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ANTONIO CABRINI

RICATTO PERFETTO

Il filo editore - 2008

Note di copertina
Alan sta passando un momento difficile: il giornale per cui scrive ha chiuso e la sua situazione economica disperata. Una moglie e due figli a carico, il conto sempre in rosso: in queste condizioni non facile nemmeno sopravvivere. Tuttavia negli anni, grazie al suo lavoro di giornalista, Alan si fatto molti amici. E cosa c' di pi naturale che rivolgersi agli amici quando si in difficolt? Del resto gente con molti soldi, cui Alan in passato ha fatto pi di un favore. Eppure gli voltano tutti le spalle. Con una scusa o l'altra, lo lasciano solo. Un grave errore da parte loro. Sono ricchi, s, ma hanno tutti qualcosa da nascondere. E Alan sa bene cosa e soprattutto sa come farlo sapere in giro. E cos che concepisce la sua vendetta, il suo ricatto perfetto: scrivere un libro nero che li convincer a essere pi generosi con lui, un libro fantasma che conterr tutti i fantasmi di una Torino spregiudicata e intrigante. L'esordio letterario di Antonio Cabrini, icona leggendaria del calcio italiano, un'opera cruda, senza eroi. Un libro nel libro, che coinvolge il lettore negli spietati meccanismi della vendetta. Ricatto perfetto dimostra che la ragione per la quale si scrive sempre la volont di sopravvivere a se stessi. Gli Speciali

Antonio Cabrini nato a Cremona nel 1957. Fra i pi grandi calciatori italiani d'ogni tempo, stato il terzino simbolo della Juventus. Nel 1982 ha trionfato con la nazionale italiana ai Mondiali di Spagna. Dopo aver chiuso la propria carriera agonistica nel 1991, ha continuato a impegnarsi nel mondo del calcio come allenatore e come commentatore sportivo. Ricatto perfetto il suo libro d'esordio.

Indice
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I
Alan Bussetti era un discreto giornalista. Aveva cominciato scrivendo per la "Gazzetta del Popolo", storico quotidiano torinese, e vi aveva lavorato fino al 31 dicembre del 1983, giorno in cui la testata aveva chiuso definitivamente i battenti. Per la sua famiglia erano cos iniziati anni difficili, fatti di espedienti: Alan aveva collaborato saltuariamente con testate minori, si era occupato di correzione di bozze e piccoli servizi per TV locali. Ma tutto ci non era bastato a tirare avanti e i soldi della liquidazione si erano volatilizzati in pochi anni. Ormai era disperato e non sapeva pi cosa fare. Dopo l'ennesima notte insonne si era alzato dal letto alle cinque del mattino, colpito come da una scossa elettrica con un idea che aveva cominciato a battergli in testa. "Ho chiesto soldi a quelli che consideravo amici, a persone che sia io che la mia famiglia avevamo aiutato in passato e tutti, in qualche modo, per un motivo o per un altro mi hanno risposto picche. Dimenticandosi soprattutto che ognuno di loro ha la coscienza sporca... qualcosa del proprio passato losco o non propriamente... legale". Attese con impazienza le sette del mattino seduto al tavolo di cucina, alleggerendo alla grande il suo immancabile pacchetto di Esportazione senza filtro; in meno di due ore ne aveva fumate una decina. Sua moglie Silvia, come ogni giorno, si svegli alle sette del mattino. 'ngiorno... mugol lei con la voce di chi non aveva certo trascorso una notte serena ... sei sveglio da molto? chiese poi, mentre con un gesto quasi automatico apriva il pensile estraendo la moka. Non importa da quanto sono sveglio, cio da quanto sono alzato, dato che non ho chiuso occhio. Importa quello che sto per dirti e ti prego non interrompermi... Sai tutta quella gente a cui mi sono rivolto ultimamente per avere un aiuto?. Beh, e allora che cosa vuoi tentare ancora? rispose Silvia con tono sconsolato e incredulo. A parte l'aiuto che hanno ricevuto da me o dai miei, sono tutti ricattabili per il loro passato. Sai benissimo che ho un cassetto pieno di prove... di articoli che non ho mai potuto pubblicare, e che loro l'hanno sempre fatta franca.... Che cosa vuoi fare Alan... tuuu ricattarli? Silvia sembrava sconvolta e aveva quasi urlato quelle poche parole.

Ma certo! Scriver un bel libro con le loro storie, ovviamente usando nomi e luoghi di fantasia, ne stamper qualche copia e glielo far avere, minacciandoli di pubblicare tutta la verit se non accetteranno di aiutarmi.... A parte che non ho capito molto di questa tua ennesima trovata, non posso, anche se siamo alla disperazione, dare il mio benestare a un piano del genere. Mi sembra da mentecatti. E non solo perch, pur avendone passate di tutti i colori, la nostra famiglia sempre vissuta in modo onesto, ma anche perch sono convinta che per diventare dei criminali sia necessaria una certa predisposizione.... Silvia era visibilmente imbarazzata, forse perch si rendeva perfettamente conto della situazione: erano ormai alle strette. Cerc tuttavia di mantenere il suo cipiglio di donna pratica e determinata sbattendo violentemente la porta del frigorifero, dopo essersi versata una tazza di t freddo. Gi, il "suo" frigorifero, che resisteva con qualche piccolo acciacco da ben ventitr anni, come il loro matrimonio. Ci mancava anche che morisse il frigorifero, in quei giorni di miseria e di caldo torrido del luglio 1997. Il fatto che siccome non vuoi capire ti adoperi in una resistenza che ha del parossismo. Non si tratta certo di un'operazione indicata dai manuali di comportamento di Oxford, per non si tratta di uccidere nessuno, n di andare contro la legge... Cerco solo di dare una possibilit, l'ultima, a tutti coloro che nel passato sono stati aiutati dalla mia famiglia, da mio padre e in parte dal sottoscritto, di restituire il favore. Adesso che siamo noi nella merda, non so se per cattiveria o per menefreghismo, mi hanno voltato le spalle. Oppure la pagheranno con lo sputtanamento a vita. Conosco il loro passato non certo immacolato e siccome hanno tutti posizioni di rilievo vorranno tenere tutto sott'acqua e ben nascosto. Ne sono convinto. Lei fece in modo che i loro sguardi non si incrociassero, e si sedette al tavolo di cucina. Come un automa, con lo sguardo che cercava di perdersi oltre la finestra del terrazzino spalancata, si accese una sigaretta. Quelle non mancavano ancora, almeno per il momento. Alan cap che era quella l'occasione per chiudere definitivamente la trattativa con sua moglie, esponendole il progetto per intero e nei minimi dettagli: la conosceva ormai da trent'anni e sapeva che, visti i primi segnali di cedimento, doveva insistere per convincerla. Anche se era consapevole che da parte di Silvia si sarebbe trattato pi che altro di una resa incondizionata. Deciso a non darle tregua si sedette di fronte a lei, in modo da impedirle di spaziare con lo sguardo fuori dalla finestra, e continu come un fiume in piena. Costringer questa gente ad aiutarmi. Nessuno di loro, nella posizione che occupa, pu permettersi che certe storie vengano a galla. E comunque non

potrebbero denunciarmi per un ricatto. Anche perch, pur trattandosi di persone decisamente stronze, non sono cos stupide da voler denunciare un morto!. Ma tu intanto non ti suicideresti rispose secca Silvia, con un ghigno beffardo e di commiserazione, spegnendo nervosamente la sigaretta nel posacenere. Ad ogni modo, convincerla questa volta si rivel pi lungo e difficile di quanto Alan si aspettasse. Marito e moglie andarono avanti con la discussione per tutto il giorno. Si trascinavano per casa, fumando una sigaretta dietro l'altra. Stavano per un po' senza parlarsi, soppesando dentro di s i pro e i contro dell'intera faccenda. Poi tornavano a confrontarsi, senza per mai arrivare, o voler arrivare, ad una conclusione. Ormai erano quasi le sei di sera e i vicini del piano di sopra stavano rientrando in casa. Alan se ne accorse e con un gesto spazientito si tolse gli occhiali, che durante l'ennesima discussione gli erano scivolati sul naso. Quindi, li mise sul tavolo, aperti, sopra il mucchio di bollette da pagare che pochi attimi prima sua moglie aveva smesso di usare come ventaglio. Ecco, maledizione disse lui sono tornati i bufali. Questi s che non hanno problemi. Lavorano tutti e due, i tre mocciosi vanno alle scuole private, tutti i week-end mare o montagna. E poi addestrano i bambini in maniera perfetta a rompere i coglioni a quelli del piano di sotto. Cio a noi!. Falla corta adesso riprese Silvia ritornando al suo abituale cipiglio finiamo questa fottutissima discussione, perch i ragazzi vengono a cena per le otto. Sapeva perfettamente che Alan per nulla al mondo avrebbe voluto coinvolgere i figli in una situazione che sicuramente poteva degenerare e confermare per l'ennesima volta nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno la drammaticit di quei momenti ai due ragazzi che, contrariamente alle previsioni, fino a quel punto si erano comportati in una maniera eccezionale. Maura, ventidue anni, dolce, sensibile, posata e riflessiva. Maura con i suoi ventidue anni portati tutte le mattine all'universit, facolt di Scienze della Comunicazione. Forse un po' emotiva, ma con un libretto di voti da lasciare a bocca aperta. Carina, castano chiara, slanciata. Un'inguaribile testarda che in pratica aveva preso proprio tutto da sua madre: anche quegli improvvisi sbalzi d'umore e quei frequenti tuffi in un mare di fantasticherie e di romanticismo. Silvia a vent'anni era proprio come lei, poi tutto aveva iniziato a complicarsi con le due gravidanze, le responsabilit, i debiti... E poi Fabio, esuberante nei suoi diciotto anni, impegnato a fare il dog sitter per pagarsi la patente. Fabio all'ultimo anno di liceo classico, sempre pieno di amici, ragazze, mille cose da fare. Ma anche posato e riflessivo a seconda delle esigenze della famiglia. Fabio, F per amici e parenti, alla sua prima ragazzetta, F che stava

cambiando definitivamente il tono di voce. F, estroso e sportivo, alto come una pertica, spesso spensierato e coccolone. F, sempre disponibile verso tutti e in particolar modo per suo padre e sua madre, per la famiglia insomma, quattro persone che ormai per erano alla frutta... "Gi, i ragazzi..." pens Alan "sono fantastici!". Di', sei in coma? Allora? Vogliamo finire questo benedetto discorso? C' poco tempo e tu te ne stai sulle nuvole. Ti sembra proprio il caso? la voce improvvisa e secca di sua moglie lo riport immediatamente alla realt di quella domenica sera. Ma allo stesso tempo il richiamo di Silvia gli fece l'effetto di un colpo di frusta e meccanicamente ripart con quel piano che aveva cercato pi volte di spiegarle. Sai il mio amico Noviero, di Alessandria, che ha una tipografia e lavora per le Edizioni del Sole e che spesso mi d le bozze da correggere? Insieme a un gruppo di amici ha rilevato una piccola tipografia. In quel momento, il classico rumore della chiave nella toppa della porta di casa blocc definitivamente quel tentativo di conversazione. ... seraaaa! leggermente smorzato dal colpo della porta che gli si richiudeva alle spalle, F entr in casa con il suo solito modo di fare. Sghignazzando come un matto fece capolino sulla porta di cucina. Guardatemi, vi prego guardatemi... disse rivolto principalmente alla madre, dato che era quella pi vicina alla porta. Rosso come un pomodoro, sudaticcio, i capelli scompigliati e sicuramente pieni di sale. Cavolo, mi sono addormentato al sole e gli altri invece di svegliarmi mi hanno mollato l e sono andati a farsi un giro col pattino. Pi di tre ore. E stanotte ci sar proprio da divertirsi... borbott imponendosi un tono preoccupato. Apr il frigo, prese la bottiglia di acqua minerale e cominci a tracannare direttamente, appoggiandosi al lavandino inox. Bevi piano ch sei sudato marcio, porco mondo! lo aggred suo padre, cercando senza troppa convinzione di staccargli il collo della bottiglia dalle labbra, trattenendolo per un braccio. F, per nulla intimorito dal monito di Alan, solo quando ebbe finito e rimesso la bottiglia nel frigorifero guard sua madre dritto negli occhi. Che c'? Avete litigato? Qui si respira un'aria da obitorio, c' una cappa di tensione da tagliare col coltello.... Intanto i bisonti del piano di sopra si erano calmati, i rumori si erano fatti rari e pi sopportabili: probabilmente anche per quelle belve era cominciato il rito della cena... Litigato? Ma se non abbiamo neppure avuto il tempo di cominciare... rilanci Silvia, alzandosi di scatto dalla sedia.

Da stamattina vi mancato il tempo? Va bene ma', che c' da sbranare?. Dov' tua sorella? Eravate insieme! chiese Silvia cercando di glissare sulla risposta del men. Sta cercando di parcheggiare e poi dovr togliere un po' di sabbia di Varigotti dai sedili, che gli altri ci hanno lasciato un casino... fece F allontanandosi dalla cucina, e mentre lo faceva cominci a levarsi, non senza qualche difficolt, la maglietta zuppa di sudore. Una pizza pu andare? gli url dietro lei, poi, senza aspettare neppure un secondo la risposta, apr il congelatore e tir fuori quattro di quelle gi mezze cotte e pronte Barilla. La serata sarebbe stata rimediata cos. Adesso basta, porco mondo! Mi avete fatto girare le palle! Mai una volta che si riesca a finire un discorso serio in questa casa. Ma stavolta lo dobbiamo proprio fare, maledizione! esplose Alan uscendo dalla cucina e cercando di inseguire F per ottenere un po' di comprensione e complicit. Quella sera voleva concludere l'esposizione di Ricatto perfetto, il suo "piano-romanzo". In quel momento per la porta di casa si apr nuovamente. Ciaooo a tutti... anche Maura era rientrata all'ovile ma, a differenza di suo fratello, si cacci direttamente in bagno per tentare di darsi una sistemata. Ne usc dopo meno di due minuti, che tuttavia bastarono a provocare le ire di sua madre, che mugugn: Visto che le pizze sono nel forno, non potreste farvi una doccia, tutti e due... Sarete pieni di sale, catrame e di tutto quello che ci si pu attaccare a Varigotti, in autostrada, sul sedile della macchina eccetera.... In una situazione normale potrebbero bastare poche cose per risollevare il morale di una famiglia. Un po' di birra gelata, le pizze Barilla mezze pronte, cucinate nel forno elettrico, gelato fatto in casa avanzato, un caff. Tutto questo poteva essere sufficiente per una famiglia "serena" che conclude una calda domenica estiva, trascorsa in relax. Ma quella di Alan Bussetti non era una famiglia n serena n normale. E lui non aveva nessuna intenzione di andare a dormire senza aver concluso la sua "missione". Ragazzi, per favore, visto che siete stravolti dal mare e non penso proprio che vogliate uscire, concedetemi mezz'ora e soprattutto costringete vostra madre a stare con noi disse mentre sorseggiava il suo caff, cercando di dare un tono rassicurante e sereno alle sue parole poi vi prometto che di questa storia non sentirete pi parlare sino a quando non sar finita. Quando sulla tavola ormai sparecchiata non rimase che la tovaglia e un posacenere quasi al centro, Alan cominci a parlare ripartendo esattamente dal punto dove era stato interrotto al momento del rientro dei ragazzi dal mare.

Stavo spiegando a vostra madre come funziona la stampa digitale, perch il mio amico Noviero, quello di Alessandria, ha messo su con altre due persone una piccola tipografia che si avvale di questa nuova tecnologia. L'ho vista funzionare ed qualcosa di fantastico!. Ahhh, Noviero, il mandrogno con la figlia supertopona... cerc di interrompere Fabio, ma un'occhiataccia di suo padre stronc sul nascere ogni possibile divagazione sul tema centrale. Insomma, questa benedetta stampa digitale riprese Alan senza mascherare pi la propria impazienza di finire, anzi di cominciare dicevo, funziona che una meraviglia, ci puoi fare di tutto, dal volantino a un libro di centinaia di pagine, e non devi investire delle fortune. Praticamente adotta il criterio di una fotocopiatrice, ma il risultato perfetto. Fai una decina di copie di un libro, compresa la copertina e la rilegatura, perfetto che sembra confezionato da Mondadori, e magari te la cavi con centocinquantamila.... Accese con calma una sigaretta prima di riprendere l'esposizione del suo progetto. Sentiva che la famiglia lo stava seguendo come sempre accadeva nei momenti importanti, quelli delle grandi decisioni. Nonostante la partenza un po' incasinata, anche in quell'occasione il feeling tra Alan, sua moglie e i ragazzi si era riacceso in un attimo, come schiacciando un interruttore. Voi sapete certamente quanta gente sia stata aiutata da vostro nonno e dal vostro bisnonno, perch indubbiamente i mezzi della nostra famiglia erano ben diversi da questa situazione di schifo in cui ci troviamo. E anche io, nel mio piccolo, facendo il giornalista ho contribuito a salvare la camicia a pi di una persona, ho consigliato qualche amico; ho lasciato che un facile scoop che poteva darmi qualche soddisfazione rimanesse nel cassetto o in quello di chi se ne stava occupando al giornale. Mai per i soldi prosegu, lasciando la sigaretta sempre nel posacenere a consumarsi lentamente ma perch quello era un conoscente, un amico di vecchia data, una persona conosciuta dai miei... Cos, per farla breve, negli ultimi tempi mi sono rivolto a tutte queste persone, che grazie a un gesto nostro hanno salvato il culo tempo fa. Guardate un po': li ho trovati tutti bene, nel peggiore dei casi solo benestanti e senza problemi. Non ce ne stato uno solo che mi abbia offerto una mano. Qualcuno non mi ha neppure ricevuto. Nella stragrande maggioranza dei casi le solite risposte: "Adesso mi trovi in un momento...", "Scusa ma ho avuto un salasso di tasse...", "Combinazione ho appena compiuto una importante operazione finanziaria...". Tutte risposte ciclostilate standard, a fronte di una piccola richiesta di un prestito di dieci, venti milioni.... Come diceva il nonno, "questo un pianeta popolato esclusivamente da stronzi" lo interruppe Maura, quasi a voler esprimere, oltre che un concetto che il nonno

Giorgio usava con frequenza, anche un gesto di solidariet e incitamento verso il padre. Per la prima volta Alan sorrise. Ricordava esattamente la frase di suo padre. Anche a lui sarebbe piaciuto usarla qualche volta, ma non si era mai permesso. Quasi per una forma di rispetto nei confronti di Giorgio Bussetti, un uomo di altri tempi che lui aveva adorato e che ancora adorava, anche se un male terribile se l'era portato via qualche anno prima. S Maura, quando il nonno diceva queste parole lo faceva convinto e, a chi non lo conosceva, rispondeva sempre che restringere tale considerazione alla sola Italia gli sembrava molto riduttivo, cos la estendeva a tutta la terra! aggiunse F, che aveva affiancato sua sorella con gusto e convinzione: quei due ragazzi avevano amato il nonno in una maniera incredibile. "E chi non l'avrebbe amato" pens Alan "un uomo vecchio stampo, tutto famiglia e lavoro, anche quindici ore al giorno, sempre pronto a prodigarsi per chiunque...". Va bene gente, ma lasciatemi andare avanti altrimenti non la finiamo pi l'uomo cerc di riprendere il bandolo, convinto che ormai il gruppo era unito e lui sarebbe riuscito ad arrivare dove voleva. Insomma, io ho intenzione di scrivere questo libro, metterci dentro il pi possibile di queste storie, di questi personaggi. Ovviamente ometter o cambier i luoghi, i nomi veri, certi particolari talmente definiti che potrebbero fare individuare i protagonisti con matematica certezza. Stampo il libro e glielo mando con un paio di righe di accompagnamento e.... Avrebbe voluto aggiungere "il resto verr da s", ma suo figlio lo interruppe nuovamente: Ah s p E che cacchio gli dici? fece F in maniera un po' arrogante e sospettosa. Un modo che Alan conosceva perfettamente: suo figlio voleva metterlo alla prova, saggiarne la preparazione. Guarda F, quello che vi sto raccontando ce l'ho gi tutto in testa. E praticamente solo da buttare gi. Per quanto riguarda la lettera invece... non aveva ancora finito di pronunciare le ultime parole che, dopo aver cavato dalla tasca posteriore destra dei pantaloni il portafogli ed estratto un piccolo foglio a quadretti, molto spiegazzato, lo apr e lo mise sul tavolo. Ecco, non vi preoccupate, questa, che la punta di diamante del piano, pronta da tempo... e cominci a leggere alzando la voce notevolmente, sia per essere certo di conservare l'attenzione dei tre, sia per cercare di non essere interrotto.

Caro/a..., logicamente ho un po' cambiato i luoghi, i nomi, alcuni piccoli particolari e certe tempistiche. Ma siccome la storia vera (tu lo sai bene), documentabile da parte mia con testimoni, prove scritte ecc... e non esiste alcun rischio di querela, ti segnalo quindi quanto segue: un mio amico editore entusiasta di questo romando e mi ha gi offerto di ripubblicarlo in considerevole tiratura e con un buon lancio pubblicitario. Come logica conseguenza, nel secondo libro (quello pi ambito dall'editore?), provvederti a rivelare in modo completo e sistematico tutti i particolari ora omessi nel capitolo che ti riguarda. I nomi, i luoghi e le circostante saranno riportati fedelmente. Insomma, ci sar tutto ci che nel libro che qui ti allego ho tralasciato, omesso, camuffato, distorto. A parte la forma "insolita" della mia richiesta, a me serve un aiuto e non ho alcun interesse a diventare autore di un best seller, ributtando addosso il fango che per piet, simpatia, umanit, scrupolo di coscienza o altro avevamo nascosto o dimenticato tempo addietro. Potrai agire da solo oppure insieme agli altri personaggi presenti nel libro. Sono certo che riuscirai a comprendere questo mio particolare momento e a riconsiderare perci in maniera diversa quella piccola richiesta di aiuto che ti ho gi fatto. Non si tratta di un 'elemosina n di una regalia: desidero solo un aiuto economico per aprire una qualche attivit commerciale e risolvere il grave problema economico che attanaglia la mia famiglia. Insomma, ho bisogno di comprarmi un lavoro. Resto in attesa di un cortese cenno da parte tua e per il momento ti saluto cordialmente'. Alan Bussetti

Mi sembra una vera e propria stronzata p. Non potremo pi neppure uscire di casa, non solo per la vergogna ma anche per la paura di qualche vendetta disse Maura che, alzatasi dalla sedia, come punta da uno sciame di vespe, cominci a grattarsi nervosamente. Era un vizio che si portava dietro da quando, bambina, nei giorni della prima elementare aveva avuto qualche problema con la maestra. Una fuori di testa a pochi mesi dalla pensione, che venne "allontanata" prima delle vacanze di Natale. Non ascoltarla pap, vai avanti e dicci tutto. E tu stai zitta! irruppe Fabio col suo vocione da fine adolescenza, cercando di fare un po' di spazio ad Alan che

sembrava poter ricadere da un istante all'altro nel vortice di una contestazione abbastanza decisa. C' veramente poco da aggiungere P, anche perch io credo proprio che il piano possa funzionare, e mi fermer certamente solo alla prima fase. Non ci sar bisogno di scrivere il seguito del primo libro, non sputtaner nessuno. Le persone coinvolte capiranno che sono alla disperazione e vedrai che a quel punto "riusciranno" a trovare il sistema per aiutarmi. In fin dei conti per loro sar facile come bere un caff e il contributo corrispondente irrisorio. Insomma, per queste persone sar proprio come spendere diecimila lire.... Alan fin la frase pronunciando le ultime parole con un tono estremamente rilassato e rassicurante. Voleva finire quella discussione solo dopo aver ottenuto "l'imprimatur" di tutta la famiglia. Ma il fuoco covava sotto la cenere e in pochi secondi la situazione divenne incandescente. Fu Silvia, dopo essersi accesa l'ennesima sigaretta, a cominciare a dar fuoco... alle polveri. Bravo, complimenti. Da giornalista, pardon... da capo redattore... serio, onesto e stimato da tutti a ricattatore. Una bella carriera, non c' che dire. Queste cose potresti farle se fossi solo. Ma hai una famiglia, delle responsabilit e poi anche una questione morale e di coscienza. Non puoi svegliarti una mattina e improvvisamente decidere di coprire tutto di fango. Cancelleresti in un attimo venticinque anni di vita dignitosa, fatta di lavoro duro ma anche di soddisfazioni. Ha ragione mamma, pa' fece Fabio cos finiamo tutti nella merda. E poi siamo a Torino, per dio, e non in cima a un monte. Con cinquecentomila lire o poco pi, uno dei tuoi amichetti, o meglio uno dei personaggi del libro pu sempre trovare qualcuno che... e si alz anche lui dalla sedia. ... ti rompe la testa, ti spezza un braccio o ti spara alle gambe! concluse la frase Maura che da circa un minuto continuava ad assentire alle parole di F con cenni di testa ripetuti e quasi ossessivi. Alan sapeva che doveva immediatamente riportare tutti alla calma. Altrimenti la situazione gli sarebbe sfuggita di mano e lui non avrebbe concluso un bel nulla. E prima di riunire di nuovo tutta la famiglia per affrontare quel discorso sarebbero passate magari parecchie settimane. Adesso state zitti e basta! sbott. Lasciatemi finire! Ma soprattutto sedetevi. Se mi date ancora cinque minuti ce la sbrigheremo!. Senza aspettare una risposta, part a ruota libera contrattaccando. Era la tattica che gli piaceva di pi e che gli aveva sempre dato i maggiori successi. Lo sapeva fare con una tale maestria che il risultato era assicurato anche nei casi pi impossibili.

Fra tutti e quattro riusciamo a stento a mettere insieme due milioni al mese. Prospettive non ce ne sono e io non voglio ammalarmi di cuore. Se qualcuno ha qualcosa di meglio da offrire si faccia avanti adesso o.... ... taccia per sempre! concluse F alla sua solita maniera. Aveva quell'ostinata abitudine di spezzare i momenti di tensione con una battuta o qualche gesto spiritoso, per sdrammatizzare certe situazioni. Ma nessuno rise. Silvia e i ragazzi lo seguirono con lo sguardo in perfetto silenzio; adesso sembravano di nuovo pendere dalle sue labbra. Alan pens di averli in pugno e che quindi doveva proseguire per cercare di concludere quella riunione di famiglia. Io volevo chiedervi un parere, esporvi il mio progetto. Ma visto che la mettete tutti su questo tono, sappiate che la mia una decisione irrevocabile. Lo far e basta. I motivi li conoscete benissimo, ma forse sar meglio ricordarvi che vostra madre fa la colf a tempo pieno per quattro giorni alla settimana, io correggo le bozze, quando me ne danno, Fabio porta fuori uno schifosissimo bracco due volte al giorno e Maura a far la baby sitter a quella peste di Federico, il bambino del piano di sotto, due ore al giorno e non ci si paga neppure i libri. Si piazz proprio di fronte alla moglie, con il chiaro intento di partire proprio con una replica a Silvia. Da ex-giornalista, anzi ex-caporedattore a impegnato a farmi chiudere in faccia tutte le porte della citt, facendo la fame e subendo umiliazioni di tutti i generi, il passo un po' pi lungo... Si pu ricorrere al ricatto anche per disperazione, come nel mio caso. Non intendo assolutamente intraprendere questa carriera. Anche se a quasi cinquantanni posso dire di avere materiale non per un libro ma per una intera enciclopedia. Si avvicin al frigorifero, prese la bottiglia dell'acqua minerale e ne tracann un lungo sorso con lo stesso stile di suo figlio Fabio. Questa mossa gli serv anche per cercare di capire se aveva ripreso le redini della situazione. Tutti si alzarono e in meno di venti secondi la cucina rimase deserta. F si chiuse in camera sua con lo stereo quasi a stecca. Sua sorella and in bagno e Silvia accese la televisione in camera da letto. Alan rimase solo: si sentiva uno stupido. Per cap che era il momento. Entr in sala, al buio, e seduto davanti alla sua scrivania pigi con rabbia il tasto d'avvio del computer. Il display del monitor indicava le 21:43. Alle 21:44 le sue dita cominciarono a battere freneticamente sui tasti. Da tempo aveva stabilito che il libro avrebbe dovuto cominciare raccontando del suo migliore amico: Leopoldo Priz.

Leopoldo Priz e Alan erano amici da oltre trent'anni. Si erano conosciuti l'anno della maturit e fra di loro era scoppiata subito una grandissima simpatia. Non ci capisco niente, mi fai copiare?. Il primo approccio di Leopoldo nei confronti di Alan era stato questo. Durante il compito di matematica all'esame di maturit, senza mai essersi visti o conosciuti in precedenza: Alan era ripetente e si presentava per come privatista. Leopoldo era il classico bravo ragazzo della Torino-bene. Figlio unico di una famiglia molto agiata, abitava da ragazzo in zona Crocetta, il quartiere pi vip della capitale dell'automobile. Quando dico a qualcuno che sono nato e vissuto a Cuneo fino all'et di quindici anni, chiss perch il mio interlocutore comincia a cambiare atteggiamento. In genere da quel momento mi trattano tutti come una merda! era abituato a ripetere sempre il Poldo, e quella piccola mania che l'aveva accompagnato durante i primi anni di vita torinese adesso da adulto si era trasformata in una vera e propria paranoia. Suo padre era uno dei pi importanti commercianti di carne di tutto il Piemonte. Aveva cercato di introdurre Poldo nei migliori circoli torinesi, gli aveva sempre dato tutto e forse anche di pi, tanto da farlo diventare il classico rampollo figlio unico superviziato. Il signor Priz nei primi anni di vita a Torino aveva provato in tutti i modi a togliersi un po' quell'etichetta che l'aveva da sempre contraddistinto nella sua citt natale, ma senza alcun successo: per tutti era un macellaio. A Poldo, nonostante la vita agiata e facile che poteva condurre, questa situazione aveva sempre creato qualche problema: con le ragazze, con gli amici e in parecchie altre situazioni. Fino all'et di ventitr anni rimase quel bravo ragazzo, sensibile e molto timido che era arrivato da Cuneo. Dai diciotto ai ventitr anni Poldo e Alan avevano condiviso quasi tutto: amici, hobby, il tifo per il "grande Torino", le vacanze d'estate. Potevi trovarli sempre insieme, spesso con le rispettive compagne del momento. Brillante ed estroverso, Alan faceva da "apripista" al suo amico Poldo che, come gi detto, non brillava certo in comunicativa e spirito di aggregazione. Dopo la maturit si erano iscritti all'universit, facolt di Scienze Politiche, ma a quel punto i ruoli si erano completamente invertiti: Alan era diventato un discreto studente e a ventitr anni stava gi per laurearsi, Poldo invece aveva dato s e no quattro esami, e passava le giornate tra l'ozio e gli svaghi. Cos Poldo dovette partire per il servizio militare. Il signor Priz cerc in tutti i modi possibili (illeciti e di corruzione) di farlo riformare. Ma ogni tentativo si

dimostr inutile. L'unica concessione che riusc a ottenere fu quella di far destinare Poldo a Cuneo (praticamente a casa), dal momento che da oltre dieci anni risiedeva a Torino. L Poldo aveva ancora tre dei suoi nonni, una serie infinita di zii e cugini che riuscirono senz'altro a rendere meno disagiato il trimestre di naja dell'alpino Priz. Ho trovato una strada sicura, porca puttana! annunci per telefono ad Alan una sera Poldo Priz. Uno stronzo di colonnello mi manda domattina all'ospedale militare di Torino. Mi fa ricoverare nel reparto neuro. Tenteranno di riformarmi con l'articolo ventinove.... Ventinove? Ma tu sei pazzo! Lo sai cosa vuol dire, vero? gli rispose Alan con voce concitata e preoccupata per ci che l'amico gli aveva comunicato. Che sarai riformato con l'articolo di quelli che hanno malattie mentali, tossici o cu-lattoni! Ti finisce sulla fedina penale.... Non avr mai la possibilit di un posto statale, comunale, parastatale eccetera. Sai quanto me ne frega! Tanto sono destinato a vendere carcasse di vacche da trasformare in filetti, costate e spezzatini! L'importante fare presto. Qui mi stanno facendo un mazzo... Ci vediamo domani sera verso le sei al bar D'Azeglio! e la telefonata si era conclusa bruscamente, probabilmente anche per mancanza di gettoni. La sera seguente Alan attese l'amico per oltre due ore. Alla fine Poldo si fece vivo con una telefonata: non era semplicemente depresso, era sconvolto. Il corrispondente del mio colonnello di Cuneo in licenza, maledizione! Chi mi ha visitato ovviamente non mi ha trovato niente. Mi ha dato una scatola di pillole e mi ha dichiarato abile. Devo rientrare in caserma domani. Mi accompagni alla stazione?. Si misero d'accordo per l'indomani alle otto. L'appuntamento era davanti all'ospedale militare. Alan arriv con la sua rombante Fiat 127 Sport, prese l'amico e si avviarono verso Porta Nuova. E ora che cavolo faccio io? Non ne posso pi, ho bisogno di Torino, della mia casa, dei miei, di Elisa (la ragazza con cui usciva in quei mesi). Se non riesco a mollare questa maledetta divisa mi becco l'esaurimento sul serio! Ma quella merda di colonnello poteva almeno informarsi prima!. Passarono circa una decina di giorni durante i quali Alan non seppe pi nulla dell'amico. Finch una sera, mentre c'era una partita di Coppa dei Campioni in televisione, quindi probabilmente un mercoled, suon il telefono. Ciao Alan, sono Poldo. Da stamattina sono di nuovo all'ospedale di Torino, questa volta dovrebbe filare tutto liscio...

la persona c', tanto che mio padre deve venire a trovarmi domani con una busta con dentro il grano. Cinque milioni, sai?. Ma stai zitto stupido, ch l dentro non puoi mai sapere chi ti ascolta! In queste cose bisogna andarci con i piedi di piombo. Vuoi che salti tutto? gli url nella cornetta Alan, terrorizzato dal fatto che qualcosa potesse di nuovo andare storto. Quando esci chiamami, capito? Ma solo quando esci! e chiuse la comunicazione senza neppure salutare l'amico. Cos Poldo venne riformato e da l cominciarono per lui sei mesi di vero calvario. Sua madre, alla quale era legatissimo, mor nel giro di poche settimane all'ospedale delle Molinette per una rara e violenta forma di leucemia. Il signor Priz, che gi da anni conduceva una vita coniugale piuttosto incasinata e libertina, ruppe quel freno minimo che ogni tanto con sua moglie in vita doveva tirare, e inizi una discesa a rotta di collo. Trascurava il lavoro, cambiava donne di continuo, era spesso in montagna, al mare, in crociera con la compagna del momento. Gli affari andarono cos male che nel giro di poco tempo dovette prima ridimensionare la sua attivit e poi dichiarare fallimento. Alan, che da circa un anno aveva cominciato a frequentare come precario la redazione della "Gazzetta del Popolo", di questa storia non sapeva nulla. Fino a quando, una sera, Poldo venne a prenderlo al giornale e con la scusa di offrirgli una pizza gli raccont tutto. Siamo rovinati, capisci, completamente rovinati! Hanno pignorato la casa, gli uffici di mio padre, hanno bloccato i conti in banca. Praticamente non abbiamo pi niente. Mio pap dovuto andare a Cuneo dai nonni e da mia zia a farsi prestare un po' di contante per le bollette della luce e del telefono, per mangiare e.... Ma possibile che con tutto quello che ha guadagnato non abbia messo via, in Svizzera o da qualche altra parte... prov a chiedere Alan. Figurati, mi ha detto che non abbiamo pi niente. Cos, da un giorno all'altro. Cretino lui, con tutte le sue troie. Ah, ma se fosse ancora viva mia madre... Alan, mi devi aiutare. Tu e i tuoi conoscete mezza Torino e io.... Adesso calmati e vedi di finire questa pizza gli disse l'amico con tono rassicurante poi spiegami che cosa vorresti fare. Ma cosa vuoi che mi freghi della pizza o di quello che vorrei fare! continu l'altro. Sai benissimo che non ho mai lavorato, non so neanche cosa voglia dire e qui non basta certo uno stipendio da impiegato... servono un casino di milioni per....

Per fare cosa, scusa? gli chiese Alan un po' disorientato. Proprio non riusciva a capire dove Poldo volesse arrivare. Oh Ges, amico mio, ma davvero pensi che io possa andare a fare un lavoro da mezzemaniche a cinque-seicentomila al mese, otto ore al giorno per cinque giorni alla settimana? Qui servono un sacco di soldi. Voglio togliere i pignoramenti a tutto, dare una mano a mio padre che l'unica parte di famiglia che mi rimasta. Che vita sarebbe la mia se non tornassi a essere quello di prima?. La pizza si concluse in fretta, chiusa da un caff altrettanto di corsa. I due amici uscirono dal locale dopo che Poldo aveva pagato il conto direttamente alla cassa senza lasciare la mancia. Saliti in macchina, Poldo accese la radio e la sintonizz su Montecarlo, mise in moto e, in silenzio, cominci a girare senza meta. Dopo una decina di minuti Alan sugger: Perch non finiamo la serata ai Murazzi, facciamo due passi, ci beviamo qualcosa e cerchiamo di prendere una qualche decisione?. Alla proposta dell'amico, Poldo invert bruscamente il senso di marcia, facendo stridere a lungo le gomme sull'asfalto. Ma scusa, che cazzo di decisione vuoi prendere? Una rapina in banca? Un sequestro di persona? Un bel ricatto a qualche granoso della Torino-bene? Tutte cose di gran moda, non c' che dire, ma tu mi conosci da sempre e sai che non sono certo il mio genere.... Arrivati ai Murazzi, Poldo posteggi la sua Porsche in maniera un po' appartata, non era certo un posto dove si poteva ostentare una macchina del genere, e dopo aver nascosto l'autoradio sotto il sedile del posto di guida i due amici scesero e cominciarono a camminare sul marciapiede del Lungo Po. Anche Torino sembrava essere triste quella sera: in giro c'era poca gente anche se erano solo da poco passate le undici e dal cielo plumbeo cominciava a cadere una pioggerella sottile e neppure troppo fastidiosa. Cazzo, cazzo, cazzo! fu Poldo a rompere il silenzio mentre continuavano a camminare. Ma ti vuoi rendere conto che soluzioni non ce ne sono e che io e mio padre siamo alla frutta?! Forse con l'aiuto dei nonni lui potrebbe ancora ambire ad aprire una piccola macelleria a Cuneo, ma non a suo nome, altrimenti gli porterebbero via pure quella!. Adesso calmati, porca vacca! gli url Alan, che non sopportava i piagnistei. Ti racconto una storia che conosco abbastanza bene e che potrebbe fare al caso tuo, quindi muto e lasciami parlare. Un mio amico e collega al giornale, Vittorio Zucchini, negli ultimi anni ha fatto i soldi a palate... Io so tutto perch sono

sempre stato il suo pupillo, mi ha insegnato molto in questo mestiere di merda e fra noi c' sempre stata grande confidenza e complicit!. Dal tono della voce, flebile e da cospiratore, Poldo aveva capito che l'amico stava per prospettargli qualcosa legato a quel Zucchini. Negli ultimi tempi Zucchini era sommerso dai debiti di gioco e non sapeva pi come uscirne. Finch non entrato in contatto con certe persone. Sai, lui ha sempre avuto tante conoscenze sparse per il mondo... E queste persone gli hanno offerto di collaborare.... Ah s? E a cosa? In un'importante societ? C' da guadagnare molto? Poldo sembrava stesse sbavando. Ma guardati: altro che "piccola fiammiferaia"! l'apostrof Alan, cercando di continuare la sua esposizione. Stai perdendo le bave come un mastino napoletano! Insomma, hai presente Alberto Sordi nel film Finch c' guerra ce speranza}. Armi, cazzo, vuoi dire che il tuo amico Zucchini si messo a vendere armi? replic Leopoldo che aveva afferrato al volo. Ma ti rendi conto di che razza di faccenda.... Abbassa la voce per la miseria, e soprattutto cerca di calmarti, altrimenti chiudo e ti lascio qui! gli occhi di Alan sprizzavano fuoco e fiamme. Vende armi a decine di gruppi sovversivi in tutto il mondo, a guerrafondai, ribelli, golpisti, rivoluzionari. Nel suo piccolo per si dato un codice: non operare in Italia e in caso di piccoli ordini. Andrebbe a rifornire la malavita o qualche banda che tenta rapine o azioni illecite.... Ah, invece colpi di stato, sommosse, rivoluzioni, azioni di guerriglia come le consideri tu? Operazioni umanitarie?. Poldo, lui non fa il commerciante. Si occupa degli ordini, controlla che la merce venga consegnata e che i pagamenti siano effettuati regolarmente. Non ha magazzini, depositi, centri di vendita al dettaglio... un rappresentante e guadagna una fortuna. Guarda che in questo campo fra commerciante o rappresentante io non ci vedo alcuna differenza: vende morte e basta! E poi non vedo proprio come potrei essergli utile io.... Alan conosceva l'amico, dopo la sfuriata iniziale stava gi cercando degli alibi o delle remore morali per chiuderla l- Ma era disperato e comunque desideroso di conoscere il seguito. Adesso per fammi andare avanti disse a Poldo, quasi come se l'amico gli facesse un piacere personale nel lasciarlo finire.

Il fatto che Zucchini un mese fa ha avuto un infarto. Non grave, ma comunque sempre un infarto, e a sessantadue anni i medici gli hanno consigliato di darsi una calmata. Non pu pi saltare da un aereo all'altro cambiando sette volte al mese il fuso orario, mangiando tutte le schifezze del pianeta e cos via. Ma se lui si ferma esce dal giro e stop: fine della carriera. Vittorio cerca una persona di fiducia, che sia abbastanza disperato e conosca il francese e l'inglese. Lui sarebbe la mente... gli serve un "braccio destro", per questo ho pensato a te.... Ma bravo, bell'amico! Vuoi che a ventiquattro anni mi faccia sparare nel culo, o peggio mi faccia arrestare o rimanga coinvolto in qualche controrivoluzione o in una diatriba di pagamenti? Disperato s ma non alla morte, cosa credi?. Credo che quattro o cinquecento milioni all'anno, come mi ha garantito il mio amico Vittorio, potrebbero risolvere i problemi di tuo padre e i tuoi, tutti i pignoramenti che vi hanno gi fatto e magari vi faranno, e anche qualche altra cosa. Lui ti manda a dire che oggi, dopo qualche anno di quel "lavoro", potrebbe benissimo vivere di rendita. Solo gli scazza mollare tutto, quando potrebbe continuare, dividendo gli utili con chi lo aiuter.... Alan chiuse quel suo piccolo monologo cercando di attenuare l'incisivit del timbro di voce e pronunci quelle ultime parole pacatamente, per mettere l'altro in difficolt: voleva fargli capire che, a quelle condizioni, Vittorio Zucchini avrebbe potuto scegliere fra un ampia rosa di "candidati-collaboratori". Risaliti in macchina cominciarono a girare per la citt, a quell'ora ormai deserta. Parlarono del pi e del meno fino a quando, verso le due e mezza, si fermarono sotto il portone di casa di Alan. Poldo, trattenendo per un braccio l'amico che stava scendendo dalla macchina: Ehi, quando mi accompagneresti da Zucchini? disse riaccendendo il motore della sua supersportiva. Anche domani sera, se vuoi rispose Alan e non fece nulla per nascondere il proprio sguardo di soddisfazione chiamami dopocena al giornale. Mi passi a prendere e ci andiamo. *** Nel giro di un anno Poldo, grazie al suo nuovo "lavoro", riapr completamente l'azienda paterna, tolse pignoramenti e ipoteche all'attico della Crocetta e alla villa di Diano Marina, compr un mega appartamento a Cannes, cambi la Porsche e si compr anche una Jaguar e una Range Rover per la montagna. Queste almeno era ci che Alan sapeva, anche perch erano beni alla luce del sole e quindi visibili da tutti. Nel giro di qualche minuto, per contro, Poldo, ormai a tutti gli effetti cittadino sudafricano (con tanto di passaporto), due famiglie (una ufficiale a Torino con

moglie e due bambine) una a Joannesburg (entrambi i nuclei familiari ovviamente non si conoscevano fra loro) con moglie, due maschietti e una femminuccia, un patrimonio immobiliare da fare schifo e quasi un intero piano di un garage a Torino per le sue macchine sportive e di lusso, aveva rifiutato un prestito di dieciventi milioni al suo amico Alan. Mi becchi sempre nei momenti difficili Alan, pensa che devo andare in Somalia per trattare una grossa partita di mine anticarro e mi trovo un po' in difficolt come contanti.... "Ma non come auto di grossa cilindrata e propriet immobiliari" pens Alan, e scrisse: Grazie lo stesso Poldo. Sollev gli occhi dal monitor del computer per guardare il display del videoregistratore alla sua sinistra, sotto il televisore della sala: erano quasi le tre di notte. Mio Dio" pens "sono vergognosamente lento: quasi cinque ore per un ridicolo capitoletto! Come far a scrivere un intero libro? A questa velocit non mi affiderebbero neppure il giornalino della parrocchia... Altro che lavorare in una redazione...". Ma poi capi cosa era successo: in realt non aveva "solo" scritto un capitoletto. Era tornato di colpo indietro nel tempo, aveva ricordato quasi trent'anni di amicizia con Poldo. Anche se in quelle pagine del capitolo su Priz aveva tralasciato molti particolari, curiosi sebbene secondari. Particolari che non avrebbero potuto interessare il "suo" lettore principale (ovvero il diretto interessato) e neanche gli altri eventuali. Il ricordo di quegli anni, e non solo quel capitolo striminzito, gli aveva portato via cinque ore. Il ripensare a quell'amicizia: un'amicizia intensa, vera, forte che per si era andata attenuando con l'esatta inversione dei ruoli e delle situazioni economiche. Bella amicizia, anzi bello stronzo aveva sentenziato Silvia la sera del ritorno di Alan dalla "missione-prestito" adesso che lui ha risolto tutti i suoi problemi, conduce una vita agiata e piena di soddisfazioni ha dimenticato tutto. O meglio, ha voluto buttarsi tutto alle spalle. E tutto per una ventina di milioni? A me non mai piaciuto quel tipo aveva poi concluso sua moglie, con un tono che sembrava tanto da "volpe all'uva". Rester sempre un trafficante d'armi! E pensare che se non ci fossi stato tu a portarlo da Zucchini.... Magari avrebbe fatto un tredici da due miliardi al Totocalcio e avrebbe risolto egualmente i suoi problemi le rilanci Alan, non tanto in flebile ultima difesa dell'amico, ma per troncare definitivamente quella discussione.

Non aveva ottenuto il prestito, e in pi doveva sorbirsi l'ennesima arringa d'accusa di sua moglie contro Poldo: lei del resto da sempre odiava quel genere di persone e lui in modo particolare, tanto che l'aveva soprannominato "il figaccione". A tutte queste cose pensava Alan Bussetti, quasi ipnotizzato dalla barretta di scorrimento del computer che lampeggiava dopo il punto dell'ultima riga del capitolo di Poldo Priz, dove aveva scritto Grazie lo stesso Poldo. La gola gli bruciava da impazzire e si sentiva la lingua spessa come quella di un cammello: cont le cicche nel posacenere, erano nove. In cinque ore. Stava esagerando con tutti e con tutto. Forse anche nella scelta di scrivere quel libro. Si alz per andare a bere in cucina ma non spense il computer. Con un grosso bicchiere d'acqua tra le mani cerc di decidere anche su quello che avrebbe dovuto fare. Si sentiva sfinito dal caldo, dallo stress e dalla marea di ricordi che erano affiorati alla sua memoria. Gli aveva pesato molto scrivere quel capitolo, e non aveva ancora sonno. Si era ulteriormente innervosito, ritornando ancora una volta su quell'amicizia che, ormai a tutti gli effetti, poteva considerarsi al lumicino. Torn in sala per spegnere il computer: decise che l'ora era tarda e comunque non sarebbe stato capace, per quella notte, di andare avanti con quel libro.

II
L'indomani mattina appena alzato pens che partire con la storia di Poldo era stato controproducente. Adesso stava convincendosi seriamente che non fosse stata una scelta eccezionale. Non fece in tempo a dipanare il proprio dubbio che vide l'ombra di sua moglie transitare davanti alla sala. Era diretta anche lei in cucina. Alan decise di seguirla senza uno scopo specifico. Magari per scambiare un paio di parole. Non ce ne fu il tempo. Silvia con la mano sulla maniglia del frigorifero, sottovoce, con un tono fra l'assonnato e lo sconsolato attacc: Ma perch la notte non dormi invece di portare avanti piani criminosi senza capo n coda? Credo che se tu fossi pi riposato forse al mattino saresti anche pi lucido. Potresti trovare qualcosa da fare, soprattutto di pi onesto.... Guarda che io di disonesto non ho ancora fatto nulla. Il fatto che ci sia il computer acceso in sala non significa che.... Ma smettila di raccontare balle, Alan. Mi bastato dare un'occhiata all'ultima riga! disse lei, prima di bere un piccolo sorso d'acqua dalla bottiglia. Non dormo la notte perch abbiamo dei problemi, e poi scusa, ma da quando in qua ti interessa quello che scrivo? Da trent'anni faccio questo lavoro e.... ... quello che scrivi se lo fai per hobby non ha una grande importanza. Ma uno che disoccupato non pu coltivare degli hobby... Quello che scrivi se in grado di sputtanare tutta la famiglia deve interessarmi per forza! Per forza! e ripet due volte quelle parole, quasi per ribadire il concetto. Quindi si avvi ciabattando verso la camera da letto. Fu allora che Alan decise che per quella giornata sarebbe stato inutile oltre che impossibile andare avanti di qualche pagina. Si vers trenta gocce di Valium in un dito d'acqua del rubinetto e and in sala a spegnere tutto. Si vest e decise di andare a fare quattro passi: in fin dei conti poteva lavorare anche mentalmente, senza bisogno di prendere appunti: pensare alla storia seguente forse gli avrebbe dato nuovi stimoli e un'ulteriore carica. La passeggiata gli fece bene, tanto che rientrato in casa si ritrov da solo e decise di continuare. Riaccese il computer, aveva deciso che il prossimo personaggio sarebbe stato il suo amico mago. ***

Lorenzo Martorino, per tutti "Renzo il mago della tranquillit". Lui e Alan si erano conosciuti cinque o sei anni prima, in una domenica d'estate, a causa di una vicinanza... d'ombrellone sulla spiaggia di Spotorno, in Liguria. Alan gli accese una sigaretta con il suo accendino perch i figli di lui, giocando con le pistole ad acqua, gli avevano reso inservibili i fiammiferi. Da questo semplice gesto era nata una conversazione a due molto fitta e piena delle solite banalit: il calcio, i figli, le vacanze. Discorsi soft che ben si addicevano a una giornata di relax in spiaggia. Il mare era molto grosso quel giorno e onde rabbiose scaricavano a riva ogni sorta di sporcizia: alghe, rifiuti e le solite schifezze che gente maleducata solita buttarci senza alcun ritegno. Che lavoro fa lei? aveva chiesto dopo circa un'oretta di conversazione ad Alan l'altro, mentre cercava di calmare e ripulire uno dei suoi due figli maschi, gemelli dall'apparente et di sette-otto anni, al quale era entrata della sabbia nell'occhio sinistro. Sono un giornalista, al momento ho qualche collaborazione ma niente di importante. Fino a qualche anno fa ero caporedattore in un giornale che ha chiuso e da allora... rispose Alan visibilmente contrariato dal fatto che cos, parlando del pi e del meno con uno sconosciuto, avesse dovuto rituffarsi, anzich in un mare agitato, in quello ben pi rabbioso e minaccioso dei problemi che lo attanagliavano. La "Gazzetta del Popolo" di Torino, sicuramente... gli rispose senza indugio il suo interlocutore, con quel forte accento lombardo che ad Alan per continuava a sembrare molto lontano dal milanese. "E veramente incredibile come questo qui, che neanche mi conosce e sa solo che sono di Torino, abbia capito esattamente dove lavoro..." pens Alan. "O un sensitivo oppure ha avuto una gran botta di fortuna e...". Guardi che non ho tirato a indovinare! gli fece Renzo quasi interpretando quel pensiero che Alan probabilmente gli aveva trasmesso con una piccola ma significativa espressione di stupore. Mi occupo di pubblicit e per forza di cose devo seguire le vicende dei media. Televisioni, carta stampata, radio e via dicendo. A Torino poi, a parte "La Stampa", non avete un granch e quindi.... Durante quelle ore in spiaggia, a forza di parlare e raccontarsi a vicenda le proprie esperienze di lavoro, ad Alan sembrava di conoscere quasi tutto dell'altro. E anche Renzo ebbe la stessa sensazione. Erano passati dal "lei" al "tu" nel giro di un'oretta e quando, verso le cinque del pomeriggio, decisero di ripartire, Alan finalmente scopr che Renzo viveva in una

piccola cittadina a una ventina di chilometri da Bergamo. Ecco dunque spiegato il suo strano accento. Ma che, a Bergamo, Renzo aveva una agenzia pubblicitaria che divideva con un socio. La giornata al mare termin con il classico scambio di indirizzi e numeri di telefono e la promessa di rincontrarsi a settembre: fu Renzo a chiederlo ad Alan. Senti, visto che abbiamo scoperto di avere molti punti in comune, perch non rimaniamo in contatto? Fra l'altro la mia agenzia ha spesso bisogno di lavoro di "copy", per cui vedrai che qualcosa insieme riusciremo a fare di sicuro. Alan aveva dato il giusto peso a quelle parole, nel suo stato non poteva permettersi di scartare niente. I ragazzi erano ancora piccoli e la sua posizione di disoccupato l'aveva reso insicuro, vulnerabile e meno sognatore di una volta. Ma anche terribilmente ansioso e vittima spesso di periodi di depressione: non voleva illudersi. Una conoscenza occasionale in spiaggia... poteva rivelarsi come quegli amorazzi da adolescenti che si promettono eterno amore e poi, ritornati nelle rispettive citt alle abitudini reciproche, si perdono definitivamente di vista... "Per Renzo simpatico" pens Alan nell'istante in cui gli porse un foglietto di fortuna sul quale aveva annotato il proprio nome, cognome e numero di telefono. Sotto, fra parentesi, aveva aggiunto quasi per scherzo, ma anche per meglio farsi ricordare, il giornalista di una domenica a Spotorno. Si erano salutati ed era finita l. Inaspettatamente, invece, un luned mattina verso la fine di agosto squill il telefono di Alan a Torino. Erano circa le nove e lui aveva appena accompagnato i ragazzi a scuola. Silvia era a lavoro presso la famiglia dove faceva la colf e quindi in casa non c'era nessuno. Ehi ciao vecchio! Alan riconobbe immediatamente Renzo da quell'inconfondibile accento bergamasco. Ti ricordi di me? Sono l'agente pubblicitario di una domenica a Spotorno.... S, s, non preoccuparti disse ridendo Alan, divertito dal fatto che l'altro, per ricordagli chi era, avesse ripreso la frase scritta sul biglietto che aveva consegnato a Renzo in spiaggia. ... e poi sei l'unica persona che conosco con quell'accento inconfondibile! continu, perch non sapeva come introdurre un qualunque altro tipo di conversazione. Non capiva lo scopo di quella telefonata. Non erano pi "una domenica al mare" e lui si sentiva nei guai fino al collo. Quasi intuendo ci che passava in testa al proprio interlocutore, fu lo stesso Renzo a rompere i convenevoli. Ti ho telefonato perch sono un po' incasinato. Ho moltissimo lavoro e in particolare due situazioni urgenti da risolvere. Perci mi sono ricordato di te. Ho

un depliant da impaginare per una ditta di articoli sportivi e da questo devo ricavare pure quattro o cinque manifesti da proporre... Non sono mai stato un grande "copy" io, e quello stronzo che collabora con noi ha pensato bene di sposarsi e fino alla met del mese prossimo non rientra.... Ma... veramente... Renzo, non so se sono all'altezza. Non ho molta esperienza in questo campo. Anzi diciamo pure che non ho mai fatto nulla di simile e.... E proviamo, dai insist lui di rimando ti faccio un fax, ci dai un'occhiata e nel giro di un paio d'ore ci risentiamo. A parte il fatto che non ho il fax, questo lavoro urgente e se non andassi bene...?. Renzo intu che la resistenza di Alan stava diventando pi che altro una presa di posizione per evitare una eventuale, possibile figuraccia. Non fare il pirla! Se non andassi bene te lo dir e ci penseremo. Provarci, non costa niente... concluse la frase con due parole in bergamasco che Alan non cap. Potevano essere due imprecazioni, come pure un rafforzativo del concetto espresso. Il fax per... sussurr l'altro, che ormai si sentiva battuto non so come fare dal momento che non ho un ufficio. Cerca un tabaccaio o una cartoleria sotto casa che faccia questo servizio e quando lo trovi comunicami il numero, ok? e con queste parole Renzo riagganci. Nel giro di una ventina di minuti Alan rientr in casa con in mano cinque fogli di fax che Renzo aveva mandato alla cartoleria Moderna, a poche decine di metri da casa sua. Il lavoro si dimostr pi semplice del previsto e lui risped tutto a Renzo sempre tramite il fax della cartoleria. La ricevuta di avvenuta trasmissione che la cartolaia gli consegn insieme agli originali segnava le 18:20. Alle 19:05 Alan ricevette la telefonata dell'amico che non solo era molto soddisfatto del lavoro, ma voleva anche invitarlo a Bergamo per il gioved seguente per prospettargli una nuova campagna pubblicitaria che doveva essere consegnata al cliente alla fine di ottobre. E, naturalmente, anche per pagargli il lavoro fatto quel luned in modo cos rapido e brillante. Quella fu una delle poche volte che Alan dovette ricredersi sui colpi di fulmine in campo lavorativo, sulle proposte fatte da uno sconosciuto vis vis in pochi minuti, sugli innamoramenti estivi e cos via. Purtroppo in seguito avrebbe dovuto pentirsi ancora una volta di quei suoi giudizi, sempre affrettati e molto superficiali. Il rapporto di lavoro tra Renzo e Alan nei mesi seguenti si intensific parecchio. Renzo era soddisfatto della produzione dell'amico giornalista, i clienti non gli

mancavano e poi, dovendo regolare le parcelle di Alan sempre "in nero", il risparmio per la sua ditta era notevole. La primavera seguente qualcosa nel meccanismo di collaborazione incominci a incresparsi. Alan, che se ne era accorto da qualche tempo, non aveva il coraggio di chiedere all'amico spiegazioni. Gli sembrava che non gli sarebbero state dovute e poi, se il motivo fosse dipeso dalle sue capacit professionali, avrebbe offerto all'altro il varco e lo spunto per chiudere definitivamente quel rapporto. Fu Renzo che, qualche giorno prima di Pasqua, telefonando all'amico gli propose: Qui a Bergamo abbiamo organizzato una fiera di beneficenza. Chi pu porta qualcosa, chi sa fare qualche gioco o cabaret collabora... insomma potresti darmi una mano, cos staremo insieme per le feste. Vieni con Silvia e i bambini, magari venerd santo e.... Alan capiva che c'era dell'altro ma non osava chiedere a Renzo ulteriori dettagli. Lo avrebbe fatto l'altro al momento opportuno, si comportava sempre cos! E... a proposito... che cosa sai fare tu oltre che a scrivere? Il giocoliere, raccontare barzellette, qualche imitazione o.... So leggere le carte, il cartomante insomma. Me lo ha insegnato mia nonna quando avevo quindici anni. Quelle rare volte che mi esibisco dicono tutti che sono bravo e ci azzecco. Forse sar perch non li faccio pagare!. Oh cacchio, ma perfetto! Organizziamo un angolino con un tavolino e magari ti trovo anche qualcosa da metterti. Un vestito tipo "mago" o stregone.... Eh no, Renzo, abbi pazienza. Tutto quello che vuoi, ma non farmi mascherare. Io una mano in questa cosa la do volentieri, ma non chiedermi travestimenti o pagliacciate rispose Alan, con un tono talmente categorico da non lasciare alcun margine di trattativa. L'altro cerc allora di buttarla sullo scherzo, con una battuta, per rimediare in qualche modo al fatto che Alan si fosse irritato. Scusa, non volevo farti incazzare. Ho pensato che con gualche "nota di colore" come dite voi giornalisti saresti stato pi credibile!. No, assolutamente. Mi sentirei solo ridicolo! Quanto a credibilit, invece, vedrai che ti far fare una bella figura! Forse aveva ragione mia nonna... ho sbagliato mestiere. *** La famiglia di Alan Bussetti giunse puntuale al gran completo davanti alla villetta dei Martorino a pochi chilometri da Bergamo la sera di venerd santo. Erano da pochi minuti passate le sette.

Alan inchiod la macchina a un paio di metri dal cancello dell'abitazione e scese per suonare al citofono. La zona era isolata e il silenzio era rotto dall'abbaiare disperato di un vecchio dobermann marrone che stava dando l'allarme a tutti gli abitanti della casa. Non ci fu alcun bisogno di suonare. Cinzia, la moglie di Renzo, richiamata dal furioso abbaiare del cane, dopo averlo legato a una catena fece cenno ad Alan che gli avrebbe aperto il cancello elettrico e rientr in casa. Nel giro di una decina di secondi tutta la famiglia Bussetti entr nella villetta dei Martorino. A piedi: l'auto Alan prefer lasciarla fuori. Forse affinch non fosse troppo in vista. Non desiderava ricordare, grazie a quel rottame, ai suoi amici, quello stato di "povert latente" dal quale erano attanagliati. La villetta dei Martorino era una costruzione recente, a due piani, in stile moderno e con un bel prato all'inglese tutt'intorno. Al pianterreno viveva Renzo con la moglie Cinzia e i gemelli, Luca e Renato, che ormai avevano quasi nove anni. Al piano superiore, con ingresso indipendente, c'era l'alloggio dei genitori di Cinzia. "Una famiglia senz'altro benestante, chiss se i soldi li hanno fatti i genitori di lei o invece quelli di lui" pensava Alan, seduto su una sedia bianca da giardino, sotto il portico dopo cena. Stava aspettando l'amico che si era alzato un attimo per andare a prendere qualcosa da bere. L'aria frizzantina della primavera in arrivo non aveva impedito ai due di chiacchierare fuori di casa per una ventina di minuti, coperti da maglie di lana piuttosto pesanti. Cinzia e Silvia erano in cucina a riordinare, i ragazzi invece stavano giocando, in maniera piuttosto rumorosa, con un vecchio ping-pong che era stato montato in garage. Ho preso un amaro, ti va bene? Scusa, l'ho fatto senza chiederti se preferivi qualcos'altro, ma sai, ero soprappensiero... disse l'ospite al suo ritorno, reggendo due bicchierini piccoli, ma certamente troppo abbondanti, di liquore. Mi va benissimo, non preoccuparti rispose Alan, che stava fissando la cuccia di Lady, la vecchia dobermann che, dopo una serie di grattamenti e mugolii, si era finalmente acquietata. "Probabilmente il suo modo di prepararsi per la notte" stava pensando Alan, quando la voce dell'amico lo riport precipitosamente alla realt. Come avrai notato, Alan, da un po' di tempo a questa parte non ti mando un granch. Il fatto che ce n' veramente poco, siamo in forte calo anche noi.... E pensare che io invece credevo di aver combinato qualche casino con il manuale di istruzioni della motozappa Serik o con la newsletter della Pedrini! rispose l'altro preso completamente alla sprovvista.

Stai scherzando? Assolutamente no! Te l'avrei sicuramente detto! Il problema che il mio socio Salviati ha dei problemi di famiglia. O meglio, sta per piantare la moglie per l'amante dalla quale aspetta un figlio e ha avviato un'altra attivit. Cos non gira per clienti e noi abbiamo poco da fare. Il venditore lui, io non sono mai riuscito a gestire i rapporti con i clienti e non riesco certo a supplire alla situazione. Cos anche i rapporti fra me e lui in agenzia si sono notevolmente raffreddati. da un paio di mesi che stiamo addirittura pensando di chiudere baracca... Ho provato di tutto, credimi, ma sono solo un creativo e pi in l non so andare!. La fiera di beneficenza organizzata dall'associazione assistenziale della quale Renzo faceva parte si teneva al Palazzo dello Sport di Bergamo. Fino dall'inaugurazione, le dieci del sabato santo, l'afflusso di gente era stato eccezionale. Come pure eccezionale si era rivelata la trovata di mettere un tavolo con la scritta: "Il futuro nelle carte del mago Alan". Il numero di persone che vollero un piccolo consulto con "il mago" fu veramente incredibile. Il consulto durava una decina di minuti e costava cinquemila lire. Mentre un cliente era seduto davanti al cartomante, ce n'erano sempre in attesa tre o quattro; pazientemente appoggiati al muro che divideva l'angolo col tavolino dal bar, o seduti su una piccola panchina a pochi metri dal chioschetto dell'organizzazione che era stato collocato vicino alla cassa. Fantastico... dimmi come fai... sei grande... ma tu hai un grande futuro!. Renzo, stupefatto dal comportamento dell'amico e soprattutto di aver scoperto una "dote" fino a quel momento sconosciuta di Alan, lo aveva tempestato tutto il giorno, nei rari momenti di pausa tra un consulto e l'altro, con frasi ed affermazioni pi o meno di questo tipo. Non sembrava ancora pago quando alla sera, subito dopo cena, rivolgendosi ad Alan: Ti rendi conto di quello che hai scatenato oggi? Non ti conoscevo come un gran parlatore n tanto meno come un cacciaballe. Ma avresti dovuto sentire i commenti su di te! La gente dopo averti parlato era entusiasta, molti hanno mandato degli amici e cos via. Si creata una vera catena di Sant'Antonio. Tante persone mi hanno chiesto se lo fai professionalmente, dove ricevi, se hai uno studio o un ufficio. Sei stato il vero successo della fiera. Riusciresti a insegnarmi? Pensi che sia difficile? Quanto tempo potrebbe essere necessario? La tua una dote o che cosa.... Improvvisamente, intuendo che forse aveva decisamente esagerato, si blocc. E poi voleva dar modo al suo interlocutore di rispondere. Alan si sent travolto da quel mare di domande, di complimenti, di frasi che attendevano con ansia e curiosit una risposta. Decise perci di accendersi

lentamente una sigaretta. Non perch ne avesse una gran voglia, ma pi che altro per prendere qualche secondo di tempo, spezzare un po' il ritmo di quello che stava diventando quasi un innalzante terzo grado. Poi si decise a parlare. Mia nonna mi scelse fra sette nipoti. Secondo lei ero l'unico che avrebbe potuto esercitare questo mestiere che andava avanti ormai da quattro o cinque generazioni. Da giovane aveva anche cercato di interrompere questa tradizione che legava le donne della sua famiglia all'esoterismo, mettendosi a fare la ricamatrice, mestiere nel quale divenne piuttosto brava. Tuttavia non trovava abbastanza lavoro e quel poco non aveva mai il tempo di finirlo! La gente veniva a cercarla nel paesino vicino a Novara dove viveva, solo ed esclusivamente come cartomante, settimina, guaritrice. Molti arrivavano addirittura da Alessandria, Asti, alcuni anche da Torino, per cercare la "maga Alania"... Nel giro di qualche anno mia nonna lasci il paese per aprire uno studio a Torino. Per avere un appuntamento con lei, negli anni d'oro, potevano volerci anche dieci o quindici giorni! A me ha insegnato a fare le carte e basta. Diceva che ero ben predisposto e un buon sensitivo e che sarei stato il primo uomo della famiglia, ma che mi avrebbe "trasmesso" le altre cose e gli altri segreti solo se gli avessi promesso di proseguire in questo campo. A quei tempi, anche se avevo solo quindici anni, a me piaceva gi scrivere, sognavo di fare lo scrittore oppure di diventare un gran giornalista.... Vabb riprese Renzo, che non voleva entrare nelle cose private dell'amico te l'ho chiesto solo perch ho in testa qualcosa che ci potrebbe aiutare. Per levarci da questa situazione di non lavoro, non guadagno, debiti vari insomma... Ma tu mi devi aiutare, devo imparare il pi in fretta possibile e al meglio a fare le carte!. Non ho detto che non puoi farcela, e non pensare nemmeno che io non voglia aiutarti gli rispose Alan, in tono rassicurante solo che difficile per me, sai? Come fa uno che guida male a insegnare a un altro a portare la macchina? E poi il mago io non lo voglio fare. Non l'ho mai voluto fare, altrimenti.... Altrimenti non saresti a questo punto! esclam l'altro con convinzione, e continu: Guidi male, eh? Ma se oggi hai fatto quasi ottanta clienti e li ho visti andare via tutti soddisfatti, qualcuno addirittura entusiasta! E poi non ti preoccupare: tra noi due il mago lo far io e non tu. Ho gi un piano in testa, dammi solo qualche giorno di tempo e vedrai!. Il luned dell'Angelo, quando, alle venti in punto, la fiera chiuse i battenti, i "clienti" di Alan erano stati duecentoquarantatr, e l'incasso netto ammontava a ben 1.545.000 lire. Anche perch in molti erano stati cos soddisfatti da volergli dare, "a puro scopo benefico", 10.000 lire anzich 5.000.

Il pi entusiasta ancora una volta si dimostr Renzo, che prima di lasciare partire l'amico per Torino riusc a strappargli una promessa. Vieni due o tre giorni da me, la prossima settimana! Ci chiudiamo in ufficio a Bergamo, voglio diventare un bravo cartomante. Intanto in questi giorni metter a punto qualche dettaglio che ci permetta di lavorare insieme. D'accordo, ma sappi che lo faccio solo per amicizia e perch non ho niente di meglio da fare gli aveva risposto Alan. Ma era ripartito dal bergamasco piuttosto interdetto. "Comunque" aveva pensato in macchina, durante il viaggio verso casa "qualche giorno a Bergamo, lontano dai guai di famiglia, da Silvia, dai ragazzi e dalle tensioni non mi nuoceranno certamente, anzi!". Devo proprio farlo, soprattutto a scopo... terapeutico!". *** Alan Bussetti si svegli dopo le otto quella domenica mattina: un fatto veramente insolito per lui che, attanagliato dai pensieri, anche quando dormiva lo faceva per poche ore e di un sonno mai completamente sereno. Invece quella notte aveva riposato decentemente, nonostante un furioso temporale estivo avesse imperversato su Torino per oltre due ore nel cuore della notte. Era la prima domenica d'agosto, apr la finestra e un'aria frizzantina investi la camera da letto. Alan... per favore... almeno stamattina lasciami ancora una mezz'ora fece Silvia rigirandosi nel lenzuolo, e mentre lo faceva cominci a sbuffare e a emettere mugolii di disapprovazione. Ma non ti preoccupare, ti lascio stare, cerco solo di cambiare l'aria alla stanza dopo tutte queste giornate di afa e di calura fece lui di rimando e usc dalla stanza richiudendo la porta della camera da letto. Si vest in fretta, gli era venuta una voglia improvvisa di fare quattro passi e andarsi a comperare "La Stampa". Raramente si concedeva il lusso di comperare il quotidiano locale, ma quella mattina, forse stimolato dall'arietta fresca, aveva deciso di farlo. "Tanto per vedere quello che scrivono gli altri" pens "e poi l'edicola sotto casa chiusa per ferie e quella pi vicina a quasi cinquecento metri... Sar una buona occasione per sgranchirsi le gambe e per decidere il seguito del libro". Il cielo era ancora plumbeo e non prometteva nulla di buono. "Oggi non ho molta voglia di scrivere, ma devo andare avanti, mi sono imposto che sia tutto pronto per i primi di settembre e cos deve essere".

Doveva assolutamente finire almeno la storia di Renzo Martorino, per rispettare ci che si era prefissato. Ma fino a dopo pranzo non ebbe neppure l'occasione di accendere il computer. La mattinata era trascorsa tra i suoi figli che si preparavano per la giornata festiva, un'occhiata al giornale e le discussioni con Silvia per decidere cosa preparare per il pranzo. La tradizione in casa Bussetti aveva sempre voluto che la domenica la tavola fosse particolarmente ricca e sfiziosa. Ma quelli non erano certo i tempi... Poi sua figlia Maura si era gi organizzata per andare con Piero, il suo ragazzo, a trovare degli amici a Bardonecchia e F avrebbe trascorso tutta la giornata a casa del suo amico Lele, visto che la fidanzatina, come la chiamava lui, era partita per una settimana in Sardegna, ospite da amici dei genitori. Fu cos che a tavola Alan e Silvia si ritrovarono da soli, e dopo due spaghetti al pomodoro e un pezzo di formaggio il pranzo della domenica era gi finito... Erano da poco passate le due del pomeriggio quando Alan accese il computer. Anche sua moglie stava per uscire: come quasi tutte le domeniche sarebbe andata a Chieri, a trovare la vecchia madre malata. Sarebbe tornata solo all'ora di cena. Le dita si muovevano velocemente sulla tastiera. In realt Alan quel romanzo ce l'aveva tutto in testa: bastava solo buttarlo gi in un italiano accettabile e senza dimenticare i fatti salienti dei personaggi in questione. Come per incanto, senza andare a rileggere ci che aveva scritto, la storia del "mago Renzo" sembr ripartire da sola... *** Furono davvero strani quei tre giorni che Alan e Renzo trascorsero a Bergamo, chiusi in ufficio. Nel corso dei primi due, Alan si rese conto di quanto fosse difficile, se non proprio impossibile, trasmettere all'amico l'arte dei tarocchi: non era una questione d'intelligenza, piuttosto era chiaro che Renzo non aveva molta voglia di imparare e che comunque, essendosi fatto un'idea sua, voleva procedere senza metodo... Senti Renzo gli fece Alan la mattina del terzo giorno, appena entrati in ufficio cos non arriveremo a niente, in due giorni non hai ancora imparato neppure a riconoscere gli arcani maggiori e qualche abbinamento che ho cercato di insegnarti. Non so come fare, ma soprattutto non so come farai tu!. Non ti preoccupare amico mio gli rispose prontamente l'altro ho gi capito tutto: in questo mestiere le carte non sono che un pretesto, come in tutte le cose ci vuole solo psicologia, e io sono bravo, sai? A parte che l'ho studiata due anni all'Universit di Milano, prima di uscirci di cervello, alla gente devi solo dire ci che vuole sentirsi dire....

Scusa ma io parto da presupposti diversi. Io leggo le carte, gli abbinamenti come fossero un libro stampato e alla gente do le risposte a seconda di quello che dicono le carte. Cos mi ha insegnato quella santa donna di mia nonna e cos faccio da sempre. Io invece ho gi deciso: risponder alla gente quello che mi verr in testa, far girare le carte in modo tale che questi non si accorgeranno neppure che non le so leggere, miscelando psicologia e un po' di culo me la caver benissimo!. La sera del terzo giorno Alan si rimise in macchina con una confusione di sentimenti: da un lato gli sembrava di non aver concluso nulla, dall'altro pensava che essendo il mondo pieno di "polli" forse ci sarebbe stato spazio anche per Renzo il mago della tranquillit. "Comunque sono fatti suoi, anche se un amico di pi proprio non si poteva fare..." concluse cos le proprie considerazioni Alan, alzando il volume della radio e controllando la tasca destra della giacca: quei cinque fogli da centomila lire che Renzo gli aveva dato, e che lui aveva accettato con molta ritrosia, a lui e alla sua famiglia facevano comodo anche se non erano che una piccola goccia nel mare di debiti in cui dovevano navigare a vista! Pass pi di un mese senza che Alan avesse notizie di Renzo, poi una sera verso le sette, rientrando in casa dopo aver accompagnato Maura a cena dal suo ragazzo, sent sua moglie che stava concludendo una telefonata... D'accordo glielo dir, stai tranquilla, gli racconto tutto... A presto, e salutami Renzo... e Silvia riattacc la cornetta con un lungo sospiro che sembrava emanare solo sconforto e stupefazione. Ho capito chi era disse Alan buttando le chiavi della macchina sul tavolo di cucina alla buonora! Credevo l'avessero arrestato o che fosse successo qualcos'altro... lo disse con acredine, perch non sapeva spiegarsi da parte di Renzo un silenzio cos lungo dopo quei tre giorni passati a Bergamo. S, era Cinzia Martorino, che mi raccontava un po' di cose di Renzo.... Va beh, allora che gli successo di tanto strano da lasciarti basita? Son cose cos strabilianti da sconvolgerti? la aggred Alan, ansioso di farsi raccontare. Eh certo che lo sono, se mi lasci parlare, imbecille! rispose Silvia. Questo grazie ai tuoi insegnamenti ha guadagnato pi soldi in un mese di quanto noi tutti in due anni!. Ma quali insegnamenti! Quando sono andato tre giorni a Bergamo non ha voluto, o meglio non riuscito a capirci niente e alla fine mi ha detto che avrebbe fatto di testa sua.... Se mi lasci andare avanti, senza interrompermi, ti spiego fino a dove lo ha portato la "testa sua"....

Parla, dai.... Devi sapere che da circa un mese il tuo amico Renzo appare regolarmente due volte alla settimana su Tele Bologna, citt dove ha aperto anche uno studio, e che la prossima settimana ne aprir uno anche a Modena... Fa la carte in televisione e Cinzia diventata la sua segretaria. sempre pieno di appuntamenti e a quanto mi ha riferito non si limita certo a fare le carte in studio.... Ah, e cosa altro fa oltre a fingere di saper leggere le carte? chiese Alan con un velo di stupore. Si comprato un libro di magia e dice alla gente che in grado di fare certi riti... legamenti, toglie il malocchio, fa tornare la persona amata, risolve casi impossibili insomma!. Me lo immagino come li risolve! Il fatto che il mondo pieno di cretini pronti a farsi spennare da uno che appare in televisione vantando poteri paranormali!. Ma stai zitto, Alan, magari lo avessi fatto tu! Forse questi "cretini", come li chiami, hanno solo bisogno di essere ascoltati o meglio illusi, e se Renzo lo fa con qualche polverina, candela o talismano in cambio di un milione o due io non ci vedo un granch di strano. Magari l'avessi fatto tu, adesso forse non saremmo ridotti in questo modo!. Magari avresti un marito in galera con qualche bella denuncia per truffa, abuso della credulit popolare, circonvenzione di incapace eccetera. Se pensi che basti andare in una televisione privata a fare lo scemo, ovviamente a qualche centinaio di chilometri da casa per non sputtanarsi... allora sei fuori strada cara Silvia!. Fuori strada sei tu che ragioni ancora come un giornalista e vedi delinquenti e truffatori o scandali da prima pagina da ogni parte, anche nelle persone che conosci. Che c'entra se lo conosco? Questo per risolvere i propri problemi economici frega la gente... Per, ora che mi ci fai pensare, forse qualcosa mi deve, in fin dei conti l'idea gliela ho data io e forse anche qualche dritta. Con questa frase Alan chiuse il discorso e chiuse anche la porta del bagno, gli era venuta voglia di vomitare. Comunque il giorno dopo, sabato, decise che poteva provare a vedere se Renzo fosse a casa. Cerc il numero sulla sua agendina e verso mezzogiorno gli telefon. Fu proprio a rispondergli col solito marcatissimo accento bergama-Sco e la voce di uno che sprizza gioia da tutti i pori. Ol, vecchio, come te la passi? attacc subito Renzo senza dare modo all'amico di parlare. Come avrai gi saputo da Cinzia, che ha parlato con tua moglie, io vado alla grandissima. Soldi a palate, e credo che questo sia solo l'inizio per me di una nuova carriera!.

Guarda che a me non la racconti! lo interruppe Alan con tono canzonatorio. Ai soldi ci credo, come credo che per tu non sappia fare niente.... E che c'entra questo? L'importante che ci creda la gente che viene da me.... Beh, era solo per dire che fino a due mesi fa eri ancora un buon pubblicitario e.... ... senza una lira, con un socio latitante, pieno di debiti rispose Renzo quasi a giustificare la scelta che aveva dovuto fare. E proprio per questioni di soldi che ti chiamo. Visto come ti sta andando non che potresti farmi un prestito di quattro o cinque milioni? Da quando non ho pi neppure la collaborazione con la tua agenzia.... Guarda fratello, io, lo sai, lo farei pi che volentieri, ma al momento sono un po' bloccato: ho dovuto pagare un mese anticipato, devo ancora arredare lo studio di Modena che apre la settimana prossima, perch in quello di Bologna ci ho messo i mobili dell'ufficio di Bergamo e... magari fra trenta o quaranta giorni, non tutto quello che mi hai chiesto ma qualcosa te lo potrei anche dare, oggi come oggi scusami ma.... Grazie lo stesso Renzo, vedr di risolverla in qualche altro modo, comunque fatti vivo eh... ciao e Alan chiuse in fretta la telefonata perch aveva voglia di mandarlo affanculo. *** Erano ormai quasi le sei di sera, Silvia e i ragazzi non erano tornati, nel pomeriggio c'erano stati altri tre o quattro acquazzoni e Alan non aveva pi voglia di scrivere. Pigi il dito nervosamente su "salva" e spense il computer. "Certo che arriver in fondo, ma riesumare ogni storia mi fa sempre incazzare, questi hanno fatto i soldi e io sono anni che non riesco a mettere insieme il pranzo con la cena! Ma sono certo che con questo romanzo raggiunger il mio obiettivo, devo farmi forza e andare avanti! La pagheranno. Tutti!".

III
La mattina seguente Alan si alz di buonora e, dopo essersi fatto il caff, poco dopo le sei era seduto davanti al computer. Ricordava perfettamente ci che si era ripromesso la sera prima: quel "raggiunger il mio obiettivo" gli aveva tamburellato in testa pi volte durante la notte. Si era svegliato e riaddormentato almeno una dozzina di volte e ogni volta ci era ritornato su. Sei gi li? gli url sua moglie dal letto, col rischio di svegliare i ragazzi e met del condominio. Tu e i tuoi ricatti di merda, non vedo l'ora che finisca questa fottutissima storia, ammesso che qualcuno non faccia finire male pure te!. "Ecco servito il buongiorno, anzi il buon luned" dal momento che fin dai tempi delle elementari lui aveva sempre odiato il primo giorno della settimana e quel sentimento, quello stato di malessere da luned nel corso degli anni si era addirittura acuito. A te invece chiedo: ma pensi proprio che sia la cosa pi semplice del mondo quello che sto cercando di fare? Io non sono un delinquente incallito, e poi andare a rimestare nel passato mio e di certa gente non certo piacevole... Quindi se puoi chiudi quella boccaccia e lasciami lavorare!. Silvia avrebbe voluto replicare ma cap che non ne sarebbe valsa la pena e che Alan non l'avrebbe neppure ascoltata; quindi and in bagno a prepararsi perch il luned mattina era il giorno delle pulizie a casa della signora Trentini, una simpatica vecchietta che viveva dall'altra parte della citt. Lui, che stava per cominciare a battere sulla tastiera, si ferm un istante a pensare: "La miseria, maledizione, un tempo neppure lei era cos" poi, richiamato dal lampeggiare del cursore sullo schermo, cominci a scrivere. Prima di alzarsi dal letto aveva deciso che il suo prossimo capitolo sarebbe stato quello del suo amico Cec. *** Cec Sciacchitano era soprannominato in un paio di modi: "mani d'oro" da amici e clienti e il "carrozziere fantasma" da parte della Guardia di Finanza. Alan e Cec avevano giocato a pallone nella stessa squadra, la Fulgor Orbassano, quando avevano quindici o sedici anni. Alan era un discreto centrocampista e Cec un bravissimo portiere. A quei tempi lui raccontava che lo avrebbero voluto nelle giovanili del Cosenza, ma suo padre aveva trovato lavoro in Fiat e quando Cec aveva da poco compiuto dodici anni tutta la famiglia si era trasferita al nord.

Ma dai tempi della Fulgor Orbassano Alan e Cec non si erano mai pi incontrati e si erano completamente persi di vista. Alan aveva smesso col calcio, aveva cambiato quartiere e poi, essendo un ragazzo molto regolato, quando cominci a collaborare con il giornale, fedelissimo gi allora alla sua Silvia, frequentava solo pochi amici selezionati e qualche collega di lavoro. Aveva ritrovato Cec solo per caso anni dopo: una mattina aveva preso di nascosto la Giulia Super nuova di suo padre, e nel posteggiare sotto il giornale gli era scappata la frizione. Risultato: una bella ammaccatura sulla portiera posteriore destra. Gli serviva un carrozziere rapido e che facesse un lavoro perfetto a un prezzo modico. Aveva solo un paio di giorni: Giorgio Bussetti era stato invitato in montagna per qualche giorno da vecchi amici e sarebbe rientrato a Torino solo luned sera. Alle due del venerd pomeriggio, disperato, chiese aiuto a Mario, il centralinista del giornale, il confidente di tutti. Mario sapeva trovare sempre la soluzione giusta per qualsiasi situazione e per questo alla "Gazzetta del Popolo" pi che di una istituzione era considerato un vero e proprio mito. Non ti preoccupare Alan gli disse ti mando io da un amico che ha una carrozzeria. Adesso gli telefono e prima che lui potesse balbettargli solo un "grazie", Mario stava gi componendo il numero come faceva sempre: introduceva un mozzicone di matita, che stringeva con forza tra l'indice e il pollice della mano destra, nei buchi corrispondenti ai numeri e faceva girare la ruota dell'apparecchio. "Chiss se fa cos anche da casa o quando telefona dalle cabine" ricord di aver pensato Alan stupidamente, mentre quello, appena terminato di comporre il numero, si era acceso una Mercedes con filtro, in attesa che qualcuno dall'altra parte del filo rispondesse. Pronto? Gaetano? Ciaooo vecchio puttaniere! Sono Mario, Mario Cortesi della "Gazzetta", come va? Ti ho chiamato per chiederti un favore... sei in carrozzeria oggi? Vorrei mandarti un amico, un giovane redattore con le palle... Ha combinato un casino con la Giulia del suo vecchio che non ne deve sapere niente, gli serve un lavoro a regola d'arte in un paio di giorni, prima che torni suo padre! S, lo so che venerd pomeriggio... e daiii... la macchina non ha neanche due mesi e se quello vede cosa successo mi sa che il mio amico le palle non le avr pi... e poi se riesci a farlo pagare in un paio di volte... Sai, qui da noi non ha ancora un contratto e se la passa un po' cos....

Disse tutto d'un fiato sparando almeno trecento vocaboli in un minuto come era solito fare, sia al telefono sia quando nei momenti di pausa parlava di donne, di sport o di altre facezie varie. Nevroticamente, in attesa della risposta del suo interlocutore, Mario prese a tirare due o tre grosse boccate di fumo dalla sigaretta che ormai stava finendo. Va bene, d'accordo, te lo mando subito? Gli scrivo l'indirizzo e gli dico di catapultarsi l immediatamente. Grazie, ciao. Alan, che pure conosceva il carattere di Mario e la sua tempestivit nell'affrontare certe situazioni, non era preparato a una soluzione cos rapida e prov come il suo solito a prendere tempo biascicando qualcosa: ... ma Mario, ho lasciato la macchina a casa e se devo andare a prenderla e portarla dal tuo amico... porco boia, capisci che rischio di perdere tutto il pomeriggio e ho due pezzi di cronaca da fare.... Insomma gli fece l'altro quasi indispettito lo vuoi risolvere o no il casino che hai combinato? Non sei stato tu a dirmi che se tuo padre quando torna trova la sua Giulia nuova conciata in quel modo ti uccide? Allora non perdere tempo, levati dai miei piedi e porta i tuoi strafottutissimi dal mio amico Gaetano!. Mentre pronunciava quelle parole, scarabocchi un indirizzo col suo solito mozzicone di matita e porse ad Alan il piccolo foglietto di carta. Ci vado... ci vado... disse l'altro con tono poco convinto e senza ringraziare il centralinista: sapeva che se l'avesse fatto sarebbe stato peggio che non acconsentire alla sua proposta. Mario era fatto cos, andava sempre oltre il proprio lavoro e per questo era rispettato e amato da tutto il giornale. "In fondo bisogna che risolva subito questa faccenda. Non ho alcuna intenzione di dare una mazzata del genere a mio padre. Non solo per le conseguenze o le scenate che ne potrebbero scaturire" pens Alan uscendo dal giornale " anche una questione di fiducia. Devo sistemare tutto e basta!". Quando dopo circa un'ora posteggi l'auto davanti alla Carrozzeria Cosenza era veramente imbufalito: il traffico di Torino, sempre indescrivibile, il venerd pomeriggio diventava vergognosamente drammatico. Sfiga dannata mormor sottovoce chiudendo a chiave la portiera della macchina lo sapevo che avrei perso il pomeriggio... con tutto quello che ho da fare!. Aprendo la porta della carrozzeria venne immediatamente investito da un rumore assordante e da un fortissimo odore di acquaragia frammista a vernice alla nitro. Un ragazzo, accovacciato per terra, batteva freneticamente con un martello su un pezzo di lamiera che pareva somigliare vagamente a un parafango. Nell'angolo opposto del grande stanzone un'altra persona, con un compressore ad

aria, stava verniciando di rosso fuoco un cofano che sicuramente apparteneva a una Panda che era a pochi centimetri da Alan. In uno sgangherato gabbiotto a vetri tappezzato di poster e calendari di donne nude, un uomo sulla trentina con un mozzicone di sigaro in bocca stava urlando qualcosa al telefono. In piedi, il volto paonazzo dallo sforzo, di l a pochi secondi chiuse la telefonata sbattendo la cornetta sull'apparecchio inanellando una serie di bestemmie che avrebbe raso al suolo la Mole Antonelliana. Nel locale si sent tutto: quasi per incanto infatti era calato un silenzio innaturale. Quello che picchiava sul parafango si era fermato per accendersi una sigaretta, mentre il verniciatore stava rifornendosi prelevando una latta dagli scaffali che aveva alle spalle. L'uomo col sigaro usc dal gabbiotto e si accorse della presenza di un cliente. Gli si fece incontro e quando fu a pochi centimetri da Alan spalanc un sorriso a trentadue denti urlando: Alan... Alan... Bussetti... i miei rispetti!. Gaetano... cio Cec... gli rispose l'altro stupito pi del carrozziere sei proprio tu? Quanti anni.... Me lo dovevo immaginare che eri tu quello che veniva dalla "Gazzetta"! Sapevo che avevi cominciato a lavorarci, la Rita, quella del panificio sotto casa mia, anche dopo anni sa sempre tutto di tutti. E sempre stata una ficcanaso. Mi fa piacere rivederti merdaccia, anche se solo per lavoro.... Si abbracciarono e fra i due vecchi amici ci fu realmente un momento di autentica commozione. Fu Cec a sganciarsi dall'abbraccio e, come se il tempo non fosse mai passato, cominci a parlare a mitraglia. Su s, adesso che ci siamo ritrovati avremo tempo e modo per le rimpatriate, ora mi sembra che ti debba togliere dai casini... Di', tuo padre sempre quella testa di caz... ehm volevo dire, quel generale dei carabinieri che non voleva farti perdere tempo con il calcio?. Testa di cazzo il termine pi appropriato, direi fece Alan di rimando anzi, direi che da quando andato in pensione ulteriormente peggiorato!. E allora non c' tempo da perdere, fratello! Bisogna sistemare 'sta macchina in modo che sembri appena uscita da un concessionario dell'Alfa Romeo. Uscirono in strada e a Cec bast un'occhiata al danno per inquadrare la situazione. Nonostante la cazzata che hai fatto ti andata bene.... Cosa vorresti dire, scusa?.

Che il danno apparentemente sembra grosso ma per fortuna si pu ribattere, non bisogna stuccare, ma basta carteggiare e riverniciare. Vedrai che torner perfetta. E per il grano non ti preoccupare, mi ha detto Mario che sei un po' tirato... ci penso io! In fondo siamo sempre amici, no?. Si misero d'accordo per le due di luned: la macchina sarebbe stata pronta e Alan avrebbe avuto tutto il tempo di rimetterla nel posteggio prima del ritorno del padre. "Il solito Cec" pens mentre afferrava al volo un autobus per tornare al giornale "col suo accento calabro piemontese! Magari sbaglia i verbi ma in fatto di cuore e generosit rimasto il ragazzino di dieci anni fa". Il luned seguente, alle due spaccate come concordato, Alan si present alla Carrozzeria Cosenza per ritirare la macchina: entrando la vide subito, le gir intorno un paio di volte e prima che Cec - che stava parlando con un cliente gli si avvicinasse aveva gi concluso che il lavoro era stato eccezionale. Allora, Alan, sei soddisfatto? chiese l'altro con un ghigno di soddisfazione. Guarda che non se ne accorgerebbe nessuno!. Cec grazie, sono senza parole... considerando che ieri era domenica e.... Ma che c'entra, scusa? Qui quando c' da lavorare non guardiamo mica il calendario, sai! Poi per un vecchio amico e compagno della Fulgor Orbassano!. Beh, comunque adesso che ci siamo ritrovati qualche volta potremmo anche vederci, no? fece Alan un poco impacciato dall'abituale irruenza di Cec. Piuttosto adesso, visto che devo riportare la Giulia, parliamo di soldi e.... Soldi? Ma che minchia dici Alan! Io non voglio soldi da te! Guarda, non ti dico neppure quanto mi devi... A patto che tu mi faccia un po' di pubblicit fra amici, colleghi patenti e tutti quelli che conosci. La tua fattura la caricher a qualcun altro!. Lui, sempre pi imbarazzato, non sapeva cosa dire, si scompisci in mille ringraziamenti e dopo avergli promesso che si sarebbero rivisti presto usc dalla carrozzeria abbastanza perplesso ma felice. Nel giro di un paio d'anni si rividero per qualche rimpatriata con i vecchi compagni di squadra e in compenso Alan gli mand un casino di clienti, tanto che Cec si ingrand notevolmente. Ma fu negli anni successivi che Cec si mise nei casini: Alan venne a sapere da Mario il centralinista e da Ranzini, il suo collega di cronaca nera, che il piccolo carrozziere di un tempo era entrato in un giro pi grande di lui. Travolto da un ciclone di megalomania e ambizione aveva fatto soldi a palate truffando le assicurazioni, corrompendo periti, compagnie, avvocati e tutto ci che ruotava intorno al mondo delle auto incidentate. Si era trasferito in una villa con piscina a

Moncalieri, aveva comprato un appartamento per la madre in pieno centro citt, un bilocale sulla passeggiata di Diano Marina e, a detta di alcuni, conduceva una vita da vero nababbo. Il suo collega Ranzini, grazie agli agganci che aveva con Carabinieri e Guardia di Finanza, gli raccont che Cec era riuscito a salvare le mutande grazie al solito trucco di intestare tutto a un suo vecchio zio pensionato di Crotone: quando scoppi lo scandalo sui media (se ne parl per settimane), di Cec, che nel frattempo aveva pure comprato due autosaloni e quindi aveva cambiato genere di lavoro, non scrissero neppure una riga. Alan, che non voleva neppure essere sfiorato dall'idea di essere coinvolto in quei pasticci solo per via di una amicizia marginale e giovanile, ruppe completamente i seppur minimi contatti con Cec. Voleva quasi spegnere il computer e terminare la storia di Cec in un altro momento: era rimasto senza sigarette da quasi due ore e doveva andare a comperarle. Si impose per di continuare, sull'onda dei ricordi, dal momento che mancava poco alla parte saliente della storia e di terminarla. Alan aveva rivisto Cec solo otto mesi prima: era il dicembre del 1996 e mancavano pochi giorni al Natale. Lo era andato a trovare nel suo autosalone di prestigio in corso Unione Sovietica. Oh Alan, tu fai sempre passare un casino di tempo prima di farti vivo!. Lo aveva accolto cos Cec, alzandosi da una sedia futurista dietro la scrivania del suo ufficio megagalattico. Sei qui per comprare, come giornalista o come amico? lo rincalz l'altro. Direi solo come amico e per rubarti solo dieci minuti del tuo tempo gli rispose lui sedendogli davanti senza essere stato invitato a farlo. In realt bastarono molto meno dei dieci minuti che Alan aveva chiesto a Sciacchitano per raccontare la sua storia e metterlo al corrente della situazione in cui si trovava. S s, me lo hanno detto che da quando ha chiuso il giornale non te la passi bene e.... Non me la passo bene, Cec? Ma se neanche so cosa mangiare... Credi che non sia un'umiliazione venire a chiederti un aiuto, un prestito?. E io lo farei ben volentieri fratello mio, se non me lo chiedessi proprio in questo periodo... Vedi, a fine anno non si vende neanche una ruota, altro che macchine, ci sono state le tredicesime da pagare e c' il bilancio di dodici mesi che non proprio florido, magari in un altro momento... potrei fare di pi, ma adesso....

E mentre pronunciava quelle parole aveva estratto dal portafogli tre o quattro banconote da centomila buttandole sulla scrivania. Cristo, maledizione, Cec io sono venuto per un aiuto non per l'elemosina! url Alan buttando quei soldi per terra. Con tutti i milioni sporchi che hai fatto e che hai.... Ma noooo Alan, senti, non ti volevo offendere... magari con l'anno nuovo.... Alan perse le ultime parole di Cec: si richiuse la porta dell'autosalone alle spalle pensando che anche lui l'avrebbe Pagata come tutti gli altri. D'altronde un ricatto a una persona cos sarebbe stato quasi un atto di giustizia.

IV
Per diversi motivi Alan era stato un'intera giornata senza neppure accendere il computer: a differenza di quando faceva il giornalista, si sentiva insicuro e poi, da quando aveva cominciato a scrivere, era tormentato dall'idea che il suo "piano" potesse non funzionare. Eh s, perch avrebbe dovuto funzionare tutto alla perfezione, sarebbe bastato che qualche anello (o meglio qualche protagonista) si fosse rifiutato di aiutarlo e tutti i suoi sforzi e progetti sarebbero andati a farsi benedire. "Sar anche perch non riesco ad avere un parere obbiettivo da parte di qualcuno, un consiglio, un giudizio... Non proprio il caso che faccia leggere a Silvia, n tanto meno ai ragazzi, quanto ho fatto fino a questo momento". Invero una persona c'era, e si sarebbe sicuramente espressa in maniera spassionata e critica al punto giusto: il suo ex collega Angelo Ranzini, l'unico che Alan sentiva ancora regolarmente da quando la "Gazzetta del Popolo" aveva chiuso i battenti, l'unico che Alan andava a trovare almeno due o tre volte all'anno a Casale Monferrato, dove si era ritirato a vivere nella casa dei suoi vecchi. "Ma s" pens quella sera dopo cena, seduto davanti al monitor che si era appena illuminato "scrivo ancora una storia e poi lo chiamo e vado a trovarlo. D'altronde lui questi personaggi li conosce quasi tutti... e se ha conservato (maniaco come era) tutta la relativa documentazione potrebbe diventare senz'altro anche un testimone-chiave". Aprendo il file di Ricatto perfetto improvvisamente si ricord di non aver salvato su floppy, come era solito fare, la storia di Cec. Prese il dischetto dal cassetto della scrivania e mentre il computer effettuava il trasferimento gli ritornarono in mente le ultime righe che aveva scritto sull'ex carrozziere: fra tutti i protagonisti delle storie che aveva gi scritto e di quelle che aveva in testa, Cec si era dimostrato senz'altro il pi schifoso e losco che ricordasse. A parte che l'aveva umiliato con quel gesto sprezzante dei soldi gettati con aria da capetto mafioso, era l'unico che si sarebbe meritato di essere torturato a morte per tre giorni e poi di sparire per sempre nelle acque del Po. Decise allora di proseguire con una delle storie pi "leggere" e certamente pi simpatiche di tutte quelle che avrebbe raccolto nel suo libro: la storia di Lilia Casoria. ***

Alan conobbe Lilia Casoria una sera di gioved santo del '76. C'era stato un atroce delitto a Moncalieri: una guardia giurata, in preda a una folle crisi di gelosia, aveva crivellato la moglie con undici proiettili della sua pistola d'ordinanza. Alan e "Roby click", il fotografo del giornale, stavano tornando in redazione dopo il lavoro di routine. Foto, interviste, qualche domanda ai carabinieri e al magistrato di turno... Le solite cose che si usa fare in questi casi per poi preparare il pezzo. Sullo stradone che da Moncalieri porta verso il centro all'improvviso una donna sbuc da dietro un albero e col pollice alzato di chi chiede un passaggio gli si era parata davanti. Inchiodata l'auto una decina di metri pi avanti, Alan url a Roby di aprire la portiera posteriore. Ma Alan gli rispose l'altro fra lo stupito e l'assonnato una puttana quella e.... Cosa c'entra, scusa? Piove che Dio la manda porco mondo e questa povera crista non ci ha certo fermati per farsi due marchette in pi! Certamente vorr andarsene a casa, con questo tempo non credo possa aspettarsi dei clienti!. Chiuse il discorso appena in tempo: la poveretta bagnata fradicia si stava gi sedendo sul sedile posteriore. Grazie ragazzi fece lei cercando di togliersi quello che in origine avrebbe dovuto essere un impermeabile e che ormai era ridotto a uno straccio grondante stasera mi avete proprio salvata, di clienti neppure l'ombra ma certamente mi sono beccata come minimo un bel raffreddore, se non peggio l'influenza. Alan, senza voltarsi, annu e poi, per cercare di minimizzare: Ma dai, per cos poco... noi stiamo andando a Torino, in centro, ti va bene?. E perfetto, grazie fece lei di rimando in genere mi accompagna e poi mi viene a prendere sul posto di "lavoro" una mia amica che fa la cameriera in un ristorante, io non ho la patente... Ma stasera con questo tempo, visto che ho deciso di staccare prima e lei ancora impegnata... Mi chiamo Lilia, Lilia Casoria, e meno male che ho deciso che a fine anno smetto con questo mestiere di merda! Ho quasi quarant'anni e non ce la faccio pi. Ho qualche soldino da parte e qualcosa mi inventer.... Mentre lei parlava, Roby, che non aveva approvato il gesto di Alan, seduto accanto al posto di guida continuava ad armeggiare in assoluto silenzio nel suo zainetto. Io mi chiamo Alan Bussetti e faccio.... Il giornalista alla "Gazzetta del Popolo" rispose lei interrompendo bruscamente la conversazione con quella scritta sul parabrezza della tua macchina e un fotografo al tuo fianco non che ci voglia molta immaginazione o la sfera di cristallo, scusa eh....

Una risata fragorosa che coinvolse tutti e tre contribu a rompere ulteriormente il ghiaccio e durante il successivo quarto d'ora di viaggio parlarono del pi e del meno come vecchi amici. Anche "Roby click" si sciolse e divenne gioviale e chiacchierino. Lilia chiese di scendere all'angolo di piazza San Carlo e nell'aprire la portiera porse ad Alan un biglietto con un numero di telefono. Senti, non so ancora come ringraziarti, comunque questo il mio numero di telefono... nel caso ti venisse voglia di scrivere la mia storia... ti garantisco che non proprio la storia della solita mignotta... Eventualmente niente nomi per, eh? Potremmo passare tutti dei bei guai!. Con quelle parole scese precipitosamente dalla macchina e spar nella sera piovosa di Torino. Alan non aveva tempo di pensare a quella proposta: erano quasi le nove e mezzo e bisognava volare al giornale, c'erano almeno due cartelle da scrivere, Roby doveva sviluppare le sue foto e le rotative cominciavano a girare alle ventitr in punto. Tutto si sarebbe aspettato Alan, faceva il giornalista e ormai ne aveva gi viste di cotte e di crude, ma mai avrebbe pensato di veder spuntare Lilia in redazione il giorno seguente, poco dopo le tre del pomeriggio. Lui stava spulciando distrattamente i giornali concorrenti, seduto alla sua scrivania, con le gambe distese di lato. Ciaooo Alan, scusa se mi sono permessa, il portiere mi ha detto che c'eri e mi ha fatto salire... fece lei con voce educata e composta, rimanendo in piedi in attesa di un gesto da parte sua. Alan, ancor prima di rispondere al saluto e di invitarla a sedere, la squadr in modo poco signorile dalla testa ai piedi: contrariamente all'impressione che le aveva fatto la sera precedente nel buio della macchina, Lilia era ancora una bella donna, alta, biondissima, elegante e soprattutto, nonostante esercitasse il mestiere pi antico del mondo... sembrava una donna di classe di dieci anni pi giovane! Non vorrei disturbarti disse sedendosi, dopo che lui l'aveva invitata con un gesto ad accomodarsi non so quanti altri si sarebbero offerti con una serata come quella di ieri a darmi uno strappo, per questo mi sono permessa di portarti un pensierino.... Estrasse dalla borsa un piccolo pacchetto quadrato che porse ad Alan con disinvoltura. Ma non ho fatto niente... non dovevi.... Aprilo, forza, e scusa, permetti a me di giudicare se dovevo o non dovevo....

Lui scart il pacchetto e si ritrov davanti agli occhi una scatoletta amaranto con la dicitura "Cartier" al centro del coperchio: sempre pi stupito la apr, conteneva un bellissimo accendino in argento. Come gli accadeva nei momenti in cui si sentiva veramente imbarazzato o a disagio sent che le sue orecchie stavano diventando paonazze e sembrava prendessero fuoco. E troppo, non posso accettarlo.... Da una come me?. Non si tratta di questo, che sar costato un occhio e non credo proprio fosse il caso.... Devi accettarlo, e poi i soldi non sono niente, considera che un taxi, a trovarlo ieri sera, mi sarebbe costato molto di pi. Poi voglio che ti ricordi sempre che io ho una storia molto particolare che vorrei fosse scritta, potrebbe servire a qualcuno.... Alan, pi a disagio per l'accendino che per la presenza di Liba in redazione (d'altronde a parte "Roby click" nessuno avrebbe mai potuto sospettare chi veramente fosse), cerc di riprendersi un attimo e le rispose: Ah gi, la tua storia... Se vuoi possiamo cominciare anche adesso. Sai, qui al giornale ancora per una mezz'ora in genere c' calma piatta, dopo le quattro che di solito si accendono le polveri.... Se non ti dispiace preferirei non farlo qui rispose lei quasi seccata forse dal fatto che lui non avesse afferrato la delicatezza della situazione e poi dubito veramente che ce la potremmo cavare in pochi minuti. Se vuoi tutta la storia, una bella storia, ci serviranno almeno un paio d'ore. D'accordo, non che volessi sminuirti o sbrigarmela in quattro e quattr'otto, cercavo solo di essere premuroso.... Questo l'ho capito, ma non ti preoccupare, non poi cos urgente. Facciamo cos: io oggi pomeriggio vado a Genova da mia sorella per Pasqua, noi siamo molto legate e lei sta attraversando un momento difficile. Al mio ritorno, marted, d do un colpo di telefono, ci vediamo da qualche parte se per te va bene. Ok, chiamami quando vuoi rispose Alan, mentre lei, alzatasi dalla sedia, gli porse la mano, si avvicin e dopo avergli dato un bacetto sulla guancia spar in pochi secondi dallo stanzone della cronaca. Alan e Lilia si incontrarono il mercoled seguente al bar Marchisio, dalle parti di via Cibrario, dove lei abitava. Puntuale ed elegantissima, era gi sulla porta del locale poco prima delle undici. Alan la vide e la salut con il gesto della mano: era gi al secondo passaggio alla

ricerca impossibile di un parcheggio. Lo trov a quasi duecento metri dal bar e quindi arriv all'appuntamento con qualche minuto di ritardo. Il locale a quell'ora era semideserto: troppo tardi per le colazioni, troppo presto per gli aperitivi. Alan non c'era mai stato, si trattava di un luogo tranquillo, dall'arredamento recente e molto curato. Intimo, era stata la prima impressione di Alan. Lui ordin un Aperol e lei un Campari, attesero l'arrivo degli aperitivi accompagnati da una mezza dozzina di piattini con stuzzichini per cominciare a parlare. Allora Alan, non che io ci abbia ripensato, ma forse la mia storia pu sembrare banale e non interessare i lettori del tuo giornale. Forse quello che c' dietro che la rende diversa da quella di tante "battone" come me. Lui, cercando di metterla a suo agio, la incoraggi: Non ti preoccupare, tu vai avanti, sar poi io a giudicare se vale la pena o no di tirarci fuori qualcosa!. Bene, allora io sono nata a Caltanisetta il 15 ottobre del 1936, penultima di cinque fratelli. Prima di me ci sono tre maschi e l'ultima Agnese, pi giovane di due anni. Quando ho compiuto dieci anni i miei mi hanno spedita in collegio qui a Torino: in casa mia le femmine non potevano partecipare alla vita di una cosca mafiosa che controllava mezza citt. Quella santa donna di mia madre sapeva che la figlia di Totonno Casoria, se fosse rimasta l, avrebbe dovuto sentire cose e vedere azioni che forse non era il caso che sentisse o vedesse: dall'et della ragione vedevo girare in casa mia pistole, sentivo parlare di ammazzamenti, rapine e altre cosucce del genere... Fra l'altro mio padre aveva gi avuto due infarti e i miei fratelli, ormai ventenni, cercavano di prendere il sopravvento sul boss del momento. Quindi venni spedita in un collegio che ora non c' pi, e ne uscii solo a diciotto anni, dopo aver conseguito la maturit classica. Nel frattempo mio padre era morto, i miei fratelli si scannavano per spartirsi la citt e a mia madre non era rimasto che quel poco per vivere. La mia stessa sorte era toccata a mia sorella, che a otto anni era stata mandata a Genova, dove vive ancora: sposata e fa la ragioniera, ma non se la passa bene, qualche anno fa suo marito andato via di casa e lei con due figlie... Ogni tanto ha bisogno di un piccolo aiuto da parte mia... sai, siamo molto legate. A parte mia madre veramente l'unico pezzo di famiglia che mi rimasta. Alan sorseggiava in silenzio il suo aperitivo, in attesa che la storia risvegliasse il suo spirito indagatore di giornalista sempre a caccia di scoop. A diciotto anni, fuori dal collegio, senza una lira, senza nessuno a cui poter chiedere aiuto, ho cominciato a cercare lavoro. stato cos che alla fine di settembre ho trovato un impiego in una boutique del centro come commessa... Quattro lire che non bastavano neppure per l'affitto: figuriamoci il vitto, le spese

di casa, qualche vestito eccetera. Ho resistito un paio d'anni, poi ho gettato la spugna. Non potevo andare avanti cos. stata una mia compagna di collegio, con la quale avevo continuato a tenere i contatti, ad avviarmi alla... professione. Lei era pi disperata di me, in quanto la madre era morta lasciandola a suo padre, che si era risposato ed era andato a vivere in Inghilterra, dimenticandosi completamente di avere una figlia. Con l'aiuto di questa mia amica, Cristina, sono riuscita a superare i primi mesi di depressione, paura e ansia che questo lavoro mi dava: dopo quei primi tempi terribili ormai per me fare la puttana era diventato un mestiere come un altro. Mai un affetto, mai un fidanzato, non ho neppure avuto l'opportunit di crearmi una famiglia. Ho vissuto sempre da sola, per vent'anni, anche se grazie a Dio senza alcun tipo di problema economico.... Beh constat Alan, che intanto aveva finito di bere il suo Aperol e stava spazzolando senza alcun ritegno gli avanzi degli stuzzichini rimasti nei piatti ... per in macchina quella sera della settimana scorsa mi hai accennato al fatto che.... S caro, stavolta con la fine dell'anno smetto veramente, basta con questa vita. Per sempre. Mi ero gi ripromessa di farlo a trentacinque anni e non ce l'ho fatta, adesso a quaranta l'ora di fare punto e a capo. Vent'anni di marciapiede ti distruggono dentro, non mi sento pi la stessa. I clienti sono sempre alla ricerca di quelle pi giovani, il lavoro calato e... il rischio sulla strada paurosamente cresciuto. Dico fine e cos sar! Voglio vivere un'altra vita, credo di essere ancora in tempo: qualcosa mi inventer, dal momento che non sono in grado di invecchiare vivendo di rendita. Chiuse il suo monologo in fretta, quasi per accentuare la sua decisione e far capire ad Alan che la sua era una scelta irrevocabile. Vedi Lilia attacc lui cercando di prenderla il pi largo possibile perch non sapeva come dirglielo la tua senza dubbio una storia dura, fatta di rischi e di nessuna soddisfazione, per non che si presti molto a un articolo sul mio giornale e.... Perch non ci sono morti ammazzati, sequestri, sparatorie, conflitti fra bande, droga e altre minchiate simili? O forse perch "solo" la storia di una puttana come ce ne sono a migliaia qui e in tutta Italia?. No, aspetta, non ti seccare e soprattutto non fraintendermi: la tua una storia che meriterebbe ben altro contesto, che so, un romanzo o un racconto lungo, una storia a puntate su qualche settimanale di quelli scandalistici che raccontano di persone o di fatti di vita vissuta. Capisci?. A me sembra solo di capire che non hai voglia di scriverla!.

Non come credi... A parte che non proprio il mio genere, io faccio il cronista e non lo scrittore, il punto che il mio giornale non la pubblicherebbe mai, come forse nessun altro quotidiano in questo Paese. Non prenderla a male. Ti sto dicendo solo che questa la realt!. Va bene Alan, io credo che tu sia sincero, promettimi solo che resteremo in contatto e che un giorno, se si presentasse l'occasione che tu o un altro che conosci avesse voglia di farlo... Vorrei che la gente sapesse tutto quello che ho sofferto, pagato e che continuo a pagare per questo. Pensa che, Dio solo sa come, qualche anno fa i miei fratelli - non per mente sono mafiosi - hanno scoperto tutto, hanno cercato di ricattarmi e non riuscendoci sono andati da mia madre a cantargliela! Cos anche lei mi ha cancellato per sempre e gi in Sicilia non potr mai pi tornare.... Ah, voi siciliani e l'onore... fece lui con un tono veramente arrogante mi sembra cos assurdo!. Ma che assurdo, Alan, da che mondo mondo in ogni parte del globo una puttana una puttana, siciliani o no!. L'appuntamento-confessione si concluse cos, con la promessa che da buoni amici, da quel momento in poi, si sarebbero telefonati e visti qualche volta. Per Alan non fu cos, anche perch era troppo innamorato di Silvia e non voleva mettere a repentaglio la sua storia con illazioni e commenti in redazione... Perch rischiare tanto inutilmente? Lilia invece si faceva vedere ogni tanto, portava cioccolatini, paste, libri a lui e a "Roby click", ordinava i caff al bar di sotto e per una decina di persone quando lei arrivava era sempre festa. Alla fine di dicembre, poi, si present in redazione un po' alticcia e carica di regali: era quasi mezzogiorno ed entr urlando... Ragazzi sono in pensione... ho finito... basta lavorare adesso penser solo a Lilia!. Solo Alan e Roby capirono, per tutti gli altri, che non l'avevano mai vista comportarsi cos, la cosa rimase un enigma. Fu quel giorno che Alan decise di "scaricarla" definitivamente e approfittando del fatto che quasi per incanto erano saltate fuori due bottiglie di spumante e l'euforia aumentava decise di presentarla al suo collega della pagina economica Luigi Bottero, il pi grande donnaiolo di tutta la "Gazzetta del Popolo". Gigi, hai un minuto?. Certo Alan, dimmi. Vorrei presentarti ufficialmente questa amica mia e di "Roby click" disse trascinandola davanti a lui. Si chiama Lilia e come hai sentito appena andata in

pensione. Si ritrova qualche soldino da parte e chi meglio di te potrebbe dare qualche dritta su titoli, buoni postali azioni o che so?Lui sorridendo si present, le strinse la mano e la trascin via verso il suo ufficio. L'economica aveva una stanzetta riservata, erano solo in tre e Gigi, trentacinquenne scapolo incallito, era il caposervizio. Da quel giorno passarono all'incirca tre mesi senza che di Lilia si sapesse pi nulla. Molti mormoravano che fra Gigi e lei fosse nata una storia, altri dicevano che essendo andata in pensione probabilmente aveva cambiato citt. Insomma, comunque nulla di certo. Un sabato pomeriggio di met marzo, erano da poco passate le tre, il telefono interno di Alan gracchi pi volte. Lui ci mise un po' ad arrivare a rispondere in quanto era dall'altra parte della sala e stava leggendo qualcosa uscito dalla telescrivente. Alan, sono Gigi. Puoi venire un momento nel mio ufficio?. Due minuti e sono l, finisco una cosa rispose lui, stupito ma anche preoccupato nel sentire Gigi cos agitato e teso. Appena lui entr nell'ufficio di Gigi questo lo aggred: Diu Fausti Diu Fausti Sai cosa ha combinato la tua amica Lilia?. no, perch? E successo qualcosa di grave? A parte che da Natale che non la vedo e non la sento, in quanto a mia amica... Scusa ma non diventata la "tua" amica? Beh, lasciamo perdere questo, adesso. Il fatto che ai primi dell'anno dietro mio consiglio aveva investito in qualche titolo e buoni del tesoro e ieri mi ha comunicato che ha svincolato tutto perch gli capitato un grosso affare.... E allora Gigi? Scusa ma non ci vedo niente di cos allarmante, una donna intelligente, colta, sa quello che fa!. Oh cazzo Alan, ma allora non capisci, sono quasi cinquanta milioni e poi ci ha rimesso un sacco perch glieli avevo consigliati vincolati a medio e lungo termine!. Vorr dire che quando la vedrai ne parlerete e ti farai spiegare.... partita per un giro in Germania in pullman con un gruppo di persone e star via cinque giorni!. Calmati non penserai che spenda dieci milioni al giorno in mezzo ai crucchi!. C' ben poco da scherzare, li ha portati con s alla frontiera... o peggio... non vorrei che andasse a cacciarsi in qualche casino. Ma piantala! A quanto mi risulta sono i suoi fratelli a essere mafiosi, lei una donna con la testa sulle spalle, che pensa alla vecchiaia....

Sar ma non mi fido, anche se i soldi sono suoi a lei ci tengo molto e non vorrei.... Ecco che il Gigi sciupa femmine scopre gli altarini, eh? Non c' proprio niente di male, per, visto che tra noi due chi la conosce meglio sei tu, non vedo di cosa ti debba preoccupare. Se siete cos... intimi vedrai che al suo ritorno sar lei a raccontarti tutto!. Alan per, pur avendo cercato di convincere e tranquillizzare Gigi, quando usc dal suo ufficio era molto perplesso. Non tanto per Lilia, quanto per il suo passato, la sua famiglia d'origine, la Sicilia: insomma c'era poco da stare allegri. Il venerd successivo Alan si era appena infilato l'impermeabile per uscire dal giornale: erano da poco passate le 20:30 e la giornata grazie a Dio era finita. Il giorno dopo sarebbe stato in "corta", cio in festa. Aveva appena fatto due passi per allontanarsi dalla scrivania che il suo telefono cominci a gracidare. Automaticamente sbuff ma alz la cornetta, curioso di sapere cosa ci potesse essere ancora dopo una giornata cos dura. Cazzo, cazzo, qui finiamo tutti in galera Alan e senza aver fatto niente. Vieni gi un attimo al bar di sotto che parliamo!. Era Gigi, completamente sconvolto. Il bar stava chiudendo, la saracinesca a met, il garzone stava passando lo strofinaccio per terra mentre Amedeo, il padrone, stava pulendo la macchina del caff. A che punto sei Amedeo? Hai appena cominciato? chiese Alan, a cui non andava di chiedere due caff dopo che l'amico aveva gi pulito tutto. Non ho neppure cominciato Alan, non ti preoccupare! Uno lungo e uno macchiato?. No Ame lo blocc Gigi fanne due doppi per favore!. Dopo aver ingollato il suo caff, Gigi part a raffica: il bar era deserto e Amedeo, che conosceva i segreti di mezza Torino, si era sempre dimostrato una tomba. Maledizione Alan, quella pazza tornata ieri sera e mi ha raccontato tutto, qui finisce male.... Non farmi stare sulle spine ch devo anche passare a prendere Silvia dai suoi. Cosa minchia ha combinato Lilia?. Tramite un suo conoscente entrata in contatto con certa gente di Berlino est, questi hanno una fabbrica di telerie o confezioni, non ho capito bene... grazie a un giro stranissimo riescono a farsi arrivare grosse partite di tela jeans, quella dei pantaloni blue-jeans insomma.... Avevo capito, falla corta!.

In poche parole, questi confezionano per conto della Lilia i blue-jeans e li mandano in Italia passando da Treviso.... Treviso?. Diamine, lasciami finire! A Treviso un loro complic... volevo dire un loro amico che traffica in cuoio e pellami li rifinisce con un bella targhetta in cuoio con su scritto "Lewis" e il gioco fatto.... Cosa fatto, scusa? chiese Alan sbigottito. Migliaia e migliaia di falsi Lewis che verranno commercializzati in Italia e che costeranno la met di quelli originali, anche perch mi ha detto che sono identici e.... Ma chi li vender?. Mercatini, feste di paese, negozi poco seri, ambulanti, tutta roba da sottobanco.... S, e la distribuzione su tutto il territorio nazionale?. La mafia! La mafia! I fratelli hanno fatto pace con Lilia fiutando l'affare, lei li ha cercati, da sola non avrebbe potuto fare niente.... E cos caccia cinquanta milioni, rischia la galera e la sua vecchiaia serena e senza patemi.... Si si, non mi dire niente prosegu Gigi sempre pi in preda al panico non sta a sentire neppure me. L'ho trovata irriconoscibile, dice che vuole sistemarsi per sempre, che vuole uscire dall'anonimato di una vita di stenti e.... Senti, di questa cosa da adesso acqua in bocca, e stai tranquillo che se dovesse scoppiare il bubbone non sar io a farci il titolo sul giornale! Quel giorno sar malato. Ma non capisci Alan, io le voglio bene e non posso permettere che.... Cosa ci vuoi fare tu povero amico mio? Se credi in Dio comincia subito a pregare!. Di l a sei mesi in Italia si dice che fossero stati venduti oltre mezzo milione di falsi Lewis. Lilia guadagn oltre un miliardo di lire (e si era alla fine degli anni Settanta!), spos Gigi che si licenzi dal giornale, compr una bella villetta a Pino Torinese, due appartamenti in pieno centro a Torino, una casetta ad Albenga e uno dei bar pi prestigiosi nel centro della citt. In pratica, come una delle prime falsificatrici di griffe dell'abbigliamento viveva di rendita con suo marito e ogni tanto per hobby andava a fare la cassiera nel suo bar. ***

Fu l che Alan and a trovarla qualche mese prima, si era sotto Carnevale, spiegandole la situazione in cui si trovava e formulando la sua richiesta d'aiuto. E fu l che fra uno scontrino e l'altro la mano tesa di Alan venne mozzata da quattro parole in croce gelide e distaccate. Alan, tesoro, lo sai che se potessi lo farei ben volentieri, ma il locale in rimessa e io ci ho tutti i beni al sole... In questo momento in quanto a contante per.... Lui usc dal locale come una furia, senza neppure salutare quella donna che un tempo come puttana si era dimostrata migliore, pronunciando a voce alta: Per i blue-jeans per il contante l'avevi messo insieme subito, eh, brutta mignotta?! Sei anche tu nella lista nera e ti distrugger: dovrai tornare per forza finalmente a farti proteggere dai tuoi fratelli. A Torino non vivrai pi... da puttana a sputtanata. Maledetta!. La frase gli si strozz in gola, soffocata da una manciata di coriandoli che un ragazzino deficiente gli aveva cacciato addosso.

V
L'indomani, poco dopo le otto del mattino, come si era prefissato, Alan telefon al Ranzini. Pi che un ex collega un amico vero: come al solito gli fece un sacco di feste, contento di sentirlo e di sapere che lo avrebbe rivisto presto. Mezz'ora dopo Alan imboccava gi l'autostrada verso Casale Monferrato: in quel periodo non era mai entusiasta di usare la macchina, fra benzina e autostrada ci volevano tre volte i soldi del costo di un'andata e ritorno in treno, ma le visite da Angelo non duravano mai poche ore. Poi c'era il fatto che bisognava cambiare ad Alessandria e i treni, a parte l'orario dei pendolari, su quella linea erano veramente pochi. Tutte le volte che andava dall'amico, aveva l'abitudine di ripercorrere mentalmente la storia di Ranzi, come tutti da sempre erano abituati a chiamarlo alla "Gazzetta del Popolo, figlio di contadini, poca voglia di coltivare la terra, era arrivato a Torino a soli tredici anni e il primo lavoro che aveva trovato era stato come fattorino al giornale dove era poi rimasto fino alla pensione. Il giovane Ranzini la mattina andava a scuola e il pomeriggio alle due era gi in redazione, dove rimaneva fino alle dieci di sera. And avanti cos fino alla maturit, quando il direttore dell'epoca, considerandolo promettente, cominci a fargli scrivere qualcosa: da allora il Ranzi si innamor totalmente del mestiere. Si dedic completamente al giornalismo senza troppe ambizioni di carriera ma con grandi idee e grande caparbiet. Fu cos che in pochi anni si conquist la stima dei colleghi e della propriet tanto che a ventinove anni era gi caporedattore. Da quel momento in poi divenne per tutti il Ranzi, un vero e proprio monumento per la testata torinese. Sempre calmo flemmatico sia davanti alla notizia pi stupida che all'avvenimento pi sconvolgente: era sempre un punto di riferimento, un amico, la persona capace di darti una dritta o un consiglio, quello capace di tirare fuori dal cilindro un'idea per un servizio o un articolo nelle giornate di calma. Neppure la precoce morte del figlio Silvio, avvenuta a diciotto anni in un tragico incidente stradale, era riuscita a scalfirne le capacit e le doti umane: si era gettato ancor di pi nel suo lavoro e nel tempo libero tornava con la moglie a Casale. Quella povera casa in pochi anni era diventata una villa: il suo eremo. Da poco superati i settant'anni, il Ranzi era diventato il classico gentiluomo di campagna: amante della natura, insieme alla moglie produceva miele, vino e conserve, allevava galline, conigli e anatre e, ogni anno, aiutato da un amico,

tirava su anche un maiale. Tutto ci senza troppa fatica n impegno; questi del resto erano solo hobby per lui, che ormai intendeva solo condurre una vita da pensionato. Tant' che gran parte di ci che gli dava la terra veniva poi regalato ad amici e parenti. Quando Alan ferm la macchina nel cortile davanti alla casa del Ranzini, Oscar, il vecchio pastore belga nero di famiglia, si mise ad abbaiare come un forsennato. Lui non ebbe neppure il tempo di scendere dalla macchina che il Ranzini era gi spuntato fuori e, trattenendo Oscar per il collare, gli grid: Vieni vecchio mio, ch 'sta bestiaccia appena ti annusa ti riconosce e la pianta e poi lo sai... non ha mai morsicato nessuno!. Prima di entrare in casa come ogni volta si abbracciarono, contenti di ritrovare quasi per incanto l'intesa che c'era stata anni prima e che non si era mai interrotta. Si sedettero in giardino; pur essendo passate da poco le dieci era ancora fresco e solo qualche zanzara disturb l'eccellente caff che Gemma, la moglie, aveva preparato all'istante. Oh, Alan, perch non hai portato i ragazzi... e Silvia, come stanno? Eh, lo so, lo so che dura, Angelo mi tiene costantemente informato su di voi, anche se non venite quasi mai a trovarci... ma passer, vedrai... Se lui non avesse la pensione non so proprio come faremmo a tirare avanti... borbott prima di sparire in casa. Passarono qualche minuto in silenzio, quasi a voler godere di quella pace e di quella frescura, poi Angelo, dopo essersi acceso il solito mezzo toscano che da anni era parte integrante delle sue labbra, attacc: Alan, credo di conoscerti quanto me stesso, e devo confessarti che questa tua visita, gradita quanto inattesa, senza Silvia e i ragazzi sta a significare che devi dirmi qualcosa di particolare... spero non sia il solito monologo sulla tua situazione che conosco a memoria e che per altro mi fa soffrire... Ti ho sempre considerato quasi un figlio per me, che un figlio non ho pi e.... No Angelo... Siccome mi fido solo di te, ho deciso che un tuo parere potrebbe essere determinante, ho bisogno di farti leggere qualcosa che ho scritto.... Ah s? Ma che cos'? Un servizio, un'inchiesta, qualcosa di scottante?. Tutte e tre le cose insieme darebbero la risposta giusta alla tua domanda, ma solo dopo averlo letto potrai giudicare.... Bene, dove ce l'hai?. In macchina, non sapevo di che umore ti avrei trovato. Ma non dire cazzate, io per te ci sono sempre stato e sempre ci sar, diamo un'occhiata a questa cosa! e mentre finiva di parlare si diresse verso la macchina di Alan.

Lui lo segu, apr la portiera del posto accanto al conducente e prese dal sedile una cartellina gialla sbiadita. Poi, porgendola all'amico, disse: Vedi, un po' pi di un articolo o un'inchiesta.... Cristo Santo, ma saranno cinquanta cartelle!. Quaranta per la precisione, ma a una vecchia volpe come te basteranno poche pagine.... Eh no Alan, sai che io le cose se devo giudicarle le leggo con attenzione, sono in pensione ma mi comporto come ho sempre fatto: controllo anche gli spazi bianchi... Vieni, torniamo in giardino!. Pass pi di un'ora incollato a quelle pagine senza che n un gesto, uno sguardo o una piega del volto potessero far trasparire qualcosa. Lui era fatto cos. Alan, immobile sulla sua sedia da giardino, aspettava e fremeva: la stima che aveva per il Ranzi sperava potesse essere ricompensata dalla sua approvazione, o meglio dalla sua benedizione. Porca puttana, amico mio, ma ti rendi conto di cosa hai scritto? chiese dopo aver gettato la cartellina sul tavolo e rovesciando le due tazzine vuote che erano rimaste l. Cosa vuoi dire?. Che questo un grande romanzo e che... con tutti gli amici che ho all'Einaudi di Torino penso non ci sarebbero difficolt a fartelo pubblicare... anzi.... Vedendo lo sguardo stupito di Alan, l'altro rimase interdetto ma prosegu convinto. So che queste storie sono vere, le abbiamo condivise insieme anni fa al giornale, conosco i personaggi, i luoghi... con me puoi mascherare quello che vuoi ma.... Angelo Ranzini conosceva troppo bene il suo redattore di un tempo e non gli sfugg che questi era passato in pochi secondi da un atteggiamento di stupore a quello di profonda delusione. Nooo, Ges Alan, dimmi che non cos! Tu non vuoi pubblicarlo, vero? Tu hai ben altro in mente!. Un poco spaventato dall'atteggiamento aggressivo dell'amico, lui fu solo capace di assentire con la testa senza spiaccicare una parola. chiaro: pi soldi, pi in fretta, tutto in nero e se va bene in pochi giorni ti sistemi... Se va male, per.... Non mi succeder nulla Ranzi, tu li conosci tutti e sai che non abbiamo a che fare con dei gangster o dei mafiosi.... Per potrebbero conoscere della gentaccia che appartiene al loro passato e fartela pagare, Alan!.

Ridotto come sono non ho proprio pi niente da perdere e poi credo che non trattandosi di criminali il mio piano potrebbe funzionare.... Comunque so che farai quello che vuoi, io non posso certo appoggiarti: ti ho gi detto che hai un grande romanzo in mano, ma se invece vuoi tentare il ricatto... boh? A proposito... e chi sarebbero gli altri personaggi che inserirai nel libro?. Lui meccanicamente snocciol come se fosse un rosario nomi e cognomi di quelli che mancavano. Merda, non hai intenzione di salvarne nessuno, eh?. Nessuno di loro ha cercato di salvarmi Angelo, e questa mia vendetta servir a lasciarli ricchi come sempre e anche a salvare la mia famiglia. Alan ripart, era quasi l'una e si sentiva soddisfatto: il anzi, che nella vita era sempre stato una persona correttissima e onesta, non aveva potuto dargli il proprio benestare, ma in qualche modo gli aveva detto di andare avanti e accomiatandosi gli ricord che anch'egli aveva un cassetto pieno di "prove" contro quella gente. Mancavano pochi minuti alle due quando Alan, di ritorno da Casale Monferrato, posteggi la macchina sotto casa. Gli ci volle qualche minuto per scaricare tutto quel ben di Dio che il Ranzi e sua moglie gli avevano regalato: due salami, tre dozzine di uova, un pollo, sei barattoli di conserva di pomodoro, una formaggetta, un barattolo di funghi sottolio e un bel sacco di nocciole. "E sempre cos" pens "quando si va da loro al ritorno sembra di essere andati al supermercato". Entr in casa, sistem alla buona i vari sacchetti, spalanc tutte le finestre e apr il frigo. La casa era deserta, i ragazzi probabilmente in giro per Torino, Silvia al lavoro. Lui era distrutto dal caldo che aveva preso in autostrada: il condizionatore della sua vecchia Fiat Tipo 1.6 DGT era rotto da due anni e i finestrini ben poco avevano potuto contro l'orario e il sole alto di quel caldo agosto. Si fece una doccia frettolosa, apr il frigo e si vers un bicchierone di t fresco: non aveva nessuna voglia di mangiare qualcosa, ma un improvviso formicolio alle dita gli sugger di aprire il computer e di andare avanti: prima che la famiglia facesse rientro a casa lui avrebbe voluto terminare un'altra storia. Avanti un altro! esclam a voce alta quasi per incoraggiarsi, mentre il computer stava avviando il sistema. E prima di cominciare a muovere le dita sulla tastiera pens che "l'altro", quel pomeriggio, poteva benissimo essere Giuliano Marchisio detto anche "l'orafo gentile". ***

Quando Alan cominci a collaborare con la "Gazzetta del Popolo" praticamente Giuliano era gi l: da tutti era considerato l'orafo di fiducia del giornale e lui, sempre disponibile, prestava i suoi servizi dal tipografo agli impiegati, dai fattorini al direttore. "Giuliano, mia figlia si sposa e avrebbe bisogno delle fedi", "Mia nipote si laurea e vorrei trovare qualcosa...", "Mi si rotta la catenina, potresti ripararmela?": quello che non aveva faceva o se lo procurava da qualche collega e in un paio di giorni riusciva sempre ad accontentare il cliente. A detta di tutti era onesto sia nella vendita che nelle riparazioni e soprattutto molto sveglio: aveva il dono di riuscire sempre a interpretare al meglio le richieste. Il suo giorno di visita al giornale era il luned, puntuale faceva il giro tra le sette e le otto di sera: ormai aveva capito che pur essendo l'ora di maggior lavoro era anche un momento eccezionale per trovare quasi tutti in sede, ovviamente a parte gli inviati lontani, quelli in malattia o in festa. Qualcuno diceva che avesse lavorato per un'importante fabbrica della citt, ma che da qualche anno si era messo in proprio come piccolo artigiano, eseguendo riparazioni per un paio di negozi, e ovviamente come orafo di fiducia del giornale. Lavorava in casa, a Trofarello, ma se ti serviva qualcosa e non potevi attendere fino al venerd, bastava dargli un colpo di telefono e nel giro di un paio d'ore al massimo lui arrivava. "In cosa posso esserle utile?" era la sua tipica domanda. Dava del "lei" a tutti, dal ragazzo che conosceva da tempo all'impiegato o al collaboratore appena arrivati. Un caldissimo pomeriggio di met luglio del '78 si catapult nell'ufficio di Ranzini lasciando la porta aperta: era veramente sconvolto e si mise a piangere. Oh mons Ranzini, mi scusi se la importuno, sono disperato e ho assolutamente bisogno del suo aiuto, hanno arrestato mio figlio un'ora fa adesso in questura e.... Con la sua solita flemma il Ranzi lo fece prima sedere, si fece portare un bicchiere d'acqua da Milly, la segretaria di redazione, e dopo averlo obbligato a bere gli disse: Su, su, Giuliano, adesso si calmi e mi racconti tutto dall'inizio, eh?. Il fatto che io non ne ho mai parlato con nessuno e.... Qui sei fra amici, coraggio, anche se ti sentono gli altri devi sentirti come a casa tua, sei sempre stato un galantuomo con tutti e tutti vorrebbero aiutarti. Si tratta di mio figlio Marco riprese l'uomo, che sembrava aver superato il momento critico da pi di un anno che si droga, dalla morte di sua madre diventato incontrollabile e oggi poi con un amico....

Si interruppe di nuovo e scoppi in un pianto ancora pi forte del precedente, tanto che in redazione, a parte i suoi singhiozzi, non si sentiva volare una mosca. Come se anche il giornale volesse partecipare al suo dolore. Dai, Giuliano, prendi fiato, devo cercare di capire, altrimenti come riuscir ad aiutarti? fece il Ranzini quasi sottovoce ma con tono deciso, per convincere l'altro a proseguire. Oggi mio figlio Marco con un altro che non so chi sia ha fatto una rapina in una tabaccheria di corso Giulio Cesare, per i soldi... per la droga... Io per un po' ho cercato di aiutarlo, ma le cure della lunga malattia di mia moglie mi hanno lasciato pieno di debiti.... Non ti preoccupare, noi non daremo la notizia e... telefoner subito ai colleghi de "La Stampa", non si pu rovinare il tuo ragazzo. Ora ha bisogno di cure e non di essere affossato dai giornali. Poi passa domattina dopo le nove, cos parlerai con il nostro avvocato, Cesare Dal Pozzo, stasera lo contatto e comincio io a spiegargli tutto.... Oh grazie, grazie mons Ranzini, non so proprio come sdebitarmi... ma ci sar l'occasione.... Adesso vai a casa a prendere un ricambio per tuo figlio, qualcosa per l'igiene... sai la prigione... non ti passa niente!. Giuliano Marchisio, l'orafo gentile, come era arrivato spar in un battibaleno. Da quel pomeriggio di luglio di lui non si seppe pi nulla per oltre tre mesi. Era ottobre avanzato quando, rientrando da una commissione in centro, il Ranzi si avvicin alla scrivania di Alan, che stava battendo come un forsennato sui tasti della sua macchina da scrivere, e gli raccont un fatto accadutogli pochi minuti prima. Alan, mi successa una cosa strana... ho incontrato di sfuggita il Marchisio esord come se gli stesse raccontando un fatto di cronaca sai che domani il mio venticinquesimo anniversario di nozze? Bene, sono andato alla gioielleria Sacchi, quella in cui vado da sempre e.... Rapina, furto, furto con scasso lo interruppe l'altro, che conoscendo Angelo sapeva che quando cominciava cos c'era sempre qualcosa di losco. Ma lasciami finire per favore, anche se hai da fare si tratta di pochi minuti!. Stavo guardando la vetrina prima di entrare e ho visto uscire un uomo sulla cinquantina, capelli rossi, grandi occhiali, una coppola ben calcata in testa e.... Non mi sembrano proprio i connotati dell'orafo gentile fece Alan interrompendolo di nuovo. E stammi a sentire, diamine! I nostri sguardi si sono incrociati per un breve istante e sono sicuro che fosse lui. Camuffato, mi ha riconosciuto e senza salutarmi

scappato via. Sono entrato nella gioielleria Sacchi e ho trovato marito e moglie impegnati in una violenta discussione, che non hanno interrotto neppure al mio ingresso, anzi!. Beh, cos'era successo?. Pare che quell'uomo, mai visto prima, si fosse presentato un paio di volte in precedenza per vedere alcuni anelli, voleva fare un regalo alla figlia che si era appena laureata. Ma cosa dici? A parte il tossico non ho mai saputo che il Marchisio avesse altri figli, per giunta femmine!. Infatti, qui sta il punto, anzi no, il bello viene adesso. La signora Franca gli ha fatto vedere per la terza volta i due anelli sui quali lui era indeciso, e solo quando uscito lei si accorta che uno di quegli anelli era stato sostituito! Questo porco andato, se lo studiato, l'ha rifatto con le sue manine d'oro e gli ha lasciato una ciofeca d'argento dorato con un vetro rosso al posto di un magnifico rubino... In un primo tempo neppure la Sacchi se ne era accorta, poi, rimettendo via la roba, in un atdmo ha capito tutto.... Sono io che non riesco a capire fece Alan stupito, dal momento che conosceva l'orafo gentile da tantissimi anni. Non c' proprio niente da capire amico mio, furto con destrezza come chiamato in gergo, per un valore di circa un milione e mezzo. Forse l'orafo gentile passato dall'altra parte della barricata ed diventato un ladro!. Ora cosa conti di fare?. Niente, anche perch non ho n le prove n la certezza che fosse lui. Cercher comunque di informarmi se a Torino e nel circondario negli ultimi tempi siano stati compiuti furti di questo genere. Non posso mica andare in questura a denunciarlo! Tra l'altro i Sacchi lo hanno gi fatto, ma hanno potuto solo sporgere una denuncia di furto verso ignoti, sai per l'assicurazione.... Qualche minuto dopo il Ranzi telefon al dottor Vito Lanzafame, il vicequestore che conosceva da anni, e gli raccont l'accaduto, ben guardandosi dal dirgli che forse aveva riconosciuto l'autore del furto. In cinque minuti venne a scoprire che solo in citt nell'ultimo mese di episodi del genere se ne erano verificati almeno una quindicina, e siccome la descrizione del ladro corrispondeva sempre, stavano approntando un identikit da distribuire in tutte le gioiellerie. Qualche giorno dopo, addirittura, fu il vicequestore a telefonare al Ranzi, dicendogli che aveva pronto l'identikit, e che se lui avesse voluto pubblicarlo con un pezzo forse sarebbe stato utile per dare una svolta alle indagini e identificare il ladro misterioso, tanto pi che altre segnalazioni,

sempre dello stesso tipo, gli erano arrivate da Alessandria, Vercelli, Cuneo, Novara e altri centri del Piemonte. Cazzo Alan, ma ti rendi conto di che cosa diventato questo? Da gentiluomo e artigiano onestissimo a delinquente! la prima volta nella mia lunga cartiera che assisto a un cambiamento cos da parte di uno che conosco, e dire che di delinquenti, ladri e assassini ne abbiamo avuti sulle nostre pagine tanti da farci un elenco telefonico... Ecco, vedi, da Giuliano proprio non me lo sarei mai aspettato: o impazzito o ha bisogno di soldi per qualche motivo... Forse invece ha deciso di andare in galera a fare compagnia al figlio! Ma io non ho intenzione di fare nulla. Non scriver neppure una riga fino a quando lo prenderanno. Allora s, sar una bella storia da raccontare, da com'era, e solo noi possiamo saperlo, a come diventato! Daremo un bel "buco" anche a "La Stampa". Qualche settimana dopo, a una conferenza stampa, il Ranzi incontr il vicequestore Lanzafame e parlando del pi e del meno fu questi a informarlo sulle ultime vicende del Marchisio. Ah, Ranzini, sa quello dei furti con destrezza che sostituisce gli anelli? Ormai sta diventando famoso anche presso le questure della Lombardia, del Veneto, della Liguria e della Toscana: pare abbia gi collezionato un centinaio di denunce. Stessa tecnica, stesso oggetto fregato, valore quasi sempre tra il milione e mezzo e i due milioni... Facendo un po' di conti siamo riusciti a stabilire che nel giro di un paio di mesi ha rubato anelli per centocinquanta, duecento milioni... Mica male, no? Pensiamo che sia un orafo, probabilmente non di qui, oppure uno che agisce per conto di un orafo che deve avere le mani d'oro: le contraffazioni, anche se non perfette, sono fatte talmente bene che i gioiellieri hanno sempre avuto bisogno di qualche minuto per rendersi conto del pacco, e lui ha avuto tutto il tempo di dileguarsi tranquillamente. Non lo presero mai, e Alan sapeva con certezza che con quei furti poteva avere veramente accumulato una fortuna: in fondo facendo l'orafo di professione non gli sarebbe ristato difficile modificare gli anelli e rivenderli o addirittura smontarli e vendere le pietre e l'oro a qualche collega. Nell'ottobre del 1996, grazie al vecchio numero telefonico (del Marchisio, era riuscito a risalire all'indirizzo di Trofarello dove un tempo viveva l'uomo, anche perch Giuliano aveva raccontato che in quello stesso palazzo viveva una sorella di suo padre, vedova, che il nipote orafo ogni tanto aiutava economicamente. And all'indirizzo, trov la zia di Giuliano e spacciandosi per un amico di vecchia data non ebbe nessuna difficolt nel farsi dare il suo nuovo indirizzo.

Mio nipote Giuliano vive da anni a Pinerolo. Grazie all eredit di un parente morto in Argentina si comprato una bella villa e ha aperto una gioielleria al figlio, che dopo aver "messo la testa a posto" si sposato e ha due figlie gli aveva detto l'anziana signora. Se lei un amico di vecchia data lo vada a trovare, gli far senz'altro piacere! Sa, non viene neanche pi a Torino, si un po' isolato da tutto e da tutti: tanto vero che non lo vedo quasi mai neppure io, anche se mi telefona spesso e quando pu mi manda qualcosa Per arrotondare la pensione del mio povero marito.... E ti credo che si isolato da tutti" aveva pensato Alan tornando a casa da Trofarello "le vecchie storie in qualche modo possono sempre saltare fuori!". Fu cos che pochi giorni dopo la visita alla zia di Giuliano, Alan decise di andare a Pinerolo: era una fresca mattina autunnale con un cielo blu terso che faceva venir voglia di andare su per una di quelle montagne vicine. Non ebbe nessuna difficolt a trovare l'indirizzo della villa di Giuliano Marchisio. Appena sceso dalla macchina vide un uomo in giardino che stava raccogliendo frutta da un albero, probabilmente un pesco. Non ci fu neppure bisogno di suonare il campanello, l'uomo scese dalla scala e si avvicin al cancello per vedere chi lo stava cercando. Appena giunto a un paio di metri dal muretto che recintava la casa, Giuliano Marchisio, col il viso abbronzato e pieno di rughe, non riusc a nascondere il proprio stupore. Alaaaan, ma lei Alan Bussetti eh? Ma come diavolo ha fatto a trovarmi? una vita che non ci vediamo e.... S Giuliano, sono io, grazie alla tua zia di Trofarello diciamo che non c' voluto un granch a sapere dove cavolo eri venuto a nasconderti... disse Alan, con tono deciso, pensando che era inutile continuare a dare del lei a uno che aveva fatto il ladro! Nascondermi? Oh no, io mi sono ritirato in pensione, ho settant'anni e credo di averne diritto.... So tutto, questa villa, la gioielleria di tuo figlio... non c' mai stata nessuna eredit dall'Argentina, ma solo una fortuna fatta di decine e decine di furti con destrezza.... Messo al muro, l'uomo non ebbe neppure la forza n forse la voglia di negare. Anche lui pass al tu e in maniera sbrigativa chiese: E cosa sei venuto a fare qui? A scrivere una storia? A chiedermi di costituirmi? Anche il mio avvocato mi ha detto che dopo tanti anni ormai caduto tutto in prescrizione....

Io non posso pi scrivere nulla, caro il mio Giuliano! Da quando ha chiuso il giornale, non scrivo pi da nessuna parte, neppure sull'agenda di casa... Poi non si tirano mai fuori piccoli cadaveri dagli armadi, al pubblico interessano solo quelli grandi!. E allora, scusa, che cosa minchia sei venuto a fare? rispose con tono seccato quasi a voler liquidare con poche parole quell'ospite indesiderato che oltretutto aveva invaso la sua privacy. Vivo di stenti, non ho un lavoro, ho due figli che studiano, un sacco di debiti e non so come tirare avanti rispose Alan in fretta, anch'egli aveva premura di concludere quel colloquio. Ho bisogno di un aiuto economico, Giuliano, un po' di soldi che appena possibile d restituir. Sei venuto fin qui per questo? Dopo anni che non ci vediamo? Vuoi forse ricattarmi?. Ma che ricatto e ricatto, io non sono pi nessuno, vado solo alla ricerca degli amici di un tempo che, ormai sistemati economicamente, magari potrebbero.... Ma che sistemato economicamente, io ho solo quello che vedi intorno, ho aperto un negozietto a mio figlio e ho quanto mi basta per vivere, non posso aiutare me stesso figuriamoci gli altri! E poi scusa, di quanto avresti bisogno? Non credo che tu sia arrivato da Torino per chiedermi duecentomila lire!. Cinque, dieci milioni almeno rispose Alan seccato, vedendo che la partita era gi persa. Con tutto il bene che posso volerti Alan, con quella cifra io ci campo un anno, tra il mangiare, le bollette, la benzina. Non sei venuto da Agnelli, ma da un povero pensionato, scusa!. Senza neppure salutarlo gli gir le spalle e torn sulla scala a continuare la sua raccolta di frutti. *** Alan ricordava perfettamente, come se il fatto fosse accaduto pochi minuti prima, di essere risalito in macchina e di aver urlato a squarciagola, prima di mettere in moto: Non importa, vorr dire che un paio di copie di Ricatto perfetto cominceranno a circolare anche a Pinerolo, un piccolo centro e ti distruggeranno. Sei fottuto piccolo verme, e con te pure quell'ex tossico di tuo figlio!.

VI
Il lavoro di Alan procedeva in maniera molto irregolare: certe giornate erano "piene", nel senso che andava veloce e senza intoppi, certe altre si bloccava su una pagina o su un capitolo, non per mancanza di idee ma per eccesso di precisione. Negli ultimi due giorni addirittura non aveva scritto neppure una riga: li aveva trascorsi cercando di correggere sul computer piccoli errori e ripetizioni, e aggiungendo particolari scovati nei cassetti della sua memoria; prima lo aveva fatto sul cartaceo e poi, quando il tutto gli era sembrato abbastanza a posto, aveva riportato le variazioni sul file. "D'altronde ho sempre fatto cos" pens quella mattina mentre seduto davanti al computer, dopo averlo acceso, aspettava che il monitor si illuminasse "e poi qui non si tratta di scrivere un articolo che fra un'ora andr in rotativa, questo tutto un altro genere di lavoro. Non ho mai scritto una cosa cos lunga e soprattutto riferita a fatti accaduti cos indietro nel tempo. Sono un cronista, io, e noi cronisti siamo abituati a scrivere solo di storie strettamente legate all'attualit". In quel suo riflettere, quasi a giustificare il modo di procedere molto irregolare del suo romanzo, aggiunse ai suoi pensieri: "Comunque, a costo di andare avanti a tappe forzate, sar pronto il primo settembre, e continuer nelle prossime pagine con la storia del "vinaio", cio di Vittorio Emanuele Lastrico. *** Lastrico era di Moncalvo, un paesino distante pochi chilometri da Asti. Per anni era stato il fornitore ufficiale di vino di tutta la redazione: Moscato, Barbera, Dolcetto erano prodotti esclusivamente nella sua fattoria e, pur avendo un prezzo abbastanza contenuto, erano, a detta degli avvinazzati e intenditori di tutta la "Gazzetta del Popolo", di ottima qualit. Era un personaggio un po' strano: eccentrico e permaloso ma in compenso un gran lavoratore. Aveva dovuto prendere le redini dell'azienda di famiglia a soli diciassette anni: il padre era dovuto scappare in Venezuela a causa della propria fervente attivit monarchica. Non si seppe mai cosa avesse combinato, ma in Italia non era pi tornato. Alan, che non era un grande intenditore di vino, ogni tanto gli comprava una dozzina di bottiglie di Moscato per le feste, o qualche cartone di Dolcetto per la madre che ne andava pazza. Poi alla fine del 1978 successe qualcosa che per molti mesi non ebbe spiegazione: per motivi economici, o semplicemente per megalomania, Lastrico rilev una delle

pi antiche enoteche di Torino e nel giro di altri due mesi ne apri un'altra ex novo sempre in pieno centro. Probabilmente, a causa dello stress per dover gestire due locali, aveva trascurato l'azienda di Moncalvo, tanto vero che a chi telefonava per qualche ordinazione rispondeva in maniera vaga: a volte il prodotto era finito, altre volte era colpa dell'annata che non era stata buona... insomma, non fu pi in grado di rifornire neppure la redazione. Ma come fa quello l se non neppure in grado di vendermi un cartone di Barbera a gestire due enoteche in pieno centro e con tutti quei dipendenti? aveva detto un giorno Renato Bruschelli, il collaboratore che si occupava di enogastronomia. E poi siamo a Torino, in Piemonte, mica su Marte, tutti sanno che la vendemmia stata eccezionale! e, dopo aver preso accordi con il direttore, decise di indagare, d'altronde nessuno ci vedeva chiaro. Una sera il Bruschelli port in redazione tre bottiglie che aveva acquistato nell'enoteca che Lastrico aveva rilevato qualche mese prima. Adesso assaggiamo 'sta roba e vediamo di capire cosa combina quello l disse stappando le tre bottiglie dopo che aveva liberato la scrivania dai giornali che tutti consultavano la mattina. Sistem dei bicchieri di carta che si era fatto portare dalla segretaria di redazione e vers un dito di Dolcetto in una mezza dozzina di bicchieri, poi aggiunse: Esperti o no cercate di capire, se lo avete gi bevuto in passato, se c' qualcosa che non vi convince. L'etichetta sempre la solita, "Azienda Vinicola Angiolina", stesso luogo di produzione e imbottigliato in proprio. I dati sono invariati!. Ma bast un piccolo sorso ai convenuti per cominciare a capire che di vino in quelle bottiglie ce n'era ben poco. Oh santo Dio! esclam Bruschelli dopo un piccolo sorso. Ma questo cancarone, altro che vino, roba che neppure i supermercati riuscirebbero a vendere!. Quindi decise di procedere con il Moscato e il Barbera ma il risultato fu addirittura peggiore. Questo sta combinando qualche casino, vale la pena di andare avanti nella mia indagine anche se credo che sconfiner ben presto dal mio settore enogastronomico per andare a finire nelle pagine della cronaca nera come le truffe e tutti gli altri reati: questo un evidente caso di adulterazione. Magari la gente non muore ma finisce per bere veramente della robaccia!. Il giorno seguente, previo consenso da parte del direttore, Bruschelli part per Moncalvo, dove aveva un caro amico che, oltre a essere vicesindaco, era pure il proprietario di un locale che veniva consigliato dalle migliori guide turistiche e dalle riviste specializzate.

Dopo avergli offerto un pranzo veramente luculliano, il vicesindaco Riccardo Ponzi attese che l'ultimo cliente uscisse dal locale e si and a sedere al tavolo del vecchio amico torinese. Credo di sapere gi per cosa sei venuto! esord l'uomo ancora prima che il Bruschelli cominciasse a parlare. Si tratta di Lastrico, vero?. S rispose l'altro abbiamo sentito odore di bruciato acquistando nella sua enoteca bottiglie di sua produzione e.... Una vera e propria porcheria, vero Renato? Io non ho pi avuto il coraggio di assaggiare niente di suo, ma ti posso dire solo una cosa. Quello da qualche mese a questa parte fuori controllo. Di notte alla sua azienda arrivano autobotti con targhe calabresi e campane, qualche volta carichi di zucchero... Mi sembra ci sia ben poco da aggiungere. Anzi, un'altra cosa c': pur avendo ettari ed ettari di vigneto, le viti stanno andando in malora, saranno almeno due anni che non le cura e non raccoglie un grappolo d'uva. Ma hai provato a parlargli? chiese Bruschelli, anche se ormai aveva capito tutto. Un giorno l'ho incontrato in comune, veniva per il rinnovo della carta d'identit, e gli ho chiesto il perch di quei movimenti notturni di tir che vanno e vengono da casa sua. Lui mi ha risposto che il mercato italiano era diventato difficile e quindi si era buttato sull'importazione, facendo scorta di vino a buon prezzo in Meridione e producendo per Giappone e Brasile, quindi.... ... quindi fa il vino col bastone, come direbbero i nostri vecchi: acqua, vino di pessima qualit, lo zucchero per ottenere la gradazione e magari trucioli di rovere per dare al vino il sapore dell'invecchiamento in botte.... Esatto, aggiungici pure del sangue di bue per raggiungere una colorazione adeguata e il gioco fatto. Probabilmente non sar n il primo n l'ultimo.... Ma non si pu fare nulla? lo interruppe Bruschelli. In fin dei conti il Piemonte rinomato per il vino e non credo che giapponesi e brasiliani siano molto contenti. Poi la figura non ce la fa solo il Lastrico, ma tutti i nostri produttori!. Hai ragione, ma probabilmente in quei Paesi non c' la cultura del vino, e per loro finora andata bene cos... poi, se non intervengono i NAS o, peggio, non tira le cuoia qualcuno, le cose non cambieranno!. E intanto lui fa i miliardi truffando la gente con roba che chiamare vino italiano DOC una bestemmia! concluse il giornalista, che quando ripart da Moncalvo era perfettamente conscio di non poter scrivere neppure una riga su quella vicenda. Quando il giorno dopo Bruschelli rifer della sua indagine, ad Alan chiss perch venne la brillante idea di andare nell'enoteca di Lastrico e acquistare tre bottiglie: una di Barbera, una di Dolcetto e una di Moscato. Uscendo dal negozio ricord di

aver pensato: "Cos, se scoppia la bugna, le porto in un laboratorio analisi e i nostri lettori sapranno perfettamente come ha fatto i soldi il proprietario delle due enoteche pi importanti di Torino, ma soprattutto dell'Azienda Agricola Angiolina!. *** Nel giro di pochi anni Vittorio Emanuele Lastrico si era ingrandito a dismisura, la sua azienda di Moncalvo era passata da venticinque a centottanta dipendenti e lui si era stabilito definitivamente a Torino: villa megagalattica, Ferrari ultimo tipo, frequentava ed era socio dei circoli pi esclusivi della citt e finiva spesso sui giornali per le sue iniziative a scopo benefico e umanitario. Quelle bottiglie erano miracolosamente scampate a tre traslochi e Alan sapeva perfettamente dove si trovavano: in cantina, perfettamente coricate in un baule in mezzo a vecchie coperte. Alan era andato a trovarlo un giorno di gennaio, dopo aver pi volte tentato di ottenere un appuntamento. La scusa ufficiale era stata quella che il Lastrico stava preparando una guida sui vini piemontesi per un importante editore locale. Ci che aveva visto nella sua villa lo aveva veramente impressionato: mobili d'epoca, suppellettili d'argento, quadri di artisti famosi, tre o quattro persone di servit e ogni altro ben di Dio, come si confaceva a un super miliardario. Ma quando, dopo i convenevoli di rito, lui aveva cercato di esporgli la sua situazione, era stato immediatamente stoppato dal suo ospite, che in maniera sprezzante lo aveva interrotto. Guarda Bussetti che se sei venuto fin qui per chiedermi un prestito sei completamente fuori strada. Io sono diventato un imprenditore di successo, faccio affari e non prestiti, soprattutto a uno come te che non potrebbe mai restituirmi niente... E poi in questo periodo sono molto esposto: sto rinnovando l'azienda e ho gi cominciato a costruirne una quasi gemella in provincia di Catanzaro... per valorizzare anche all'estero i vini del Mezzogiorno. Quando Alan usc dalla villa di Lastrico, ricordava di aver pensato che forse la nuova azienda di Catanzaro altro non sarebbe servita che a risparmiare sui viaggi tra Calabria e Piemonte per la trasformazione in vinaccio: la produzione di piscio imbottigliato sarebbe proseguita nella zona d'origine! Quelle tre bottiglie di vino di poco valore nella cantina di Alan costituivano una prova inconfutabile di come avesse fatto i soldi quel porco, e lui aveva la netta sensazione che, a parte il libro Ricatto perfetto, il Lastrico ci sarebbe annegato dentro anche se erano meno di tre litri di cancarone datato.

"Se non mi pagher lo legher a una sedia e gliele far bere tutte e tre" pens spegnendo il computer: anche il signor Vittorio Emanuele Lastrico in qualche modo sarebbe stato sistemato. Per sempre!

VII
Alan si alz stranamente soddisfatto e di buonumore la mattina seguente: erano da poco passate le sette, e mentre si preparava il caff fece brevemente il punto della situazione. "Oggi il 12 agosto, sono quasi a due terzi del libro e solo ora mi accorgo che sta venendo veramente bene. Anche se poi, non dovendo pubblicarlo, questo non poi cos importante". Dopo il caff si tolse il pigiama e fatta una rapida capatina in bagno decise di vestirsi e di fare due passi sotto casa per riordinare le idee prima del rush finale. Sarebbe rimasto da solo in quei tre giorni di Ferragosto: F e Maura avevano raggiunto degli amici che avevano una casa ad Alassio, cos anche senza soldi avrebbero goduto di qualche giorno al mare, mentre sua moglie Silvia, come quasi tutti gli anni, sarebbe andata a Chieri dall'anziana madre: quasi tutti i negozi erano chiusi e lei l'avrebbe aiutata nella spesa e nel fare le grandi pulizie in casa. Il frigorifero era in grado di sopperire alle sue esigenze di minima sopravvivenza e la tranquillit delle mura domestiche senza vai e vieni lo avrebbero certamente aiutato a dare una bella botta a Ricatto perfetto. La temperatura era accettabile, il grande caldo dei giorni precedenti sembrava aver mollato, ma lui, dopo aver comprato tre pacchetti di Nazionali Esportazione rientr in casa: aveva camminato solo una decina di minuti e fremeva dalla voglia di riaccendere il computer e continuare. Gi dalla sera precedente aveva ben chiaro chi sarebbe stato il personaggio successivo: Matteo Bergamini, l'agente immobiliare. *** Le famiglie Bergamini e Bussetti si frequentavano praticamente da sempre; Andrea Bergamini aveva fatto il militare con il padre di Alan e da allora erano diventati grandi amici: forse l'averla scampata entrambi nella ritirata in Russia aveva rafforzato in modo indelebile la loro amicizia, proseguita poi fino al 1975, anno in cui Andrea era morto stroncato da un terribile infarto. Matteo Bergamini aveva tre anni pi di Alan: era sempre stato un ragazzo molto intraprendente, simpatico, sportivo e anche se la frequentazione fra lui e Alan non poteva considerarsi quella di due amici per la pelle, entrambi sapevano grazie alle famiglie d'origine sempre l'uno dell'altro.

Matteo si era diplomato geometra a stento: la maturit l'aveva data per ben tre volte e subito dopo il militare era andato a lavorare col padre, che aveva una delle pi avviate agenzie immobiliari di Torino. Andrea Bergamini era stato in passato anche consigliere comunale, e quell'impegno in politica aveva notevolmente contribuito a dare lustro alla sua attivit e ad allargare il suo gi ben pasciuto giro di clientela. L'agenzia era al primo piano di un palazzo in pieno centro, grande, prestigiosa, ci lavoravano oltre ad Andrea Bergamini e Matteo altre sette-otto persone. Alla morte del padre per le cose in pochi mesi erano precipitate: Matteo, troppo giovane anche nell'aspetto, non ispirava fiducia nella gente. Inoltre la sua poca voglia di lavorare gli aveva impedito di apprendere dal padre i segreti del mestiere, cos che in pochi mesi l'agenzia dovette chiudere. Una sera la signora Bergamini aveva telefonato ad Alan pregandolo di parlare con Matteo: lei non sapeva pi come prenderlo, quel ragazzo. In pochi mesi aveva distrutto trent'anni di lavoro del padre, e soprattutto era preoccupata per il futuro di suo figlio. "Anche lei non deve passarsela troppo bene" aveva pensato Alan, dal momento che alla morte del marito aveva confessato all'amica Bussetti che non c'erano grossi risparmi da parte per garantirle una vecchiaia serena: con la crisi del petrolio del '73, certi investimenti in titoli azionari di Andrea Bergamini erano diventati carta straccia e il mercato immobiliare da un paio d'anni era poco redditizio. Alan aveva accettato non proprio di buon grado di chiedere un appuntamento a Matteo: non che ne avesse molta voglia ma, memore della grande amicizia che c'era da sempre fra le due famiglie, non poteva certo tirarsi indietro. Si erano visti pochi giorni dopo la telefonata. L'appuntamento era per le venti e trenta alla pizzeria Bella Napoli. Matteo arriv con circa un quarto d'ora di ritardo e Alan lo stava aspettando davanti all'ingresso del locale. Arriv sgommando con il suo nuovissimo Mini Cooper e scese dalla macchina con un comportamento che lui conosceva benissimo: nonostante la situazione in cui si era cacciato sembrava il re di Torino! Alan, vecchio mio, a cosa devo questo tuo invito improvviso? Anche se ci conosciamo fin da bambini, le nostre frequentazioni non sono mai state... fece Matteo dopo che la cameriera se ne and con le prenotazioni. Mi ha chiamato tua madre qualche giorno fa fece lui secco e con poche parole, aveva gi capito che sarebbe stato tempo sprecato, dovuto ma sprecato. E preoccupata per te, e di riflesso anche per lei. Dice che non riesce a toccare l'argomento, che tu non le parli... Si pu sapere cosa diavolo hai intenzione di fare adesso? Potresti rispondermi che non sono cazzi miei, ma in realt, con l'amicizia

che c' tra le nostre famiglie da tanti anni, son sicuro che tu al mio posto avresti fatto lo stesso!. La conosci come fatta mia madre, tanto pi che adesso ha pure una forte depressione rispose Matteo con un tono freddo e distaccato, quasi stessero parlando di facezie tu dille di stare tranquilla, qualche cosa ho gi in mente e in pochi mesi riuscir a sistemare tutto!. Ma perch non glielo dici tu stesso? Sei il suo unico figlio e se sentisse delle parole confortanti.... Mia madre non si mai fidata di me, e poi non sono del tutto sicuro che i miei progetti potrebbero convincerla... Da quando morto mio padre ha paura persino della sua ombra!. Se tu le parlassi, Matteo, potresti almeno farle capire che ci siamo visti. Magari penser che mi hai messo al corrente di quello che vuoi fare e cos si tranquillizzer... Del resto lei si sempre fidata di me. Visto che dici di conoscere mia madre, Alan, sai bene che in questo modo non farei che aumentare le sue ansie, e poi non che le possa dire proprio tutto di quello che voglio fare.... Allora si tratta di qualcosa di losco? Qualcosa che la farebbe preoccupare ulteriormente?. Ma non per questo! rispose Matteo con fare molto poco convincente. che non ho ancora completamente le idee chiare e penso non capirebbe!. Quando si lasciarono quella sera, Alan aveva la certezza che Matteo stava per cacciarsi in qualche casino, ma si ripromise che se avesse ritelefonato sua madre lui si sarebbe limitato a dirle che la missione era stata compiuta. Passarono parecchi mesi senza che Alan avesse pi notizie di Matteo Bergamini, poi una domenica sera lui e Silvia, come spesso facevano, andarono a cena a casa della madre. Cos, parlando del pi e del meno, durante la cena la madre di Alan all'improvviso saltando da un discorso all'altro disse: A proposito, Alan, sai che qualche giorno fa mi ha telefonato la Bergamini? Era un sacco di tempo che non la sentivo e devo dire che mi parsa proprio in gran forma. Mi ha raccontato che Matteo lavora per una grandissima agenzia immobiliare, sta facendo carriera e guadagna un sacco di soldi. Mi sembrata molto contenta e ha detto che ti ringrazia ancora per quello che hai fatto e di salutarti. Ti ha detto di quale agenzia si tratta? chiese lui che non sembrava troppo convinto. Matteo che lavorava e faceva carriera...

Non ricordo, forse me lo ha detto ma non so. Ma che importanza pu avere? L'importante che le cose si siano sistemate e che quella povera donna abbia finalmente un po' di pace! e il discorso fin l. Passarono forse solo quindici giorni che lo scandalo scoppi: giornali, TV locali e tutti i media parlarono di un giovane di una trentina d'anni che aveva truffato centinaia di persone affittando appartamenti per le vacanze. L'uomo, biondo e di bell'aspetto, probabilmente torinese o dei dintorni, agiva da tempo affittando case non di sua propriet per settimane bianche o vacanze al mare. Si era concentrato sulle zone che andavano pi di moda: per la montagna la Valle d'Aosta, specialmente Courmayeur, per il mare tutta la riviera ligure di ponente. C'erano state denunce a Diano Marina, Spotorno, Finale, Ospedaletti e via dicendo. Il sistema era sempre lo stesso: lo sconosciuto affittava la casa per un mese affermando di essere uno scrittore piemontese in cerca di pace e tranquillit per lavorare, quindi pubblicava inserzioni offrendo la casa in questione, fissava il periodo del soggiorno e il relativo prezzo, prendeva una caparra e consegnava le chiavi dell'appartamento, specificando che per il saldo sarebbe passato poi lui personalmente al termine del soggiorno. Ovviamente, magari lo stesso giorno prefissato, una o due famiglie si ritrovavano davanti all'appartamento prenotato, con in mano un mazzo di chiavi fasulle e una vacanza che non ci sarebbe mai stata... Ma il diavolo, come si sa, fa le pentole e non i coperchi... Alan, che pure era sempre attento a tutte le notizie di Torino e dintorni, subito non aveva dato molta importanza a quel fatto. Ma di l a qualche giorno per pura combinazione scopr tutto. Silvia aveva deciso di trascorrere le ultime due settimane di luglio ad Albenga con la sua amica Veronica. Aveva letto un annuncio e preso un appuntamento con il privato che offriva l'appartamento. Si era ritrovata senza saperlo a casa Bergamini davanti a Matteo. I due si conoscevano ma Silvia non sapeva dove abitasse. Guarda mi devi scusare... c' stato un disguido l'altra sera al telefono, credevo che la casa fosse libera e invece mia madre l'aveva gi affittata! Purtroppo non c' pi un buco fino alla fine della stagione... Mi auguro tu possa trovare qualcos'altro!. La cosa per Silvia sarebbe finita l, ma Alan, una volta venuto a conoscenza del fatto, and subito su di giri... Eccolo l, allora lui il truffatore maledetto, l'agente immobiliare fantasma che affitta case non sue al mare e in montagna! Ma quando mai ce l'hanno avuto un appartamento ad Albenga i Bergamini? Se si sono pure ipotecati quella dove

vivono a Torino!. E adesso che cosa pensi di fare Alan? A parte che non ne sei sicuro e poi.... Hai ragione, non ne sono sicuro, ne sono certissimo e non intendo fare niente. Prima o poi lo prenderanno e io non posso farci niente. Andare a parlare con lui sarebbe totalmente inutile ora, tanto sa che io so, dopo la tua visita... Cosa potrei fare? Andare dalla madre? Potrebbe morirne. L'unica cosa che posso fare starmene zitto. Se al giornale sapessero che so tutto e che questo imbroglione pure un mio amico.... Ma non lo presero mai. Anzi, lui allarg il suo giro d'affari alla riviera romagnola, alla Versilia e al Trentino, cos almeno dicevano le notizie che si accavallarono nei mesi seguenti. *** Nel giro di pochi anni Matteo Bergamini riapr la sua Agenzia Immobiliare Bergamini in pieno centro a Torino, ancor pi grande di quella che aveva con il padre Andrea, inaugur due filiali in periferia e a detta di sua madre, che telefonava spesso alla signora Bussetti, con lui c'erano venticinque persone! Poi si persero completamente di vista. Cinque o sei anni prima, doveva essere il 1992, la signora Bergamini mor e Alan, fuori per lavoro, mand solo un biglietto di condoglianze. Il filo di comunicazione che fino ad allora era esistito fra le due madri si interruppe, ma Alan seguiva Matteo... a distanza. Dalla pubblicit e dalle inserzioni che l'Immobiliare Bergamini faceva a Torino, si poteva ben immaginare che le cose a Matteo continuassero a girare alla grande. Alan era andato a trovarlo i primi di giugno, quando gi l'idea di scrivere Ricatto perfetto gli ronzava in testa da una decina di giorni. "Vedremo se ti meriterai di finire anche tu nei miei personaggi" ricord di aver pensato prima d'entrare nell'ufficio di Matteo. Ma si ripromise comunque di non ricordargli che sapeva come avesse fatto i soldi: Silvia e la sua amica Veronica erano prove viventi e inconfutabili! Vedi Alan, nonostante le apparenze adesso il mercato immobiliare completamente fermo, forse per le imminenti vacanze... La gente senza soldi, non che non voglia ma in questo momento... non posso proprio darti una mano, anche se l'amicizia delle nostre famiglie... Magari se ti fai vivo a settembre quando spero riparta il tutto... Capisco l'urgenza della tua situazione, amico mio, ma cerca di tenere duro se puoi.... Con questa frase aveva concluso la breve conversazione. Con questa frase si era meritato il diritto di far parte di uno di quei personaggi del romanzo che avrebbe scritto: amici o no adesso tra lui e Matteo non c'era proprio pi niente!

*** Alan guard l'ora: erano da poco passate le due e non aveva ancora mangiato. Si fece due uova al tegamino senza spegnere il computer, da sempre era abituato a buttare gi qualcosa a mezzogiorno e a recuperare a cena. Mangiando aveva acceso la televisione, c'erano i campionati mondiali di atletica e lui andava matto per quello sport. Spense il computer e decise di dedicarsi un paio d'ore di TV, ma dopo un quarto d'ora, sdraiato sul divano, cadde in un sonno profondo. Il suono del telefono lo fece sobbalzare, automaticamente diede un colpo d'occhio all'orologio che segnava le 16:15. Alz la cornetta e con la voce ancora assonnata disse: Chi ?. Chi diavolo pensi possa telefonarti nel week-end di Ferragosto? rispose sua moglie Silvia con tono canzonatorio. Magari qualcuno che mi avverte da un continente lontano che uno zio che neanche sapevo d'avere morto lasciandomi una fortuna... rispose lui volendo stare al gioco di Silvia che gli sembrava sollevata e quasi serena. Stavi lavorando al tuo crimine o cosa?. Veramente non si tratta di un crimine ma di un ricatto ignorante, e poi guarda stavo dormendo, ho gi lavorato molto stamattina. S, lavorato... beh lasciamo perdere, volevo solo sapere come stavi e se ti serve qualcosa dal momento che porto mia madre a fare la spesa. No, ho tutto, e poi anche se mancasse qualcosa come potresti portarmela? Sei forse diventata l'amante di un benzinaio, che per amore ti fa il pieno?. Piantala stupido, sai benissimo che torner dopodomani! E comunque potresti chiamarmi anche tu, visto che ancora non ci hanno tagliato il telefono.... S, va bene. Bacioni a mamma, ora mi faccio un caff e torno a scrivere. I ragazzi tutto bene?. Li ho sentiti ieri sera, non erano troppo soddisfatti della sistemazione, ma come ha detto F... almeno gratis! Ciao chiuse la comunicazione senza dar tempo ad Alan di rispondere al saluto. Mentre sorseggiava il suo caff, avendo notato che stava finendo, pens: "Domattina, quando andr al supermercato, avr la possibilit di incontrare il protagonista della mia prossima storia, Dario Marras. Anche se questa una storia recente e avevo programmato di parlarne pi avanti... cos sia". E cominci a scrivere.

VIII
Dario Marras era il tipografo alla "Gazzetta del Popolo" e qualche mese prima della chiusura definitiva del giornale, quando il fuggi fuggi era gi iniziato, lui, grazie a un suo parente che era un alto prelato della curia torinese, si era licenziato ed era entrato come cassiere in un supermercato di una delle pi importanti catene del Piemonte, la Spendibene. Per merito delle proprie capacit di ragazzo sveglio e forse anche alla raccomandazione che aveva ricevuto, in pochi anni era diventato responsabile di una decina di punti vendita di Torino e periferia. In pratica girava da un punto all'altro tutti i giorni per controllare l'esposizione della merce, la situazione del personale e i problemi che potessero insorgere in strutture del genere. Si definiva un responsabile di area, guadagnava bene, gli orari erano molto elastici e nessuno lo controllava. Grazie all'autonomia che gli garantiva il proprio lavoro, aveva avuto tempo e modo di mettere a punto una grandiosa truffa insieme a suo fratello Cesare, che era entrato e uscito di galera gi due o tre volte. Il meccanismo era questo: Dario, data la sua carica, partecipava spesso a fine giornata alla chiusura di uno o due supermercati. Qui avveniva una prima cernita della merce deperibile che non poteva essere rimessa in vendita il giorno dopo: frutta e verdura, pesce, carne, surgelati in scadenza. Tutta questa merce, per loro a costo zero, veniva poi rivenduta direttamente da Cesare a ristoranti, bar, pizzerie senza IVA e senza fattura. Alan era venuto a conoscenza di questa storia grazie a "Roby click", che una sera uscendo con sua moglie dal supermercato vicino a casa aveva visto il Marras e un'altra persona caricare una macchina fino all'inverosimile. Roby, che oltre a fare il fotografo aveva sempre avuto il chiodo fisso dello scoop, anche se ora lavorava per uno studio fotografico, aveva fatto ai due qualche scatto e il giorno dopo aveva telefonato ad Alan per raccontargli quello strano movimento. Il fratello di Marras, Cesare, fin in galera, dopo essere stato fermato dalla Guardia di Finanza con la macchina carica di merce di dubbia provenienza, probabilmente rubata, e senza documento d'accompagnamento - cos almeno era stato scritto sul verbale. Fu cos che si fece sei mesi dietro le sbarre. Ma l'implicazione di suo fratello Dario non venne mai provata e lui continu con la sua brillante carriera e forse anche con i suoi loschi traffici.

Forte delle fotografie che "Roby click" conservava gelosamente a casa nel suo archivio personale, Alan aveva deciso di affrontarlo per chiedergli una mano: era facile incontrare il Marras perch, se non tutti i giorni, almeno due o tre volte la settimana trascorreva quasi tutta la giornata nello Spendibene a duecento metri da casa di Alan. Sia lui che Silvia lo avevano visto decine di volte. Una mattina, dopo aver fatto il giro col suo "povero" carrello, Alan volt un angolo e se lo ritrov di fronte. Ciao, com'? fece l'altro, che aveva l'abitudine o meglio il vizio di salutare la gente con quell'espressione cos poco educata e originale. Come al solito, da povero disoccupato rispose Alan, che avendo notato il supermercato poco affollato gli chiese: Avresti voglia di fare due chiacchiere?. Ma s, figurati, volentieri! Vieni nel mio ufficio, faccio una telefonata lampo e poi parliamo. L'ufficio era poco pi di uno sgabuzzino di neanche tre metri quadri, una scrivania piena di documenti, fatture, appunti, un telefono, due sedie: un posto che definire opprimente poteva sembrare riduttivo. Quando Dario Marras ebbe finito una telefonata di neppure un minuto per lamentarsi con un fornitore poich qualcosa non era arrivato, Alan cominci a parlare e quasi a memoria in cinque minuti raccont la sua solita storia. Appena ebbe finito, una sottile coltre di silenzio e di fumo di sigaretta fu l'unica cosa mobile in quella stanza, poi dopo un paio di interminabili minuti Dario cominci: Alan, siamo stati amici, o meglio abbiamo lavorato insieme molti anni fa. Io non posso lamentarmi, non mi manca nulla, ho fatto una discreta carriera e forse meglio cos, se fossi rimasto al giornale probabilmente sarei morto da povero tipografo. Ma sono solo un dipendente e non che in banca abbia nascosto una fortuna. Oltretutto il mese prossimo si sposa mio figlio e sai bene come vanno queste cose... Ma poi per la precisione quanto ti serve?. Dieci milioni! spar secco lui, tanto aveva gi capito come sarebbe andata a finire... Oh porca vacca, ti giuro non ce la farei neppure se tu me ne avessi chiesti tre... Mi spiace, per, devi credermi. Ti giuro sui miei figli che vorrei aiutarti in qualche modo ma... Aspetta... Ora che ci penso, il prossimo mese c' una selezione di personale, apriamo nuovi supermercati e io sar nella commissione. Se chiedessi un piacere, in ditta, stai tranquillo che non me lo negherebbero.... Cosa vorresti dire? Non capisco!.

Che tuo figlio o tua figlia potrebbero fare domanda, lo stipendio di circa un milione, un milione e due, forse non sarebbe un granch ma potrebbero essere un aiuto, almeno per mangiare.... I miei figli studiano tutti e due, grazie a Dio e anche ai loro lavoretti, e mangiamo tutti i giorni, Dario! Poi fra un mese potrei gi essere morto o aver vinto al Superenalotto... Comunque grazie lo stesso!. Si alz e lasci Dario basito. Aveva l'espressione di chi ha offerto la luna a un povero pirla che l'ha rifiutata! *** Da quel giorno, quando si incontravano, entrambi si limitavano a un fugace saluto e Dario era sempre il primo a sfuggire, facendo finta di doversi occupare urgentemente di qualcosa. Una sera Alan stava tornando a casa con sua moglie Silvia: erano circa le nove e mezza ed essendoci stato lo sciopero degli autobus era andato a prenderla dalla famiglia presso la quale lavorava. Tuttavia la citt era paralizzata e quindi rimasero in macchina fermi a pochi metri da casa. Proprio davanti al supermercato, che a quell'ora era gi chiuso e aveva le luci interne dimezzate. Fu di fronte a quella debole luce che Alan vide la scena: Dario Marras e un altro uomo stavano caricando un'Ape bianca con scritto sul telone "Luce Impresa di Pulizie". Dietro di lui tre carrelli zeppi di merce. "Bene" pens "il lupo perde il pelo ma...". Appena entrato in casa telefon al suo amico "Roby click". Roby, ciao sono Alan, sei libero una di queste sere? per un piacere personale. S Alan, basta che mi dici quando e dove. Di che si tratta?. Il nostro ex collega Dario il tipografo continua col suo secondo lavoro.... A rubare, intendi? Bene, stavolta finisce in galera come suo fratello, a meno che non ci offra una fornitura completa di carrelli per un anno!. "Anche 'Roby click' non se la passa bene" pens Alan dopo aver riagganciato "anche lui a suo modo ha in testa una forma di ricatto, diciamo cos, pi mangereccio e casereccio. Ma anche su questa storia il diritto di prelazione il mio, tanto pi che non parliamo di secoli fa, ma di una cosa che continua da quando hanno sbattuto il fratello in galera. Il libro e qualche bella foto attuale come prova basteranno. Dovesse rimandare il matrimonio del figlio perch ha pagato me... e comunque non vero niente: col lavoro serale quello stronzo deve aver fatto i milioni. A 'Roby click', se si accontenta, vadano i carrelli, per comperare il mio silenzio, cio il mio libro, ti ci vorr molto di pi, caro Marras.

Altrimenti dovrai rimpiangere i tempi in cui per tre lire al mese ti facevano respirare inchiostro e piombo gi in tipografia". L'indomani alle otto e trenta in punto Alan entr nello Spendibene vicino a casa per comprare il caff. Il supermercato aveva appena aperto e c'erano pochi clienti, e tre o quattro commessi stavano ancora rifornendo di merce gli scaffali. Ricordava ancora benissimo le pagine che aveva scritto il giorno prima su Dario Marras e in cuor suo sperava proprio di incontrarlo: il suo saluto sarebbe stato di sfida e di soddisfazione. Non prese neppure il carrello e con il pacchetto di miscela arabica e due bottiglie di birra si avvicin all'unica cassa aperta. Al momento di pagare chiese alla cassiera: Il signor Marras non c' oggi?. Questa, senza neppure alzare lo sguardo, mentre contava il resto rispose: E andato in ferie l'altro ieri e mi sembra di ricordare che rientrer il 6 settembre. Aveva bisogno di lui?. No grazie, solo un mio vecchio amico e quando ci incontriamo in genere ci scambiamo un saluto, due parole, niente di pi. E usc dal supermercato facendo ciondolare il sacchetto di plastica. "In fondo meglio cos" pens avviandosi verso casa "tanto anche lui sistemato... e al suo ritorno dalle vacanze la mia sorpresa sar gi pronta e confezionata!". Rientrato in casa decise che quella mattina se la sarebbe presa con un po' di calma. Cominciava a fare caldo, si mise una canottiera pulita e, dopo essersi fatto il terzo caff della giornata, accese il computer e stamp le pagine che aveva scritto il giorno prima. Le radun e cominci a correggerle con una biro rossa. Quel lavoro non richiese che pochi minuti: qualche errore di battitura, un verbo sbagliato, un a capo fuori posto. Sto migliorando! disse ad alta voce come per incensarsi. Scrivere come andare in bicicletta: una volta che hai imparato non te lo scordi pi... Se continuo cos, sulle bozze ci sar pochissimo lavoro da fare. Appoggi i fogli sul tavolinetto davanti al divano e continuando a stare stravaccato prese il telecomando e accese la TV: per svuotarsi il cervello decise di guardare il telegiornale. Dopo aver fatto senza troppa convinzione un po' di zapping, alle dieci in punto si alz e si sedette davanti al computer che stupidamente aveva spento: lo riaccese dandosi del cretino e, come era divenuto abituale per lui, fece il punto della situazione. "Ho ancora due storie da scrivere... e una piccola modifica da apportare alla lettera che allegher al libro. Una volta corretto, andr da Noviero e glielo far stampare".

I personaggi del libro avrebbero potuto essere almeno il doppio, ma lui aveva scelto quelli e non se ne pentiva. E poi venti persone da dover gestire... Senza contare che quel romanzo sarebbe diventato un vero mattone! Mattone o no non me ne importa niente... mica deve essere pubblicato!". Decise che la scelta che aveva fatto era giusta e che non avrebbe aggiunto nulla. Era nei tempi e forse ci sarebbe stata pure la possibilit di tornare a Casale Monferrato dal Ranzi per farglielo leggere tutto. "Poi vedremo" sussurr, e cominci a scrivere: siccome i personaggi mancanti erano due non aveva molta scelta e quindi decise che avrebbe scritto di Adele Curro la falsaria.

IX
Alan aveva conosciuto Adele Curro al giornale: aveva circa quarantanni, bruttina e poco curata nella persona, sicuramente bulimica, con qualche tic nervoso alla bocca e agli occhi. Si professava pittrice, ma pur avendo un discreto talento era poco conosciuta e i suoi quadri non le permettevano certo di vivere. Per contro era una falsaria eccezionale: diplomata al liceo artistico, non avendo potuto proseguire negli studi e dovendo pur campare, aveva deciso di proseguire la carriera del nonno, falsario anche lui da una vita. In tempo di guerra aveva riprodotto di tutto: tessere alimentari, passaporti per ebrei, fogli di congedo per malattia, dollari falsi. Nel suo genere era stato un uomo onesto e essendo poco esoso non si era mai arricchito: mor povero in canna nel 1965. Adele fin da bambina aveva trascorso ore e ore a osservare il lavoro del nonno, ma senza malizia, per passare il tempo. A vent'anni era diventata brava come lui, tanto che spesso lo aiutava perch la vista dell'uomo e le mani malferme non gli permettevano di essere il perfezionista d'un tempo. Lei si manteneva cos: il tempo l'aveva ulteriormente raffinata e ormai era in grado di riprodurre alla perfezione ogni tipo di documento. Al giornale se ne servivano, e anche Alan lo aveva fatto, quando c'era bisogno di una carta d'identit falsa per qualcuno che doveva condurre un'inchiesta sotto falso nome. Quella che fece ad Alan era talmente identica a quelle originali che lui l'aveva sempre conservata per ricordo, dentro la busta con la quale lei gliela aveva fatta recapitare in portineria con scritto di suo pugno: "Per il dottor Alan Bussetti". "Bella prova a suo carico" pens lui interrompendosi un attimo per accendere una sigaretta "e soprattutto inconfutabile anche dopo tanto tempo". Adele lavorava in casa. Alan c'era gi stato una volta, quando gli era capitato di accompagnarci Lilia, quella dei Lewis taroccati, che, dovendosi recare nella sua fabbrica di Berlino Est, aveva bisogno di un passaporto falso. Lui ricordava ancora quel piccolo appartamento di via San Quintino, con le pareti tappezzate da decine dei suoi quadri, la cucina trasformata in laboratorio, carte e cartoni sparsi dappertutto e un intenso odore di inchiostri e pittura. Non mi beccheranno mai! Io sono brava nel mio lavoro ma ancor di pi nella scelta dei clienti. Qui a Torino faccio il minimo indispensabile, la maggior parte del "lavoro" finisce al sud, in Calabria specialmente, dove ho un cugino che si d da fare prendendo le ordinazioni. Essendo anziano e in pensione arrotonda come

pu quello che gli passa lo Stato. Nessuno sospetterebbe mai della sottoscritta anche se scoprissero che la roba parte da Torino. Alan l'aveva rivista due o tre anni prima: disperato com'era voleva farsi fare da lei una documentazione fasulla, carta d'identit, stato di famiglia, un po' di titoli e buoni del tesoro. Voleva aprire un conto sotto falso nome con cinquecentomila lire e poi depositare i titoli a garanzia di un prestito che avrebbe chiesto alla stessa banca qualche giorno dopo. Al dottor Alan Bussetti nessun istituto di credito e nessuna finanziaria al mondo avrebbe mai approvato un fido o un prestito, neanche di cinque lire. Ma al vecchio indirizzo aveva trovato solo una nipote che era salita dalla Calabria qualche anno prima. Zia Adele non abita pi qui, sono gi quattro anni che si trasferita in un bell'attico in via Cibrario le aveva risposto la giovane se vuole le posso dare il nuovo numero di telefono, ora mi scusi ma ho una lezione all'universit e.... Dopo avergli consegnato un piccolo foglio a quadretti col numero di telefono gli aveva chiuso quasi la porta in faccia. Alan, scendendo le strette scale del palazzo di via San Quintino, aveva pensato: "Un attico in via Cibrario... o ha fatto i soldi, o si sposata o... c' sotto qualcosa". Il giorno dopo telefon ad Adele, che si dimostr molto disponibile e gli dette appuntamento per le quattro del pomeriggio nel suo appartamento. Quando la donna lo fece entrare in casa, Alan cap al volo che le sue supposizioni a caldo dopo l'incontro con la nipote erano esatte: in qualche modo Adele aveva fatto il grande salto e non era pi la piccola e brava falsaria che lui aveva conosciuto. Dopo averlo fatto accomodare in un salotto di almeno sessanta metri quadri fu la stessa Adele che cominci a parlare. Vedi come mi sono sistemata? Ti piace qui? Oggi posso veramente dire di essermi messa a posto per tutta la vita! Ho chiuso col lavoro di un tempo, anche perch negli ultimi anni mi ero messa, diciamo cos, su larga scala e ho rischiato veramente tanto.... Cosa vorresti dire? fece Alan fingendo di non capire. Avevo rilevato una piccola tipografia vicino a via San Quintino: eravamo io e un mio nipote a mandare avanti il tutto. Falsificavamo titoli, obbligazioni, buoni postali e del tesoro, valori bollati, marche e carte da bollo che poi mandavamo gi in "terronia". Avevo tre o quattro "rappresentanti" che rifornivano la zona. Una copertura quasi totale! La merce veniva rivenduta a un terzo del valore nominale e si pu dire che per due anni abbiamo lavorato pi noi che l'Istituto Poligrafico dello Stato. I tabacchini del Mezzogiorno, su dieci pezzi che vendevano, otto li

prendevano da noi... Poi, siccome la cosa cominciava a puzzare troppo, ho dovuto sbaraccare tutto. Di soldi ne ho fatti veramente tanti, posso dire che potrei campare da miliardaria fino a cent'anni! E tu, caro Alan, come te la passi? Hai bisogno di me? Purtroppo oltre a non fare pi nulla non ho neanche pi l'attrezzatura e forse neppure la mano!. Lui cominci a raccontare in breve la sua storia e fin col motivo per il quale aveva voluto incontrarla. Non era per facile dirle come avrebbe potuto aiutarlo altrimenti, se non poteva fornirgli una falsa documentazione. Ma allora Adele cara, visto che sei miliardaria, potresti almeno prestarmi qualcosa... in memoria dei vecchi tempi, quando anche noi ti aiutavamo e ti commissionavamo documenti e ti presentavamo clienti.... Ammesso che nella situazione in cui ti ritrovi non potresti fornirmi delle garanzie sulla restituzione, ho lavorato duro, rischiato di finire in galera per parecchio tempo e ho imparato che non si fa beneficenza neppure agli amici pi cari. E poi quanto ti servirebbe?. Alan, che a quel punto sapeva gi come sarebbe finita, spar. Venticinque milioni!. Venticinqueeeee...? Ma tu sei folle! Io adesso ho pure un compagno che mi controlla e non potrei giustificargli un'uscita del genere! Cosa gli dico? Che li ho dati a un amico di un tempo? Mi metteresti nella merda senza motivo! Scusa ma proprio non posso, per i documenti sarebbe stato pi semplice... Comunque lasciami il tuo telefono, sono una vecchia matta e potrebbe darsi che mi venga qualcosa. Da quel giorno Alan non l'aveva mai pi vista n sentita. Le dita, che scorrevano veloci sul computer, si fermarono un attimo: il cuore gli sugger qualcosa per chiudere il capitolo su Adele, la falsaria oggi miliardaria. E lui lo scrisse subito: Ed per questo motivo che io ti condanno a essere presente tra le pagine di questo mio interessantissimo romanzo. Erano quasi le quattro del pomeriggio: salv il tutto e, rendendosi conto di essere rimasto sei ore al computer, lo spense e si alz. Non aveva pi voglia di fare niente.

X
Il giorno di Ferragosto Alan si alz dal letto che erano le nove passate: si era coricato alle due perch si era messo davanti alla TV per vedere un vecchio film. Pi che altro lo aveva fatto per distendere i nervi: era quasi alla fine di Ricatto perfetto e, un po' per l'impazienza di scrivere l'ultima storia, un po' per la preoccupazione che questa gli dava, non aveva trascorso una nottata serena. Si era svegliato pi volte e sempre aveva dovuto faticare per riaddormentarsi. Era consapevole che raccontare della persona che aveva in mente gli avrebbe senz'altro creato problemi in famiglia, per cui aveva sempre rimandato, combattuto se scriverne o meno. Silvia e i ragazzi sarebbero rientrati verso sera e... non sarebbe stato molto diplomatico se, gettando un'occhiata sul monitor, avessero letto qualche riga di Francesco Rovello detto "il bello di Chivasso", un paese a pochi chilometri da Torino. Francesco Revello era il figlio di una cugina di sua moglie, Margherita, che si era trasferita a Chivasso trent'anni prima per motivi di lavoro del marito. Le due cugine i primi anni erano rimaste sempre in contatto, poi, con la nascita di Francesco, Margherita aveva dovuto cercarsi un lavoro a causa delle non buone condizioni di salute del bimbetto, che abbisognava di cure e visite molto costose. Con l'inizio della scuola, per, la salute di Francesco miglior molto, tanto che intorno ai dieci anni pot essere considerato completamente guarito. Divenne un bellissimo ragazzo, alto, simpatico, sportivo. A vent'anni aveva schiere di ragazze ai suoi piedi, e anche Maura diceva sempre a Silvia che suo cugino Frank era veramente un figo. Poca voglia di studiare, molta di divertirsi, l'unico lavoro che aveva trovato come magazziniere era durato meno di un anno. Voleva altre cose, lui! Cos un giorno decise di andare a vivere a Torino, e siccome i suoi non potevano certo mantenerlo chiese a sua madre di telefonare ad Alan e Silvia per sapere se potessero ospitarlo per qualche tempo. Il posto in casa c'era, avrebbe dormito nella camera di Fabio e per il vitto... "Come si mangia in quattro si mangia in cinque anche se i tempi sono duri" aveva detto Silvia. Cos qualche giorno dopo cominci con l'arrivo di Frank l'esperimento di "famiglia allargata". La prima settimana non accadde nulla di strano: lui trascorreva le giornate in casa, usciva raramente non avendo macchina e una repulsione indomita per i mezzi pubblici gli impediva di andare in giro a cercarsi un lavoro.

Poi, all'improvviso, nel giro di due o tre giorni tutto cambi: orari impossibili, non rientrava per pranzo o per cena, la sera usciva di continuo e a volte rientrava con il sole gi alto. Un sabato mattina, verso le undici, mentre si tirava a lucido per uscire, Silvia lo prese di brutto in cucina e senza tanti preamboli gli disse: Insomma, si pu sapere cosa stai combinando? Hai trent'anni e ti comporti come un figlio di pap, questa casa per te solo un albergo, Alan e io siamo preoccupati. Di', non ti sarai mica messo in qualche giro di balordi, eh? Io voglio bene a tua madre come alla sorella che non ho mai avuto. Sappi che non ci renderai complici di qualche casino! O ti metti in riga, o ci spieghi cosa fai o ti rispediamo a casa come un pacco al mittente!. Ma zia Silvia rispose lui che fin da bambino era abituato a chiamarla cos vado in giro con un amico di Rivoli che vive qui da qualche mese. Ti assicuro che non facciamo nulla di male! Si va in cerca di qualche lavoro, cerchiamo di inventarci qualcosa.... Fino alle sei del mattino? Ma raccontala a un altro, Frank! Saremmo diventati dei poveracci ma non dei cerebrolesi! Alan, prova tu a dirgli qualcosa per favore.... Noi abbiamo gi troppi problemi, Frank rispose lui senza molto entusiasmo ti abbiamo accolto in casa come un figlio e posso solo aggiungere che se fai qualche puttanata, il pacco lo porter personalmente a tua madre a Chivasso, ma prima lo far a pezzi!. Nei cinque o sei giorni successivi Frank non torn a casa, non si fece vivo con i suoi n tanto meno con Alan e Silvia, il cellulare era sempre spento. Niente. Niente negli ospedali, nei pronto soccorso, alla polizia. Di lui nessuna traccia. Sua madre Margherita si era trasferita da loro e stava ore e ore seduta in cucina: nei momenti in cui non piangeva massacrava il suo cellulare facendo il numero del figlio. Niente. La mattina dell'ottavo giorno, era domenica, chiss per quale miracolo il cellulare di Frank dava segnali di vita e dopo due o tre squilli il disgraziato rispose. Margherita mise il viva voce affinch tutta la famiglia, riunita per l'evento, potesse sentire. Chi ? rispose una voce assonnata che sembrava arrivare da un altro continente. E chi vuoi che sia, idiota, sono quella povera deficiente di tua madre che da otto giorni non sa se sei vivo o morto o dove sei finito!. Oh, ciao, ma' fece il cretino, fingendo di cadere dalle nuvole. Sono a Portofino con una bellissima signora, fra poco andr a mangiarmi un'aragosta con lei! Non dovevi stare in pensiero per me, se mi fosse successo qualcosa ti avrei avvertita!.

Si, specialmente se fossi morto mi avresti telefonato di sicuro, vero? Sappi che da questo momento in poi della tua vita puoi fare ci che vuoi, ma non con quella di tuo padre e tua madre, quindi dai notizie e non sparire. Vabb mamma, ma non ti preoccupare, fra un paio di giorni salgo e ci vediamo.... Fa' in modo che sia vero, Frank, dopo quello che ci hai fatto passare, altrimenti ti giuro che per te saranno guai! chiuse la conversazione e scoppi in un pianto pazzesco. Il paio di giorni di Frank divennero quasi un mese, poi una sera si present a casa di Alan per ritirare quella poca roba che aveva lasciato in camera di F. Vestito firmato, Rolex d'oro al polso, impeccabile: Silvia, che al momento del suono del citofono aveva sentito la voce di Frank, curiosa com'era si era affacciata dalla finestra. In seconda fila, con le quattro frecce che lampeggiavano, una Mercedes pi grossa di un carro funebre nuova di zecca. Chiss perch quando lui entr in casa gli venne subito da chiedere: Di', ma quel pullman gi in seconda fila con cui sei arrivato tuo o.... S, cio no, vabb, uno di questi giorni vengo e vi racconto tutto!. In un paio di minuti radun le sue cose e scapp via urlando: Un bacioneee anche ai ragazzi mi raccomando!. A cena quella sera l'unico argomento possibile fu Frank. Nel giro di un mese aveva cambiato vita: il magazziniere di Chivasso si era trasformato in un manager o in che altro.' Ma hai visto come si comporta? Come parla, come veste, il Rolex d'oro, il vestito, senz'altro un Armani... Io vorrei sapere cosa cazzo fa quello l! esord Alan fra un cucchiaio e l'altro di minestra. Droga, rapine, prostituzione o chiss cos'altro... Non ha mai avuto una grande cultura e non credo che abbia vinto al Totocalcio... comment Silvia di rimando per lui lo sport sarebbe gi faticoso da guardare in televisione!. Ma che menosi che siete rispose F col suo solito tono canzonatorio magari riuscito a farsi adottare dagli Agnelli.... Quella sera per, a parte le varie ipotesi, fra le quali c'erano quelle suggestive e quelle catastrofiche, non si riusc ad addivenire neppure a una che fosse plausibile e la conversazione, seppur avesse tenuto banco per tutta la durata della cena, non port a nulla. Cos non possiamo arrivare a niente chiuse Silvia mentre, aiutata da Maura, stava sparecchiando la tavola non abbiamo elementi, prove, indizi.... Hai ragione mamma, neppure una pisciatina di traccia disse Maura per chiudere la discussione. Ma l'ultima parola l'ebbe Silvia.

Ragazzi, penso che qui ci sia solo da sperare nel buon Dio. Nient'altro!. Un caso, un colpo del destino, o meglio di fortuna lo mise a segno Maura, la domenica seguente. Una domenica d'autunno piovigginosa: Fabio era in camera sua a giocare con la PlayStation, Alan guardava distrattamente la TV e Silvia, accanto a lui, sferruzzava alle prese con uno dei suoi soliti maglioni. Finch un urlo di sgomento e di stupore arriv dalla cucina dove Maura, che sarebbe uscita solo per cena, inganna va il tempo leggendo gli annunci economici. Ma porc... guarda 'sta merda! Ecco l, scoperto e sbugiardato il coglione, dai venite tutttttttttti!. Sul tavolo di cucina campeggiava la pagina de "La Stampa" con gli annunci economici. Uno di essi, in particolare, cerchiato da Maura con una matita rossa attrasse l'attenzione di Silvia, che cominci a leggere. "A.A.A.A.A. Accompagnatore italiano trentenne, bellissimo, ampia cultura, elegante offresi a signorine e signore per momenti indimenticabili. Max riservatezza. Telefonare allo ***...". Cazzo ma quest... grid Silvia allibita. E il cellulare di Frank, marni! Finalmente sappiamo cosa fa: il gigol!. Come punta su una mano da un calabrone, Silvia si avvent sul cellulare di sua figlia e compose quel numero con una rabbia tale che pi volte rischi di incastrare i tasti alfanumerici. Appena l'altro rispose lei gli url come un'ossessa: Sono tua zia Silvia, ho bisogno di parlarti con urgenza stronzo... Ma certo che successo qualcosa... No, non uno di questi giorni... Adesso, se non vuoi che nel giro di mezz'ora tuo padre, tua madre e tutto il tuo paese sappia com' che ti guadagni da vivere.... Nel giro di soli venti minuti, indipendentemente da dove si trovasse al momento della telefonata di Silvia, Frank era gi seduto in cucina con lei e Alan. Qui bisogna trovare immediatamente una soluzione disse Alan, visibilmente contrariato. Ma ti rendi conto che Rivoli qua dietro e "La Stampa" la leggono anche li? Non mica il Burundi!. Ma mio padre e mia madre non leggono quegli annunci e quindi.... E qualche tuo amico? Il tuo barbiere? Il parroco? Qualche tuo ex collega di lavoro? Quanto sei coglione, potevi almeno cambiare il numero di telefono.... Adesso che cosa avete intenzione di fare? chiese con la coda tra le gambe. Mio padre e mia madre.... Semplice disse Silvia se tuo padre lo viene a sapere visto che ha gi avuto due infarti gli viene quello definitivo e parte, tua madre impazzisce e tu di colpo ti ritrovi orfano, senza famiglia, libero di fare il gigol tutta la vita!. Eh no zia Silvia, Alan, aiutatemi, devo venir fuori da questo casino....

Va bene, inventati un lavoro da raccontargli, quando vai a trovarli, e vacci pi spesso che puoi. Poi cerca di comportarti di conseguenza: comprati una Panda usata, un orologio da cinquantamila, e usa i vestiti che fino a ieri ti compravano loro.... E speriamo la cosa finisca qui concluse Silvia, che non sembrava molto ottimista. Frank segu i loro consigli, soprattutto quello di procurarsi un altro numero di cellulare, e prosegu nel suo lavoro... Inizi a girare con due telefonini e cos a Rivoli le cose sembrarono sistemate. *** Pochi mesi dopo Alan lo and a cercare, sapendo benissimo che aveva guadagnato milioni. Non metteva neppure pi l'annuncio sul giornale. Le donne dei circoli che frequentava erano ricche, spesso vedove annoiate, e il passaparola faceva miracoli: col suo cervello, le buone maniere e soprattutto il pisello in sei mesi si era comprato la BMW pi costosa al mondo, un appartamentino in corso Traiano e in banca aveva quasi duecento milioni. Alan venne a sapere tutto ci da sua figlia Maura, che fin da bambina aveva avuto grande confidenza con suo cugino Frank. Cos, dopo avergli telefonato, and a trovarlo la vigilia di Natale nel suo piccolo ma costoso appartamentino. Senti Frank, io e tua zia Silvia poco tempo fa ti abbiamo salvato il culo... con tuo padre, tua madre e probabilmente con tutti quelli di Chivasso che ti conoscono. Adesso, visto che domani Natale, ti chiedo di fare qualcosa per noi... Abbiamo appena qualcosa per la cena di mezzanotte. Maura mi ha detto che tu hai fatto e stai facendo tanti soldi, non mi importa come, se fossi pi giovane, disperato come sono, probabilmente anch'io cercherei di far produrre il mio uccello... ma alla mia et.... Per gratitudine, e non solo per dovere, dovrei darti qualunque cosa tu mi chieda rispose lui il fatto che nel mio mestiere ci sono alti e bassi, sotto le feste le donne non spendono per scopare e io sono a secco di liquidit. Ho fatto un regalo costosissimo ai miei e il 27 vado in crociera con una vedova di sessantacinque anni innamorata pazza di me. Spero di mungerla, avr una ventina di appartamenti... Per, capisci, non potevo fare la figura del ricottaro, quindi la crociera l'ho pagata io. Ti chiedo solo qualche settimana e poi sapr sdebitami con voi. Non una balla ma la verit!. Otto mesi dopo non era ancora successo nulla: Frank era sparito e Alan aveva deciso che la sua prossima apparizione sarebbe stata in Ricatto perfetto-, cos,

almeno a Torino e dintorni, da settembre in poi il suo pene gli sarebbe servito solo per pisciare. *** Il libro era finito, si alz per andare a prendersi una birra fresca: fece appena in tempo, con un bicchiere di birra in mano, a spegnere il computer: sua moglie Silvia rientr in casa.

XI
I giorni seguenti al Ferragosto trascorsero apparentemente sereni. Alan aveva controllato e ricontrollato almeno una mezza dozzina di volte il suo romanzo, aveva fatto ulteriori piccole correzioni e qualche aggiunta. "Le storie sono vere come il sole" aveva pensato al momento della correzione definitiva delle bozze "se via via rileggendolo mi tornano in mente ulteriori particolari... non solo utile, ma diventa quasi indispensabile che io ce li infili!". D'altronde, come tutti i creativi, non era mai soddisfatto del risultato. Anche quando scriveva al giornale, rileggendo i suoi pezzi, si ripeteva sempre: "Ma guarda che pirla sono stato, l potevo fare cos, in quel punto potevo aggiungere che..." e avanti in questo modo. Cos aveva smesso di rileggersi o, meglio, lo faceva raramente, solo quando doveva proseguire una storia o una inchiesta. Aveva cominciato a essere meticoloso grazie al suo primo direttore, che gli ripeteva spesso: "Ricordati Alan, che quando scrivi un pezzo devi far s che il lettore ci trovi sempre qualcosa in pi di quello che si sarebbe aspettato!" e Alan aveva sempre cercato di seguire quella regola. In casa la vita della famiglia Bussetti era ricominciata come sempre. Lui era abituato ormai al solito tran tran: sua moglie aveva ripreso a fare le pulizie presso le due famiglie che erano ritornate dalle ferie, Maura, che aveva un importante esame verso la met di settembre, studiava con un'amica alternando un giorno a casa di lei e un giorno chiusa nella sua stanza e Fabio, sempre in giro con gli amici, interrompeva il suo bighellonare solamente negli orari concordati per portare fuori il labrador dei due impiegati di banca del palazzo di fronte. "Per molti le ferie sono gi finite" pensava Alan. Torino andava pian piano ripopolandosi e meno male che il libro era finito: diversamente, non avrebbe pi avuto n la tranquillit n la forza per concentrarsi come aveva fatto i giorni precedenti. La mancanza di silenzio provocato dai mille rumori della strada, del condominio e dai familiari che entravano e uscivano gli avrebbe senz'altro impedito di procedere bene nella stesura del romanzo. Per scrivere era sempre alla ricerca del silenzio e della pace. Un tempo, al giornale era capace di isolarsi e anche nelle ore di maggior casino riusciva a scrivere anche se gli fosse passato vicino un dr al minuto. Ma col passare degli anni e con quello scombussolamento interno dato dalla lunga inattivit, aveva perso anche quella "dote".

Era quasi mezzogiorno del 25 agosto. Sua figlia Maura entr come una furia in casa. Sembrava avesse pianto anzi, lo aveva fatto sicuramente, visto che le tracce di quel poco trucco che si dava agli occhi le avevano rigato le guance. Merda, merda, pa', mi hanno rubato il motorino sotto casa della Stefy... Maledetti bastardi, ma a cosa gli pu servire un vecchio rottame come quello? E adesso come faccio io? Se comincio a muovermi in autobus sono fritta... Bastardi.... Hai fatto la denuncia ai carabinieri? chiese Alan, che sapeva quanto quel vecchio Ciao fosse determinante per gli spostamenti della figlia. Ma quale denuncia pap, ti rendi conto che quelli sarebbero in grado di prendermi anche in giro? Varr s e no duecentomila ridotto com', e se anche me lo ritrovano sar da rottamare... Anzi lo era gi, anche se a me andava bene cos! gli rispose sconsolata, prendendo un bicchiere d'acqua dal frigo e tracannandolo per cercare di calmarsi. Non ti preoccupare Micia... se va bene questo lavoro io ve li faccio nuovi i motorini a te e a Fabio!. Ma quale lavoro, pa'? Il ricatto che stai per fare, vorrai dire! Beh, lasciamo perdere, ch io di questa storia non ne ho mai voluto sapere niente e desidero continuare a fare cos... Sfigati come siamo... magari ci succede un casino anche l. E forse sarebbe pure giusto visto che un'azione da vermi... e mentre andava in camera sua lui gli url: S, da vermi disperati come siamo! e quel breve scambio di battute si chiuse di colpo. L'episodio capitato a Maura non fece altro che turbare quella calma apparente in cui Alan si era calato in quei giorni, in attesa che il suo amico Noviero di Alessandria riaprisse la tipografia e lui potesse portargli il libro da stampare. Dato che aveva il numero di casa, decise di chiamarlo: non ricordava bene se Noviero gli avesse detto se riaprivano alla fine del mese o il primo di settembre. Poi lui non andava mai in ferie: sua madre stava sulla sedia a rotelle e siccome viveva a Solero, a pochi chilometri da Alessandria, in una casa isolata, quando non era a lavorare curava il suo orto e faceva lavoretti alla villetta. Dato che ormai si era fatta l'ora di pranzo, pens che non gli costava nulla provare a dargli un colpo di telefono: se c'era quello era il momento buono per trovarlo. Difatti dopo solo due squilli gli rispose proprio lui. Oh Alan ciao, come va? Come credevi di non trovarmi? E dove vuoi che vada con mia madre in quelle condizioni...sono otto anni da quando ha avuto l'ictus che non vado via neanche un giorno! E il tuo lavoro?. L'ho finito e spero vada bene... rispose lui, contento di aver trovato l'amico. Io riapro domani, vieni gi, tanto il primo giorno c' sempre poco da fare e in poche ore ce la caviamo... c' anche la Katia, mia figlia, che te lo impagina e poi

con quella macchina un gioco da ragazzi... Intanto ho anche io del lavoro urgente da darti, dai, vediamoci domattina presto!. Grazie Ugo fece Alan, impaziente prima delle otto sono da te, tanto so che tu arrivi sempre all'alba.... S, sono sempre l prima delle sette, ma non potremmo fare ancora niente quindi vieni alle otto!. Ok e grazie!. No, che dici! Grazie a te, quello che ho da darti da fare urgente perch a luglio ero intasato e ho detto ai clienti che lo avrei fatto per i primi di settembre. A domani, ciao!. Nel frattempo Maura, che sembrava essersi un po' ripresa dal furto del Ciao, era andata in cucina a preparare qualcosa. Fin da bambina, quando aveva qualche casino o qualche tormento, era vittima della fame nervosa e doveva subito mangiare qualcosa: aveva messo su l'acqua per la pasta e in un pentolino stava riscaldando la conserva di pomodoro che il Ranzi aveva regalato ad Alan l'ultima volta che si erano visti. Verso le tre Alan decise di uscire. Aveva bisogno di aria e di stare un po' da solo con se stesso: in fin dei conti c'era ancora da mettere a punto il piano finale, dando per scontato che il giorno successivo sarebbe tornato a casa da Alessandria con il libro rilegato e confezionato. Sal su un autobus per andare al Parco del Valentino, la giornata era nuvolosa ma non sembrava promettere pioggia e l'aria frizzantina preannunciava l'arrivo di un mese di settembre forse meno caldo. Il grandissimo parco, vero polmone verde della citt della Mole, era semideserto: qualche coppietta, bambini che inseguivano un pallone, alcuni anziani sulle panchine che chiacchieravano godendosi la temperatura inaspettata per la stagione. Lui scelse una panchina leggermente appartata e molto vicino al letto del Po, che scorreva sonnacchioso quasi a voler rispettare la quiete che ad Alan serviva. "Devo fare presto ma specialmente essere preparato a tutto" fu il suo primo pensiero "in particolare mi serve un modo per costringere i miei dieci personaggi a leggere in fretta e ad agire ancora pi rapidamente". Fu in quel momento che gli venne in mente di cambiare la lettera d'accompagnamento al libro e di far fare le consegne a suo figlio Fabio con lo scooter... Se le avesse fatte lui personalmente, magari quegli stronzi lo avrebbero bloccato, gli avrebbero fatto mille domande e... la situazione sarebbe divenuta complicata e imbarazzante.

Torn a casa verso le sei, accese il computer ma non apr il file di Ricatto perfetto, clicc sull'icona della sua carta intestata in modo da fissare subito quell'idea che aveva avuto al parco sulle modifiche da fare alla lettera indirizzata ai personaggi del libro. E dopo aver tirato fuori quel foglio spiegazzato dal portafogli, cominci a scrivere con le relative modifiche. Caro/a..., mi permetto ancora di chiamarti cos, nonostante gli ultimi avvenimenti possano avermi dato modo di dubitare seriamente del nostro legame. La mia famiglia di recente, per i motivi che ti ho gi raccontato, ha subito un grave tracollo finanziario dal quale non riesce a riprendersi. Cos ho deciso di rivolgermi in modo un po' diverso dal solito direttamente a chi, come te, per vari motivi e in varie occasioni, stato aiutato a superare momenti difficili come i miei. Da chi? Da quei grandi, generosi, incredibili uomini che sono stati mio nonno e mio padre. E a volte, diciamolo, anch'io ho dato una mano. Questa una lettera indirizzata non a una sola, ma a pi persone, ognuna delle quali sono sicuro sar in grado di riconoscersi nelle mie parole. Insomma, dal momento che tu sei una di queste persone che dalla vita adesso ha tutto, in particolare un'ottima situazione economica, come giusta logica mi hai rifiutato un piccolo aiuto, lo stesso che a te in passato non fu negato. Certamente, quindi, comprenderai perch ho del risentimento nei tuoi confronti. Ho comunque pensato con questa operazione di concederti una "prova d'appello ". Dato che, come sai, io ho sempre fatto il giornalista, ho deciso di scrivere un libro, tirato in una dozzina di copie. Sono certo che non avrai alcuna difficolt a riconoscere la tua storia nel capitolo a pagina... logicamente ho un po' cambiato i luoghi, i nomi, alcuni piccoli particolari e certe tempistiche. Ma siccome la storia vera (tu lo sai bene), documentabile da parte mia con testimoni, prove scritte ecc... e non esiste alcun rischio di querela, ti segnalo quindi quanto segue: un mio amico editore entusiasta di questo romanzo e mi ha gi offerto di ripubblicarlo in considerevole tiratura e con un buon lancio pubblicitario. Come logica conseguenza, nel secondo libro (quello pi ambito dall'editore), provveder a rivelare in modo completo e sistematico tutti i particolari ora omessi nel capitolo che ti riguarda. I nomi, i luoghi e le circostanze saranno riportati fedelmente. Insomma, ci sar tutto ci che nel libro che qui ti allego ho tralasciato, omesso, camuffato, distorto. A parte la forma "insolita" della mia richiesta, a me serve un aiuto e non ho alcun interesse a diventare autore di un best seller, ributtando addosso il fango che

per piet, simpatia, umanit, scrupolo di coscienza o altro avevamo nascosto o dimenticato tempo addietro. Potrai agire da solo oppure insieme agli altri personaggi presenti nel libro. Sono certo che riuscirai a comprendere questo mio particolare momento e a riconsiderare perci in maniera diversa quella piccola richiesta di aiuto che ti ho gi fatto. Non si tratta di un' elemosina n di una regalia: desidero solo un aiuto economico per aprire una qualche attivit commerciale e risolvere il grave problema economico che attanaglia la mia famiglia. Insomma, ho bisogno di comprarmi un lavoro. Quindi, leggiti il libro (anche solo la parte che ti riguarda) e decidi di conseguenza cosa potrai fare per me. Resto in attesa di un cortese cenno da parte tua e per il momento ti saluto cordialmente. Alan Bussetti P.S. Visto che molti di voi si conoscono, nel caso in cui doveste decidere di muovervi insieme vi lascio il cellulare di tutti gli "eletti": Poldo: *** Renzo: *** Cec: *** Ulia: *** Giuliano: *** Vittorio Emanuele: *** Matteo: *** Dario: *** Adele: *** Frank: *** Personalizz le dieci lettere con il nome di battesimo di ciascuno e le firm, poi prese le buste e, dopo aver stampato nome cognome e indirizzo su ognuna, non mise il mittente ma aggiunse a caratteri cubitali "URGENTE". A quel punto non gli sembr proprio il caso di apporre la propria firma in fondo, sul proprio nome, come fra persone civili si usa fare. Pieg i fogli e li mise uno a uno nelle relative buste. Le chiuse, le ripose nel cassetto della scrivania del computer e usc per andare in cartoleria: li acquist due grandi fogli di carta da regalo e un nastro dorato per legarli in maniera esemplare. La confezione avrebbe certamente a tutti gli effetti reso pi ricca quella "bella sorpresa...". Stravolto, ma molto soddisfatto, si coric presto quella sera, quasi subito dopo aver mangiato una minestra e un pezzetto di formaggio: aveva bisogno di riposare

bene, perch l'indomani ad Alessandria sarebbe stata di nuovo una giornata campale.

XII
"Ugo Noviero un amico dal cuore grande, ma anche sua figlia Katia" la supertopona come la chiamava F " e il suo Socio Massimo" pens Alan, quando prima delle quattro del pomeriggio era gi in macchina sulla strada di casa. Aveva lasciato da pochi minuti la tipografia e si sentiva soddisfatto, quasi euforico: le dodici copie del libro erano fasciate in un pacco appoggiato sul sedile posteriore. Ne aveva fatte fare dodici anche se solo dieci erano destinate ai bastardi che gli ave vano negato un aiuto: una l'avrebbe conservata lui e l'altra l'avrebbe portata al suo amico Ranzi, perch... gli spettava di diritto! Katia in meno di un'ora lo aveva impaginato, aveva numerato le pagine e aveva aggiunto quelle che venivano chiamate "di rispetto", cio quelle bianche all'inizio e alla fine. Lui e Ugo Noviero lo avevano stampato mentre il socio di Ugo, Massimo, dopo essersi occupato della copertina - un bellissimo giallo ocra con dei piccolissimi ghirigori - li aveva cuciti e rilegati. E il risultato era stato eccezionale. Appena passato il casello di Alessandria est cominci a pigiare il piede sull'acceleratore: aveva fretta di arrivare e procedere alla confezione, in modo da permettere a suo figlio l'indomani di effettuare tutte le consegne. La vecchia Fiat Tipo sembrava comprendere l'ansia del suo padrone e rispondeva a meraviglia a quella stimolazione: in meno di un'ora gli permise di fare il suo ingresso in casa. Mise il pacco con i libri sul tavolo di cucina, si cambi e and a chiamare F, che in camera sua stava ascoltando con stereo a stecca una canzone metal. Abbassa per favore Fabio, dobbiamo parlare disse con tono perentorio di uno che non vuole perdere tempo. F si alz di scatto, da sempre quando suo padre lo chiamava sapeva che c'era qualcosa di serio da fare o di cui discutere. Allora, sul tavolo in cucina ci sono i libri stampati da Noviero, e tu mi devi aiutare a fare i pacchetti. Poi studieremo il piano per le consegne. Diamoci una mossa, ch voglio fare tutto prima che ritornino tua madre e tua sorella. Ora che siamo al dunque voglio evitare ulteriori discussioni, accuse e roba del genere. Insieme, padre e figlio, si misero immediatamente al lavoro. Alan tagliava la carta e F confezionava i pacchetti: era bravo lui a fare le confezioni regalo, in passato sotto Natale andava spesso ad aiutare la madre di una sua amica che aveva un negozio di giocattoli. Il lavoro fu portato a termine in neppure mezz'ora. Alan

dava il tocco finale mettendo fra il nastro e il pacchetto la relativa busta con la lettera al destinatario. Quando ebbero finito F chiese: E adesso papi che si fa?. Aspetta disse l'altro prima facciamo sparire i corpi del reato, poi ci sediamo e ti spiego tutto e mentre parlava sistem i libri in due cassetti della scrivania. Torn in cucina e sedette davanti al figlio che stava preparandosi una piccola merenda; aveva infatti diviso un panino a met e stava spalmandoci sopra una copiosa dose del miele del Ranzi. Questa, oltre a essere la parte finale del mio piano, senz'altro quella determinante: tutti i dieci libri devono essere consegnati domani ai rispettivi indirizzi. Ti ho fatto una lista a parte, cos potrai studiare l'itinerario pi breve e nel consegnargli il foglio aggiunse: Prenditi Tuttocitt, cos se non conosci qualche strada te la cerchi! Domattina verso le otto e mezza, dopo che Maura e tua madre saranno uscite, preparerai un bel sacchetto e in base al percorso che avrai deciso li metterai in ordine di... consegna. Si accese una sigaretta e suo figlio cap che suo padre non aveva ancora finito, anzi... forse stava per arrivare al punto pi importante. Se non piove, col motorino, potresti anche finire prima di pranzo. Ma la cosa essenziale che tu riesca a consegnarli tutti. Questo sar determinante. Mi spiego meglio: che tu trovi il portinaio, la governante, l'amante, il figlio o la cuoca di questa gente non importante: ci che devi fare darli in mano a qualcuno e fargli notare la scritta "URGENTE" che ho messo sulla busta. Cos, se li consegnerai a qualcuno diverso dal destinatario, potranno avvertirli e fargliela avere. Se non trovi qualcuno tornaci pi volte. Se ti chiedono chi manda, rispondi che tu fai solo il pony e non conosci in alcun modo il mittente. "Quello che c' di buono in mio figlio" pens Alan " il fatto che a differenza di Silvia e Maura capisce quasi sempre al volo e, se non sorgono problemi o dubbi, si cala in un silenzio/assenso rassicurante". D'accordo papi, anzi far di pi: a ogni consegna effettuata ti dar un colpo col cellulare per dirti a chi l'ho lasciato.... Suo figlio era diventato il cucciolo di casa, non solo per fatto di essere il pi piccolo, ma soprattutto perch sapeva come prendere tutti senza piaggeria ma con convinzione. Ti lascio le chiavi dei cassetti, a metterti in ordine i pacchetti in un sacchetto dovrai pensarci da solo perch a Pinerolo devo andarci io in macchina. Dir a ma madre che devo tornare da Ugo ad Alessandria. Il libro che consegner lo prendo domattina, le chiavi dei cassetti te le lascio sotto posacenere.... D'accordo non ti preoccupa... la parola gli si strozz in gola: sua madre stava rientrando in casa.

Alan, come un automa, si avvent sul telecomando e schiacci il due: c'era il telegiornale sportivo e lui si finse interessatissimo... Dopo pochi minuti si alz ricordandosi di ci che aveva detto a suo figlio, prelev dal cassetto il libro destinato a Lorenzo Martorino, "il mago". Dovendo arrivare fino a Bergamo sarebbe stato meglio che partisse subito per essere a destinazione l'indomani. L'agenzia Traco chiudeva alle diciannove ed era a poco meno di dieci minuti a piedi... Ragazzi esco a fare due passi e cercando di nascondere il libro sotto la maglietta usc di casa per fare in modo che quella consegna fosse fatta l'indomani: come tutte le altre. Riusc nell'intento di consegnare alla commessa di Traco la "sorpresa" per Renzo, e quando questa gli chiese: Consegna in giornata o entro le dieci? non ebbe dubbi nel risponderle: In giornata va benissimo pensando che quattromila lire di differenza erano troppe. Pag e usc abbastanza sollevato: il primo della lista era gi quasi sistemato... Il grande giorno era arrivato: la mattina del "D-day" Alan e suo figlio si alzarono quasi contemporaneamente ma, mentre il primo in pochi minuti si prepar ed era quasi pronto per uscire, l'altro cincischiava lentamente davanti a una tazza di caffellatte con contorno di biscotti. F vedendo entrare il padre in cucina gli fece un gesto, con il pollice all'ins: come un marine pronto all'azione. Alan sorrise: sapeva che in quel gesto erano racchiusi molti significati. F avrebbe eseguito alla lettera tutto quanto concordato la sera prima, e poi conosceva bene il contenuto della sua "missione" ed era forse l'unico in quella casa ad appoggiarlo, grazie anche alla sua grande sensibilit e a quella complicit col padre che aveva sempre avuto fin da bambino. Alan come risposta gli sorrise e, dopo aver messo il libro per l'orafo Giuliano Marchisio nella vecchia cartella di pelle sdrucita, appoggi una mano sulla spalla del figlio: avrebbe voluto dirgli "mi raccomando", "ti voglio bene", "grazie" ma fra loro era sempre bastato solo quel gesto. Alle porte di Pinerolo un piccolo incidente fra una macchina e un trattore gli fece perdere una ventina di minuti: i due mezzi fortemente incidentati dovettero essere rimossi da una piccola gru dei vigili del fuoco e sulla statale si era formata una lunga coda. Per non sprecare benzina, come altri automobilisti Alan aveva spento il motore ed era sceso dall'auto per cercare di capire quanto ci sarebbe voluto. Si accese una sigaretta, erano le otto e trentacinque. Decise di chiamare il figlio con il cellulare. Lui rispose al primo squillo:

A che punto sei F?. Appena uscito dal portone di casa. Che fai, sei gi agitato o mi controlli? fece col suo abituale tono spiritoso e sbarazzino. No, volevo dirti una cosa che ieri sera ho dimenticato e che importante. Alla fine di ogni consegna dimmi solo il nome di battesimo e la persona a cui hai lasciato il pacco, niente cognomi e indirizzi. Due parole e basta!. Oh minchia, non che sono inseguito dalla CIA, i servizi segreti e tutti i carabinieri di Torino, eh?. Ma non dire cazzate, intendo essere prudente e basta. A dopo! e chiuse la comunicazione anche perch l'incidente sembrava risolto e le macchine davanti stavano cominciando a muoversi. Alle nove in punto Alan posteggi la macchina dietro una curva a pochi metri dall'ingresso della villa di Giuliano Marchisio, l'orafo gentile: prese la sua cartella di pelle dal sedile posteriore e scese senza neppure chiudere a chiave. Fece quei pochi metri a passo di carica, quasi fosse un manager in ritardo a un appuntamento importante. Quando si ritrov davanti al cancello della villa tir fuori il libro e non senza sforzo lo pigi dentro la cassetta della posta. Suon il citofono e fremendo attese la risposta: Chi ?. Posta urgente in cassetta rispose Alan in modo professionale e distaccato. In un secondo sent la porta in fondo al viale aprirsi. In meno di un attimo lui era gi risalito in macchina, e come un ladruncolo inesperto era fuggito via, volgendo il capo dall'altra parte quando vide il Marchisio che apriva la cassetta. Nel giro di pochi minuti il suo cellulare cominci a squillare e il nome di Fabio lampeggiava sul piccolissimo schermo. Dimmi F.... Lilia, fatta personalmente, era in vestaglia. Bene, a dopo e pens a quale effetto avesse potuto fare a un ragazzo di diciotto anni una vecchia battona in vestaglia. Durante il tragitto Pinerolo-Torino suo figlio chiam altre quattro volte. La prima mentre Alan era fermo a un distributore di benzina e stava dando fondo alle uniche diecimila che ancora aveva nel portafogli. Fatto il secondo papi, Matteo. In ufficio, alla segretaria, lui ci sar nel primo pomeriggio. Bene, il piano andava avanti e suo figlio stava procedendo con un'ottima media. Era appena ripartito dal distributore dove si era fatto pure un caff e una visita alla toilette, che il cellulare suon di nuovo. Ma siccome era in curva e aveva

intravisto un posto di blocco dei carabinieri non rispose. Alcune centinaia di metri pi avanti accost la macchina e richiam Fabio. S F dimmi, ero in curva e c'erano gli sbirri.... Consegnato Vittorio Emanuele, a lui personalmente. Bene, grazie, procedi ch stai andando alla grande gli rispose con tono rassicurante per incoraggiarlo. Conosceva suo figlio e a volte un piccolo complimento o una parola di stimolo aveva il potere di gasarlo ancora di pi. Una terza telefonata arriv poco dopo le dieci e mezza: Alan era fermo a un semaforo alla periferia di Torino, ma quando lui rispose c'era poco campo e la voce di Fabio andava e veniva. Non sento bene... ti richiamo io da casa, fra dieci minuti sono arrivato.... ... Dario ma c'era solo... Alan cap solo queste parole prima che la linea cadesse. Giunto sotto casa ci volle del bello e del buono per trovare posteggio. Lui fece due o tre volte il giro dell'isolato e pens: "Bravi porci, vi siete fatti tutti le ferie e d'ora in avanti posteggi non ne troveremo pi come al solito. Avete speso tutto e ora lasciate la macchina sotto casa e andate a lavorare col bus...". Mentre stava chiudendo a chiave la portiera arriv un'altra telefonata. Lui rispose meccanicamente senza neppure controllare chi fosse. Cosa volevi dirmi prima? e non sbagli, infatti era suo figlio, e chi altri senn? Prima volevo dirti che ho fatto Dario ma in casa c'era solo la figlia. Glielo ho dato ma mi ha fatto un sacco di domande. Il padre torna stasera. Adesso ho appena dato quello di Adele che mi ha accolto pure di merda e.... Ok, non ti preoccupare di niente, vai avanti cos, nessuno ti dar la mancia o ti offrir un caff, ricordati che sono una banda di stronzi.... Compr "La Stampa" e sal in casa, sapeva che la giornata sarebbe stata lunga e leggere un po' lo avrebbe distratto dal piano che stava ormai evolvendo verso la fase finale. Si cambi e and a sedersi in cucina, ma non fece a tempo, una volta seduto, ad aprire il quotidiano. Il cellulare ruppe il silenzio di tutto l'appartamento. Pap ho problemi con Sciacchita... si interruppe di colpo. Cristo santo ti ho detto di non fare.... Hai ragione, volevo dire che sono stato da Cec ma c'era solo la cameriera filippina, quella cretina non mi ha voluto aprire e mi ha solo detto: "Signore torna mangiare mezzogiorno". Vabb, procedi e vacci verso l'una, cos glielo fai restare sullo stomaco il mangiare al signore.... Il piano procedeva e le consegne stavano andando a meraviglia: Alan non avrebbe sperato di meglio: in fin dei conti essendo quella gente piena di soldi

potevano farsi benissimo mesi di ferie e non essere ancora rientrati a Torino, no? Tranquillo si mise a sfogliare il giornale distrattamente nonostante i suoi pensieri fossero lontani migliaia di chilometri dalla cronaca, dallo sport e dalle notizie del mondo. Si interruppe e disse ad alta voce: Devo rassegnarmi, era preventivato che la fase dellattesa sarebbe stata la pi lunga, forse nella lettera dovevo dare un termine, una scadenza, magari scrivere: "Se entro dieci giorni dal ricevimento della presente non dovessi avere tue notizie allora far quanto minacciato..." ma cerc di scacciare il pensiero: Tanto ormai fatta, lasciamola andare cos. Il cellulare continuava a essere muto e lui prosegu a sfogliare "La Stampa" senza grande convinzione: cercava una notizia o un articolo un po' diverso che attraesse la sua attenzione. Niente di particolare. Allora sbuffando lo chiuse frettolosamente e accese la TV. Cominci a seguire una televendita di gioielli pensando che sua moglie Silvia avrebbe meritato qualcosa, forse un giorno... Lei li adorava ma aveva solo quattro ciofeche comprate da giovane e qualcosina che anni prima Alan aveva potuto permettersi. Se il piano non avesse funzionato di l a qualche settimana sarebbero stati svenduti al Monte dei Pegni per quattro lire. Poco prima dell'una F richiam tutto pimpante: trovato Cec che stava rientrando in casa, dato personalmente un minuto fa. Poi prima non ti ho potuto telefonare perch ho dovuto ricaricare il telefonino, ma ho consegnato anche a Poldo... alla donna delle pulizie, voleva sapere se c'era da firmare mi ha chiesto comunque lui rientra verso le cinque Vuoi venire a casa o prosegui? chiese Alan, preoccupato del fatto che Fabio dovesse mangiare qualcosa e fermarsi almeno per un po'. Ma no papi, non preoccuparti, questa l'ora buona, vedo di fare l'ultimo, magari butto gi un panino.... Bene ma non correre eh, tanto non ci scappa. A dopo... Ma no, aspetta, cazzo, non mi ero accorto che l'ultima consegna per nostro cugino Frank... come faccio? Merda, se mi riconosce.... Non agitarti, logico che se in casa e ti vede ti riconosce! Al citofono decidi tu: se becchi lui sali e digli che un mio regalo, ma se non te la senti cacciaglielo nella cassetta della posta! e chiuse la conversazione per dar modo a suo figlio di pensare con la propria testa. Il cellulare torn muto e lui si alz per prepararsi un panino al formaggio, riemp un grosso bicchiere di t freddo e in piedi, davanti al tavolo di cucina, cambi canale: stava per cominciare il TG 1 delle 13:30. Mangi senza guardare lo schermo ma seguendo le notizie. Dieci minuti dopo F fece il suo ingresso trionfale in casa. Distrutto ma sempre col suo tono allegro annunci:

Fatti, tutti fatti e sistemati, e ora speriamo bene.... Sei stato eccezionale, non avevo dubbi! E con Frank come te la sei cavata?. Beh, direi bene, mi ha risposto al citofono e mi ha riconosciuto... allora ho pensato: "Sono fritto, devo salire". Mi ha accolto facendomi un sacco di feste, solo che quando gli ho dato il pacchetto rimasto di stucco e mi ha chiesto: "Un libro scritto da tuo padre?". Quando poi ha cominciato a scartarlo, gli ho detto che forse prima doveva leggere la lettera e che siccome avevo lasciato la macchina in seconda fila, sono scappato via come se avessi avuto il fuoco al culo!. Adesso non ci resta che aspettare. Ho fatto tutto quello che avevo in testa e penso che di meglio non si potesse fare. Mai scritto un romanzo prima d'oggi!. Beh, proprio d'un romanzo non si tratta papi, anche se non l'ho letto conosco la trama e.... Va bene cos, non farti delle seghe mentali come ma madre e tua sorella, solo un metodo originale per dare un ultimatum a degli stronzi che un tempo erano amici e che non mi hanno voluto aiutare!. F and a chiudersi in camera sua bofonchiando qualcosa e Alan si distese sul divano senza togliersi le scarpe. Era stremato e dopo pochi secondi le braccia di Morfeo lo avvolsero completamente. Il telefono fisso di casa ruppe quell'atmosfera magica squillando pi volte: Alan si svegli di colpo e afferr la cornetta che era a pochi centimetri da lui, su un tavolino di fianco al bracciolo destro del divano. Pronto... chi ?. Alan sono Poldo, ma che cosa cazzo ti sei messo in testa di voler fare, amico mio... sono allibito e poi da te.... Primo non chiamarmi amico, secondo quello che cazzo avevo in testa di fare l'ho gi fatto, e terzo se tu come tutti gli altri non volete che ci avvenga non avete che da seguire le istruzioni della lettera.... Se la metti su questo tono allora... Mi rivolger a un legale, alla polizia e.... Rileggiti il tuo capitolo, Poldo, a rimetterci saresti solo tu... Io da perdere non ho proprio pi niente. Ti saluto!. E chiuse la comunicazione senza dare il tempo all'altro di una controreplica. Era soddisfatto, conosceva Poldo Priz e nemmeno nei momenti pi difficili l'aveva mai sentito cos sconvolto e terrorizzato. Se funzionava con lui avrebbe funzionato con tutti. Trascorsero cinque giorni di silenzio: ansia e attesa si miscelavano nella testa di Alan, che non aveva neppure voglia di mettere il naso fuori casa. Pi volte in quei giorni aveva atteso una telefonata o un qualcuno che si mettesse in contatto con lui. Niente. In quei giorni si era ripetuto pi volte che forse l'unico neo del piano

era stato quello di non dare un termine o una scadenza a quei bastardi... Chiss cosa diavolo stavano architettando e cosa pensavano di fare... Il sesto giorno era un marted: alle 9:10 esatte il telefono di casa squill. Alan ci si avvent sopra come un leone nell'atto di papparsi una gazzella ferita, tanto quasi da far cadere l'apparecchio per terra. Alan sono Poldo. Non ti telefono solo a nome mio ma anche di tutti gli altri. Ieri sera ci siamo riuniti nell'agenzia del Bergamini e abbiamo raggiunto un accordo, o meglio avremmo una proposta da farti per mettere fine a tutta questa stronzata!. Quando? chiese lui, che spinto da un sesto senso era sicuro che probabilmente Ricatto perfetto aveva sortito il suo effetto. Fra mezz'ora, vengo io da solo a casa tua. Ci dobbiamo essere solo noi due e niente altri trucchi senn.... Non preoccuparti, saremo soli, se vuoi ti far controllare anche gli armadi e sotto i letti!. Non mi sembra il caso che tu faccia dello spirito aggiunse Priz, nient'affatto tranquillo. Aspettami l!. Appena entrato in casa di Alan, Poldo si fece aprire le porte delle stanze e quella del bagno per controllare che non ci fosse nessun altro, si sedette su una delle sedie della cucina e disse: Accendi la televisione!. La televisione? rispose Alan stupito. S, e a un volume decente, cos se hai pensato di registrarmi sei fregato!. Sintonizz il televisore su RAI 1, dove stavano parlando di cucina, regol il volume e attese che Priz cominciasse a parlare. Dunque bastardo d'un Bussetti, a parte che ognuno di noi vorrebbe ucciderti, farti a pezzi e buttarti nel Po, io e gli altri abbiamo deciso di accettare la tua richiesta, o meglio sottostare al tuo ricatto. Ma a determinate condizioni. Se ti stanno bene la finiamo qui... Altrimenti non so cosa dire... La palla ora spetta a te.... Dopo aver pronunciato quelle parole tir fuori dalla tasca interna della giacca due buste, gli pass la prima dicendo: Leggi con attenzione!. DICHIARAZIONE Il sottoscritto, ALAN BUSSETTI, nato a Torino il 21 febbraio 1947 et ivi residente in corso Lima 86/19, con la presente si impegna a non pubblicare in qualunque modo il romanzo Ricatto perfetto, neppure sotto forma di riduzione

televisiva, fiction, commedia, film o altro, sia nella condizione che stata gi redatta, sia con i veri nomi dei personaggi che nel dattiloscritto risultano di fantasia. Per contro, i personaggi della storie riportate nel libro si impegnano in solido a dare un contributo al sottoscritto come indicato nella lista a seguire. A maggior tutela di detti signori, il libro stato depositato dal notaio Nuvoli di Torino che lo custodir e sar prova in caso di controversia. A fronte del contributo che il sottoscritto ricever, dovr firmare oltre la presente una cambiale non datata a favore e a garanzia che non verr mai messa alt incasso se i patti saranno rispettati. Ovviamente lo stesso veto di pubblicazione esiste per i familiari, gli amici, i parenti o chiunque porti alla ribalta queste storie. Perch in tal caso sarebbe evidente, anche se fautore fosse diverso o anonimo, che in realt sarebbe stato lo stesso ALAN BUSSETTI dietro una diversa macchinazione. Seguono nomi e cognomi reali e a fianco la cifra messa a disposizione dell autore di Ricatto perfetto. LEOPOLDO BIAGINI lire: 30.000.000 LORENZO AMBROSINI: 35.000.000 LILIA POTENZA: 40.000.000 GIULIANO PASINI: 25.000.000 VITTORIO EMANUELE FOSSATI: 30.000.000 MATTEO LORENZINI: 35.000.000 DARIO ALLEGRI: 25.000.000 ADELE MASSAB: 30.000.000 FRANCESCO MORSELLI: 40.000.000 GAETANO SPADA VECCHIA: 30.000.000 In fede Alan Bussetti Torino, marted 9 settembre 1997 *** Alan teneva il foglio tra le mani: non poteva definirsi certo commosso, ma stupito di come fossero andate le cose... quello s. Aveva letto attentamente le condizioni e non era neanche stato capace di fare mentalmente il totale della somma che i personaggi di Ricatto perfetto avevano messo insieme! Sono trecentoventi milioni Alan, penso che con questa cifra il lavoro, come dici tu, o un negozio te lo potrai comprare. Ognuno di noi ha fatto di testa sua: ha dato in funzione di quello che poteva o che pensava potesse valere la propria storia con eventuale sputtanamento. E qui ci sono gli assegni disse Poldo tirandoli fuori dall'altra busta. Vedi come mi fido, te li metto in mano ancor prima che tu abbia firmato il foglio e le relative cambiali.... Lui controll, le cifre erano esatte e corrispondevano alla lista riportata sulla dichiarazione.

Non pensare che siano scoperti eh... perch ovviamente tu andresti avanti e io e tutti gli altri... saremmo daccapo!. Minimamente... guarda, non mi ha neppure sfiorato l'idea! e, prendendo la biro che Poldo aveva messo sul tavolo, firm sotto il suo nome. Resta il particolare delle cambiali aggiunse l'altro, che aveva gi fatto sparire nella busta, lasciando la copia per Alan sopra gli assegni. Alan prese le cambiali e stava gi per firmare la prima, quella a favore di Poldo, quando lesse:pagher la somma di lire 90.000.000 (novantamilioni). Terrorizzato scorse le altre nove e... Ma cazzo, sono state triplicate tutte le cifre che mi date! esclam e guard Poldo con aria di sfida. Ma questo .... Contro ricatto perfetto! rispose lui con un ghigno. Anche se non si tratta di un libro e penso che non lo diventer mai! Se tu te ne starai buono e rispetterai i patti, le cambiali non verranno mai incassate, e se invece continuerai a fare lo stronzo e pubblicherai la storia verrai protestato per quasi un miliardo di lire e, credimi, sar peggio che se fossi morto! Adesso se vuoi firma senn.... Alan, ripresosi dallo stupore perch mai si sarebbe aspettato una controffensiva del genere, riprese la penna e firm tutte le cambiali. In fondo, mentre apponeva la sua firma su quei foglietti con le marche da bollo, pensava: "Comunque ho fatto centro e lo scopo stato raggiunto". Spero di non doverti risentire o peggio rivedere mai pi, e pensare che una volta... Ma sei diventato un bastardo disperato. Adesso gioca pure con i tuoi assegni e non ti disturbare, la porta di questa casa di merda me la apro da solo!. Cos usc dalla porta di casa di Alan e probabilmente anche dalla sua vita Leopoldo Biagini, per gli amici solo Poldo. Dieci minuti dopo anche Alan Bussetti si tir dietro la porta di casa. And diritto alla Cassa di Risparmio di Torino, dove da sempre aveva un conto, anche se in rosso di qualche centomila da un paio d'anni. Il direttore, il dottor Bruno D'Anna, era libero e Alan senza salutare nessuno buss ed entr nel suo ufficio. Dopo una formale stretta di mano, gli mise in mano gli assegni dicendo: Caro dottor D'Anna, miei amici carissimi hanno deciso di fare una colletta e di aiutarmi... Penso che con questi rilever una tabaccheria o qualcos'altro nei prossimi giorni,.. Mi farebbe per la cortesia di fotocopiarli?. Alla faccia della colletta, dottor Bussetti, questi devono essere proprio dei "cari amici"! consider mentre con la fotocopiatrice alle sue spalle procedeva a quanto il cliente aveva chiesto.

Alan, in quegli attimi, pens: "Sbagliavi, caro Poldo, credevi di avermi in pugno... Questo non un controricatto, si chiama "usura". Ti ho fottuto di nuovo!". Dal momento che sono tutti su piazza, potrebbe fare il "bene fondi" di uno qualunque e anticiparmi un paio di milioni subito? Per quattro lire di interessi.... Non c' alcun problema, conosco personalmente la signora Massab in quanto cliente della filiale dove lavoravo l'anno scorso... Glieli faccio preparare subito. Chiam il cassiere e gli diede l'ordine. Per il resto ci sentiamo nei prossimi giorni, da domani parto con la ricerca di un locale e avr senz'altro bisogno dei suoi consigli! disse mettendo nella stessa giacca il denaro, le ricevute del prelievo, del versamento e la fotocopia. Un quarto d'ora dopo era in casa: si lev la giacca e, sdraiato sul divano, si lasci andare dentro un pianto oceanico. Pass quasi un'ora a contemplare il soffitto, poi si alz per prendere l'elenco telefonico. Voleva portare tutti a cena fuori. Pronto, Ristorante del Cambio? Vorrei prenotare per quattro persone, stasera alle otto. Mi chiamo Alan Bussetti, confermato, grazie. Se possibile vorrei un tavolo un po' appartato. Era uno dei migliori ristoranti di Torino: gi Camillo Benso Conte di Cavour se ne era accorto parecchi anni prima. Lui sedeva sempre allo stesso tavolo: come ricorda un'apposita targhetta che li a testimoniarlo da oltre centocinquanta anni!

Ringraziamenti Ringrazio i miei agenti Maria Grazia Catanzani e Paolo Campigli per aver creduto in me e per avermi sostenuto e aiutato in questa mia "impresa", che solo la prima di altre che verranno. A.C.

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