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INTRODUZIONE A NIETZSCHE1 DIO ? E MORTO !

"Siamo stati noi ad ucciderlo: voi ed io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto questo? ... Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov' che si muove ora? Dov' che ci muoviamo noi? Via da tutti i soli? Non il nostro un eterno precipitare? E all'indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si fatto pi freddo? Non seguita a venir notte, sempre pi notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo dunque nulla?... Dio morto! ... E noi l'abbiamo ucciso!" (La Gaia scienza, Ed. Adelphi, pagg. 129-130). Il brano che ti ho citato fa parte di uno dei testi pi suggestivi della letteratura filosofica. Nietzsche mette in bocca all'uomo folle (fuori metafora il "filosofo profeta") l'annuncio della "morte di Dio" con la sua drammatica conseguenza: il senso di smarrimento, la perdita di certezza, il venir meno di punti di riferimento. Cosa ne dici? Non mi convince. Io credo che l'ateismo esalti l'uomo: grazie alla scienza e alla tecnologia l'uomo non prova l'ebbrezza di accrescere la sua conoscenza e la sua potenza, non prova - in altre parole - l'ebbrezza di essere un Dio in fieri? Feuerbach, indubbiamente, mette in evidenza questo stato d'animo che deriva dalla tesi secondo cui Dio la stessa umanit, un'umanit progressivamente pi... sciente e potente. Nietzsche, invece, sottolinea il senso di smarrimento che deriva dalla morte di Dio. Tu ti senti pi feuerbachiano? Un punto di vista legittimo. Cerca, comunque, di capire bene le ragioni di Nietzsche. Per Nietzsche la "morte di Dio" consumata dall'ateismo contemporaneo un evento drammatico, non ha nulla di esaltante: l'uomo - senza Dio - non trova pi un rifugio, perde qualsiasi consolazione, di fronte ad un mondo privo di qualsiasi significato. Cosa dici? A me pare che l'opzione precedente sia solo egoistica: per me l'uomo - se vuole essere davvero adulto - deve avere il coraggio di vivere in un mondo senza la fede in un disegno provvidenziale, senza il conforto della fede! Il rifugio nella fede per me una vera e propria fuga dalla dura realt! E' questo il discorso di Nietzsche: l'uomo deve avere il coraggio di andare... oltre l'uomo accettando di brancolare nel buio, rifiutando le stampelle della fede. Dio, per Nietzsche, una menzogna, la pi grande menzogna che l'uomo si inventato per sopportare meglio l'esistenza, per non brancolare nel buio, per avere un punto di riferimento, per dare un senso alla sua vita e al mondo in cui vive. Cosa ne dici?

Nasce presso Lutzen nel 1844. Studia filologia classica prima a Bonn e poi a Lipsia. A Lipsia rimane fortemente colpito dalla lettura del capolavoro di Schopenhauer "Il mondo come volont e rappresentazione". A 24 anni viene chiamato alla cattedra di filologia classica all'Universit di Basilea. Qui inizia l'amicizia col musicista Richard Wagner. Nel 1872 pubblica "La nascita della tragedia" e nel '73 "Considerazioni inattuali". L'opera "Umano, troppo umano" rappresenta la rottura sia con Schopenhauer che con Wagner. Malato (una malattia che si porta dietro fino alla morte), lascia la cattedra e si dedica alle sue pubblicazioni. Le sue opere di questo periodo: "Aurora" (1881), e "La gaia scienza" (1882). Nel 1882 si innamora di una giovane finlandese Lou Salom che, tuttavia, si rifiuta di sposarlo. Tra l'83 e l'84 compone "Cos parl Zarathustra". Altre sue celebri opere (si tratta, per, di una celebrit che verr dopo): "Al di l del bene e del male", "La genealogia della morale", "Il crepuscolo degli dei", "L'anticristo", "Ecce homo". La malattia si aggrava (ha una forma di pazzia): durante questo periodo - in un momento in cui Nietzsche non pu rendersi conto che le sue opere cominciano a fare il giro del mondo. Gli ultimi decenni li vive in Svizzera e nell'Italia settentrionale (in modo particolare a Torino). Muore nel 1900. La strumentalizzazione che ne far il nazismo si fonda sull'opera postuma "Volont di potenza" curato dalla sorella Elisabeth Foerster-Nietzsche che manipola i manoscritti del fratello per fare di lui il teorico di una rivoluzione antidemocratica. Nel secondo dopoguerra si avvia una revisione critica di Nietzsche: vedi in particolare l'edizione critica delle opere di Nietzsche curata da Giorgio Colli e Mazzino Montinari.

Beata menzogna, io direi: quand'anche Dio fosse un'illusione, sarebbe molto utile all'uomo. Perch mai l'uomo dovrebbe essere un masochista e vivere senza alcun conforto le traversie della vita? Un punto di vista rispettabile. Ma... se fosse cos, non potrebbe essere vista la fede come un atteggiamento infantile, l'atteggiamento di chi ha bisogno della... mamma? Dio morto. Per Nietzsche Dio non solo il Dio tradizionale (trascendente o immanente), ma qualsiasi idolo costruito dall'uomo per sopportare meglio l'esistenza: dalla metafisica alla morale alla stessa scienza. S, anche la scienza stata inventata dall'uomo per dare un'immagine razionale al mondo, per assicurarci che il mondo ordinato, prevedibile, quando, invece, assolutamente caotico, privo di razionalit. Ma Dio non solo ogni punto di riferimento, ma anche la negazione della vita. Il Cristianesimo, in particolare, in nome dei valori spirituali, eterni, celesti tuona contro la "carne", la sessualit, gli istinti, i piaceri terreni, i valori "umani". Cosa ne dici? Mi pare uno schema superato di leggere il Cristianesimo: tutto ci che Dio ha creato - la materia, il corpo, la sessualit, gli istinti - "bene", il prodotto di una scelta divina. E' questa la chiave di lettura che si trova nella Genesi. Nella stessa Genesi, tuttavia, la sessualit vista come peccato (questa, almeno, l'interpretazione tradizionale del "peccato originale"). E' un fatto, poi, che S. Paolo ed in particolare S. Agostino sottolineano fortemente il valore negativo della "carne" in nome dei valori dello "spirito". Nella storia del Cristianesimo troviamo sicuramente una lettura di tipo "ascetico" della vita, una lettura in qualche misura "platonica" che svaluta questo mondo in nome del vero mondo che quello dello "spirito" - la lettura che Nietzsche condanna - ma anche una lettura tutt'altro che ascetica nei confronti del mondo, del corpo. Proseguiamo. Secondo Nietzsche i valori dello spirito, i valori ascetici che soffocano la gioia di vivere (l'espressione dell'istintualit dell'uomo, i suoi valori squisitamente "umani", "vitali") hanno radici umane, "troppo umane": nascono dal "risentimento" dei deboli nei confronti dei forti. Cosa ne dici? Mi pare una mistificazione del Cristianesimo: non ci sono uomini "forti" (penso in questo momento a fra Cristoforo) che ad un certo punto della loro vita decidono di sacrificare la loro istintuale gioia di vivere, la loro volont di affermarsi sugli altri in nome di Dio e dei fratelli? Dove sarebbe, in questo caso, il risentimento di cui parla Nietzsche? Un punto di vista legittimo. E' un fatto, per, che difficile analizzare le ragioni profonde di una scelta: la psicoanalisi, ad esempio, sostiene che si tratta di scelte che spesso affondano le radici nell'inconscio. La stessa psicoanalisi sostiene che certe scelte "nobili" non sono altro che la "sublimazione" di istinti (vedi Freud). Tra Nietzsche e Freud vi , indubbiamente, un tipo di approccio comune: la ricerca delle ragioni "umane" (troppo umane) delle scelte nobili degli uomini: Nietzsche individua nel "risentimento" la radice della morale cristiana (che lui assimila alla cosiddetta "morale degli schiavi"), Freud vede determinate scelte - anche professionali - come la "sublimazione" di istinti fortemente avvertiti. Ambedue, poi, affermano la tesi secondo cui gli istinti - se non vengono scaricati all'esterno - producono scompensi all'interno (minacciosi sensi di colpa, nevrosi). In particolare Nietzsche considera il cristiano come una persona psichicamente tormentata. Cosa dici di questa tesi? Mi pare una visione distorta del cristiano: tormentato chi si lascia trascinare dalle passioni (condivido la tesi di Epicuro), non il cristiano che, proprio perch domina le passioni, ha una profonda serenit interiore. Il Cristianesimo potrebbe essere visto - anche se il background culturale diverso - sulla stessa lunghezza d'onda della concezione dominante del pensiero greco, cio la concezione del primato della ragione sugli istinti. E una concezione che la negazione della vita? Per Nietzsche, s (per lui non solo il cristianesimo, ma tutta la filosofia occidentale da Socrate in poi la negazione della vita). Ma i pensatori greci non la pensavano cos. Tu citi Epicuro. E lo citi a proposito.

I FATTI ? NON ESISTONO !


Friedrich Nietzsche pu essere considerato uno dei massimi oppositori del positivismo. Siamo di fronte, per, non solo ad un oppositore del positivismo, ma di tutta la civilt occidentale (da Socrate in poi). In Nietzsche vi la consapevolezza che tutte le certezze sono cadute: da Dio

alla metafisica alla scienza. Si tratta di idoli creati dall'uomo per dare un senso ad un mondo che senso non ha. S, anche la scienza tanto esaltata dal positivismo. Per Nietzsche i tanto decantati "fatti" del positivismo non ci sono: esistono "interpretazioni" di fatti. La scienza, poi, vive di "presupposti" che sono extra-scientifici. Cosa ne dici? Quali presupposti? La scienza ha solo come scopo quello di scoprire, di svelare i segreti del cosmo, della vita... Che presupposti pu mai avere? Nietzsche, per, avverte che lo scienziato parte almeno dal presupposto (presupposto non scientifico) che il conoscere il mondo sia un bene. Vi chi, poi, ha il desiderio di comprendere nel modo migliore "la sapienza divina. Il sapere scientifico, quindi (per Nietzsche), tutt'altro che "oggettivo". La sua oggettivit non che una menzogna creata dall'uomo per dare un ordine, un'armonia, un significato al caos del mondo. Si tratta di un "idolo" a cui viene assoggettato l'uomo. Come la "ragione". Come la "morale". Cosa ne dici? La ragione un idolo? Ma Nietzsche un pazzo! La ragione non ci che caratterizza l'uomo rispetto all'animale? Non deve essere, quindi, la guida degli istinti? Che la ragione debba guidare gli impulsi il punto di vista prevalente del pensiero occidentale. Nietzsche non nega il valore della ragione, ma dice che da Socrate in poi si uccisa la vita in nome della "ragione". Secondo Nietzsche Socrate che per primo ha teorizzato il dominio della "ragione", della "coscienza" sugli impulsi vitali. Un dominio poi reso ancor pi insopportabile da Platone e da quel platonismo volgare che il Cristianesimo: Platone e il Cristianesimo hanno letteralmente ucciso il corpo, i beni terreni, i piaceri, la stessa vita terrena in nome dello "spirito", dell'aldil.

LA STORIA DELLOCCIDENTE ? LA STORIA DELLA NEGAZIONE DELLA VITA IN NOME DI MENZOGNE.


La storia dell'Occidente - secondo Nietzsche - la storia della negazione della vita. La stessa "Storia" esaltata dall'idealismo e da tutti gli storicismi non altro che un nuovo idolo a cui stata assoggettata la vita. Cosa ne dici? Non mi convince. In ogni concezione storicistica l'uomo protagonista della storia: non l'umanit che - nell'idealismo hegeliano - il soggetto di quell'avventura che la porta a scoprire (grazie alla consapevolezza da parte dello spirito umano) di essere Dio? Non l'uomo protagonista della storia nella concezione marxiana? Nella concezione marxiana, indubbiamente, l'uomo il protagonista della storia (l'uomo, naturalmente, "storicizzato", l'uomo che agisce sulla base di condizioni oggettive economicosociali). Nella concezione hegeliana vero che l'uomo che con l'idealismo scopre di essere Dio, ma anche vero che nell'uomo agisce lo Spirito che trascende gli individui: pensa, in particolare, all"Astuzia della Ragione" che utilizza i grandi uomini in funzione dei suoi fini. In una qualsiasi concezione storicistica, secondo Nietzsche, la realt la storia e l'individuo non ha una sua autonomia, ma un momento di questa storia, non vive per s, ma in funzione di fini che vanno oltre se stesso (vuoi il paradiso dell'idealismo o del socialismo). Nietzsche, comunque, non nega valore alla storia: l'uomo pu trovare nella storia dei maestri, degli esempi (maestri ed esempi di grandezza). Secondo Nietzsche l'atteggiamento corretto di fronte alla storia quello "critico", di condanna nei confronti delle debolezze dei fatti umani: un atteggiamento che porta l'uomo a liberarsi dal passato in nome del presente. Nietzsche consapevole di essere una "dinamite", non un uomo. E' convinto che nessuno prima di lui ha scrutato il mondo con uguale "sospetto". E' un vero e proprio dissacratore, il demolitore di tutti gli idoli che ha creato l'uomo (dalla religione alla morale, alla metafisica, alla Storia, alla Scienza), idoli che hanno ucciso la vita, l'uomo. Ma cosa sono la "vita", l'uomo autentico, che Nietzsche vuole recuperare? Ne "La nascita della tragedia" (il suo primo libro pubblicato nel 1872) Nietzsche legge il mondo greco con le categorie del "dionisiaco" e dell"apollineo": il "dionisiaco" la gioia di vivere, l'accettazione integrale della vita, l'inno ai valori vitali, l'ebbrezza, l'esaltazione creatrice della musica; l"apollineo" , al contrario, razionalit, misura, controllo, l'armonia delle forme nell'arte plastica. In un primo tempo, secondo Nietzsche, nel mondo greco prevale la sensibilit dionisiaca. E' soprattutto con Socrate che inizia a prevalere lo spirito "apollineo", comincia a dominare quello

che, secondo Nietzsche, l'atteggiamento "nichilistico" (di fuga dal mondo, ascetico) che trionfer col cristianesimo. E' ora, secondo Nietzsche, di voltare pagina. Ma come? Prova ad intuire. Ci provo. Immagino col ritorno ai cirenaici, ad Epicuro, a tutti i pensatori - a dire il vero isolati - che hanno inneggiato al piacere sensibile, che hanno disprezzato lo spirito, i valori morali, la misura, l'autocontrollo. E' vero, ma solo in parte. Per Nietzsche bisogna accettare la vita nella sua integralit, quindi, anche nella sua tragicit, nella sua crudelt, nel suo dolore, nel suo margine di incertezza, nel suo essere senza un ordine, senza uno scopo. Nietzsche - in questo seguace di Schopenhauer vede la vita senza (appunto) alcun ordine, senza finalismo, senza Valori, come lotta. Tieni presente che Epicuro non esalta il pacere sensibile, ma il piacere "calcolato" dalla ragione (quella che chiama l"ataraxia", cio l'imperturbabilit).

NIETZSCHE : PROFETA DELLOLTRE-UOMO


Nietzsche, nel suo inno alla vita, non esalta tout court il piacere: invita ad accettare integralmente la vita, anche nella sua angoscia, nella sua incertezza, nei suoi dolori, nei suoi aspetti tragici. In questo senso Nietzsche non inneggia n all"ottimismo" (un atteggiamento che giudica superficiale), n al "pessimismo" alla Schopenhauer (che giudica come segno di rinuncia, di decadenza). E' in questa ottica che Nietzsche parla della necessit di andare OLTRE-UOMO (questa la traduzione da parte di Gianni Vattino del termine tedesco "Uebermensch" tradotto usualmente con "superuomo"). Cosa ne dici? Mi fa paura questo "oltre-uomo": un uomo che non ha pi Valori, punti di riferimento, certezze, che affronta la tragicit della vita senza alcun conforto, solo, angosciato. Una reazione legittima. Lo stesso Nietzsche mette in evidenza il senso di vuoto, di smarrimento che l'uomo prova nel momento in cui si rende conto che crollano tutti i punti di riferimento: non prova ebbrezza, ma sgomento, sensazione di vuoto (situazione che Nietzsche chiama con "nichilismo" dando a questo termine, quindi, un nuovo significato). Secondo Nietzsche l'"oltreuomo" chi ha il coraggio di vivere la tragicit della vita, la vita nella sua integralit (con le sue gioie sensuali e dolori, angosce) senza il conforto delle menzogne della religione, della metafisica, della scienza... L'"oltre-uomo", quindi, chi ha la forza d'animo di vivere la vita nella sua pienezza non solo senza Dio, ma anche senza surrogati di Dio. L"oltre-uomo", quindi, un uomo disperato, un uomo che ha il coraggio di vivere senza conforto, senza speranza in un mondo senza senso? No. Secondo Nietzsche l'"oltre-uomo" deve crearsi dei nuovi valori, deve dare lui un senso alla vita, al mondo. Cosa ne dici? Mi pare che Nietzsche si contraddica: da una parte dice di l'"oltre-uomo" deve liberarsi dalle menzogne (miti, idoli... ) create dall'uomo e poi afferma che l'uomo, proprio perch non pu fare a meno di vivere senza idoli, ne deve inventare. Vi chi vi ha visto una contraddizione. Vi da tener presente, tuttavia, che (secondo Nietzsche) solo in tempi recenti che si scoperta la genesi delle Menzogne: l'uomo vedeva quelle Menzogne (Dio, i valori morali... ) delle entit assolute, esterne a lui. Nietzsche parla di "trasmutazione di valori" e di "inversione" di valori". Si tratta di inventare i valori vitali: la gioia, la fierezza, la forza, la salute, la sessualit, l'amicizia, la guerra... contro i valori della "morale degli schiavi" (i valori della solidariet, del sacrificio del corpo... ). Nietzsche associa al termine "oltre-uomo" l'espressione "volont di potenza". Cosa ne dici? E' un'espressione che mi pare convalidi la classica interpretazione di Nietzsche come l'ideologo ante litteram del nazismo. Una interpretazione convalidata anche dal rifiuto da parte dell'"oltre-uomo" della morale della solidariet e dall'esaltazione della guerra. E' vero: Nietzsche stato interpretato in questo senso. Un'interpretazione che stata facilitata dalla stessa sorella di Nietzsche (Elisabeth) che ha manipolato i testi inediti del fratello pubblicati poi con l'opera intitolata "Volont di potenza" - con l'intento di farlo apparire come un teorico del razzismo, come l'ideologo di una rinascita in chiave reazionaria dell'umanit. Nel secondo dopoguerra c' stata una revisione di questa interpretazione sulla base di un'edizione critica dei testi del filosofo tedesco (avviata dagli italiani Giorgio Colli e Mazzino Montinari), una revisione che ha dato origine, tra le altre, anche ad un'interpretazione "di sinistra". Se si leggono i testi di Nietzsche in chiave "politica" facile trovare argomenti sia a favore dell'interpretazione "di destra", sia a favore dell'interpretazione "di sinistra". Questo perch

Nietzsche denuncia tutti gli idoli politici del suo tempo: dallo statalismo alla democrazia, dal nazionalismo al socialismo (quest'ultimo come espressione della morale degli "schiavi" in quanto inneggia alla solidariet, alla uguaglianza degli uomini). Tutto dipende dal significato concreto del termine "oltre-uomo". Chi ? L'intera umanit liberata - da tutte le Autorit, anche umane - (interpretazione "di sinistra") o un'ELITE (interpretazione "di destra")? Nietzsche avanza anche una dottrina a dir poco sconcertante. Almeno di primo acchito. Si tratta della dottrina del"eterno ritorno (una dottrina greca ed orientale). La storia non procede verso un fine, non scorre linearmente, non ha uno sviluppo. Il suo scorrere ha la forma di un circolo (simbolo di perfezione): in esso tutto ritorna per sempre. Cosa ne dici? Mi pare una dottrina che fa a pugni con la concezione dell'"oltre-uomo": dove va a finire l'"oltre-uomo" se tutto necessario, se l'uomo fa parte di una storia ciclica in cui tutto si ripete eternamente? Effettivamente si tratta di una dottrina che pare in contraddizione con l'impostazione complessiva di Nietzsche. Qual il significato di tale dottrina? Ad essa si sono date le interpretazioni pi svariate. Forse tale dottrina stata ripresa da Nietzsche in funzione polemica nei confronti sia dello storicismo che dell'evoluzionismo: l'uomo non manca di nulla, non in funzione di altro da s, non un momento passeggero di una Storia o di una Evoluzione; ogni attimo non una sorta di figlio che divora il padre (il momento precedente) ed destinato ad essere divorato dal proprio figlio (l'attimo successivo). L'"oltre-uomo" deve prendere coscienza che ogni sua scelta entra per sempre nell'area dell'essere ed destinato a ripetersi. Un pensatore inquietante. Vero? Ti sembra ancora attuale? Per nulla. Ad un secolo dalla morte di Nietzsche io non vedo ancora l'"oltre-uomo". Anzi ho l'impressione che sia in atto da qualche tempo la riscoperta dei valori forti della religione. E poi la fiducia nella scienza - grazie alle scoperte sempre pi sensazionali a cui abbiamo assistito cresce sempre di pi. Non dimentichiamo poi che crescono sempre pi i valori della solidariet nei confronti dei pi svantaggiati. Forse non hai torto. Non mancano, tuttavia, (se guardi alle societ ricche) i valori - o disvalori? - dell'edonismo, dell'indifferentismo, dell'individualismo. Non credi?

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