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IL MARTIRE COME TESTIMONE/EROE DELLA CHIESA Gli acta quindi non sono stati scritti n per limitazione della

glorificazione pagana delle vittime della tirannia, n per la venerazione giudaica dei profeti martirizzati e nemmeno per lobbligo di descrivere il martirio dovuto ad una identificazione con Cristo (sacrificio eucaristico, morte e resurrezione). Il motivo per cui sono stati scritti gli acta la convinzione della grandezza e della dignit del martirio. Dio ha eletto il martire per essere suo testimone. Il martire privilegiato ed oggetto di venerazione per la Chiesa nonch della famiglia di origine. Per esempio, dalla lettura degli acta di Perpetua si evince che suo fratello, durante la prigionia prima del martirio, la chiamava domina soror dove domina esprime il suo rispetto dinnanzi a questa sorella chiamata alla testimonianza. Il fratello aggiunge inoltre che ella in stato di grande dignit si da poter domandare a Dio grazie speciali. Cipriano scrive lettere di felicitazioni ai confessori detenuti nelle prigioni durante la persecuzione i quali non cessano di decantare lonore del quale Dio li ha gratificati: ho il cuore colmo di gioia per il vostro coraggio e la vostra gloria che avete acquisita. Questi elogi erano coronati da alcuni versetti tratti dal libro dei Salmi che parlano dei martiri: la morte dei giusti preziosa dinanzi a Dio. Il biografo di Cipriano, Ponzio, sottolineer le somiglianze tra la passione di Cipriano e quella del Signore. Cipriano era il primo vescovo martire di Cartagine. Il modo di scrivere di Ponzio fa trasparire una mentalit che scorge nel martirio il pi alto dei privilegi. Visto lalto grado di importanza del martirio, si pu comprendere come mai la Chiesa locale si raccoglieva sul luogo desecuzione del testimone di Cristo e ogni anno vi si riuniva per celebrare lanniversario della sua passione. La Chiesa quindi si riuniva nel giorno della nascita alla gloria, vero e proprio natale del cristiano. Questo era il contesto nel quale sono nati gli acta: la Chiesa voleva possedere per iscritto la storia dei suoi testimoni (eroi) la cui storia rappresentava materia distruzione e dincoraggiamento per gli altri membri della comunit. Per esempio a Smirne la celebrazione del giorno dellanniversario della morte di Policarpo voleva essere un allenamento e una preparazione di futuri martiri. Si voleva inoltre conservare le celebrazioni annuali per le generazioni successive perch venissero ricordate le gesta dei martiri nel futuro. Eusebio di Cesarea definisce le testimonianze dei martiri degne di memoria imperitura. Questo comporter la

creazione del Santorale per evitare di sovraccaricare il calendario temporale. Questo per comporter il moltiplicarsi smisurato della piet popolare e di leggende laddove mancavano racconti pi autentici. Infatti non improbabile che il desiderio del popolo di informazioni pi ampie potrebbe essere stato soddisfatto facilmente da narratori che, avendo a loro disposizione solo materiali scarni, avrebbero amplificato e moltiplicato i pochi fatti preservati dalla tradizione, e avrebbero aggiunto storie che secondo loro erano appropriate a nomi storici di persone e di localit. E nel corso del tempo queste leggende sarebbero state messe per iscritto (per esempio il Legendarium romano ove gli acta non sono anteriori al VI sec). Ci saranno dei Concili (Cartagine 451, Romano 494, Costantinopoli 692) che vieteranno la lettura pubblica degli acta il cui martirio non era sicuro. Lidea della conservazione della memoria era accompagnata anche dal dare annuncio alle altre Chiese del martirio col quale Dio aveva glorificato la comunit. Questo serviva per formare insieme una sola e medesima Chiesa, per infondersi coraggio nella lotta e per sostenersi nella carit reciproca. Siccome i destinatari degli acta sono le diverse Chiese possono esistere pi versioni degli acta scritti a seconda dei destinatari come per esempio gli acta di Cipriano. Questo ovviamente porter a dei problemi di autenticit degli acta stessi.

PROBLEMI DAUTENTICITA Si pu intuire che gli atti del martirio non costituiscono la replica esatta dellincartamento processuale di unazione giudiziaria o avere il carattere di resoconto ufficiale. I resoconti sono opera di redattori cristiani suscettibile di variazione che rende difficile descrivere il processo di composizione. A seguito degli attacchi protestanti la critica cattolica ha ridotto il numero degli acta degni di fiducia. Se un atto contiene dati che la scienza storica impedisce di accettare (errori di cronologia, caricature, intervento massiccio del sovrannaturale) sono soggetti al dubbio e quindi non autentici. Il punto di partenza sono gli atti non avendo altra documentazione da altre fonti. Ci sono delle fonti che contengono stralci di vari martirii riportati da Eusebio (Policarpo), Tertulliano (Perpetua), Agostino (Cipriano) e che in qualche modo possono aiutare a confermare lautenticit degli atti.

Accanto a questi si pu operare una critica al contenuto: gli argomenti per affermare la storicit possono essere dedotti dalla struttura formale del documento, dalla sua accuratezza in date, nomi, e topografia. A volte ci sono dettagli che non possono non esser stati tratti dal vivo e a volte i dialoghi tra giudice e accusato presenta dialoghi complessi ma coerenti che una finzione improbabile. Argomenti ancora pi forti possono venire da quella che si pu chiamare la struttura informale data incoscientemente dall'autore del documento. Ma per quello che riguarda la struttura formale, questa pu essere imitata, ed perci pericoloso cercare di stabilire la storicit da tale argomento. ugualmente pericoloso presumere che il carattere probabile di un racconto, o la sua semplicit, sono una prova che genuino. La struttura informale pi affidabile; la filologia e la psicologia sono prove migliori che date e geografia, perch hanno bisogno di un romanziere pi intelligente, capace di identificarsi cos pienamente con i suoi eroi da condividere i loro pensieri e le loro emozioni.

LA REDAZIONE DEGLI ACTA Ci sono acta dove preponderante lelemento narrativo e altri dove preponderante laspetto giudiziario. Questi ultimi sono pi interessanti anche dal punto di vista dellautenticit. Il processo poteva essere pubblico o segreto: se era segreto la sentenza veniva proclamata al pubblico da un banditore. Lesecuzione invece era sempre pubblica e attirava una moltitudine di persone. Non dobbiamo considerare gli acta come report giornalistici dallarresto allesecuzione perch non era possibile seguire da vicino tutto il corso degli eventi. Le fonti dellarresto ed esecuzione, che coinvolgevano pi i testimoni oculari, erano diversi da quelli dellazione strettamente giudiziaria che invece era verbalizzata. Quindi gli acta sono pi dei documenti di lavoro di seconda istanza, un opera di redazione che poggia su due fonti disomogenee (testimoni e verbali) col risultato che si ha un resoconto fedele delludienza e dettagli pi o meno fantasiosi nel racconto dellesecuzione. Una volta che il redattore finiva il suo lavoro veniva depositato negli archivi ufficiali della Chiesa e veniva impiegato nellanniversario del martirio.

LA MANO DEL REDATTORE Il redattore lavora sulle informazioni provenienti dagli archivi del tribunale e sulla testimonianza degli astanti ma non schiavo di queste fonti. Non mancano indizi per asserire che il redattore si permetteva degli interventi. Abbiamo gi accennato che per gli atti di Cipriano c una seconda versione per le altre Chiese (non di Cartagine). Si aggiungono poi degli aggiustamenti e tagli al materiale processuale di modo che si adattino alle esigenze della comunit per la celebrazione liturgica. Non quindi giusto sostenere la tesi che i materiali di atti e passioni sono scevri di ingerenza da parte dei redattori. In alcuni casi il redattore ha svolto un lavoro di interpolazione: per esempio nel martirio di Policarpo, egli, legato sul rogo, ha recitato una preghiera che riportata nel documento. Non sappiamo se questa preghiera fosse stata recitata cos come riportata oppure sia stata arricchita dal redattore attingendo dalla Scrittura. Ci sono formule bibliche ricorrenti negli atti dei martiri che possono creare dubbi a causa del loro carattere pi o meno stereotipo e che sono servite da riempitivo. Nellinsieme il numero non grande e il pi delle volte saccorda bene con il testo. Esempio di ricorrenza forte quella di Atti 4,24: Dio unico, creatore del cielo, della terra, del mare e di tutto ci che in essi. La molteplicit delle attestazioni di questa citazione da parte di redattori indipendenti autorizzano la conclusione che una tale testimonianza sullesistenza di un unico Dio creatore riemergeva di continuo nei processi contro i cristiani.

DOPO LE PERSECUZIONI Levoluzione del culto dei martiri e la nascita della leggenda agiografica prese grande slancio nel quarto e quinto secolo. La pace della Chiesa sotto Costantino aveva inaugurato unera nuova e nella celebrazione di questa vittoria un posto speciale veniva riservato ai martiri. Buona parte delle chiese vennero costruite nei luoghi dove essi avevano sofferto. Si inizi a frugare dovunque nei cimiteri per trovare le spoglie dei martiri tanto che, a causa del disordine creato, nel 386 una legge imperiale vietava la traslazione di corpi. Nonostante questa legge il culto delle reliquie non cessava di incrementarsi.

A Milano lepiscopato di Ambrogio contrassegnato dallespansione del culto dei martiri e dalla scoperta delle loro spoglie: Gervasio, Protasio, Nabore e Felice, Vittore, Agricola, Nazario e Celso. Vittrizio vescovo di Rouen in Gallia scriver dopo la morte di Ambrogio de laude sanctorum a testimonianza della grande irradiazione della Chiesa milanese dei martiri. Questo scritto si limita ad un eloquenza devota non avendo informazioni specifiche. Dopo le persecuzioni, altri autori, supplendo alla mancanza di atti autentici, produssero una serie di atti leggendari obbedendo cos alle esigenze di unera trionfante che voleva decantare la gloria dei martiri. Nel 400 nella ricerca di particolari sulla morte dei martiri lo spirito critico non faceva ancora totalmente difetto. Ma la domanda di atti dei martiri era pressante: a ciascun martire la sua passione. E nei secoli seguenti le passiones non cessarono di moltiplicarsi. Nel medioevo mancano atti autentici e quindi lorigine di un gran numero di atti e passioni scritti durante questo periodo molto sospetta. Gli scrittori del medioevo sono responsabili di un incremento dellelemento fittizio nelle storie dei martiri. Essi non fecero un uso corretto del materiale che avevano a disposizione. Esempi sono le raccolte: Gregorio di Tours (De gloria confessorum, de vitis Sanctorum), Jacopo da Varagine (Legenda aurea) e altre.

PASSIONE DI FELICITA E PERPETUA Siamo a Cartagine, Africa del Nord, anno 203 sotto limperatore Settimio Severo: chi scrive la colta gentildonna Perpetua, 22 anni, sposata e madre di un bambino arrestata durante la persecuzione. Accanto a lei ci sono la pi giovane Felicita, figlia dei suoi servi, e in gravidanza avanzata e tre uomini di nome Saturnino, Revocato e Secondulo. Tutti condannati a morte perch vogliono farsi cristiani e stanno terminando il periodo di formazione; la loro professione di fede sar il martirio nel nome di Cristo. La Passione propriamente detta un documento composito, elaborato probabilmente poco dopo il martirio, dunque nei primi anni del III secolo. All'interno del testo si possono distinguere quattro parti.

La prima parte un breve capitolo in cui il redattore anonimo (forse Tertulliano) presenta i cinque catecumeni arrestati Si da subito la parola a Perpetua, riproducendo ci che ella avrebbe, secondo il redattore, scritto di sua mano. Questa seconda parte (il racconto di Perpetua) narra ci che avvenne dopo l'imprigionamento, gli sforzi di suo padre per allontanarla dalla fede (sacrifici), e soprattutto le visioni che ella ebbe in carcere (scala per il paradiso, lentrata del fratello in paradiso, combattimento contro il demonio/gladiatore). Il racconto si interrompe alla vigilia dei giochi. Nella terza parte troviamo un breve racconto del catechista Saturo, che descriva la visione del paradiso ch'egli ha avuto in prigione; il redattore afferma esplicitamente che questo racconto stato scritto da Saturo stesso. La quarta e ultima parte della Passione narra infine i giochi nell'anfiteatro, in cui i cinque martiri furono messi a morte, e il testo si conclude con una breve benedizione dei beati. La passione quindi anzitutto autobiografica. Il racconto di Perpetua un diario dal carcere nel quale, la giovane donna parla delle sue difficolt e delle sue angosce. Difficolt morali e familiari, in primo luogo: la tortura iniziale subita da Perpetua la separazione radicale da tutti i suoi, mentre ella ancora catecumena - separazione della quale, per di pi, suo padre la considera colpevole -, e pi ancora forse la collera che, in un primo tempo, nutre contro di lei il padre, rimasto l'unico pagano della famiglia.

ATTI DI CIPRIANO Ci sono due recensioni: la prima attestata allinterno del corpus delle opere di Cipriano, la seconda nei leggendaria. La prima si limita agli avvenimenti del 258: secondo arresto e secondo processo di Cipriano con condanna a morte; la seconda invece presenta anche il primo arresto e primo processo e la descrizione dellesecuzione. Nella parte comune delle due recensioni ci sono alcune differenze (ordine del proconsole, luogo dove ha soggiornato Cipriano lultima notte) con aggiunta di indicazioni nella seconda che sembrano fatte per chi non conosce Cartagine. Si pu

dire che la seconda un adattamento alle esigenze di comunit cristiane fuori Cartagine. La prima recensione si pensa sia stata scritta subito dopo gli avvenimenti per il beneficio soprattutto della Chiesa di Cartagine mentre la seconda qualche tempo pi tardi e include pi informazioni sul martirio per il beneficio di altre Chiese, anchesse interessate alla fine gloriosa del grande vescovo. La seconda recensione fu redatta per servire da lettura durante la liturgia e alla fine sarebbe stata inclusa in quelle collezioni di resoconti di martirio che sono allorigine dei leggendaria medioevali. La seconda molto pi popolare della prima perch ha circolato in un gran numero di chiese ed ispir Ponzio (biografo e diacono accompagnatore di Cipriano) ad attingere ad essa per scrivere la biografia di Cipriano. Questi sono gli eventi descritti nella parte comune delle due redazioni. Nell'agosto 258, Cipriano seppe che papa Sisto II era stato messo a morte nelle catacombe insieme a quattro dei suoi diaconi. In conseguenza del nuovo editto i vescovi, i presbiteri ed i diaconi avrebbero dovuto essere immediatamente messi a morte. Galerio Massimo, il successore di Paterno, fece tornare Cipriano a Cartagine. Cipriano fu portato nei suoi giardini, ma il proconsole era malato e Cipriano pass la notte nella casa di un ufficiale di Galerio. La mattina, per ordine delle autorit, una folla si riun presso la villa del proconsole. Cipriano fu processato in quel luogo nel quale confess di essere il maestro della setta sacrilega e che si rifiut di sacrificare agli dei pagani. Il proconsole lesse la sua condanna e la moltitudine pianse, "Lascia che siamo decapitati insieme a lui!" Segue poi lesecuzione (pag 227-231).

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