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I L
F U T U R O
H A
R A D I C I
A N T I C H E
IL PANTHEON ITALIANO
SIDDHARTHA/GOMBRICH
Budda, filosofo
di PAOLO PECERE
Larmata di Grillo
Radiografia del MoVimento Cinque Stelle
Uno strumento essenziale per capire cos, e soprattutto cosa diventer, quella che ormai una delle pi importanti forze politiche del Paese.
Di Matteo Pucciarelli - Edizioni Alegre, pag. 128, 12,00 euro
La guerra media
di 404: FILE NOT FOUND Come sopravvivere ad un libro desordio di grandissimo successo commerciale e vincitore di diversi premi letterari, Strega e Campiello su tutti? Dopo La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano prova a rispondere a questa domanda con Il corpo umano, romanzo corale su un plotone di soldati italiani stanziato in Gulistan nel 2010, durante la guerra in Afghanistan. In apparenza, dunque, ci troviamo agli antipodi delluniverso umano del primo romanzo. Giordano sceglie uno scenario finzionale e una forma romanzesca, quella del romanzo di guerra, estremamente ambiziosi. SEGUE A PAGINA V
Centinaia di Buddha di diverse grandezze, illuminati da aureole lampeggianti, circondano lenorme stupa dorato a forma di campana dello Schwedagon Paya di Yangon. Lo sguardo salta tra padiglioni e altari tuttintorno e, anche se questa moltiplicazione di statue rievoca forse le molteplici incarnazioni del Buddha (pi di 500 secondo la tradizione), rimane un senso di profonda incomprensione. Centinaia di birmani suonano campane, lavano le statue o siedono in meditazione, producendo soltanto un bruso ovattato. SEGUE A PAGINA III
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II
ASCETISMO POSTMODERNO
Reality, francescano
di GIUSEPPE ZUCCO Di tutti i commenti che hanno tratteggiato linevitabile scia dietro il varo di Reality, il nuovo film di Matteo Garrone, ce n uno parecchio persistente. Il film sarebbe arrivato fuori tempo massimo. Per essere davvero incisivo carico di indignazione, palpitante di una denuncia sociale avrebbe dovuto sfilare nelle sale quando il fenomeno mediatico del Grande Fratello piantava la sua bandierina sulle vette dellauditel. Il ragionamento molto curioso. Se da una parte eleva lindignazione e la denuncia a valori estetici su cui fondare il giudizio critico, e quindi parte della fortuna di un film, dallaltra vorrebbe il lavoro dei registi completamente appiattito sullorizzonte circoscritto dellattualit. A misurare la storia del cinema con questo metro, unopera come Apocalypse now di Francis Ford Coppola del 1979 sarebbe dovuta essere squalificata, per non dire di Full Metal Jacket di Stanley Kubrick i cui vagiti risalgono al 1987: i venti di distruzione e paranoia della Guerra del Vietnam, infatti, spirarono dal 1960 al 1975. Ma un commento del genere cos appuntito che finisce per centrare un bersaglio quando ne ha appena mancato un altro. Effettivamente, in Reality crepita qualcosa di fuori tempo massimo: il sacro, nella versione cristiana. In un paese secolarizzato come lItalia, dove le cattedrali sono visitate pi dai turisti che dai fedeli, e le compiaciute ammissioni di colpa sono subentrate allatto di dolore, e le sedute psicanalitiche hanno aggiornato le pratiche della confessione, e il pi alto dei cieli quotidianamente intellegibile grazie a sofisticate tecnologie meteorologiche, Garrone, dirigendo alla perfezione Aniello Arena, ci consegna un personaggio folgorante proprio perch i gesti che compie - gesti che lo avvitano sul piano lucidissimo della psicosi - sono guidati dal timor di Dio. Non azzardato definire questo film, pi che religioso in senso lato, francescano: Luciano, il protagonista, proprio per entrare nella casa pi spiata al mondo, rompe con i propri familiari, si spoglia di tutto donando i propri averi ai poveri, parla con frate grillo rimpinguando le figure presenti nel Cantico delle creature. Nel film di Garrone il controllo sociale non si traduce pi nellocchio meccanico ma profondamente umano delle telecamere di sorveglianza di Truman Show, quanto nellocchio indecifrabile di Dio che scruta lintera vicenda dallalto, come le illuminanti inquadrature di apertura e chiusura suggeriscono. Tanto che il pensiero viene pure: la lente deformata del reality, qui in Italia, sembra restituire pi unimmagine del nostro passato che una visione, apocalittica o meno, del nostro futuro. Se questo accade, per, anche perch il genere televisivo che Garrone indaga il signore indiscusso del piccolo schermo negli anni duemila gi affonda le proprie radici in un territorio lontano nel tempo e del tutto legato alle consuetudini religiose. Prendendo alla lettera le parole di Guy Debord, lo spettacolo la ricostruzione materiale dellillusione religiosa, non dovremmo meravigliarci se in fondo i concorrenti dei reality non fanno altro che rinverdire le forme attraverso cui i mistici medioevali sperimentavano lascesi. Le interruzioni dei ritmi naturali, le veglie, linversione del giorno e della notte, il digiuno, lastinenza sessuale, in molti casi la sopportazione del dolore, fisico e sentimentale insieme, fanno di questi concorrenti particolarmente disinibiti e ricercatamente spontanei la perfetta riproposizione postmoderna degli asceti con la differenza che i primi, auspicando la redenzione, si ritiravano in un eremo sperduto, in un monastero inaccessibile, mentre la loro versione secolarizzata, rincorrendo visibilit e successo, occupa uno spazio predisposto sulla scena globale dei media, totalmente esposti allattenzione morbosa sia del broadcaster sia degli spettatori. Certo, la condotta di vita dei concorrenti non sar metodica, le regole costanti, limperturbabilit ai richiami mondami assicurata, per del tutto impossibile cancellare le tracce, i segni, le soluzioni, che lascesi consegna a chi la pratica. Del resto, gi Max Weber nella Sociologia della religione faceva notare come la dimensione ascetica avesse avuto un ruolo fondamentale nella modernizzazione e razionalizzazione delle societ occidentali. Nello schema di Weber, gli asceti sono un gruppo sociale che, attraverso una maggiore disciplina e il controllo del proprio corpo, sperimenta e poi introduce in seno alle societ dei mutamenti decisivi. Senza gli asceti, non ci sarebbero stati i Puritani una comunit morigerata nei consumi, puntuale sul lavoro, rigorosamente casta, votata al successo solo per intercessione divina - senza i Puritani, non si sarebbe avverato lo spirito del capitalismo, prima di allargarsi alla borghesia ottocentesca, dice Weber. Gli stili di vita corporei, una volta estesi dal piccolo gruppo ai grandi insiemi, anche se in una soluzione sempre pi diluita, non farebbero altro che contribuire alla diffusione di una particolare forma economica. Allora, sebbene inconsapevoli, pronti una volta fuori dalla prigionia di una casa o di unisola a conquistare i set e le location, proprio perch immediatamente e universalmente esposti agli occhi di tutti, cosa ha introdotto questa avanguardia di asceti postmoderni, oggi? In particolare, un modello di disciplina e una rappresentazione del corpo indifferente alla privacy, poco avvezzo al pudore, confusionario in fatto di pubblico e privato, docile al regime di visibilit assoluta cio, la benzina che alimenta il motore su di giri del capitalismo 2.0 della Silicon Valley, di Google, dei social network come Facebook e Twitter. Cos, anche se Luciano alla fine di Reality appare escluso dalla grande macchina spettacolare, in realt, proprio per questa pervasiva e insostenibile trasparenza dellessere, ne risulta completamente integrato e se ride, ride per lo sconcerto e il disorientamento.
La santit di Antigone
di NICOLA LAGIOIA Lei non minteressa. Un uomo non pu rivolgere queste parole a un altro uomo senza commettere crudelt e ferire la giustizia. Inizia cos La persona e il sacro, momento estremo della riflessione religiosa e filosofica (e politica) di Simone Weil a Londra, parte di un gruppo di saggi scritti nei suoi ultimi mesi di vita quel 1943 che fece dellEuropa la voragine del mondo e ora riedito meritoriamente da Adelphi. Non esiste paradosso logico, non c vertigine sostenuta dalla contemporaneit e non c scandalo del costume o della cronaca che riesca a gareggiare con questa ragazza quando decide di tuffarsi sotto il piombo del discorso istituzionale (cio statale o confessionale, oggi diremmo pubblicitario per esaurire entrambi) ed costretta dalla propria umilt a mettere in crisi tutto ci che il nichilismo annidato nel nostro orecchio interno operando alacremente per il bene, cio volendo sempre il male ci aveva suggerito a proposito di convivenza, diritto, lavoro, democrazia. Non brandisce la spada di Giovanna dArco, Simone Weil, ma la follia indifesa, lottusit infantile di Antigone contro il buonsenso militarizzato di Creonte, e comincia questo prezioso libro dalla nostra parte ultima, secondo lei la pi importante. Qualcosa in fondo al cuore di ogni essere umano, scrive, nonostante lesperienza dei crimini compiuti, sofferti e osservati, si aspetta invincibilmente che le venga fatto del bene e non del male. Quando il male colpisce, per, non questa la parte che protesta. Non la parte che rivendica, o che prova a organizzarsi per difendersi e contrattaccare. Lo scandalo ontologico privo di una voce udibile allesterno, poich non basta unoffesa alla persona e ai suoi desideri per farlo sgorgare. Quel grido sgorga sempre per la sensazione di un contatto con lingiustizia attraverso il dolore. Spesso si alzano anche grida di protesta personale, ma quelle non hanno importanza; se ne possono provocare a volont senza violare alcunch di sacro. Ci che sacro, lungi dallessere la persona, quello che in un essere umano impersonale. Per Primo Levi gli unici veri testimoni della Shoah sono coloro che ne I sommersi e i salvati egli definisce musulmani, cio proprio chi per assurdo non potrebbe pi riferire nulla, quelli che non sono tornati, o che, avendo visto in faccia la Gorgone, sono tornati muti. Per un analogo e fraterno paradosso, i calpestati di Simone Weil, i suoi umiliati e offesi non sono in grado di alzare in modo comprensibile un lamento n di lanciare il grido di speranza che pure appartiene alla parte sacra e impersonale: questo sentimento abita dentro di loro, ma giace cos inarticolato che essi stessi non sono in grado di discernerlo. Lesempio portato dalla Weil quello del ladruncolo semianalfabeta che balbetta intimidito davanti al giudice, il quale, seduto comodo sopra il suo scranno, pronto a colpirlo col maglio di una legge consustanziale al mondo che l'ha portato a errare. Se le vittime della violenza anche di quella istituzionalizzata non hanno voce, a propria volta, quasi immancabilmente, i professionisti della parola sono del tutto incapaci di dargli espressione dal momento che i loro privilegi (i gerani della sovrastruttura) si fondano sullo stesso potere che lorigine della violenza. Quando il ceto intellettuale sta difendendo pubblicamente gli ultimi, non sta forse, nove volte su dieci, lottando per ribadire la propria forza? qui che il ragionamento della Weil comincia a diventare inaccettabile per il nostro volenteroso sostegno a una libert democratica che non preveda nulla sopra se stessa, e dunque scandalosamente interessante per quella parte che, ben pi nascosta, sospetta per ci che la riguarda uninfelicit di secoli legata a un problema strutturale. Se tirannide e dittatura sono orrende in s, lo stato di diritto lo indirettamente, poich i vantaggi portati della sua certezza sarebbero in realt legati a un dominio e a un potere e dunque a una violenza originaria. Il suo progenitore lantica Roma (vera culla del diritto) con tutta la sua prepotenza, mentre al contrario i Greci non possedevano la nozione di diritto. Qui si ritorna a Antigone la quale, incarnando la giustizia, ne il rovesciamento: se diciamo a qualcuno che sia capace di intendere ci che mi fa non giusto possiamo scuotere e destare alla sorgente lo spirito dattenzione e damore. Non capita la stessa cosa con parole quali Ho il diritto di Lei non ha il diritto di; esse racchiudono una guerra latente e destano uno spirito bellicoso. Dal momento che il sistema su cui poggiamo sarebbe intrinsecamente malvagio, il progressismo non pu sperare di colpirlo dallinterno senza farsene minare. Se le fabbriche (oggi si potrebbe dire la stessa cosa del terziario) si fondano su un meccanismo che tradisce lessenza delluomo, lo ricatta, ne calpesta la parte nobile, non alleviando il carico (il quale va alleviato a prescindere) che si risolve il problema: immaginiamo che il diavolo stia comprando lanima di uno sventurato e che qualcuno, impietosito nei riguardi dello sventurato, intervenga nel contraddittorio e dica al diavolo: vergognoso da parte sua offrire questo prezzo; loggetto vale almeno il doppio. Come ogni pensiero vertiginoso e radicale, quello della Weil si presta alla strumentalizzazione dei criminali e dei poveri di spirito. Fuori dal diritto positivo c' alternativamente la grazia o la barbarie, e sotto le pelli d'agnello dell'amore cristiano la seconda ha acceso roghi e versato sangue. E tuttavia, come non farsi venire il sospetto che secolarizzare definitivamente i nostri sistemi quali si sono sviluppati dall'Europa alla Cina (democratici, capitalistici, finanziari, repubblicani, tecnocratici, popolari) significhi non riconoscervi nulla di ulteriore, e dunque farne una pericolosa religione? Cos, se proprio non si vuole accogliere la rivoluzione di Simone Weil in termini di salvezza cristiana (" inimmaginabile San Francesco d'Assisi che parla di diritto") lo si faccia in chiave evolutiva. Amore, cura, gratuit e generosit presuppongono per l'essere umano uno stadio di sviluppo (e di possibile felicit) superiore a quello attuale, dunque dovrebbe essere (provocazione per provocazione) persino nella nostra natura prometeica il volerlo raggiungere a ogni costo. Ma il mondo, come sta organizzandosi all'inizio del XXI secolo, chiede il contrario.
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III
DA SIDDARTHA A GOMBRICH
Lorenzo Maccotta, Salvatore, 2011: # 3. Stampa inkjet, 90x72 cm do cui lo scopo della vita umana partecipare attivamente al compassionevole funzionamento delluniverso, arricchendo e intensificando il dinamismo creativo della vita? Listituto si riferisce alle dottrine del monaco giapponese Nichiren Daishonin. Ma la lettura del testo di riferimento commentato da Nichiren, il complicato Sutra del Loto (composto nei primi secoli dellera cristiana), non aiuta a diradare la difficolt, che peraltro non impensierisce gli aderenti al gruppo. Chi ha partecipato alle riunioni di Soka Gakkai, gruppi dascolto tra persone ispirate da fede e deluse dal cristianesimo, sa che si tratta di un insegnamento pratico volto al miglioramento della vita, basato sulla recitazione ruggente di un mantra. La rivista dellIstituto si chiama Nuovo Rinascimento. Qui il controllo della mente non serve a sottrarsi al processo doloroso della vita; al contrario, la coscienza della morte rende possibile il rinnovamento e una nuova crescita e pu farci vivere senza paura, con forza, chiarezza di propositi, e gioia. Si parla di buddit come di un ottimismo della volont, si respira unaria calvinista. Di statue del Buddha non c traccia. Una bussola per orientarsi la offre oggi in un libro di Richard Gombrich (appena tradotto da Adelphi), Il pensiero del Buddha. Gombrich mira a ritrovare il pensiero originale del Buddha, provando a risalire i secoli di tradizione orale che separano la predicazione dalle prime trascrizioni dei sermoni. Il Buddha presentato come un pensatore critico rispetto alla religione del suo tempo: se il panteismo dei brahmani intriso di ritualit e metafisica, lascetismo radicale, per laltro verso, una pratica eccessiva. Ci che conta la comprensione dellesperienza, che il Buddha propone usando gli stessi termini della tradizione e rovesciandone spesso i significati (qualcosa di simile a quanto accadr con lebreo Ges Cristo). Il Buddha si propone come un medico il chirurgo che rimuove la freccia della sete il cui scopo la guarigione: egli invita pertanto a valutare le sue parole in base allefficacia, senza avvolgersi in inutili difficolt: le mie parole sono come un serpente: se le afferrate nel modo sbagliato possono farvi male. Il nirvana non uno stato mistico di annullamento della coscienza, ma al contrario la sola piena coscienza delle cose cos come sono. La difficolt di esprimerlo non nasce da qualche mistero sovrannaturale, ma dal fatto che il linguaggio stesso, parte integrante della consueta visione del mondo, con le parole ripete sempre vuoti concetti e non riesce a esprimere perfettamente un processo perfettamente fluido, che non contiene nessuna cosa permanente. Buddha appare alla fine come un saggio mondano, pi laico di molti superstiziosi discepoli antichi che lhanno divinizzato, che rifiuta la speculazione metafisica. Paragona i monaci brahmani, convinti dellunit tra anima individuale e Dio, a chi ami una bella donna che non ha mai visto, senza sapere chi sia e dove viva. Le analisi di Gombrich sono sicuramente discutibili, bisogner ritornarci, ma agiscono con efficacia sullimmagine del Buddha, che paragonato pi volte ai filosofi greci. Con la sua logica scettica e i suoi interessi etici, mi sembra ora un filosofo ellenistico. Ecco un punto di familiarit, da cui ripercorrere le storie parallele dellOccidente e dellOriente: Buddha ci parla come un antico filosofo pagano. Letto Gombrich torno a Siddartha, e poi rieccomi seduto nella pagoda silenziosa. Allimprovviso mi coglie lo stupore che i birmani adorino questo Buddha scettico, che smette di promettere miracoli e guarda in faccia la vita con rigore logico. Ma certo, quale delle infinite versioni avranno in mente? Una famiglia apparecchia la cena e comincia a mangiare sul pavimento del tempio. Un gatto viene a curiosare. Un Buddha dorato sorride in una luce che pare un presepe. Allimprovviso mi rilasso: mi sento ancora ospite in casa altrui, ma in fondo prima o poi dobbiamo lasciare ogni casa. Incrocio le gambe in precario equilibrio. Questo non il nirvana, ma una pace. PAOLO PECERE
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IV
DA OCONNOR A BOMBACARTA
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VI
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VII
La musica liquida
di ALBERTO PICCININI Venti anni fa il gruppo MPEG-1, formato da rappresentanti delle principali industrie audio e video mondiali e presieduto dallitaliano Leonardo Chiariglione, metteva a punto il formato digitale che avrebbe cambiato per sempre la diffusione, lascolto, larchiviazione della musica registrata: lMPEG-1 layer 3, noto a partire dalla seconda met degli anni 90 come mp3. Anniversari veri e propri non ce n. C una canzone: Toms diner di Susanne Vega. La tenera ballata una donna guarda la vite degli altri scorrerle davanti mentre prende un caff al bar e aspetta il treno fu usata dai ricercatori per accordare gli algoritmi. E c lintera lista della musica suonata nei primi test dascolto: Mountain o thing di Tracy Chapman, un concerto di Haydn, All of languages di Ornette Coleman, fuochi dartificio, nacchere, una voce duomo. Il formato del compact disc (80 minuti circa) era stato calibrato dieci anni prima dagli executive della Sony sulla lunghezza della Nona Sinfonia di Beethoven. Lidea di scegliere musica che non suscitasse reazioni negative () e fosse degna di contemplazione estetica, suggerisce la ricerca di un isomorfismo tra la musica stessa e il sistema, nota Jonathan Sterne, professore alla McGill University, esperto di storia della riproduzione del suono, nel suo volume Mp3-the meaning of a format (Duke University Press, 12 dollari e 45). Il libro unaffascinante indagine sulleredit culturale nascosta nel formato che usiamo per ascoltare musica sul computer o nei lettori portatili, che ha sostituito cd e vinili del secolo scorso. Lmp3 nacque per riprodurre musica di buon gusto. Musica legittimata avrebbe detto Pierre Bourdieu, profondamente classista secondo lestetica del filosofo francese. Aggiungeremmo: etnocentrica. Prova ne il fatto che uno dei punti deboli del formato, ancor oggi, la riproduzione di alcuni suoni percussivi. possibile tracciare una linea tra gli esperimenti delle compagnie telefoniche americane di inizio secolo, le ricerche di psicoacustica degli anni 50, la teoria quantitativa della comunicazione di Shannon-Weaver, e lmp3. Il processo di digitalizzazione della voce umana (poi dei suoni) stato un capolavoro del capitalismo avanzato: si trattava di comprimere al minimo le informazioni da fare arrivare allutente, sfruttando le ricerche sulla percezione uditiva, in modo da risparmiare spazio sul canale (il filo telefonico, la capacit di calcolo dei computer) e consentire cos il maggior numero e pi redditizio di scambi.Afferma un curioso paradosso: non siamo noi che ascoltiamo lmp3, lmp3 che ascolta noi. Pochi sanno che gli esperimenti sulla telefonia di inizio secolo vennero condotti usando il nervo uditivo di gatti vivisezionati (curiosamente, proprio un gatto con una cuffia in testa stato il simbolo del primo sistema che diffuse lmp3 su tutti i computer: Napster). La compressione digitale dello spettro sonoro, a scapito della sua qualit assoluta, ancor oggi scatena le ire dei musicisti. Neil Young ha da tempo ingaggiato una battaglia personale contro il suono secco dellmp3. Molti appassionati sono tornati ad ascoltare con suprema snobberia il vecchio vinile. Oggi il migliore mp3 ha una fedelt pari a un quinto di quella del cd, ed incomparabile con la qualit del vinile analogico. Ma attraverso lmp3, gi vecchio rispetto allmp4 di Apple, ma riproducibile da tutti i computer, sono passate le due rivoluzioni che cambiano per sempre il volto della musica registrata: la fine dellalta fedelt e la pirateria. Negli anni 50 e 60 larrivo nei salotti degli impianti stereofonici tracci uno spazio per lascolto concentrato della musica (per lo pi maschile), contrapposto allo spazio femminile e lo-fi della televisione. Negli anni 80-90 la portabilit degli impianti, dal walkman fino alli-pod, lascolto in cuffia e la diffusione della musica in mille rivoli multimediali (dai videogiochi al cinema), hanno eliminato quasi completamente quello spazio. Si creata una forma diluita, interconnessa, portatile, persino inconscia di esperienza sonora. La televisione nota Sterne ha vinto. Se doveroso ripensare a unestetica della musica nellera digitale, pi cauto dovrebbe essere aggiunge lo studioso il giudizio sullimpatto rivoluzionario della pirateria, resa possibile dallinvenzione dellmp3. Se il peer-to-peer o i siti di upload hanno effettivamente tolto alla musica il suo status di cosa (e prodotto), da comprare e collezionare, e alle case discografiche la loro stessa ragione di esistenza, non per questo hanno sottratto la musica stessa alleconomia di mercato. Lo scambio di mp3 non un dono, sociologicamente parlando: troppo labile la comunit di utenti che si incontra su siti come emule, veri e propri non-luoghi della Rete. un nuovo mercato. Il fuoco si sposta dalla produzione-distribuzione al consumo immediato: le industrie di hardware, guadagnano dalla pirateria pi di quel che le industrie discografiche perdono (e spesso fanno parte degli stessi conglomerati). Lesperienza delli-tunes di Apple contiene in s tutte le contraddizioni della prossima fase: in mancanza di un supporto fisico la musica viene legittimamente noleggiata allacquirente e solo a lui (questo lo ha scoperto lattore Bruce Willis, che voleva lasciare la sua collezione di musica digitale in eredit ai figli). Nei sistemi come Spotify, non viene neppure archiviata sul proprio pc. In questo modo, il possibile controllo sui contenuti appare potenzialmente ancor pi devastante di quel che fu per i dischi e i cd. La liquidit dellmp3 tale che non ci si posti il problema della sua conservazione. Non esiste una Biblioteca del Congresso che raccolga gli mp3, come i 78 giri di inizio secolo. Appesi agli algoritmi dei sistemi di compressione, circondati dalla musica come panorama, potremmo perdere tutto, allimprovviso. Proprio come perdiamo la rubrica allarrivo di un nuovo modello di telefono, o i dati archiviati su un disco rigido invecchiato. Come lacrime nella pioggia. una citazione.
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VIII
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