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• CHIESTA

PROCESSO ALLA PROTEZIONE CIVILE

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PRIMACHE LA TERRA TREMl

di PlERLutGI FlCONER! e VITTORIO SCUTTI

Come prevenire le catastrofi naturali? Come educare la popolazione a convivere con i terremoti? In Giapp'one ci sana riusclti. Da noi, invece, no.

Manca an cora tutto, 0 quasi. C e solo un ministro, pochi uomini, scarsissimi mezzi

Roma, Quella mattlna, a intervalIi regolari, la radio nazionale giapponese interruppe i consueti programmi e lando piu volte 10 stesso avvertirnento: «~ i1 primo settembre, giornata di esercitazlone». Masao Yamamoto (il locale signor Mario Rossi) sapeva bene it significate di questa annuncio. Sveglio la 1110- glie e it piccolo Sumuri, un bambinetto dodicenne che dorm iva nella stanza accanto, e sempre can l'attenzione rivolta alla radiolina portatile, comincio a Indossare gli abiti piu cornodi che avesse. Ad un tratto, il silenzio di quella mattina fu rotto da un frastuono assordante: le sirene di tutta Ia citta, quelle delle Fabbriche, dei Vigili del Fuoco, della Croce rossa, si misero a suonare, Era il segnale di mobilitazione generate, La farniglia Yamamoto usci dal condominio alla periferia di Shizuoka e ognuno di loro afferro al volo un casco paratesta e uno zainetto can dentro tutto quello che serviva all'esercitazione: un sacco a pelo, medicinali, allmenti a lunga conservazione, sapone, disinfettanti, fiammiferi, una pila elettrica e una radio a transistor.

£ da11923~ quando Tokio fu letteralmente rasa al suolo da un violentissimo terremoto, che le autorlta giapponesl hanna stabilito di dedicare ogni anno una giornata (il prime setternbre,appunto, anniversario della catastrofe) a una masslccia esercitazlone di sisma grave slmulato. Tutto l'arcipelago giapponese entra in state di preallarme. A turno, le varie zoneche gli espertl hanno indicate come aree a piu alto rischio sismico, si rnobilitanoIn rnassa, come se il terremoto ci fosse davvero, L' anna scorso e toccato alla regiohe del Tokai e alla sua capitale Sliiztioka. La citta di Yamamoto, appunto,

Yamamoto, dunque, con la sua

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famiglla, seese in strada e diligentemente cornincio a segulre alcune isttuzioni scritte su cartelli gialli post! agli incroci plu importand, Lui e g11 altt! abitanti del quartiere dovevavo raggiungere il campus dell'istituto scolastico piu vicino. Ogni quartlere, infatti, ha gh\ predisposto aree attrezzate, che di solita sono campus, da raggiungere in caso di calamita. L' esodo simulato avvenne nel massimo ordlne, diretto costan-

temente dalle Istruzloni dlramate per radio. I1 corpo dei Vigili urbani di Shizuoka intanto ave va diviso organici e responsabllita: la meta dei vigili continuo nei normali lavori di routine, gli altri aiutarono i presunti terremotati a ra:ggiungere i centri di raccolta. Tutti i medici furono convocati d'urgenza negli 0- spedali 0 raggiunsero gli ambulatori mobili. Yamamoto era tranquillo: nel campus trove una tendopoli at-

L'INCHIESTA

Due Immagini ormai consuete del dopo terremoto. file dJ senzatetto in attesa della dlstribuetone del viverl e rlpari dl fortuna centro Il maltempc.Tn basso a destra:

Giuseppe Zamberlettl.

trezzata. Si disse che, dopo tutto, anche in caso di vera calamita, Ia permanenza non si sarebbe protratta oltre Ie due settimane, dopodiche lui e gli altri sarebbero entrati nei prefabbricati, vere e proprie case dotate delle necessarie comodita,

Calma, rapidita ed efficienza. Solo perche si trattava di una prova generale e non di un vera cataclisma? No, tutto questa e stato sperimentato dal vero il 12 giugno

del 1978, quando un terremoto di intensita pari al nono grado della scala Mercalli sconvolse la regione del Miagi: su 600 mila abitanti ci furono solo 27 morti. Dallo studente al tecnico, dalla massaia al dirigente d'azienda, ciascuno sa cosa deve fare e come farlo. Senza perdere la testa.

Altro scenario. -II 29 aprile, il 7 e il 9 maggio di quest'anno, tre

violenti terremoti

scuotono l'Italia

centrale, dall'Urnbria all 'Abruzzo, senza fare vittime. Cinque morti Ii fa invece il panico: tre persone muoiono d'infarto e altre due perche sperano di salvarsi gettandosi dalla finestra.

«Ho visto scene di isterismo collettivo per noi inimmaginabili», afferma stupito Kyuya Komatsu, primo segretario dell'ambasciata giapponese a Roma. In Italia, con una suo perficie geografica simile a quella del Giappone ed esposta a calamita naturali non meno gravi di queUe della nazione orientale, con terremoti che a partire dai primi del secolo hanno devastato Messina, Avezzano, la piana del Fucino, e poi il Belice, il Friuli e l'Irpinia, la gente non ha ancora imparato : a convivere con questa periodica calamita.

Nessuno ha mai spiegato come affrontare un terremoto, ne tantomeno come. comportarsi prima, dopo e durante il fenomeno. Dentro gli armadi del ministero della Protezione civile, per mesi 1a polvere si e accumulata su pac chi di opuscoli

intitolati: "Vivere con i terremoti", redatti proprio con la consulenza del governo giapponese ai tempi dell'Irpinia e distribuiti frettolosamente ai prefetti solo nei giorni scorsi. Italia e Giappone, paesi cosi simili sotto il promo geoflsico, soffrono degli stessi mali: Frane, incendi e terremoti ricorrenti, rna li affrontano in modo assai diverse. Da una parte regna la filosofia dell' emergenza, dall'altra domina la rigida programmazione. In superficie i due modelli si sornigliano. In entrambi i paesi la sicurezza del cittadino e affidata a un organo centrale che ha funzioni di coordinamento e di controllo: in Giappone, la National Land Agency; istituita con una legge del '61, conta 449 dipendenti coordinati da un direttore generale; in Italia, il ministero della Protezione civile ha un centinaio di addetti sotto la guida del ministro Giuseppe Zamberletti. Ma le analogie si fermano qui. La protezione del cittadino giapponese e un lungo filo che collega in forma organica prevenzione, emergenza nel fronteggiare i fenomeni naturali e

ricostruzione. In Giappone, per raggiungere efficacemente questa fine, la Jegge del '61 coinvolge tutte Ie istituzioni: private e pubbliche. Ve· diamole.

II primo capitolo riguarda la famiglia, Ciascun cittadino .spende ogni anna in media 200 mila lire per tenere in casa i generi di sopravvivenza che Ie autorita consigliano (10 zainetto dei signori Yamamoto, appunto). I grandi magazzini devono assicurare costantemente la fornitura e il ricambio di alimenti a lunga conservazione e di utensili di prima necessita, "E un affare anche per Ie industrie», spiega Kyuya Komatsu,

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L'INCHIESTA

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PROTEZIONE CIVILE

«perche si e creato un mercato che vale molti miliardi di yen». II passo successivo vede impegnata la scuoIa, GJi insegnanti educano i ragazzi fin dalle prime classi, insegnando loro cos' e una scossa sismica e come e possibile difendersi; i presidi, invece, sono i responsabili delle attrezzature dislocate nei campus (la scuola giapponese e in genere circondata da ampi prati). I compiti dei cittadini e delle istituzioni private finiscono qui, dove cominciano Ie responsabilita della pubblica amministrazione: consigli di quartiere,

della Provincia ci sono poi il cornandante militare di zona e il corpo di polizia.

"Per la verita», commentano alcuni funzionari delI'ambasciata giapponese aRoma, «da noi l'impiego deU'esercito e del tutto eccezionale. Pensano a tutto i civili che controllano I'organizzazione al completo». Anche la dislocazione di uomini e mezzi di pronto intervento e coerente con 1 organizzazione decentrata della protezione civile. AI completo, comunque, essa si presenta come una forza d'urto formidabile: 252

giunte comunali e amministrazioni provinciali Al quartiere sono assegnati vari compiti: dalla distribuzione dei caschi protettivi alla manutenzione dei segnali stradali che indicano come raggiungere i centri di raccolta, al controllo suIle scuole.

II Comune e il cardine fondamentale su cui poggia quasi tutta I'organizzazione protettiva. II sindaco deve tenere aggiomate Ie carte di rischio della sua zona, Ie planimetrie che indicano dettagliatamente quali sono i terreni maggiormente esposti a rischi sismici 0 franosi, e quali i pill sicuri; da lui dipendono i Vigili del fuoco, corpo cornpletamente inserito nella protezione civile e responsabile dei primi interventi di emergenza. Sono anche di competenza comunale i piani di evacuazione e la precettazione di medici e infermierL Le responsabilita della Provincia, invece, sono sia di intervento che di raccordo tra il Comune e l'ufficio centrale. II presidente della Provincia nomina in ogni Comune

una commissione di esperti, formata .----r~ ... dai principali consulenti del sindaco materia di calamita. Agli ordini

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mila agenti di polizia, 126 mila vigili

. del fuoco, 80 elicotteri e 32 aerei. In casi particolarmente gravi sono pronti a decollare 219 velivoli e. 428 elicotteri militari. Camion, ruspe, trauori, sono in grado di fronteggiare qualsiasi esigenza. Al di sopra di tutto, con compiti di coordinamento edi controllo, c'e un cornitato diretto dal presidente del Consiglio in persona, coadiuvato da un gruppo di esperti, e dal direttore della National Land A-gency. Oltre a sorvegliare l' emergenza: il comitato deve soprattutto garantire Ia rapida ricostruzione. La Iegge e tassativa: entro due anni i senzatetto debbono avere una nuova casa; e se la fabbri-. ca e andata distrutta, anche un nuovo Iavoro. Con quali strumenti operativi si assicura tutto do? Con una serie dl prestiti a tasso agevolato da parte della Stato che concede al cittadino fino a un massimo di 3 milioni di yen (20 rniiioni di lire), restituibili in sette anni, per I'acqui- , sto 0 Ia costruzione di una nuova casa.

Sono anche previsti rnutui che raggiungono 1'85 per cento del valore dell'Immobile, restituibili in SO anni. C'e di pill: provvidenze per la riqualificazione professionale che durano 6 anni; e poi aiuti economici ai giovani che debbono finire gli

UN PATRIMONIO DA TUTELARE

di CARLO GARA VINI

Come tutelare i eentri storici dalla minaecia dei terremoti? Lo ahbiamo ehiesto al professor Carlo Garavini, presidente del Gruppo nazionale per la difesa dai terremoti del Cnr, e membro della Commissione grandi rischi della Protezione civile.

La salvaguardia dei eentri storici. nei riguardi degli eventi sismici e una grossa sfida, con svariati aspetti difficili e delicati, e con un' assoluta esigenza di approccio multidisclplinare. Ma e una sfida che si pub vincere e che stiamo affrontando. I problemi da risolvere sono numerosi: proviamo ad enunciarli.

1. Definire la sismicita delle zone, nel duplice aspetto geografieo (legato alle caratteristiche degli eventi sismici attesi) , e locale (legato alla natura geomorfologica dei terreni in sito).

2. Censire il patrimonio edilizio, oltre che dal punto di vista urbanistico, architettonieo, storico eccetera, anche da quello relativo alIa vulnerabllita sismica urbana e dei singoli edifici.

3. Studiare Ie tipologie e Ie tecniche costruttive, nonche i materiali impiegati; le loro caratteristiche fisico-rneccaniche e illoro stato di degrade. 4. Scegliere le tecnologie e tecniche di intervento per la conservazione e, nei molti easi in cui occorre, rend ere antisismiche Ie costruzioni esistenti.

Acquisiti tutti questi elementi, si pUG procedere a:

1. Progettare l'intervento a livello urbane, con possibilita di scelta tra

~conservazione e rieostruzione. .

i '\ 2: ;Pro~ettare interventi sui singoli ediflcl, tali da assicurare la protezione annsisrmca.

Particolari problerni, spesso piu difficili e con costi maggiori, pongono gli edifici di valore artistico: chiese, monumenti, beni archeologiei. In genere sono problemi che si risolvono con le attuali eonoseenze e tecniche, anche se non mancano gli argomenti di ricerca e di approfondimento per il futuro .

Ci stiamo lavorando.· .: j

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studi, agli anziani e agli handicappati.

E da noi? Che si fa per protegger.e i cittadini dalle calamita naturali? Proprio dopo il sisma dell' 80 in Irpinia, missioni di studiosi ed esperti italiani hanno visitato pill voIte il Giappone per conoscere, capire e importare quel modeUo di intervento avanzato e collaudato. Ma, finora, senza risultati concreti.

ARoma, Intanto, in un vecchio palazzo umbertino muratori e carpentieri sana allavoro per assicura-

dige, Toscana e c'e qualcosa anche in Emilia. Tra i Comuni, tutto e' affidato all'iniziatlva delle singole amministrazioni: Bolzano, ad esempio, can la Iunga tradizione del reclutarnento locale dei Viglli del fuoco, puo contare.su un'organizzazione fra Ie migliori d'ItaIia. Troppo poco. Come potrebbe essere diversemente se esiste un ministero ma non c' e una legge che regoli l'intera materia? Sui banchi di Montecitorio, infatti, giacciono da alcuni anni ben tre disegni di legge sulla protezione civile, e intanto si va avanti con

re un recapito stabile e decente al nostro ministero per la Protezione civile. E nato solo ne11982. Paradossalmente, i terremoti del Friuli e dell'Irpinia non erano bastati a convincere i nostri governanti dell' urgenza. Questo importante ministero, per ammissione dei suoi stessl dirigenti, invece e sorto sull' onda delle emozioni £rovocate dalla morte del piccolo Alfredino Rarnpi, nel pozzo di Vennicino: «Ci accorgemmo», dice il ministro Zamberletti, «quanto Fosse importante un coordinarnento fra i vari interventi», II filo che in Giappone collega prevenzione, emergenza e ricostruzione, da noi e solo un segmento: fronteggiare l'emergenza. E impensabile, nelle condizioni attuali, il coinvolgimento diretto della farniglia, della scuola e del consiglio di quartiere. Anche in Italia e previsto un decentramento della rete di protezione. Regioni e Comuni dovrebbero avere propri uffici e mezzi per la protezione civile, rna questo e ancora solo teoria.

Di fatto le Regioni che hanno piani autonomi per fronteggiare Ie calamita naturali, sono pochissime: Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto A-

Tokio.

Equipaggfamento dl emergenza In vendita In un grande magazzino.

Nelhi pa,ma accanto: l' evacuazione slmulata della cfttl\ durante una delle perlodiche esercftazioni antisismiche.

nonne d'emergenza scritte nell'S1 per intervenire contro la piaga degIi incendi dei boschi,

.. Purtroppo e vero: siamo solo in grade di occuparci dell'emergenza. Di educazione e prevenzione nemmeno a parlarne, almena per ora. E i risultati si vedono», commenta Enzo Mosino, braccio destro del ministro Giuseppe Zamberletti. A Pescasseroli. anche se iI 75 per cento delle case sono rimaste agibili, la gente rifiuta di tornarci, E ha paura persino di installarsi nei residence costruiti con criteri antisismici. .. C' e una fobia diffusa per gli arnbienti chiusi», ammette Masino.

Trentamila senzatetto irriducibili, tra Umbria e Abruzzo, e tutti vogliono una roulotte: un altro capitolo di inefficienza e di spreco. Dopo il terremoto dell'Irpinia ne erano state recuperate quindicimila ed erano state affidate ai militari per essere restaurate. Spesa prevista 36 miliardi. Questi soldi non sono mai arrivati e le roulotte sono rimaste ad arrugginire nel "cirnitero" di Persano, vicino Salerno. Pressato dall'emergenza, il ministro della Protezione civile ha dovuto togliere dal bi-

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Questa e I'ulttma lO1'iu. aggl,ornata mappa sismica delI'ItaUa. t stata reallzzata dagU esJ)ertl. del ConsfgUo nazionaJe delle rtcerche su Incartco del ministero della Protezione civile. Le aree in aranclone sono quelle in cui sicuramente avverranno nuovi terremoti. In quelle color grigio n riscbio del terremoto

viene conslderato medio. Nelle zone blanche, Invece, un 51sma e ritenuto poco probablle.

I TERREMOTI

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.VENTURI

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lando annuale di 300 miliardi, oltre 40 miliardi per comperare cinquemiIa nuove roulotte.

In queste condizioni, con Quale apparato e con quanti mezzi possiamo reagire quando 1a terra trema? Al vertice della piramide faticosamente organizzata per fronteggiare almeno Ia temuta emergenza, sta il ministro Giuseppe Zamberletti, eui si affianca una Commissione grandi

. rischi composta di studiosi e presieduta dailo scienziato Felice Ippolito. Un pugno di persone, ministro compreso, che hanno il compito di programmare tutto per far in modo ehe I' emergenza non sfoci nel caos. Quando scatta il segnale rosso, I'unieo tasto che possono premere e quel- 10 del Dipartimento interventi di emergenza del Quale e responsabile l'ingegnere Elveno Pastorelli, ex co-

mandante dei Vigili del Fuoco. Da lui dipendono una serie di servizi che vanno dal Coau, il Centro operativo: aereo unificato (creato in collabora-l zione con l' Aeronautica militare per. far fronte agli incendi), al coordinamento della miriade di associazionf di volontari. Questa struttura ministeriale (che e insieme burocratica e operativa) dispone di mezzi finanziari pari a 300 miliardi l' anna rein-l tegrabili. (Se una eatastrofe impegnasse di colpo tutte Ie risorse finanziarie della Protezione civile. ill governo potrebbe reintegrare il fon-: do anche prima della chiusura del bilancio).

Quanto ai mezzi, se si escludono un elieottero e qualche auto blu, il ministero non ne ha a disposizione altri. A differenza di quanto accade in Giappone, tutto si regge sulla

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disponibilita delle Forze armate. In via Ulpiano, sede del ministero, stellette e uniformi sono di casa. Gli stati maggiori hanno messo a disposizione circa 10 mila militari divisi in 10 battaglioni di pronto intervento, un reggimento pontierie 6 unit a speciali che comprendono ospedali e cucine da campo. I mezzi aerei sono i velivoli Hercules e G 222 dell' Aeronautica militare, cinque dei quali sonostati attrezzati per combattere gli incendi, e una sparuta £lotta di elicotteri dell'Esercito, dei Vigili del fuoco, dell'Aeronautica e,

DalI'inizio del secolo ad oggi sono centinaia le scosse sismiche che si sono registrate nella penisola. Ricordiamo il terremoto che devasto Messina (1908), quello di Avezzano (1915) che rase al suolo la citta provo cando oltre 30 mila morti. Ancora, in tempi pIu recenti, il sisma che sconvolse il Belice (1968), quello che colpi il Friuli (1976), 0 il terribile terremoto dell'lrpinia (1980). Soltanto negli ultimi due anni, dall'82 ad oggi, in Italia si sono avuti 36 terremoti di intensita superiore al sesto grado della scala Mercalli. Nella tabella ricordiamo le scosse pili forti di questa biennio.

DUE ANN. D. PAURA
Data Intensita Localita
Mercalli
21-3-1982, 8 Policastro
31-3-1982 8 Mar Ionia
15-8-1982 7 Irpinia
28·9·1982 8 Mar lonio
21·7·1983 7 Valsugana
27·7·1983 7 Irpinia
8·8-1983 8 Mar 'Ionio
8·11·1983 7 Mar Ionio
9·11-1983 7 Parmense
29-4-1984 7 Gubbio
7~5-1984 8 Abruzzo ,i, 'I

in casi gravi, anche della Polizia e della Guardia di finanza.

Mezzi sufficienti, S1 dice, almeno sulla carta. Ma quanto affidamento si potrebbe fare su questa protezione civile in divisa se, nel momenta dl una grave emergenza, gran parte

, dei militari fossero impegnati, per esempio, in qualche esercitazione? Chi, ed entro quanto tempo porterebbe soccorso ai sinistrati? Le tabelle dicono che il ministero puo contare subito su 4 mila Vigili del Fuoco organizzati in colonne mobili centrali e regionali. Ma di questi solo .trecento, in realta, come fa capire 10 stesso Pastorelli, sono immediatamente utilizzabili. A loro

non resterebbe che affiancare i soccorritori della Croce rossa: 15 mila persone di buona volonta, disperse pero in gruppi e gruppuscoli, e 2 mila fra specialisti e infermieri, «Questo e quello che passa la casa», dicono al ministero: «rna non e poco, se si considera che come Pretezione civile siamo appena nati»,

In realta, una vera tutela del citradino, come quella giapponese ad esempio, e solo concepita rna non e ancora nata. Nascent quando sara approvata una legge specifica. Solo allorasapremo se la nostra Protezione civile potra superare I'ernergenza per occuparsi anche e soprattutto della prevenzione e della ricostruzione: insomma se diventera matura. Per ora c' e solo un ministro che si occupa di tutto. Quando scatta l' emergenza, viene informato dovunque si trovi: arriva al ministero e convoca i dirigenti, poi piomba nelle zone sinistrate e organizza l'ufficio di pronto intervento della Protezione civile. Convoca i militari, compra roulotte e ordina i prefabbricati. Bene, rna se si ammala Zamberletti?

PIERLUlGl FICONERI e VlTtOKlO SCUTrl

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Non lasciatemi solo!

colloquio con G. ZAMBERLETTI

Roma. Giuseppe Zamberletti e tornato alla guida della Protezione civile dopo due anni di assenza. 11 cambio delle consegne con Vincenzo Scotti e avvenuto il 27 marzo scorso nel palazzotto romano di via Ulpiano. Da quel giorno, il nuovo ministro ha dovuto affrontare il terremoto dell'Umbria e quello d' Abruzzo. «Speravo di poterrni dedicare, almeno per un po', al riordino del mio nuovo ufficio», ha: commentato, «e invece sono ripiombato subito in piena emergenza». In realm quella che Zamberletti definisce emergenza e periodica consuetudine perche, dicono alcuni esperti, in I talia esiste un responsabile, ora c'e anche un ministro, rna non c' e ancora una Protezione civile.

DOMANDA. Ministro Zamberletti, non e questa la situazione?

RISPOSTA. SI, e cosi, Oggi non abbiamo ancora un disegno organico per la Protezione civile, non abbiamo una legge speciflca.: Ma non siamo neppure all'anno zero, come

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sostengono alcuni. Abbiamo un ministero, abbiamo dei soldi a disposizione, non molti in verita, rna e gia qualcosa. E abbiamo ottenuto una serie di poteri, Insomma, stiamo camminando.

D. Ma lei cosa intende per Protezione civile? Come dovrebbe funzionare un moderno sistema di prote-

zione del cittadino? .

R. Le rispondero can due parole: previsione e prevenzione. Vuol dire sapere in anticipo e infonnare in anticipo.

D. E possibile prevedere una calamita e avvertirne i cittadini?

R. E possibile. I nostri esperti sono riusciti a costruire una carta sismica del nostro paese, Oggi possiamo sapere quali sono le zone a 'pia altorischio. Vede, 1'ultimo terremoto, quello in Abruzzo e in altre zone limltrofe, era arnpiamente previsto: rna chi aveva avvertito i cittadini di Pescasseroli, Opi, eccetera, del rischio che correvano?

D. Non e proprio questo il com pi.to della Protezione civile?

R. II fatto e che da not si e sempre avuta una concezione sbagliata di protezione. Si e sempre puntato tutto sull'intervento immediate, Portare gli aiuti ai sinistrati il piu velocemente possibile. Dobbiamo invece superare la filosofia dell' emergenza. II costa della prevenzione e inferiore al costa della ricostruzione: 1'ultimo terremoto, ad esempio, e costato solo per l' emergenza oitre cento miliardi, prescindendo naturalmente dai morti e dal costa delle sofferenze umane. La verita e che nel nostro paese manca una cultura della 'protezione civile.

D. Che cosa significa? Si spieghi meglio.

R_ Ad un modemo sistema di prevenzione debbono collaborare tutti: strutture pubbliche e privati cittadini.

D. Ammettiamo che voi riusciate a convincere gli abitanti delle zone a grande rischio che prima a p. oi . ci sara un terrernoto. Che cosa possono fare per salvare se stessi e le loro case?

R. Debbono fare la loro parte. La gente deve preparare Ie proprie case a resistereal terremoto con opportuni interventi tecnici e strutturali.

D. Con quali soldi? Chi da a un contadino dell'Irpinia 0 a un montanaro d' Abruzzo i soldi necessari?

R. I Comuni e le Regioni devono rend ere antisismici gli edifici pubblici di lora competenza (scuole, ospedali, ecc.) can i soldi della Sta-

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I! Espresso Roma

dentro I! Espresso della prossima settimana .

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to, rna il cittadino 10 deve fare con .soldi propri ed eventualmente can incentivi statali. Non e poi un costa eccessivo. In Jugoslavia, ad esempio, hanno messo a punto delle teeniche di intervento efficaci e poco costose: con dieci milioni si puc. rendere un'abitazione perfettamente antisismica,

D. Parliamo dell'emergenza, Come mai tutto il sistema dei soccorsi e affidato a~l'orgru:izz~zi?ne milit~re, mentre m· altri paesi, come m Giappone ad esempio, il compito e dernandato tutto ai civili?

R. Rispondo con un esempio: la Gennania ha un rnilione di pompieri volontari; noi ne abbiamo rnenodi quattromila. E logico che in assenza di un sistema di volontariato come eslste in altri paesi, tutto il peso degli aiuti ricada sui militari che sono i piu organizzati. Ma e proprio questo il nostro prossimo impegno: creare dei corpi comunali dotati di attrezzature proprie e un sistema di volontariato capillarizzato di Vigili del fuoco, Ma tutto questo non e facile, perche, soprattutto, bisogna superare alcune convinzioni sbagliate rna ancora assai diffuse.

D. QuaH?

R. Chi fa il volontario non deve avere alcun diritto a farsi retribuire a cottimo sulle catastrofi. In alcune zone, poi, il volontariato e considerato un'anticamera per ottenere un posto nella Protezione civile. A Napoli i porn pieri volontari dopo trenta giorni di utilizzazione acquisivano il diritto ad entrare nel corpo nazlonale dei Vigili del fuoco: ho dovuto mandare a casa parecchia gente e questa ha creato uno stato ditensione tra professionisti e volontari. In altre zone, invece, stanno sorgerido organizzazioni spontanee estremamente efficienti. A Bergamo, ad esempic, e nata un'associazione tra cittadini e imprenditori. Hanno pale meccaniche, carnion, bulldozer e perfino un elicottero. Ecco, il nostro programma e favorire la creazione di associazioni di questo tipo in tutte le Regioni, inserirle nel nostro computer e spostarle rapidamente in caso di calarnita,

D. Secondo lei, quanti anni occorrona per avere un buon sistema di protezione civile?

R. Civogliono almeno cinque anni di lavoro continuo. Me li daranno? Qui succede una catastrofe ogni tre mesi e una crisi di governo ogni

II. cura Of P.L.F.

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