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Ferdinando Rancan

LA DOVE CIELO E TERRA SI INCONTRANO

La preghiera e la Messa nella vita del cristiano

(cenno biografico da apporre sulla parte posteriore della copertina)

Don Ferdinando Rancan nato a Tregnago, Verona, il 14 giugno 1926. Dopo aver conseguito la maturit classica, si laurea in Scienze Naturali nel 1955 presso lUniversit La Sapienza di Roma. Tornato a Verona e completati gli studi teologici, riceve lOrdinazione Sacerdotale e si dedica per parecchi anni allinsegnamento nel Seminario diocesano e nei Licei della citt. Dal 1980 svolge il suo ministero pastorale presso la Pieve dei Santi Apostoli, in Verona.

Don Ferdinando Rancan nato a Tregnago (Verona) il 14 giugno 1926. Dopo aver conseguito la maturit classica, si laurea in Scienze Naturali, nel 1955, presso l'Universit "La Sapienza" di Roma. Tornato a Verona e completati gli studi teologici, riceve l'Ordinazione sacerdotale e si dedica per parecchi anni all'insegnamento nel Seminario diocesano e nei Licei della citt. Dopo aver svolto il suo ministero sacerdotale come parroco presso la Pieve dei Santi Apostoli, attualmente presta la sua collaborazione presso la Parrocchia di Sant' Eufemia in Verona.

Altri suoi scritti: La moneta del tempo - Come santificare il tempo Fiori di Melograno - Frammenti di diario. Ed. Athesis Verona 1999 Il tempo - lEternit - Luomo di fronte a Dio Il senso del vivere Ares Milano 2000

PER ORDINAZIONI RIVOLGERSI A: DON ENZO BONINSEGNA Via Polesine, 5 - 37134 Verona Tel.: 0458201679 * Celi.: 338-9908824 DON FERDINANDO RANCAN Via Risorgimento, 25 - 37126 Verona Tel.: 3492134621

Il titolo attribuito a queste riflessioni intende proporre alla nostra meditazione i luoghi dove Dio viene incontro alluomo; l dove egli si rivela alla nostra anima e ci fa dono della salvezza. I luoghi appunto dove Dio e luomo il Cielo e la terra sincontrano. Quei luoghi sono principalmente due: la preghiera e la Messa, come dire il Tabor o anche il Sinai e il Calvario. L Dio ci aspetta, l incontriamo la luce, riceviamo la grazia, otteniamo misericordia. L facciamo lindescrivibile esperienza dellAmore. Le strade dellorazione e la via del Calvario sono impegnative e richiedono sforzo, ma conducono alle altezze dove abita il Signore e dove ci attende la vera felicit. Incamminarci in esse senza lasciarci sconfiggere dalla paura, senza cedere alla pigrizia, senza lasciare spazio al dubbio e allo scoraggiamento, e perseverare fino alla fine e nonostante tutto, vale la pena! Dio e la nostra comunione con lui nel Cielo un tesoro troppo grande per essere barattato; tutte le ricchezze della terra e tutti i piaceri di questo mondo non sono che un miserabile pugno di mosche davanti a ci che Dio ci ha preparato nel Cielo.

PRESENTAZIONE

A chi mi chiedesse quale sia la causa che pi di ogni altra ha portato, nel nostro tempo, al raffreddamento della vita cristiana in tanti credenti, non esiterei a rispondere che il primo e principale responsabile labbandono della preghiera. Purtroppo, la preghiera trova sempre meno posto nella vita di tanti cristiani; in molti di essi ormai ridotta a un lucignolo fumigante, non c quasi pi olio che la alimenta. E la vita cristiana ne paga le conseguenze. Con labbandono della preghiera, si attenua prima di tutto la Fede; per cui lo splendore di luce che Ges ci ha portato con la Verit, pian piano lascia il posto alla nebbia e, in molti casi, alle tenebre pi fitte. Poi, si affievolisce la Speranza, che la fiducia in Dio e il desiderio del suo Regno; allentusiasmo, alla gioia di essere cristiani, subentra la noia, la stanchezza, lindifferenza. Infine, viene meno la Carit perch, senza preghiera, il cuore si inaridisce, perde slancio e calore, non vibra pi n per Dio n per i fratelli. E linsensibilit della morte interiore. E cos, oscurata la fede, raffreddata la speranza e inaridita la carit, cosa resta ancora della vita cristiana? Pi niente! O forse solo lapparenza, tanto vuoto, qualche stanca abitudine e nulla pi. Con tutte le conseguenze personali e sociali, temporali ed eterne, come facile immaginare. Ora, ridando vita alla preghiera, si riaccende la fede, si alimenta ogni virt, si rigenera luomo, si favorisce il ritorno a Dio, si pongono le premesse per un risanamento sociale e soprattutto si plasmano i futuri cittadini del cielo per la vita eterna. Sono queste considerazioni che mi hanno spinto, allinizio del mio servizio sacerdotale, a rivolgere ai fedeli della comunit parrocchiale Santi Apostoli in Verona, questa lettera, convinto che ogni volta si ricomincia dalla preghiera. Siccome un principio che vale per tutti, ho creduto utile mettere queste pagine a disposizione di chiunque voglia ritrovare la gioia e la freschezza della propria identit di figlio di Dio. *****************

La preghiera ha il suo culmine e la sua espressione pi alta nella Santa Messa perch la Messa la preghiera di Cristo stesso che, come Figlio di Dio fatto uomo, il vero adoratore del Padre ed lunico Mediatore tra luomo e Dio. Per questo ho ritenuto opportuno completare le considerazioni sulla preghiera con una breve catechesi sul mistero eucaristico che rende presente nel tempo il sacrificio stesso di Cristo dal quale venuta la nostra salvezza. Del resto, ci che identifica il cristiano fra quanti nel mondo hanno una fede religiosa, proprio la Santa Messa. In tutte le religioni si prega, ma il sacrificio di Cristo da cui venuta la salvezza del mondo, si rende presente solo nella Liturgia della Chiesa 4

cattolica. Non c dunque vita cristiana senza la Santa Messa. Troppi cristiani non lo sanno. Perci, ho intitolato questa catechesi con le parole di Ges alla Samaritana :Se tu conoscessi il Dono di Dio! Affido alla Vergine Santa, modello di preghiera e Madre del Redentore, queste pagine perch le accompagni con la sua materna intercessione e faccia nascere nel cuore di quanti leggeranno un vivo desiderio di conoscere Cristo e di incontrarlo nel Vangelo e nellEucaristia per amarlo e testimoniarlo nella propria vita di ogni giorno.

Verona, 15 agosto 1997 - Solennit dellAssunzione della Beata Vergine Maria

Nuova ristampa riveduta e ampliata. Verona - 11 febbraio 2003 - Festa della Beata Vergine Immacolata di Lourdes

Carissimi, le cose che vi scrivo, avrei voluto dirvele a viva voce, venendo a casa vostra di persona, come un amico, come un fratello, come un padre. Sono cose semplici che prendo dal Vangelo e dalla vita stessa di Ges. Sono cose che avete sentito tante volte negli anni della vostra formazione cristiana, le avete imparate dalle labbra di vostra madre e dalla catechesi dei sacerdoti che avete incontrato nella vostra vita; gi le portate, quindi, nella vostra mente e dentro il vostro cuore. Purtroppo per alcuni di voi accaduto quello che accade spesso nella vita di molti: con gli anni, per la stanchezza, per le preoccupazioni e per le inevitabili crisi nella fede, legate forse a vicende tristi o dolorose che talvolta la vita ci presenta, queste cose giacciono sepolte sotto le ceneri dello scetticismo e dellindifferenza, patiscono la corrosione del dubbio e dellincertezza o hanno perduto la freschezza e lattualit di un tempo.

1 - A voi che non pregate Mi rivolgo prima di tutto a voi che non pregate pi da molto tempo. E come se il Signore si fosse eclissato nel cielo della vostra anima. Non voglio, qui, fermarmi sugli aspetti dottrinali del vostro problema - dovremmo farlo in altre circostanze -; voglio invece ricordarvi che tra voi e Dio avete messo un lungo silenzio, forse di anni, un silenzio che avete riempito con realt puramente umane, anche se buone: la famiglia, la politica, la carriera professionale, ma talvolta mescolate a cose meno nobili: lambizione, linteresse, la vanit del successo e forse, in qualche momento, anche macchiate da tristi debolezze - magari giustificate col pretesto delle circostanze, della solitudine, dellumana fragilit - comunque, tutti surrogati con cui avete cercato di riempire il vostro silenzio con Dio. Cos avete camminato nella vostra vita con le provvisorie certezze del sapere umano, della buona salute, della sicurezza economica ma, in realt, coprivate dentro il vostro cuore un profondo bisogno di luce e di certezza. Avete camminato in una condizione molto simile alla cecit, come chi corre in un tunnel, senza sapere da dove viene n dove va. E continuate a camminare nella nebbia pi fitta, con una visibilit quasi nulla...; non pensate che a pochi metri sopra la vostra testa splende un sole stupendo. Basterebbe un piccolo sforzo, un piccolo atto di umilt - che sapienza - per innalzarvi solo un poco sopra i vostri orizzonti umani cos nebbiosi e incerti, per aprire lanima verso lalto e incontrare la luce, una luce piena, gioiosa, che inonda luniverso intero, perch gli occhi di Dio sono aperti su ogni angolo della nostra esistenza.

2 - A voi che pregate solo nei momenti di bisogno. Mi rivolgo poi a voi che, pur pregando qualche volta, lo fate spinti dal bisogno o dalla paura. Pensate a Dio come ad un ricco e potente signore, quasi un estraneo, al quale ricorrete solo nei momenti di bisogno: quando il medico non pu fare pi nulla, o il sindacato non pi in grado di garantirvi il posto di lavoro, o quando avvenimenti pi 6

forti di voi minacciano il vostro onore, i vostri affetti e il vostro futuro. Il Signore non rappresenta il vero fondamento della vostra vita e non orienta in senso autenticamente religioso la vostra esistenza. E cos la vostra preghiera corre il pericolo di trasformarsi in superstizione, di diventare una specie di amuleto, un talismano magico al quale ricorrete per accapparrarvi il potere divino e liberarvi cos dai vostri malanni. Non intendo togliervi la fiducia che dovete avere in Dio o frenare il vostro desiderio di ricorrere a lui in ogni vostra necessit; voglio solo ricordarvi che non potete vivere come creature impaurite che si sentono sempre minacciate da qualcosa, o creature interessate, tutte tese a proteggere la propria vita di quaggi, la propria salute, il proprio interesse, la tranquillit di una vita senza dispiaceri. In questo modo finirete col vedere nel Signore esclusivamente uno scaccia-malanni, non saprete dare un tono filiale al vostro rapporto con Dio e di conseguenza perderete il senso gioioso della vostra esistenza cristiana Fratelli miei, non dimenticatevi che siete figli di Dio; dovete allargare il cuore, dovete aprire alla vostra anima gli orizzonti della fede, della speranza e dellamore e lasciarvi attirare dalla paternit di Dio. Econ questi sentimenti che dovete pregare ogni giorno, abbandonando nelle mani di Dio, nostro Padre, ogni sollecitudine e preoccupazione, ben sapendo che egli, se non sempre ci libera dai mali, sempre ci d la forza di portarli con serenit e fiducia.

3 - A voi che pregate un po stancamente Mi rivolgo, infine, anche a voi che pregate ogni giorno, ma forse fate convivere la vostra preghiera con tante mediocrit quotidiane, senza quel vigore divino che mette la forza e lamore di Dio nelle cose di ogni giorno. E cos la vostra preghiera rischia di trascinarsi nellabitudine, o di languire nelle preoccupazioni egoisticamente personali, incapace di accendere in voi la santa inquietudine di servire generosamente la Chiesa e le anime. Non voglio certamente scoraggiare i vostri propositi di bene, la vostra costanza quotidiana nelle pratiche della vita spirituale, dando quasi ragione a quanti vi dicono che piuttosto di trascinare la preghiera nellabitudine meglio smettere di pregare; vengo, invece, a dirvi il contrario, a fare quello che un tempo si faceva nelle nostre case, quando la fiamma del focolare si era esaurita o spenta: uno dei nostri vecchi, con un soffio robusto e deciso, spazzava via la cenere e alimentava le braci che tornavano ad ardere e a bruciare con una fiamma viva e pulita, attraversata da scoppi di generosit e da guizzi di vita che diffondevano gioia e calore in tutta la casa. Vorrei anchio, con laiuto della grazia divina, soffiare sulla cenere della vostra preghiera e riaccendere nel vostro cuore la fiamma dellamore di Dio che innalzi la temperatura spirituale della vostra anima e comunichi luce e calore a quanti vi stanno intorno. Non lasciatevi ingannare. Il male dellabitudine non si guarisce smettendo di fare le cose, ma mettendo amore, ravvivando la fede, lottando contro la pigrizia che sempre si nasconde dietro la malavoglia, la noia o la mancanza di tempo. Mi rivolgo, dunque, a tutti, con lunico desiderio di aiutare tutti a vivere un po pi vicini a Dio, con la certezza di aver cos contribuito alla vostra felicit, quella del cielo, ma anche quella sulla terra.

4 - L esempio di Ges.

Fratelli cari, Ges il Figlio di Dio. Prendendo la nostra natura umana, senza cessare di essere Dio, egli si fatto uomo, - perfetto Dio, perfetto Uomo ricongiungendo la terra al cielo e diventando cos il punto di riferimento per tutta lumanit. Ges si fatto nostro fratello, il primogenito di tutti gli uomini. Egli ci precede tutti, cammina davanti a noi e ci guida; ci apre la strada che conduce a Dio, nostro Padre; egli traccia, anzi il nostro cammino: egli la Via. Essere cristiani vuol dire seguire Cristo, camminare dove cammina lui, lasciarsi guidare dalla sua luce. E la luce che ci viene dalla sua Parola e dalla sua Vita. Come Mos davanti al suo popolo, egli il Buon Pastore che cammina davanti a noi per condurci fuori dallignoranza e dalla confusione e guidarci per cammini di luce e di pace. Ormai per noi uomini non c alternativa: se ci allontaniamo da Cristo, se non ci lasciamo illuminare da lui, dalla sua parola, ricadiamo nelle tenebre e non comprendiamo pi nulla di noi stessi e del nostro destino. Ges diventa cos il nostro Modello; dobbiamo specchiarci in lui, ispirarci alla sua figura e allesempio della sua vita. Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perch lo sono. (...) Vi ho dato infatti lesempio, perch come ho fatto io facciate anche voi (Gv.13,14). Ges ci ha insegnato come deve essere la nostra vita di figli di Dio. Parlarvi di Ges sarebbe il mio pi vivo desiderio e vorrei dedicarvi pagine e pagine su di lui, ma, per ora, quello che desidero di far nascere nel vostro cuore una sete, una santa curiosit di conoscerlo che vi spinga a mettervi dentro il Vangelo, a prenderlo in mano ogni giorno, a leggerlo con fede, a meditarlo una volta e due e tante..., finch la figura di Ges vi diventi familiare e la sua vita entri nei vostri pensieri e nel vostro cuore come una presenza illuminante e alla fine dolcissima.

5 - Ges orante: maestro di orazione Seguendo dunque Ges da vicino, anche voi, come gli apostoli, vi stupirete nel vedere il Signore immerso in un colloquio intimo e mai interrotto con il Padre. Ges, senza mai estraniarsi da quello che faceva e da quello che gli accadeva intorno - sempre assediato dalle suppliche dei malati, dedito instancabilmente ad ammaestrare le folle, attento con delicatezza umano-divina alle situazioni pi difficili dei suoi apostoli, di villaggio in villaggio lungo tutte le strade della Palestina - era, nel suo spirito, costantemente afferrato da una Presenza superiore, intima e viva, che non lo lasciava mai: era la presenza del Padre. Molte volte gli apostoli udirono Ges parlare con lui a voce alta, davanti a tutti: Ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e della terra...; unespressione che si ripete spesso, come nel tempio, davanti alla tomba di Lazzaro e soprattutto in quella preghiera, la pi impressionante che sia uscita dalle labbra del Signore dopo lultima Cena, accanto ai suoi apostoli: la Preghiera Sacerdotale. Accanto a questa familiarit costante col Padre, ecco i momenti dedicati esclusivamente ad un intimo e solitario colloquio con lui: lunghe ore della notte, dopo giornate impossibili nelle quali non cera tempo nemmeno per mangiare, alle prime luci del giorno che anticipavano una nuova giornata di fatiche, nelle ore del tramonto e nei momenti pi impensati lungo la giornata... Questo comportamento del Signore ha talmente impressionato i discepoli da provocare in loro una specie di crisi interiore: si resero conto che non sapevano ancora pregare, che la loro preghiera era, comunque, molto lontana da quella che vedevano in Ges, finch un giorno, avendo assistito ancora una volta alla scena ormai abituale di Ges orante, sentirono il bisogno di dirgli: Signore, insegnaci a pregare! (Lc.11,1). 8

Gli apostoli infatti avevano scoperto nel comportamento di Ges orante un nuovo modo di pregare e un nuovo atteggiamento interiore nel pregare. Il modo nuovo era un tratto con Dio diretto e personale, e il nuovo atteggiamento era quello del figlio con suo padre. Gli apostoli gi conoscevano la preghiera con i Salmi che venivano cantati solennemente nel Tempio, oppure recitati in comune nella Sinagoga o in casa nei vari momenti della giornata, e con essi avevano pregato molte volte insieme a Ges, ma quel pregare da solo, nel silenzio, sui monti, a sera inoltrata o alle prime luci dellalba, o anche improvvisamente nel pieno delle occupazioni della giornata, quel pregare in modo immediato e diretto, a cuore aperto, come di un figlio con suo padre, come chi conosce da tempo una lunga familiarit con Dio senza alcun timore di lui, chiamandolo col nome dolcissimo di Padre, con la fiducia immensa di chi si sa amato infinitamente e da sempre, questo modo di pregare era per loro nuovo e fino allora sconosciuto. Non pensavano lontanamente che si potesse avvicinare Dio da soli, a tu per tu, con laudacia di guardarlo negli occhi come un figlio guarda suo padre, affidandosi a lui con fiducia. Hanno potuto farlo solo Mos e i Profeti che avevano incontrato Dio da vicino. La risposta di Ges fu una chiara conferma del suo esempio e di quanto egli aveva gi detto, forse pi volte: ...quando tu preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenser. (...) Voi dunque pregate cos: Padre nostro che sei nei cieli... (Mt.6,6).

6 - Pregare con Ges, in Ges, per mezzo di Ges Questa contemplazione della vita di Cristo ci far capire che Ges la strada per la nostra preghiera. Ormai non pi possibile andare a Dio se non per mezzo di Cristo. Io sono la Via... Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Gv.14,6). Non c dunque vera preghiera senza Cristo. anzi, Ges stesso diventato per noi la Preghiera. In altre parole, la nostra preghiera devessere cristiana, cio di Cristo; dobbiamo pregare con Lui, in Lui e per mezzo di Lui. Fratelli miei, nessuno pu rivolgersi a Dio con le proprie forze; senza Ges noi saremmo assoluta impotenza. Eppure, parlando con alcuni, ho notato che, pur pregando, la loro preghiera non quella cristiana. Essi si rivolgono a Dio, ma ignorando completamente Cristo; perci la loro preghiera viene da una religiosit vaga e astratta, che si rivolge a un Qualcuno che mi dicevano - deve pur esserci, che superiore a noi, e che chiamiamo Dio, ma che rimane, alla fine, unentit nebulosa e indefinibile, molto simile a quella dei pagani o dei popoli che non conoscono il Vangelo. Ora, la nostra preghiera devessere non la preghiera dei pagani, ma quella dei figli di Dio, cio di coloro che si rivolgono a Dio chiamandolo Padre, nel nome e per mezzo di Cristo, con la forza e con la grazia dello Spirito Santo. Noi preghiamo Dio-Padre, Dio-Figlio, Dio-Spirito Santo, lunico e vero Dio, Creatore e Signore del cielo e della terra, che si rivelato a noi per mezzo del suo Figlio Ges, e in Lui ci ha redenti, ci ha riconciliati e ci predestinati alla gloria del cielo. LUmanit Santissima di Cristo, la sua persona: ecco la strada per la nostra preghiera: Per Cristo nostro Signore, come ci fa dire la Chiesa alla fine di ogni invocazione. Ci significa che solo attraverso Ges noi abbiamo la possibilit di pregare e che solo i suoi meriti ci ottengono di essere esauditi dal Padre: In verit, in verit vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, Egli ve la dar (Gv.16,23). E significa anche che lumanit di Cristo il luogo del nostro incontro con Dio; solo

passando per Essa incontreremo Dio: Filippo, chi ha visto me, ha visto il Padre (Gv.14,9).

7 - La preghiera nelle Religioni Il cristiano, dunque, nella sua preghiera si rivolge a Dio nel nome di Ges; il cristiano prega in Cristo e con Cristo. La preghiera cristiana lo vedremo pi avanti si esprime perci nella Chiesa e con la Chiesa. E nella Chiesa infatti che Cristo continua la sua presenza in mezzo a noi. Ora, proprio perch cristiana la nostra preghiera si differenzia profondamente e radicalmente da ogni altra preghiera, anche da quella che troviamo nelle varie religioni del mondo. Le religioni sono espressione della dimensione religiosa presente per natura nellanima umana; luomo infatti ha sempre avuto coscienza di Dio e del proprio rapporto con lui. Questo vi dice che lateismo non solo un fenomeno secondario, un prodotto di degradazione del pensiero occidentale moderno, ma anche un controsenso, va contro natura, e perci un ateismo veramente convinto non esiste. Quello che noi chiamiamo ateismo non una negazione di Dio, ma il rifiuto di Dio. Ora, nelle diverse credenze religiose il concetto di Dio e le sue immagini si presentano estremamente diverse. Ho detto il concetto di Dio, perch le sue rappresentazioni, per quanto diverse, possono anche fare riferimento ad un'unica realt trascendente, tuttavia lidea fondamentale della divinit non affatto identica nelle varie religioni, anche se comunemente si sostiene che solo questione di nomi. Il nome Allah dei musulmani ha ben poco in comune con il vero Dio che si rivelato allumanit, e le stesse divinit orientali induismo, scintoismo, taoismo, buddismo - sono ben lontane dal Dio vivo e vero. Non parliamo poi delle divinit pagane, antiche e moderne. Ora, la preghiera fa riferimento al concetto che si ha di Dio e del suo rapporto con luomo. Il Dio dellIslam un Dio assolutamente unico (monoteismo), di una trascendenza irraggiungibile e inconoscibile, che lo colloca in una solitudine assoluta dove viene ammirato e adorato dalluomo. Nel Corano, il libro-divinit dellIslam, si nomina Dio migliaia di volte con gli attributi che proclamano la sua potenza, la sua grandezza, la sua forza, il suo potere, il suo dominio assoluto. La stessa misericordia in Allah non che un aspetto dello strapotere di Dio sulluomo. La preghiera rituale islamica non fa che scandire a ripetizione il primato assoluto di Dio: Allah Allah, cio Dio solo grande, oppure Dio che ha il sopravvento. E dunque un Dio monolitico che incombe sulluomo, lo sovrasta e lo determina. Perci nella preghiera islamica non c spazio per un vero dialogo con Dio; non c spazio infatti per una vera libert e perci per unautentico rapporto damore tra luomo e Dio. Il musulmano che prega esprime, anche con la posizione del corpo si piega profondamente fino a terra quasi esclusivamente la sottomissione assoluta a Dio. E una preghiera che ignora la paternit di Dio e la nostra filiazione divina che ci mette in rapporto intimo con la Santissima Trinit. Siamo dunque lontani dalla preghiera cristiana. Nelle religioni orientali, la nozione di Dio si presenta insieme politeista e monoteista. Quando la divinit concepita in senso personale si ha un olimpo di innumerevoli divinit. Su tutte emerge la Trimurti induista con diverse varianti nelle diverse obbedienze. Quando invece la divinit concepita in senso impersonale, si ha una entit astratta, indefinita, il Brahma cosmico, che si identifica panteisticamente con lenergia della Natura. 10

Cos quando la preghiera si rivolge alle diverse divinit prende le forme delladorazione, del culto rituale, sacrificale e anche della petizione, ma con lintento fondamentale di propiziarsi la divinit verso la quale prevale il timore reverenziale. Quando infine la preghiera si rivolge allAssoluto impersonale, al Brahma cosmico, prende la forma della meditazione e dellascesi interiore nelle quali il nostro io creaturale tende ad annullarsi e scomparire nel mare del Nirvana, molto simile al nulla. La preghiera si serve allora di tecniche psicologiche che mirano al dominio assoluto del proprio corpo e dei sensi per far entrare il nostro mondo interiore nella quiete pi assoluta. Tutte queste forme di preghiera fanno leva sulliniziativa umana, sulle risorse della creatura che cerca in quello che fa lobbedienza alla legge degli dei o la devozione rituale, simile alla piet (bhakti) i titoli per risultare gradita e accolta dalle divinit. Pi ancora, nella meditazione buddista, la preghiera (se ancora si pu chiamare preghiera) nasce dallo sforzo solipsistico dellio che finisce col restare chiuso nel bozzolo egocentrico costruito da s stesso, senza alcun vero rapporto con Dio. Evitiamo infine il discorso sulle innumerevoli Sette pseudo-religiose, soprattutto su quella attualmente molto diffusa e che ha ben poco di veramente religioso, la New Age, Sette dove la preghiera totalmente falsata o distorta.

8 - Pregare consegnarsi a Dio Imparate, dunque, ad accostarvi allumanit amabilissima di Ges come facevano i personaggi del Vangelo; proponetevi di avvicinarlo nelle diverse et della sua vita: adoratelo nel grembo verginale della Madonna, contemplatelo bambino nella mangiatoia di Betlemme, imitatelo nella sua vita di lavoro con Maria e Giuseppe a Nazareth, seguitelo per le strade della Galilea dove pass facendo del bene a tutti, accorrete a lui mostrandogli con fiducia le vostre ferite - le malattie della vostra anima, la lebbra, la cecit, tutte le vostre miserie - usando le stesse invocazioni, brevi ma intense come frecciate, che gli rivolgevano i malati del Vangelo: Signore, se vuoi, puoi mondarmi!. Signore, che io ci veda!, Ges, Figlio di Davide, abbi piet di me!, Signore, aiuta la mia incredulit!..., e cos imparerete a pregare, a rivolgervi a lui con semplicit e immediatezza, senza giri di parole o discorsi ricercati, come se egli dovesse ascoltarvi per il vostro parlare raffinato. A poco a poco entrerete nel cammino della preghiera e, condotti dalla grazia e dallazione dello Spirito Santo, percorrerete le tappe di una sempre maggiore intimit con Dio. Seguendo Ges, arriverete a comprendere quella sua orazione di amore e di dolore che lo impegn nella drammatica notte del Getsemani: abbandonato, prostrato nella polvere come un verme, per ore, gridando, rivolse al Padre sempre la stessa invocazione, che conteneva tutta la debolezza e tutta la forza dellUomo-Dio: Padre, se vuoi, allontana da me questo calice, tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volont (Lc. 41,22). Vedete? Ecco ci che veniamo a fare nella preghiera: a consegnarci totalmente a Dio e alla sua volont santissima. Ges ce lo aveva gi insegnato nel Padre nostro e ce ne ha dato qui lesempio pi commovente. La preghiera, miei cari, non pu essere soltanto uno sfogo dellanima; anche questo, e spesso abbiamo urgente bisogno di effondere davanti al Signore lamarezza della nostra anima, le nostre necessit e gli stati danimo che ci pesano e ci opprimono, ma poi la preghiera deve andare oltre, deve andare in profondit e diventare un fatto che esprime latteggiamento interiore della nostra persona, la preghiera cristiana esige che deponiamo la nostra volont ai piedi del Signore consegnandoci a lui, ossia che gli rendiamo per amore la nostra libert mettendola nelle sue mani di Padre amoroso. 11

9 - Preghiera e Comandamenti Carissimi, c unaltra forma di preghiera dalla quale Ges stesso ha voluto metterci in guardia: la preghiera degli ipocriti. Lipocrisia ripugna a tutti, perci molto pochi sono volutamente ipocriti. Per tutti voi, lo dico con assoluta sincerit, nutro profonda stima e so che nessuno cede allipocrisia, non con s stesso e tanto meno con Dio. Quello che a volte pu capitare che, per errore, per carenza di formazione o per coscienza non rettamente illuminata, qualcuno non sa vedere con chiarezza nei Comandamenti la volont di Dio che vuole difendere la nostra dignit e realizzare la nostra salvezza. Si insinua, allora, nel nostro rapporto con Dio, una sottile ipocrisia, inconsapevole ma sempre dannosa perch impedisce alla nostra anima quella unione con la volont di Dio che, come abbiamo visto, il fine di ogni autentica preghiera. Non lasciatevi ingannare da una distorta coscienza! Rimane sempre preghiera da ipocriti quella che non va unita alla sincera volont di osservare i comandamenti di Dio. Ricordate il noto avvertimento di Ges: Non chi dice: Signore, Signore, entrer nel regno dei Cieli, ma chi fa la volont del Padre mio (Mt.7,21). Perci, se qualcuno di voi si accorgesse di non riuscire a pregare o si sentisse come impedito di fronte alla preghiera, si proponga un sincero esame di coscienza per vedere se non stia resistendo alla volont di Dio oppure se la sua condotta non sia in contrasto con la sua santa Legge. Ognuno chieda luce al Signore per giudicare rettamente sulla propria condizione e non si lasci ingannare dalla mentalit corrente del mondo o dalle leggi umane. Quello che conta veramente la Legge di Dio. Oggi viviamo in una societ che ha cancellato quasi tutti i Comandamenti di Dio a cominciare dai primi tre, soprattutto il primo: Io sono il Signore, Dio tuo! Non avrai altro Dio che me. Dove mai, oggi, Dio riconosciuto come Signore e messo al posto che gli compete, cio il primo, nella vita delluomo? Dio stato cacciato dai parlamenti e dai governi degli Stati, gli si nega ogni riferimento nelle leggi e perfino nelle Carte Costituzionali, i mass-media lo combattono, spesso lo deridono e vorrebbero cancellarlo dalla vita pubblica. Anche nella vita personale di tanta gente Dio completamente assente. La civilt attuale ha fabbricato innumerevoli idoli che sono, tutti, maschere ridicole del nostro io. Senza dubbio, la preghiera pu anche stare insieme al peccato quando si lotta sinceramente per vincerlo; anzi, la preghiera diventa allora un mezzo indispensabile per perseverare e vincere nella lotta; ma non pu stare insieme allo stato di peccato, a una condotta non retta o ingiusta, anche se dissimulata con giustificazioni che non giustificano. Chi vive cos morto nel cuore e la sua preghiera fatta solo di parole che tornano indietro appena uscite dalle labbra. Il Signore gli risponderebbe: In verit ti dico: non ti conosco! (Mt.25,12). Per chi vive cos, lunica preghiera possibile quella di chiedere a Dio la volont di convertirsi, la sincera decisione di rettificare la propria condotta. Certamente i Comandamenti da soli non bastano perch lAmore che salva; e noi cristiani siamo chiamati a vivere di amore e per amore. Ma proprio lamore, se vero e libero da ipocrisia, esige come presupposto e come prova losservanza dei Comandamenti di Dio. San Giovanni, lapostolo dellAmore, assai esplicito nel commentare la gi chiara affermazione di Ges: Se mi amate, osserverete i miei Comandamenti (Gv.14,15).

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Il Signore, vuole dunque da noi una preghiera vera, cio sincera, libera da ipocrisia, che va unita alla decisa volont di osservare i Comandamenti di Dio, tutti, senza eccezione, e senza tentativi di applicarci sconti col segreto desiderio di adattare la legge santa del Signore alla nostra mediocrit o pigrizia, che sempre stanno nascoste nel cuore di ciascuno di noi. Vi assicuro che, pur in mezzo a debolezze, a cadute, a ripetuti cedimenti, una preghiera che sia accompagnata dalla lotta per essere fedeli, dallumilt di cominciare e ricominciare mille volte, vi riempir di pace e di gioia, segno che il Signore vicino a voi e che sta ascoltando la vostra preghiera. Il cieco nato guarito da Ges rispondeva ai Farisei che lo interrogavano: Noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori. E vero, ma chi sono i peccatori? La piccola Bernadette Soubirou, analfabeta, che non aveva ancora fatto la prima Comunione, alla quale la Madonna aveva chiesto di pregare per i peccatori, al parroco di Lourdes che le chiedeva chi erano i peccatori, rispondeva: Sono quelli che amano il peccato.Ecco il vero nemico della preghiera: lamore, cio lattaccamento al peccato. E questo insano legame che ci costituisce veri peccatori agli occhi del Signore e impedisce alla nostra preghiera di raggiungere il cuore di Dio.

10 - Preghiera e Sacramenti La nostra preghiera - dicevamo - devessere cristiana, cio rivolta al Padre per mezzo di Ges e da Lui ispirata e avvalorata. Ora, potreste domandarvi: Dove incontreremo Cristo nella sua Umanit santissima e nella sua presenza salvifica? La risposta non pu essere che una: Cristo lo troviamo nella sua Chiesa. E nella Chiesa, soprattutto nella sua Liturgia, dove Cristo si rende presente con la sua Parola e con lazione salvifica dei Sacramenti. Fratelli miei, non c preghiera autenticamente cristiana senza Sacramenti. Lasciate che vi parli con chiarezza e anche con forza - lunica forza possibile dentro la Chiesa, la forza dellAmore di Cristo - : alcuni tra voi mi hanno detto che, s, pregano ogni giorno, ma poi non si accostano alla Confessione da anni, e altri partecipano allEucarestia solo in certe occasioni.particolari. No, fratelli miei! E un inganno diabolico pensare di avere con Dio un rapporto vero, che porti alla salvezza, con la sola preghiera personale, escludendo la Chiesa che , sulla terra, lunico sacramento di salvezza. La Chiesa, infatti, continua nel mondo la presenza di Cristo e offre a tutti gli uomini, per mezzo del Vangelo e dei Sacramenti, la salvezza che viene dalla passione e dal sacrificio di Cristo sulla croce. Una preghiera non vera, non autentica e non cristiana se non vi porta a desiderare vivamente e a ricevere con frequenza - tutte le volte che la vostra debolezza lo richiede - il sacramento del perdono e della misericordia in una confessione umile, sincera, contrita, e a incontrare nellEucaristia, almeno domenicale, il mistero di Cristo morto e risorto per la nostra salvezza. Rifugiarsi nella sola preghiera personale credere che la salvezza venga da noi stessi, mentre viene solo da Dio che ha inviato per questo nel mondo il suo figlio Ges. Fratelli miei, non potete pensare di essere leali con Dio soltanto perch non arrivate a negarlo, a rifiutarlo con lintelligenza, mentre poi lo fate entrare ben poco nella vostra vita, e non vi preoccupate minimamente di sapere che cosa vuole da voi. Se non mettete nella vostra vita la sua volont amabilissima con i suoi comandamenti e la sua misericordia salvifica attraverso i Sacramenti, la vostra fede e quindi la vostra preghiera non avranno lefficacia divina di rinnovare la vostra vita e di riempire il vostro cuore di gioia e di speranza.

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11 - Necessit della preghiera Tornando alla figura di Ges orante, nessuno sulla terra arriver mai a penetrare il mistero insondabile della sua orazione, a comprendere ci che accadeva nella sua anima sempre immersa in un sublime e intimo colloquio con il Padre. Possiamo tuttavia riflettere seriamente su quellesempio divino per rendere sempre pi viva in noi la convinzione che la necessit della preghiera assoluta e inderogabile. Gli apostoli, quella figura di Ges orante non la dimenticarono per tutta la vita; si convinsero talmente dellimportanza della preghiera che la misero al primo posto fra tutte le cose importanti della loro giornata, perfino prima della loro missione evangelizzatrice. Cos affidarono ad altri il compito di amministrare la comunit cristiana e la stessa cura dei poveri e delle vedove, pienamente consapevoli che la prima responsabilit nel loro lavoro apostolico era quella di attendere alla preghiera e la servizio della Parola. La necessit della preghiera nasce, innanzitutto, dal fatto che siamo creature libere; ci significa che non possiamo aprirci al bene senza una nostra decisione personale. E, la nostra, una libert creaturale, quella cio propria delle creature; siamo, appunto perch creature; esseri relativi a Dio e profondamente vincolati a Lui nellesistenza e nel destino. Questa creaturalit laltro motivo che fonda la necessit della preghiera. Non intendo, qui, fermarmi su questi aspetti dottrinali dellorazione, voglio solo ricordarvi che dove non c preghiera non c libert; anzi, proprio nellorazione e nel nostro colloquio con Dio scopriremo il senso pi autentico e gustoso della nostra libert e insieme avvertiremo con gioiosa chiarezza il nostro legame con Dio come sue creature che portano la sua immagine e il suo sigillo. Fratelli miei, dove non c preghiera c il buio della schiavit interiore, c lo smarrimento della coscienza che non sa pi riconoscere la nostra identit di creature chiamate alla verit e al bene. Ges, lUomo pi libero e insieme pi vincolato a Dio che sia mai passato sulla terra, stato lUomo-orante che ha espresso lorazione pi sublime che mai sia stata fatta. Guardatelo sul Calvario: che cos la sua morte sulla croce se non una totale e consumata orazione? Una orazione che ha trasformato il corpo e lanima di Ges in un sacrificio orante e adorante. Le sue braccia sacerdotali distese su quel legno e aperte al cielo verso il Padre raccolgono la preghiera umana di tutti i tempi e di tutte le et, la mia e la vostra orazione, che cessa di essere la povera orazione di creature deboli e perdute per diventare la preghiera dei figli di Dio, chiamati ad una ineffabile comunione con Lui.

12 - Preghiera e vita soprannaturale Se la preghiera necessaria sul piano naturale come creature libere, lo diventa ancora di pi sul piano soprannaturale, come figli di Dio. Davanti alla nostra chiamata a vivere la vita divina noi siamo infinitamente sproporzionati e assolutamente impotenti. Lordine della grazia esige il canale della preghiera e perci non c salvezza senza di essa. E tanto meno possibile la santit, alla quale siamo chiamati in forza del Battesimo che abbiamo ricevuto. E significativo che nella Liturgia del Battesimo il primo invito che la Chiesa ci rivolge appena ricevuta lacqua battesimale quello di rivolgerci a Dio con la preghiera propria dei figli: il Padre nostro. Il Battesimo dunque il sacramento che ci abilita alla preghiera e al colloquio filiale con Dio, anzi ci rende capaci di partecipare e di fare nostra 14

la stessa preghiera di Cristo, quella che egli ha fatto qui sulla terra come fratello nostro, come vittima innocente che ci ha redenti, e quella che Egli continua a fare nel cielo come avvocato nostro, come Re e Signore della gloria. Siamo sulla terra, ma siamo chiamati a vivere vita soprannaturale, vita divina, a rendere cio divino ogni nostro agire, ogni realt nobile e retta che entra nella nostra vita quotidiana. La preghiera educa il nostro cuore allintimit con Dio, fa spazio alla sua presenza divina nella nostre intenzioni e nella nostra vita interiore, e garantisce la dimensione soprannaturale a tutta la nostra esistenza. Senza la preghiera tutti nostri pensieri e i nostri progetti hanno la pretesa di essere autosufficienti, cio indipendenti da Dio, dalla sua azione e dal suo aiuto; essi perci restano vani e sterili per il regno dei cieli. Fratelli, non perdete questa meravigliosa, unica, occasione che avete di vivere sulla terra vita divina; non dimenticate che siete stati chiamati a condurre non semplicemente una vita buona e onesta, ma una vita cristiana cio di Cristo, appunto vita divina.

13 - La fede come sorgente di preghiera Molte volte stando alla presenza del Signore nel Tabernacolo e pensando alla vita di tante persone lontane dalla fede, mi si riempie lanima di dolore e di tristezza nel vedere come il Maligno avvelena tante intelligenze e tanti cuori. Il Maligno, fratelli, non una vaga astrazione inventata dalla paura o da qualche fantasia malata o superstiziosa, un essere angelico che se ne va per il mondo a contaminare lintelligenza e la vita di tanti uomini. Ges lo ha chiamato il bugiardo e padre della menzogna perch ha ingannato fin dallinizio. Oggi la sua arma si chiama confusione e la sua vittoria il laicismo materialista. Da questo materialismo che, come una caligine triste e buia oscura il cielo di tante coscienze cancellandovi ogni certezza e ogni riferimento a Dio, alla sua verit e alla sua legge santa, voi dovete guardarvi reagendo con tutte le vostre forze; ad esso opponete la fermezza della vostra fede e lintegrit della vostra condotta. Naturalmente non mi riferisco qui a quel materialismo sano che consiste nelloccuparsi in modo positivo delle cose materiali, delle cose di questo mondo; sappiamo, anzi, che le cose del mondo e le realt materiali ce le ha affidate il Signore come ambiente nel quale muoverci ogni giorno per servirlo nel compimento dei nostri doveri secondo la sua volont divina. Intendo, invece, quel materialismo pagano che non sa vedere nelle cose materiali la presenza di Dio, per cui ci dedichiamo alle cose di questo mondo senza scoprirvi il loro significato divino; perdiamo cos il senso, il valore e la dimensione religiosa della nostra esistenza e di tutte le cose che ci circondano: la natura, le persone e gli avvenimenti. In altre parole, il materialismo che si perde nel buio della materia e non sa scoprire nelle cose il loro rapporto con Dio, con i suoi disegni di amore e di misericordia, ignorando il destino di eternit che egli ci ha preparato. Fratelli miei, senza il dono della fede, che mette luce divina nella nostra mente, il mondo diventa incomprensibile, la vita e le vicende degli uomini un caos senza logica, una vera brutalit che ci trasforma in animali insaziabili e duri, cos spesso anche feroci. Senza la fede che fonda una vita spirituale aperta al dialogo con Dio non ci resta che la durezza della vita materiale col suo spessore opaco ed oscuro. Come vedete, la preghiera che nasce dalla fede profondamente umanizzante, ci rende pi uomini, pi degni della nostra identit di creature intelligenti e libere, fatte a immagine e somiglianza di Dio. 15

14 - La preghiera fonte di fede

Abbiamo visto che la fede sorgente di preghiera. Quando la sua luce illumina la nostra anima e la rende capace di vedere Dio, di vedere la sua paterna presenza in tutte le circostanze della nostra vita, la preghiera scaturisce dallintimo del cuore quasi senza fatica, come naturale conseguenza. E pi la fede si fa forte e luminosa, pi il colloquio con Dio diventa spontaneo e irresistibile. Se poi la fede accompagnata dallumilt e dal senso vivo della filiazione divina, allora la preghiera diventa un riposo nelle braccia di Dio. Il livello della nostra fede possiamo misurarlo anche dal grado della nostra vita di preghiera. Ma anche possiamo dire che la preghiera fonte di fede. Penso che tutti voi avrete avuto momenti di oscurit nella vostra vita di credenti, momenti in cui vi costava fatica credere, vi sembrava che tutto quello che avete imparato nel catechismo era una teoria astratta che poi veniva smentita dalle vicende della vita; insomma il dubbio e lincertezza hanno bussato alla vostra porta. Innanzitutto voglio ricordarvi che molti dei vostri dubbi non sono veri dubbi, dubbi seri e fondati, sono piuttosto tentazioni, e come sapete le tentazioni vanno semplicemente respinte con atti espliciti contrari, in questo caso con atti di fede. Dovete dire a voi stessi che Ges non ci ha ingannati, e quello che lui ha detto e ha fatto tutto vero, e che volete accogliere il suo insegnamento perch le sue parole sono Parola di Dio, sono spirito e vita, e volete aderire alla sua persona perch il Figlio di Dio. Direte con lapostolo Pietro: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna, e noi abbiamo creduto che tu sei il Santo di Dio. Ma poi dovete ricorrere alla preghiera. La fede un dono di Dio e perci va chiesta e alimentata con una incessante petizione al Signore. Nel Vangelo trovate esempi commoventi di queste preghiere: Signore, aiuta la mia incredulit! Signore aumenta la mia fede! Come sapete, il dono della fede lo riceviamo nel battesimo, ma lo riceviamo come un seme, e come ogni seme deve germogliare, crescere, maturare e dare frutti. La fede ha perci bisogno della grazia, e la grazia viene dalla preghiera. Il pregare, lo dicevamo sopra, gi un atto di fede perch ci rivolgiamo a Dio in quanto crediamo in lui, nella sua bont e nelle sue promesse. Ma la nostra fede viene spesso messa alla prova dalle vicende della vita, dalle tentazioni del Maligno e dal clima di scetticismo che respiriamo in un mondo che ha voltato le spalle a Dio e spesso deride la nostra fede. E allora il momento della preghiera, una preghiera umile, perseverante, che non cede alla stanchezza o al disappunto; vi assicuro che la vostra fede metter le ali, diventer pi forte di ogni dubbio, pi sicura di ogni certezza, perch il Signore Dio e non un uomo, non mente e non inganna, non delude e non lascia inascoltate le suppliche delle sue creature, e anche se vi sembra che sia lontano o che tardi a dare ascolto alle vostre invocazioni, egli vi far sentire la sua presenza accanto a voi: sar l che vi guarda, che vede le vostre necessit e le vostre preoccupazioni, e sentirete nel vostro cuore leco delle sue parole: Non temere; io sar con te e ti custodir in tutte le tue vie, e la pace inonder la vostra anima e con essa la consolazione secondo le parole di S. Paolo: Il Dio di ogni consolazione vi consoler in ogni vostra tribolazione. Fede e preghiera: luna favorisce laltra, reciprocamente, e insieme daranno profondit alla vostra vita di figli di Dio sulla terra.

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15 - Preghiera e testimonianza Che siete anime di preghiera lo deve testimoniare la saldezza della vostra fede, una fede cos salda da esserne santamente orgogliosi. Voglio dire che non vi vergognerete di professarla. Se la vostra fede vera, autentica, sostenuta da una intensa preghiera non avrete paura di nulla e di nessuno. Il vostro amore a Ges Cristo e la vostra adesione a lui non verranno meno di fronte agli ostacoli, allostilit dellambiente, al pericolo di incomprensioni o di derisioni da parte dei vostri amici o conoscenti. Spesso la loro ostilit segno di debolezza, del bisogno di avere complici nella loro miscredenza o nella loro condotta disordinata o poco pulita. Al contrario, la vostra familiarit con Dio e la vostra fede in Ges faranno nascere nel vostro cuore il desiderio di diffondere la dottrina di Cristo nel vostro ambiente di vita, nella vostra attivit pubblica, nei vostri rapporti sociali compreso lambiente famigliare; e tutto questo senza polemica, senza animosit, senza sterili confronti di opinione, ma anche senza compromesi, senza titubanze, senza cedimenti che portino a stemperare la sequela di Cristo in un facile buonismo o ad un comodo perbenismo di facciata. Sar invece la forza del vostro esempio, lintegrit della vostra condotta, lamabilit del vostro dire teso a incoraggiare, a illuminare, a dare fiducia, che vi render coraggiosi testimoni della verit, anzi vi trasformer in un altro Ges che passa accanto a quanti incontrate quotidianamente nella vostra vita e che saranno attratti dalla vostra serenit e dalla vostra gioia. La preghiera infatti e la comunione con Dio vi far seminatori di pace e di allegria, di quellottimismo cristiano che ha le sue radici nella fede, cio nella convizione che Dio ci ama e non abbandona mai le sue creature. Non nascondete dunque la vostra identit di figli di Dio, la vostra condizione di credenti, di discepoli di Cristo; non abbiate rispetti umani o complessi dinferiorit anche se dovete soffrire qualche incomprensione o magari persecuzione e disprezzo per la vostra fede. Dai tempi di Ges il cristiano costretto ad andare contro corrente nel mondo, a vivere in contrasto con la logica mondana e ad essere un testimone scomodo del Vangelo di Cristo. Ricordate che milioni di fratelli nostri hanno pagato col sangue la loro fedelt a Ges e alla propria vocazione cristiana. La preghiera sar la vostra forza, la vera risorsa che supplir ai limiti e alle debolezze alle quali soggetta la nostra povert umana, e vi troverete vincitori. Non dimenticatelo mai: la disgrazia pi grande che pu capitare ad un uomo sulla terra trovarsi lontano da Dio. Ditelo ai vostri amici!

16 - Nostalgia di Dio e preghiera Quando, dunque, vi esorto ad essere uomini spirituali, in definitiva vi chiedo di essere uomini di orazione, che sanno parlare con Dio e frequentarlo, perch lo conoscono, comprendono i suoi disegni di amore verso gli uomini e sanno mettere questi disegni nella propria vita. Mi ha sempre impressionato profondamente un passo del profeta Isaia che contiene un rimprovero carico di dolore rivolto da Dio al suo popolo: Il bue conosce il suo proprietario e lasino la greppia del suo padrone; ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende (Is.1,3). Fratelli miei, sono gli animali che non pregano, perch non conoscono Dio, non comprendono. A noi sono stati dati intelletto e libert e con essi possiamo aprirci a Dio con amore, e soprattutto ci stato dato uno spirito di figli nel quale gridiamo Abb, Padre!. Non possiamo ignorare o dimenticare questa altissima

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dignit nostra che ci colloca - soli tra tutti gli esseri del creato visibile - davanti a Dio, capaci di conoscerlo, ascoltarlo, amarlo e servirlo. Non sentite dentro di voi lanelito urgente di superare i limiti della materia, di salire oltre le angustie del corpo, di uscire dalle maglie di una mera psicologia meccanicistica e aprirvi alla vita dello spirito, a tutte le sue esigenze e a tutto il bisogno di trascendenza che esso contiene e che non si appaga se non nellincontro con Dio? Non mortificate le nobili aspirazioni della vostra anima, non tenetela prigioniera di assillanti preoccupazioni terrene, o di sorde pesantezze del corpo. Dio vi chiede di reagire con forza al tentativo diabolico di quanti vogliono farvi credere che luomo una bestia, che siamo poveri animali destinati a chiudere in un sepolcro ogni nostro destino. Il nobile desiderio di una vita pi alta che abbiamo nel cuore e la nostalgia di Dio - forse inconscia ma insonne - che si nasconde in noi non sono un inganno, non vengono dalla paura o dal bisogno di dare un senso a ci che non lo ha; sono invece il segno inconfondibile che possediamo il germe di una dignit pi alta e ci portiamo dentro il sigillo di Dio. Vi ricordo una delle espressioni pi intense di Giovanni Paolo II: La preghiera rivela tutta la grandezza delluomo. Perch? Perch la preghiera rivela la nostra capacit di conoscere Dio, di parlargli e di innalzarci fino a lui. Chi non prega conduce facilmente unesistenza incollata alla terra e, prima o poi, finir col vivere una vita animale. Non lasciate cadere nel fango questa grandezza che avete ricevuto e che aspira a realizzarsi nella piena comunione con Dio.

17 - La preghiera rimedio alla solitudine Ora potete capire perch chi non prega un uomo solo. Di una solitudine profonda che egli sperimenta nel luogo pi intimo della propria anima, in quella parte di noi cos personale che non pu essere partecipata a nessuno, nemmeno alle persone pi care o agli amici pi intimi. L, dove nessuno ci raggiunge, il nostro io si trova solo con s stesso e con lunica Presenza possibile, quella di Colui che tiene il nostro essere nelle sue mani perch lo ha creato e lo conduce con amore. Quando non c preghiera, questa presenza silenzio, e il cuore si riempie di solitudine. La solitudine, a volte pesante, di chi rimane solo con le sue paure, con i suoi timori, con le sue oscurit, le sue inquietudini o, peggio, con le sue miserie e con i suoi peccati. Allora, un uomo potr anche avere molti impegni che lo assorbono, molti interessi che lo appassionano, molte persone che affollano la sua giornata al punto da apparire sicuro e realizzato, e potr - forse - guardare alla preghiera come ad un infantilismo ridicolo. Non credetegli! Tutto quel chiasso non che un alibi, che pu apparire convincente perch giustificato da contenuti umani anche buoni e apprezzabili, ma che rimane inevitabilmente un alibi; nasconde la paura di guardarsi dentro e di affrontare s stesso, la paura di precipitare in un silenzio interiore che molto simile al vuoto. Si detto che luomo un essere dialogico perch ha bisogno di comunicare; anzi, proprio comunicando che egli pu cogliere s stesso come soggetto nella sua identit di persona. Comunque sia, non c dubbio che il vero dialogo che rivela luomo a s stesso e che rende possibile ogni altro dialogo quello che luomo pu stabilire con il suo Creatore. Quando manca il colloquio con Dio, ogni altra comunicazione si corrompe perch diventa un soliloquio dellio che si confronta, si misura, si inquieta, cerca spettatori o complici, per cadere poi nel bozzolo dei propri discorsi interiori come dentro una tomba. Spesso prende la strada di un soliloquio triste che finisce nel monologo della disperazione. 18

Badate, non sto facendo analisi psicologiche, cerco solo di aiutarvi a comprendere linvito dellapostolo Giacomo: Qualcuno di voi preso dalla tristezza? Preghi! (Gc.5,13). Non c tristezza pi pesante della solitudine del cuore quando si perduto labito della preghiera, perch non c compagnia pi triste di quella che uno fa a s stesso quando si allontanato da Dio; ha infatti perduto lunica presenza che pu strapparlo alla solitudine interiore e al peso della sua miseria Avete mai osservato come il monaco che abita nella cella o nel deserto non vive mai solo, proprio perch lo accompagna una Presenza che non solo gli riempie la vita, ma anche lo unisce profondamente a tutti gli uomini? Ebbene, dobbiamo imparare a non vivere soli nel rumore delle nostre citt, a non perdere mai la presenza di Dio; dobbiamo sforzarci di vivere sempre accompagnati (Escriv), sapendo che il Signore, quando la nostra anima in grazia, abita il centro del nostro cuore. Perci, in tutte le strade e in tutti gli ambienti di questo mondo, quelli puliti e onesti dove un cristiano e un uomo di onore pu vivere, l sempre possibile vivere la presenza di Dio avere con lui un colloquio assiduo e intenso. Perci, ripeteva il Beato Escriv insegnandolo a migliaia di anime: La nostra cella la strada. 18 - Possiamo pregare dovunque Questa abitudine alla presenza di Dio, questa familiarit semplice e intensa con lui non si improvvisa. Ci si arriva, con la grazia di Dio, dopo un lungo esercizio. Perci non disdegnate di ricorrere, se necessario, a una rete di accorgimenti sensibili che vi richiamino immediatamente al pensiero di Dio: passate accanto a una chiesa? - quante ne trovate sul vostro cammino nel centro della nostra citt! - e subito vi viene alle labbra un saluto a colui che l, dentro un tabernacolo, vi attende e vi ama; oppure passate davanti a un luogo in cui sapete che si offende Dio, e magari lo sentite e lo vedete offeso per le strade dove camminate?, immediatamente vi esce dal cuore un atto di amore e di riparazione; aspettate un autobus o fate la fila davanti a un ufficio o dentro un negozio?, ecco che la vostra impazienza pu trasformarsi in preghiera che fa nascere un sorriso di buon umore al posto del cruccio o della irritazione. E come dimenticare le dolci immagini della Madonna dipinte sui muri di molte case? Forse gi le conoscete e tante volte, passando, avete rivolto uno sguardo affettuoso a colei che segue con occhio materno tanta gente che cammina per le nostre strade, forse dimentica di Dio o che porta nascoste nel cuore preoccupazioni e sofferenze. Sono davvero innumerevoli i richiami che possono aiutarvi ad innalzare il cuore a Dio durante la giornata; perfino il saio disadorno di un frate o la tonaca di un prete orami cos poco usuali per le strade della nostre citt secolarizzate - se per qualcuno sono motivo di disagio o di fastidio, possono essere per molti un segno, e a voi che avete fede, possono suscitare nel cuore uninvocazione: Signore, che i tuoi preti siano buoni e fedeli!. Possiamo pregare dovunque e in molti modi: con le parole o senza parole quando ci mettiamo in silenzio davanti al Signore alla maniera del contadino di Ars che stava in chiesa senza dire una parola, e al Santo Curato che gli chiedeva che cosa stesse facendo rispondeva: Lui mi guarda e io lo guardo; possiamo pregare con i sospiri che sono il linguaggio del cuore e rivelano i desideri e le profonde aspirazioni dellanima; possiamo pregare con le lagrime quando le lasciamo cadere come silenziose parole di gioia e di dolore nelle mani di Dio che le raccoglie e le conserva; possiamo far diventare preghiera la fatica, la paura, i contrattempi, le umiliazioni, i successi, le cose che ci mancano e quelle che abbiamo in abbondanzaNon c nulla che possa impedirci di pregare perch

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tutto pu diventare occasione di incontro con Dio, o motivo per innalzare a lui il nostro cuore..

19 - La preghiera nelle nostre case Permettete, ora, che vi ricordi lesercizio della presenza di Dio dentro le vostre case. Ogni abitazione cristiana dovrebbe essere un luogo in cui si onora Dio, si rispetta la sua legge divina e si vive il comandamento evangelico dellamore fraterno. A voi, cari sposi cristiani, a voi genitori, spetta il primo posto in questo esempio di condotta cristiana. Esiste tutto un codice di virt domestiche fatto di mille piccoli dettagli che sono altrettante occasioni per vivere la presenza di Dio. Cos, vi mettete davanti a lui quando dovete prendere una decisione, piccola o grande, che interessi tutta la famiglia; quando dovete intervenire nella condotta dei vostri figli; quando una preoccupazione sembra togliervi la pace o quando cercate di nascondere dietro un sorriso la stanchezza di un lavoro stressante. Innalzerete a lui il vostro cuore per dirgli grazie davanti a tante cose buone che vi circondano in casa, per offrirgli i mille piccoli fastidi della giornata, per chiedergli perdono delle impazienze con cui rispondete alle contrariet della vita familiare; e ancora: una piccola immagine accanto al telefono pu aiutarvi a risparmiare tempo e a non farlo perdere agli altri, a non offendere nella conversazione il prossimo e a ricordarvi di rispondere prontamente al Signore quando vi chiama a un piccolo servizio o a un gesto di carit fraterna.Sforzatevi, insomma, di trovare in tutto loccasione per rivolgervi a Dio, per conservare con lui una familiarit semplice e abituale. Infine, pur evitando di dare allambiente e allarredamento domestico un tono da sacrestia, cercate di trattare con amore e con fede le immagini sacre che avete nelle vostre case; guardatevi da quella specie di tradimento che consiste nel trasformare in semplici pezzi da arredamento immagini che dovrebbero essere un affettuoso richiamo al colloquio con Dio e con la Vergine santa. Senza dire del gesto che sa di sacrilego oltre che di cattivo gusto, di usare il Crocifisso come pendaglio puramente ornamentale e spesso addirittura con laria superstiziosa di chi porta un amuleto contro la cattiva sorte o per difendersi dalla sfortuna.

20 - I momenti della preghiera Ma torniamo di nuovo allesempio di Ges. Egli, che sempre era unito al Padre in tutte le circostanze della giornata, aveva tuttavia dei momenti nei quali, lasciata ogni cosa, si raccoglieva in intima preghiera dedicandosi esclusivamente al colloquio personale col Padre. Ebbene, il Signore si aspetta anche da noi questi momenti di preghiera durante il giorno. Potete pensarli come appuntamenti che egli stesso vi d. Del resto, non pensabile un amore vero senza appuntamenti, senza incontri nei quali una persona effonde i suoi sentimenti pi profondi e la sua confidenza pi intima. Cos ci sono momenti che sono veri appuntamenti col Signore: in essi egli ci parla e ci ascolta, noi gli apriamo il nostro cuore ed egli ci offre la sua grazia e la sua amicizia. Convincetevi che senza questi appuntamenti quotidiani con Dio la nostra anima si addormenta, il nostro cuore, che ha bisogno di amore, cerca altri cammini che non portano a Dio; finiremo incagliati in sabbie mobili che ben conosciamo per averle altre volte incontrate in compagnia dei nostri egoismi, della nostra sensualit e della nostra vanit. 20

Dovranno essere appuntamenti precisi e su orario, perch non possiamo trattare il Signore con superficialit, lasciando i nostri incontri con lui in bala del capriccio e dellimprovvisazione, delle nostre voglie o non-voglie, della inconsistenza delle nostre emozioni o della labilit dei nostri stati danimo. Non con le sole buone intenzioni che si cammina nella vita cristiana, occorrono propositi concreti e decisi che si possono controllare e verificare, soprattutto al momento della nostra confessione e dellesame di coscienza.

21 - La preghiera del mattino Permettetemi, dunque, di richiamarvi alcuni di questi momenti di preghiera. Gi li conoscete perch fanno parte dei normali mezzi della vita cristiana, e per averli voi stessi praticati molte volte. Il primo momento , ovviamente, quello del mattino. Ogni inizio di giornata come un appuntamento col Signore che deve trovarci pronti, decisi a servirlo nelle occupazioni e nei doveri che ci attendono nella giornata secondo il nostro stato: in famiglia, in ufficio, in fabbrica, a scuola, nel negozio... Alzatevi, se occorre, un po prima del necessario, per trovare quellistante di calma per raccogliervi alla presenza di Dio e offrire a lui un nuovo giorno della vostra vita. Non basta un segno di croce anche se, fatto adagio e con fede, una bellissima preghiera - ; prendetevi qualche istante per rivolgervi a Dio e dirgli: Signore, tutto quello che oggi mi passer tra le mani per te; fa che non ci sia nulla che ti offende nei miei pensieri, nelle mie opere e nei miei sentimenti; accompagnami con la tua grazia e con la tua presenza perch io possa darti gloria e lasciare una traccia di bene ovunque passer.... Ditegli questo e altre cose, senza ipocrisia, in modo che ci sia nelle vostre parole quello che vi sforzate di mettere nelle vostre azioni.

22 - La preghiera della sera Il momento mattutino di preghiera richiama laltro momento, quello serale. Chiudere la giornata con alcuni istanti di preghiera ancora la consuetudine che maggiormente resiste nel popolo cristiano. Approfittatene, e cercate che non diventi una cosa di pura abitudine; reagite al sonno e alla stanchezza, mettetevi davanti al Signore per fare con lui un breve rendiconto della vostra giornata: Signore, che ne pensi tu della mia vita di oggi?... e subito verranno alla vostra mente le molte cose buone che il Signore vi ha dato, accanto a quelle che, invece, voi avete trascurato o trascinato per malavoglia o con poco amore, e a quelle non buone che sono venute dalla vostra debolezza e dai vostri cedimenti. Vi salir al cuore un umile atto di contrizione e di amore, e un proposito sincero di lottare pi generosamente il giorno dopo. Terminerete poi raccomandando il vostro riposo alla Vergine, nostra madre, e agli Angeli che custodiscono la vostra casa. La fedelt a questo incontro serale con il Signore e lefficacia del vostro esame di coscienza dipendono da come passate le ultime ore della vostra giornata. Se sciupate le ore serali in cose oziose o egoistiche, in occupazioni vuote o alienanti - penso alla stupidit di tanta televisione! - o, peggio, vi lasciate andare a cose che offendono Dio, mancherete al vostro appuntamento col Signore o, se ci sar, la vostra preghiera rester superficiale, affrettata, ridotta a qualche formula recitata con le labbra ma non col cuore.

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Santificate dunque le ore serali dedicandovi alla vita familiare, a incontri di amicizia con intento gioioso e positivo, a riunioni formative, a eventuali compiti o responsabilit sociali o civili. Allora la preghiera serale sar la gioiosa conclusione delle vostre fatiche e santificherete il tempo notturno entrando nel riposo con lanima serena e con la pace di Dio nel vostro cuore.

23 - L orazione mentale Un terzo momento di preghiera - senza dubbio tra i pi importanti - il momento dellorazione mentale. I maestri della vita spirituale intendono per orazione mentale quella particolare forma di preghiera che si esprime in un colloquio interiore, non solo della mente ma del cuore, e perci intimo e affettuoso con Dio, fondato sul senso vivo della nostra filiazione divina e sullamicizia personale con Ges, Maestro e Signore. Parlarvi dellorazione mentale una delle cose pi urgenti e pi consolanti nella vita cristiana, e non bastano certamente le poche righe di una lettera. Ma quandanche vi scrivessi un intero trattato - che del resto molti santi e maestri di vita interiore hanno gi scritto e ai quali vi rimando esso resterebbe lettera morta e non susciterebbe un solo movimento del vostro cuore senza la vostra personale esperienza. Per capire lorazione mentale bisogna decidersi a dedicarvi ogni giorno un po di tempo. Vincete, se necessario, la pigrizia, la malavoglia, o lidea che lorazione sia una cosa riservata ai preti e alle monache; una cosa per uomini e donne del mondo, come voi, che vivete nel lavoro e nelle vicende della vita quotidiana accanto a tanti uomini vostri fratelli con i quali condividete problemi, ansie e nobili aspirazioni umane, realt che per mezzo della vostra orazione possono diventare cose divine. Penso particolarmente ai giovani che hanno lanimo ancora aperto, capace di freschezza e di donazione, che hanno il cuore assetato e disponibile allamicizia forte e sincera, i quali troveranno in questo rapporto personale e intimo con Cristo orizzonti insospettati per la loro generosit di propositi e di decisioni. Scegliete il luogo pi adatto. Ges stesso ci suggerisce: Quando preghi, entri in camera tua e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto... (Mt.6,6). Cos lintimit della vostra casa pu diventare il luogo dellintimit con Dio, anche se il luogo privilegiato per lorazione rimane sempre la chiesa, davanti a un tabernacolo ben visibile e adorno. Non lasciate in abbandono i tabernacoli delle nostre chiese, dove il Signore continua la sua presenza sacramentale a pochi metri dalle vostre case, dalle vostre piazze, dai vostri uffici e negozi. Riservate, poi, allorazione mentale un tempo vivo della giornata; non la sera quando il sonno comincia ad appesantire la vostra mente e si fa sentire nelle membra tutta la stanchezza del giorno. Ricorrete anche allaiuto di un buon libro di lettura spirituale che offra un sano e ricco nutrimento alla vostra anima, illumini di luce pi profonda la vostra mente sulle verit della fede e sia stimolo per conoscere meglio voi stessi e ci che Dio si aspetta nella vostra vita spirituale. Infine, non lasciatevi dominare dagli ostacoli esterni: il disordine della giornata, le molte cose da fare, non tutte importanti, con le quali troppo facilmente vi scusate di non avere tempo; lo spirito mondano che vi fa credere lorazione un inutile bigottismo e, non ultime, le assurde insinuazioni di certi cristiani impegnati i quali vi diranno che perdete tempo, che lo rubate ai vostri doveri verso il prossimo, che vi ripiegate in un egoistico intimismo, mentre urgente darsi da fare. Respingete ogni tentazione e siate perseveranti nonostante tutto.

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Vi metterete cos su un sentiero che quello dellumilt, della fede e della croce del Signore, un cammino che ha come meta la piena identificazione con Cristo, la santificazione della vita quotidiana in un servizio autenticamente efficace per il regno di Dio,. a vantaggio di tutti i fratelli. Come in tutte le cose, i primi passi di questo cammino possono costarvi, ma se sarete perseveranti, vincendo le difficolt, il Signore vi dar luce e grazia, e raggiungerete una crescente intimit con lui, perch il cammino dellorazione altro non che linoltrarsi della vita intima di Dio. Arriverete cos a stabilire con lui uninteriorit tutta nuova e capirete cosa significa quel: Gustate e vedete come buono il Signore, beato luomo che in lui si rifugia. (Sal.33).

24 - Pregare con la Parola di Dio. Un altro momento di preghiera offerto dallincontro con la Parola di Dio. C un incontro comunitario, ufficiale, che quello della Liturgia, come avviene nella prima parte della Santa Messa che detta appunto Liturgia della Parola. Ma quello che qui voglio ricordarvi lincontro personale con la Parola di Dio nella lettura quotidiana del Vangelo. Penso che tutti conserviate nelle vostre case una Bibbia o almeno il Nuovo Testamento. Tenetelo a portata di mano, nel soggiorno o nella vostra camera, e dedicate ogni giorno alcuni minuti alla lettura di qualche pagina del Vangelo. Fatelo in maniera ordinata, cominciando dallinizio, e soprattutto raccoglietevi, prima della lettura, per un istante alla presenza del Signore: il Vangelo infatti non soltanto un libro da leggere, soprattutto una Persona viva che vi parla. E Ges, ed lui che dovete conoscere e ascoltare. Spesso sentirete il desiderio di chiedergli: Signore, cosa volevi insegnarci quando dicevi queste cose e queste parabole ai tuoi discepoli o alle folle, e quando compivi questi gesti e questi miracoli?. E immaginerete di essere anche voi presenti a quella scena, mescolati tra la gente o vicino a Pietro, a Filippo, a Giovanni, a Giacomo: anche voi sorreggete il paralitico per portarlo al Signore, anche voi distribuite i pani alle folle, o vi unite ai pastori che vanno a contemplare il bambino nella grotta... Fratelli miei, questo comportamento non infantile, adatto, al massimo, ai vostri bambini che vivono di fantasia; invece una realt stupenda perch Ges vivo, oggi, adesso; la sua parola e la sua vita sono attuali e dobbiamo entrarci dentro con lintelligenza e col cuore se vogliamo innamorarci veramente di Ges Cristo. Vi rendete conto che la vita di Ges deve ripetersi in qualche modo nella vita di ciascuno di noi e che siamo chiamati a renderlo presente in tutti gli ambienti in cui viviamo? Con le parole del santo Josemaria Escriv ripeto a ciascuno di voi: Come vorrei che il tuo comportamento e la tua conversazione fossero tali che tutti, nel vederti o nel sentirti parlare, potessero dire: Ecco un uomo che legge la vita di Ges Cristo! (Cammino n.29). Inoltre nelle famiglie cristiane di un tempo, oltre al Vangelo, i nostri vecchi leggevano frequentemente le vite dei santi. Oggi una consuetudine ormai scaduta anche perch non esiste pi una letteratura agiografica consona alla nostra sensibilit e alla mentalit moderna. Ed un male perch i santi sono nostri fratelli che hanno incarnato in modo eroico, sia pure in modelli e circostanze che non sempre possiamo imitare, il Vangelo e la vita di Cristo, cos da essere per noi stimolo e incoraggiamento. Chi pu dimenticare figure colossali come S.Agostino, S.Francesco dAssisi, Santa Caterina da Siena, Santa Teresa dAvila e altre, stupendamente umane e moderne, come S.Tommaso Moro, S.Pio X, e tante altre meno note ma ugualmente splendide per lesempio e per la santit di vita? Potreste, comunque, leggere i loro scritti e le loro 23

opere che possono farvi da guida utile e soprattutto sicura, non inquinata, nel vostro cammino spirituale.

25 - La preghiera pi grande: la Santa Messa E veniamo al momento pi intenso e culminante della nostra preghiera: la santa Messa. Vi ho gi ricordato che lEucarestia la pi alta e sublime preghiera che mai sia stata fatta sulla terra, perch lo stesso sacrificio compiuto da Ges sulla croce. La Chiesa scaturita ed cresciuta sempre intorno allEucaristia e lo stesso avviene per la vita spirituale di ogni cristiano. Perci la Santa Messa chiamata dal Concilio Vaticano II: Fonte e apice di tutta la vita cristiana. Vorrei che questa espressione fosse anche per voi non solo un richiamo a tutta la meravigliosa dottrina teologica intorno alla Santa Eucaristia e alla Santa Messa, ma vorrei che fosse anche unesperienza gustosamente vissuta nella vostra vita di discepoli del Signore. Fare della Santa Messa il centro della vita spirituale vuol dire portare a Dio, attraverso il sacrificio del suo figlio Ges, consegnandola nelle sue mani trafitte, tutta la vostra giornata: il lavoro, la fatica, le gioie, gli affetti, le preoccupazioni e anche le vostre debolezze e, insieme, nutrendovi del Corpo dolcissimo di Cristo che diventa cibo e viatico per il vostro cammino, identificarvi con lui facendovi testimoni del suo amore nel mondo, e significa anche prendere la croce del Signore e piantarla in mezzo a tutte le attivit umane. Perci, quando qualcuno mi dice che ha la fede, che crede con tutta convinzione nel Signore ma non frequenta o frequenta solo raramente la Santa Messa, devo rispondergli che la sua fede ben poca cosa, che ben lontana da quella fede che trova nellEucaristia non solo il suo mistero pi alto - misterium fidei - ma anche la sua consumata perfezione nellamore: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui (Gv. 6,56). Fratelli miei, desiderate la Messa, amate la Messa, vivete la Messa. Esiste un comandamento del Signore che ci ordina di santificare il suo giorno ed esiste un precetto grave della Chiesa che indica nellincontro di ciascuno e di tutti con lEucaristia il modo insostituibile di santificare la domenica e le altre feste indicate dalla Chiesa. Ebbene, invitandovi caldamente a compiere con sincerit e umilt questo atto di obbedienza a Dio e alla Chiesa, vi esorto anche:Non fate le cose soltanto quando vi sono comandate, non limitatevi strettamente al precetto, liberate lamore dentro il vostro cuore, lasciate agire la fede viva e forte che accende il desiderio della santit e di una vita generosamente cristiana; il Signore viene verso di voi con labbondanza del suo amore e dei suoi doni, non rispondete come gli invitati della parabola lasciando cadere linvito, non chiudetevi dentro lindifferenza o linsensibilit che trovano facili scuse per sottrarsi allamore. Se voi conoscete solo la misura indicata dallobbligo, come potete capire il Signore che conosce la misura dellamore? Nelle nostre chiese vi vengono offerte tutti i giorni sante messe nelle ore pi comode e pi accessibili: al mattino per le persone che possono disporre del mattino, come le madri di famiglia, gli anziani...; al pomeriggio per le persone che possono disporre del pomeriggio; alla sera per coloro che, terminato il lavoro, sulla strada di casa possono godere di questo incontro con il Signore e portare a lui le fatiche della loro giornata. Fratelli miei, un giorno il Signore ci chieder conto di tante possibilit che egli vi ha offerto e di cui, forse, abbiamo profittato cos poco. Cercate infine di partecipare alla Santa Messa con le migliori disposizioni interiori: raccoglimento, lumilt, la contrizione; combattete la fretta fermandovi per qualche minuto di ringraziamento e lottate contro le distrazioni penetrando con la fede il 24

rito che seguite con i sensi. Pensate alla fortuna enorme che abbiamo - un dono stupendo della sua misericordia - di poter raggiungere, oggi, il Signore Ges nel mistero pasquale della sua passione, morte e risurrezione, e vedere cos compiersi in noi la sua salvezza. LEucaristia, annullando tanti secoli e tanta distanza, ci rende il Signore cos vicino da poterlo toccare e mangiare, da potergli dire le cose pi intime come se sentissimo il battito del suo cuore divino. Che il Signore vi aiuti a capire tutto questo; vi dia purezza di fede e generosit di amore, perch non avvenga che Egli debba aspettare inutilmente sul suo altare i vostri appuntamenti mancati.

26 - Pregare Maria, nostra Madre Infine voglio ricordarvi il momento mariano nella nostra vita di preghiera. La Madonna il sorriso materno di Dio. Dio lha predestinata ad essere la Madre del suo Figlio Unigenito, Ges Cristo, nostro Redentore. Perci dove c Ges, l trovate anche Lei, sua Madre, e non potete separare il Figlio dalla Madre. Ges poi ha voluto che Maria diventasse anche Madre nostra. Non c dunque vita cristiana senza di lei. Gli appuntamenti con la Madonna possono essere diversi e ognuno di voi ha certamente il suo modo personale di onorare la Vergine. La piet cristiana ha inventato lungo i secoli una grande variet e ricchezza di espressioni per cantare il suo amore alla Madonna. Ve ne ricordo due tra le pi tradizionali e diffuse nel popolo cristiano: lAngelus e il Santo Rosario. Sono forme complete di piet mariana, perch sono preghiera, meditazione e contemplazione. LAngelus ricordo e meditazione del mistero della Incarnazione del Figlio di Dio che prende la nostra natura umana nel grembo verginale di Maria Santissima. Da quel momento il tempo ha preso unaltra dimensione, quella divina, e noi al centro della giornata, a mezzogiorno, ricordiamo questo mistero rivolgendoci a Maria con le stesse parole dellAngelo Gabriele. E come riconoscere che il tempo, cio i nostri giorni, la nostra vita, sono misurati dal tempo di Dio, che il tempo della salvezza. Alla Madonna piace molto questo saluto che, una volta assai diffuso nel popolo cristiano, sopravvive ora nella piet personale di molti fedeli e negli ormai tradizionali Angelus domenicali del Papa con i pellegrini in Piazza San Pietro. Non dobbiamo farci riguardo di interrompere per qualche momento, a mezzogiorno, il nostro lavoro per rivolgere a santa Maria il saluto dellAngelo accompagnandolo col nostro affetto filiale. Riguardo al Santo Rosario, penso sia gi abbastanza noto a tutti voi; si tratta forse di capirlo pi profondamente. Non credete al solito pregiudizio della monotonia e delle facili distrazioni; due che si amano possono dirsi mille volte le stesse cose. Il Rosario dedicare un quarto dora a nostra Madre dicendole cose belle e rivivendo con lei i misteri della vita di Ges. Per capire il Santo Rosario dobbiamo farci piccoli, lasciarci prendere per mano dalla Madonna e percorrere insieme con lei le vicende gioiose, dolorose e gloriose della vita di Cristo. Sforzatevi dunque di pregare il santo.Rosario facendovi semplici come i piccoli; il risultato sar di innamorarvi di Cristo, e a poco a poco i misteri della sua vita resteranno come ricordi vivi e attuali dentro la vostra anima. Usate la fantasia, limmaginazione, il cuore. Se necessario adoperate i tempi morti: i viaggi, i momenti di attesa...; e qualche volta, ad esempio nel sabato o nelle vigilie delle feste mariane, recitatelo in famiglia; vi assicuro che la Madonna non mancher di benedire le vostre case. Cercate, dunque, di alimentare dentro il vostro cuore una tenera devozione verso la Madonna, e non dimenticate che: A Ges si va e si ritorna sempre per Maria. 25

(Cammino n.495). Perci affidatevi a lei come figli, vogliatele bene, invocatela frequentemente, onorate le sue immagini e salutatela tutte le sere con lAve Maria prima di mettervi a letto, perch conservi casta la vostra giovinezza e pulito il vostro amore coniugale.

27 - Preghiera e unit di vita Vi ho ricordato finora alcuni tra i principali momenti di preghiera che possono entrare nella vostra giornata e che appartengono alla tradizionale piet della Chiesa. Sono momenti che possono e devono articolarsi con tutta naturalezza nel tessuto della vostra vita quotidiana, amalgamandosi col lavoro, con la vita familiare, con i rapporti sociali, con gli impegni culturali e civili, con i momenti dello svago e dello sport. Non permettete dunque che rimangano come dei corpi estranei, messi l forzatamente, in contrasto col resto delle vostre occupazioni come se rubassero tempo e attenzione agli altri vostri doveri; finirebbero cos per diventare un disturbo e un intralcio alla vostra vita quotidiana e non gioverebbero alla vostra vita di cristiani. Fratelli miei, possediamo un cuore solo e con questo unico cuore dobbiamo amare Dio, le persone care e le cose buone di questo mondo. Non potete andarvene per questa terra interiormente divisi: il Signore da una parte e le vostre occupazioni dallaltra. Essere cristiani tutti di un pezzo significa, appunto, questo: vivere lunit di vita. Come i punti di una circonferenza sono tra loro legati da un unico riferimento: il centro, cos tutti i momenti della giornata nella vostra vita di cristiani devono avere un unico centro: Dio. Se, invece, ci fosse in voi una doppia vita, quella del vostro rapporto con Dio e quella delle vostre occupazioni quotidiane, ciascuna indipendente e separata dallaltra, cos che tra i momenti di preghiera e il lavoro e la vita familiare e tutto il resto non ci fosse continuit o almeno sintonia, ma ci fosse invece frattura o magari, dissonanza e contraddizione, allora verrebbe a mancare laspetto pi profondo della coerenza cristiana. Dite al Signore che volete vivere per Lui, con Lui e in Lui ventiquattro ore al giorno, senza per questo lasciare le vostre occupazioni ordinarie e i vostri compiti giornalieri; in altre parole chiedetegli di diventare anime di preghiera e di contemplazione, anime che hanno messo Dio al centro nella propria vita di ogni giorno. E questo lunico modo per non esser anime divise, lacerate, anime nevrotiche.

28 - La preghiera di lode Ed ora, prima di concludere queste riflessioni e questi suggerimenti, vorrei ricordarvi alcune forme di preghiera attraverso le quali la Chiesa ha costantemente espresso la sua piet liturgica e che possono dare contenuto ai sentimenti pi profondi dellanima verso Dio. Innanzitutto la preghiera di lode. E la forma pi pura e pi elevata di preghiera perch in essa ci rendiamo conto della grandezza di Dio; una grandezza che sapienza, potenza e bont profuse senza limiti in tutte le sue opere, opere che si rivelano alla nostra intelligenza in tutto il loro traboccante splendore. Lanima presa allora dallo stupore e da un gaudio profondo, e dal suo intimo prorompe linno della lode e dellesultanza che pervade tutti i suoi sentimenti verso Dio. Pensate che questa sar lunica forma di preghiera che esprimeremo in Paradiso. E perci la preghiera pi pura e pi disinteressata perch si rivolge a Dio per il solo 26

motivo della sua gloria, perch Egli Dio e Signore. La Sacra Scrittura ricchissima di luoghi dove si canta la lode di Dio e si inneggia al suo Nome. Moltissimi salmi hanno espressioni traboccanti di lode e tutti i personaggi che sono stati testimoni diretti della grandezza di Dio hanno proclamato la loro esperienza in un cantico di lode al Signore. Ricordate Mos, Anna, Davide, molti Profeti, Zaccaria, padre di Giovanni il Battista, il vecchio Simeone, ma soprattutto, in forma unica e stupenda, la Madonna nel suo Magnificat. Di solito la preghiera di lode corale perch esige la partecipazione; essa, cio, coinvolge il coro di tutte le creature come in un concerto a distesa. Perci la Liturgia delle Ore, che Liturgia di Lode, una recita corale e viene celebrata dalla Chiesa come popolo sacerdotale. Ma vorrei che tutti noi coltivassimo anche quella preghiera personale di lode che nasce dallo stupore dellanima quando essa viene a trovarsi a tu per tu col Signore e sperimenta la grandezza della misericordia divina riversata in lei come un fiume. Lincontro con Dio, quando autentico e profondo, non rovinato dalla superbia, causa sempre stupore nella creatura che sperimenta nella sua debolezza tutta la forza del suo creatore, e si sente a lui vincolata con legami dolcissimi, ma esigenti. E un trasalire in cui lanima assapora tutta la verit di quelle parole:...perch Egli buono, perch eterna la sua misericordia. Esclamate anche voi con lautore del Salmo: Cantate al Signore un canto nuovo perch ha compiuto meraviglie!(Salmo n.97). Sentirete il bisogno di unire la vostra orazione a quella della Madonna, ancella del Signore, che nella sua umilt trabocca di gioia davanti alle meraviglie della misericordia divina: Lanima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore. Fratelli miei, se vi accorgete che nella vostra preghiera ricorre assai poco la lode di Dio pensate che, forse, vi portate dentro unanima piccola, raggomitolata nelle sue angustie personali, stretta nelle preoccupazioni dellamor proprio, certo unanima rigida, che non sa vibrare di stupore davanti alla grandezza di Dio. Fatela uscire dai suoi piccoli orizzonti, che si affacci a contemplare con occhi pieni di luce le meraviglie di Dio e sciolga la sua voce unendosi al cantico di tutte le creature, del cielo e della terra, in una lode che la riempir di giovent e di letizia, che la condurr a riscoprire lo splendore delle sue origini: la mirabile Sapienza, Potenza e Bont del suo Dio. Aiutatevi recitando spesso e con gusto linno: Gloria a Dio nellalto dei cieli fermandovi con lanimo appassionato sulle parole: noi ti adoriamo, ti benediciamo, ti glorifichiamo... per la tua gloria immensa!.... E imparerete a pregare con diversa convinzione il Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo...!.

29 - La preghiera di ringraziamento La lode di Dio porta immediatamente al ringraziamento, perch fa parte della lode riconoscere che tutto dono. Per questo, lode e ringraziamento vanno spesso insieme. Ges rimprover nove dei dieci lebbrosi per non essere tornati, dopo la guarigione, a rendere gloria a Dio; e il cantico di ringraziamento pi noto nella Liturgia incomincia proprio con la Lode Te Deum laudamus!. Fratelli, dobbiamo imparare a ringraziare; a farlo non per abitudine come se fosse una formalit, e non solo con le labbra, ma col cuore, profondamente convinti che tutto il bene - ed tanto! - ci viene da Dio. Un cuore grato un cuore gioioso. Guardatevi perci dalla tristezza: un brutto tarlo che consuma a vuoto le energie del cuore e lo rende incapace di gratitudine. Noi siamo cos facili a lamentarci! Basta una piccola cosa che non va e subito ci dimentichiamo delle tante cose buone che il Signore ci ha dato; 27

basta una piccola contrariet, un malumore, una difficolt della giornata e gi non vediamo pi tutto il bene che il Signore ci mette a disposizione. Abituatevi, dunque, a rendere grazie di tutto, molte volte al giorno, delle cose buone e di quelle meno buone, perch sempre potete trasformarle in quella amabilissima Croce del Signore che fonte di salvezza e di benedizione. Del resto - scrive San Paolo - sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio... (Rom.8,28). Avete mai osservato quanto siamo esigenti noi in fatto di gratitudine? Come ci ferisce e ci addolora la mancata riconoscenza per il bene che abbiamo fatto? Non siate cos col Signore! Dite spesso dal fondo del cuore, con sincerit: Ti rendo grazie, o Signore, per tutti i tuoi benefici. Vi assicuro che sono tanti, innumerevoli, perch sono molto pi i benefici che non conosciamo che non quelli di cui ci rendiamo conto. Siamo avvolti dallamore di Dio e dalla sua benevolenza come una creatura nel grembo materno. A questa sua benevolenza dobbiamo poi rendere grazie con speciale gratitudine per quel dono commovente e immenso che Egli ci fa continuamente: il perdono dei nostri peccati. Tutte le volte che ha messo la pace nella vostra coscienza, dicendovi con le parole del Sacerdote: Confida, ti sono rimessi i tuoi peccati, va in pace, avete sperimentato che non c dono pi grande di questa misericordia che perdona. Non dimenticatelo, conservatene profonda e grata memoria tutti i giorni della vostra vita. E infine ringraziate per i doni che vedete nei vostri fratelli. Fuggite linvidia e la gelosia che sempre vengono da un cuore angusto e mediocre. Ringraziate per il bene che vedete negli altri e gioite per i doni che il Signore dispensa in tanti fratelli vostri; sappiate che in cielo la felicit di uno sar motivo di gioia per tutti. Se coltiverete la gratitudine verso Dio, vivrete la gratitudine anche fra di voi e sentirete il bisogno di farvi del bene gli uni gli altri, non vantando diritti o privilegi, n difendendo gelosamente le vostre comodit personali, ma trattandovi con larghezza e magnanimit per ringraziare il Padre vostro celeste che largo e magnanimo verso tutti.

30 - La preghiera di riparazione La lode e la gratitudine sono un dovere di giustizia verso Dio, anche se nei nostri rapporti con Lui non possiamo parlare di giustizia in senso stretto. Ora, nella nostra vita, siamo stati ingiusti con Lui molte volte, tutte le volte che gli abbiamo negato la nostra obbedienza di creature e il nostro amore di figli; dobbiamo perci sentire il bisogno di tributargli unumile e sincera riparazione. Questa riparazione possibile solo attraverso Ges, nostro salvatore, che per riparare i nostri peccati salito sulla croce offrendosi vittima al Padre. Chi pensa che Ges sulla croce ce lhanno messo gli altri e che lui non centra e che, non avendo mai fatto nulla di male, ha le mani pulite di quel Sangue innocente, o si inganna tremendamente o un presuntuoso bugiardo. Questo stesso atteggiamento abbiamo noi quando non sentiamo il dovere della riparazione e della espiazione. E vero che si offre riparazione soprattutto con la vita, cio con le opere di penitenza e con le opere di misericordia. Con la penitenza chiediamo al corpo e allo spirito, attraverso la mortificazione dei sensi e la mortificazione interiore, di espiare il male commesso seguendo le passioni disordinate come la vanit, laccidia, la sensualit, lintemperanza nel cibo e nei divertimenti, ecc- da sempre nella Chiesa stata praticata lespiazione con digiuni, veglie e penitenze corporali che per noi, oggi, consisteranno soprattutto nelle piccole mortificazioni quotidiane -, mentre con le opere di misericordia 28

cerchiamo di restituire a Dio, attraverso il servizio materiale e spirituale al nostro prossimo - lelemosina copre una moltitudine di peccati - quello che noi gli abbiamo negato per soddisfare i nostri egoismi e le nostre comodit. Per, anche vero che le opere di penitenza e le opere di misericordia non hanno lefficacia di una vera espiazione se non vengono da un cuore contrito e non esprimono un atteggiamento interiore di amore a Dio e di preghiera. Perci abituatevi a rivolgere frequentemente al Signore giaculatorie e atti di riparazione; il Vangelo e la liturgia penitenziale possono suggerirvi molte di queste espressioni; Piet di me, o Dio, secondo la tua grande misericordia. Signore, contro di te ho peccato, abbi piet e misericordia di me!, Signore Ges, abbi piet di me peccatore!... Inoltre, pratiche pie tradizionalmente legate alla riparazione sono la Via Crucis e lOra di adorazione. Cos pure, quando vedete o sentite offendere Dio, vi verranno spontaneamente alle labbra, senza rumore di parole, le espressioni pi affettuose della contrizione e della riparazione. Ma, come gi vi ho ricordato, la preghiera di riparazione pi alta ed efficace rimane sempre la S. Messa perch il sacrificio stesso di Ges sulla croce che ha riparato abbondantemente i peccati del mondo. Offrite e fate celebrare Sante Messe in riparazione dei vostri peccati, unendole poi alla penitenza e alle opere di misericordia, e otterrete dal Signore che non usi con noi la sola giustizia - chi potrebbe salvarsi? - ma che apra su ciascuno e su tutti gli uomini le braccia della sua misericordia.

31 - La preghiera di domanda Ed eccoci, infine, alla preghiera di petizione o di domanda. Domandare il gesto pi spontaneo di chi povero, e noi davanti a Dio siamo talmente poveri che abbiamo bisogno di tutto, di ci che non abbiamo e anche di ci che gi abbiamo perch tutto riceviamo da Lui. Egli il Signore. Perci, la preghiera di domanda un atto di umilt con il quale ci collochiamo al nostro posto di creature e alziamo le mani verso Colui che origine e datore di ogni dono, e insieme un atto di fede con il quale ci mettiamo, come figli fiduciosi, nelle mani del nostro Padre celeste che ci ama e ci nutre. Avete qui espresse due fondamentali condizioni della preghiera di domanda: la fede e lumilt. Quando esse vengono a mancare, tanta nostra preghiera rimane inefficace, col pericolo per noi di restare quasi frustrati nei nostri desideri e nelle nostre attese. Vi rendete conto allora come mai la forma di preghiera che il Signore ci raccomanda con pi insistenza nel Vangelo sia proprio la preghiera che pi ci risulta spontanea e frequente: la preghiera di domanda. Chiedete ed otterrete, cercate e troverete, bussate e vi sar aperto (...) Qualunque cosa chiederete al Padre nel nome mio, Egli ve la conceder, ... chiedete ed otterrete, affinch la vostra gioia sia piena, Tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, voi lo otterrete. Questi ed altri passi del Vangelo vi ricordano quali sono le condizioni per lefficacia delle nostre petizioni al Signore.

32 - Chiedere con fede La mancanza di fede la cosa di cui il Signore si lamentato di pi con i suoi Apostoli: Uomini di poca fede, perch dubitate? Fratelli miei, noi facciamo unoffesa al Signore dubitando. Non pu accadere di chiedere una cosa a Dio con fede umile e sincera senza che egli ci ascolti, perch Dio non un uomo; Egli la bont 29

misericordiosa e lOnnipotenza fedele, e non pu venir meno a s stesso. La sua fedelt per sempre (Salmo 144). Il Signore si impegnato con noi e ci ha ripetutamente promesso che avrebbe ascoltato le nostre preghiere: ...mi invocherete, e io vi esaudir... (Ger.29,12); ora, Dio non pu mentire ed sufficientemente potente per compiere fino in fondo ci che ha promesso. Passeranno il cielo e la terra, ma non cadr una sola promessa di Dio. Alimentate dunque nel vostro cuore questa speranza, che devessere certezza piena e assoluta, perch pi vera una sola Parola di Dio che non tutte le nostre esperienze messe insieme. Se qualche volta vi sembra di non ottenere quello che chiedete, dubitate di voi stessi, non di Dio. Vi assicuro che il Signore accoglier la vostra supplica e non tarder ad esaudire la vostra preghiera, soprattutto se accompagnata dalle lagrime dellumilt e della penitenza. Ci che rende impotente la nostra preghiera la debolezza della nostra fede. Se per vi accorgete che la vostra fede debole, non scoraggiatevi. Quello che potete fare ricorrere, allora, allintercessione della Madonna; aggirate, in certo senso, lostacolo dicendo a Dio: Signore, io non ho fede, ma non tenerne conto, puoi ascoltarmi guardando alla fede di mia madre, Santa Maria, che mi ama e ti prega per me.

33 - Chiedere in unione con la Chiesa Il Signore ci ha poi suggerito di unirci insieme nella preghiera, di chiedere cio unanimemente, tutti uniti, la stessa cosa, con le stesse intenzioni (Mt.18,19-20). Penso ad esempio alle vostre famiglie: a voi genitori quando vi unite a chiedere la stessa cosa per i vostri figli e insieme con loro chiedete la stessa cosa per tutti: la vostra preghiera moltiplicherebbe la sua efficacia davanti a Dio. Quando, infatti, la vostra famiglia si unisce nella preghiera, il Signore in mezzo a voi e prega con voi. Penso anche a una parrocchia; se tutti pregassimo uniti chiedendo per le stesse intenzioni, come crescerebbe lefficacia della nostra orazione! E questo il significato della Preghiera dei fedeli che facciamo nella Santa Messa. Infine, pensate alla Chiesa intera: tutti i cristiani uniti, come popolo e come famiglia di Dio, a chiedere al Signore le stesse cose; tutti uniti facendo nostre le intenzioni del Papa, chiedendo con forza quello che lui chiede...: un immenso clamore di petizioni si leverebbe dalla terra verso il cielo e provocherebbe la misericordia di Dio su tutta lumanit. E il Cristo totale che prega: Ges in mezzo alla sua Chiesa. E, questo, un modo stupendo di vivere lunit allinterno della Chiesa, quellunit che il Signore ha chiesto per noi: Che siano tutti una cosa sola... consumati nellunit Dite spesso al Signore: O Signore, mi unisco alla S.Messa che ti offre oggi il Papa, mi unisco alle sue intenzioni e ai suoi desideri, ti chiedo quello che lui ti chiede e per questo ti offro questora di lavoro, questa piccola contrariet, questa fatica. Niente commuove di pi il cuore di Dio di questo mare di suppliche che pu salire a Lui dalla Chiesa unanime. Ricordate la scena commovente narrata negli Atti degli Apostoli, quando Pietro fu chiuso in carcere dai Giudei: tutta la Chiesa innalzava unanime a Dio la sua preghiera per lui (At.2,42), e ricordate anche losservazione che fa S.Luca sulla primitiva comunit cristiana: tutti erano assidui nella preghiera, animati da uno stesso Spirito. (At.1,14). Concludo con le parole di Giovanni Paolo II: C una enorme necessit di orazione, dellorazione grande e incessante della Chiesa; esiste la necessit dellorazione fervente, umile e perseverante. Lorazione il primo fronte dove si scontrano, nel nostro mondo, il bene e il male. Lorazione apre il cammino al bene e serve per superare il 30

male. Lorazione ottiene la grazia divina e la misericordia per il mondo. Eleva gli uomini alla dignit che ha dato loro il Figlio di Dio, quando uniti con lui ripetono: Padre nostro. (27 agosto 1980).

34 - Chiedere con umilt Orazione, diceva il Papa, fervente, umile, perseverante. Dunque lumilt: bisogna chiedere con umilt. Non possiamo andare al Signore con larroganza di chi pretende come se avesse diritti, di chi chiede esigendo come se gli fosse dovuto. Un cuore umile si rivolge a Dio sapendo di non avere alcun titolo per essere esaudito, non meriti, non virt, non opere buone n alcunaltra qualit che possa dare forza alla sua preghiera; di nostro abbiamo solo il peccato. Per, lumile sa di essere figlio di Dio. E questo lunico titolo che abbiamo, e ci stato dato da Lui; perci lumile conta sulla bont e sulla misericordia infinita di suo Padre, e va a lui con il Sangue divino di Ges nelle sue mani; e confida anche nellappoggio e sullintercessione di Maria, madre sua. Perci, lumile si fa santamente audace nella preghiera, domandando al Signore le cose pi grandi, pi belle, le pi impossibili, perch non misura la domanda sulla propria indegnit, ma sullinfinita potenza di Dio e sulla sua paterna bont. La preghiera dellumile allora semplice, non si affida alle molte parole, a frasi sonanti o a espressioni di effetto, come se volesse far colpo richiamando lattenzione di Dio. Molte volte gli basta una sola parola: Signore, vedi?..., e mettendosi in silenzio davanti a lui, denuda le proprie piaghe e gli mostra la propria miseria. Ricordate il lebbroso del Vangelo? Gli si prostra innanzi con profonda umilt e gli mostra senza vergogna le sue piaghe: Signore, se vuoi, puoi mondarmi!. Vedete la semplicit e la fede! Se accompagnerete con lumilt la vostra preghiera e le vostre domande al Signore, attirerete su di voi la sua bont, sulle vostre necessit la sua benevolenza e sulle vostre miserie la sua infinita misericordia.

35 - Chiedere con perseveranza Infine, lumilt vi porter ad essere perseveranti; la perseveranza unaltra condizione per lefficacia della preghiera. Anche qui, Ges stato assai esplicito. Ricordate le parabole dellamico importuno e del giudice iniquo nel Vangelo di San Luca? (Lc.18,1-8; 11,5-10). E necessario perseverare nella preghiera senza stancarsi mai, perch se un giudice iniquo si decide a rendere giustizia a una vedova che lo importuna, quanto pi il Padre celeste ascolter i suoi che gridano a lui giorno e notte! Alle volte il Signore tarda ad ascoltarci perch vuole far crescere la nostra fede, vuole convincerci che abbiamo in tutto bisogno di lui e vuole che purifichiamo le nostre intenzioni e le nostre richieste, perch sempre lorazione deve procedere da un cuore puro e da un animo retto. NellApocalisse la preghiera dei Santi paragonata ad un caso che va riempiendosi di suppliche finch non sia colmo. Dobbiamo perseverare e attendere con pazienza che il nostro vaso di orazioni si colmi e allora la grazia di Dio traboccher sui nostri desideri e li porter a compimento. C un tempo di Dio anche nellorazione e solo la fede viva e lumile perseveranza lo possono accelerare. Persevera nellorazione. Persevera, anche se la tua fatica sembra sterile - Lorazione sempre feconda (Cammino n.101).

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36 - Chiedere certi di ottenere Infine, dobbiamo chiedere convinti che il Signore ci conceder quello che gli domandiamo. Ges ce lo assicura con il linguaggio pi commovente e convincente: Chi tra voi al figlio che gli chiede un pane dar una pietra? O se gli chiede un pesce, dar una serpe? Se voi dunque che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto pi il Padre vostro che nei cieli dar cose buone a quelli che gliele domandano! (Mt.7,9). Vedete? La certezza di essere ascoltati nasce dal saperci figli di Dio. Fratelli cari, ecco il vero fondamento della nostra fiducia: la filiazione divina. Molti uomini se ne vanno per il mondo con la mentalit di orfani o di minorenni in attesa di una maggiore et per potersi appoggiare alle proprie forze e alle proprie risorse, o aspettando la fortuna di circostanze favorevoli sulle quali fondare le proprie sicurezze. Noi siamo chiamati a vivere con mentalit di figli, figli forti e responsabili, ai quali il Signore ha affidato la responsabilit del mondo, ma sempre figli che si appoggiano su di lui, sulla sua forza e sulla sua grazia. Non vergognatevi di considerarvi figli piccoli, bambini che hanno nel loro padre una fiducia cieca e assoluta, che si affidano a lui anche quando non capiscono, anzi, proprio quando si trovano in mezzo a fatti che non capiscono perch sembrano assurdi e ingiusti. Sanno invece che Dio non inganna, che non insensibile alla nostra fiducia filiale, e che non c luogo pi sicuro delle sue braccia forti e tenere anche quando rimprovera e punisce. Non possiamo dubitare di Dio e della sua fedelt: dobbiamo imparare a rivolgerci a lui convinti che egli ci ascolta, chiedendo con la certezza viva di ottenere e insieme con la fiduciosa disposizione di abbandonarci a lui per tutto quello che Egli disporr per noi. Se saprete abbandonarvi cos, come bambini piccoli, non resterete delusi; il Signore sopravanzer i vostri desideri e le vostre attese e vi riempir di sicurezza e di pace.

37 - Il fascino della figura di Ges Avviandomi ora a concludere queste riflessioni che, sia pure attraverso i fogli di una lettera vogliono essere una conversazione fraterna e paterna con ciascuno di voi nella calda ospitalit delle vostre case, desidero ricordarvi ancora che lunico mio desiderio quello di animarvi a crescere nella vostra fede e di farvi riscoprire la figura amabilissima di Ges Cristo, figlio di Dio e nostro Salvatore, che si fatto per noi cammino e salvezza, perch in lui si compiuta la nostra pace. Carissimi, se il Signore ci attira cos poco perch siamo ciechi, perch voi e io, siamo cos miopi che la sua figura ci appare sbiadita, evanescente, lontana; abbiamo una specie di cataratta sugli occhi dellanima e il volto di Ges ci appare appena visibile, come unombra, inespressivo, quando addirittura non deformato. Credetemi, se purificheremo i nostri occhi, se li laveremo col collirio della contrizione e del pentimento, se ci avvicineremo a lui attraverso il sacramento della penitenza e della conversione, si aprir il nostro sguardo e ci apparir chiaro e luminoso il suo volto, quel volto che ha affascinato i pescatori di Galilea trasformandoli in apostoli, quel volto che ha innamorato i santi e che ora rende felici gli Angeli del cielo; succeder anche a voi quello che accadde allapostolo San Giovanni quando, dopo la risurrezione, nella seconda pesca miracolosa, saccorse, lui, lapostolo-vergine, che quella figura sulle rive del lago, tra le brume del mattino, era Ges e, preso da un sussulto grid: E il Signore!. Anche per voi, se aprirete il vostro cuore alla preghiera, allumilt e al pentimento, si scioglieranno 32

le brume fredde dellindifferenza, si diraderanno le nebbie del dubbio e scoprirete il Signore, vi apparir pi nitido il volto amabile di Ges, e griderete anche voi con la fede e con lamore del discepolo prediletto: Sei tu, Ges, il mio Signore!.

38 - Preghiera: fonte di gioia Fratelli miei, Dio ci vuole felici, cio vicini a lui, fedeli ai suoi Comandamenti e impegnati a farci del bene gli uni agli altri. Nella vita incontrerete difficolt, conoscerete debolezze e sbandamenti, ma non dovete mai dubitare di Dio. Se non lo lasciate voi, egli non vi abbandoner mai, e qualunque cosa vi succeda, tornate da lui con il cuore umile e contrito ed egli vi guarir da tutte le vostre ferite. Termino questa lettera nella festa di Cristo Re. La Chiesa ha voluto che questa festa concludesse lanno liturgico per ricordarci che Ges il Primo e lUltimo, lA e la Zeta, colui che ha la prima e lultima parola su ogni cosa: infatti il Figlio di Dio, nostro salvatore, che ci ha chiamati a partecipare alla sua gloria nel cielo. Sia dunque, il Signore Ges, colui che apre e chiude ogni vostra giornata, ogni vostra azione, ogni vostro desiderio e progetto. Lasciatevi trovare da lui, lasciatevi condurre, lasciatevi amare. Egli, che venuto a portare la salvezza, vi condurr per cammini di pace, quella pace che viene dalla vittoria e dalla gioia della croce. In questa liturgia di Cristo Re, non ho da lasciarvi parole pi vibranti di quelle che Giovanni Paolo II ha rivolto a tutto il mondo nel giorno di inizio del suo pontificato: Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potest aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civilt, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa dentro luomo. Solo lui lo sa. Oggi cos spesso luomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Cos spesso incerto del senso della sua vita su questa terra. E invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi, - vi prego, vi imploro con umilt e con fiducia - permettete a Cristo di parlare alluomo. Solo lui ha parole di vita, s! di vita eterna. La Madonna - Porta del cielo - sia di ogni vostra casa la Porta dolcissima attraverso la quale possa entrare per tutti voi la pace e la salvezza di Cristo Ges.

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Se tu conoscessi il Dono di Dio...!

Il tesoro della Santa Messa.

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PRESENTAZIONE

Mezzogiorno. Ges seduto vicino al pozzo di Giacobbe nei pressi di Sichem. Il lungo viaggio da Gerusalemme lo ha caricato di stanchezza e di sete; sembra cercare riposo e un po dacqua fresca per ristorarsi, ma in realt arde in lui una sete pi profonda che lo ha spinto ad un viaggio ben pi lungo, il viaggio estenuante di chi disceso dal Cielo per cercare e salvare ci che era perduto. E Dio che viene in cerca dell'uomo, e lo aspetta all'incrocio di tutti i suoi smarrimenti, al pozzo di tante dottrine umane e di tante realt terrene che non hanno saputo placare nessun desiderio della sua assetata inquietudine. Ed ecco la Samaritana, con la sua brocca sulla testa. E' l'umanit con le sicurezze della sua Ragione, lumanit che si prostituita a innumerevoli divinit come una donna che si lasciata ingannare da tanti mariti. E' l'umanit smarrita e confusa, ma anche presuntuosa e superba. E Dio si fa umile davanti all'uomo:Dammi da bere!. Sono di fronte la sete di Dio e la sete dell'uomo. Ges sa che nel cuore di Dio l'unica sete quella di salvare l'uomo, di ricuperare la creatura che porta il sigillo della sua immagine. Ma sa anche, Ges, che una sete falsa e illusoria spinge luomo su strade che portano a pozzi di acque mondane, mentre l presente l'Acqua vera, la sola che pu appagare la sua sete e dargli la vita eterna: ... l'acqua che io gli dar diventer in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna. Ma l'uomo non lo sa, non ricorda, forse non pu o non vuole capire. A questa umanit smarrita si rivolge Ges con un profondo sospiro : Se tu conoscessi il dono di Dio!.

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Se tu conoscessi il Dono di Dio! Amico, anche per noi Cristo qui, davanti a te e a me, come davanti ad ogni uomo che cerca una sorgente per la sete della sua anima. Sono molti gli uomini che non sanno chi Colui che si ferma in mezzo alla loro strada, davanti alla loro sete; non sanno chi Colui che afferma: Io sono la Via, la Verit, la Vita. Colui che dice loro: Prendete e mangiate, questo il mio Corpo sacrificato per voi!. Sono molti gli uomini che non conoscono Cristo e molti che non lo vogliono incontrare. E tu...? Lo conosci? E se lo conosci, credi in Lui? Cerchi in Lui la Sorgente d'Acqua viva, il Pane disceso dal Cielo, il Dono di Dio per la tua Vita Eterna? E nell'Eucaristia che trovi tutto questo. LEucaristia la sorgente che deve irrigare di grazia la tua anima, il Pane che sulla terra deve sostenere il tuo cammino di cristiano, il Dono prezioso che ti arricchisce davanti a Dio. Se tu conoscessi...!

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Vorrei suggerirti di pensare allEucaristia, pi concretamente alla S. Messa, come a un brillante d'infinito valore. Sta a te saperlo incastonare nella tua vita, collocarlo al centro della tua giornata, come un diamante destinato a illuminare di luce divina la tua esistenza quotidiana.

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Se tu conoscessi il dono di Dio!... e chi Colui che ti dice: "Io sono il Pane vivo, disceso dal Cielo! Se uno mangia di questo pane vivr in eterno." (Gv. 6,51). Le riflessioni che trovi in queste pagine vogliono essere un piccolo viaggio che facciamo insieme per conoscere un po meglio il Dono di Dio: lEucaristia, e riscoprire il tesoro prezioso lasciatoci da Cristo: la S. Messa. Ges disceso dal Cielo, venuto a cercarti e vuole insegnarti la strada della salvezza e della felicit; egli ti offre il Pane vero e l'Acqua viva per toglierti alle ghiande amare del figlio prodigo e alle tristi pozzanghere della terra.

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INTRODUZIONE

Le statistiche parlano di una frequenza alla Messa domenicale che, oggi in Italia, non arriva al 20% dei cristiani. In Francia e in altri paesi europei le statistiche sono ancora pi allarmanti. La fascia di popolazione maggiormente rappresentata in queste percentuali negative quella dei giovani-adulti, con le motivazioni pi diverse, ma che rivelano, tutte, non solo una caduta verticale della fede cristiana unita ad una pressoch totale ignoranza del significato e del valore dei Sacramenti, ma anche un triste oscuramento della coscienza religiosa. Ebbene, amico mio, mi rivolgo a te e a tutti coloro che hanno abbandonato o comunque non partecipano abitualmente alla liturgia domenicale e rinnovo a te la domanda che ho rivolto a tanti: Perch? A parte coloro che non hanno ricevuto alcuna formazione religiosa e si capisce perci il loro comportamento, per tutti gli altri la risposta pressoch unanime: Non lo so! E cos. Gi, cos. Non esiste infatti un vero perch. O meglio, in quel Non so! si nasconde la vera risposta che solo alcuni hanno avuto la sincerit di manifestare apertamente: Non ne sento il bisogno Non minteressa. Non ne sento il bisogno: vale a dire, il criterio fondamentale che orienta le mie scelte e il mio comportamento il bisogno, dove per bisogno sintende linclinazione verso ci che piace , ci che attira la mia comodit, il mio interesse o la mia vanit. Del resto il consumismo soddisfa ampiamente tutte le mie necessit, da quelle pi futili a quelle pi sofisticate. Di che altro posso aver bisogno? Come vedi, il materialismo pratico, cos largamente diffuso nella mentalit oggi dominante, ha talmente soffocato le aspirazioni nobili e profonde dello spirito da farti pensare, una volta soddisfatti tutti i bisogni materiali, di non aver pi bisogno di altro. Se elimini la dimensione spirituale , religiosa, dellesistenza finirai col vivere una vita a due dimensioni, che nel vocabolario delluomo mondano hanno per nome: il piacere e il profitto; in definitiva vivrai una vita incollata alla terra, e sar non offenderti! una vita animale. Anche laltra risposta: Non minteressa, analoga alla prima con laggiunta di una triste caratteristica: lindifferenza; anchessa, per molti, figlia dellignoranza. Infatti, che importanza pu avere la Messa e quantaltro della liturgia della Chiesa per risolvere, non dico i grandi problemi dellumanit, ma semplicemente le situazioni pi comuni della vita quotidiana, dove entrano in gioco, invece, realt ben pi concrete ed efficaci come la medicina, la politica, leconomia, la tecnica e tutte quelle risorse che luomo ha saputo mettere in atto per rispondere alle esigenze ormai ineludibili delluomo per una qualit della vita pi dignitosa e felice? Anche questi ragionamenti obbediscono alla logica dellegoismo, quellegoismo che rende angusto il cuore, cos da non percepire pi i legami pi profondi, quelli costitutivi del nostro essere come il legame con Dio, e insieme rimpicciolisce i sentimenti cos da non comprendere pi la logica dellamore. Per aiutarti a capire ti chiedo: Te la sentiresti di ripetere quella risposta a tua madre, a colei che ti ha portato in grembo e ti 37

ha amato prima che tu nascessi, che ti ha cresciuto attraverso notti insonni e sacrifici senza numero e che disposta in ogni momento a dare tutta s stessa per il tuo bene, te la sentiresti di dirle: Non minteressi? O ad un amico che avesse messo a repentaglio la sua vita, o avesse speso tutte le sue sostanze, i suoi averi e tutti i suoi beni per tirarti fuori da una situazione disperata, per liberarti dalle mani di aguzzini o risparmiarti la galera, te la sentirseti di dirgli: Non minteressi?. Ebbene, rispondere a Cristo, che ha dato s stesso per te, che ha sparso tutto il suo sangue per pagare i tuoi conti con Dio e per meritarti la felicit, quella vera, quella duratura che appaga pienamente il cuore, rispondergli: Tutto questo non mi interessa, pensabile solo se hai perduto ogni sentimento degno delluomo o hai sepolto sotto una triste ignoranza la consapevolezza delle tue origini e del tuo destino. Davvero torna a proposito il lamento di Cristo alla Samaritana: Se tu conoscessi dono di Dio! In queste condizioni non ti resta che pregare Dio perch illumini la cecit del tuo cuore e tu possa riscoprire la tua identit di creatura relativa a Dio, e di peccatore redento dalla croce di Cristo. Se smarrisci queste due verit non potrai capire pi nulla non solo della S. Messa, ma anche del significato stesso della tua esistenza sulla terra.

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PREMESSE DA NON DIMENTICARE

Persone perbene Mi rivolgo ora a te che in qualche misura credi, e che, almeno sultuariamente, frequenti la Messa domenicale. Forse ti capitato talvolta di pensare che per essere buoni cristiani basta credere in Dio e comportarsi bene nella vita. L'importante - si dice non fare del male agli altri, rispettare tutti, compiere con coscienza il proprio dovere..., il "resto" ha importanza relativa; se uno si sente di farlo..., se ne ha il tempo o la voglia, ma non cos necessario. E il "resto" comprende anche "frequentare la chiesa, confessarsi, andare a Messa...". S, ogni tanto, nelle occasioni solenni, ci vogliono anche queste cose, sono formalit molto utili, ma l'essenziale rimane sempre quel "comportarsi bene nella vita". Allargando il ragionamento, si arriva a giustificare, in nome della buona condotta, situazioni gravemente sbagliate. Succede, ad esempio, che un figlio venga giudicato un "bravo ragazzo" perch non si droga, non perde esami a scuola, abbastanza educato...; "E' vero, - commenta rassegnato il genitore - non va tanto (cio mai!) in chiesa, convive con la sua ragazza..., ma sa come sono i giovani oggi!...". Anche qui la cosa giudicata importante comportarsi da persone civili, educate, che non fanno male a nessuno; insomma, ci che conta "comportarsi bene nella vita". Il ragionamento perfettamente in linea con il moralismo laico, che pretende affermare una morale senza Comandamenti. Simili ragionamenti, se confrontati con la verit morale proclamata nei Comandamenti e con il fine soprannaturale al quale Dio ha voluto chiamare luomo, appaiono come un errore tremendo. Essi nascondono linganno diabolico di credere che basti la "buona condotta" di persone civili per considerarsi giusti; in altre parole - con termini cristiani - credere di poter andare in Cielo con le nostre forze, di guadagnarci la Vita Eterna con le nostre benemerenze terrene, con l'attestato di "persone perbene" che non hanno mai fatto male a nessuno.

La vita cristiana Ricordi quel fariseo, scrupoloso osservante della Legge mosaica, citato nel Vangelo da San Luca? Ragionava pressappoco cos: "Signore - diceva - io non faccio male a nessuno: non sono ladro, adultero, ingiusto..., digiuno, pago le tasse..., e dunque...". Dunque, concluse Ges, quell'uomo usc dal tempio non giustificato. Infatti: - quand'anche fossimo persone perbene, noi, davanti a Dio, siamo miserabili peccatori bisognosi di salvezza; e "se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la Verit non in noi". (1 Gv.1,8) 39

- la vita propria del cristiano non consiste essenzialmente nella buona condotta morale, ma in "qualcosa di divino" che gli viene dato in dono, una "vita nuova", soprannaturale, che riceve da Dio. "In verit ti dico, se uno non nasce di nuovo dall'Alto, da acqua e Spirito Santo, non pu entrare nel Regno di Dio." (Gv.3,5) - infine per il cristiano il "comportarsi bene nella vita " ha un solo nome: santit, che non si limita a rispettare scrupolosamente un "codice di buon comportamento", ma osserva i Comandamenti di Dio (tutti!) e tende alla pienezza dell'amore di Dio e del prossimo fino all'eroismo.

Il piano divino della salvezza Ora, la santit e la salvezza sono opera di Dio. Dio solo infatti santo, e uno solo il Signore: Ges Cristo. Ges stesso ricordava ai suoi discepoli: "...senza di me non potete far nulla.... Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca..." Capisci? Senza Ges, senza un rapporto intimo con Lui, non possiamo nulla, non siamo nulla, a nulla valgono le nostre "opere di giustizia". San Paolo, che pur raccomandava ai primi cristiani di presentarsi come "modelli di buona condotta in tutto", e "zelanti nelle opere buone", scriveva a Tito: "(Dio) ci ha salvati, non in virt di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia, mediante un lavacro di rigenerazione... nello Spirito Santo, effuso abbondantemente su di noi per mezzo di Ges Cristo, Salvatore nostro, perch giustificati dalla sua grazia, diventassimo eredi della vita eterna." (Tt. 3, 4-7) L'Apostolo ci ricorda, qui, gli elementi costitutivi essenziali per una vita autenticamente cristiana: la Giustificazione, cio la remissione dei peccati; la Grazia, cio la Vita divina che ci viene data dall'Alto e la Carit, cio la capacit di vivere con pienezza l'amore di Dio e del prossimo. Ebbene, tutto questo, assieme alla Gloria, che la Beatitudine eterna nel Cielo, ce l'ha meritato Ges con il suo sacrificio sulla croce. E' questo il piano divino voluto da Dio per la nostra salvezza, e Dio lo attua in ciascuno di noi attraverso i Sacramenti.

Nella Chiesa e mediante la Chiesa Si parla perci di una "economia sacramentale" che Cristo ha affidato alla sua Chiesa.Sono i sette Sacramenti, ognuno dei quali ci viene dato "Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo", perch Dio stesso che opera nella nostra anima. Nel Battesimo ci fa nascere come figli di Dio; nella Cresima ci fa testimoni di Cristo e della sua verit; nella Confessione, tribunale di grazia e di misericordia, ci comunica il perdono dei peccati; nellUnzione degli infermi fa della malattia e della nostra sofferenza la sofferenza stessa di Cristo. Ecco poi i Sacramenti del Matrimonio e del Sacerdozio, che ci abilitano ad essere collaboratori del Dio-Vivente nel servizio alla vita, quella naturale (attraverso lamore umano) e quella soprannaturale (attraverso il sacerdozio ministeriale) Ma soprattutto nellEucaristia, centro di tutti i sacramenti, che noi veniamo fatti partecipi della pienezza del mistero di Cristo attraverso il suo Corpo sacrificato e il suo Sangue versato per noi. Ben a ragione esso viene indicato come centro e radice della vita cristiana. 40

Vita cristiana dunque, cio la vita di Cristo in noi; essa non pu essere che opera dello Spirito Santo, il quale agisce nella Chiesa e mediante la Chiesa attrverso i suoi Sacramenti. Se dunque questa la strada voluta da Dio per condurci alla vita eterna, non possiamo cercarne altre, anche se Dio conosce infinite e misteriose vie per salvare gli uomini, vie che, comunque, passano attraverso Cristo e da Lui derivano la loro efficacia, rimanendo Egli l'unico Salvatore di tutti.

Grazia santificante Dunque, amico mio, quelle famose "formalit": andare in chiesa, accostarsi alla Confessione, partecipare alla Messa..., non sono affatto delle formalit, sono invece "fonte e culmine" della tua vita di cristiano. Le opere buone, le opere di giustizia e di bene, il tuo impegno di comportarti nel mondo con una condotta irreprensibile e degna, tutto questo diventa un "agire cristiano" solo se il tuo "essere" intimo stato rigenerato, trasformato nell'essere stesso di Cristo. Il catechismo chiama questa trasformazione Grazia santificante; un tesoro che non ha prezzo, che divinizza la tua anima, e ti fa camminare in questo mondo come un altro Cristo.

Il dono divino Purtroppo, queste realt enormi, divine, noi le possiamo avvilire nel formalismo e banalizzare nella routine, e possiamo anche comportarci in modo incoerente, in contrasto con la grande dignit che esse ci conferiscono; ma questo dipende da noi, dalla nostra superficialit, pigrizia, o anche dalla nostra mancanza di formazione. E cos pu accadere che realt divine, capaci di salvare il mondo e trasformare il cuore dell'uomo, non incidano per niente nella tua anima e non cambino la tua vita. Cerca dunque di reagire alla routine: respingi la pigrizia, l'abitudine, l'egoismo, apriti a Ges mediante la fede e cercalo nei Sacramenti della Chiesa se vuoi trovare la salvezza, perch la salvezza viene solo da Dio. Quale sorte amara la tua se, credendoti persona perbene e a posto, scoprissi un giorno che, in realt, hai creduto solo in te stesso e nel bene da te compiuto!.., e sentirti dire, alla fine: "In verit ti dico, non ti conosco" (Mt, 25,12).

Centro della vita cristiana Le riflessioni che trovi in queste pagine vogliono aiutarti a mettere l'Eucaristia a fondamento della tua vita cristiana, perch Cristo possa, con la sua grazia, trasformare il tuo cuore e cambiare la tua vita. Se ti deciderai a prendere sul serio la tua vocazione impegnandoti a cercare il Signore con umilt e perseveranza, arriverai ad amare la Messa fino a desiderarla e a guadagnartela anche tutti i giorni. Non esagerazione o cosa da vecchiette perditempo, un impegno per anime forti che hanno capito l'amore di Dio e vogliono vivere sulla terra non vita animale ma vita divina, la meravigliosa avventura di figli di Dio.

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IL PRECETTO

Libert: dire si al Signore Un motivo che pu creare pregiudizio e difficolt per la assidua partecipazione alla Messa domenicale l'esistenza di un "precetto" della Chiesa che obbliga in modo grave a santificare la festa anche con la S. Messa. D'accordo - si dice -, queste sono cose molto importanti, ma appunto per questo devono rispondere a un bisogno interiore ed essere lasciate alla libera spontaneit del nostro animo; perci, imporle con un precetto compromettere la loro autenticit, col rischio di farle diventare una forzata ipocrisia. Quando non immaturit tipica dell'adolescenza, anche questo ragionamento nasconde un inganno diabolico: col pretesto della sincerit o di una presunta libert che le farebbe da garanzia, si difende un vero e proprio rifiuto a Dio, un no alla sua iniziativa d'amore. Rifletti bene e ti renderai conto che troppe volte noi facciamo le cose senza volerle. Ci lasciamo condizionare, ad esempio, dagli stati d'animo e crediamo libert il capriccio, la malavoglia, la pigrizia; ci lasciamo condizionare anche dall'ambiente o da circostanze esterne: l'opinione corrente, i modelli di vita, le cose che si "devono" fare...; siamo infine condizionati - cos facilmente! - dal sonno dell'abitudine e rischiamo di agire non per volont ma per inerzia. Invece dobbiamo fare le cose perch vogliamo farle; solo cos diventano nostre, o meglio, diventano espressione della nostra libert. Perci l'unico motivo che pu spingerti ad "andare a Messa" questo: perch lo vuoi, perch sai che rispondi a un comandamento di Dio che ti chiama alla sua stupenda iniziativa di amore e di salvezza. La libert, infatti, responsabilit, capacit di rispondere di s al Signore.

La fede obbedienza Ma torniamo per un momento a quel "credere in Dio e comportarsi bene nella vita". Hai provato a riflettere seriamente sul significato di questa espressione: "credere in Dio"? San Paolo scrive che la fede obbedienza, l'atteggiamento con cui l'uomo si rimette a Dio, si fida e si affida a lui; perci si lascia guidare dalla sua parola di verit, accoglie docilmente i suoi comandamenti e segue Cristo che venuto nel mondo per obbedire al Padre e compiere la sua volont. L'obbedienza a Dio esprime la fiducia della creatura nel suo Creatore con la certezza assoluta che Dio non inganna. Perci, obbedire a Dio significa "volere" anche noi quello che lui "vuole", convinti che egli vuole solamente ci che bene per noi. La disobbedienza a Dio diventa, cos, miserabile stoltezza e ottusa stupidit. Ed anche un'assurda ingiustizia, perch giusto, nel diritto, riconoscere Dio per quello che egli : nostro Creatore e Signore.

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Obbedienza di creature Dobbiamo allora guardarci dallopinione corrente che vuole la libert fine a s stessa. La "libert per la libert" non ha senso dal momento che tutto il nostro essere "relativo"; , cio, vincolato da un rapporto esistenziale e assoluto con Colui che origine e fondamento di ogni essere vivente. Come dire che tutto in noi mezzo, libert compresa; Dio solo fine, l'Alfa e l'Omega di ogni realt, la pienezza di ogni cosa. Vedi dunque che Dio ti ha dato una volont intelligente perch tu possa obbedirgli, e ti ha dato la libert perch la tua obbedienza fosse amore e non schiavit. Ricordalo sempre: l'unica volont che non ti fa schiavo la volont di Dio; rifiutarti a questa amabilissima obbedienza significa finire, inevitabilmente, schiavo di qualcosa o di qualcuno, se non altro di te stesso; e non c' tiranno peggiore del proprio io quando dominato dalla superbia e dalle passioni.

Obbedienza per amore L'obbedienza, dunque, vale non perch sentita ma perch voluta, anche contro voglia, ma per amore. Allora l'obbedienza diventa anche atto di adorazione a Dio, Creatore e Padre. Questo ha fatto Ges sulla croce; il suo sacrificio fu l'obbedienza totale al Padre e fu anche l'atto supremo di amore. Perci l'obbedienza a Dio l'esercizio pi alto della nostra libert e il momento pi vero della nostra dignit. Tutto questo vuole ricordarti la Chiesa con il suo "precetto". Non un capriccio autoritario bens il consapevole esercizio del suo servizio pastorale; essa ti richiama alla tua realt di creatura bisognosa di salvezza e alla tua responsabilit di uomo cercato e redento dall'amore di Dio. Non essere, dunque, superficiale, o immaturo; lsciati condurre dalla fede e da una coscienza forte e libera, capace di obbedire e perci capace di amare. Non fare come gli invitati della parabola al banchetto nuziale del Re. E' sempre brutto mancare agli appuntamenti, ma quando l'appuntamento lo d il Signore, allora il rifiuto anche offensivo della sua bont e della sua misericordia. E rischi di perdere il suo dono per sempre!

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LA PREPARAZIONE ALLA SANTA MESSA

Ostacoli alla vera piet Ogni cosa grande e importante richiede un'adeguata preparazione. La Santa Messa ha una sua preparazione prossima che si fa in chiesa nella parte introduttiva del rito. Ma c' anche una preparazione remota che comincia gi uscendo di casa, anzi va vissuta molto prima. Preparazione remota, infatti, non significa lontana ma sempre in atto, come un pensiero costante che ci accompagna lungo la giornata o lungo la settimana. La Messa dovrebbe essere come un sole che splende su tutta la tua giornata, la illumina e la riscalda dallalba al tramonto in tutto quello che fai. In ogni caso, ci che devi senz'altro evitare di andare alla Messa "a freddo", in fretta, all'ultimo momento, cio senza alcuna preparazione, e in pi col rischio di arrivare in ritardo. A parte quella norma elementare di educazione che ci obbliga alla puntualit con le persone, qui si tratta di rispetto e di seriet con Dio e insieme di delicatezza verso i nostri fratelli ai quali il nostro ritardo arrecherebbe un fastidioso quanto ingiusto disturbo. E poi la fretta. Se c' una cosa incomprensibile, anzi incompatibile con il mistero che si celebra nella Messa la fretta. Parliamo, qui, della fretta interiore, quella che ti fa guardare l'orologio e ti fa scappare da ci che stai facendo. Davanti all'altare sei come sul Calvario, e diventa assurda qualsiasi fretta che ti aliena dal grande mistero che si sta compiendo. Se non reagisci, non sarai mai un'anima di vita interiore, perch la fretta la tomba della vera piet; tanto meno arriverai a quella intelligenza gustosa delle cose di Dio che la contemplazione. E infine..., triste stare a Messa aspettando che finisca!

Preparazione remota Tutto questo ci aiuta a capire l'importanza della preparazione remota. Se ti sforzerai di vivere per davvero la tua fede, arriverai a poco a poco a pensare tutta la tua vita dentro l'Eucaristia. Ci vuol dire che tutto quello che ti passa tra le mani o costituisce il tessuto della tua giornata: il lavoro, la vita famigliare, le amicizie, le responsabilit sociali..., tutto, compresa la tua persona, deve diventare unofferta a Dio; perci dovrai passare attraverso Ges perch ormai non possibile offrire pi nulla a Dio se non attraverso Ges in unione allofferta che egli ha fatto di s stesso e di tutta la sua vita al Padre a nome di tutta lumanit. Ti chiederai come ci sia possibile. Non lo sarebbe, infatti, se fra te e Ges ci fossero duemila anni di distanza. Ora, nel suo amore senza limiti, Ges ha realizzato un capolavoro di onnipotenza che annulla ogni distanza di tempo e di spazio, e anche ogni estraneit di vita fra te e lui: l'Eucaristia. In essa, per mezzo dei segni sacramentali del pane e del vino, Ges stesso si fa presente, qui e adesso, per te, perch tu possa nutrirti 44

di lui e partecipare alla sua vita, cio al mistero della sua Incarnazione, della sua Morte e Risurrezione. Ci significa che l'Eucaristia attraversa d'un colpo i duemila anni che ti separano da Cristo e, perci, quando esci di casa per andare a Messa, ricordati che vai ad un appuntamento che il Signore ti ha dato venti secoli fa. Sono duemila anni che Egli ti aspetta! (Cammino 537) Non dimenticare che Ges il Figlio di Dio, e lofferta sacrificale che egli ha fatto di s stesso al Padre lavvenimento determinante nella storia dellumanit. Ges riempie il tempo e lo redime, lo pervade da cima a fondo, ricapitolando in s ogni cosa per ricondurre tutto al Padre. Ci significa che il suo Sacrificio, pur consumato nel tempo sul Calvario, appartiene alleternit, e perci Ges pu renderlo presente, qui e adesso, in ogni luogo e in ogni momento, fino alla fine dei tempi. Ges lo stesso ieri, oggi e nei secoli, e loblazione interiore che lha portato sulla croce attuale anche adesso e lo sar per sempre, per tutta leternit. Perci, nellEucaristia, Cristo viene incontro a ciascuno di noi con il suo amore salvifico per assumere nelle sue mani pasquali, piagate e crocifisse, tutta la realt umana della nostra vita e offrirla al Padre. Come vedi, una vera vita cristiana non pensabile senza l'Eucaristia. In questa consapevolezza abituale che ti accompagna lungo la giornata e che ti ricorda di essere contemporaneo di Cristo, anzi - come si esprimeva San Josemaria Escriv "consanguineo di Ges" consiste la preparazione remota alla Messa. Coinvolge perci tutta la tua vita spirituale: la tua fede, la tua orazione, la tua mortificazione e la tua lotta personale per vivere le virt cristiane. Poteva mai il Signore, pur infinitamente potente, fare di pi per noi, perch potesssimo incontrarlo e realizzare con lui la comunione pi intima e ineffabile che solo un amore senza limiti poteva desiderare e attuare. Si capisce allora perch S. Giovanni, prima di narrare listituzione dellEucaristia, scrive che Ges avendo amato i suoi che erano nel mondo li am sino alla fine, fin dove, cio, poteva arrivare un amore onnipotente. E si capisce anche quanto possa ferire il cuore di Cristo la nostra indifferenza, quando per pigrizia o per futili motivi rifiutiamo il suo invito e il suo dono.

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IL RITO LITURGICO

Struttura dei sacramenti Non siamo angeli. Non siamo cio puri spiriti che non hanno bisogno di mezzi materiali per la loro vita e per la loro attivit. Noi uomini siamo fatti di uno spirito incarnato, cio di unanima spirituale e immortale sostanzialmente unita ad un corpo materiale attraverso il quale essa si esprime, comunica e agisce. Il nostro essere quindi insieme spirituale e corporeo, e possiamo dire che tutto ci che arriva alla nostra anima e da essa deriva passa attraverso il nostro corpo. Ora, il Signore, che sa come siamo fatti e rispetta pienamente la nostra natura, quando interviene e opera nella nostra anima lo fa usando mezzi sensibili, materiali, che indicano la sua presenza e la sua azione. Si tratta di cose materiali che unite opportunamente a gesti e parole da una persona abilitata (ministro) costituiscono il rito liturgico della Chiesa. Inoltre gli effetti strettamente soprannaturali dellazione di Dio nella nostra anima non sono oggetto di esperienza, e senza la mediazione di uno strumento sensibile non ne avremmo consapevolezza. Il rito liturgico appunto il luogo dove il Signore si fa presente con la sua azione salvifica che trova nei segni sensibili la sua oggettiva conferma. Nella S. Messa il segno sensibile dato dal pane e dal vino con le parole della consacrazione che il sacerdote pronuncia su di essi. Costituiscono la parte essenziale del rito, ha valore strettamente sacramentale ed immutabile. Laltra parte del rito costituita da elementi che possiamo chiamare accessori e sono rivolti ad aiutare i fedeli a realizzare i fini del Sacrificio eucaristico e a trarre da esso il maggior frutto possibile. Possono perci subire dei mutamenti al fine di adattare il rito alle diverse categorie di fedeli secondo le varie culture e tradizioni, e tenendo conto delle diverse circostanze nelle quali il rito viene celebrato. Vediamo dunque insieme il rito liturgico della Messa perch tu possa partecipare con frutto e con maggiore consapevolezza al grande mistero che si compie.

Riti d introduzione La celebrazione della santa Messa presenta due momenti liturgici fondamentali: la liturgia della Parola e la liturgia del Sacrificio. I due momenti hanno significato diverso: l'uno ha soprattutto lo scopo di suscitare la fede, l'altro di operare in noi la grazia. Ora, la grazia senza la fede impossibile, e la fede senza la grazia morta. Per questo il precetto domenicale sancito dalla Chiesa fa obbligo al cristiano di partecipare al rito eucaristico per intero, per cui se un fedele, senza motivi sufficienti, non partecipasse alla liturgia della Parola, tenuto a supplire a questa lacuna almeno con la meditazione personale del Vangelo. Del resto, ricorderai l'esplicita affermazione di Ges: "Non di solo pane vivr l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Mt.4,4). Abbiamo bisogno del Pane e della Parola; pane la Parola di Dio ed pane il Corpo di Cristo. 46

Questi due momenti fondamentali della celebrazione sono preceduti da alcuni riti di introduzione. Essi sono: - il saluto del celebrante - l'atto penitenziale - il Gloria e la "Colletta"

Siamo Chiesa La cosa che innanzitutto avvertiamo fin dal primo momento, gi entrando nel luogo sacro insieme agli altri fedeli, che siamo "chiesa"; siamo, cio, un'assemblea di "chiamati", convocati da Cristo stesso intorno al suo altare. Non formiamo per un'assemblea alla maniera umana; ci unisce infatti un legame che non di natura sociale o morale o puramente affettiva, non si fonda cio su elementi umani; un legame che nasce dal battesimo. Mediante questo sacramento lo Spirito Santo ci trasforma e ci fa diventare membra di Cristo unendoci al suo Corpo Mistico. Ci rende cos capaci di celebrare, come Chiesa, la Pasqua del Signore. E' dunque un legame che non conosce discriminazioni n differenze di razza, di lingua, di cultura, di censo o di ruolo sociale. L, davanti all'altare, viene meno ogni barriera tra di noi perch Ges che ci unisce. In lui ritroviamo come fratello chiunque abbiamo conosciuto come compagno, collega, straniero o anche nemico: siamo la Chiesa unita al suo Capo, Ges Cristo.

La Messa: azione di Cristo Pertanto, la Messa sempre azione di Cristo e di tutta la Chiesa, anche se celebrata alla presenza di una vecchietta o di un bambino. L'essenziale nella "azione eucaristica", non ci che facciamo noi come assemblea, ma ci che fa Cristo. Lui la Vittima, Lui il Sacerdote, suo il Sacrificio che viene attuato nel sacramento ed lui che fa della nostra assemblea liturgica una "Chiesa che celebra". Il sacerdote stesso non che un ministro il quale impresta la sua voce, le sue mani, la sua stessa persona a Cristo che il vero Sacerdote celebrante. Perci anche se il sacerdote-ministro fosse impreparato o distratto o addirittura indegno la Messa avrebbe ugualmente valore, un valore infinito, perch rimane sempre azione di Cristo che coinvolge nel suo sacrificio tutta la Chiesa. Del resto, tutta la Santissima Trinit presente nel sacrificio eucaristico: infatti per volont del Padre e per l'intervento dello Spirito Santo che il Figlio fatto uomo, Ges Cristo, si offre come vittima di redenzione per i peccati del mondo. Dove c' anche un solo sacerdote con un solo fedele, l sempre Cristo, sommo Sacerdote e Capo di tutta la Chiesa, che agisce mediante lo Spirito Santo.

Giorno del Signore Giorno della Chiesa Tuttavia, questa realt di una Chiesa unita - Capo e membra - diventa pi esplicita e visibile, pi intensamente vissuta, nella Domenica, il "Giorno del Signore". In esso la comunit cristiana si riunisce come Popolo di Dio per celebrare le "opere del Signore". "Tutto ci che Dio ha creato di pi grande e di pi sacro, stato compiuto 47

nella dignit di questo giorno: l'inizio della creazione, la resurrezione del Figlio suo, l'effusione dello Spirito Santo, ebbero luogo in questo giorno. Perci, nessun altro giorno altrettanto sacro per il cristiano quanto la Domenica". (nota della CEI) Il giorno del Signore diventa cos anche il "Giorno della Chiesa" e tu, dietro l'assemblea alla quale ti sei unito, anche se piccola, puoi vedere un popolo di fratelli che ha le tende piantate sotto tutte le latitudini, fratelli di cui non conosci nemmeno il nome ma che sono figli dello stesso Padre del Cielo, hanno la tua stessa fede, il tuo stesso desiderio di luce e di grazia, il tuo stesso bisogno di misericordia e di salvezza, hanno il tuo stesso "sangue", il Sangue di Cristo, Unigenito del Padre e Primogenito di molti fratelli. Questa verit, se tu la tieni presente quando entri in chiesa, ti aiuter a non chiuderti in un gretto individualismo, a non restare in chiesa come un estraneo, come uno spettatore che assiste a ci che fanno gli altri. Lassemblea alla quale ti unisci famiglia, la tua famiglia soprannaturale, quella dei figli di Dio quale tu sei che si uniscono al sacrificio di Cristo e con lui si rivolgono a Dio chiamandolo Padre. Non c momento religioso, non c atto di culto penso ai Gruppi di Preghiera, ai pellegrinaggi, a imponenti processioni, agli incontri di Lettura biblica, ecc. che abbiano un significato e un valore comunitario paragonabile alla Messa domenicale. Non c comunit che sia Chiesa e che renda visibile la Chiesa quanto lo lassemblea liturgica che nel Giorno del Signore si riunisce intorno allaltare per celebrare il sacrificio pasquale di Cristo. Non chiuderti dunque nel tuo isolamento interiore, dilata il tuo cuore, respira a piena anima questa benedetta fraternit che ti comunica la certezza di non essere solo nel tuo cammino verso il Signore.

Il comportamento nella partecipazione Il Sacerdote in questa parte introduttiva del rito, ha soprattutto il ruolo di presidente dell'assemblea liturgica. Dialoga con noi e si fa interprete della nostra preghiera davanti a Dio. E' necessario allora che esprimiamo visibilmente, anche nel comportamento, la nostra partecipazione. Il messale ti ricorda a tale scopo alcune cose che sono piccole, ma hanno l'importanza delle cose grandi: rispondi con voce intelligibile alle preghiere comuni, senza enfasi e forzature, ma con pronuncia chiara e concorde. partecipa allazione comune con gli atteggiamenti indicati dal rito: in piedi, seduti, in ginocchio. Perci non restare in disparte, magari appoggiato alla porta, spettatore muto, quasi estraneo, come se non ti riguardasse quanto sta accadendo intorno a te. infine, non compiere atti di devozione privata, come accendere una candela, seguire altre letture o preghiere personali... Anche il sacramento della confessione non chiederlo durante la Messa se non eccezionalmente. Fa parte del comportamento anche l'abbigliamento con cui ti presenti in chiesa. Deve essere un abbigliamento ordinato, pulito, dignitoso. Fogge stravaganti, eccentriche o peggio irrispettose, come anche un abbigliamento sciatto o troppo "casalingo" non si addicono n ad un rito che riveste solennit e austera grandezza n a quei sentimenti di delicata cortesia, che anche finezza damore, verso Colui che ti ama immensamente e che tu devi considerare come Re e Signore della tua anima. Impara dalla liturgia della Chiesa; essa veste il sacerdote con vesti liturgiche, per quanto possibile, preziose e solenni che richiamano la grandezza e l'importanza del mistero che viene celebrato. 48

altare Ed ora, lasciandoci guidare dal messale e seguendo il rito liturgico, cerchiamo di coglierne l'inesauribile ricchezza. Si inizia con l'antifona d'ingresso; il sacerdote entra in chiesa e tutta l'assemblea, in piedi, acclama o canta un versetto biblico ispirato di solito alla festa liturgica del giorno. Esso esprime vari sentimenti dell'animo: desiderio, fiducia, implorazione, pi spesso un invito alla "festa", alla "gioia degli invitati". Intanto il sacerdote sale l'altare e lo bacia. L'altare ha un duplice significato: l'ara per il sacrificio e la mensa per la cena; i due significati si addicono pienamente all'Eucaristia. Il Mistero Eucaristico, infatti, attualizza il Sacrificio della croce e la Cena del Signore. Sulla croce Ges sacrifica il suo corpo, quello stesso che egli ha dato in cibo nella Cena pasquale. Cos l'altare viene a significare anche l'Umanit stessa di Ges Cristo: Egli insieme Altare, Vittima e Sacerdote, perci i lini usati dalla Liturgia sono tovaglie per la mensa e sindone per il suo corpo. Da questo puoi comprendere il grande rispetto che la Liturgia riserva all'altare facendolo oggetto di tanta venerazione.

Atto penitenziale Il Sacerdote d poi inizio alla celebrazione con il gesto proprio di ogni inizio: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. "Amen", risponde l'assemblea; una affermazione di fede, un s vibrante all'invito di Dio. Anche il saluto quello proprio di ogni augurio cristiano: Il Signore sia con voi! Augurio che viene ricambiato dallassemblea Il sacerdote invita poi all'atto penitenziale. E' un gesto indispensabile se vogliamo accostarci a Dio. Sempre, per incontrare il Signore, il primo atteggiamento l'umilt del cuore che si esprime nella contrizione sincera per i propri peccati. Bisogna togliere ogni ostacolo all'amore di Dio nella nostra anima, bisogna purificare la coscienza dall'orgoglio e dalla presunzione ricordando la nostra condizione di peccatori e implorando la misericordia di Dio. Su questo devi riflettere durante la pausa di silenzio; poi, recitando attentamente la formula della contrizione, metterai in quelle parole il tuo animo addolorato e pentito: Signore, piet! Cristo, piet! Signore piet! Ti ricordo che la S. Messa, in quanto Sacrificio redentore, ci ottiene il perdono dei nostri peccati. Il suo valore infinito, tuttavia i suoi frutti nella nostra anima sono in ragione delle nostre disposizioni interiori, e le prime fra tutte sono appunto lumilt e la contrizione del cuore. Proprio per questo la Chiesa, quando si tratta di colpe gravi (peccati mortali), ci fa obbligo di portarle nel sacramento della Confessione prima di accostarci allEucaristia.

Inno di Gloria La tua coscienza, liberata dalla colpa, si riempie allora di pace e di gioia, e puoi cos cantare la lode del Signore in quell'inno stupendo: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli!..." E' una delle preghiere pi belle e venerande della Liturgia e non puoi recitarla "a memoria"; devi farla passare attraverso il tuo cuore e farla arrivare alla tua anima perch

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l si espanda nella lode, e nella gratitudine a Dio con le appassionate invocazioni che essa contiene. Per la sua intonazione gioiosa, questo inno non si addice all'austerit dell'Avvento e della Quaresima, ma tu puoi recitarlo spesso, anche in altri momenti. Le sue commoventi invocazioni potranno alimentare la tua piet e il tuo personale colloquio con Dio. Conclude questa parte introduttiva del rito la Colletta. E' la prima delle tre solenni orazioni sacerdotali "presidenziali"; in essa il celebrante, nella sua veste di presidente della celebrazione e perci a nome di tutto il popolo, presenta a Dio i sentimenti e le richieste di tutta la Chiesa, ispirandosi alla festa che si celebra in quel giorno. La Colletta viene proclamata con solennit dal sacerdote che allarga le sue braccia nell'atteggiamento proprio dell'orante. Egli invita l'assemblea dei fedeli ad unirsi a lui spiritualmente: "Preghiamo!" - egli dice - e l'assemblea, dopo aver ascoltato in devoto silenzio, fa propria la preghiera rispondendo: Amen! Cos sia.

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LITURGIA DELLA PAROLA

Parola di Dio Parola del Signore Ges la Parola vivente del Padre: "In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio...". (Gv. 1,1). Nella Rivelazione biblica - la Sacra Scrittura - il Verbo eterno si fatto linguaggio umano, e per mezzo di esso Dio ha parlato e continuamente parla all'umanit. Il Verbo, poi, "si fatto Carne e venne ad abitare in mezzo a noi", e immolandosi sulla croce diventato salvezza e redenzione dell'uomo. L'uomo, dunque, chiamato a vivere della Parola e della Carne del Figlio di Dio: Parola e Sacramento. Le due realt hanno tra loro un legame inscindibile e nella Liturgia della Chiesa le trovi sempre presenti. Anche nella Messa ti viene imbandita la mensa della Parola di Dio e la mensa del corpo di Cristo; e, come avvenuto nella storia della salvezza, la Liturgia della Parola prepara e conduce alla Liturgia del Sacramento. Perci, la proclamazione e l'ascolto della Parola di Dio hanno somma importanza nella celebrazione eucaristica e sono parte essenziale del precetto domenicale. Quando in chiesa si legge la Sacra Scrittura, Dio stesso che parla al suo popolo: Parola di Dio, Ges stesso che annuncia il suo Vangelo: Parola del Signore. Come vedi, ancora una volta la Liturgia annulla secoli di distanza fra noi e Cristo; egli continua cos la sua presenza nel mondo e raggiunge con il suo Vangelo tutti gli uomini, in ogni luogo e in ogni tempo.

Ascolto L'atteggiamento fondamentale che il cristiano deve tenere durante la Liturgia della Parola l'ascolto. Si ascolta seduti per esprimere la disponibilit ad accogliere la verit di Dio e a meditarla nel nostro cuore. Perci l'ascolto esige silenzio e attenzione. Non si tratta di un silenzio solo esteriore (evitare ogni rumore, ogni spostamento nella chiesa, la distrazione di guardare altrove...), il silenzio delle tue opinioni personali, del tuo atteggiamento critico, del tuo scetticismo, il silenzio di tante reazioni umane che alimentano pensieri inutili e inopportuni; un silenzio-attenzione, dunque, che non inerzia, passivit o torpore ma ad-tensione, un moto amoroso dell'anima verso Dio che ti parla, l'umile dischiudersi dell'intelletto verso la Luce che viene a illuminare la tua coscienza. E', dunque, un ascolto meditativo, molto simile alla preghiera, e di preghiera dobbiamo nutrirlo per ottenere dal Signore "orecchi per intendere". Perci, la Chiesa fa seguire alla lettura una preghiera salmodica, tratta dal libro dei Salmi, nella quale si sviluppa sotto forma di invocazioni e di suppliche il tema proposto dalla lettura. E' appunto il Salmo responsoriale che trasforma il tuo ascolto in un'intima ed umile risposta di preghiera. 51

Proclamazione del Vangelo Il momento culminante della Liturgia della Parola la proclamazione del Vangelo. Essa viene accompagnata da segni particolari di venerazione da parte del sacerdote: una preghiera prima della lettura, l'inchino, l'incensazione del libro sacro, il bacio del testo, infine latteggiamento dell'assemblea che ascolta la lettura in piedi. In piedi per esprimere consapevolezza: colui che parla Cristo, Maestro e Signore, e "parla con autorit"; in piedi per esprimere convinzione: vogliamo accogliere responsabilmente il Vangelo che ci viene annunciato; in piedi, perch vogliamo esprimere la decisione di conformare la nostra vita alla Parola che ascoltiamo, pronti a professarla con la bocca, a testimoniarla con l'esempio, a difenderla con coraggio e senza tentennamenti. Perci tracciamo il segno della croce sulla fronte, sulle labbra e sul petto: Cristo nella mente, nelle opere, nel cuore.

Omelia: atto ministeriale Avviene di frequente che i testi delle letture non siano di facile comprensione. D'altra parte tutta la Parola di Dio, quella scritta (la Bibbia) e quella trasmessa (la Tradizione), stata affidata alla Chiesa che, sola, pu interpretarla infallibilmente e con autorit. Ecco allora l'Omelia (chiamata comunemente la predica): in essa il sacerdote, ispirandosi al Magistero e ai Padri della Chiesa, e anche agli autori spirituali da essa approvati, ci aiuta a penetrare la Parola di Dio, a vederne i significati e le possibili applicazioni alla vita vissuta. L'omelia dunque, non l'intervento dell'esperto per una spiegazione scientifica dei testi e nemmeno una generica esortazione fraterna; l'Omelia un atto ministeriale - e come tale riservato al solo sacerdote - e fa parte dell'azione liturgica. Ci significa che, per mezzo di essa, il Signore comunica alla tua anima la grazia e la luce dello Spirito Santo, a nutrimento della tua fede.

Il momento dell umilt Per il "ministero della Parola" il Signore ha voluto utilizzare strumenti umani, strumenti che, seppure "scelti", sono soggetti a limiti, debolezze e stanchezze. Pu dunque capitarti di ascoltare la Parola di Dio attraverso uno strumento imperfetto, umanamente povero. C il pericolo allora che si faccia sentire dentro di te lo spirito critico negativo che ti porta all'impazienza, all'irritazione interiore o, peggio, al disprezzo, e ti faccia perdere il frutto della Parola di Dio. Ricordati invece che quello il momento dell'umilt e della preghiera. In ogni fiore, per quanto povero e disadorno, c' sempre una stilla di nettare; l'umilt ti aiuter a trovarla e ne farai miele prezioso per la tua anima. Inoltre noi cristiani, proprio perch abbiamo a cuore la nostra formazione e la nostra perseveranza nella fede, dobbiamo pregare molto per i sacerdoti, perch siano possibilmente molto dotti e preparati e siano comunque molto santi; solo cos la Parola ci arriver integra, pulita e senza deformazioni.

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Il buon terreno per la Parola Dobbiamo tuttavia fare anche noi la nostra parte, e per quanto ci riguarda dobbiamo meditare la nota parabola del seminatore (Mt.13, 3-23); dobbiamo appunto esaminarci e vedere a quale terreno apparteniamo tra quelli descritti dal Signore. La semente, chiunque sia il seminatore, sempre buona ed efficace perch la Parola di Dio; cambia invece il terreno, cio il nostro cuore. La mancanza di frutti dipende quasi sempre da noi, dalle nostre disposizioni interiori che non sono quelle volute da Dio. Gurdati soprattutto dalla superficialit e dalle insinuazioni del Maligno che, stuzzicando il tuo orgoglio e il tuo spirito critico, vuole impedire alla Parola di arrivare alla tua anima. Pensa invece alla Madonna: il suo cuore umile e immacolato fu il terreno pi disponibile e fecondo per il Verbo eterno del Padre. Essa lo accolse nel suo grembo verginale, ma prima lo accolse, per la fede, nella sua anima. E Ges la proclam beata: "Beato colui che ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica". (Lc. 11,28)

Il Credo : un unica Fede La proclamazione della Parola di Dio ha lo scopo di suscitare in noi la fede, di fortificarla e di renderla pi penetrante. La nostra risposta, proclamata solennemente, ritti in piedi, con la sincera adesione del nostro cuore, sar, allora, una chiara professione di fede: ecco il Credo o Simbolo degli Apostoli. E' cos chiamato perch esprime la fede della Chiesa fin dalle sue origini, fin dal tempo apostolico. Questa stessa fede, testimoniata da generazioni di fratelli nostri lungo venti secoli di storia intessuta di Martiri, di Dottori, di Vergini, di Santi, quella che vogliamo professare noi, oggi. E' infatti su questa fede apostolica che si sviluppa la continuit della Chiesa nel tempo, ed su questa fede che l'amore edifica l'unit dei credenti. L dove, nella storia dei cristiani, ci si allontanati dalla fede apostolica, si interrotta la continuit della Chiesa, come sinterrompe la vita in un ramo troncato dall'albero. Questo del Credo , dunque, un momento di intensa ecclesialit; con esso, non solo esprimi la tua adesione alla fede della Chiesa, ma anche, proclamandolo coralmente insieme a tanti fratelli, ti rendi conto che l'unit della Chiesa si edifica sulla verit, la verit dell'unica fede apostolica senza la quale non ci sar nemmeno quell'unit nell'amore significata dalla partecipazione all'unico Pane e all'unico Calice del Signore. Se dunque assurdo vedere offeso nella vita di ogni giorno per rivalit, egoismo, indifferenza o incomprensione, l'amore affermato nella partecipazione all'unica Cena del Signore, altrettanto assurdo e triste e doloroso vedere lacerata nel pensiero, nella dottrina e perfino nell'insegnamento, quella fede dell'unico Credo proclamata con gli stessi fratelli davanti alla Parola di Dio. Quanto a noi, ci conceda il Signore di essere coerenti con la fede che abbiamo professato, di affermarla con la vita e con la parola, senza cedimenti, senza rispetti umani, senza ridicole vergogne.

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La Liturgia della Parola si chiude con la preghiera dei fedeli o preghiera universale, che vuol essere appunto espressione della cattolicit della Chiesa. E' infatti una preghiera di intercessione nella quale il popolo di Dio eleva suppliche al Padre facendosi carico delle necessit della Chiesa universale, della comunit locale e del mondo intero.

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LITURGIA EUCARISTICA

Nel Nome e nella Persona di Cristo La Liturgia della Parola non mai fine a s stessa; ha lo scopo di risvegliare in noi la fede, perch il nostro cuore si apra all'incontro con Cristo che si dona a noi come Redentore. E' quanto avviene nella Liturgia Eucaristica. Essa costituisce la parte propriamente sacrificale della Messa. Ha natura e valore sacramentale: infatti il "mirabile sacramento del Corpo e del Sangue di nostro Signore Ges Cristo" offerto in sacrificio per la salvezza del mondo. In altre parole, sotto i segni sacramentali del pane e del vino si rende realmente presente sullaltare mediante le parole del sacerdote - che sono le parole stesse di Ges - il sacrificio redentore che Cristo ha compiuto sulla croce. Perci la Messa chiamata dai Padri greci il "Sacramento dei Sacramenti". Il sacerdote stesso assume, ora, un ruolo prevalentemente ministeriale: soprattutto "ministro di Cristo", agisce cio nel "Nome" e nella "Persona" di Cristo. Anche l'azione si sposta dall'ambone all'altare mentre il rito si identifica quasi completamente con ci che Ges ha compiuto nell'ultima Cena. E la fede suscitata in noi dalla Parola di Dio si fa stupore, desiderio, amore.

...nella notte in cui venne tradito La Liturgia eucaristica si compone di tre momenti: preparazione delle offerte, consacrazione, comunione. Questi tre momenti ricalcano ritualmente i gesti e le parole compiuti da Ges nel cenacolo durante la Cena pasquale: " Egli prese il pane (il calice) nelle sue mani sante e venerabili ( = preparazione delle offerte), rese grazie con la preghiera di benedizione... e disse: "Questo il mio corpo sacrificato... Questo il mio sangue versato per voi (= Consacrazione), ... spezzato il pane, lo distribu dicendo: "Prendete e mangiate... (= Comunione). Intorno al tavolo dell'ultima Cena gli apostoli, smarriti, in preda alla commozione e allo stupore, non hanno compreso il mistero che si stava compiendo sotto i loro occhi; capiranno pi tardi, quando lo Spirito Santo aprir la loro intelligenza e il loro cuore su quanto "hanno visto e udito". Ricorderanno anche le parole di Ges: "Fate questo in memoria di me". Come gli apostoli, anche noi rinnoviamo, oggi, ci che Ges fece "nella notte in cui venne tradito". E ci rendiamo conto che davanti a tanto Mistero, non ci bastano la fede, l'umilt e l'amore.

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Preparazione delle offerte


La preparazione delle "offerte" prende il nome di offertorio. Il rito compiuto dal sacerdote con l'aiuto del ministro, ma vi partecipa anche l'assemblea con un suo gesto offertoriale. Le offerte preparate dal sacerdote sono il pane e il vino che costituiscono la materia del sacrificio; i doni portati dall'assemblea sono primizie, prodotti del lavoro o donativi di vario genere, talvolta recati processionalmente all'altare. Normalmente vengono sostituiti da unofferta ("elemosina") che viene raccolta tra i fedeli. Questi doni, e la tua stessa elemosina, vogliono essere il segno visibile della tua partecipazione alla "materia" del sacrificio. Perci dovrebbero essere, innanzitutto, espressione della tua magnanimit e nobilt di sentimenti verso il Signore. Pensa agli aromi copiosi comperati dalle donne per la sepoltura di Ges e alla sindone di candido lino per avvolgere il suo corpo crocifisso acquistata da Giuseppe d'Arimatea; pensa ancora al vaso di "olio profumato di vero nardo, assai prezioso", versato da Maria sui piedi del Signore. Sono gesti di squisita generosit e di delicato amore che hanno commosso Ges e, forse, fanno arrossire noi che diamo gli spiccioli o ci che avanza dalle nostre comodit. In secondo luogo, la tua offerta dovrebbe significare i tuoi doni spirituali: il tuo lavoro, le tue fatiche, le tue gioie, i tuoi successi e le tue sconfitte, soprattutto i tuoi propositi di santit e di opere buone a servizio della Chiesa e dei tuoi fratelli, specialmente dei pi poveri e dei pi lontani.

I fini della Messa: Nel preparare il vino, il sacerdote aggiunge nel calice alcune gocce d'acqua dicendo sommessamente una preghiera; quelle gocce esprimono l'unione della natura umana con la natura divina in Cristo. Qui, nella Messa, esse indicano anche lunione delle nostre intenzioni con quelle di Ges nel suo sacrificio sul Calvario. Anzi, di pi: esse esprimono la tua partecipazione allofferta del Sacrificio. Offrire sacrifici da sempre un atto sacerdotale. Offrire la Messa un atto proprio del sacerdote-ministro, ma anche tu puoi partecipare allofferta in forza della tua partecipazione al sacerdozio di Cristo. Il battesimo infatti, inserendoti nella Chiesa, Corpo mistico di Cristo un Corpo sacerdotale -, ti ha abilitato ad offrire, in unione alla Vittima pura, santa e immacolata, anche te stesso e tutta la tua esistenza. Il tuo sacerdozio battesimale ti ha costituito sacerdote della tua vita e del tuo lavoro. Ogni giorno, affermava San Josemaria Escriv, il cristiano,identificato con Cristo dalla grazia, in grado di ripetere al Signore, riferendosi alle occupazioni della giornata, le parole che il sacerdote gli rivolge durante la celebrazione della S. Messa: Ti sia gradito il nostro sacrificio che oggi si compie dinanzi a te. Quelle gocce dacqua che il sacerdote aggiunge al vino, oltre a significare la tua partecipazione allofferta del Sacrificio, indicano anche la tua unione alle intenzioni di Cristo sulla Croce.

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l adorazione

La prima intenzione che port Ges sulla croce, e che rappresenta il fine primario del sacrificio del Calvario, ladorazione, cio il riconoscimento della trascendenza di 56

Dio, della sua signoria e della gloria che a lui compete come Creatore e Signore. Non dimenticare che ladorazione latteggiamento proprio della creatura, e in noi, creature che hanno il dono dellintelletto e della libert, ladorazione si configura come umile e sincero riconoscimento della sovranit di Dio e della nostra dipendenza da lui. Nota che in questa nostra dipendenza da Dio sta la verit del nostro essere, e perci laccettazione di essa il gesto pi nobile e intelligente della nostra libert e quindi altamente promozionale della dignit della nostra persona. Ti ricordo anche che nel paradiso terrestre, accanto allalbero della Conoscenza del bene e del male che ricordava ai progenitori la trascendenza e la signoria di Dio, il Signore aveva posto, al centro dellEden, lalbero della Vita che ricordava loro la vita divina (la Grazia) che avevano ricevuto in dono e che li costituiva figli. In altre parole, Dio voleva che la sua infinita trascendenza non fosse sentita dalluomo come una schiacciante superiorit che incombeva su di lui, sul suo essere creatura, ma come elevazione della sua creaturalit che lo portasse ad adorare Dio con lamorosa e fiduciosa obbedienza di un figlio. Purtroppo i nostri progenitori non hanno avuto fiducia in Dio, hanno rifiutato di riconoscerlo come Creatore e Signore e gli hanno negato lumile obbedienza che gli dovevano come creature e figli. Le conseguenze furono disastrose e sono costantemente sotto i nostri occhi, perch il rifiuto di Dio un tentato suicidio delluomo. Ebbene, Ges sulla croce ristituisce a Dio ladorazione che noi gli abbiamo negato, adorazione che si esprime come atto di filiale obbedienza al Padre al quale si consegna in totale oblazione di s. La vera partecipazione alla Messa implica il far proprio questo atteggiamento di Ges. Perci anche tu unisciti al Signore, e dallintimo del tuo cuore rivolgi a Dio sentimenti di adorazione: Mio Dio, mio creatore e signore, io ti adoro! con lintenzione di mettere il Signore al primo posto nella tua vita. Del resto, ci che ci chiede il primo comandamento: Sono io, il Signore, il tuo Dio. Non metterai dunque altre divinit nella tua vita. Mettere Dio al primo posto, e noi al nostro posto di creature per servirlo come figli: ecco ci che veniamo a fare partecipando al Sacrificio della Messa.

1) il ringraziamento Riconoscere che Dio il nostro Creatore riconoscere che il nostro essere un dono; dono la nostra esistenza,la nostra vita e tutto ci che ci circonda. Dio non ha creato il mondo per necessit, o per interesse, o per vanit. Dio ha creato per rendere felici della sua felicit altre creature: Dio ha creato per amore. Tutto ci che esiste dono damore. Ladorazione porta dunque al ringraziamento. Dobbiamo ringraziare Dio di averci creati e di averci dato con lesistenza gli innumerevoli benefici che accompagnano la nostra vita. Lofferta totale di noi stessi il modo pi giusto per rendere grazie. Ges, offrendo s stesso sulla croce, si fatto voce di tutta lumanit che esprime al Padre il ringraziamento per aver reso possibile con lIncarnazione del Verbo la redenzione di tutte le sue creature. Eucaristia significa appunto rendimento di grazie, e nella liturgia eucaristica ricorrono numerose espressioni di ringraziamento a Dio Padre, che fanno della Messa latto di ringraziamento pi solenne e perfetto: ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale. Ma soprattutto nel Prefazio che troviamo lespressione pi completa di ringraziamento: E veramente cosa buona e 57

giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Padre santo, per (mezzo) di Ges Cristo, tuo dilettissimo Figlio. Come vedi, rendere grazie a Dio non soltanto giusto e un nostro preciso dovere, ma anche fonte di salvezza. Nella S. Messa rendiamo grazie a Dio per averci dato Ges Cristo come salvatore. Il suo sacrificio sulla croce, che ora si rende presente sullaltare, stato per noi fonte di salvezza. Perci il rendergli grazie come accogliere in noi il dono della salvezza.

3)

la propriziazione

Il primo aspetto della salvezza consiste nella remissione dei peccati. La remissione comprende il perdono della colpa e lespiazione soddisfatoria della pena. Sappiamo che ogni peccato comporta una colpa in quanto offesa di Dio, e comporta una pena in quanto reca un danno non solo alla nostra anima, ma anche alla famiglia, alla Chiesa e in definitiva allumanit intera in quanto ostacola il disegno di Dio nel mondo. Ora, procurare un danno come contrarre un debito, e i debiti bisogna pagarli. Succede per che noi, peccatori e creature limitate, non siamo in grado n di ottenere il perdono n di espiare sufficientemente la pena per nostri peccati. Siamo davanti a Dio come debitori insolventi che non hanno di che pagare. La colpa infatti, in quanto offesa di Dio, ha un qualcosa di infinito, e il danno procurato dai nostri peccati supera enormemente le nostre possibilit di riparazione. Ecco dunque in che cosa consiste il valore propiziatorio ed espiatorio del Sacrificio di Cristo. Vero Dio: il suo Sacrificio ha un valore infinito e copre infinitamente la colpe degli uomini pagandone abbondantemente i debiti; vero uomo, si fatto solidale con lumanit peccatrice, e ha reso possibile che a pagare fossimo noi uomini. Questa verit faceva vibrare di commozione S. Paolo che scriveva ai Romani: Dove abbond la colpa sovrabbond la Grazia e la misericordia. Anche tu, renditi conto della grande bont di Dio verso di noi! Vedi come Dio non umilia mai luomo, e consegnandoci il suo Figlio crocifisso mette nelle nostre mani di peccatori insolvibili il prezzo del nostro riscatto. Pensaci con gratitudine damore quando sentirai le parole del sacerdote: Questo il calice del mio sangue sparso per voi in remissione dei peccati. Questo dunque vieni a fare in chiesa quando partecipi alla Messa domenicale, vieni a ricevere il perdono dei tuoi peccati e a pagare i tuoi debiti con Dio.

4) l'impetrazione, Laltro aspetto della salvezza consiste nella possibilit a ricevere tutte le grazie e gli aiuti necesasari per mantenerci fedeli a Dio e giungere alla vita eterna. Ges, col suo Sacrificio sul Calvario, ci ha ottenuto questo infinito tesoro di grazia e di misericordia, tesoro che nella S. Messa viene messo a nostra disposizione. Attraverso la Messa, le braccia di Ges, aperte sulla croce, continuano ad essere, lungo i secoli, la Grande Preghiera dintercessione che sale dalla terra al Padre per impetrare da lui ogni grazia e ogni dono per lintera umanit. Nessuna preghiera umana pu avere la forza della preghiera di Cristo; anzi, ormai ogni nostra preghiera, perch arrivi in cielo, dobbiamo affidarla alle mani piagate del Sommo ed Eterno Sacerdote che, pur assiso alla destra di Dio, si fa presente sui nostri altari e intercede per noi. 58

Ebbene, quando vieni a Messa come se tu prendessi nelle tue mani Cristo crocifisso e lo presentassi al Padre, convinto che egli, per amore del suo Figlio, non ti negher nulla. Ma per fare questo, abbiamo bisogno della fede umile e pura di chi si affida a Dio con la fiducia dei piccoli. Come vedi, sempre un problema di fede, e per questo dobbiamo curare la nostra preparazione.alla S. Messa e partecipare con sincera devozione allatto penitenziale e alla liturgia della Parola.

La preghiera sulle offerte Riprendiamo il rito dellOffertorio. Il sacerdote ha gi messo alcune gocce dacqua nel calice del vino. Quelle poche gocce diventeranno anchesse il Sangue di Cristo e parteciperanno al valore infinito del Sacrificio della croce. Come dire che le tue offerte: lavoro, preghiera, sacrifici ..., come quelle gocce, da sole valgono ben poco, sono ben poca cosa, ma quando tu le immergi nel Sangue prezioso di Ges, cio le unisci, nella Messa, al Sacrificio eucaristico, parteciperanno al suo valore infinito e diventeranno infinitamente preziose agli occhi di Dio. Cos la Messa diventa memoriale anche del mistero dell'Incarnazione. In essa la nostra natura umana, significata dalle gocce d'acqua, viene unita alla natura divina del Verbo, significata dal vino, e ne diventa ineffabilmente partecipe. Il gesto del celebrante ti ricorda che per mezzo di Ges sei diventato figlio di Dio e che tutta la tua vita deve diventare qualcosa di divino. Vedi con quali sentimenti dobbiamo seguire i gesti del Sacerdote! Risponderemo perci al suo invito: "Pregate, o fratelli!", unendoci alla "Preghiera sulle offerte" che egli proclama a conclusione dell'offertorio. Questa preghiera, come quella iniziale (Colletta) e quella finale dopo la Comunione, sono le tre orazioni sacerdotali "presidenziali", cio le preghiere nelle quali il sacerdote si rivolge a Dio a nome di tutto il popolo, con tono solenne e con le braccia distese nel tipico atteggiamento dell'orante. Puoi approfittare di questo momento per affidare al Signore altre intenzioni che hai annotate nel tuo piccolo calendario personale: si tratta di persone che ti stanno a cuore e che ti sono state affidate o di anniversari che riguardano te o la tua famiglia.

La Preghiera eucaristica
La Liturgia prosegue con la Preghiera eucaristica. E la preghiera consacratoria, il cuore della Messa. Ora la tua attenzione si far pi viva, il tuo raccoglimento pi profondo, la tua anima si immerger nel silenzio e nell'adorazione. La preghiera preceduta dal "Prefazio", inno di lode alla potenza e alla misericordia di Dio Padre al quale rendiamo grazie per la salvezza da lui compiuta per mezzo di Ges. E' un inno solenne pervaso da gioia esultante che esplode nel "Trisagio" finale - il "Tre-volte-Santo" - rivolto alla Santissima Trinit. Lo cantano il sacerdote e l'assemblea, ma lo canta anche la Chiesa celeste cui fanno eco tutte le creature dell'universo. Non puoi restare estraneo a questo immenso "Osanna!" che sale fino nell'alto dei Cieli! Inizia cos la Preghiera eucaristica propriamente detta. Attualmente la Liturgia ci offre una variet di Preghiere eucaristiche intonate ai diversi aspetti del mistero cristiano. Tuttavia in tutte possiamo distinguere tre parti o tre momenti che costituiscono la 59

struttura permanente e stabile del rito sacramentale e, sia pure con parole e accentuazioni diverse, esprimono lessenza della liturgia eucaristica. Tu cerca di coglierne lo spirito e seguire con devota attenzione ci che si svolge sullaltare.

1) Invocazione sulle offerte ("epclesis"). - Questo primo momento precede immediatamente la consacrazione Consta di una preghiera solenne nella quale il sacerdote si rivolge a Dio Padre per appellarsi alla sua volont e al suo disegno di salvezza per tutti gli uomini, e dal gesto, sempre del sacerdote, che stende le mani sul pane e sul vino invocando la potenza dello Spirito Santo. La "imposizione delle mani" il gesto che la Chiesa ha sempre usato per invocare l'effusione dello Spirito. In ogni sacramento, infatti, attraverso la Chiesa opera lo Spirito Santo. Cos nell'Eucaristia, Lui che compie il grande miracolo della "Transustanziazione", cio "la conversione misteriosa e ineffabile ma reale di tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo e di tutta la sostanza del vino nella sostanza del Sangue di Cristo". (Concilio di Trento). E' lui, lo Spirito Santo, che fa delle parole del sacerdote, le parole di Ges stesso e conferisce loro la medesima forza divina che esse hanno avuto sulle labbra di Ges nell'ultima Cena. E' un momento stupendo e commovente che ti ricorda quello dell'Annunciazione. Come lo Spirito Santo fece sbocciare, allora, il Corpo adorabile di Ges nel grembo verginale di Maria, cos, ora, rende presente realmente lo stesso Corpo amabilissimo, piagato e crocifisso, nelle mani consacrate del sacerdote. Come possono trovare posto sciocche distrazioni o vani pensieri in un momento cos intenso? Una consuetudine vuole che l'inserviente segnali con un tocco di campanello il gesto sacerdotale dell'imposizione delle mani sulle offerte; un richiamo alla fede e al raccoglimento. Tu, umilmente chinato in ginocchio, piegherai anche i sensi alla devozione; la fantasia stessa seguir i passi del cuore e ti porter sul Calvario accanto alla Madonna, a Maria di Magdala, al discepolo amato, oppure nel Cenacolo, vicino a Pietro, a Giacomo, a Giovanni e agli altri..., o forse ti mostrer il Cielo dove, alla Destra del Padre, la Vittima divina intercede per noi..., oppure, semplicemente, se ne star silenziosa e attenta a contemplare l'altare dove, accanto al sacerdote, c' Maria e Giuseppe e gli Angeli.... 2) La Consacrazione. E' il momento culminante della Messa, il momento del grande miracolo davanti al quale tutto il Cielo sta attonito in adorazione. Eppure, nulla traspare agli occhi e ai sensi. Tutto racchiuso nella pi assoluta semplicit dei gesti e delle parole consacratorie. L'unica nota singolare il modo con cui il sacerdote pronuncia quelle parole, un modo non narrativo come se si trattasse di un racconto, ma celebrativo perch sono parole sacramentali che attualizzano - "celebrano" - in quel momento il mistero di Cristo crocifisso e risorto. Il sacerdote, che in quel momento ipse Christus, lo stesso Cristo, impresta a Ges la sua voce e la sua persona, e le parole che pronuncia sono le stesse parole di Ges: Prendete e mangiatene tutti: questo il mio corpo offerto in sacrificio per voi. Prendete e bevetene tutti: questo il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati. E ogni volta egli genuflette in profonda adorazione, poi ti mostra il Pane consacrato e il calice elevandoli in alto perch li possa vedere e adorare anche tu. E forse ti sfuggir dal cuore, senza rumore di parole, lardente e umile adorazione dellapostolo Tommaso: "Signore mio e Dio mio!". 60

Alla fine il sacerdote ti ricorda che questo il momento della fede: Misterium Fidei!, e tu con la fede viva della Chiesa risponderai, devotamente, con tutta l'assemblea: "Annunciamo la tua morte, o Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta!". E ora, pensa sotto quale povert di segni si annulla la grandezza di Dio! San Paolo chiama Knosi (= annientamento) l'Incarnazione del Verbo nella nostra natura passibile e caduca, e aggiunge che la Knosi si consuma sul Calvario quando la potenza infinita del Figlio di Dio si eclissa nella umiliante sconfitta della croce. Ma qui, nel silenzio sconcertante di poveri segni sacramentali, l'umiliazione del Figlio di Dio tocca il fondo: pi dato, pi consegnato di cos il Signore non poteva farsi. E comprendi che davvero il momento della fede:"Adoro te devote, latens Deitas!... Ti adoro devotamente, o Dio nascosto!... che in cos poveri segni ti fai realmente presente, col tuo corpo, col tuo sangue, con la tua anima, con la tua divinit..., e viene meno il mio cuore! "totum dficit!" La nostra fede, dunque, di fronte allumilt di Dio. Ma vorrei anche che tu riflettessi su un altro significato straordinariamente fecondo per la nostra vita di cristiani, profeticamente presente nel gesto del sacerdote che innalza lOstia e il Calice dopo la consacrazione. Un giorno, - il 7 agosto 1931, nella festa posticipata della Trasfigurazione del Signore -, San Josemaria Esciv, nel momento di innalzare lOstia consacrata, ud con forza e chiarezza straordinarie nella sua anima la frase di Ges riportata nel vangelo di Giovanni: Quando sar innalzato da terra attirer tutto a me! In quel momento, nella mente del Fondatore dellOpus Dei, le parole di Ges silluminarono di una luce tutta nuova: compresi che saranno gli uomini e le donne di Dio a innalzare la Croce con la dottrina di Cristo sul pinnacolo di tutte le attivit umane. Come dire che ogni cristiano che vive nel mondo e partecipa alle vicende degli uomini chiamato a ricondurre a Dio, attraverso la Croce, tutte le realt create collocando Cristo crocifisso alla sommit di tutte le attivit umane. La Croce al vertice di tutte le imprese umane, la Croce di Cristo nelle viscere della societ. Ti rendi conto, ora, del senso profetico che si nasconde nel gesto del celebrante al momento della consacrazione; non si tratta soltanto di mostrarti lOstia consacrata perch tu la veda, quel gesto ti ricorda la tua missione di testimone della Croce di Cristo davanti agli uomini, cio il significato santificatore e salvifico che ha la tua presenza di cristiano nel mondo. Tu guardi quellOstia innalzata sullaltare, ma da quellOstia Ges crocifisso guarda a te e ti chiede di portarlo in tutti gli ambienti dove scorre la tua vita quotidiana e la vita degli uomini tuoi fratelli. In altre parole, il Signore fece vedere a San Josemaria il valore di responsabilit apostolica che inerente alla nostra partecipazione al Sacrificio di Cristo, e lunit profonda che deve esistere tra la nostra vita quotidiana e lEucaristia alla quale partecipiamo.

3) Memoria (Anmnesi). Il terzo momento della Preghiera eucaristica, quello che segue alla Consacrazione, fa memoria della Morte, della Resurrezione e del ritorno glorioso del Signore. Ora tutta lattenzione va al mistero della presenza ineffabile della Vittima divina sull'altare, quella vittima innocente che, in Cielo, diventata il nostro grande Intercessore. Dopo il momento della fede, ora il momento della speranza: il Cristo immolato che teniamo tra le mani la nostra forza davanti al Padre. Tutto possiamo chiedergli, perch in Cristo tutto Egli ci ha donato.

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I segni sacramentali del Pane e del Vino, - che ormai sono solo apparenze ("Species") perch la loro realt sostanziale costituita dal Corpo e Sangue di Ges Cristo - in quanto sono segni separati indicano efficacemente la morte di Ges. Anche le parole della consacrazione parlano di "Corpo dato" (sacrificato), e di "Sangue versato", esprimendo cos la realt del sacrificio di Cristo; lo esprimono efficacemente, cio lo "significano" e lo fanno "realmente presente". Questa anmnesi (o memoria) che si fa nella Preghiera Eucaristica non dunque un semplice ricordo, il semplice richiamo a un evento passato, ma un vero memoriale, cio la celebrazione di un fatto che mistero, anzi Il Mistero per eccellenza, cio lintervento salvifico e determinante di Dio in Cristo, compiuto nel tempo e che si fa presente qui e adesso per te e per tutti. Ges, dunque, presente sull'altare in stato di vittima, quella stessa che sulla croce ha sparso il suo sangue per noi; soltanto sono diversi il modo e lo stato: il modo incruento (senza spargimento di sangue) e lo stato quello di Vittima gloriosa. Infatti, Ges ora in Cielo, risorto e glorificato; tale dunque anche la sua presenza sull'altare. Perci la Preghiera eucaristica non ha mai un tono dolente e triste, ma pasquale, cio gioioso ed eucaristico, di rendimento di grazie appunto, perch la Vittima che ha vinto la morte stata glorificata. L'Umanit santissima di Ges, "Vittima vivente e santa", ora assisa alla destra del Padre e porta i segni gloriosi della Passione; le sue mani piagate e il suo cuore trafitto gridano per noi, notte e giorno, verso la Trinit Santissima per intercedere misericordia e salvezza. Perci, la Liturgia si rivolge al Padre chiedendo che la Vittima divina che teniamo tra le mani "sia portata sull'altare del cielo, davanti alla sua maest divina" e, insieme, che egli "rivolga il suo sguardo sereno e benigno" sul suo popolo santo, sui Pastori del suo gregge, sui fedeli presenti e su quelli uniti spiritualmente alla sua Chiesa, sul mondo e sull'umanit intera. E ancora, non poteva mancare il ricordo dei fedeli defunti. Per loro, infatti, il popolo cristiano ha sempre visto nel santo Sacrificio dell'altare il suffragio pi prezioso ed efficace e l'aiuto spirituale pi vero. Infine, unitamente a questa grande intercessione di Cristo, la Liturgia invoca quella della Vergine Maria, degli Apostoli e di tutti i santi: tutta la Chiesa del Cielo raccolta intorno a Cristo e intercede per la Chiesa ancora pellegrina sulla terra e per la Chiesa che attende di purificarsi in Purgatorio. La Preghiera eucaristica si chiude con un rito di particolare rilevanza liturgica per il valore e il significato che esso riveste: la "piccola elevazione", detta propriamente "dossologia finale". Levando in alto l'Ostia e il Calice, il sacerdote (solo lui e non i fedeli) proclama con tono solenne che: "Per Cristo, con Cristo e in Cristo" va alla Trinit santissima ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. A questa conclusione cos solenne e grandiosa corrisponde il nostro Amen, che nelle antiche basiliche veniva proclamato allunisono con voce possente da tutta lassemblea. E in effetti lAmen pi importante di tutta la celebrazione, perch esprime la nostra adesione di fede e di commossa gratitudine a tutto ci che si celebrato nella Preghiera eucaristica, cio le meraviglie che Dio ha compiuto per luomo attraverso Cristo. Ancora una volta la Liturgia ci ricorda che Cristo il centro di tutta la creazione e di tutta la storia umana; in Lui Dio volle ricapitolare tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra. Innalzando verso il cielo il Pane e il Vino, cio il Cristo immolato sulla croce, il sacerdote proclama solennemente che tutto nel mondo deve essere orientato alla gloria di Dio. La Gloria di Dio: in questo sta tutto il senso della nostra esistenza sulla terra. Se ci pensi bene, ti accorgerai che, forse, devi rettificare completamente la tua vita.

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La Comunione Eucaristica
Dopo il momento della fede e della speranza, ora il momento dell'amore. Di quell'Amore di cui scrisse il discepolo prediletto del Signore: "... in finem dilexit", ci am fino in fondo, di quell'Amore oltre ogni possibilit, di cui capace solo Dio. Nella Comunione, che solo e puro dono, il Dono totale, Ges si fa mangiare per trasformarci in Lui. Egli infatti possiede la stessa vita del Padre e, donandosi a noi, ci fa dono della vita divina che in lui. "Come il Padre ha la vita... e io vivo per il Padre, cos chi mangia me vivr per me" (Gv. 6,57). Il Signore non poteva darci di pi, perch non c' niente pi grande di lui. Non c' amore sulla terra che possa fare altrettanto. E' un mistero senza confini e devi chiederti se te ne rendi conto. Sei davvero convinto che Dio ti ama fino in fondo? Molti si tengono lontani dall'Eucaristia perch non credono all'amore di Dio. Tu invece, lsciati amare da Cristo, lsciati portare da lui fino alle altezze di Dio. Frequentando Cristo acquisterai un senso nuovo, divino, di tutte le cose, comprenderai che non possibile tornare alle bassezze e alle cose vergognose del mondo quando si stati in comunione cos intima e sublime con Lui! E tuttavia nessun sentimento di indegnit dovr trattenerti o impedirti di andare a riceverlo perch n meriti n virt possono farti degno di questo dono: Domine, non sum dignus! Signore, non sono degno...; il tuo puro amore, soltanto amore, amore gratuito, dolcissimo, indicibile!

Le nostre disposizioni Da parte nostra deve, invece, corrispondere il fermo proposito di non ricevere mai il Signore indegnamente, e di trattarlo bene. Ricorda il tradizionale insegnamento della Chiesa: per fare una buona Comunione occorre essere in grazia di Dio, sapere e pensare chi si va a ricevere ed osservare le norme del digiuno eucaristico. Essere in grazia di Dio: perci, se occorre, purificare la nostra coscienza da ogni colpa grave (mortale) con una sincera Confessione sacramentale perch non giusto far entrare il Signore in un'anima morta per il peccato; ripugnerebbe al Mistero Pasquale che viene celebrato nellEucaristia, e sarebbe in contraddizione con l'atto stesso che si compie. Scrive San paolo ai cristiani di Corinto: "Ogni volta che mangiate di questo Pane e bevete di questo Calice voi annunciate la morte del Signore finch egli venga. Perci, chiunque mangia il Pane e beve il Calice del Signore indegnamente sar reo del Corpo e del Sangue del Signore".(1 Cor.11, 26-29). Sarebbe una tragica contraddizione se diventasse nostra condanna Colui che si immolato per la nostra salvezza. Sapere e pensare..: cio trattarlo bene. Non basta sapere; dopo quanto abbiamo detto fin qui, lo sai bene chi vai a ricevere; occorre pensare, occorre cio riflettere con lo stupore della fede sulla grande fortuna che ti accade. Se tu fossi in procinto dincontrarti con un personaggio famoso, con un grande della terra che vuole concederti il privilegio della sua amicizia o di qualche importante concessione, come ti sentiresti fortunato! E con quali disposizioni ti prepareresti a quellincontro! Ora, qui, ti prepari a incontrare Colui che ti ha creato, che il Signore del cielo e della terra, e che ti salvato e redento col suo sangue; Colui che la Sapienza, la Potenza, la Bont infinita, e tuttavia ha 63

voluto farsi piccolo e umile perch tu lo potessi accogliere come amico, come fratello, come medico e salvatore della tua anima. Ti rendi conto allora quanta importanza hanno le nostre disposizioni interiori di fede, di umilt e di devozione. Dovremmo fargli trovare, nel nostro cuore, una dimora accogliente, almeno come quella che trovava a Betania nella casa di Lazzaro con Marta e Maria. Ma soprattutto ti farai accompagnare dalla Madonna; il Figlio di Dio non trov sulla terra una dimora pi santa e accogliente di quel cuore verginale e immacolato!

Rito di riconciliazione Queste disposizioni, tuttavia, non sarebbero sincere e il Signore non potrebbe entrare in noi se trovasse il nostro cuore chiuso verso i fratelli. "Quando ti avvicini all'altare e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te... va prima a riconciliarti con lui..." (Mt. 5,23). E' questa una condizione indispensabile per ricevere Colui che ha dato la vita per amore nostro. La comunione sacramentale suppone la comunione fraterna o almeno il desiderio sincero di realizzarla. Perci la Liturgia premette, come preparazione alla Comunione sacramentale, alcuni gesti rituali che hanno lo scopo di far nascere nel cuore sentimenti di fraternit e di riconciliazione, in modo che diventino un cuor solo e un'anima sola coloro che spezzeranno l'unico Pane e parteciperanno all'unico Calice del Signore. A questo scopo mirano la preghiera del Padre nostro, il rito della pace e la Frazione del Pane. Quest'ultima ricorda il gesto di spezzare il pane compiuto da Ges nell'ultima Cena, e ricorda anche il gesto tipico del padre di famiglia quando distribuisce il cibo ai figli riuniti intorno alla tavola. E' quindi un gesto che richiama alla fraternit, alla condivisione, a considerarci tutti "commensali" con Cristo.

Un solo corpo, un solo spirito Quanto alla preghiera, sappiamo che nulla, tanto meno l'amore fraterno, realizzabile senza Ges. Ora, lui stesso, presente sull'altare, ci guida nella preghiera per eccellenza, quella propria dei figli di Dio: il Padre nostro. Lo recitiamo in piedi, quasi per esprimere l'orgoglio santo di saperci figli del Padre che nei Cieli, con voce chiara e all'unsono, come se fossimo una sola persona, un'unica voce. E infatti la voce del Cristo totale: Cristo e il suo Corpo Mistico, la Chiesa. Solo allora il celebrante ci augura la pace. Non un augurio vano, come quelli del mondo; nasce da una promessa di Ges: "Vi do la mia pace, non come la d il mondo io la do a voi..." (Gv.14,27), ed accompagnato da una preghiera commovente rivolta a Colui che, Vittima di pace sulla croce, ci ha riconciliati col Padre e tra di noi. Pensa a queste cose, e il segno di pace che scambi con i tuoi fratelli non sar allora una semplice "stretta di mano", spesso un po' fredda e formale, ma un richiamo ad una pi generosa disponibilit verso i tuoi fratelli, e comunque, a deporre dal tuo animo ogni sentimento di superbia, di rivalit, di invidia, di gelosia, o peggio, di rancore o di rifiuto verso chiunque ti prossimo nella vita di ogni giorno. Questa, di deporre ogni sentimento negativo e di riconciliarsi con il prossimo, una cosa estremamente seria, sulla quale Ges si mostrato intransigente. Perci, una moglie che ha ripudiato il marito, o un marito che ha ripudiato la moglie non potranno mai accostarsi alla Comunione, e cos fratelli di una stessa famiglia che siano in guerra tra di loro, o colleghi di lavoro, coinquilini, cittadini in lotta tra loro e che non abbiano fatto 64

nulla per riconciliarsi, o almeno per liberare il cuore dai risentimenti col proposito di riparare e di ristabilire la fraternit non potranno aver parte con Cristo nel sacramento dellAmore. Del resto, due non potranno rivolgersi a Dio chiamandolo Padre se non si sentono tra loro fratelli.

Domine, non sum dignus La Liturgia ci dispone, poi, alla comunione con le note invocazioni: "Agnello di Dio che togli i peccati del mondo...", e "Signore, non sono degno!...". Avessimo anche noi la stessa umile semplicit e la fede del centurione romano che strapp l'ammirazione (e anche il miracolo!) al Signore, e avessimo anche noi la sublime umilt del Battista che, indicandoci Ges, ci ricorda che "Egli deve crescere, io invece diminuire"; (Gv. 3,30) necessario che il nostro io diminuisca perch cresca sempre pi in noi Ges; questo il segno pi sicuro che stiamo ricevendo il Signore degnamente e con frutto. Pensa allora come dovremmo desiderare la Comunione frequente, magari quotidiana, ricevuta con le disposizioni che la Chiesa ci suggerisce. E' il Pane del cielo" che ci aiuta a percorrere il cammino della santit cristiana e ci porta, a poco a poco, alla nostra piena trasformazione in Cristo, fino a poter dire un giorno come San Paolo: "... Non sono pi io che vivo, Cristo che vive in me". (Gal. 2,20) Anche il sacerdote, nella breve preghiera prima della Comunione, dove non usa il "noi" della Liturgia, ma parla in prima persona, chiede al Signore di non venir mai meno alla sua personale unione con Lui: "Signore Ges, ... per il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sanguefa che io sia sempre fedele alla tua legge, e non sia mai separato da te".

Con passi d amore Dopo la comunione del sacerdote, i fedeli si avviano processionalmente verso l'altare. Anche tu, con passi d'amore, ti unirai agli altri senza distrarti per non sciupare momenti cos belli e intensi. Ricorda le tante volte che, dal giorno della tua Prima Comunione, hai ricevuto questo dono; come allora, lascia posto nel tuo cuore al desiderio, all'attesa, alla gioia. Potrebbero farti eco nell'anima le struggenti parole del Salmo: "...Di te, Signore, ha sete l'anima mia, a te anela il mio cuore...; mi sazier al tuo lauto convito e con voce di gioia ti loder la mia bocca!". (Salmo 42) Lo svolgimento processionale del rito, oltre che segno escatologico - stiamo camminando verso il banchetto del cielo - fortemente significativo del legame intimo che esiste fra l'amore di Dio e l'amore del prossimo. Circola anche oggi una sottile eresia laicista che vuole separare l'amore verso i fratelli dall'amore verso Cristo; non lasciarti ingannare, una lacerazione assurda perch si tratta di un solo, unico amore: Amatevi come io vi ho amati. Nel tuo procedere, lento e raccolto, fianco a fianco di altri fratelli che ricevono con te lo stesso Corpo di Cristo, avverti che la comunione sacramentale suppone, s, la comunione fraterna ma anche la crea e la realizza. Infatti, la nostra personale unione a Cristo, come insegna la parabola della vite e dei tralci, che ci fa essere in lui "un solo corpo e un solo spirito". Un amore del prossimo che non nasca dall'amore di Cristo si ferma alla pura solidariet, quando non diventa ingannevole sentimentalismo. Arrivato all'altare, riceverai con dignit e devozione l'Ostia Santa dalle mani del Sacerdote. Egli ti dir, mostrandotela: "Il Corpo di Cristo". Tu, dopo aver risposto "Amen" - che la tua professione di fede - aprirai la bocca o stenderai la mano. In 65

questo caso, porgerai la mano sinistra, ben distesa e non a forma di conca, con la mano destra raccoglierai l'Ostia con cura facendo attenzione a non strisciarla sulla mano perch non si stacchino frammenti che possono andare perduti, e la porterai alla bocca tenendo sempre la mano sinistra sotto il mento, e solo allora ti allontanerai dall'altare. Queste precauzioni portano a suggerire, soprattutto per i ragazzi, che spesso sono impulsivi e precipitosi, e per gli anziani, che non hanno pi la mano tanto sicura, a ricevere la Comunione in bocca, come per tanti secoli ha praticato la Chiesa.

...dimora in me e io in Lui Tornato al tuo posto, portando dentro di te le Specie sacramentali, segno e luogo della presenza di Cristo, non sprecare i preziosi momenti che passi con lui perdendoti in espressioni generiche e impersonali; cerca una vera intimit con Ges; fuggi l'anonimato, rivolgiti a lui in prima persona, senza timore o vergogna di dirgli che gli vuoi bene, che ti dispiace di averlo trattato con freddezza tante volte, che vuoi deciderti a servirlo con pi fedelt, e poi ... lascia parlare il tuo cuore che non pu avere con lui alcun segreto. E se il tuo cuore non riesce a parlare perch freddo e pesante come una pietra, pensa alla Madonna, e poi, adagio, con la voce dell'anima, digli: "Signore, ti offro la purezza, l'umilt e la devozione con cui ti ricevette la tua Santissima Madre... la fede e il fervore dei santi". E penserai a tante anime ferite d'amore: Agostino, Francesco d'Assisi, Tommaso d'Aquino, Teresa d'Avila, Caterina da Siena...; essi colmeranno il tuo vuoto e la tua freddezza, e quei pochi minuti di silenzio ti sembreranno (lo sono!) troppo fugaci e troppo brevi. Qualcuno ti dir che tutto questo sterile intimismo; non temere, sono persone che non capiscono n l'amore divino e nemmeno l'amore umano, soprattutto non capiscono quelle parole di Ges: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui". (Gv. 6,56) La Liturgia eucaristica si conclude con la preghiera di ringraziamento dopo la comunione. E' la terza orazione presidenziale; in essa il sacerdote chiede a Dio che il sacrificio celebrato porti frutti efficaci e duraturi di salvezza a quanti vi hanno degnamente partecipato.

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CONCLUSIONE DEL RITO

Non avere fretta Tutta la Liturgia si chiude con un semplice rito di commiato che comprende la benedizione sul popolo e il saluto del sacerdote celebrante. L'assemblea si scioglie rispondendo: "Rendiamo grazie a Dio". Il ringraziamento liturgico di tutta l'assemblea potrebbe continuare nel tuo personale rendimento di grazie. Non avere fretta. Se puoi, frmati alcuni minuti per dire al Signore quanto hai apprezzato il dono grande che ti ha fatto. Ci sono bellissime preghiere di ringraziamento dopo la Comunione che la piet cristiana ci ha tramandato nei secoli. Usale in modo da occupare tutto il tempo in cui il Signore rimane presente nei segni sacramentali che hai ricevuto. La Messa terminata. Nella chiesa ormai vuota, dove tornato il silenzio della Liturgia e gi filtra il rumore abituale della vita di ogni giorno, ti sorprendi mentre stai ancora pensando a ci che hai "visto e udito". Quando Mos scese dal monte dopo essere stato alla presenza di Dio e in intimo colloquio con lui, la sua anima era trasfigurata e raggiante, e il suo volto pieno di luce. Ora, la Santa Messa molto pi del Sinai: l'Eden, l'Oreb, il Golgota, il Monte Sion..., l'insieme di tutti i luoghi dove Dio ha cercato l'uomo smarrito e perduto lungo i sentieri della miseria e del peccato, la Montagna santa sulla quale Dio ha condotto la sua creatura per celebrare con lei la Pasqua della pace e della salvezza, preludio all'incontro nuziale che verr celebrato nella Gerusalemme del Cielo. Perci, uscendo dalla Messa, non puoi ritornare alla tua vicenda quotidiana con la stessa anima di prima; qualcosa di divino l'ha toccata, l'ha trasfigurata, l'ha fatta vibrare; non puoi, dunque, tornare alla vita di ogni giorno come se nulla fosse accaduto. Gli uomini, tuoi fratelli, che ritrovi nelle strade di sempre, dovrebbero accorgersi che hai vissuto momenti di comunione con Dio. E in verit, se attraverso il rito liturgico, ci immergiamo nel mistero dell'amore di Cristo celebrato nell'Eucaristia, il flusso divino della grazia accender la nostra anima che irradier luce e calore su ogni realt quotidiana; e prender forza in noi quella vita soprannaturale capace di aprire e orientare ogni lavoro, ogni fatica, ogni gioia, ogni fatto della vita ordinaria alla lode e alla gloria di Dio.

Unit di vita Sai come si chiama questa capacit di orientare a Dio tutte le tue attivit? Si chiama unit di vita. Essa ha il suo fondamento nel fatto che ogni cosa creata viene da Dio e trova in Dio il suo perfetto compimento. In altre parole: Dio il fine ultimo di 67

ogni cosa. Fine ultimo: perci non un fine parziale, limitato, condizionato da altri fini; non un fine parallelo, accanto ad altre intenzioni; non un fine facoltativo o marginale, se mi avanza tempo o se ne ho voglia- e nemmeno un fine cos ultimo da essere lultimo pensiero al quale dedicarti, magari alla fine della tua vita. Dio la realt pi viva, pi attuale, pi presente in tutte le cose, presente soprattutto negli esseri come noi, fatti a sua immagine e somiglianza. Se poi consideri che Dio ha voluto donarci col Battesimo la sua stessa vita, divinizzando la nostra anima con la filiazione divina, puoi comprendere come per noi cristiani lunit di vita si realizza a un livello pi alto: il livello soprannaturale; dobbiamo vivere in ogni momento come figli di Dio. La nostra vita deve essere insieme umana e divina, precisamente come quella di Ges. Puoi renderti conto di quanto sia logica e naturale una realt cos soprannaturale come lunit di vita, se pensi che in noi non ci sono due persone o due anime. Perci non abbiamo due intelligenze ma una sola, e cos una sola volont e un solo cuore. E come con lunica intelligenza che hai pensi al tuo lavoro, alle persone care, ai tuoi programmi, cos con la stessa intelligenza puoi pensare a Dio e metterlo al vertice di tutti i tuoi pensieri. Ugualmente con lunica volont che hai prendi tutte le decisioni della tua vita, ma in ordine alla fondamentale decisione di servire Dio come figlio e compiere con amore la sua volont. Cos pure con lunico cuore con cui ami i tuoi genitori, tua moglie e i tuoi figli, i tuoi amici e il tuo lavoro, ami anche Dio, tuo Padre, Ges, tuo maestro e redentore, la Madonna che Madre tua; e questo amore, che insieme umano e divino, mantiene nobili, retti e puliti tutti gli altri amori. Non puoi dunque vivere diviso: Dio e il tuo rapporto con lui da una parte, e le tue cose dallaltra. In Ges - vero Dio e vero uomo - si trovano la natura umana e la natura divina, ma unica la Persona, quella del Figlio di Dio. Cos anche in noi: abbiamo due vite, la vita umana, naturale, e la vita divina, soprannaturale, alla quale partecipiamo per mezzo della filiazione divina, ma unica la nostra persona umana che deve vivere in modo umano e in modo divino, nel modo proprio di un figlio di Dio. Ebbene, soprattutto mediante la Messa che puoi realizzare questa preziosa unit di vita. Nel Sacrificio della Croce Ges ha riconciliato in s tutte le cose, quelle del cielo e quelle della terra; ha perci tolto ogni divisione e ogni separazione tra sacro e profano: tutto devessere divino nella nostra vita di figli di Dio. Se ti sforzerai di vivere la Messa, imparerai a poco a poco, a trovare Dio nel tuo lavoro, nei tuoi affetti, nelle tue responsabilit civili e sociali, e cos la Messa diventer per davvero centro e radice di tutta la tua vita di cristiano e finirai non solo col dare luce e calore a quanti ti avvicineranno, ma anche a trasformare in cammini divini tutte le strade della terra. Che Maria, Madre dolcissima di Cristo, Madre del suo sacrificio redentore, sia sul tuo cammino e nella tua Messa di ogni giorno.

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IL CULTO ALLA SANTISSIMA EUCARISTIA

Il mistero eucaristico ha il suo momento culminante nella celebrazione liturgica del santo Sacrificio della Messa. Tuttavia un mistero cos grande che non termina nel suo pur solenne momento sacrificale, perch i segni sacramentali che lo significano ne prolungano la presenza oltre il rito liturgico, lungo tutto il tempo della giornata e della settimana. Durante il cammino degli Ebrei nel deserto, Mos ebbe da Dio il comando di erigere al centro dell'accampamento una tenda - tabernaculum - per collocarvi un'arca tutta d'oro dove conservare le tavole della Legge, la manna e la verga di Aronne, cio i "segni" della potenza salvifica di Dio in mezzo al suo popolo. Erano "segni" che ricordavano le "meraviglie" compiute dal Signore. Ebbene, noi che siamo il nuovo Popolo di Dio uscito dalle acque del Battesimo incamminato verso la Terra Promessa del Cielo, conserviamo al centro dei nostri "accampamenti" - nelle nostre citt - una tenda, un tabernacolo, ben pi importante e prezioso, che contiene non i simboli della nostra salvezza, ma la realt stessa che ci salva: l'Umanit Santissima di Ges sacrificata per noi. Pensa, allora, alle decine di tabernacoli disseminati nelle nostre citt e nelle campagne (quanti ne incontri nel tuo tragitto quotidiano?); l presente il Signore, nostra Salvezza, Manna discesa dal cielo per nutrirci di vita eterna. E' presente l a pochi metri dalle nostre strade e dalle nostre case, a due passi dalle scuole, dagli uffici e dai negozi dove scorre la nostra vita quotidiana. Rnditi conto che il Signore vive davvero con noi, in mezzo alle nostre vicende di ogni giorno e che si realizzano alla lettera quelle parole di Ges: "Non vi lascer soli..., sar con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" (Mt. 28,20). Diventano, allora, segno di cecit imperdonabile e di incomprensibile superficialit, l'indifferenza con cui viviamo vicino a lui o la sbadataggine con cui gli passiamo tante volte accanto senza mai pensarci. Non possiamo comportarci cos; dobbiamo proporci di andare ogni giorno a visitarlo nel tabernacolo dove custodito, anzi dove si fatto "prigioniero per amore". Cerca di intrattenerti qualche minuto con lui per dirgli, in confidenza, quello che hai nel cuore, per adorarlo e rendergli grazie, per riparare tante cose piccole e grandi della tua vita. Chiedigli luce e forza per essere perseverante e vittorioso nelle tue battaglie interiori. Infine, ricorda che in molte chiese viene fatta ogni domenica l'esposizione eucaristica e la solenne benedizione col Santissimo Sacramento. Quando ti possibile, specialmente nelle solennit, cerca di assistervi; avrai modo di rinnovare la tua fede con l'inno che per secoli generazioni di credenti hanno elevato all'Eucaristia: Tantum, ergo, Sacramentum, veneremur cernui..., e la benedizione del Signore sar su di te come la "nube luminosa" che accompagn il popolo eletto lungo il suo cammino nel deserto.

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PREGHIERE

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AVE VERUM
Ave verum Corpus natum de Maria Virgine! Vere passum, immolatum in cruce pro homine. Cuius latus perforatum fluxit acqua et sanguine; Esto nobis praegustatum mortis in exanime. O Jesu dulcis, o Jesu pie, O Jesu, fili Mariae!

Salve, o vero Corpo nato da Maria Vergine! Umiliato e immolato Sulla croce per gli uomini Dal tuo fianco perforato sgorg sangue ed acqua; sii per me in vita e in morte cibo amabile e desiderato. O Ges dolce. o Ges pio, O Ges, Figlio di Maria!

PREGHIERE IN PREPARAZIONE ALLA SANTA MESSA (Dall'antica Liturgia del Messale Romano) Salir all'altare di Dio, il Dio della mia gioia, il Dio che rinnova e allieta la mia giovinezza! Signore, tu sei il Dio della mia difesa, perch mi respingi? Perch lasci che io vada con tristezza, oppresso dai miei nemici? Manda in me la tua luce e la tua verit; siano esse a guidarmi, mi portino al tuo santo monte, alla tua santa dimora. Verr al tuo altare, o Signore, a te che sei il Dio della mia gioia; a te canter con la cetra, con l'arpa del mio cuore, o Dio, mio Dio! (dal Salmo 42)

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O Dio, tu sei il mio Dio, fin dall'aurora io ti cerco, perch di te ha sete l'anima mia, a te anela la mia carne come terra deserta, arida, senz'acqua! Cos vengo a cercarti nel tuo santuario, per contemplare la tua potenza e la tua gloria, perch la tua grazia vale pi della vita e le mie labbra diranno sempre la tua lode. (dal Salmo 62) 71

ATTO DI OFFERTA Padre santo, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa e Regina del mondo, ti offro il sacrificio che Ges, tuo figlio diletto, ha compiuto sulla croce e che ora rinnova su questo altare per le mani del suo ministro. Te lo offro a nome di tutte le creature, unito alle intenzioni del Santo Padre e di tutti i sacerdoti che oggi nel mondo celebrano questo santo e mirabile sacrificio. Ti offro me stesso, le mie intenzioni e quelle di tutti i miei cari, invocando per il mondo intero la salvezza e la pace. Cos sia.

Ricevi, o Signore, e prendi tutta la mia libert. Ti offro la mia memoria, la mia intelligenza, la mia volont. Tutto ci che possiedo me lo hai dato tu, dono del tuo amore; tutto questo io ti consegno e metto a disposizione della tua santissima volonta perch tu ne disponga secondo il tuo beneplacito. Solo ti chiedo il tuo Amore e la tua Grazia; saranno tutta la mia ricchezza e l'unico mio bene.

Preghiera a San Giuseppe. O beato Giuseppe, uomo felice e benedetto, che hai avuto il privilegio non solo di vedere Colui che molti re desiderarono vedere e non videro, udire e non udirono, ma anche di abbracciarlo, baciarlo, vestirlo e custodirlo, ottienimi con la tua intercessione di servirlo degnamente, con purezza di cuore e santit di opere. Egli, Figlio della Vergine Maria tua sposa, si affidato alle tue cure e al tuo amore di padre; ora fa che anch'io possa ricevere degnamente il suo Corpo e il suo Sangue, cos da meritare in futuro la vita eterna. Egli Dio, e col Padre e con lo Spirito Santo, vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.

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PREGHIERE DOPO LA SANTA MESSA Anima di Cristo, santificami. Corpo di Cristo, salvami. Sangue di Cristo, inebriami. Acqua del costato di Cristo, lavami. Passione di Cristo, confortami. O buon Ges, esaudiscimi. Dentro le tue piaghe, nascondimi. Dal nemico maligno difendimi. Non permettere che io mi separi da te. Nell'ora della mia morte chiamami. Comandami di venire da te per lodarti con tutti i tuoi santi nei secoli dei secoli. Amen 72

Eccomi, o mio amato e buon Ges, che alla santissima tua presenza prostrato, ti prego col fervore pi vivo di stampare nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carit, di dolore dei miei peccati e di proponimento di non offenderti mai pi, mentre io con tutto l'amore e con tutta la compassione vado considerando le tue cinque piaghe, meditando ci che disse di te, o Ges mio, il santo Profeta Davide: "Hanno trapassato le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa".

Signore Ges Cristo, Figlio del Dio vivo, che per la volont del Padre e con l'opera dello Spirito Santo morendo hai dato la vita al mondo, per il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue liberami da ogni colpa e da ogni male, fa che sia sempre fedele alla tua legge e non sia mai separato da Te. (Dal rito della Messa)

Preghiera alla Madonna. O Maria, Vergine e Madre Santissima, ho ricevuto ora il tuo Figlio diletto; tu lo hai concepito nel tuo grembo immacolato, lo hai dato alla luce e lo hai nutrito al tuo petto, lo hai tante volte abbracciato con tenerissimo amore. Ora sono io che, con tutto l'affetto e l'umilt, lo affido alle tue braccia: voglio amare col tuo cuore Colui che stato la gioia dei tuoi occhi e la delizia del tuo sguardo; ti prego di offrirlo alla Trinit Santissima come atto della mia totale adorazione; egli la tua gloria e il tuo vanto, sia per me e per le necessit di tutto il mondo potente e misericordioso intercessore. Madre mia piissima, ti prego: ottieni il perdono di tutti i miei peccati, la grazia di servire d'ora innanzi il tuo Figlio Ges con pi generosa fedelt, e infine la perseveranza finale perch io possa un giorno contemplarlo e lodarlo con te per tutti i secoli dei secoli. Amen Preghiera a San Giuseppe. O San Giuseppe, Custode di vergini e Padre, alla tua premurosa fedelt stata affidata la stessa Innocenza: Ges Cristo e la Vergine maria; per l'amore che ti ha unito a questi due Tesori ti supplico con tutto il cuore: f che, libero da ogni macchia, io possa servire Ges e Maria con castit, con integrit di cuore e con purezza di spirito, oggi e per tutti i giorni della mia vita. Amen. Preghiera a San Michele Arcangelo. O Arcangelo San Michele, difendici nella lotta; contro le perfide insidie del demonio sii nostro presidio. "Lo respinga Iddio!", imploriamo supplichevoli. E tu, principe delle schiere angeliche, con la forza di Dio ricaccia nell'inferno satana e gli altri spiriti del male che si aggirano nel mondo a rovina delle anime. Amen

PREGHIERE PER LA VISITA AL SS.mo SACRAMENTO 73

Sia lodato e ringraziato ogni momento, il Santissimo e divinissimo Sacramento Padre nostro, Ave Maria, Gloria (tre volte)

Comunione spirituale. Vorrei, Signore, riceverti con la purezza, l'umilt e la devozione con cui ti ricevette la tua Santissima Madre, con lo spirito ed il fervore dei Santi.

Preghiera di Sant'Alfonso Signore mio Ges Cristo, che per l'amore che porti agli uomini, te ne stai notte e giorno in questo sacramento tutto pieno di piet e di amore, aspettando, chiamando e accogliendo tutti coloro che vengono a visitarti, io ti credo qui presente nel sacramento dell'altare, ti adoro nell'abisso del mio niente e ti ringrazio per tanti doni che mi hai fatto: specialmente di avermi dato te stesso in questo sacramento, di avermi dato per avvocata la tua santissima Madre Maria, e di avermi chiamato a visitarti in questa chiesa. Benedico, o Ges, il tuo Cuore amantissimo, e voglio salutarlo con questi tre fini: primo, per ringraziarti di questo grande dono; secondo, per compensarti di tutte le ingiurie e le profanazioni che ricevi in questo sacramento; terzo, intendo con questa visita adorarti in tutti i luoghi della terra dove tu, nel tabernacolo, te ne stai meno riverito e pi abbandonato. Ges mio, io ti amo con tutto il cuore; mi pento di avere, nel passato, tante volte disgustato la tua bont infinita. Propongo, con la tua grazia, di non offenderti pi per l'avvenire; e ora, cos miserabile come sono, mi consacro tutto a te, ti dono e ti consegno tutta la mia volont, gli affetti, i desideri e tutte le cose mie. Da oggi in avanti fa di me e delle mie cose tutto quello che ti piace. Solo ti chiedo, e voglio, il tuo santo amore, la perseveranza finale, l'adempimento perfetto della tua volont. Ti raccomando le anime del Purgatorio, specialmente le pi devote del Santissimo Sacramento e di Maria Santissima. Ti raccomando ancora tutti i poveri peccatori che vivono nel peccato. Unisco, infine, Salvatore mio caro, tutti gli affetti miei agli affetti del tuo amorosissimo cuore, e cos uniti li presento al tuo eterno padre, e lo prego che in tuo nome e per tuo amore, li accetti e li esaudisca. Amen

INNO DI SAN TOMMASO D'AQUINO

Adoro te devote, latens Deitas, quae sub his figuris vere latitas: tibi se cor meum totum subiicit, quia, te contemplans, totum deficit. Devotamente io ti adoro, Dio nascosto, 74

che sotto questi segni a noi ti celi. Tutto il mio cuore a te si abbandona perch nel contemplarti in te si perde.

Visus, tactus, gustus in te fallitur, sed auditu solo tuto creditur; credo quidquid dixit Dei Filius: nihil hoc verbo veritatis verius La vista, il tatto, il gusto non ti intendono, solo la tua parola fa sicura la mia fede. Credo tutto ci che disse il figlio di Dio niente pi vero di questo Verbo di Verit.

In cruce latebat sola Deitas at hic latet simul et humanitas: ambo tamen credens atque confitens; peto quod petivit latro poenitens. Sulla croce era nascosta la sola divinit, ma qui anche lumanit nascosta; luna e laltra credendo e confessando chiedo ci che chiese il ladrone pentito.

Plagas, sicut Thomas, non intueor, Deum tamen meum te confiteor: fac me tibi semper magis credere, in te spem habere, te diligere.

Come Tommaso non vedo le tue piaghe, eppure ti confesso mio Dio. Fa che in me si accresca sempre pi la fede, la mia speranza e il mio amore per te.

O memoriale mortis Domini, Panis vivus, vitam praestans homini: praesta meae menti de te vivere, et te illi semper dulce sapere. O memoriale della morte del Signore, Pane vivo che dai la vita alluomo, fa che la mia mente viva di te, 75

e gusti sempre il tuo dolce sapore.

Pie pellicane, Jesu Domine, me immumdum munda tuo Sanguine cuius una stilla salvum facere totum mundum quit ab omni scelere. O pio pellicano, Ges Signore, me immondo monda col tuo Sangue di cui una sola stilla pu salvare il mondo intero da ogni delitto.

Jesu, quem velatum nunc aspicio oro fiat illud quod tam sitio ut te revelata cernens facie, visu sim beatus tuae gloriae. Amen Ges, che adesso adoro sotto un velo, fa che avvenga presto ci che bramo: che nel contemplarti faccia a faccia, io possa godere della tua gloria. Amen

BENEDIZIONE COL SANTISSIMO SACRAMENTO

Pange, lingua, gloriosi Corporis misterium, Sanguinisque pretiosi quem in mundi pretium fructus ventri generosi Rex effudit gentium. Nobis datus, nobis natus ex intacta Virgine et in mundo conversatus, sparso verbi semine, sui moras incolatus miro clausit ordine,

Il mistero dellamore ogni lingua celebri: canti il Corpo glorioso ed il sangue inclito per noi sparso dal Signore re di tutti i popoli. A noi dato, per noi nato da intatta Vergine: la parola ci ha lasciato che salvezza germina e la vita sua concluse con stupendo ordine. 76

In supremae nocte coenae recumbens cum fratribus, observata lege plene, cibis in legalibus, cibum turbae duodenae se dat suis manibus. Verbum caro, panem verum verbo carnem efficit; fitque sanguis Christi merum. etsi sensus deficit: ad firmandum cor sincerum, sola fides sufficit. Tantum ergo sacramentum veneremur cernui: et antiquum documentum novo cedat ritui: praestet fides supplementum sensuum defectui.

Nella notte della Cena Cristo nostra vittima celebrando la sua Pasqua in fraterna agape d s stesso come cibo per nutrire i dodici. Ecco, il Pane si fa Carne nel banchetto mistico, si trasforma il vino in sangue nel mistero altissimo; non i sensi ma la fede d certezza allanima. Adoriamo il Sacramento Che Dio Padre ci don. Nuovo patto,nuovo rito nella fede si comp. Al mistero fondamento la parola di Ges. Gloria al Padre Onnipotente Gloria al Figlio Redentor, Lode grande, sommo onore alleterna Carit, Gloria immensa, eterno amore, alla Santa Trinit. Amen

Genitori, Genitoque laus et jubilatio, salus, honor, virtus quoque sit et benedictio: procedenti ab utroque compar sit laudatio. Amen

Hai dato loro un pane disceso dal cielo. Che porta in s ogni dolcezza

Preghiamo: Signore Ges Cristo, che nel mirabile Sacramento dellEucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

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INDICE PRESENTAZIONE
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LA PREGHIERA NELLA VITA DEL CRISTIANO


A voi che non pregate pag. A voi che pregate solo nel bisogno .. pag. A voi che pregate un po stancamente pag. esempio di Ges .. pag. Ges orante: maestro di orazione pag. Pregare con Ges, in Ges, per mezzo di Ges . La preghiera nelle religioni .. . pag. Pregare consegnarsi a Dio .. pag. Preghiera e Comandamenti . pag. Preghiera e Sacramenti pag. Necessit della preghiera pag. Preghiera e vita soprannaturale .. .. pag. La fede come sorgente di preghiera . pag. La preghiera fonte di fede pag. Preghiera e testimonianza pag. Nostalgia di Dio e preghiera . pag. La preghiera rimedio alla solitudine pag. Possiamo pregare dovunque .. pag. La preghiera nelle nostre case .. pag. I momenti della preghiera . pag. La preghiera del mattino pag. La preghiera della sera .. pag. orazione mentale . pag. Pregare con la Parola di Dio .. . pag. La preghiera pi grande: la Santa Messa .. pag. Pregare Maria, nostra Madre . pag. Preghiera e unit di vita pag. La preghiera di lode .. .. pag. La preghiera di ringraziamento .. pag. La preghiera di riparazione .. . pag. La preghiera di domanda . pag. Chiedere con fede .. . pag. Chiedere in unione con la Chiesa pag. Chiedere con umilt .. pag. Chiedere con perseveranza . pag. Chiedere certi di ottenere .. pag. Il fascino della figura di Ges .. pag. Preghiera: fonte di gioia pag.

8 9 10 12 13 pag. 17 21 22 26 28 30 31 33 35 37 39 42 43 45 46 47 49 51 54 57 59 61 63 66 68 69 70 72 73 74 76 77

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IL TESORO DELLA S. MESSA NELLA VITA DEL CRISTIANO

PRESENTAZIONE ... INTRODUZIONE .. PREMESSE Persone per bene .. La vita cristiana Il piano divino della salvezza Nella Chiesa e mediante la Chiesa Grazia santificante Il dono divino

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pag. . pag. .. pag. 87 . pag. pag. .. pag. .. ... pag. .. pag. pag.

80 83 87 88 89 90 92 92 78

Centro della vita cristiana IL PRECETTO Libert: dire di s al Signore La fede obbedienza Obbedienza di creature Obbedienza per amore

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pag. .. pag. 94 pag. .. pag. pag. .. pag.


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93 94 95 96 97 98 98 99 102 102 103 104 105 106 108 110 111 113 113 115 116 117 117 118 121 121 122 123 124 127 128 131 132 133 135 138 141 142 144 145 146 147 149 151 151 153 156 79

LA PREPARAZIONE ALLA SANTA MESSA Ostacoli alla vera piet .. Preparazione remota IL RITO LITURGICO .. Struttura dei Sacramenti Riti d introduzione ... .. Siamo Chiesa .. La Messa: azione di Cristo Giorno del Signore - Giorno della Chiesa .. Il comportamento nella partecipazione altare Atto penitenziale .. .. Inno di gloria LITURGIA DELLA PAROLA Parola di Dio, Parola del Signore Ascolto Proclamazione del Vangelo Omelia: atto ministeriale Il momento dell umilt Il buon terreno della Parola Il Credo : un unica fede
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pag. . pag. . pag. pag. . pag. .. pag. . pag. pag.109 . pag. .. pag. pag. pag. . pag.114 . pag. pag. .. pag. . pag. pag.
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LITURGIA EUCARISTICA .. Nel nome e nella persona di Cristo ... Nella notte in cui venne tradito .. ... Preparazione delle offerte ... I fini della Messa ... 1) - L adorazione .. 2) - Il ringraziamento 3) - La propiziazione .. 4) - L impetrazione La preghiera sulle offerte La Preghiera Eucaristica ... 1) - Invocazione sulle offerte ( epclesis ) 2) - La Consacrazione 3) - Memoria ( Anmnesi ) La Comunione Eucaristica .. Le nostre disposizioni .. .. Rito di riconciliazione ... Un solo corpo, un solo spirito .. Domine, non sum dignus .. ... Con passi d amore .. ... ... Dimora in me e io in Lui CONCLUSIONE DEL RITO Non avere fretta Unit di vita
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pag. pag. pag. pag. pag. pag.125 .. pag. .. pag. .. pag.130 pag. pag. pag. .. pag. .. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag.
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IL CULTO DELLA SANTISSIMA EUCARISTIA

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PREGHIERE

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