teorici neoclassici, supponendo nei loro modelli sulleconomia di mercato che tutta la conoscenza importante data dagli agenti economici che vi partecipano, e che in certe condizioni di carattere statico il mercato raggiunge un equilibrio determinato, quasi senza rendersene conto arrivino a fare il piccolissimo passo che implica ladottare simili ipotesi per un modello socialista e giungano, pertanto, alla conclusione parallela che nel socialismo possibile raggiungere un equilibrio determinato.41 E Kirzner aggiunge che il fatto che Lange non si rendesse conto di quale era la vera sfida posta da Mises contro il

Pertanto, i teorici neoclassici non capiscono che il calcolo economico dipende dallesistenza di alcune istituzioni storicamente contingenti (quali lesistenza di denaro, mercati e liberi scambi), categorie storiche queste che sono special features of a certain state of societys economic organization which did not exist in primitive civilizations and could possibly disappear in the further course of historical change. Human Action, op. cit., p. 201 e nota n. 1 della stessa pagina, nella quale Mises aggiunge che the German historical school expressed this by asserting that private ownership of the means of production, market exchange, and money are historical categories. In questo modo si chiarisce perfettamente linesistenza in Mises della contraddizione spettacolare che Lange gli attribuisce semplicemente perch leconomista austriaco gli sembra un istituzionalista che, allo stesso tempo, difende la validit universale della teoria economica. Lange non riesce a capire che la Scuola Austriaca, dalla sua fondazione ad opera di Carl Menger, abbia incentrato il suo programma di ricerca scientifica sullanalisi teorica (generale, astratta e storicamente non contingente) delle istituzioni (intese come schemi regolati di condotte o azioni umane, quali il denaro, il mercato, il diritto, ecc.) e i processi sociali di tipo evolutivo. Di fatto Menger dedic i suoi Grundstze a Roscher, dal momento che pensava che il suo apporto soggettivista e sulla nascita evolutiva delle istituzioni dava per la prima volta la necessaria base teorica alla scuola storicista (Savigny, Burke), rispetto al razionalismo cartesiano che cominciava gi a inondare tutto. Gli occhiali teorici del paradigma neoclassico sono cos mal graduati che impediscono a Lange di distinguere addirittura le circostanze pi evidenti dellambiente scientifico in cui vive e che percepisce solo in un modo monocromatico e distorto. Si veda la nota al piede della pagina n. 6 di On tne Economic Theory of Socialism, opera citata. Cos, per esempio, curioso notare come il recente libro, di evidente influenza austriaca, Economics as a Process (Richard N. Langlois, Cambridge University Press, New York 1986) ha come sottotitolo Essays in the New Institutional Economics, e si tratta chiaramente, cos come i lavori di Mises, di un libro di teoria economica (pertanto non istituzionalista o storicista) sulle istituzioni. Nonostante Lange, la teoria economica sui processi e istituzioni sociali una cosa, e listituzionalismo tuttaltra cosa. Ed ugualmente di grande interesse il lavoro di Peter J. Boettke Evolution and Economics: Austrians as Institutionalists, in research in the History of Economic Thought and Methodology, n. 6, 1988. Si ricordi, infine, il contenuto della n. 2 del Capitolo V, e specialmente i commenti critici di Mark Blaug al paradigma neoclassico-walrasiano e la sua recente svolta verso i postulati della Scuola Austriaca. 41 To the neoclassical participants in the debate, the relevant knowledge is assumed to be given to market participants, and the main analytic conclusion is that under certain static assumptions the capitalist equilibrium is determinate. It is a small step from this analysis to the adoption of similar assumptions and the arrival at similar conclusions for socialism. Don Lavoie, Rivalry and Central Planning, opera citata, p. 115.
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socialismo si deve al fatto che la sua conoscenza delleconomia era limitata, in generale, alla teoria neoclassica dei prezzi e, in particolare, al modello di concorrenza perfetta. Questo modello, che ancor oggi considerato nella maggior parte dei libri di testo elementari come uno dei pi importanti di fronte alla comprensione del sistema economico reale, elimina alla radice ed incapace di riconoscere il ruolo che esercita la funzione imprenditoriale, scoprendo opportunit di beneficio e traendone profitto, allinterno di un processo dinamico di costante aggiustamento e coordinazione delleconomia. Dato che largomentazione di Mises si basa su un concetto di funzione imprenditoriale che del tutto sconosciuto al paradigma neoclassico, non ci si deve meravigliare che Lange, mancando completamente degli strumenti analitici necessari, arrivasse a credere che il mercato si comporta cos come indicano i libri di testo e che, pertanto, fosse possibile simulare in uneconomia socialista il modello di equilibrio cos elegantemente esposto in essi.42 Abbiamo gi visto in precedenza come, bench Lange ritenga che non ci sarebbe problema a raccoglioere linformazione del tipo 1 e 3, questo sia teoricamente impossibile in assenza di una funzione imprenditoriale liberamente esercitata, dato che, in tal caso, la rispettiva informazione non si generer n si scoprir (a parte limpossibilit della sua trasmissione a un organo centrale dato il suo carattere tacito e soggettivo). linformazione del tipo 2, cio quella relativa ai rapporti di scambio e alle funzioni di produzione, quella che a Lange sembrava porre qualche problema, anche se afferma subito che tale problema si potrebbe risolvere molto facilmente, essendo data linformazione corrispondente ai tipi 1 e 3 (cosa che, ripetiamo, sappiamo che impossibile ottenere). Il modo straordinario in cui Lange risolve questo problema consiste nellaffermare in un sol colpo e senza alcuna prova o giustificazione che the

Queste le parole dello stesso Kirzner: That Lange did not understand this nonparametric function of prices must certainly be attributed to a perception of the market systems operation primarily in terms of perfectly competitive equilibrium (Indeed, it is this text book approach to price theory that Lange explicitily presents as his model for socialist pricing). Within this paradigm, as is now well recognized, the role of the entrepreneurial quest for pure profit, as the key element in bringing about price adjustment, is completely ignored. It is not difficult to see how Lange could conclude that such a (non entrepreneurial) system might be simulated under socialism. Discovery and the Capitalist Process, opera citata, pp. 128-129. Sulla teoria economica dei processi di mercato basata sul concetto della funzione imprenditoriale (completamente estranea e specialmente critica del paradigma neoclassico-walrasiano) bisogna consultare non solo le opere di Mises e Hayek citate in questo libro, ma anche, e specialmente, tutti i lavori di Kirzner e, in generale, quelli del resto dei teorici delleconomia del paradigma austriaco. Sulla critica dellequilibrio nellanalisi economica, fatta da un economista di prestigio dei paesi dellEst, interessante consultare anche il lavoro di Jnos Kornai intitolato Anti-Equilibrium. On Economic Systems Theory and the Task of Research, casa editrice North Holland, Amsterdam 1971.
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administrator of the socialist economy will have exactly the same knowledge or lack of knowledge, of the productions functions as the capitalist entrepreneurs have.43 Orbene, in questultima affermazione, di carattere dogmatico, non essendo

accompagnata da nessuna prova o giustificazione teorica n empirica, si trova il cuore di tutta la confutazione di Lange a Mises. Come sappiamo, lessenza dellargomentazione di Mises radicata nel fatto che rende manifesto che linformazione generata dal libero esercizio della funzione imprenditoriale non pu essere riprodotta da un sistema nel quale non esista gi, per cui teoricamente impossibile che gli amministratori di uneconomia socialista possano avere esattamente la stessa informazione di cui dispongono gli imprenditori in uneconomia capitalista. Sappiamo che linformazione qualcosa di soggettivo e dinamico che si va creando e generando in ogni momento, secondo come le opportunit di guadagno o beneficio siano percepite o apprese da coloro che le possano ottenere liberamente nellesercitare la propria funzione imprenditoriale. Se, per definizione, la funzione imprenditoriale viene eliminata con labolizione della propriet privata dei mezzi di produzione e se non esiste la possibilit che gli individui percepiscano liberamente fini e obbiettivi e trattino di raggiungerli per farli propri, tali obbiettivi o fini non fungeranno da incentivi e non si generer linformazione importante e necessaria per ottenerli. Quindi, per definizione, l dove non esiste una funzione imprenditoriale libera non si potr mai supporre che si generer linformazione che risulta solo dal processo messo in moto da quella. Pertanto non c da meravigliarsi che nel 1982 Hayek, e in ralazione a questa sorprendente affermazione di Lange che stiamo commentando, abbia affermato quanto segue: This brazen (cinica) assertion is crucial for Langes refutation of Mises argument, but he offers no evidence or justification for it, even in this limited form confined to production functions. Yet it has been expanded by Langes pupils into the even more fantastic assertion that a central planning board would receive exactly the same information from a socialist economic system as did the entrepreneurs under the market system (Thus Robert L. Heilbroner, Between Capitalism and Socialism, New York 1980, p. 88) I am afraid this is a blatant untruth (sfacciata falsit), an assertion so absurd that

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I dirigenti di uneconomia socialista avranno esattamente le stesse conoscenze, o la stessa mancanza di conoscenze, sulla funzione di produzione degli imprenditori capitalisti. On the Economic Theory of Socialism. Questa citazione si trova alla p. 61 della versione inglese.

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it is difficult to understand how an intelligent person could ever honestly make it. It asserts a sheer impossibility which only a miracle could realize.44 Dallaltro lato, non bisogna dimenticare che le cosiddette funzioni di produzione non esistono nella vita reale. Ci che avviene nella vita reale un flusso continuo di produzione di nuova informazione per quel che riguarda le diverse possibilit di combinare fattori per ottenere un determinato bene o servizio. Questa informazione si va scoprendo a tentoni come conseguenza dellesercizio dellimprenditorialit da parte degli agenti economici implicati nella produzione. Questi agenti economici credono di vedere nuove opportunit di guadagno, non solo modificando i beni e i servizi (per quel che riguarda la loro presentazione e definizione, prezzo e qualit), ma anche innovando commercialmente e tecnologicamente; e lo stesso succede, con un livello di complessit addirittura superiore, in relazione ai mezzi di produzione in cui la costante scoperta di piccoli cambiamenti che fino a quel momento erano passati inosservati, d luogo al conseguimento di importanti benefici. Difficilmente si pu pensare che esistano delle ipotetiche funzioni di produzione, quando non esiste neppure linformazione necessaria per definirle, cio , non nota agli agenti economici implicati nel processo produttivo (n a un organo di pianificazione n, ancor meno, ai tecnici o economisti per quanto specializzati nella teoria della produzione), finch questa non venga creata poco a poco da loro stessi in modo tacito, soggettivo e disperso. Il problema della produzione non un problema tecnico di funzioni che possano essere risolte in modo oggettivo. Al contrario, un problema umano nettamente imprenditoriale in cui, costantemente e allinterno del contesto delle diverse azioni, si vanno provando e cercando nuove e svariatissime

Questa sfacciata affermazione cruciale nella confutazione da parte di Lange dellargomentazione di Mises, e non accompagnata da nessuna prova o giustificazione, neanche nella sua versione pi ristretta, limitata alle funzioni di produzione. Nonostante ci, la stessa confutazione stata estesa dagli alunni di Lange alla affermazione, ancora pi fantastica, secondo cui lorgano centrale di pianificazione in un sistema socialista riceverebbe esattamente la stessa informazione che gli impresari ricevono in uneconomia di mercato (Cos Robert L. Heilbroner, Entre el Capitalismo y el Socialismo, New York 1980, p. 88)Temo che tutto ci non sia altro che una sfacciata falsit, unaffermazione tanto assurda che difficilmente comprensibile come una persona intelligente e onesta abbia potuto farla. Questa affermazione implica una pura impossibilit che solo un miracolo potrebbe portare a termine. Vedere F. A. Hayek, Two Pages of Fiction: The Impossibility of Socialist Calculation, in The Essence of Hayek, op. cit., pp. 55-56. Il riferimento a Heibroner era necessario, poich, supponendo che linformazione sarebbe disponibile non solo per i gestori delle imprese, come afferma Lange, ma anche allorgano centrale di pianificazione, sta affermando, se possibile, una impossibilit di un grado logico qualitativamente superiore, poich allimpossibilit che gestori che non sono impresari vadano generando uninformazione imprenditoriale, si aggiunge il problema, ancora pi grave, che comporta la trasmissione e la comprensione centralizzata di un volume infinito di informazione soggettiva, tacita e non articolabile, di tipo disperso e in costante cambiamento. Ricordiamo, a parziale scusa di Heilbronen, la sua recente ritrattazione e la constatazione del trionfo assoluto del capitalismo sul socialismo (si veda la citazione n. 3 di questo capitolo), bench non sappiamo ancora se per Heilbronen tale trionfo sia un fatto empirico sorprendente senza una giustificazione teorica o se, al contrario, abbia gi cominciato a intuire i grossolani errori in cui incorso durante tutta la sua passata vita intellettuale.
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combinazioni e alternative, che nel quadro di uneconomia di mercato, e tenendo conto dei prezzi che ci si aspetta che ci siano in essa cos come il resto dellenorme variet di informazioni di cui dispone lagente, gli fanno vedere continuamente che esistono possibilit di ottenere benefici soggettivi (cio, monetari ceteris paribus) che ritiene valga la pena di perseguire. Si rende evidente, pertanto, che in Lange c unessenziale confusione tra due tipi radicalmente distinti di conoscenza: quello scientifico e quello pratico. In effetti, sembra che Lange confonda cos profondamente la conoscenza pratica che gli agenti economici che attuano nella societ generano giorno per giorno e hanno in forma dispersa, con la conoscenza scientifica che leconomista crede di possedere per teorizzare sui processi sociali, che, in ultima analisi, finisce per credere ingenuamente che sia lo scienziato che lorgano di pianificazione potrebbero, nella vita reale e senza nessuna difficolt, ottenere tale conoscenza pratica. E, tuttavia, i due tipi di conoscenza (quello pratico e quello scientifico) sono di natura radicalmente diversa. E cio, bench la conoscenza scientifica, come accade nella scienza economica, si converta in una teoria sulla conoscenza pratica, questa sar al massimo una teoria formale relativa ai processi della sua creazione e trasmissione, ma che deve partire sempre, come base, dallidea che il teorizzare sulla conoscenza pratica non permette in alcun modo di superare limpossibilit teorica di arrivare al contenuto specifico della di questultima da parte di un osservatore esterno, sia costui uno scienziato o un organo di pianificazione. esattamente per questo motivo (cio per limpossibilit che il teorico si impossessi del contenuto materiale della conoscenza pratica sulla quale teorizza,, cos come per il suo fallimento al momento di distinguere fra la conoscenza pratica e la conoscenza scientifica) per cui non solo non possibile il calcolo economico in un sistema socialista, ma anche che oltretutto manca di rilevanza la maggior parte della teoria economica elaborata finora allinterno del paradigma neoclassico.

Il quarto paragrafo di Lange Lange trasferisce questa confusione fra i due tipi di conoscenza ai due concetti di prezzo che sono applicabili parallelamente a ciascuno di essi. In effetti, formano parte dellorbita della conoscenza pratica i prezzi di mercato che incorporano una gran parte di esso e che sono continuamente creati e modificati per limpulso della forza
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imprenditoriale. Dentro lorbita della conoscenza scientifica (sebbene sia necessario riconoscere che questo vero solo per la versione scientifica ristretta, povera e limitata dellequilibrio) si potrebbero inquadrare i prezzi parametrici, nei quali, supponendo che tutta linformazione rilevante fosse data, si stabiliscono i termini nei quali si presentano le diverse alternative, e il comportamento di ogni agente si adatta passivamente ad esse. La grande confusione di Lange radicata nel fatto di credere che i prezzi parametrici possono incorporare linformazione che contengono i prezzi di mercato. E, tuttavia, Lange ha lincredibile audacia di incolpare Mises di cadere nellerrore che proprio egli stesso sta commettendo quando afferma che Professor Mises seems to have confused prices in the narrower sense, i.e. the exchange ratio of commodities on a market, with prices in the wider sense of terms on which alternatives are offered. As in consequence of public ownership of the means of production, there is in a socialist economy no market on which capital goods are actually exchanged, there are obviously no prices of capital goods in the sense of exchange ratios on a market. And hence Professor Mises argues, there is no index of alternatives available in the sphere of capital goods. But this confusion is based on a confusion of price in the narrower sense with price in the wider sense of an index of alternatives. It is only in the latter sense that prices are indispensable for allocation of resources, and on the basis of the technical possibilities of transformation of one commodity into another, they are also given in a socialist economy.45 Pertanto la confusione di Lange conosciuta, poich per lui I prezzi parametrici di uneconomia socialista incorporerebbero uninformazione (grazie alle corrispondenti possibilit tecniche di trasformazione delle funzioni di produzione conosciute) uguale a quella che ci sarebbe in uneconomia di mercato. Cio, Lange confonde il prezzo parametrico con il prezzo di mercato. Israel M. Kirzner, con la sua abituale perspicacia, ha approfondito ancora di pi questo punto mettendo in risalto che lerrore fondamentale di Lange quello di credere che il mercato tenda allequilibrio attraverso un processo in cui in nessun momento si altera il carattere parametrico della funzione dei prezzi, di modo

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Il professor Mises sembra aver confuso i prezzi in senso stretto, cio le relazioni di scambio delle mercanzie in un mercato, con i prezzi nel senso pi ampio di termini nei quali si offrono le alternative. Come, a causa della propriet collettiva dei mezzi di produzione, non esiste in una economia socialista un mercato nel quale si scambino realmente i beni di capitale, non ci sono evidentemente prezzi dei beni di capitale nel senso di rapporti di scambio in un mercato. Da ci, il professor Mises conclude che non esiste alcun indice delle alternative disponibili nella sfera dei beni di capitale. Per questa affermazione si basa su una confusione fra il prezzo in senso stretto e il prezzo nel senso pi ampio di indice di alternative. Solamente in questultimo senso i prezzi sono indispensabili per lassegnazione delle risorse, ed essendo basati sulle possibilit tecniche di trasformazione di una mercanzia in altra, sono dati anche in un sistema socialista., On the Economic Theory of Socialism, p. 61.

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che per tutta la durata di questo processo tutti gli agenti economici considerano i prezzi di mercato come dati, e semplicemente si adattano ad essi in modo passivo, senza che sia possibile cercar di apportare loro alcun cambio. In questo modo Lange si sbaglia in modo deplorevole nel suo modello interpretativo del mercato, poich nel mercato reale il carattere protagonista dei prezzi non consiste nella loro funzione parametrica, bens, al contrario, nella loro funzione non parametrica, che consiste nel fatto che gli imprenditori scoprono costantemente divergenze nei prezzi e agiscono in modo da approfittare delle corrispondenti opportunit di beneficio che queste generano, comprando e vendendo e, pertanto, modificando e creando continuamente ex novo tali prezzi.46 I prezzi di mercato sono dunque non parametrici nel senso che forniscono informazioni sulle disparit esistenti, creano un incentivo per comperare e vendere e, in ultima analisi, vengono continuamente modificati come conseguenza dellesercizio e dellimpulso della funzione imprenditoriale. Il comportamento degli agenti economici non passivo o reattivo, anzi, al contrario, un comportamento tipicamente imprenditoriale, cio, proattivo, e consiste nello stare costantemente allerta per scoprire, generare e trarre profitto in modo continuo da nuove opportunit di beneficio. I prezzi non sono qualcosa di dato a cui si adattano le persone ma, al contrario, sono le persone quelle che stanno agendo costantemente, creando e modificando i prezzi. Inoltre, solo tramite questa funzione imprenditoriale e non parametrica dei prezzi si vanno scoprendo i disaccordi di comportamento che esistono nella societ e si stabilisce nella stessa un processo o tendenza coordinativa di tipo generale. Per questo, chiaramente assurdo pensare, come fa Lange, che la funzione non parametrica dei prezzi in uneconomia di mercato, che il risultato inseparabile del libero esercizio della funzione imprenditoriale e unica causa delle tendenze di coordinamento del processo sociale, possa essere simulata in un sistema in cui, per definizione, la libera funzione imprenditoriale stata completamente eliminata, e i prezzi si considerano solo da una prospettiva parametrica.47

Nelle parole dello stesso Kirzner:Lange failed to recognize that the distintive aspect of the market is the manner in which prices change, that is, that market prices are in fact treated non parametrically. It is one thing to imagine that socialist managers can be motivated to obey rules on the basis of centrally promulgated prices; it is quite another to take it for granted that the nonparametric function of price (in which, that is, price is not being treated as a datum but is subject to change by individual market participants), a function which depends entirely on entrepreneurial discovery of new opportunities for pure profit, can be simulated in a system from which the private entrepreneurial function is completely absent. Israel M. Kirzner, Discovery and the Capitalist process, opera citata, p. 31. Sono di grande interesse anche le pp.126 a 129 dello stesso libro. 47 Questo stesso errore lo hanno commesso quei commentatori che, seguendo Schumpeter, avevano creduto che, anche prima di Mises, Vilfredo Pareto e Enrico Barone avessero dimostrato che il calcolo economico socialista era possibile. Come abbiamo gi visto quando ci siamo riferiti a questi autori, lunica
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cosa che essi stessi stabilirono fu un argomento di similitudine formale; o, detto in altro modo, mostrarono formalmente di che tipo di informazione dovrebbe disporre unautorit socialista per rendere possibile il calcolo economico in condizioni statiche. Per, evidentemente, una cosa stabilire il tipo e la quantit di informazione necessaria per ottenere questo obbiettivo e una cosa molto diversa risolvere il problema teorico di come ottenere tale informazione, cosa che, daccordo con Mises e Hayek, impossibile nel socialismo in funzione delle caratteristiche tipiche di tale sistema. Anzi, prima abbiamo visto (si vedano le note 8 e 9 del capitolo IV) che anche lo stesso Vilfredo Pareto e, in misura minore, Enrico Barone stabilirono espressamente che la conoscenza o informazione a cui ci stiamo riferendo non potr mai essere ottenuta in assenza di mercato. Infine, come gi sappiamo, cadono nello stesso errore gli autori della moderna teoria pianometrica sviluppata a partire da Arrow e Hurwicz e che abbiamo gi analizzato dettagliatamente in altro luogo (si veda il comma 5 del Capitolo V). Gli economisti dellEst, che, daccordo con John Gray (Liberalisms: Essays in Political Philosophy, Routledge, Londra 1989, p. 174), sono tra gli scienziati delleconomia pi colti e formati nella storia del pensiero economico, hanno cominciato a riconoscere in modo generalizzato largomentazione di Mises e Hayek che la soppressione delle istituzioni del mercato capitalista, rende impossibile il calcolo economico, in contrasto con la situazione dei loro colleghi dei paesi occidentali, che, nella maggioranza dei casi, sono perduti nelle fallacie del paradigma neoclassicowalrasiano. Tra questi economisti bisogna mettere in evidenza, per esempio, Wlodzimierz Brus e Kazimier Laski, soprattutto perch furono antichi alunni di Oskar Lange, e scrissero anche un libro insieme a lui (vedere Problemi di Economia Politica del Socialismo, Oskar Lange (ed.), Fondo de Cultura Economica, Messico 1974; larticolo di Laski sulle condizioni per lequilibrio generale tra produzione e consumo ed raccolto nelle pp. 108-151; e quello di Brus tratta dei problemi di contabilit marginale nelleconomia socialista e si trova alle pp. 174-194). Oggi provoca emozione leggere le recenti affermazioni di questi economisti, nel senso che il modello neoclassico-walrasiano non ha alcuna utilit come fondamento teorico delleconomia socialista per il fatto di non considerare la funzione imprenditoriale e che, pertanto, la convinzione, fino a oggi molto diffusa, che Lange abbia confutato Mises manca completamente di fondamento. In effetti, nelle sue stesse parole, the technological knowledge necessary to fill the elements of the Walrasian equations is not a datum but rather information which can only be discovered in the process of competitive struggle. Thus what matters is the peculiar entrepreneurial thinking technique, a kind of intuition, which is generated by actually finding oneself in a competitive situation All this aspects are absent in Langes model of market socialism, which seems to corroborate the assertion that its claim to a convincing refutation of the Mises/Hayek challenge has been unjustified. (Vedere la sua opera From Marx to the Market. Socialism in Search of an Economic System, Clarendon Press, Oxford 1989, p. 58). Un altro autore che vale la pena citare lungherese Jnos Kornai, che nel suo articolo The Hungarian Reform Process (Journal of Economic Literature, volume XXIV, n. 4, dicembre 1986, pp. 17261728, riprodotto come Capitolo V del suo libro Vision and Reality, Market and State, edit. Harvester Wheatsheaf, New York 1990), afferma esplicitamente che Lange lived in the sterile world of Walrasian pure theory (p. 1727); e critica il lavoro nel dibattito della scuola neoclassica perch la sua emphasis shifted one-sidedly to the issue of computing the correct price signals. What got lost was the crucial Mises-Hayek idea regarding rivalry. In a genuine market process actors participate who want to make use and can make use, of their specific knowledge and opportunities. They are rivals. In that sense the market is always in a state of dynamic disequilibrium. Some win and some lose. Victory brings rewards: survival, growth, more profit, more income. Defeat brings penalties: losses, less income, and in the ultimate case exit. Using the vocabulary of the present paper, the Mises-Hayek market implies a hard budget constraint and a buyers market. As long as the system and the policy do not assure the prevalence of these two conditions, there is no genuine market. The great shortcoming on the Lange model is that it does not even contemplate these conditions and many of Langes followers committed the same error (pp. 1727-1728). Infine, leconomista russo Gabriel Temkin, nel suo articolo On Economic Reforms in Socialist Countries: The Debate on Economic Calculation under Socialism Revisited (Communist Economies, volume 1, n. 1, 1989, pp. 31-59), afferma che the Lange model lacks any trace of entrepreunership, whether in purely theoretical or in practical terms. Being wedded strongly to the General Equilibrium framework, entrepreunership is just defined away because, within that framework, there is no room for a theory of entrepreneurial choice And, since neither the entrepreneur nor the market can be adequately stimulated in a socialist economy based on public ownership, it is only the routine task of a manager that can be, at best, reproduced. But here, again, the imitation would be far from exact or even close. E Temkin , in onore di Mises, conclude che perhaps the honorary statue of Mises, about which Lange quipped half a century ago, should after all be erected, if not on Red Square then in Budapest, closer to his native Austria (p. 53). Io, personalmente, aggiungerei, visti gli avvenimenti storici accaduti nel resto dei paesi dellEst, che la suddetta statua dovrebbe essere eretta nelle capitali di tutti gli stati che, ufficialmente, hanno cessato di essere socialisti, e specialmente a Berlino, Varsavia, Praga, Budapest e, anche, a Mosca (come abbiamo gi segnalato nella nota 21 del capitolo IV, la

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5. ANALISI CRITICA DEL MODELLO CLASSICO DI LANGE Un previo chiarimento terminologico Qui di seguito prima di tutto descriveremo, e in un secondo momento analizzeremo in modo critico, il modello di soluzione competitiva proposto da Oskar Lange. Ciononostante, imprescindibile fare previamente un chiarimento di tipo terminologico. In effetti, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, alla soluzione proposta da Lange manca solo aggiungere la qualificazione di competitiva se si d a questo termine il significato limitato e fuori luogo di concorrenza che si utilizza in quello che viene denominato paradossalmente modello di concorrenza perfetta. Cio, la soluzione di Lange competitiva solo nella misura in cui nella stessa nessuno compete o rivaleggia, poich la concorrenza si concepisce solo in accordo con la situazione descritta in termini statici dal modello neoclassico dellequilibrio generale. Lo stesso si pu dire dellutilizzazione dellespressione socialismo di mercato da parte di Lange e dei suoi seguaci. Quando in questa espressione si parla di mercato, non si sta indicando un mercato reale, cio un processo sociale mosso dalla forza della funzione imprenditoriale e le cui caratteristiche generali abbiamo spiegato dettagliatamente nel Capitolo II di questo libro, ma, al contrario, ci si vuol riferire allinsieme di una serie di comportamenti passivi da parte degli agenti economici con il presupposto che tutta linformazione sia a loro disposizione ed escludendo completamente qualsiasi esercizio creativo della funzione imprenditoriale. Insomma, se nel modello classico di socialismo di mercato o competitivo di Oskar Lange e dei suoi seguaci si utilizzano questi termini, proprio perch essi rimangono vuoti di contenuto e non hanno niente a che vedere con lessenza e la natura di entrambe le istituzioni nella vita reale. Fatto questo breve chiarimento terminologico, passiamo qui di seguito a descrivere dettagliatamente il modello classico di Lange cos come si trova sviluppato nella versione originale del suo articolo On the Economic Theory of Socialism.48

Descrizione del modello

statua di Mises si trova gi, perlomeno, nella biblioteca del Dipartimento di Economia dellUniversit di Varsavia, proprio di fianco a quello che era stato lo studio ufficiale di Oskar Lange). 48 Si vedano le pp. 65-89 della versione inglese ristampata nel 1964 con prologo di Lippincott di On the Economic Theory of Socialism, opera citata.

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Lange ritiene che la teoria neoclassica dei prezzi e della concorrenza perfetta costituiscano il fondamento teorico ottimale per il sistema socialista, per cui comincia la sua proposta ripassando dettagliatamente gli elementi tipici della teoria economica dellequilibrio cos come sono spiegati in qualsiasi libro di testo. In effetti, daccordo con il paradigma neoclassico, nel modello di concorrenza perfetta lequilibrio si raggiunge sempre e quando siano presenti le tre condizioni seguenti: in primo luogo, una condizione di tipo soggettivo consistente nel fatto che tutti gli individui che partecipano al sistema economico raggiungano il loro massimo ai prezzi di mercato; in secondo luogo, una condizione di tipo oggettivo costituita dal fatto che ai prezzi di equilibrio, lofferta e la domanda di ciascun bene e servizio siano identiche; e in terzo luogo , che il reddito di tutti i consumatori sia uguale agli introiti provenienti dai servizi dei loro fattori produttivi. Come si sa bene, la prima condizione si raggiunge sempre quando i consumatori massimizzano la loro utilit e i produttori i loro benefici, cosa che, a sua volta, esige che i consumatori uguaglino lutilit marginale ponderata rispetto ai prezzi per ciascun bene e servizio di consumo; e che, parallelamente, i produttori uguaglino le ratios di produttivit marginale ponderate rispetto ai prezzi relativi di ciascun fattore di produzione, producendo quel volume per il quale i costi marginali siano identici al prezzo (o introito marginale) del prodotto. Inoltre, a livello di tutta unindustria o settore, e supponendo una completa libert di entrata e di uscita, il prezzo del prodotto sar uguale ai costi medi di produzione. Tenendo in considerazione che il reddito dei consumatori sar determinato dai prezzi dei servizi dei fattori di produzione e che, in ogni momento, lofferta e la domanda devono mantenersi uguali, si pudeterminare linsieme di prezzi necessari per equilibrare il mercato, utilizzando per questo un processo tipicamente walrasiano di ttonnement (o serie successiva di tentativi) per cui, se le quantit offerte e richieste divergono, la concorrenza tra compratori e venditori modificher i prezzi fino a raggiungere il punto di equilibrio.49 Avendo spiegato come in un sistema capitalista lequilibrio si raggiunge teoricamente e praticamente in questo modo, Lange in seguito si propone di dimostrare che anche in una comunit socialista lequilibrio si potr ottenere mediante un procedimento simile. Daccordo con Lange, la prima condizione, che abbiamo chiamato soggettiva, si otterrebbe, per quello che riguarda i consumatori, permettendo loro, in modo identico a

Ttonnement and Recontracting, di Takashi Negishi, The New Palgrave. Un Dictionary of Economics, opera citata, volume IV, pp. 589-595.
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quello spiegato per il sistema capitalista, di massimizzare la loro utilit in un mercato pienamente competitivo di beni e servizi di consumo. Tuttavia, per quello che riguarda i produttori, non si permetterebbe loro di mantenere un comportamento di massimizzazione dei benefici, ma invece sarebbero sottomessi a due regole che verrebbero imposte in modo coercitivo e controllate dallorgano centrale di pianificazione. Le due regole hanno come finalit quella di simulare i risultati del comportamento di massimizzazione dei produttori nel mercato e, pertanto, pensano di sostituire il principio della massimizzazione del beneficio con ciascuno dei risultati prodotti da tale principio allinterno del modello di concorrenza perfetta. In effetti, la prima regola consiste nel fatto che i produttori devono scegliere quella combinazione di fattori che minimizzi i costi medi di produzione. La seconda regola, che si rivolge ancora una volta ai gestori delle diverse imprese, consiste nel fatto che si deve produrre quel volume per cui i costi marginali siano uguali ai prezzi. La produzione globale a livello settoriale verr determinata esigendo allo stesso modo il compimento della seconda regola, ma questa volta non ai gestori di ciascuna impresa, ma ai responsabili di ciascun settore, che dovranno aumentare o diminuire la produzione globale di ciascuna industria secondo quanto richieda la applicazione della regola stessa. In questo modo, daccordo con Lange, il compimento della seconda regola a livello di ciascun settore esercita la stessa funzione che ha, in un mercato competitivo, il principio di libert di entrata e di uscita. Nel modello di Lange i prezzi dei beni e dei servizi di consumo, cos come i salari, sono determinati dal mercato, mentre lorgano centrale di pianificazione unicamente ed esclusivamente fissa i prezzi dei fattori di produzione. In questo senso, allinizio tutto quello che deve fare lorgano di pianificazione centrale stabilire dei prezzi per i fattori di produzione che si possano scegliere intuitivamente o arbitrariamente. Tutte le decisioni dei gestori a livello di impresa e di settore, cos come le decisioni dei consumatori e dei lavoratori, si portano a termine passivamente in funzione di tali prezzi e applicando le regole menzionate, il che determina la quantit della domanda o dellofferta per ciascun bene e servizio. Se, in relazione ad alcuni beni di produzione, le quantit della domanda e dellofferta non coincidono, il prezzo dovr essere riesaminato e modificato dallorgano centrale di pianificazione, mediante un processo di prova ed errore, che cesser nel momento in cui sia stato raggiunto il prezzo finale di equilibrio perch la domanda e lofferta si sono equiparati. I prezzi stabiliti dallorgano centrale di pianificazione per i fattori
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di produzione, hanno, pertanto, un carattere puramente parametrico: determinano il comportamento passivo degli agenti economici, che si devono semplicemente adattare a quei dati e che, in ultima analisi, generano in modo oggettivo degli indicatori (eccesso o scarsit di prodotto) che, inequivocabilmente, portano lorgano centrale di coercizione a modificare i prezzi nella misura e nel senso necessari a raggiungere lequilibrio. Insomma, lorgano centrale di pianificazione soppianta il ruolo del mercato per ci che si riferisce all assegnazione dei beni di capitale, e il sistema socialista pu, formalmente, raggiungere il modello di concorrenza perfetta, tramite lo stesso procedimento di prova ed errore ideato da Walras per il sistema competitivo e che gi Taylor aveva proposto otto anni prima come soluzione per il sistema socialista.

Due interpretazioni del modello di Lange Bisogna ora dare due interpretazioni diverse del modello di Lange, una ristretta e laltra ampia. O si tratta di un tentativo di soluzione al problema di tipo sussidiario, che a suo tempo abbiamo denominato computazionale o di puro calcolo algebrico della soluzione del sistema di equazioni dellequilibrio walrasiano che abbiamo commentato studiando la soluzione matematica; secondo questa interpretazione, il merito principale del modello di Lange sarebbe quello di evitare la necessit di dover risolvere tale sistema, sia a mano, sia con laiuto di procedimenti informatici. Tuttavia, supponendo che tutta linformazione necessaria per porre e calcolare il problema o sistema di equazioni sia gi generata e data (cio, gi esistente in qualche luogo del mercato), il modello di Lange non risolverebbe il problema basico essenziale posto da Mises (cio, che impossibile che si crei e trasmetta linformazione necessaria per il calcolo economico in assenza di propriet privata dei mezzi di produzione e libero esercizio della funzione imprenditoriale). Oppure, il modello di Lange vuole risolvere il problema basico posto da Mises, nel qual caso vedremo che, se si impedisce il libero esercizio dellimprenditorialit in aree molto importanti e significative del mercato, non si genera linformazione necessaria a rendere possibile il calcolo economico, e tale modello fallisce al momento di tentare di risolvere la sfida misiana. Come vedremo pi avanti,50 esistono prove quasi irrefutabili che ci portano alla convinzione che Lange consider il suo modello come un mero artificio di tipo

Si veda specialmente la citazione testuale dellarticolo di Lange su The Computer and the Market che abbiamo riportato alla fine di questo capitolo, nel paragrafo dedicato a studiare la quarta tappa della vita intellettuale di Lange, cos come le considerazioni che facciamo in quelle stesse pagine e nelle seguenti.
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computazionale (e come poteva essere altrimenti, dato che non riusc mai a comprendere realmente in che cosa consisteva la sfida di Mises, e data soprattutto la visione distorta del mondo economico che gli offrivano gli strumenti neoclassico-walrasiani che tanto lo avevano ipnotizzato). Tuttavia, siccome in altre interpretazioni che si fanno di Lange e dei suoi discepoli si considera che il modello vuole dare una risposta al problema basico di creazione e trasmissione di informazione posto da Mises, qui di seguito svilupperemo la nostra analisi critica del modello di Lange considerato nel suo significato pi ampio, cio, come un tentativo di risolvere il vero problema posto da Mises.

Analisi critica dellinterpretazione pi ampia del modello di Lange Prima di tutto, bisogna stabilire che lapporto di Lange incorpora e combina una serie di elementi, (metodo di prova ed errore, fissazione di prezzi in funzione dei costi

marginali, istruzioni dellorgano centrale di pianificazione ai gestori, ecc.), che quasi nella loro totalit, anche se in modo isolato, erano gi stati proposti anteriormente, come gi sappiamo, da altri teorici socialisti, mentre la principale innovazione di Lange consiste nellessere capace di relazionarli con migliore coerenza logica e sotto il comune denominatore del modello neoclassico-walrasiano. In questo senso, bisogna ritenere che qui siano stati riprodotti tutti i commenti e le osservazioni critiche che abbiamo fatto anteriormente in relazione ai diversi elementi delle differenti soluzioni al problema del calcolo economico socialista, che sono gi stati analizzati e che in misura maggiore o minore si incorporano nel modello di Lange. E, inoltre, non bisogna supporre che il lettore incontri alcuna difficolt nello scoprire e apprezzare che il fatto che nel modello di Lange si amputi o impedisca il libero esercizio della funzione imprenditoriale in aree essenziali del mercato e a diversi livelli rende impossibile che esso stesso implichi una soluzione per il problema del calcolo economico in un sistema socialista. Se si impedisce il libero esercizio dellimprenditorialit in un area essenziale (per esempio, quella dei beni di capitale) si impedisce che la funzione imprenditoriale scopra, generi e trasmetta linformazione basica (di tipo pratico, soggettivo, disperso e non articolabile) che necessaria perch gli individui calcolino in forma razionale e adattino il proprio comportamento in modo coordinato. indispensabile, tuttavia, aggiungere una serie di commenti critici particolarmente rilevanti e adattati al modello di Lange, e che crediamo potranno illustrare in diverse istanze lapplicazione al modello della nostra argomentazione essenziale.
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1. Limpossibilit di elaborare la lista dei beni di capitale In primo luogo, dobbiamo chiederci: come pu lorgano centrale di pianificazione fissare i prezzi in modo parametrico per dei beni di capitale il cui tipo, numero, quantit, qualit e caratteristiche non li conoscono nemmeno gli stessi agenti implicati nel processo produttivo? Bene di capitale ogni tappa intermedia in un processo di produzione considerata soggettivamente come tale dall agente implicato in quel processo. O, espresso in altro modo, tutto ci che lagente crede che gli serve per il conseguimento di un fine ha il carattere di bene di capitale (sempre e quando non si tratti esclusivamente dei servizi forniti dal fattore lavoro). Cio, ci che sia un bene di capitale lo sapranno solo gli agenti implicati nel processo cos come essi stessi lo vanno scoprendo in modo imprenditoriale, e costituir, pertanto, una conoscenza che per il suo carattere soggettivo, pratico, disperso e non articolabile, impossibile che possa essere posseduta dallorgano centrale di pianificazione. E non si dica che, per elaborare le liste corrispondenti, ci si pu avvalere dellesperienza, cio, di quello che nel passato sembra aver costituito un bene di capitale, dato che il concetto di bene di capitale, oltre che soggettivo, un concetto strettamente prospettico, cio, determinato in funzione di come lagente crede che in futuro evolveranno gli eventi. Poi, che qualcosa in passato sia servito apparentemente per raggiungere uno scopo, non una garanzia che anche in futuro servir allo stesso scopo. Al contrario, solo quei beni che lagente soggettivamente consideri che con le loro peculiarit concrete (caratteristiche di qualit, posizione nel tempo e luogo adeguati, ecc.) possano essere utili per raggiungere un determinato fine o per riuscire a terminare un determinato progetto sar un bene di capitale. Dunque, non si tratta solo del fatto che sia impossibile che lorgano centrale di coazione ottenga linformazione dispersa relativa a quali sono i beni di capitale esistenti, ma anche, per di pi, e a livello degli stessi agenti economici, non si scoprir , generer, n creer neppure in modo efficace tale informazione nella misura in cui non possano esercitare liberamente la loro funzione imprenditoriale. In effetti, se gli agenti economici non possono agire in modo imprenditoriale, cio, non possono ideare nuovi fini, aspirare a nuove opportunit di beneficio e farle proprie, questa spinta di lucro non agir come incentivo e, pertanto, non si creer nemmeno linformazione pratica rilevante relativa ai fini e mezzi che si creerebbe in una economia di libero mercato.
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Questa prima argomentazione, di per s, gi rende teoricamente e praticamente impossibile il modello di Lange e perci esso non pu in nessun modo implicare una soluzione al problema del calcolo economico posto da Mises. In pratica, come indica Hayek nella sua ampia contestazione a Lange pubblicata nel 1940, la fissazione di prezzi parametrici da parte dellorganismo centrale di pianificazione sar puramente arbitraria non solo per ci che riguarda le cifre scelte, ma, cosa molto peggiore, per ci che riguarda il tipo e numero di beni ai quali si fissi una cifra, e sar riferita a una serie di grossolane categorie uniformi di beni chiamati erroneamente beni di capitale che si crede si siano considerati tali nel passato, e nelle quali non si potranno incorporare le distinzioni necessarie daccordo con le circostanze specifiche di tempo, luogo, qualit, ecc., che sono proprio quelle che, apprezzate nel mondo imprenditoriale in termini soggettivi, danno il loro carattere pi intimo, essenziale e sottile di bene di capitale ai beni che osserviamo allesterno.51

2. La completa arbitrariet del periodo temporale di fissazione dei prezzi parametrici In secondo luogo, i prezzi parametrici stabiliti e la lista di beni di capitale elaborata non sono saranno arbitrarie, ma sar anche totalmente arbitrario il periodo di tempo durante il quale lorgano di pianificazione consideri che i prezzi debbano mantenersi invariabili. Questo uno dei punti in cui lambiguit di Lange pi evidente, dato che in un luogo afferma che il riassestamento dei prezzi si far sempre alla fine dellesercizio contabile e in altro luogo indica, en passant, che i riassestamenti dei prezzi si dovranno effettuare costantemente.52 Tanto in uno come nellaltro caso, il periodo sar totalmente arbitrario, poich allorgano di pianificazione mancher linformazione che gli imprenditori

Nelle parole dello stesso Hayek: That the price fixing process will be confined to establishing uniform prices for classes of goods and that therefore distinctions based on the special circumstances of time, place, and quality will find no expression in prices is probably obvious. Without some such simplification, the number of different commodities for which separate prices would have to be fixed would be practically infinite. This means, however, that the managers of production will have no inducement, and even no real possibility, to make use of special opportunities, special bargains, and all the little advantages offered by their special local conditions, since all these things could not enter into their calculations. Si veda F.A. Hayek, Social Calculation III: The Competitive Solution, in Individualism and Economic Order, opera citata, p. 193. Riteniamo, per, che Hayek, nel luogo citato, non esponga con tutte le sue implicazioni largomento essenziale che abbiamo trattato nel testo. 52 Lange si dichiara a favore della prima soluzione alla p. 82 del suo articolo On the Economic Theory of Socialism (op. cit.) quando afferma: Any price different from the equilibrium price will show at the end of the accounting period a surplus or a shortage of the commodities questioned. E a favore della seconda soluzione quattro pagine pi avanti (p.68), quando en passant dice che: Adjustements of those prices wuold be constantly made. Nonostante le apparenze, Lange non ha le idee chiare e, pertanto, la confusione e ambiguit nel suo pensiero non pu essere pi evidente. Nella versione spagnola la traduzione di queste citazioni si trova alle pp. 86 e 91, rispettivamente.
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hanno in una economia realmente competitiva per modificare i prezzi nel momento e per il periodo di tempo che considerino pi adeguato e opportuno per ottenere i propri fini. Lorgano centrale di pianificazione non potr mai disporre di questa informazione, di modo che se si sceglie lesercizio contabile, sar senza dubbio un periodo di tempo troppo lungo, e se la decisione ad hoc, secondo come si stima che evolvano gli eventi, dato che lorgano centrale non pu avere la conoscenza di prima mano che hanno gli agenti economici riguardo a tali eventi, anche il prendere decisioni sar un fatto puramente arbitrario.

3. Linesistenza di un vero mercato per il lavoro e i beni e servizi di consumo In terzo luogo, bench Lange affermi che dovrebbe esistere un mercato completamente libero e competitivo per i beni e servizi di consumo, cos come per il fattore lavoro, a uno rimane limpressione che tale mercato sarebbe libero e competitivo solo in termini puramente nominali.53 In effetti, un mercato veramente competitivo per i beni e i servizi di consumo esige lesistenza, senza alcuna restrizione, di veri imprenditori o agenti liberi, non solo dalla parte della domanda, ma anche da quella dellofferta. Basta che compaia la coercizione da una qualsiasi delle due parti, perch il mercato smetta di essere competitivo. Non si capisce, dunque, in che modo i gestori del sistema socialista, che non sono veri imprenditori visto che non possono cercare di ottenere liberamente il beneficio o lucro (definito in termini soggettivi) che considerino pi adeguato, potrebbero generare linformazione che si crea costantemente in un sistema capitalista, relativa al continuo lancio di nuovi beni e servizi di consumo, il miglioramento di quelli esistenti, la modifica nelle qualit, i cambi nella distribuzione commerciale, nella sua localizzazione fisica e spaziale, sistemi di pubblicit ecc., ecc. I consumatori, pertanto, si vedranno obbligati a scegliere nel ristretto men di beni e servizi di consumo che offrono loro i gestori

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Henry D. Dickinson, uno dei pi eminenti difensori della soluzione competitiva poco dopo Lange, riconosce esplicitamente che lesistenza di un mercato competitivo e libero di beni di consumo sarebbe, nel socialismo di mercato, pi una finzione che una realt, e cinicamente sostiene che lapparato di propaganda e pubblicit statale dovrebbe dedicarsi a creare tra i cittadini la falsa impressione di godere di libert di scelta di beni e servizi di consumo. Con le sue stesse parole: The powerful engine of propaganda and advertisement, employed by public organs of education and enlightenment could divert demand into socialist desirable directions while preserving the subjective impression of free choice. Vedere Henry Douglas Dickinson, Economics of Socialism, Oxford University Press, Oxford 1939, p. 32. Lo stesso Oskar Lange si toglie subito la maschera e dedica tutta la IV sezione del suo articolo Sulla Teoria Economica del Socialismo a esporre la tesi che il suo modello sarebbe applicabile anche se lorgano centrale di coercizione decidesse di impedire la libera scelta di beni e servizi di consumo e di posti di lavoro, imponendo a tutta la societ le sue particolari preferenze al riguardo. Non c da stupirsi, pertanto, che, come vedremo poi, Lange terminasse la sua vita accademica lodando e giustificando il sistema stalinista.

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socialisti. Lange, in particolare, e il resto dei socialisti di mercato in generale, abusano, senza dubbio, del termine mercato competitivo di beni di consumo (e anche dellespressione sovranit del consumatore applicata a un sistema socialista), dato che nel socialismo non c pi sovranit o libert di quella che avrebbe, per esempio, un prigioniero che si definisse libero sempre e quando restringesse il suo operato allambito di attivit che gli permettono le quattro pareti della sua cella.54

4. La futilit delle regole proposte da Lange In quarto luogo, impossibile che si possano applicare le regole proposte da Lange relative, la prima di esse, ad adottare quella combinazione di fattori per mezzo della quale si minimizzino i costi medi, e la seconda a produrre quel volume di produzione per mezzo del quale si uguaglino i prezzi e i costi marginali. Che Lange abbia considerato le sue regole come qualcosa di ovvio e fattibile unaltra dimostrazione dell effetto pregiudiziale che ebbe sulla sua formazione la teoria neoclassica dei costi in generale e, in particolare, la convinzione molto diffusa che i costi siano qualcosa di oggettivo e che vengano determinati da funzioni la cui informazione data. Tuttavia, come abbiamo constatato chiaramente nel secondo capitolo di questo libro, i costi non sono altro che apprezzamenti soggettivi del valore che per lagente hanno quei fini a cui rinuncia quando sceglie, agisce e si compromette in un determinato corso di azione. I costi sono valutazioni soggettive su alternative perdute e, pertanto, costituiscono uninformazione imprenditoriale tipica che valutata o creata continuamente da ciascun agente, sempre e quando possa esercitare liberamente la sua funzione e perspicacia imprenditoriale; e che, inoltre incorpora completamente tutte le caratteristiche gi analizzate per linformazione imprenditoriale, e specialmente il suo carattere soggettivo, pratico, disperso e non articolabile. chiaro che se i costi non sono dati (cio, se non esistono funzioni di costi), ma sono stimati soggettivamente per tentativi in modo continuato e in ciascun corso di azione difficilmente si potranno istruire i gestori delle industrie perch seguano le regole

Devo questa analogia a Robert Bradley, Market Socialism: A Subjectivist Evaluation, in The Journal of Libertarian Studies, opera citata, p. 39, nota 86. Lo stesso si pu dire in relazione al presumibilmente competitivo mercato di lavoro. Il fatto che un mercato di lavoro sia competitivo esige che sorgano continuamente nuove opportunit di impiego come risultato dei nuovi progetti di investimento, creazione di nuove imprese, nascita di nuove idee imprenditoriali, ecc., ed impossibile concepire che tutto questo possa verificarsi nel modello di Lange, nel quale non ci sono imprenditori, ma semplicemente gestori che, come robots, si limitano a seguire una serie di regole imposte dallalto.
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menzionate, e ancor meno potr lorgano centrale di pianificazione controllare oggettivamente se tali regole si stanno seguendo o no. La proposta di Lange non altro che una dimostrazione che, nella pratica, la teoria neoclassica dei costi, se non in termini puramente nominali, non stata capace di assorbire la rivoluzione soggettivista e, di fatto, continua ad essere ancorata al vecchio e caduco oggettivismo di Ricardo e Marshall.55 Per questo, non bisogna stupirsi che James Buchanan, forse in modo un po esagerato, abbia affermato che la totalit della controversia riguardo alla possibilit del calcolo economico nelle economie socialiste si basa su unincomprensione da parte dei teorici socialisti sulla vera natura soggettiva dei costi.56 E Jack Wiseman, recentemente scomparso, in un pregevole articolo pubblicato nel 1959, in cui tratta del problema che pongono i costi nella pianificazione economica socialista, sottolinea il loro carattere soggettivo e li definisce come la valorizzazione delle opportunit perdute al momento di scegliere un determinato corso di azione di fronte ad altri piani e progetti potenziali. Questa stima soggettiva pu essere realizzata solo dalla persona che abbia incominciato i progetti corrispondenti e si traduce in una decisione, molte volte implicita, se portare avanti o no un determinato piano dazione. Questo processo non genera mai uninformazione tale da permettere di fissare oggettivamente i

Purtroppo, i libri di testo moderni continuano ancora a fare unesposizione carente di tutta la critica del paradigma neoclassico-walrasiana e delle condizioni di optimum che il modello di concorrenza perfetta offre allinterno dei parametri della teoria economica del benessere. Anzi, molti dei pi prestigiosi si riferiscono perfino alle regole di Lange, e affermano esplicitamente che esse permetterebbero di raggiungere lo stesso optimum in uneconomia socialista, senza effettuare nessun tipo di sfumatura e trascurando i problemi che stiamo commentando in questo libro, e che non sono menzionati neanche en passant. Il danno che ci causa nella formazione degli alunni di economia pu tardare anni a risolversi e perfino arrivare ad essere irreversibile. In questo senso, e come esempio, si pu menzionare il noto libro di J.P. Gould e C.E. Ferguson, Microeconomic Theory (Richard D. Irwin, Illinois 1980, p. 445; esiste una traduzione spagnola di Eduardo L. Suarez pubblicata con il titolo Teora Microeconmica dal Fondo de Cultura Econmica, Messico, 1983) dove si conclude, senza alcun tipo di sfumatura o commento, ci che segue: Proposition (Lange-Lerner Rule): To attain maximum social welfare in a decentralized socialist society, the state planning agency should solve the constrained maximization problem and obtain the shadow prices of all the inputs and outputs; publish this price list and distribuite it to all members of the society; and instruct all consumers and all plant manager to behave as thug they were satisfaction or profitmaximizers operating in perfectly competitive markets (il corsivo mio). In questo modo viene esposto in modo categorico in un prestigioso libro di testo ed elevato al grado di conclusione scientifica il massimo dellassurdit. 56 Introduzione di James Buchanan a L.S.E. Essays on Costs, opera citata, pp. 3-10, e Cost and Choice, Marckham Publishing, Chicago 1969, pp. 21-26, 34-35, 41 e 96. Abbiamo detto che laffermazione di Buchanan un po esagerata perch la valutazione dei costi, pur essendo essenziale nel calcolo economico razionale, non se non una parte dellinformazione totale che si crea, genera e trasmette in modo imprenditoriale (e che comprende anche la valutazione dei fini che si vanno a raggiungere). Per noi, il cuore della controversia, pi che in una incomprensione riguardo alla vera natura soggettiva dei costi, consiste in unessenziale incomprensione riguardo alla vera natura dellazione umana e della funzione imprenditoriale, cos come le abbiamo definite nel Capitolo II. Buchanan conclude: Modern economic theorists measure their own confusion by the degree to which they accept the Lange victory over Mises, quite apart from the empirical record since established (p. 5 di L.S.E. Essays on Costs).
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prezzi equiparandoli a dei dati di costi che siano stati previamente stabiliti in forma oggettiva. Per questi motivi, Wiseman conclude che le regole di Lange non possono presupporre nessuna guida per i gestori delle industrie socialiste e che, pertanto, qualsiasi regola che si stabilisca in questo senso avr un carattere arbitrario, tanto riguardo al suo contenuto concreto, quanto riguardo alle possibilit del suo controllo pratico ed efficace da parte dellorgano centrale di pianificazione.57 Serve a pochissimo, pertanto, che si diano istruzioni ai responsabili delle corrispondenti fabbriche e imprese perch utilizzino quella combinazione di fattori per cui i costi medi siano minimi. Dato il carattere soggettivo dei costi, questa regola vuota di contenuto, e vale tanto come dar loro lordine di fare come meglio possono, ma senza permetter loro di esercitare simultaneamente quelle azioni di tipo imprenditoriale che sono le uniche che possono garantire il risultato voluto di ridurre i costi.58 In effetti, in uneconomia di mercato

Queste sono le parole dello stesso Wiseman:It is no longer possible, once uncertainty is admitted, to interpret the opportunity-cost problem as one of scarcity alone, to be solved by a choice between alternative factor inputs and product outputs with all prices known. That is, opportunity costs is no longer a simple question of summation and comparison of known data. Prices and other variables have to be estimated: opportunity cost decisions involve uncertainty (and therefore judgement) as well as scarcity. The cost problem now arises as a choice between alternative plans of action Since opportunity costs cannot be treated simply as known money costs, but must be considered as estimates of foregone alternative revenues, it is no longer useful in conditions of uncertainty to speak of equality of marginal money cost and price as a property of an efficient resource distribution. E conclude che, in un sistema socialista the marginal-cost rule, as normally framed, gives no clear guidance to those responsible for the organization of production in such an economy. Attempts to reinterpret the rule in such a way as to take account of uncertainty preclude the possibility of a direct check on the efficiency of collectivist managers in obeying that rule. Any indirect, objective, check used as a supplement to the marginal rule will in fact supplant that rule as the directive for managerial effort, and in any case no completely objective check is possible. Further, whatever rule or check is adopted, imperfectly competitive behaviour is to be expected. (Vedere Jack Wiseman, Uncertainty, Costs, and Collectivist Economic Planning, pubblicato su Economica, maggio del 1953, e ristampato come Capitolo IX del libro L.S.E. Essays on Costs, opera citata, pp. 229 e 243-235.) Alle stesse conclusioni era arrivato precedentemente G.F. Thirlby che nel suo pregevole articolo The Ruler (South African Journal of Economics, dicembre del 1946, ristampato come Capitolo VII del libro L:S:E: Essays on Costs gi citato) afferma che ogni regola che stabilisca che esiste un qualche tipo di relazione oggettiva e discernibile tra gli introiti e i costi (sia che lintroito marginale sia uguale al costo marginale, o che il prezzo sia uguale al costo marginale, o che la totalit degli introiti sia uguale a quella dei costi, ecc.) has not the objectivity that is by implication attributed to it; consequently that the application of the rule is impracticable. Per inciso, tutta questa teoria mette in evidenza il fatto che mancano di fondamento teorico tanto gran parte della teoria denominata teoria della determinazione dei prezzi nei servizi pubblici (Vedere Jack Wiseman, The Theory of Public Utility Price: An Empty Box, Oxford Economic Papers, Oxford University Press, Oxford 1957, n. IX) quanto gran parte dell analisi economica del diritto relativa alla legislazione anti-trust. 58 Paul Craig Roberts nel suo Oskar Langes Theory of Socialist Planning: An Obscurant of Socialist Aspirations (Capitolo V del suo Alienation and the Soviet Economy, Homes & Meir, New York 1990, e specialmente nelle pp. 96-98), giunge ugualmente alla conclusione che le regole di Lange non sono applicabili nella pratica. Anche se dobbiamo a Roberts alcuni apporti interessanti, come laver evidenziato lincompatibilit tra il marxismo e il socialismo di mercato, cos come il carattere di pura razionalizzazione ad hoc e a posteriori della pianificazione centrale sovietica, pertanto cos definita erroneamente, riteniamo la sua analisi del socialismo difettosa per il fatto di non essere sufficientemente soggettivista, cio di non basarsi su uno studio delle conseguenze che luso della coercizione sistematica ha sugli esseri umani e sui processi sociali. Inoltre, non basta mostrare le contraddizioni esistenti tra il marxismo e il modello di Lange per screditarlo: se il modello di Lange si trasforma in una speranza per molti, sar necessario confutarlo
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in cui si possa esercitare liberamente la funzione imprenditoriale, agli imprenditori nascono continuamente nuove idee, intuizioni, ecc., sulla creazione di nuove combinazioni di beni di capitale e nuove caratteristiche degli stessi, pi economiche ed efficienti, che si possono provare in modo imprenditoriale e che, se hanno successo, danno luogo ai corrispondenti benefici imprenditoriali, e alla graduale eliminazione dei concorrenti; costoro si vedono obbligati, se vogliono sopravvivere, a introdurre le migliorie e le novit gi scoperte e provate con successo. Nel sistema proposto da Lange tutto questo processo non portato a termine: non esiste la possibilit di esercitare liberamente la funzione imprenditoriale, per cui linformazione relativa ai procedimenti per ridurre i costi dei beni di capitale neppure si produce. E anche se per caso si producesse, sarebbe irrilevante, poich il prezzo dei beni prestabilito in modo parametrico dallorgano centrale di pianificazione, e lunica via duscita per il gestore che per caso avesse unidea imprenditoriale sarebbe quella di cercare di convincere lorgano centrale di pianificazione che il bene in questione potrebbe essere prodotto in altro modo pi economico ed efficiente, per cui il suo prezzo dovrebbe ridursi. Questo compito, logicamente, impossibile, non solo per le difficolt di trasmissione della conoscenza pratica, dispersa, soggettiva e non articolabile gi studiate varie volte, ma anche perch, per definizione e daccordo con il modello di Lange, lorgano centrale di pianificazione riduce i prezzi solo quando si sia evidenziato, a posteriori, che esiste un eccesso di produzione, ma non perch un gestore pi o meno sveglio oppure originale creda che in futuro le cose si potrebbero fare meglio in un altro modo.59

con argomentazioni di maggior peso di quelle utilizzate da Roberts. Daltra parte, in Roberts non compare da nessuna parte la funzione imprenditoriale, la sua idea della sfida iniziale e degli apporti al dibattito di Mises e Hayek povera e confusa, e centra il suo lavoro pi sullanalisi, non molto soddisfacente a causa del suo carattere troppo oggettivista, di Polanyi sulle strurrure policentriche e gerarchiche della societ, che sulla teoria, sempre di Polanyi, sul carattere tacito e non articolabile della conoscenza pratica che, come gi sappiamo, molto pi rilevante per lo studio teorico del socialismo. Infine, Roberts non si rende conto che limposizione dallalto del nirvana costituito dal modello dellequilibrio sociale, senza cambiamenti e in perfetta sintonia, risponde completamente alle aspirazioni di Marx (sparizione dellalienazione, perch lorigine e landamento di ogni processo sociale identificabile dai suoi partecipanti, e direzione cosciente delleconomia), per cui non deve stupire lattrazione fatale che il socialismo (e linterventismo) ha di solito per i teorici dellequilibrio, anche se siamo daccordo con Roberts sul fatto che il nesso con Marx si interrompe dal momento in cui si vuole ammettere certe istituzioni del mercato per facilitare il raggiungimento del suddetto equilibrio, come succede con il modello di socialismo competitivo. Questa incompatibilit fra i criteri di assegnazione propri del mercato e la tradizionale ideologia socialista stata spiegata, pi recentemente, anche da Pawel H. Dembinski in The Logic of the Planned Economy. The Seeds of the Collapse, Clarendon Press, Oxford 1991, e specialmente pp. 68-69. 59 In the discussion of this sort of problem, as in the discussion of so much of economic theory at the present time, the question is frequently treated as if the cost-curves were objectively given facts. What is forgotten is that the method which under given conditions is the cheapest is a thing which has to be discovered anew, sometimes almost from day to day, by the entrepreneur, and that, in spite of the strong inducement, it is by no means regularly the established entrepreneur, the man in charge of the existing plant,

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Tutte queste argomentazioni si possono ripetere, allo stesso modo, in relazione alla seconda regola di Lange, e anche a questa bisogna applicare, indipendentemente, largomentazione che Mises e Hayek avevano gi sviluppato in precedenza per criticare il tentativo di utilizzare il criterio del costo marginale da parte dei teorici tedeschi Heimann e Polanyi, che avevano proposto di organizzare il sistema socialista in base a un insieme di monopoli o trusts competitivi. In effetti, dobbiamo ricordare che la regola del costo marginale non utilizzabile perch non sono i costi che determinano i prezzi, ma tutto il contrario, sono i prezzi che determinano i costi e, pertanto, la regola ha lambiguit di ogni ragionamento circolare. Inoltre, dato che uno dei componenti pi importanti del costo la quota di ammortizzazione o deprezzamento del bene di capitale, il suo calcolo esige che si conosca il valore di sostituzione di quel bene di capitale nel futuro, cosa che non si pu portare a termine nel sistema proposto da Lange, visto che il suddetto valore dipender sia dal prezzo parametrico, scelto arbitrariamente, che si dovesse stabilire in futuro, sia dal risultato futuro del processo arbitrario di adattamento attraverso il metodo di prova ed errore che propone Lange. Daltro canto, Oskar Lange parla dei costi marginali come se essi fossero indipendenti dal periodo di tempo considerato dal responsabile dellindustria o dellimpresa in questione. cos perch nella letteratura dei teorici socialisti di mercato si distingue radicalmente, da un lato, tra la regola a breve termine (senza che si specifichi in che cosa consiste tale breve termine) di equiparare prezzi ai costi marginali, e una teoria di investimento a lungo termine nella quale gli aumenti e diminuzioni dei beni di capitale

who will discover what is the best method. The force which in a competitive society brings about the reduction of price to the lowest cost at which the quantity salable at that cost can be produced is the opportunity for anybody who knows a cheaper method to come in at his own risk and to attract customers by underbidding the other producers. But, if prices are fixed by the authority, this method is excluded. Any improvement, any adjustment of the technique of production to changed conditions will be dependent on somebodys capacity of convincing the S.E.C. (Supreme Economic Council) that the commodity in question can be produced cheaper and that therefore the price ought to be lowered. Since the man with the new idea will have no possibility of establishing himself by undercutting, the new idea cannot be proved by experiment until he has convinced the S.E.C. that his way of producing the thing is cheaper. Or, in other words, every calculation by an outsider who believes that he can do better will have to be examined and approved by the authority, which in this connection will have to take over all the functions of the entrepreneur. Vedere F.A. Hayek, Social Calculation III: The Competitive Solution, in Individualism and Economic Order, op. cit., pp. 196-197. evidente che Lange non ha mai capito questo argomento di Hayek dal suo articolo Ruolo della Pianificazione nellEconomia socialista (Problemi di Economia Politica del Socialismo, opera citata) dove, bench riconosca lenorme difficolt pratica di stabilire prezzi in funzione dei costi marginali, ritiene che ci sia una buona approssimazione pratica a questo obbiettivo utilizzando i costi medi variabili che hanno le imprese con costo pi alto in ogni settore (pp. 32 a 34). Lange non capisce che lapprossimazione pratica che propone una cifra puramente arbitraria che si ricava da uninterpretazione di fatti del passato e che non ha niente a che vedere con il concetto di costo che necessario per rendere possibile il calcolo economico razionale, per cui la regola che propone servirebbe solo ad equiparare i prezzi a delle cifre nominali di costi esagerate, per il fatto che queste includono e nascondono qualsiasi tipo di inefficienza e ridondanza.

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sono considerati in modo esplicito. Tuttavia, se si vuole stabilire una regola che abbia unefficacia pratica, e che possa inoltre essere controllata dallorgano di pianificazione, sar obbligatorio indicare espressamente per ciascun caso concreto che periodo di tempo bisogna prendere in considerazione, al fine di poter arrivare a sapere quali fattori saranno fissi e quali variabili in tale periodo e, di conseguenza, di poter calcolare i corrispondenti costi marginali. Come evidente, non esiste nessun criterio oggettivo, non arbitrario, per decidere che periodo di tempo bisogner60 scegliere, cosa che suppone un motivo

addizionale per cui non fattibile mettere in pratica la regola di Lange che stiamo commentando. Insomma, e come commento finale in relazione al tema dei costi, ci che trasuda tutta la proposta di Lange al riguardo una concezione statica delleconomia, in cui si suppone che non si verifichino o producano cambiamenti e che tutta linformazione necessaria per calcolarli sia gi disponibile. Se ci fossero queste due condizioni, si potrebbero applicare le regole di Lange, supponendo che i costi gi dati e conosciuti si mantenessero inalterabili nel futuro. Ma nel mondo reale, in cui linformazione non data, i costi sono soggettivi e si modificano continuamente, nessuna delle due regole enunciate da Oskar Lange pu essere utilizzata per rendere possibile il socialismo.61 5. Limpossibilit teorica del metodo di prova ed errore In quinto luogo, Lange nel suo modello d tanta importanza allapplicazione del metodo di prova ed errore che non ci resta altro da fare se non tornare su questo tema. Bench, certamente, la soluzione di Lange non sia fattibile sulla base delle argomentazioni che abbiamo gi visto, non possiamo tralasciare di riportare qui, in aggiunta, tutte e ciascuna delle nove critiche che abbiamo gi fatto in dettaglio nel capitolo precedente al metodo di prova ed errore.

Abram Bergson a questo proposito ha sottolineato: In practice, what we have to reckon with is not a unique marginal cost for a given level of output, but a complex of marginal costs, each of which is pertinent to a particular period of time. As a longer period of time is considered, more of the fixed factors become variable. Vedere Abram Bergson, Socialist Economics in A Survey of Contemporary Economics (ed. Howard S. Ellis), Richard D. Irwin, Illinois, 1948, p. 427. 61 Forse Don Lavoie colui che ha spiegato questo estremo con maggiore semplicit. The MC = P rule will optimize allocation within a given framework of means and ends as long as future costs are expected to be the same as current costs. This is a world of static expectations, which are reasonable in a static world. In a world of continuous change, however, an entrepreneur must try to anticipate demand, to form expectations, and to act on them. He should view his costs on the basis of the specific alternatives that appear available to him at the time of his choice. Both his estimate of revenue and his estimate of costs depend on his expectations at the time of decision. Vedere Rivalry and Central Planning, opera citata, p. 141.
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Concretamente, dobbiamo ricordare il carattere falsamente semplicistico della regola che consiste nellosservare lo stato degli stocks o inventari, vedendo se c eccesso o scarsit per modificare convenientemente i prezzi, in funzione di tale osservazione, poich non esiste un punto di riferimento oggettivo che guidi la corrispondente osservazione, n possibile generare o trasmettere linformazione che sarebbe necessaria per modificare i prezzi in modo adeguato. In effetti, n leccesso n la scarsezza di prodotto sono qualcosa di discernibile in modo oggettivo, consultando semplicemente determinate cifre statistiche sugli inventari, mentre invece, indipendentemente dal computo o dalla cifra che compaia nelle statistiche, ci troveremo di fronte a una situazione di scarsit o di eccesso cos come esse stesse sono soggettivamente giudicate dallagente, secondo le particolari circostanze del caso. Un eccesso di prodotto pu non essere tale, se soggettivamente si considera un periodo di tempo pi lungo e abbiamo la convinzione e laspettativa che entro quel periodo di tempo si verificher un incremento della domanda. In queste circostanze, sarebbe un grave errore per lorgano centrale di pianificazione ridurre i prezzi parametrici, pensando con ci di avvicinarsi agli ipotetici prezzi di equilibrio che si formerebbero nel mercato. Una apparente scarsit pu non essere tale, se si prevede una diminuzione nella domanda o, anche se cos non fosse, se si pensa che la cosa pi conveniente sia affrontarla seguendo la via dellinnovazione o dellutilizzazione di succedanei, e non incrementando il prezzo corrispondente. Essendo i concetti di eccesso e scarsit nettamente soggettivi, possono sorgere solo nel contesto di unazione imprenditoriale esercitata liberamente, costituendo uninformazione di tipo soggettivo, pratico, disperso e non articolabile, che, pertanto, non potr essere trasmessa allorgano centrale di pianificazione. Inoltre, come gi sappiamo, se i gestori non possono esercitare con totale libert la loro funzione imprenditoriale, non si generer neppure al loro livello linformazione rilevante e necessaria per il calcolo economico razionale. Pertanto, le decisioni dell organo centrale di pianificazione tendenti a incrementare i prezzi quando si osservino scarsit e a diminuirli quando si rilevino eccessi di prodotto sono puramente arbitrarie e non permettono in alcun modo il calcolo economico razionale. Nel mondo economico reale non esistono delle funzioni di domanda e offerta che, misteriosamente, indichino quali sono le quantit offerte e richieste a ciascun prezzo in modo oggettivo e che permettano che qualsiasi osservatore esterno, osservando semplicemente il livello degli inventari o stocks, possa stabilire che modifiche bisogna apportare al prezzo fino a raggiungere il prezzo di equilibrio. I prezzi non nascono
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dallintersezione di due curve o funzioni di domanda e offerta, ma risultano da una serie di interazioni umane mosse dalla forza dellimprenditorialit che cerca costantemente di valutare quali saranno le condizioni del futuro, e, di conseguenza, orienta la sua azione con il fine di trarne beneficio. Inoltre, per ci che si riferisce a una gran quantit di casi del settore dei beni di capitale, il metodo proposto da Lange , radicalmente inapplicabile in forma teorica, come succede sempre quando, invece di trattarsi di un bene di capitale standardizzato o prodotto in modo massivo, ci troviamo di fronte il tipico bene di capitale che si contratta su commissione e del quale non si producono molte unit. Non capiamo come Oskar Lange abbia potuto pensare che, riferendosi a beni di capitale come le grandi navi industriali, importanti beni immobili, installazioni di altiforni, cantieri navali, navi speciali, ecc., si potesse prendere in considerazione, anche solo in maniera ipotetica, la possibilit di scoprire in modo oggettivo, semplicemente osservando levoluzione degli inventari, se esiste o no un eccesso o una scarsit del bene in questione. Se prima di prendere la decisione riguardo alla modificazione del prezzo si aspetta il numero necessario di anni per apprezzare chiaramente il grado e la durata della scarsit o delleccesso percepiti, senza alcun dubbio sar gi troppo tardi quando si prendano le opportune decisioni. E, se si prende la decisione precipitosamente, basandosi su intuizioni da parte dellorgano centrale di pianificazione, la cosa pi probabile che si commettano errori gravi e irreversibili.62 Infine, il modello di Lange comprende due possibilit: o che si sospendano tutte le transazioni mentre lorgano di pianificazione osserva se esistono eccessi o scarsit e decide quali prezzi vanno modificati e in che senso e che ammontare, o che si permetta

Come afferma Hayek: I believe that preoccupations with concepts of pure economic theory has seriously misled both our authors (Lange e Lerner). In this case it is the concept of perfect competition which apparently has made them overlook a very important field to which their method appears to be simply inapplicable. Wherever we have a market for a fairly standardized commodity, it is at least conceivable that all prices should be decreed in advance from above for a certain period. The situation is, however, very different with respect to commodities which cannot be standardized, and particularly for those which today are produced on individual orders, perhaps after invitation for tenders. A large part of the product of the heavy industries which, of course, would be the first to be socialized, belongs to this category. Much machinery, most buildings and ships, and many parts of other products are hardly ever produced for a market, but only on special contracts. This does not mean that there may not be intense competition in the market for the product of these industries, although it may not be perfect competition in the sense of pure theory; the fact is simply that in those industries identical products are rarely produced twice in short intervals; and the circle of producers who will compete as alternative suppliers in each instance will be different in almost every individual case, just as the circle of potential customers who will compete for the services of a particular plant will differ from week to week. What basis is there in all these cases for fixing prices of the product so as to equalize supply and demand?, Socialist Calculation III: The Competitive Solution, Individualism and Economic Order, op. cit., pp. 188-189.
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che si effettuino transazioni a prezzi falsi. Nel primo caso, che fu analizzato gi quando abbiamo studiati modelli planimetrici, si blocca tutta lattivit economica, e durante questo periodo il sistema perde tutta la sua flessibilit e possibilit di calcolo. Non sembra che Lange abbia pensato a quella possibilit, per quello che non ha preso in considerazione che, se si permettono le transazioni a prezzi falsi, si invier una serie di segnali distorti a tutto il sistema che impediranno che si raggiunga lequilibrio tanto desiderato da Lange. Questo problema non si pone in uneconomia reale di mercato in cui le transazioni scoordinate creano e generano proprio lincentivo per essere continuamente scoperte e smascherate da una funzione imprenditoriale sempre desiderosa di ottenere benefici. Senza la libert di esercitare la funzione imprenditoriale e di perseguire liberamente benefici da parte di tutti gli agenti economici, non esiste alcuna garanzia che si stabilisca un processo coordinatore generale che adatti il comportamento di tutti i partecipanti al sistema. E questo qualcosa che, a quanto pare, Lange non ha mai capito.

6. La fissazione arbitraria del tasso di interesse In sesto luogo, bisogna sottolineare che la fissazione del tasso di interesse (inteso come il prezzo dei beni presenti in relazione ai beni futuri, o, se si preferisce, come il rapporto tra il valore dato al consumo presente e quello attribuito al consumo futuro) nel modello di Lange si dovr effettuare in modo puramente arbitrario. Primo, considerando i risparmiatori o coloro che offrono beni presenti, costoro si vedranno impossibilitati a prendere una decisione economica razionale riguardo allassegnazione delle loro risorse tra il consumo presente e quello futuro, sia per la ristrettezza del men di beni presenti che il sistema offre loro, che per limpossibilit di disporre, nel futuro, di un tipo e una quantit di beni e servizi di consumo cos grande e vario come quello che genera un sistema nel quale la funzione imprenditoriale si potesse esercitare liberamente per soddisfare e scoprire un numero crescente di necessit. E tutto questo supponendo che lorgano centrale di coercizione non si ostini, come sua abitudine, a intraprendere politiche di risparmio forzato, a danno generalizzato dei consumatori di ogni momento presente. Il problema ancora pi grave, se possibile, visto dalla parte di coloro che richiedono beni presenti. Poich in questo caso tocca ai gestori delle diverse imprese socialiste richiedere i beni presenti per portare a termine i loro piani di investimento, contrattando la
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mano dopera, le risorse della natura e i beni di capitale necessari per elaborare le diverse tappe di beni di capitale con cui si produrranno i beni e servizi di consumo che saranno disponibili nel futuro. Qui, di nuovo, si pone in pieno il doppio problema che costituisce lessenza teorica della nostra tesi. Da un lato, questi gestori, non potendo esercitare liberamente la loro funzione imprenditoriale, non creeranno neppure linformazione pratica di cui hanno bisogno per assegnare razionalmente le loro risorse. Cio, dal momento che non possono ottenere il beneficio dai loro rispettivi progetti imprenditoriali, non genereranno neppure le idee necessarie. Inoltre, spetter allorgano centrale di pianificazione, e concretamente alla banca statale incaricata di distribuire i corrispondenti fondi finanziari, decidere, in ultima analisi, a quale gestore li prester, e in che quantit e a quali condizioni. Questo suppone che la decisione finale sar nelle mani di qualcuno che non disporr dellinformazione pratica di prima mano che necessaria per poterla prendere (non solo perch questa non si genera neppure a livello dei gestori, ma anche, per di pi, perch anche se si generasse, non potrebbe essere trasmessa allorgano centrale di coercizione). Il calcolo economico, al momento di prendere le decisioni sulla distribuzione dei fondi finanziari da parte dellorgano centrale di pianificazione, sarebbe, pertanto, puramente arbitrario. Insomma, il modello di Oskar Lange impedisce, in generale, che esista un vero mercato di capitali e, in particolare, una borsa di valori e titoli rappresentativi della propriet delle imprese, cosa che, come stato messo in evidenza da Lachmann,63 costituisce, senza alcun dubbio, uno dei difetti pi importanti di tutto il modello di Lange.

7. Ignoranza riguardo al comportamento tipico degli organismi burocratici In settimo luogo, il modello di Oskar Lange non pu funzionare perch non prende in considerazione quale sarebbe il comportamento reale dei diversi agenti economici, e specialmente dei gestori delle imprese nazionalizzate e dei burocrati incaricati dallorgano centrale di pianificazione , allinterno del quadro disegnato dal modello stesso. Fino ad ora abbiamo commentato diversi aspetti sullimpossibilit teorica del calcolo economico nel

The stock Exchange is perhaps the most characteristic of all the institutions of the market economy What really distinguishes capitalism from a socialist economy is not the size of the private sector of the economy, but the ability of the individual freely to buy and shell shares in the material resources of production. Their inability to exercise their ingenuity in this aspect is perhaps the most important disability suffered by the citizens of socialist societies. Si veda Ludwig M. Lachmann, Methodological Individualism and the Market Economy, in Capital, Expectations and the Market Process, Sheed, Andrews and McNeel, Kansas 1977, p.161.
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modello di Lange, perch non permette che in esso esistano veri imprenditori intesi cos come sono stati definiti nel Capitolo II di questo libro. Tuttavia, non stata fatta alcuna menzione riguardo a che tipo di comportamenti specifici fomenterebbe il modello di Lange tra i diversi agenti economici e sociali previsti in esso. Si tratta, pertanto, di incorporare nella nostra analisi il punto di vista della cosiddetta Scuola della Scelta Pubblica, che si tanto sviluppata negli ultimi anni, e che si preoccupata specialmente di analizzare i processi di interazione umana in ambienti di tipo politico e burocratico, nei quali, per definizione, le relazioni istituzionali di tipo coercitivo sono preponderanti. In questo senso, non possiamo tralasciare di riportare qui il seguente commento nel quale James Buchanan critica Lange per non aver preso in considerazione uno degli aspetti pi importanti del problema, cio sapere come dovrebbero comportarsi gli agenti economici nel quadro istituzionale da lui disegnato: By the third decade of this century, economic theory had shifted to a discipline of applied mathematics, not catallaxy. Even markets came to be viewed as computing devices and mechanisms, that may or may not secure idealized allocative results. Markets were not, at base, viewed as exchange institutions, out of which results emerge from complex exchange interaction. Only in this modern paradigm of economic theory could the total absurdity of the idealized socialist structure of Lange-Lerner have been taken at all seriously, as indeed it was (and, sadly, still is) by practicing economists. We may well ask why economists did not stop to ask the question about why socialist managers would behave in terms of the idealized rules. Where are the economic eunuchs to be found to operate the system?64 I fondamenti della scuola della scelta pubblica furono, senza alcun dubbio, iniziati dallo stesso Mises quando, nel concepire leconomia come una scienza molto ampia incaricata di studiare teoricamente tutti i processi relazionati con lazione umana, diede adito a che i ricercatori cominciassero ad applicare lanalisi economica alle azioni umane

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Si veda James M. Buchanan, The Public Choice Perspective, Capitolo III di Liberty, Market and State. Political Economy in the 1980s, Harvest Press, Sussex 1986, p. 25. La traduzione in italiano di questa citazione potrebbe essere la seguente: A partire dalla terza decade di questo secolo la teoria economica si converte in un ramo della matematica applicata e cessa di essere una teoria dellinterscambio (catallattica). Gli stessi mercati passano ad essere considerati come meccanismi capaci di raggiungere, in maggiore o minore misura, risultati ideali per quel che riguarda lassegnazione delle risorse. Si smette, pertanto, di considerare i mercati come istituzioni di interscambio che nascono da una complessa interazione umana. Solo allinterno della prospettiva di questo nuovo paradigma si spiega che si potesse arrivare a prendere sul serio il modello totalmente assurdo di socialismo ideale di Lange-Lerner, nel quale continuano tristemente a credere ancor oggi molti professionisti delleconomia. Noi ci chiediamo come gli economisti non si siano fermati a pensare perch i gestori socialisti dovrebbero comportarsi seguendo le regole stabilite nel modello. Dove si potrebbero trovare gli eunuchi economici che sono necessari per farsi carico di tale sistema? Si veda anche larticolo di David M. Levy, The bias in centrally planned prices, Public Choice, volume 67, n. 3, dicembre 1990, pp. 213-226.

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che si sviluppano in diversi ambienti del mercato inteso in senso stretto tradizionale, come possono essere lambiente politico, quello burocratico, ecc. Allinterno di questo contesto bisogna considerare lopera chiave e pioniera di Mises sulla burocrazia apparsa nel 1944, e in cui, per la prima volta, si evidenzia come la burocrazia deve nascere per forza in tutte le aree sociali in cui non si permette la libera ricerca imprenditoriale del beneficio.65 Inoltre Mises sviluppa nel suo lavoro molti dei punti che, posteriormente, dovevano divenire oggetto di ricerca con maggiore dettaglio e profondit, tra gli altri, da parte delleconomista ungherese Jnos Kornai nella sua analisi economica relativa al funzionamento reale delle economie dellEst. di grande interesse raccogliere letteralmente le conclusioni a cui arriva Kornai sul modello di Lange dal punto di vista della Scuola della Scelta Pubblica, e che si riferiscono sia al comportamento dellorgano centrale di pianificazione sia a quello dei gestori delle imprese corrispondenti. In effetti, Kornai ci dice che: Langes model is based on erroneous assumptions concerning the nature of the planners. The people at his Central Planning Board are reincarnations of Platos philosophers, embodiments of unity, unselfishness, and wisdom. They are satisfied with doing nothing else but strictly enforcing the Rule, adjusting prices to excess demand. Such an unworldly bureaucracy never existed in the past and will never exist in the future. Political bureaucracies have inner conflicts reflecting the divisions of society and the diverse pressures of various social groups. They pursue their own individual and group interests, including the interests of the particular specialized agency to which they belong. Power creates an irresistible temptation to make use of it. A bureaucrat must be interventionist because that is his role in society; it is dictated by his situation Langes model is based on an equally erroneous assumption concerning the behaviour of the firm. He expects the firm to follow the Rule designed by the system engineers. But society is not a parlor game where the inventor of the game can arbitrarily invent rules. Organizations and leaders who identify themselves with their organizations have deeply ingrained drives: survival, growth, expansion of the organization, internal peace within the organization, power and prestige, the creation of circumstances that make the achievement of all these goals easier. An artificial incentive scheme, supported by rewards and penalties, can be super-imposed. A scheme may support some of the unavowed motives just mentioned. But if it gets into conflict with them, vacillation and ambiguity may follow. The organizations leaders will try to influence those who imposed the incentive scheme or will try to evade the rules What emerges from this

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Ludwig von Mises, Bureaucracy, Arlington House, New Rochelle, Nueva York 1944. Esiste una taduzione in.

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procedure is not a successfully simulated market, but the usual conflict between the regulator and the firms regulated by the bureaucracy.66 Anche questi problemi erano gi stati indicati da Hayek nella sua contestazione a Lange del 1940. In effetti, Hayek mette in evidenza che il modello di Lange dovrebbe per forza portare alla peggior forma di burocrazia, poich lorgano centrale di pianificazione si vedrebbe obbligato a controllare se i gestori agivano o no daccordo con alcune regole il cui adempimento non potrebbe essere controllato in modo oggettivo. Larbitrariet da parte dellorgano centrale di coercizione e i comportamenti perversi dei gestori tendenti a dimostrare che, almeno sulla carta, avevano adempiuto alle norme stabilite, cos come ad assicurarsi che ogni tipo di corruzione, connessioni o appoggi nellorgano di pianificazione, comparirebbero dovunque.67 Anzi, questi problemi furono, almeno parzialmente, riconosciuti dallo stesso Lange che giunse addirittura ad affermare che per lui il pericolo reale del socialismo quello della burocratizzazione della vita economica.68 Tuttavia, Lange dimostra di non capire la

portata reale di questo pericolo quando, di seguito, aggiunge che, in ogni caso, non sarebbe maggiore di quello posto dalla stessa burocratizzazione in un sistema capitalista, in cui i gestori imprenditoriali che prendono le decisioni sono quasi funzionari, dal

Jnos Kornai, The Hungarian Reform Process, opera citata, pp. 1726-1727. (Questo articolo stato riprodotto come capitolo V del libro Vision and Reality. Market and State, Harvester, New York, 1990). In italiano: Il modello di Lange si basa su presupposti erronei relativi alla natura dei pianificatori. I funzionari dellorgano di pianificazione appaiono nel modello come la reincarnazione dei filosofi di Platone, dotati della massima saggezza, bont e unit di criterio, e senza nulla che li soddisfi di pi che seguire la Regola di adattare i prezzi nei casi di eccesso di domanda. Tuttavia, tale tipo idealizzato e celestiale di burocrazia non mai esistito nel passato e non esister mai nel futuro. Le burocrazie politiche, nella loro pi intima essenza, soffrono di conflitti, che riflettono le divisioni e pressioni che vengono dai diversi gruppi sociali. Cercano di ottenere i propri interessi, individuali e di gruppo, compresi gli interessi particolari del dipartimento burocratico al quale appartengono. Inoltre il potere crea unirresistibile tentazione a usarlo e ad abusarne. Un burocrate sar sempre un interventista, proprio perch il suo ruolo nella societ, dettato dalla situazione nella quale si trova, proprio quello Il modello di Lange si basa su un presupposto ugualmente erroneo relativo al comportamento dellimpresa. Lange pensa che limpresa potr seguire a qualsiasi costo la Regola dettata dagli ingegneri del sistema. Ma la societ non un campo di gioco in cui linventore del gioco possa stabilirne le regole a suo piacimento. Le organizzazioni e i liders che si identificano con esse sono influenzati da motivazioni che hanno radici profonde: la sopravvivenza, la crescita, lespansione dellorganizzazione, la pace interna, il potere e il prestigio, e la creazione delle circostanze necessarie per rendere pi facile il raggiungimento di tutti questi obbiettivi. Si pu stabilire uno schema artificiale di incentivi sostenuto da premi e sanzioni, e si pu anche appoggiare alcune delle motivazioni menzionate. Ma se entra in conflitto con alcune di esse provocher vacillamento e ambiguit allinterno dellorganizzazione. I liders cercheranno o di influire su coloro che stabiliscono il sistema di incentivi o semplicemente di eludere le regole Ci che emerge da tutto questo processo non un mercato artificiale simulato con successo, ma il tipico conflitto che nasce sempre tra colui che detta le regole e le imprese che le devono seguire. 67 F.A. Hayek, Socialist Calculation III: The Competitive Solution, in Individualism and Economic Order, op. cit., pp. 198-199. 68 Oskar Lange, Sobre la Teora Econmica del Socialismo (Sulla Teoria Economica del Socialismo), edizione spagnola, opera citata, pp. 115-116
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momento che solitamente non sono i proprietari del capitale e praticamente non sono responsabili di fronte a nessuno. difficile mostrare una concezione pi ristretta ed erronea del capitalismo. Ogni economia reale di mercato si caratterizza perch in essa esiste completa libert di esercizio della funzione imprenditoriale, indipendentemente da chi eserciti, come protagonista in ogni momento e circostanza, limprenditorialit ( gli azionisti, i gestori, ecc.), cosa che sar tanto storicamente contingente quanto teoricamente irrilevante. Al contrario, in un regime socialista viene vietato con la forza a tutto il mondo lesercizio dellimprenditorialit almeno nellambito dei beni di capitale, dissociando e separando la presa di decisioni fondamentali da quelle persone che sono le uniche, in un ambiente di libert imprenditoriale, che potrebbero arrivare a creare e a scoprire linformazione necessaria per prendere tale decisioni in modo adeguato. In ogni caso, questa preoccupazione di Lange per la burocratizzazione del socialismo passata ai suoi discepoli e spiega come costoro abbiano sviluppato tutta una letteratura sul consolidamento e il progetto di bonus e sistemi di incentivazione che teoricamente non riuscita a risolvere i problemi posti e, in pratica, non ha raccolto che totali fallimenti, nonostante le grandi speranze che avevano suscitato a suo tempo e delle quali oggi praticamente non si ricorda pi nessuno.69 Il fatto che il sistema di bonus e incentivi per rendere possibile il funzionamento del socialismo impossibile anche da un punto di vista teorico, poich implicherebbe che lorgano centrale di pianificazione incaricato di stabilirli e concederli disponesse a priori di una conoscenza che gli impossibile avere. In effetti, la concessione da parte di un terzo di bonus o incentivi implica dare implicitamente per scontato che quel terzo conosca, prima di concedere il premio o la sanzione, se il nuovo sistema di produzione, il nuovo bene o servizio prodotto, o se ladempimento della regola sono stati portati a termine con successo o no; conoscenza di cui impossibile che lorgano centrale di pianificazione possa venire in possesso per i motivi gi pi volte esposti in questo libro. Che si sia coordinato un comportamento dissestato nella societ, qualcosa che, da fuori, non direttamente osservabile in modo oggettivo, ma costituisce un processo del quale si pu solo teorizzare formalmente indicando che il sorgere di un beneficio imprenditoriale metter in evidenza che si prodotto leffetto di coordinamento che non direttamente osservabile. E se gli effetti di coordinamento in ogni circostanza

Pu essere interessante ricordare i seguenti lavori: Martin L. Weitzman, The New Soviet Incentive Model, Bell Journal of Economics, 7, n. 1 (primavera del 1976) pp. 251-257; Vinson Snowberger, Comment on the New Soviet Incentive Model, Bell Journal of Economics, 8, n. 2 (autunno del 1977); e William G. Rosemberg, Observations on the Soviet Incentive System, ACES Bulletin 19, n. 3-4, 1977, pp. 27-43.
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concreta non sono direttamente osservabili e, a loro volta, divengono evidenti solo per gli osservatori esterni, dopo lags temporali molto prolungati e solo in termini generali e in modo molto vago, parziale e imperfetto, chiaro che tutto il sistema di bonus e incentivi che presupponga una conoscenza oggettiva dei fatti che danno luogo agli stessi non pu servire n teoricamente n praticamente a simulare il funzionamento del processo imprenditoriale mosso dal desiderio di lucro che c in qualsiasi economia di mercato veramente competitiva. A parte che se si concede un bonus perch si suppone che gi si sa o si conosce che si creata o generata uninformazione di alto valore, teoricamente assurdo concedere tale bonus, dato che si sapeva di avere linformazione e di averla ottenuta prima della concessione del bonus stesso.70 Cio, non si tratta di concedere premi per i servizi compiuti, ma di stabilire una motivazione energica per creare e scoprire, nel futuro, uninformazione che necessaria e che oggi non si possiede (per cui impossibile articolare un sistema di bonus in relazione ad essa, poich non conoscendola ancora, non si concepisce neppure che possa esistere in futuro, n il valore che dovr avere). Quello che manca, pertanto, un sistema di bonus o incentivi che si concedano con carattere prospettico in tutti quei casi in cui si agisca in modo coordinato, anche se il risultato oggettivo di tale adattamento o coordinamento non si pu mai conoscere pienamente da parte di un terzo, o perlomeno si pu conoscere in modo molto parziale e dopo un periodo di tempo molto prolungato. E questo qualcosa che pu offrire solo uneconomia competitiva, con propriet privata dei mezzi di produzione, e nella quale esista una completa libert per lesercizio dellimprenditorialit. In queste circostanze, come gi sappiamo, il fine soggettivo di ogni azione costituisce il movente o beneficio che ci si aspetta di ottenere da essa, giustifica la sua realizzazione, fa s che si generi linformazione necessaria e, in caso che si ottenga, si trasforma in un guadagno effettivo per lagente il cui effetto soggettivo non pu essere uguagliato da nessun sistema artificiale di bonus per quanto ben disegnato e perfetto

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Devo questa importante idea riguardo allirrilevanza del sistema di bonus e incentivi in un sistema socialista a Israel M. Kirzner, il quale afferma: To reward managers for meeting or exceeding target output quantities presupposes that it is already known that more of these outputs is urgently required by society But if they are assumed already known, we are simply assuming away the need for entrepreneurial discovery. E arriva alla conclusione che, pertanto, incentives to socialist managers deny the essencial role of entrepreneurial discovery. Vedere Discovery and the Capitalist Process, opera citata, pp.34-35. Riguardo allo stabilire bonus o incentivi, nel capitolo seguente analizzeremo di nuovo le proposte fatte al rispetto da Dickinson, facendo una serie di considerazioni addizionali che dobbiamo considerare come qui rappresentate.

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Altri commenti sul modello classico di Lange Non possiamo terminare la nostra esposizione critica del modello classico di Lange senza riferirci alle affermazioni che fa alle pagine 89 e 106 rispettivamente dellarticolo che stiamo commentando. Nella prima di queste pagine Lange dice che lorgano centrale di pianificazione possieder sempre una qualche conoscenza del sistema economico molto superiore a quello che possa avere qualsiasi imprenditore privato individuale, per cui il processo di adattamento attraverso il metodo statale di prova ed errore sar, a parer suo, molto pi rapido ed efficace di quello che si porta a termine nel sistema capitalista. difficile trovare una maggiore incomprensione di come funziona il sistema capitalista di quella che rivela questa idea che Lange espone molto seriamente nel suo articolo. Anche se si pu ammettere che forse lorgano centrale di pianificazione possieda una qualche conoscenza delleconomia in generale superiore a quella di qualsiasi imprenditore individuale, il problema da conoscere non quello ma un altro molto diverso: che lorgano centrale di pianificazione non potr mai disporre del volume totale di informazione dispersa che tutta la rete di migliaia e migliaia di imprenditori costantemente genera, utilizza e trasmette in modo spontaneo nel sistema capitalista. Non si tratta, pertanto, di paragonare la conoscenza dellorgano centrale di pianificazione con quello di un imprenditore individuale separato o isolato, ma con quella generata e utilizzata da tutta la rete di imprenditori individuali che esercitano liberamente la funzione imprenditoriale in una societ libera. Per questo motivo, non solo il processo di adattamento del sistema socialista non sar pi breve, ma non si potr neppure portare a termine, data limpossibilit che lorgano di pianificazione ottenga linformazione necessaria per portare i prezzi verso lipotetico equilibrio. E, in ogni caso, non capiamo come Lange abbia potuto arrivare a pensare che il suo metodo di adattamento sarebbe dovuto essere pi breve ed efficace di quello di uneconomia di mercato, poich il suo modello stabilisce che i gestori semplicemente si adatteranno in modo passivo ai prezzi parametrici dei beni di capitale, senza che si possa modificare nessun prezzo se non venga deciso dallorgano centrale. Cio, finch non si riceva linformazione necessaria, la si sviluppi e si concluda ci che si deve fare, i gestori non possono modificare in alcun modo il loro comportamento riguardo ai prezzi, cosa che s possono fare e di fatto fanno costantemente gli imprenditori in un sistema capitalista, approfittando immediatamente delle opportunit di beneficio che trovano, e producendo il processo di adattamento in modo continuo senza attese n lags inutili.
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La seconda osservazione di Lange si riferisce alla supposta eliminazione dei cicli economici nel suo modello. Lange argomenta che la superiore informazione dellorgano di controllo gli permetterebbe di reagire in tempo di fronte agli errori imprenditoriali che si commettessero, evitando cos i processi di crisi economica che si presentano ciclicamente in uneconomia di mercato. Tuttavia, non si capisce per quale motivo, se Lange crede che lorgano di controllo dispone di tale quantit di informazione da poter adottare per tempo le misure necessarie per evitare una crisi, desideri dunque lasciare in mano ai gestori il compito di prendere decisioni, in modo decentralizzato, in aree molto importanti della societ (beni di consumo, fattore lavoro, adattamento ai prezzi parametrici ecc.). Inoltre a Lange manca unadeguata teoria della depressione economica che, dal punto di vista di Mises e Hayek,71 non se non la tappa di riadattamento di una struttura produttiva che stata distorta dallinterventismo statale sul mercato (fiscale, monetario o di qualsiasi altro tipo). In questo senso il mercato reagirebbe con una depressione ogni volta che gli venisse imposto in modo coercitivo uno stanziamento di risorse e di fattori produttivi non corrispondente a quello che volessero mantenere liberamente i consumatori. Questo succede solo in uneconomia intervenuta nella quale, come risultato di unaggressione governativa (monetaria, fiscale o di altro genere), si costringa a un cattivo investimento generalizzato delle risorse. Da questottica, il modello di Lange non solo non eviterebbe lapparire o sorgere delle depressioni economiche, ma provocherebbe per forza un intenso e cronico cattivo investimento generalizzato dei fattori produttivi e dei beni di capitale nella societ, per cui essa rimarrebbe sprofondata in una depressione cronica, o situazione costante di cattivo investimento delle risorse produttive, fenomeno che si venuto manifestando nella realt perfino con caratteristiche cicliche di peggioramento ricorrente, e che stato studiato72 abbastanza dettagliatamente dai teorici delle economie dellEst.73

La teoria austriaca del ciclo economico fu sviluppata da Mises e Hayek parallelamente alla loro analisi sul calcolo economico socialista, cosa che spiega che luna e laltro si basino, come denominatore comune, sui risultati scoordinanti a cui d luogo laggressione statale sul mercato. Un riassunto della bibliografia pi significativa sulla teoria austriaca del ciclo economico si pu trovare nel mio articolo pubblicato con lo stesso titolo su Moneda y Crdito (Moneta e Cradito), n. 152, marzo del 1980, ristampato nelle mie Lecturas de Economa Poltica (Letture di Economia Politica), volume I, Unin Editorial, Madrid 1986, pp. 241-256. 72 Si veda, per esempio, larticolo di Tomasz Stankiewicz, Investment under Socialism, Communist Economies, volume 1, n. 2, 1989, pp. 123 a 130. 73 Non abbiamo commentato nel testo altre quattro osservazioni di Lange sul sistema capitalista, poich, o non hanno un rapporto diretto con il problema del calcolo economico che ci interessa, o si pu considerare che sono gi state implicitamente confutate nella nostra analisi. Inoltre, Lange raccoglie argomenti poco originali, che formano parte, per dire, della verbosit tradizionale dellideologia socialista e a cui si sufficientemente ribattuto in altri luoghi. Cos, Lange afferma: 1) che il socialismo ridistribuir la rendita rendendo possibile la massimizzazione del benessere sociale (come se questo si potesse misurare, se esistessero e si potessero conoscere le funzioni di utilit individuale, e tutta questa informazione potesse giungere allorgano di controllo); 2) che lorgano di pianificazione allatto di prendere decisioni potesse tener
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6. TERZA E QUARTA TAPPA DELLA VITA SCIENTIFICA DI LANGE

Terza tappa: La decade degli anni 40 Oskar Lange rimase profondamente impressionato dallarticolo del 1940 in cui Hayek , molto dettagliatamente e punto per punto, analizz e critic i diversi elementi e implicazioni del suo modello. Come conseguenza, e secondo Gabriel Temkin,74 Lange cominci ad avere dubbi sempre pi seri e profondi riguardo al suo modello di soluzione competitiva, cosa confermata dai fatti seguenti: primo, nella corrispondenza che tenne con Hayek, gli riconobbe espressamente di aver esposto con successo una serie di errori e problemi essenziali che il suo modello, strettamente statico, non era capace di risolvere, per cui prometteva, nei mesi successivi, di scrivere un articolo in risposta ad Hayek;75 Secondo, nonostante la sua promessa, Lange non ha mai scritto larticolo che nella sua lettera diceva sarebbe stato la risposta alla critica di Hayek al suo modello; e terzo, anni pi tardi, nel 1944, Lange rifiut di fare una revisione del suo saggio originale sul socialismo del 1936-37, e di rendere possibile la sua nuova pubblicazione, argomentando che nel frattempo le sue idee avevano subito tali cambiamenti, che esigevano si scrivesse

conto dei veri costi sociali ed esterni (stessi errori del caso precedente, dovendo aggiungere che le supposte imperfezioni di mercato nascono precisamente per lassenza o la cattiva definizione statale dei diritti di propriet che impedisce limprenditorialit e il calcolo economico in aree importanti del mercato), 3) che gli imprenditori del capitalismo sono imprenditori per scherzo ( come potremmo definire dunque quei poveri diavoli -gestori e funzionari- del sistema socialista?); e 4) ma ci che pi richiama lattenzione la sua affermazione che il capitalismo ha smesso di essere compatibile con il progresso economico e tecnologico della societ (Sobre la Teora Econmica del Socialismo, edizione spagnola, opera citata, pp. 116-122). Non c motivo di ripetere che non c maggior freno per il progresso che la coercizione istituzionale contro lesercizio libero e creativo della funzione imprenditoriale, e fortunatamente, una generazione dopo la morte di Lange, il problema cos come percepito dagli stessi socialisti ha fatto un giro di 180 gradi, e oggi nessuno dubita, e si messo in netta evidenza, che il sistema socialista, e non quello capitalista, quello che si rende incompatibile con linnovazione tecnologica e fa fallire sistematicamente il progresso economico. 74 Gabriel Temkin, On Economic Reforms in Socialist Countries: The Debate on Economic Calculation under Socialism Revisited, op. cit., p. 55, nota n.6. 75 Ci riferiamo alla lettera scritta da Oskar Lange a Friedrich A. Hayek il 31 agosto del 1940, dopo che Lange aveva ricevuto larticolo di Hayek intitolato Socialist Calculation: The Competitive Solution. Questa lettera inclusa nel Tomo II delle Opere Complete di Oskar Lange pubblicate nel 1973 (in polacco Dziela) gi citate, e in essa possiamo leggere il seguente passaggio: There is no question that you have succede in raising essential problems and in showing gaps in the pure static solution given by me. I intend to work on this subject and give an answer to your paper sometime in the fall (p. 567 dellopera citata). Finalmente Lange cade dal pero e promette di affrontare i problemi scientifici rilevanti: grazie a Mises sappiamo dal 1920 che il socialismo non pone alcun problema in termini statici, per cui il riconoscimento da parte di Lange che la sua una pure static solution equivale a riconoscere che la sua soluzione non stata soluzione di niente (disgraziatamente Lange non ha mantenuto la sua promessa e non ha mai affrontato il vero problema di tipo dinamico che pone il calcolo economico socialista).

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un articolo completamente nuovo, e che pensava di includere la sua nuova concezione del socialismo in un capitolo speciale del trattato di economia che aveva cominciato a scrivere.76 Parte del trattato apparve, ma senza includere il tanto sperato capitolo, che non fu compreso in nessuna delle numerose opere e lavori pubblicati da Lange fino alla morte, con lunica eccezione del deludente articolo su I computer e il mercato, pubblicato nel 1967 e che avremo lopportunit di commentare dettagliatamente pi avanti. Sembra dunque evidente, e forse questa la nota pi caratteristica del pensiero di Lange negli anni 40, che egli stesso, finalmente, si renda conto che la sua soluzione non era tale, per il fatto di essere puramente statica, anche se non ha avuto lonest scientifica di riconoscere in pubblico che il suo modello, pertanto, non dava alcuna risposta alla sfida lanciata da Mises e Hayek, che era stata sempre di carattere dinamico. Per di pi, nella citata lettera ad Hayek parla anche di una terza linea di difesa, presumibilmente introdotta ex novo da Hayek nel suo articolo del 1940 e relativa ai problemi dinamici, senza voler riuscire a capire che il problema, cos come era stato gi posto fin dal principio da Mises nel 1920, era sempre stato un problema di natura esclusivamente dinamica. In ogni caso, ci che sembra chiaro che Lange abbandona in gran parte il suo modello classico, e nella stessa lettera ad Hayek gi citata ammette la necessit di permettere che i processi di libero mercato funzionino ogni volta che sia possibile; bench, e dimostrando con ci che la sua ossessione per il modello neoclassico di concorrenza perfetta rimane intatta, stabilisca come criterio per permettere un comportamento di mercato (e labbandono, pertanto, del sistema di prezzi parametrici e del metodo di prova ed errore esercitato dallorgano di controllo) che esista un numero sufficientemente elevato di imprese in ogni settore (poich questo, e daccordo con il modello tradizionale di concorrenza perfetta, implicherebbe presumibilmente una buona approssimazione alla concorrenza reale che esiste nel mercato). Daccordo con questa nuova concezione del socialismo, la propriet pubblica dei mezzi di produzione dovrebbe

The essay is so far removed from what I ought to write on the subject today that I am afraid that any revision would produce a very poor compromise, unrepresentative of my thoughts. Thus, I am becoming inclined to let the essay go put of print and express my present views in entirely new form. I am writing a book on economic theory in which a chapter will be devoted to this subject. This may be better than trying to rehash old stuff. Si tratta di un commento scritto da Oskar Lange nel 1944, incluso nelle sue Dziela del 1975 8volume III, opera gi citata, citato a sua volta da Tadeus Kowalik nel suo articolo su Oskar Lange, The New Palgrave. A Dictionary of Economics, op. cit., volume III, pp. 127 e 129.
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estendersi solamente ai casi pi flagranti di monopolio, oligopolio, oligopsonio, e ad altre situazioni simili.77 Ancora pi rivelatore, se possibile, risulta il contenuto delle due conferenze che Lange ha pronunciato su Il funzionamento economico di una societ socialista a Chicago nellanno 1942:78 l Lange non solo cerc di giustificare una vastissima estensione del principio del mercato con la propriet pubblica dei mezzi di produzione, ma, per di pi, praticamente non menzion affatto laspetto forse pi caratteristico nel suo modello degli anni 30, cio, lo stabilire prezzi parametrici da parte dellorgano centrale di pianificazione e il mettere in funzione un metodo di prova ed errore per modificare, osservando le situazioni di scarsit e di eccesso degli inventari, tali prezzi portandoli al loro punto di equilibrio. Si continua a portare avanti tutta largomentazione di Oskar Lange nei termini della teoria neoclassica del benessere e dellequilibrio, per cui manca degli strumenti teorici necessari per far fronte agli interessanti problemi di tipo dinamico che, come egli stesso ha riconosciuto, gli aveva posto Hayek. Inoltre, in queste conferenze Lange pensa che il principio essenziale per stabilire i prezzi nel mercato socialista debba essere quello di fissarli in funzione dei costi incontrati, considerando non solo i costi privati, ma anche i costi sociali che affronta ogni impresa, e che gli uni e gli altri abbiano una natura oggettiva. Che Lange non si rendesse conto che tale principio teoricamente e praticamente inammissibile e che, per tanto, non traesse nessun vantaggio dalle critiche che in questo senso aveva ricevuto da Hayek , daltro canto scoraggiante. Per forse il cambiamento pi fondamentale fatto da Oskar Lange in questo periodo si manifesta nel suo articolo sui Fondamenti economici della democrazia in Polonia, apparso nellanno 1943, e in cui espressamente Lange difende unicamente ed esclusivamente la socializzazione delle industrie pi importanti e strategiche (tra le quali include il settore bancario e quello dei trasporti). Inoltre, Lange si mette in guardia di fronte agli speciali privilegi che si concederebbero a questi monopoli statali, considerandoli molto

Practically, I should, of course, recommend the determination of prices by a thorough market process whenever this is feasible, i.e., whenever the number of selling and purchasing units is sufficiently large. Only where the number of these units is so small that a situation of oligopoly, oligopsony, or bilateral monopoly would obtain, would I advocate price fixing by public agency. Paragrafo della lettera ad Hayek del 31 agosto del 1940, gi citata, e riportata da Kowalik alla p. 127 del suo articolo su Oskar Lange, op. cit. 78 Vedere le pp. 11-24 di Contributions to Political Economy, n.6, anno 1987, dove Kowalik riporta integralmente queste due conferenze di Oskar Lange. Per le ragioni esposte nel testo, Kowalik ritiene che negli anni 40 Oskar Lange sia progredito away from the advodacy of an integral socialism toward a mixed public (public and private) economy, operating through a fully-flegged market mechanism. Si vedano le pp. 1 e 2 dellarticolo Oskar Langes Lectures on the Economic Operation of the Socialist Society, pubblicato da Tadeusz Kowalik nello stesso luogo ed anno.
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pericolosi per il sistema democratico polacco. In ogni caso, bisognerebbe mantenere la propriet privata dei mezzi di produzione per le fattorie, le imprese artigianali, e le piccole e medie industrie, poich ci permetterebbe di mantenere la flessibilit e la capacit di adattamento raggiungere. che
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solo

liniziativa

privata

con

carattere

esclusivo

permette

di

Quarta tappa: Dalla Seconda Guerra Mondiale fino alla sua morte. Labbandono del mercato e lelogio e giustificazione del sistema stalinista. Tuttavia, questa salutare influenza di Hayek su Lange doveva durare poco. A partire dalla Seconda Guerra Mondiale, e in coincidenza con lentrata di Oskar Lange nel Partito Comunista Polacco e il suo maggiore coinvolgimento nella politica del suo paese, nella sua concezione del socialismo si produce un progressivo abbandono del mercato che culmina con la giustificazione teorica e pratica del modello economico stalinista che si veniva applicando nellUnione Sovietica e che lUnione Sovietica aveva deciso di imporre anche ai suoi satelliti recentemente acquisiti.80 Labbandono da parte di Lange della soluzione competitiva e del modello di socialismo di mercato raggiunge il suo apice nellopera che pubblica nel 1953 elogiando la teoria e la pratica economica di Stalin.81

Gospodarcze Podstawy Demokracji W Polsce (Fondamenti economici della democrazia in Polonia). In Ku Gospodarce Planowej (Verso uneconomia di pianificazione centrale), pubblicato a Londra nel 1943, e citato da Kowalik nel suo articolo su Oskar Lange, The New Palgrave. A Dictionary of Economics, opera citata, volume III, p. 127. 80 Karl Pribram ha messo in risalto la coincidenza cronologica fra il cambiamento della posizione teorica di Lange e la sua incorporazione nel Partito Comunista Polacco (A History of Economic Reasoning, opera citata, p. 708, nota 32). Kowalik, da parte sua, (Oskar Lange, opera citata, The New Palgrave, volume III, p. 127), sembra che cerchi di giustificare questo giro copernicano di Lange basandosi sullargomentazione che le circostanze politiche e accademiche della Polonia non permettevano, per ragioni tattiche, di opporsi alla corrente stalinista del momento, e che le possibilit di libert di espressione che avevano i teorici della scienza sociale erano molto limitate. Riteniamo che questa difesa che Kowalik fa di Lange sia pi che altro una pietosa affermazione, soprattutto in vista dei ripetuti scritti pubblicati da Lange su prestigiose riviste internazionali, che spiegavano e giustificavano il suo cambiamento di opinione, e che difendevano ed elogiavano il sistema stalinista (fra questi spicca il suo articolo The Practice of Economic Planning and the Optimum Allocation of Resources, pubblicato su Econometrica, nel luglio del 1949, pp. 166 e seguenti). Alla fine, pertanto, la posizione di Lange , coincise quasi con quella che analizziamo nel capitolo seguente di Maurice Dobb, per il quale non cera peggior ipocrisia di quella dei socialisti di mercato, e il trionfo del socialismo esigeva di mostrarlo in tutta la sua crudezza, cio, senza utilizzare maschere n alcun trucco competitivo. 81 Zagadnienia Ekonomii Politycznej W Swietle Pracy J. Stalina Ekonomiczne Problemy Socjalizmu WZSRR (Problemi di Politica Economica alla luce dellopera di J. Stalin Problemi Economici del
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A parte che, come spiega Kowalik, nel cambiamento di opinione di Lange abbia potuto avere una grande influenza la considerazione del carattere vantaggioso del modello di economia di guerra imposto dittatorialmente dallalto da Stalin, per forzare una rapida industrializzazione del sistema economico e unefficace mobilizzazione di tutte le risorse verso lideale socialista (tutto questo, senza dubbio, va contro il precedente spirito democratico e liberaledi cui Lange aveva fatto sfoggio), le tesi sostenute da Lange negli ultimi decenni della sua vita non sono altro che la naturale conseguenza del modello teorico di equilibrio che aveva via via utilizzato per gettare le fondamenta della sua concezione di socialismo. Infatti, abbiamo gi spiegato precedentemente come lideale marxista poteva essere reinterpretato come il desiderio cosciente di imporre con la forza il nirvana dellequilibrio in tutti i livelli e aree sociali, forzando unutopia a costo di distruggere i meccanismi reali mossi dallimprenditorialit che rendono possibili i processi di coordinamento sociale. Dunque, Oskar Lange aveva due alternative: o accettare in toto la sfida di Mises e Hayek, rinunciando al suo arsenale teorico dellequilibrio, comprendendo il vero funzionamento del mercato e abbandonando, pertanto, il suo ideale socialista basato sulla propriet pubblica dei mezzi di produzione. O, al contrario, mantenere a tutti i costi lideale di equilibrio, facendo marcia indietro nellintroduzione dei criteri competitivi (che in modo incontrollato lo portavano ad abbandonare il socialismo), e rifugiandosi in un utopico modello di equilibrio che poteva essere messo in pratica nel modo pi efficace solo mediante lesercizio sistematico della coercizione stalinista. Nel 1956-57 Lange nega il suo permesso per la pubblicazione di una traduzione in polacco della sua opera classica del 1936-37 perch, come afferma letteralmente Kowalik, he did not want to lend his support to the socialist freemarketers.82 Labbandono della soluzione competitiva e il giro di 180 gradi nel suo modello di socialismo si era gi completamente consumato. Tenendo presenti queste considerazioni, non deve sorprendere in alcun modo che lultimo lavoro nel quale Lange si riferisce al calcolo economico socialista, pubblicato postumo nel 1967 (Lange era morto durante unoperazione chirurgica a Londra nel 1965), egli stesso aveva scritto quanto segue: Not quite thirty years ago I published an essay On the Economic Theory of Socialism. Pareto and Barone had shown that the conditions of economic equilibrium in a socialist economy could be expressed by a system of simultaneous equations. The prices resulting from these equations furnish a basis for

Socialismo nell Unione Sovietica), pubblicato a Varsavia nel 1953 e citato da Kowalik, Oskar Lange, The New Palgrave. A Dictionary of Economics, opera citata, volume III, p. 129. 82 Cio, perch non voleva dare il suo appoggio ai socialisti di mercato, Kowalik, Oskar Lange, The New Palgrave, opera citata, volume III , p. 128.

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rational economic accounting under socialism (only the static equilibrium aspect of the accounting problem was under consideration at that time). At a later date Hayek and Robbins maintained that the Pareto-Barone equations were of no practical consequence. The solution of a system of thousands or more simultaneous equations was, in practice, impossible, and consequently the practical problem of economic accounting under socialism remained unsolvable In my essay I refuted the Hayek-Robbins argument by showing how a market mechanism could be established in a socialist economy which would lead to the solution of the simultaneous equations by means of an empirical procedure of trial and error Today my answer to Hayek and Robbins would be: so whats the trouble? Let us put the simultaneous equations in an electronic computer and we shall obtain the solution in less than a second. The market process may be considered as a computing device of the pre-electronic age.83 Queste parole di Lange sono assolutamente deludenti. In esse si mette in evidenza il culmine di unenorme marcia indietro nella sua concezione del problema che pone il calcolo economico socialista: esso viene ad essere considerato di nuovo come un problema strettamente statico (anche contro ci che lo stesso Lange aveva riconosciuto nella sua corrispondenza privata ad Hayek nel 1940). Inoltre si fa una descrizione parziale e interessata del dibattito (come se fosse stato un dibattito su questioni di statica e non di dinamica e di processo imprenditoriale) e si termina, insomma, rinunciando del tutto ad ammettere il mercato, che viene considerato come un arcaico meccanismo per calcolare

Oskar Lange, The Computer and the Market (1967), riprodotto in Socialist Economics, stampato da Alec Nove e D.M. Nuti, Penguin Books, Middlessex, 1972, pp. 401-402. Questopera fu inizialmente pubblicata nel libro Socialism, Capitalism and Economic Growth, Essays presented to Maurice Dobb, stampato da C.H. Feinstein, Cambridge University Press, Cambridge 1967. La traduzione in italiano di questa citazione potrebbe essere la seguente: Non sono passati ancora trentanni dalla pubblicazione del mio saggio Sulla Teoria Economica del Socialismo. Gi Pareto e Barone avevano precedentemente dimostrato che le condizioni dellequilibrio economico di uneconomia socialista potevano essere espresse mediante un sistema di equazioni simultanee. I prezzi che risultavano da tale sistema offrivano una base per il calcolo economico razionale nel socialismo (allora si discuteva solo sugli aspetti di equilibrio statico in relazione con il problema del calcolo economico). Posteriormente Hayek e Robbins argomentarono che le euqazioni di Pareto-Barone non avevano effetti pratici. La soluzione di un sistema di migliaia o anche pi equazioni simultanee era impossibile nella pratica, e di conseguenza il problema di mettere in pratica la contabilit economica in un sistema socialista rimaneva senza soluzione Nel mio saggio ho confutato largomentazione di Hayek e Robbins dimostrando che un meccanismo di mercato si potrebbe stabilire in un sistema socialista, cosa che porterebbe alla soluzione del sistema di equazioni simultanee mediante un procedimento empirico di prova ed errore Oggi la mia risposta ad Hayek sarebbe: qual il problema? Introduciamo le equazioni simultanee in un computer elettronico e otterremo la soluzione in meno di un secondo. Il processo di mercato si pu considerare come uno strumento di calcolo dellera pre-elettronica. Questa stessa ingenua ed errata fiducia di Oskar Lange nella capacit dei computer di rendere possibile il calcolo economico socialista si pu leggere nella conferenza su Il ruolo della scienza nello sviluppo della societ socialista, tenuta da Lange davanti allAssemblea Generale di membri dell Accademia delle Scienze della Polonia il 19 maggio del 1962, e riprodotta in Ensayos sobre Planificacin Econmica (Saggio sulla Pianificazione Economica), Ariel, Barcellona 1970, pp. 143-166 e specialmente le pp.156-157 e 162163.
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prezzi di equilibrio, proprio delle tappe anteriori allintroduzione dei sistemi informatici. Non necessario riportare qui tutte le argomentazioni che, antecedentemente, abbiamo via via dato per dimostrare che teoricamente impossibile, sia ora sia in qualsiasi circostanza del futuro, lorganizzazione di una societ e il calcolo economico mediante un sistema di pianificazione centrale aiutato dai pi potenti computer o sistemi informatici.84 E, pertanto, ci che qualsiasi storico del pensiero economico pu constatare, e noi raccogliere qui con tristezza e delusione, che Lange morto afferrandosi alla staticit e credendo che il modello ideale dellequilibrio si poteva stabilire nella societ mediante un sistema di pianificazione calcolato con laiuto dei computer e imposto dalla forza bruta dello stalinismo.85

Sullimpossibilit di utilizzare i computer per risolvere il problema del calcolo economico socialista bisogna riportare qui le argomentazioni date nel Capitolo III di questo libro. Sono interessanti anche le osservazioni di Norman Barry nel suo articolo The Economics and Philosophy of Socialism, pubblicato su Il Politico, anno XLIX, n. 4, 1984, pp. 573-592, dove si sottolinea specialmente che la fiducia di Lange nei computer si basa su una non conoscenza della distinzione sostanziale esistente tra linformazione di tipo scientifico e linformazione di tipo pratico, soggettivo e non articolabile che utilizzano gli agenti economici nella societ (la pagina pi rilevante dellarticolo di Barry la 588). E su questo stesso tema Rothbard ha sottolineato linutilit dei computer, per avanzati che siano essi stessi e i loro rispettivi programmi, se linformazione basica che viene introdotta errata per il fatto che impedisce in modo coercitivo la funzione imprenditoriale, concludendo che Langes naive enthusiasm for the magical planning qualities of the computer in its early days can only be considered a grisly joke to the economists and the people in the socialist countries who have seen their economies go inexorably from bad to far worse despite the use of computers. Lange apparently never became familiar with the computer adage, GIGO (garbage in, garbage out). Murray N. Rothbard, The End of Socialism and the Calculation Debate Revisited, Review of Austrian Economics, volume 5, n. 2, 1991, p. 72. 85 Insomma, ci che Lange scopr fu lenorme similitudine esistente tra le conclusioni normative della teoria dellequilibrio e il modello tradizionale marxista (il cui obbiettivo imporre tale equilibrio alla societ), per cui volle culminare lopera scientifica della sua vita costruendo una sintesi tra il modello neoclassico dellequilibrio e la teoria marxista, che giunse anche a completare parzialmente. (Vedere la sua opera Political Economy, volume I, General Problems , Pergamon Press, Londra 1963, ed Ekonomia Polityczna, vol. II, pubblicata a Varsavia nel 1968 da Panstwowe Wydawnictwo Naukowe; esiste una traduzione spagnola con il titolo di Economa Poltica, volumen I: Problemas generales (Economia Politica, volume I: Problemi generali) tradotto dallinglese da Silverio Ruiz Daimiel- e volumen II: Teora de la Reproduccin (Volume II: Teoria della Riproduzione) tradotto dal polacco da Elzbieta G. de Kerlow per il Fondo de Cultura Econmica, Messico, pubblicati rispettivamente nel 1966 e nel 1980). Paradossalmente, in questopera Oskar Lange ha reso un ultimo tributo al suo antico antagonista Ludwig von Mises, riconoscendo che la sintesi della scienza economica dovrebbe finire per plasmarsi in una prasseologia o teoria generale dellazione umana (Economa Poltica, volumen I, opera citata, pp. 134, 169 e specialmente la p. 215). Tuttavia, Lange, per il fatto di concepire lazione umana come unazione puramente reattiva di soggetti passivi in un ambiente in cui tutta linformazione disponibile, fa s che il problema economico generale sia di puro stanziamento o di efficienza, per cui fallisce nel suo tentativo di costruire la scienza prasseologica, tentativo che gi precedentemente aveva portato a termine con successo Ludwig von Mises nella sua opera magna Human Action, in cui sviluppa tutte le implicazioni della teoria generale dellazione umana e imprenditoriale cos come viene esercitata realmente dallessere umano. Vedere in questo senso larticolo di Murray N. Rothbard Lange, Mises and Praxeology: the Retreat from Marxism, incorporato nel libro Toward Liberty. Essays in Honor of Ludwig von Mises on the occasion of his 90th Birthday, volume II, Institute for Humane Studies, 1971, pp. 307-321. Bruna Ingrao e Giorgio Israel, nel loro brillante studio storico sulla formazione del paradigma neoclassico-walrasiano (The Invisble Hand. Economic equilibrium in the History of Science, The MIT Press, Cambridge, Massachusetts 1990, p.253; traduzione inglese dellopera originale italiana La Mano Invisibile, Laterza & Figli, Roma-Bari 1987) qualificano il punto di vista di Lange come approssimazione normativa allequilibrio generale, paragonato al punto di vista di
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Epilogo Langiano La tensione tra le due possibilit che si aprivano a Oskar Lange (o labbandono del suo ideale socialista sostituendolo con una piena economia di mercato, o il rifugio nelle trincee dellequilibrio e dello stalinismo) rimasta viva tra i principali teorici socialisti in generale, e in particolare, tra i suoi pi vicini discepoli polacchi. Nonostante ci, sono dovuti trascorrere 25 anni perch due dei suoi alunni pi brillanti, Wlodzimierz Brus e Kazimierz Laski, riconoscessero esplicitamente che Oskar Lange aveva fallito al momento di far fronte alla sfida della Scuola Austriaca contro il socialismo. Pensano che abbiano fallito allo stesso modo tutti i riformatori ingenui (dei quali loro stessi avevano fatto parte durante una tappa della loro vita) al pensare che una certa combinazione tra il mercato e il piano coercitivo potrebbe rendere possibile il sistema socialista. Questo fallimento teorico si mantenuto finch, molto recentemente, e come conseguenza delle esperienze traumatiche vissute nei paesi dellEst, la certezza e il vero contenuto dei lavori di Ludwig von Mises sono stati, finalmente, pienamente capiti dagli specialisti in teoria economica dei paesi dellEst. Per un economista del mondo occidentale, in cui gli apporti della Scuola Austriaca nel campo dellanalisi economica del socialismo purtroppo rimangono, almeno in maggior parte, nascoste nellassurdo groviglio del paradigma neoclassico-walrasiano, questa confessione di due degli alunni pi brillanti di Oskar Lange risulta cos toccante ed emozionante che vale la pena riportarla letteralmente cos come loro stessi anno voluto darla alla luce: as the article The Computer and the Market written shortly before his death seems to witness, he (Oskar Lange) never succeded in confronting the Austrian challenge. Other contributions to the theory of market socialism made by Polish economists and by economists of other socialist countries as well failed to do this

Hicks e Samuelson che sarebbe pi descrittivo. Credo, tuttavia, che non bisogna esagerare nella distinzione tra i due punti di vista, poich se Lange ha proposto di utilizzare in termini normativiil modello dellequilibrio generale per dare fondamento al socialismo stato proprio perch pensava che tale modello fosse, in termini positivi, unaccettabile descrizione del mercato. E se Mises e Hayek hanno confutato tale idea di Lange stato perch consideravano essenzialmente sbagliato in termini descrittivi il modello dellequilibrio generale. La teoria austriaca dei processi di mercato si basa su dei presupposti molto meno restrittivi e pi reali di quelli del modello dellequilibrio generale, per cui la sua capacit esplicativa molto pi ampia e potente in termini positivi e, dal punto di vista normativo, presuppone una difesa diversa e molto pi azzeccata ed efficace delleconomia di mercato e della mano invisibile di quella che propone il modello dellequilibrio. Per gli austriaci i problemi di esistenza, unicit e stabilit dellequilibrio generale costituiscono un gioco intellettuale irrilevante, poich il mondo reale descritto molto meglio nei termini della funzione imprenditoriale e per costruire tutta lanalisi economica basta capire la forza coordinatrice del puro atto imprenditoriale. E non costituiscono solo un gioco intellettuale irrilevante, ma questo , per di pi, molto pericoloso, come dimostra il fatto che il modello dellequilibrio generale venga utilizzato in termini normativi, anche per dare fondamento, come ha tentato di fare Lange, al fallito sistema socialista.

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either: Those of non-Marxist provenance followed mainly the Walrasian approach, while Marxists promarketers including the present authors formed the ranks of Kornais nave reformers, viewing the prospect of the market-plan combination with excessive optimism. To some degree these theoretical failures might have been caused by politicoideological constraints, but even in countries and periods when such constraints were at their lowest (for example, Poland 1956-57, and Czechoslovakia before the 1968 Soviet invasion), the full extent of the problem arising from the Mises- Hayek strictures was not brought into the open. It was only or mainly, to be cautious under the impact of the mostly frustrated experience of market orientated reforms that the issues in question came to the forefront.86

Come sembra testimoniare larticolo Il Computer e il Mercato scritto poco prima della sua morte, Oskar Lange non mai stato capace di affrontare con successo la sfida degli Austriaci Anche altri contributi alla teoria del socialismo di mercato dati da economisti polacchi e di altri paesi hanno fallito nel loro intento; quelli di origine non marxista hanno seguito principalmente il modello walrasiano, mentre i marxisti favorevoli al mercato tra i quali cerano anche i presenti autori formarono il gruppo che Kornai chiam riformatori ingenui e videro la possibilit di combinare il mercato e il piano con un eccessivo ottimismo. Fino a un certo punto questi fallimenti teorici potevano essere dovuti a restrizioni politico-ideologiche, ma neanche nei paesi e nei periodi in cui tali restrizioni furono minime (per esempio, in Polonia nel 1956-57 e in Cecoslovacchia prima dellinvasione sovietica del 1968), la vera portata dei problemi posti da Mises-Hayek non venne alla luce. Fu solamente o, per essere prudenti, fu principalmente come risultato delle esperienze molto frustranti delle riforme del socialismo orientate a favore del mercato, si cominci a prendere in considerazione i problemi in questione. Wlodzimiers Brus e Kazimierz Laski, From Marx to the Market. Socialism in Search o fan Economic System, opera citata, p. 60.
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CAPITOLO VII

CONSIDERAZIONI FINALI

In questo capitolo finale analizzeremo, in primo luogo, gli apporti di tre teorici Durbin, Dickinson e Lerner che, continuando la linea iniziata dal modello classico di Lange, hanno cercato anche loro di sviluppare una soluzione di tipo competitivo per il problema del calcolo economico socialista. Ci soffermeremo soprattutto a studiare quali innovazioni questi autori hanno voluto introdurre, rispetto a Lange, e se sono stati o no capaci di capire e dare risposta alla sfida posta originariamente da Mises. La conclusione della nostra analisi sar che il socialismo di mercato un tentativo, essenzialmente contraddittorio e irraggiungibile, di ottenere unassurda quadratura del cerchio. Questa tesi sostenuta anche da un gruppo di teorici socialisti che, capeggiati da Maurice Dobb, hanno sempre messo in evidenza il carattere contraddittorio del modello competitivo con il socialismo tradizionale, essendo sorto un dibattito secondario che si sviluppa strettamente allinterno del campo socialista tra i sostenitori e i detrattori del socialismo di mercato. Alcune considerazioni finali sul vero significato dellimpossibilit del socialismo e gli apporti dei teorici della Scuola Austriaca porranno fine a questo capitolo.

1. ALTRI TEORICI DEL SOCIALISMO DI MERCATO Abbiamo dedicato gran parte del capitolo precedente ad analizzare dettagliatamente le proposte di Oskar Lange. In generale queste sono le pi citate e quelle che vengono tenute in considerazione dalle fonti secondarie che, finora quasi sempre in modo parziale ed erroneo, si sono occupate di descrivere e commentare la polemica sul calcolo economico socialista. Daltro canto, gli apporti del resto dei teorici del socialismo di mercato, in maggior parte solamente ripetono, con piccole modifiche nei dettagli, le argomentazioni cos come erano state esposte da Lange. Fra tutti loro studieremo in modo pi approfondito Durbin, Dickinson e Lerner. Concretamente, ci concentreremo ad analizzare se qualcuno di loro sia riuscito a capire in che cosa consistito il vero contenuto della sfida di Mises e Hayek, e se sia stato capace di offrire ad essa una qualche soluzione teorica. La nostra conclusione che le analisi teoriche da loro sviluppate, non solo hanno apportato solamente piccole variazioni sul modello classico di Lange , ma sono miseramente fallite nel tentativo di risolvere il problema economico che pone il socialismo. Evan Frank Mottram Durbin Il caso di Durbin ha potuto, al principio, generare delle speranze, poich era stato in contatto con gli apporti teorici sviluppati dalla Scuola Austriaca della sua epoca, ed stato capace di distinguere chiaramente fra il suo paradigma e quello della scuola neoclassicowalrasiana. Inoltre, ha scritto un trattato sulla depressione economica profondamente influenzato dalle idee che su quel particolare aveva espresso Hayek.1 Tuttavia, come vedremo, Durbin, nonostante questa salutare influenza austriaca, non ha capito qualera
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E. F. M. Durbin, Purchasing Power and Trade Depression, Chapman & Hall, Londra 1933.

il cuore del problema del socialismo posto da Mises e Hayek e, di fatto, ha continuato a sviluppare la sua soluzione in termini altrettanto rigidamente statici di quelli di Lange. Lapporto di Durbin si trova basicamente in un articolo intitolato Economic Calculus in a Planned Economy (Il calcolo econimoco in uneconomia pianificata) che apparve nel dicembre del 1936.2 Durbin dice di essere quasi sicuro che il problema del calcolo economico in uneconomia socialista si potrebbe risolvere se lorgano centrale di pianificazione ordinasse alle diverse unit di produzione di agire secondo le due regole seguenti: primo, calcolare la produttivit marginale di tutti i fattori di produzione mobili, e, secondo, assegnare i fattori produttivi a quegli usi per i quali la produttivit marginale sia maggiore, dovendo le imprese produrre il massimo volume compatibile con lottenimento di benefici normali (regola dei costi medi). Per diminuire le possibilit di errore che possono derivare dai calcoli delle produttivit marginali, indispensabile, secondo Durbin, calcolare le corrispondenti curve di domanda. Inoltre, Durbin sostiene che il tipo di interesse sia stabilito dal mercato libero di nuovo capitale, senza chiarire in nessun momento come dovrebbe funzionare tale mercato in un sistema in cui non si permetta la propriet privata dei mezzi di produzione. Infine, per Durbin leconomia si deve organizzare sulla base di grandi settori, trusts o monopoli a cui si ordinasse di competere fra di loro. Non necessario che ripetiamo qui gli argomenti che abbiamo enunciato precedentemente in relazione alle proposte di trusts competitivi (difesa originariamente da Heimann e Polanyi), e per ci che si riferisce alle possibilit di organizzare un vero mercato di capitali, utilizzando i servizi di una banca statale monopolista, l dove non esista propriet privata dei mezzi di produzione. Tutte queste questioni sono state analizzate dettagliatamente nei due capitoli precedenti. Quello che ci interessa ribadire ora come la proposta di Durbin cada esattamente nello stesso errore di quella fatta precedentemente da Lange e altri, cio, il presupporre un ambiente di equilibrio nel quale non esistano cambiamenti e tutta linformazione necessaria per calcolare la produttivit marginale dei fattori sia data e si possa ottenere senza alcun problema. In effetti, le regole disegnate da Durbin potrebbero servire come una guida razionale per il calcolo economico, se linformazione necessaria per calcolare il valore della produttivit marginale di ogni fattore di produzione potesse essere ottenuta l dove non esiste la propriet privata dei mezzi di produzione n la libert per esercitare senza impedimenti la funzione imprenditoriale. Teniamo in considerazione che per calcolare il valore della produttivit marginale indispensabile effettuare una stima nettamente imprenditoriale sui seguenti estremi: primo, quale sar il tipo e la quantit del bene o servizio richiesto dai consumatori in futuro; secondo, che tipo di specificazioni, caratteristiche, innovazioni tecnologiche, ecc., dovr comprendere; terzo, che prezzi massimi si ritiene di poter riscuotere nel mercato per tali beni e servizi di consumo una volta che siano stati prodotti; e quarto, quale sar il periodo di tempo medio di elaborazione del bene e che tipo di interesse si dovr utilizzare per scontare nel momento presente i corrispondenti valori futuri della produttivit marginale. Come logico, tutta questa informazione uninformazione che si va generando solo in un mercato competitivo ad opera degli agenti economici che intervengono in esso ed esercitano la loro funzione imprenditoriale senza alcun impedimento istituzionale. Per questo indispensabile che esista vera concorrenza, ma non tra alcuni misteriosi trusts o monopoli (che non si sa se dovranno essere organizzati orizzontalmente o verticalmente), bens a tutti i livelli sociali inter e intrasettoriali. E ugualmente, e con unimportanza ancora maggiore, indispensabile che qualsiasi essere umano possa utilizzare liberamente la
Pubblicato nell Economic Journal, dicembre del 1936, e ristampato in Problems of Economic Planning, Routledge & Kegan Paul, Londra 1968, pp. 140-155. interessante anche il suo articolo A Note on Mr. Lerners Dynamical Propositions, Economic Journal, sett. 1937, n. 47, pp. 577 a 581.
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propria creativit imprenditoriale per poter scoprire e generare, cercando di ottenere i corrispondenti benefici imprenditoriali, ed evitando per quanto possibile di accumulare perdite, linformazione necessaria (come sempre di tipo pratico, soggettivo, disperso e non articolabile) per portare a termine le azioni che meglio conducano ai fini perseguiti. Daltro canto, bisogna tenere in considerazione che nel mondo reale il tipo e la quantit dei fattori di produzione non sono dati, e che non sono divisibili in unit omogenee, ma che, in funzione dellimmaginazione, desideri e obbiettivi di ogni imprenditore, cos come dellinformazione concreta che generi secondo le sue particolari circostanze di tempo e luogo, quello che sia un fattore di produzione movibile, e la sua unit rilevante, varier da un caso allaltro, cio secondo quale sia la valutazione soggettiva dellimprenditore in questione. Inoltre, la supposizione implicita che si conoscano le curve di domanda corrispondenti che si produrranno in futuro o che, in qualche modo, si possano calcolare, mette in evidenza una profonda incomprensione da parte di Durbin di come funzionano veramente i processi di mercato nella vita reale. In effetti, in un mercato competitivo non si pu considerare che esistano curve o funzioni n di offerta n di domanda n di nessun altro tipo. Ed cos perch non esiste linformazione necessaria per disegnarle o descriverle e, pertanto, non disponibile da nessuna parte (n per il gestore o responsabile di unimpresa o industria, n molto meno per uno scienziato o un organo centrale di pianificazione), e questo non solo perch linformazione che costituirebbe la curva di domanda dispersa, ma perch tale informazione neanche si forma in ogni momento determinato di tempo nella mente degli individui che partecipano al mercato. Cio, le curve di domanda e offerta non possono mai essere scoperte nel mercato semplicemente perch non esistono e, alla meglio, hanno solo un valore euristico e interpretativo allinterno della scienza economica, e inducono a importanti errori in tutte quelle persone esperte o no nella nostra scienza che , quasi senza rendersene conto, giungono a pensare che tali funzioni o curve abbiano unesistenza reale. Il fatto che linformazione relativa a quali quantit si compreranno o si venderanno a ciascun prezzo uninformazione che ciascun agente economico non si pone in forma astratta, n si trova immagazzinata nella sua memoria per tutte le circostanze che si verificheranno in futuro. Al contrario, uninformazione strettamente soggettiva e dispersa che nasce solo nel momento concreto in cui si decide di effettuare una compera o una vendita , come risultato del processo imprenditoriale cos come di molteplici influenze e circostanze di tipo specifico che sono soggettivamente valutate dallagente economico implicato nella transazione della quale si tratta, per cui costituisce uninformazione che si crea ex novo in quel momento, prima non esisteva e non si ripeter mai in forma identica. Per tanto, al pi si pu considerare che ci che fanno gli imprenditori in uneconomia reale di mercato cercare di valutare, per cos dire, quali saranno determinati punti sciolti delle ipotetiche curve di domanda e di offerta che si verificheranno in futuro, bench questo modo di esprimersi non sia n necessario per elaborare la teoria dei prezzi n ci sembra adeguato, dato che, in qualche modo, pu implicare il riconoscimento che tali curve o funzioni esistano o possano esistere in futuro. Se lazione dellimprenditore corretta, ottiene benefici imprenditoriali puri; se sbagliata, accumula perdite. Ed proprio lincentivo a trattare di ottenere gli uni e di evitare le altre che agisce come impulso perch limprenditorialit tenda a creare e a scoprire in ogni momento linformazione adeguata. Senza tali incentivi non c possibilit di libero esercizio dellimprenditorialit e che pertanto si crei e generi linformazione necessaria per prendere decisioni di tipo coordinativo e calcolare in modo razionale. Tutta la vita economica e sociale con tutte le sue manifestazioni, inclusi i prezzi, sono il risultato combinato di molteplici azioni umane, e non dellintersezione di misteriose funzioni o curve, che non esistono nella vita reale e che sono state introdotte in modo surrettizio nella nostra scienza da tutta una caterva di pensatori scientifici che, venendo dal mondo politecnico e della matematica applicata, 3

non riescono a capire gli effetti molto dannosi che lutilizzazione dei loro metodi ha per leconomia.3 Durbin, pertanto, cos come Lange e altri teorici socialisti, d per scontato che per gli agenti economici sia disponibile in modo oggettivo uninformazione che teoricamente impossibile si possa neanche creare dato che non esiste la propriet privata dei mezzi di produzione e il libero esercizio dellimprenditorialit. In assenza di queste istituzioni, linformazione non si generer e le regole di Durbin non potranno essere ricercate obbiettivamente dai gestori dei settori corrispondenti n, molto meno, lorgano centrale di pianificazione potr controllare e comprovare se, secondo le stesse regole, tali settori stanno agendo correttamente oppure no. Il maggior errore di Durbin si produce, pertanto, quando afferma in modo esplicito: The ability to discover marginal products is not dependent upon the existence of any particular set of social institutions.4 Inoltre, daccordo con Durbin, non importa quali siano le istituzioni sociali esistenti (capitaliste, socialiste, o qualsiasi combinazione delle due), linformazione necessaria per calcolare la produttivit marginale sar sempre ugualmente disponibile, non si capisce perch rifiuta il procedimento walrasiano proposto da Lange, e che, esattamente allo stesso modo, si basava sul medesimo presupposto che adotta Durbin relativo al fatto che linformazione necessaria sia disponibile in modo inequivocabile e oggettivo. Per di pi, Durbin ritiene che le difficolt tecniche per calcolare il valore della produttivit marginale dei diversi fattori sono le stesse in un sistema capitalista che in uneconomia pianificata, rifiutandosi di riconoscere che il problema non tecnico ma economico, cos come di discutere qualsiasi aspetto pratico che vada al di l delle considerazioni teoriche fatte da lui.5
necessario, dunque, abbandonare la teoria funzionale della determinazione dei prezzi che da Marshall fino ad oggi inonda i libri di testo di economia, e contro la quale gi ci aveva messo in guardia per primo Carl Menger, nella sua lettera a Lon Walras del febbraio 1948, dove conclude testualmente che la mthode mathmatique est fausse (E. Antonelli, Lon Walras et Carl Menger travers leur correspondence, conomie Appliqu, volume VI, aprile-settembre 1953, p. 282, e i commenti al riguardo di mile Kauder, Intellectual and Political Roots of the Older Austrian School, Zeitschrift fr Nationalkonomie, n. 17, pp. 411-425, riprodotto nel volume I di Austrian Economics, Stephen Littlechild, casa editrice Edward Elgar, Vermont 1990, specialmente le pp.10-11); e poi Bhm-Bawerk nel volume II di Capital and Interest, opera citata, pp.233-235 (esiste una traduzione in spagnolo di Sonsoles Huarte inclusa nel volume I di Lecturas de Economa Poltica, Jess Huerta de Soto, Unin Editorial, Madrid, 1986, pp. 119 a 120) dove critica che si concepiscano meccanicamente la domanda e lofferta come pure quantit dipendenti da una variabile indipendente (il prezzo), e non come ci che sono in realt: il risultato di decisioni e azioni umane reali e concrete. La teoria funzionale e scientista dei prezzi deve essere sostituita, pertanto, da una teoria geneticocausale, o pi esattamente prasseologica, dei prezzi, in cui si concepisca che questi sorgono come risultato di una sequenza di azioni umane di tipo imprenditoriale, teoria che, mantenendo e arricchendo le conclusioni valide del modello funzionale, permette di evitare i gravi rischi ed errori a cui esso normalmente d luogo. Si veda, in questo senso, larticolo di Hans Mayer, Der Erkenntniswert der Funktionellen Preistheorien, in Die Wirtschaftstheorie der Gegenwart, volume 2, casa editrice Springer, Vienna 1932, pp.147-239b (Esiste una traduzione italiana di questo articolo dal titolo: Il concetto di equilibrio nella teoria economica, in Nuova collana di economisti, vol. 4 Economia pura, a cura di Gustavo del Vecchio, Unione tipografico editrice torinese, Torino 1937) . E i commenti a riguardo di Israel M. Kirzner nel suo articolo Austrian School of Economics, The New Palgrave. A Dictionary of Economics, opera citata, volume I, p. 148. Le idee di Mises su questa stessa linea si trovano specialmente nel suo Human Action, opera citata, pp.327 a 333. Si veda anche la citazione nella nota 53 del capitolo V, e le considerazioni che facciamo alla fine dello stesso. Un esempio apparso recentemente nel nostro paese della dannosa metodologia scientista basata sull ingegneria sociale e sulluso della matematica nel campo delleconomia il libro del socialista Jos Borrell Fontelles La Repblica de Taxonia, Edizioni Pirmide, Madrid 1992. 4 La capacit di scoprire i prodotti marginali non dipende dallesistenza di nessun insieme di istituzioni sociali. E.F.M. Durbin, Economic Calculus in a Planned Economy, in Problems of Economic Planning, opera citata, p. 145. 5 It may be very difficult to calculate marginal products. But the technical difficulties are the same for capitalist and planned economies alike. All difficulties that are not accountancy difficulties are not susceptible to theoretical dogmatism. E.F.M. Durbin, Economic Calculus in a Planned Economy, in Problems of Economic Planning, opera citata, p. 143.
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Vediamo, pertanto, che cos come accadeva a Lange, per Durbin teoria solo il modello marginalista dellequilibrio (sebbene, nel suo caso, pi che dellequilibrio generale walrasiano, si tratta dellequilibrio parziale marshalliano e della teoria della produttivit marginale) nel quale si suppone che linformazione necessaria per calcolare le corrispondenti produttivit marginali sia data. Non capisce che tale teoria dipende da dei presupposti cos restrittivi che la rendono praticamente irrilevante. Durbin ignora non solo la teoria formale sui processi sociali di coordinazione mossi dallimprenditorialit, ma anche lanalisi economica dei diritti di propriet e il problema teorico che pone il carattere disperso e soggettivo della conoscenza l dove non esista concorrenza imprenditoriale. Non c da meravigliarsi che Durbin fallisca nel suo tentativo di risolvere il problema del calcolo economico socialista, poich utilizza degli strumenti teorici inadeguati, sia per capire il problema originariamente posto da Mises, sia per trovargli una soluzione fattibile. Pertanto, possiamo concludere con Hoff, nella sua brillante analisi critica allapporto di Durbin,6 che in his anxiety not to dogmatize on practical questions he has overlooked the crux of the whole problem, namely, how the data on which the socialist trusts are to base their calculations are to be obtained.7 Il libro The Economics of Socialism di Henry Douglas Dickinson Anche la comparsa del libro di Dickinson nel 1939 indicava promettenti possibilit che il suo autore, finalmente, capisse, trattasse in modo esauriente e cercasse di rispondere alla sfida originale di Mises e Hayek.8 Da un lato, il fatto che Dickinson in questo libro abbandonasse esplicitamente le tesi che aveva sostenuto nel suo articolo del 1933 sulla formazione dei prezzi in un sistema socialista, e precisamente per la ragione essenziale che gli avevano contestato i suoi oppositori austriaci ( cio, per il fatto di rendersi conto che linformazione necessaria per portare a termine la sua proposta di soluzione matematica non sarebbe mai disponibile), indicava grandi possibilit che Dickinson fosse capace di capire tutte le implicazioni della nuova intuizione che aveva appena adottato.9 Daltra parte, la personalit di Dickinson era molto attraente. Collard ci dice che era a much loved, unworldly, eccentric figure with a keen sense of fun and a most astute

Il ruolo di Durbin, che mor annegato tragicamente in Cornovaglia nel 1948, quando era ancora nel pieno della giovent, insieme a J.E. Meade, Hugh Gaitskell e, in misura minore, Dickinson e Lerner, nella costruzione del fondamento ideologico del Partito Laburista inglese dopo la Seconda Guerra Mondiale (soprattutto tramite la cosiddetta Societ Fabiana) stato analizzato da sua figlia, Elisabeth Durbin, nellopera New Jerusalems. The Labour Party and the Economics of Democratic Socialism, Routledge and Kegan Paul, Londra 1985. La maggior parte di questi ideologi finirono per difendere un modello basato sullinterventismo e la pianificazione macroeconomica di taglio keynesiano, allinterno di un contesto socialdemocratico. Elisabeth Durbin autrice anche del breve articolo su suo padre che compare alla p. 945 del volume I del The New Palgrave. A Dictionary of Economics, opera citata. interessante anche il suo libro The Fabians, Mr. Keynes and the Economics of Democratic Socialism, Routledge and Kegan Paul, New York 1984. Incidentalmente, dobbiamo menzionare che Elisabeth Durbin ha fatto parte (insieme a Israel Kirzner, Fritz Machlup, James Becker e Gerald P. ODriscoll) della commissione di valutazione della tesi di dottorato sul dibattito riguardo al calcolo economico socialista, che discusse Don Lavoie allUniversit di New York e che costituisce la base del suo brillante Rivalry and Central Planning, opera citata. 7 T.J.B. Hoff, Economic Calculation in the Socialist Society, opera citata, pp. 224 a 229 e specialmente la parte iniziale della p. 227. Nel suo desiderio di non dogmatizzare su questioni pratiche ha trascurato il nocciolo di tutto il problema, cio, come si dovrebbero ottenere i dati sui quali i trusts socialisti dovrebbero basare i loro calcoli. 8 H.D. Dickinson, The Economics of Socialism, Oxford University Press, Londra 1939. 9 The Economics of Socialism, opera citata, p. 104, dove Dickinson considera che la soluzione matematica che aveva proposto nel 1933 non era fattibile, non perch fosse impossibile risolvere il sistema di equazioni corrispondente, ma perch si rese conto che the data themselves which would have to be fed into the equation machine, are continually changing.

mind;10 e Hayek, nel suo articolo del 1940, loda non solo il carattere comprensivo, ma anche lestensione, lorganizzazione, concisione e lucidit dellopera di Dickinson, aggiungendo che leggerla e discuterne il contenuto era un vero piacere intellettuale.11 Infine, una buona prova del carattere aperto e dellonest scientifica di Dickinson la rassegna molto favorevole della versione originale norvegese del libro di Trygve J.B. Hoff che pubblic nel 1940.12 Nonostante ci, bisogna sottolineare che,disgraziatamente, gran parte delle proposte di Dickinson coincidono completamente con quelle che aveva fatto in precedenza Oskar Lange, autore che tuttavia Dickinson non cita espressamente in nessun luogo del suo libro, tranne che nella bibliografia. Per questo motivo, la maggior parte delle critiche che abbiamo mosso a Lange nel capitolo precedente, si devono considerare riportate qui per il caso di Dickinson. Il fatto che, come ha dimostrato Don Lavoie con grande acume,13 nonostante tutto il libro di Dickinson mantiene basicamente il precedente punto di vista statico di questo autore, per cui continua ad essere incapace di dare soluzione al problema del calcolo economico cos come era stato posto da Mises e Hayek. Questo diviene evidente specialmente nel ruolo che, secondo Dikinson, dovrebbero avere sia lincertezzache la funzione imprenditoriale in un sistema socialista. In effetti, per quanto riguarda lincertezza, Dickinson ritiene che uno dei vantaggi del sistema socialista sarebbe quello di diminuire lincertezza tipica che nasce nel capitalismo come risultato dellinterazione congiunta di molteplici organi di decisione separati. Questa supposta riduzione dell incertezza si otterrebbe grazie allintervento dellorgano centrale di pianificazione che, imponendo mediante mandati una serie di relazioni di produzione, coscienti e dirette, dovrebbe diminuire gli alti livelli di incertezza che esistono normalmente nel mercato. Di nuovo, Dickinson si riferisce alla metafora delle pareti di cristallo che ci sarebbero in un sistema socialista, in confronto al modo di agire tipico delle imprese in un sistema capitalista, caratterizzato, secondo lui, dalla segretezza e dalla mancanza di trasparenza informativa. chiaro che con queste affermazioni Dickinson implicitamente considera che lorgano centrale di pianificazione sar capace di disporre di uninformazione tale che gli permetta di coordinare la societ dallalto, diminuendo il grado di incertezza e di errori che normalmente commettono gli imprenditori; sebbene Dickinson non ci spieghi mai come questo sarebbe possibile, soprattutto tenendo in considerazione che lincertezza non si genera dallalto, ma dal basso, cio, a livelli degli stessi agenti economici, e che, come gi sappiamo, essa ha un carattere soggettivo, pratico, disperso e non articolabile che rende impossibile la sua trasmissione a un organo centrale di pianificazione, e anche la sua stessa creazione o generazione, se non esiste completa libert per lesercizio della
Una figura eccentrica e poco convenzionale, molto amata e dotata di un gran senso dellumorismo e di una mente molto astuta. Si veda larticolo di Collard su Dickinson a p. 836 del volume I di The New Palgrave. A Dictionary of Economics, opera citata. 11 F.A. Hayek, Socialist Calculation III: The Competitive Solution, in Individualism and Economic Order, opera citata, p. 185. 12 Questa rassegna, che apparve nell Economic Journal, nel suo n. 50 (giugno/settembre 1940), alle pp. 270 alla 274, si riferiva al libro di Hoff pubblicato in norvegese con il titolo Okonomisk Kalkulasjon i Socialistike Samfund, da H. Ashekogv, Oslo 1938 (posteriormente tradotto in inglese da M.A. Michael e pubblicato a Londra da William Hodge nel 1949 con il titolo di Economic Calculation in the Socialist Society, opera citata). Dickinson conclude che: the author has produced a critical review, at a very high level of theoretical competence of practically everything that has been written on the subject in German and English. 13 Don Lavoie, Rivalry and Central Planning, opera citata, pp. 135 a 139. Incidentalmente, la concezione statica delleconomia e la conseguente incapacit di capire il ruolo e la natura dellincertezza in uneconomia di mercato che sono propri di Dickinson, oggi sono condivisi da autori del calibro, per esempio, di Kenneth J. Arrow, per il quale, come vedremo nella prossima nota 55, lincertezza un evidente errore del mercato e del suo sistema di prezzi.
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funzione imprenditoriale. Daltra parte, quando Dickinson preconizza una trasparenza informativa totale e una pubblicit completa dei segreti commerciali che ci sono nel sistema capitalista, sta presupponendo implicitamente che linformazione abbia un carattere oggettivo e che, una volta che si diffondessero nel tessuto sociale tutti i dati e segreti dei diversi agenti economici, il livello di incertezza diminuirebbe in modo significativo. Tuttavia, bisogna tenere in considerazione che qualsiasi agente economico pu letteralmente inondare i suoi concorrenti o colleghi con tutta linformazione relativa ai suoi piani, senza che ci significhi necessariamente una riduzione del livello di incertezza. E questo perch si possono inondare gli altri solo con linformazione che si pu trasmettere in modo articolato o formalizzato. Ma i dati devono essere interpretati, ogni interpretazione soggettiva, e pu essere che gli agenti economici e i concorrenti in moltissime circostanze non interpretino soggettivamente in modo identico gli stessi dati, per cui potrebbero non avere lo stesso significato soggettivo che avevano per limprenditore emittente dellinformazione in origine. Si potrebbe ritenere che il limite si trovi in quella circostanza nella quale limprenditore non solo trasmettesse linformazione, ma indicasse anche quale dovrebbe essere, nella sua valutazione oggettiva, levoluzione degli eventi futuri, e che tipo di comportamenti bisognerebbe adottare. Se gli agenti economici decidono di seguire le intuizioni dellemittente, lunica cosa che staranno facendo sar rinunciare a interpretare i dati per quello che sono e, pertanto, rinunciare a esercitare personalmente la loro funzione imprenditoriale, limitandosi semplicemente a seguire la leadership imprenditoriale di un altro. Il sistema socialista capace di eliminare lincertezza solo utilizzando il metodo dello struzzo, cio nascondendo la testa e rifiutandosi di vederla e a riconoscere che lincertezza non un problema (tranne nelle assurde costruzioni mentali degli obnubilati teorici dellequilibrio) ma una realt sociale, inerente alla natura umana e che luomo affronta sempre mediante lesercizio della sua imprenditorialit. Unaltra dimostrazione che Dickinson nel suo modello mantiene il carattere essenzialmente statico si trova nel trattamento che vuole dare al livello di incertezza che non potesse essere eliminato mediante la pianificazione centrale. Riguardo a tale incertezza, Dickinson propone lintroduzione di un ricarico per incertezza che formerebbe parte del costo totale di produzione insieme con il resto degli altri elementi che normalmente lo costituiscono. Bench Dickinson riconosca che il calcolo di questo ricarico per incertezza sarebbe complicato, ritiene che si potrebbe fare calcolando le corrispondenti frequenze di modifiche nelle vendite e nei prezzi di ogni bene e servizio. Con questa proposta, Dickinson mette in evidenza che non riesce a capire la differenza essenziale che esiste tra il rischio e lincertezza a cui ci siamo gi riferiti nel capitolo II.14 Questultima si riferisce a eventi o fatti unici, in relazione ai quali non si pu nemmeno concepire che esista una possibile distribuzione di frequenze. Linformazione che gli agenti economici vanno creando e provando in relazione a quello che credono che potr accadere in futuro uninformazione tipicamente imprenditoriale, di carattere non articolabile, creativa e aperta in quanto alle sue possibili alternative e che, pertanto, non si potr mai arrivare a raccoglierla in modo centralizzato permettendo lelaborazione di una distribuzione di frequenze. E ancor meno soddisfacente, se possibile, il trattamento che Dickinson riserva al ruolo che nel sistema socialista dovrebbe avere la funzione imprenditoriale. Il fatto che limprenditorialit, nel modello di Dickinson, una grossolana caricatura di carattere essenzialmente ambiguo. Da un lato non si permette, com logico, la propriet privata dei mezzi di produzione, e lorgano centrale di pianificazione dotato di poteri immensi, sia al momento di stabilire delle direttive per la coordinazione dei piani individuali, sia per
Si veda lepigrafe su Creativit, sorpresa e incertezza del Capitolo II, cos come le note a pi pagina 11 e 12.
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effettuare la distribuzione dei corrispondenti fondi finanziari, intervenire nel mercato del lavoro, monopolizzare la pubblicit e la propaganda, controllare e dirigere in modo assoluto il commercio internazionale, ecc. Inoltre Dickinson ritiene che questorgano di coercizione, che chiama Supreme Economic Council (Consiglio Economico Superiore) non solo onnipresente e onnisciente, ma anche onnipotente per ci che riguarda la sua capacit di introdurre cambiamenti se ne avverte la necessit.15 Daltra parte, tuttavia, il fatto che i gestori delle diverse imprese del sistema socialista siano sottomessi allorgano di pianificazione non vuol dire che per Dickinson non abbiano la possibilit di fare liberamente determinate scelte.16 In effetti, secondo Dickinson le imprese del sistema socialista dovranno disporre, ciascuna di esse, del capitale corrispondente, tenendo i propri conti di perdite e guadagni, ed essendo gestite nel modo pi simile possibile a come si gestiscono le imprese del sistema capitalista. Dickinson si rende chiaramente conto che necessario che i gestori siano finanziariamente responsabili dellandamento delle proprie imprese, dal momento che dovranno partecipare sia alle perdite sia agli utili che si produrranno. Quello che il nostro autore non spiega come si possa ottenere questa responsabilit finanziaria in un sistema in cui si impedisca necessariamente la propriet privata dei mezzi di produzione. Come sappiamo dal Capitolo II di questo libro, dove non c propriet privata dei mezzi di produzione e luomo non pu ottenere liberamente i benefici della sua azione, non nasce limprenditorialit coordinativa dei processi sociali. Inoltre, Dickinson ritiene che bench il fatto di ottenere benefici non presupponga necessariamente una manifestazione di successo imprenditoriale, il fatto di incorrere in perdite s che significa sempre un fallimento o un errore di tipo gestionale.17 Com logico, se si eleva al rango di principio questa intuizione di Dickinson, chiaro che i gestori cercheranno piuttosto di essere dei funzionari conservatori, sempre timorosi di cominciare nuove attivit, di introdurre innovazioni tecnologiche e commerciali, di modificare il processo produttivo, ecc., perch andare incontro a perdite sar considerato sempre come un errore, sfavorevole per la carriera professionale dellinteressato, mentre non sicuro che i possibili benefici vengano riconosciuti come successi. Dickinson vuole risolvere il problema che pone la motivazione e la remunerazione dei gestori stabilendo un sistema di bonus o pagamenti finanziari in funzione dei risultati ottenuti dallimpresa gestita da ciascun funzionario. Questi bonus, logicamente, non saranno uguali ai benefici imprenditoriali, non solo perch ci implicherebbe, in pratica, la reintroduzione del denigrato sistema capitalista, ma anche perch, come abbiamo appena detto, secondo Dickinson, lesistenza di benefici non , in tutti i casi, un segnale di efficienza. Con questa proposta, Dickinson cade di nuovo nelle trappole del modello

Si veda Dickinson, The Economics of Socialism, pp. 103, 113 e 191. Riguardo a questi qualificativi (onnisciente e onnipresente) che Dickinson attribuisce allorgano di pianificazione, Mises fa il seguente commento ironico: It is vain to comfort oneself with the hope that the organs of the collective economy will be omnipresent and omniscient. We do not deal in praxeology with the acts of omnipresent and omniscient Deity, but with the actions of men endowed with a human mind only. Such a mind cannot plan without economic calculation. Ludwig von Mises, Human Action, opera citata, p. 710. E 14 pagine prima, nella 696, leggiamo anche che we may admit that the director or the board of directors are people of superior ability, wise and full of good intentions. But it would be nothing short of idiocy to assume that they are omniscient and infallible. 16 Because the managers of socialist industry will be governed in some choice by the direction laid down by the planning authority, it does not follow that they will have no choice at all. Vedere Dickinson, The Economics of Socialism, opera citata, p. 217. 17 In effetti, per Dickinson, il principio essenziale sarebbe che although the making of profits is not necessarily a sign of success, the making of losses is a sign of failure. Dickinson, The Economics of Socialism, opera citata, p. 219.

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statico. In effetti, il sistema di bonus presuppone implicitamente, come gi sappiamo,18 che lorgano incaricato di concederli disponga di uninformazione che impossibile che possa riuscire a ottenere dato il suo carattere soggettivo, disperso e non articolabile. Concedere bonus in funzione dei risultati implica che si possa conoscere o sapere se questi risultati siano stati favorevoli o sfavorevoli. Dunque, se possibile che un organo di pianificazione sappia se i risultati sono positivi o negativi, chiaro che non necessario lesercizio di nessuna funzione imprenditoriale per creare tale informazione. Ma se si deve permettere il libero esercizio dellimprenditorialit perch nasca linformazione, non ha alcun senso stabilire un sistema di bonus, poich finch tale informazione non sia nata non si sa se lesercizio dellimprenditorialit avr successo o no. Questo e nessun altro largomento essenziale scoperto ed enunciato da Kirzner contro i diversi tentativi (fino ad ora tutti falliti) di stabilire sistemi di incentivi nei paesi socialisti.19 Il successo imprenditoriale qualcosa che pu essere giudicato solo soggettivamente da parte delluomo che sta esercitando la funzione imprenditoriale corrispondente. Si valuta in modo globale incorporando non solo i corrispondenti benefici finanziari, ma anche tutte le altre circostanze che sono valutate soggettivamente come benefici dallagente.Questo beneficio, inoltre, si va formando in modo continuo, variabile (per ci che riguarda la sua importanza e la sua natura), orientando continuamente lazione dellimprenditore poich gli fornisce linformazione del cammino che deve seguire. Al contrario, il sistema di bonus un sistema che, alla meglio, pu essere utile a livello dirigenziale, ma non a livello imprenditoriale. I bonus si concedono a posteriori, in funzione di uninformazione oggettiva, e secondo ci che sia stato stabilito o pattuito precedentemente in un modo completamente articolato e inequivocabile. I bonus non orientano lazione, dal momento che si concedono in modo rigido e oggettivo in seguito a fatti che sono gi accaduti. E, soprattutto, la loro concessione implica un giudizio interpretativo sui fatti che ha senso solo se fatto in modo imprenditoriale, ma non se il risultato degli ordini di un organo centrale di pianificazione (a cui manca linformazione necessaria per concederli in modo non arbitrario), o sono stati stabiliti previamente con carattere generale in funzione del compimento di determinati parametri pi o meno misurabili. In definitiva, quello che Dickinson non capisce che esistono due significati molto diversi del termine incentivi. In primo luogo, bisogna concepire un significato ristretto, rigido e praticamente irrilevante del termine incentivi, secondo il quale si tratta di disegnare meccanismi per motivare gli agenti economici a fare buon uso (daccordo con la regola prestabilita) dellinformazione oggettiva di cui gi dispongono. Non questo il significato che stiamo dando al termine dallinizio di questo libro, e che molto pi ampio, preciso e rilevante per leconomia: per noi gli incentivi sono costituiti da tutti i fini che umanamente si riesca a concepire e creare ex novo e in funzione dei quali gli umani non solo trasmettono linformazione oggettiva che gi possiedono, ma, e questo molto pi importante, fanno in modo che si crei e si scopra in ogni momento linformazione soggettiva che prima non possedevano e che imprescindibile per raggiungere i fini
Vanno qui riprodotti tutte le argomentazioni critiche sul sistema di bonus e incentivi che abbiamo esposto alla fine della critica 7 al modello classico di Lange nel Capitolo VI. 19 Riportando le parole dello stesso Kirzner, e ricordando la citazione 70 del Capitolo VI,incentives to socialist managers deny the essential role of entrepreneurial discovery. Vedere Discovery and the Capitalist Process, opera citata, pp. 34 a 37. Don Lavoie, da parte sua, riassume le argomentazioni austriache contro il sistema socialista di bonus e incentivi nel modo seguente: This implies that the planning board that examines the individual profit and loss accounts must be in a position to distinguish genuine profit from monopoly gain in the standard sense. However, this evades the question under consideration, since the calculation argument contents that the planning board would lack the knowledge that decentralized initiative generates and that this knowledge is revealed only in profit and loss accounts. There is no superior store of knowledge against which profit figures can be compared, so that the managers remuneration correspondingly altered. Vedere Don Lavoie, Rivalry and Central Planning, opera citata, pp. 138-139.
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proposti. In un sistema socialista, anche se si pu cercare goffamente di stabilire incentivi nel primo significato, impedendo forzosamente in modo sistematico la libera e completa appropriazione dei fini o risultati dell attivit imprenditoriale di ciascuno, si rende impossibile, per definizione, stabilire incentivi intesi nel loro secondo significato, ampio e reale. Parallelamente, Dickinson propone anche che si concedano bonus o incentivi per la sperimentazione e linnovazione tecnologica, come se lorgano centrale di pianificazione potesse possedere la quantit e la qualit di informazione necessarie per poter giudicare che progetti vale la pena finanziare e quali no, cos come che risultati della sperimentazione si ritiene abbiano avuto successo e quali no. Per, e usando le parole di Don Lavoie, the idea of specified incentives as a deliberate planning device is contradictory to the idea of experimentation as a genuinely decentralized discovery procedure. If the central planning board does not have the knowledge necessary to differentiate bold initiative from reckless gambling, it could not allocate incentives among manager to encourage the one and discourage the other.20 Questo stesso problema si riproduce inesorabilmente in modo identico in quei governi occidentali che pretendono di incentivare attraverso sovvenzioni e altri aiuti statali sia la ricerca scientifica sia lo sviluppo culturale e artistico. In tutti questi casi, corrispondenti organi dellAmministrazione finiscono per concedere gli aiuti, le sovvenzioni o gli incentivi in modo puramente arbitrario e, in perfetta consonanza con le predizioni della Scuola della Scelta Pubblica, e in mancanza di altri criteri migliori, concedono gli aiuti per amicizia, influenze politiche, ecc., fallendo purtroppo al momento di fomentare linnovazione tecnologica o lo sviluppo culturale o artistico di vera categoria. Dickinson, nella sua trattazione della funzione imprenditoriale, cade in modo implicito ed esplicito nei presupposti di informazione completa, societ statica e assenza di cambiamenti che convertono tutti i problemi economici in questioni puramente tecniche che possono essere risolte da semplici gestori, focalizzazioni che tanto abbiamo criticato in tutto questo libro, e che mettono in evidenza lincapacit del nostro autore di affrontare il problema del calcolo nelle economie socialiste. Il fatto che, per dirla con Mises, the capitalist system is not a managerial system; it i san entrepreneurial system,21 e Dickinson si trova tra quelli che confondono la funzione imprenditoriale con la funzione gestionale e che, pertanto, chiudono inevitabilmente gli occhi davanti al vero problema economico. Infine, curioso constatare lingenuit di Dickinson nel credere che il suo sistema permetterebbe di stabilire, per la prima volta nella storia dellumanit, un individualismo e una libert veramente efficaci, cio, una specie di socialismo libertario di grande attrattiva intellettuale.22 Tuttavia, e dato lenorme potere che lorgano centrale di pianificazione dovrebbe avere nel modello di Dickinson, insieme con la sua caratteristica arbitrariet, la manipolazione della propaganda e limpossibilit di portare a termine il
Lidea di stabilire specifici incentivi come strumento di pianificazione in contraddizione con lidea della sperimentazione come processo di scoperta genuinamente decentralizzato. Se lorgano centrale di pianificazione non ha la conoscenza necessaria per distinguere le iniziative audaci dalle scommesse temerarie, non potr distribuire incentivi fra i gestori per favorire le une e impedire le altre. Don Lavoie, Rivalry and Central Planning, opera citata, p. 139. 21 Il sistema capitalista non un sistema gestionale, ma un sistema imprenditoriale. Ludwig von Mises, Human Action, opera citata, p. 708. Mises aggiunge nella successiva p. 709 che one cannot play speculation and investment. The speculators and investors expose their own wealth , their own destinyIf one relieves them of this responsibility, one deprives them of their very character. They are no longer businessmen, but just a group of men to whom the director has handed over his main task, the supreme direction of economic affairs. Then they and not the nominal director become the true directors and have to face the same problem the nominal director could not solve: the problem of calculation. 22 Dickinson, The Economics of Socialism, opera citata, p. 26.
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calcolo economico, il suo sistema socialista sarebbe, come minimo, un sistema molto autoritario, in cui la libert individuale sarebbe enormemente indebolita e le possibilit che un sistema veramente democratico funzionasse sarebbero nulle. Inoltre, lo stesso Dickinson riconosce (e laffermazione tanto grave che necessario riportarla letteralmente) che in a socialist society the distinction, always artificial, between economics and politics will break down; the economic and the political machinery of society will fuse into one.23 Come ha messo in evidenza Hayek,24 questa affermazione di Dickinson riassume una delle dottrine preconizzate con maggiore fermezza da nazisti e fascisti. Se non si pu distinguere la politica dalleconomia, sar imprescindibile che sia preponderante e si imponga a tutti gli agenti e membri della societ ununica scala di valori riguardo a tutti gli estremi della vita umana, cosa che, com logico, si potr portare a termine solo mediante luso generalizzato della forza e della costrizione. Precisamente la politica fa sempre riferimento alla costrizione, alla forza e al mandato istituzionali e sistematici (cio, al socialismo, esattamente come lo abbiamo definito fin dallinizio di questo libro), mentre leconomia fa riferimento al contratto volontario, al libero esercizio della funzione imprenditoriale, e al fatto che tutti gli individui possano perseguire pacificamente i loro pi svariati fini allinterno di un ambito giuridico di scambio e cooperazione. La grande meraviglia della vita in una societ capitalista mossa dalla forza dellimprenditorialit radica nel fatto che in essa ogni persona o agente economico impara a disciplinare e a modificare volontariamente il suo comportamento in funzione delle necessit e dei desideri degli altri, e tutto questo in un contesto in cui ciascuno persegue i fini pi svariati, ricchi e imprevisti. E questo qualcosa che Dickinson, evidentemente, non ha mai voluto e non mai stato capace di capire. Il contributo di Abba Ptachya Lerner al dibattito Gli apporti di Lerner al dibattito non hanno preso la forma di risposte esplicite ai libri e agli articoli di Mises o Hayek, ma, al contrario, furono semplicemente raccolte in una serie di articoli pubblicati negli anni 30, nei quali commentava e criticava le proposte di altri teorici socialisti che erano intervenuti nel dibattito e soprattutto quelle di Lange, Durbin, Dickinson e Dobb.25 In seguito e in aggiunta, Lerner incluse una serie di commenti rilevanti per il tema che ci interessa nel suo libro The Economics of Control (Leconomia del controllo) che fu pubblicato nellanno 1944.26 Lerner pretende di affrontare nei suoi articoli non solo i problemi di statica, ma anche i problemi dinamici che pone leconomia socialista. Inoltre, nel suo libro The Economics of Control menziona espressamente27 che la pianificazione totale esigerebbe una
In una societ socialista, la distinzione sempre artificiale tra economia e politica sparirebbe, il macchinario economico e quello politico della societ si fonderebbero in uno solo. Dickinson, The Economics of Socialism, opera citata, p. 235. 24 Vedere F.A. Hayek, Socialist Calculation III: The Competitive Solution, in Individualism and Economic Order, opera citata, pp. 206-207. 25 Gli articoli di Lerner pi rilevanti per il dibattito sul calcolo economico socialista sono i seguenti: Economic Theory and Socialist Economy, pubblicato sulla Review of Economic Studies, n. 2, ottobre del 1934, pp. 51 a 61; A Rejoinder, Review of Economic Studies, n. 2, febbraio del 1935, pp. 152 a 154; A Note on Socialist Economics, Review of Economic Studies, n. 4, ottobre del 1936, pp. 72 a 76; Statics and Dynamics in Socialist Economics, Economic Journal, n. 47, giugno del 1937, pp. 253 a 270; e, infine, Theory and Practice of Socialist Economics pubblicato sulla Review of Economic Studies, n. 6, ottobre del 1938, pp. 71 a 75. 26 Abba P. Lerner, The Economics of Control. Principles of Welfare Economics, Macmillan, New York 1944. Esiste una traduzione in spagnolo di Edmundo Flores pubblicata dal Fondo de Cultura Econmica (Fondo di Cultura Economica) in Messico nel 1951 con il titolo di Teora Econmica del Control. Principios de Economa del Bienestar (Teoria Economica del Controllo. Principi di Economia del Benessere). 27 A.P. Lerner, The Economics of Control, opera citata, p. 119.
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conoscenza centralizzata di ci che succede in ogni fabbrica, delle modifiche giornaliere che si producono nella domanda e nellofferta, cos come dei cambiamenti nella conoscenza tecnica in tutti i rami della produzione, cosa che non concepibile supporre che un organo centrale di pianificazione possa raggiungere, per cui non rimane altro da fare che ricorrere al meccanismo dei prezzi. Tuttavia, e nonostante tutte queste osservazioni, lapporto di Lerner continua a basarsi implicitamente ed esplicitamente, cos come quelli del resto dei teorici del socialismo di mercato, sul presupposto che tutta linformazione necessaria per portare a termine la sua proposta dovrebbe essere disponibile, per cui neanche Lerner stato capace di rispondere alla sfida di Mises n, pertanto, di dare una soluzione al problema del calcolo economico socialista. Inoltre, bisogna anche constatare che Lerner stato lesponente pi estremista al momento di difendere il modello dellequilibrio come fondamento teorico per il socialismo e di ignorare e respingere la necessit di studiare i problemi veramente interessanti posti dallimprenditorialit. Vediamo tre esempi concreti che illustrano molto chiaramente questa posizione tipica di Lerner. In primo luogo, dobbiamo menzionare lanalisi critica che Lerner fa delle regole dei costi enunciate precedentemente dai diversi teorici del socialismo di mercato in generale, e da Taylor, Lange e Durbin in particolare. In effetti, Lerner critica lutilizzazione da parte di Taylor del principio di uguagliare il prezzo ai costi medi totali. Critica anche lapproccio delle regole di Lange, per cercare di simulare pi il meccanismo del mercato che lo stato finale a cui esso tende; ed specialmente critico riguardo allapplicazione delle regole di Durbin che, secondo lui, presuppongono un ritorno al principio pratico di stabilire i prezzi in funzione dei costi medi, esigendo ai gestori che producano il volume pi elevato che sia compatibile con lottenimento di un livello normale di benefici.28 Secondo Lerner, non tanto importante trovare una regola pratica quanto perseguire direttamente lobbiettivo finale del sistema socialista, che si avr soltanto assicurandosi che nessun fattore o ricorso venga utilizzato per produrre un bene o servizio trascurando la produzione di altri che abbiano un valore pi alto. Questo si pu ottenere soltanto ordinando ai gestori che facciano in modo in ogni caso che i prezzi siano uguali ai costi marginali (CM = P), principio che, anche se coincide con quello della seconda regola di Lange, deve essere perseguito in modo esclusivo e senza lossessione che, secondo Lerner, aveva Lange di simulare il funzionamento di un mercato competitivo. Secondo Lerner, non necessario insistere, come fa Durbin, sul fatto che i gestori ottengano benefici normali, dato che tale tipo di benefici non sono se non una manifestazione o sintomo di una situazione di equilibrio statico, e quello di cui ha veramente bisogno il sistema socialista una guida per lassegnazione delle risorse produttive in un mondo dinamico. Vediamo, pertanto, come la presunta analisi dinamica di Lerner si limiti a cercare di trovare una regola che si possa applicare, a suo parere, a tutte le circostanze che si verifichino giorno per giorno nel sistema socialista. Tuttavia, paradossalmente, la soluzione di Lerner altrettanto statica di quelle che erano state proposte da Durbin, Lange o Dickinson, e, pertanto, dobbiamo ripetere qui tutta la critica che abbiamo fatto in dettaglio precedentemente alla regola di stabilire i prezzi in funzione dei costi marginali. Ora basta che ripetiamo che i costi marginali non hanno un carattere obbiettivo, nel senso che siano dati e possano essere osservati inequivocabilmente da una terza
Tibor Scitovsky, Lerners Contribution to Economics, Journal of Economic Literature, dicembre del 1984, volume XXII, n. 4, pp. 1547 a 1571, e specialmente la p. 1552. Scitovsky fa un riassunto del dibattito sul calcolo economico socialista e lintervento di Lerner (p. 1551) che mette in evidenza la sua assoluta incomprensione del contenuto dello stesso, e anche che ha utilizzato solo determinate fonti secondarie le cui referenze non corrispondono con la realt di come si sono svolti gli avvenimenti. Che a questo punto del secolo degli esimi economisti continuino a scrivere certe cose assolutamente demoralizzante. Riguardo a Lerner altrettanto interessante lintroduzione di Karen Vaughn al libro di T.J.B. Hoff, Economic Calculation in the Socialist Economy, opera citata, pp. xxiv a xxvi, e il Capitolo 12 di questo stesso libro, pp. 224 a 236.
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persona. Al contrario, sono uninformazione tipicamente imprenditoriale, cio, che si viene generando in modo soggettivo, disperso, tacito, pratico e non articolabile nella mente di coloro che esercitano liberamente la loro azione umana o funzione imprenditoriale, per cui non si pu supporre che linformazione relativa ai costi venga creata o scoperta da alcuni gestori che, essendo stata eliminata la propriet privata dei mezzi di produzione, non possono esercitare liberamente la loro funzione imprenditoriale. E ancor meno, si pu supporre che tale informazione possa essere trasmessa allorgano centrale di pianificazione e che questo, in qualche modo, sia capace di controllare che i responsabili delle diverse industrie stiano portando a termine il compimento della norma (CM = P). In secondo luogo, curiosamente, lo stesso Lerner si rende conto che i prezzi rilevanti che devono essere presi in considerazione nella sua regola (CM = P) non sono i prezzi presenti (o quelli che si sono dati nel mercato, anche se in un passato recente), ma i prezzi futuri cos come sono previsti dagli agenti economici (expected future prices).29 Pertanto, e in accordo con questa osservazione, la regola essenziale di Lerner deve essere stabilita in modo che ogni gestore pareggi i prezzi ai costi marginali secondo le proprie aspettative. Dunque, non solo impossibile che sorgano queste aspettative se i gestori non possono esercitare liberamente la loro funzione imprenditoriale (non esistendo la propriet privata dei mezzi di produzione), ma diventa anche teoricamente impossibile che un qualche ispettore burocratico membro dellorgano centrale di pianificazione possa verificare in modo oggettivo se la regola venga osservata o no (cio, se ogni gestore stia agendo correttamente o meno secondo le proprie aspettative). Lerner, pertanto, intuisce unidea che basicamente corretta, ma non si rende conto che essa distrugge e converte in una completa assurdit tutta la sua proposta. Daltra parte, e in terzo luogo, Lerner ritiene che la questione relativa a se lorgano centrale di pianificazione possa valutare in modo pi o meno esatto degli imprenditori che agiscono in una societ competitiva quali saranno i costi marginali attesi nel futuro, sia di tipo sociologico o pratico e che, pertanto, non appartenga al campo della teoria economica.30 Inoltre, Lerner critica espressamente il tentativo di Durbin di analizzare gli effetti pratici che il socialismo avrebbe sugli incentivi e il modo di agire dei gestori nel sistema socialista, indicando scherzosamente che Durbin, nellaffrontare tale impegno, stava cercando di risolvere un problema che non aveva niente a che vedere con quello della possibilit teorica del calcolo economico nelle economie socialiste.31 evidente che colui che sta rispondendo a una domanda sbagliata, e inoltre con degli strumenti analitici e delle conclusioni teoriche inadeguate ad affrontare il problema posto da Hayek e Mises sullimpossibilit del calcolo economico razionale in un sistema socialista, lo stesso Lerner.In effetti costui, rifugiandosi in un ipotetico sistema in cui si insegna agli agenti economici ad agire in un determinato modo, senza interessarsi per nulla se saranno capaci o no di agire in quel modo basandosi sullinformazione che possono creare o generare e sugli incentivi che hanno a quello scopo, si sta escludendo deliberatamente dai problemi teorici rilevanti e si sta rifugiando nellasettico nirvana dellequilibrio generale e delleconomia del benessere. Lossessione di Lerner per lequilibrio e la statica messa in evidenza specialmente nella sua critica a Oskar Lange, che ritiene che cerchi di riprodurre o di simulare i meccanismi della concorrenza senza necessit, quando secondo lui la questione
Abba P. Lerner, Statics and Dynamics in Socialist Economics, opera citata, pp. 253, 269 e 270. Riportiamo le parole dello stesso Lerner: The question is then the sociological one, whether the socialist trust is able to estimate this future value more accurately or less accurately than the competitive owner of the hired instrument, and here we leave pure economic theory. Vedere Statics and Dynamics in Socialist Economics, opera citata, p. 269. 31 In effetti, Lerner ha scherzosamente paragonato Durbin con quello schoolboy in the examination room who wrote I do not know the social effects of the French Revolution, but the following were the kings of England (A Rejoinder, opera citata, 1938, p. 75).
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veramente importante consiste nellarticolare le condizioni necessarie per definire lideale socialista dal punto di vista dell economia del benessere, indipendentemente da quale sia il metodo che si utilizza per raggiungere tale ideale. Effettivamente, non si tratta neanche pi di stabilire un modello di concorrenza perfetta, (bench tale modello di concorrenza non abbia niente a che vedere con la concorrenza che c tra gli imprenditori nella vita reale), ma limportante definire, il pi chiaramente possibile, la situazione del nirvana o paradiso che descrive l economia del benessere, lasciando alla sociologia, la psicologia e la politica il compito di scoprire i sistemi pratici pi adeguati per raggiungere tale paradiso per mezzo della coazione.32 Lerner insiste, pertanto, che pi che simulare un sistema di concorrenza perfetta in equilibrio, attraverso il metodo di prova ed errore o di qualsiasi altro, ci che bisogna fare cercare di raggiungere direttamente loptimum sociale, dando istruzioni ai gestori perch uguaglino i prezzi ai costi marginali. Di tutti i teorici che abbiamo analizzato fino ad ora, forse Lerner il pi influenzato dall ipnotismo del modello neoclassico dellequilibrio generale e dell economia del benessere; e questo a tal punto, che considera al di fuori del campo della teoria qualsiasi analisi che non si riferisca ai presupposti, alle implicazioni e allesposizione formale delleconomia del benessere. Questa la spiegazione del perch preconizzi con insistenza unicamente ed esclusivamente che i gestori delle imprese siano istruiti a seguire i dettami dei principi delleconomia del benessere, e proprio con questo obbiettivo scrisse nel 1944 il suo Economics of Control, come manuale pratico di interventismo o libro di ricette delleconomia neoclassica dellequilibrio e del benessere, da utilizzarsi direttamente nella pratica dellingegneria sociale da parte dei burocrati dellorgano centrale di intervento o pianificazione, aiutandoli e facilitandoli nel loro arduo compito di esercitare coazione sistematica in campo economico sul resto della cittadinanza.33

Effettivamente, alla p. 74 dellarticolo gi citato A Note on Socialist Economics, apparso nel 1936, Lerner scisse: Methodologically my objection is that Dr. Lange takes the state of competitive equilibrium as his end, while in reality it is only a means to the end. He fails to go behind perfect competitive equilibrium and to aim at what is really wanted. Even though it be true that if the state of classical static perfectly competitive equilibrium were reached and maintained in its entirety the social optimum which is the real end would thereby be attained, it does not follow that it is by aiming at this equilibrium that one can approach most nearly the social optimum that is desired. 33 Unaltra prova del carattere statico dellanalisi di Lerner, nel senso che presuppone che lorgano di intervento o pianificazione disponga di tutta linformazione necessaria per agire, fondata sul suo sviluppo della teoria dello speculatore produttivo, la cui funzione sarebbe di beneficio e si dovrebbe preservare in uneconomia controllata; e che indispensabile distinguere dallo speculatore monopolista o aggressivo la cui funzione deve essere neutralizzata mediante il meccanismo che Lerner definisce come controspeculazione (vedere The Economics of Control, opera citata, pp. 69 e 70). Quello che Lerner non dice che, dal momento che la differenza che cerca di creare si basa interamente nei motivi soggettivi dellattivit speculativa intrapresa, non esiste alcuna possibilit di distinguere oggettivamente tra luno e laltro tipo di speculazione, poich non esiste un criterio oggettivo e inequivocabile che permetta di descrivere e interpretare quali siano le motivazioni umane soggettive. Come ha messo in evidenza Murray N. Rothbard nella sua analisi sul monopolio nella sua opera Man, Economy and State (Nash Publishing, Los Angeles 1972, volume II, Capitolo 10, pp. 586 620; esiste una traduzione in spagnolo di questo articolo fatta da Carmen Liao, con il titolo di Lo ilusorio del precio del monopolio (Lillusoriet del prezzo del monopolio), pubblicata nel volume I delle Lecturas de Economa Politca (Letture di Economia Politica), Jess Huerta de Soto (ed.), opera citata, pp. 181-211), la distinzione tra prezzi di concorrenza e prezzi di monopolio teoricamente assurda, dal momento che i secondi vengono riferiti in funzione dei primi, e che nella vita reale non si sa quali sarebbero stati gli ipotetici prezzi di equilibrio in un mercato di concorrenza perfetta, non esiste nessun criterio teorico oggettivo per determinare se ci troviamo o no di fronte a una situazione di monopolio. Inoltre, come ha messo in evidenza Kirzner (Competition and Entrepreneurship, opera citata, Capitolo 3, pp. 88-134), il problema della concorrenza versus il monopolio, intesi entrambi nel loro significato statico come situazioni o modelli di equilibrio, un problema irrilevante, poich ci che veramente importante analizzare se esiste o no un processo reale mosso dalla forza imprenditoriale di

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Lerner non si rende conto che ragionando in questo modo cade nella trappola che egli stesso si costruito. In effetti, la meravigliosa campana di vetro delleconomia del benessere lo mantiene isolato in una perfetta immobilit dai problemi economici reali che pone il socialismo e gli permette di immunizzarsi totalmente (o almeno cos lui crede) rispetto alle critiche teoriche formulate da Mises e Hayek. Per quello che sta realmente succedendo che la campana di vetro non trasparente, ma opaca, per cui a Lerner mancano gli strumenti analitici necessari non solo per risolvere i problemi economici rilevanti, ma anche per poterli soltanto riconoscere. Lisolamento nel paradigma delleconomia del benessere cos profondo, che Lerner ritiene addirittura che le differenze che ci sono nel mondo reale rispetto al modello di equilibrio di concorrenza perfetta sono un chiaro difetto o fallo del sistema capitalista (che il socialismo, almeno potenzialmente, capace di correggere con la forza), pi che un difetto dello stesso strumento analitico del modello. Cio, se il mondo non si comporta come lo descrive la teoria del nirvana, distruggiamo il mondo e costruiamo il nirvana, ma non cerchiamo mai di correggere la teoria per cercare di capire o spiegare come funziona il mondo e che cosa vi succede realmente.34 Si pu, pertanto applicare pienamente a Lerner la critica che Tadeusz Kowalik fa a Lange35 nel senso di considerare che a questultimo autore sono mancati gli strumenti analitici necessari non solo per risolvere il problema del calcolo economico socialista, ma addirittura per capire e analizzare dettagliatamente i problemi economici realmente importanti.36
natura competitiva e che si eserciti libera da restrizioni di tipo governativo, indipendentemente dal fatto che il risultato della creativit imprenditoriale sembri a volte plasmarsi in situazioni monopoliste o oligopoliste. 34 Si veda a questo proposito il commento di Don Lavoie alla p. 129 (nota 8) del suo Rivalry and Central Plannong, e che si riferisce allarticolo di Abba P. Lerner The Concept of Monopoly and the Measurement of Monopoly Power, pubblicato sulla Review of Economic Studies, nel 1934, n. 1, p. 157 a 175. E anche il mio articolo La Crisi del Paradigma Walrasiano, pubblicato su El Pas, Madrid, 17 dicembre 1990, p. 36. 35 In effetti, Kowalik ci mostra come, alla fine della vita di Lange abbia ricevuto una sua lettera datata il 14 agosto del 1964, nella quale gli indicava che what is called optimal allocation is a second-rate matter, what is really of prime importance is that of incentives for the growth of productive forces (accumulation and progress in technology); this is the true meaning of so to say rationality. E Kowalik afferma che it seems that he must have lacked the indispensable tools to solve this question or even to present it in detail. Vedere larticolo di Kowalik su Lange-Lerner Mechanism, pubblicato nel volume III, di The New Palgrave. A Dictionary of Economics, opera citata, p. 131. Daltra parte, e come indica Kowalik, sembra che Lange in alcuni momenti della sua vita sia stato daccordo con le conclusioni di Lerner. Effettivamente, nella sua opera The Economist Case for Socialism, apparsa nel 1938, e inclusa nella versione spagnola del libro edito da Lippincot (p. 110 e 116 della versione spagnola di Sobre la Teora Econmica del Socialismo (Sulla Teoria Economica del Socialismo), scrisse:The really important point in discussing the economic merits of socialismi is not that of comparing the equilibrium position of a socialist and of a capitalist economy with respect to social welfare. Interesting as such a comparison is for the economic theorist, it is not the real issue in the discussion of socialism. The real issue is whether the further maintenance of the capitalist system is compatible with economic progress. In effetti, Lange non credeva che il sistema capitalista potesse mantenere il ritmo di crescita economica e di innovazione tecnologica di cui si era vantato dalla rivoluzione industriale fino alla Grande Depressione. Difficilmente avrebbe creduto che, poco pi di una generazione dopo la sua morte, il problema economico fondamentale avrebbe fatto un giro di pi di 180 gradi, essendosi evidenziato che il sistema socialista, e non quello capitalista, quello che non compatibile n con il progresso economico n con linnovazione tecnologica ( A parte le altre evidenti incompatibilit con la libert e la democrazia). 36 Un caso curioso, trattandosi di un autore i cui strumenti analitici sono quelli tipici di un economista dellequilibrio appartenente al moderno paradigma neoclassico e che, tuttavia, un ardente difensore delleconomia capitalista di fronte ai sistemi socialisti, quello di Milton Friedman. Questo fatto giustifica il fatto che gli studi teorici critici del socialismo di Milton Friedman non siano capaci n di apprezzare il nocciolo della sfida teorica posta da Mises (che praticamente non cita mai e che spesso disdegna), n di spiegare lessenza teorica dellimpossibilit del calcolo economico socialista. Effettivamente, a Friedman manca unelaborata teoria della funzione imprenditoriale e, pertanto,del funzionamento dei processi dinamici che ci sono nel mercato e che sono sempre mossi da essa. Per questo, le sue analisi critiche del socialismo non sono se non un insieme di aneddoti di tipo empirico, relativi a interpretazioni di quello che

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succede nel mondo socialista reale, o a vaghe osservazioni sul problema che pone lassenza di incentivi (intesi nel senso stretto che abbiamo tanto criticato parlando di Dickinson) nelle economie socialiste. Una prova palpabile delle insufficienze analitiche di Milton Friedman in questo campo la sua opera Market or Plan?, pubblicata dal Center for Research into Comunist Economies (Centro per la Ricerca nelle Economie Socialiste),Londra 1984. In questo breve libercolo, Friedman arriva addirittura ad affermare che gli scritti di Lange, in generale, e, in particolare, il libro di Lerner The Economics of Control an admirable book that has much to teach about the operation of a free market; indeed, much more, I believe, than about their actual objective, how to run a socialist state (opera citata, p. 12). Friedman non si rende conto che se i lavori di Lerner e Lange sono irrilevanti per dare fondamento teorico a un sistema socialista, ci dovuto proprio alla loro profonda incomprensione di come funziona realmente il sistema capitalista. O, detto al contrario, se Mises e Hayek sono stati capaci di costruire tutta una teoria riguardo allimpossibilit del socialismo, ci dovuto, precisamente, alla loro profonda conoscenza teorica di come in realt funziona il sistema capitalista. Abbiamo il grande timore, pertanto, che la lode che Friedman fa del libro di Lerner mette in evidenza la pochezza teorica dello stesso Friedman per ci che riguarda la sua concezione dei processi dinamici del mercato mossi dalla funzione imprenditoriale. Friedman, inoltre, oggettivizza senza necessit il sistema di prezzi, considerandolo come un meraviglioso trasmettitore di informazione, apparentemente oggettiva, insieme allincentivo necessario per utilizzarla adeguatamente. Non ha capito che il problema non quello. Che i prezzi non creano n trasmettono informazioni, ma che queste funzioni possono essere portate a termine solo dalla mente umana nel contesto di unazione imprenditoriale. E che la meraviglia del mercato non che il sistema di prezzi agisca in modo efficiente trasmettendo informazione (Friedman, opera citata, pp. 9-10). La meraviglia del mercato che un processo che, mosso dalla forza imprenditoriale innata in ciascun uomo, crea costantemente nuova informazione, alla luce dei nuovi fini che ciascuno si pone e che, in interazione con altri uomini, d luogo a un processo coordinativo per il quale tutti apprendiamo incoscientemente a regolare il nostro comportamento in funzione dei fini, desideri e circostanze degli altri. Cio, i prezzi, pi che trasmettere informazioni, creano opportunit di guadagno che vengono sfruttate dalla funzione imprenditoriale, che quella che crea e trasmette nuova informazione, coordinando tutto il processo sociale. Infine, Friedman ritiene (p. 14) che il problema fondamentale in un sistema socialista sia quello di controllare se gli agenti economici portano a compimento le regole prestabilite. Questo non il problema; il problema di base, come sappiamo, che in un sistema in cui non esista libert di esercizio della funzione imprenditoriale, non possibile che si generi linformazione necessaria per permettere, al momento di prendere delle decisioni, il calcolo economico razionale e il processo coordinativo che abbiamo appena menzionato. Solo in due punti, e in modo molto fugace, Friedman fa riferimento al problema economico fondamentale che abbiamo spiegato qui, ma dandogli unimportanza secondaria e senza analizzarlo dettagliatamente n studiare tutte le sue implicazioni. In un punto, si riferisce alla difficolt di ottenere linformazione necessaria a controllare i gestori (p. 14) che ha lorgano centrale di pianificazione, bench non si renda conto che tale tipo di informazione non si creerebbe neppure a livello dei gestori. E nella rassegna pubblicata da Milton Friedman sul libro di Lerner The Economics of Control (journal of Political Economy, n. LV, ottobre del 1947, pp. 405 a 416; esiste una traduzione in spagnolo di Raimundo Ortega Fernndez pubblicata con il titolo Lerner y la Economa de Control (Lerner e lEconomia di Controllo), pubblicata come Capitolo XI nel libro Ensayos Sobre Economa Positiva (Saggi sull Economia Positiva), di Milton Friedman, Casa Editrice Gredos, Madrid 1967), studiando i meccanismi istituzionali per ottenere un optimum Friedman critica vagamente Lerner per non aver preso in considerazione che i benefici presuppongono un criterio di attuazione, e servono a determinare la capacit dellimprenditore nel dominio delle risorse (vedere alla p. 286 dellopera spagnola citata); ma senza che Friedman, n in queste occasioni, n in nessun altra, sia stato capace di spiegare il perch dellimpossibilit teorica che il sistema proposto da Lange e Lerner potesse funzionare. Questo spiega come, spesso, Friedman cerchi di rifugiarsi nelle implicazioni non economiche (sulla libert personale e di tipo politico ed etico) delle riforme istituzionali proposte dai sistemi socialisti, e come la sua critica teorica al socialismo sia molto debole. Questo lungo commento era indispensabile, dato che, in molte occasioni, si identifica Friedman con Hayek e Mises, come se formassero parte della stessa scuola, e proprio questo ha dato luogo a una profonda confusione tra gli economisti occidentali e dei paesi dellEst che, non avendo studiato a fondo il problema, non si sono ancora resi conto delle profonde e radicali differenze di paradigma teorico esistenti tra luno e gli altri. La critica a Friedman si pu estendere, in modo generale, al resto dei teorici della Scuola di Chicago, che, ossessionati dallempirismo e centrati in un fantasmagorico equilibrio oggettivista (di origine ricardiana e marshalliana), non concepiscono che nel mercato ci sia altro problema di informazione che quello costituito dagli elevati costi di transazione per ottenerla. Questo un errore, poich presuppone, implicitamente, che lagente sia capace di valutare a priori quali siano i costi e i benefici attesi dal suo processo di ricerca di informazione, cio, presuppone lassurda contraddizione che lagente sappia valutare a priori quanto varr linformazione di cui non ancora a conoscenza e, pertanto, rende radicalmente impossibile capire in che cosa consiste la funzione imprenditoriale e quali sono le sue

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2. SOCIALISMO DI MERCATO: LIMPOSSIBILE QUADRATURA DEL CERCHIO Come risultato della nostra analisi delle proposte di Oskar Lange e del resto dei socialisti di mercato della sua scuola,37 possiamo concludere che teoricamente e praticamente ci sono solo due alternative: o esiste una completa libert per lesercizio della funzione imprenditoriale (in un contesto di riconoscimento e difesa della propriet privata dei mezzi di produzione, e senza altre limitazioni che il minimo di norme tradizionali del diritto privato e penale necessarie ad evitare laggressione asistematica allazione umana e linadempienza dei contratti); oppure si esercita pressione in modo sistematico e generalizzato sulla funzione imprenditoriale in aree pi o meno estese del mercato e della societ, e, in concreto, si impedisce la propriet privata dei mezzi di produzione. In questo caso, non possibile esercitare liberamente la funzione imprenditoriale nelle aree sociali interessate, e specialmente in quella dei mezzi di produzione, con linesorabile conseguenza dellimpossibilit, in tutte queste aree, del calcolo economico razionale che abbiamo gi spiegato dettagliatamente nella nostra analisi. Come abbiamo dimostrato, il secondo sistema rende impossibile il coordinamento sociale e il calcolo economico, che si possono portare a termine solo in un regime di completa libert per lesercizio dellazione umana. Quello che i socialisti di mercato hanno cercato di fare elaborare una fantasmagorica sintesi teorica in cui, stabilendosi un sistema socialista (caratterizzato dalla sistematica coazione contro lazione umana e per la propriet pubblica dei mezzi di produzione), si mantenga comunque lesistenza di un mercato. Per ragioni ideologiche, romantiche, etiche o politiche, si rifiutano in modo ostinato e cocciuto di abbandonare il socialismo, e, molto colpiti dalle critiche di Mises e Hayek, cercano di reintrodurre il mercato nei loro schemi, con la vana speranza di ottenere il meglio di entrambi i mondi, cos come di rendere il loro ideale pi popolare e attraente. Ma quello che i socialisti non vogliono capire che sufficiente che si restringa violentemente la libera azione umana in qualsiasi area sociale, e specialmente in quella legata ai fattori o mezzi di produzione, perch il mercato, che listituzione sociale per eccellenza, smetta di funzionare in maniera coordinatrice e non generi linformazione pratica indispensabile per rendere possibile il calcolo economico. Quello che i socialisti di mercato non capiscono, insomma, che non si pu esercitare impunemente la violenza sistematica contro lessenza pi profonda dellessere umano: la sua capacit di agire liberamente in qualsiasi circostanza concreta di tempo e di luogo. O, per lo meno, i socialisti di mercato non lo hanno capito fino ad ora. Perch recentemente Brus e Laski ( che si sono autodefiniti ex riformatori ingenui, antichi sostenitori per molti anni del socialismo di mercato), seguendo Temkin, hanno finito per fare loro le seguenti parole di Mises: What these neosocialists suggest is really paradoxical. They want to abolish private control of the means of production, market exchange, market prices and competition. But at the same time they want to organize the
implicazioni teoriche per leconomia. Gli errori della Scuola di Chicago risalgono a Frank H. Knight, per il quale socialism is a political problem, to be discussed in terms of social and political psychology, and economic theory has relatively little to say about it (Frank H. Knight, Review of Ludwig von Mises Socialism, Journal of Political Economy, n. 46, aprile 1938, pp. 267-268). Rothbard ha spiegato brillantemente come alla radice di questo errore di concezione ci sia non solo lossessione per lequilibrio che abbiamo gi commentato, ma anche lassenza di una vera teoria del capitale, poich, seguendo J.B. Clark, la Scuola di Chicago lo ha sempre considerato come un fondo mitico senza una struttura temporale, e che si auto riproduce automaticamente al margine di qualsiasi tipo di decisioni umane di tipo imprenditoriale. Si veda Murray N. Rothbard, The End of Socialism and the Calculation Debate Revisited, The Review of Austrian Economics, volume 5, n. 2, 1991, pp. 60-62. 37 Poco dopo gli apporti di Lange e Lerner, nel 1948, James E. Meade ha pubblicato il suo libro Planning and the Price Mechanism. The Liberal-Socialist Solution (George Allen and Unwin, Londra 1948), nel quale include un tipo di analisi e di proposte molto simili a quelle di Lange e Lerner, e che pertanto dobbiamo considerare come formanti parte dello stesso gruppo che abbiamo analizzato nel testo principale.

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socialist utopia in such a way that people could act as if these things were still present. They want people to play market as children play war, railroad or school. They do not comprehend how such childish play differs from the real thing it tries to imitateA socialist system with a market and market prices is as self contradictory as is the notion of a triangular square. O come, seguendo Mises, molto recentemente e in modo pi netto, ha concluso Anthony de Jasay, per il quale parlare di socialismo di mercato altrettanto contraddittorio che riferirsi alla neve calda, a una prostituta vergine, a uno scheletro obeso, o a un quadrato circolare.38 Si pu capire che questa ossessione per ottenere la quadratura del cerchio che implica tutto il socialismo di mercato sia stata oggetto di interesse e di sforzo a livello scientifico solo se si considerano le tre argomentazioni seguenti: in primo luogo, la forte motivazione politico-ideologica, che poco fa abbiamo definito addirittura ostinata e cocciuta, a non abbandonare lideale socialista, per ragioni passionali, romantiche, etiche o politiche; in secondo luogo, lutilizzazione del modello neoclassico dellequilibrio, che solo in modo molto limitato, povero e confuso descrive il funzionamento reale del mercato capitalista, e nel quale, poich si suppone che linformazione necessaria sia disponibile, si suggerisce che un sistema socialista potrebbe funzionare con le stesse premesse teoriche del modello statico; e, in terzo luogo, lespressa rinuncia e addirittura la condanna ad analizzare teoricamente il funzionamento reale dellazione umana in ambiti nei quali non esista la propriet privata dei mezzi di produzione, con il pretesto che le considerazioni sugli incentivi e sulle motivazioni sono estranee al campo della teoria economica. Alcuni autori socialisti propongono, tuttal pi, lintroduzione di bonus o incentivi che simulino goffamente i benefici imprenditoriali del mercato, senza arrivare a capire (e se questo succede agli stessi economisti che cosa potr succedere a coloro che non sono esperti nella materia?) perch nel socialismo i gestori non dovrebbero agire come fanno gli imprenditori in uneconomia di mercato, se si d loro genericamente listruzione di farlo cos, o di agire in modo coordinato, o in funzione del bene comune, ecc. Questi teorici non capiscono che le direttive generali, pur con tutte le buone intenzioni, non servono a niente al momento di prendere decisioni concrete riguardo ai problemi specifici che si presentano in determinate circostanze di tempo e di luogo. Che se noi umani ci dedicassimo ad agire solamente secondo listruzione coercitiva, tanto opportuna quanto vuota di contenuto, di fomentare il bene comune, o di coordinare i processi sociali o, addirittura, di amare il prossimo, finiremmo per forza per agire in modo scoordinato, contro il bene comune e danneggiando gravemente chi ci sta vicino e chi ci sta lontano, divenendo impossibile lapprezzamento, in ogni circostanza concreta e in modo creativo, delle diverse opportunit di beneficio esistenti, cos come della loro valutazione e del loro confronto con i costi soggettivi potenziali. La Scuola Austriaca, al contrario, va elaborando e perfezionando continuamente un paradigma alternativo nel campo della scienza economica che sviluppa, in modo formale e
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Wlodzimierz Brus e Kazimierz Laski, From Marx to the Market. Socialism in Search of an Economic System, opera citata, pp. 167-168. La citazione di Mises, Human Action, opera citata, pp. 706-707 e 710. La traduzione in italiano potrebbe essere la seguente: Quello che suggeriscono questi neosocialisti veramente paradossale. Vogliono abolire il controllo privato dei mezzi di produzione, gli scambi volontari nel mercato, i prezzi di mercato e la concorrenza. Ma allo stesso tempo vogliono organizzare lutopia socialista come se queste cose fossero ancora presenti. Vogliono che la gente giochi al mercato allo stesso modo che i bambini giocano alla guerra, ai treni, alla scuola. Non capiscono quanto questi giochi da bambini differiscano dalle istituzioni reali che cercano di imitareUn sistema socialista con mercato e prezzi di mercato altrettanto contraddittorio della nozione di un quadrato triangolare. Joaqun Reig Albiol ha tradotto questa citazione in modo un po meno letterale ma in uno spagnolo pi elegante alle pp. 1.025 e 1.029 della sua versione spagnola della Accin Humana, opera citata. La citazione di Anthony de Jasay di Market Socialism: A Scrutiny. This Square Circle, cit., p. 35: an open contradiction in terms, much like hot snow, wanton virgin, fat skeleton, round square.

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astratto (anche se non matematico), tutta una teoria generale sul comportamento dellazione umana (reale e non meccanica) nella societ e le sue diverse implicazioni. Elemento protagonista in questa teoria lo stesso esercizio dellazione umana o funzione imprenditoriale, che scopre continuamente nuovi fini e mezzi e genera uninformazione che rende possibile prendere decisioni in modo razionale a livello decentralizzato, permettendo la coordinazione tra tutti gli esseri umani, e creando in questo modo una struttura sociale molto complessa. Questo paradigma sempre pi studiato, commentato e reso popolare specialmente dai teorici degli antichi paesi socialisti dellEst, per i quali le opere teoriche di Mises e Hayek sono pi importanti e citate di quelle dei grandi teorici neoclassici dellOccidente come Samuelson, e anche della stessa Scuola di Chicago, come Friedman. E nella misura in cui questo vero, non c da meravigliarsi che un numero sempre maggiore di antichi socialisti di mercato stia abbandonando le sue antiche posizioni.39 Il fatto che il socialismo di mercato fallito come proposta di soluzione al problema del calcolo economico socialista sia nella teoria sia nei tentativi di riforma pratica che si sono portati a termine ripetutamente nei sistemi socialisti dellEuropa

Dobbiamo manifestare, insieme con Arthur Seldon, la nostra sorpresa di fronte al fatto che i pi conosciuti economisti favorevoli al socialismo di mercato continuino ad essere socialisti. In effetti Seldon dice: I cannot therefore see why Nove remains a socialist. That revelation also applies to other market socialists Ota Sik of Czechoslavakia (now teaching in Switzerland), Brus, the Polish economist (now at Oxford), Kornai of Hungary (now in Budapest), Kolakowski (also at Oxford) and others. Vedere After a Hundred Years: Time to Bury Socialism, in Socialism Explained, di Brian Crozier e Arthur Seldon, The Serwood Press, Londra 1984, p. 61. Bisogna dire, tuttavia, a giustificazione degli eminenti economisti menzionati nella citazione di Seldon che, dal 1984 ad oggi, praticamente tutti loro, forse con lunica eccezione di Nove, hanno abbandonato il socialismo. La transizione definitiva di Nove si produrr probabilmente quando smetter di concepire il mercato nei termini di concorrenza perfetta propri del paradigma neoclassico, e, come gli altri teorici, sar sempre pi preso dalla teoria austriaca dei processi di mercato. Forse il libro pi conosciuto di Alec Nove il suo The Economics of Feasible Socialism (Allen and Unwin, Londra 1983). Questo libro specialmente meritevole per la catalogazione che fa delle inefficienze dei sistemi socialisti. Il suo difetto principale lanalisi critica con poco fondamento che porta avanti sui sistemi capitalisti (dei quali sottolinea problemi di disuguaglianza del reddito, inflazione, mancanza di democrazia e fallimento nel campo delle esternalit) e che si deve a errori dinterpretazione motivati dallinsufficienza degli strumenti analitici (di taglio neoclassico e centrati nellequilibrio) che utilizza per interpretare la situazione nei sistemi capitalisti. Per questo abbiamo detto che, man mano che Nove si andr familiarizzando con la teoria dinamica dei processi imprenditoriali sviluppata dalla Scuola Austriaca, molto probabilmente evolver nello stesso modo in cui lo hanno fatto altri autori di gran categoria come Kornai e Brus. In quanto al tipo di socialismo che Nove propone (e che feasible nel senso che egli crede che potrebbe stabilirsi per tutto il tempo che dura la vita umana) non offre nulla di nuovo tranne una confusa amalgama composta dalla nazionalizzazione dei settori basici, dalluso della pianificazione centrata nelle aree in cui esistano esternalit, dallincoraggiamento alle cooperative nelle piccole e medie industrie, e dallimpulso alla concorrenza, sempre che sia possibile. Nello schema di Nove si permette che i mercati funzionino, ma allinterno di un quadro di controlli che si stabiliscono da qualsiasi parte. In ogni caso, il libro di Nove oggi molto sfasato, non solo perch ritiene che il cammino ideale verso il socialismo fu quello iniziato dallUngheria nel 1968, ma anche, per di pi, perch stato incapace di prevedere gli importanti avvenimenti che si sono prodotti negli ultimi due anni (1989-1991), e non risponde a nessuna delle critiche che sono state fatte dettagliatamente nel testo contro il socialismo di mercato. Infine segnaliamo che esistono indizi molto incoraggianti in quanto alla conversione di Nove. Prima di tutto, in un articolo scritto nel marzo del 1988 e dedicato a rivedere e commentare il suo libro The Economics of Feasible Socialism (Feasible Socialism Revisited, Capitolo 16 di Studies in Economics and Russia, Macmillan, Londra 1990), Nove riconosce gi esplicitamente la validit di alcune delle critiche austriache al socialismo di mercato e al paradigma neoclassico, concludendo che so, there is no harm in admitting that the Kirzner type of criticism hits the target (p. 237). E nove mesi pi tardi, nel dicembre del 1988, nel suo articolo Soviet Reforms and Western Neoclassical Economics (Capitolo 17 di Studies in Economics and Russia, opera citata), ammette ormai senza mezzi termini che the Austrians are surely more relevant to soviet reforms than is the neoclassical paradigm, e conclude con la seguente affermazione criptica: One needs not to accept their (quelli della Scuola Austriaca) conclusions, but one must take their arguments seriously (!) (p. 250).

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dellEst, per cui gli stessi teorici che fino ad ora lo difendevano come modello da seguire lo stanno confusamente abbandonando.40

3. MAURICE H. DOBB E LA COMPLETA SOPPRESSIONE DELLA LIBERT INDIVIDUALE Abbiamo lasciato alla fine lanalisi di una posizione che, guidata fin dalle sue origini da Maurice Dobb, ha un certo interesse teorico, poich, partendo dal riconoscimento pi o meno esplicito dellimpossibilit del calcolo economico socialista, conclude che sia tale impossibilit sia linefficienza che comporta sono irrilevanti. O, se si preferisce, che costituiscono un costo che non si deve considerare, dato che lideale socialista, per ragioni di tipo etico, ideologico e politico, deve essere perseguito per se, cio, indipendentemente da quali siano i suoi risultati. I fautori di questa posizione, pertanto, danno degli ipocriti e degli ingenui a quei socialisti di mercato che vogliono introdurre nel sistema socialista il maggior numero possibile di meccanismi propri del capitalismo. I difensori di questa posizione vogliono chiamare le cose con il loro nome ed

Fino a che punto il pensiero di Mises e Hayek stia impregnando addirittura gli antichi marxisti, messo in evidenza da articoli come The Power of the Weak, apparso nel numero del dicembre del 1988 di Marxism Today (forse la pi prestigiosa rivista dei socialisti britannici) e il cui autore Geoff Mulgen. In questo articolo, Mulgen afferma che le istituzioni tradizionalmente pi amate dai socialisti (lo Stato, i sindacati, i partiti politici, ecc.) sono sistemi di gestione rigidi, inflessibili, centralizzati, gerarchici e, pertanto, profondamente antiumani. Per questo e seguendo gli insegnamenti di Hayek, si inclina a favore di quelli che chiama weak power systems per il fatto che sprecano molto meno energia umana, fanno uso della cooperazione e della concorrenza, sono decentralizzati, si possono connettere gli uni agli altri in un complesso sistema o rete e trasmettere linformazione in modo efficiente. Per questo teorico, il laburismo inglese in futuro dovrebbe orientarsi verso questo tipo di strutture decentralizzate e verso il mercato, abbandonando le istituzioni tradizionalmente difese dal socialismo. Inoltre, Mulgen arriva anche a intuire la nostra argomentazione fondamentale contro la possibilit di utilizzare la capacit informatica presente o futura per rendere possibile il calcolo economico socialista (poich luso decentralizzato di qualsiasi capacit informatica dar luogo a un volume e una variet di informazioni di cui quella stessa capacit informatica non potr dar conto in modo centralizzato) quando afferma che Lange was wrong because technology runs up against the context in which information is produced. Mulgen aggiunge che i sistemi informatici centralizzati distorcono linformazione, mentre, al contrario, i sistemi decentralizzati danno incentivi per crearla e trasmetterla in modo esatto, a parte che gli imprenditori stanno costantemente rivoluzionando le tecniche di trattamento e di controllo informatico, mentre i pianificatori centrali, nel migliore dei casi, si fanno sempre trascinare da quello che in questo campo fanno gli imprenditori. Di fronte a questa dimostrazione dello smantellamento teorico del socialismo, scoraggiante che autori come David Miller (Market, State and Community. Theoretical Foundations of Market Socialism, Clarendon Press, Oxford 1989) continuino ad ostinarsi a costruire lutopico ideale del socialismo di mercato. Difficilmente si pu trovare qualcosa di originale nellapporto di Miller, che si basa sullo stabilire forzatamente un sistema competitivo di cooperative gestite democraticamente dai lavoratori. Miller non economista, non ha studiato il dibattito sul calcolo economico, e gli sfuggono completamente le ragioni per cui tale sistema non potrebbe funzionare (assenza del libero esercizio della funzione imprenditoriale in assenza della propriet privata dei mezzi di produzione, e mancanza della produzione dellinformazione necessaria per calcolare in modo efficiente e per coordinare tutto il sistema) Tuttavia, Miller sufficientemente onesto da dichiarare il suo scetticismo sulla possibilit che tale sistema sia almeno altrettanto efficiente del capitalismo competitivo, e afferma che, pertanto, gli argomenti cruciali a favore del suo socialismo di mercato devono essere di altro tipo: la maggiore giustizia, libert e democrazia nel lavoro che egli stesso offrirebbe (vedere p. 14). Stando cos le cose, la polemica con questo tipo di autori si deve fare pi nel campo della filosofia politica e della teoria etica che in quello della scienza economica. Per una critica di questo e di altri tentativi recenti di resuscitare il socialismo di mercato, si deve consultare il lavoro di Anthony de Jasay, Market Socialism: A Scrutiny. This Square Circle, opera citata. Si veda, inoltre, la nota 4 del Capitolo VI. interessante anche il libro di Martin Feucht in lingua tedesca Theorie des Konkurrenz-sozialismus, G. Fischer, Stoccarda 1983.

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evitare che ci si inganni: o il socialismo significa lassoluta soppressione dellautonomia e della libert individuale, o non socialismo.41 Ci che questi teorici desiderano , nella pi pura tradizione socialista, imporre con la forza a tutti gli esseri umani la loro particolare visione di come deve essere il mondo. Inoltre, questi teorici si sono resi conto che la goffa e parziale imitazione di elementi propri di uneconomia di mercato nel sistema socialista, lungi dal facilitare il problema del calcolo economico, lo portano allo scoperto, rendendolo molto pi evidente e difficile. In effetti, se si permette un certo grado di decisioni decentralizzate, il problema posto dallimpossibilit di centralizzare la conoscenza dispersa si manifesta in modo molto pi chiaro e intenso e, pertanto, d limpressione che i problemi di coordinamento sociale si aggravino (se non succede che, di fatto, tale aggravamento si verifica). Al contrario, se si sopprimono tutte le libert (includendo la libert di scelta dei consumatori e la libert di scelta del posto di lavoro dei lavoratori) e si impedisce con la forza qualsiasi altro tipo di decisioni autonome da parte degli agenti economici, imponendo dallalto un piano unificato per tutte le sfere sociali, bench, come gi sappiamo, non si possa risolvere il problema del calcolo economico socialista, esso rimane in gran parte nascosto dando la sensazione che il grado di coordinamento e di adattamento sociale sia molto maggiore.42 In effetti, immaginiamo una societ che si mantenga a un livello di pura sussistenza sulla base di semplici relazioni economiche imposte totalmente dallalto con la forza e con leliminazione fisica di coloro che si oppongono al regime. Possiamo addirittura supporre che il brutale dittatore, per controllare il compimento delle sue istruzioni, sia aiutato dal pi potente dei computer. Bene, in queste circostanze, il calcolo economico sembra semplificarsi considerevolmente: Si farebbe ci che ordina il dittatore, le combinazioni di produzione sarebbero quelle scelte da lui, e il resto degli umani si limiterebbero a obbedire come schiavi seguendo le istruzioni ricevute dallalto. chiaro che, come ha dimostrato bene Mises,43 neppure in queste circostanze estreme, che sono le pi favorevoli che si potrebbero concepire dal punto di vista della fattibilit del calcolo economico socialista, si potrebbe risolvere il problema che esso pone, poich al dittatore continuerebbe a mancare una guida razionale nel prendere le sue decisioni. Cio, non saprebbe mai se i fini prestabiliti da lui stesso potrebbero essere raggiunti in modo pi opportuno e adeguato, utilizzando diverse combinazioni di fattori e prodotti o prendendo decisioni diverse. Ma se questo non importa al dittatore, cio, che il socialismo concepito in questo modo non solo elimini la libert di scelta di beni e servizi di consumo da parte dei
Usando le parole dello stesso Maurice H. Dobb, either planning means overriding the autonomy of separate decisions, or it apparently means nothing at all. Vedere il capitolo intitolato Economic Law in the Socialist Economy del libro Political Economy and Capitalism: Some Essays in Economic Tradition, Routledge and Kegan Paul, Londra 1937, p. 279. Esiste una traduzione in spagnolo di Emigdio Martnez Adame intitolata La Ley Economica en una Economia Socialista (La Legge Economica in un Economia Socialista), su Economia Politica Y Capitalismo, Fondo de Cultura Econmica, Messico 1947, pp. 183-227. 42 Secondo Paul M. Sweezy, il tentativo di introdurre la decentralizzazione in un sistema socialista otterrebbe solo di riprodurre in esso le peggiori caratteristiche del capitalismo, senza riuscire ad ottenere i pi importanti vantaggi e le pi grandi possibilit della pianificazione socialista (Some of the worst features of capitalism and fail to take advantage of the constructive possibilities of economic planning). Vedere Paul M. Sweezy, Socialism, McGraw Hill, New York 1949, p. 233. Quello che Sweezy ha in mente, pertanto, un sistema di pianificazione totale che includa direttive concrete ai gestori delle diverse industrie rispetto a come devono portare avanti i corrispondenti piani settoriali e imprenditoriali. Per Sweezy tutta la teoria della pianificazione si basa su decisioni di tipo politico (cio sullimposizione con la forza dei criteri del dittatore). Non capisce il problema (della presa di decisioni arbitrarie) che presenta il calcolo economico in un sistema socialista, n, in pratica, gli importa, dal momento che pensa che una volta che gli obbiettivi del piano siano stati stabiliti, la quantit e la qualit dei corrispondenti fattori di produzione saranno determinati automaticamente dai pianificatori e saranno imposti con la forza ai diversi settori e alle diverse imprese. Si vedano i commenti alla posizione di Sweezy in The Theory of Planning according to Sweezy, in Socialism and International Economic Order, di Elisabeth L. Tamedly, The Caxton Printers, Caldwell, Idaho, 1969, pp. 143-145. 43 Ludwig von Mises, Human Action, opera citata, pp. 695-701.
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consumatori, la libert di scegliere il posto di lavoro da parte dei lavoratori e la propriet privata dei mezzi di produzione, ma ritenga anche (esplicitamente o implicitamente) di essere privo di qualsiasi fine economico, o che lefficienza sia irrilevante rispetto al mantenimento del sistema stesso, allora il problema del calcolo economico si potrebbe considerare risolto, non per essere stato reso possibile, ma attraverso la via artificiale di considerare che il calcolo consista precisamente nel non esserci nessun calcolo e nellimporre agli altri quello che il dittatore vuole capricciosamente in ogni momento. Daltra parte, non bisogna meravigliarsi che i teorici di questa corrente, considerando radicalmente incompatibili la concorrenza e la pianificazione centrale socialista, siano stati particolarmente critici al momento di esaminare il cosiddetto socialismo di mercato. Si spiega cos la curiosa polemica sorta tra Maurice Dobb, da un lato, e il resto dei teorici del socialismo di mercato, e specialmente Abba P. Lerner, dallaltro.44 Trovandosi daccordo su questo punto con i teorici della Scuola Austriaca, Dobb arriva addirittura a criticare ironicamente il fatto che i teorici del socialismo di mercato utilizzino il modello dellequilibrio generale e, allinterno del paradigma neoclassico, ritengano che le similitudini fra il sistema capitalista e quello socialista siano tante, che formalmente non esistono differenze fra uno e laltro. Per Dobb, il problema non si pone nei termini dellanalisi neoclassica dellequilibrio, ma un risultato delle istituzioni del sistema socialista essenzialmente e radicalmente diverse, se paragonate a quelle del sistema capitalista e, concretamente, del fatto che il socialismo presuppone labolizione con la forza di tutte quelle istituzioni che sono proprie e caratteristiche del sistema capitalista.45 Dobb ribadisce anche lessenziale ambiguit delle soluzioni proposte dai socialisti di mercato che, volendo conciliare linconciliabile e, secondo quello che sia loro conveniente, il contesto nel quale si incontrino e il tipo di argomento che stiano prendendo in considerazione, mettono in risalto nei loro modelli, in alcuni casi, le caratteristiche tipiche del mercato e in altri, i vantaggi della pianificazione socialista. Cos si spiega come Dobb abbia qualificato Lerner, nel dibattito sostenuto con questultimo, come oppositore invisibile, poich con grande abilit appena poteva eludere i problemi posti mediante il semplice e curioso artificio dialettico che abbiamo appena descritto.46
I principali articoli di Maurice Dobb corrispondenti a questo dibattito sono: Economic Theory and the Problems of a Socialist Economy, apparso sull Economic Journal, n.43 del 1933, pp. 588 a 598; ed Economic Theory and Socialist Economy: A Replay, pubblicato sulla Review of Economic Studies, n.2, anno 1935, pp. 144 a151. Questi articoli e altri interessanti apporti furono raccolti nel libro On Economic Theory and Socialism: Collected Papers, pubblicato da Routledge and Kegan Paul, Londra 1955. 45 Con le parole dello stesso Dobb: Naturally, if matters are formulated in a sufficiently formal way, the similarities between one economic system and another will be paramount and the contrasting differences will disappear. It is the fashion in economic theory today for propositions to be cast in such a formal mould, and so devoid of realistic content, that essential differences disappear. The distinctive qualities of the laws of a socialist economy and of a capitalist economy are not, of course, given in the rules of algebra, but in assumptions depending on differences existing in the real world. Vedere Economic Theory and Socialist Economy: A Reply, opera citata, pp. 144-145. Inoltre, curioso notare come lo stesso Dobb riconosca che, allinizio, aveva pensato che il problema del calcolo economico nel sistema socialista si potesse risolvere mediante un procedimento simile a quello proposto da Dickinson, ma che in seguito, vedendo le implicazioni che avrebbe avuto contro il sistema socialista, aveva abbandonato quella posizione. Per di pi, nel suo articolo del 1933, critica come statico il modello di Dickinson, utilizzando delle parole che potevano essere state scritte addirittura da Hayek in persona. In effetti, afferma che cercare di applicare i postulati dellequilibrio statico a un mondo in costante cambiamento un barren feat of abstraction; e che leconomia molto di pi di a formal technique, a system of functional equations, a branch of applied mathematics, postulating a formal relationship between certain quantities. Vedere Economic Theory and the Problems of a Socialist Economy, opera citata, p. 589. 46 Concretamente, e riferendosi a Lerner, Dobb afferma che era embarassed by a sense of battling with an invisible opponent (vedere il suo Reply del 1935, opera citata, p. 144. Esempi della strategia elusiva di Lerner sono i seguenti commenti sullo stabilirsi di un sistema di prezzi in un sistema socialista: nel suo articolo del 1934, Economic Theory and Socialist Economy, opera citata, p. 55, afferma che the competitive price system has to be adapted to a socialist society. If it is applied in toto we have not a socialist
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Insomma, Dobb difende il fatto che lautorit centrale fissi tutti i prezzi, che questi vengano imposti con la forza a tutti i livelli, e che si impedisca la sovranit dei consumatori e la libera scelta dei posti di lavoro. Tenendo in considerazione che tale autorit centrale non persegue nessun obbiettivo, tranne il mantenimento di se stessa al potere, si pu ritenere irrilevante chiedersi se il calcolo economico sia possibile o no. In questo senso la proposta di Dobb , allo stesso tempo, meno contraddittoria e pi realistica e onesta di quella sostenuta da molti dei teorici del socialismo di mercato; meno contraddittoria e pi realistica, nella misura in cui si basa non sullanalisi formale dellequilibrio, bens sulle vere istituzioni del socialismo, che, come sappiamo, si basano sulla coazione sistematica e onnicomprensiva, proprio come fu disegnato politicamente il modello fin dalle sue origini rivoluzionarie. Pi onesta di quella dei socialisti di mercato, nella misura in cui non si pretende di nascondere qual la vera faccia del socialismo, che si basa solamente e semplicemente sulla brutale repressione e restrizione della libera azione umana.47 Hoff, a proposito della sua analisi critica della posizione di Dobb,48 ce ne d il seguente esempio esplicativo. Dice che luso del molibdeno per la fabbricazione di spade giocattolo, o di lenti di alta qualit come elementi del microscopio da utilizzarsi nelle scuole elementari, senza dubbio sarebbe considerato come unassegnazione sbagliata di risorse in una societ in cui la soddisfazione dei desideri dei consumatori (o del dittatore stesso) avesse importanza, e nella quale, pertanto, quel metallo e quelle lenti potrebbero produrre una soddisfazione molto maggiore (ai consumatori o al dittatore stesso) utilizzati per altri scopi; tuttavia, questo non sarebbe considerato inefficiente o antieconomico se lo scopo fosse, per esempio, quello che i bambini avessero il miglior equipaggiamento tecnico possibile, o che i lavoratori che fabbricano le lenti dovessero essere favoriti a tutti i costi. Vediamo, pertanto, come ci che illogico e inefficiente non appare tale se gli scopi vengono fissati arbitrariamente in ciascun caso o, ancor meglio, se non esistono scopi di nessun tipo. Inoltre, e come poteva essere altrimenti, poich, come gi sappiamo, le differenze tra il socialismo reale e quello democratico sono solo di grado e non di classe, questo modo arbitrario di agire non unesclusiva delle societ socialiste pi estreme, ma si riproduce costantemente in presenza di tutte le misure di interventismo che si verificano nei paesi occidentali.49
but a competitive society; tuttavia, poco dopo, nel suo A Rejoinder, opera citata, apparso nel 1935 (p.152), Lerner si smentisce e afferma: And by a price system I do mean a price system. Not a mere a posteriori juggling with figures by auditors, but prices which will have to be taken into consideration by managers of factories in organizing production. 47 Anni pi tardi, Dobb ha in certo qual modo modificato la sua posizione introducendo in modo ambiguo un certo livello di decentralizzazione e addirittura di concorrenza nel modo di prendere le decisioni. Tuttavia, Dobb non ha precisato specificamente in che cosa dovrebbe consistere questa leggera decentralizzazione e, da un punto di vista teorico, la posizione che crediamo abbia un vero interesse quella che aveva negli anni 30, che stiamo commentando e che, dora in poi, chiameremo modello classico di Dobb 48 Trygve J.B. Hoff, Economic Calculation in the Socialist Society, opera citata, Capitolo 14. Lesempio delle spade di molibdeno alle pp. 278-279. 49 Amartya Sen, dal canto suo, spiega che ci che succedeva realmente nella mente di Dobb era che, per lui, le considerazioni relative alluguaglianza nei risultati avevano unimportanza molto maggiore delle considerazioni di efficienza (per cui queste venivano relegate in secondo piano). Sen menziona anche che, per Dobb, era molto pi importante la pianificazione coercitiva dellinvestimento che il supposto adattamento microeconomico perfetto. Questa argomentazione che le considerazioni di efficienza devono essere subordinate alle considerazioni di uguaglianza si trasformata in moneta corrente fra gli intellettuali di sinistra che si sono gi rassegnati al fatto che il socialismo non possa competere con il capitalismo in termini di creazione di ricchezza. Tuttavia, questi intellettuali, adottando questa posizione, dimenticano: 1) che efficienza ed etica sono le due facce della stessa moneta, cio, che linefficiente non pu essere giusto, e che non c nulla di pi efficiente della morale; 2) che il costo dellegualitarismo che propongono non solo la povert generalizzata, ma anche la pi brutale repressione contro lagire umano; 3) che lesperienza storica mostra che la coercizione lungi dal diminuire la disuguaglianza, in molti casi laumenta e laggrava; 4) che non c nulla di pi ingiusto, immorale e contrario alletica che imporre luguaglianza con la forza, dal

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Hayek, da parte sua, ha dedicato tutta unepigrafe50 del suo articolo del 1935 sulla situazione del dibattito ad analizzare dettagliatamente la posizione di Maurice Dobb, elogiando, prima di tutto, il suo coraggio e la sua onest al momento di esporre quello che implicava veramente il socialismo.51 Orbene, Hayek vuole mettere in risalto che il calcolo economico socialista solo sarebbe possibile nel modello di Dobb, non solo se si impedisse la libera scelta dei consumatori e dei lavoratori, ma anche se si supponesse che il dittatore socialista non avesse nella sua azione nessun tipo di fine o di obbiettivo. E questo perch se si suppone che il dittatore si sia prefissato un qualche scopo, s che si pu affermare che anche nel modello di Dobb il calcolo economico razionale sarebbe impossibile per quel dittatore, non avendo questi una guida obbiettiva per indicargli se, perseguendo con le sue decisioni un determinato fine, stia o no trascurando altri obbiettivi o scopi prefissati che avrebbero per lui un valore superiore. In questo senso, Hayek di nuovo pienamente daccordo con Mises, che ritiene che il calcolo economico esiga che il dittatore, almeno, abbia deciso quali sono i suoi scopi, e che importanza relativa abbiano nella sua scala di valori.52 Dando questo per scontato, il calcolo economico diviene impossibile, poich al dittatore manca una guida razionale per sapere se, con le decisioni che prende, sta trascurando la possibilit di raggiungere fini di maggior valore per lui.53
momento che luomo ha un diritto naturale inalienabile di ideare nuovi scopi e di godere dei frutti che crea con la propria creativit imprenditoriale. Amartya Sen, Maurice Herbert Dobb, The New Palgrave. A Dictionary of Economics, opera citata, volume I, pp. 910-912. 50 Abrogation of the Sovereignty of Consumers, epigrafe 4 di The Present State of the Debate, pubblicato in Collectivist Economic Planning, opera citata, pp. 214 a 217. 51 Dr. Maurice Dobb has recently followed this to its logical conclusion by asserting that it would be worth the price of abandoning the freedom of the consumer if by the sacrifice socialism could be made possible. This is undoubtedly a very courageous step. In the past, socialists have consistently protested against any suggestion that life under socialism would be like life in barracks, subject to regimentation of every detail. Now Dr. Dobb considers these views as obsolete. Vedere F.A. Hayek, The Present State of the Debate in Collectivist Economic Planning, opera citata, p. 215. 52 We assume that the director has made up his mind with regard to the valuation of ultimate ends. Ludwig von Mises, Human Action, opera citata, p. 215. 53 Queste le parole dello stesso Hayek: The dictator, who himself ranges in order the different needs of the members of the society according to his view about their merits, has saved himself the trouble of finding out what people really prefer and avoided the impossible task of combining the individual scales into an agreed common scale which expresses the general ideas of justice. But if he wants to follow this norm with any degree of rationality or consistency, if he wants to realize what he considers to be the ends of the community, he will have to solve all the problems which we have discussed already. Vedere Hayek, The Present State of the Debate in Collectivist Economic Planning, opera citata, pp. 216 a 217. Casualmente, qui sembra che Hayek si riferisca gi nel 1935 e, pertanto da precursore, al Teorema dellImpossibilit di Arrow, quando parla del compito impossibile di combinare le scale di valore individuali con una scala comune che esprima gli ideali generali di giustizia e sulla quale siano tutti daccordo. Tuttavia, sicuro che Hayek riteneva che questa impossibilit non fosse dovuta tanto a ragioni di pura logica allinterno di un contesto statico in cui tutta linformazione necessaria si considerava data e sottomessa a delle condizioni predeterminate (come si suppone nel citato teorema di Arrow), quanto alla ragione molto pi generale e profonda derivata dallimpossibilit che le preferenze individuali si possano generare e trasmettere in un contesto che non sia imprenditoriale (problema essenziale dellinformazione dispersa, soggettiva e non articolabile che costituisce il nocciolo della critica al calcolo economico socialista). Le alternative, pertanto, sono le seguenti: la prima, che il dittatore socialista imponga la sua volont arbitraria in ogni momento, senza proporsi nessun fine prestabilito (sarebbe il distruzionismo anarchico e arbitrario del modello classico di Dobb); la seconda, che il dittatore abbia stabilito previamente la sua scala di valori con la corrispondente gerarchia (il calcolo economico razionale sarebbe impossibile per il dittatore stesso); la terza, che il dittatore cercasse di scoprire i fini generali perseguiti dai cittadini secondo una scala comunemente accettata da tutti loro (teoricamente impossibile, dato il carattere disperso della conoscenza e la forma strettamente soggettiva e imprenditoriale che la genera; in condizioni statiche sarebbe inoltre applicabile il teorema dellimpossibilit di Arrow); e, in quarto luogo, stabilire la propriet pubblica dei mezzi di produzione, ma cercando di fare in modo, per quanto possibile, che gli agenti economici prendano le loro decisioni in modo decentralizzato (questa sarebbe la soluzione dei socialisti di mercato; anchessa teoricamente impossibile, poich non si genera linformazione pratica necessaria a rendere possibile il calcolo economico

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Sia che il calcolo economico sia impossibile perch il dittatore ha deciso previamente quali sono i suoi fini e quale importanza gerarchica hanno per lui, sia che si consideri artificialmente che non si ponga nessun problema di calcolo economico, perch non si persegue nessun fine con importanza relativa rispetto ad altri fini determinati, chiaro che lassegnazione delle risorse, nel modello di Dobb, sar puramente arbitraria y le inefficienze di tale portata, che, usando lespressione di Mises, il suo modello non equivale che a un modello di distruzionismo, cio, di completa distruzione o annichilazione della civilt e di riduzione dellumanit a una situazione di schiavit e di terrore quasi inimmaginabili.54 sicuro che, da un punto di vista strettamente economico,55 non si pu giudicare la decisione individuale di colui al quale non importa il costo del sistema socialista pur di ottenerlo, e di fatto, Mises, alla fine del suo articolo seminale del 1920, come abbiamo gi visto, afferma che, se si verifica questa circostanza, la sua argomentazione contro il calcolo economico non verr presa in considerazione. Tuttavia, necessario chiedersi quanti seguaci dellideale socialista a livello popolare e politico sarebbero disposti a continuare ad appoggiarlo se fossero coscienti delle sue vere implicazioni.56
razionale non esistendo una funzione imprenditoriale completamente libera e non essendo permesso che i benefici agiscano da incentivo esattamente come lo fanno in un sistema capitalista). 54 Per Mises il distruzionismo lessenza del socialismo: Socialism is not the pioneer of a better and finer world, but the spoiler of what thousands of years of civilization have created. It does not build, it destroys. For destruction is the essence of it. (Ludwig von Mises, Socialism, opera citata, p. 44). Per questo, ogni tentativo di coercizione istituzionale e sistematica della libera interazione imprenditoriale non altro che un vero genocidio o crimine contro lumanit, per le terribili conseguenze che nel tempo questi esperimenti sempre producono. Di fatto, tutte le tragedie dellumanit degli ultimi cento anni che non siano state provocate da cause naturali (e anche molte di queste, nella misura in cui i loro effetti si sarebbero potuti mitigare pi facilmente affrontandole in altro modo) hanno avuto la loro origine direttamente o indirettamente nel desiderio, molte volte con buone intenzioni, di mettere in pratica lutopia socialista. Evidentemente, ci sono importanti differenze di grado in quanto allestensione e allintensit con cui tale idea si pu perseguire, ma non bisogna mai dimenticare che le differenze esistenti , per esempio, tra il genocidio commesso dallo Stato Sovietico, dal nazionalsocialismo, dalla Cina comunista o da Pol Pot contro i rispettivi popoli e le perniciose conseguenze generatrici di costante conflitto, di violenza sociale e di corruzione morale che sono proprie del socialismo democratico e di quello che viene chiamato paradossalmente Stato del Benessere, sono solo differenze di grado, anche se molto importanti, ma non di classe, poich lerrore intellettuale e il distruzionismo che costituiscono lessenza del socialismo reale e del socialismo democratico o interventista sono basicamente gli stessi. Si veda in questo senso il mio articolo El Fracaso del Estado Social(Il Fallimento dello Stato Sociale), ABC, Madrid, 8 aprile 1991, pp. 102-103. 55 Dobb, daltra parte afferma che : The advantage of the planned economy per se consists in removing the uncertainties inherent in a market with diffused and autonomous decisions, or it consists in nothing at all. Vedere Maurice H. Dobb, Review of Brurzkus and Hayek, pubblicato sull Economic Journal, n. 45, 1935, p. 535. Questaffermazione di Dobb si adatta perfettamente al suo modello dittatoriale di socialismo, in cui si pretende di evitare il problema del calcolo economico semplicemente imponendo con la forza i desideri arbitrari del dittatore. In effetti, come abbiamo visto nel Capitolo II, una delle caratteristiche essenziali dellagire umano il carattere creativo dei suoi risultati, per cui il futuro sempre incerto e aperto allimmaginazione degli imprenditori. Lunico modo, pertanto, di far cessare lincertezza del futuro schiacciare con la forza la capacit del libero agire umano. Il vantaggio che Dobb attribuisce alla pianificazione centralizzata si basa sulleliminare lincertezza sopprimendo la libera azione umana e congelando, pertanto, il futuro. O, detto in altro modo, si basa sul curare la supposta malattia del paziente facendolo morire. Curiosamente questa cura che Dobb adotta per lincertezza molto vicina a quella degli economisti neoclassici dellequilibrio, che la considerano come un fastidioso difetto del mercato perch non si adatta facilmente ai loro modelli. Cos, per esempio, Kenneth J. Arrow, per il quale there is one particular failure of the price system which I want to stress. I refer to the presence of uncertainty. (Vedere The Limits of Organization, New York 1974, p. 33.) 56 Ricordiamo che Oskar Lange, nel suo On the Economic Theory of Socialism, opera citata, si riferisce anche alla possibilit di eliminare il libero mercato per i beni e i servizi di consumo e afferma che, in quelle circostanze, anche il suo sistema di prova ed errore e di prezzi parametrici dovrebbe funzionare alla perfezione a patto che i prezzi parametrici si estendessero non solo ai beni e ai fattori di produzione, ma anche ai beni e servizi di consumo. In questo caso, anche lorgano do pianificazione dovrebbe modificare i

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indispensabile considerare anche fino a che punto il modello socialista possa essere mantenuto in ogni tappa storica concreta mediante luso della forza e che possibilit esistano di mantenere isolato un determinato paese o zona geografica dal resto del mondo, con lo scopo che la sua popolazione non scopra quello a cui sta realmente rinunciando nel lasciarsi imbacuccare o ingannare dalla propaganda ufficiale del suo governo. Tutte queste considerazioni sono di grande interesse e rilevanza, soprattutto per quel che riguarda la valutazione, in ciascun caso storico, di quali siano le possibilit della conquista democratica o rivoluzionaria del potere e del suo mantenimento da parte di un regime socialista. Ma nessuna di esse diminuisce di una virgola la solidit della sfida teorica di Mises e Hayek, che ha smascherato completamente il fatto che il socialismo deve comportare, per forza, un impoverimento generale delle masse, per il fatto di non rendere possibile il calcolo in termini di efficienza economica, e che, in ultima analisi, un sistema impossibile, incapace di raggiungere gli obbiettivi paradisiaci che, al fine di imbacuccare il pubblico, gli sono stati normalmente associati, per lo meno fino ad ora.

4. IN CHE SENSO IL SOCIALISMO IMPOSSIBILE? Nel Capitolo III abbiamo dimostrato che il socialismo un errore intellettuale perch teoricamente impossibile che i comportamenti sociali si possano adattare mediante un sistema di coazione istituzionale contro la libera interazione umana. Cio, la tesi di questo libro che, senza la libert di esercitare la funzione imprenditoriale, da un lato, non si crea linformazione indispensabile per rendere possibile il calcolo economico razionale (cio, prendere le decisioni in modo non arbitrario tenendo soggettivamente in considerazione linformazione rilevante in ciascun caso) e, dallaltro lato, non possibile che gli agenti economici imparino a disciplinare il proprio comportamento in funzione delle necessit e delle particolarit degli altri (coordinazione sociale). Orbene, questa tesi coincide completamente con quella sostenuta da Ludwig von Mises , gi fin dal suo articolo del 1920. In effetti, per Mises il concetto di razionale significa prendere decisioni disponendo dellinformazione rilevante necessaria per portarle a termine, tanto per quel che riguarda i fini che si perseguono, quanto per ci che si riferisce ai mezzi e ai costi di opportunit in cui ci si aspetta di imbattersi. Mises dimostra che solo in un ambito competitivo in cui esista libert di impresa e di propriet privata dei mezzi di produzione tale informazione si va generando e trasmettendo in modo imprenditoriale. Di modo che, in assenza di mercati non controllati, di propriet privata dei mezzi di produzione e di libero esercizio della funzione imprenditoriale, non si genera linformazione e le decisioni vengono prese (sia a livello centrale che in modo decentralizzato) con completa arbitrariet. in questo senso, e non in un altro, che bisogna intendere le seguenti
prezzi sempre che si verificassero eccessi o scarsit di beni di consumo, e non si producessero situazioni di razionamento (com evidente, questo sistema non permetterebbe il calcolo economico per tutte le ragioni che abbiamo visto analizzando la proposta di Lange). Bench in questo articolo Lange dica che il fatto che discuta la possibilit teorica di eliminare la libert dei consumatori non significa che la difenda (per il fatto di considerarla non democratica) sappiamo gi che alla fine della sua vita divenne, lentamente e sempre pi decisamente, favorevole alla soluzione stalinista, nella quale i desideri dei consumatori praticamente non sono tenuti in nessuna considerazione, e il problema che pone il calcolo economico si riduce in modo fittizio a imporre il contenuto del piano a tutti i livelli con carattere coercitivo. In lingua tedesca, anche Herbert Zassenhaus nel suo ber die konomische Teorie der Planwirtschaft, pubblicato nel volume n. 5 di Zeitschrift fr Nationalkonomie, nel 1935 (esiste una traduzione in inglese pubblicata nel 1956, nel n. 6 di International Economic Papers con il titolo On the Theory of Economic Planning, pp. 88 a 107), difende un sistema di calcolo economico socialista basato, fondamentalmente, sulleliminare la libert di scelta dei consumatori, e sullutilizzare una soluzione di tipo matematico in cui la concorrenza decentralizzata si mantiene fino a un certo livello. Zassenhaus si caratterizza per la sua mancanza di chiarezza ed, esplicitamente, per la sua mancanza di realismo, poich ritiene che la comunit si mantenga sempre statica.

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affermazioni di Mises: As soon as one gives up the conception of the freely established monetary price for goods of a higher order, rational production becomes completely impossible. Every step that takes us away from private ownership of the means of production and from the use of money also takes us away from rational economics.57 E anche che, per le ragioni annotate, socialism is the abolition of rational economy.58 Ma quello che Mises non afferma mai, contro le interpretazioni parziali e interessate che di lui hanno dato alcuni dei suoi oppositori, che sia impossibile cercare di mettere in pratica con la forza qualsiasi utopia, in generale, e in particolare il sistema socialista. Al contrario, Mises dice che la conoscenza teorica del fatto che impossibile calcolare economicamente nel sistema socialista impressioner solamente coloro che pensano erroneamente che tale sistema possa ottenere alcuni gradi di efficienza, di sviluppo economico e di civilizzazione maggiori di quelli del sistema capitalista, ma non gli altri che difendono il socialismo per invidia o per ragioni di tipo emotivo o passionale, etiche o ascetiche. In effetti, nel 1920 Mises scrive quanto segue: The knowledge of the fact that rational economic activity is impossible in a socialist commonwealth cannot, of course, be used as an argument either for or against socialism. Whoever is prepared himself to enter upon socialism on ethical grounds on the supposition that the provision of goods of a lower order for human beings under a system of a common ownership of the means of productions is diminished, or whoever is guided by ascetic ideals in his desire for socialism, will not allow himself to be influenced in his endeavours by what we have saidBut he who expects a rational economic system from socialism will be forced to reexamine his views.59

Non appena si rinuncia a concepire lesistenza di prezzi monetari stabiliti liberamente nel mercato per i beni di capitale, la produzione razionale diviene completamente impossibile. Ogni passo che ci allontana dalla propriet privata dei mezzi di produzione e dalluso del denaro ci allontana anche dalleconomia razionale. Ludwig von Mises, Economic Calculation in the Socialist Commonwealth, Collectivist Economic Planning, opera citata, p. 104. 58 Il socialismo presuppone labolizione dell economia razionale. Ludwig von Mises, Economic Calculation in the Socialist Commonwealth, Collectivist Economic Planning, opera citata, p. 110. Bisogna riconoscere che Mises espone la sua tesi in modo leggermente pi estremo nella versione tedesca del suo libro su Il Socialismo, per quel che riguarda i termini utilizzati. Cos, alla p. 197 della seconda edizione tedesca del 1932, ristampata nel 1981 (Philosophia Verlag, Munich), leggiamo: Der Kapitalismus ist die pinzi denkbare und mgliche Gestalt arbeitsteilenden gesellschaftlichen Wirtschaft. Questa affermazione, che il capitalismo lunico sistema concepibile di economia sociale, viene leggermente ammorbidita nella versione inglese, nella quale, alla traduzione inglese letterale, si fa seguire la piccola aggiunta che qui di seguito riportiamo in corsivo: Capitalism is the only conceivable form of social economy which is appropriate to the fulfillment of the demands which society makes of an economic organization (p. 194 della versione inglese). La versione inglese leggermente meno drastica di quella tedesca, anche se crediamo che la versione tedesca sia in perfetta sintonia con quello che Mises aveva affermato due anni prima nel suo articolo sul calcolo economico, dato che, per Mises, economia sociale significa economia razionale. Toni leggermente pi morbidi li possiamo trovare anche alla p. 117 della versione tedesca che dice: Der Versuch die Welt sozialistisch zu gestante, knnte die Zivilisation zertrmmern, er wird aber nie zur Aufrichtung eines sozialistischen Gemeinwesens fhren knnen. Ora, alla p. 118 della versione inglese vediamo che si afferma: It would never set up a successful socialist community, dove stato aggiunto laggettivo successful. Nonostante queste leggere variazioni che appaiono nella versione inglese rispetto alla versione tedesca del libro di Mises su Il Socialismo, crediamo che lidea di Mises sia perfettamente raccolta nel suo articolo dellanno 1920, e che non subisca sostanziali modifiche nei suoi lavori successivi. 59 La conoscenza del fatto che impossibile lattivit economica razionale in una comunit socialista, non pu, ovviamente, essere utilizzata come un argomento a favore o contro il socialismo. Chiunque desideri abbracciare il socialismo per ragioni di tipo etico, dando per scontato che le scorte di beni di consumo per gli esseri umani si vedranno ridotte drasticamente, o chiunque desideri abbracciare il socialismo per ragioni di tipo ascetico, non si lascer influenzare da niente di ci che abbiamo dettoTuttavia, chi si aspettasse dal socialismo un sistema economico razionale dovr per forza riesaminare le sue idee. Ludwig von Mises, Economic Calculation in the Socialist Commonwealth, Collectivist Economic Planning, opera citata, p. 130.

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Hayek, da parte sua, e in pieno accordo con Mises, dichiara che anche se in un certo senso possibile intraprendere qualsiasi corso dazione, per quanto sembri assurdo e pazzesco, e, da quel punto di vista, pertanto, si pu addirittura cercare di mettere in pratica un sistema socialista, in una prospettiva teorica si pone la questione dellimpossibilit del socialismo, unicamente ed esclusivamente nel senso che il corso dazione socialista sia coerente con gli obbiettivi che vuole raggiungere: concretamente, ottenere uno sviluppo economico e sociale coordinato e armonioso, almeno uguale, e se possibile superiore, a quello che si porta a termine con il sistema capitalista. Bene, se lobbiettivo era quello di por fine allanarchia di mercato, superandone le inefficienze e ottenendo, grazie alla coazione e allutilizzazione di un piano economico razionale di tipo centralizzato, una maggiore efficienza economica, chiaro che il socialismo, non potendo raggiungere questi obbiettivi, , nei termini spiegati, unimpossibilit. O, espresso in altro modo, siccome il sistema socialista rende impossibile il calcolo economico e il comportamento conforme degli agenti sociali, non possibile che tale sistema raggiunga lobbiettivo di superare in coordinazione ed efficienza il sistema capitalista. Infine, Hayek riconosce che limpossibilit di raggiungere lefficienza economica e la discesa generale nello sviluppo che deve produrre per forza limpossibilit del calcolo economico socialista pu essere che lasci inalterato il desiderio di coloro che continuano ad appoggiare il socialismo per altri motivi (religiosi, passionali, etici o politici), bench in questo caso la scienza economica offra una conoscenza e un servizio di grande valore, anche a questo secondo gruppo di persone, dato che fa loro conoscere i veri costi delle loro scelte politiche, etiche o ideologiche, e li pu aiutare, nel loro caso, a rivederle o a confermarle.60 Non c dubbio che lanalisi di Mises e Hayek ha comportato, in ogni caso, un importante catino dacqua fredda per tutti coloro, esperti e non esperti di economia, che con tanta ingenuit e grande illusione hanno appoggiato il socialismo pensando che esso avrebbe significato la panacea per risolvere tutti i problemi sociali, permettendo di ottenere unefficienza e uno sviluppo economico mai visti sotto il capitalismo. E non c neppure alcun dubbio che, per la maggior parte delle persone, il fatto che il socialismo comporti un impoverimento generalizzato e una perdita di efficienza un argomento poderoso, e in molte circostanze definitivo, per il suo abbandono come ideale. Tuttavia, non si pu ignorare che il socialismo come ideale ha unimportante componente etica, e addirittura religiosa, che rende inevitabile la sua trattazione dallottica delletica sociale. Questo il motivo per cui si fanno sempre pi sforzi nella ricerca per analizzare se, indipendentemente dai problemi teorici di efficienza economica gi descritti, il socialismo sia o no un sistema eticamente ammissibile. E di fatto, e almeno in una delle prospettive del campo delletica sociale che sono state analizzate (quella del diritto naturale), ci sono ragioni poderose per considerare che lideale socialista sia radicalmente contrario alla natura delluomo (come potrebbe essere altrimenti dal momento che il socialismo si basa sullesercizio della violenza e sulla coazione sistematica contro la pi intima ed essenziale
Hayek rimprovera a Mises il fatto di aver utilizzato, a volte, lespressione il socialismo impossibile, quando, in realt, quello che voleva dire che il calcolo economico razionale in un sistema socialista impossibile. Non crediamo che questo rimprovero sia molto giustificato viste le chiare affermazioni di Mises raccolte nel testo (solo nel suo libro su Il Socialismo appaiono alcune espressioni simili a quelle che menziona Hayek, anche se, tenendo conto del contesto generale in cui si trovano, non lasciano alcun dubbio per quel che riguarda il loro significato). Much of the objections made at first were more a quibbling about words caused by the fact that Mises had occasionally used the somewhat loose statement that socialism was impossible, while what he meant was that socialism made rational calculations impossible. Of course any proposed course of action, if the proposal has any meaning at all, is possible in the strict sense of the word, i.e. it may be tried. The question can only be whether it will be led to the expected results, that is whether the proposed course of action is consistent with the aims which is intended to serve. F.A. Hayek, Nature and History of the Problem, Collectivist Economic Planning, opera citata, p. 36. Curiosamente, nei tempi attuali di cambiamenti rivoluzionari nei paesi dellEst che hanno portato alla caduta del socialismo, lespressione riassuntiva il socialismo impossibile ha acquisito un uso generalizzato a livello colloquiale.
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caratteristica dellessere umano: la sua capacit di agire liberamente). Sulla base di questo argomento, pertanto, il sistema socialista non solo sarebbe teoricamente erroneo, ma anche eticamente inammissibile (cio, immorale e ingiusto), per cui alla lunga sarebbe impossibile da mettere in pratica in modo coerente, e, andando contro la natura stessa del genere umano, sarebbe inesorabilmente condannato al fallimento. Il fatto che, in questottica, scienza ed etica non sono se non le due facce della stessa moneta, e nel mondo esiste un ordine coerente, non contraddittorio e nel quale le conclusioni nel campo scientifico, nel campo storico-evolutivo e nel campo etico tendono sempre, in ultima istanza, a convergere divenendo coincidenti.61 Orbene, se la scienza economica dimostra che il calcolo economico razionale impossibile nel sistema socialista, e se lanalisi teorica delletica sociale mette in evidenza che il socialismo ugualmente impossibile perch va contro la natura umana, che conclusioni si possono trarre da uno studio storico-interpretativo delle esperienze socialiste che si sono messe in pratica fino ad ora? Quello che va chiarito, pertanto, se i fatti storici accaduti nei paesi socialisti sono conformi o si adattano allanalisi teorica del socialismo, cosi come stata sviluppata da Mises e Hayek. Secondo questa analisi, ci che ci si pu aspettare dallintroduzione di un sistema socialista, nel quale non esiste libert di esercizio della funzione imprenditoriale, ed esattamente nella misura in cui tale libert viene limitata, , da un lato, unerrata assegnazione generalizzata delle risorse e dei fattori di produzione, nel senso che determinate linee di produzione si svilupperanno eccessivamente e a spese di altre che producono beni e servizi di cui forse la popolazione ha pi bisogno. Allo stesso modo, si produrr un eccessivo sviluppo di determinati progetti, non giustificato se non da ragioni strettamente tecniche o tecnologiche, e che si intraprendono senza tener conto dei costi a cui si va incontro. Paradossalmente, questa tendenza incontrollata a sviluppare progetti per ragioni strettamente tecniche impedir lintroduzione generalizzata di nuove tecnologie e metodi di produzione economicamente pi interessanti, e che si sarebbero potuti scoprire e mettere in pratica se fosse esistita una completa libert per lesercizio dellimprenditorialit.62 Insomma, si verificher un
Riguardo a questo tema non possiamo far a meno di menzionare, soprattutto, gli apporti che nel campo delletica sociale hanno sviluppato Israel M. Kirzner (Discovery, Capitalism and Distributive Justice, Basil Blackwell, Londra !989), e Hans-Hermann Hoppe (A Theory of Capitalism and Socialism, Kluwer Academic Publishers, Olanda 1989). Entrambi gli autori (ai quali forse dovremmo aggiungere il libro, gi in un certo senso superato, anche se molto importante, di Robert Nozick, Anarchy, State and Utopia, Basic Books, New york 1974; esiste una traduzione spagnola di Rolando Tamayo pubblicata dal Fondo de Cultura Econmica, Messico 1988; e una edizione italiana dal titolo Anarchia, stato e utopia, Net, Milano 2005) mettono in evidenza che il socialismo non solo teoricamente impossibile, ma anche eticamente inammissibile; Kirzner sulla base della stimolante teoria che ogni essere umano ha il diritto naturale di appropriarsi dei risultati della propria creativit imprenditoriale, e Hoppe, partendo dallassioma habermasiano che la discussione con altri esseri umani significa sempre laccettazione e il riconoscimento implicito dellindividualit e del diritto di propriet dellaltro io sul proprio essere, sul proprio pensiero e sulle proprie realizzazioni, da cui egli deduce logicamente, a partire da questo assioma, tutta una teoria del diritto di propriet e del capitalismo. Sulla mia teoria dei tre livelli distinti ma complementari per studiare la realt sociale (teorico, storico-evolutivo ed etico) si pu vedere la mia Introduccin, volume I delle Obras Completas di F:A: Hayek (Unin Editorial, Madrid 1990, pp. 23-24).Limmoralit del socialismo si pu intendere in modo diverso secondo il livello che si prende in considerazione. O, se si preferisce, il socialismo immorale almeno in tre significati diversi. Primo, e da un punto di vista teorico, il socialismo immorale poich, come sistema sociale, rende impossibile generare linformazione di cui il sistema stesso ha bisogno per ottenere gli scopi che si proposto. Secondo, dal punto di vista di unottica evolutiva, non c niente di pi immorale del socialismo, nel senso che consiste in unutopia costruttivista che disprezza il valore delle norme e delle usanze tradizionali (mos-moris, usanza). E in terzo luogo, dal punto di vista delletica, il socialismo presuppone laggressione contro il principio pi essenziale della natura umana: la sua capacit di agire liberamente e in modo creativo, appropriandosi dei frutti della propria creativit imprenditoriale. 62 Hoff ha messo in evidenza che ogni tendenza contro la funzione imprenditoriale e a favore del socialismo offre un maggiore protagonismo, in tutti gli ordini sociali, implicitamente ed esplicitamente, alla mentalit tecnica che propria dellingegnere. Ci si deve al fatto che, una volta eliminate le considerazioni relative al
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eccesso di investimenti nelle industrie maggiormente capital intensive, in detrimento della produzione di beni e servizi di consumo, derivato dal ridotto livello fissato arbitrariamente del tasso dinteresse. E, in generale, lirrazionalit e lo scoordinamento sociale si estendono a tutti gli ordini, cosa che determiner che con lo stesso sforzo e appoggio sociale e a parit di circostanze il livello di vita e la produzione di beni e servizi di consumo sar molto pi ridotta, in quantit e in qualit, in un sistema socialista che in un sistema capitalista. O, espresso in altra forma, che, a parit di circostanze, il sistema socialista potr solo avvicinarsi al sistema capitalista, incorrendo in costi umani, in ambito ecologico, e in generale nellambito del resto dei fattori produttivi, molto maggiori, o, se si preferisce, non necessari e completamente sproporzionati. Dunque, bench questo non sia il luogo adeguato per analizzare dettagliatamente lesperienza storica dei sistemi socialisti, ora possiamo anticipare che linterpretazione storica delle suddette esperienze illustra e coincide pienamente con le conclusioni a priori della teoria economica del socialismo cos come stata sviluppata da Mises e Hayek. In effetti, i sistemi socialisti si sono dimostrati incapaci di coordinare razionalmente le loro decisioni economiche e sociali, di mantenere un livello minimo di adattamento ed efficienza,63 di soddisfare i desideri di beni e servizi di consumo dei loro cittadini e di dare impulso allo sviluppo economico, tecnologico e culturale delle loro societ. E cos, le distorsioni e contraddizioni dei sistemi socialisti dei paesi dellEst si sono fatte cos evidenti per la maggioranza delle loro popolazioni, che il clamore popolare per labbandono del socialismo e la reintroduzione del capitalismo stato insopportabile per gli antichi regimi che, uno dopo laltro, si sono disgregati. In questo senso, la caduta del socialismo nei paesi dellEst va considerato, senza alcun dubbio, come un grande trionfo scientifico e una spiegazione, senza precedenti nella storia della scienza sociale, dellanalisi teorica del socialismo che la Scuola Austriaca ha portato avanti fin dagli anni 20. Tuttavia, e una volta messo in risalto quello che le suddette circostanze storiche significano come omaggio a Ludwig von Mises e come soddisfazione per lo stesso Hayek, il resto degli economisti della loro scuola e pochi altri, non si pu omettere di aggiungere che, avendo messo in
beneficio e al costo imprenditoriale, quasi inevitabile non dare unimportanza sproporzionata e unilaterale alle considerazioni di tipo tecnico. Questo fenomeno si produce non solo a livello delle diverse industrie e settori, ma anche a livello generale di tutta la societ. E, di fatto, i politici e i funzionari socialisti finiscono inesorabilmente per credersi straordinari ingegneri sociali capaci di modellare la societ a loro piacimento, introducendovi il cambiamento necessario per portarla a delle quote crescenti di sviluppo economico e sociale. Hoff conclude che a product which is technically perfect is ex-hypothesis ideal for its purpose from the technical point of view: it gives joy to the engineers and technical experts and can even give laymen aesthetic pleasure, but it must be insisted that the production of a technical perfect article is economically irrational and an economic misuse of labour and material, if this would have satisfied more needs have they being used for another purpose. Hoff, Economic Calculation in the Socialist Society, opera citata, p. 141 (frase finale della nota n. 8). Paradossalmente, il tentativo di introdurre in ogni settore della produzione le ultime innovazioni tecnologiche, indipendentemente dalle necessarie considerazioni di costo, finisce per ritardare tecnologicamente la societ, dato che le innovazioni tecnologiche veramente interessanti per la societ (quelle scoperte e introdotte con criterio imprenditoriale) non vengono scoperte e cessano di venire applicate nel tempo e nel luogo adeguati. Da parte sua, D.T. Armentano insiste che il pianificatore socialista non ha un modo umano per sapere che progetto pi economico ed efficiente, per cui le sue decisioni tenderanno a essere scoordinate, sia intra che intertemporalmente; e ci anche se cerca di giustificare o vestire la sua decisione con considerazioni di tipo tecnico. E conclude, riferendosi al famoso esempio di Mises relativo a quel gestore socialista che deve scegliere fra la costruzione di una centrale energetica che utilizza petrolio e un altro che utilizza energia nucleare che if and when the power plant is built at a particular point with particular resources, it will represent an arbitrary and not an economic decision, per il fatto di non disporre dellinformazione relativa ai prezzi e ai costi che si genererebbero spontaneamente in un mercato libero mosso dallimprenditorialit. Vedere Resources Allocation Problems under Socialism in Theory of Economic Systems. Capitalism, Socialism, Corporation, William P. Snavely (ed), Merril, Columbus, Ohio 1969, pp. 133-134. 63 Logicamente, non intendiamo l efficienza nei termini paretiani di massimizzazione, ma come un attributo della coordinazione imprenditoriale in contesti creativi e di incertezza.

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evidenza a priori lanalisi teorica fatta da loro che il socialismo non potrebbe funzionare per il fatto che si basa su un errore intellettuale e che darebbe necessariamente luogo a ogni tipo di scompensi e distorsioni sociali, si pu considerare unimmensa tragedia che siano dovuti trascorrere tanti anni di indicibile sofferenza di milioni di esseri umani perch si sia messo storicamente in luce qualcosa che gi fin dal principio, e grazie agli apporti della Scuola Austriaca dellEconomia, in teoria si sapeva che sarebbe dovuto succedere per forza. Di quella sofferenza umana sono specialmente responsabili, non solo una maggioranza dei membri della stessa comunit scientifica, per aver negligentemente trascurato e addirittura occultato dolosamente il contenuto dellanalisi austriaca del socialismo, ma anche quel goffo positivismo anacronistico, ancora imperante e secondo il quale solo lesperienza, al di l di qualsiasi teoria, sarebbe in grado di mettere in luce le possibilit di sopravvivenza di qualsiasi sistema sociale.64 Con la gloriosa eccezione di Mises, Hayek, il resto degli economisti dalla loro scuola e pochi altri, praticamente tutta la comunit di scienziati sociali ha tradito lumanit, fallendo, come minimo, al momento di adempiere il loro importantissimo dovere scientifico di avvisare e avvertire i cittadini dei pericoli derivati dallideale socialista, per cui diventa imprescindibile portare a termine una depurazione molto salutare e formativa delle responsabilit scientifiche che, di fronte alla cittadinanza e al futuro della storia del pensiero economico, situi ogni teorico, indipendentemente dalla fama, dal nome o dalla popolarit che abbia potuto acquisire in modo congiunturale in altri contesti, nel luogo che gli corrisponde realmente. Pertanto sono indispensabili parole di cautela riguardo a nostri commenti sullinterpretazione storica delle esperienze socialiste. Questo perch, contrariamente a quello che molti teorici positivisti suppongono, non riteniamo che levidenza empirica sia sufficiente, da sola, a confermare o confutare una teoria scientifica nel campo delleconomia. Abbiamo deliberatamente affermato che gli studi storici illustravano ed erano daccordo con le conclusioni teoriche, ma non che essi confermassero o dimostrassero la loro validit.65 Effettivamente, bench questo non sia il luogo adatto per riportare lanalisi delle insufficienze logiche della metodologia positivista,66 chiaro
Cos, per esempio, questo goffo scientismo positivista ossessiona e impregna, in generale, il sistema educativo e il mondo accademico nordamericano, e in particolare tutti gli apporti della denominata Scuola di Chicago, compresi quelli di uno dei suoi membri pi illustri, George Stigler, che ritiene che entrambe le parti nel dibattito abbiano fallito al momento di apprezzare le conseguenze empiriche delle loro rispettive posizioni, e per il quale solo levidenza empirica pu risolvere le differenze esistenti fra i sostenitori del capitalismo e del socialismo (The Citizen and the State, The University of Chicago Press, Chicago 1975, pagine 1-13). Si veda leccellente commento critico alla posizione di Stigler sviluppato da Norman P. Barry nel suo The Economics and Philosophy of Socialism, Il Politico, Universit di Pavia, 1984, anno XLIX, n. 4, pp.573-592. 65 Si vedano le interessanti osservazioni di Fritz Machlup in Testing versus Illustrating, pp. 231-232 del volume III (The Economics of Information and Human Capital) di Knowledge. Its Creation Distribution and Economic Significance, opera citata. 66 Un riassunto dellanalisi critica della metodologia positivista cos come della sua bibliografia pi importante contenuto nel mio articolo Mtodo y Crisis en la Ciencia Econmica, Hacienda Pblica Espaola, n. 74, 1982, pp. 33 a 48, riportato nel volume I delle mie Lecturas de Economa Poltica, Unin Editorial, Madrid 1986, pp. 11 a 33. Le idee metodologiche della Scuola Austriaca si vanno depurando parallelamente a come si sviluppa il dibattito sul calcolo economico socialista, e la completa articolazione della critica alla metodologia positivista si pu considerare come uno dei sottoprodotti pi interessanti del suddetto dibattito, poich di fatto ed esattamente per le stesse ragioni per le quali il socialismo un errore intellettuale (impossibilit di ottenere linformazione pratica necessaria in modo centralizzato), in Economia non possibile osservare direttamente fatti empirici, n contrastare empiricamente alcuna teoria, n effettuare, insomma, predizioni specifiche di tempo e luogo di quello che dovr succedere. Questo perch loggetto della ricerca della Scienza Economica costituito dalle idee e dalla conoscenza che gli esseri umani creano e che hanno di ci che fanno, e questa informazione in continuo mutamento, molto complessa e non si pu essere misurata, osservata n catturata da uno scienziato (e nemmeno da un organo centrale di pianificazione). Se fosse possibile misurare i fatti sociali e contrastare empiricamente le teorie economiche, il socialismo sarebbe possibile e, viceversa, sono le stesse ragioni che rendono impossibile il socialismo
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che lesperienza del mondo sociale sempre unesperienza di tipo storico, cio, riferita a fatti molto complessi in cui intervengono innumerevoli variabili che non si possono osservare direttamente, ma che si possono solo interpretare alla luce di una teoria previa. A seconda che la teoria sia una o unaltra, anche linterpretazione dei fatti storici sar diversa, per cui lo stabilire previamente delle teorie che permettano di interpretare la realt in modo corretto, mediante altri procedimenti metodologici che non siano quelli positivisti, acquisisce una straordinaria importanza. Pertanto non esiste unevidenza storica incontrovertibile, e ancor meno che permetta di confermare o no se una teoria vera o falsa. Inoltre, e anche se cos non fosse, la discussione teorica in generale, e in particolare sul socialismo, permette di arrivare a conclusioni di enorme valore, che se si fossero prese in considerazione in tempo, avrebbero risparmiato, come abbiamo gi detto, non solo decenni e decenni di sforzi infruttuosi, ma anche numerosi conflitti di tutti i tipi e unindicibile quantit di sofferenze umane. Aspettarsi, pertanto, che la storia confermi se un sistema economico sia o no fattibile, non solo unimpossibilit logica, poich la storia non pu confermare n confutare nessuna teoria, ma implica anche cadere nellassurdit di rinunciare a priori agli insegnamenti delle teorie corrette sviluppatesi al margine dellesperienza, invitando, inoltre, a tentare qualsiasi assurdit o utopia con costi umani sproporzionati,67 con il pretesto di rendere possibile lanalisi dei corrispondenti risultati sperimentali. Era indispensabile fare questi commenti, perch, anche se al momento di scrivere queste righe (1990-1991) la caduta dei sistemi socialisti dei paesi dellEuropa dellEst e la loro evoluzione negli ultimi decenni, in generale, confermino pienamente le previsioni che si potrebbero trarre dagli insegnamenti sul socialismo di Mises e Hayek, questo non sempre stato cos68 e, in determinate tappe storiche, si addirittura arrivati a credere in modo generalizzato, e allopposto, che levoluzione degli avvenimenti nei paesi dellEst confutasse pienamente la teoria dellimpossibilit del socialismo cos come era stata enunciata dagli economisti austriaci. Inoltre, in determinate occasioni si potuto leggere che gli stessi Hayek69 e Robbins,70 in vista del funzionamento pratico del socialismo
quelle che rendono inapplicabile la metodologia positivista. I fatti della realt sociale, pertanto, e dato il loro carattere spirituale, possono solamente essere interpretati storicamente, e per questo sempre indispensabile disporre di una teoria previa. Riguardo a questi interessantissimi aspetti bisogna consultare le 33 citazioni bibliografiche del mio articolo sul Metodo che abbiamo gi citato e, specialmente, i lavori di Mises, Theory and History, Yale University Press, Yale 1957 (esiste una traduzione in spagnolo di Rigoberto Jurez Paz, pubblicata a Madrid da Unin Editorial nel 1975); e di Hayek The Facts of the Social Sciences, in Individualism and Economic Order, opera citata, pp. 57 a 76, e The Counter- Revolution of Science, Free Press, Glencoe, Illinois 1952 (esiste una magnifica riedizione pubblicata a Indianapolis da Liberty Press nel 1979). Una spiegazione positiva e spassionata del paradigma metodologico austriaco si trova in Bruce Caldwell, Beyond Positivism. Economic Methodology in the Twentieth Century, George Allen and Unwin, Londra 1982, e specialmente le pp. 117 a 138. 67 Mises insiste sul fatto che gli insegnamenti delle esperienze sovietiche non bastano a stabilire nessuna argomentazione teorica in relazione al socialismo e conclude che The fallacies implied in a system of abstract reasoning such as socialism is cannot be smashed otherwise than by abstract reasoning. Socialism, opera citata, p. 535. 68 Linterpretazione a livello popolare dei fatti storici in certe occasione stata comparativamente pi facile. Cos stato, per esempio, in relazione agli evidenti fallimenti di quello che fu mal chiamato comunismo di guerra, che costrinsero Lenin nel 1921 ad adottare la Nuova Economia Politica. Ed anche evidente linterpretazione degli avvenimenti storici degli ultimi anni, culminati con la caduta di tutti i regimi comunisti dei paesi dell Europa dellEst. Forse linterpretazione dei fatti storici pi complicata in altre tappe che, tuttavia, sempre dopo un attento studio, confermano la tesi della teoria dellimpossibilit del calcolo economico socialista. In questo senso si pu vedere, per esempio, lepigrafe Does Russia refute Mises? inclusa nellarticolo The Failure of Bolchevism and its Aftermath, di David Ramsay Steel, apparso nel Journal of Libertarian Studies, volume 5, n. 1, inverno del 1981, pp. 105-106. 69 Per Hayek, questa versione non altro che una scandalosa distorsione dei fatti (si veda la nota 25 del Capitolo V), daltro canto specialmente evidente se teniamo in considerazione che i commenti su cui si basano i suoi critici per giustificare la suddetta ritirata sono fatti da Hayek non solo di sfuggita, ma anche

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nellUnione Sovietica, abbandonarono la posizione estrema di Mises e si rifugiarono in una seconda linea di difesa, che consisteva nellaffermare che, bench il socialismo potesse funzionare (cio, che non era impossibile), nella pratica avrebbe posto gravi problemi di inefficienza. Come gi sappiamo, questa interpretazione completamente sbagliata, dal momento che n Mises n Hayek si ritirano in nessun momento in una seconda linea di difesa. Al contrario, hanno sempre pensato che i fatti dellUnione Sovietica confermassero pienamente la teoria misiana del socialismo incluso in quelle tappe storiche in cui i fallimenti e le insufficienze del sistema si riuscirono a nascondere meglio e sembrarono meno evidenti.71

5. CONCLUSIONI FINALI In vista di tutto quello che si detto sul dibattito riguardo al calcolo economici socialista, possiamo concludere che nessuno dei teorici socialisti stato capace di rispondere in modo soddisfacente alla sfida lanciata da Mises e Hayek. In primo luogo, nella maggioranza dei casi non sono stati capaci di capire il vero significato della suddetta sfida.
con lo scopo ovvio di mantenere la tradizionale cortesia accademica di cui si sempre vantato, permettendo che i suoi oppositori, almeno sulla carta, non risultassero completamente sconfitti. In questo senso si devono interpretare le osservazioni raccolte non solo alla p. 187 di Individualism and Economic Order (opera citata), ma anche alle pp. 238 e 242 dellarticolo sul Present State of the Debate (Collectivist Economic Planning, opera citata) nelle quali leggiamo espressamente: But while this makes it illegitimate to say that these proposals are impossible in any absolute sense, it remains not the less true that these very serious obstacles to the achievement of the desired end exist and that there seems to be no way in which they can be overcome (p. 238). No one would want to exclude every possibility that a solution may yet be found. But in our present state of knowledge serious doubt must remain whether such solution can be found (p.242). Pertanto non bisogna meravigliarsi se pi di 40 anni dopo la parte pi importante del dibattito sul calcolo economico, Hayek, nel suo articolo del 1982, non sia stato capace di mantenere con i suoi oppositori intellettuali, che continuano a sostenere le loro grossolane interpretazioni errate sulla sua supposta ritirata a una seconda linea di difesa, la stessa pazienza e cortesia per lui usuali fino a quel momento. Lo stesso Hayek ha riconosciuto espressamente che le sue espressioni di cortesia e di cavalleria sono state utilizzate dai suoi oppositori con poca onest scientifica e che oggi non commetterebbe lerrore di dar adito a malintesi in ossequio alle buone maniere accademiche: I might, perhaps, also add that J. A. Schumpeter then accused me with respect to that book of politeness to a fault because I hardly ever attributed to opponents anything beyond intellectual error. I mention this as an apology in the case that, on encountering the same empty phrases more than 30 years later, I should not be able to command quite the same patience and forbearance. The New Confusion about Planning, Capitolo XIV di New Studies in Philosophy, Politics, Economics and the History of Ideas, opera citata, p. 235. 70 Non sarebbe neanche legittimo ritenere, in nessun senso, che Robbins, di fronte allevidenza pratica, si fosse ritirato in una seconda linea di difesa. Al contrario, Robbins riconosce esplicitamente (nota 1 della p. 148 di The Great Depression, opera citata) non solo che la sua argomentazione segue molto da vicino quella sviluppata da Mises nel suo libro sul Socialismo (alla cui traduzione inglese lo stesso Robbins ha contribuito in grande misura, elaborando una prima stesura di alcune delle sue parti pi importanti, che in seguito ha consegnato al suo amico J. Kahane per ledizione definitiva), ma, quando quasi 40 anni dopo lormai Lord Robbins scrive la sua autobiografia, mantiene anche esplicitamente la sua opinione e riconosce la validit dellargomentazione di Mises sullimpossibilit del calcolo economico socialista, cos come era stato enunciato originariamente nel 1920. Ecco di seguito le parole dello stesso Robbins: Mises main contentions that without a price system of some sort, a complex collectivist society is without the necessary guidance and that, within the general framework of such a society, attempts to institute price systems which have meaning and incentive in a dynamic contest are liable to conflict with the main intention of collectivism these still seem to me to be true and to be borne out by the whole history of totalitarian societies since they were propounded. Vedere Lionel Robbins, Autobiography of an Economist, Macmillan, Londra 1971, p. 107. E anche, Political Economy, Past and Present, Columbia University Press, New York, pp. 135-150. 71 Questa grande variazione nella difficolt di interpretazione dei fatti dellesperienza si riproduce con caratteristiche ancora pi drammatiche in relazione agli effetti dellinterventismo e della socialdemocrazia dei paesi occidentali, cosa che spiega come in quei contesti laiuto della teoria sia, se possibile, ancora pi imprescindibile che in relazione al cosiddetto socialismo reale.

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Si muovevano allinterno del contesto del paradigma neoclassico walrasiano e utilizzavano una strumentazione analitica che in grande misura rendeva loro difficile capire quali sono i veri problemi che sorgono in un sistema nel quale non esiste la propriet privata dei mezzi di produzione n libert di esercitare la funzione imprenditoriale. In secondo luogo, la deviazione verso i problemi della statica (conseguenza, a sua volta, del fenomeno precedente) ha impedito di apprezzare e analizzare dettagliatamente in che cosa consistessero i veri problemi implicati e ha prodotto la falsa sensazione che fossero stati teoricamente risolti. Per tutto questo, la vera sfida teorica di Mises e Hayek rimasta senza risposta, e continua ancor oggi ad essere irrisolta, come gi cominciano a riconoscere in grado sempre maggiore gli stessi teorici del socialismo. Daltro lato, levoluzione degli avvenimenti sociali, economici e politici durante tutto il secolo XX arrivata a confermare pienamente gli apporti teorici di Mises e Hayek sulla teoria del socialismo, sebbene tuttora per la maggior parte della professione economica dei paesi occidentali il dibattito sia da considerare terminato e deciso agli inizi degli anni 40. Da quella data e fino allattualit si sono sviluppate diverse linee di ricerca, sia nel campo dei sistemi comparati sia nellarea della teoria della riforma dei sistemi socialisti e dello sviluppo della planimetria, praticamente disconoscendo totalmente i problemi teorici analizzati da Mises e Hayek durante tutto il dibattito, cosa che ha contribuito, in gran misura, alla sterilit e al fallimento di tutte queste linee di ricerca. Dalla parte della Scuola Austriaca, non solo coloro che erano inizialmente implicati nel dibattito (soprattutto Mises e Hayek), ma anche un numero crescente di giovani economisti hanno continuato a sviluppare un insieme di teorie molto produttive che si pu ritenere che traggano la loro origine scientifica proprio dal dibattito stesso. In questo senso, il dibattito pregno di conseguenze scientifiche ed stato molto produttivo per la Scienza Economica, per cui di grande interesse analizzare le diverse aree dell Economia che si sono gi viste arricchite da apporti che in origine furono intuiti o nacquero come conseguenza della polemica sul calcolo economico socialista. La maggioranza di questi giovani autori sono stati citati in diverse parti di questo libro, sempre che i loro apporti fossero rilevanti. Tuttavia sarebbe necessario lasciare per un altro lavoro uno studio pi profondo e dettagliato su di loro. La situazione attuale, spinta certamente dagli avvenimenti storici di cui testimone il mondo nei tempi pi recenti in relazione alla caduta dei regimi socialisti nei paesi dellEst Europa, sta giustificando una revisione generalizzata della versione tradizionale del dibattito, che si sta effettuando seguendo le linee maestre che sono state esposte in questo libro, e nella quale giocano un ruolo molto significativo, insieme con un gruppo sempre pi numeroso di economisti occidentali, la maggioranza di coloro che fino ad ora erano i teorici pi stimati nei paesi socialisti. Speriamo che se il corso della ricerca nel campo della storia del pensiero economico continua in questo modo, in pochi anni si raggiunga un consenso generalizzato sulla necessit di modificare la valutazione e le conclusioni mantenute fino ad ora riguardo al dibattito sul calcolo economico socialista. Se cos, consideriamo motivo di grande onore e soddisfazione laver apportato il nostro piccolo granello di sabbia per la distruzione di quello che non stato altro che un altro grave e ingiustificato mito della scienza economica.

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Figura II1

Figura II2

Figura II4

Figura III-1

Nivel superior
(agresor institucional)

rgano Central de Coaccin


(rgano Director del que emanan MANDATOS coactivos)

Nivel inferior
(Sociedad)

Parcela concreta de la Sociedad sobre la que se ejerce la coaccin institucional

Figura III-2

Nivel superior
(agresor institucional)

a) Cuando los mandatos no traspasan la cpsula momentos t2 y tn el rgano directivo no puede hacerse con la informacin prctica que necesita para coordinar deliberadamente la sociedad b) Cuando los mandatos traspasan la cpsula, tampoco puede hacerse con la informacin que necesita, pues al verse agredido el proceso empresarial y no poder perseguirse libremente los fines individuales, stos no actan como incentivos para descubrir la informacin relevante, por lo que sta no se genera (las bombillas no se encienden)

Nivel inferior
(Sociedad)

Evolucin del tiempo subjetivo Figura III-3

FUTURO

Nivel Superior
(Agresor institucional)

Mandatos

Si la generacin de ordenadores disponible por ambos niveles es la misma (representados por las pantallas dibujadas en el grfico), el problema del socialismo, en vez de facilitarse, se hace ms difcil pues los ordenadores posibilitan que los actores generen una informacin prctica con un grado de complejidad tal, que del mismo no pueden dar cuenta los sistemas informticos conocidos (esto se representa por la multiplicacin de bombillas o actos creativos en el nivel inferior)

Nivel inferior
(Sociedad)

Evolucin del tiempo subjetivo o bergsoniano Figura III-4

FUTURO

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