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Alla Scoperta del Pianeta S

La Meditazione come Via Regia di Accesso al S: dalla Illusoriet della Materia alla Realt della Coscienza

Maria Consiglia Santillo


Vago e nebuloso l'inizio di ogni cosa, ma non la sua fine ... (Kahlil Gibran, 1883- 1931). Cosa intendiamo quando parliamo di S? Il S non si identifica con la nostra dimensione corporea, non si identifica con la nostra dimensione energetica, non si identifica con la nostra dimensione mentale: la nostra Vera Essenza, ci che Veramente Siamo. Rientrare in contatto con il nostro S tornando ad essere consapevoli della nostra vera Essenza costituisce lobiettivo di tutti i Percorsi Evolutivi al fine di orientarsi verso lAutodeterminazione. Per comprendere meglio il processo che ha portato alla falsa identificazione tra il nostro S e le varie dimensioni attraverso cui Esso si esprime, cominciamo da principio osservando come, quando il Principio Coscienziale prende corpo nel Principio Materiale, ha inizio un percorso che parte lUnit Originaria per poi articolarsi progressivamente nella Molteplicit. In principio era lUno.. E Dio cre lUomo a sua Immagine e Somiglianza..: la creazione dellUomo a immagine e somiglianza di Dio, rappresenta il Principio Unitario Originario che precede la vita cos come noi la conosciamo, il Nucleo di Energia Intelligente che, in seguito, ha dato origine allesplosione chiamata Big Bang. E poi il Principio Unitario Originario si articolato nella Dualit.. ..Maschio e Femmina li cre. La dualit il presupposto essenziale perch si riproduca la vita: essa nasce infatti dallinterazione del principio Maschile e di quello Femminile, la Coscienza che si incarna nella Materia/Energia prendendo Corpo nella dimensione Spazio/Temporale. Tale differenziazione, contenuta per allinterno di un progetto unitario originario, se da un lato

essenziale perch nasca la Vita, dallaltro costituisce il fondamento di tutte le coppie di opposti che trovano il loro potente archetipo nellOpposizione del Bene e del Male: la metafora del Mangiare il Frutto dellAlbero della Conoscenza del Bene e del Male. E a questo punto che si instaura il terreno fertile perch si realizzi il passaggio dalla condizione di Differenziazione alla illusione della Divisione. Dove c divisione sorge un vissuto di vulnerabilit: Adamo si scopre nudo e tale stato di insicurezza conduce alla condanna dellaltro percepito come il responsabile di tale condizione: E stata Lei, e al desiderio di acquisire nuovamente una posizione di sicurezza e di potere. Ci determina la perdita dello stato di beatitudine che scaturisce dal vivere in una condizione di Unione col Tutto, per entrare in un processo di differenziazione sempre pi articolato che incrementa il vissuto di divisione e quindi di solitudine e paura: il processo della Manifestazione che realizza il principio della Immanenza il quale parte dal livello dellUno Tutto per arrivare a quello della Realt Manifesta, parte dallUno per arrivare al Molteplice: la Metafora della Cacciata dal Paradiso Terrestre. I due angeli a guardia del Paradiso affinch Adamo ed Eva non possano tornare indietro, Metafora del Paradiso Perduto, esprime un principio universale molto importante: in una visione di tipo circolare, per poter tornare allorigine, il ciclo deve compiersi pienamente attraversando tutte le esperienze contemplate dal processo previsto nella dinamica del ciclo, fino alla sua conclusione. La Storia della Creazione, che si realizza attraverso il processo della Manifestazione esprimendo il principio della Immanenza, pu essere osservato, in forma traslata, anche nello sviluppo del singolo individuo: a tal proposito sempre bene sottolineare che viviamo in un Universo Olografico. Nei primi nove mesi di vita lUno. Il bambino, in questo periodo, non percepisce alcuna differenza tra mondo interno e mondo esterno: vive, infatti, in un rapporto di tipo simbiotico con la realt che lo circonda. Anche sul piano biologico il bambino, in questa fase, non dispone di un proprio sistema immunitario: sotto la protezione degli anticorpi materni. Linvestimento messo in atto in questo periodo di natura esclusivamente Narcisistica (siamo nel periodo del Narcisismo Primario) ed accompagnato da un vissuto di Onnipotenza. Dopo questo periodo, lUnit lascia il posto alla Dualit: il bambino struttura un proprio sistema immunitario diventando, sul piano biologico, indipendente dalla madre. In questo momento comincia a percepire anche la differenza tra s e la figura materna, tra il mondo interno e quello esterno. A questo punto comincia ad istaurarsi la coppia di opposti oggetti buoni e oggetti cattivi sia rispetto al mondo interno che a quello esterno: la differenziazione che va articolandosi, si struttura nellillusione della divisione che condiziona fortemente il rapporto con la realt e il tipo di relazione oggettuale che fondata, in questo periodo, sulla Idealizzazione/Svalutazione.

E in questa fase che si comincia a sentire lesigenza di difendersi dallaltro. E qui che si crea il presupposto perch, in seguito, si strutturi un S Corazzato che pu essere alla base di un vissuto e, conseguentemente, di unazione aggressiva, fino a giungere alla affermazione del proprio potere sullaltro come obiettivo prioritario (il S Corazzato lascia il posto ad un S Invidioso). In tale condizione laltro non percepito come una persona che ha bisogni, desideri, obiettivi propri: laltro ha valore solo in relazione alla sua funzione strumentale. Il superamento di questa posizione implica il completamento del processo di sviluppo che porter alla percezione dellaltro come individuo avente una esistenza indipendente e non funzionale alla soddisfazione dei proprie esigenze: una persona con bisogni, valori, desideri, obiettivi propri che vanno riconosciuti e rispettati. Questa breve analisi ci aiuta a rispondere alla domanda di Kabir Dove abbiamo imparato a dividerci cos? Perch tale confusione tra differenziazione e divisione, cos ovvia, non si evidenzia alla nostra attenzione? A causa dei Klesha (Inquinanti Mentali) trattati nei Yoga Sutra di Patanjali. Il primo Klesha, Avidya, la Nescienza, indica la impossibilit di percepire la realt nella sua vera natura a causa della mancanza di conoscenza diretta della stessa. Non siamo pi capaci di percepire lUno dietro la realt che ci circonda, non percepiamo pi lo stato di Originazione Dipendente o di Interdipendenza Funzionale di tutti i fenomeni, evidenziato dalla Filosofia Buddista. E per quale motivo ci avviene? La risposta a questa domanda la si pu rinvenire nel secondo Klesha, Asmita, lIdentificazione con lIo. Siamo, infatti, fortemente identificati con i Veicoli che consentono alla nostra Coscienza di esprimersi. Ci identifichiamo, quindi, con la nostra specie, la nostra razza, la nostra cultura, la nostra famiglia, la nostra professione, il nostro status, ecc.. Quanto pi ci identifichiamo, tanto pi ci dividiamo perch non riusciamo a vedere e concepire la possibilit di differenziarci allinterno di una dimensione unitaria che si ispiri ad un modello di tipo organico. In questa prospettiva il modello del nostro corpo insegna: un organismo che si articola in unit altamente specializzate le quali interagiscono e cooperano avendo come obiettivo linteresse della totalit .. nella consapevolezza che solo la vita del tutto pu garantire la vita di ogni singola parte. La nescienza e la condizione di divisione che origina dalla identificazione con lIo sono alla base degli altri due klesha, opposti ma complementari: Raga, lAttaccamento a ci che crea gratificazione, piacere, che si percepisce come affine e Dvesa, lAvversione per ci che procura frustrazione, dolore, che si percepisce come non affine. Attaccamento e Avversione sono il prodotto della impossibilit di comprendere la condizione di impermanenza di tutti i fenomeni che noi viviamo quando siamo in uno stato di identificazione con lIo e, al contempo, lo stato di interconnessione degli stessi: ci che in un determinato momento si percepisce come gratificante,

affine, potrebbe non essere sempre cos e, tra laltro, diverso ma non diviso da ci che si percepisce come frustrante, non affine. Lo stesso dicasi per il contrario. Prodotto degli stessi fattori anche lultimo klesha, Abhinivesa, lAttaccamento alla Vita, traducibile come Paura della Morte che costituisce il fondamento ed il nutrimento di tutte le altre paure. E da tale paura di fondo che origina il bisogno e la ricerca della sicurezza che induce un atteggiamento difensivo nei confronti dellaltro, percepito come diverso e quindi pericoloso, tanto da determinare una situazione in cui ci sono ovunque eserciti armati fino ai denti pronti a scontrarsi per motivi che, il pi delle volte, non sono veramente comprensibili neanche per loro. Dopo aver percorso il proprio cammino terreno, cammino che porta alla differenziazione che viene erroneamente sperimentata come divisione, con tutta la fatica e la sofferenza che tale cammino comporta, il circolo si conclude con il ritorno alla condizione originaria: la Metafora del Paradiso Ritrovato, il Ritorno alla casa del Padre, luogo da cui si era partiti, cio la dimensione dellUno, la dimensione della Coscienza. Tale percorso costituisce il processo della Liberazione che realizza il principio della Trascendenza. Come si realizza tale percorso a livello individuale? Non si pu assolutamente realizzare attraverso una regressione allo stato originario: ci determinerebbe una condizione di tipo patologico (Le acque in cui nuota il mistico sono le stesse in cui affoga lo psicotico): questo il motivo per cui i due Angeli messi a guardia alle porte del paradiso impediscono che si possa accedere ad esso tornando indietro. Quando lindividuo ha portato a compimento il suo sviluppo psichico con la differenziazione che questultimo prevede, sia nel mondo interno (varie istanze e dimensioni psichiche) che nel mondo esterno (riconoscimento della molteplicit e specificit dei vari oggetti esterni) e, soprattutto, quando ha integrato nella dimensione psichica i vari contenuti del processo di differenziazione, pronto per intraprendere il percorso che lo riporter alle origini concludendo il suo cammino evolutivo e chiudendo il cerchio: il processo di Individuazione che ci riporta in contatto con la nostra vera natura realizzando il Divieni ci che sei. Tale percorso, che si realizza attraverso la presa di coscienza della nostra vera essenza, permette di realizzare la disidentificazione dai vari veicoli che tale essenza utilizza per esprimersi. Al termine di questo processo, ci che rimarr il nostro S che dimora nella dimensione dellUno. Tale percorso costituisce lessenza del processo di decondizionamento, nucleo centrale della Filosofia Yoga, di quel processo, cio, che ci consente di liberarci da tutti i condizionamenti che affondano le loro radici nella dimensione duale della realt in cui viviamo. Sono proprio tali condizionamenti, a cui siamo sottoposti da ancor prima che avvenga la nostra nascita e che sono continuamente nutriti e manipolati dal Sistema di Controllo, che danno origine ai Klesha i quali creano le pi grosse distorsioni nella nostra visione della realt: una di queste , appunto, quella di

percepire la Differenziazione come Divisione. Uno dei fenomeni che si realizza durante tale percorso di coscientizzazione , infatti, proprio la neutralizzazione dei Klesha, presupposto essenziale per laccesso alla dimensione dellUno, non condizionata, non conflittuale, in quanto in tale dimensione non contemplabile la divisione. Di cosa si ha bisogno per intraprendere questo percorso a ritroso? Un Evaso che aiuti ad Evadere, qualcuno che ha gi sperimentato il percorso e possa fare da guida; La Volont di intraprendere tale percorso: laccesso a tale dimensione veramente ci che si desidera? La Conoscenza della modalit di funzionamento dei veicoli da cui si vuole prendere le distanze.

Tale percorso ci fa rientrare in contatto con i nostri Potenziali orientandoci verso lAutodeterminazione e realizzando il Processo di Individuazione. Nel corso di tale processo occorre, innanzitutto, valutare e distinguere con chiarezza, in ogni momento, ci che Sostanziale da ci che Secondario per il raggiungimento dellobiettivo. Occorre, inoltre, investire la propria energia in modo proporzionale su tutte le dimensioni della nostra vita realizzando, cos, la Legge delle Sfera. La sfera indistruttibile in quanto la forza distribuita in modo eguale su tutta la superfice: tutti i punti della superfice sono, infatti, equidistanti dal centro. Qual linsegnamento della Sfera e dellUomo Vitruviano che vi inserito? Un Nucleo Originario (il centro della sfera), tre Forze (quella che collega lalto e il basso, quella che collega il lato destro e il lato sinistro, quella che collega la parte anteriore e quella posteriore), sei Direzioni (verso lalto, verso il basso, verso destra, verso sinistra, verso avanti, verso dietro), otto Campi: quelli delimitati dalle dimensioni precedenti. Nella parte anteriore della sfera: quello in alto a destra (i progetti per il futuro relativi al mondo esterno), quello in alto a sinistra (le proiezioni per il futuro relative al mondo interno), quello in basso a destra (le concretizzazioni programmate per il futuro relative al mondo esterno), quello in basso a sinistra (le trasformazioni programmate per il futuro relative al mondo interno). Nella parte posteriore della sfera: quello in alto a destra (lesperienza relativa ai progetti programmati in passato riguardanti il mondo esterno), quello in alto a sinistra (lesperienza relativa ai proiezioni programmate in passato riguardanti il mondo interno), quello in basso a destra (lesperienza relativa alle concretizzazioni del passato nel mondo esterno), quello in basso a sinistra (lesperienza relativa alle trasformazioni realizzate in passato nel mondo interno). Leguale distribuzione della nostra energia negli otto campi appena esposti ci fa assumere le stesse caratteristiche della sfera. Quali sono gli ostacoli che pi frequentemente si oppongono alla realizzazione delle due condizioni appena espresse?

Le distrazioni esterne o interne (metafora delle sirene di Ulisse). I condizionamenti legati ai nostri Programmi Biologici. I condizionamenti Culturali, Familiari, Mediatici e Religiosi. I condizionamenti che nascono dalla nostra Storia Personale (ricordi, conflitti, traumi). I condizionamenti legati alle Distorsioni Mentali (la mente mente).

Un lavoro preventivo sugli aspetti pi conflittuali degli ostacoli appena esposti costituisce il presupposto di un cammino evolutivo orientato alla Trascendenza dei veicoli con cui siamo identificati. Analizziamo, ora, il Sistema Filosofico Yoga che fornisce informazioni molto dettagliate relativamente alla modalit di realizzazione del processo di Liberazione. Lo Yoga come Sistema Filosofico viene formulato da Patanjali nel II-III secolo D.C. ed un Sistema Filosofico Dualistico in quanto si fonda sulla differenziazione di due Principi fondamentali: il Purusha (Coscienza) e la Prakrti (Materia/Energia) Procediamo allesposizione dei primi quattro Sutra che sintetizzano lEssenza della Filosofia Yoga: 1. 2. 3. 4. Ora segue la sistematica esposizione dello yoga. Lo yoga la cessazione delle fluttuazioni della mente. Allora la coscienza dimorer nella sua vera forma, nella sua natura essenziale. Altrimenti assumer la forma di ci che riflette (assumer la forma delle fluttuazioni mentali).

Quando si parla di Fluttuazioni della Mente ci si riferisce alle Funzioni Mentali. Quali sono? Pramana: La retta conoscenza che si fonda sulla percezione, sullinferenza e sullautorit dei testi sacri. Viparyaya: lerrore, la nozione fallace derivante dalla falsa percezione che, quindi, non si fonda sulla forma delloggetto. Vikalpa: lastrazione, la conoscenza concettuale che, in quanto tale, priva di contenuto reale e quindi approssimativa. Nidra: Il sonno, quella funzione mentale che ha per oggetto la rappresentazione dellassenza (di qualsiasi oggetto, sia interno che esterno). Smrti: la memoria, la ritenzione delloggetto sperimentato. Quali sono gli strumenti per inibire le fluttuazioni mentali? Abhiasa: la costanza nella pratica.

Vairagya: il distacco. Qual il carburante che nutre le fluttuazioni mentali? I klesha (inquinanti mentali). Avidia: lignoranza nel senso di nescienza che nasce dalla impossibilit a conoscere la realt attraverso un contatto diretto. Tale klesha costituisce il terreno in cui vengono nutriti tutti gli altri. Asmita: il senso dellIo, cio lillusione della personalit che nasce dalla falsa identificazione della coscienza con i veicoli attraverso cui si manifesta. Raga: lattaccamento, che nasce dalla rievocazione del piacere in chi lo ha sperimentato. Dvesa: lavversione, che si accompagna alla rievocazione del dolore in chi lo ha sperimentato. Abhinivesa: lostinazione vitale, costituito dallinesausto attaccamento al proprio corpo (paura della morte). I Klesha si eliminano attraverso un processo involutivo: la Meditazione. La meditazione non una tecnica che si esegue o uno stato di coscienza che si raggiunge: la meditazione un atteggiamento della mente e del cuore che si apre al Mistero dellIgnoto, un atteggiamento di apertura e di esplorazione. Scopo della meditazione raggiungere uno stato di rilassamento profondo per poter esplorare il mondo interiore realizzando le trasformazioni desiderate al fine di entrare in contatto con il vero S. Gli otto livelli del percorso Yoga enumerati da Patanjali sono: I Yama (precetti negativi), costituiscono indicazioni relative al rapporto con gli altri: Ahimsa: non violenza, la rinuncia alla violenza a tutti i livelli e in tutte le sue forme. Satya: non mentire, laderenza alla verit, allautenticit a tutti i livelli. Asteya: non rubare, non appropriarsi di ci che non viene liberamente dato. Brachmacarya: astensione dalla sessualit (scelta monastica) o sessualit vissuta in modo non conflittuale (scelta laica). Aparigraha: non possedere nel senso di non nutrire il desiderio di afferrare e quindi la bramosia. II Niyama (precetti positivi), sono indicazioni relative al rapporto con s stessi:

Sauca: purezza, si riferisce alla necessit di purificare tanto il corpo quanto la mente dalle scorie accumulate. Samtosa: accontentarsi nel senso di non inseguire continuamente oggetti esterni. Tapas: ascetismo, che ha lobiettivo di rendere la mente meno schiava dalle esigenze del corpo attraverso un cammino di decondizionamento che prevede delle azioni che si oppongono a ci che naturalmente siamo inclini a fare. Svadhyaya: conoscenza di s che conduce alla conoscenza del S e si realizza attraverso lo studio di s tessi, lo studio dei testi concernenti la liberazione, la recita del mantra (tre significati attribuiti al termine). Ishvara-Pranidana: abbandono ad una dimensione superiore che presuppone labbandono del proprio Ego. Yama e Niyama rappresentano il fondamento del percorso Yoga in quanto ne rappresentano, al contempo, il punto di partenza e di arrivo. III Asana: postura del corpo, possiamo dire che una postura del corpo diventa asana quando la forma esterna esprime una realt interiore svelandola. Le uniche indicazioni di Patanjali relative allasana sono che deve essere stabile e agevole per poter essere mantenuta a lungo. Ci si raggiunge attraverso il rilassamento nello sforzo e la immedesimazione nellinfinito. A questo livello il lavoro si svolge prevalentemente su Anna-Maya Kosha (corpo fisico). IV Pranayama: controllo del prana attraverso luso di tecniche respiratorie. Se lasana praticata con successo, produce una internalizzazione della coscienza. Attraverso la pratica del pranayama si procede alla stimolazione energetica del continuum interiore cos formatosi per realizzare il superamento degli opposti. A questo livello il lavoro si svolge prevalentemente su Prana-Maya Kosha (corpo pranico). V Pratyahara: ritiro dei sensi dagli oggetti esterni e dagli oggetti interni. Per la sua specificit da segnalare la tecnica di Antar Mouna che si articola in 5 livelli: Primo livello: portare la mente dallinterno allesterno e viceversa assecondando un suo movimento spontaneo fino al punto in cui la stessa si ferma. Secondo livello: lasciare emergere il subconscio attraverso un flusso libero e spontaneo di immagini. Terzo livello: richiamare volontariamente, tra quelle che si sono presentate nel livello precedente, unimmagine negativa per poi eliminarla con luso della volont. Quarto livello: richiamare volontariamente unimmagine positiva per poi eliminarla sempre con luso della volont.

Quinto livello: spostare la consapevolezza sulla presenza di contenuti periferici della coscienza che richiamano lattenzione senza lasciarli entrare. A questo livello il lavoro si svolge prevalentemente su Mano-Maya Kosha (corpo mentale inferiore) che riguarda la conoscenza concettuale, coordina i sensi e attiene a tutto ci che riguarda il mondo psichico: pensieri ed emozioni che si alimentano a vicenda, identificazioni, conflitti, ricordi e memorie. VI Dharana: attenzione, localizzazione della mente in un luogo che richiede continui richiami: un flusso di attenzione non costante. Ostacoli alla concentrazione: Fisici Energetici Emozionali Mentali Velocit dei pensieri Assenza di risultati Distrazioni Preoccupazioni

Rimedi per gli Ostacoli alla concentrazione: Conoscenza del funzionamento della mente. Perseveranza: come con il tiro con larco, tutti i tiri falliti hanno costituito la preparazione che rende capace, poi, di fare centro. Progressione: domare la mente come domare il cavallo selvaggio e, quindi, richiede tempo e metodo. Autoconvinzione: la fede che alla fine si raggiunger il risultato. A questo livello il lavoro si continua a svolgere prevalentemente su Mano-Maya Kosha. VII Dhyana: meditazione, continua fissit della coscienza in un luogo: a questo livello il flusso di attenzione costante. Loggetto meditativo occupa tutto lo spazio della coscienza. Si tratta di uno stato che deve determinarsi spontaneamente. A questo livello il lavoro si svolge prevalentemente su Vijnana-Maya Kosha (corpo mentale superiore) che riguarda lintelletto puro capace di discernere e lintelligenza intuitiva. VIII Samadhi: estasi, completa identificazione con loggetto meditativo.

Vi sono due tipi di samadhi: Sabija Samadhi (samadhi con seme), Samadhi con un oggetto meditativo, che si articola in quattro livelli: Sa-Vitarka: percezione delloggetto nei suoi elementi grossolani allinterno della localizzazione spazio-temporale. Nir-Vitarka: percezione delloggetto nei suoi elementi grossolani senza localizzazione spazio-temporale. Sa-Vikara: percezione delloggetto nei suoi elementi sottili allinterno della localizzazione spazio-temporale. Nir-Vikara: percezione delloggetto nei suoi elementi sottili senza localizzazione spaziotemporale. Nirbija Samadhi (samadhi senza seme), Samadhi senza oggetto meditativo, a cui si accede dopo aver esaurito i livelli precedenti. Infine esiste un Samadhi di ordine superiore: il Dharma Megha Samadhi il quale costituisce lo stato che consente di fare il salto verso il S. A questo livello il lavoro si svolge prevalentemente su Ananda-Maya Kosha (corpo della beatitudine). Tale percorso descritto molto bene dallaforisma sufi di Abdulhalik il quale afferma Il tuo viaggio diretto verso la tua terra natia. Ricordati che stai viaggiando dal mondo delle apparenze verso il Mondo della Realt.

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