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Dalla portiera aperta venne fuori uno sbuffo diaria calda e stantia che puzzava di olio e di avanzata decomposizione.

Sembr non accorgersi nemmeno di quello. Mont in macchina e si sedettesul sedile posteriore tutto squarciato e stinto. A suo tempo, una ventinad'anni prima, era stato rosso. Adesso era di un rosa incerto.Infilai dentro la mano per prendere un pezzetto di imbottitura. Lo guar-dai e lo soffiai via dal palmo. Sembra che ci sia passata sopra l'ArmataRossa in marcia su Berlino, commentai.Finalmente not che io ero ancora l. Gi... gi... Ma la si pu rimetterein sesto. Potrebbe... potrebbe venirne fuori una bella cosina. Un bell'elesala delle torture.La sala delle torture?Fisioterapia. La schiena va bene. Le altre ossa si stanno dando da fare.Certe volte il prurito insopportabile. Ingurgito cinorrodonte a barili. Ildottor Arroway dice che sono tutte frottole, ma l'allenatore Puffer ci credee controlla la bottiglia ogni volta che viene a trovarmi.Viene spesso? L'allenatore?S. Ormai quasi riuscito a persuadermi che quella roba serve a far sal-dare pi in fretta le ossa rotte. Dennis fece una pausa. Naturalmente nongiocher mai pi a football. Dovr reggermi sulle grucce per un pezzo epoi, con un po' di fortuna, passer al bastone. Il simpatico vecchio Arro-way dice che zoppicher per un paio d'anni. Pu anche darsi che zoppichiper sempre.Mi dispiace davvero tanto, disse lei con una voce esile. Mi spiaceperch successo a un ragazzo simpatico come te, Dennis, ma in parte anche egoistico da parte mia. Io mi chiedo se tutta quell'altra brutta storiadi Arnie sarebbe accaduta lo stesso se tu fossi stato bene.Ma brava, sbott Dennis roteando drammaticamente gli occhi. Ades-so dai la colpa a me.Ma Leigh non sorrise. Ho cominciato a temere del suo equilibrio men-tale, sai? Questa una cosa che non ho detto n ai miei n ai suoi genitori.Ma penso che sua madre... penso che pu darsi... non so che cosa le abbiadetto lui quella sera, dopo aver trovato la sua macchina tutta fracassata,ma... ho l'impressione che tra loro ci sia stata una scenata tremenda.Dennis annu.Ma tutto cos... cos pazzesco! I suoi gli hanno offerto di comperargliuna macchina di seconda mano per sostituire Christine e lui ha rifiutato. Ilsignor Cunningham mi ha detto di avergli offerto una macchina nuova.Che era disposto a realizzare certi titoli che conserva dal 1955. Arnie ha ri-fiutato, ha risposto che non poteva accettare un regalo come quello. Il si-gnor Cunningham ha detto che lo capiva e che non era necessario conside-rarlo come un regalo, che Arnie avrebbe potuto restituirgli il denaro, ma-gari anche con gli interessi, se era ci he

voleva... Dennis, ti rendi con-to?S, rispose Dennis. Non gli basta avere una macchina. Deve esserequella macchina. Christine.Ma io posso considerarla solo un'ossessione. Ha trovato un oggetto e si fissato. Non cos un'ossessione? Ho paura e alle volte mi sento piena di

rancore... ma non di lui che ho paura. Non lui che odio. quella ma-led... no, quella fottuta macchina. Quella schifosa!Le si colorirono a un tratto le guance. Leigh socchiuse gli occhi e la suabocca assunse una piega amara. Il suo viso non era pi bello, nemmeno ca-rino. La luce impietosa che la illuminava l'aveva trasformato in un voltobrutto e allo stesso tempo affascinante, ipnotico. Dennis si rese conto allo-ra del perch la chiamavano il mostro, il mostro dagli occhi verdi.Sai che cosa vorrei che succedesse? riprese Leigh. Vorrei che qual-cuno una notte per sbaglio prendesse la sua preziosa e dannatissima Chri-stine e la portasse dove portano le carcasse delle macchine dopo le corse.Nei suoi occhi pass un lampo di odio. E poi vorrei che il giorno dopoquella gru la sollevasse e la mettesse nel frantumatore e venisse fuori unpiccolo cubo di metallo, un metro cubo di ferraglia pressata. Cos tuttaquesta storia finirebbe, no?Dennis non rispose e dopo un momento gli parve di vedere il mostrovoltarsi e scodinzolare con la sua lunga coda coperta di squame e abban-donare finalmente la sua faccia. Vide Leigh accasciarsi. orribile quello che ho detto, vero? Come dire che mi dispiace chequei teppisti non l'abbiano distrutta totalmente.Capisco quello che provi.Ah, davvero? fece lei in tono di sfida.Dennis ripens alla faccia di Arnie quando aveva preso a pugni il cru-scotto della sua automobile. Ripens a quella luce folle che gli si era acce-sa negli occhi. Ripens a quando si era seduto al volante di quella macchi-na nel box di LeBay e alle visioni che aveva avuto.Infine ripens al suo sogno: gli occhi accesi dei fanali puntati addosso equel gemito stridulo della gomma che si brucia sull'asfalto.S, conferm. Credo proprio di s.E restarono a guardarsi nella camera d'ospedale. 29. Il Giorno del Ringraziamento All'ospedale servirono i piatti del pranzo del Ringraziamento in turnisuccessivi dalle undici del mattino fino all'una del pomeriggio. Dennis fuservito alle dodici e un quarto: tre fette di petto di tacchino, un mestolo disugo marrone, una cucchiaiata di purea di patate istantanea delle stessedimensioni e forma di una palla da

baseball (mancavano giusto le cuciturerosse, pens con amara ironia), un'analoga razione di zucca congelata di un

arrogante color arancione fluorescente e un piccolo contenitore di plasticacon gelatina di mirtillo. Per dessert gelato. Su un angolo del suo vassoioera posato un cartoncino blu.Ormai smaliziato in fatto d'ospedali (quando ti prendi il primo attacco dipiaghe da decubito sul sedere ti ritrovi anche troppo smaliziato in fatto d'o-spedali), chiese all'inserviente che venne a portar via il suo vassoio che co-sa avevano avuto per pranzo i cartoncini gialli e rossi. Risult che i carton-cini gialli avevano avuto due fette di tacchino, niente sugo, patate, nientefrutta e budino preconfezionato per dessert. I cartoncini rossi avevano avu-to una sola fetta di carne bianca passata al frullatore e patate. Quasi tuttiimboccati.Il tutto gli sembr alquanto deprimente. Era fin troppo facile immagina-re la mamma che posava sul tavolo da pranzo un enorme cappone ancorasfrigolante, verso le quattro del pomeriggio, il padre che affilava il coltelloda carne e sua sorella, con le guance rosse di eccitazione e un nastro di vel-luto nei capelli, che versava a tutti un bicchiere di buon vino rosso. Fintroppo facile immaginare i profumi e le risa attorno alla tavola.Facile da immaginare... e probabilmente errato.Fu senza dubbio il pi deprmente giorno del Ringraziamento della suavita. Si assop nel primo pomeriggio e schiacci un insolito pisolino (quelgiorno non c'era fisioterapia perch era festa). Fece un sogno inquietantenel quale diversi inservienti con le loro giacche a strisce appiccicavano pertutto il reparto decalcomanie di tacchino sulle attrezzature di sostegno e icarrelli delle flebo.Madre, padre e sorella erano venuti a trovarlo per una oretta quella mat-tina e per la prima volta Dennis aveva percepito la fretta che aveva Ellie diandarsene. Erano stati invitati dai Callison per uno spuntino celebrativo eLou Callison, uno dei tre figli, aveva quattordici anni ed era carino. In-vece Dennis, tutto ingessato, era diventato una vera noia. Non gli avevanotrovato nessuna rara forma di cancro nelle ossa, non sarebbe rimasto para-lizzato per il resto dei suoi giorni e quindi non c'era in lui niente di dram-matico.Gli avevano telefonato verso mezzogiorno e mezzo da casa Callison e ilpadre gli era sembrato un po' brillo. Probabilmente era gi al secondo Bloody Mary e si era gi guadagnato le prime occhiate di disapprovazione dal-la mamma. Dennis aveva appena finito di consumare il suo pranzo dieteti-co da cartoncino blu ed era sicuramente la prima volta in vita sua che fini-va un pranzo del Ringraziamento in soli quindici minuti. Cos dovette

sforzarsi per sembrare allegro al telefono ed evitare di guastar loro la festa.Anche Ellie si era fatta sentire e gli aveva parlato con un tono di vocetroppo stridulo. Forse era stato proprio parlare con Ellie che l'aveva stanca-to tanto da fargli venire voglia di dormire.Si era addormentato (e aveva fatto il suo brutto sogno) verso le due.Quel giorno l'ospedale era insolitamente tranquillo, con il personale ridottoal minimo. Non si sentivano n televisori n radio a transistor accesi. L'in-serviente che aveva portato via il suo vassoio gli aveva sorriso ama-bilmente e gli aveva detto che sperava avesse gradito il suo pranzettospeciale. Dennis l'aveva tranquillizzata in tal senso. In fondo era la festadel Ringraziamento anche per lei.E cos aveva sognato. Il sogno si era infine dissolto in un sonno profon-do e si era svegliato verso le cinque con Arnie Cunningham seduto sullaseggiola di plastica dura dove solo il giorno prima si era seduta la sua ra-gazza.Dennis non fu affatto sorpreso di trovarlo l. Pens semplicemente chefosse un altro sogno.Salve, Arnie. Come pende?Pende bene, rispose Arnie. Ma tu mi sembri ancora addormentato,Dennis. Vuoi che ti faccia il solletico? Dovrebbe svegliarti.Teneva in grembo un sacchetto di carta marrone e la mente ancora ad-dormentata di Dennis pens: la sua colazione ce l'ha ancora, dopo tutto.Forse Repperton non gliel'ha schiacciata come credevamo. Cerc di met-tersi a sedere nel letto e prov una fitta di dolore alla schiena. Si aggrappalla spalliera per tirarsi su come meglio poteva. Le rotelle gli si misero inmoto. Ges, ma sei proprio tu!Chi stavi aspettando? Il mostro a tre teste? lo apostrof amabilmenteArnie.Dormivo. Probabilmente credevo di essere ancora addormentato.Dennis si massaggi con forza la fronte come per liberare il cervello daltorpore. Auguri, Arnie.Grazie. Anche a te. Ti hanno dato il tuo tacchino con tutto il companatico?Dennis rise. Mi hanno dato una roba che sembrava un pasto di quelliche preparava Elie con i suoi pentolini quando aveva sette anni. Ti ricor-di?Arnie si port le mani alla bocca come per trattenere dei falsi conati divomito. Mio Dio! Che schifezza.

Sono proprio contento che tu sia venuto, gli disse Dennis e per unmomento si trov pericolosamente vicino alle lacrime. Non si era reso con-to di essere tanto gi di corda. Si ripromise per l'ennesima volta di rientrarea casa per Natale. Se fosse stato ancora in

ospedale il giorno di Natale pro-babilmente si sarebbe ucciso.I tuoi non sono venuti?Certo che sono venuti. E torneranno anche questa sera, almeno pap emamma, ma non la stessa cosa. Lo sai.S. Io ti ho portato qualcosa. Ho detto all'infermiera che avevo qui iltuo accappatoio. Fece un risolino.Che cos' invece? domand Dennis indicando il sacchetto, con uncenno della testa. Si trattava in effetti di una borsa.Oh, ho fatto un'incursione in frigorifero dopo che abbiamo mangiatol'uccello, disse Arnie. I miei sono usciti per andare a trovare amici del-l'universit, come fanno ogni anno il pomeriggio del Ringraziamento. Nontorneranno prima delle otto.Mentre parlava vuot la sua borsa. Dennis lo guard incantato: due can-delabri di peltro e due candele. Arnie infil le candele nei supporti, le ac-cese con una bustina di fiammiferi con la pubblicit della rimessa di Dar-nell e spense l'illuminazione centrale. Poi estrasse quattro sandwich avvoltiapprossimativamente in carta oleata.Se ben ricordo, disse Arnie, hai sempre sostenuto che sbafarsi unpaio di sandwich di tacchino verso le undici e trenta del gioved sera erameglio del pranzo pomeridiano. Perch si sta pi tranquilli.Come no, fece Dennis. Sandwich davanti alla televisione. Carson oqualche buon vecchio film. Ma, Ges, Arnie, non era il caso che tu...Oh, lascia perdere. Saranno quasi tre settimane che non vengo nemme-no a trovarti. E meno male che stavi dormendo quando sono entrato, altri-menti probabilmente mi avresti sparato. Batt l'indice sui due sandwichche aveva portato per Dennis. Credo che siano i tuoi preferiti. Con carnee maionese e pane delle meraviglie!Dennis cominci a ridere sommessamente e poi a ridere e poi a rideresguaiatamente. Gli faceva male alla schina ma non riusc a trattenersi. Ilpane delle meraviglie era stato uno dei grandi segreti di Arnie e Dennisquando erano bambini. Sulla questione pane entrambe le loro madri ave-vano mantenuto sempre un atteggiamento molto serio. Regina comperavaforme di pane senza grassi concedendosi solo rare puntatine nella landa delpane di segale. La madre di Dennis era una patita di pane integrale e di pa-

ne nero. Arnie e Dennis accettavano quel che veniva dato loro, ma eranoentrambi dei grandi tifosi segreti del pane delle meraviglie e pi di unavolta avevano messo assieme i loro risparmi e invece di comperarsi deidolci si erano comperati una forma di pane e un vasetto di senape francese.Poi andavano a nascondersi nel box di

Arnie (o nella casa sull'albero diDennis demolita da una tempesta di vento nove anni prima) e divoravanosandwich alla senape leggendo i fumetti di Richie Rich.Arnie rise con Dennis e quello fu il momento migliore del suo giorno delRingraziamento.Da quasi dieci giorni Dennis aveva perso il suo compagno di stanza eancora nessuno aveva occupato l'altro letto perci godeva di una piacevoleintimit. Arnie chiuse la porta e tir fuori dalla sua borsa marrone una confezione da sei di birra Busch.Le meraviglie non finiscono mai, esclam Dennis e dovette ridere dinuovo all'involontario gioco di parole.No, fece eco Arnie, credo proprio di no. Brind in onore di Dennisa lume di candela con una bottiglia di birra. Prosit. Felicit per sempre, rispose Dennis. Bevvero insieme.Finiti i succulenti sandwich di tacchino, Arnie tir fuori due contenitoridi plastica e ne sollev il coperchio. Ciascuno conteneva una fetta di dolcedi mele fatto in casa.Oh no! Proprio no. Non ce la faccio pi , protest Dennis. Scoppie-r.Mangia, gli ordin Arnie.Non ce la faccio davvero, insist Dennis prendendo il contenitore euna forchettina di plastica. Fece fuori la torta in quattro enormi bocconi epoi rutt. Scol la sua bottiglia di birra fino in fondo e rutt di nuovo. InPortogallo un complimento al cuoco, comment. Gli girava piacevol-mente la testa per la birra.Se lo dici tu, gli rispose Arnie con un sorriso malizioso. Si alz, acce-se la lampada al neon e soffi sulla fiamma delle candele. Una pioggia in-sistente aveva cominciato a battere sui vetri delle finestre. Dava una sensa-zione di freddo. E per Dennis parte del calore dell'amicizia e di un vero festeggiamento della ricorrenza se ne and con la fiamma delle candele.Domani sar proprio una giornataccia, disse. Probabilmente mi toc-cher stare seduto sul cesso per un'ora. E mi fa un male boia alla schiena.Ti ricordi quella volta che a Elaine venne l'aerofagia? domand Arnie

e scoppiarono a ridere tutti e due. Tua madre ci diede una strigliata be-stiale per come la prendevamo in giro.Non puzzavano, ma Dio sa se si sentivano, ricord Dennis sorridendo.Sembravano fucilate, aggiunse Arnie e risero di nuovo insieme. Risatetristi, ammesso che ne esistano. Molta acqua era passata sotto i ponti. Ilfatto che l'attacco di aerofagia di Ellie fosse avvenuto sette anni prima erapi inquietante che divertente. C'era un alito di mortalit nell'accorgersiche sette anni riuscivano a scivolar via cos in fretta e senza farsi notare.La conversazione sub qualche battuta d'arresto

mentre entrambi i ragaz-zi erano un po' persi nei loro pensieri.Dopo un po' Dennis disse: venuta Leigh ieri. Mi ha raccontato diChristine. Mi spiace, amico. Brutta storia.Arnie rialz gli occhi e la sua espressione malinconica e meditabonda dipoco prima sfum in un sorriso allegro al quale Dennis non riusc a crede-re fino in fondo.Eh s. Una porcata. Ma sono proprio saltato in aria, sai?Sarebbe successo a chiunque, rispose Dennis accorgendosi di esserediventato improvvisamente attento. Non gli andava, ma non poteva farciniente. Il momento dell'amicizia si era concluso. C'era stato, questo s, pie-no di buoni sentimenti che avevano riscaldato l'aria della stanza. Adessoper si era dissolto, effimero e delicato come era giusto che fosse. Adessostavano danzando. Gli occhi allegri di Arnie erano velati e, Dennis sarebbestato disposto a giurarlo, all'erta.Ah s. Ho mandato in crisi mia madre. E anche Leigh, credo. Ma sai, iltrauma di vedere tutto quel lavoro... tutto quel lavoro finito nel cesso.Scroll la testa. Da spezzarmi il cuore.Pensi di poter rimediare?Arnie si rianim immediatamente e questa volta Dennis ebbe la sensa-zione precisa che la sua vivacit fosse autentica. Come no! Gi fatto. Nonci crederesti, Dennis. Se la vedessi non ci crederesti. Le facevano resistentia quei tempi, non come adesso, che quello che sembra metallo in realt solo plastica lucida. Quella macchina un carro armato. I pi malconci e-rano i vetri. E le gomme, naturalmente. Mi hanno squarciato le gomme.E il motore?A quello non ci sono arrivati, rispose prontamente Arnie e quella fu laprima bugia. C'erano arrivati invece. La calotta dello spinterogeno era sul-l'asfalto accanto alla macchina quando Arnie e Leigh erano arrivati al parcheggio quel pomeriggio. Leigh l'aveva riconosciuta e ne aveva parlato a Tesoro, che cosa c'?Niente, singhiozz Leigh. Per poco non sono morta soffocata, ho sentito un puzzo che sembravaquello di una tomba appena aperta e credo... s, credo che quella macchi-na Leigh ed entrarono in casa. La porta si chiuseale americana dell a a E i s e n h o w e r a v e v a p r e d e t t o u n f u t u r o o n i o s a f r a l a v o r a t o r i e i m p r e n d i t o r i . D a v e B e c k aveva negato che il sindacato dei camionisti nascondesse un'organizzazio-n e E d d i e

C o c h r a n e r a r i m a s t o u c c i s o i n u n i n c i d e e r l ' a e r o p o r t o l o n d i n e sel fine settimana ce la mettevano davverotuaneve.o tenevano il tempo. fosse viva... che sia viva ogni giorno di pi. Credo che sia una specie diorribile vampiro, solo che per nutrirsi divora la mente di Arnie. La suamente e il suo spirito. Niente, non successo niente, ho litigato con Arnie. Nient'altro. Miaiuti a raccogliere le mie cose, per piacere?Raccolsero i pacchetti dile loro spalle e la notte torn di propriet del vento e della neve. La mat-tina dopo ce ne sarebbe stata pi di mezzo metro.Arnie and in giro fin dopo la mezzanotte e poi non si ricord pi nien-te. La neve aveva ricoperto le strade, deserte e spettrali. Non era una notteadatta alla gloriosa automobile americana. Ciononostante Christine viaggitranquilla e sicura nella tormenta sempre pi intensa, anche se non aveva icopertoni da neve. Di tanto in tanto emergeva dall'ombra la sagoma prei-storica di uno spazzaneve.La radio era accesa. Trasmetteva WDIL su qualsiasi frequenza. Giunsel'ora del giornale radio. Alla conferenza della Federazionvoro e della confindustria americandi marcia unita e armmafiosa. Il cantante rocknte automobilistico mentre si trovava in viaggio pdi Heathrow; tre ore di interventi chirurgici non erano serviti a salvarglila vita. I russi sciorinavano i loro ICBM. Il WDIL trasmetteva vecchi suc-cessi per tutta la settimana, ma atta. Giornali radio degli Anni Cinquanta, che forza! Er( mai sentita una cosa del genere )un'idea da sballo. Era( assolutamente pazzesco )proprio una gran trovata.Il bollettino meteorologico prometteva altraDi nuovo musica: Boddy Darin cantava Splish-Splash; Ernie K-Doecantava Mother-in-Law, le gemelle Kalin cantavano When. Le spazzole deltergicristall

Guard alla sua destra, dove c'era Roland D. LeBay.R o l a n d D . L e B a y , i n r e s t i n t a , l o g u a r d a va dalle orbite buie. Da una di esse faceva capolino uno scarafaggio che sisf 35. E ora un piccolo intervallo at-lelungo periodo di vacanza. Il rendimentomdoi sal vertiginosamente insieme con ilfupantaloni verdi e camicia militaregava le zampe anteriori. Devi fargliela pagare, disse Roland D. LeBay. Devi fargliela pagare aquei merdosi, Cunningham. Nessuno escluso. S, mormor Arnie. Christine filava ronzando nella notte, lasciandotracce fresche e sicure nella neve. S, assolutamente. E le spazzole as-sentirono.Al liceo di Libertyville l'allenatore Puffer aveva lasciato il posto all'alle-natore Jones e il football aveva lasciato il posto al basket. Ma in realt nonera cambiato niente: i canestristi delle medie superiori di Libertyville nonavevano pi successo dei giocatori di football. L'unica luce in tante tenebreera Lenny Barongg, atleta di punta in tre discipline e particolarmente fortein pallacanestro. Lenny ce la stava mettendo tutta per raggiungere quelrendimento favoloso indispensabile per ottenere l'ambita borsa di studiotica a Marquette.Sandy Galton scomparve all'improvviso, da un giorno all'altro. Sua ma-dre, una alcolizzata quarantacinquenne che non dimostrava meno di ses-sant'anni, non parve preoccuparsi eccessivamente. Lo stesso fece il fratellominore, il pi grande spacciatore di droga di tutto il ginnasio di Gornick.Secondo una versione romantica Sandy era partito per il Messico. Ma al li-ceo di Libertyville circolava anche un'altra versione, meno romantica, se-condo cui Buddy Repperton aveva fatto la posta a Sandy per motivi ignotie Sandy aveva ritenuto opportuno prendere il largo per un po' di tempo.Si avvicinavano le festivit natalizie e l'atmosfera a scuola si fece irre-quieta, come sempre prima di unedio del corpo studenti sub il tradizionale tracollo prenatalizio. Le rela-zioni sui libri dati in lettura venivano consegnate in ritardo e spesso somi-gliavano esageratamente a quanto stava scritto sui risvolti di copertina. Lericerche collettive restavano a met e la percentuale di punizioni per bacied effusioni scambiati nei corrimo degli spinelli con cui gli studenti del liceo di Libertyville festeggia-vano privatamente. Cos buona parte degli studenti era su di giri, l'assen-teismo fra gli insegnanti aumentava, e nelle aule e nei corridoi aumentava-

no anche le decorazioni natalizie.Leigh Cabot non era su. Fu bocciata a un esame per la prima volta nellasua carriera scolastica e si ritrov con un'insufficienza in un'esercitazionedi dattilografia. Non riusciva a studiare. Spesso, troppo spesso, pensava aChristine, a quelle luci verdi che si erano trasformate in occhi crudeli chela guardavano morire soffocata.Ma nell'insieme l'ultima settimana di scuola prima di Natale fu un perio-doforse il sintomo pi indicativo di questopeale Dennis Guilder era abbastanza sereno. Non era pi in trazio-n e e . L a f i s i o t e r a p i a n o n e r a pi la tortura di un tempo. Si aggirava per i corridoi decorati con festoni ei m m a g i n i n a t a l i z i e d i p r i m , e l e s u e s t a m p e l l e r i u scivano talvolta ad andare a tempo con le canzoncine di Natale trasmesseal ne chin cui regnava la bont; mancanze che normalmente sarebbero state pu-nite furono perdonate e gli insegnanti pi severi arrivarono addirittura adannullare un esame nel quale tutti avevano fallito e ragazze che si eranosempre viste come il fumo negli occhi trovarono modo di rappacificarsi eragazzi che si erano azzuffati ripetutamente per offese autentiche o imma-ginarie si strinsero la mano. Mariodo di pace sulla terra si pot riscontrare nel fatto che Miss Rapacca, lagorgone dell'aula ventitr, fu vista sorridere... non solo una volta, ma sva-riate volte.In ospede dopo il cambio del gesso poteva camminaro, secondo e terzo gradolegramente dagli altoparlanti.Era una caesura, una sosta, un interludio, un periodo di quiete. Durantequelle interminabili passeggiate su e gi per i corridoi dell'ospedale Dennispensava che la situazione sarebbe potuta essere peggiore, molto, moltopeggiore.Nel volgere di breve tempo questo si verific. 36. Buddy e Christi Marted, 12 dicembre, i Terriers persero contro i Buccaneers per cin-quantaquattro a quarantotto nella palestra del liceo di Libertyville. I tifosie uscirono nella silenziosa e fredda oscurit della

notte non erano troppodelusi: tutti i commentatori sportivi della zona di Pittsburgh avevano pre-detto un'altra sconfitta per i Terriers. Non si poteva certo dire che fossegiunta inaspettata. E poi i tifosi dei Terriers andavano a buon diritto orgo-gliosi del loro Lenny Barongg: aveva segnato la bellezza di trentaquattropunti stabilendo il nuovo primato della scuola.

Ma Buddy Repperton era pi che deluso.sembrava invecchiato. In parte era per la barba. Somigliava meno aCdarli. Si svegliava sudato e tremantecosero a quel paese. Il noccio-loia a Richie emettendo unluic Hills gli sembr un ottimo posticino tranquillo dove prendersiunbevve un lungo sorso anche sedeNon era escluso che l'indomani avrebbe vomitato, mal'im'anno eB r t a n z a e c a t E Richie Trelawney si stava dando un gran da fare per adeguarsi allo sta-to d'animo del socio. Lo stesso valeva per Bobby Stanton, seduto di dietro.Nei pochi mesi trascorsi da quando era stato buttato fuori dal liceo,Buddylint Eastwood e pi a un capitano Achab beone interpretato da un attoregiovane. Da qualche settimana beveva infatti come una spugna. Facevasogni cos terribili che stentava a ricorn la sensazione di essere sfuggito per un pelo a un destino atroce che loperseguitava scuro e silenzioso.L'alcool per aveva l'effetto di una legnata su quei suoi sogni. Una bellalegnata all'altezza delle ginocchia. E che andasdel problema era che doveva lavorare di notte e dormire di giorno, nien-t'altro.Tir gi il vetro del finestrino della sua sconquassata Camaro lasciandoentrare aria gelida e butt fuori una bottiglia vuota. Allung la mano dietroe disse: Un'altra Molotov, valletto.Subito servito, Buddy, rispose rispettosamente Bobby Stanton mettendogli in mano un'altra bottiglia di Texas Driver. Buddy aveva offerto al-la compagnia una cassa intera di quella robaccia per il dopo partita, abba-stanza da paralizzare l'intera marina egiziana.Fece saltar via il tappo, guidando per qualche istante con i gomiti, etrangugi met del contenuto. Pass la bottiglngo rutto da rana. Il fascio di luce dei fari della Camaro si allungava perla statale 46 che correva in direzione nordest diritta come un fuso attra-verso le campagne della Pennsylvania. Sui lati

della strada dormivanocampi coperti di neve, sul cui manto brillava un miliardo di punticini lu-minosi, simili a stelle del cupo cielo invernale. Mezzo ubriaco e distratto,Buddy Repperton si diresse verso Squantic Hills. Forse nel frattempo glisarebbe venuto in mente un altro posto dove andare, ma per il momentoSquanta sbornia senza essere disturbato da nessuno.Richie ripass la bottiglia a Bobby, chetestava il sapore del Texas Driver. Una volta brillo non avrebbe pi sen-tito il sapore cattivo.ndomani era ancora a mille anni di distanza. Lo gratificava comunquel'emozione di essere con loro: lui era ancora uno studente del priuddy Repperton, con la sua quasi mitica reputazione di impo

t i v o n u n m i s t o d i p a u r a e s o g g e zico di fottuti pagliacci. Elaone notizie o le cattive?er il mo-mciava a sessantacinque miglia orarie in direzione nord-esermen-teve.di botto. Alz gli occhi e incontrq u p r a i s u o i v i t i c c i d i bacevole fremito di paura. Temette di averc h n u n a t t i m o o d u e d i r i t a r d o . dietro di loro, forse a tre miglia di distanza, ammiccaronoun paio di abbaglianti, insignificanti scintille gialle nella notte.eria, era un personaggio a cui guardava cone.Fottuti pagliacci, brontol Buddy. Che branchiamano una partita di

pallacanestro?Un branco di gonzi, rincar Richie. Eccetto Barongg. Trentaquattropunti, niente male.Detesto quel due di picche, esclam Buddy scoccando a Richie unalunga occhiata diffidente e sbronza. Ti piace quel rammollito?Neanche per sogno, Buddy, rispose prontamente Richie.Meglio cos. Quello io me lo barongo.Che cosa volete sentire per prime? domand all'improvviso Bobby dalsedile posteriore. Le buPrima le cattive, ordin Buddy. Era alla terza bottiglia di Driver e nonprovava dolore. Solo collera tetra. Si era dimenticato, almeno pento, di essere stato espulso. Era concentrato solo sul fatto che la squadradella sua vecchia scuola, quel branco di pezzi di merda rimbecilliti, l'avevano umiliato perdendo la partita. Sempre prima le brutte notizie.La Camaro sfrect su un asfalto a due corsie che sembrava una spennellata nera su un ondeggiante lenzuolo bianco. La strada aveva cominciato a salire leggverso Squantic Hills.Be', la brutta notizia che un milione di marziani sono appena atterratia New York, disse Bobby. Adesso vuoi sapere quella buona?Non ci sono buone notizie, comment Buddy in tono funereo. Richieavrebbe voluto dire al ragazzino che non si cerca di tirar su Buddy quando in quello stato d'animo; serve solo a peggiorare le cose. La cosa migliore lasciarlo in pace.E Buddy era cos da quando Moochie Welch, quel piccolo babbeo oc-chialuto, era stato schiacciato da qualche psicopatico in JFK DriLa buona notizia che mangiano i negri e pisciano benzina, continuBobby e poi scoppi a ridere. Rise per un pezzo prima di rendersi conto diessere l'unico. Allora chiuse la boccaelli iniettati di sangue di Buddy che lo fissavano da sorba e quello sguardo rosso

da furetto che traballava nello specchietto re-trovisore gli procur uno spiaiuso la bocca coLontanissimo,

Secondo te fa ridere? lo apostrof Buddy. Vieni a raccontare unamerda di barzelletta razzista come questa e secondo te divertente? Lo saiche sei una testa di cazzo di razzista?ersi dai bianchi.porgergli il Texas Driver. Gli tremava la mano.antic Hills-3 Mi. Il lago che si trovava alc e a d a n o v e m b r e a d a p r i l e i l pachio d'acqua veniva tenuta sgombra per le periodiche manovred e B u d d y a veva scoperto una entrata laterale che raggiungeva la strada. Gli piacevai n m m e r s o n e l s i l e n z i o , e g i r a r e i n millavano alle loro spalle si erano fatte pi vicine ed e-rard nello specchietto retrovisore e vide l'altra macchina. StavaBobby rest a bocca aperta. Ma hai appena detto...Ho detto che a me non piace Barongg. In genere i due di picche non misembrano divBuddy riflett.Be', quasi.Ma... meglio che tu stia attento, se non vuoi tornare a casa a piedi, gli la-tr Buddy. Con una frattura. Poi puoi anche scriverti 'Odio i negri' sul culo.Oh, fece Bobby con una vocina spaventata. Era come se avesse tocca-to l'interruttore per accendere la luce e si fosse beccato una scarica elettri-ca. Scusa.Dammi quella bottiglia e chiudi il tombino.Bobby si affrett aBuddy scol la bottiglia. Passarono davanti a un cartello stradale che an-nunciava: Parco statale di Squntro del parco era una meta di gite d'estate, mrco restava chiuso. Tuttavia la strada che l'attraversava e che arrivava fi-no allo speclla guardia nazionale e per le escursioni invernali degli scout.oltrarsi nel parco d'inverno, quando era iacchina bevendo.Le scintille che brno diventate luci ben visibili.Passami un'altra

Molotov, sporco razzista.Bobby gli consegn una bottiglia nuova di Driver osservando un pruden-te silenzio.Buddy bevve a lungo, rutt, quindi pass la bottiglia a Richie.No, grazie.Bevi, se non vuoi beccarti un clistere.Certo, certo, disse Richie maledicendosi per non essere rimasto a casaquella sera. Bevve.I fari della Camaro tagliavano la notte.Buddy gua

gua si biforcava: la statale 46 continuava in direzioneesne innevate. La Camaro slitt un paio di volte prima di trovareu n l s e d i l e p o s t e r i o r e B o b b y S t a n toelchRichie.chie e che adesso veniva a dare la caccia a Buddy.anto a loro, scure grafie nottui, lo ammon Richie. Ormai decbamente spa-veadagnando rapidamente terreno. Diede un'occhiata al suo tachimetro evide che viaggiavano a sessantacinque miglia orarie. La macchina dietro diloro andava probabilmente sui settanta. Buddy sent qualcosa. Una speciedi curioso richiamo a quei sogni che non riusciva a ricordare bene. Avvertuna pressione leggera sul cuore, la pressione di un dito freddo.Davanti a loro la stradt verso New Stanton mentre l'altra proseguiva in direzione nord verso ilparco di Squantic Hills. Un grande cartello arancione avvertiva: Chiusurainvernale.Buddy rallent un po' e sal a razzo per il colle. La strada d'accesso alparco non era stata spazzata molto bene e i rami degli alberi che s'allunga-vano su di essa avevano impedito al caldo sole pomeridiano di scioglierealcune zoa buona aderenza sul fondo stradale. Dan mand un lamento.Buddy rialz gli occhi allo specchietto retrovisore aspettandosi di vederel'altra macchina proseguire diritta sulla 46: in fondo a quella strada si arri-vava a una barriera oltre la quale non si poteva proseguire, almeno per que ne sapeva gran parte degli automobilisti. L'altra macchina invece li segu. Ormai era a meno di mezzo chilometro di distanza. I suoi abbagliantierano quattro cerchi accecanti che illuminavano a giorno l'abitacolo della Camaro. Bobby e Richie si voltarono a guardare.Ma che cazzo significa?

borbottBuddy cap. Tutt'a un tratto cap. Era la macchina che aveva travoltoMoochie. S, era lei. Al volante di quella macchina c'era lo psicopatico cheaveva schiattato MooSchiacci il pedale a tavoletta e la Camaro spicc il volo. L'ago del ta-chimetro raggiunse settanta e da l prosegu gradatamente verso l'indicedelle ottanta miglia. Gli alberi sfrecciarono accrne. Ma le luci alle loro spalle non rimpicciolirono. La verit era che l'al-tra macchina stava ancora guadagnando terreno. I doppi fari si erano fusiinsieme in due grandi occhi bianchi.Ehi, meglio che rallentntato si aggrapp alla sua cintura di sicurezza. Se ci capita di sbandarea questa velocit...Buddy non rispose. Stava curvo sul volante e guardava alternativamentela strada che aveva davanti e lo specchietto retrovisore nel quale i fari del-

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