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ISTITUTO ITALIANO DI PREISTORIA E PROTOSTORIA

ATTI DELLA XLI RIUNIONE SCIENTIFICA


DAI CICLOPI AGLI ECISTI SOCIET E TERRITORIO NELLA SICILIA PREISTORICA E PROTOSTORICA San Cipirello (PA), 16-19 novembre 2006

FIRENZE 2012
ISBN 978-88-6045-093-7

ENTI PROMOTORI Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria Assessorato Regionale dei Beni Culturali Ambientali e P.I. Comune di San Cipirello Unione de Comuni Monreale Jetas Centro Siciliano di Preistoria e Protostoria Archeoclub di Corleone COMITATO DONORE A. Buttitta, N. Bonacasa, E. De Miro, S. Lagona, V. La Rosa, G. Rizza, E. Tortorici, M. Tosi, V. Tusa, G. Voza CON IL SOSTEGNO DI Soprintendenza BB CC AA Agrigento Soprintendenza BB CC AA Caltanissetta Soprintendenza BB CC AA Catania Soprintendenza BB CC AA Enna Soprintendenza BB CC AA Messina Soprintendenza BB CC AA Palermo Soprintendenza BB CC AA Ragusa Soprintendenza BB CC AA Siracusa Soprintendenza BB CC AA Trapani Soprintendenza al Museo Nazionale Preistorico Etnografico L. Pigorini Museo Archeologico Regionale, Agrigento Museo Archeologico Regionale A. Salinas, Palermo Museo Archeologico Regionale P. Orsi, Siracusa Museo Agostino Pepoli, Trapani Museo Archeologico Regionale della Villa del Casale di Piazza Armerina Museo Archeologico Regionale di Camarina Museo Archeologico Regionale di Gela Museo Archeologico Regionale Eoliano L. Bernab Brea Museo della Ceramica di Caltagirone Museo di storia naturale e del carretto di Palazzo dAumale, Terrasini Parco Archeologico Regionale di Agrigento COMITATO SCIENTIFICO Paleolitico e Mesolitico: M.R. Iovino, F. Martini Neolitico: V. Tin, S. Tusa Eneolitico: A. Cazzella, D. Cocchi Genik, L. Maniscalco Et del Bronzo: N. Bruno, M. Cavalier, M.C. Martinelli, F. Nicoletti, E. Procelli, S. Tusa Et del Ferro: R.M. Albanese Procelli Interazioni Sicilia - Mediterraneo: A.M. Bietti Sestieri, M. Marazzi Coordinamento: S. Tusa SEGRETERIA ORGANIZZATIVA C. Buccellato, A. Scuderi, A. Vintaloro, E. Viola REDAZIONE DEGLI ATTI Enrico Procelli In copertina: Vaso della cultura di Serrafarlicchio
Istituo Italiano di Preistoria e Protostoria, 2012 Via S. Egidio, 21 - 50122 Firenze tel. 055/2340765 - fax 055/5354821 www.iipp.it - e-mail: iipp@iipp.it

MAURIZIO CATTANI* - FABRIZIO NICOLETTI** - SEBASTIANO TUSA**

Resoconto preliminare degli scavi dellinsediamento di Mursia (Pantelleria)


UN BREVE RACCONTO ED ALCUNI PROLEGOMENI Dellesistenza di Mursia, grazie alle note evidenze in elevato, quali i tumuli funerari megalitici della sua necropoli (i sesi) ed il grande muro di cinta (c.d. Muro Alto), se ne accorsero i primi viaggiatori che visitarono Pantelleria1. Anche se lisola rimase al di fuori grand tour della fine del 700 la prima segnalazione delle colate di ossidiana, frutto, forse indiretto, del viaggio siciliano dellinglese Henry Swinburn (Swinburn 1786, pp. 372-373). Tuttavia, il primo a censire le colate e a fare cenno di resti archeologici fu, alcuni decenni dopo, il napoletano Pietro Calcara (Calcara 1846, p. 17; 1853, passim). Notazioni pi precise dal punto di vista archeologico su Pantelleria risalgono al periodo post-unitario e le dobbiamo a Guido Dalla Rosa (Dalla Rosa 1871; 1872), un eclettico nobiluomo parmense che esplor lisola negli anni 1871-72 e descrisse compiutamente i sesi, tuttavia scambiandoli per abitazioni. Pochi anni dopo (1874) lisola fu visitata da Francesco Saverio Cavallari (Cavallari 1874a, pp. 22-28; 1874b, pp. 28-32), il primo a descrivere le monumentali fortificazioni di Mursia giudicandole come i resti di una fortezza fenicia. Nel 1893, il francese Georges Vayssi compil una ricognizione delle vestigia preistoriche dellisola (Vayssi 1894, pp. 104-116), lasciandoci, tra altre informazioni, notizie di consistenti smerci di materiale archeologico proveniente dai sesi. Lanno successivo, tra il 25 dicembre 1894 e il 2 febbraio 1895, soggiorn sullisola Paolo Orsi. Il grande studioso, che raccolse la pi completa rassegna di dati sulle antichit pantesche (Orsi 1896; 1899), effettu scavi sistematici sia nellabitato che nei sesi. Tali ricerche, ancora oggi di indiscutibile valore, con-

Universit degli Studi di Bologna. E-mail: cattani@alma.unibo.it. Universit degli Studi Suor Orsola Benincasa, Napoli. E-mail: fabrizio.nicoletti@tiscali.it; sebtusa@archeosicilia.it. 1 In generale cfr. Tusa 1997; 2004; Aa.Vv. 2004.
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clusero la prima fase dellinteresse scientifico, e per circa settantanni non vi furono interventi di rilievo. La ripresa di un interesse data agli anni 60 del secolo scorso. Nel 1963 David Trump, allora impegnato negli scavi maltesi di Skorba, fece una rapida ricognizione della preistoria dellisola (Trump 1963), che valse a creare un rinnovato interesse coerente, culminato pochi anni dopo nella costituzione di comitato scientifico, diretto da Massimo Pallottino, Antonio Maria Radmilli e Vincenzo Tusa. Il comitato, che si avvalse di una attivit amministrativa volta al restauro e alla tutela, organizz quattro campagne di scavo, tra il 1966 e il 1971, presso linsediamento di Mursia, dirette da Carlo Tozzi (Tozzi 1968; 1978). Bench i risultati scientifici fossero di rilievo lattivit del comitato non ebbe seguito. Ad eccezione di una ricognizione generale del complesso Mursia-sesi, effettuata negli anni 80 da Claudio Infranca (Infranca 1981; 1984), occorrer attendere gli anni 90 per una ripresa sistematica delle ricerche. degli anni 1995-97 lo scavo di un sese, il primo dai tempi di Orsi (Nicoletti e Tusa 2006). Nel 1996 stato effettuato uno scavo alla base del Muro Alto (Nicoletti 1997). Agli stessi anni risale un censimento georeferenziato dei sesi e dello stesso Muro Alto (Mascellani et alii 1997; Orazi 1997). Finalmente, a partire dal 2001 iniziato lo scavo sistematico dellabitato di Mursia (Ardesia et alii 2006), nellambito di un progetto interuniversitario ad un tempo didattico e scientifico che, attraverso la collaborazione con gli uffici periferici della Regione Siciliana, anche finalizzato alla definitiva sistemazione dellarea allinterno di un parco archeologico2. (ST) MORFOLOGIA E DINAMICA INSEDIAMENTALE Malgrado la naturalit apparente della zona, vivificata dalle asperit della colata del Gelkhamar, la contrada Mursia stata alterata nel corso del tempo. Tra i maggiori interventi sulloriginaria fisionomia dei luoghi ricordiamo quelli a scopo militare tra le due guerre mondiali, quali la costruzione

Coordinate da Sebastiano Tusa, le istituzioni coinvolte sono: Soprintendenza B.C.A. di Trapani, Soprintendenza del Mare, Universit Suor Orsola Benincasa di Napoli, Universit di Bologna, Comune di Pantelleria. Occorre anche ricordare la fattiva collaborazione dellArcheoclub dItalia, sede di Pantelleria, dellAssociazione Amici di Pantelleria e del Cossyra e Mursia Hotel.

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della strada perimetrale che corre lungo la costa dellisola e lapertura di una cava a S dellabitato che ha cancellato lesistenza di una baia (Cala dellAlca). In prossimit di Mursia-Cimillia, la strada fu deviata dalloriginario percorso, anche se il tratto che oggi separa in due labitato ricalca certamente loriginaria suddivisione del sito. Gi in antico, infatti, labitato si divideva in due aree distinte, che oggi denominiamo acropoli (sul lato interno, dove insistono i settori di scavo B e C, oggi indagati dallUniversit di Bologna) e promontorio (con i settori A e D indagati dallUniversit Suor Orsola Benincasa di Napoli), di cui la prima poco pi elevata dellaltro (fig. 1). La cava ha certamente distrutto unantica mulattiera che dallingresso del promontorio scendeva alla Cala dellAlca, dove forse era un approdo. Esiste ancora, invece, la pi piccola Cala di Mursia che delimita a N il promontorio, e che nel suo toponimo sembra celare il ricordo di un approdo. Lantico collegamento tra il promontorio e la Cala di Mursia, oggi in disuso, ancora segnato da una mulattiera che dal punto di raccordo tra le due zone dellabitato, scende in direzione del mare. Il Muro Alto cinge attualmente (e probabilmente sin dallorigine) soltanto lacropoli, che pertanto si caratterizza come luogo di difesa contrapposto al promontorio, aperto in direzione del mare. Al di fuori di questarea, ampia un ettaro, si estende la vasta necropoli dei sesi.

Fig. 1 - Mursia (Pantelleria). Planimetria generale dellinsediamento.

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Entrambe le aree di abitato sono oggi divise in ampie terrazze, che dallacropoli digradano in direzione del mare. Risale agli anni 50 il muro che separa le due terrazze pianeggianti del promontorio, che in origine doveva assomigliare ad una sorta di basso cocuzzolo ancora visibile in una carta militare del 1870 ma gi scomparso nella planimetria Orsi, dove appare invece un pianoro uniforme (Orsi 1899, fig. 1). Non invece chiaro a quando risalgano i quattro terrazzamenti dellacropoli, che tuttavia appaiono nella planimetria Cavallari (Cavallari 1875b, tav. 8). Le indagini stratigrafiche assicurano che almeno il muro che separa le terrazze B ed E non preistorico. Loccupazione preistorica dellabitato si articola in tre fasi che, seppur non nettamente distinte, manifestano caratteri architettonici diversi. Nella prima fase il villaggio parrebbe limitato al solo promontorio, il cui assetto planimetrico caratterizzato dal caotico affollarsi degli edifici. nella seconda fase che linsediamento sembra espandersi nellarea dellacropoli attraverso un uso razionale dello spazio e, naturalmente, con la costruzione del Muro Alto. Lipotesi di una pianificazione razionale, che sullacropoli emerge dalla disposizione a scacchiera degli edifici, sul promontorio si traduce nella ricerca di una migliore viabilit, attraverso limpianto di vere stradelle di raccordo, fino ad oggi non testimoniate nella fase precedente. La terza fase, nota da resti assai superficiali, caratterizzata da un sistema capannicolo pi complesso, che sullacropoli finisce per scardinare la regolare paratassi del primo assetto. Appartengono a questa fase tutti gli edifici modulari dellinsediamento e luso della linea retta associata alla preesistente linea curva nella realizzazione cantieristica delle strutture. Rimane in tutte le fasi la netta predominanza degli spazi interni su quelli esterni, al punto che non assurdo pensare allesistenza di coperture estese a gruppi di edifici, e quindi allesistenza di unit parentelari allargate. comunque certo che tra le capanne, di entrambe le aree, vi fosse anche una diversificazione funzionale, che emerge dalla diversa natura degli arredi, in alcuni casi di tipo chiaramente non domestico. Alla serie stratigrafia di Mursia si affianca adesso quella di ventiquattro datazioni radiometriche (tab. I)3, che si vanno ad aggiungere alle quattro degli scavi Tozzi (Tozzi 1978, pp. 155-156).

Effettuate da Gilberto Calderoni presso i laboratori dellUniversit di Roma La Sapienza.

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Tab. I - Mursia (Pantelleria). Datazioni radiometriche.


CAMPIONE PROVENIENZA DATAZIONE

B.P.

CAL

1 s A.C.

Rome-1572 Rome-1573 Rome-1574 Rome-1575 Rome-1927 Rome-1928 Rome-1929 Rome-1930 Rome-1932 Rome-1933 Rome-1934 Rome-1935 Rome-1936 Rome-1937 Rome-1938 Rome-1939 Rome-1940 Rome-1941 Rome-1942 Rome-1943 Rome-1944 Rome-1945 Rome-1946 Rome-1947

Sett. D, RMO-RNK, US125, C140 Sett. D, RMO-SO, US141, C121 Sett. D, RMO-SO, US141, C120 Sett. D, RMO-SO, US141, C115 Sett. D, D14, US363, C205 Sett. D, D14, US363, C206 Sett. B, US547, MRS13 Sett. B, 9, US598 Setto. B, US515, 106 Sett. B, US410 Sett. B, E14, US22 Sett. D, D14, US363, C213 Sett. B, US524 Sett. B, US515 (I) Sett. B, US515 (II) Sett. D, D6, US134 Sett. D, RNK, US231, C143 Sett. B, US478 Sett. D, D9, US214, C138 Sett. B, US515, C103 Sett. B, US509 Sett. D, D15, US365, C172 Sett. D, RNK, US231, C143 Sett. D, D14, US363, C211

324050 328055 332560 324050 313545 351545 341550 337540 346545 335550 325050 362550 314545 320040 330545 328045 316550 321540 326545 329545 323545 318545 334045 372045

1595-1440 1675-1505 1685-1520 1595-1440 1435-1320 1890-1750 1860-1620 1735-1615 1880-1690 1730-1530 1600-1450 2110-1915 1485-1325 1520-1430 1680-1520 1620-1515 1500-1405 1520-1430 1605-1465 1680-1520 1525-1440 1515-1410 1685-1525 2195-2035

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Pur con alcune aporie, queste datazioni (calibrate ad una deviazione standard) confermano la sequenza proposta. Il range cronologico complessivo spazia fra il 2195 e il 1320 a.C. Le datazioni pi antiche, anteriori al XVIII sec. a.C., che dobbiamo immaginare pertinenti alla prima fase, provengono solo dal promontorio che si conferma cos il primo nucleo dellinsediamento. A partire dal XVIII secolo le datazioni diventano comuni ad entrambe le aree di abitato. Nellambito di questo secolo, che possiamo assumere come inizio della seconda fase, deve essere avvenuta la costruzione del Muro Alto e la pianificazione dellacropoli. Le datazioni pi tarde, relative allultima fase, coprono mediamente il XV sec. a.C., ma non escluso che alcune di esse scendano al corso del secolo successivo che dobbiamo assumere come termine ultimo per la fine dellinsediamento. (ST) LABITATO SUL PROMONTORIO Tralasceremo, per brevit, la descrizione delle strutture indagate in questo settore di abitato, alle quali abbiamo gi accennato altrove (Ardesia et alii 2006), sembrando pi utile soffermarci sulla meno nota cultura materiale. Il corredo vascolare del promontorio, rinvenuto sovente in giacitura primaria ed in condizioni di eccellente conservazione, si incentra su pochi tipi fondamentali, ciascuno articolato in un gran numero di varianti, forse di valore cronologico. La ceramica locale sostanzialmente inornata. tuttavia attestata, solo da frammenti, una classe decorata con caotiche linee incise (fig. 3.2). Di norma i vasi hanno la superficie liscia, di colore grigio, nero o rosso, oppure rosso con colpi di fiamma nerastri, talora steccata, in rari casi a stralucido. Le uniche concessioni estetiche sono di natura plastica e riguardano larticolazione delle anse di alcune tazze, sormontanti e talvolta insellate o biforcute come quelle della ceramica siciliana di Rod-Tindari-Vallelunga (fig. 2.3, 5), oppure la presenza di bugne, spesso accoppiate, disposte con simmetria sulla spalla o sulla massima espansione dei vasi (fig. 2.8, 10). La tazza la forma pi diffusa. Le varianti spaziano dal tipo emisferico (fig. 2.1), al troncoconico (fig. 2.2), al biconico, con anse semplici, ad anello o soprelevate. Tipica una piccola tazza con ansa ad anello (fig. 2.4), troncoconica o emisferica, talora apode, rinvenuta spesso in veri e propri sets che ricordano, per analogia, le conical cups del minoico cretese (Gillis 1990). Diffusi sono anche i boccali (fig. 2.6), pi alti e chiusi delle tazze ma non sempre distinguibili da queste. La stessa variet di forme

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Fig. 2 - Mursia (Pantelleria), abitato sul promontorio. Principali tipologie vascolari.

Fig. 3 - Mursia (Pantelleria), abitato sul promontorio. Frammenti vascolari di tipo allogeno.

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caratterizza le brocche, talvolta decorate con bugne (fig. 2.7, 8), mentre pi standardizzato il tipo dellanfora biansata, talvolta ad orlo espanso e quindi pi simile ad unolla (fig. 2. 9, 10). Questultimo tipo attestato con piccoli esemplari biconici (fig. 2.11) o con forme da fuoco globulari ad orlo espanso. Una vera specialit del sito sono i bacini troncoconici con orlo ondulato (fig. 2.15), realizzato con una stecca o con la pressione dei polpastrelli sullargilla fresca. Pi rari, e di ascendenza siciliana, sono i bacini su alto piede, sempre curati e talora plasticamente articolati (fig. 2.13, 14). Nel sito non sono testimoniati veri pithoi, ma solo grossi doli (con una capacit massima non superiore ai quaranta litri) di forma ovoidale (fig. 2.12) o pi raramente globulare o emisferica, in qualche caso associati a coperchi troncoconici con due anse (fig. 2.16). Simili ai coperchi, ma con anse interne, sono le teglie, qualche volta ad orlo ondulato (fig. 2.17). Queste, in linea generale, le forme pi comuni. Tuttavia sul promontorio sono testimoniate anche forme uniche, che sembrano discendere da prototipi allogeni sebbene la manifattura paia locale. Tra esse occorre almeno segnalare un asks (fig. 2.18), con tutta evidenza derivato dal coevo duck vase comune nel Levante ma forse originario da un prototipo cipriota (strm 1998, pp. 258-259). Del resto, sul promontorio testimoniata una grande quantit di ceramica che, se non direttamente importata, imita in modo pedissequo forme e decorazioni non locali. La classe pi comune quella dipinta. I frammenti di essa, in alcuni casi plasmati al tornio veloce (strumento non testimoniato nellartigianato di Mursia) non sono in alcun modo riconducibili a forme locali, mentre hanno analogie con produzioni nilotiche (Marazzi e Tusa 2005a) (fig. 5.1). Gli esemplari pi semplici hanno la superficie dipinta in rosso. Gli stilemi, quando presenti, si limitano a linee, fasce o fasci di linee in bruno o bianco su fondo rosso, avana, verdastro o violaceo. Certamente inquadrabile nellambito di stili tipici del Mediterraneo centrale sono numerosi frammenti decorati con motivi impressi e incisi. Escludendo la gi citata classe a linee incise disordinate (fig. 3.2), che sembra locale, molti esemplari si inquadrano nello stile eoliano di Capo Graziano (fig. 3.3-9) o in quello maltese di Tarxien cemetery (fig. 3.1017). Alcuni frammenti (e un vaso integro), tutti riconducibili al tipo del boccale piriforme, sono decorati con fasci di punti ovali impressi, generalmente disposti sotto lorlo (fig. 3.18-21). Questa classe, gi rinvenuta in contesti siciliani di tipo Castelluccio, stata ricondotta allo stile calabrese di Zungri (Procelli 2003, p. 574). Tralasciamo altri frammenti che non trovano ancora una convincente

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attribuzione; tuttavia, almeno un cenno meritano alcuni fittili a superficie scura lucidata, tutti appartenenti a tazze carenate a pareti sottili, che richiamano esemplari protoappenninici. Del resto, dal promontorio di Mursia provengono svariati oggetti, in particolare di ornamento, di indubitabile provenienza allogena. Da una capanna provengono numerose tiny faience bead4, comuni in Egeo e nel Vicino Oriente, soprattutto in Egitto dove erano probabilmente le manifatture (Peltemburg 1995). Da un ambiente rettangolare proviene una intera parure, composta da due grossi orecchini ad anello e da una collana. Questultima, rinvenuta ancora infilata, si compone di vaghi di misura decrescente dal centro (dove si trova un pendaglio cuoriforme in bronzo) alla periferia. Oltre alle tiny faience bead la collana comprende globular glass beads di almeno due misure, che contengono nellimpasto una polvere brillante simile ad oro5 e che verosimilmente hanno la stessa origine della faience (Nicholson 1993). Di origine egeo-levantina sono anche i sistemi mnemonici testimoniati sul promontorio. Tra essi i tokens, rinvenuti isolati o a gruppi in quasi tutti gli edifici (Marazzi e Tusa 2005b). Ricavati da ritagli di vasi, sono in genere circolari, talora ovali, ma sempre di misure diverse che appaiono standardizzate su moduli ricorrenti. Alcuni esemplari, tagliati a semicerchio o a quarto di cerchio, indicano forse valori frazionari entro un sistema di computo socialmente convenuto. Almeno un paio di frammenti fittili riportano quelli che sembrano marchi da vasaio incisi a crudo con una punta. La metallurgia, forse la principale ragion dessere di un insediamento posto a mezza strada tra le fonti di rame e quelle di stagno, si svolgeva in loco (Carannante et alii 2006; Giardino et alii 2006). Lo dimostrano alcune forme di fusione e numerosi manufatti in bronzo, in genere consunti, tra i quali due ami e i gi citati orecchini. Concludiamo con un cenno alla piccola plastica figurata di cui il promontorio ha restituito svariati frammenti (Labruna 2006). Da un punto di vista stilistico troviamo esemplari schematici, privi di dettagli interni, resi a tutto tondo o a silhouette, ed esemplari pi realisticamente descrittivi. I soggetti propongono suggestioni zoomorfe (avimorfe, in particolare) ed antropomorfe. (FN)
Per la terminologia cfr. Beck 1928. In attesa delle analisi ricordiamo che la combinazione di oro e pasta vitrea nota in Egeo (Nightingale 2000). Del resto dallacropoli di Mursia proviene una globular glass bead con un filo di oro attorto (Aa. Vv. 2004, fig. a p. 44), tipo conosciuto ad Hala Sultan Tekke sullisola di Cipro (strm et alii 1983, pp. 177-178, N1237, N1374, N1385).
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Gli scavi della parte del villaggio a monte della strada perimetrale sono proseguiti con lobiettivo di esplorare la zona residenziale, individuare eventuali opere di terrazzamento interno e indagare le strutture di perimetrazione. In particolare lo scavo del settore B esteso ca. 500 mq (fig. 4), ha messo in luce unorganizzazione delle capanne ben strutturata con almeno tre file di capanne parallele orientate N-S (Ardesia et alii 2006). Le capanne sembrano essere gi attestate nella prima fase e nonostante mostrino nel corso della loro vita diverse ristrutturazioni e spesso dei veri e propri rifacimenti, mantengono lorientamento generale dando come risultato finale una disposizione a coppie di capanne addossate tra loro con lingresso sul lato opposto. Anche le singole capanne seguono un complicato percorso di vita in cui cambia spesso la destinazione duso, alternando fasi di vita a fasi di abbandono con scarico di resti organici. In altri casi le capanne si trasformano in unit produttive con limpianto di strutture incompatibili con il carattere residenziale. Di questa fase sono state finora individuate le capanne B1 e B2 gi negli scavi Tozzi, a cui si affianca ad ovest una terza capanna, B3, che va a sovrapporsi a strutture murarie pi antiche combinate con un taglio nella roccia lavica di base che corrisponde alla capanna B9. Entrambe queste ultime sono state fortemente intaccate dai lavori della strada perimetrale, e ridotte a lacerti parziali (B9) o con la sequenza stratigrafica dei livelli inferiori (B3). Verso S presente una seconda fila di capanne, visibile per ora solo con la coppia B4 e B6, dato che gli scavi verso O non si sono approfonditi al di sotto dei livelli della fase pi recente. Entrambe queste capanne hanno evidenti segni di ristrutturazione ed in particolare per la B4 anche modifiche strutturali nellarea di accesso. Verso N sono per ora solo indiziate altre tre capanne parallele tra loro (B12, B13, B14), di cui solo una leggibile interamente in planimetria (B12). Sembra essere confermata la presenza di percorsi molto angusti sia tra le file di capanne (direzione E-O), sia tra le capanne parallele (direzione N-S). Le tecniche costruttive sono molto omogenee e costanti e comprendono strutture seminterrate per almeno 1 m di profondit, con muri in elevato di 30-40 cm di larghezza, realizzati con una sola fila di pietre a secco, spesso di forma irregolare disposte trasversalmente alla direzione del muro. Le pietre mostrano uno scarso uso di legante, testimoniato da lembi di

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Fig. 4 - Mursia (Pantelleria), abitato sullacropoli. Planimetria del settore.

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argilla inframmezzati alle pietre, che talvolta sono disposti a creare un rivestimento di intonaco nelle pareti interne. Le scarse evidenze della copertura escludono la presenza di tetti costruiti in pietra a falsa volta, ma solo tetti in elementi vegetali rivestiti presumibilmente di argilla. Linterno delle capanne costituito da pavimenti in argilla battuta con piccole strutture accessorie come il focolare a fossa ovale delimitata da pietre irregolari o il focolare rettangolare costituito da una cista litica a lastre verticali. Larea interna varia da 15 a 22 mq ed spesso ripartita da muretti divisori che dividono la capanna in due ambienti o separano a ridosso delle absidi aree molto piccole. Lentrata solitamente unica posta sempre sul lato lungo della capanna. Solo la capanna B6 mostra due distinti accessi a due ambienti separati da un tramezzo centrale, ma non si pu escludere che questa conformazione corrisponda ad una trasformazione della struttura da destinare ad attivit produttive (cfr. poster Ardesia et alii in questo volume). Nella fase pi tarda si assiste ad un completo stravolgimento della disposizione e della tipologia architettonica che comprende lobliterazione delle capanne precedenti. Solo nel caso della capanna B4, il muro orientale viene riutilizzato a formare la chiusura della nuova struttura B8. Per le altre capanne, i muri vengono rasati e si costruisce al di sopra con nuove strutture di forma e orientamento diversi rispetto alla fase precedente. Non sono state riscontrate finora capanne di forma ovale stretta e allungata, ma solo altre tipologie che comprendono strutture circolari (B7), rettangolari (B5) o ovali a ferro di cavallo (B8 e B10). Anche la tecnica costruttiva cambia radicalmente con luso quasi sistematico di muri a doppia cortina di pietre con il frequente uso di pietre squadrate pi regolari o per selezione o per sbozzatura. Parallelamente alle modificazioni architettoniche si attiva una diversa modalit di formazione del deposito archeologico con una minore presenza degli strati polverosi e sciolti ed una maggiore presenza di livelli limosi6. Sembra per ora accertata lesistenza di una fase a grandi capanne ovali a ferro di cavallo con una dimensione ed uno spazio interno di oltre il doppio delle capanne della fase precedente (ca. 45-50 mq), affiancate talvolta da strutture pi piccole di forma rettangolare (B5) o ripartite con strutture di forma circolare (B7). Anche per queste strutture si presume una copertura in elementi vegetali con i travi del tetto sorretti da pali o da pilastri o tramezzi in pietra.

Si deve per rilevare che gli effetti pedogenetici potrebbero giustificare meglio un tale cambiamento nella stratigrafia, con la trasformazione dei depositi limoso sabbiosi in strati pi argillosi e compatti.

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Nellarea nord del settore B, in corrispondenza dellantica scarpata, solo parzialmente modificata dai lavori di costruzione della strada perimetrale, stata individuata una massicciata di grandi pietre appoggiate a grandi blocchi di roccia lavica, che potrebbe costituire una delimitazione del percorso di accesso dalla parte bassa dellabitato verso i terrazzi superiori. Lindagine effettuata lungo il muro perimetrale ha preso in esame il lato meridionale (fig. 1), alto ca. 5 m. Iniziata con lobiettivo di individuare eventuali accessi al villaggio, ha invece messo in luce un bastione semicircolare costruito in aggetto sulla fortificazione principale. La rimozione delle pietre di crollo ha permesso inoltre di documentare come moderno un muro di terrazzamento posto ad un livello pi basso lungo lo stradello che affianca oggi il muro perimetrale. Il muro originale costruito con pietre a secco di media e grande dimensione (ca. 25-60 cm di lungh. per lasse maggiore) e va ad appoggiarsi alla base a grandi blocchi di lava naturale molto irregolari. (MC)

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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RIASSUNTO. - RESOCONTO PRELIMINARE DEGLI SCAVI DELLINSEDIAMENTO DI MURSIA (PANTELLERIA). - Gli scavi nellabitato dellet del Bronzo di Mursia hanno esplorato sia il promontorio sia il settore orientale (la c.d acropoli) mettendo in luce numerosi edifici distinti in tre fasi. In una prima fase si sviluppano capanne seminterrate dal perimetro ovale molto allungato con una abside pseudo-appuntita e laltra semicircolare. Nella fase pi recente compaiono strutture di forma circolare o quadrangolare, spesso agglutinate in pi ambienti. Gli scavi consentono di ricostruire un quadro sulle dinamiche insediamentali e sulle tipologie strutturali. Le datazioni radiometriche collocano labitato nella prima met del II millennio a.C. SUMMARY. - PRELIMINARY REPORT OF THE EXCAVATIONS IN THE BRONZE AGE

MURSIA (ISLAND OF PANTELLERIA). - The excavations in the Bronze Age settlement at Mursia included the terrace along the coast and inland (the so-called acropolis). Based upon architectural features the dwellings were subdivided and identified as three main archaeological phases. In the first phase, semi-subterranean huts have an elongated oval shape, with a rounded or flat side constructed opposite to a pointed side. In the more recent phase new features with quadrangular or circular shapes appear, often aggregated in several rooms. The excavations offer a general outline of settlement dynamics and architectural constructions. The radiocarbon chronology fits the site into the first half of the second millennium B.C.
SETTLEMENT AT

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