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17 PNEI NEWS | n. 5 Settembre Ottobre 2012
NEUROSCIENZE Cervello e circuiti della morale
razionale: tale regione coinvolta in compiti di problem-solving
e decision-making ed in competizione con la corteccia ventrale
prefrontale nel controllare e reprimere reazioni emotive a situazioni
sociali
7
. La corteccia cingolata anteriore media il conitto tra le componenti
emotive e razionali del ragionamento morale
7
. In conclusione quindi il
lobo frontale ampiamente implicato nel controllo del comportamento
morale, particolarmente con tre aree corticali: la corteccia prefrontale
ventromediale, la corteccia prefrontale dorsolaterale e la corteccia
cingolata.
Il lobo temporale
ancora una volta la psicochirurgia ad aprire la strada allo studio della
relazione tra lobo temporale e comportamento violento: nel 1891,
Burckhardt rimosse il lobo temporale in 5 pazienti con disturbo psichiatrico
e aggressivit. La rimozione del lobo temporale una tecnica impiegata
anche per il trattamento di pazienti con epilessia del lobo temporale, che
spesso presentano disturbi psichiatrici, cognitivi e comportamentali.
Nei soggetti sani si dimostrato che il solco temporale superiore interviene
nellelaborazione dei dilemmi morali ed implicato nel processamento
emotivo e sociale delle informazioni (Greene et al., 2004). La giunzione
temporo-parietale invece coinvolta nella teoria della mente (la capacit
di comprendere i pensieri, le credenze e le intenzioni altrui). Studi con
la stimolazione magnetica transcranica (TMS) durante compiti morali
hanno mostrato che tale regione implicata nel giudizio sullammissibilit
morale di azioni dannose per gli altri.
Il ruolo del lobo temporale nel comportamento amorale dimostrato anche
dal riscontro di una ridotta attivazione funzionale, da alterazioni strutturali
e riduzione del volume del lobo temporale in pazienti psicopatici
5
. Inne
lippocampo ha un ruolo importante nelle emozioni e nel comportamento:
uno studio ha riportato una correlazione negativa signicativa tra il volume
ippocampale e il grado di psicopatologia in criminali violenti, mentre un
altro lavoro ha riscontrato una morfologia ippocampale anomala in tali
soggetti. Inne la stimolazione dellippocampo nelluomo genera reazioni
di rabbia.
Il lobo parietale
Vi sono poche evidenze che documentano il coinvolgimento del lobo
parietale inferiore nel giudizio morale in soggetti sani, tuttavia attribuito
a funzioni quali la working memory e il controllo cognitivo
7
. In soggetti
criminali violenti solo alcuni studi di neuroimaging funzionale riportano
unalterazione del metabolismo cerebrale nella corteccia parietale. Tale
area potrebbe non avere un ruolo primario ma essere attivata solo per
assistere il funzionamento di altre regioni cerebrali pi direttamente
implicate nel giudizio morale.
Strutture sottocorticali: lAmigdala lavora le emozioni morali
Diversi studi hanno evidenziato lattivazione dellamigdala durante la
valutazione di giudizi morali e durante la violazione di norme morali in
soggetti sani
7
. Anomalie strutturali, perdita di sostanza grigia e riduzione
di volume dellamigdala caratterizzano pazienti psicopatici e criminali
violenti. Un ridotto volume dellamigdala soprattutto di destra si evidenzia
anche in pazienti pedoli
8
. Studi di neuroimmagine funzionale in pazienti
psicopatici riportano dati contrastanti: alcuni documentano unaumentata
attivit durante compiti di elaborazione di emozioni negative, altri invece
riportano una riduzione dellattivit in compiti analoghi.
In generale, gli studi su sani e su pazienti concordano nellattribuire
allamigdala un ruolo chiave nel processamento delle emozioni
morali. Lamigdala rappresenta quindi una sorta di interruttore tra il
processamento cerebrale delle emozioni morali e la traduzione in azione
eventualmente aggressiva o violenta. Unaltra struttura strettamente
connessa al comportamento aggressivo la regione posteromediale
dellipotalamo. Una riduzione del volume di questa struttura si associa a
pedolia
8
, e la sua stimolazione con elettrodi di profondit in pazienti
con malattia di Parkinson ha indotto comportamento aggressivo, mentre
in pazienti aggressivi ha migliorato il quadro comportamentale. Questa
regione inoltre mostra un attivit neuronale tipica in casi di aggressivit
patologica
9
. In studi di stimolazione in pazienti con malattia di Parkinson,
si evidenziato che il nucleo subtalamico, quando stimolato, pu provocare
comportamento disinibito, ipersessualit e variazioni di umore.
In uno studio condotto nel nostro laboratorio, abbiamo registrato lattivit
del nucleo subtalamico in pazienti con malattia di Parkinson durante un
compito di giudizio di frasi a contenuto socio-morale. Gli esperimenti
hanno rivelato che tale struttura coinvolta in processi decisionali
riguardanti contenuti morali e in particolare quando il soggetto chiamato
ad esprimere un giudizio su frasi morali conittuali (ovvero contenenti
argomenti sui quali non c completo accordo tra le persone come per
esempio aborto, pena di morte, etc.)
10
. Inne, le paralie e lipersessualit
possono essere conseguenza di lesioni nel talamo, nellipotalamo, nel setto
e nei gangli della base. Quindi, in conclusione, il cervello morale include
anche strutture logeneticamente antiche e localizzate nella profondit
del cervello.
Il ruolo di geni degli ormoni e dellambiente: allo stato attuale delle
conoscenze non esiste alcun gene che sia direttamente responsabile del
comportamento
Sebbene Cesare Lombroso e la sua teoria sullesistenza di caratteristiche
fenotipiche speciche dei criminali sia ormai un lontano ricordo, ancora
oggi vivo linteresse sullesistenza di un nesso tra alterazioni genetiche,
anormalit cerebrali e comportamento criminale.
In seguito agli importanti avanzamenti nel settore della genetica e della
biologia molecolare, si sta facendo strada il tentativo di localizzare geni
specici associati a tratti comportamentali e di comprendere la complessa
interazione che esiste tra geni e ambiente. Studi osservazionali che
prevedono il confronto tra gemelli e fratelli comuni, sia biologici che
adottivi, cresciuti nello stesso ambiente o in ambienti diversi hanno
evidenziato che sia i geni che lambiente svolgono un ruolo chiave nello
sviluppo di anomalie del senso morale e della psicopatia e, sebbene il loro
peso sia oggetto di ampio dibattito, studi recenti sostengono che i geni
possono essere pi importanti dellambiente.
Negli ultimi anni gli studi in tale ambito iniziano a fornire risposte pi
precise sui geni coinvolti
11
. La prima evidenza quella del gene che
codica lenzima monoamino ossidasi A (MAO-A), enzima centrale
nel metabolismo della serotonina, neurotrasmettitore coinvolto nella
regolazione dellumore e nella modulazione del comportamento.
La tendenza a manifestare comportamento violento si associa alla presenza
della variante del gene che codica per una ridotta attivit enzimatica
in individui che sono cresciuti in un ambiente psico-sociale sfavorevole
caratterizzato da abusi e maltrattamenti. Allo stesso modo, un polimorsmo
del gene COMT che codica per una ridotta attivit enzimatica aumenta
la probabilit di comportamento aggressivo. Un recente studio ha inne
dimostrato una diretta connessione tra la presenza di un polimorsmo del
gene del recettore dellossitocina (OXTR) e la tendenza a ritenere colpevole
chi commette accidentalmente unazione dannosa e immorale
12
.
Sebbene questi ed altri polimorsmi siano oggetto di studio, allo stato
PNEI NEWS | n. 5 Settembre Ottobre 2012 18
attuale delle conoscenze non esiste alcun gene che sia direttamente
responsabile del comportamento: possedere una specica combinazione
allelica non probabilmente condizione suciente n necessaria per lo
sviluppo di un comportamento deviante
13
.
Le nuove prospettive oerte dallepigenetica
Una nuova prospettiva per spiegare la relazione tra geni e comportamento
rappresentata dallepigenetica1*. In uno studio sui topi sono stati valutati
gli eetti delle cure materne sul comportamento della prole in termini
di modiche epigenetiche. Linadeguatezza delle cure parentali alla nascita
determina nel cucciolo un comportamento ansioso e timoroso, e una volta
adulto diventer un genitore passivo e distratto. Ci dovuto al fatto che
le cure di una madre passiva e timorosa inducono un eccesso dei processi di
metilazione delle sequenze del DNA regolatrici di un gene che codica per
il recettore di una proteina che media la risposta dellanimale al cortisolo.
Leccesso di metilazione induce le cellule nervose a produrre meno
recettore e poich lattivazione di questi recettori segnala allorganismo di
rallentare la produzione di cortisolo, la riduzione epigenetica del numero
di recettori peggiora la risposta allo stress nei topi, rendendoli pi ansiosi
e timorosi
14
. noto che un topo esposto a deprivazione dalle cure materne
mostra maggiore aggressivit: se la scienza dimostrer che tali meccanismi
possono inuenzare anche il comportamento aggressivo umano
si apriranno nuove prospettive di ricerca, prevenzione e trattamento per
alcuni disturbi comportamentali.
1 *Lepigenetica quella branca della biologia molecolare che descrive i fenomeni
ereditari in cui il fenotipo determinato non tanto dal genotipo ereditato in s,
quanto dalla sovrapposizione al genotipo stesso di unimpronta data dallambiente
e dallesperienza
Il rapporto testosterone/cortisolo
Inne, anche gli ormoni possono inuenzare il comportamento
e le funzioni cognitive interferendo con il metabolismo cerebrale
e il funzionamento neuronale. Molte delle aree cerebrali coinvolte
nel processamento di informazioni sociali ed emotive sono connesse
al sistema endocrino. Come gi visto sopra, il cortisolo svolge un ruolo
chiave nellapprendimento modulato dallemozione e nel comportamento
sociale e si associa a sintomi ansiosi. Il ridotto funzionamento dellasse
ipotalamo-iposi-surrene in bambini ed adolescenti si associa ad una
maggiore probabilit di sviluppo di psicopatia e bassi livelli di cortisolo
caratterizzano spesso pazienti psicopatici e adolescenti con disturbo
della condotta. Il testosterone anchesso coinvolto nel comportamento
aggressivo. Alti livelli di testosterone aumentano lattenzione verso
stimoli aggressivi (es. facce con espressione arrabbiata), riducono la
sensibilit verso segnali aettivi e comportamenti empatici e si associano
a comportamento aggressivo. Il rapporto testosterone/cortisolo stato
proposto come marker endocrinologico per il rischio di comportamenti
aggressivi: quando il testosterone alto e il cortisolo basso, il soggetto
ad elevato rischio di aggressivit e pu essere socialmente pericoloso.
Conclusione
Nel cervello umano esiste uno specico, quanto complesso e ancora solo
parzialmente conosciuto, circuito, coinvolto nel comportamento morale
che include strutture cerebrali corticali e sottocorticali ed modulato da
neurotrasmettitori e sistemi ormonali (Figura 2). Tale complesso circuito
interagisce con lambiente in tutte la fasi della vita umana anche in
relazione al patrimonio genetico dellindividuo.
Una prima considerazione che la morale un processo complesso che
coinvolge strutture cerebrali implicate anche nelle emozioni, nel controllo
Figura 2. Rappresentazione delle strutture cerebrali coinvolte nel comportamento
morale e loro funzioni. vmPFC: corteccia prefrontale ventromediale;
DLPFC: corteccia dorso laterale prefrontale.
(Riproduzione autorizzata da Oxford University Press)
19 PNEI NEWS | n. 5 Settembre Ottobre 2012
del comportamento e nella comprensione delle intenzioni altrui quali il
lobo frontale, il lobo temporale e lamigdala.
La seconda considerazione che vi una sovrapposizione tra le strutture
cerebrali coinvolte nellesecuzione di compiti specici di giudizio
e decisione morale nel soggetto normale, quelle la cui lesione determina
alterazioni comportamentali e, inne, quelle che risultano disfunzionali
in pazienti psichiatrici con psicopatia, disturbo antisociale di personalit,
pedolia o paralie.
Inne, sebbene le neuroscienze in questo settore siano ancora in fase
iniziale, gli studi sottolineano sempre pi il ruolo fondamentale svolto dai
geni, dagli ormoni e dai fattori ambientali nel comportamento.
Comprendere il cervello morale ha importanti potenziali implicazioni
cliniche, forensi e legali. Da un punto di vista clinico, la diagnosi
precoce di disturbi neurologici che possono generare alterazioni del
comportamento morale o violento consentirebbe la migliore gestione
di tali patologie e la possibilit di prevenirne le conseguenze sociali
e familiari. Conoscere meglio tali disturbi permetterebbe di promuovere
lo sviluppo di trattamenti specici, dai farmaci alla neuromodulazione
alla psicoterapia, per favorire la neuroplasticit cerebrale che potrebbe
ripristinare un corretto funzionamento del circuito cerebrale morale.
In campo forense, inne si prola una questione importante: il criminale
il cui comportamento spiegato da anomalie biologiche pu essere
considerato pienamente responsabile dellatto criminale?
In Italia, sono gi due le sentenze che sulla base dei dati provenienti dalla
genetica, dallimaging funzionale e dalla valutazione cognitiva e psichiatrica
hanno riconosciuto un vizio parziale di mente a due soggetti accusati di
omicidio. Questo costituisce un importante passo verso lintegrazione
dei dati neuroscientici con quelli ricavati dalle valutazione psicologiche
e psichiatriche ai ni del giudizio in ambito forense e render lapproccio
neuroscientico allo studio del comportamento un aspetto determinante
nella prevenzione dei comportamenti antisociali o devianti in soggetti
a rischio e nel giudizio di soggetti che hanno commesso atti criminali.
Bibliograa essenziale
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NEUROSCIENZE Cervello e circuiti della morale
PNEI NEWS | n. 5 Settembre Ottobre 2012 20
LIBRI
Francesco Bottaccioli - Presidente onorario SIPNEI
L
a scienza deve includere lo studio del cervello del paziente e del
terapeuta perch ci parte fondamentale della cura. Questa appare
la motivazione di fondo che anima i due libri che Fabrizio Benedetti,
neuroscienziato dellUniversit di Torino, ha pubblicato di recente: luno,
Il cervello del paziente, (traduzione italiana di e Patients Brain, Oxford
University Press) pi ampio e pi denso di ricerca, laltro, Leetto placebo.
Un breve viaggio tra mente e corpo, rivolto a un pubblico pi largo e meno
interessato a seguire il percorso della ricerca scientica lungo la via degli
studi sperimentali. Se questa la motivazione, il presupposto scientico
esplicitato in entrambi i volumi: oggi, scrive Benedetti, tramite la
Psiconeuroendocrinoimmunologia possibile porre basi scientiche
e dare credibilit a vecchi concetti che erano in attesa di convalida scientica
(Il cervello, pp. 42-43). Quali?
Il riconoscere che lo stato psicologico del paziente possa inuenzare fattori
biologici signica porre il paziente, con le sue esperienze emotive cognitive
e motivazionali, al centro della pratica medica, cosa non scontata, anzi
avversata dalla medicina moderna.
In secondo luogo signica comprendere che gli aspetti psicosociali
inuenzano il risultato della terapia. E questo loggetto del libro sul
Placebo i cui dati di fondo sono presentati anche nel Cervello del paziente.
Lanalisi di Benedetti ci porta dentro le modicazioni cerebrali e mentali
che si vericano in una persona malata e nellaltra persona che la cura.
Ma come si diventa malati?
Qui lAutore mette bene in risalto la centralit della coscienza di essere
malati e che quindi non basta qualche valore di laboratorio sballato per
sentirsi tali.
Diventare malati signica sentirsi malati, sviluppare sentimenti
di preoccupazione, di paura e alla ne di ricerca di qualcuno che possa
risolvere il problema e quindi passare da sentirsi malati a pazienti.
La neurobiologia di questi sentimenti sempre pi chiara, come
illustra nel dettaglio Benedetti descrivendo i circuiti fondamentali che
recepiscono e traducono in consapevolezza quelle sensazioni, dolorose
e non, che diventeranno sintomi. LAutore ricapitola con accuratezza anche
le evidenze sui mediatori chimici e nervosi che possono modulare i sintomi,
aumentadone la percezione o diminuendola. Lazione del terapeuta,
il suo potenziale positivo (placebo) o negativo (nocebo) si basa proprio
su questa capacit del cervello del paziente di interagire con il proprio
disordine, di interpretarlo, di modularlo. Anche se possibile un eetto
placebo (condizionamento) inconscio, come dimostrano studi sullanimale,
laspettativa del paziente certamente lo strumento pi potente di cui il
sistema terapeuta-paziente dispone per inuenzare landamento della
malattia. In questo nucleo relazionale di fondo, non c molta dierenza tra
uno sciamano e un medico moderno, fatta salva la dierenza, non piccola,
degli strumenti farmacologici e chirurgici.
E questo perch i diversi stati psicologici e gli
stimoli sociali possono attivare neurotrasmettitori
e neuromodulatori che si legano agli stessi recettori
sui quali si legano i farmaci (Il cervello, p.223).
Quindi il paziente davvero un protagonista
della propria cura, n dallinizio, n dalla scelta
del proprio medico. Jerome Groopman e Pamela
Hartzband, professori di medicina della Harvard
Medical School, nel loro Your Medical Mind,
attingendo sia alla letteratura scientica sia allo
loro esperienza medica, si addentrano nellanalisi
dei vari tipi di paziente e delle aspettative che
ognuno coltiva. Ci sono i pazienti creduloni
(believers) e quelli scettici, quelli che si
aspettano grandi cose (i massimalisti) e quelli
che invece hanno scarse aspettative dallincontro
col terapeuta (i minimalisti), quelli orientati
alla natura e quelli orientati alla tecnologia.
ovvio che questi tratti di personalit del paziente
selezioneranno medici loro adeguati.
Ma che accade nella testa del terapeuta?
Groopman, qualche anno fa, ha scritto un libro
davvero molto interessante e a tratti avvincente su
Come pensano i dottori, applicando alla medicina
le insuperabili analisi di Daniel Kahneman, ora
riassunte e illustrate in Pensieri lenti e veloci, sulle
euristiche e cio sulle scorciatoie che prende
il nostro cervello per ridurre la complessit
cognitiva e sugli inevitabili errori e cantonate che
prendiamo tutti, terapeuti compresi.
F. Benedetti, Il cervello del paziente, Fioriti, Roma
2012, pp. 288, 32
F. Benedetti, Leetto placebo, Carocci, Roma 2012,
pp. 127, 12
J. Groopman, Come pensano i dottori, Mondadori,
Milano 2008, pp. 349, 17
J. Groopman, P. Hartzband, Your medical mind,
Penguin, London 2011, pp. 308, 12
D. Kahneman, Pensieri lenti e veloci, Mondadori,
Milano 2012, pp. 548, 22
Il cervello del paziente
e quello del terapeuta
Una breve riessione a partire da alcuni libri
21 PNEI NEWS | n. 5 Settembre Ottobre 2012
LIBRI
Q
uesto volume il frutto di un
lavoro collettivo, realizzato dai
relatori al Congresso Internazionale di
Psiconeuroendocrinoimmunologia Stress
e Vita che si celebrato a Orvieto alla ne
del 2011.
Il titolo del congresso e di questo volume
nasce da una suggestione di Hans Selye,
il padre della ricerca sulla neurobiologia
dello stress: uno dei suoi libri pi famosi si
intitola Stress of Life. Noi abbiamo pensato
di correggere una possibile immagine
negativa che potrebbe venire dalla locuzione
Lo Stress della vita rimarcando invece
come lo stress non di per s negativo,
anzi, come diceva lo stesso Selye, lessenza
della vita, permea la vita n dalla cellula.
Per questo, troverete raccolti, in questo
ricchissimo volume, saggi e comunicazioni
che spaziano dallo stress cellulare no allo
stress da lavoro, da terremoto, da malattia,
nonch qualicate esperienze di gestione
dello stress realizzate con il metodo
scientico. Troverete anche studi sul buon
stress, quello che Selye chiamava eustress
e che George Chrousos in questo volume
chiama eustasi, buon equilibrio.
Gli Autori di questo libro provengono da tradizioni scientiche
e professionali molte diverse tra loro: medici e ricercatori di varia
specializzazione, psicologi di vario orientamento, sociologi, loso,
studiosi della complessit. Eppure il lettore potr facilmente rintracciare
il lo rosso che unisce i numerosi contributi, che talvolta presentano
anche un notevole spessore di approfondimento tecnico.
Il lo rosso lintenzione di rivedere la scienza dello stress, unicando
le due grandi tradizioni di ricerca: quella neurobiologica che parte da
Selye e giunge no a Hugo Besedovsky, George Chrousos e Claudio
Franceschi (tutti in questo volume) e quella psicologica che parte da
Richard Lazarus e che qui rappresentata da studiosi italiani (Lazzari,
Bertini) e stranieri (Stan Maes).
In sintesi, mi pare si possa dire che Selye aveva ragione nellaermare che
gli stressors possono essere di varia natura - sica, biologica, psicologica
- e che tutti attivano lasse dello stress. Al tempo stesso Lazarus aveva
ragione nel sottolineare laspetto cognitivo, lappraisal, il ltro emozional-
cognitivo che individualizza la ricezione degli stressors psicosociali e che
ci rende diversi di fronte allo stesso stimolo stressante. Pensiamo che oggi
questa sintesi sia disponibile nella Psiconeuroendocrinoimmunologia
che, con il suo modello a network, che
contempla la psiche come dimensione
emergente dal livello biologico ma con
una sua relativa autonomia in grado di
retroagire sul cervello modicandolo,
ci consente una lettura integrale
dellorganismo sotto stress, apprezzando
le specicit psicologiche e/o siche con
cui si manifesta, senza perdere di vista
lintero.
Sono queste le nuove basi per
rispondere alla domanda: possibile
una scienza della salute? Oppure la
scienza deve necessariamente occuparsi
di malattie perch altrimenti si cade nel
soggettivismo?
In eetti la salute un attributo
del soggetto. una condizione di
intrinseca adeguatezza, per dirla
con il losofo Hans-Georg Gadamer
o di autoecacia, per usare le parole
dello psicologo Albert Bandura,
o di equilibrio adattativo per dirla
con il medico sperimentale Hans
Selye. La medicina contemporanea non
contempla questo orizzonte essendo basata su una siopatologia e una
nosologia che non prevede la persona in temporaneo disequilibrio, n
lattivazione delle risorse individuali come fattori di salute e di guarigione
e che invece fonda la salute allesterno della persona, condando
essenzialmente nel potenziale farmacologico del medico.
Questo volume dimostra che in corso un cambio generale di paradigma
di riferimento delle scienze della cura, per rimettere in primo piano
il soggetto, senza abdicare alla spiegazione scientica e tantomeno ai
presidi pratici che essa ore.
Il losofo della scienza omas Kuhn, delineando il superamento
degli specialismi e dei micro-paradigmi che li sostengono, invocava
la comparsa di scienziati bilingue, esperti cio dei diversi linguaggi
scientici e quindi per questo capaci di abbattere le barriere disciplinari.
Questo volume un esempio che il progetto di unit della conoscenza
e di sinergia tra specialisti possibile.
Francesco Bottaccioli (a cura di)
Stress e vita. La scienza dello stress e la scienza della salute alla luce della
Psiconeuroendocrinoimmunologia, Tecniche Nuove, Milano 2013
Lo stress e la vita...
Sar possibile acquistare il libro in anteprima al Convegno di Milano del 24
Novembre e poi in libreria ai primi di gennaio 2013.
PNEI NEWS | n. 5 Settembre Ottobre 2012 22
...e la sua gestione: il metodo Pneimed
L
a prima edizione di questo libro
uscita nel settembre 2003. A nove
anni esatti di distanza ecco la seconda
edizione, che appare dopo diverse ristampe
della prima. questo un libro davvero
fortunato, perch stato letto da molte
migliaia di persone. Appena uscito, per
alcune settimane si collocato tra i libri pi
venduti nel reparto salute delle maggiori
librerie online.
Ma non stato solo un successo di vendite,
ci pare che questo libro abbia contribuito
decisamente alla svolta che si realizzata in
questi anni nella percezione che i cittadini,
gli operatori sanitari e i ricercatori italiani
hanno della meditazione, che passata
dallessere vista come una innocua e naif
pratica alternativa a un ecace e universale
strumento di mantenimento della salute
e di cura. Per questo abbiamo pensato
che fosse doveroso rivedere questo testo,
anandolo, in base allesperienza di questi
anni di insegnamento, nella prima parte
e aggiornandolo nella seconda, in base alla
copiosa letteratura scientica nel frattempo
pubblicata a livello internazionale.
Questa nuova edizione illustra anche il nostro metodo, il metodo
PNEIMED, Meditazione a indirizzo psiconeuroendocrinoimmunologico,
nelle sue premesse, intenzioni e dierenze con altri metodi. Presentiamo
anche i risultati di una sperimentazione su un campione ampio
dei partecipanti ai corsi PNEIMED, che si mostrano signicativi
e molto incoraggianti per noi e per tutti coloro che seguono il cammino
della consapevolezza che, come insegna lattuale Dalai Lama, non pu
prescindere dalla verica scientica.
Sono ormai quindici anni che, nelloerta didattica della nostra Scuola
di medicina integrata (SIMAISS), abbiamo introdotto corsi specici
di meditazione rivolti ai professionisti della salute e a tutte le altre
persone interessate. I nostri corsi hanno somiglianze con altri analoghi
insegnamenti, ma hanno anche delle peculiarit forti che conferiscono loro
un carattere originale, non assimilabile ad altri. Una nalit comune a tutti
gli insegnamenti di meditazione laumento della consapevolezza di s. Nei
nostri corsi si raggiunge questo ne anche con lo studio di come siamo fatti,
in unottica scientica avanzata e che vede lorganismo umano nella sua
interezza, nelle reciproche interrelazioni tra la dimensione psichica e quella
biologica, secondo cio la scienza della Psiconeuroendocrinoimmunologia.
Per questo abbiamo chiamato il nostro metodo PNEIMED, meditazione
a indirizzo psiconeuroendocrinoimmunologico.
Si tratta di una sintesi originale, che
combina linsegnamento delle basi
scientiche della visione sistemica
dellorganismo umano secondo la
Psiconeuroendocrinoimmunologia e la
trasmissione dei principi losoci e delle
pratiche meditative e di gestione dello
stress della tradizione buddista mahayana,
integrata con altre tradizioni orientali
(induismo, con riguardo a Bhagavad-Gita
e Upanishad; taoismo con riguardo a Yi
Jing) e con moderne elaborazioni come la
Psicosintesi di Roberto Assagioli.
Gli obiettivi dellinsegnamento
PNEIMED sono gli stessi della
meditazione antica, che parte integrante
di fondamentali tradizioni della losoa
indiana, cinese e greca
1
. In particolare,
il metodo si rif alla tradizione
buddista mahayana e agli importanti
sviluppi contemporanei derivanti
dallinsegnamento di Tenzin Gyatso, il
XIV Dalai Lama.
Questo non signica avere un approccio
religioso e deistico verso questa
tradizione sia perch il dogma e il
principio di autorit sono contrari allinsegnamento buddista sia perch le
nalit dellinsegnamento meditativo buddista non sono di tipo religioso.
Come viene ripetutamente aermato nei testi buddisti classici e in quelli
di Tenzin Gyatso, la nalit della via meditativa quella della liberazione
dalla soerenza che ha molteplici cause, le quali per essere identicate
e arontate richiedono un lungo e paziente addestramento: di controllo
della mente e dei suoi automatismi ma anche di costruzione di nuovi punti
di vista sulla realt. Nella tradizione meditativa buddista forte quindi la
componente di analisi losoca che potremmo anche chiamare, se si vuole
usare unespressione contemporanea, analisi cognitiva.
Questo approccio spiega anche il grande interesse che la tradizione buddista
e lattuale Dalai Lama in particolare pongono verso la scienza, che vista
non in antagonismo alla via meditativa, ma anzi come uno strumento
essenziale per incrementare la consapevolezza e quindi la liberazione
dellessere umano contemporaneo.
(Antonia Carosella e Francesco Bottaccioli)
Carosella A., Bottaccioli F., Meditazione, Psiche e Cervello,
II edizione, Tecniche Nuove, Milano 2012
1 Bottaccioli F. (2010) Filosoa per la medicina. Medicina per la losoa. Grecia
e Cina a confronto, Tecniche Nuove, Milano
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23 PNEI NEWS | n. 5 Settembre Ottobre 2012
Depressione,
si cambia
Dal mito delle pillole della felicit
alla cura integrata
24 Novembre 2012 CONVEGNO NAZIONALE - Centro Congressi Le stelline - Milano, Corso Magenta 61
Medici e loso in Cina e in Grecia, a partire da 2500 anni fa e per diversi secoli, hanno lavorato insieme. Il dialogo stato tto perch la cura degli altri non
poteva prescindere dalla cura di s. Poi la rivoluzione scientica in occidente ha aperto un nuovo mondo che ci ha divaricato dalloriente, ma anche dalle nostre
radici antiche. Loriente appare opposto alla mente occidentale, che negli ultimi quattrocento anni ha costruito le sue eccellenze nella visione meccanicistica e per
parti dellessere umano, e in interventi fondati sulla sempre maggior estensione delle specializzazioni e delle tecniche. Il convegno vuole portare un contributo
per guardare i due mondi attraverso un dialogo in cui le pratiche della cura occidentale non siano svilite e quelle della cura orientale non siano tradotte in tecniche
o specializzazioni, ma tutte vengano considerate come un aiuto prezioso al superamento della sofferenza e alla crescita della conoscenza.
INFORMAZIONI E ISCRIZIONI Maria Rosa Zigliani - mariarosazigliani@gmail.com - tel: 393 1523343 dal luned al venerd ore 10-13 - Lucia Milloschi - lumilloschi@yahoo.it
Per leggere il programma dettagliato e iscriversi al convegno andare sul sito www.orienteoccidente.areasoci.it
Promosso dalle sezioni toscane della Societ Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia e della Societ Italiana di Medicina Psicosomatica, dallIstituto di Formazione Psicosomatica
con la collaborazione della Scuola di Agopuntura di Firenze.
PROGRAMMA
I SESSIONE. Il cambiamento.
Presidenti: Marina Risi e Gianangelo Palo
9,00-9,30 David Lazzari, La depressione nel Programma ICS, Integrated
Care Science
9,30-10,15 Irving Kirsch, Antidepressivi, il crollo di un mito
II SESSIONE. Depressione e patologie.
Presidenti: David Lazzari e Andrea Minelli
10,15-10,45 Marina Risi, Depressione, inammazione e malattie autoimmuni
10,45-11,00 Pausa
11,00-11, 30 Adriana Roncella, Depressione e malattie cardiovascolari
11,30-12,00 Tullio Giraldi, Depressione e cancro
12,00-12,30 Giuliana Mazzoni, Decit di memoria e depressione: realt o
mito?
12,30-13,15 SESSIONE POSTER
III SESSIONE. La cura integrata.
Presidenti: Tullio Giraldi e Adriana Roncella
15,00-15,20 Anna Marigliano I determinanti psicosociali
15,20-15,40 Antonella Palmisano I ritmi circadiani
15,40-16,00 Andrea Delbarba Il ruolo dellalimentazione
16,00-16,20 Vidheya Del Vicario Il ruolo dellattivit sica
16,20-16,40 Franco Cracolici Il ruolo delle terapie naturali
16,40-17,00 Raffaella Cardone Il ruolo delle psicoterapie e delle tecniche
meditative
CONCLUSIONI. SIPNEI Statement on Depression
17,00-17,30 Francesco Bottaccioli. Depressione, la SIPNEI la pensa cos.
17,30-17,45 Pausa
17,45-18,15 Dibattito
8,15-18,45 ECM
RELATORI E MODERATORI
Francesco Bottaccioli, Presidente onorario SIPNEI, Universit di Siena e di
Perugia - Raffaella Cardone Psicoterapeuta, co-coordinatrice SIPNEI Emilia-
Romagna - Franco Cracolici Direttore Scuola di Agopuntura della citt di
Firenze, coordinatore SIPNEI Toscana - Andrea Delbarba, Endocrinologo,
SIPNEI Lombardia - Vidheya Del Vicario Psicoterapeuta, SIPNEI Lombardia
Tullio Giraldi, Responsabile relazioni internazionali SIPNEI, Universit di
Trieste Irving Kirsch, Harvard University, University of Hull - David Lazzari,
Presidente SIPNEI, Ospedale S. Maria di Terni, Universit di Perugia - Anna
Marigliano Sezione di Igiene, Medicina Preventiva e Sanit Pubblica,
Universit Politecnica delle Marche, SIPNEI Marche - Giuliana Mazzoni,
University of Hull - Andrea Minelli, Responsabile ricerca SIPNEI, Universit
di Urbino - Antonella Palmisano, Ricercatrice IRPPS-CNR, Coordinatrice
Sezione Campania SIPNEI - Gianangelo Palo, psicoterapeuta, SIPNEI
Lombardia - Marina Risi, Vicepresidente SIPNEI, Universit di Siena e di
Perugia - Adriana Roncella, Ospedale S. Filippo Neri, Roma, SIPNEI Lazio
DIREZIONE SCIENTIFICA
Francesco Bottaccioli, David Lazzari, Andrea Minelli , Marina Risi
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
Patrizia Rosa Rosa - segreteria.sipnei@gmail.com - Tel: 333 9716707
ISCRIZIONI
Il costo delliscrizione ( IVA inclusa ) di:
Soci SIPNEI 50 - Non soci SIPNEI 70
Studenti, dottorandi, specializzandi alla prima specializzazione e tirocinanti
usufruiranno della tariffa agevolata prevista per i soci SIPNEI Saranno richiesti
ECM per medici, psicologi, biologi, farmacisti e altri operatori sanitari.
Per iscriversi occorre fare un bonico intestato a:
SIPNEI Intesa San Paolo Ag.16 viale Parioli, 16/E, Roma
IBAN: IT 90 B 03069 05077 100000000203, specicando nella causale:
Iscrizione convegno Milano novembre 2012
LEVOLUZIONE DELLA CURA
TRA ORIENTE E OCCIDENTE
FIRENZE - Sabato
1 dicembre 2012
Auditorium Ente Cassa
di Risparmio di Firenze