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COSÌ È NATA L’EUROPA

Avvantaggiata dalla straordinaria posizione geografica su un itinerario


obbligato fra l’area balcanica la penisola italiana e l’Europa

Lubiana
settentrionale la capitale della Slovenia ha sempre rivestito
un ruolo forte nella regione a partire dalla fondazione di Iulia Emona
Ma anche prima della romanizzazione la conca di Lubiana fu abitata
da genti che trassero beneficio dallo scambio di merci e culture

origini di una capitale Testi di Bernarda Županek Dimitrij Mlekuž Traduzione di Savina Mili Revisione linguistica di Dario Scarpati
Foto Dimitrij Mlekuž Matevž Paternoster Tomaž Lauko Igor Lapajne Carmen Narobe Damjana Šalehar Archivio MGML
Con la collaborazione di Istituto Italiano di Cultura a Lubiana

LUNGA VITA DI UNA CAPITALE


Panoramica di Lubiana con al
centro lo storico colle del Castello.
Sullo sfondo a destra si intravede
la vasta conca della grande palude
che a partire dal Mesolitico
ospitò i primi insediamenti
stabili della zona.
L
nelle due foto
UOMINI E ACQUE
A CONCA DI LUBIANA È DA SEM- fondo o un acquitrino. La Palude di Lubiana lude, dove il terreno, stagionalmente inondato, era PALUDE ABITATA
In questa immagine
pre crocevia di comunicazioni dall’Eu- Sulle rive impaludate sorgevano gli accampamenti più fertile. Il ciclo annuale della vita era dunque le-
La Palude di Lubiana
ropa sudorientale e i Balcani verso l’Ita- dei cacciatori-raccoglitori mesolitici, trasferitisi dal
si popola di abitati gato al regime dei fiumi o al livello del lago, che poi
da satellite è evidenziata
(Ljubljansko Barje) la massima estensione
come appare oggi. lia da un lato e l’Europa del nord dal- retroterra montuoso. In alcuni punti sono stati sco- della Palude di Lubiana

L
e vere comunità neolitiche (capaci di coltivare, offrivano tante altre risorse, quali canne, castagne
In età preistorica zone in età presitorica con gli
lacustri e acquitrini
l’altro. È dalla preistoria che qui si in- perti acciottolati e resti di piattaforme di legno. Resti allevare bestiame e produrre oggetti in cerami- d’acqua (Trapa natans), pesci, uccelli. In questo con-
accampamenti mesolitici
erano molto più estesi, contrano genti e idee. Della presenza bruciati di giunchi e canne sulle rive del lago e resti ca) compaiono in Slovenia dopo il 4700 a.C. testo, le palafitte rappresentano il punto centrale de- (VI millennio a.C.)
con insediamenti umana durante l’ultima era glaciale ci sono rimasti di pollini di specie forestali individuati nel sottobo- – oltre mille anni più tardi che in Croazia o nell’Ita- gli spostamenti periodici, secondo il susseguirsi del- e le palafitte neolitiche
di popolazioni dedite pochi oggetti: alcuni strumenti litici attribuibili al- sco circostante confermano che le genti mesolitiche lia orientale – e si stabiliscono lungo la Sava (af- le stagioni e delle inondazioni. (V millennio a.C.).
a caccia/raccolta
e agricoltura. l’uomo di Neandertal (Paleolitico medio), le corna sapevano gestire l’ambiente, creando le condizioni fluente di destra del Danubio), ma alcuni insediamenti Nella palude sorgevano diversi abitati, con genti
di una renna con tracce di intagli e testimonianze del adatte allo sviluppo della vegetazione, in primo luo- sorgono anche nei dintorni di Lubiana. Un’impor- imparentate tra loro o con gruppi dell’entroterra. In
Paleolitico superiore nella caverna Babja jama, dove go del nocciolo, per attirare gli animali quali il cer- tante testimonianza sono le strutture di legno (pali) tal modo la popolazione veniva a contatto con l’am-
sono stati scoperti i resti di un cane semiaddomesti- vo, il cinghiale e l’uro. I ritrovamenti di Breg, presso scoperte in mezzo alla palude. Queste cosiddette “pa- pia rete di interscambi che dava la possibilità di adot-
MODELLI ESTERNI
Brocchetta (circa 2500 cato. Al termine delle grandi glaciazioni, il paesag- Škofljica, fanno risalire al VI millennio a.C. le novi- lafitte” sono oggetto di vivaci discussioni: furono co- tare le novità tecnologiche provenienti da fuori, qua-
a.C.) rinvenuta gio, fino ad allora aperto e brullo, si copre di boschi: tà “neolitiche”, provenienti dal sudest e adottate da struite dai nuovi arrivati neolitici oppure dai gruppi li il carro (una delle più antiche ruote d’Europa, da- COLLE DEL CASTELLO
Il colle che sovrasta
nel sito di uno a quest’epoca (Mesolitico, circa 12.000 anni fa) ri- questi gruppi. Insieme a frammenti di ceramica so- autoctoni dei cacciatori-raccoglitori che, intrapresa la tata al 3200 a.C., è stata scoperta proprio qui) e la Lubiana con il castello
degli antichi abitati
della Palude di Lubiana,
salgono i numerosi siti in riva al lago che copriva la no stati scoperti arnesi di pietra tipici del Mesolitico coltivazione dei campi, si stanziarono nella zona? metallurgia. Nella tarda età del Rame (circa nel 2500 ricostruito alla fine
depressione tettonica dove sarebbe sorta Lubiana e e ossa di animali selvatici. È, quindi, evidente che i Nel suolo umido della palude si sono conservati a.C.) troviamo anche le cosiddette ceramiche di Vu- del Quattrocento.
realizzata secondo
Il precedente edificio
la tradizione della di cui rimane oggi una grande palude (Ljubljansko gruppi dei cacciatori-raccoglitori mesolitici hanno resti organici, quali legni delle strutture abitative e de- cedol, provenienti dalla Croazia nordorientale. In- medievale è citato
cosiddetta ceramica Barje). La Palude di Lubiana è una vasta landa umi- conservato a lungo la pro- gli attrezzi, paglia, cereali, frutti, ossa... Da questi re- vece, nell’età del Bronzo (2200-900 a.C.), i siti abi- per la prima volta
di Vucedol (Croazia)
diffusa nella tarda età da, a sud della città, nel punto in cui convergono le pria identità, senza fon- sti si deduce che la gente viveva di animali addome- tati nella Palude di Lubiana scompaiono: ne riman- nel 1144 come sede
Alpi Giulie e le Alpi Dinariche. Durante i periodi fred- dersi con i gruppi sticati e coltivando appezzamenti di terra, mentre i gono rare tracce solo ai margini. Può darsi che la di- del Ducato di Carinzia.
del Rame.
Il primo insediamento
di affiorava lo spesso strato di sedimenti, mentre nei portatori della cul- resti di pollini ci dicono che i cereali venivano semi- stesa d’acqua acquitrinosa sia devenuta inabitabile fu un castelliere dell’età
periodi caldi e piovosi si formava un lago poco pro- tura neolitica. nati nei campi accanto agli abitati, in mezzo alla pa- per la formazione della torba*. ➝ a p. ?? del Bronzo.

qui a lato
CARRO CON ASSE
Una delle più antiche
ruote da carro
d’Europa (3200 a.C.)
e ricostruzione del
veicolo di cui faceva
parte. È stata ritrovata
nella Palude di Lubiana
e testimonia i rapporti
dei villaggi palafitticoli
con il mondo esterno.

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PALAFITTE NELLA PIANURA DI LUBIANA
Scoperte sui laghi. La Palude di Lubiana diventa interessante per l’archeologia nella se-
conda metà del XIX secolo, quando – è il 1875 – l’archeologo sloveno Karl Deschmann
inizia gli scavi di un insediamento preistorico presso Ig. La scoperta degli insediamen-
ti preistorici nella Palude di Lubiana s’inserisce nel clima culturale determinato dal cla-
moroso rinvenimento (1854) di palafitte sul lago di Zurigo. Qui il naturalista svizzero
Ferdinand Keller aveva individuato alcune costruzioni di legno che egli, facendo rife-
rimento ai paralleli etnografici della Malesia, interpretò come resti di abitati preistori-
ci, costruiti, probabilmente, su piattaforme fissate con pali sul fondo. L’immagine idil-
liaca di un paesaggio lacustre con palafitte sullo sfondo delle cime innevate si è così
radicata nella cultura popolare da incidere ancor oggi sull’interpretazione delle testi-
monianze archeologiche nella Palude di Lubiana.
Abitati lunghe le sponde. Le ricerche più aggiornate sembra invece che non supporti-
no la tesi delle piattaforme in mezzo al lago. Lo scanning laser (LIDAR) della superficie
della Palude di Lubiana ha rivelato l’esistenza di una rete di vecchi alvei di fiumi e cor-
si d’acqua minori, accanto ai quali sorgevano le palafitte; mentre dalle datazioni al ra-
diocarbonio risulta che l’esistenza di questi alvei coincide con quella delle palafitte
stesse. La distribuzione dei residui di pali di legno, i resti delle strutture e dei pavimen-
ti d’argilla battuta (sui quali si sono conservati mucchi di grosse pietre, probabilmente
appartenenti ai focolari, e tra queste, spesso, anche dei macinelli per i cereali) indica-
no che non si tratta di piattaforme, bensì di case raggruppate sul lungofiume, sostenute
appunto da pali conficcati nel terreno. Lungo l’abitato le sponde del fiume erano raffor-
zate con filari di pali, per impedire che l’acqua le erodesse. I tetti erano di paglia o cor-
teccia, le pareti di verghe intrecciate e rivestite d’argilla. La parte inferiore della casa era
destinata alle attività quotidiane, mentre quella superiore era allestita per la notte.
La gente si spostava insieme ai fiumi. Dai risultati delle ricerche dendrocronologiche*
si deduce che le case rimanevano in uso al massimo per una o due generazioni, per-
ché venivano abbandonate o distrutte dagli incendi. La gente poi si trasferiva altrove,
probabilmente nelle vicinanze. D’altronde i fiumi tenedevano a cambiare il loro corso
dopo le grandi piene e gli abitanti si spostavano seguendoli.

MUSEO DELLA CITTÀ. Reperti di varie epoche provenienti dal territorio ed esposti
nella mostra permanente presso il Museo e Gallerie della Città di Lubiana (MGML).
Allo stesso museo appartengono tutti i reperti presentanti
nell’ambito del presente articolo.

VILLAGGIO NEOLITICO. Le palafitte del canale di Maharc


(Maharski prekop) databili alla seconda metà del IV millennio
a.C. durante gli scavi. Sono venute in luce in una zona che
corrisponde alla parte centrale dell’antica Palude di Lubiana.

SULLE SPONDE. Ricostruzione ideale della vita dei palafitticoli


nella Palude di Lubiana in un dipinto del pittore sloveno
Anton Koželj (inizi XX secolo).

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TEMPI DI CASTELLIERI Un centro protourbano me Ljubljanica. A partire dal III sec. a.C. l’abitato ai
Roma verso i Balcani timo anno hanno portato alla luce i resti di due ac- ARRIVANO I NOSTRI
Lucerna a olio
Ricostruzione piedi del colle del Castello dimostra uno sviluppo campamenti militari. Del primo e più antico (fine I
di una fibbia di bronzo ai piedi del colle del Castello particolare e nel I sec. a.C. intrattiene un’intensa at- e la fondazione di Emona sec. a.C.- inizi I sec. d.C.) si sono conservati due fos- (I sec. d.C.)
per cintura con scena con l’effige di un

N I
di caccia (circa 600 a.C.) ella tarda età del Bronzo, dopo il 1300 a.C., tività commerciale con i Romani, in cui gioca un ruo- Romani arrivano sul territorio lubianese all’epo- sati difensivi e un bastione (all’interno costruito a cas- legionario romano,
rinvenuta in una tomba al tempo della Cultura dei campi d’urne*, lo importante la Ljubljanica, quale naturale via di ca delle guerre condotte da Ottaviano per la con- settoni, con strati di legno, pietre e terra; all’esterno rinvenuta nella necropoli
a tumulo sull’altura del le comunità stanziate sulle alture ai bordi comunicazione. quista dei Balcani (35-33 a.C.). Gli scavi dell’ul- protetto da un muro a secco). Delle tende dei solda- settentrionale di Emona.
ti si sono conservati picchetti di legno e solchi di dre-
naggio. Sono stati scoperti oggetti tipici degli ac-
campamenti militari: armi, pezzi dell’equipag-
giamento e delle uniformi, ma anche stru-
menti sanitari, cucchiaini, spatole e scal-
pelli, con i quali i medici operavano e cu-
ravano i feriti; dal cospicuo numero di
questi strumenti si desume la presenza
di un ospedale militare (valetudinarium).
Quando nel I sec. d.C. i Romani co-
minciano a costruire sulla sponda sini-
stra della Ljubljanica la città di Emona
(nel centro dell’odierna Lubiana), dap-
prima smantellano le mura dell’accampa-
mento e interrano i fossi, poi erigono le ca-
se in legno della colonia. Su una lapide, sco-
perta quasi un secolo fa (oggi al Museo Nazio-
nale della Slovenia), si legge che già nel 15 d.C.
Iulia Emona era cinta da mura.

COLONIA IULIA EMONA. Plastico degli inizi del secolo


scorso con ricostruzione di Emona nel I sec. d.C.,
fondata secondo una pianta ortogonale sulla riva
sinistra della Ljubljanica. Come usava nelle città romane,
le necropoli si trovavano lungo le strade di accesso.

Molnik, a Lubiana, dove della Palude di Lubiana e lungo la valle della Sava
si trovava un castelliere
della tarda età del Bronzo cominciano a costruire insediamenti fortificati: i ca-
con la necropoli. stellieri. Uno di questi sorgeva sul colle del Castel-
lo, proprio nel centro della futura Lubiana, e un al-
VERSO LA CITTÀ
L’insediamento tro sul vicino monte Molnik. Sul Molnik la comu-
protourbano che nel X nità tribale con i suoi capi, i “principi”, seppelliva i
morti in tombe a
tumulo lungo la
strada. Da una di
queste ci è perve-
nuto il più bel-
l’esemplare del-
l’arte della situla*
in territorio lu-
bianese: una fib-
bia per cintura
con scena di cac-
cia.
Recenti scavi
c’inducono a cer-
care le origini di
Lubiana nell’in-
sediamento pro-
tourbano del X
sec. a.C. che si
formò ai piedi del
colle del Castel-
lo. L’abitato era
costruito secon-
sec. a.C., alla fine dell’età do un progetto accurato: la rete viaria si adeguava
del Bronzo, si estendeva
fra la sponda destra
alla conformazione del terreno, le vie erano lastri-
della Ljubljanica e il colle cate con ciottoli e si intersecavano ad angolo retto,
del Castello, dove già con ai lati edifici di legno a uno o più vani. Nono-
esisteva un castelliere. stante le frequenti riedificazioni, la pianta dell’abi-
Sulla riva opposta
c’era la necropoli. tato rimase pressoché invariata nel tempo. La ne-
(Ric. Dimitrj Mlekuž) cropoli si estendeva sulla sponda opposta del fiu-

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in basso mano, le necropoli sorgevano lungo le strade d’ac- di nella provincia Pannonia Superior e in altri nella
MURA ROMANE
Fortuna di Emona lungo cesso (la necropoli settentrionale è stata esaminata Regio X della penisola italiana) la popolazione go- GLI ARGONAUTI E IL DRAGO DI LUBIANA
Un tratto della cinta una via obbligata di transito a fondo negli anni Sessanta del secolo scorso). Ol- deva di significativi benefici, quali l’urbanizzazione,
di Emona, intervallata Simbolo della città. Nello stemma di Lubiana c’è il drago. Per la prima volta que-

S
da torri, rimaneggiata ituata all’incrocio delle vie di comunicazione tre al collegamento stradale con Aquileia e la pianura l’alfabetismo e l’elevata cultura abitativa. Uno dei
sto verso la fine del XVII secolo in Gloria del Ducato della Carniola, dell’umani-
negli anni Trenta del XX provenienti dalla penisola italiana e dalla pia- veneta, per Emona era importantissimo quello flu- principali avvenimenti che influiscono sulla vita di
secolo. Oggi è un luogo sta carniolano Janez Vajkard Valvasor. Ma il drago e la città sono collegati da
nura pannonica, Emona era naturalmente una viale lungo la Ljubljanica, affluente della Sava e quin- Emona è l’avvento del cristianesimo in età tardoro-
intensamente prima, come risulta dal sigillo del giudice di Lubiana alla metà del XV secolo, che
frequentato. città commerciale. Popolata in prevalenza da colo- di collegata al Danubio. mana, mentre le cause del declino all’inizio del VI
riporta lo stemma con un animale simile al drago.
ni provenienti dall’Italia del nord, prospera dal I se- Facendo parte dell’impero romano (per certi perio- secolo sono ancora incerte. ➝ a p. ??
colo fino all’inizio del V, mentre verso la metà del Da dove viene il drago lubianese? La leggenda parla di un drago che a Lubiana
a destra e sotto al centro faceva stragi e incuteva terrore. Ci volle tempo
BENESTANTI VI, ormai collassata da tempo la struttura dell’impero,
Recipiente tardoromano la vita si spegne. La pianta di Emona, tipicamente or- prima che qualcuno avesse il coraggio di af-
(IV sec. d.C.) di bronzo togonale, aveva al centro la piazza principale (forum) frontarlo. Come sappiamo toccò a san Giorgio,
con scene di animali che un caso è il protettore della città. Un’altra
e uomini, proveniente e si caratterizzava appunto per un sistema di vie per-
da Alessandria d’Egitto, pendicolari, separate da superfici edificabili. Sot- leggenda mette il drago in relazione con gli Ar-
e coppa di vetro to le strade, in direzione nord-sud, si snoda- gonauti. In Sozomeno e Zosimo (due scrittori
(I sec. d.C.) nella
vano le cloache (grandi canali di scolo sot- della tarda antichità: storico della Chiesa il pri-
cosiddetta tecnica a
terranei) che convogliavano le acque reflue mo; uno degli ultimi storici pagani l’altro) si leg-
millefiori, importata
dall’Italia settentrionale: nella Ljubljanica. La città era cinta da mura ge che gli Argonauti navigarono per il fiume
sono due dei molti oggetti intervallate da torri e protette da fossati col- Ljubljanica, fondarono Emona, e proseguirono
raffinati che sono stati per un’altra ventina di chilometri fino a Nau-
rinvenuti nelle tombe dei mi d’acqua. Alcune zone erano abitate an-
cittadini ricchi di Emona. che fuori le mura. Secondo il costume ro- portus (attuale Vrhnika), dove sbarcarono e,
via terra, portarono la nave Argo fino al-
l’Adriatico. Nel XVII secolo gli eruditi lubiane-
si riscoprono questo mito, che porta alla luce

NOBILI ORIGINI. Gli Argonauti costruiscono


Emona. L’mmagine è tratta dall’opera Gloria
del Ducato della Carniola di J.V. Valvasor
(tardo XVII sec.).

le antiche radici della città, e orgogliosi del fatto che Lubiana fosse così vecchia
(Giasone l’avrebbe fondata nel 1222 a.C.) si misero a raccontare in varie forme
d’arte il favoloso passato. E proprio in questo periodo nascerebbe una terza va-
riante, che fonde il mito degli Argonauti e quello del drago in un’unica storia,
dalla quale si apprende che Giasone uccise il mostro nella Palude di Lubiana pri-
ma di fondare la città...

SIMBOLO DELLA CITTÀ. Il drago della tradizione lubianese rappresentato in due


fusioni all’ingresso del ponte dei Draghi (Zmajski most) sulla Ljubljanica.
Quest’ultimo è un capolavoro di Art Nouveau realizzato nel 1900/1901.

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LA MISTERIOSA LJUBLJANICA PARCO ARCHEOLOGICO PALEOCRISTIANO
Un monumento archeologico della Slovenia. Il fiume Ljubljanica, sul qua- essere collegate le divinità già protoromane Laburus ed Aecorna. Que- Complesso del IV secolo. I resti della romana della Chiesa) alle suore e al monaco Antonio
le si affaccia Lubiana, è formato dalle acque di nove sorgenti carsiche st’ultima, forse dea della vicina palude (mentre Laburus era il dio loca- Emona sono accessibili in vari punti di Lubia- di Emona.
a monte dell’abitato di Vrhinika, a loro volta provenienti dal Pivka, il fiu- le dell’acqua), era molto popolare a Emona. A Lubiana, sul colle del na. I più consistenti sono quelli visitabili nel- Città che cambia. L’espansione del cristianesi-
me carsico che ha creato le grotte di Postumia. Si getta nella Sava (af- Castello, probabile sede del tempio di Aecorna, sono state scoperte tre l’archeoparco “Centro paleocristiano”, dove so- mo influisce sulla vita di Emona, cambiandone
fluente di destra del Danubio) dopo 41 chilometri di corso. Dalla prei- are dedicate. Anche la testa di pietra del dio Achelóo, trovata durante no presentate le strutture di una casa che nel l’aspetto: nella cinta muraria vengono murate
storia fino alla costruzione dei primi collegamenti ferroviari nel XIX se- gli scavi dell’antica Emona, è senza dubbio collegata con la Ljubljani- IV secolo fu trasformata in oratorio paleocri- alcune porte, si trascura la manutenzione delle
colo la Ljubljanica è sempre stata una via di collegamento, tanto da com- ca: tuttavia, questo dio – delle acque domate – appare dopo i lavori di stiano e, alcuni decenni più tardi, in chiesa con cloache e dei canali urbani; gli edifici nuovi, i
parire nella leggenda di Giasone e gli Argonauti, negli scritti di Plinio, regolazione del corso del fiume eseguiti dai Romani. battistero. Quest’ultimo, dotato di fonte otta- più belli e ben costruiti, sono quelli ecclesiasti-
di Sozomeno e di altri autori antichi. Che già nell’antichità il commer- Navigazione per millenni. I numerosi gonale, ha il pavimento a mosaico: nei carti- ci. A prima vista questo sembrerebbe derivare
cio tra l’Alto Adriatico e il bacino danubiano si svolgesse attraverso il oggetti, risalenti al Me- gli figurano i nomi dei membri della comunità dal declino della città, ma forse si tratta di un
territorio sloveno, è stato confermato da una lucerna del XIV sec. a.C., dioevo, e quelli di più re- che avevano donato i mezzi per realizzarlo. generale mutamento dell’identità urbana: le ar-
proveniente da botteghe cipriote e scoperta nell’alveo della Ljubljanica cente datazione sono la L’ambiente è collegato a un portico, dove tra chitetture e le infrastrutture secolari non sono più
nei pressi di rna vas. La Ljubljanica era, evidentemente, un tratto im- conferma che la Ljubljani- i mosaici multicolori figura il nome dell’arci- importanti, mentre si dedica grande cura agli
portante di una o più vie commerciali fra il territorio danubiano e il Ca- ca ha conservato un diacono Antioche, che aveva ordinato la co- edifici ecclesiali, in un sistema di potere che ve-
put Adriae. ruolo di collega- struzione. Al tempo di questo complesso pa- de la Chiesa acquistare un prestigio sempre
Indispensabile via d’acqua. L’eccezionale scoperta del 1890 nel villag- mento regiona- leocristiano (350-450 circa) Emona era sede maggiore. I vescovi non sono più solo dei di-
gio di Lipe di un’imbarcazione da carico del II sec. a.C. conferma l’im- le fino all’età della diocesi e manteneva vivaci relazioni con gnitari ecclesiastici, ma cominciano ad assumere
portanza della Ljubljanica quale via di navigazione nel primo periodo moderna. Nel la cerchia ecclesiastica milanese. Ne riman- incarichi amministrativi. Insomma, l’aspetto del-
romano. Nell’antichità, i fiumi erano, insieme al mare, le vie di trasporto 2003 la Ljubljanica è gono i segni nell’architettura del battistero e in la città tardoantica – Emona in questo caso – ri-
più vantaggiose: è stato calcolato che, sempre in età romana, il traffico stata proclamata monu- due lettere di san Gerolamo (347-420, padre flette il mutamento all’interno della società.
fluviale era circa quattro volte più economico di quello terrestre. Dato mento culturale, quale sito BENEFATTORI. Una delle scritte del pavimento
dunque il suo ruolo nella navigazione interna, la Ljubljanica fu regima- archeologico di eccezio- a mosaico del battistero di IV secolo visitabile DA CASA A CHIESA
TRANSITI NAVALI al Centro paleocristiano di Lubiana: Prosposta
ta almeno due volte. nale importanza. Foto storica della ricostruttiva
«Archelaus et Honorata cum suis f[ecerunt]
Prestigiose divinità delle acque. L’elevato numero di reperti scoperti nel nave da carico del battistero
p[edes] XX»: ‘Archelao e Onorata insieme alla
DIO DEL FIUME. Testa protoromana (II sec. di IV secolo facente
suo alveo (dal 1884, anno delle prime ricerche sui fondali, sono stati a.C.) scoperta nel
famiglia hanno donato 20 piedi (di mosaico)’.
del dio fluviale Achelóo parte del complesso
recuperati circa seimila oggetti), risalenti fino al Mesolitico, attesta che
(I sec. d.C.), dio delle 1890 nel villaggio di palecristiano
la Ljubljanica era anche un sito di culto. Con la Ljubljanica dovevano acque domate, ritrovata Lipe, presso Lubiana. di Lubiana (in basso)
a Lubiana e collegabile che venne realizzato
VIA D’ACQUA. La Ljubljanica nel centro di Lubiana. Il fiume, alimentato ai lavori di regimazione EX VOTO sui resti di una ricca
da ricche sorgenti carsiche e navigabile da sempre, ha costituito una della Ljubljanica in età Spada protoromana domus romana.
delle vie di transito fra l’area adriatica e la regione danubiana. romana. (II sec. a.C.? 1.) (Dis. Sašo Vrabi)
ritrovata nella
Ljubljanica, dove
probabilmente venne
gettata come offerta
alla divinità del
fiume.

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a destra e qui sotto tezza e dove appunto viene costruito la fortifica-
PASSANO I VISIGOTI
Passaggio di barbari Si insediano gli Slavi: zione medievale, tuttora simbolo della città. Nella
LUBIANA SLAVA
Semplici monili
Preziosi oggetti diretti verso l’Italia nasce la città medievale prima metà del XIII secolo Lubiana ottiene i diritti dalla grande necropoli
di corredi funerari paleoslava (IX-XI sec.)

D D
rinvenuti nelle tombe i notevole importanza era l’inquadramen- el primo popolamen- urbani ed, estintasi (1269) la scoperta presso la chiesa
della necropoli di età to di Emona, proprio per la sua posizione to slavo (VI sec. d.C.) casata dei primi signori, gli di S. Pietro a Lubiana.
gota riportata in luce geografica di “soglia” verso il Mediterraneo, sul territorio lubiane- Spanheim, la regione passa, nel
nel quartiere di Dravlje p. a fronte e in basso
a Lubiana (fine V-inizi nel sistema difensivo dell’impero. Ne è confermato se parlano i toponimi e gli em- 1335 e per diversi secoli, sotto LUBIANA OGGI
VI sec.). Dalla stessa il ruolo, in età tardoantica, quale primo caposaldo brioni dei villaggi, mentre gli il dominio degli Asburgo. Nel Il centro storico
necropoli proviene alle spalle della Claustra Alpium Iuliarum, la nuova scavi, che stanno portando al- XVI secolo la capitale della Car- di Lubiana (Ljubljana)
il teschio di un militare attraversato
della guarnigione linea di difesa attraverso le Alpi. Questo spazio, sem- la luce i resti dell’insediamen- niola*, cinta da solide mura, si dalla Ljubljanica
visigota, “modellato” pre meno protetto a partire dalla seconda metà del to slavo, sono stati avviati so- presenta nella tipica forma tri- e un simpatico scorcio
in vita secondo IV secolo, costituì un vero e proprio corridoio di tran- lo alcuni anni fa. Per il perio- partita (piazza Vecchia, piazza della periferia.
la tradizione unna. I monumenti sono quasi
sito delle popolazioni barbariche in direzione del- do dal IX all’XI secolo, invece, Nuova e piazza Cittadina o Cit-
tutti in stile barocco
la penisola italiana, fino al X secolo con le incur- esiste un maggior numero di tà), con tutte le sedi delle au- e Art Nouveau.
sioni degli Ungari. Nel V e VI secolo, sullo scorcio dati, frutto delle ricerche in una torità civili e religiose e i nu-
dell’impero, transitano per questo territorio vari po- necropoli paleoslava, situata merosi monasteri ai margini.
poli diretti a ovest: nell’inverno del 408-409 sver- nei pressi dell’arciparrocchia di Fino a tutto il medioevo una Info: +386.01.2412-515
bernarda.zupanek@mestni
nano alle porte di Emona i Visigoti; nel 452 la città S. Pietro nella parte orientale di parte della piazza Nuova era muzej.si
è parzialmente incendiata dagli Unni; nel 568 pas- Lubiana. abitata da una compatta co-
Chi sono gli autori: B. Župa-
sano i Longobardi diretti in Italia. Serguiranno Ava- Nel medioevo Lubiana si munità ebraica che aveva la nek, conservatrice per le anti-
ri, Slavi e infine gli Ungari. Nella zona settentrio- sviluppa sulla sponda destra propria sinagoga. Per secoli Lu- chità, Museo e Gallerie Città
nale di Lubiana (quartiere di Dravlje) è stata ripor- della Ljubljanica, dirimpetto biana, con il suo alto poten- di Lubiana (MGML); D. Mle-
kuž, Dipartimento di Archeo-
tata in luce una necropoli di fine V e inizi VI seco- all’Emona romana che si trova- ziale economico, politico e cul-
logia, Università di Lubiana.
lo, dunque dell’epoca del dominio visigoto in Ita- va sulla sinistra del fiume: siamo intorno alla me- turale, e come sede della diocesi, ha dominato su
lia, con oltre cinquanta tombe, una accanto all’al- tà dell’XI secolo, al tempo dei proprietari terrieri e tutto il territorio dell’odierna Slovenia centrale. Si ringrazia per la collaborazio-
ne l’Istituto Italiano di Cultura
tra, di individui appartenenti alla postazione mili- duchi carinziani di Spanheim. La città cresce ai pie- a Lubiana diretto da Roberta Fer-
tare visigota e alla popolazione indigena. di del colle del Castello, sul quale si ergeva una for- Bernarda Županek Dimitrij Mlekuž razza.

*NON TUTTI SANNO CHE...


Arte della situla. Produzione artistica che si Carniola (Kranjska). Provincia tradizionale del- Dendrocronolgia. Scienza recente che studia
esprime ornando oggetti in bronzo, soprat- la Slovenia, considerata il nucleo storico e cen- l’accrescimento delle piante arboree nel tempo,
tutto situle (vasi a forma di secchio), coperchi, trale della nazione. Centro principale è Lubiana. le modalità con cui questo si sviluppa e i fattori
cinturoni... Il centro più antico di diffusione Cultura dei campi d’urne. Diffusa nell’Europa esterni che lo influenzano.
è a Este (in Veneto), dove nel corso del VII centrale durante la tarda età del Bronzo (XIII-VIII Torba. Deposito composto da resti vegetali spro-
sec. a.C., probabilmente per influsso villa- sec. a.C.). Caratteristica principale è il rito fu- fondati in suoli più o meno saturi d’acqua e in as-
noviano o etrusco gli oggetti venivano de- nerario della cremazione e della sepoltura dei senza di ossigeno; resti che, a causa dell’acidità
corati con figure varie e scene di vita. resti cremati in urne. dell’ambiente, non si decompongano del tutto.

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