L'OSSERVATORE ROMANO
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S P E D I Z I O N E I N A B B O N A M E N T O P O S TA L E - R O M A
CONTO CORRENTE P O S TA L E N.
Anno CXLVI - N. 271 (44.413)
All'udienza generale Benedetto XVI conclude le catechesi dedicate all'Apostolo delle Genti
Paolo, la vita nella Chiesa
Benedetto XVI ha concluso, durante l'udienza di merco-
ledì 22 novembre, le catechesi dedicate a san Paolo. Dopo
le tre precedenti riflessioni incentrate sulla figura e sull'a-
zione dell'Apostolo delle Genti, il Papa ha parlato di «una
delle componenti decisive della sua attività e uno dei temi
più importanti del suo pensiero: la realtà della Chiesa».
«Paolo ci fa capire — ha detto nella catechesi pronunciata
durante l'incontro con i fedeli in Piazza San Pietro — che
esiste non solo un'appartenenza della Chiesa a Cristo, ma
anche una certa forma di equiparazione e di immedesima-
zione della Chiesa con Cristo stesso. È da qui, dunque, che
deriva la grandezza e la nobiltà della Chiesa, cioè di tutti
noi che ne facciamo parte: dall'essere noi membra di Cri-
sto, quasi una estensione della sua personale presenza nel
mondo. E da qui segue, naturalmente, il nostro dovere di
vivere realmente in conformità con Cristo». Riferendosi alle
esortazioni di san Paolo a proposito dei «vari carismi che
animano e strutturano la comunità cristiana», Benedetto
XVI ha sottolineato che essi sono «tutti riconducibili ad
una sorgente unica, che è lo Spirito del Padre e del Figlio».
«Importante — ha affermato — è che tutti i carismi coope-
rino insieme per l'edificazione della comunità e non diven-
tino invece motivo di lacerazione». «Tutto — ha aggiunto
— deve concorrere a costruire ordinatamente il tessuto ec-
clesiale, non solo senza ristagni, ma anche senza fughe e
senza strappi». «In definitiva — ha concluso — è in gioco
un rapporto di comunione: quello per così dire verticale
tra Gesù Cristo e tutti noi, ma anche quello orizzontale tra
tutti coloro che si distinguono nel mondo per il fatto di “in-
vocare il nome del Signore nostro Gesù Cristo”. Questa è
la nostra definizione: noi facciamo parte di quelli che invo-
cano il nome del Signore Gesù Cristo».
LIBANO Il giovane Ministro dell'industria assassinato a Beirut — Dal padre, l'ex Presidente cristiano maronita Amin Gemayel, un appello alla preghiera e alla riflessione
Sdegno, cordoglio e inquietudine per il mortale agguato a Pierre Gemayel
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu decide l'insediamento di un Tribunale internazionale competente per l'attentato all'ex Premier Hariri
BEIRUT, 22.
Il nuovo attentato di matrice con ogni
evidenza politica nel quale è stato ucciso
ieri il trentaquattrenne Ministro dell’in-
dustria libanese Pierre Gemayel, figlio
dell'ex Presidente cristiano maronita
Amin Gemayel, minaccia di riprecipitare
il Libano — e più in generale la tormen-
tata regione mediorientale — in una cri-
si dai possibili esiti inquietanti e persino
nell'asprezza di un nuovo conflitto civi-
le.
L'omicidio, che ha suscitato sdegno e
preoccupazione in tutto il mondo, ha
preceduto di poche ore la decisione del
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Uni-
te di istituire un Tribunale internaziona-
le ad hoc per giudicare sull’assassinio
dell’ex Premier libanese Rafik Hariri, a
sua volta vittima, insieme con altre 23
persone, di un attentato a Beirut il 14
febbraio 2005, assassinio sul quale pesa-
no sospetti a carico di esponenti filosi-
riani e per il quale sono state avanzate
accuse al Governo di Damasco, che da
parte sua respinge ogni responsabilità.
Proprio la decisione del Governo liba-
nese di dare il proprio assenso all'inse-
diamento di tale Tribunale aveva provo-
cato la settimana scorsa le dimissioni di
sei Ministri su posizioni filosiriane.
Secondo le ricostruzioni dell'agguato
di ieri fatte dalle autorità locali, almeno
tre uomini hanno bloccato la vettura su
cui viaggiava il Ministro lungo una stra-
da di Sin Al Fil, un sobborgo di Beirut
abitato in maggioranza da cristiani e
hanno aperto il fuoco.
Il feretro di Gemayel, giunto oggi nel
GIORNALE QUOTIDIANO
649004
Pagine 4 e 5
suo villaggio natale di Bikfaya, nelle
montagne del Metn, a Est di Beirut, do-
ve è stato accolto da una folla commos-
sa e partecipe, sarà portato domani nel-
la capitale, dove si terranno alle 13 le
esequie nella Cattedrale di San Giorgio
dei Maroniti, nel centro della città.
Il Governo ha annullato tutte le ceri-
monie previste per oggi, giorno anniver-
sario dell'indipendenza del Paese, ed ha
proclamato tre giorni di lutto. Il Primo
Ministro Fuad Siniora ha parlato di «un
altro martire dell’indipendenza libane-
se», invitando tutti i libanesi «alla solida-
Due cooperatori
italiani rapiti
e rilasciati a Gaza
TEL AVIV, 22.
Un sequestro lampo di due vo-
lontari italiani della Croce rossa
internazionale si è registrato ieri
nella Striscia di Gaza. La dram-
matica vicenda si è conclusa posi-
tivamente nel giro di poche ore
grazie a un’operazione condotta
congiuntamente da agenti dei ser-
vizi segreti italiani del Sismi e del-
la polizia palestinese.
Gianmarco Onorato, di sessan-
tatré anni, e Claudio Moroni, di
trentasei, stavano viaggiando a
bordo di un'automobile quando
poco dopo le 15 di ieri sono stati
bloccati e prelevati a forza da uo-
mini armati che li hanno portati
via su un’altra vettura. Dei due
volontari, impegnati in un proget-
to di assistenza psicologica a don-
ne e a bambini palestinesi nelle
zone di Betlemme, di Gaza e di
Hebron, in collaborazione con la
Mezzaluna Rossa palestinese, si
sono perse le tracce.
In serata è giunto l’annuncio
della liberazione. Sono stati i ser-
vizi segreti del Sismi a portare a
termine con successo l’operazio-
ne, gestita di concerto con la poli-
zia palestinese. Gli uomini dell’in-
telligence sono riusciti a stabilire
un contatto con uno dei seque-
stratori e a concludere la vicenda
in modo incruento.
Dal 21 al 23 novembre Onorato,
di Torre Pellice (Torino) da anni
residente in Germania, e lo psico-
logo Moroni, di Cardano al Cam-
po (Varese), avrebbero dovuto
soggiornare a Khan Younis per
supervisionare le attività del locale
centro psico-sociale. Per Moroni,
nella zona da settembre, era la
prima esperienza come delegato
internazionale della Croce rossa
internazionale. Onorato, arrivato
nella Striscia di Gaza a marzo, ha
invece all’attivo numerose missio-
ni in diversi Paesi, tra i quali Mo-
zambico, Rwanda, Honduras, Bo-
snia ed Erzegovina, Repubblica
democratica del Congo, ed è capo
della delegazione della Croce ros-
sa internazionale nei Territori au-
tonomi palestinesi.
UNICUIQUE SUUM
CITTÀ DEL VATICANO
rietà e a evitare tentativi per seminare
sedizione».
Espressioni di ferma condanna hanno
avuto anche il Presidente Lahoud, men-
tre un comunicato di Hezbollah parla di
delitto teso a destabilizzare il Paese.
Gemayel, eletto al Parlamento nel
2000 e nel 2005, è la quarta personalità
politica libanese di posizione antisiriana,
rimasta vittima di attentati dopo quello
contro Hariri.
Il suo assassinio ha suscitato manife-
stazioni di protesta in tutta la capitale li-
banese, dove sono stati dispiegati in for-
za soldati e agenti di polizia. Centinaia
di amici e simpatizzanti della famiglia
Gemayel hanno manifestato davanti al-
l’ospedale gridando slogan contro il Pre-
sidente filosiriano Emile Lahoud, men-
tre nel quartiere di Ashrafieyeh hanno
manifestato anche contro il generale cri-
stiano Michel Aoun, che rientrato da un
lungo esilio in Francia dopo avere com-
battuto contro la Siria, ha stipulato
un'alleanza politica con il movimento
sciita Hezbollah, considerato filoiraniano
e filosiriano.
Un appello alla calma è venuto dal
padre del Ministro ucciso: «Non voglia-
mo reazioni né vendette», ha dichiarato
Amin Gemayel, invitando piuttosto ad
«una notte di preghiere e di riflessione
sul significato di questo martirio e su
come proteggere il Paese». L’anziano
leader cristiano maronita ha ricordato
come la sua famiglia «ha già avuto i
suoi martiri in Bashir (a sua volta ex
Presidente e nonno del giovane Pierre,
ucciso nel 1982, n.d.r.) e Maya (la figlia
Verso il Viaggio
Apostolico
di Benedetto XVI
in Turchia
Si fa sempre più intenso l'itine-
rario di preparazione spirituale al
Viaggio Apostolico di Benedetto
XVI in Turchia che si svolgerà dal
28 novembre al 1° dicembre. An-
kara, Efeso e Istanbul sono le tap-
pe del Pellegrinaggio.
Pagine 8, 9, 10, 11, 12 e 13
POLITICO RELIGIOSO
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Giovedì 23 Novembre 2006
Il profondo dolore del Papa
per il brutale assassinio
di Pierre Gemayel
«Ho appreso con profondo dolore la notizia
dell'assassinio dell'Onorevole Pierre Gemayel,
Ministro dell'Industria del Governo Libanese.
Nel condannare fermamente tale brutale atten-
tato, assicuro la mia preghiera e la mia vicinan-
za spirituale alla famiglia in lutto e all'amato
popolo libanese. Di fronte alle forze oscure che
cercano di distruggere il Paese, invito tutti i Li-
banesi a non lasciarsi vincere dall'odio bensì a
rinsaldare l'unità nazionale, la giustizia e la ri-
conciliazione, e a lavorare insieme per costrui-
re un futuro di pace. Invito infine i Responsabili
dei Paesi che hanno a cuore le sorti di quella
Regione a contribuire ad una soluzione globale
e negoziata delle diverse situazioni di ingiusti-
zia che la segnano da ormai troppi anni».
(Benedetto XVI, udienza generale
22 novembre 2006)
di Bashir, n.d.r.) e ora Pierre che è
morto per il Libano e per la libertà».
Alla famiglia di Gemayel e al popolo
libanese hanno indirizzato messaggi di
cordoglio i rappresentanti di tutte le isti-
tuzioni sovranazionali, a partire dalle
Nazioni Unite, dall'Unione Europea e
dalla Lega Araba, e di numerosi Gover-
ni. Il Segretario generale dell'Onu, Kofi
Annan, ha parlato di «assassinio a san-
gue freddo», ammonendo che «gli atti
terroristici minano la stabilità del Libano
e sono dunque inaccettabili» e aggiun-
gendo che «non hanno spazio alcuno in
una società democratica e moderna».
Come detto, comunque, al cordoglio
si affiancano inquietudine e anche posi-
zioni duramente polemiche.
Nonostante la ferma ed immediata
condanna dell'omicidio giunta dal Go-
verno siriano, accuse dirette o indirette
a Damasco sono giunte sia da esponenti
internazionali — in questo senso si sono
espressi, tra altri, i rappresentanti statu-
nitensi, come l'ambasciatore Usa all'Onu
John Bolton, mentre lo stesso Presidente
George W. Bush, commentando l'omici-
dio, ha accusato Siria e Iran e i loro al-
leati di cercare di fomentare l’instabilità
in Libano — sia da esponenti libanesi
come Saad Hariri, il figlio dell’ex Pre-
mier Rafik e leader della maggioranza
parlamentare antisiriana.
«Crediamo che dietro la morte di Ge-
mayel ci sia la mano della Siria», ha det-
to Hariri, aggiungendo che «si è trattato
di un attacco alla rivoluzione dei Cedri»,
quella che dopo l'omicidio di suo padre
portò al ritiro siriano dal Libano. L'arrivo del feretro del Ministro Pierre Gemayel nel villaggio natale di Bikfaya
Il Card. Tarcisio Bertone
Segretario di Stato
NOSTRE INFORMAZIONI
apre l'anno accademico Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Ar-
cidiocesi di Maceió (Brasile), presentata da Sua Eccellenza Reveren-
alla Cattolica di Roma dissima Monsignor José Carlos Melo, C.M., in conformità al Can. 401
§ 1 del Codice di Diritto Canonico.
«Alleviare il dolore e rendere . .
concreta la speranza della guari-
gione di tanti fratelli». È quanto Provviste di Chiese
ha ricordato il Card. Tarcisio Ber- Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo di Maceió (Brasile) Sua
tone, Segretario di Stato, nel cor-
so della solenne Concelebrazione Eccellenza Reverendissima Monsignor Antônio Muniz Fernandes,
Eucaristica per l'inaugurazione O.Carm., finora Vescovo di Guarabira.
dell'anno accademico della Facol- . .
tà di Medicina e Chirurgia dell'U- Il Santo Padre ha nominato Vescovo di São Carlos (Brasile) Sua
niversità Cattolica del Sacro Cuo- Eccellenza Reverendissima Monsignor Paulo Sérgio Machado, finora
re di Roma. «Si tratta in definiti-
va, ancora oggi come ai tempi di Vescovo di Ituiutaba.
Gesù, — ha proseguito il Porpora-
to — di portare ad ogni persona
affetta da ogni sorta di malattie,
consolazione, dono di sé, presen- MONOGRAFIE
za, speranza». «La vostra presen-
za, così intesa, — ha aggiunto — Cinquant'anni dalla morte di Lorenzo Perosi
può essere senz'altro sorgente di
vita e di risurrezione. Madre Tere-
sa di Calcutta diceva: “La malattia «Gli uomini del mio tempo
più grave che possa affliggere una
persona è il non essere amati. La
non vogliono sentire il Vangelo;
vera €cura €sta €nelle €mani €deside-
rose di €servire €e nei cuori deside-
io li costringerò ad ascoltarlo in musica»
rosi di amare”». di GIUSEPPE LIBERTO
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