Sei sulla pagina 1di 2

IL GIOCATTOLO DELLA VITA

Nella vita tutti ci sentiamo bambini, nella vita tutti amiamo giocare, a volte con
giochi pericolosi, a volte con giochi innocui ma altrettanto pericolosi.

Tra questi vi sono anche giochi innocenti, con cui ognuno si lascia trasportare dal
suo mondo, un mondo interiore, un mondo dove le immagini scorrono in un ritmo
così veloce, che spesso è difficile comprendere e dare loro un senso.
Nella camera dei giochi, ci sono tanti scatoloni: ognuno di noi è diverso dall'altro,
ma dove tutti siamo uguali nella sostanza e questa è l'esperienza della vita.
Ci sono giocattoli che sono dentro a grandi scatoloni, altri in più piccoli, ma
ognuno cerca una compagnia, un amico, un amore, che abbia sempre cura di lui.
Siamo tutti in un viaggio, ma con spoglie diverse: molti provano una sofferenza
maggiore di altri. Lo si nota dalla tanta polvere che hanno addosso… ma nella
stanza dei desideri ogni giocattolo chiama insistentemente la graziosa bambina,
per ricevere attenzioni e per essere considerato come tutti gli altri giocattoli, a
discapito di quelli nuovi, che arrivano ogni giorno nella stanza.
Al giorno d’oggi, i genitori faticano molto a comprendere la vera natura dei
bambini; la tecnologia, i programmi televisivi, le riviste portano più spazio per il
piacere del genitore e il bambino spesso deve crescere parlando con un
giocattolo di plastica: così, nel corso dei primi mesi e anni di vita, a forza di udire
queste parole, il giocattolo diventa parte viva e integrante del silenzioso mondo
infantile.
Questi balocchi ascoltano attentamente le parole dei bambini: la gru alza la pala,
per acconsentire la risposta, il trenino gira in tondo per dare un abbraccio e la
bambola ti guarda meravigliata, perché vede davanti a sé una fanciulla bella ed
intelligente, ma che nella sua sofferenza e per mancanza di attenzione, si sta
trasformando in questa nuova era, in una bambola, fatta di sostanza sì, ma priva
di emozioni vere.
Con il tempo la bambina e i giocattoli diventano sempre più in sintonia con loro
stessi. La bambina è felice di giocare con loro, ma spesso la sua natura fa sì che
cerchi la sua vera mamma adottiva e quindi la sua vocina chiama: “mamma,
mamma… papà, papà”, ma loro sono lì, seduti sul divano Lui guarda la partita e
lei sfoglia, come ogni giorno le riviste di bellezza, muovendo testa e busto,
pensando di essere in passerella. Tutt’e due sono talmente dentro quel mondo
mascherato, che non sentirebbero nemmeno il sussurro del loro angioletto, se
fosse uno strillo nell’orecchio.
I discorsi tra i vari giocattoli possono sembrare spesso insensati o privi di
significati seri, invece ognuno dà il meglio di sé, cercando di far capire alla
piccola come funziona il mondo dei grandi, un mondo dove non si sa ascoltare,
ma dove un pupazzo viene regalato solo per non sentir parlare la creatura che
hanno generato con il loro ipotetico vero amore.
La bambina, con il tempo, riceve sempre più nozioni a proposito della vita e,
rovistando negli scatoloni, vede sempre più giocattoli impolverati, tanti
abbastanza che si potrebbe costruire un grattacielo.
La bambina chiede a loro: “Scusatemi, io non vi ho mai visti, ma da quanto
tempo siete lì, non mi ricordo di voi, siete così impolverati”.
Il giocattolo, con una lieve vocina di malinconia, non sa se dirle la verità o no, poi
ci pensa, prende coraggio e le racconta tutto: “Sai, per i giocattoli non è facile
tenere un segreto”. Quando eri piccola, ero uno dei tuoi giochi preferiti, ma i
genitori invece che crescerti nell'amore, ti ignoravano e, purché tu stessi zitta, ti
riempivano di tanti giocattoli di ogni tipo e pensavano anche di farti felice, invece
non avevano capito che oltre che viziarti, tu volevi solo una carezza, un abbraccio
di conforto, un po’ di amore. Quindi con il passar del tempo, privata delle
attenzioni dovute, ti stavano facendo diventare una bambola vampirizzata, anche
se di carne.
Sai, noi tutti siamo stati speciali, almeno per un giorno per te. Ma i tuoi genitori ti
hanno portato a questo, finché non abbiamo deciso di intervenire e farti
conoscere qual è il senso del giocattolo della vita.
Noi, sebbene insignificanti, a volte possiamo dare più di un umano fatto di carne
e spirito, ma non piangere, piccola mia, sono sicuro che un giorno l'umanità
capirà veramente che siete più speciali di ogni cosa. Sarete voi che cambierete il
mondo, sarete voi che darete voce ai muti ed ascolto ai sordi, ma, finché questo
accadrà, la gru, il trenino, la bambola ed io, la fatina, ti faremo “Regina del Nostro
Regno”.

COPYRIGHT @ WWW.MENPHIS75.COM

TUTTI I DIRITTI RISERVATI, E’ VIETATA LA COPIA E LA DIFFUSIONE SENZA


ESPLICITO CONSENSO DELL’AUTORE.

Potrebbero piacerti anche