Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Aristotele Problemi Musicali
Aristotele Problemi Musicali
IIEPI AP MONIAN
[1]
917 b Ll,a"d 01 7tOVOUV't'EC; )(lXt 01 eX7tOlXOOVTE:C; lXOUV-
20 TOt'; (VlX 01 ILv U7tC>VTOt" ol 8l lLaov x,lXE-
pCJ)(nv.
[2J
d,a TE 7toppCJ)TpCJ) olXTC; T1i lXTji <pCJ)vn ytywvei:
IJ.tT' ,8wv )(lXt 1L6voc;; ()T' 't' eX&p6CJ)C;
T' 7tO'tr.v o 't'OGlXUTlX7tG,6v !GTtv
lSaol;; opt3-1L6c;, eX' i:>mre:p 8E7touc; O 8,-
25 7tMa,ov eXa 't'E't'plX7tMa,6v 't" YP<pEr., ol1TCJ)C; 't'a auV't'r.-
&q...evlX 7tov lax
OE
' )(lXTa 't'v eXP'&ILV gTlXV n8'7)-
p1)(dvlX; &p6CJ)V oov OVTCJ)V ILE Y(VETlXr.
917 b 21 1t0PP6UPOV ca X
a
AP - 23 ToocxiiT
0(0" codd., corro Bekker - 26 lax
uEL
xcxTck ya ca
..... 26 ......
.l. (:
[1]
Perch alla musica auletica ricorrono l tanto
quelli afflitti da dolore quanto quelli che tripu-
diano? I primi, evidentemente, per alleviare la loro
sofferenza e i secondi per godere di pi 2.
(2)
Perch la voce della stessa persona, a pari in-
tensit, quand'essa canta o grida con altri, giunge
a maggior distanza che se lo fa da sola l? Poich a
fare una cosa tutt'insieme - o che si eserciti una
pressione o che si dia una spinta -' l'effetto non
proporzionale alla somma numerica di quelli che
vi concorrono; come una linea di 2 piedi 2 genera
una figura quadrupla e non doppia, aU'istesso modo
forze agenti insieme esercitano in rapporto al nu-
mero un'azione maggiore che se prese singolar-
mente. Pertanto quando pi voci vengono emesse
contemporaneamente, unica viene ad essere la forza
K1 c1f1Ot tMlt:t Tbv &crn 7tOlX7tliaLov
7tpotvlXL' XlXI yap be. 7tciVTWV tpwv1j eXtlaTljc;
7tolX7tMaLOC;.
[3J
so dLl '1'( 7tlXpU7tclTljV eJ8oV'tEc; Il.clLaTlX
YVUVTlXL, Ox xlX1 'l'a vw, Il.tTli 8
SLGtmaE:WC; 7t(ovoc;; lSTL TlXUTljV
4SouaL, xlXl lXGTlj Tb S XCltt7tV SLa
K1 7tleaLV Tliic; l'I TOUTOLC; S 7t6voc;'
7tOVOUVTlX S Il.ov 8LGtep&dptTlXL.
(4)
u dLl '1'( Sl TlXUTljV XlXE7t(;)C;, ')v S Il7tciTljv
K(TOL Sleale; EKUplXC;. lSTL Il.tT" 67tciTlj,
K1 f1Ot Il.tT aUaTlXaLv tlXeppV T vCa)
814 TlXTb S lOlXE:'I xlXl 'l'a 7tpC; Il.lotv E)'61l.tVlX [7tpc;
TlXU <TljV livcioyov lxtLV 7tpc; vi) > TljV 7) 7tlXplXvI)TljV.
28 ix Tlilv ncivTWV X
a
- 32 ClGT'lJ ij X" AP - 3
6
1""" citlviaEw ya - 38 loco misere corrupto mederi co-
natus SUffi
.... 28 ....
r
del suono che ne risulta, ed esercita tutta insieme
la sua spinta sull'aria in modo da propagarla molto
pi lontano. Difatti il suono risultante di tutti i
componenti d'intensit multipla di ciascuno di
essi 3.
[3)
Perch nell'intonare la parhypate la voce pi
facilmente si rompe l non meno che nell'intonare
la 1Jete t e le altre note del registro alto 3, sol che
in tal caso l'intervallo maggiore? Solo perch que-
sta la nota che pi difficilmente si riesce ad in-
tonare 4, e con questa si attacca (il canto) 5. La
difficolt consiste nell'aumento di tensione richie-
sta e nella compressione della voce: in questo si fa
fatica, e chi fa fatica corre maggiormente il rischio
di stonare.
[4]
Per quale ragione la parllypate s'intona con
difficolt e 1'1Iypate con facilit l, per quanto l'una
non disti dall'altra che per un tono? Perch l'lIypate
implica un rilassamento della tensione e una volta
impostata la scala t sono facili i salti verso l'alto.
Per la stessa ragione pare anche che le cose dette
per questa sola nota (valgano analogamente per la
liete) e per la parat.ete 3.
..... 29 .....
[BEL ya:p tt ILETOC O'Uvvolotl; xclt XTO'Tas(,)1; OtXEtO-
018 a 'fClT1J i)&E:L 7tpb 't'lv TOU 8 tt
IL
ETll
O'UlLtp(,)v[ -dI; -fJ t-rlot ;]
[5 )
dt T( &'xououaLv 60' av 7tpOEm-
wrlclv(,)aL Ti3V ILEi3V, c'llv l7t(aTotVTotL;
li 7t6TEPOV 6TL ILov 8'ijhOe; o -runclv(')v &a1tEp axo-
1tOU, 6Totv Y"(,)p(t(')O'L Tb TOUTO 8 -fJ8 8-E(')-
pErV; 6TL -fJB Tb ILvtMVELV, TOUTOU 8 LTLOV IhL T
fv 't'lv Tb 8 ;:p'ijaDlXL &.'01-
Y"(,)p(tELV laT(v; xl T aUv"t)8e -fJ8 ILhOV
TOU &'O'Uv1;&ou.
(6)
lO dt T( -fJ 7tpXlXTotOrl iv Tre; Tpotytx6v;
8La: 't'lv &.V(,)lLlXhlotV; 7t8-Y1TLXbv ya:p T &'V(,)lLlXhc;
)(0(1 iv -rUXY1C; U7tY1C;, Tb 8 olLlXil"e;
YOi3BEC;.
39 verba 3ei rp..... czhlcz ut immerito hic p03ita
secluserunt omnes fere edltores (post rcip Jacunam statlli)
018 a 6 notam interrogantis post 486J.lcvov ponunt
codd., post &cwpeiv transposui - 7 'rOTO ya CA - /iTL
om. codd. - 12 8l ante 6l&cz>.l Dm. XD, 6I&Cl>'/)V Va.
- 30-
Occorre infatti.. .. 4
[5]
Perch si ascolta con pi piacere l'esecuzione
di canti di cui si abbia gi conoscenza che non
quella dei canti che non si conoscono l? Forse per-
ch il conseguimento di quello che possiamo chia-
mare un fine pi evidente quando si riconosce il
canto ed un piacere ascoltarlo 2? O perch pia-
cevole in generale il comprendere a, e di questo
la causa per una parte l'acquistare scienza e per
l'altra l'usarne e il riconoscerla? da tenere an-
cora presente che ci che ci abituale piace pi
di quello cui non siamo avvezzi 4.
[6]
Perch la recitazione con accompagnamento
musicale nei canti ha carattere tragico? Evidente-
mente per il contrasto che ne risulta 1: il contra-
sto infatti produce pathos anche nei casi in cui
massima si mostra la forza della fortuna o mas-
simo il dolore. L'uniformit invece meno
adatta alla lamcntazione 2.
- 3
1
--
. ,
[7]
AltX rt 01 eXPXtOL 1t-rX6p8001; 7tOlOUVUI; O:PlJ.oVUxI;
,",V 7t-r'rlv, eX' o ,",V vij-r'rlv K'til7tOV; 1t6upov
16 TQu-ro (eXlJ.epo'tiPotl; ytXp Kot-rL7tOV, 'jv 8! TpLT'rl
V
of); cl' lhl la",{uel TV
/(o-rtplll; ep&6nov. tlcnt ILov U7t'"1 eX7te8l800 T
cXV'tlepColVOV ') 4) vfrnl. ml -r /(u 80v!J.Ewl; < 8ei:Tl )
IJ.Uov, -r
[8J
AltX Tl -rv -rljl; laxUEl ept}
6
n
ov
;
SO 6-rl lJ.ettov -r i 'tii ytXp loLKtV. -r
< > 'tii ywvt(f.
[9J
Atei Tl diI; lJ.0vct>81cx1; cXxouolJ.tV, UV TU; 1tPI;
V ') pV Kl'fOl 7tPI; xop8t1; Kt T
-r ILtpOI; 4800GW cllJ.epO-rtpWI; et y:p hl IJ.ov
-r -r6, 1ttov l8tL 1tPI; 1toou 'rl-rtXl; Kl t1'l
18 8cLnu add. Wagener ex Th. G. - 20 add.
Ruclle - 24 p.ipoc] nekltcr.
..... 32 .....
[7J
Perch gli antichi nel costituire la scala di sette
note hanno lasciato l'hypate e non la nete l? O non
un errore dir questo, giacch essi le conservarono
ambedue e soppressero la trite? E per da dire
che la nota grave rafforza il suono di quella acuta,
per modo che l'''ypate produceva l'antifonia me-
glio che la fiele, in quanto la nota alta abbisogna Il
di maggior forza mentre la bassa pi facile ad
esser cantata.
[8J
Perch la nota grave rafforza il suono di quella
I
acuta? Perch la grave maggiore: difatti simile
ad un angolo ottuso mentre l'acuta simile ad un
angolo acuto l,
[9J
Perch ascoltiamo con maggior piacere una
monodia quand' accompagnata da un solo a2110s o
da una sola lira - per quanto sia sempre la me-
desima parte ad esser ca'ntata - anche nel caso
in cui si abbiano pi lire (o pi aIl1oi)? Se
vero che il rafforzare il medesimo d maggiore
gradevolezza, aumentando il numero degli auleti,
la medesima parte, venendo rafforzata, dovrebbe
..... 33 .....
i6 EtVott. gTt TUnliv(,)V 8lj>'0c; 'TOU ax01tOU IL>'>'ov,
gTotV 1tpbc; ot>.bv >'upotV i 'Tb 8e 1tpbC; 1to).).oc; ot>'1j-
TcXC; >'upott; 1to>.>.tl; OX gTt 'jv
110]
T(, Et cp(,)vIj, >.6you
30 480V'T01; OX cn-(V, otov cl>.>.' CX>.b1;
>'potj o8' bur, Mv IJ.tILljTott, 0IJ.0((,)I;
o cX>.>.l xcxl 8tl 'Tb lpyov CXT6. ILtv ylp
'TOU XpOUaTtx 8e IJ.>'>'OV 'l'ci. op-
yotVCX 'TOU cn-6fLCXTOIt. 8tb clXOEtV
(11 ]
riuscire anche pi piacevole. evidente che si
raggiunge meglio il fine quando l'accompagna-
mento eseguito da un solo at,los o da una sola
lira. Un'esecuzione con molti at,lai o lire non
pi piacevole, perch gli strumenti rendono
meno percettibile il canto 1.
110]
Se la voce umana pi piacevole (di quella
di un af,los o di una lira) perch non lo quando
il canto non ha parole, Come nei gorgheggi s, ma
a paragone noi preferiamo l'af,los o la lira? O non
s'ha da dire che neppure l'aulos e la lira dnno
in tal caso un egual piacere, se manca la mimesi
(cio se non accompagnano il canto)? Ma non di
meno la cosa vera anche in ragione di quella
ch' la capacit di esecuzione (nei due casi). E di-
fatti la voce dell'uomo s1 piacevole, ma gli
strumenti hanno pi forza nella resa dei singoli
suoni che la bocca 2. Ed per questo che piace
pi ascoltare degli strumenti che non fare dei gor-
gheggi.
(11]
35
t 'T( cl1t1jxouacx ;
cla&vEadpcx ytv0lJ.&v"l i
29 ilStov AP - TO dvDpwmlu ca - 31 !-l'il om. ca.
..... 34 .....
Perch nell'eco la voce sembra pi acuta? Non
perch, diventando pi debole, diminuisce di
ampiezza l?
..... 35 .....
[12}
.At 'l't TWV xop3wv '1) <id T lX(J.-
v 7tplX(J.aljv erov I/JLjj
'Tjj (J.a71, y(veTL 'l' -JjTTOV' M'II
(J.Gljv, 3lov &(J.tpw, 00 y(veTt. ihL T
918 b (J.y &aT& xpTE:p6v; xl !:veGTLV Ti;) (J.E-
yCj) T (J.Lxp6v' xl 'Tjj 300 VljTL 'Tjj
{)7tTTl ytvOVTL.
[t3]
T( 'Tjj 7tawv TOU l#ot; VT(tpWVOV
y(veTL T TOUTOU T olS i < ) f)TL
6 (J.taT e'li (J.tpoi:v eo-rlv T (J.tpoi:v (J.oc;, et
bi Tij) ypi
[t4]
T( v8iveL T 7tGWV, xl 30xei o(J.6tpwvov
etvL, otov e'II Tij) xl e'II Tij) t
'l'oie; I#GLV OVT OOX op.6tpwv, " vlioyov
lO 7tGWv. f)TL &a7tep (, OTt; elvotL 30x&i
918 b 2 vij-rrot, ca - 4 add. Sylburg - 6 iv corro
Sylb. ex Th. G., 06 codd. - 8 pO'v LXi;) xcx1 loupyi;) Stumpf
coll, Aristot. de sensu p. 439 b 31 sgg. - clv&pclJ7tc.)] clTp6ttctl
in margine x
a
et Th. G. i n a t r o p o vertit, latere su-
spicans nomen instrumenti alicuius.
l
[t2}
Perch sempre la pi grave di du corde che
d il canto l? E difatti se si deve intonare la pa-
ramese col suono puramente strumentale della
mese 2, il suono medio si produce ugualmente;
ma se s'intona la mese, mentre c' necessit di ese-
guire i due suoni (cio la mese vocale e la paramesc
strumentale), non possibile ottenerli isolata-
mente 3. La ragione che il grave grande, e di
conseguenza domina; e nel grande contenuto
anche il piccolo: dividendo a met la lunghezza
necessaria all'lIypate si ottengono due tJete 4,
[t3)
Perch nell'ottava il grave antifono del-
l'acuto e non l'acuto del grave? Non sar perch
massimamente nella consonanza di ambedue il
canto delle due note; e senn, esso nel grave,
poich il grave maggiore l?
(t4)
Perch l'accordo d'ottava non si avverte e
sembra omofono, come nel caso deU'accordo creato
dal PhoctJiciuflt l e dalla voce dell'uomo? Le note
acute difatti non sono omofone alle gravi corri-
spondenti, ma in rapporto di reciproca analogia nel-
l'ottava. Non s'ha da dire che il suono d appa-
di essere quasi il medesimo? Difatti hl parit
..... ;17 .....
I
I
1
!
I
l
:,
q>8-6yyo; 8L <y.xp ) -rb .xvcloyov la6Tljt; tltl q>8-6YY(J)v'
-rb taov TOU v6t;. 'rGtu-rb TOUTO xll11.'l 'rGtU;
(15)
"1'( ol jLtv v6jLot ox tv &.VTLaTp6f{1ott; <OLOUVTO,
III clo:t 4)8ll1 cd XOpLX'Xt; 1) Iht ot jLv v6jLot
15 .xY(J)vLaT(dV (liv jLtjLeLa&\Jtt 8UVlljLvwv x'7.1
8tOtTe(ve3L ytveTo jLOtXP.x XOtl
XOt&&.ltep XOtl T.x XOtl T jL"Il 'ri.i
&.d lTepOt ytv6jLE:vOt. jLiio'l yP T;)
" " - l\_ - ., '" \ \
I\et OtVOtYX"ll (ttjLetavv;L "l TOtt; p"Il(tllaLV. o ti) XOtt OL
ILtjL"IlTtxol iyvoVTO, OXTt &XOUrnV
110 .xVTtaTp6f{10Ut;, ltp6TepOV 8 elXOV. llhtov 8 (ht T
ltllo:tV ol tMU&tpOt tx6pe:VOV llTOt ltOOt;
.xYCdVLaTtX(dt; 48eLV XlleltV ""V, CJaTE iv cXPjLovtCf jLt't)
tvj)8v. y.xp ltoCt; "l'iii vl
TOLt; ltoo!c;, xo:l "l'iii &.YCdvLaTii 'l TOLt; T
25 f{lU&'TTOUaLV. 8t cXltOaTepll tltO(OUV OtTOLt; "l'cl: jL"Il'
",. , ( " - , . l\ l " \ ,
"Il ot llVT aTp0!p0t; ll1tI\OUV' Otptv[LfJt; e:aTt XOtt e:Vt
(tETpeLTllt: 't 8' llT tJttTt6V XOtl 8LOTt "l'cl: [L&'I
lO yclp add. Bussemaleer ex 'l'h. G. - 22 v
xa ca AP, IvccPI-&6Vtcc ya - 24 'l'olI; corro Beldeer.
codd. omnes - 2S InotouvTo XII.
nei suoni data dall'analogia: e la parit rien-
tra nell'uno 2. Il medesimo fenomeno avviene nelle
siringhe li e produce lo stesso inganno.
(15)
Perch i twmoi non erano composti in forma
strofica come gli altri canti corali? La ragione
non sar che i tJomoi erano eseguiti da solisti e,
poich questi erano capaci di mimes.i e in
di dilungarsi in essa, il canto ne nsultava lun-
go e molteplice nelle sue forme? E per al
modo delle parole, anche le melodie seguivano
le necessit della mimesi variando di continuo.
Ch l'imitazione doveva esser fatta pi con le
melodie che con le parole. Quindi anche i diti-
rambi, dacch son diventati mimetici, non hanno
pi antistrofe, mentre prim.a ra-
gione che in antico solo for-
mavano i cori, e per era diffiCile che molti can-
tassero nel modo degli attori di professione, per
. . ,. ala I
cui i canti venivano eseguIti su un umca sc ,
E difatti pi facile ad un solista che ad com-
plesso eseguire molte variazioni, e al,
pi che a chi mantiene 2. I loro
canti erano pi semplici. E Il canto
semplice: obbedisce ad un numero fisso vIene
misurato unitariamente. Per la stessa ragione le
...... 39 ......
,
Tlj GX'r)Vlj OX n(a't'poept Ta 8 't'ou x,opou v't't-
aTpoep' olLv yap YWVLa-rlj Xotl ILtlL'r)TIjt
o al x,opb
[16]
30 T( Tb v't'(epwvov TOU O'U(.L<pblVOUj
ILllOV 3Lli3'r)ov Tb O'UlLepwveLv lSTotV 1tP;
-rljv O'UlLepwvtotv 43'r) j yap -rljv 0(.L0-
epwveLv
t
&'laTe 360 1tpb ILlCltv epwWjv YW6ILevIXL epv(-
touaL -rljv npIXv.
[17]
. AL T( < 3t > 1tMe ox 430uaLv VT(epWVot i
35 OX, ot-rlj aUlLepwvo 'rii &'lcrnep lv
Tiji 1tota(;)v; xe(v'r) yap < > v Tiji
pe:i: v Tiji &'lcrnep otTIj
taTLV &(.LIX Xotl &'r). ott 8l tV Tiji aLa xotl ata
ox lx,ouaw olS't'wt &'laTe ox t(.L<pIX(veTotL
o Tij clntepblvou ep&6rro' o taTtv oot't'6.
. 30 6j.toepwvou Burette - 34 BLI add. Bojcsen
ex Th. G. - 3S 'f' corro jan, 'f' CJUl4epwv(, codrl.
- 36 'Il add. Vollgraft - 37 lv Tij) &I4CIL X
6
.... 40 ....
r
I
I
.
:!
monodie degli attori sulla scena non sono anti-
strofiche, ma tali sono quelle eseguite dal coro:
giacch l'attore un virtuoso e un imitatore
mentre per il coro la mimesi minore.
[16J
Perch l' alltipllollia pi piacevole della sY'Il-
pllollia l? Non sar perch (nell'accordo antifonico)
la parte sinfonica si coglie con maggiore evi-
denza di quando il canto in rapporto soltanto
sinfonico? Ch in tal caso vien di necessit che
una delle due note (del gruppo sinfonico) sia
.omofona (col canto), per modo che avendosi due
voci contro una, questa rimane coperta.
[17)
\
Perch non si ha alltipllonia nell'accordo di \
quinta? Perch (in tale accordo) la nota conso-
nante non identica a quella con la quale con-
suona, com' nell'accordo d'ottava. Qui. infatti
la nota grave nel registro grave in rapporto di
analogia con la nota acuta nel registro acuto; e
per la nota antifonica risulta insieme identica e
diversa. Ma negli accordi di quinta e di quarta que-
sto non avviene, per modo che il suono della nota
antifon:\ non evidente, perch non il me-
desimo '.
.... 41 .....
!
I
!
I
!
.
.]
. :
I
I
'I
I
l
I
.:;
(18)
4.0' ALCi .r( 1) 3ui. 1'Cota6iv atllLtptllvlot lLov'I); 1Lllt-
DIO a yp 'l'ot6T'1)v, llhh'l)V 8& o8EILta.v. O'l'\
lLov'I) clV'l'ttp6lV(,)V aTl x,op8wv, v 8& clv'ntp6l-
vou; xotl rljv &Uplltv !av T otT 1) yp
ILtot 'l'ponov 'l'c; cllLtpOUP(,)V lXE\ lJl(,)v<xC;, WaTt
XOtl ILtC; 48o!Jb,l'l)c; v 'l'Ot'l'lI -rii t 'q
3 atllLlJlWV(Ot, XOtl !lLlJlW lLv 48olLtv'1)C;
'"ic; OthOUlJ.tv'l)C;, &a1'tEp IL(OtV lllLlJl(o) at
1L6v'I) 6T\ IL\C; xe\ ora
clVT(tpWVOt.
(19)
At 'l'( 3& clVT\tp6lVOtc; 'l'oiho ILOVOtU; un<XPXE\;
lO I>T\ 1L6vOt\ (aov cl1'Ct):,oua\ ILta'l)t;; IJ.E-
a6'l''I)t; O(l.Ot6'l''I)T<l 'l'tvot 'l'WV Ip&6yy(,)v, XOtl O\XEV
htyEtv 6T\ Otrlj Xotl 6Tt' cllLlJl6TEpot\
laxot't'ot\.
OlU a I verba ... o8C:ILlv interpolata esse
putat l'h. Reinach - 1J.6vo AI' - AI' - 2 T(I'
X" CO - 6 C!lJlfC:P )(cd lJ.lv XA
.... 42 .....
[181
Perch solo l'accordo d'ottava viene usato nel-
l'esecuzione vocale 1 ? E difatti nell'accompagna-
mento si usa quest'accordo e non altro 2. Non sar
perch esso solo risulta di note antifone e nelle
note antifone, anche ad eseguirne una, l'effetto
il medesimo? Giacch una sola contiene in certo
modo entrambi i suoni, per modo che se ne can-
tiamo una in tale accordo si ottiene la consonanza
completa e ambedue - l'una per
via di canto e l'altra a mezzo dell',wlos - come
se ne cantassimo una sola I. Percib questo
solo accordo ad essere usato nei canti, perch le
note antiron<' hanno il suono di una sola nota.
(191
Ma perch questo avviene solo nelle note an-
tifone? Non sar perch esse sole sono equidistanti
dalla mese? La medict quindi crea una certa
similarit fm i suoni, e l'orecchio sembra avver-
tirci che le due note sono la medesima e ambedue
sono estreme 1.
..... 43 .....
',-
';-
.' .
, ,
f'
";;,.'.-.
121J
w: 'rE T(;)V 01 TWV
30 436VTWV, etv mf.3w(n, ILOV xor.T3ljOL yt-
VOVTOtLj 0ILO(W Bi xor.l Tif) 01 ev
i 13 jdCJllv om. Ca - 14 xlXl corro Bekkcr,
x codd. - 15 XIXTl CII, qui om. yivllTGU _
xa Alt - 16 vcipp.OGTOV Xa Alt - 17 ('
XIXVOV ya AP.
...... 44 ....
f
(20)
. Perch se, accordate le altre note, si alteri
la mese, ()\lando si passa all'esecuzione l'orecchio
prova una sensazione spiacevole 1 ed avverte la dis-
sonanza non solo nel suono della mese ma anche nel
resto della melodia; ma se si altera la lichanos
o altra corda, la discordanza si manifesta solo
quando uno si trovi a suonare quella corda?
- La ragione ovvia: ogni bel canto fa uso fre-
quente della mese e tutti i buoni compositori Il
si trovano a doverla usare di continuo e, se se ne
allontanano, vi ritornano subito: il che non fanno
con nessun'altra corda. A paragone: se dal 'discorso
si tolgono alcune congiunzioni, ad es. d e M(, '
il linguaggio non pi greco mentre l'omissione
di altre non nuoce affatto (e ci perch le -prime
necessario adoperarle spesso, se discorso ha
da esserci, e le altre no), all'istesso modo la mese
come una congiunzione tra i suoni 8, e soprat-
tutto nella buona musica, perch essa vi ricorre as-
sai spesso.
(211
Perch nei toni gravi le stonature dei can-
tanti si notano pi che nei toni acuti? E allo
stesso modo nel ritmo ogni errore che venga
fatto nel grave si avverte di pi (che nell'acuto).
..... 45 .....
,
..
, .
I
I
:
"
,'."
i'
..
'!": '.
." t "
4.
7t1)IJ.IJ.EOUVn:e; Xot1'et81JoL/J.OV. [7tOTepoV] OTL 7tdwv
: O 1'OU (3otpOe;, o\51'Oe; 8 IJ.OV
1JJ 01'L EV 7tdOVL Xp6vep 7tdw IXta.fh)(JLV 7tlXpXEL 1'
311 8 TotX
" Il Q ( \ , \
IJ. 'IlOte; E:aT!.V. qE: U'7totT7l aulJ.l"'ot 'ileI. 't"1jV otU't"1jv
7. g'tL addidi - 13 post ep&6yyov novum' problema
incipere censent editores omnes - 16 '?i 'tEEU'tlj dubi-
tanter addidi ex Th. G. - 19 8LCXep&Op.v ya-, 8tcxep&opc ca
- 20 &OV ca X
a
[39}
Perch la sympllonia pi gradita della omo-
fonia? O non perch anche l'accordo antifono
in consonanza d'ottava? Giacch mettendo in-
sieme le voci dei giovinetti e degli adulti che si
ottiene l'antifonia, e tra queste corre lo stesso
intervallo che tra la 1tete e l'hypate. E ogni con-
sonanza pi piacevole di un suono semplice
(il perch stato detto) e tra gli accordi quello
d'ottava il pi gradito: l'omofono invece d un
l
1
suono semp Ice.... .
[3gb}
........ (Manca l'emmciato) l. Nell'accompagna-
mento con la magade l'accordo d'ottava, per-
ch - come nei metri il rapporto interno dei
piedi o di eguale ad eguale o di due a uno o
altro 2 - cosi anche i suoni dell'accordo sinfo-
nico stanno tra loro in un determinato rapporto
di moto (o di chiusa) 3. Negli altri accordi, in-
vece, le chiuse date dalla seconda delle due note
che li costituiscono sono imperfette, perch ter-
minano su una frazione: perci (le due parti dell'ac-
l'accordo) non sono uguali in potenza, Essendo
disuguali. la differenza viene percepita dal senso
come succede nei cori quando nelle chiuse al-
cuni dei coreuti cantano pi forte degli altri. Si
aggiunga che nell' hypate la fine coincide con
...... 65 ......
(19&-195). S,
'o
..
l
.' ,
0'0
.
,t '
:,.
UEU-rl)V "L'(;)V "L'Ore; tp&6yyoLe; 1tEPL68CalV
yap 8EU"L'pot ve:a"L'"tjc; 1'OU poc; 1ta1'y) a1'(v.
"l.' tIl. 6 ' &\ 1'EI\EU1'CalaotLC; o ELC; 1'otU1' V, OU 1'otU1' v 1tOLouaot Le;, EV
25 xot1 XOLVV 't' lpyov y(ve:a&otL, xot-O-a1te:p 't'ore;
U1t -rl)v xpooouaLv xot1 yap oO't'oL 't'a l1ot o
"l. - .\,
1tpoaotUI\OUV't'Ee;, e:otV :rotu't' v xot1'ota't'p cpCalaLV, EU-
cppot(vouaL Ilov 1'i'> 1'e: L U1tOUaLV 1'otre; 1tp 1'OU
1'oue; 8LotcpOpoti:e;, 1'i> 't' ex 8Lotcp6pCalV ['t'] XOLVV
[ex 1'OU 8La 1tota(;)v] yEve:a&otL, 1' 8 Ilotyot-
so 8(tELV lI; votV't'(CalV cpCalVWV. 8La 't'otU't'ot ev -r1i 8La 1totawv
140]
. A \ E" ., tIl6 r!.
L.1Lot 't' l)oLOV otXOUouaLV IfO V1'CalV uaot u.V 1tpoe:-
7tLa"L'aIlEVOL 1'0XCalaL "L'WV Ile:wv, av ema't'WV't'otL;
1t6't'Epov l51'L Ilov 8ii6c; a't'LV o1'UnaVCalV C>a1te:p
ax01tOU, l5't'otV YVCalpEt(J)aL 1' 486IlEVOV; YVCalPLt6V't'CalV
35 8 &e:CalperV. 61'L aUIl1tot&1je; eG1'LV xPOot')C;
"L'i'> 't' 480V"L'L; auvcf.8eL yap ot"L'i'>. 48EL
24 corro Beklcer, TeMU'TWOlX codd. - 29 Tb
TOU SL 7tlXOWV seclusi - 30 corro Sylb., IJ.lXYL-
SELV X
a
ya AP, ....lX3t3ELV ca. '
-- 66 .....
quella dell'intero periodo dei suoni costitutivi
della scala: difatti la seconda percussione della
nete sull'aria un'hypateo Terminando sulla me-
desima nota senza tuttavia dare lo stesso suono,
accade che il risultato sia uno e comune, come
a quelli che con l'aulos accompagnano il canto. Co-
storo infatti, anche se non suonano tutte le altre
note (del canto), purch concludano nel mede-
simo accordo, rallegrano con questa chiusa pi
di quanto non infastidiscono con le eterofonie
precedenti la fine. E ci perch una comunanza
che nasce' da una differenza massimamente pia-
cevole, e l'accompagnamento con la magade fatto
appunto con suoni opposti. Perci viene ese-
guito in ottava 4.
[40]
Perch si ascolta con plU piacere l'esecuzione
di canti di cui si ha gi conoscenza che non quella
dei canti che non si conoscono? Forse perch
il conseguimento di quello che possiamo chia-
mare un fine pi evidente quando si riconosce
ci che si ode cantare? E nel riconoscerlo si
prova piacere ad ascoltarlo. Oppure perch chi
ascolta viene a trovarsi in un rapporto di simi-
larit affettiva con quello che canta cosa a lui
nota l? Difatti canta insieme con lui. E canta
.
.'
,.
[41]
921 b LlLa TE alt; aLt alt; aLa Te:TT!XPC" O
GUIJ.(j)CVEi:, alt; aLa 7t<xawv a; IhL T aLa 7t"TE
aTlv " T aLa v
gVTCV as aUOLV cXp rA}p.w" mTpE-rC"
ot XPOL 7tpt; oav<x 6yov
6 yap 7tLP.6pLOL 1tOlX1t!XaLOL laOVTOU. 't'
aLa 1tlXaWV, aTLV v alt; 't'OOTOU
YLvop.vou, lv a.v e!Ev 01 XPOL 7tpt;
iJ.la't't 1td aup.(j)CvE<x l,6"TCV tp9-6y-
, YCV 1tPt; O"'t'Ev, 6yov a 01 p.v 't' alt; aLa
lO 1tlXaWV llo"TEe; 1tpC; cX1joue; tp9-6YYOL ll,ou-
aLV, ot T ale; aLa TETTapCV ale; aLa 1tv't'E OX
01 ale; aLa 1tlXaWV aop.(j)C"OL EtEV V, 01
t "t'" P l
o eTEpoL ou, o L<x T<X
A' ('.' .1. ' '\ ' t ,\' a. I
u L<x T, ElXV TLe; -r1Jl\lXe; T1)V V"'ITI)" E1tLI\<Xl"'n, '1) U7tlXTf;
U p.6v'rj aOXEL U1t'rjle:i:,,; lS't'L VEcX't'"'I "i/youa<x x<xl
921 b 4 3uotv correxi teste Bojesen, TPU';iV cadeI.
14 post umiT1jv ya ca AP
...... 68 ......
" .
sempre chi gode, quando non lo faccia per al-
cuna necessit 2.
[41}
Perch la doppia quinta e la doppia quarta non
formano consonanza ma la doppia ottava s? Non
sar perch l'intervallo di quinta ha un rapporto
di )- e l'intervallo di quarta di _'f-? E quando
2 3
due numeri sono successivamente in rapporto di
3 : 2 e 4 : 3, gli estremi non avranno alcun rap-
porto (di numeri interi), giacch non saranno
superparziali n multipli. Invece poich l'inter-
vallo d'ottava in rapporto doppio (2 : I), quando
questo viene raddoppiato, gli estremi saranno tra
loro in rapporto quadruplo. Ora, poich un ac-
cordo consonante si compone di suoni aventi un
rapporto esatto tra loro - e i suoni compren-
denti l'intervallo della doppia ottava sono nel
suddetto rapporto mentre non lo sono quelli della
doppia quarta c della doppia quinta - questi
della doppia ottava risulternno consonanti, e gli
altri 110, per le suddette ragioni l.
[42]
Perch se fatta vibrare la nete uno la ferma,
al fondo dell'eco ha l'impressione di sentire solo
1'lJypate? O non perch il suono delle nete affievo-
lendosi e venendo a cessare si muta in quello
...... 69 ......
IJ.PlX.LVOllbrl) {,mh'lJ r(VE:'rlX. lo; al)llE:tOV 8 T 1t Tlic;
c, , , \lo , (l_ \lo c , "
U1tlX.Tl)C; T'I)V VElX.Tl)V WC; rlX.p oual)C;
- , r 6 .. ,
lX. U't'l)C; <fl ol)C; VECXTl)C;,.,,v 0110 lo Tl)'t'ot /\lX.Ilt'cxvouaL'10m otu-
Tlic; !m:l 8 XlX.l '1txch T((; - <relp >
20 !a1"L tpWv1jc; 't'1jc; VEel't'l)C; l)rOual)C;, - &'01 OlX. 't'C;
Tifi 't'1jc; {,1tel't'l)C; <p&6yyct> XLVEL, elx6't'wc; -rn 0IlOL6't'l)'t'L'lV
c, 05.' (\o - - l' ,,,
U1tlX.Tl)V '1 Vl)Tl) oOXEI. XLVtr.V"IV Ilt;V rlX.p VElX.'t'l)V r.aIlEV
00 XLVEL't'otL t1tLl)<p&e:LalX. -)v 8 {,1tel't'l)v lX.-)v opwvnc;
, .. T ..... C\.6 - ., ,
lX.XlX.'t'ot/\l)1t't'OV oualX.V, 't''' yyou otU't'l)C; CXXOUOV't'EC;, 't'lX.U-
1"lJV Ot61lE&ot '1txEtV' 61tEp t1tl 1toWV l)lltv
25 t'P (:iv 't'ili orLallc{i -rn lX.la.o1jae:L 8uVelll&U-lX.
El81jalX.L T 't'L et 1tl)yE:tal)C; VEel't"I)C; llelLa't'lX.
tV't'e:'t'otll:Vl)C; 't'v xLve:La&otL, o3-v iiv e:tl)
&otulJ.a1"6v. XLVl)&v't'OC; 8 1telalX.C; Tc; xop8c; au"(XLvELa&otL
---t7 X/X,( 't'LV' 1tOLELV ox &orOV 't'otLC; Ilv 00'01 &lX.LC;
SO O 't'1jc; VEelTl)C; epD-6yyoC; 6't'PL6c; ta't'LV XlX.l
XlX.l pX6IlEVOC;, -rn 8 {,1tel't'n OlX.'t'6c;. <O8EVC;
8 >o 1tpOa't'E.&:v't'OC; -rn ot't'1jc; xe:Lvl)C;
861;otL min' ot-rv E!VlX.L 0.&v T01tOV. ta'rlX.L 8 p.d-
19 ,'ij ytip aTL scripsi ex Th. G.; alii aliter - 22 O
ca - 26 et corro Sylburg, ii codd. - 31 oMevb.; 8' ad-
didi
..... 70 .....
.'
dell'lIypate? Ne prova il fatto che sull'lIypate si
pu cantare la 1Jete. E difatti, essendo essa l'ul-
tima nota del canto, dall' hypate che (i can-
tanti) traggono la base di somiglianza (per poterla
eseguire). E poich anche l'eco (prodotta da essa)
viene in certo modo ad esser canto - giacch per
(continuit di) contatto col suono della nete desi-
nente che essa eco si produce - e d'altra parte
il suono riflesso identico a quello dell'hypafe e
come tale muove: non c' da meravigliarsi che
la 1lefe dia l'impressione di muovere l' lIypate per
la somiglianza (che tra le due note). E difatti
della nete noi sappiamo dove il moto si produce
quand'essa fermata, e pur vedendo che 1'lIypafc
non stata affatto toccata e udendone il suono,
abbiamo l'impressione che sia essa a risuonare.
(C
II che si produce in molti altri fenomeni, in cui
n il ragionamento la. ci pernU't-
tono di trovare la spiegazIOne precisa l. Inoltre,
se pizzicata la 1Jete, ch' la corda pii1 tesa, si
mette in vibrazione il giogo non c' da stupirsi:
ch, vibrando esso, vibrano insieme tutte le corde;
e che questa vibrazione produca un'eco non
contro ragione. Ora il suono della 1Jete diverso
da quello di tutte le altre corde sia all'inizio che
alla fine, ma quando sta per finire identico il
quello deU'hypate. Non affatto' strano che,
senza che nulla si aggiunga al moto che le pro-
prio, si abbia l'impressione di udire per intero esso
...... 71 .....
Perch6 pi piacevole ascoltare la monodia
accompagnata dall' aulos che dalla lira <?,
perch tutto ci che comparativamente e plU pia-
cevole, unito ad un piacevole che si trova nel
medesimo rapporto. si risolve in unit? Ora l'aftlos
piil piacevole della lira. per modo che:a voce
unita ad esso piace di pi che se umta alla
lira; giacch ci che composto pi piacevole
di quello che non tale. se si .riesce ad aver:
simultaneamente la percezione del due elementi.
Il vino. ad es.. pi piacevole dell'ossimele.
perch le cose mescolate dalla natura si
scono tra loro meglio di quelle mescolate da nOI:
difatti il vino una mescolanza di agro e di
. l
dolce, come dimostrano le melagrane vmose li
Ora il canto e l'afllos si fondono per la loro affi-
nit (tutti e due giocano sul fiato) mentre i!
suono della lira. poich non nasce dal fiato o c
.) meno percettibile di quello degli allloi. si presta
[403]
stesso il suono dellhypate. E la risonanza sar
maggiore di quella prodotta in comune da tutte
le altre corde. perch queste risuonano debol-
mente come se la nete le cacciasse via. e la nete
invece con tutta la sua potenza, per essere la plU
forte tra esse. Naturalmente anche l'effetto secon-
dario di essa maggiore di quello delle altre
d
<)
cor e .... -.
J
"'I
"
;r
[403J
37 &aTe... seclusi
922 a I clXOUOILE:V X
a
, ca ya - 2 1) ca X
a
, Xetl
ya - 4 corro Bojesen, Mpet codd. - end... &lJTLV
ome AP - 7 'l'l add. Jan.
Il
tCt)v o 't'6lV OL7t(;)V xop36lv 6't'L lXt lJ.:V
{,7t xot&7tep cha3ei:alXL lJ.lXlXX6lt;
35 3: ve't'l) 7tall 't] rt't'iit; 3UVlJ.eL, oi5alX lX't'(;)V atpo-
3POT't'l). ClaTe XlXt T 8eunpei:ov lXTiit; xpe'i:T-
't'ov iiv etl) 't' 't'6lV Ct)V' [C>a-re XlX( XL-
vei:a&otL, (?) 't'e (?)].
022 a LeX 't't /xou0lJ.ev, leiv 't'Lt; 7tPt;
lXV Upixv lhL 7taV T lJ.LX3:V 1)8(OVL
lv eaTLV; o3: lXt; lj3LCt)v Tiit; UPlXt;, Clan KlXt 1)
't'OUTe:> lJ.Lx&e'i:alX iiv etl), e7td T lJ.elJ.LYlJ.-
vov 't'OU /lJ.tx't'OU eaTLv, teXV /lJ.tpoi:v &lJ.lX ')v lXta3'1)-
5 aLv 't'Lt; O!VOt; YeXp 't'ou
3LeX T lJ.elJ.i:x&otL lJ.ov lX{,TOi:t; 't'eX {,7t tpuaeCt)t;
lJ.LX&V't'lX 'Yj <TeX > {,tp' 1)lJ.6lv. a-rL YeXp XlXt o!VOt;
o lJ.LXTC; XlXt Yuxot; XUlJ.OU. 3l)OUOL 3:
XlXt lX1 otV6l3eLI pOlXt XlXOUlJ.eVlXL. 1) lJ.:v oi5v
lO XlXt olXt; L lX{,TOi:t; 3L' OlJ.OL6't'l)TlX (7tVeUlJ.lXTL
YeXp &WPCt) yLveTlXL)' o 8: UplXt; tp&6yyoC;,
,:".:
"
,
r
, ..
"' ..
i;.
-: ...
"
,,"
..
" ,
" '
.:.
...... 72 ...... ...... 73 ......
ou 1tVeOELCX't'L YLVeTCXL CXLa&-q't'V Q 't'6>V OtU6>V,
&'ELLXT(hep6e; a't'L 'iii tpCilv1i' 7tOL6>V 8 8LCXtpOpaV 't'1i
raM 3'. I \l" 0." \ - - ..
CXL v"aet ,,'t'TOV 't)ouveL, XCXVCX7tep E7tL 't'CilV X,UELCilV eLp''l't'CXL.
e't't Q ELv cxuMe; 7toa 't'ij) CXU't'OU XCX! T'n 0ELotO't''t)'t'L
15 auyxpU7t't'EL 't'6>V 't'OU Cl80u ciELOtp't''t)ELX't'Cilv, ot 8s
Mpcxe; tp9-Ort0t OV't'Ee; o/LO! xcx! &.ELLx't'6't'EpOL 'iii tpCilVn,
(\.. !. ,Q., \ l! \. 1-
XCXv t:cxu't'oue; vECilPOUIl-EVOL XCXL OV't'Ee; <CXU't'OL ev > OtU't'OLc;
aUjLIPcxvlj "Tt'OLOUaLv -rljv 't'lje; tXIl-CXp't'LCXV, xcx-3-&.7tep
XCXV6VEe; liv't'Ee; cxu't'6>v. 7tO6>'J 8 v T1i tXll-cxp-
't'cxvojLblCilV, 't' XOLVV &.Il-tpotv &.vcxyxcxtov x,ei:pov
20 yLvea3cxL.
[44]
aLa 't'L 't'6>\1 Il-v 1t't'a jLa-q )(cxet't'OtL, 't'c;)v 3 OXTOO
OUX 't'L Il-aov; O't'L 1t't'&.XOp80L cd &.pELOVLCXt
't' 7tCXCXLO\l, 't'a 8 1t't'a exe:t Il-aov; 't'L 't'(;}V
't'6>V 't' ELaov ILoVOV 't'Le; a't'LV (ea't'Lv
't'6>V <eLC; >.&&.'t'epov 't'Clv veu6v't'Cilv ev 't'LVL 8LCX-
25' ., 1. '!.." ) -, " , \
a't'"t)ELcx't't OtVcx ELt:aov uV cxpX"tJ, 't'ou't' ea't'OtL Il-Eaov. e1tEL
8' eax.cx't'cx Il-v a't'LV d:PILovLcxC; ve&.'t''t) xcx! U7tX't'"tJ, 't'OlhCilv
8 ava ILaov ot OL1tO! CP&6YYOL, 6)V ILa1j xcxoulLv''l
ILOV"tJ a't'L &TpOU 't'E't'pcxX6p8ou, 8LXCXLCilc; Il-a't)
922 a 17 KotT' otTOl; ya xa AP - otTol vadd. Diano,
coli. Phys. 210 a 27 sqq. - 24 dI; add. Bojesen - 26
aTL" corro Usener, aTlv codd., om. Th. G.
-. 74 -.
meno a fondersi con la voce. E facendo avver-
tire nella sensazione la differenza (ch' nei due
componenti) d meno piacere, cos come si detto
per i sapori. Si aggiunga che aftlos, per il timbro
che gli proprio e per la somiglianza che ha con
la voce, copre molti degli errori del cantore,
mentre i suoni della lira, non avendo eco e non
potendosi fondere con la voce, ascoltati per se stessi
ed essendo per intero in se stessi 2, rendono evi-
denti gli errori del canto, facendo come da ca-
noni dei suoni 3. E quando si commettono molti
errori nell'esecuzione del canto, l'effetto d'in-
sieme dei due elementi (voce-strumento), di ne-
cessit risulta peggiore.
[44]
Perch rispetto a sette corde che la mese
porta questo nome mentre otto corde non hanno
medio? Perch in antico la scala era formata di
sette corde e il sette ha un medio. Inoltre poi-
ch dei punti compresi tra due estremi solo
quello di mezzo che ha valore di principio (ed
principio, essendo nel mezzo dei punti che in un
dato intervallo divergono verso l'uno o l'altro de-
gli estremi) sar questo il medio. E poich gli
estremi della scala sono la nete e l'lJypate e gli altri
suoni sono di mezzo fra esse, e di questi suoni
solo quello chiamato mese principio dell'altro te-
...... 75 .....
,.
:f'
,
li'
.
t
..
l.'
.' ,
,.
I ...
,
Il
.
,;
XE:!Tt. TGlV YcXP TtVWV &XpWV T ILaov
IL6vov.
(45)
30 tcX TE 01 7tool [.Liiov TV
Pu&ILV 01 (yot; lht ILiiov 7tPI; v Tt XL
xl &plOVTt, Clan piiov
TOU TOU TU'YXcXvOUatv; v ILv ycXP TcXXE:t 7tE:(wv
Y(VE:Tt eXlJ.pTEcx, 8 7tpoaX,E:tv
35 TOI; 7tOOOI;' 8 o8dl; iiv TGlv 8teXIL-
IjIEtE:V U7tE:PcXP1; T 7tMj&oI; , l'I 8 TOLe; (yott; [.L&-
ov 8totcX[.L7touatv 8t X&' UTOe; iv TO!I; ILiio'1
cXywv( t 7tpe; T.V liYE:[.L6'1.
(46)
(47J
. tcX T( OL 'cPXIX!ot 7tTlXx6p80ue; 7tOtoUVTtl; TcXC; &:p_
fLovEcxe; U7teXT1)V, ' O xcx-r&t7tOV;
.'
tracordo, a ragione le si d il nome di mese l.
Ch dei punti compresi tra due estremi solo il
medio costituisce principio.
(45)
Perch quando sono molti a cantare conser-
vano il ritmo 'meglio di pochi? La ragione non
sar che stanno pi attenti a chi li guida, c ch'
uno, e attaccano sul registro grave, per modo che
facilmente riescono al medesimo fine? E difatti
nell'acuto che la possibilit di stonatura mag-
giore, ma i' molti si trovano a dover fare atten-
zione a chi li guida: e nessuno di essi pu brillare
da solo coprendo la voce di tanti. Quando invece
sono pochi pi facilmente ci si distingue: ed
perci che ciascuno per s gareggia con l'altro'
pi che badare a chi li guida.
(46]
Perch all'acuto che i pi stonano? Non
perch pi facile cantare all'acuto che al grave?
Ed invero si canta pi di frequente all'acuto, ed
nel registro in cui si canta che si commettono
errori.
[47]
Perch gli antichi nel costituire la scala di sette
note hanno mantenuto 1 l'hypate e non la nete?
-- 77 --
16
.
6 O -rl}v V1}T'1jV, eXe -rl}v vuv '1tplJ.ia'1jv
t/ t
<PllpOUV Xr. T TOVtr.OV ota-r'1jIJ.; EXPWVTO Tjj ax.eXTll
Ti) lJ.iall TOU i'1tl T b; TtuXVOU' aL xl IJ.aljV ')V
'1tpOa'1jy6pEuav. .:q iht TOU IJ.!V VCiI TETpx6p30u
TEEU'ti), TOU 3! xeXTCiI eXPx1}, xl IJ.aov dXE 6yov
T6vCfl TWV XpCilV;
[48]
aLcX: Tl ol iv xopol o\S&t u'1to3Ci1ptaTl
oG&t U'1to<ppuytaT1 .:q gTt IJ.Ot;
l aplJ.ovLt, 3e:t lJ.eXtaT Tii xopii;
a < > p.b U7t0<ppuytaT1 '1tPXTLX6v, at xl .v
[Te:] Tii rljp
u6V
ll 7J l;oaoc; xl 7J ;6'1ttaLt; .v TuTll
'1te:'1tO('1jTt, 11 3! u'1to3Ci1ptaTl p.EYo'1tpe:'1tt; xl aTeX-
15 atlJ.0v, 3t xl .a-rl TWV aplJ.0vLwV.
uuu 3
t
1J.<pCil xopii p.b eXveXpp.oa-r, TOtt; 3 eX'1t
o[xEt6-re:p. xEtVOt IJ.b ylp 7JP6lCilV IJ.tp.'1jT('
l 3 7Jye:p.6ve:t; TWV eXPX(CilV p.6vot ol
3 01 V&pCil'1tOt, 6>V .a-rlv lJ xop6t;. 3t xl ap-
p.6te:t Ti/i T YOEPV xl 7JaUXtov xl p.ot;"
26 eXv&PCil'1ttxe yeXp. TlXUT lJ.v xouatv l t ap-
O
LI." c ( t
P. Vwr., ljXta-r or:; lXUTCilV lj U'1t0<ppuytaT' Ev&oUatlX-
yep xl < p.eXtaTIX 3 7J >.
922 b 6 Tjj ya X
a
AP - 12 lX6:L add.
Sylburg - 13 -re see!. Vollgr. - 22 (.LciLO'Tll 8 '1j
add. Bojesen et Wagener ex Th. G.
A dir vero, essi non hanno soppresso la nete, ma
la nota attualmente detta paramese e !'intervallo di
un tono 2. Usavano la mese come ultima corda del
I pycnotl dalla parte dell'acuto: e perci la denomi-
\ narono mese. Questa era la corda estrema del te-
tracordo superiore e l'inizio di quello inferiore ed
aveva rapporto di mediet tra i suoni estremi 3.
[48]
Perch il coro nella tragedia non canta nel
modo ipodorico n ipofrigio l? Perch questi modi
meno di tutti possono dare il tipo di canto, di cui
il coro massimamente ha bisogno. L'ipofrigio ha
ethos essenzialmente pratico 2; perci nel Ge-
riolle 3 l'uscire e il momento di armarsi (dell'eroe)
sono composti in tale modo; l'ipodorico invece
ha ethos grandioso e statico, perci di tutti i
modi il pi adatto all'accompagnamento con la
cetra. Questi due modi non si adattano al coro,
ma meglio convengono agli attori che cantano
sulla scena. Questi imitano gli eroi e presso gli
antichi solo i principi erano eroi mentre il po-
polo era fatto di uomini; ed di uomini che il
coro formato 4. Perci ad esso si adatta l'ethos
e il canto delle lamentazioni o degli atteggia-
menti pacati, che son cose proprie dell'uomo.' Gli
altri modi rispondono a questi requisiti; meno
di tutti l'ipofrigio " perch esaltato e bacchico,
(ma pi di tutti il misolidio) 8. Sotto la sua azione
-. 79 -.
"
.<.
'XllTcX (J.v OOV TClOT"t)V 7teXGXo(J.v TI: 7tCl&"t)Tl.xo1 3& ol
(J.ciov T6lV 3UVClT6lV daE, 3L xCl1 ClGT"t) p-
(.L6TTeL TOLl; xopoi:' XClTcX 3& 't"'qv u7to3Ca)pLaT1 xCl1 U7tO-
26 cppuYLaT1 7tpcinOlLev, a OX o[xei:6v aTl. xope'ii.
ycXp o XOPl; x"t)3eurlj 7tPClXTO' eGvoLllv yap ILOVOV
7tClpxe:TClL ott; 7teXpe:aTI.V.
[49]
ALa TE T6lV rljv aulLtpCv(cxv 7tOl.oov1'Cv cp&6'Y'YCv
v Te'ii T ILClIlX&l-re:pov; 61'1. 't' lLOt;
30 Tj) lLv ClUTOU tpoaeL ILClelx6v aTl. Xel1 Tj)
3& TOti Pu&lLou lLU;el. TPClX xCl1 xl.v"t)1'Lx6v; 7tel 3:
IL&V ep&o'Y'YOt; ILClClX xel1 a1'l.v,
3& XLV"t)Tl.x6t;, xel1 T6lV 't'Cl1' (J.tOt; XOVTCV
et"t) civ ILClMX&l-re:pOl; v Tll't';) lLel. ILci-
OV' yap T (J.Ol; ClT (J.elllx6v.
[50)
35 ALa TE. 7tU)-Ca)V Xel1 (J.oECv, av IL&V iTepOl;
xe:Vl; n, oS l-re:pot; el T SLeX(J.e:a1'o, 3La 7telO'6lV
O'U(J.tpCve:i: lhL 3L7tCla(cx Y(VE:TClL XCl1 K
23 y'p ca AP - 29 (J.otIX)(6>TEP0'll] ItEL)(6)TEP0'll Boje-
sen - 34 otW ca] otTij) X
a
AP - 37 )(ot1 del. Bojesen.
-. 80 -.
t .
...-..--
noi siamo in uno stato di pathos: e portati al
pathos sono i deboli pi che i forti; perci que-
sto modo si adatta al coro. Ascoltando invece il
modo ipodorico e ipofrigio ci disponiamo al-
l'azione, il che non si addice al coro'. Questo
segue col proprio animo l'azione senza agire esso
stesso: a quelli infatti coi quali si trova non d
altra assistenza che della sua disposizione bene-
vola 8.
[49]
Perch tra i suoni producenti, l'accordo pi
dolce quello pi grave l? Non perch il melos
per sua natura dolce e tranquillo, ma diventa
aspro e mosso per l'unione col ritmo? Ora, poich
il suono grave dolce e tranquillo ma l'acuto
mosso, ne segue che di due suoni consonanti pi
dolce sia quello pi grave nella medesima melodia;
giacch la musica di per s dolce.
[50]
Perch due vasi simili e della stessa capacit-
se l'uno vuoto e l'altro riempito a met - dnno
un'eco che equivale ad un accordo d'ottava? Non
forse perch anche 1 in questo caso il suono
-. 81 -.
(194-195). 8.
-rou lx -rou xevou; -r( yap -rou't'O
l1t1 -roov aup(yyCl)V; 80xet yap iJ &-r't'cv x(vl)at<;
6l;u't'p e!vt, lv 8: o <X1}P
928 B <X1tv't'f, x1 v 8t1ta(0L<; xl lv
cl:A.Ot<; <Xvoyov. aulL<pc.>vet 8: 8ta 1taoov xt o
8t1tMa(c.>v 1tp<; -rv
928 a I ToaOTCj)] TOUTO Ca. - 3 AP.
prodotto dal vaso riempito a met in rapporto
doppio rispetto a quello prodott.o dal vaso
Questo. proprio quel che avviene nelle slrmghe
il.
risulta il suono 2, e in spazI magglOn l ana SI pro-
paga pi lentamente, in spazi doppi in
doppio e proporzionalmente negli altri
! soneranno ugualmente all'ottava due otn, al CUI
\i, l'uno doppio dell'altro.
, .
\
r
,
f"
NOTE
,,'
"r"
. ~ -
.- ::.
~ '1;
....
,.
.~
."
I -.
Probl. [I]
l IXUOV'tIXL (l se font-ils jouer de la llute t: EGGER, La
Potique (avec des extraits de la Politiqlle et des Problmes)
Paris, 1875, p. 135. In questo senso il verbo ricorre in
PLAT., Legg., VII, 791 a.
I Alla musica auletica era riconosciuto un particolare
carattere emozionale: cfr. ARISTOT., Polit., VIII, 6, 5. Sul-
l'aulos, impropriamente da certuni tradotto ancora flauto,
ch era strumento ad ancia e non a bocca, cfr. A. HOWARD,
The Aulos, in (J Harvard Stud. of Class. philologyo, IV
(1893), p. 19 e SCHLESINGER, The GYeek Aulos, London,
1939. La formula qui rinvia evidentemente alle due ti-
piche occasioni, in cui l'aulos era d'obbligo: i festini e i
funerali. E che l'aulos abbia conquistato via via l'animo
dei Greci sI da diventare Cl organo di ogni passione t
- secondo lo definisce il DEL GRANDE, Espressione musicale
dei poeti greci, Napoli, 1932, p. 21 - testimoniano PRA-
TINA, Ir. I (Diehl) e PLUT., De E apud Delphos, 21.
Probl. [2]
l L'enunciato ricorre Dei Probl., XI, 52, dove data
una soluzione diversa: cfr. in merito REINACH-D'EICH-
THAL, Notes sur les Problmes musicaux, in Revue des
t. gr. o, V (1892), p. 26 e, nella stessa rivista, XIII (1900),
p. 20 sgg.
"
I 'I) 'I) 8lnou (e linea bipedalis t traduce Th.
Gaza): perii VOLLGRAFF, Notes (GEVAERT-
VOLLGRAFF, Les musica.u d'Aristote, Gand, 1903,
p. 83) il raggio di un cerchio; meglio intendere con
l'HETT (ARISTOTLE, Problems, Harvard University Press,
1953
1
, I, p. 378) il lato di un quadrato (ch il quadrato
avente per lato un piede un piede quadrato e quello
avente per lato due piedi 4 piedi quadrati).
I Si deduce di qui che un complesso corale accresce
l'intensit. della voce multipla in progressione che, appros-
simativamente, potrebbe dirsi geometrica. Probabilmente
il problema rientra in quell'insieme di temi trattati gi.
nel V secolo in relazione all'ottica. e all'acustica tea-
trale: questo spiegherebbe il carattere empirico della for-
mulazione. Cfr. C. DIANO, La data della SYllgrapM di A1Jas-
sagora, in Anthemon o (Scritti di Archeologia e di Anti-
chitt1 classiche in onore di C. Atati), Firenze, 1955, p. 251.
Probl. [3]
l Per il senso di clltoppiJyvua&cxL (lat. rumpi) cfr.
Probl., XI, 22 e De audib., 804 b, II.
I Cosi gli scrittori Peripatetici denominarono le corde
(o note) a cominciare dall'acuto: "ete = mi (ultima verso
l'acuto) ; paranete = re (vicino alla nete); trite = do (terza);
parat1UJse = si (vicino alla mese); t1f8se = la (nota cen-
. lichanos = sol (la indicatrice); parhypate = fa (vi-
cIno alla. hypate); hypate = mi (la pi alta, perch, an-
che se dI suono pi grave delle altre, era prodotta dalla
corda posta in cima alla lira). Che eia note initiale de
l'chelle grecque est . l'aigu, sa finale au grave l) riporta,
sulla I base del probl. 33 e di antiche testimonianze,
F. GREIF, tudes SUI' la musique antiqrre, in e Revue des
t. gr. t, XXII (1909), p. 93.
I H. BONITZ, Index AristoteliClIS. Berolini. 1870, s. v.
&v(o): 4l Translatum ad seriem quamlibet 't'l. &v(o) id si-
gnificat quod ordine prius est, veluti in serie sonorum
't'l. &v(o) idem quod 't'l (Probl., XIX, 3, 37) o.
quindi per mera coincidenza, nota il RUELLE, Pro-
musicaux d'Aristote. in Revue des t. gr. t, IV
(1891), p. 237. che 1"alto e 1"acuto sono sinonimi nella
lingua di Aristotele e nella nostra.
t In una scala diatonica dorica la parhypate non do-
veva essere particolarmente difficile a cantare. trovan-
dosi ad intervallo di semitono dall' hypale, e il semitono
maggiore s'intona facilmente. Perci E. F. Bojesen e
C. Stump( supposero che qui si faccia riferimento ad una
scala dorica. ma enarmonica. in cui l'intervallo tra hy-
pate e parhypate un quarto di tono, che oggi sarebbe
difficile cogliere. I due studiosi cadono in uno strano
errore di prospettiva: intonare intervalli enarmonici, se
difficile per chi ha l'orecchio falsato dall'abitudine del
nostro sistema temperato, riesce facile a chi. nulla avendo
mai conosciuto di simile, segua le linee dell'ottava na-
turale. Il problema va piuttosto inteso nel senso che
l'intonazione di nota posta ad intervallo di semitono
dalla precedente fosse pi difficile di quella posta ad in-
tervallo di tono intero.
I .pxiJ ha accezioni molto late: cfr. ARISTOT. Me-
tapll. V, II, 6. Il Settala intese: (I il primo intervallo
per ordine di grandezza I); Gevaert-Vollgraff traducono:
(I L'intervalle minime de l'chelle musicale t, ma da
escludere; ch in tal caso qui si scambierebbe erronea-
mente un suono per un intervallo.
l Di qui H. L. F. HELMHOLTZ, Die Le1Ire v. d. To-
nempfindungen als physiol. Grundlage lar die Theorie d.
M"sik, Brunswick, 1877" p. 396, dedusse che gli EI-
.-. 89 .-.
"
!!
I
,I
.1
\
.,t"
ad una interpretazione positiva nel senso tradizionale.
Cfr. anche H. GRIESER, Nomos, ein Beitrag Eur griechi-
schen MusikgescJJichte, in o Quellen und Studien zur Ge-
schichte und Kultur des Aitertums und des Mittelalters t,
(1937). Di altro avviso il Lasserre il quale, nell'intro-
duzione al suo PLUTARQUE, De la musique, Lausanne,
1954, p. 26, prendendo posizione sul nome, afferma che
i twmoi erano cosl detti perch destinati o seconder l'ac-
complissement de rites importants..... et ces rites eux-
m8mes taient appels V6ILOL i. Per l'esame della questione
mi permetto rimandare alla mia recensione del testo
suddetto in cAtene e Roma I), N. S. (1957), p. 17
I Si legge infatti in STRAB., X, 482; AELlAN., Varo hist.,
II, 39; ATHEN., XIV, 619 che i popoli antichi usarono
insegnare ai giovani le leggi del paese a mezzo del canto
che, non abbisognando di lettere o di erudizione, pe-
netra pi facilmente negli animi ed eccita impressione
viva sulla memoria.
Popolazione tracica, su cui cfr. HERODOT., IV, 100
e PLIN., Nat. hist., IV, 12, 88.
e Col VoUgraff ho espunto l'g1;ep TlI; 1;pWTCXc;, facile
a sottintendersi, ed evidente aggiunta esplicativa.
Probl. [29]
1 L'osservazione richiama quella sviluppata nel
probl. 27: per il paragone tutto aristotelico tra i piaceri del-
l'udito e quelli degli altri sensi cfr. Polit., VIII, 5. La
dottrina dell'ethos musicale si riferiva ai modi (cfr. anche
probl. 30 e 48); ai gene,i (diatonico = fermo, calmo e sem-
plice; cromatico = languido, carezzevole; enarmonico =
eccitante e soave); ai ritmi (genere uguale = calmo, fermo;
genere doppio = vivace, leggero; genere emiolio = feb-
brile, entusiastico). Cfr. G. AMSEL, De vi atque indole
'-' 15 --
'.
fhythmort,m quid veteres iudicaverint, in f Breslauer philol.
Abhandl. t, I, 3 (1887), p. 38.
Cfr. BONITZ, l n d e ~ Aristotelicus, s. v. vpYEacx i
passi in cui l'lvpyeLcx da Aristotele considerata come
x(,,'10 L ~ .
Probl. [30]
l I podorico e ipofrigio, secondo la concezione etica dei
modi (probl. 29 e 48) esprimevano qualcosa di vivace
e di esaltato e, come tali, erano pi atti a rivestire fun-
zioni mimetiche di attori che movimenti severi di cori.
Non si dimentichi che il coro tragico rarissime volte
eseguiva danze vivaci; le sue evoluzioni orchestiche si
riducevano a passi di danza in genere lenti con largo
accompagnamento chironomico.
La risposta, che trova completamento nel probl. 48,
ha un'importanza fondamentale per la conoscenza del
dramma antico, essendo il solo documento da noi posse-
duto sui lL'I nella tragedia.
Probl. [31]
1 Frinico di Polyphmsmoll fu li ragione detto il
<l Bellini dei Greci l> dal ROMAGNOLI, op. cit., p. 177 e la
sua tragedia, per l'eccedenza delle parti corali, fu asso-
migliata ai nostri oratori. Cfr. L e ~ . S"d., s. v. cllpuvLX0t;
e la nota accurata di R. CANTARELLA, Ese/.i/o, Firenze,
1941, pp. 228-234. Che in Atene rimanesse viva la me-
moria dei soavi canti del poeta leggiamo in ARISTOPII.,
Vesp., 219 e 268 sgg.; Aves, 748.
Va da s che qui ILTpCX sta nel senso di (I versi della
recitazione t, tetrametri trocaici o trimetri giambici che
fossero. Il Cantarella infatti corregge il ,;ou TE:TpcxlLTpoo
...... 106 ......
I
l
I
...
del L e ~ . Sud. in TOU TE: ';PLlLTPOU per evitare l'as-
surdit di attribuire a Frinito, contemporaneo quasi di
Eschilo, l'invenzione del tetrametro, che per esplicita te-
stimonianza di ARISTOT., Poet., 1449 a era il metro della
primitiva tragedia Il.
Probl. [32]
I Anche qui spiegazione puramente empll'1ca, ch
quarta, quinta e ottava venivano distinte in rapporto
agl'intervalli. Va per notato che il diapasol', essendo
pertinente alla totalit delle corde, poteva essere defi-
nito indipendentemente dal numero; ci che non era
possibile per quarta e quinta.
o La risposta - commenta il ROMAGNOLl, op. eit.,
p. 261, nota 2 - erronea, perch nulla impediva che
si chiamasse at'1tTa: quella tale consonanza che solo
poi, con l'istituzione della cetra ottocorde, parve risul-
tare dall'addizione di otto corde. Ma dal brano risulta
senza possibile equivoco che la cetra di Terpandro fu
accordata per ottava 1>.
Dal fatto che l'A. adoperi ""'T'I) nel significato che
questa parole ha ilell'ottocordo tipo, il GEVAERT, op. cil.,
p. 186, indusse che adoperi anche TpLT'I) nello stesso si-
gnificato: ossia, riferendosi all'ottocordo tipo, intenda la
TptT'I delle disgiunte, che qui sarebbe do. La verit invece
che qui s'intende soppressa la trile delle congiunte (sy-
nemmenon) sib, come interpretarono rettamente \Va-
gener, Boeck, Ruelle, Jano
Probl. [33]
l Mentre noi usiamo organare le scale sia in llnea
ascendente che discendente, gli Elleni, pure teoricamente
avvalendosi deU'uno e dell'altro sistema, accedevano sempre
...... 107 ......
..... 108--
Probl. [35]
Probl. [34]
Per la discussione, anche testuale, di questo pro-
blema rimando all'art. cito in Giorn. it. di filoI.., X
(1957), p. 230
I VO(LOL lSp&LOL (per la terminologia cfr.
IV, 65) erano dei pezzi di bravura, lunghe e lO re-
gistro tale che solo un tenore di eccezione poteva can-
tare senza stento (cfr. PS.-PLUT., De Mus., 9). Nella tradi-
Probl. [37]
--
10
9--
Probl. [36].
Il problema, collegato nei mss. al n. 35, va invece
separato e, come primo not il Settala, considerato pro-
blema a s. Non compreso nella traduzione del Gaza,
meglio starebbe, secondo il Bojesen, nella sez. XI, re-
lativa alla voce. Per la probabile restituzione dell'enun-
ciato rimando al mio art. cito in Cl Giorn. it. di filol. t,
X (1957), n. 3.
Probl. [35 b]
suoni limiti dell'ottava, un numero intero: 2, mentre
3 4
nella quinta e nella quarta il rapporto frazionario: - e -.
2 3
li Accordo perfetto quello d'ottava o si legge anche in un
frammento attribuito ad Archita (cfr. PORPHYR., in Plol6m.
"arm., I, 6 p. 107 Dilring; DIELS-KRANZ, VorsoAraliAer,
fr. (7).
Il Cfr. ARISTOT., Metaph., X, I: misura ci con
cui si misura il quanto o. L'ottava la misura o, meglio,
l'unit di misura della melodia nel senso che sulla sua
estensione poggia la definizione delle altre consonanze.
'. ,f"-. '. . j
a scale discendenti quando le armonie stesse venivano as-
sume come VO(LOL
t
cio come n u c l e i m e l i c i c o n -
d u t t o r i da esplicare in variazioni.
, ,
I Cosi il GRBIJ.l', arI. cit., p. no, commenta l'impor-
tanza dell'inciso: A travers une longue priode de plus
de deux mille ans,depuis les nomes de Terpandre jusqu'
la floraison du contrepoint d'Occident, la musique nous
est apparue voluant autour d'une note maitresse (ijye-
(L6>v):' la mse dorienne, ij comme l'appelle
Aristote (Probl., XIX, 33; Melaph., V, II, 6 &).
1 Nel problema viene dimostrata la superiorit del-
l'accordo di ottava sulle altre consonanze in base al rap-
porto numerico: il quoziente dei numeri, che esprimono
1 Aggiungendo infatti ottava ad ottava, la consonanza
permane perch si tratta soltanto di raddoppio; ma ag-
giungendo quinta a quinta si giunge all'accordo di nona e
quarta a quarta all'accordo di settima: ambedue ritenuti
dissonanti nella musica non solo antica (cfr. ARISTOX.,
E16m. harm., II, 45) ma anche di et umanistica e ri-
nascimentale. L'accettazione di detti accordi presuppone
il fluido sistema moderno basato soltanto sui due modi
maggiore e minore.
I La risposta visibilmente mutila, in quanto si dice
soltanto che la doppia quinta e la doppia quarta non
dnno un rapporto superparziale (del tipo cio n: I ), e
quindi non sono consonanti, senza aggiungere la neces-
saria dimostrazione, com' dato vedere nel probl. 41,
che la doppia ottava forma consonanza.
ProbI. [38]
l Altrove, nella Polit., VIII, 5 e nel princIpIo della
Poetica, Aristotele afferma che qualsiasi mimesi na-
piacevole. Qui la questione ripresa e raf-
forzata secondo un concetto che troviamo sviluppato
nel di Pausania del Convito In ogni
mamfestazlone, ed anche nel corpo, ordme vuoi dire
sanit: disordine, turbamento o malattia; melodie e ritmo
piacciono in quanto sono movimenti XTl: T;tV. Per l'ac-
cordo, poi, la piacevolezza dipende dal fatto che trattasi
di percezione multipla, sentita in unit (cfr. Filolao ap.
NICOM., Arithm., II, J9: DIELS-l{RANZ, op. cit., fr. IO,
la cui sostanza risponde all'interpretazione aristotelica del
stato anche ultimamente ritenuto dal LAs-
SERRE, op. cit., p. 23 osynonyme d'lSp&to o; ma dal pre-
sente problema si pu desumere similarit tra i due,
non assoluta uguaglianza: probabilmente, come pensa il
DEL GRANDE, l'lSP&tOI; ne derivava soltanto. Certo che
ambedue venivano cantati nel registro acuto, e quindi
da voce sopranina e tenorile.
a Tutto il paragrafo si sviluppa in un'empiria sorpas-
sata e rimane senza soluzione. L'A. muove dal concetto
pitagorico, gi altre volte espresso, secondo cui i suoni
acuti sono prodotti da moto breve e veloce e i gravi
da moti numerosi e lenti, giacch ignorava naturalmente
il concetto delle vibrazioni delle singole note. Tenta
quindi di, l'aporia tra teoria e pratica, per cui
mentre teoricamente cantare nel registro alto sarebbe stato
pi facile, in pratica era pi difficile. La questione oggi
spostata nel senso della necessit di cantare secondo
il registro permesso ad ogni singola voce.
ProbI. [39b]
1 A partire da (LydEt;oucrt Si: XT. si fa cominciare
un nuovo problema, il cui enunciato sarebbe, sulla te-
stimonianza del Gaza: (l Cur sola in diapason consonantia
magadari solitum est? o
Circa i rapporti dei piedi si che i metrici
determinano tre generi:
a) "t'VOI; (crov, con rapporto tra le parti di I : lodi 2 : 2
b)y'vor; Stl;M!crtOV, o o & o o l: 2 o di 2 : l
c) lJ(Lt6tov, o o o o 3: 2 o di 2 : 3
I) Dopo CXUTOl; Th. Gaza ha: (I rationem clausu-
lae o: quindi con ogni probabilit egli leggeva nel suo te-
sto < xcx1 TE&UT'ijt; >.
Concludendo, l'A. affronta qui il problema dell'ac-
compagnamento per xpoucrtl; eterofona. Come nella ma-
gadis, a corde doppie, facendo risuonare le coppie continue
si ha una sequenza di accordi assai piacevoli, cosi quando
si congiungono canto e xpoucrtC; (sia il canto sostenuto
pitagorismo), poich note estreme ---: di ottocord?
tava, di tetracordo o di pentacordo m quarta o m qumta
_ sono fuse in consonanza da un rapporto reciproco, che
permette l'accordo stesso. .. Il
:
Probi. [39] i: :,.,/
.& t h .
1 L'Autore accetta come antbomco un can o c e nOI
diremmo omofono, sempre che sia cantato da voci di-
sposte in ottava e diverse per timbro (voci bianche e
bassi). ovvio che il distacco timbrico rende un tale
uso pi accetto di quello, soprattutto maschile, di soli
tenori o soli bassi cantanti all'unisono.
or-
'-,.'
l.'. ...'f. -.:' .
.
,f/' zione il pi famoso compositore e cantore di nomoi
:'. thioi sarebbe stato Arione (cfr. HERODOT., I, 24).
,.
..
,',
.'
f
'.
I
.,
velles dans le texte des ProblAmes d'Aristo/e, in Revue
de Philologie o, XV (1891), pp. 168-174; C. v. jAN, Musici
scriptores Graeci, Lipsiae, 1895, pp. 60-1 II; C. STUMPF,
Die pseudo-aristotelisc1len Probleme tteber Musik, in (I Ab-
hand. d. Berliner Akad. 0, III (1896), pp. 1-81; E. D'EICH-
TUAL e Tu. REINACH, Nouvelles observations sur les ProblA-
mes musicaux, in (l Revue des t. gr. 0, XIII (1900), pp. 18-
44. Per una disamina pi ampia di alcuni problemi con-
troversi mi permetto rimandare alla mia nota Su alcuni
luoghi dei Problemi musicali aristotelici, in Cl Giorn. it. di
filol. t, X (1957), n. 3.
Per la tecnica musicale osservata nei Problemata buoni
chiarimenti ricorrono in E. D'EICHTHAL e Tu. REINACH,
Notes sur les musicallx, in Revue des t. gr. 0,
V (1892), pp. 22-51; F. GREIF, tudes sur la musique
greeque, in (l Revue des t. gr. o, XXII (1909), XXIII
(1910), XXIV (1911), XXVI (1913); C. DEL GRANDE,
Espressione musicale dei poeti greci, Napoli, 1932;
J. CHAILLEY, L'exatonique grec Nieomaque, in
(I Revue des t. gr. &, LXIX (1956), pp. 73-100.
Per i rapporti col De musica pseudoplutarcheo cfr.
l'ediz. del De musica di F. LASSERRE (texte, tra-
duction, commentaire), Lausanne, 1954; per la quale ri-
mando alla mia recensione in (I Atene e Roma t, N. S.
(1957), fasc. 2.
Il testo da me riprodotto quello del Bekker; ho
tenuto presenti altresl le edizioni del Jan e del Ruelle;
nell'apparato sono notati i luoghi in cui me ne discosto.
stell di congetture, tagli, emendamenti del testo mss.;
8) di C.-. RUELLE, rivista dal Knoellinger (1922) e dal
Klek, Lipsiae, 1927; 9) di W. S. HETT, Aristotle, Problems,
Harvard University Press, 1936, in 2 voli., riedita nel
1953
TEODORO GAZA, che lavor come si visto non sul-
l'archetipo ma su parecchi codici, ne fece una traduzione
latina, meritamente famosa, che trovasi riprodotta nel-
l'edizione Bekkeriana e, con numerose modifiche, nella
f;ollezione del Didot curata dal Bussemaker. Di altra
versione, pure in latino, di GIORGIO TRAPEZUNZIO, de-
dicata dall'autore al Papa Niccol V, cosi dice il POLl-
ZIANO, Miscell., 90 (Opera I, 675 sgg.): Cl hos igitur libros
siquis diligenter legerit minus profecto Gazam laudabit,
paene illius (Trapezuntii) vestigiis insistentem &. Succes-
sivamente vanno segnalate le traduzioni Irancesi di
B. SAINT-HILAIRE, Les d'Aristote, Paris, 1891,
in 2 voli. di scarso valore scientifico; di C.-. RUELLE,
ProblAmes musicaux d'Aristote, in Cl Revue des t. gr. I) IV
(1891), pp. 236-267, al pi ligia al testo e con un com-
mento di carattere tecnico; di F. A. GEVAERT e J. C.
VOLLGRAFF, Les Probl",es musicaux d'Aristote, Gand, 1903,
(il testo del VollgrafI), ricca di un'esposizione sistematica
della musica greca, opera del Gevaert, valente musico-
logo. Traduzioni parziali della XIX sezione lasciarono
il WAGENER, in appendice a GEVAERT, Histoire et thorie
de la tnusique de l'antiquit, Gand, I (1875), II (1881)
ed . EGGER, in appendice alla sua Histoire de la critique
cll8z les Grecs, Paris, 1875. Recenti sono le due versioni
integrali inglesi: l'una del FORSTER, Problems 01 Ari-
stotlB, Oxford University Press, 1953; l'altra citata del
l'HETT. Non esistono traduzioni italiane antiche o moderne.
t Contributi notevoli alla restituzione del testo, alla
r e all'esegesi di luoghi offrono: E. FRED. BOlE-
DB Problematis Aristotelis, Hafniae, 1836; C. PRANTL,
Ueber die Probleme des Aristoteles, in Cl Abhandlungen d.
philos.-philol. Klasse d. Bayer. Akad. &, VI (1851),
pp. 339-377; E. RICHTER, De Aristotelis problematis, Bon-
nae, 1885; C.-. RUELLE, Corrections anciennes et nou-
" .
t'
"
f
,
-. 124 -.
-. 125 -.
~ . : ~ ~ : ~ I
; ~ t ,
GLOSSARIO DEI TERMINI MUSICALI
'.' ..!or.' , 0.
, -' J ~
1 nt.meri rinviano ai paragrafi 8 alle linee del testo.
. I
....
c(.LCXPTcXVELV
c(.LCXpTlcx
Vp(.LOlJTOC;
aVElJLC;
VT1JXELV
cXVT(aTpoepoc;
VT(ep(J)VOV (T)
cp(.Lovlcx
(tIH-tOll). 9.
: arti/ex certandi peritus. 918 b 14.,
21, 27, 28.
: canere. 91'1 b 22. 30, 33; 918 a 5,
8, 24. 29; 918 b 14, 15, 21. 22. 30.
32, 34.4; 9198 29, 30, 36 43. 44,
45, 4
6
; 919 b 23. 24,37. 38; 920 a 39;
920 b 18, 19, 23. 25, 28; 921 a 32.
35. 36, 37; 921 b 17; 922 a 2, 30.
39; 922 b II, 15, 40.
: peccare, 922815. 19; 922 b 2.
: peccatum, quod italice stonatura '
dicimus, 9198 39; 919 b 2 ... ; 922 a
18. 34.
: non modulatus,' 919 a 16; 920 b 13.
: remissio, 91'1 b 36.
: ex adverso sonare, 919 b 16.
: antistrophus, 918 b 13, 27; 920 a 9.
: antiphonum, quod ex adverso con-
sonat, 918 a 17; 918 b 30; 921 a 8.
: dissonare, absonare, 919 a 30; 919 b
23; 922 a 39.
: numerus, rhythmus, 91'1 b 23, 26;
920 a 32; 9 ~ 0 b 33.
: systema vocum, 918 8 13; 919 b 20,
21; 922 8 22. 26; 922 b 3; species
diapason. 922 b II. 16. 21.
: concinnare, 919 a 13. 16; 919 b 8;
920 b 9, 13. 15; 922 b 19. 24.
.". ....-.. ".: . ". " t
, .O' " ,
...
Cleiv
Cl>'1jT'1)
>'OTPU7t1jt;
Cl >' 6t;
8uioT1jl!Cl
8LeaLt;
8lt; 8L 'teTTcip(,l)v
"""""fet"lC
.... ..... "14
11
1
1
'v
.." '-!fU '1"1'11
""1'1\.'"
n
: frrincipiflm, 91'l b 32; initium. 920 a
20, 22; 922 a 25. 28; 922 b 8, 9.
: Cloic; canere. 91'1 b 19; D19 a 6.
: qui Cl>'oit; canit, 918 a 25.
: qui Cl>'O perforat, 919 b 7.
: iflflabile mflSicum instrflmentum. li,,-
gula frraeditum, quod non ad ' Ilaulo '
familiam, ut ilalice dicamus. sed con-
tra ad 'clarinetto' (Cl>'
, oboe' (Cl>'t; detoc;) , fagotto' (Clt;
u7tcpd>'e..o;) pertinet, Dl8 Il 26. 30;
922 a 1, 9, 12. 14.
: grave. cui contrarium est T
018 a 16. 18; 918 b 4. 36; 919 a 32 :
SU9 b 24. 34; 920 a 19. 20, 23; 920 b
17, 19. 28.
: intervallum, 919 b 6. Il; 922 al 25.
: quarta pars toni, DI'l b 36.
: diatessaron intervallum, 920 a
24:921 b Ii II.
: diapenle intervalltlm, 920 a
24, 25: 921 b 1.
: diapason intervallum, DSO a
25
: intentio, 91'l b 33; 910 b 13.
: iugum, quod italice 'traversa della
lira' dicimflS, 921 b 27.
: etllos, 918 a l; 918 b 24, 26, 27,
34; D20 a 3, 6: 922 b 12. 20.
: sonare, 920 b 8; 921 a 15; 921 b
26, 34.
: son14$, 919 b 11: 921 b 18, 29, 33:
922 a 14.
: stors,ml esse. se ab aliis segregare.
022 al 35.
: slallls. DI'l b 39.
: ,.""",.".. ,.rtUre. 921 a 26.
: "...iI"$. /i,,;:o. U21 la 17.
: t'I iflliare, 021 a 25.
'- 1.10 ....
fU
C?8ei"
l!eC?8(Cl
tda1j
l!eTpo1}
l!UP
l!0vft)8lCl
v/rr1j
6lJ.0 ep(,l)vciv
6l!6ep(,l)vov (T)
"V(""",/
: lyrae chorda. lJuae digito indice p"l.
sat"r, 019 a 17.
: magadari. pulsare il, consollantiis
diapason, 918 b 40; 921 a 12, 31.
: poeta tnelicus. 920 alI.
: canticum. U18 a 4, 23; 918 b 17.
18. 25; 920 a 12; 921 al 33; carme".
U18 b 5; 919 a 19: 919 b 27; D20 a 3;
920 b 29; 022 b II. 29, 34.
: mod"lari, tnelodiam canere, 019 a 8.
: modulatio, 919 a 16.
: et sonus tnediflS vel communis duo-
t'l,m tetrachordol'um coniunctol'um anti
qui .8ptacordi et son14$ gravis Ioni di-
siu'ICtivi in oclacllordo vel in perleclo
s"stemate, 918 a 38; 910 a IO, 13. 15,
19. 20, 26: 910 b 20; 920 al 2I; 920 b
7. lO. 13: 022 a 21. 28; 922 b 6.
: de tono vel genere vel "h"thmo quo-
dam in aliud transire. U18 b 22.
: modulatio, 918 b 23.
: versflS qui in tragoediis recitabanlul'.
920 a 13: 921 a 14.
: (add.) ha"monia mixolydia. 922 b 23.
: cantus solitari14$, 918 a 22; 922 a I.
: 'nele', acutissima vox s"slematis vel
I",.ae, 91'l b 31; 918 a I; 918 b 2;
919 b I. 9. 15: 920 a 17. 29. 30:
921 a IO; 921 b 14. 21: 022 b 4.
: canticum ad cilharam modldatflm,
018 b 13. 14; 918 b 38, 39; 920 b 20.
: idem so"are. 918 b 32.
: lJ"od eundem sonum ed;t (italice: '""i-
sono '), 918 b 8: 921 a 7. 8, 12.
: acutum. CIIi conlra,imn T 13cxpu, 918 a
Il)j D18 b 3. 4, 36; 920 a 19. 20;
UlUli 21; 022 a .w; f)22b 1.
; rnmfr.tm, Inlll"""f1nl"III, Il,,,,, ",.
h"fI"IIIII/ 1/11111., .,./11/-111 .,,"1 '1,,1 III
I I ,_" / I
: tonlls; lonalit " .11 italica voce ular,
9218 IO.
: ' trite', lertius sonus descendens ab
acuto, 918 a 15; 9208 16.
: modus, 919 a 3; 920 b 32.
: ' hypale " gravissima systematis chor-
da, 91'l b 35, 36; 9188 14, 17; 918 b
2; 919 b I, 9, 15; 921 a IO, 21, 23;
921 b 14, 16,' 20, 21, 22, 31; 922 8
27; 922 b 4.
: ,.esonare, 921 b 15.
: hypodoristi, mod.1S subdorills vel
aeolius, 9208 8; 922 bIO, 14, 24.
hypophrygisti, tnodlls subphrygills vel
iaslius 920 a 8; 922 bIO, 12.
: sonum edere, 918 a 18; 920 b 3;
921 a 20.
: vox, SOnt's, 918 a 16, 19; 918 bIO,
Il, 39; 919 a II, 15, 17, 26, 27;
919 b 17, 33; 9218 II, 12, 22; 921 b
9, IO, 20, 23, 30; 922 b 31.
: phoenicium ,nrisicum instrumentum,
918 b 8.
: vox, 911 b 21, 27, 28, 33; 918 a 29,
32; 920 b 16; 9228 12, 16; idem ac
sonus, 918 b 33; 919 a 4, 7; 919 b 4;
920 a 3; 920 b 2, 4; 921 b 19.
: Iyrae chorda, 918 8 23, 37; 019 a
2, 7, 14; 919 b 2; 920 a 16; 920 b 2, 7;
921 b 28. .
: chorus, 918 b 27, 28; 921 a 20; 922 b
IO, 12, 16, 24.
: pulsare chordam, 919b 2,15; 921 b 14.
(-rply(.o)vov): psalterium lormae triangularis, 919 b
12.
: carmetl, cantus, 9188 IO; 9208 I;
9218 25; 922 a 3, 9, 19.
U'lt'r)XEtv
U'lt08(.o)PLG-rl
'r6vo
lp&6yyo
l
tervallum ab utraque parte termitzant,
920 a 28.
f paramese " SOllUS acutus Ioni di-
siunctivi qui in gravi mesem lIabet,
918 a 38; 922 b 5.
: 'paranete', SOntlS qui 1,etem seq14itur
i1' gravi, 91'l b 39.
: 'parhypate', SOntiS qui est iuxla \m-
'r'r)V in aculo, 917 b 30. .
: diapason' inlervallum, 918 b 3, 7, IO,
35, 40; 919 b 3, 5, 6, 13; 920 a 14,
17, 27; 921 a 8, II, 13; 921 b 2, 6,
IO, 12; 922 b 34; 928 a 2.
: diapente intervallum, 918 b 37; 919 b
7, IO: 9208 15.
: pressio, 91'l b 33.
: modulaminum scriptor, 919 a 20.
: accinere, 921 8 26.
: numertls, rllythmus, 919 & 31, 36;
919 b 33; 920 &3; 920 b 29; 922 &31;
922 b 30.
: quae scaenica sunt cantica, 918 b 26;
920 a lO; 922 b 17.
: consonare, 918 b 31; 919 b 2, 5, 13;
920 &24; 921 b I; 922 b 36; 928 & 2.
: c01zs01,anlia, 918 & I; 918 b 31, 35,
40; 91985; 919 b 34; 920 a 27; 920 b
29; 921 8 2, 6, 8, lO, 13, 16, 17;
921 b 8, 12; 022 b 28.
: consonus, 918 b 30.
: fislula, 918 b 12; 019 b 3, 4, 8, I2;
922 b 38.
: series, ordo, 920 b II; 921 8 34.
: cantillare, 918 8 30, 34.
: diatessarotz inlervallum, 918 b 38;
919b II; 920 a 15.
: tetrachord.nn, 920 a 22; 922 & 28;
922 b 8.
: Ioni magnitudinem aequa1Z5, 922 b 6.
'ltleGL
'ltOL'r)Ti)
'ltpOGatu>.etv
'rOVLCltto
'reTPXOPBov
GlLlp(.o)vO
lh 'rEncip(.o)v ('rb)
'ltatpumi'r'r)
8L 'ltatG(l)V ('rb)
-- 133 --
1 ".. ".,',
v.... \
~ ! :. '
I
l
l
1
I
,
I
!
- ~
- 1
INDICE
,.
,l
l"
1;
I
l
j
.
I
.i
\,
CORRIGENDA ET ADDENDA
leggi
Pago 29 linea 18 : tono semitono
3
8 13 :
'lo IO 16 :
&
4
8 1 :
4
8 16 : alteram alterum
64
II : ot Tjj ot Iv Tjj
69
3 : quinta e quinta o
7
2 o 5 : )Cclti )(/Xl
7
8 22 : lJ.ia'r) lJ.icrn
81
102
27 : 67r6Tc
10
5'
o 12 : p. 17 p. 107
10
7
o 20 : parole parola
o 108 I) IO : Melaph., V, Il, 6 .). Melaph., V, Il, 6) .
o 109
;, :
.
127-129. PORFIRIO, Lettera ad Anebo. Lettera a Marcella, Il cura
..,' di G. Faggin.
?'130-132. I !ette di Font-Segugno, a cura di M. Chini
..:;, 133-135. POLIDIO, Pensieri sulla Sioria e sulla Politica, a cura
di A R
:. overl. .
136-137. La leggenda di Aqhat, Il cura (h P. Fronzaroh.
.'138-140. L. LAD, Opere poetiche, a cura di E. De l\lichelis.
P. RONSARD, Amori, a cura di E. De Michelis.
,. .
J 144-145. R. LOWELL, Poesie, n cura di R. Anzillotti.
146-148. CYRANO DB BBRGBRAc, L'altro mondo ovvero Gli Stati e
.;. Imperi della Luna, a cura di Luciano Erba.
149-150. Canti dei ribelli greci, a cura di M. Vitti.
R. DI VAQUBlRAS, Liriche, a cura di Thomlls G. Bergin.
\: 54-155. ALCUINO, Canti, a cura di C. Carena.
/: 156-157. F. JAMMBS, Quattordici preghiere. La chiesa vestita di
b: '; foglie, a cura di G. Montagna
.) 158-159. Appendice Viruiliana: La Ciris - Poesie brevi, Il cura
'; . di C. Vassalini.
E. VEIUIABRBN, Poesie scelte, a cura di G. Montagna
t> (2 volumi doppi).
Xr. 184. PROCLO, Inni, a cura di D. Giordano
.\'., 185-166. SBNANCOUR, Pensieri, a cura' di A. Deri.
:ii' 187-168. Del Sublime, a cura di L. Ferro
.;7.' 169-170. Poesia popolare albanese, a cura di E. Kolicli.
171-173. IpPOCRATB, Dell'aria, delle acque, dei luoOlll. Il giura-
," mento. La legge, a cura di L. Untersteiner Candia.
.. 174.175. A. HEINZBLMANN, Poesie, a cura di R. HeIIer.
176-178. AI.CIFRONE, Lettere, a cura di L. Fiore
.i:i;179-18t. Antiche preglilere cristiane, a cura di P. L. Zovalto.
.
>,'182-185. Iscrizioni pompeiane, a cura di G. O. Onorato.
186-189. Kl\YLOV, Fallole, a cuta di V. Zdrojevska.
190-191. MBTROFANB, l canon4 trini/ari, a cura di G. Valenlini.
192193. IDN GADIROL, La corona regale, a cura di E. PinUelli.
ARISTOTELE, Problemi musicali, a cura di G. Marcnghi.