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5.

LA TAVOLA PERIODICA - NOMENCLATURA Tutti gli elementi chimici sono raggruppati e classificati nella Tavola Periodic a, che nacque come un tentativo di dare un ordine ai numerosi elementi chimici p resenti in natura e di raggrupparli in famiglie i cui componenti sono accumunati da propriet chimiche e fisiche. Mendelev nel 1869 propose un metodo per raggrupp are i numerosi elementi chimici esistenti in natura. Egli vide che elencando gli elementi con peso atomico crescente era possibile creare una sequenza in cui al cune propriet chimiche degli elementi si ripetevano con regolarit. Successivamente Rydberg, Bohr e Moseley dimostrarono che disponendo gli elementi non con il peso atomico ma con il numero atomico crescente si realizzava meglio la periodicit delle loro propriet chimiche e fisiche. Nella tavola periodica gli elementi sono raggruppati in righe e colonne. Le righe si chiamano periodi, le c olonne gruppi. Complessivamente ci sono 7 periodi e 8 gruppi. Disponendo gli ele menti nei periodi, con numero atomico crescente e andando a capo quando la valen za conclude il suo regolare ciclo vengono a trovarsi disposti in colonne gli ele menti con caratteristiche simili. 5.1 POTENZIALE DI IONIZZAZIONE - AFFINIT ELETTRONICA Il potenziale di prima ionizzazione l energia necessaria per fare allontanare un e lettrone da un atomo dando origine a uno ione positivo, per allontanare il secon do elettrone bisogna fornire un potenziale di seconda ionizzazione e cos via. Nel la tavola periodica si verifica che il potenziale di ionizzazione cresce lungo u n periodo. Gli elementi dei primi gruppi che hanno un elevato potenziale di ioni zzazione, quindi un elevata tendenza a trasformarsi in ioni positivi sono chiamati metalli. L affinit elettronica invece l energia che si libera quando un elettrone si lega ad un atomo formando uno ione negativo. L elettronegativit la misura della te ndenza di un atomo a cedere elettroni. Essa cresce dal basso verso l alto in un gr uppo e da sinistra verso destra in un periodo. Quindi gli elementi meno elettron egativi sono i metalli alcalini, quelli pi elettronegativi sono gli alogeni (1 e 7 gruppo). 5.2 VALENZA Abbiamo visto che gli atomi sono caratterizzati da un nucleo e da elettroni che si trovano in gusci concentrici intorno al nucleo. Il guscio pi interno ha un orb itale con due elettroni, il secondo guscio ha un orbitale con due elettroni e un orbitale con otto elettroni e cos via. L energia necessaria a strappare un secondo elettrone ad un atomo (potenziale di seconda ionizzazione) maggiore del potenzi ale di prima ionizzazione perch l atomo a cui stato strappato un primo elettrone, c he quindi diventato uno ione positivo, tende a tenere pi legati a s gli elettroni rimasti. Gli atomi pi stabili, i gas nobili, hanno l ultimo guscio completo di otto elettroni. Gli atomi che non hanno l ottetto completo tendono a tale stato di cose cedendo un o o pi elettroni trasformandosi in ioni positivi o catione, o acquistando uno o p i elettroni trasformandosi in ione negativo o anione o mettendo in comune elettro ni dando origine cos al legame covalente. Gli elettroni coinvolti nel raggiungime nto dell ottetto rappresentano la valenza di un atomo. La valenza indica il numero di altri elementi che un elemento pu legare. La valenza ionica identifica la car ica che uno ione pu assumere. Si deve fare attenzione a non confondere gli elettr oni di valenza, che il numero di elettroni nel guscio pi esterno, con la valenza che il numero di elettroni scambiati dall atomo per raggiungere la stabilit dell otte tto. Ad esempio l azoto (N) ha 5 elettroni di valenza ma la sua valenza pi comune 3 perc h tende pi facilmente a prendere 3 elettroni piuttosto che a cedere 5 elettroni pe r raggiungere l ottetto perch questo richiede meno energia. I metalli tendono a per dere gli elettroni del guscio pi esterno, quindi il numero di elettroni di valenz

a coincide spesso con la valenza. La rappresentazione di Lewis degli atomi consi ste nel rappresentare l atomo con il suo simbolo circondato da tanti punti quanti sono gli elettroni di valenza: 5.3 NUMERO DI OSSIDAZIONE Il numero o grado di ossidazione si pu definire come: La carica che assumerebbe un elemento in un composto, se si attribuissero gli elettroni di legame all elemento pi elettronegativo . Nel caso di un legame fra due elementi di uguale elettronegat ivit si assegna un elettrone a ciascun elemento. Regole per assegnare i numeri di ossidazione: Oltre che attraverso la definizione data, i numeri di ossidazione si possono det erminare applicando le regole che seguono. Gli elementi allo stato fondamentale hanno numero di ossidazione zero. L ossigeno nei composti ha sempre numero di ossidazione -2, tranne che nei perossi di (-1), nei superossidi (-1/2) e nell ossido di fluoro (+2). L idrogeno nei composti ha sempre numero di ossidazione +1, tranne che negli idrur i metallici (-1) Negli ioni monoatomici il numero di ossidazione coincide con la carica (valenza ionica) dello ione. La somma algebrica dei numeri di ossidazione degli elementi di un composto deve risultare pari alla carica del composto. Se il composto una specie neutra la som ma Zero. 1. Esercizio guidato Calcolare il numero di ossidazione degli elementi nel composto Ca3(PO4)2 Innanzitutto individuiamo i numeri di ossidazione noti: O ha n.o.=-2 Ca ha n.o.=+2 perch un metallo del secondo periodo poich la somma dei numeri di ossidazione deve essere pari a 0 facile a questo pun to calcolare il n.o. del fosforo: 8x(-2)+3x2=-10 poich ci sono due atomi di P deve esser n.o.Px2=-10. Dunque il n.o.del P +5 2. Esercizio guidato Calcolare il numero di ossidazione dello ione Cr2O7-2 In questo caso la somma dei n.o. non pari a 0 ma a 2. -2= -2x7+2 x n.o.Cr N.o. del Cr +6 5.4 REATTIVIT DEGLI ELEMENTI Nel I gruppo che quello degli elementi chiamati metalli alcalini sono raggruppati elementi aventi la massima dimensione atomica del periodo cui appartengono. Son o molto elettropositivi cio tendono facilmente a cedere gli elettroni di valenza, sono dunque fortemente reattivi. Reagiscono con l acqua a temperatura ambiente sv iluppando idrogeno e idrossido, composto solubile in acqua e fortemente basico. Hanno valenza uno. Gli elementi del II gruppo sono i metalli alcalino-terrosi, ha nno minore tendenza a reagire di quelli del I gruppo, in particolare la tendenza a reagire con acqua e ossigeno notevole solo per quelli dei periodi maggiori. Ha nno valenza due. Gli elementi del VII gruppo sono i non-metalli, sono molto elett ronegativi e reagiscono facilmente con altri elementi e con l acqua rendendo l ambie nte acido. Gli elementi del VI gruppo sono meno elettronegativi e sono tutti nonmetalli eccetto il Polonio, si ricordi che l elettronegativit diminuisce lungo un g ruppo.

Gli elementi del III, IV e V gruppo non sono facilmente classificabili come metalli o non metalli. Quelli dei primi periodi sono non-metalli, quelli degli ultimi p eriodi sono metalli, poi ci sono gli anfoteri che hanno un comportamento ambival ente, in cui coesistono i comportamenti dei metalli e dei non-metalli. Gli eleme nti di transizione, che sono quelli che nella tavola periodica sono collocati tr a il II e il III gruppo, alle basse valenze assumono comportamento metallico mentr e alle alte valenze (V, VI e VII) si comportano da non-metalli. L VIII gruppo quell o dei gas nobili che presentano una scarsa reattivit. In generale nella parte sin istra della Tavola si trovano elementi solidi metallici e buoni conduttori di co rrente, mentre nella parte destra si trovano elementi generalmente gassosi a tem peratura ambiente e cattivi conduttori di corrente. Al centro si trovano degli elementi detti semimetallici che separano la tavola i n due parti con una linea a zigzag, a sinistra ci sono i metalli e a destra i no n metalli. Gli elettroni dei primi gruppi della tavola periodica reagiscono pi fa cilmente con gli elementi degli ultimi gruppi, basti pensare al cloruro di sodio NaCl, il sale da cucina, composto da un metallo e da un non-metallo e l abbondanz a di questo elemento in natura indica la facilit con cui questi due elementi reag iscono tra loro. I metalli e i non metalli reagiscono tra loro per formare i sal i. L idrogeno H capace di legarsi sia ad elementi metallici che ai non-metalli assume ndo quindi nel primo caso un comportamento non-metallico e nel secondo caso l elem ento meno elettropositivo. Gli elementi si possono legare all H nel rapporto 1:1, 1:2, 1:3 e 1:4. L Ossigeno O l elemento meno elettronegativo dopo il Fluoro, reagisc e con tutti i metalli, non-metalli e anfoteri. I metalli con O ed acqua danno lu ogo a composti basici. I non-metalli con O ed acqua danno luogo a composti acidi . I composti chimici si classificano in base al numero di elementi chimici che l o costituiscono in: Composti binari Composti ternari Composti con pi di tre elementi 5.5 COMPOSTI BINARI 5.5.1 Idruri Composti binari dell Idrogeno L idrogeno pu raggiungere la sua stabilit elettronica in due modi, o perdendo il suo unico elettrone di legame (formando lo ione H+) o acquistandone un altro per ot tenere la conformazione stabile del gas nobile successivo (elio), dando cos luogo ad uno ione negativo. Questo ultimo caso pu avvenire quando l idrogeno si combina con un atomo molto meno elettronegativo di lui, come ad esempio il litio, il sod io, l alluminio etc. Allora il composto che si ottiene si chiama idruro ed caratte rizzato dallo ione H . Diamo qui sotto alcuni esempi di idruri: Idruri covalenti: gli idruri che hanno natura molecolare. Sono composti dell idrog eno che non sono idruri perch non hanno carattere ionico ma l idrogeno forma un leg ame covalente, anche se eteropolare, con un altro elemento. Qui sotto sono ripor tati i nomi di alcuni di questi composti che si formano quando l idrogeno reagisce con elementi dal IV gruppo in avanti. Gli idruri del VI e del VII gruppo sono definiti pi esattamente idracidi. Per la loro nomenclatura si premette il termine acido e si aggiunge la desinenza -idric o al nome dell elemento caratteristico. Esempi: H2S: acido solfidrico; HF: acido f luoridrico; HCl: acido cloridrico; HBr: acido bromidrico; HI: acido iodidrico. S i noti come la formula degli idruri acidi sia scritta anteponendo l idrogeno all alt

ro elemento. Nota: per questi composti, la IUPAC raccomanda l uso alternativo di a nione-uro di idrogeno; ovvero: solfuro, fluoruro, cloruro, bromuro, ioduro di id rogeno. Un altro importante idracido (ma non un idruro) l acido cianidrico, HCN. I cationi derivati da idruri prendono il suffisso -onio. Ad esempio: PH4+: fosfonio; NH4+ : ammonio; H3O+: ossonio (o idronio). I sali che derivano dagli idracidi, cambia no il suffisso -idrico in -uro. Lo stesso suffisso, -uro, quello che si dovrebbe assegnare a tutti gli anioni monoatomici: azoturo, solfuro, fluoruro, cloruro, bromuro, ioduro etc. 5.5.3 Ossidi Gli ossidi metallici sono formati dalla combinazione tra un metallo e l ossigeno Na2O Ossido di sodio CaO Ossido di calcio Generalmente vengono chiamati ossido di...e il nome del metallo. Negli ossidi, l o ssigeno ha sempre numero di ossidazione -2. Gli ossidi dei metalli del I e del I I gruppo hanno caratteristiche fortemente ioniche. Alcuni elementi danno ossidi con propriet anfotere, ovvero possono avere caratteristiche acide o basiche. La n atura acido-base di un ossido pu infatti variare dal basico all acido all aumentare d el grado di ossidazione dell elemento. Alcuni esempi di ossidi: Perossidi sono ossidi di metalli mono e bivalenti che contengono un atomo di oss igeno in pi di quanto ne richiede la valenza del relativo metallo. In certi casi un atomo di ossigeno pu legarsi ad un altro atomo uguale con un legame covalente omeopolare ( O O ), pertanto gli elettroni di tale legame non contano ai fini del comp uto del numero di ossidazione, in quanto i due elettroni sono equamente ripartit i al 50% fra i due atomi. Come risultato il numero di ossidazione dell ossigeno di venta in questo caso -1 anzich -2 e i composti contenenti tale legame omeopolare vengono chiamati perossidi. Esempi: Possono essere covalenti (ad esempio, perossido di idrogeno o acqua ossigenata, H2O2) o ionici (ad esempio, perossido di sodio, Na2O2, perossido di calcio, CaO2 ). In questi ultimi, il gruppo perossido ovviamente presente in forma ionica: O2 2L ossido salino un ossido in cui il rapporto tra il metallo e l ossigeno 3:4. dei tr e atomi del metallo uno bivalente e due sono trivalenti. Fe3O4 ossido salino di ferro Se il metallo dell ossido ha due valenze, l ossido in cui il metallo ha valenza mino re si indica introducendo la desinenza -oso al nome del metallo, quello in cui i l metallo ha valenza maggiore si introduce la desinenza -ico Cu2O ossido rameoso CuO ossido rameico Gli ossidi hanno comportamento basico perch reagendo con acqua danno origine a co mposti chiamati basi, gli idrossidi. 5.5.4 Anidridi Sono composti binari formati da ossigeno e da un non metallo. Per quanto riguard a la loro la nomenclatura possiamo dire che Se il non metallo forma una sola anidride questa prende la desinenza -ica CO2 an idride carbonica Se il non metallo da origine a due anidridi si introduce la desinenza -oso per l a nidride in cui il non metallo ha valenza minore, la desinenza -ica per quella in cui il non metallo presenta valenza maggiore SO2 anidride solforosa SO3 anidride solforica Quando il non metallo pu formare quattro anidridi, la prima ha la desinenza -osa e il prefisso ipo-, la seconda la desinenza -osa, la terza la desinenza -ica e l

a quarta la desinenza -ica e il prefisso perCl2O anidride ipoclorosa Cl2O3 anidride clorosa Cl2O5 anidride clorica Cl2O7 anidride perclorica Le anidridi hanno comportamento acido perch reagendo con acqua danno origine a co mposti con comportamento acido, gli acidi ossigenati. 5.5.5 Idrossidi I composti di reazione tra un ossido metallico e l acqua si chiamano idrossidi, so no caratterizzati dal gruppo OH (ossidrile), un anione che con la sua carica nega tiva, ovviamente localizzata sull atomo di ossigeno, controbilancia la carica posi tiva del catione metallico. Le formule degli idrossidi si scrivono secondo lo sc hema XOH, metallo - ione idrossido. Questa convenzione consente un immediato ric onoscimento della natura basica del composto. Esempi: NaOH idrossido di sodio KOH idrossido di potassio Mg(OH)2 idrossido di magnesio Ca(OH)2 idrossido di calcio Zn(OH)2 idrossido di zinco Fe(OH)2 idrossido di ferro (II) Al(OH)3 idrossido di alluminio Cr(OH)3 idrossido di cromo Fe(OH)3 idrossido di ferro (III) Gli idrossidi hanno generalmente propriet basiche. Gli idrossidi dei metalli alca lini sono tipiche basi forti. Alcuni idrossidi dei metalli alcalino-terrosi (in particolare Mg) sono poco solubili e quindi basi molto deboli. Viceversa, idross idi come Al(OH)3 o Zn(OH)2 hanno un comportamento anfotero. Se il metallo ha due valenze si avranno due idrossidi ai quali si d la desinenza -oso ed -ico Fe(OH)2 idrossido ferroso Fe(OH)3 idrossido ferrico La valenza di una base data dal numero degli ossidrili -OH. NaOH base monovalente Ca(OH)2 base bivalente Quando un idrossido reagisce con un acido genera un sale. Gli idrossidi sono le basi dei sali. 5.5.6 Acidi Sono composti in cui ci sono atomi di idrogeno che possono essere sostituiti da metalli. Si distinguono di due tipi idracidi e ossiacidi. Acidi Ossigenati o Ossiacidi Composti ternari formati da H, O e un non-metallo, derivano dalla combinazione d i un anidride con l acqua. Le formule degli ossiacidi si scrivono secondo lo schema HXO, ovvero indicando n ell ordine l idrogeno, l elemento caratteristico e l ossigeno. Viceversa le formule degli idrossidi seguono lo schema XOH, metallo -ione idross ido. Questa convenzione consente un immediato riconoscimento della natura acida o bas ica del composto. La nomenclatura degli ossiacidi strutturata in modo da mettere in evidenza il grado di ossidazione dell elemento caratteristico: Desinenza -oso = no. ox. minore

Desinenza -ico = no. ox. maggiore I numeri di ossidazione cui si fa riferimento non sono tutti i possibili numeri di ossidazione dell elemento, ma quelli che esso assume negli ossiacidi che pu gene rare. Esempio: acido solforoso (H2SO3, n.o. S = +4) e acido solforico (H2SO4, n.o. S = +6). Come abbiamo gi visto se gli acidi che un composto pu formare sono pi di due si fa ricorso ai prefissi ipo- (per indicare il no. ox. pi basso) e per- (per indicare quello pi alto). In pratica, secondo le raccomandazioni IUPAC, il prefisso ipo- c onsentito solo negli acidi: iponitroso (H2N2O2) e ipocloroso, ipobromoso, ipoiod oso (schema HXO); il prefisso per- consentito solo negli acidi: perclorico, perb romico, periodico, permanganico (tutti con schema HXO4). Alcune anidridi possono sommare una o due molecole d acqua e generare quindi due ossiacidi, pu essere quin di necessario distinguere il diverso grado di idratazione di un ossiacido, ovvero il diverso contenuto di molecole d acqua. Tale distinzione si fa mediante i prefis si meta-, orto- e piro- (o di-). Si definisce orto l acido che contiene il maggior numero possibile di molecole d acq ua. L acido meta contiene una molecola d acqua in meno rispetto all orto. Il termine di (o piro) si usa invece per indicare gli ossiacidi che derivano dal la condensazione di due molecole di un ortoacido. La formula bruta degli acidi "di" si costruisce quindi raddoppiando gli elementi dell acido orto e sottraendo due idrogeni e un ossigeno. Per quanto riguarda i pr efissi orto e meta, la IUPAC ha approvato il loro uso solo per i seguenti acidi :ortoborico (H3BO3), ortosilicico (H4SiO4), ortofosforico (H3PO4), ortoperiodico (H5IO6); metaborico (HBO2), metasilicico (H2SiO3), metafosforico (HPO3)n. Il prefisso piro consentito solo per l acido pirofosforico (H4P2O7); in tutti gli altri casi si dovrebbe usare il prefisso di-. Tioacidi: con questo termine si indica la sostituzione di un O con S in un ossia cido. Esempio: H2S2O3, acido tiosolforico (ipotetico). Perossoacidi: si indica la sostituzione di -O- con -O-O- (gruppo perossido). Ese mpio: H2S2O8, acido perossodisolforico; H2SO5, acido perosso(mono) solforico. La valenza degli acidi data dal numero di atomi di idrogeno in essi contenuto e sostituibili con un metallo: acidi monovalenti se hanno un atomo di idrogeno sostituibile HCl, HNO3 acidi bivalenti se hanno due atomi di idrogeno H2S, H2CO3 acidi trivalenti se hanno tre atomi di idrogeno H3PO4 acidi tetravalenti se hanno quattro atomi di idrogeni: H4SiO4 5.6 COMPOSTI TERNARI E QUATERNARI Quelli pi diffusi sono i sali che sono composti binari o ternari che si ottengono dalla combinazione di un metallo e di un non-metallo. I sali si ottengono dall in terazione tra un metallo elettronegativo che tende a cedere un elettrone e trasf ormarsi in ione positivo e un non-metallo che tende a prendere un elettrone e a diventare uno ione negativo. I due ioni di segno opposto si attraggono per forza elettrostatica. I sali sono un esempio di composti ionici in quanto gli atomi s ono tenuti insieme dalla forza elettrostatica tra gli ioni. La formula di un sal e si ottiene indicando prima il simbolo del metallo e poi il non-metallo, cio si indica prima l elemento meno elettronegativo e poi l altro. Quando dobbiamo nominare uno di tali composti si fa il contrario, prima si dice l elemento pi elettronegati vo con la desinenza in -URO e poi l altro. Ad esempio: KBr Bromuro di Potassio NaCl Cloruro di sodio Se ci sono pi sali costituiti dagli stessi elementi caratterizzati da diversa val enza del metallo secondo la nomenclatura tradizionale si assegna la desinenza -o so al nome del metallo con pi bassa valenza e la desinenza -ico al nome del metal

lo con pi alta valenza. Le molecole caratterizzate da due non-metalli non sono sa li perch non sono caratterizzati da legame ionico, avendo i due elementi valori s imili di elettronegativit, ma la nomenclatura utilizzata la stessa. PCl3 Cloruro di fosforo (III) PCL4 Cloruro di fosforo(IV) Tipi di Sali: Sali neutri, sono quelli descritti fino ad ora. Sali acidi sono quelli che si ottengono da un acido sostituendo solo in parte l id rogeno con un metallo. Esempi: Dall acido carbonico H2CO3 sostituendo l idrogeno con un metallo si pu ottenere il ca rbonato di sodio Na2CO3 che un sale neutro e il carbonato acido di sodio NaHCO3 che un sale acido. L acido carbonico un esempio di acido bivalente perch pu dare ori gine a tutti e due i tipi di sale. L acido H3PO4 un acido trivalente perch pu formar e per sostituzione dello idrogeno con metalli tre tipi di sali due acidi e uno n eutro: Ca(H2PO4)2; CaHPO4 e Ca3(PO4)2 Sali basici sono quelli che contengono gruppi ossidrili: Fe(OH)2NO3 Nitrato biba sico di ferro; Sali misti si ottengono sostituendo l idrogeno di un acido con metalli diversi. Ci deve essere ovviamente equivalenza tra la valenza dei metalli e quella della re stante molecola. NaKCO3 carbonato di potassio e sodio Sali idrati sono quei sali che hanno qualche molecola di acqua, detta acqua di c ristallizzazione: CaSO4 2H2O solfato biidrato di calcio Sali doppi sono un insieme due sali ognuno dei quali conserva le sue caratterist iche: Al2(SO4)3 K2SO4 24 H2O solfato di potassio e alluminio 5.7 NOMENCLATURA Ad ogni composto chimico si attribuisce un nome. Ci sono diversi tipi di nomencl atura: La nomenclatura tradizionale che attribuisce la desinenza -oso al composto di va lenza minore, e -ico a quello di valenza maggiore. La notazione di Stock che indica in parentesi la valenza dell elemento. La nomenclatura internazionale detta anche nomenclatura I.U.P.A.C. (Internationa l Union of Pure and Applied Chemistry) che indica nel nome del composto il numer o di atomi introducendo i prefissi greci: mono- (che di solito si omette) per 1 ; di- per 2; tri- per 3; tetra- per 4; penta- per 5; esa- per 6; epta- per 7; otta- per 8; ennea- per 9; deca- per 10. Facciamo un esempio di come vengono chiamati gli ossidi e gli idrossidi secondo la nomenclatura internazionale: Cu2O CuO Fe2O3 Pb3O4 NaOH Ca(OH)2 Al(OH)3 monossido di dirame; monossido di rame; triossido di diferro; tetrossido di tripiombo. monoidrossido di sodio; diidrossido di calcio; triidrossido di alluminio;

Nella nomenclatura internazionale le anidridi vengono chiamate ossidi acidi. SO2 diossido di zolfo P2O3 triossido di di fosforo

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