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Konrad Zacharias Lorenz (Vienna, 7 novembre 1903 – Altenberg, 27 febbraio 1989)

è stato un biologo, zoologo, psichiatra e filosofo austriaco. Considerato tra i


fondatori dell'etologia, nel 1973 ricevette il Premio Nobel per la medicina.

BIOGRAFIA:

Konrad Lorenz trascorse la propria infanzia ad Altenberg, sulle rive del Danubio,
dove poté coltivare da subito il suo vivo interesse per il mondo animale:

« Sono cresciuto nella grande casa, e nell'ancora più grande giardino, dei miei
genitori ad Altenberg. Nei confronti del mio indiscriminato amore per gli animali,
essi furono assai tolleranti.[1] »

A dieci anni scoprì i principi dell'evoluzione vedendo una tavola di Archaeopteryx


(anello di congiunzione tra i rettili e gli uccelli) e leggendo dei libri sull'argomento;
progettò allora di fare il paleontologo e gli capitò l'occasione di avere per maestro, a
scuola, un monaco benedettino che insegnava liberamente la teoria darwiniana della
selezione naturale.[2]

Prima di terminare il liceo (1922), desiderava studiare zoologia e paleontologia, ma


seguì poi il volere del padre iscrivendosi a medicina.[3] Seguì i corsi all'Università di
Vienna, alloggiando presso la casa dei genitori, dove continuò peraltro a coltivare i
suoi interessi zoologici; ad esempio provò a tenere, nella sua camera, una scimmia
cappuccina.[4] Ancor prima di conseguire la laurea (1928), divenne dapprima
esercitatore e poi assistente universitario, presso l'istituto di anatomia, del prof.
Ferdinand Hochstetter (esperto di embriologia e studioso di anatomia comparata).
[3]

Dopo la laurea in medicina (conseguita più per volere del padre che per suo reale
desiderio), nel 1929 Lorenz si iscrisse alla facoltà di Biologia dell'Università di
Vienna, ed ottenne il titolo di Dottore in Scienze Biologiche nel 1934 con una tesi in
zoologia. Come scriverà lui stesso:

« Avevo deciso che la mia professione sarebbe stata quella del biologo zoologo, sin
da piccolo, ma con la sola laurea in medicina, non sarei mai stato preso in
considerazione seriamente dai biologi, quindi reputai giusto e necessario laurearmi in
questa dura disciplina.[5] »

Sposatosi, visse ad Altenberg con la moglie (ginecologa), tenendo in giardino


moltissimi animali, senza gabbie, tanto che, quando nacque il primogenito, fu
quest'ultimo ad essere messo, per sua sicurezza, «in gabbia»:

« Gli animali vivevano dunque in piena libertà [...] Tenevamo allora alcuni animali
grossi e potenzialmente pericolosi [...] tutti soggetti, soprattutto i corvi, che non
era opportuno lasciare soli con il bambino. Così mia moglie in quattro e quattr'otto
sistemò in giardino una grossa gabbia, e vi pose dentro... il pargoletto![6] »

Nel 1937 Lorenz fece domanda alla Deutsche Forschungsgemeinschaft per una
borsa di studio, facendosi raccomandare da accademici viennesi come simpatizzante
del nazismo; la domanda ebbe esito positivo l'anno successivo, quando Lorenz allegò
anche le "prove" che lui e sua moglie erano di origine ariana.[7] Con l'Anschluss
dell'Austria alla Germania (1938), Lorenz prese la tessera del partito
nazionalsocialista e la sua carriera scientifica prosperò: nel 1940 ottenne la
cattedra di psicologia all'Università di Königsberg.[7] Lui stesso ammetterà poi:

« Io, in effetti, ritenevo che dai nostri nuovi governanti potesse venire qualcosa di
buono. [...] Lo pensarono praticamente tutti i miei amici e insegnanti, e anche mio
padre, che era certamente un uomo gentile e molto umano. Nessuno di noi
sospettava che la parola "selezione", nell'accezione data ad essa da questi
governanti, significasse assassinio.[8] »

Fu quindi reclutato nell'esercito tedesco, inizialmente con l'incarico di portaordini-


motociclista, poi di psicologo e infine di medico (1941) nel dipartimento di neurologia
e psichiatria dell'ospedale di Posen; qui si occupò del trattamento delle nevrosi,
specialmente dell'isteria e delle nevrosi compulsive.[7]

Nella primavera del 1942 fu spedito al fronte di guerra vicino Vicebsk (nell'ambito
dell'Operazione Barbarossa) e due mesi dopo fu fatto prigioniero dai russi,[9] tra i
quali fece peraltro significative esperienze:

« Dapprima mi misero a lavorare in un ospedale, a Chalturin [...] Quando


quest'ospedale fu smantellato, divenni medico di campo, dapprima a Oritschi, e
successivamente in diversi campi in Armenia. Cominciai a parlare con qualche
scioltezza il russo e feci buona amicizia con alcuni russi, quasi sempre dei medici.
Ebbi occasione di osservare i sorprendenti paralleli possibili fra gli effetti
psicologici dell'educazione nazista e di quella marxista. Fu allora che cominciai a
capire la natura dell'indottrinamento in quanto tale.[10] »

Tornò in Austria nel febbraio del 1948 e si reinserì nell'ambito della ricerca
zoologica.[11]

Nel 1954 fu nominato direttore dell'Istituto di fisiologia del comportamento Max


Planck a Seewiesen, in Baviera.[12]

Nel 1973 gli fu conferito il Premio Nobel per la medicina (condiviso con Nikolaas
Tinbergen e Karl von Frisch).[12]

CONTRIBUTI SCIENTIFICI:

Considerato uno dei fondatori dell'etologia (cioè del comportamento animale nel suo
ambiente naturale), Lorenz elaborò sin dal 1937 il concetto di imprinting:
l'apprendimento istintivo caratteristico di una specie, che pare non derivare
dall'esperienza individuale.[12]

Fu promotore della scuola di «etologia positiva» a orientamento psicofisiologico,


basata sull'idea di un'«attività spontanea» dell'organismo distinta da qualsiasi
«risposta» a stimolazioni.[13]

Lorenz ha studiato i problemi dei codici di comportamento e dei rituali nel mondo
animale, legati al corteggiamento, alle pratiche sessuali e alla cova.[12]

Ha compiuto ricerche sui problemi dell'aggressività, sulla sua funzione per la


sopravvivenza e sui meccanismi che si contrappongono ai suoi effetti deleteri,[14]
estendendo queste ricerche dal campo animale fino a quello umano.[12]

Ha eleborato la teoria della cosiddetta appetenza, secondo cui negli animali c'è un
meccanismo interno dove si accumula l'aggressività, e che ad un certo livello
costringe l'animale a sfogarla. Per Lorenz, come la fame comporta l'esigenza di
nutrirsi, la mancanza di sfoghi aggressivi fa crescere il bisogno di combattere.[15]

Riflessioni morali:

Già prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, nel saggio Armi e morale
negli animali (1935), Lorenz aveva paventato, per gli esseri umani, la possibilità di un
nuovo conflitto su scala globale, che avrebbe minacciato la sopravvivenza stessa
dell'uomo sul pianeta:

« Verrà il giorno in cui ciascuna delle due parti in guerra avrà la possibilità di
annientare completamente l'altra. Forse verrà il giorno in cui tutta l'umanità sarà
divisa in due campi. Ci comporteremo allora come le colombe o come i lupi? Sarà la
risposta a questa domanda a decidere del destino dell'umanità.[16] »

A partire dagli anni Sessanta, Lorenz iniziò ad interessarsi, anche a partire dalle sue
competenze di psichiatra, alle «nevrosi di massa» che inducono l'essere umano a
devastare l'ambiente e ad autodistruggersi nel circolo vizioso dell'economia
capitalistica, con i rischi aggiunti di un possibile conflitto nucleare; da ciò Lorenz
deduce che i maggiori problemi per l'umanità di oggi siano quelli di natura etica e
morale:

« Non fui mosso da interesse per il comportamento umano, e tanto meno per la
cultura umana, se non nella mia vita tarda. [...] Non so come mai così tardi, ma
cominciai ad avvertire acutamente il pericolo insito nella distruzione dell'ambiente
naturale da parte dell'uomo, e nel devastante circolo vizioso in cui agiscono la
competizione commerciale e la crescita economica. Il fatto di guardare alla cultura
come a un sistema vivente e di valutare le sue turbative come se fossero delle
malattie mi ha fatto giungere alla convinzione che la principale minaccia alla futura
esistenza dell'umanità risiede in quella che può essere opportunamente chiamata
nevrosi di massa. Si potrebbe dire che i principali problemi che l'umanità si trova ad
affrontare sono di natura etica e morale.[17] »

FILOSOFIA:

In campo filosofico uno dei maggiori contributi di Lorenz fu l'intuizione, derivata e


dimostrata dalla sua ricerca naturale, della derivazione filogenetica delle nostre
categorie mentali che ci consentono la conoscenza della realtà. A-priori per
l'individuo, ma a-posteriori nel divenire evolutivo della specie.[18]

Intuizione e studi che costituirono una delle basi su cui si fonda l'epistemologia
evoluzionistica.[19]

OPERE:

Osservazioni sulle taccole (1927)

Armi e morale negli animali (1935)

Il compagno nell'ambiente dell'uccello (1935)

Sulla formazione del concetto di istinto (1937)

La dottrina kantiana dell'apriori e la biologia contemporanea (1941)


Le forme innate dell'esperienza possibile (1943)

L'anello di Re Salomone (1949)

E l'uomo incontrò il cane (1950)

Evoluzione e modificazione del comportamento (1961)

L'aggressività (1962)

Il cosiddetto male (1963)

Gli otto peccati capitali della nostra civiltà (1973)

L'altra faccia dello specchio (1973)

L'etologia (1978)

Il declino dell'uomo (1983)

Io sono qui, tu dove sei? Etologia dell'oca selvatica (1988)

La scienza naturale dell'uomo. Il manoscritto russo (1992)

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