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luglio 2011

L ISOLA CHE C

er il prossimo 28 luglio segnatevi questo appuntamento: alle 20 davanti al Castello Carlo V, per iniziativa dellAssessorato alla Cultura del Comune, Fabrizia Paloscia (in foto), funzionaria pubblica, economista e ora scrittrice, ci racconter unesperienza che interroga tutti e scardina logori luoghi comuni. Fabrica Ethica, unutopia applicata (Edifir, 2011) racconta di piccole e piccolissime imprese che ogni giorno combattono la sfida della competizione globale, costruendo una realt culturale prima ancora che produttiva: la realt della cosiddetta responsabilit sociale dimpresa (nellacronimo inglese CSR, Corporate social responsibility). La CSR si rivelata unancora di salvezza nella crisi e una molla per guardare al futuro in modo razionale e non angosciante. Centinaia di microimprese toscane, grazie alla certificazione SA8000 (Social accountability), non sono andate fuori mercato, non hanno licenziato dipendenti o compresso i loro diritti ma, in qualche caso, hanno creato nuove opportunit di impiego. Possibile? S. Questo il racconto, meglio la rendicontazione che fa lideatrice e animatrice di Fabrica Ethica, diventata, nel frattempo, unattivit imprenditoriale essa stessa (servizi allimpresa, ai professionisti, alla pubblica amministrazione).

La Paloscia lavorava nel settore attivit produttive della Regione Toscana. Ed era convinta di una cosa: la Regione, anzich limitarsi ad erogare i pochi fondi a sostegno delle piccole imprese, poteva farsi parte diligente di un percorso di qualificazione di questa imprenditoria diffusa e a perenne rischio di default. Come? Coinvolgendosi in un progetto in cui tutti gli attori del fatto produttivo diventano protagonisti co-operanti. Tutte le parti concorrono al comune obiettivo: costruire in modo olistico la responsabilit sociale delle imprese, come recita il catenaccio di Fabrica Ethica. O, per dirla con le parole di un documento della Commissione europea del 2001, esercitare unintegrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate. Se avesse potuto, la Paloscia avrebbe scritto il diario della sua singolare esperienza: giorno dopo giorno, incontro dopo incontro, per oltre 100.000 chilometri di spostamenti, elencando riserve, scetticismo, scoramenti. Ma anche entusiasmi, passioni, successi piccoli e grandi, fino al coronamento di un sogno: sentirsi protagonisti di un progetto che lalternativa vincente alla guerra di tutti contro tutti e del si salvi chi pu. Bisogna ascoltarla Fabrizia Paloscia. Parla di una gestazione lunga, dif-

ficile, laboriosa ma entusiasmante, proprio come farebbe una mamma parlando della sua creatura. solo un caso? Non credo. Le donne liberate e protagoniste sono la risorsa strategica per un altro modo possibile e desiderabile. Ma questa unaltra storia. O, forse no.

di Vito Al

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