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LETTERE DI FLAUBERT RELATIVE ALLA MALATTIA E ALLE ALLUCINAZIONI (IN ORDINE CRONOLOGICO) [le sottolineature sono mie]

Riferito allepisodio della prima crisi (gennaio 1844): Mio vecchio Ernest, c mancato poco che senza saperlo tu dovessi seguire il funerale delluomo onesto che ti scrive. Sono ancora a letto, con un setone al collo, [] pillole, tisane, e soprattutto lo spettro mille volte peggiore di tutte le malattie del mondo, che viene chiamato Regime. Mio caro amico, ho avuto una congestione al cervello, ossia un attacco di apoplessia in miniatura, accompagnato da mali di nervi []. Mi hanno praticato 3 salassi contemporaneamente, e alla fine ho riaperto gli occhi. Mio padre vuole tenermi qui a lungo a curarmi attentamente, nonostante il morale sia alto [...]. Sono in uno stato fottuto, alla minima sensazione tutti i miei nervi vibrano come corde di violino, le mie ginocchia e le mie spalle tremano come foglie. E probabile che non sia pronto per tornare a Parigi []. Dovr prendere per tempo, questanno, laria di mare, fare esercizio, e soprattutto molta calma. (1 febbraio 1844 allamico Chevalier).

Non passa giorno senza che io non veda sfilare davanti agli occhi dei ciuffi di capelli o dei fuochi di Bengala. Tutto questa dura meno a lungo di prima. La mia ultima crisi stata pi leggere dalle altre. Ho sempre il mio setone [collare]. (7 giugno 1844).

La mia malattia avr pur sempre avuto il vantaggio di lasciare che impieghi il mio tempo come intendo io, e questo gi un bel risultato nella vita. [] quanto alla mia salute, insomma migliore, ma la guarigione cos lenta ad arrivare in queste maledette malattie nervose, che sembra quasi impercettibile. (gennaio 1845) Ho detto alla vita pratica un irrevocabile addio la mia malattia di nervi stata la transizione tra questi due stati [vita pratica, vita attiva]. Per lungo tempo non chieder altro che cinque o sei ore di tranquillit nella mia camera, un grande fuoco in inverno, e due candele alla sera per fare luce (13 maggio 1845)

Quanto al mio male di nervi, prendo della quinquina al posto della valeriana (luglio 1845). La mia giovinezza passata. La mia malattia di nervi, che durata due anni, ne stata la conclusione, la chiusura, il risultato logico. Per aver avuto ci che ho avuto stato necessario che prima si sia svolto qualcosa di tragico nella scatola del mio cervello. Poi tutto si ristabilito. Ho visto chiaro nelle cose e in me stesso, cosa pi rara. (8-9 agosto 1846).

Molte cose che mi lasciano freddo sia quando le vedo, sia quando altri ne parlano, mi entusiasmano, mi irritano, mi feriscono se ne parlo e soprattutto se scrivo. Questo uno degli effetti della mia natura di saltimbanco. Mio padre, alla fine, mi aveva vietato di imitare certa gente (convinto che io ne soffrissi, cosa vera, del resto, nonostante io lo negassi), tra gli altri un mendicante epilettico conosciuto sul bagnasciuga. Costui mi aveva raccontato la sua storia, era stato inizialmente giornalista. Era superbo. sicuro che quando imitavo quel tipo ero nella sua pelle. Non si poteva vedere niente di pi orribile di me in quel momento. Comprendi la soddisfazione che provavo? Sono certo di no. (8 ottobre 1846)

Mi parli di alcune specie di allucinazioni che hai avuto. Fai attenzione. Le si ha allinizio nella testa, e poi queste arrivano davanti agli occhi. Il fantastico ti invade, e sono atroci dolori quelli. Ci si sente diventare pazzi, lo si e se ne ha coscienza. Si sente la propria anima scappare via, e tutte le forze fisiche corrervi appresso per richiamarla. La morte deve essere qualcosa di simile, quando se ne ha coscienza. (15 gennaio 1847). I miei nervi non vanno meglio. Mi aspetto da un giorno allaltro qualche attacco grave, poich sono ormai quattro mesi che non ne ho avuti, e da un anno la cadenza abituale. (settembre 1847) Quanto alla mia salute, di cui tu ti preoccupi, convinciti una volta per tutte nonostante ci che mi accade e nonostante io soffra, essa buona e andr lontano (ho le mie ragioni per crederlo). Ma vivr come vivo ora, sempre soffrendo di nervi, questa porta di trasmissione tra lanima e il corpo attraverso la quale ho voluto forse far passare troppe cose. (dicembre 1847) Il tuo amico, cos pare, roso da una sifilide la cui origine si perde nella notte dei tempi. Si possono anche trattare i sintomi che si guariscono, ma essa ricompare da una parte o dallaltra. La mia

malattia di nervi di cui qualche volta soffro ancora, e che non pu guarire nellambiente in cui mi trovo a vivere, potrebbe forse non avere altra causa. (1849)

E diventato folle [un suo compagno di collegio]. Eccolo che delira, urla, sottoposto alle docce. Chi mi dice che non sono sulla stessa strada? Dov il limite tra lispirazione e la follia, tra la stupidit e lestasi? Non forse necessario, per essere artisti, vedere tutto in modo differente dagli altri? Larte non un gioco di spirito. unatmosfera speciale. Ma chi mi dice che a forza di sprofondare sempre pi negli abissi per respirare unaria pi calda non si finisca per incontrar e i miasmi funebri? (1-2 ottobre 1852). Senza lamore della forma, sarei stato forse un grande mistico. Aggiungi a questo i miei attacchi di nervi, che non sono altro che delle fuoriuscite involontarie di idee, di immagini. Lelemento psichico allora prende il sopravvento su di me, e la coscienza scompare insieme al sentimento della vita. Sono sicuro di sapere cosa sia morire. Ho spesso sentito la mia anima scappare via, come si sente il sangue uscire fuori durante un salasso. (27 dicembre 1852). [da giovane] sognavo il suicidio ! mi divoravo con ogni specie di malinconie possibili. La malattia di nervi mi ha fatto bene; ha riportato tutto questo sullelemento fisico e mi ha lasciato la testa pi fredda, e in pi mi ha fatto conoscere dei curiosi fenomeni psicologici, di cui nessuno ha idea o piuttosto che nessuno ha provato. Me ne vendicher un giorno o laltro, utilizzandoli in un libro (quel romanzo metafisico e ad apparizioni di cui ti ho parlato ). Ma dal momento che si tratta di un soggetto che mi fa paura, dal punto di vista della salute intendo, bisogna attendere che io sia lontano da quelle impressioni per potermele provocare artificialmente, idealmente, e da quel momento senza pericolo n per me n per lopera! (31 marzo 1853). La follia e la lussuria sono due cose che ho talmente sondato, nelle quali ho navigato cos a lungo, che non sar mai (lo spero) n un alienato, n un De Sade. Ma ne sono stato scottato di certo. La mia malattia di nervi stata la schiuma di queste piccole facezie intellettuali. Ogni attacco era come una sorta di emorragia dellinnervazione: perdite seminali della facolt pittoresca del cervello, centomila immagini che esplodevano contemporaneamente, in fuochi dartificio. Cera un sradicamento dellanima dal corpo, atroce (ho la convinzione di essere morto pi volte). Ma ci che costituisce la personalit, lessere ragione, andava fino in fondo; senza questo, la sofferenza sarebbe stata nulla, perch sarei stato puramente passivo, e invece ero sempre cosciente, anche quando non

potevo pi parlare. Allora lanima era ripiegata tutta intera su se stessa, come un istrice che di ferisce con le sue stesse punte. (7 luglio 1853). Bisogna amarti molto per scriverti questa sera, tanto sono spossato. Ho una calotta di ferro sul cranio. Dalle 2 di pomeriggio scrivo la Bovary. [] ecco una delle rare giornate della mia vita che ho passato interamente nellIllusione, da un capo allaltro. Prima, alle sei, nel momento in cui scrivevo la frase attacco di nervi, ero cos preso, urlavo cos forte, e sentivo cos profondamente ci che provava la mia piccola donna, che ho avuto paura di avere una crisi io stesso. Mi sono alzato dal tavolo, ho aperto la finestra per calmarmi. Mi girava la testa. Ora ho grandi dolori alle ginocchia, alla schiena, alla testa. Sono come uno che abbia troppo fottuto (perdonami lespressione), vale a dire in una sorta di debolezza piena di inebriamento. (23 dicembre 1853)

Che cosho dunque in me che mi fa intenerire a prima vista per tutto ci che cretino, folle, idiota, selvaggio? Queste povere nature comprendono che sono del loro mondo?Indovinano che sono del del loro mondo? Indovinano una simpatia? Sentono, tra loro e me, un legame qualunque? Ma questo infallibile. I cretini del Valais, i folli del Cairo, i santoni dellalto Egitto mi hanno perseguitato con tutte le loro proteste! Perch? Questo mi affascina e mi fa paura allo stesso tempo. Oggi, per tutto il tempo della visita, il cuore mi batteva da scassarmi il petto. Ci ritorner. Voglio sfruttare questo. Ho una voglia sfrenata di invitare i selvaggi a cena a Croisset.(26 dicembre 1853)

A ventuno anni ho corso il rischio di morire per una malattia nervosa, provocata da una serie di dispiaceri e irritazioni, a forza di veglie e di collere. Questa malattia durata dieci anni. (tutto quello che c in santa Teresa, Hoffmann e Poe, io lho sentito, lho visto, gli allucinati mi sono molto comprensibili). Ma ne sono uscito bronzeo e sperimentato cos su un mucchio di cose che nella vita avevo appena sfiorato. Mi ci sono mescolato altre volte; ma per la foga, in crisi e sono ritornato (e ritorno) alla mia reale natura, che contemplativa. Ci che mi ha salvato dalla dissolutezza non la virt ma lironia. La stupidit del vizio mi fa pi ridere di piet di quanto la turpitudine non mi disgusti. (30 marzo 1857) Mi chiedete come sono guarito dalle allucinazioni nervose che un tempo subivo. In due modi: 1 studiandole scientificamente, e cio sforzandomi di rendermene conto; 2 con la forza di volont. Ho spesso sentito arrivare la follia. Cera nel mio povero cervello un turbinio di idee e di immagini

in cui mi sembrava che la mia coscienza, che il mio io affondasse come un vascello nella tempesta. Ma io mi aggrappavo alla mia ragione. Essa dominava tutto, bench assediata e vinta. Altre volte cercavo con limmaginazione di procurarmi fittiziamente queste orrende sofferenze. Ho giocato con la demenza e il fantastico come Mitriade con i suoi veleni. Ero sostenuto da un grande orgoglio, e ho vinto il male a forza di stringerlo corpo a corpo. (18 maggio 1857-ha terminato Madame Bovary)

** I personaggi immaginari mi circondano, mi perseguitano o piuttosto sono io ad essere nella loro pelle. Quando scrivevo lavvelenamento di Madame Bovary avevo il gusto di arsenico in bocca, ero io stesso cos avvelenato, che mi sono regalato due indigestioni di seguito due indigestioni reali, perch ho vomitato tutto quello che avevo mangiato. [] lintuizione artistica assomiglia in effetti alle allucinazioni ipnagogiche per il suo carattere di fugacit passa davanti agli occhi, ed allora che necessario buttarsi su di essa, avidamente. Ma spesso limmagine artistica si produce lentamente, frammento dopo frammento, come le diverse parti di uno scenario che si va costruendo. Del resto, non dovete assimilare la visione interiore dellartista a quella delluomo realmente allucinato. Conosco perfettamente entrambi gli stati. C un abisso tra i due. Nellallucinazione propriamente detta vi sempre terrore ; si sente che la nostra personalit ci sfugge e si crede di essere sul punto di morire. Nella visione poetica, al contrario, vi gioia. E qualcosa che entra dentro di voi. Ma nondimeno, vero che non si sa pi dove si ? (20 novembre 1866 a Taine)

Caro amico, Ecco quello che ho provato quando ho avuto delle allucinazioni : 1. Prima, unangoscia indeterminata, un vago malessere, un sentimento di attesa dolorosa, come capita prima dellispirazione poetica, quando si sente che deve capitare qualcosa Poi, tutto a un tratto, invasione, o meglio irruzione istantanea della memoria, perch lallucinazione propriamente detta non altro per me, almeno. una malattia della memoria, un prolasso di ci che essa tiene celato. Sentiamo le immagini sfuggirci come fiotti di sangue. Sembra che tutto quello che si ha nella testa esploda insieme come mille fuochi dartificio, e non c tempo di guardare queste immagini interne che sfilano furiosamente. In altre circostanze, tutto inizia con una sola immagine, che si ingrandisce, si

sviluppa e finisce per coprire la realt oggettiva come, per esempio, una scintilla che volteggia e diventa un grande fuoco fiammeggiante. In questo ultimo caso si pu anche pensare ad altro nello stesso tempo; e questo si confonde quasi con quel fenomeno che viene chiamato delle farfalle nere, e cio delle striscioline di seta che certe persone vedono fluttuare nellaria quando il cielo grigio e la loro vista affaticata.

Credo che la Volont possa molto sulle allucinazioni. Ho provato talvolta a procurarmene senza riuscirci. Ma spesso, il pi delle volte, me ne sono sbarazzato a forza di volont. Nella mia prima giovinezza avevo unallucinazione singolare: vedevo sempre degli scheletri invece che spettatori quando ero in un teatro, o almeno, ci pensavo cos fortemente che questo assomigliava a una allucinazione, in quanto talvolta il limite assai difficile da discernere. Conosco la storia di Nicolai. Ho sentito questo: vedere le cose false, sapere che unillusione, esserne convinto, e tuttavia percepirle con tanto nitore come se fossero reali. Ma nel sonno si prova uno stato simile, quando si sa di sognare sognando. Per me la memoria a essere in gioco nellallucinazione; lo a tal punto, che il solo modo di imitare uno perfettamente (di rappresentare la sua voce e i suoi gesti) si ottiene soltanto con una grande concentrazione del ricordo. Per essere un buon mimo bisogna avere la memoria di una nitidezza allucinante, - vedere le persone ed esserne penetrato. Resta, vero, la facolt strumentale: i muscoli facciali e della laringe. Dovreste chiedere ai musicisti se sentono assolutamente la musica che stanno scrivendo, come noi romanzieri vediamo i nostri poveri personaggi! Nellallucinazione artistica, il quadro non cos ben delineato, per quanto preciso esso sia. Cos, io vedo perfettamente un mobile, una figura, un lembo di paesaggio. Ma tutto questo fluttua, sospeso, si trova non so dove. Esiste da solo e senza rapporto con il resto, mentre nella realt quando guardo una sedia, un albero, vedo nello stesso tempo gli altri mobili della stanza, gli altri alberi del giardino, o almeno percepisco vagamente che esistono. Lallucinazione artistica non pu aprirsi su un grande spazio, muoversi in un quadro ampio. Allora si cade nella fantasticheria e si ritorna alla calma. E sempre cos che va a finire. Volete sapere se essa si inserisce nella realt generale? No, la realt generale scomparsa. Non so pi che cosa ci sia intorno a me. Appartengo a questa apparizione esclusivamente. Al contrario, nellallucinazione pura e semplice si pu vedere unimmagine falsa con un occhio e gli oggetti veri con laltro. proprio l il supplizio. (1 dicembre 1866 a Taine).

Passo settimane intere senza scambiare una parola con un essere umano. E alla fine della settimana mi impossibile ricordare un solo giorno, n un fatto qualsiasi. [] la sensibilit si esalta a dismisura in un simile ambiente. Ho palpitazioni al cuore per un nonnulla cosa comprensibile, del resto, in un vecchio isterico come me. Perch io sostengo che gli uomini siano isterici quanto le donne, e io sono uno di questi. Quando ho scritto Salammb ho letto su questo argomento i migliori autori e ho riconosciuto tutti i miei sintomi. Ho il bolo, e il chiodo alloccipite [secondo una delle enciclopedie mediche consultate probabilmente da Flaubert, alcuni sintomi dellisteria erano il globe hystrique (bolo isterico) e il dolore alla testa fisso e terebrante]. (12 gennaio 1867).

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