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La ricerca è stata condotta su un campione di ragazzi di età compresa tra gli II e i 17 anni
(corrispondente, nella tradizione di scuola del mondo francofono, alla frequenza del Lycee) da
un'equipe internazionale di cui facevano parte, oltre all'ltalia, il Canada (l'idea della ricerca nasce
nelle università di Montreal e Sherbrooke), la Francia, il Belgio, la Svizzera, la Spagna e il Portogallo.
Tutta la documentazione (strumenti metodologici, dati grezzi, trascrizioni delle interviste) è consultabile
in Internet, URL: httR:/ /ceRad.unicatt.it/ragazziweb/. Una sintetica presentazione dell'impianto e
dei risultati è fornita, sempre in Internet, all'URL: htt : www.form r .rickson.it archivio iu-
gno/lstoria.html eh www.formare. ric n.it r hivi iu n 2risultati.html.
16 COSTRU7TlVISMO E PRAGMATlCA DELLA COMUNICAZIONE ON L/NE
Le attività preferenziali sono di due tipi: conoscitivo (in particolare l'uso dei
motori di ricerca) e ludico (scaricamento di file audio e video, navigazione di siti
per videogiocare). Le risposte di chi usa regolarmente Internet rovesciano quanto
2 438 unità in tutto, cui si devono aggiungere le 148 del campione di controllo.
MITOLOGIEDELLARETE 17
emerso, invece, dalle risposte di chi, non facendone un uso significativo, affida le
sue rappresentazioni più all'immaginazione che alla pratica in contesto.
Questo rovesciamento viene confermato dall'attendibilità che i ragazzi rico-
noscono alle informazioni reperite in Internet {i161 % le ritiene attendibili, solo il
17% avanza dei dubbi, gli altri non rispondono). Le interviste ad alcuni di loro
consentono di capire meglio questo tipo di risposta:
l/Devono essere giuste, come ad esempio il libro delle ricerche di storia. ..
non te le danno sbagliate... altrimenti te ne accorgeresti»;
I/Perche comunque sono basate su fonti vere e comunque non penso che
sia una cosa non vera. ..che siano stati lì a scrivere tutte quelle cose. ..mi fido
abbastanza».
3 Senza entrare nel merito di una questione molto complessa, è sufficiente sottolineare che si fa
riferimento a un significato del termine in cui «pubblico" significa «aperto", «accessibile a tutti". Ciò
che è pubblico in questo senso è ciò che è visibile o osservabile, ciò che si esegue alla presenza di
spettatori, ciò di cui tutti o molti possono venire a conoscenza o vedere in prima persona. [ ...J Un
atto pubblico è un atto visibile, eseguito apertamente in modo che tutti lo possano vedere; viceversa,
un atto privato è invisibile, un atto eseguito in segretezza e a porte chiuse" (rhompson, 1995, pp.
173-174). Sul concetto di spazio pubblico si possono vedere Habermas (1962) e Bobbio (1985).
18 COSTRUTT/VISMO E PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE ON L/NE
Come si può intuire, i ragazzi della ricerca riproducono nelle loro afferma-
zioni la stessa dialettica che a livello di politica internazionale si può cogliere tra
gli entusiasti del mercato e della globalizzazione e i no global. Si trova conferma
di questo dispositivo anche nelle affermazioni relative all'altra rappresentazione
condivisa della Rete, quella che la rende oggetto di un'attesa quasi messianica:
Internet «è la strada che ci guida per la nostra vita» dice una ragazzina di 14 anni;
«È un viaggio nel futuro» ribadisce una dodicenne; «Penso che Internet sia il futuro)
MITOLOGIE DELLA RETE 19
La risposta di tipo (1) è quella propria degli utilizzatori regolari, quella di tipo
(2) di chi non ha mai utilizzato Internet o l'ha solo vista usare qualche volta da
qualcuno. Ancora una volta l'esperienza diretta si contrappone all'esperienza
mediata, la rappresentazione è smentita dall'uso. Come dire che è molto facile
che la rappresentazione di chi non ha esperienza diretta del mezzo venga mediata
(dai media, come dai discorsi della società scientifica o della società adulta),
mentre tale mediazione può essere proficuamente messa alla prova dei fatti dagli
utilizzatori abituali.
Se le cose stessero in questi termini il problema sarebbe tutto sommato di
lieve entità: sarebbe sufficiente promuovere l'uso di Internet o aspettare che la sua
penetrazione sociale faccia il suo corso per vedere lentamente scomparire le sue
rappresentazioni discorsivizzate dai media in favore di quelle più «reali»promosse