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22-05-13 Distinzione fra virt inferiori e virt superiori.

Lasciando da parte quelle superiori, quelle inferiori vengono chiamate da Plotino con un termine quasi offensivo: politikai. Significa giungere ad un punto di rottura non sanabile, se poi pensiamo che, quando Plotino le elenca, parla di saggezza, temperanza, coraggio e giustizia, le quattro virt che caratterizzano lindividuo platonico e le classi di Callipoli - in cui la giustizia armonia complessiva delle altre virt andando ben oltre Platone. Non si tratta di uninterpretazione, ma di unantitesi radicale rispetto a Platone. La lettura di Plotino ci fa capire quanto il mondo antico sia capace di discontinuit e di messa in discussione del passato. Qualcosa di analogo vale per Seneca, che si presenta come stoico, ma in realt molto spesso si oppone allo stoicismo stesso. La categoria di neoplatonismo stata inventata nellOttocento, ma probabilmente esatta, perch si tratta di un platonismo altro, nuovo. Chi ha inventato il termine neoplatonismo ha evidenziato la volont dei suoi autori di presentarsi come platonici, ma al contempo la loro frattura radicale rispetto allo stesso platonismo. La frattura si sente meno quando si parla delle virt superiori: la maggiore la theoria, la contemplazione. Dunque Plotino si pone in continuit rispetto a Platone, ad Aristotele e agli stoici (solo mediante lesercizio pieno della conoscenza il sophos realizza se stesso e i piani provvidenziali). Questa unoperazione di continuit da parte di Plotino, ma anche una novit: la theoria il fine, ma anche la fine della prassi. Non solo dobbiamo tendere alla theoria, ma ad essa dobbiamo fermarci, perch si tratta dellunica operazione che garantisce la nostra felicit. La theoria viene valorizzata come un punto di arrivo insuperabile. Questa la lezione pi alta di Plotino dal punto di vista etico, anche se si potrebbe obiettare: quale etica quella che propone un distacco totale dal mondo? Si tratta dellidea di Plotino: rifiuto di tutto ci che pratico. Letica viene risolta nella theoria. Cosa c che 1) non va nelle virt inferiori e 2) cosa si pu salvare? 1) Aspetto negativo: tutte le virt politiche sono compromesse dal piano dellazione pratica. Cfr. pag. 28: E quelli di loro che si attribuiscono la ragione filosofica: quelli che sono talmente legati alla terra da non riuscire ad utilizzare le loro ali sono gli epicurei. Si tratta di esseri che non possono staccarsi da terra: per quanto Plotino sia ostile, dimostra di aver capito perfettamente il pensiero epicureo. Agli epicurei interessa unicamente la dimensione orizzontale, ne sono orgogliosi. vero che Plotino, ancorandoli a terra, condanna gli epicurei, ma dimostra di aver compreso a fondo lepicureismo, la sua volont di stare qui ed ora. Altri invece si sollevano un poco da quaggiavevano cercato di sollevarsi: si tratta degli stoici, innanzitutto per lenfatizzazione del ruolo della virt, secondo per il fatto che si allontanano verso qualche cosa di pi bello. Dietro la condanna, Plotino capisce bene anche gli stoici, coglie la centralit della virt (necessaria per raggiungere la morale), comprende che per gli stoici deve esistere una dimensione bella, cio buona e provvidenziale e infine comprende che gli stoici non saranno mai dualisti, sono incapaci di vedere quello che lass. Per Plotino bisogna abbandonare quello che c quaggi, bisogna sollevarsi da terra. Ma un terzo genere di uomini divini, dotati di migliore facolt e di vista pi acuta.retto da buone leggi: la descrizione metaforicamente efficace e bella, veniamo letteralmente trascinati

verso lalto. Abbiamo facolt pi forte, vista pi acuta per arrivare a quello splendore che sta in un altro luogo, per innalzarci da qui, eliminare loscurit che caratterizza la dimensione sensibile, corporea e materiale; ma di certo il verbo pi importante quello che designa il RESTARE: dopo la salita bisogna arrestarsi. Anche Platone descrive una dimensione dinamica (cfr. Simposio), ma non ci si ferma per lui allIdea raggiunta. Plotino propone invece come unica e legittima meta un luogo dove luomo deve stare, siamo veramente al di l delle cose fisiche (metafisica). Non c pi bisogno di sporcarsi le mani quaggi, perch quella dimensione altra non solo vera, ma familiare, congenere. Esiste dunque nellantropologia plotiniana una tripartizione: 1. anima legata al corpo, 2. anima intellettiva in parte sollevatasi, 3. anima non discesa (perennemente resta nel Nous, ovviamente non pu arrivare allUno, anche se lo potr toccare nel momento particolare dellestasi). 2) Nonostante lanima non discesa, vi comunque un peregrinare delluomo, c necessit delle buone leggi etc. e qui viene la parte positiva delle virt inferiori. Tutto ci che giunge su viene valutato positivamente, ma Plotino si rende conto che c bisogno anche di disciplinare e regolare la vita quaggi. Oltre a mostrarci labissale distanza, ma anche la capacit interpretativa di Plotino rispetto ai suoi avversari, questo brano ci d la totale diffidenza di Plotino nei confronti di ci che e terra e prassi e la sua totale fiducia nel fatto che luomo possieda le ali (cfr. Fedro). Ma quando lanima vola nellIperuranio, vi resta, mentre per Platone sottoposta addirittura a cicli di metempsicosi. Dunque lidea di felicit che Plotino pi osteggia quella aristotelica (primi nove libri dellEtica Nicomachea), che cerca un compromesso fra teoria e prassi, propone la metriopatheia. Cfr. pag. 30: Enneade VI, dovrebbe essere teoretica, ma ha a che fare con la prassi, pur condannandola: Lautodeterminazione ed il potere sulle cose: Plotino inizia proponendo unalternativa: il potere sulle cose sta nellintelletto puro o nellesercizio delle virt? Ovviamente la risposta plotiniana asseconder la prima via. Cita il IV libro dellEtica Nicomachea, quando Aristotele parla del coraggio: si esercita se e solo se vi guerra, ma allora come si pu parlare di autodeterminazione se si condizionati da un fatto esterno? Per Aristotele letica non ha a che fare con i principi universali, il bene legato alla prassi, a ci che capita, a ci che per lo pi: questa lidea che qui viene radicalmente contrastata. Aristotele sotto questo punto di vista totalmente inaccettabile per il neoplatonismo (forse non per il platonismo!). Effettivamente, se si affidasse la scelta alla virt stessa: abbiamo qui tutte le virt etiche di Aristotele. Ex. lesercizio della virt della liberalit legato alla ricchezza: per Plotino la morale deve essere pura autodeterminazione, qualcosa di intellettuale. Certo, difficile comprendere come letica possa essere distaccata rispetto allesterno. Eppure largomentazione di Plotino coerente, considerando la sua insistenza sulla fuga dal mondo (metafora della fuga nel Fedone, ma in Plotino questo tema radicale). Nellascesa, perdiamo il principio di individuazione; lanima non discesa la nostra unica possibilit di perseguire la morale. < Accettiamo infine lipotesi di Chiaradonna. >

Dobbiamo allora recuperare almeno un valore transitorio e propedeutico per le virt politiche. Queste hanno per Plotino una funzione solo strumentale, servono a preparare la strada per la liberazione dal contatto con la terra. Pensiamo alla temperanza, al coraggio, alla saggezza, alla giustizia, a virt che non vengono esercitate egoisticamente, ma a costituire una base comune che ci porta ad allontanarci dai casi particolari, a portarci verso unaltra dimensione. Ovviamente Plotino non ci invita ad accontentarci dalle virt inferiori, ma se non altro ad esercitarle. A cosa miriamo, una volta che abbiamo acconsentito a seguire lascesa plotiniana? Lobiettivo ci presentato da Plotino con una formula che pretende di dimostrare una continuit rispetto alla digressione del Teeteto, cio ci presenta lobiettivo dellascesa come se si trattasse di una dottrina platonica => omoiosis theo, ma ricordiamo che Platone aggiunge per quanto possibile, perfettamente consapevole del corpo che portiamo con noi. Loperazione esegetica di Plotino, sotto questo punto di vista, spaventosa. Assimilazione a Dio significa per lui unicamente puntare sulla parte intellettuale della nostra anima. labbandono della dimensione corporea per accettare quellintelletto che costituisce la nostra primigenia dimensione, che ci porta altrove, fuori da qui. Come possiamo definire questo peregrinare che ad un certo punto salto? Linguiti usa unespressione di ascendenza platonica (conversione => metanoia): esperienza radicale di conversione. unesperienza ed innegabile: il peregrinare di noi quaggi ben presente a Plotino, ma deve diventare radicale, cio deve trovare le sue radici altrove. Plotino usa limmagine della fine del Timeo: siamo piante che hanno le radici sulla testa, non sui piedi (immagine privilegiata). Radicale significa che dobbiamo dimenticarci delle presunte radici terrene e porle in un altro luogo. Se vogliamo comprendere Plotino, dobbiamo capire che lesperienza che facciamo deve essere quella di una conversione radicale: dobbiamo cambiare la direzione del nostro ESSERE (lUno comunque al di l dellEssere). Certo, i migliori possono aspirare, in rari momenti della vita, di vivere delle estasi. Lessere per Plotino lintellegibile, solo lintellegibile. Se questo vero, dobbiamo abbandonare lidea che il nostro bios possa vantare laggettivo praktikos, la nostra deve essere una vita teoretica. Se entra in campo la vita pratica, solamente per preparare il terreno alla vita teoretica. Questa, daltra parte, pu sussistere da sola: letica plotiniana non ha bisogno dellaltro. Aristotele, fino al IX libro dellEtica Nicomachea, ne ha invece profondamente bisogno, ha bisogno di un allos authos, un altro se stesso. Per Plotino, letica pu fare benissimo a meno di qualsiasi apertura verso laltro. Dunque letica di Plotino INTELLETTUALISTICA: lanima vede una realt che la sommit di ci che pu essere visto con il pensiero. Nel momento in cui questetica trova la sua massima soddisfazione, non lo fa con un uomo nella sua integrit fisica, ma solo con lanima non discesa. Plotino afferma che tutti possiedono unanima non discesa, ma questa non ha pi nessun principio di individuazione legato alla materialit => radicale ANTI-ARISTOTELISMO: per Aristotele la vera realt sinolo, la materia ci che individua la singola realt. Per Plotino, invece, siamo individuati perch abbiamo una possibilit di fuggire dal mondo, abbiamo unanima non discesa. Una contemplazione cos intesa una forma di attivit o di passivit? Attivit: nel momento in cui fuggiamo da qui non siamo inattivi, ma stiamo compiendo lattivit pi alta possibile, stiamo cio esercitando lintelletto.

Cfr. Enneade I, 4: strutturata, secondo Marsilio Ficino, in 16 capitoli. Alcuni hanno criticato questedizione, ma prendiamola per buona. Se ne capiamo la struttura, capiamo il metodo di lavoro di Plotino. I primi capitoli di questo scritto hanno un tenore aristotelico, non nelle conclusioni, ma nel metodo: Plotino afferma che, prima di dire la sua, deve analizzare il pensiero dei filosofi precedenti. Possiamo trarre una conclusione opposta, ma solo se passiamo attraverso la storia. ! Le pagine di Plotino pullulano di riferimenti, anche terminologici, ad Aristotele. Pag. 99: Se consideriamo la stessa cosa il vivere bene e lessere felici: interrogativo prettamente plotiniano, perch in molte delle filosofie precedenti il problema dellidentit fra il vivere bene e lessere felici, non si poneva. Plotino invece comincia lEnneade in questo modo, probabilmente lottando gi contro il passato. Ne faremo partecipi anche gli altri viventi?

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