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Un cambiamento radicale
Sommario DO, RE, MI FA, SOL, LA e SI sono i nomi italiani delle note musicali ma oltre a queste sette note ve ne sono altre, inframezzate tra le precedenti, a disposizione dei musicisti. Linsieme di note principali e di note intermedie che porti da un suono ad un suo immediato omonimo pi` acuto, o grave, costituisce una scala musicale di dodici suoni. La u distanza tra ciascuno di questi ` sempre la stessa, si chiama semitono e e costituisce lunit` minima nel sistema musicale occidentale. In queste a pagine cercheremo di chiarire come sia nata questa unit` minima e con a quali siano le sue caratteristiche.

Quattro meno uno (2012)

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Il monocordo

Si suole dire che la musica sia un linguaggio universale ma per certi versi ci` o non potrebbe essere pi` sbagliato. Sebbene questa nobile arte sia praticata in u ogni angolo della Terra, ad ogni livello sociale e culturale, e proprio per questo sia un tratto comune dellintero genere umano, essa presenta caratteristiche molto diverse legate a fattori geograci, storici ed estetici. Un esempio su tutti ` la musica microtonale indiana in cui sono presenti suoni la cui distanza e relativa risulta minore di un semitono, ovvero dellunit` minima per la musica a occidentale. Rimaniamo allora nel Vecchio Continente e rivolgiamo la nostra attenzione allevoluzione del nostro sistema musicale in alcune delle sue tappe, cominciando dallantica Grecia e precisamente presso la scuola pitagorica. Prima di proseguire oltre precisiamo alcuni concetti che ci saranno utili nel discorso che seguir`. Un corpo in vibrazione causa delle variazioni di presa sione (compressioni e rarefazioni alternate) nellaria che lo circonda che possono essere percepite, entro certi limiti, dal nostro apparato uditivo: questo fenomeno ` quello che chiamiamo suono. La natura delloggetto vibrante e (materiale, forma, etc.) determina il timbro del suono, mentre il numero di vibrazioni per secondo eettuate dal corpo ne determiner` la frequenza, acuta a (molte vibrazioni) o grave (poche vibrazioni). Esistono precise leggi siche che consentono di correlare le propriet` di un corpo con le frequenze che esso a pu` generare quando viene messo invibrazione; nello specico se volessimo o trattare il caso di una corda tesa si ha la seguente Denizione 1 A parit` di diametro e tensione, pi` una corda ` corta tana u e to pi` acuto sar` il suono prodotto; allaumentare del diametro, mantenedo u a tensione e lunghezza, si avranno suoni via via pi` gravi; ssati lunghezza u e diametro, laltezza del suono prodotto ` direttamente proporzionale alla e tensione della corda. Proprio basandosi su queste caratteristiche, Pitagora di Samo eettu` alcuni o esperimenti alla ricerca di una struttura che potesse descrivere e denire i canoni musicali. Fissando una estremit` di una corda ad un tavolo e laltra a estremit` ad un peso in modo da metterla in tensione, la lunghezza della stesa sa poteva essere variata semplicemente cambiando la posizione di un cuneo mobile. Grazie a questo strumento, chiamato monocordo, era possibile con2

frontare diversi suoni, pi` precisamente le loro frequenze, attraverso la misura u della lunghezza dei corpi vibranti. Pitagora si accorse che alcune coppie di suoni risultavano particolarmente gradevoli allorecchio, suoni consonanti, mentre altri non lo erano per nulla, suoni dissonanti. In particolare stabil` che consonanti risultavano intervalli di ottava e di quinta giusta, come li chiameremmo con linguaggio moderno, ma non solo: confrontando le lunghezze relative delle corde che determi(a) Due note a disnavano tali intervalli si accorse che il primo tanza di unottava. generava un rapporto di 2 : 1 ed il secondo un rapporto 3 : 2. Spieghiamo meglio: si consideri una nota come ad esempio il LA a 440Hz (il LA del diapason, tanto per in(b) Due note a distenderci). Se raddoppiamo la sua frequentanza di una quinta giusta. za otteniamo un LA a distanza di unottava esatta, ovvero il rapporto tra la seconda nota ed il primo LA ` esattamente e 2 : 1, o semplicemente 2. Analogamente, moltiplicando per 3 il nostro LA si 2 ottiene un MI, una quinta pi` in su. Ovviamente si pu` pensare di dividere u o per tali valori la frequenza della nostra nota, ottenendo suoni di unottava e di una quinta pi` bassi. Ribadiamo che Pitagora non ragionava in termini di u frequenze ma di lunghezze di corde, nel qual caso questi rapporti risultano invertiti: se nel nostro sistema musicale una quinta giusta ha una frequenza che ` i 3 di quella della fondamentale, la lunghezza della corda che produce e 2 tale suono risulta i 2 della lunghezza della corda della fondamentale. Pitago3 ra costru` unintera scala in cui le ottave e le quinte risultano consonanti (vedi tabella 1), la scala pitagorica appunto, semplicemente combinando ottave e quinte giuste.

La scala, gradino dopo gradino

Per capire meglio come unintera scala (diatonica) si possa costruire da una nota con sole due mosse, proviamo a ricreare la tabella 1. Prima di iniziare sono doverose alcune precisazioni sulla scrittura che utilizzeremo. Innanzitut-

Nota

Operazioni 1 fA4 9 fA4 8 81 fA4 64 4 fA4 3 3 fA4 2 27 fA4 16 243 fA4 128 2 fA4

Frequenza 440 Hz (fA4 ) 495 Hz (fB4 ) 556.875 Hz (fC 5 ) 586.67 Hz (fD5 ) 660 Hz (fE5 ) 742.5 Hz (fF 5 ) 835.3125 Hz (fG 5 ) 880 Hz (fA5 )

Tabella 1: La scala pitagorica costruita partendo dalla fondamentale LA a 440 Hz (A4 in notazione scientica). Le note della scala si ottengono mediante moltiplicazioni e divisioni per 2 e 3 nellordine indi2 cato dalle operazioni nella seconda colonna, corrispondenti ad intervalli ascendenti e discendenti di ottava e quinta giusta. Combinando questi salti ripetutamente ` e possibile ottenere le frequenze di ogni nota della scala diatonica per una specica ottava conoscendo solo la fondamentale di riferimento.

to in tutta la sezione parleremo di quinta intendendo un intervallo di quinta giusta e di ottava per indicare un intervallo di ottava, unimprecisione verbale ma che render` pi` scorrevole il discorso generale. Inoltre utilizzeremo a u la notazione scientica dellaltezza proposta nel 1939 dallAcoustical Society of America: ogni nota nello spettro udibile (20-20000 Hz) viene indicato dal nome anglosassone della nota (C, D, E, F, G, A e B sono gli equivalenti da DO no a SI) associandolo allottava di appartenenza indicata da un numero da 0 a 9. Il DO centrale del pianoforte corrisponde a C4 e di conseguenza il LA a 440 Hz risulta A4. Inne scriveremo in su e in gi` per indicare intervalli u ascendenti o discendenti dalla nota di partenza Le note che vogliamo ottenere sono tutte quelle della scala maggiore di LA che va da A4 ad A5, ovvero A4, B4, C 5, D5, E5, F 5, G 5 ed inne A5. Partiamo dunque da A4: una quinta in su e siamo gi` a E5, unaltra quinta a in su ed ecco B5. La nota ci andrebbe bene, me risulta di unottava pi` alta: u poco male, unottava in gi` ed ecco B5. Numericamente: u fB4 = 1 1 3 1 3 3 9 fB5 = fE4 = fA4 = fA4 2 2 2 2 2 2 8

Ora una quinta in su ed abbiamo F 5 ed un corrispondente fattore moltiplicativo per la frequenza di 27 . A questo punto abbiamo gi` A4, B4, E5, a 16 F 5 ed A5, cinque note su otto: niente male, vero? Ma torniamo un passo indietro ad A4 e procediamo in modo inverso, cio` andiamo gi` di una quinta e u no a D4 ed aggiustiamo laltezza con unottava in su, da cui fD5 = 2 fD4 = 2 2 4 fA4 = fA4 3 3

E pratica comune in moti manuali di matematica assegnare come esercizio ai lettori lo svolgimento di una dimostrazione quando questa risulti particolarmente lunga e tediosa: non mi sottrarr` a questa usanza e invito chi fosse a interessato a vericare che con procedimenti del tutto analoghi si possono 81 trovare le ultime due note della scala e che i fattori moltiplicativi sono 64 per C 5 e 243 per G 5. 128

Un cambiamento alla radice

Nel corso dei secoli mutarono i canoni estetici sia nelle areti gurative che nella musica, nuovi stili compositivi si diusero e con essi anche nuove esigenze si fecero , ` il caso di dirlo, sentire. Alcuni intervalli che per tutto e il medioevo non avevano goduto di particolare popolarit`, come le terze e a le seste, ma con le nuove tendenze compositive crebbe notevolmente la loro diusione e presso i musicisti si svilupp` lesisgenza tecnica di slegare laco cordatura degli strumenti dalla tonalit` del brano. Cos` si cominciarono a a limare le quinte. Proprio come si tempera una matita, il rapporto pitagorico di 3 venne accorciato per uniformare la scala musicale, nel tentativo di 2 eliminare il pi` possibile le dissonanaze al suo interno. Furono suggerite u diverse soluzioni, chiamate buoni temperamenti, basati su calcoli matematici pi` ranati. Questo processo di ranamento della scala pitagorica ha u condotto allattuale sistema, il sistema temperato, o temperamento equabile. Lidea alla base ` semplice: unottava viene divisa in 12 intervalli della stessa e ampiezza, la minima possibile, chiamata semitono. Pertanto considerando una qualsiasi nota di una scala musicale, in una qualsiasi tonalit`, moltiplia cando la frequanza specica dellanota stessa per un certo valore stabilito ed immutabile si otterr` una nota di un semitono pi` alta. Ma quale deve essere a u questo valore sso? Teniamo presente che 1. un intervallo di ottava deve corrispondere ad un raddoppio di frequenza 2. e la frequanza di una nota si ottiene moltiplicando o dividendo la frequenza di unaltra nota. Detto ci`, supponiamo che il fattore moltiplicativo corrispondente ad un o semitono sia un certo valore . Siano f1 , f2 , f3 , , f11 , f12 le frequenze dei dodici semitoni che compongono una scala musicale e sia f13 la frequenza della nota ad un intervallo di ottava da f1 . Dunque: f2 = f1 f3 = f2 = ( f1 ) = 2 f1 f4 = f3 = 3 f1 ... f13 = 12 f1 6

Poich` la frequenza f13 deve essere doppia di f1 , essendo il suono di e unottava pi` alto, si ha che: u f13 = 2 f1 f13 = 12 f1 2 f1 = 12 f1 2 = 12 da cui: = Nota
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2 Scala Temperata 440 Hz 493,8832971918... Hz 554,3652528297... Hz 587,3295237516... Hz 659,2550948376... Hz 739,9888180203... Hz 830,6093575658... Hz 880 Hz

(1)

Scala Pitagorica 440 Hz 495 Hz 556.875 Hz 586.67 Hz 660 Hz 742.5 Hz 835.3125 Hz 880 Hz

Tabella 2: Le frequenze delle note secondo la scala pitagorica e quella tem perata. I valori nella terza colonna risentono di unapprossimazione per 12 2 allottavo decimale.

Ancora radicali?!?

Ebbene si! Tornano alla ribalta i numeri pi` odiati dagli studenti in modo del u tutto inatteso e sorprendente. Un semplice numerino ( 12 2 = 1, 05946309 . . .) ci consente di sviluppare unintera gamma di frequenze partendo da una singola nota. Questo pu` rivelarsi utile sia nellambito della musica elettronica, o applicandolo alla sintesi sonora, sia in fase di progettazione di strumenti musicali reali, come ad esempio le tastiere degli strumenti a corda. Non ` nostra e mia intenzione elencare le possibili applicazioni pratiche della scala temperata mediante radicali, ma ci tengo a sottolineare come anche nel campo della Musica la Matematica abbia contribuito a migliorare gli strumenti per renderli adatti alle correnti estetiche ed espressive. A conclusione di tutto vi rimando alla tabella 2 in cui sono messe a confronto le frequenze delle due scale viste nellarticolo, si evidenzia cos` come diversi modelli matematici producano diversi risultati sici, e di conseguenza estetici. Ancora buona Matematica e tutti!

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