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T Ratta To Della Pit 00 Leon
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A gift
California,
to the Library of the University of
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1786
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The flgurea an dlffenently groupedt
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ricnraa aa oaa piate.
Thla 00 MT ooataioa 19 platea.
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TRATTATO
DELLA PITTURA
D
LIONARDO DA VINCI
Nuovamente dato
CON LA VITA
in luce
DELL' ISTESSO
AUTORE
SCRITTA
DA RAFAELLE DU ERESNE.
Si fono aggiunti
delia
Statua
con
r.. 1-a.flf
di
la
piAU-".-
N
Neir
Pittura, ed il Trattato
Leon Battista Alberti
BOLOGNA
)(
178^.
)(
^^^ a^^ro^aMone
v^
,,,
.,
.
Ili
A'
r EDITORE
CORTESI LEGGITORI
I,.L Trattato
imprimere in Parigi l'anno 1651. da Rafaello Trichet du Fregne con le Figure dilegnate dalle mani valenti di Pouflln , e d' rrard
non oitante k molte edizioni dopo quella fatte , e le traduzioni pur anche ih varie lingue , eilndo diventato rariillmo
e da molti perci richiedo , mi fono determinato di riprodurlo ^
e nella ileil torma della Architettura, Pittura, e Statua di
Leon Battifta Alberti pochi anni (bno , da me rimandata alla
luce , prolguendo cos la incominciata riftampa de' Libri pi
rari, e pi vantaggoii che trattano delle tre nobiliflime Arti
Architettura , Pittura , e Scultura Della utilit di queft' Opera non occorre far qui parola , efiendo conofciuta abbaftanza
Che che ne dica il Bofl nel fuo Trattato di Profpettiva , il
Libro e tutto Iparfb di moniti , e d' infegnamenti non pur
giovevoli , ma necelTarj agli Studiofi dell' Arte della Pittura ,
Si conofce , vero , il dotto Autore non avere del Dilegno
,
ed
il
du Frefne medefimo
della Regina Criftina
nella
a %
ALLA
FRINCIFESSA CRISTINA
TER GRATIA DI DIO
REGINA DE' SVEDESI, GOTI, E
Gran Duchejpi
di Finlandia
Signora
Duchejfa
d"*
Ingria
c.
d"*
VANDALI
Eflonia, e Care Ha ^
SERENISSIMA REGINA.
fempre tenuta
kjfandro
in pregio
che per
delle
pi chiare
grandeT^
d' anitno
hiflorie
t't
ejfere
ognun sa
di fotti
fu
il
Jlata
cH'
A'
Gujavo
VI
flit
per
effere
da
lei
gradita
ho Jupplicato
natione
il
e che
Signor Bourdelot
ha un particolar gu-
Jfo delle cojl: d^lla Pittura , di volerla prejentare alla Aiaej FoJlra , acciocch per la gentile:;;^ del donatore il dono acquji pi
gratia apprejp) di lei , L* autore , che JcriJJe nel principio del J^ecolo patito , J'it favorito da Prencipi grandi , ft // Re Francefco
primo
il
Kume
tutelare
Virtuoj
de"*
lo
volje
bench carico d^ anni , havere nella Jua Corte ^ e Ji sa ch^ egli gli
mor in braccio . Avventurof Vecchio , ejpndo hoggid Jia fortuna di rivivere nelle mani d* una Ti ama ^ che per /' imperio di tancome
te fiere e bellicof nationi fi pu chiamar la pi potente ,
Ma
Aia fa Vqjlra
di gradire
le
DI VOSTRA
MAEST
Humlif/itfto
e de<V9tifj[mo Ser'vttote
'
VII
Al Molte
ed Eccellevt't^mo Signore
Illujlye
IL
Primo Medico
Molto
HO
tlltijre
creduto che
Regina
della SerenifTima
tccellenttjftmo Jtgnore
nobilt
la
dell' arte
mio
padrone
di Svetia
della
quale
ojf."^.
/piegano
&
opera
merito di Lionardo da Vinci
il
che n' l'autore, come ancora la bellezza e curift con la quale
{ ftampato il libro, non fi potevano fregiare d'un nome pi gloriofo di quello della Tua gran Regina. Ho creduto ancora che f
V. S. ecc."" mi preftafTe in quefta occafione le mani, pi gradita farebbe la mia oblatione. E mi fono facilmente perfUafb che pregandoprecetti in quefta
la,
come
tura:
il
io faccio, ella
la
lei
&
me
in
in
tanto per
ufficio,
un medefmo tempo,
cio
&
mano
dotta
telou,
nel
fe
quale
il
tempo
eh' egli
per
la
hebbe
andato
i'
gloria del
mi
ftato
dal
in
virtuofnimo
alla
Italia
regno non
Roma
conquifta
moriva
a Parigi.
communicato
dalla
cavaliere
il
delle be'lc
noftro
c-
gran Car-
L'altro, eh' e
cortefia
Pozzo,
del
alTai
del fignor
pi
Tevc-
not, gentilhuomo d' ogni forte xli belle lettere e cognitioni adorno.
Ma per 1' ignoranza o neglignza di ehi copia libri, o per qualfi-
voglia
occafionc
vi
ci
non
gli
diede mai
1'
ultima
mano
un abbozzo
di
finite di
qual-
vili
fi
illuftrarla
fi
fono
intagliare le
fatte
fi-
gure con quella diligentia eh' ella vede Il fignor Errard valentifTimo pittore, che per la profonda fcienza del difegno non fi pu
paragonare / non con i pi eccellenti huomini de gli ultimi fecoli,
e del quale potrebbe dire qualche filofofo che per quel vero gufto
.
ha delle cofe antiche, fulTe pafTat in lui 1' anima di qualeh' uno di quei primi maeftri, quello al quale fi devono il compimento e gli ornamenti dell' opera, havendovi aggiunto parecchi
eh' egli
figure,
dove
ragiona del
fi
refto
fi
fi
modo
di
fi
vedono verfo
il
panneggiare e di veftir
le
figure
nel
che
Tale Y
haverebbe a
tre
della
libri
Ho
fono
di
il
uno
fi
fola.
Il
Vafari
fcri(Te
ma
perche egli ha tralafciato molte cofe degne di elTere oHervate, mi fono meflfo a farle
di nuovo , aggiungendovi quello che la lettura de' libri , e qualche
gi le vite dell'
Ho
mi ^no
*cqiiWlato delle cofe d'Italia m'hanno (ugfcritto in lingua Italiana, perche iapendonc quanto ba-
cognitione ch'io
gerito.
mi pareva che
cofi lo richiedeflfc
l'
accomdi par-
Latino o Francefe, forf mi riufcir meglio, e potr pi felicemente fpiegarc i mici concetti. Intanto fupplico V. S. ecc.*"* di
lar
volermi
elTere
firritti
quell'aiuto che
Vi
V.
S.
eccellerit'ijjma.
Sewltou
denjotij^mo
Rafaellc Trichet
cordtalijjmo
du Frefne.
)X
VITA
LIONARDO DA VINCI
DI
Ti
E S C
\ITT A
DA RAFAELLE DU FRESNE-
SE
la nobilt del
tal
fangue
eh'
fa
una
altri, chi
che tragge Tua origine dal cielo , non fia per portar gli huomini dal pi infimo {tato
fin' a i confini della divinit. Di quefta vera e pi rifplendente noonori pareggiare
bilt ornato Lionardo da Vinci, pot in gloria
&
fezza della
fua
nafcita
vivere
&
immortaVal
lit al fuo nome. Nacque egli nel cartello di Vinci, porto nel
d'Arno di fotto, non rroppo lontano da Fiorenza e fu Tuo padre
prencipi grandi
lafciar
1'
Piero da Vinci.
le'
il
&
accettato-
ammaertrarlo,
quan-
a,,
VITA
Egli
cure.
di loro
fra
,
d'Andrea, che
gli
parfe
non
folo
che Lionar-
degno
delle Tue
s'applicava alla
ma
le
{a. ,
una tavola,
fi
che fono in
Salvi
S.
fuor di Fiorenza
ni
volfe
che
per
,
1'
di
frati
Valumbro-
hiftoria di S.
Lionardo T
Giovan-
aiutaffe,
gli
all'
pittura
&
cOfendo
quelle
gi
opere
da poter
et
in
vengono accennate cio per il r di Portogallo il cartone di Adamo e d* Eva quando peccarono nel paradifo terreftre , nel quale
oltre le due figure
vi dipinfe di chiaro ofcuro con incredibile patienza e diligenza gli alberi e le herbettc de* prati
Fece ancora ad
iftanza di Piero fuo padre
per un fuo contadino da Vinci , fopra
una rotella di fico, una tal c-mpofitionc di diverfi e ftrani anima,
lucci,
come
ferpi
ramarri,
lacertole,
grilli
e locufte
che di tut-
&
bombile, eh'
guiia, della tefta di Medufa rerideva immobile da flupore chiunque
lo riguardava
Ma giudicando il padre che quefta non era opera
da mettere in mani di villano , vendutala a certi mercadanti fu
poi comprata per 300. ducati dal duca di Milano. Fece in un quadro una Madonna rarilTima, e fra le altre cofe vi contrafece una
caraffa piena d' acqua con alcuni fiori dentro , fopra la quale con
admirabile artificio haveva imitato la rugiada dell' acqua
il
qua!
quadro hebbe poi Papa Clemente fettimo. Fa ancora rnentione il
Vafri d' un difegno fatto fopra un foglio per Antonio Segni fuo amiciffimo , nel quale con rara inventione, e con la fua ordinaria
accuratezza figur un Netunno in mezzo al mare turbato
col fuo
carro tirato da eavalli marini
&
accompagnato di orche tritoni
ti
infiepie
un
tal
{oggetto.
LIONARDO DA
DI
piene
re
&
gufto
tanto
xi
amo-
infpiravano
gratie
di
nondimeno
pigli
rifguardanti,
VINCI.
dipingere
nel
alterate,
&
un giorno
feguitato
intiero,
fin'
come
lo difegnava
avefle
lo
avuto
pre-
una ftanza del palazzo reale delle Tuelleric fotto la guardia del fignorc le Maire pittore, come ogn' un sa, di non ordinario valore,
nel quale fono dipinti due cavalieri in atto di togliere per forza a
due altri una bandiera: il qual groppo faceva parte d* una opera
maggiore, cio del cartone ch'egli fece per
come
Fiorenza
dipinto
in
di fiotto
fi
dir
ma
per la
&
picciolo
la
del
fiala
palazzo
di
da
lui
bellezza fu
fiua
amore
incredibile
Qui
&
mo
de' rifguardanti
Tornando
gio
Vafari
Meduf
di
..
prime opere di Lionardo da Vinci, dice Giorcominci in un quadro a oglio una tefta di
alle
eh' egli
inventione
ftravagante
Diede ancora
principio
a una
quale
la
rimafe
ma non
nella
quale erano
come
vendo
egli
de'
magi,
mai
finita,
dell' adoratione
tavola
alcune bellilTime
imperfetta.
tefte
&
Perche ha-
efiendo di natura
vi-
ingegno , non fi tofto haveva cominciato una opera, che gli veniva in penfiero di metterne in efecutionc
un' altra. Et oltre la profeflfione della pittura, che per quella tanto diligente maniera da lui abbracciata, poteva occuparlo tutto,
attendeva alla fcultura, e modellava divinamente bene. Era intelligcntilTimo della geometria, e nella mecanica non cefiva mai
vace
di fertiliflimo
di penfare
a nuovi
ordegni
fu
inventore di
e fapeva al
pari di
diverfe
nififun
machine
altro la fcien-
ftudij
dell'
.,
VITA
Xll
&
mancafte virt alcuna, quell' iftefib furore infpiratogli da Apolline che lo fece pittore e mufco , lo fece ancora poeta. Ma eflendof perfe tutte le Tue compofitioni
folo pervenuto fin a noi quello Tonetto morale
p:
acciocch non
non
Chi
pu
gli
che
quel
'vuoi
che
quel
Ter
Sta
in
Adunque
Ne
Adunque
&
&
Tante
fparfero
il
(O
toglta
<voler
do'vere
poter
con
robufto
di
fuor
poi
'volfi
buono
quel
che
agi
tu
pi diletti,
dcftrczza
di
eh' id
hehhi
note.
quefie
altri
caro
debbi
perche
gli
membri
gli
piacevano ol-
maneggiava
che di bella
,
&
effendo
prefenza
&
in
con
di chiunque
mi
effer
diftratto in
cavalli
penfieri
'vuoi
fempre
agile
infgne
di
Voglt
meno
amici,
gli
tenere.
potere
'voler
che
eh' io
lettor,
te
avvenente
tore
quel
Sa
ragion
la
gi
tu,
Era etiandio
non
pu
quel fol
trae
T tanfi
modo
faper
colere.
fua fogUa
fempre da 'voler quel che V huom puote
Speffo par dolce quel che torna amaro.
Ne
tre
no
fi
doglia
nofro
diletto
'Doglia
pu
rare
nome
&
afcoltava
1'
qualit,
di
&
un acquifto
Lionardo per
tutta
fi
grande
Italia,
di
&
fcienze,
induiTero
e fu
Lodovico Sforza, detto il Moro, che favoriva i virtuofi
quafi con tutti liberale, a chiamarlo a Milano, aifegnandogli oLa prima cofa che fagni anno cinquencento feudi di fiipendio
architetcefie quel prencipe fu di formare un' accademia per
tura, nella quale egli introdufle Lionardo, il quale (cacciando le
maniere Gotiche della prima fcuola , gi labilit nell' illelTa cit,
1'
arte
alla
fua
prima
&
antica
purit
Fu
la
poi
1'
&
per
LIONARDO DA
DI
per
la
ma
fi
VINCI.
xiii
nobile concorrenza col navilio grande che ducento anni prifatto ne' tempi della repuhlica Milanefe dall' altra parte del-
Tefino per
navigatione e per 1' irrigatione della campagna fino a Milala
no. Ma iuper egli tutte le difficolt che s' incontrarono, e
con moltiplicate cataratte o vogliam dire folkgni, fece con molcitt
la
col quale
derivano
fi
le
acque
fiume
del
facilit
ta
Non
monti e valli.
prencipe che Lionardo come architetto
Tuo flato, volfe ancora eh' egli T ornarfe
contento
il
ingegner illuifralTe il
con qualche opera fcgnalata
pittura
di
&
Gli
Dominicani di S. Maria
Chrifto con gli Apoftoli: il
nel
dunque
ordin
gratie
delle
che
dipin-
Lionardo
che quella opera fu poi da tutti
E veramente vi furono
Ifimata per il miracolo della
pittura
con tanta pompa fpiegate tutte le finezze dell' arte, che tutti
fcrivono, & comune voce, che ne in difegno , ne in efpref-
gere la Cena di
fu con tanta maeflria cfeguito,
che da
ne in diligenza, ne in colorito, fi mai vifto cofa fuperiore a quefla. Non fu ordinaria la gratia e la maeft eh' egli
diede alle tefte de gli apofloli, e fpecialmente a quelle de due
non
Giacomi , fi che quando venne a finire quella di Chrifto
(ione,
potendo arrivare
la
lafci
di bellezza,
un grado pi eminente
imperfetta ^
perche nel lavorar
difperato
pareva al priore del convento che troppo duraffe Y opera , Tpcffo con importunit Tene
lament con Lionardo
anzi port le fue querimonie lino alle
orecchie del duca
il
quale ragionandone una volta con Lionaril
quadro
do
feppe
che non
e di Giuda.
da
lui
biduc
importuno.
Riufciglr
re
quel
maraviglia
fopetto
eh' era
come
entrato
fcrive
il
Vafari
di
efprime-
E
maeftro
per haverne fatto una copia grande in S. Barnaba di Milano
haveva quell'opera fortemente impreffa nell'animo) ch'in cialcheduno fi vedeva 1' ammiratione , lo fpavento, la doglia, il fof1'
in che tutti all' bopetto
affetti
amore
e fimili pafTioni
ra fi trovavano , e finalmente in Giuda il tradimento concetto
chi tradiva
il
acir
animo
loro
con
&
un fembiante appunto
limile
ad
un
fcelerato
Si
^.
VITA
xiv
&
del
gid
che
lano
fi
arrichirne
grofia
il
alta
Volfe Francefco primo quando fu a Miogni maniera per portarla in Francia, &C
tentaffe
Tuo regno , ma eHendo dipinta fopra una parete
tutto
guafta
da
larga
la
S.
Germano,
E'
medefimo
ancora
fua moglie
f
un Chrifto
ne
egli
e'
muro,
chiefa
per
la
refettorio
ove
naturale
tutti
croce
in
due
fi
vede
a
vano
riufc
penfiero
il
qualche copie
far
facelTe
hoggi
al
di
piedi
trenta
inchiodata
detta
in
tra
parrochia
nella
quel-
reale
en-
fi
duca
il
Lodovico
ginocchioni
in
dall' altra
con
la
ducheffa Beatrice
avanti
figli
il
&
me-
quefta
un
duca
in
materia
libro
in
difegnato
Pavia,
di
egli
mattita
divenne
roffa,
perfettifTimo
e
tratteggiato
ne
fece
penna,
di
poi
&
&
&
eh' era
in
quel
tempo
allo
fudio,
gli
fece
fcrupolo
del
mal
acqui-
,,
LIONARDO DA
DI
acquiflato
tuill'e
libri
compunfe,
fi
maravigli
a'
il
puntualit
VINCI.
xv
refti-
ma nel rendergli fi
Melzi
Il che egli fece:
fgnor Orario Melzi capo di quella famiglia della
Signori
uno
dell'
dell' altro
dono
fece
di detti
al
libri
fig.
&
va un prcfente
al
Guido Mazzenta
S-
Moffo da
r Filippo.
al
Gio: Ambrofo
di
fratello
fperanza
tal
uno
zenta,
fua
u' quali
donato
fu
Ambrofana
biblioteca
dalle preghiere
fei
al
un
OC
inginocchiato
Si.
Moffo
Melzi vo'
il
ad Ambrofo
altro
Figgini
Un terzo
morenco lo lafci al fuo erede Ercole Bianchi
e morendo il Signor
ne hebbe Carlo Emanuele duca di Savoia
Guido
reftanti pervennero nelle mani del fopranominato Pomil
quale
peo Leoni che gli lafci a Cleodoro Calchi fuo erede
Soleva Liogli vendette per 300. feudi al Signor Galeazzo Lonato
applicare con forte attentione
nardo quando voleva flofofare ,
che
&
Ifudio,
allo
rtirarfi
detta
in
Vavero
del
villa
1'
Dopo
prigione
in
la
caduta
Francia
quale
fi
Moro, che
mor
riufciti
difcepolo.
fu
l'anno
torre di
nella
sa
ch'egli vi
Di
fotto
fi
Loces
1500. condotto
per le guerre
in
affai
poco a poco
diffip
erano
del
e
fi
ferirti.
s'intepid
che fucccdettero,
arti
1'
pittura
nella
eccellenti
&
nella
Melzi
Marco Uggioni,
Frar-cefco
Salaino,
altri
belle
opere loro vennero e vengono h ggid credute, ftimate, e vendute per fattura di Lionardo,
e principalmente quelle del Serto e del Lovino, che pi fi accoa tal fegno che
fpc(To le
Ma
come
gli
era flato
predetto
da Girolamo Car-
d'
ma-
VITA
XVI
quale
magnifica
con
la
prencipe
fece
un
buon pezzo
nato
di
lione
in
regalare
potefle
fi
una
artificio
tale
fala
fi
dopo haver
che
quel gran
dilettare
ferm innanzi
tutto pieno di
al
carni-
poi
efiere
fu vifto
fua patria
Fiorenza
tornare
petto,
il
La prima cofa
gigli.
fece
vi
eh' egli
famofo cartone della Vergine col Chrifto e fanta Anna , con S. Giovanni , e haveva a fervire per 1' aitar maggire
il
quale fu vifitato in frotta da tutto il popodell' Aonuntiata,
lo di Fiorenza. Quefto cartone fu poi da Lionardo iftelTo porquel
fu
Francia
in
tato
Fece
minato
il
qual
Chriftianiffimo
quel
vorar
Giocondo
del
colorifie
lo
no-
tanto
ritratto
il
vede
fi
moglie,
fua
Lifa
il
Francefco
per
poi
di
dove
nondimeno
che
ritratto,
l.
e fu gi
lo
vendo
il
ben
poteva
che
fatto
fi
fare
fignora
Lifa
legra,
per
fa
che
gente
cantaiTe,
fonalTe
per tenerla
rideffe,
un gigno
pi
tanto piacevole
humana
che
divina
come
che ,
vedere
dice
Vafari
il
ancora
bello
ritratto
tempi.
ghezza,
Ne
l^angi,
&: in
deve
fi
con
Havendofi
renza
la
fala
nardo per
d' arte
jftoria
al-
lo
vede
bello
veramente
aria
mano
circa
del
del Piccinino
Fece
e
gi
la
quale
nel
haveva
ornare nel
decreto
per
egli
n'
per
fu
confiderationi
:
divina:
anno 1503.
configio,
belle
con
dipinta
fi
fi
altro
dice
della Giin
quei
mirabile
va-
conferva
in
di perfona privata.
dipingerla.
di
Flora
la
tralafciar
un
e
co-
tal
palazzo
pubblico
di Fio-
eletto
Lio-
un cartone pien
era efprelTa una hi-
effetto
quale
colorito
la
pi
gran parte
a
LIONARDO DA
DI
quando
ogilo,
ogni
diftaccvafi
che
accortof
xvii
per
muro
dal
cofa
VINCI.
1'
&
abbandon l'opera.
In quel tempo, che fu nel pontificato di Pio il terzo,
come fi legge nel Vafari
non del fecondo
Rafaelle da Urbino, eh' era a pena giunto all' et di venti anni, e che di frefne,
co
ufciva
fcuola
dalla
quel
famofo
Vinci
cartone
qual
il
&
Pietro
di
paflava
Perugino
invaghito
defidcrofo
fama di Lionardo da
anno della fua et
ven,
veder
di
dalla
fc{Tantc{mo
il
delle
la
opere,
fue
correre
facclfe
che da
tutti lo fece riverire per dio della pittura, dipartendoli da quel
tempo in poi dalla maniera fecca e dura del Perugino , per
padare alle morbidezze e tenerezze del Vinci
Fu ancora fpcctatore il giovane Rafaelle, non fenza profitto, delle contefe che
poi caufarono tanta inimicitia fra Lionardo e Michelagnolo Buonaroti
che non pafava 29. anni, e con' ordine pubblico haveva
fatto per un' altra facciata dell* iliefTa fala del configlio quel tandell' arte,
nominato
guerra di Pifa, ripieno di varii nuVinci. Sino all'anno 1513. Liodi fatti in concorrenza co
nardo flette fempre a Fiorenza , e vi dipinfe molte cofe
Franlibro
da lui fcritto delle bellezze di Fionel
cefco Bocchi
renza fa mentione d* un quadretto che nel Tuo tempo fi vedeto
cartone
della
'1
cafa
in
di
Albizi
Ma
mor
corfe
edendo
pittura
della
Lionardo
de' virtuofi
afTunto
Roma
quale
il
di
al
Leone X.
pontificato
tutte
per
le
belle
riverire
havendogli
arti
quel
ordinata
fi
quale
nel
cofa
prencipe
V a-
ereditaria,
Mecenate
una tavola
racconta
Vafari
mo,
profeflava
favolofe
burle
aperta
fi
con
inimicitia
dilettava
di
fcemarne
Q
Lionardo,
la
&
riputatione.
con
finte
Quell' odio
im-
VITA
XVlll
fommamcnte a Lionardo,
implacabile difpiacquc
e vcdcndofi chia-
mato
dal
Franccfco,
di
far
viaggio
il
Non
di
Ri ordinario
il
un virtuofo tanto da
d'
Francia
il
ben
veduto
egli
flato
vifitare
to
qual
&
accarezzato
mef
molti
che
raccontare
cofa
dal
ammalato
in
volcndofi
Ed
per
bench
la
nondimeno Tempre
eh' elTendo
ogn' un sa
,
il
venne
lo
fu
drizzare
riverenza
venne
gli
pofTcflrore
fu
Fontanable,
per
egli
male
fio
il
vedendoci
{limato e bramato.
lui
Tua
un' accidente
'1
let-
per
la
conofciuto
prefagli
il
la
tefta
que anni
eh' un bel morir tutta la vita honora.
PaflFu belliffimo di corpo , come fi detto di fopra
ta la giovent con una negligenza filofofica lafci crefcere i capelli e la barba , fi che pareva un Hermetc o un Druido antico. Non volfc mai
o s" egli n ebbe alcuna,
pigliar moglie,
*
come diceva un altro pittore , non fu altra che 1' arte ,
fgiivioli le opere fue. Ne fi deve credere che fi fieno accennate tutte, perche molte altre ne ha il gran Duca di Fiorenza,
Neil'
e mi ricordo di haverne vedute parecchie in Inghilterra
idea del tempio della pittura di Paolo Lomazzo cap. 33. fi fa
mentione d' una coneettione della Vergine dipinta per la chief
Nella libreria Ambrofiana dell' iftcfdi S. Francefco di Milano
,
&
fa citt
confervano
fi
quefto
autore
Palazzo Cardinale fi vede una Madonna di fua mano , la quale fiede in grembo a S. Anna , e tiene con le fue mani un Chrifto bambino che fcherza con una
pecorella
Vi un paefe bellilTimo
ma la tefta della vergine
Qui
Parigi
nel
imperfetta
rcftata
rodiade
di
Il
Cardinale
bellezza.
efquifita
S.
Il
Richelieu
di
Giovanni
nel
deferto,
figura
&
Fontanable ,
un altro quadro di una Madonna, col Chrifto
S. Giovanni
un angelo di mirabil bellezza, pofti in un paeie, fono cofe da eflTcre offervate. Nel ftudio del Signor Marchefe di Sourdis a Parigi vi un' altra Maintiera
eh'
&
donna
Il
riputationc
di
Signor di Ciarmois
gentilhuomo
curiofita
quadri,
ne
di
1'
ha
rare
qualit
intelligenza
uno
fcgretario del
il
fa
quale
una
del Vinci,
nel
Marefcial
di
accoppiando
confiderabile
quale con
Schomberg,
infieme
raccolta
due
mezze
di
la
bei
figure
fi
LIONARDO DA
DI
rapprcfenta
.,
VINCI.
xix
giovine e
il
bel
&
&
&
E'
probabile
To
cofi
eh* egli
facilmente
L* imprefa
un
fcrivcre
no
gran
di
del
libro
Mortefana
di
natura
della
diiegni
di
non
tutti
Icggefle-
fcritti
navilio
numero
regolar
fuoi
accioche
quefto,
facefie
pefo
di
moto
varie rote
occafione
diede
gli
di
delle
e
lini,
tolo 22. di
Il
dal
dell'
Borghini,
quattro
che
quefto
libro
plafticargli
il
r opera
non
dell'
della
trattato
anatomia
dal
nel
cavalieri
corfo
de' cavalli
Lomazzo.
dipingergli
combattenti
fufle
di
pittura.
mentovato
Efl*endo
flato
come ne
fa
fopra
accennato
ftraordinaria
Vafiiri,
eccellente nel
egli
quadro de'
non vi e dubbio
fede
,
dal
bellezza
il
&
utilit
del
naturale,
lodato
dal
Lomazzo
nell'
idea,
cap.
4-
corpo
11 libro
dell' ombre
e de' lumi fi ritrova oggi nella libreria
Ambrofiana di Milano, in folio, coperto di velluto rodo, 6c
quello che, come fi
detto di fopra, fu dato dal
fignor
Guido Mazzenta al Cardinale Borromeo Tratta egli quella ma-
deratione
overo libratione
del
ceria
VITA
XX
tcrla
da
filofofo
tionc
in
quefto
della pittura
la
luce
quella
renza
Vafari
il
da
colui efeguito
dopo un
fecolo
confronto
col
reltituita
per
da
fubito
e quello
intiero
me
un' opera
il
gentilhuomo
che
fludio
alla
n'
ha
Tua
fatto
un ccmmcntario
1
genza cfpreiTo
alla
una
intiero
il
difegno
precetti
varii
del
colorire.
paflTando
dille
che
Parigi
efccutionc
in
corrotti
tutti
gli
noftra natione,
il
tutte
parti
gran
del
famiglia
pi
Fio-
dove
guaiti
fi
intelligentiffimo
come dicemmo
munJcato
mette
fi
manofcritti
varij
di
eh'
che fa
del natu-
quando
farebbe ftampare: ma ci non
a Roma non fi fatto , hora
opera
la
par-
effetti
gli
Milanefe
men-
fa
quella
in
contiene
del
ne
havevan
che
pittore
quella
Roma
arrivato
faria
un certo
d'
fagacit
modi
pittore
opere
pittura
VINCI.
miracolofo
Fi
tanta
Tue
le
della
vedere
fece
gli
con
infeme
&C
278.
cap.
arte,
Racconta
fu
trattato
rale
da
da matematico e
imitando
col colore , che
te
di
LIONARDO DA
DI
fi
di
Leone X.
diletta
verfone
le
di
in
efTendovi con
ogni
lingua
una
fignor di
per
forte
del
difegno
inftinto
di
Francefc
efquifita
Ciam-
com-
virt
e di
che
vale
felice
PER
di-
XXI
PER
fatto
inutili
della
pittura
fi
delcritte
T~
"Durer pittore
biwjani,
corpi
to libro
con
In Venetia
piati.
huomini
li
donne,
occorrono
Ammani
lufli
pendi. Franco/urti
1578.
dinjifo
di
fica
ejfa
libri
pittura
In Milano
trattato
dell' origine
1 5
Della forma
8 4.
In Milano
In Milano
//
fi favella
fi
fa mentione ,
In Ftorenz.a
le
i54-
4-
M.
dt
in
precetti
libri
tre
ne' quali
re
{S'.
In
Due
de
%a'venna
dialogi
Lamo
tigiani
na de
gli
pra
giuditio
to
il
della
gtni
utile
errori
di
cui
Campo
de
che
antichi
della pittura
e
delle pi
pittore
della
famofe
fcultura
opere
loro
mfegnano
Cremona
In
Cremonefe.
tS
Armenim da Faen-
del
da Fabriano
prencipt canjano
I5<^4-
Gio. Battigia
dipinge-
4.
circa
Michelangelo
o'vero
M.
le
i
di
fi dimofrano
M.
nonja capella
Pigino,
pittura
della
de' pittori
In Camerino
//
nel fuo
contenute
cofe
'Bernardino
1587.
di
quali fi ragiona
e
delle
nella
pittore,
njeri
la prat-
De'
za
8.
584.
<vita
gli
fcultori
principali
cofe
Difcorfo di Aleffandro
giona della
fcul'
4-
de pi illufn pittori
t^
1590. 4.
Gio.
dt
Raffaello 'Borghini
dt
ripofo
1 5
Italiana.
4.
Mufe cacata da
delle
ita-
fondamento
della pittura.
dell' arte
&
jingendt
quali le paf-
in fette
.
e con
mo-
4.
e Jcultort
Francefe
del quin-
libri di
ti
pittori
de
Iwgua Latina
dalla
\^ accrefcmti
quattro
5$>4. fol.
Salodiano
It
della Jmmetria
)uo<vamente tradotti
dove fono
quelli
di
geometra chtartjjmo
che trattano
libri
altri
opere loro.
le
quale fi tratta
nel
gli
come ancora
quattro^
Ithrt
M.
da
Italiana
nella
difegno
del
le
/ Alberto
-^^
fcguente indice de
il
in
V
(^
da
htflorie
letterati
nel
primo
letterati
cor-
altre figure
le
facre tma-
4-
dialogo
del
rever.
Tadre D'
Gre-
,,
xxu
Gregorio ConiMmHt cMHontco regolare Luteruyienfe
il
pittore
'
utile
o<vero
compagnia di
da %omano Alberti
della
Luca
S.
fcultori
Origine
architettori
l^ma
di
raggtonnmenti
dell
progreffo
'
appartenenti
te
reggimento
il
"Due lei.ioni di
chiara un fonetto di
M.
M.
Varchi
"Benedetto
Mtchelagnolo "Buonaroti
Mtchelagnolo
fopr adetta.
In
Ftoren^ct
de ^veterum fculptura
duo
libri
CJ'
Jlofojict
ad
recitati fot-
raccolti
160^. 4.
quali fi di-
delle
una
con
la
fopra
lettera
'
ejfo
qutjlione
1549. 4.
Zuc-
Zuccari,
prima
la pittura
4.
tn particolare
prouetti
In Ta^via
nella
8 5
1 5
Federigo
Ca^valiere
academia.
dell'
fecretario
']\oma
fcultori
difcorji
profefpont,
gionjaniy e perfettionar
da 'Romano Alberti
de' pittori
utiltj^mt
della pittura
di
pittori
In T^oma
we-
della
fol.
molti
fuddette
alle
ujlantia
donje fi contengono
al
1607.
che pi
4*
delli
Sepolcro
S.
architetti
tS"
"Borgo
In Torino
del
citta
nohtV accademia
159^compojo ad
Jquella
di
e
el
ufo
imitator pi perfetto
dell
tratta
Jt
qu'tJ'tdiiAndnJt
In Mantorva
poeta.
il
diletto
il
qual jia
mojlra
e Jt
o<vero
ove
Item Abrakami
de fculptura
colatura
gemmarum
Antuerpiani
Gorlai
liber.
Ludo<vici
Ite*
fculptura
daHyliotheca
tS'
Ve-
pi&ura
Amjlerodami
160^. 4
Francifci
1^37-
lunii
F,
F.
piSura
de
'veterum
libri
tres
AmJleUdami
4-
Antonii
decimus feptimus
bibliotheca felef^.
liber
de
Venetiis
poe/t
1603.
tS'
pi^ura,
qui
eji
f'^^-
jia
%fagwo
a comune
fatto
profefJonCy
Malta. In
cavaliere di
Doni
'Difegno del
la fc altura e pittura
partito
de' colori
KS'c
tfc. In Vwegia
1549.
&
della
di Tietro
de'
8:
modegli,
1549.
8.
fua arte ,
del
opera
Francefc
di
con molte
modo
Michel
ap-
cofe
dottri-
della
Angelo Biondo
8.
In Venetia
age<volmente e prejo
confegutrla
1(^42.
pi ragionamenti
de' getti
na di
Venetia
in
da fra D.
de' mirtuofi
beneficio
Accolti^
Hampato
con
In Firenze
lo
inganno de g
\6iy
occhi
pi'of-
fol.
tailie
douce.
&
&
Paris
16^^.
12.
Le
XXIU
Le
de pi eccellenti
nj'ite
^3"
Vafart pittore
tre
le
15<58.
4.
Le
Gio.
Romano.
'taglione
loro
con
00^
ouero
fono raccolte
narratione
la
4.
delle
hijorie
ottano
prima
parte feconda
gV
de
<vite
delle
Tranfone
5 5 3
1622.
pittore
ton
Z5'
ritratti
delle
moralit da
In Venetia
1^48. par-
arbore
de
la
4.
cojiumt
Veneti
%oma
In
da
fcrttte
pittori
illujlri
favole,
1^4 2.
nel
XIII.
4.
le
In Ftorenz.a
Gregorio
di
pontijjcato
opere tnjtgni ,
le
Giorgi
di
W.
3.
dal
%oma 16 ^2.
arte
architetti
/coltura
quelli
te
flato
dello
pittura
papa Urbano
di
In
Le maraviglie deW
e
architetti
in^no attempi
1572.
del
de" pittori
<vite
l^"].
"Bologna
in
fcultori
architettura
cio
njol.
3.
Aretino
architetto
di/egno
del
arti
pittori
della
fua
confanguinit
vera
In Venetia
4.
Il
Le
bellei.'z.e
facri tempii
Fiorenoca
di palaz,%i,
M.
fritte da
di
In "Bologna
itfoj.
4.
pi aobili
Francefco Bocchi
di fcultura
dt
e pi prex,iofi fi contengono,
artifi'z^it
In Fiorenz,a
In-
1 5
Eccellem,a della fiatua del fan Giorgio di "Donatello fcultore Fiorenpoja atlla faccia di fuori d'
tino^
co
"Bocchi,
detta
fatua
In Fioreni^a
1584.
Francefdi
della hellez.%.a
8.
con
lo
ra prencipe di
illufrijf
eccellentijf.
tnfieme
Firen'z.e,
tS^
1588.
da
lui
fondamenti
In Londra
La
(!^
4.
Fiamenghi , fritto
pittore
In Amflerdam
Maria
"De atramentis
161^.
4.
Ram1
6"
intito-
della
4.
maniera di preparar
Tietro
co-
e la pratica di
pittura
allo-
4.
'
lata
Medici
I4 Firenz.e
Canepario
da
libro
In Francofort
Crema
nel
fuo
1)62.
libro
frtto
lingua
8.
Latino intitolato
In Venetia
,,
TRATTATO
DELLA PITTURA
V
LIONARDO DA
!^ello che de^e prima imparare
il
VINCI.
gionjae
C A P.
I.
giovane deve prima imparare profpettiva , per le mifurc d' ogni cofa
poi di mano in mano imparare da buon maeftro
per aHuefarf a buone membra: poi dal naturale, per confermarfi la ragione delle cofe imparate
poi vedere un tempo 1' opere
IL
di
mano
operare
di
diverfi
maeftri
deue
fcienze imitatrici
il
dove
tali
mettere in pratica
di
habito
di
tutte
le
GAP.
IL
quali
li
ne giovani
ejfere
difegno accompagnato
circa
far
cofe imparate
le
^ale Budio
Lo
per
ombre
dall'
lumi
deve
nelle
cfferc
convenienti al
fino
a putti pittori.
GAP. IIL
Noi conofciamo chiaramente che la vifta delle veloci operationi che fiano
& in un punto vede infinite forme nientedimeno
non comprende f non una cofi per volta. Poniamo caio: Tu let,
tore guardi in
che
lettere
rola
Ancora
lettere
ma non
fubito
giudicherai
conofcerai in quel
tempo
fiano
parola
vane
fcritta
vorrai
montare
all'
altezza
d'
un
edificio
converratti falirc
memoria e
via il tempo
,
nella pratica la
prima
farai
altrimenti
getterai
ti
ricordo
Nott-
Noti'z.ia
del
Molti fono
gli
ma non
huomini
difpofitione
eh'
quello
hanno
Non
laudabile
come
il
I>t
che
un'
modo
La mente
denje
defderio
il
C A P-
fi
in
V.
amore
&C
al
dife-
li
quali
lor cofe
le
V-
non fa
panni
fia
pittore che
ignudo , tefta
particolari , imperoche non
cofa , e quella Tempre melTa
,
C A P.
fola
gno
bene
Te
o animali
o (mili
o paef
grolTo ingegno , che voltatofi ad una
opera , non la faccia bene
,
GAP. V L
pittore
C\
&
J)el
Studia prima
{cienza.
non
fi
bra de
Il
g'
GAP. VIL
e poi
pittore
cffa
lafciar cofa
che
fra
mem-
le
e le loro giunture
GAP. VI IL
^'vnjertimento al pittore.
Il
da
pratica naca
feguita la
alla
animali
di Judiare
la fcienza
pittore
metta
modo
deve
efTere
univerfiile
e fblitario
e confiderare
ci
che
elfo
vede
come
cffo ftima di
noftro Botticello
effere
che
tale
di
femplice
X.
egualmente tutte
ad uno piacciono
inveftigazione
di diverfi colori
C A P.
non ama
perche
un muro
elTa
come
col
(blo
diiTe
\t
li
il
gettare
lafciava in
detto
muro
LIONARDO DA
DI
VINCI.
dove
fi
alcun particolare
Tu,
Come
il
pittore,
dc'v ejfere
pittore
un'verfale
C A P.
il
X.
e piacere a divcrfi
in
farai
di
le
CAP. XL
Precetto al pittore.
Quel
pittore che
non dubita
buoni maeftri
deve
cettore
CAP.
pittore
Il
fatta detta
poi
aluefarfi
la
mano
alTuefattione
col
ritrar
troppo
quali
abbozzar
finito
poi a
beli'
Del
avvifo
agio
corregger
Ricordo
trui
di
cof
fia
piacendoti
gt
errori,
rilievo
pittore
buone
con
&
CAP. XIII.
il
fiti
potrai finire
che tu fcuopri
membrificar non
d' elfe
membra ,
fia
le
CAP. XIV.
difegnl
ritrar
dir
fi
pronto
Sta con attentione folamente
hifloric
dell'
col
L'
XII-
le
o per
al-
ricorreg-
Hiufi-
,,
non
anima
medefmo
te
Pel giudto.
Nuna cofa
che
pi
GAP. XV,
inganni
e'
eh
dar
ni mi-
giuditio
noftro
il
in
Modo
Non
li
dt
dejar
refter
fpeculatione
nondimeno
Y uigegno a
<varie
tt'ventwnt
GAP. XVL
di
la
di
grand' utilit
deftar
l'
paef
&
i
diverfe
habiti
defta a
battaglie
atti
pronti di figure
j
forane
di volti
arie
1'
ingegno
nuove inventioni
'Dello Jndiare
t
iy}Jm
addomi em'i
Ancora ho provato
quando tu
allo fcuro
efTere
di
ti
.
dej't
prma
che tu
GAP. XVH.
non poca
utilit
quando
ti
trovi
fuperfciali
di
fpeculatione
fottile
&c
queflo
modo
fi
confermano
le
cofe
Jt denje
GAP. XVIIL
Quando
vorrai far
buono
&
utile ftudio
ufa
fare
&
fere
per
dente
1'
per
larga
cofi
uno
LIONARDO DA
DI
ibe
verfo
altro
1'
iettile
dove
ultimo
a ulb di fumo
in
Ck
VINCI.
,
ti
quando ba-
verr fatta
pra-
la
Come
pittore
il
(ie^i/ ejjer
giudttto
il
d' og;i
uno
GAP. XIX,
Certamente non deve
pittore
il
5.'
giudicare
noflri
errori
derue fida?
naturale
tanto
di f
GAP. XX.
deve
pittore
Il
cercare
d' effere
CAP, XXI.
univerfale
perche
manca
gli
aflai
fa
gl'animali
Jiervi
&
groflczza
qua
all'
huomo
che
sa
CAP. XXIL
farfl
univerfale
impe roche
tut-
terreihi
olTi
come
far
che fono di
faccia regola.
uninjerfale
dimoftrato
molta variet
nell'
,
anatomia
De
non perfuadcr
gli
il
animali
pittore
d' ac-
che vi
tifarlo
onjero Jctenz.a
GAP. XXIIL
innamorano della pratica fenza la diligenza overo
fono corne i nocchieri eh' entrano in mare
per dir meglio
fcienza
fopra nave fenza timone o buffola , che mai non ha,nno certezza doSempre la pratica deve eflere edificata fopra la buona
ve fi vadino
Quelli che
guida
teorica
niente
fi
fa bene
7)el non
Un
di pittura
cofi
imitare f un
come
in
altrQ pittore
porta
ogn
e fenza quella
altra profefTionc
C A P. XXIV,
5,
dal naturalt
!Pel r tirar
Quando
hai ritrarre
GAP. XXV,
naturale
dal
lontano
volte
tre
la
principale
linea
A'wert'tmento al pittore
Nota bene
infenfibili
dice
che
rezza
d'
ofcurit e di figura
per obbietto
e quefto
i]
ombre
1'
infra
prova per
ombre
fono
la terza
che
fuperfitie globulente
le
quante fono
come
GAP. XXVI.
le
Cor/ie
de^ce
alto
ejfere
il
lume
da
rttrar
naturale
dal
GAP. XXVII.
Il
non
nate
lume da
faccia
tione
mutatione
accioche
corpo
ritrarre
il
L' altezza
faccia
e f lo fai mez,zo d
fole
illuminando tutto
del
lume deve
tanto
lunga
effere
f ombra,
fua
il
tramontana
tieni
non
giorno
in
per
modo
terra
finellre
faccia
fituato
,
accio
impanmuta-
che ogni
quanto
la
fua
altezza
$ua^
LIONARDO DA
DI
VINCI.
Slualt
,
.
le
7
de corpi
figure
GAP. XXVIII.
Le
me
in
conftnngono
fi
campagna
fendo
fon cinte
elle
fcoperto
fole
il
molto ofcure
fiiranno
di
qualunque corpo
figure di
termini
efpediti
&
>
Ce
cofi
primitive
le
fi
molto
fpeditamente
de' nuvoli
mina
il
non
vi
tal
efl^i
lume da
fole
il
nuvoli
eC-
ombre
faranno ombre
fuc
le
derivative
le
perche da
colore
del
quando
che
fi
tali
allumina
e quefto
Iato
s
cofe
dimoflra partecipare
roffori
lumi
de'
come
figure
manifefa nelle
fi
dal fole
drai
dell' aria
lume
di
tali
fingi
fole
il
cio f tu
fbmmlt
^ran
di
fi
del
cala
all'
tingono
fole
colore
del
che
allu-
fa rof-
che non
elfo
roffore
refta
>
chi
1'
luogo
J)elle qualit del
rilienji
naturali ,
finti
GAP. XXIX.
Il
te
lume
biafimato
tagliato
,
infra
1'
quantit
obbietto
non faranno
campagna aperta
alcuna
dall'
di
&
figure
farai le
il
efpediti
incoveniente
tale
non alluminate
e poi
finifci
membra
ritrarrai
quel
farai
dal
li
fole
corpi in
ma
fingi
Quando
g'
ignudi
membro
metti in pratica,
che
ti
fa
GAP. XXX.
che fempre
par migliore
li
ritragghi interi
e quello
con
1'
altre
mai bene
le
to
membra
ne
infieme
&
lniftro
non
gamba
la
le
fai
le
petto
il
tefta
la
lato
fniftro
Modo
di
fa
rilievo fnto
di
ritrarre
infuori
rilievo
ritratta
un
ritrarre
,,
il
pet-
volta
alla
che
dell' al-
finiftre
le
GAP. X X
lato
'1
fu
tefta
la
deve acconciare
fi
in
modo
tale
al
fia
/ito
naturale
del
dove
tefta volta
la
far
che voltandofi
parti del lato deftro fieno pi alte che
Del
fa
mai
ufar
come
braccio andare
il
fpalla deflra
tro
8
le
GAP. XXXIL
corretto.
foglio di
carta reale
bene di poi
profpettiva aerea
la
Come
Li pacfi
denjono ritrar
Jt
debbon
fi
li
in
ritrarre
GAP. XXXIIL
paej.
modo
che
ma meglio
mezzi ombrati
mezzo occupato da nuvoli , che all' hora g'
alluminati
lume
univerfle
del
cielo
pi vicine
lume
o fenza lucidarla,
e vedrai le tue
che
notte
di
ma
folo
parti
quando
alberi
s'
univerlle
quanto
il
fole
alluminano dal
terra
della
parti
elle
fono
un
fia
GAP. XXXIV.
interpofto
il
telaro
o carta lucida,
modo
jt
ombra
GrandilTima grtia
quelli
lor
lume dt candela
ritrarre al
qucfto
In
nelle
ombra
farli
mezzi
fiano
alberi
terra.
alla
Del
dall'
g'
dehha
,
d'
ritrarr
lumi
ombre
un
'volto
<
dargli gratta
GAP. XXXV.
e
di
lumi
s'
ag^iugne
alli
vifi
di
LIONARDO DA
DI
che
g*
VINCI.
parte ombrofa di
la
tal
vifo cC-
dall'
1'
di lumi
il
J)d lume
(ioi'f
di
bellezza.
V mcarnaone dell'i
GAP. XXXVI.
fi ritrae
'vol
Ignudi.
alte
che
acciocch
li
raggi del
li
raggi
fiioi
Del
Sempre
fole
hifiorle
fettcntrionali
GAP. XXXVI L
deve
pittore
il
confiderarc
1*
r opera
fiaa
far reprobabile
Ufa
vedere
li
di tenere in
Dividi
tcfta
e ciafcun
Co3e
il
con un piombo
in
punto
minimi in femiminimi.
punti
1
la
filo
pittore
GAP. XXXVIII.
pendente,
per
cofe
delle
fcontri
Mtfiire
mano un
altro
dodici
gradi,
in
minuti,
I2.
fi de<ve
acconciar
GAP. XXXIX.
i.
al
lume
minuti
col
fiio
in
I2.
minimi, i
riltenja
XL
GAP.
la
ritrac:
fi
il
Il
render
lume grande
T>ell*
inganno
che
nel
rcenje
fi
non
gtuditto
delle
mani , le far
qualunque membro,
cof
g'
interverr in
glielo vieta
Per ogni
ha pi brutta nella
far
quello che
memhrt^,
opq-
il
lungo
ftudio
pittore
perfona
flia
ritratto.
XLIL
GAP.
Quel
punto M. e
il
corpo
e alto, e
particole de'
le
il
intra
GAP. XLL
rc,
IP
che
deve
riparo
Che fi
Quel
coli,
de<ve fi^per
intrinfeca
GAR
forma
dell'
huomo.
XLIIL
muf-
e qual
e quali
cagione di far
e quali
&
altri
l)el difetto
mufcoh
del pittore.
GAP. XLIV,
GrandifTimo dififetto del pittore ritrarre overo replicare li medefimi moti, e medefme pieghe di panni in una medefma hil;oria,
e far fomigliar tutte le teff e 1' una con 1' altra
'Precetto
perche
il
in
Deve
naturale
di
queflo
il
il
pittore
pittore
che
fk
far
non
hahito.
GAP. XLV.
fua figura
la
fopra
la
regola d'
un corpo
quale
far
perfona varia
o poco
oltre
la
fua
e fatta
da quella antedetta laudabile
quella notitia deve riparare con tutto il fuo ftudio , di non incorrere , ne medefmi mancamenti nelle figure da lui operate , che nella
perfona fua ritrova: e con queffo vitio ti bifogna fommamente pui
affai
gna.
LIONARDO DA
DI
gnarc
mancamento,
conciofiach' egli
VINCI.
nato
eh'
maeftra del tuo corpo e quello del tuo proprio giuditio, e che volentieri ella fi diletta nell' opere fimili quele di qui nafce , che
le , che elTa oper nel comporre il tuo corpo
non fi brutta figura di femmina, che non trovi qualche amante, f
ditio
perche
anima
1'
non
gi
monilruof
fulTe
tutto
in
habbi
quello
avvertimento
gran di (Timo.
una cofa di rilienjo in cafa a un lume
XLVI.
campagna a un altro lume.
un lume
ritratto
tal
aria abbraccia
tal'
defimo modoi
ombra
&
un lume
&
e cofi
cettibile:
[u
dell'aria
parti
le
ticole
la
La
linea
feconda
di'vijone.
GAP. XLVII.
fi
delle quali la
prima
fua
&
imper-
eh' ella
che diftinguc la figura de" corpi , e loro par il colore contenuto da efli termini
cio la
Figura
eflere
vedute a un me-
delle
di tanta chiarezza
dove
riflefli,
Velia pittura^
fa
vi
una cofa di
poi mettono in oin campagna, dove
quali ritraggono
loro cafe
nelle
univerfle
coftui
li
allumina tutte
pure ella
e eofi fanno li
pittori
particolare
GAP.
poi la mettono in
rilievo
diijijlone
fi
loro
movimento appropriato
move.
il
Trop9rttone
La proportione
delle
di
C AP, X LV III.
all'
le
quah
cio proportio-
membra
membra
GAP. X L I X.
divide
fi
in
due
altre parti
cio
1'
effe
membra
Vell't
12
monjimen
T^elli
operaom
delle
<varie
CAP.
L.
de g* huomini habbino atto proprio alla loro opcratione in modo che vedendoli tu intenda quello che per loro fi penli
quali faran bene imparati da chi imiter li moti de
fa dice
mutoli, li quali parlano con i movimenti delle mani, de gl'occhi,
Le
figure
Ne
volere efprimere
nel
me
il
concetto
perche io ti ponga un precettore lenza lingua , il quale ti habbia ad infe^nar quell' arte che
che tutti g'
coli non sa fare j perche meglio t' infegner con tatti
dell'
animo loro
ti
ridere di
&
Che
Non
fi de'von ftiggtre
fare
term'wt fpeditl
nelle
co
al-
CAP. L L
termuii delle tue figure d' altro colore che del pro-
li
prio
fili
at-
gV
cio che
errori ,
come
non
nelle
facci pro-
grandi,
CAP. LIL
comprendere
nutione
palmo,
dell'
huomo
e tanto
alza
fopra
dell'
detto
&
ma
delle parti
la qualit
abbafia detto dito, che la fua fiiperiore eftrcfigura che tu riguardi , e vedrai apparire un*
per quelfo
fpelTe
volte
fi
dubita la for-
amico da lontano
Cerche
LIONARDO DA
DI
Tercbe Li pittura
}on
pu
parere fpicccita
})jai
GAP.
Li
pittori
naturale, vedendo
come
le
}iatnrali
cofe
difperatione del
in
non
le lor pitture
13
LUI.
cadono
ipcfle volte
VINCI.
loro
imitare
il
e quella viva-
che hanno le cofe vedute nello fpecchio , (^/frf.iif'?. 3 si.) allegando loro haver colon che di gran lunpa per chiarezza e per ofcunt avanza^
no la qualit de' lumi &; ombre della cofa veduta nello fpecchio i accucit,
lando
non
quello cafo
in
ignoranza,
loro
la
non
la
perche
ragione,
conoicono
Impoflibile che la cofa dipinta appanlca di tal
rilievo, che il adornigli alle cofe dello fpecchio, bench 1' una e Y
la
altra iia
in
queRa
fia
Ter che
capitoli delle
figure
GAP.
Qucfto
univerfal' ufo
il
V
LIV.
una fapra
quale
altra
fa per
fi
li
cofa
da fuggire.
capelle
molto da
effere
&
&
occhio de' riguardanti d' effa hil^oria, e nel detto piano figura la prima hiiloria grande e poi di mano in mano diminuendo le figure
farai tutto il fornimento
e cafmcnti in su diverfi colli e pianure
,
d' effa
hiftoria
Il
refto
della
faccia
nella
fua
altezza
farai
alberi
dcir hifforia
ten'
impacciare
fiilfa.
^a
GAP.
Le
no pi
LV.
lume
Ma
ombra
figura
la
di
quella che
gli
dinanzi
polia
d' avanti
ft
lume
al
l'
allu-
particolare
in
luogo grande
la
tationi della
'
fimi
ncU'
rifalta
parte.
in
non
pi fpiccate
co f
le
rilievo
perche il
gure dalli
figura che
14
mina
notte
/;
loro
Uyieamenti
il
lume
ombre de corpi
C5*
GAP. LV L
&
ingegno che
L termini delli corpi (no di maggior difcorfo
i
lumi , per caufa che li lineamenti de i membri , che
r ombre
non fono piegabili , fono immutabili , e Tempre fono quei medcfimi
&
ma
li
qualit
fiti j
e quantit dell'
Memoria
che Jt
fa dalV
ombre fono
infiniti
GAP. LVIL
autore.
quali le corde
che mediante diverfi movimenti di ciafcun membro fi fcuoprono , o fi nafcondono , o non fanno ne l' uno ne \ altro e ricordati che quefta tale
che fanno proattionc importantiftima apprefto de' pittori e fcultori
Deferivi quali fiano
li
mufcoli
tempo
infino al
&
della
d'un
fimile farai
fiia
decrepit,
per
in tutti
ingraftano
Il
tutti
gradi
li
membra
dell' et
giunture
fija,
quali
o dimagrano.
GAP.
Trecetti di pittura.
Sempre
il
huomini
improvifo
da
loro
affetti
fiioi
g'
,
LVIII.
fatti
di
all'
quelli
far
&
nati
g' atti
un huomo
afpetti delle
naturali
in quel
membra che
e poi a
medefimo
in tal
atto
adoprano.
Come
.
,
LIONARDO DA
DI
Come
la pittura
La
de-je
ejfer
VINCI.
n)!ja
vifta
da una
fatti
ij
GAP. L I X.
(bla fineftra
come appare
una
ti
GAP. LX.
Veir ombre.
L'
ombre
tu difcerni con
quali
le
diffcult
&
loro termini
non puoi conofcere, anzi con confufb giuditio le pigli > e trasferirci
nella tua opera, non le farai finite, o veramente terminate, fi che
la
tua opera
d'
fia
ingegnofa rifblutionc
Li
putti
piccioli
quando feggono ,
piegate con
e diftanti
chinata, e
1'
un
le
le
elTer
fi
con
fiano
non troppo
devon
fieme
rifirette,
fi dehhono
le
secchie
figurar ardite
le
fgurar
devono
in
I.
pronti
timidi e paurofi
lenti
baffo
ftorti
1.
movimenti,
,
le
piedi pari,
la
tefta
inanzi
diftefe
le
figurar
braccia raccolte
GAP. L X I II.
e pronte
gambe
fi
atti
GAP. L X 1
declinati
&
Le donne
atti
secchi
Come
con
figurare
con pigri e
fatti
fi dehhono fgurar
Le vecchie
GAP. L X
dall' altro
braccia
Come
ritti
dehhono fgurar
Li vecchi devono
gambe
dar
e nello
Come
debhon
{{
putti
donne
con
GAP. L X I V.
atti
vergognofi, le
infieme,
tefte
bafle
gambe
in-
piegate in
traverfo
Come
GAP. L X V,
euendo
la
notte in fimile
conditione
tu
vi
vogli
che effendovi un gran fuoco, quella cofa che propinqua a detto fuoco pili {] tinga nel filo colore, perche quella co(a
che
Iforia, farai,
i(S
che pi vicina all'obbietto, pi partecipa della Tua natura: e fafarai tutte le co(e illuminate
cendo il fuoco pendere in color roifo
da quello ancora rofeggiare , e quelle che fon pi lontane a
pi fano tinte del color nero della notte
Le figure
detto fuoco
che fon fatte innanzi al fuoco appanfcono fcure nella chiarezza d' ef^
fo fuoco, perche quella parte d' e(Ta co(a che vedi tinta dall' ofcu-^
e quelle che i]
rit della notte , e non dalla chiarezza del fuoco
trovano da i lati , fano mezze ofcure e mezze rofleggianti e quelle
che fi poiTono vedere dopo i termini della fiamma, faranno tutte
allumate di roffeggiante lume in campo nero. In quanto agl'atti,
farf
feudo con le mani
che fono apprelTo
e con i
farai quelli
,
parte
ro
mollando
con
farfi
fuggire
quelli
mani riparo a
le
Come
g'
pi lontani
occhi
olTefi
una fortuna
fi eue figurar
farai
vifo in contraria
col
voltati
GAP. L X V
Se tu vuoi figurar bene una fortuna, confider e pondera bene i Tuoi effetti, quando il vento foffiando fopra la fiiperficie del
mare, o della terra, rimove, e porta feco quelle cofe che non foE per figurar quella fortuna fano ferme con la mafia univerfle
rai prima le nuvole fpezzate e rotte, drizzate per lo corfo del venaccompagnate dall' arenofe polveri
levate da i lidi marini
e
to
rami e foghe , levate per la potenza del vento fparfe per 1' aria in
herbe piegate a
compagnia di molte altre cofe leggiere pF alberi
quafi moftrar di voler feguir il corfo de' venti , con i rami
terra
.
&
forti
glie
huomini
g'
che
vi
con
fi
fcompigliate
le
trovano
rovefciatc
fo-
li
che reflano
ritti, fieno dopo qualche albero abbracciati a quello, perche il ven^
altri con le mani a g' occhi per la polvere chito non li flrafcini
Il
panni
i
capelli dritti al corfo del vento
i
nati a terra ,
panni
e quelli
&
&
di ritrofa
la
ma
pi
&
combattuta
avviluppata
infra
cun con
&
alberi rotti
fpu-
brani
rotta:
rotto
elevate
Li navilij
nebbia.
vi
1'
della
aria
che dentro
d' elTa
a guifa di fpefia
fiottile,
fpuma
infra
&
al-
le
tempeftofe onde
tenebre,
fatte
dalla polvere
nebbia e nuvoli
folti,
Qoyne
LIONARDO DA
DI
Coiie fi
Farai prima
fumo
il
movimento
L polvere
17
GAP. L X V 1
dell'artiglieria mifchiato
VINCI.
infra
l'aria
infie-
de' combattitori
de' cavalli
terreRre
perche cofa
1.
ponderofa,
polveratn
l'aria
oppolita parte
m^no
lenza, tanto
lumi
loro
alle
ria,
Li combattenti quanto pi
vederanno,
(\
ombre.
meno
Farai rofleggiarc
infra
fiano
perfone
t le
vifi,
da
far
diiTerenza
turbo-
detta
loro
e l'a-
gli
perda, e le
effendo lontane
parranno ofcufigure che fono infra te
il lume
re in campo chiaro , e le lor gambe quanto pi s' apprefferanno alla terra
meno fiano vedute perche la polvere vi pi groOa e
Ipeffa. E ( farai cavalli correnti fuori della turba, fa gli nuvolctt
to roffore quanto pi
fi
&
polvere
diflanti
fatti
cavallo,
meno
{\
pi evidente,
me
in
piana
uno
1'
dal cavallo
de' falti
il
fi
di
pi
le
pallottole de
ne' capelli
e altri
ciglia
vincitori correnti
con
gli
pi denfo.
,
luoghi
atti
altre
fiano
qual
pi preffo
fia
per
accompagnate
prime figure
le
il
fia
fcenda
chi
fcoppetieri
lor corfi
capelli
1'
monti
chi
di
fia
minore,
veda, anzi
diverfe ragioni
e
intervallo
quanto pu elTer
quel nuvolo che pi lontano dal detto
dall' altro
farai
a foftener la polvere
linea
d'
al-
polverofc
.
Farai
con le ciglia bafTe, e caccino contrari) membri inanzi , cio f manderanno manzi il pie deftro, che il bracchio ftanco ancor eOo venfarai il fegno fdrucciolare su per
ga inanzi
e f farai alcun caduto
& intorno alla mediocre lila polvere condotto in fanguinofo fango
quidezza della terra farai vedere {lampare le pedate de gf huomini
,
fuo fignore
di
Farai
alcuni
cavalli
ftrafcinar
morto
il
i8
Le
dell'occhio.
dette pieghe, e
di
arcate lab-
1'
molte
farai
rotti
lance
forte
fpade
armi
d'
&
infra
cofc
limili
altre
tutti
altri
vedere
il
perfona
&
larmato
gambe
le
&
polve-^
flrigner le
di-
volgerf a dtto
alla
ftorte.
alla
al-
fangue del fao colore correre con torto corlb dal corpo
Altri morendo llrignere i denti , travolgere g' occhi
re
pugna
feudi
La polvere che
rofo fango
in
come
huomini morti
Farai
vedere alcun cavallo voto e leggiero correre con i crini fparfi al vento fra i nemie vederli alcuno ftroppiato cadeci , con i piedi far molto danno
f
graffi
crudele
far
afpra vendetta
Potrial
balTo far
caduti in
un gruppo
re in terra
farli
&
lafciar
il
le
mani
g'
g'
combattere
occhi
&
un
fotto
&
le
occhi per
cavallo morto.
nemico piegato a
il
vedere
ri
mar de
guancie coperte
caufa
della
le
mani
con
dal
fatto
Vedranli
con
nettandoli
fango
di
polvere
huommi
molt'
lacri-
fquadrc del
ciglia aguzze,
le
le
&
&
fo
il
la
Et
alcun fiume, dentrovi cavalli correnti, riempiendo la circolfante acqua di turbolenza d' onde, di Ipuma, e d' acqua confufa (aitante
inverfo
l'aria,
tra
gambe
le
modo di condurre
Chiaro
confina con
tile
pedate ripiene
le
li
vede
la
terra
piana,
trasparente
Le
cofe
E non
pii
quanto pi
fangue
GAP. LXVIII.
che
1'
altra
la
quale
li
elevate e grandi
di
far niffun
che fiano da
te lonta-
canto
dell'
occhio
tuo
li
cauli
nell' aria
groiTa,
nondimeno
termi-
nando nella fomma altezza della cola viRa, viene a terminare in aria
molto pi fottile che non fa la fua baffezza per quella ragione quefta
;
li-
LIONARDO DA
DI
quanto pia
linea
montagne,
le
fai
chiare
pili
che
fa
dall'altra,
pi moltrcr
ballezze
le
la
di
colle
altezze pi
chiare,
variet della
forma
denje fare pi
lempre muta
pittore,
tu,
quando
T altezze
lontane
pi
quanto pi
leno
l'
una
lever in alto,
colore,
chiara
punto
farai
le
i^
Tempre
colle
in
quanto
in
Adunque
aria.
ibttile
che
le
Cowf l'aria
pi
in
VINCI.
punto
allontana da te di
s'
qualit di lottile
(jitanto
pi la fai
Jitr
bajja,
GAP. LXIX.
Perche queft' aria grofTa prefTo
alla
quanto pi
terra, e
pi
s'
allbttiglia
riguarderai
le-
fi
ver-
vedrai quel!'
perche i raggi
trovano pi reff-lcnza
E f il cielo alla viila tua terminer con la
bafTa pianura, quella parte ultima del cielo fa veduta per quell'aria
pi grolfa e pi bianca
la quale
corromper la verit del colore
che i vedr per Tuo mezzo , e parr il cielo pi bianco che fopra
,
te
da
perche
la
meno
quantit
d' aria
humori
Et fc riguarderai invcrfo levante
pi ofcura, quanto pi s' abballa, perche in dett' aria
grofT
luminof
meno
A far
Le
1'
aria
corrotta
parr
ti
balta
raggi
palTano
Campo
dal lor
GAP. L X X.
figure di
variet che
dimofkato
fa
al
polTibile
minutione di chiarezza
"Del figurar
nelli
le
ne' bianchi,
gra>clez.-z,e
delle
di
cofe
ofcurit
dipinte.
come
fia
offervato la di-
nelli
colori olguri
GAP. LXXI,
Nella figuratione delle grandezze che hanno naturalmente le cofife antcpoffe all' occhio , fi dcbbcmo figurare tanto finite le prime
gure eflendo picciole come 1' opere de* miniatori, come le grandi
de' pittori
ma le picciole de' miniatori debbono, elfer vedute d' apprclTo e quelle del pittore da lontano h coli facendo elTe figure deb,
bono
fce
fi
cornfpondcrc all'occhio con egual grolfqzzai e quello naperche elle vengono con egual grandezza d' angolo , il che
1'
prova cofi
fia
obbietto B.C. { Fig. 3.) e l'occhio fia A. e
,
tatta
20
per
fatta
l'
figu-
quanto il vetro D, E. , far pi vicino all' occhio A. e deve effere egualmente finita
E f tu finirai efTa figura B. C. nel vetro
D. E. la tua figura deve efere meno finita che la figura B. C. e
ra
M. N.
come
fatta fu
vetro F, G. perche
'1
fc P.
O.
la
O.
P.
perche quanto alla diminutione della figura effa darebbe bene , effendo B. C. diminuito in P. O. ma il finito non li accorderebbe con la dif^anza , perche nel ricercare la perfetione del finito del naturale B. C. allora B. C. parrebbe nella vicinit O. P. ma
f tu vorrai ricercare la diminutione del O. P. eflo O. P. par effere nella diftanza B. C, e nel diminuire del finito al vetro F. G.
farebbe falfa
Le
fe,
"Delle
che
figure
fon
debbono
fi
fi
GAP. L X X L
far
appre(To
d'
e le
confu-
feparate
acc'ioche
paiano
non
congiunte
GAP. LXXIIL
Li colori di che tu
l'uno
che
tale
fero di
dell' aria
che
condo che
fra
colore
campo
fi
fa
loro
s'
della
diftanza,
diano gratia
dell'altro,
di
fa
ancor che
fuf-
chiarezza
ta-
groffezza
della
inframette
cio
con
la
lume dei/
il
tali
interpofitione
1'
la notitia
Se
che
figure fieno
quale richiede
le,
le
quando un
e,
air altro:
vefti
ejjer
tn faccia
tolto
da parte ,
quale da pi gratta
GAP. LXXIV,
11
lume
fano ofcure
me
havendo
dinanzi
parti
aria,
tolto in faccia
fia
il
di
caufa che
lume da
tal
terali,
dopo
ofcurate
fue parti
priva di
&.
effe
dalle
tanto pi ofcurano
tali
alto
volto fono
a quello antcpofta,
infnfibili,
alli
il
oltre di
pofti a
volti
pareti
laterali,
volti
e
quali
le
maHi-
perche
le
dell'
onde
tal
predette
volto,
parte
pareti
quanto
laterali
effo
delle flanzc,
le
quali
fatto
feudo
dalli
rilievi
le
alto
del
volto,
LIONARDO DA
DI
volto
come
occhi, &i
che
ciglia
le
fottrag^ono
lume
il
fimi li altri
Vo've non pu
&
originale
fa
fi
fuoco
di
lume
o dal
reflelTo
Ma
del
corpo che
fa
altezze,
volta a corpi
d'
parte di ciafcun
herbe
ramo
ombrof
lume
volta al
originale
mo
un
fi
che in
l'altro,
fomma ne
onde non
corpi oppofti alcun lume riHerto
lume
per niente
vi
Vi
Li
riflelFi
rifiejj;.
fi
fimili
tetti
di
bench
la
della qualit
verta
fatte
defni-
di
quali,
li
Lume
parte del
ofcuri
tale
relulta
poiTono
da quella
luoghi
fecchi
o aria
promelfa
alla
fa
come
bofchi verdi
fole
per tornare
tione,
fi-
lume
il
altro
1'
vampa
derivativo
vane
ombre.
e
da
deriva
corpi dcnfi
lume quello
primo obbietto.
di
GAP. LXXVL
lumimfa.
rt-verberatione
ejfcr
men-
il
chiara qualit,
di
li
corpi
lumi
&
g'
GAP. LXXV.
fon caulate da
riveiI)erationi
di
incaCfatura de
all'
rilievi
Velia rherheratiofie
Tutti
21
il
to alla gola
Le
VINCI.
da ciafcun
ofcurit , che
dare
obbietti
rail
GAP. L XXVII.
fiano partecipanti
tanto pi o
meno
dove
cofa dove fi
cofa
della
generano
che della cofa che li genera , quanto la
generano di pi pulita fuperficie di quella che li genera.
fi
Ve
r'ijejj
Li
riflerti
delle
parti
ombre alluminando o
condo che
rezza
quefta
fono che
altri
Ma
elle
tal
la
meno
confideratione
fuggono,
le
ombre
che
illuminate
alleviando
fono pi o
per fuggir
tu
pi
GAP- LXXVIII.
o meno
la
contrapofte
nelle
rifaltano
loro
ofcurit
con pi o meno
mclTa in opera da molti
vicine
tali
quefti
fi
ridono
un
fe-
di
chia-
molti
dell'
altro.
1*
metti
in
opera
r altro
22
non
f^rai
quali,
ti
laudino
fi
!DoT/f
una come
l'
de lumi
rij!f/j
l'altra ietta.
di
fo>!0
Maggior
nimor
chtarc'z,'z.a
GAP. LXXIX.
Li
riflefT
&
rtrer
cofi
ofcuro rifpetto
e(fere
tal
^al
part( del
Quella parte
lume
ve
il
fia
la
te
rifieffo
far pi chiara
in
F,
fia
Sia
GAP. L X X X.
pi chiara o alluminata
far
cavit oppofita,
quale confina
la
infenfibik
far
rifielfo
bianchezza con
alla
il
la
quale ombrofa.
percofTo
infra
come
angoli
lurninofc)
N.
quale
rifatta
che
fia
eguali
E.
{Tig. 4.) e lo
per tutta
la
lume, che
tal
non
far
ricc-
A.
B.
conriflet-
nflcllo
da
angoli eguali,
d'
fi
Ve'
Li
roffi
riflelTi
di pi
colori
della
rijejfi
della
carne che
cardie.
GAP.
hanno lume da
LXXXL
altra carne
fono pi
di car-
2 libro, che
dice: La fuperficie d' ogni corpo opaco partecipa del colore del fuo
obbietto i E tanco pi quanto tale obbietto gli pi vicino , e tanto
meno quanto gli pi remoto, e quanto il corpo opaco e maggiore
perche effendo grande elfo impedifce le fpetie de g' obbietti
quali corromli
circofUnti, le quali fpelfe volte fono di color vari;
pono le prime fpecie pi vicine, quando li corpi fono piccioli: ma
ne che
fia
neir
huomo:
e quefto
accade per
la
3.'
del
non
,,
DI
LIONARDO DA
VINCI.
23
minori
che
ailai
Vo^f
Quel
le
li
picciole
y'tfleff
rifleflo
far
apprello
d'
fono
pi
di
faifibilt.
fpedita
CA?. LXXXII.
evidenza,
quale
il
veduto
campo di maggior ofcurit, e quel fa meno fenfibile, che fi vedr in campo pai chiaro
e quefto nafce che le cofe di varie ofcurit porte in contrailo
la meno ofcura fa parere tenebrofa quelin
la
rto
Ve
rtflefi duplicati
triplicati.
GAP. LXXXIIL
riflefl'i
duplicati fono
di
&
nflerto
NO. SO.
Come
>ijfio
colore
de
gV
riflejjo
altri
femplice
wa
mijlo
con
le
fpetie
GAP. LXXXIV.
colon.
un
corpo
tinge erta i'uperficie del fuo proprio colore-, ma far mirto con li
concorfi de gl'altri colori riflerti
che nfaltano nel medefimo luogo:
come far il color giallo A. {Fig.6.) .che rifletta nella parte dello sferico G. O. E. e nel medefimo luogo reflette il colore azzurro B. Dico per qucrta liflcrtione mirtc'^ di giallo e di azzurro , che la percuf
lione del fuo concorfb tinger lo sferico i e che s* era in f bianco
lo far di color verde , perche provato eh' il giallo e 1' azzurro
mirti infieme fanno un bellirtimo verde
Nlrtun
colore
che
rifletta
nella
fuperficie
d'
altro
Qotne
24
Come
njolte
rar'tjTime
li
f(j)i\ del
r'tfleff
co/p
del
colore
d^nje Jt
co>gtu}]gono
GAP. LXXXV,
Rariffime
che
volte avviene
li
riflefri
fiano
del
medefmo colo-
dove
fi
Vo'-ve
Infra
'1
fi njedra
pi
parte
Le
bietti
quali
li
riflettono
GAP-
LXXXVL
potente
la
de' corpi
fuperficie
meno
dimoftra pi o
po pi o meno ofcuro
la
rtflejfo
medefima
di
rifleflb
il
in
la
lui
di
quelli ob-
eguali
tente
quale avr
il
il
raggio
ilio
rifleflb
di pi breve lunghezza
li
colori
generato
rifleflb
Adunque
cofi
pi vicino al rifleflb,
far
pi
tinger
di
f?
conyerfo
Ve
Tutti
pittore
colori
colori
fa
deriflefi.:
riflefl
fbno
GAP, LXXXVIL
di
manco
luminofit
che
il
lume
retto
tale
Ve
LIONARDO DA
DI
Ve
Il
termini de
nel fuo
y'tflefi
termine del
riflelTo
in
campo
2$
GAP. LXXXVIII.
campo
VINCI.
chiaro
pi
rifledo
d' elTo
Hir
convcrfo
T>d
collocar
le
figure
GAP. LXXXIX.
Tanto quanto
parte
la
&
del corpo
ficiali
quefta linea pi
fopra
riore eftremit,
piede che pofai i lineamenti traverfi coftretfanno co' loro eftremi pi baffi in quella paril
ti
a eguali angoli
te
C\
fi
C.
B.
injeme
le
GAP. XG.
tutte
Quando tu
le membra
&
fij
fiti
no
in loro
cofe
d' elle
che
atti
faccino
barai
mente
azzuffarfi infieme,
circoftanti
&
fpartitori
un tuo
atti fia-
veditori
picciol libretto,
quale tu debbi fempre portar teco: e fia di carte tinte, acci non
r abbi fcancellare , ma mutare di vecchio in nuovo i che quefte
non fon cofe da cflere fcancellate , anzi con grandilfima diligenza
atti delle cofe, che la
ferbate, perche fono tante l'infinite forme
il
&
memoria non
aiutori
maeftri
"Del por
La prima
nell
nell' hiftoria
'
hifiorta
farai
GAP. X G
I.
il
natura-
Modo
,,
2(5
Modo
GAP, XCII,
&
quanto
effe
Del comporre
Ricordati
fcorci
pittore
quella,
di
hifiorie
quando
fai
una
come
delle parti,
fi
GAP. XGIIL
fola
figura
fuggire
di
tutto, perche
del
gli
tu havere-
fti
delli
componitori di
1'
difcordia,
tal
Neil' hifiorie
neW
devono
vi
o vuoi
hijlor'ie
dire pazzia
bcftialilfima
^r
GAP. XCIV-
huomini di varie
grafTezze
magrezze,
effer
complefTioni
,
grofT, fottili j
dature, carnagioni, attitudini,
grandi, piccioh , graffi, magri, fieri, civili, vecchi, giovani, forti e
mufcolofi deboli e con pochi mufcoli , allegri , malinconici , e con
capelli ricci e diftefi, corti e lunghi, movimenti pronti e languidi, e
,
II
mo'vhncnn
dell'
huomo
T^eir imparar
Li movimenti
gnitione delle
e
giunture
dine de
g'
qualunque cofa
e colori, e
membra,
&
dell'
in effa hifloria
huomo
vogliono
del tutto,
fi
richiede.
GAP. XGV.
effere
in tutti
moti delle
li
huomini
nelli
loro accidenti
fenza
eh* efT
s*
membra
1'
attitu-
avvegghino
che tu li confideri
perche avvedendofene haveranno la mente occupata a te , la quale bavera abbandonato la ferocit del fuo atto
al quale prima era tutta intenta, come quando due irati contendono
li
quali con gran feroinfieme , eh* a ciafcuno pare haver ragione
:
cit
muovono
appropriati
le
alla
ciglia,
loro
le
braccia,
intentione
&
e g' altri
alle
loro
membri, con
parole
il
atti
che
non
far
LIONARDO DA
DI
non
potrcfti,
come
vago
fi
ftile
ta
g' atti
hiflorie
1*
quando
barai pieno
Del comporre V
Lo
le
ftudio
componimenti
de'
figure difgronatamentc
per
tutti
poi
di
di poi fia
varij afpetti:
paurofo
e quefte tali
Della
Dilcttifi
variet
fugga
mV
rvar'teth
pittore
il
due
di
membra
combattlno
atti
&
in
vile
col
animo
dell'
GAP. XGVII.
btfovie.
componimenti
ne'
fare
ftudio fpeculate
dell' hiftori
copia e
della
replicare alcuna
il
di porre
efferc
fiano
deve
dell' hiflorie
che arditamente
inventione fia efaminata in varij
feguito il combattere dell' ardito
attioni
e molti altri accidenti
quefta tale
GAP. XCVI.
cio abbozzate,
piegamenti,
prefb la defcrittione
fa
infieme
verfi
li
h'iflore
infe^neru
t'
il
ccn
iimilmcnte no-
quello
icche per
ingenate
di carte
loro compartigione
fmili:
movimenti,
tali
27
o altro accidente,
ira,
tal
libretto
de' circoilanti
a comporre
un
portar teco
di
d' arc^ento
lo
gli
VINCI.
rifo,
quello
tu
Ce
&
fia
ac-
novit
la
1'
campagne
&
favio
al
malenconici
e colli
con
la
volgo
g'
allegri,
d'i^erjjcctre
Gomun
'
difetto
urte
de njoh
neli
'
gire
tale
errore
parte
.
al
le
mediante le
non fiano fatte
medefime
figure
quanto oiTerverai pi
bello,
&
il
hjor'ie
moke
cino
meno
meicolerai
che
ridenti:
ridenti
li
ra dell'Imperatore,
ftoria
ne
con
la
li
natura d
ridenti, e coi
contrario.
il
Del
la
dal
fepartione
ofTervata
fia
vecchio
al
ne
in
riconofccrfi
ne replicate mai
eh'
un volto
una
2
hifioria,
&
il
fi
1'
aria
I,
e figu-
figure dipinte:
giovane,
il
GAP. XGVII
ne in tutto
veda nelf altra
,
eh'
debole
il
al
brutto
forte,
fia
ne
hivi-
tanto
pili
,.
2%
una per V
l'
figura
altra
accrefcer
perche rpeffo avviene che i pittori, diiegnando quallvoglia cofa , voghono , eh' ogni minimo fegno di carbone fa valido
in quefto s ingannano
perche molte fono le volte , che 1' animale
in bellezza.
&
accompag)mre
T)ell
li
colori
con
le
confina
lui
moto
vicinit d'
dell'
ben
V um
che
un colore dia
nella compofitione
nel
la
altro
moto mentale
finita
disi
gli
gratta
GAP. XCIX.
all'altro.
tm con
al
vede
fi
arco celefte,
grafia
fare
generano
fi
fi
come
arco,
tal
alli
colon
quali
li
che
altro
all'
dimoflrato
s'
al
fuo luogo
Hora
un
eccellente
ofcurit,
dagli
l'eccellente bianchezza
cofi
con
la
T>cl
<vi^i
far
Sempre a
rarai
prima
quelli
belli
colori
nelle
fue
candidiffimo, e queflo dico de' colori che foperche a quelli che non fono trafparenti , non giova
1'
dietro a
d' eccellente
f
2)<f'
campo
il
1'
C A P.
no trafparenti
campo chiaro e
efcmpio di queflo
li quali
quando fono interpofli infra
mollrano
fu-perjicie
aria
colori
bellezza,
il
e'
1'
che
infegnano
occhio e
far
1'
li
aria
luminofa,
non pofTono,
fi
havendo
dell*
ombra
GAP. GL
colore
dell'
di
Velia
LIONARDO DA
DI
'vartet
T)ella
che
fanno
li
colori
delle
VINCI.
cofe
remote
j^
e p*pt)]qus
GAP. CIL
Delle cofe pi ofcure che X aria, quella fi dimoftreri di minor
la quale fia pi remota: e delle cofe pi chiare che Tana,
ofcurit
quella fi dimoftrer di minor bianchezza , che far pi remota dall'
perche delle cole pi chiare e pi olcure che Y aria , in
occhio
lunga dilLmza fcambiando colore, la chiara acquifta ofcurit, e 1'
,
/;;
c{tBaiiz,a
perdono
Jt
coUri
tategrameut e
delle cofe
GAP. GUI.
Li
colori
nor diftanza
delle
cofe
fecondo che
fi
perdono interamente
g'
occhi
meno grofTa
Adunque f
tanto pi o
dalla terra
vicini
alla
terra
cofa.
la
che
mag-
o remota,
veduta faranno
pi vicina
far
ella
grolTezza
la
quefto
la 7.* di
X occhio
maggior o mi-
la
quanto pi
allora
in
da
lui
interpola
dell" aria
fra
l'
oc-
cofa
la
L'
bre
ombra
traenti
colore,
che dice
obbietto
tecipi
all'
ma
GAP. G | V.
azzurro
il
ha
le
bianco per
ricetto di
del colore
dell' aria
fuo obbietto
far
omb^^ft
pi nera
GAP. G V.
nilTun' altra
connumerato
perfcie
om
non
flual colore
che
fue
fupcrficici
infra
li
colori
e
,
in pi
variet
quefto nafce,
&
de'
colon
delli
fuoi obbietti
so
che
fuperficie
niffun' altra
che il
bianco ' pi remoto per natura, e per quefto pare, &C
ferenza dalle Tue ombre principali alli lumi principali
retto
contrario,
'Del
che non
colore
gran de-
d ana.
CVL
GAP.
che un mededmo colore non faccia mutatione in vae quefto accadere q,uando la proportione delle groflezrie dirtanze
ie dell' arie, e le proportioni delle diftanze che haveranno i colori
dall'occhio, la una mcdelima, ma converla Provaf cofi: A. {Ft^- 9-)
iia l'occhio, H. ia un colore qual tu vuoi, pollo in un grado di diana di quattro gradi di groiezza, ma
fanza remoto dall' occhio,
perche il 2 grado di fopra A. M. N. L. ha la met pi fottile, l'aPofibile
,
ceflario
che
pollo nell'altezza E.
fia
la
linea
no
in proportione eguale
ma
converfi
Il
colore E.
te
la
groffezza,
che
ti
ma
neceffario
bifogna dire.
11
fare
una
Il
la
fi
trova diftan-
G. due
proportione del-
terza calcolatione,
gradi
di
queft' e
fopra,
mik
fi-
LIONARDO DA
DI
VINCI.
31
&
il
mile &: eguale al grado A. F.
mezzo grado C. B. fmile ma
non eguale al grado A. F. , perche folo un mezzo grado di lunghezza , il quale vale un grado intiero dell' aria di fopra
Adunque
.
la
trovata
calcolationc
fatisf
un
intiero
d'
eOa aria
di
fopra,
&
fopra,
propofto
al
&
fi
il
che habbiamo
uno
tre
gradi in va-
dentro, cio
ef
fo quarto. Seguita A. H. ha quattro gradi di groffezza d'aria: A. G.
ne ha ancora quattro, cio A. F. ne ha due, &: F. G. due altri,
che fa quattro. A. E. ne ha ancora quattro, perche A. C. ne tiene due , & uno C. D. che la met dell' A. C. e di quella medehma aria, & uno intero ne di fopra nell'aria fottile che fa quattro. Adunque f la dilanza A. E. non doppia della diftanza A. G.
ne quadrupla dalla diftanza A. H. ella relUurata dal C. D. mezzo
grado d' aria grofla che vale un grado intero dell' aria pi fottile che
E cofi e conclufo il noftro propofito , cio che il
fopra
fl: di
li
colore H. G. E. non fi varia per varie diftanze
di
ven*
B. E.
Velia profpettha de
GAP. CVII.
colori.
in varie
diflanze
&
eguale altezza
tro gradi:
il
terzo eh' C.
come moftrano
nea, come fi vede
do d'aria fottile S.
di:
le
fia
fei
dcfnitioni
gradi:
il
de' circoli
4**.
eh'
che
fi
D.
fia
otto gra-
tagliano fu
S. P. fia
la
li-
un gra-
un
T.
fia
&
&
della grofla
men
grofia
e cofi
habbiamo pro-
tal
effere la
varie occupationi a
effi
colon
Xfel
32
X)el
Non
muta
che >ion fi
colore
GAP. CVIII.
tn
1'
1'
nalza tanto
nell' aria
eh' entri
gradi di grolTez-
tre
&
il
colore acquiftato tre gradi di diftanza
allora tu ti puoi
za
render certo, che tal perdita di colore ha fatto il colore alto e remoto quanto il colore baflb e vicino , perche f Y aria alta ha per,
duto
quarti
tr
acquiftato
li
va remoto
Se
li
colori
ciall'
occhio
n}artj
^ojfono
cofi
color
il
ejfere
fi
prova
parere
ci'
ha
nell' alzarli
quarti di
tre
fi
tro-
intento noftro
l'
una uniforme
ofcurita
mediante
GAP. C I X,
mente
e
lori
la
figure
de' predetti
Della caufa de
corpi
perdimenti
de' colori
che paiono
Molti fono
tenebrofi
delle
&
fiti
in f
fi
figure de corpi
non fono
mediante
le tenebra
GAP. G X.
alluminati,
tutto privi di
al
chiari
qualunque variet
che
di
fi
dimoftrano
colon
figure
alluminata che infra le cofe vedute e 1' occhio s' interpone, come fi vede dentro alle fineftre che fono remote dall'occhio,
nelle quali folo ii comprende una uniforme ofcurit affai tenebrofa:
ce
dell' aria
forte
alluminate
elTa
cafa
potrai fpeditamente
tu
vedrai
in
effer
quelle
che trovar
fi
potelTe
LIONARDO DA
DI
E
quella
tal
dimortratione
VINCI,
per difetto
nafce
33
dell'occhio,
il
quale
grandezza della
Tua pupilla, e per quello manca alTai della- flia potenza: e nelli luo2;hi pili ofcuri la pupilla fi allarga, e tanto crefce di potenza, quant'
Provato nel 2." della mia pr (petti va
ella acquilla di grandezza
vinto dalla foverchia luce dell'aria, rellringe aliai
la
Coiue
mlftiU'.
co fa
mojra
jho color
il
colore
fnnl
njeyo
ella
wi
ha lum? da un ahr^
GAP. CXI,
il
il
lume
&
J)e
color
de
NelTun termine
campi
lor
di
C A P. C X 1
colore uniforme
mediante
1.
dimoflrer
fi
U paragoni
eguale,
elTere
non termina in campo di colore limile a lui. Quello fi vede maniche ciaicun colore pare pi
feflo quando il nero termina col bianco
nobile nelli confini del fi.10 contrario che non parer nel fi.10 mezzo
Te
miuatione de
T)ella
meij [opra
trafparenti dati
colori
dfverjt
C A P. C X 1 1
fopra
un' altro
colon
1.
colore variato
che lo compongono
Quello fi vede nel lumo che cfce dal cammiil
quale quando rincontro al nero d' eflo cammino fi l azno
zurro, e quando s' innalza al rifcontro dell' azzurro dell'aria, pare
berettino , o rolTeggiante E cofi il pavonazzo dato fopra 1' azzurro
color di viola: e quando l'azzurro fiir dato lopra il gialfi fa di
.
lo
egli
fa verde
fi
chiaro fopra
ro
l'
e r ofcuro
Qlucil
ofcurit
&
fi
&
il
croco fopra il bianco fi fa giallo
fa azzurro, tanto piti bello, quanto il chia-
il
faranno pi eccellenti
GAP. CXIV.
Qui
bello in
d'
il
..
34
o quella
rentia
dell'
ombre mezzane, o
Qui bifogna
perche
hanno
colori
diverfi
defimi: e quello
quello
me-
le
dimollra
ci
nero, che ha
il
la
nell'
ombre mez-
lacca nell'om-
la
bre mezzane
Come
pi
bello
bielle
GAP. C XV.
nelV ombrof.
Ogni
bro(a
colore e pi bello nella Tua parte alluminata che nell' ome quefto nafce , che il lume vivifica e d vera notitia della
za ,
nero
non
&
impedifce
pi bello
notitia
la
&
ombra ammorza
1'
ombre
nell'
fi
rilponde che
il
nero
colore
Veli
'
e'videtma de
il
pi
colori
GAP. G X V L
la
contrario.
^Iml parte
deve
ejfer
pi bella.
GAP. Gxvn.
elfo
Se A.
{Ttg. II.)
lume:
E. che
fia
il
lume,
e B.
non pu vedere
lume che
fi
genera
&
effo
lume, vede
che
fia
roffa
per linea da
folo
la
parete
Effendo coli,
il
alla
to pi bello che B.
f alluminato
fia
fia
ancora
egli
mol-
un color can-
Come
Se
il
la
lume,
il
noi
bello
del
vediamo
la
debb' eJfer
qualit
tingerfi nel
ni lumi
de' colori
lore
colore
colore alluminato,
G A Pr G X V
effer
1 1 1.
conofciuta mediante
pi
e
Adunque,
tu pittore, ricor-
parte alluminate
Del
DA
DI LIONAPvDO
T)el
<vnc{e
color
rugginf
dalla
fatto
Tene va in
fumo
non folamente
Tua bellezza
la
Tene vh in
lumo
non
egli
s'
ma
fa
inelTo a oglio,
fubito invernicato
far
egli
s'
color
tal
5^
GAP. CXIX.
rame.
di
Il
VINCI.
GAP. CXX.
quando
elfo
rifolve
che
eflendo
nell'acquavite,
rifolve
fi
quando
clTa
fredda
calda;
che meglio lo
con
eflo
verde femplice
&
&
Velia m'ijmie
Ancora che
de colori
'
miftionc de
la
'
un con
altro
colori
l'
un
GAP. C X X I.
con
1'
altro
fi
ftenda
non refter per quello che io non ne facci un poco di difcorfo Ponendo prima alquanti colori femplici con ciafcun
e poi a due a
di quelli mefcoler ciafcuno degl' altri a uno a uno
per fino all' intero numero
due & a tre a tre
e cofi feguitando
di tutti li colori
poi ricomincier a mefcolare li colon a due con
due, & a tre con tre, e poi a quattro, cofi feguitando fino al fine, fopra elfi due colon femplici fenc metter tre, e con elfi tre
e poi icguiter tal miifione in
accompagner altri tre, e poi fei
tutte le proportioni
Golori femplici domando quelli che non fono
comporti, ne fi poiTono comporre per via di milbone d' altri colori, nero,
bianco: bench quelli non fono mefli ha colori, perche
altro
uno privatione e
r uno tenebre
cio
X altro e luce
generativo: ma io non li voglio per quefto lafciare in dietro, perconcioiache la pittura fia compolla
che in pittura fono li principali
Dopo il nero e il
d' ombre
cio di chiaro e ofcuro
e di lumi
verfo r infinito
1'
1"
bianco feguita
n,
o vuoi
1'
azzurro
dire
ocriai
di
verde e lionato
giallo
poi
poi
il
morello,
il
cio
cio
pavonazzo,
&
rof-
tail
,,
^6
roffo
non
pi
in natura
de* .quali
anzi neceflarufTimo
s'
intrametter infra
e la pratica
la teorica
Della
La
fuperjic'te
CAP. CXXIL
&
Compone
^ale
la
fuperjicie
bianco
Il
e azzurro.
di. giallo
pi
di
ricettinja
CAP. CXXIII,
colori,
niflun
altra
Provaf
qualunque corpo che non fpecchiato
dicendo che ogni corpo vacuo capace di ricevere quello che non
pofTono ricevere li corpi che non fono vacui, diremo per queflo che
il bianco vacuo , o vuoi dir privo di qualunque colore
& efTendo egli alluminato del colore di qualunque luminofa, partecipa pi
d* eflo luminofo che non farebbe , il nero , il quale fmile ad un
vafo rotto , che privo d' ogni capacit a qualunque cofa
fuperfcie
di
corpo J tinger, pi
2lual
La
perche
1'
quali
fupeificie
moto:
&
venendo
re
la
del
fuo
obbietto
CAP. C X X I V.
quale
effa
gli
fupeificie
pi
far
occupando
in
tali
farebbe
vicino
co-
Quefto avviene
corromperebbero pi
efTo colore,
fuffe
la
ri-
dimoflra pi integramen-
fuperfcie
de' corpi
che non
di tal obbietto,
^al
La
color
Tua natura
te la
d'
queir obbietto
lor di
le
fuperfcie
del
di
quell'
di pi
opaco
bel
fi
CAP. CXXV.
colore.
moftrer
un
di
pi
perfetto
colo-
VclV
LIONARDO DA
DI
Dell
Quel
'
v2carmtio>;e de ^olti
pi
de' corpi
37
GAP- C X X V L
lunga
conferva in
fi
VINCI.
che fr^ di
diftanza
maggior quantit
Quefta propofitione
ci
1'
&
cofa pi bianca.
tefta
Modo
di ritrarre
rilievo^ e di preparar
il
le
GAP. GXXVIL
pittori
pcrficie delle
&
per ritrarre
mezzana
di
carte
ultimo
cofe
le
ofcurit
lumi principali
ofcure
quelli
in
Tella ryariet
di rilievo
li
debbono
tingere la
poi dare
picciol luogo
in
primi che
(\
ombre
1'
perdono
pi
fon
quali
li
all'
fu*
occhio.
d' un
GAP. GXXVIIl
che
pone
Infra
li
colori
meno
fi
rimove
infra
1'
occhio
dall'
occhio t
la
medefima
della
occupa alquanto
cofa veduta
fomma
di gran
varia
fi
s'
inter-
detta co-
la
veduta
fi tinge forte del
colore di tal aria , e f l aria far di fottile quantit, allora 1' obbietto far poco impedito.
fa
e f r aria interpofta
far
in
campagna
allora la cofa
GAP- C X X I X.
Della verdura veduta in campagna di pari qualit , quella parr effere pi ofcura che far nelle piante degl' alberi , e pi chiara
fi
dimoflrer quella de' prati
^al
verdura parr
Quelle verdure
quali faranno
di
fi
pii
d* azzurro
GAP. CXXX.
dimoftreranno partecipare
pi ofcura ombrofit
fi
compone
pi
d'
azzurro
le
e qucfto
fi
difianza
fiii^i'^
i%
che
nieno
^lual'
CAR
dtmojlra
altre
il
fuo
CXXXI.
gliano
cofi
il
quali
le
fpecchia
fi
il
fole,
1'
aria
pi-
che l'allumina,
in
mofirera pi
ilual corpo
ti
e nelle
quale
la
colore.
<vero
mcn
pulita e piana
&
il
CXXXI L
Quefto
GAP.
vede
fi
ne'
panni
la fupcrfi-
lini
nelle
deir herbe
foglie
alberi
tinge
li
Mai
li
de
charez,'La
T>ella
colori
vivacit
paejt
GAP. CXXXIII.
de' paefi
chiarezza
GAP.
L' aria far tanto
effa
eflb
pi vicina
all'
colori
in
haranno
dipinti
paefi dipin-
efii
lunga
dijanx>a,
GXXXIV.
meno
orizzonte pi remota.
Quefto
prova per
{\
la
far
3.'
il
l'
quale
vefte
ci
1'
fia
aria
occupa
le
tenebre che fon fopra di lui che non fa effa aria, e per confeguenza , r aria corpo men raro che il fuoco pi s' allumina dalli raggi flari che la penetrano,
alluminando l'infinit degl' atomi, che per
&
effa
s'
per
effa
che
effa
onde penetrando
rende chiara alli noftri occhi
aria la fpetie delle fopraddctte tenebre, necelTariamente fa
bianchezza d' aria ci pare azzurra, come provato nella 3.*
del
IO.*
infondono
tanto
fi
ci
s'
quanto
fra
efle
te-
Come
f
LIONARDO DA
DI
f
di
r occhio di chi lo
vedeiTc
l'
maggior grofTezza
c(Ter
P.
confider
R.
e i tal
occhio
la
quale
per
la
P. S.
d' aria
P. S.
e coli
dell'
fola
acqua
P.
che per
S.
per
linea
la
quale
la
pae/t
che dar
quella
far
fi
1'
perluafo
prima
di
ana
dell"
dalla fupcrficie
rifletta
per mex.'z.o
fimulacro
noftro intento.
il
CXXXV.
GAP.
aria
linea
orizzonte
all'
Queir
pi chiara
parr
gli
T occhio
ana quali in
vedr
feguita , perche la linea del
la qual cofa
maggior fomma d' aria per la rettitudine
inchina
s'
perficie
^c,
P. [Fig.
fLiffe
,,
VINCI.
la
uiterpojlo
dell'
nella
fii-
acqua
all'
dell'incidenza
tnfra loro
'
fia
occhio
e-
GXXXVL
GAP.
del Tuo
vlfibile
occhio far
1'
naturai
colore
maggior
di
grof-
fezza
ombra
a lumi
tS'
1'
ombre
qualunque
adombrati di
&
a'
colore
lumi
,
&C
alli
termi-
faranno pi fepa-
1'
un
&
'
GXXXVII.
GAP.
ni
ali
dall' altro
faranno pi varij
cio eh'
,
traente
Come
all'
ofcuro
J dc'Ve riparare
in
Quando
campo bianco,
il
quando
ofcuro.
colore d'
allora
ti
hiaucn
bianco
J terrnhia in
ofcuro
GAP. GXXXVIII.
un corpo bianco
bianchi
s'
faranno
abbatte a terminare
eguah
o n:
in
e f
fa-
ranno eguali , allora quello che ti pi vicino fi far alquanto ofcuro nel termine che egli fa con elTo bianco: e f tal campo far
men bianco che il colore che in lui campeggia, allora il campeggiante
fpiccher per f
ter-
mine ofcuro.
Vclht
,.
49
'Della
de colon de
/icitiiYci
camp
[opra
campeggia
quali
li
bianco
ti
GAP. CXXXIX.
La
ofcuro
qucfto
cofa bianca
fi
ha infegnato
ci
il
quale
la
la
de, Q
d' efla
calii
allora elTa
neve
pare veloce,
la
neve
d'
vicina
ci
pare
continua quantit
pare difcontinua
chilTima
e
ombra
ofcurita dell'
i
remota
la
chiarezza
cofe
la
ci
di
ci
quale
vede
^\
moftrer bian^
da lontano tarda,
fi
guifa
quando noi
quando noi la
di
bianche
cor^
campi
"De
Delle
apprefo
la
1'
pili
fi
delle
chiarezza
egual
d'
figure
quella
campo
C A P. C X L,
dimoftrer
fi
minor
di
maggior bianchezza
di
1'
"De
Di
campi
delle
dipnte
coje
grandiffima dignit
il
li
campi che
GAP. G X L
difcorfo
de'
circondano
li
campi
I,
cam-
ne' quali
peggiano li corpi opachi veftiti d' ombre e di lumi , perche a quelne* campi ofcuri , e le parti
li fi conviene aver le parti alluminate
ofcure
Di
ne'
quelli
campi
chiari
che Jngono
in
fi
come per
campagna
la
vicn
figura
la
cofa pi
dimoliraco
GAP. GXLIL
Molti fono che in campagna aperta fanno le
ofcure quanto effe fono pi remote dall' occhio ,
contrario
gi la cofa imitata
De
colori
delle
cofe
g'
fi
non
folle
tanto
pi
qual cofa in
la
perche allora
aca-
propone.
remote dall
'
occhio
GAP, CXLIII.
bianca
figure
con grolTezza
di
Adunque havendo
due miglia
<;lla
l'aria diIo
tinge
pi
,,
LIONARDO DA
DI
VINCI.
41
vera
li
Gmdi
Non
GAP. CXLIV.
di pitture.
fpccchtamento
7)ello
dell'
colore
di^verf afpeiti.
GAP. GXLV.
Il
da
terra
to
rnarc ondeggiante
ferma
vede
il
pi vicino
di
colore ofcuro
l'orizzonte,
ma
vede
tanto pi ofcuro quan,
chi lo
alcun chiarore,
vedcfi
over luitri
che fi muovono con tardit ad ufo di pecore bianche negl' armenti
e chi vede il mare ftando in alto mare lo vede azzurro; &c quefto
nafce perche da terra il mare pare ofcuro, perche vi vedi in lui
r onde
che fpecchiano
no azzurre , perche tu
fpecchiata
pi
uatura
vedi
de
della terra, e
nell'
onde
paragom
fanno
bianche che non fono , e
veftimenti
carni ofcurc
veili
ofcurit
1'
ari^
di
onde
tal'
Della
Li
1'
rofTe le
&
neri
veflimcnti
dimofrano
parer
li
GAP. G X LV
le
carni
de' fimulacri
veflimcnti bianchi
gialli
le
fanno
I.
fanno
parere
humani
parere
colorite
pallide.
Vel
le
f'
42
T>el color
Mai il
ombra
CAP. CXLVIL
ombra
dell'
di
1'
T>ella p'ofpeiti'va de
ne luoghi
colori
ofcur'i
C A P. C X LV 1
colori.
infino
fa
alle
L
tenebre
pi remoto
CAP. CXLIX,
debbono elTer femplici, & i gradi della loro dimlnutione infieme con li gradi delle diftanze fi debbono convenire,
I primi
colori
punto quanto
partecipare
del
elfi
faran pi vicini,
gli
del
colore
fuo
&
orizzonte
colori
quanto
del
han tanto pi a
elfi a quello fon
pi propinqui
De
II
colore che
corpi cmbrofi,
alluminato:
fia
di
la
CAP. CL.
fi
dunque
colori,
'
dell' aria
a'Zj-z.urro
nell
'
aria
CAP. C L I,
dell' aria
al-
occhio
s'
dell'
interpone
azzurrq appiccatoli
dell' aria
che infra
lui
Ve
DA
DI LIONAPvDO
Tfe
VINCI,
43
GAP. CLIL
colori.
colori
il
quale far
pi
campagne
fi
bianco
cof
che
verde
il
difTimile
tralmuter pi
per
&
il
azzurro
nell'
contrario
colori
la
ofcurit.
Ma
il
giallo
fi
trafmutara
quanto
efii
tanto
pi o
meno
del-
il
GAP. GLIII.
ombre parteciperanno
neir
porti
naturai bellezza
loro
che non fa
bianco manco
roffo,
il
'Bicolori.
verde delle
il
giallo e
il
Adunque
nero.
detto
al
effi
quanto il luminofo fa di
maggior fplendore. L' avverfario dir: Tante fono le variet de* colori dell' ombre
quante fono le variet de' colori che hanno le cofe adombrate. E io dico che li colori pofti nell'ombre moflreranno
infra loro tanta minor variet , quanto l' ombre che vi fono ftuate
fano pi ofcure, e di queflo ne fon testimoni quelli che dalle piazze guardano dentro le porte de' tempij ombrofi , dove le pitture veil
De camp
cffcre
pi ofcuro che
chiaro che
la
parte
Terche
azzurre
corpo
Quando
opaco
GAP. G L I V,
alluminata
parte
d'
effe
figure,
de-
e pi
ombrofa
il
effo
queflo
dipnti
figure di
le
la
non
bict)Jco
Il
colore
de corpi
figure
Il
ve
delle
tenebre
in
ma
colore
in
campagna
nafce per
partecipa
la
una potenza
alta
che dice
4.*
color
del
G A P. G L V.
del
fuo
ricettiva
tutte le fue
:
ogni
ombre fono
La fuperHcie
obbictto
d'
d'
ogni
Adunque
tal
bianco cITendo privato del lume del fole per interpofitione di qualche obbietto trafmelTo fra il fole
elio bianco, refta tutto il bianco , che vede il fole e 1' aria partecipante del color del fole e dell'
&
non villa dal fole refta ombrofa, e partecipante del color dell' aria
e f tal bianco non vedeffe la verdura della campagna infine all' orizzonte , ne ancora vedeife la bian:
chezza
44
chezza di
orizzonte
tale
di femplice
colore
del quale
Ve
lume
11
dubbio
moira
fenza
fi
eficre
Y aria
elTere
GAP. CLVL
colon.
parrebbe
bianco
eflo
ogni
cofa
in
giallo
ma
non
quello
apparer elTcr vero , f non al paragone delle cofe alluminate dall' aria j e quello paragone fi potr vedere vicino al fine della giornata
1'
aurora,
ancora dove in una ftanza ofcura dia
e ficuramente dopo
&
fopra
1'
&
&
ancora un fpiracolo
lurne
di
di
in
tal
niefcoli poi
giallo
de
colori
J)e
verde,
co.i
lumi
incidemi
potenza, o
le
effi
non
fi
eguale far
difusuali
ir
GAP. GLVII.
in
potranno variare
il
nflejfi
1'
due
obbietto, che
quando faranno
diftanze
in
in eguale
In epuali dillanze
fi
il
cio
eguali
f fiiranno
do
variarfi
bello.
pii
mezzo
due modi
t aliai
fi
faranno
de'
lumi
modi
altri
fir
corpo ombrofo
d'
egual
infra
loro:
cio fecon-
o eguale, o difugua-
dillanza^
difuguali,
varieranno in due
nelle
mo-
altri
infra
in
ole uri t
Di
colori
GAP. GLVIIL
dell'ombra.
1'
ombra
de' corpi
ombrofi non
effcr
corq-i
&
i
lumi
colon de' lumi , e faran verdeggianti 1' ombre
rolleggianti, ancora che il corpo fia di colore eguale. Quello accade che il lume verr d'oriente fopra 1' obbietto
alluminer 1' ob-
pagna
de'
bietto
&
dall'
&
ob-
DI LIONAPvDO
DA
VINCI.
45
to bianco,
montagne
nelle
(f/^.
accade
quefto
orizzonte, e
all'
fi
14.)
poje
co
rofli
di
moflra infocato
Delle
l'ombre azzurreggianti
neve quando il fole tramonta
lumi
campo chiaro
tn pittura
utile
GAP. CLIX.
Quando
p alluminato
campo;
celfit
cofT
il
corpi
campo
fpiccato
parr
per neceH'it
allora
in
remoto da
curva
di
color chiaro
di
elio
fuperfcie per
ne-
fono
fi
per-
raggi:
ta'i
la
varia dal
fi
lume
Ve Cam fi
De
nel
campi
campo
delle figure
chiaro,
pi potente
l
1'
uno per
C A P. C L X.
del
1'
15.)
altro
coli
ofcura
1'
contrarij
li
per
urlo
1'
1'
pare
altro
De
color
dalla
fpecie feconde
il
cV altri colon
mijliouc
.
primo
il
GAP. G L X
e
bianco
il
li
remo
ordine elTere
giallo
bianco in quefto
fecondo;
il
quinto,
il
nero
il
il
verde
fefto:
&
metteremo
il
terzo,
le
nel
il
numero
il
perche
1'
femplici,
quarto,
il
u-
non
pittore
il
degl' altri
primo, ne
X azzurro
non
filofofi
rollo
diil
il
il
bench
dimandonQ
I.
il
quali J
li
bianco ne
,
&
&
1'
roffo
per
il
>
46
v'
penetrare
dere
variet di tutti
la
guarda
quelli
gono, e
veggono
qua! fia
cofi
tutti
colori
vedrai tutti
eflere
li
che con
delle
colori
colore
col
predetto vetro
del
milione
tal
acconci
s*
il
per
elio
re
paiano all'occhio,
quei1:o
peggioramento
poHono
in
colore
tal
vetro
di
&
il
il
L' azzurro 6i
comporto
come
accader
az-
all'
meglioramento ac^
coli
anderai fcor^
miftioni
le
de'
poili all'occhio,
che
megliora-
&
modo
&
far
colon
le quali fono infinite: &
farai elettione di nove
inventioni di colon mift
medefimo fi far con due vetri di varij calori ante-
vedrai
degl' obbietti
peggiorare
cofi
o gualii
la fpecie
coloriti, e per
campagna
della
tutte mii:e
colore
il
li
il
Decolori.
GAP, CLXIL
verde non
di luce e
di tenebre,
per
come
perche
femplice,
quello
dell' aria,
azzurro
1'
cio ne-
fpecchia,
to
il
bianco candidifTimo.
fpecchio
partecipa
&
tanto
fi
Il
da
quanto
pi
1'
uno
dell'altro,
lui
la
fpecchia-
cofi che
fi
fpecchia pi o m^no potente che il colore dello ipecchio, g quella cofa parer di potente colore nello fpecchio, che pi partecipa
del color
d' elfo
Delli colori
che
fia
pi
di
fpecchio.
de' corpi
fplendida
quello
far
veduto
Adunque
bianchezza.
mac^gior dirtanza,
in
fi
vedr
minor
in
li
dall'
occhio,
quel-
e
dimortrer pi candido eh' circondato da maggior ofcurit
per contrario quell' ofcurit fi dimortrer pi tenebrofa , che fia ve-
lo
fi
duta
candida bianchezza.
Delli colon di egual perfettione
quello fi dimortrer di maggior eccellenza che fia veduto in compagnia del color retto contra&C il pallido col rorto, il nero col bianco, bench ne l'uno ne
rio
l'altro fia colore: azzurro e giallo, verde e roffo, perche ogni colore fi conofce meglio nel fuo contrario
che nel fuo limile , copie r ofcuro nel chiaro, il chiaro nell'ofcuro.
Quella cola che fia veduta in aria ofcura e torbida, effendo
in pi
bian-
LIONARDO DA
DI
VINCI.
47
mezzo che
come
fuo colore,
no azzurre
tra
l'aria
Il
il
fa
vetro roffo
&
dimoftrer in quella
fi
par-
&
Del
colore
delle
GAP. CLXIII.
montagne.
&
colore pi fmile al fuo, e cof di converfo: e quella parte del bianco parr pi candida , che far pi preflo al confino del nero , e
meno
parranno
:
elfo
bianco.
Come
ti
pittore
denje
mettere in pratica la
profpettt<va
de
colori
GAP. CLXIV.
quefla
voler mettere
o perdere, o
&
&
verfo
dipinti, e
fa
medefima
fa
medefima
diftanza
quefta regola
cento
cento brac-
di
Evvi
per
variet
la
dell' aria
terminati
varij edificij
quale
la
poffono
fi
C A P. C L X V,
fi
conofcerc
le
diftanze
diverfe
da una
imperochc
dice aerea,
linea
fola
di (
come
veder molti
il
cdificij di
1'
azzurre
dunque
il
farai
fopra
il
meno
pi lontano fallo
una
quando
detto muro il primo
linea
fia
quefta
parranno
d'
profilato,
altrettanto,
il
fole
per levante
del
edificio
pi azzurro,
A'
fuo colore
quello che tu
altrettanto pi azzurro,
fallo
fi
Ve
accidenti
<vaytj
mo'vimem
dell'
quello pi o
le
mifure
meno,
&
del]'
pi
cono
parte,
dell'
crefcmento
L'
huomo
nella
huomo
diverfi
meno da una
tanto
fua prima
de memori
froporttone
CLXVL
GAP.
Varianfi
huomo
ciafcun
in
afpetti,
membro,
o
diminuendo
quant* elle
pli^gando
creicendo
crefcono, o diminuii^
ultimi
GAP. GLXVIL
infantia ha la larghezza
&
allo
fpatio che
delle fpallc
dalla giuntura
d' elle
LIONARDO DA
DI
VINCI.
49
fimile
cOe fpalle alle gomita, clTcndo piegato il braccio,
allo fpatio che dal dito grolo della mano al detto gomito,
fimile allo fpatio che dal nafcimento della verga al mezzo del
e fmils allo fpatio che e da effa giuntura del ginocginocchio,
chio alla giuntura del piede. Ma quando 1' huomo pervenuto all'
'
&
&
la
grandezza,
fua
volti
bene prpportionato
ila
la
quale
il
Come
hanno
tutttnt
tt
giuntuve
le
coutrcirte
fra
una
fono
e l'altra
&
volti:
d' elfi
cofi tutte Y
refto
il
agV huomim
dir
fi
loro
nelle
grolTi
le
:
giunture
e gli
fottili,
gi'of-
fpatlj
po-
perche la pelle
eh' di natura di nervo,
accade
e quefto
fopra
de' fuoi
GAP. CLXVIII.
fe'z.x.e.
fi
volti
d' effi
dicci
le
fi
trova fra
ma perche 1
r una e X altra giuntura inclufa fra la pelle e 1' oflo
offa fono pi grolTe nelle giunture che fra le giunture, la carne nel
crcfcere dell' huomo viene a lafciare qiiella fuperfluit che ftava fra
:
la
pelle
1'
offo
onde
membra
affottigliar le
pelle
la
ma
s'
fopra
accorta pi a
giunture
le
1'
olTo
non
vi
viene ad
altro
eifendo
che la cartilaginofi e nervofa pelle , non pu difeccare , e non difeccando non diminuifce
onde per quefte ragioni li puttini fono
fottili
nelle
giunture, e groffi fra elTe, come fi vede le giunture
:
delle dita,
ve
li
puttini
Velia
in
hanno
tutte
della
d'tjfereni.a
huomo
1'
le
in fuori
per
con-
il
gambe:
do-
-i^
mifura.
che
fra
li
putti
t^
gli huomini
GAP. GLXIX.
&
Fra gV huomini,
za
dall'
delle
una
fpalle
e dall' un
altra
al
gomito
putto ne ha una
della
perche
dal
fpalla
la
puttinl
giuntura
all'
homero
g mito
all'
natura
altro
due
compone
punta
alla
&
il
per mezzo ,
prima la grandezza del-
fpiriti
teftc
vitali.
T>elU
jo
Le
mano
dita della
ingrolTano
C A P C L X X.
loro
le
lo-
li
ranno pi carnofe
Delle
giunture
delle
fpalle
ranno
delle fpalle,
Sono
moti
li
{empiici
in alto,
moti
efTere
muro
nua
dal
moto
braccio
il
moti che
in
infinito
bench
volter la
fi
fi
fipalla
potrebbe dire
a
effa
tal
fi
il
far
qual
mifure
dabili
una
e maravigliofe
che
fomiglia
attendi
cofe
ti,
le
all'
alla
mai
in
altro.
variet
cofe
non
d' ef-
apparifcono
che
qualunque
Adunque
un
fpetie
tu
de' lineamenti
nelle
quali
forte
debbono
fi
nell'
cer-
olTervare
particolare con
imitatore
.
il
nelle grollezze,
di
tal
Piacemi bene
lunghe
bufti
come di gambe
mofiruofe
piglia dunque
e braccia lunghe s
grolTezze
conti-
GAP. GLXXIH.
de' corpi
univerfali
fat-
le
di
fpalla,
Dico che
tali
una parete
del
eiTa
fi^no in
le
dalla
fatto
quella appiccato
divifibile
Te
perche
piegamento
del
bailo, o in dietro,
in
infiniti,
fi
i
principali
quando
cio
nua
di-
fi
GAP. GLXXIL
Delle fpalle.
tutti
piegabili,
caufe de'
to
membra
dell' altre
filo
al
move
crefctmentt
fuot
CLXXL
GAP.
Le giunture
varia
precifione
C\
natura, guarda
&
che
tu
corti
le
mifiire
delle
effa
natura
fugga
petti
foret-
giunture,
vanerai
le
ancor
tu.
Delh
LIONARDO DA
DI
T)elle
dA
rnifure
bitmaio
corpo
VINCI.
piegamenti di
51
membra
GAP. CLXXIV.
La
nccelTit
coftnnge
il
pittore
ad haver
fofte-
A.
B. [Ftg.
lo
d' cfTo
il
17.)
minor che
gomito
retto,
quale,
al
come
gomito,
l'ango-
&
Della proporonalitk
membra
delle
GAP. G L X X V-
Tutte
le
parti
di
medefima mediocrit, & il medefimo intendo haver detto delle piante, le quali non fiano ftroppjate dall' huomo o da venti, perch
quefte rimettono giovent fopra vecchiezza, e cefi dellrutta la fua
naturale proportionalit
Velia giimtura
La giuntura
gner
rio fa
delle
quando
braccio infra
il
e quefto
nafce che
il
nell*
la
GAP. GLXXVI.
braccio.
col
braccio con la
del
&C ingroffa
mani
mano
fija
mano
diminuifce nello
viene ad aprire
fi
gemito
aprir la
mano
la
mano
li
per
tutti
&
li
il
firi-
contra-
fuoi verfi:
mufcoli domeftici
fi
di-
fer
tirati
mano
Velie
52
hi ^rojfamenti
loro
diminutioue
GAP. CLXXVII.
Solo la dimlnutlone
&
accrefcimento
parte
Tua
giuntura
della
D. E,
f.veftre
del
F. {Fig.
piede
i8.), la
quale crefce quando l'angolo di tal giuntura fi fa pi acuto, e tanto diminuifce quanto egli falli pi ottufo, cio dalle giunture dinanzi A. C. B. fi parla.
!Delle
membra
che dtminuifcono
quando f piegano
crefcom quand jt
GAP. GLXXVIH.
difendono.
membra
derfi
ingrofla.
loro
GAP. GLXXIX.
Tutte
le loro
membra
le
huomo
dell'
X>elle
verfe attioni,
lato
dove
altri
membri
'Delli
fole
fiano pi
meno
pi o
dofi moffo
altri
dal
membri
huomo A.
s'
far di pi
19.) che
dell'
huomo
potente
fito,
fito
lor mufcoli
in di-
da quel
operationi
mufcoli,
li
fecon-
GAP.
lungo moto
GLXXX L
,
il
quale fen-
muove
il
con tutta
affaticano
affaticano.
a ritirarlo nel
La fomma
s*
il
fuo naturale
{Ftg.
quali
li
membro delle
muovono
o meno pronuntiati ne' loro
Quel braccio
mufcoli
lor
GAP. GLXXX.
ignudi.
do che
del-
la
perfona in B.
GAP. GLXXXII.
l'
com
movimenti
inveftigatione de'
fatte
con
pron-
LIONARDO DA
DI
prontltudine
fecondo
come in follecitudine
fomma qualit che fi
do uno debba
che
la
prontitudine
falTi
altre
in
in
pigricia,
in
cofi
c/e,
attione
attione,
la
Come
quella.
(rnili
ta'e
55
ferocit
di
richiede all'operatore di
dardi, o
gittar
operatori,
loro
gradi delli
li
VINCI.
che
de
la
quanla
fi-
della quale
pot za:
in
6c
primo
il
valetudine
in
la
figura
fuo
eflb afpetto
fito,
trario
e
la
rimove da quello
fi
con-
potenza,
del a
difpcfiticne
in
eflo
>
modit,
per confeguenza
1'
deb^-le
effetto
&
il
to
partecipa
apparecchio della forza in ciafcun movimento vuol elTerc con iftorcimenti e piegamenti di gran violenza, &C
operatione ha buon efritorno fia con agio e comodit , e coli
il
perche il baleftro che non ha dilpofiti -ne violente, il moto
fetto
non
del mobile da lui rimolfo far breve, o nulla: perche dove
violenza, ella
disfattione di violenza non moto, e dove n .n
1'
arco che non ha violenza
non pu efier diftrutta , e per queito
non pu far moto f non acquiita efia violenza , e nell' acquilhrperche
1'
1'
o pieghi non ha
har tratto il fuo dardo,
acquilkto potenza.
dove elfo ha
elio fi trover elTere ilorto e debole per quel verfo
fol vale a tortratto il mobile, &: acquiftato una potenza, la quale
la varier
da
Cofi
f.
nare in contrario
Delle attttud'im
1'
fi
ftorca
moto
mo^meitt
membri
lor
GAP. CLXXXIII.
medefimi movimenti in una medefima figura nelle fue membra, o mani, o dita: ne anco la fi replichi le
hiiloria fufie grandiflE f
medefime attitudini in una hilloria
ma, come una battaglia, o una occifionc di foldati do\c no'i e
un fennel dare f non tre modi, cio una punta, un rovefcio, &
fendenti liadente in quello cafo tu ti hai ad ingegnare che tutti
alne fatti in varie vedute, c( me dire a cuno fia v^ Ito indietro,
cuno per lato, & alcuno dinanzi, e c-.fi tutti gl'altri afi etti delle
Non
fano replicati
1'
li
medefime
tre
partecipanti
d'
attitudini
uno
di
per queflo
quelli.
Ma
li
dimanderem
>
tutti
g'
altri
54
gran vivacit,
di
detti
fi
T>elle giunture
delle
nel
il
profilo
e variet delle
della
ion
e
s'
ella
(palla
loro piegature,
da un lato
carne
crefcere
CAR CLXXXIV,
membra,
da confiderare come
membra
movimento
come
dimofira
e
viene
man-
ha da ricercare nel collo, degl' animali , perche li loro moti Tono di tre nature , delle quali due ne
un comporto che partecipa dell' uno , e dell' altro
fono femplici
femplice, delli quali moti femplici, l'uno quando fi piega all'una
o quando elTo alza o abafia la tefta che lopra gli
e r altra fpalla
pof
fecondo quando effo collo fi torce a dertra o finiftra
Il
anzi rerta dritto
haver il volto voltato
fenza incurvamento
verfo una delle fpalle, Il terzo moto, che detto comporto, quando nel piegamento fuo fi aggiunge il fuo torcimento , come quando
l'orecchia s' inchina inverfb una delle fpalle, & il volto fi volta inverfo la medefima parte, o la fpalla oppofita , col vifo volto al
nell'altro,
car
quefto
s'
&
&
cielo
GAP- CLXXXV.
'
Mi fura
e fc
proportlone della tua membrificatione
e forte ti guarderai di
la trovi in alcuna parte difcordante, notala,
non r ufare nelle figure che per te fi compongono , perche quefto
comune
vitio
Ve
Tutti
nati
in
tela
la
de' pittori
di
li
membri
efercitino
di
dilettarfi
GAP. CLXXXVJ.
quell' ohicio,
al
furono
quale
pefo
membro
dell' huomo
il
Ve
gi
non
pofarte fopra
<njolto
defti-
apparifca vivo
f.
fia
il
fchiaccia-
calcagno.
GAP. GLXXXVIL
ammiratione,
ira, lentia,
malin-
conia, paura, doglia, e fimili, delle quali (\ far mentione, e prima del rifo, e del pianto, che fono molto fimili nella bocca, e
nelle guancie, e ferramento d' occhi,
ma
folo
fi
,"
LIONARDO DA
DI
loro intervallo
.e
quefto
volto
il
VINCI.
55
cio delle
diremo al Tuo luogo
mani e tutta la perfona per ciafcun
tutto
le
tue
le
con
non
hiflorie
fieno
orizzonti
diverf
fi
una fopra
1'
che
paia una
ella
in
altra
1'
le
Ve membri
ci'
defcr'tt'ione
effigie
GAP. CLXXXVIII.
di fopra concave
5."
ro di fopra concave e di fotto rette
fotto conveffe, 6."
di fopra convefTe , e di fotto rette, 7.*
,
fopra convefle
L' applicatura
nafo
del
di
ciglio
col
eh' ella
Modo
di tener
In
quefto
de' quattro
mento,
mente
una fol
d'
cafo
ti
membri
<volta
dritto
diverf
in
concavi fono di
la
re.
in
parti
con-
cio
parte
fuperiore
Li nafi
gobbo
forti,
tre
,
conveffi, ancora
nella parte
di
alla
come
fi
fopra,
col
folo
De'
dritti
alto
con
mezzo
variano
alcuni
memoria
farebbe
la
nafo,
variet
bocca,
fono di tre fornon ven' altro che quatla punta, e baffo. I naf
de' nafi,
li
alcuni nel
profilo
GAP. CLXXXIX.
profilo,
humanci in
uri effgie
mandare
bifogna
E prima diremo
fronte.
del fare
concavo , e coveflo
tro variet, cio lungo, curto ,
,
guardo
ti
di
ro di
di
concave
ftto
di
quali
hanno
la
&
alcuni nella
in
tre
nel
5<5
li
tre
fporti
modi
Modo
a mente
tener
di
Se tu vuol con
para prima di molte
la
mente un'
tener a
facilit
CAP. CXC.
forma d* un molto.
un volto
aria d'
im^
&
buchi fcoperti
di
di
verai divcrfit
di
le
di
baf-
e cofi
tro-
alte,
:
tioni
ritrarre
glia,
quando
fagli
un
picciolo
fegno
nafo o bocca
qual
g'
aflomie
met-
terlo infieme,
T)elle
Non
fi
bellezze
faccia mufcoli
infenfibilmente
fnifchino
di
evolti.
con afpre
CAR CXCL
&
piacevoli
nelle
ma
diffinitionl,
dilettevoli
H dolci lumi
ombre
e di
DelV
La
attitudine
CAP. CXCIL
ci innanzi
<liecro, la
la
fontanella efce di
elfi
2)/ movimenti
delle
membra quando
frofrij.
fi
il
piede
piedi
fi
e gittando
un brac^
gamba
getta in
e f la
figura
atti
CAR CXCIIL
&
dell'
il giuditio
bra non efier obbedienti al giuditio d' effa figura,
operatore valer poco j per deve moftrare tal figura grand' affettionc
e fervore , e moftrar che tali moti , altra cofa di quello per cui fia-
no
fatti
non poflino
fignificare.
Velie
LIONARDO DA
DI
Le membra
debbono
degl' ignudi
VINCI.
o meno evidenti
o minor fatica di
pi
effere
moto o
attione
&
"Del
Quando
dell
huomo
che r
pi
eh'
animali
altri
la
adoprano nel
adoperato, e
GAP. G X G V.
fi
s'
lento e molle.
reft
hnomo
'
quello
manifclli
fi
adopera
cor Co
pi
57
GAP. CXCIV.
Velie
tardit
pi
far
fempr
bafla
altra
binando maggior
mlV
d^ altet.i.a di fpalle
dijfereni^a
attioni dell'
huomo
GAP. GXGVI.
Quelle fpalle o
infra loro
maggior differenza
pi tardo
far di
huomo, o
dell'
lati
moto
feguita
altezza
nell'
contrario
il
quali
delle
fuo tutto
il
cio
haranno
animali,
d' altri
dell'
il
moto
del
moto:
Ogni grave
adunque movendofi
quella unita,
fenza dar di
feguita
f
il
breviffima
linea
la
del
moto
del fuo
linea
la
alcun luogo,
d' elfo
laterali
del
parte a
la
fuo tutto,
tutto
GAP. GXGVII.
tifpojla contra.
Dice r avverfrio
verfo
tutto
per
pefa
1'
il
contrario,
lando
fopra
conciofiache
un
piede
fol
fopra la
c{\
nel fianco
come
fi
alcune
volte
effo
{\
piega
lateralmente,
nelle
fatto
quella
cio
due
figure
dalle
B. G.
fpalle
dimoflrato a fuo
che
nella
fi
{Fig.
ilio
pefo
figura
Riipon-
G.
fatto
luo^o
Coma
58
Come
ti
braccio
muta
raccolto
(Quando
braccio
ejfo
tutto
s
ejende
huomo
huomo
fra
in
fopra
quello che
muove
tutta
con
aperte
braccia
le
pondeiatione
la
come
il
fonder atwne
GAP. CXCVIII.
^nma
dalla jlia
va lopra
il
mo-
corda fcnza
la
altro baftone
huomo
3)ell'
(iella
il
centro
delli fojlentacoli
GAP. GXGIX.
Queir animale har
to
pili
movimenti, e
de' foftentacoli pi remoto
di
tardi
pili
Tua
gambe
centro delle
il
quale
il
T)eir huomo
quello
dal perpendicolo
quale far
il
har
centro
il
che
tan-
moto
pi veloce
di
fia
della gravit
convergo,
cofi di
fuo fofentacolo
fue fpalle
le
GAP. ce.
Sempre
che
per
fpalla dell'
la
la
quale
la
paffa
la
huomo
linea
il
il
tutto
di
pefo
f
dell'
non
huomo,
fufle
divi-
fo
egual
quanto
posto lato
s'
e querto far
non
pu
li
llo
il
pefo non
mezzo che
"Della
l
1'
alza,
divif
forti ene
con
il
l'
huomo non
artiltiola
nccelfit
quello
parte
huomo
oppolta
s'
dall'
op-
piega e non
li
fuoi
abbafla
ha trovato
'
dell'
non
far
non
lieve
pefo
egual
e la fpalla
GAP.
Sempre
le
aggiunge
fpalla del
che
ti,
pu
.
la
que-
tale attiene
piedi
GGL
che pola fopra una
fopra
il
centro
ll
della
gamba
far
gravit che
(f/^- 23.)
DelV
Poe/, /f.
LIONARDO DA
DI
"Dell
L*
il
huomo
centro della
Velia
biltcat'toie
huomo
'
che
che
move
fi
har
morje
fi
59
C A P. C C II.
centro
il
{Ftg. 24.)
terra
in
VINCI.
pefo di quahmcjiie
fue gambe.
le
GAP. ceni.
La
moto
privatione del
Tuoi piedi
\D e piegamenti
quanto
all'
egli
inegualit che
dell'
fi
foftengono fopra
Tanto diminuifce
far
qualunque animale,
lati
di
1'
huomo
hanno
dell'
,
eftende
Et
alla
che
parte
li
infra lo-
CAP. CCIV.
ultimo fubdupla
quale pofa
piegamento
nel
il
fi
uno
de' Cuoi
piegatura
tal
di quefto
(i
CAP. CCV.
Ve' piegamenti.
la
de' lati
membri
de'
piegabili
fi
far pi
lun-
che non
de' lati
piegano
fi
Sempre
CAP. C
I.
che foftiene pefo fuor di f e della linea cendebbe gettar tanto pefo naturale o accitrale della fua quantit
che faccia equiponderanza de' pefi indentale dall' oppofita parte
torno alla linea centrale che fi parte dal centro dalla parte del pie
che fi pofa , e paffa per tutta la foma del pefo fopra cffa parte de*
piedi in terra pofata
Vedefi naturalmente uno che piglia un pc(b
e f quedall' uno de' bracci , gittar fuori di f il braccio oppofito
llo non baila a far
equiponderanza vi porge tanto pi pefo di (e
la figura
1'
medefimo piegandofi
pefo
fuoi
Si
lati
vede ancora
laterali
che
in
fi
fa
uno che
fufficiente
fia
in
a refiftere
il
braccio
applicato
all'
l'
dell'
uno
de*
oppofita
parte
Pi
6o
Del
Quando
humano
noto
tu vuoi fare
1'
C A P. C C V IL
huomo motore
alcun pefo
d*
confider
che
li
gambe o
Mai
il
quello
aggiunge
s'
fi
Del moto
non
alzi
dalla
creato
il
fi
cammina per
bihco,
le
calcagno.
dejrutttone
del
GAP. CCVIIL
bilico.
moto
e quella
fi
fa
che
niffuna linea,
lit:
fanno
pie di dietro
Il
che
forza
la
pi veloce, che pi
fi
cio
non
rimovc
dall'
inegua-
efchi dal
fuo
detto
fuo
dal
bilico
Vel
bilico
delle figure
C A P. C C
X.
in
mano, o
non molto
in
fpalla,
Le membra
fuori della
figura
o fportamento
o fqnza pefo
della
quel
della
accabrac-
adolTo
26.)
delle
membra.
GAP. CCX.
gentili, e
difefi,
fenza dimoftratione
di
troppi
mufcoli
e quei
po-
chi che al
proposto farai dimoflrare, farli dolci, cio di poca evidenza, con ombre non tinte, e le membra, e maffiniamente le brac
eia difnodate , cio che niffun membro non ftia in linea dritta col
membro
va,
farai
lare
che s'aggiunge feco. E f il fianco polo dell' huomo fi troper lo pofare fatto, che il dcfiro fia pi alto che il finifiro,
la giuntura della fpalla fuperior piovere per linea peroendico-
fopra
il
fia
ella fpalla
deftra
pi
LIONARDO DA
DI
pi
della finiflra, e
baflfa
della giuntura
6\
Tempre fuperiorc
fia
gamba
di
pie
del
fontenella
la
VINCI.
:
mezzo
al
gamba che
e la
non pofa habbia il Tuo ginocchio pi balio che l'altro, e prefTo ali'
altra gamba.
Le hutitudini della tefta e braccia fono infinite, per non m' eftender
con
alcuna regola
darne
in
varij
GAP. CCXI,
quanto
In
elle
comodit
alla
d* efT
membri
harai
confdcrare
che quando tu vuoi figurare uno che per qualche accidente fi habbia a voltare in dietro, o per canto, che tu non facci muovere l
piedi e tutte le membra in quella parte dove volta la tefta, anzi
farai operare col partire efio fvolglmento in quattro giunture, cio
ginocchio, del fianco, e del collo: e f pofedeftra , farai il ginocchio della finiftra piegare in
rai
dentro,
gamba
&
Tuo piede
il
fia
fi-
nilka
fia
r altre giunture: e
veflcro in qualche
fhe
petto
il
2)'
&
f fai
huomo
1'
modo
ad
volga fopra
fi
la
Ancora non
dell
'
hiforia
pie
gli
far
fatto
eh'
fi
dir
pieno
nel
tutte
la
figura moftra di
feguiti,
moto,
libro
le
fia
indietro
&
il
fini-
pu correr bene.
che habbia una gamba che
difpofitione
lo
il
due
braccio deflro
fa che f altra
il
tal
uno che
innanzi
facci
gli
perche fcnza
alquanto
getti
non
deftro innanzi
ftro innanzi,
che
cio
nella
il
II.
replicar le
innanzi, e l'altra
GAP. C C
non
ritorni
fi
fotto
la
vada innanzi: e
de' tpovimcnti.
tefta
cefi
di
&
E
fi
il
que
6t
Sluah fono
le principali
GAP. CCXIII.
Fra
le
tioni
degl' animali
fopra
Del
ti
intorno
pefo
centro
al
fopra
fella
la
fianchi, e
bilicar
bene
fituar
richiedono nelle
fi
(palle
le
figura-
bullo
il
piedi.
gravita de
della
corpi
GAP. ccxiy.
La
(di
eguali
co che
un braccio
tanto pefo
naturale
dentale inanzi
Mai
pi
di
fi
cio
inanzi
al
far
porter
pefo
dove
quella
le attitudini
difpofti, che
Pronuntlanfi
fi
del
getta
degl'
con quelle
g* atti
variano fecondo
huomo
eiTo leva
fi
dimoflri
&
acci-
GAP. CCXV.
che non jnandi di
il
lo
fporti
detto pefo.
1'
le
membra
loro
in tal
huomini fecondo
fpetie
mo-
animo.
GAP. GCXVIL
Dico che
Diche
GAP. GGXVI.
huomini con
negl*
le
debba gettar
naturale
di ciafcuna
dall'
t, e
eh* ella
e portar pefi,
do
fuoi piedi
li
in oppofita parte
Siano
fi-ilcntacolo
folito.
hanno a maneggiare
lever
petto,
dar
rofiicnc,
fi
fiio
pofata fopra
medefimo dico
oltre al
piedi
centro del
fuo
al
fiioi
li
quanto ne
indietro
quel
Delle fgure
moto
figura fenza
la
fopra
intorno
oppofiti
pefi
s'ella getta
moto
le
loro et e digni-
&
delle
GAP. G G X V 1
femmine.
deve notar le attitudini e li moti degl' huomini nati di qualunque accidente immediate , e fiano notati o meffi
nella mente , e non afpettar che 1' atto del piangere fia fatto fare a
uno in prova fenza gran caufa di pianto, e poi ritrarlo , perche tal
atto non nafcendo dal vero cafo, non far ne pronto ne naturale: ma
e ben buono haverlo prima notato dal cafo naturale, e poi fare ftar
uno
in
il
pittore
LIONARDO DA
DI
Delle atttoi de
Tutti
con
ftanno
quando
vota,
divedi
tutti
elio
egli
cafo, cerne
degno
cafo
movimenti
o di
movimenti
il
gran
gran
con
divcrf
vifi
li
fmili
non
ne-
ma
con
o l
fpaventati di quel-
di
de-
devo-
di
rallegrino
fi
come
cofa.
atti
quello
in
quelli
di
dimoftratione
fi
di
(acriHcio
nel
,
atto
eflo
cafb e
il
notato
d' eflere
g'
parte
Non
oilia
calo paurofb
come
pianto
circolanti voltino
&
varij
1'
li
dolghino infieme:
Te
li
che fuggono faccino
con
rifo
che
degno
confdcrare
occhi
g'
mollrare
il
di
malfattori
li
circoftanti drizzano
li
tionc a
s'
punifcc
^iuftitia
la
ammirativi
atti
6^
GAP. C C X I X,
qualunque caio
eh
circolanti
li
VINCI.
a un cefo notnv.do
c'irco^Iaiti
moti
GAP. G G X X.
Come
I
&
ti,
hanno
(i
fi
interporre
fuole
I*
graffo,
careltia di
GAP. G C X X
li
imperoche
ha
luogo
&
&
grofl
il
graflo che
mufcoh
cor-
de* mufcoli
carnofit
le
riilringono infieme
non
huomini
e fono
offa,
I,
in
tai
inha
magri
efiendo in tutto colhetti infra loro , e non potendofi dilatare , crefcono in groifezza , e pi crefcono in quella parte che pi remota
da loro cltremi, cio inverfo il mezzo della loro larghezza e lon-
ghezza
Come
li gycfjf
Ancora che
li
mn
hanno
graffi
grofj mufcoli
GAP, GGXXII,
come
g'
antidec-
mufcoli, ma la loro pelle velie molta groflezza fpognoia e vana, cio piena d' aria
per efii gralh {\
foftengono pi lopra 1' acqua che non fanno li mufcolofi , che hanti
mufcolofi,
elfi
hanno
fiottili
no
nella
pelle
^Imlt fono
li
rinchiufa
meno
quantit
ne'
d'aria.
mo'vtmen
di'verft
dell
'
kuomo
GAP. GGXXllI.
Neir alzare
&
abballare
delle
braccia
le
poppe fparifcono, o
elle
64
elle
fanno di
fi
variet
&
hanno
fuori
piegarfi in
fianchi
li
&
il
collo
de' fianchi
rilievi
li
nel
fanno pi
che nilun' altra giuntura
perche
loro tanchii e
nelli
,
fpalle
le
variabili:
e di quello
Vemufcoli.
GAP.
un
iar
libro particolare.
ce XXIV.
Li
fanno
ornile
il
in dentro
moti pi
li
rilievo
pi
giovent
nella
pronuntiationc
e ne' giovanetti
perche . fegno di fortezza attempata
non tempo, ne matura fortezza: ma fiano i fentimenti delle membra pronuntiate pi o meno evidenti, fecondo che pi o meno faranno affaticati: e Tempre li rnufcoli che fono affaticati fono pi alti
de' mufcoli
che quelli che ftanno in ripofo , e mai le linee centrali intrinfeche de' merpbri che fi piegano ftanno nella loro naturai lunghezgroffi
za.
r ignudo
Che
fenica
moto
GAP. G G X X V.
L* ignudo figurato
moto
fenza
fa
tutti
fi
fi
fcuoprono
non
Che
forte
fannofi
mufquelli che
de'
che tirano
quelli
mufcoli
evidenti
loro
mujcol ricercati
ci^^tto
GAR GGXXVI.
ignude non debbono haver i loro mufcoli ricercati
Per quell' afpetto
perche riefcono difficili e difgratiati
figure
membro
il
le figure
interamente
che
tirano:
allenta,
fi
Le
una parte
coli
fi.ioi
fi
fia-
mufcoli pi fpeffo pronuntiati Il mufcolo in f pronuntia fpeffo Te fue particole mediante 1' operatione, in modo che fenza tale operatione in effo prima non fi dimoffravano.
no
fuoi
li
^elV allargamento
racortamento
de
mufcolt
GAR GGXXVIL
mufcolo
Il
eftenfione
fchiene
le
to
&
attratione
quello che
fecondo
11
Il
Il
fef'lo
compone
la
fa
natica
Il
terzo
quello delle
quarto quello della gola. Il quinto quello delle fpale quello dello ftomaco , che nafce fotto il pomo grana-
e termina fotto
il
pettignone
come
fi
dir
di
tutti.
Do've
LIONARDO DA
DI
Tio've
Dove
il
ft
ne
corda
trama
fl^
VINCI.
hmm'un
fenica
6^
mufcolt
GAP. CCXXVIII.
braccio termina con la palma della
mano prelTo
neU' huomo
a quat-
qua-
la
trova una corda la maggior che Ila
bracnafce nel mezzo dell uno de fucili del
le fenza mufcolo, e
ha figura quadrata,
dell'altro fucile,
e termina nel mezzo
cio
mezzo dito, e quefta ferve folo
larga crea tre dita, e grolla
due detti fucili del braccio, accio non li
a tenere infieme {fretti li
tro dita,
&
dilatino
Df?/'
^
otto
pex.z,i
mfcono
che
nel
giunture
nelle
dell'
delle
GAP. GGXXIX.
buomo.
Nafcono
wez.i.o
huomo
dell'
li
qua-
alcune giunture,
de piedi,
fpalle ,
come le rotelle delle ginocchia, e quelle delle
una per rpalla,& una pei giche
le quali fono in tutto otto,
la prima giuntura delh deti
nocchio, e due per ciafcun piede fotto
fanno duriflimi verfo la vecchiczroffi verfo il calcagno, e queffi fi
fono
li
ifabili
mezzo
nel
corde
delle
legano
che
&
za
dell'
huomo
Vel mufcolo
che
infra
pomo granato,
'l
il
fcttignone.
GAP. CGXXX.
pomo
il
quale
il
granato,
tre
di
&
il
pettignonc,
potenze,
perche
corde, cio
divifo nella fua lunghezza di tre
come
e poi feguita una corda larga
riore,
al quale fi congiungc
fecondo mufcolo pu ballo di quefto
mufcolo con la terza coral fine feguita il terzo
fa (econda corda
e queite tre
del pettignone
da la qual corda congiunta all' olTo
il
corde fono fatte dalla natura per
riprefe di tre mufco'i con tre
limi1'
huomo nel fuo piegarfi e diftenderd con
gran moto che ha
quale f fufie d' un pezzo ^^^|^ ^^ /^P.^ .[['^f;^
il
le mufcolo:
f
e d.ifenderfi dell huopiegarfi
ouita
il
nel
mo,
fuo
e
dilatarfi
fa maggior
reftringerfi
nel
bellezza nell'
huomo
haver^ poca
variet
di
tal
mufcolo fi ha da difenil
mufcolo nelle lue attioni , imperoche f
per
r.tirarfi, non tocca tre dita
dere nove dita, & altrettante poi
variet nejla loro figura,
ciafcun mufcolo, le quali fanno poca
poco diformano la bellezza del corpo.
Veli'
66
pu
fvoltapiento che
L* ultimo
le
calcagna indietro,
za
diffcult
&
Te
&
non
vifo
il
fi
huomo nel
<vedeyjt
dietro,
fl
CCXXXL
GAP.
J)f//* ultimo
far
in
1'
huomo
faccia:
&
gamba
piega la
pel dimollrarf
far
quefto non
fi
far (en-
abbalTafi la fpalla
che
&
&
^^fo
pu a'wictuar
Jt
un braccio
l'
con
altro
dt
dietro,
GAP, CGXXXIL
mandano
gomita non Ci faranno mai pi vicine che le pi lunghe dita pafTino le gomita dell'
pppofitc mani , cio che 1' ultima vicinit che haver poffino le gojpita dietro alle reni , far quanto lo fpatio eh' dal lup gomito air eftremo del maggior dito della mano, le quali braccia fanno un quadrato perfetto. E quanto fi poflino traverfar le braccia
e che le gomita venghino nel mezzo del petto
fupra il petto
e quefte gomita con le fpalle e braccia fanno un triangolo equilaDelle braccia che
fi
di dietro,
le
tero
(%.
^elV
28.)
^ercujjone
>
GAP. CCXXXIH.
Quando
fjrza
effo
fi
1*
huomo
piega
fi
difponc
fi
trce
moto con
moto contrario
creationc
alla
del
quanto pu nel
la
quello dove vuol generare la percufTione , e quivi i apparecchia nella forza che a lui pofTibilc, la quale conduce e lafcia fopra della
cofa
da
lui
percoffa
col
dall
moto
huomo
del
compofto
-prima J dir
(F/^. 2^.)
delle
braccia
GAP. GGXXXIV.
L mufcoli che
flenfione
fo
del
retrattione
detto adiutorio
che eftende
muovono
il
1*
uno
braccio,
il
maggior
braccio
dietro
all'
fucile
del
nafcono circa
altro
di
il
braccio
mezzo
zi
Pa.y. 6S.
Pa^. 66.
t'--^
mmm'^^..
LIONARDO DA
DI
VINCI.
^lual maggior
poteti'z.a
lo
dell
'
o quella
del-
CC XXXV.
GAP.
ffwgere.
huomo
che nello fpingere , perche nel tirare vi s' aggiunge la potenza de' mulcoli delle braccia che fono creati folo al tirare, e non allo fpingere, perche quando il braccio dritto, li mufcoli che muovono il gomito non poffono bavere alcuna attione nello fpingere pi che fi aveffe 1' huomo
appoggiando la fpalla alla cofa che lui vuole rimuovere dal Tuo iito , nella quale folo s'adoprano li nervi che drizzano la fchiena incurvata,
che drizzano
quelli
la
aggiungerfi
gambe,
la
potenza
1'
gamba
gamba,
braccia
delle
la
fua obliquit
&
cofi
rtanno
conclufo
dell'
huomo,
fpingere concorre
allo
fotto la
tirare
al
la
che richiede
tirare
piegata,
nel
qualit
nella
il
medeiimo,
piegamento.
La
che
officio
fa
carne che la
njejle
in
effo
CaP. CCXXXVI.
dell' offa,
vicine
la
l'altre
parti
all'
orto
il
pie-
membra
cio
crefcono
dalla
dell'
&
&
&
pi o
delle
meno quanto
le
parti
fono
pi
vicine
remote
dagl' angoli
Ve
6S
gamba
X>el ^voltar la
fenz.a la
cofc'ia
C A P. C C X X X V
ImpofTibilc voltar la
con altrettanto
oflo del ginocchio ha il contatto deli' olTo della cofcia internato e
commeiTo con X odo della gamba , e fblo fi pu muovere tal giuntura innanzi o indietro, nel modo che richiede il caminare ,
inginocchiarfi i ma non fi pu mai muovere lateralmente , perche li
contatti che compongono la giuntura del ginocchio non lo comportano imperoche f tal giuntura fufle piegabile e voltabile , come
la cofcia
&
1'
r offo
dell'
che
cofcia
della
piegabili
adiutorio che
cofi
le
fi
(\
gambe per
loro
gli
alla
ra
huomo non
non
lati
come
dalla
gambe farebbono
la
torte:
perche
&: anco-
gamba
rettitudine della
indietro,
parte dinanzi
{\
&
piegaiTe indie-
potrebbe levare in piedi quando fuile inginocchiato , perche nel levarfi di ginocchioni, delle due ginocchia, prima {\ d il carico del bufto fopra Y uno de' ginocchi, e fcaricafi il
peib dell'altro,
in quel tempo l'altra gamba non fente altro pe{o che di f medefima, onde con facilit leva il ginocchio da terra,
e mette la pianta del piede tutta pofata alla terra, di poi rende
tro
fi
&
tutto
&
{io
petto
to
la
e la tefta in alto
e
faflTi
cofi
il
mano
fopra
il
quale porta
il
che ha levato
1'
al-
gamba.
tra
Sempre
r
la
carne
cardie
piegata
GAP. CCXXXVIII.
grinza
dall'
tirata.
moto
femplice
dell'
huomo.
detto
GAP. GGXXXIX.
quello
che
fa
nel
piegarfi
fempli-
Moto
Il
ne
fi
cofi
moto comporto
richiede
piegarfi
deve avvertire
il
compojlo,
GAP. GCXL.
fia-
sJj^
LIONARDO DA
DI
compollo
mediante
in contrario
di
necefTit
un
moto da cHa
Dellt moti
le
tale
atto
VINCI.
cio f
attione
femplice
il
6^
uno
un
fa
atto
attione.
appropriati
agV
effetti
degV buomini
GAP. CCXLI.
Li moti delle tue figure debbono elTere dimoftrativi della quandella forza quale conviene a quelle ufare a diverle attieni , cio
tit
che tu non facci dimoftrare le medefime forze a quel che lever una bacchetta , la quale fia conveniente all' alzare d' una trave Adunque fa diverfe le dimoftrationi delle forze fecondo la qualit de' pc.
da loro maneggiati
De
Non
C A P. C X L II.
mai le tefte
a deftra o a fniftra
farai
dritte
fopra
ancorch
fpalle
le
ma
voltate
in
guardino in sii o in
gi
o dritto , perche gli necelTario fare i lor moti che moftrino
vivacit defta, e non addormentata. E non fare li mezzi di tutta
che moflrino le loro rettitudini fola pcrfona dinanzi o di dietro
e f pure tu lo
pra o (tto agi' altri mezzi fuperiori o inferiori
traverfo,
elle
vuoi ufare,
cia, o delle
non replicare li movimenti delle bracgambe, non che in una medefima figura, ma ne anche
nelle circolanti
non
ne' vecchi:
fallo
vicine,
gi
la
neccifit
del cafo,
che
li
fnge
coftringeffe.
ti
Vegl
'
atti
dimoflrati^t
GAP. GGXLIII.
propinque per tempo o per fto s' hanno a moftrare con la mano non troppo remoe f le predette cofe faranno remote, reta da effi dimoftratori
mota debba elTere ancor la mano del dimoftratore, e la faccia del
Negl*
atti
affettionati
dimoftrativi
le
cofe
fi
dimoftra.
Della variet
Sia variata \ aria
de
'vifi .
de' vif
GAP. GGXLIV.
fecondo
g'
accidenti
dell'
huomo
&
fimili
in
e cof
1'
atti-
X>
70
Sono
col
moto
corpo
del
moto
il
Li moti mentali
C A P. C C X LV.
&
del corpo,
fenza
moto
il
alcuni
fciano
braccia,
1'
e
n r altro i e quefti ultimi fono infenfati , ovvero difenfato
mette nel capitolo della pazzia o de buffoni nelle loro morefche
fi
Come gV
attt
commoditk
Il
muoijano
mentali
la
GAP. C
perche
fenfi
quando
in
tale
fi
moto
dell'
chio,
torce prima
lafciando ftar
infieme con
all'
li
huomo
'
obbietta
fianchi
il
Tanto fon
moti
e
,
facili
la
qua-
occupata
fi
fbio
muove
far gran
le
fi
covol-
difcorfo.
G A P. G G X L V
e ginocchi verfo
moti comuni
femplici
GAP. G G X LV I L
primo luogo,
De
facilit
caufato
obbietto
piedi al
di
l.
atti
medefima
in f
muove
fcie
il
grado
Quando
X LV
corpo con
il
il
primo
ni
perfona
IL
huomini quante
fono le variet
e ciafcuno accidegl' accidenti che difcorrono per le loro menti
fecondo che faranno
dente in f muove pi o meno effl huomini
1'
di maggior potenza, e fecondo
eti perche altro moto far fopra
varij
li
degl'
un medefimo
cafo
un giovane
che un vecchio
GAP. GGXLIX.
due piedi abbaffa nel fuo moto pi quella parche quella che ^ fopra il piede
te che Ila fopra il piede che alza
che pofa in terra: e la fua parte fuprema fa il contrario: e quello
fi
vede nelli fianchi e fpalle dell' huomo quando camina, e negl'uccelli il medefimo con la tella fua, e con la groppa.
Ogn' animale
di
eh' ogn:
LIONARDO DA
DI
ogm membro
Cj
Ja proportfQ>jato a tutto
il
VINCI.
71
C A P. C C L.
fuo corpo .
Fa eh' una parte d'un tutto fa proportionata al flio tutto: come fc un huomo di figura grolla e corta, fa che il mcdefmo fia
in f ogni fuo membro
cio braccia corte e groffc
le mani larghe
e le dita corte, con le fue giunture nel modo fopra decie grode
,
to.
cofi
rimanente,
il
GAP. CCLI,
il
&
&
&
convenienti
bietti
&
li
gravit d*
alla
una corte
reale
li
vili
difbrnati
membra
vili
&
ab-
e prc-
componimento. Che
gli
atti d' un vecchio
non fiano fimili a quelli d' un giovane
e
quelli d'una femmina a quelli d'un mafchio, ne quelli d' un hug^
mo a quelli d' un fanciullo
funtuofi, e tutte
le
corrifpondino a
tal
l^elV etk
delle
Non
d' hiiom'mi
Per r ordinano
componmentt dell'
ne'
hijlorie.
componimenti comuni
GAP. GGLIII.
dell' hiftorie
u(a
di
e feparati
da' giovani
volentieri
fuggono
li
configli:
&
altre
cofe fimili.
perfom
GAP. GCLIV,
modare
in lui
g' atti
p pcrfuafiva, che
g'
la
materia
di
72
di dichiaratione
ragioni
diverfe
di
che
fa
quello
con
fai
piedi
in.
popolo,
il
con
yifo
in
tore
fallo
&
ammirativi
atti
inverfo
tefta
la
il
bocca
la
d'
vecchio
alcun
per maraviglia dell' udite fentenze chiufa, e nelli eftremi bafli tirarfi
e con le ciglia alte nella giunindietro molte pieghe delle guancie
alcuni a federe
tura , le quali creino molte pieghe per la fronte
con le dita delle mani inteffute, tenendovi dentro il ginocchio fianco: altri con un ginocchio fopra 1' altro, fu '1 quale tenga la ma,
pugno
in
ftrette,
&
balfe
pollo
gr Ilo
Come
Al
ferita
la
te
per
farai
veftimenti
farailo
con
dlfpeyato
elevati
ciglia
le
bocca arcata, il
all'inimico pieno di grinzedella
GAP. C C LV
braccio deftio
I,
darfi
e
chinarfi
il
col
capelli
li
da canto
fretti
d'
la
Del
denti
capelli
li
coftato
quefto habbia
fi Jgura un
difperato
{tracciato
alto
'1
vr^da
C A P. C C LV,
uno per
de' ginocchi fu
dinanzi
irata
figv.rct
tenere
farai
uno
con
a terra ,
levare il
una
de<ve farjt
quale
del
rdere
Da
del piangere
differeri'z.a
loro
C A P. C C LV I L
fi
varia ne occhi, ne
A
:
&
&
allegrezza
mani
in
bafo
havcndo
le
dita
di
quelle
inficme
teffute
altri
ti-
LIONARDO DA
DI
timorofi con
le
caufe
predette
Quel che
ro giunture, e
le
rivolta
della
canti
li
bocca in
e fpatiofe
di
X>el pofare
Ne' putti e
diante
Del pojar
compone
bailo,
grinze
fopra,
di
che ride
colui
nelle lo-
ciglia
le
ha alti,.
gli
GAP. CCLVIII.
putti.
non debbon*
pronti
effer' atti
femmuie
delle
gto'vam
de'
non debbon'
giovanetti
GAP. G C L I X.
le,
&
natura opera
quando vuol
che Jaltano
quelli
faltare
alza
egli
le
tutto
al
GAP. C G L X.
alcun
infegna fenza
,
gambe
di
elTer' atti
che
me-
fatti
sbandate, o
La
5c
ne* vecchi
femmine
Nelle
pianto alza
il
gambe.
loro
le
verfa
infeme
ftringe
e le ciglia aperte
7^
fpalle
le
VINCI.
difcorfo
con impeto
muovono
fi
del
faltatorc;
braccia e
le
fpal-
le
te del
&
corpo ,
il
Deir huomo
falli
&
&
aumenta
falto
il
GAP. GGLXI.
L'
fa
pali
huomo
quale
vuol
creatione
Ma
dentro
la
il
il
potr
del
moto
del piede
contraria
pefo
dell'
la
con
fopra
huomo
un dardo, o
figurato
eflere
veramente
per
far
pu
figurato
effer
tu lo fingerai
fpalla
fotto
tirar
quando
quando
creatione
la
del
medefima
1'
pietra,
huomo
fi
allora
del
petto
linea
piede
la
il
d* elio
piede,
princi-
prepara
moto
moto
il
co-
altra
due modi
in
il
cio
il
alla
finito
di
lato
ma
har
defiro
far
punta
d' cf-
32.)
Terche
74
gamba
Quel che
alza la
gamba
nocchio
za
o ficcar
incur<vata
oppojta
tirando
al
n potrebbe trarre,
Tonderattone de
fi
Le ponderatloni overo
degl'
bilichi
non
far
nel
gi-
fen-
dillendelTe
GAP. GGLXILL
huomini
terra,
potrebbe
fi
dividono in due
quello che fatto
fi
compofto. Semplice
dall' huomo fopra li fuoi piedi immobili, fopra li quali
aprendo le braccia con diverfe dillanze del fi.io mezzo,
femplice
cio
parti,
in
quella piega
gambe
non fi muoiono.
che
corpi
cannone
il
la
al'z.a
il
gamba non
tal
terra
CCLX
oppofta
in
ferro
GAP,
il
II
huomo
eflfo
e chinandofi
har
il
fuo centro
lo (patio
Il
che
ra
interpolto infra
bilico
intende
cffer
di
il
petto
le
braccia
che
tu
linea
che mifiara
che fa un huomo
moti: come nella figufofpendendolo da terra
quello
quale
li
della
piedi.
diverfi
dietro
Dell
s'
elfi
un pefa per
il
Hercole che fcoppia Anteo
d'
<iclla
centri d'
li
comporto
fopra
fofien
infra
mezzo
perpendicolare nel
facci tanto la
fua
linea
centrale
Quando
ba dove pofa
quefto
tal
alV
li
due piedi
altro.
eflo
manda
pofare ha da
da
l'
huomo ha
effere
di
il
centro
'
uno
GAP. GGLXIV.
che
di
figura
ufto
1'
gam-
fiancata la
gamba
altra
nelf et decrepita
nell'
ma
iii-
fantia,
1'
l'
Del pofar
Sempre
le
delle
figure che
fgure.
GAR GGLXV.
le
membra,
cio
che
LIONARDO DA
DI
VINCI.
75
fermo
o vada indietro
e f la figura pofa fopra una gamba, che la fpalla eh' fopra effa gamba fia piti balta che 1' altra , e quello fi oiFerva dagU
li
quali attendono Tempre per natura bilihuom.ini di buon fenfi
che
un braccio va
innanzi
che
altro
l'
lia
huomo
care r
piedi
huomo,
elio
morta
onde
fuoi piedi,
li
pofando fopra
perche
iene
il
fopra
flando piegata,
fa che
necelTit
centro della
fua
il
pefo
fopra
gravit
la
la
come f fuflc
che dalle gambe ins mandi
giuntura della gamba che lo
quale
in f
foftiene
jiouderat'iom
"Delle
dell
'
huomo
fermar/i fopra
nel
de'
piedi
fuoi
GAP. CCLXVI.
huomo
fopra li fuoi piedi , o fi caricher ugualmente fopra elfi piedi, o li caricher con pefi ineguali. Se fi
caricher ugualmente fopra effi piedi , egli fi caricher con pefo naturale mirto con pefo accidentale, o fi caricher con femplice pefo
L'
naturale
tale
Se
che
ferma
fi
fi
allora gf eftremi
fanti
delle giunture
poli
dalli
fo naturale femplice
egualmente
ratione
diftanti
far
fi
un
moto
ma
de* piedi:
fi
e cofi
con
caricher
membri
eftremi di
dalle
di-
pe-
faranno
oppofiti
di quefta ponde-
particolare.
libro
locale
de'
allora tali
meno
moto locale pi
"Del
Il
oppofiti
acciden-
fatto
dall'
njeloce
huomo
far di
gravit
far
pi remoto o propinquo
GAP. G C L X V II.
al
rtengono
Degl
'
ammali
di
(juattro
piedi
tS"
come J
muonjono
GAP. GGLXVIII.
La fomma
pi
o
grandezza
cano terra
lari
che
gambe
querto
eh'
disfanno
fopra
degl' animali
caminano
meno
quanto
negl' animali
to
altezza
la
terra.
f/^.
piedi
f\
varia
pi
la
figura
loro obliquit, e
(
quattro
innalzano
la
di
animale
d' erto
quando
fi
quando
tali
pongono perpendico-
34.)
VelU
16
Mai
e
'
meta
altra
GAP. CCLXIX.
fmili
membra
le
a quella congiunte
}7el
alt
<vf
GAP. CCLXX.
Quando
il
da
huomo
dell'
far e-
moti.
Come
eh*
huomo
dell
grojJe'z.i>a
huomo
1'
in
-i^lta
alto
la
J tronjano
tefta
moti,
tre
pi veloce
tre volte
fpicchi
fi
Che
delle
membra
gV affetti
GAP. G C L X X I.
tutti
J'erhl
memoria
mutationi
gli
afpetti
mutationi
d*
che rilguarda la mano, e fi move dall' A. al B. {Fig- 35.) fi muove per uno fpatio A. B. il quale ancor lui quantit continua, e
in ogni parte di moto vaper confequente divifibile in infinito,
&
ria r afpetto e
figura della
vendofi in tutto
nel fuo
moto
cerchio:
il
mano
&
nel
il
fuo
vedere,
fimile far la
cofi
mano che
far
mo-
innalza
Della pratica
cercata
con
gran
follecittidine
dal
pittore.
Gap. gclxxil
re
li
tu
che
fc
farai
pittore
tu
non
opere con
la fai
affai
poco honore,
farai
e
e
hai da
delle
natura-
cofe
men guadagno:
buone, con
intende-
la
tuo grande
Del
DI
Del
LIONARDO DA
g'uid'tcare
pittore
il
77
altrui
d'
quelle
opere
fue
le
VINCI.
.
GAP. CCLXXIII.
fegno in
tal giuditio: e quando l'opera fupera tal giuditio, quello pellimo,
come accade a chi fi maraviglia d' haver fi bene operato: e quando
E f il giovane
giuditio fiapera 1* opera , quefto perfetto fegno
il
Quando
1'
opera
ft
quello
trifto
^gJI-f^'F^
in tal difpofitione
fia
eccellente
ma
fia
di
Del giudicare
ti
pittore
gli
fua pittura
la
errori
fi
operatore
che
qualit
GAP. GGLXXIV.
opere
di poi bab-
conofcono pi
nell' altrui
cofe
forma degl'
non ricufare
edifitij
ritrarle
dove tu non hai pratica,
debbi tenere uno fpecchio piano quando dipingi, e
rai dentro
opere tue la quale vi fia veduta per
1'
mano
dell' altre
naturale
di
ma
fpelfo riguardelo
contrario
Come
d'altro maeftro
lo
fpecchio maejlro
de
Quando
tu vuoi vedere
giudicherai
pittori
la
GAP, CGLXXV.
formit con le cofe ritratte del naturale, babbi uno fpecchio, e favVI dentro fpecchiare la cofa viva , e paragona la cofa fpecchiata con
la tua pittura , e confider bene il tuo obbietto nell' uno e nell' altro
Tu vedi uno fpecchio piano dimoilrar cofe che paiono rileva.
te
&:
e la pittura
il
fpecchio
fa
il
di
1'
de' lineamenti
&
per
1'
parr ancor
pittura
Il
ombre ti fa parere le cofe fpiccate OC halumi pi potenti che queltu fra li tuoi colori
ombre &
dello fpecchio, certo f tu li faprai ben comporre infieme, la tua
mezzo
vendo
li
lei
il
chiaro
un gran fpecchio.
ofcuro di qualunque ob-
vifta
1'
in
li
voftri
colori
'
.
,
,
1^
ne trova alcuno che e pi fcuro che alcuna ofcurit di elfo obbietto: onde nafce che tu, pittore, forai le pitture tue flmili a quelle di tale fpecchio
quando veduto da un folo occhio , perche li
,
due occhi circondano 1' obbietto minore dell' occhio
f
^al
pttura
Quella pittura
la cofa
CCLXXVL
pi laudabile la quale ha pi
"^^'^
di
natura
la
tella
conformit
quelli
di
come
pittori
li
quale
del
con
Vellfoyra^'^^^^
Cd^. 157.
GAP.
pi laudabile.
la
di
trent'
anni
tante
volte
in
vifanza
che
il
primo obbietto
La prima
quale ufanza
la
giuditio
la
^ale
hanno
che
fan
taf errore
tanto penetrata
credere
medeimi
lor
la
i}itentione
del pittore.
GAP.
non
CGLXXVIL
del
pittore fare
f tu fuggi
ingegni, e
r
1'
ombre
tu
fuggi la
acquifti apprefio
binale pia
di
tnpor tante
1'
colori
gloria
apprefTo
dell' arte
ignorante volgo,
il
non conofccndo
il
nella pittura
'
ombra
li
nobili
quale nulla pi
rilievo
fuoi lineamenti
GAP. GGLXXVIH.
Di molta maggiore
pittura che
nella
che
li
lineamenti
li
fi
fuoi
inveftigatione
lineamenti:
poffano
lucidare
fpeculatione fono
la
prova
di
1'
ombre
quefto s'infegna,
pofli
1'
Come
LIONARDO DA
DI
dare
Cofije fi denje
lume deve
Il
dove
fingi
ofcure
corpi
coftanti
tua figura
&
all'
ombra per
terra.
ca(a
fingi
la
la
ombre
1'
fa
fto
gran differenza
fa
fole
al
naturale
il
da'
lumi all'ombre,
&
habita-
ella
al-
lumi roffeggianti e potenti, e l'ombre ofdell' ombre per li muri o per terra fiano terquanto pi s' allontana dal corpo, tanto pi fi faccia am-
minati: e
diff^erenza fra
cio
ombre,
figura far in
la
terra.
in
75,
GAP. CCLXXIX.
alle figure
ufto
efTere
la
eflfer
lume
il
VINCI.
detta
figura
alluminata
fofle
parte
dail' aria,
parte dal
hanno
tutte
gran conofcente,
il
lume
che dandogli
lume
il
Vo^e
cienje
di fotto
male
pittura,
la
36.)
ti
fia
la
non
tu
cofi
duraffi
tuo
fa-^
e maff'ime f fia
fatta
vifta
luogo
meno
Come
Il
a olio,
al
comprenderai
o veramente vernicadi
E.
fpecchio
per
raggi
del
il
punto
GAP. GGLXXXI.
fatto
all'altezza
le
natura
&
che D.
mune
che
pittura veduta,
GAP. CGLXXX.
porrai infra G.
ta
che non
fppi
a riconofcerlo.
tica
fia
(opra
di
d' cflo
montagne fono
termine della
terra
piana
col
cielo, falvo
libere
Che
. .
8o
Che
le
mn
tcc'iole
figure
debbono
ragione
per
ejfer
ftmte
GAP. CCLXXXIL
Dico che
effere
fra
dette
che pareranno
cofe
le
cofe lontane
r occhio e
cofa
la
dall'
fa
di
occhio:
molt' aria, e
la
corpi
fiano indifcernibili
dall'
in-
non conofciute
minute particole
Adunque
tu
d' ef-
pittore
&
figure folamente
picciolc
La
la
cofa
molt' aria
diftanza
la
molt' aria fa in f
chio le minute particole
Qhe
campo
e toglie
e
la
all'
al-
fc
oc-
dcgl' obbietti.
de<ve
ufare
pittore
il
nelle
fue figure
CAR CCLXXXllL
^Ca^^Vi
^^
^ efperienza
fi
ajuto a rilevare
Dove
le
tue figure
'Precetto
i pittura.
ombra confina
CAR CCLXXXIV.
lume
col
&
ia vuoi
&
pi chiara o fcura,
Gli alberi e
1'
un
fito
fehaggio
dito
il
e quella contraf
Tfel fingere
haranno maggior
tieni
CAR CCLXXXV.
foglie
d'ombre,
preffo o pi lontano
pi
ramificati
di
quegl' alberi
fottili
ombre
Come
LIONARDO DA
DI
Come
non
membra,
lue
ch'
fili
uno de
alcun' animale
fare
potcrfi
g' altri
?i
CCLXXXVI.
CAP.
Tu
VINCI.
far parere
denje
non habbi
non
a lmilitudine
Adunque
quale
il
la
le
con qual-
un
animai finto, dato, diciamo, che la un frpente , piglia per la tegl'occhi di gatto, e
{la una di un mainino, o bracco, e ponegli
l'orecchie d' iRrice e '1 nafo di veltro, e le ciglia di leone, e le
tempie di gallo vecchio,
di tellugg ne d'acqua.
il collo
&
"De
nj'tf
con gratta
CCLXXXVIL
CAP.
Nelle ftrade volte a ponente, flante il fole a mezzod, le pareti {ano in modo alte , che quella che e volta al fole non abbia a
riverberare ne' corpi ombroli
e buona farebbe 1' aria fenza fplendoall' bora che fian veduti li lati de' volti partecipare dell' ofcuirit
re
:
fi:
rada
mezzo
e cos
della
f^ya.
lati
li
alluminata,
bocca
di
tale
per
la
qual
cof.
fo con tutte le faccie lui volte effere alluminate, e quelli lati che
fe
penetra
frada
quejli
infra
alquanto
rifchiara
Rampato da
cielo
moto
per
rifalta
pareti
le
e termina
reflefo
termini
la
ne' luoghi
lunghezza
pavimento della
ombrofi de' volti , e
fopra
dei
il
detto
gi
lume
del
la
D.
E.
Del dividere
fpiccare
le
figure da
loro
campi.
CAP. CCLXXXVIII.
Tu
hai mettere
la
tua figura in
^r
campo
ra
campo
nel
lume
Il
picciolo fa grandi
fopra
termini.
Quando
far
meno
e la parte
hi
potente refter
minati
T>el fuggire
Grandiffimo
-poj
chiara in
in
dtnjerj
ombre fopra
inclufo
il
picciolo e
habitatione de
huomini
g'
dimoflra
fi
alle
all'
nell' aria
fole
ombre e
potente lume
,
all'
hora
vitio
om-
corpi
come il
luogo d' ombra
potente
meno
le
chiara e few-
chiaro,
e terminate
fanno
grande e
1'
CCLXXXIX.
lumi grandi
di confufi
fare
lumi
de
dijferen'z.ct
CAP.
nel
ofcuroi e
ofcuro.
Della
le
campo
campo
brofi
%2
ra
illu-
CAP. CCXC.
>
di molti
prefio
il
pittori
cio d
modo
che
ginocchia de' loro habitatori , ancor che elocchio del riguardante che non 1' huomo
che in quella moftra volere entrare. Habbiamo veduto li portici cauna delle colonne di quelli foftenitri'ci elTer nel
richi d' huomini ,
pugno a un huomo che a quella fi appoggia ad ufo di fottil baione j e fmil cofe che fono da eflerc con ogni {ludio fchifate
&
2)e termini
Sono
lineamenti
detti
de' corpi
o^njero
s'
contorni
CAP. C
XC
I.
1'
occhio
eiTo oc-
chio non comprende 1' effigie dell' amico , o parente , e non lo conofce , f non per 1' habito , e per il tutto riceve notitia del tutto
infieme con la parte
7)e
gt
Le prime
omhrofl
CAP. C
nel
difcoflayft
de
XCIL
fi
V9
^^^^1
Cxtrm/rr/?//)
(f<nt.> A. t^/t/ifO
(^.y"i''J'tfU'
'n>^ -n
2ag. 85
dir.
IO
DI
'De g
'
LIONARDO DA
accidenti
fi^erfica't
che
VINCI.
prtma jl ^evdono
j'er
Sj
chjan%,e
le
CCXCIII.
GAP.
1'
natura de termini
GAP.
Quando
corpi di
li
de" cor fi
fopra
g' altri
corpi
GCXGIV.
convena
terminano
fuperficic
fopra
altri
egual colore
di
il
& m
fia
GAP. C C X G V,
linea
fopra
centro del
il
delle
flanze
GAP. GGXCVI.
de' pittori
fatta d'
impannate
fcnza
&
Terche misurando un
njijo
poi
dipingendolo in
B.
la larghezza
dove fon
egli jl df~
GGXGVII.
GAP.
&
del fito,
grander.^a
ta/l
porta
&
nella
diftanza
della
harebbe a ftare
in dietro tutto A. G. &: all' hora le tempie farebbono portate nella
diftanza O. R. delle linee A. F. B. F. fi che ci la differenza G.
O. & R, D. e fi conclude che la linea G. F, e la linea D. F. per
c(Tere pi corta ha andare a trovare -la carta dove . difegnata X alF. B. dove la verit, e fi fa
tezza tutta, cio le linee F. A.
la differenza, come ho detto, di G. O. e di R. D.
carta G. F.
Ftg.
40.
le
guancie
elfa
&
Li
Se
Se la fuferjcle
ogni corpo
ohhietto
GAP. CCXCVIIL
Tu
due
hai da intendere
pareti
verai
tal
obbietto
delle quali
una
meiTo un obbletto
fc
far
(a
bianca
1'
altra
di colore azzurro,
come
far
bianco
infra
T obbietto far
il
Togli il
/mile al nero ovvero ombra della parete che tu fngi che habbia a
riverberare nel tuo obbietto, e volendo fare con certa e vera fcicnza, uferai fare in quefto modo. Quando tu fai le tue pareti di qual
colore fi voglia. , piglia un picciolo cucchiaro , poco maggior che
quello che s' adopra per nettar l'orecchie, maggiore o minore fecondo le grandi o picciol opere in che tale operatione s' ha da
fcguita
>
e quefto cucchiaro
cffercitare,
za,
habbia
gradi
li
delle quantit
de'
colon che tu
adopri nelle tue milioni: come farebbe quando nelle dette pareti
che tu haveffi fatto le prime ombre di tre gradi d' ofcurit , e d'
un grado di chiarezza , cio tre cucchiari rafi come fi fa le mifurc
del grano , e quef^i tre cucchiari fuffero di femplice nero ,
un
cucchiaro di biacca , tu harefti fatto una compoftione di qualit
,
&
ti
con
sferico,
tira le
bietto
alcun
effo
la
dubbio
pi ofcura
ombra
1'
obbietto
dove
elTe
linee
fi
tagliano
nella
fuperficie
di
tal
obbietto,
quivi infra
tanto
terminano
le
figura
fi
GAP. GCXCIX.
flia
pi
LIONARDO DA
DI
Il
muove
fi
VINCI.
S5
quanto
tanto pi veloce,
far
il
centro della fua gravit pi diftante dal centro del Tuo follentacolo
Quello
detto per
moto de
il
uccelli
g'
li
il
1'
innanzi &:
fo, quanto
ballo
ma
meno
tanto pi o
il
al mezzo delle
mezzo dell'ale
cio che
fuc ale,
fa
il
il
fa
che in baf.
pi remoto o propinquo
innanzi,
mezzo
al
dell' ale,
effo
fc
il
poca obliquit.
di
A fan
d'imojn
membra
ejfer
corrifpondenti
&
me
fi
i^ia
il
che riguarda
colo perche
vit
d' elfc
dritta
pittura a
1'
alla planitie
l
A fare
ovvero cur-
datai parete
non fono
piedi
non dee dar noia al pittore coe(To dipinge, e malTime havendo l'occhio
vaderla da una fneflra, o da altro fpira-
[ha
muro dove
tal
ecc.
GAP.
In quefto
alta braccia
hanno
Ma
meglio ii
perche
cfTa
angoli.
dt
2.
che apparifca
braccia
GGG
GAP.
altex^'z.a
dt
24.
I.
Se vuoi far figura o altra cofa cho apparifca d' altezza di 24figura prima la parete M. N. {Fig. 43.) con la
braccia, farai cofi
met dell' huomo che vuoi fare, di poi l'altra met farai nella vol'1
piano d' una fala la parete della forma
ta M. R. Ma fa prima fi-i
.
che
ft
il
poi farai
grandezza
muro con
la
dietro a effa
ti
piace
dove tu
volta
tira
tutte
le
ti
eh* elle
fi
della figura
muro dritto
del muro la
R. cofi
&
F.
figurerai
la
barai tutte
1'
di
di
che
nel
momu-
difegnata in profilo
parete la figura
tagliano fu la parete N.
ro che ha fimili^tudine con la parete ,
do
fii
'1
altezze e fpor-
le
larghezze
nella
^'^''/or*
8^
nella volta
bilogna diminuirla
ti
come
fuffe
ella
ben piana
le
una parete
e ridiminuivle in
A'wermef'ito rea
li
quafar
GAP. CCCII.-
lumi.
<?
le
la
buon modo,
di rilievo, e fa
ompr^
dritta
dell'
ombre
mifchia lume dc
fi
ombra:
e tanto pi
la
Adunque
le
d' ef-
quali
ella
s'
eh'
dalla
1'
l'
Ttttitra
lume umnjerfale
GAP. GGCIII.
Ufa
di
far
^*
'
ia
pi alluminato in E. che in F.
11
LIONARDO DA
DI
camp
"De
froportloiat't
piane
verjcie
che in
corpi
un tforme
d'
colore
VINCI.
campeggiano
efj
%i
frimci delle fu-
GAP. C C C I
Li campi di qualunque fuperficie plana di colore e lume uniformi , non parranno fcparan da ella fuperficie, effendo del medef-
mo
Adunque
colore e lume.
per
la
converfa
parranno feparati.
Te
figura
d'i
corpo
GAP. G G
V.
Li corpi
regolari
&
uno
de' loro
Nella pittura
lati,
il
mancher
di
prima di
notitia
minor quantit
prima
ieguc che
la
notitia.
di
notitia
fi
che far
non
tu, pittore,
dt
rimuovono
di minor
Adunque
parte
la
finire
fia
li
piana.
quel
GAP. G G G V
mancher
nella fuperfcie
I.
occhio
dall'
quella.
Dal che ne
V ultima a mancar di (u
piccioli membri di quelfigura.
le cofe
bilc
in
natura
perche
lontaniffima difianza
tia
cie
li
no parte
che di f
cuna coia
li
poffa vedere
termini
li
quella
vifta
termini
predetti
eh' in
d' eOTi
corpi
invifibile
pittore, f farai
da
potentifTima
perche
nifluna
eflfi
com'
provato
in
geometria
com'
in
Adunque
tu
figurata
fi
rimota difianza,
Ter-
um
Terehe
medejma
C A P. C C C V
campagne alcuna
maggiore
l'olta
mi-
o minori che
non fono, per l' interpofitione dell' aria pi grolla o fotnle del
ordinario, la quale s'inframmette infra l'orizzonte e l'occhio che
Moftranfi
elle
lio
le
maggiori,
volta
vede
lo
Infra
1'
remoto
dall'
quello
occhio,
dimo-
fi
veduto infra 1' aria pai grofdimoflrer pi propinquo, che fi vedr in aria pi
pi
e quello
di egual diftanza
orizzonti
effcr
frer
fa
quale
il
fa
fottile
Vadifopra
*
g
guali
far
groffezza
la
ineguale
cio
1'
in dlflanze eguali
grolla
aria
inh-a
interpola
fi
1'
infra
dimoftreranno
occhio &C
la
c-
elle cofe
cofa minore
fi
prova
OJfer'vatonl
dherfe.
GAP. CCCVIIL
le
cofe
di
egual ofcurit
reftano
invifibili
Il
fimile far
un
1'
occhio e
'1
corpo folare
Li corpi paralleli pofti per lo dritto , effendo veduti infra la
nebbia, s' hanno a dimoflrar pi graffi da capo che da piedi. Provali per la nona, che dice: La nebbia, o l'aria grolfa, penetrata
da' raggi folari, fi moftrera tanto pi bianca, quanto ella pi
bada
Le
cof vedute
e quefto
na-
fce,
T^elle
Cr
citt
cdifcij
altre
delle
cofe
manda
all'
citt
veduti
fotto
all'
GAP. G G
occhio ne tempi
X.
delle
neh-
LIONARDO DA
DI
nebbie
vapori
tri
da
ingroffate
dell* arie
VINCI.
fumi
meno
quanto fono
vedranno
L'aria
dice:
pi
maggior altezza.
in
fottile
quanto
pofta baffo:
ta
occhio N.
dall'
nell'
tanto pi groffi
poffa infra
1'
aria
la
groffa
quantit
meno
tanto
Seguita
aria.
efTa
d'
diremo
torre
la
occhio
quale
pi
dimollra per
F.
fi
f/^. 45.)
la
che
tanto
effa
quar-
veduta
elTer
d' aria
interpone
s'
cofa
d' efTa
1'
fra
occhio e
la
minor
quanto fi
in
balfa,
fi
al-
baffi
color
il
A.
noti,
quarta di queito
la
quello
quanto fon pi
Quanto minor
cofa veduta,
pi alta.
per
quanto
pi grolla,
tanto
eier
Provaf
fuochi
loro
de'
noti
gp
fa
d' aria
inter-
cofa veduta,
occhio N. al
quale concorrono le cinque fpetie delle cinque parti della torre A. F.
cio A. B. C. D. E. Dico che f l'aria fulTe d' uniforme groffezza,
che tal proportione harebbe la partecipatione del color dell' aria che
acquiffa il pie della torre F. con la partecipatione del color dell*
aria , che acquifla la parte della torre B. quaf la proportione che
ha la longhezza della linea M. F. con la linea B. S. Ma per la paf^
fata , che prova 1' aria non efTere uniforme nella flia groffezza , ma
egli neceffario che
tanto pi grolla quanto ella pi balTa
la
1'
di
proportione delli colon in che
f le parti della torre
aria tinge
F. fano di maggior proportione che la proportione fopra detB.
ta, conciofache la linea M. F. oltre l* efTer pi longa che la linea
S. B. palTa per 1' aria, che ha grolTezza uniformemente d forme
colore delf aria interpola.
del
Dimoflraf.
Effendo
1'
&
Di
i'^ggi
folar't
penetrano
che
li
fpiracoli
de'
nwvoll
CAR CCCX.
penetratori
raggi folari
denft
globofit
delli
de* nuvoli
fpiracoli
alluminano
&
interpoftl
tutti
li
infra
le
dove
fti
varie
fi
ta-
alluminano ctiam le tenebre e tingono di f tutti li luoghi ofcuri, che fono dopo loro, le quali ofcurit fi dimoftrano infra gf intervalli d' efli raggi folari.
gliano
"Delle
'
che
co f
occhi
<vede [otto
m'tje
infra,
cAp. CCCXl.
Quanto
pi
groffa.
meno
{\
lieve pi
1*
aria
fia
Provaf per la
19.*
f
del
tanto
{\
Quella cofa
che la pi
fa
De
90
Ve
'
^veduti nel
ed'tjtij
aria gyojfa
maggior grolTezza
aria di
vedr
fi
in
D.
torre A.
manco nota
ta
^6
chiara
Della
cofa
che
Adunque
che fi vedr in
pi nota quella
1'
&
moBra
fi
occhio N. vedendo la
ne vedr in ogni grado di baiTezza parte
in ogni grado d' altezza parte pi no-
elTo
pi chiara,
meno
evidente
converfo far
cofi
pi fottile
aria
Fig.
GAP. CCCXII.
manco
che
da
lontayio
GAP. GCGXIIL
Della 'veduta
L' occhio
che fotto di
fommit de
mento, e vede
g'
le
De
Li
che
e
li
colli
grolfa
termini
termini
fuperiori
quali le
delle
di
fopra pi
pi fcuro
ne* luoghi
per effer
che
campo
vede
remote
faccino
fi
,
&
bafi
meno occupato
meno
faranno
quefto accade
loro
loro
le
GAP. GGGXV.
remote.
cofe
cime
loro
tre
fpediti
cofe
delle
inferiori
groflfa
pi noti
in
aria
in
citt
delle
inferiori
loro termini
,
la
ofcuri
fommit
dette
le
pi
edifitij
vede
GAP. GGGXIV.
campi
quefte
perche
dall' aria
alle
affai
il
fcnfibili
montagne
vede
termine
fi
groffa
la
li
termini
di
fopra
quale
ft
quefto
quello
&
&
&
come
che
la
groifa:
r aria
groffa,
quefto
che
s'
accade per la
interpone infra
7.* del
1'
occhio
primo,
e
'1
che
fole,
dice
pi
LIONARDQ DA
DI
air
(
loro
il
e copre tutto
il
che
merli
merlo
merlo,
&
in
VINCI.
tal
aria
hanno
affai
dilfanza pi remota lo
moRrare
fpatij
li
maggiore
fpatio occupa
pare
tuttavia
come
azzurra,
fuiTe
fortezze
delle
^i
il
muro
dritto,
merlo.
e fenza
Velie
di
maggior
in
Veli
'
da
<vedute
cofe
termini
Li
veduti
eguali alla
fpatio che
lo
lontano
GAP. CCCXVI.
manco
faranno
quell* obbietto
noti
che fiano
dilfanza
(tZ'Z.urro
che
fi
mofra
e (fere
lontani
ne paeft
GAP. CGCXVII.
Delle
voglia
remote
cofe
quella
gli
^^ali fon
le
Fnaggior ofcurit,
che
occhio
li
ofcura da fes
dall'
accidentale
quella
eh'
fatta
da
alleile
quale
fia
quella
ofcura mediante
f\
di
eh'
ombra
1'
obbietti
altri
per difan-Zia
manca
la
notttia.
GAP. GCCXVIII.
Quelle parti de' corpi che faranno di minor quantit fano le
prime delle quali per longa diflanza fi perde la notitia. Queflo
accade, perche le fpetie delle cofe minori in pari diilanza vengoe le cognino all' occhio con minor angolo che le maggiori
tioni delle cofe remote fono di tanta minor notitia quanto elle fono di minor quantit. Seguita dunque, che quando la quantit
maggiore in lunga dilanza viene all' occhi per angolo minimo , e
,
perde di
fua cognitionc
quali
notitia,
la
quantit
minore
al
tutto
manca
della
Terche
le
cofe
GAP. CCGXIX.
Quella cofa far manco nota, la quale far pi remota dall'
occhio. Quello accade, perche quelle parti prima l perdono che
fono pi minute
e le feconde meno minute fono ancora perfe nella maggior diilanza, e coli fuccellivamente feguitando a poco a poco conili mandol le parti
confuma la notitia della cofa remota,'
fi
,
in
modo
che
alla
fine
perdono
tutte
2
le
parti
man-
e,
Vedifojra
(j>
jd"*
92
manca ancora
s
interpone
il
infra
Ter che
che
fono
ci
per
colore
T occhio
caufa della
la
ofcuri
per obbietto
cofi
fa
la
volto
huomo
lontananza che
la
come
grandi
Se per
fra
la
eviden-
delle cofe
picciole, entrano
picciola entrata
che
dell' aria
GAP. C C C X X.
(mllitudini
le
groflezza
veduta.
cofa
la
Noi vediamo
ti
al
paP
efTendo
il
occupa
havendo da
diminuifce
&
rimane incomprenfibile:
poca
d'
che
fuperHcie
dalla
palTare
luce
eila
alT
impreffiva per
curo ,
,
la ofcunt della via, e giunta all' imprelfiva pare ofcura
Altra cagione non fi pu in nillun modo infegnare fu quel punto, e nervo che \{\ nella luce e perche egli e pieno d' un humore trafparcnte a guifa d' aria, fa 1' ofttio che farebbe un bucco fatto in u
aff , che a riguardarlo par nero
e le cofe vedute per 1' aria chia.
ra
binali
fcura
fi
confondono neU'
ofcuric
Jon
GAP.
Quella
parte
corpo
del
che
fi
rimuove
bra
pi
mandar
fottili
all'
occhio
il
Ma
occhio quella
minor
quale di
o. colonnari,
elTer
fi
pi grolTo
profpettiva
lineale
s'
GAP.
eflende
mem-
rimane di
gambe
fue
delle
figura
nelle
prima
cervo, che
quale per
La
il
la
CCGXXL
dall'
ovvero fmilitudine
Ipetie
le
come
de' corpi}
che J rimuovono
le
pi
in
ii
con-
diflanza
GGCXXIL
nell' ofifitio
delle
linee
vifuali
provare
far
di
per
pan
diflanza
dalla
feconda
innanzi
elTa
fa
minore
due
LIONARDO DA
DI
VINCI.
^^
due
terzi
cofi
grado
di
in
60. braccia,
di
cof
mano
mano
in
fua
far
diminutione,
facenfarla
il
GAP. CCCXXIIl.
&
il
huomo
predetto
Dell
'
altei.'La
de g
ftando vicino
'
edijtij
GAP. GGGXXIV*
Quella parte del vicino edifitio {{ moflra pi confufii , la quale pi remota da terra; e queio nafce, perche pi nebbia inche non dall' occhio alla fua
fra r occhio e la cima dell' edifitio
bafe. E la torre parallela veduta in lunga diftanza infra la nebbia
fi dimoftrer .tanto pi
fottilc ,
quanto ella fia pi vicina alla fua
bafe. Quello nafce per la pallata, che dice: La nebbia fi dimolber tanto pi bianca, e pi fpeflTa , quanto ella pi vicina alla terLa cofa ofcura parr
ra
e per la feconda di
quello , che dice
di tanto minor figura quanto ella fia veduta in campo di pi potente bianchezza. Adunque eflendo pi bianca la nebbia da piedi
che da capo, necelario che 1' ofcurit di tal torre fi dimoftri pi
llretta da piedi che da capo
,
(5*
Velie citta
altri
nfeduti
edijtij
g'
cdifitij
aria
alluminate
dal
nella nebbia,
parti
in
groffa
fole
longa
folo
che
fi
fi
diftanza
dimoftra
da
la
(era
o da mattina
trovano inverfo
1'
orizzonte
e le
che non fono vedute dal fole, reftano quadel colore di mediocre ofcurit di nebbia.
parti
fi
veduti
la
CCGXXV.
GAP.
Ne
la fera
delli
detti
edifitij,
Terchc
jr^j^yj^^^
gp-3i3-
)
,
94
Ter che
co
le
ancorch
nebbia
la
dijlayi-z^a
fa
uruforme
tn
grojfez-'z.a
le
hctjfe
CCCXXVL
GAP.
altra
aria
fommit della prima torre in R. balTezza di due gradi di profonditV nella nebbia, e vede la fommit delia torre di mezzo B. in un
fol grado di nebbia , adunque C. Ibmmit fi dimoika pi ofcura
che la fommit della torre B.
Delle macchie dell
'
GAP.
GGGXXVIL
V
Sempre
la
che fbpra di f
la
faccia perpendicolare di
dimoftrer pi alluminato
pi ofcura che
far
Seguita,
quel corpo
che
fi
&
&
&
K. integralmente. Adunque il petto far di pari chiarezza della fronte, nafo, e mento. Ma quello eh' io t' ho a ricordare
de' volti, che tu confideri in quelli come in diverfe diitanze fi
il
cielo F.
d'
ombre
prime macchie
nel
fine
il
vifb
confumano i lumi
quali foli
no picciola cofa a comparatione dell' ombre mezzane: per la qua!
cofa a lungo andare fi confuma la qualit e quantit de' lumt dc
ombre principali , e fi confonde ogni qualit iti ombra mezzana E
rimane ofcuro
perche in quello
fi
quella
la
caufa che
g'
alberi,
&
ogni corpo,
certa diftanza
fi
la verit
de' colori
Terche fu
7 far
della fera
ax.'z.urre.
L'
ombre
de' corpi
GAP. GGGXXVIIL
generate dal roffor del fole vicino
all'
oriz-
zonte
LIONARDO DA
DI
VINCI.
^5
to
ogni
d'
no
colore
quefto cafo
in
per
1'
cielo
il
1'
dal cielo
adunque per
la
cielo.
'I
perche
undecima
detta
la
1'
ombra
cfla
ombra
roffeggia ver-
fole
il
quali fo-
fi
vidde mai
:
li
fola fera, ed
iole,
fole,
il
del
tinge
fi
veduta
dal rofloic
del
har
derivativa
&
il
campo
d'
fole
(%49-)
Vo^e
pi chiaro
fumo veduto
Il
fumo
il
'1
infra
GAP. CCCXXIX.
fole
1'
occhio
chiaro
far
dove
polvere, e
ro,
nebbia, le quali,
parranno ofcure.
ti
T>ella piovere
La
ie
la
polvere che
nafce
medefimo
Il
e lucido
il
fole
la
fa
e lo-
GAP. G G C X X X.
leva per
corfb
fumo
pi trafparente
fumo
Il
fi
li
fiioi
muove con
d'
CGGXXXL
GAP.
Del fumo.
Il
il
&
ofcuro inverfo
mezzi.
g'
maggior obbliquit
tanto
quanto
il
le
cofe
pi
del
polle
fumo fono
no pi
vicini
fuoco
11
fumo
dopo
s'
pi denfi
parr
interpone
Dove
il
fumo
1'
tanto
pi
fon pi
azzurri
evidenti
verfo
il
fine.
tanto
infra
meno
fon tanto
principio,
al
ci
loro
pi
pi remoto,
fbmma
di
&
le
cofe
da
fono
lui
meno
oc-
cupate.
Fa
il
nella
quale
fi
ve-
da
9^
da fumi
in
delle pi
natrici
luoghi con
diverf
le
di pittura
precetti
allumi-
ne' principi)
globulcnze
denfe
fiamme
lor
le
d' X\
CCCXXXIL
GAP.
La
fuperficie d* ogni
&
r allumina.
La
fuperficie
d'
ma
obbietto,
fo
tenza
Le
cofe vedute
infra
lume
il
1'
ombre
lume o
fi
dimoflreranno di
maggior
rilievo
che
tione
bietto
nel
moftrano
termini confufi
di
far
diflanze
le
la
dubbiofi
che ti ft
ancora tu farai
cofa
ob-
per
fimile
il
tuo fimulacro
La
cofa
diftante
dubbiofi termini
ciolo angolo
all'
una
1'
delle
occhio,
caufe
moflra
fi
eh' ella
viene
diminuifce tanto,
fi
confufi
di
per
tanto
eh' ella fa
1'
pic-
officio
minime, che, ancorch elle fiano vicine all'occhio, effo occhio non pu comprendere di che figura fi fia tal corpo, come fb^o
r unghie delle dita, le formiche, o fimih cofe. La feconda , che
delle cofe
infra
fi
fa
vela
tra
1'
occhio e
fpela
della
e groffa
fua
cofe
le
per
dillanti
bianchezza,
nero e bianco
Bench per
s'
la
fua
le
interpone
tanto
bianchezza tinge
fa
d'
d'
1'
aria
eh* ella
ombre
ofcure in un colore
il
le
quale
quale azzurro
lunghe
diftanze
fi
ftreranno pi confufe, e
cofi
per
il
contrario.
Quan-
;;SiMiiri'imiiii;'iiiiiiiriiiiiiiHniiiiiiiiiiniiniiniiiiiw<un>niininniinimiiiiHiiiinniiiimiwmi^^
LIONARDO DA
DI
Quando
rolTe^e'ar
fa
fole
il
VINCI.
dillanza
la
re
onde
der
vertivano
fi
le cofe che
'l'I
n*
partecipanti di tal rollo-
azzurro fiano
d'
azzurro
una miilionc fra
campagna molto allegra e gioconda
la
1'
far
C\
no alluminate da
denti,
rollo re
tal
la
quale ren-
che
tutte le cole
roHb
fia-
eler
onde
'1
denfc,
fiano
per
l'aria
rolVecrgeranno:
che
97
nuvoli dell'orizzonte,
li
per
,,
fi
de' gigli
Sempre
leva o pone
infra
pi occupatrice
fia
quando fi
che fono dopo lei che
fole
'1
terra,
e la
cofe
delle
quello nafce
d'aria:
giante
che
quell'aria
Non
termini ne profili
fian fatti
no fopra un'
altro
ma
d'
corpo per
folo effo
fpiccher
fi
babbi
parte luminofa
la
Quella cofa parr pi remota e fpiccata dall' altra che campeggier in campo pi vario da f.
Nelle difianze fi perdono prima i termini de' corpi che hanno
colori fimili
e che il termine dell'uno fia fopra dell'altro, come
il termine
d'una quercia fopra un'altra quercia fimile. Secondo in
maggior diflanza fi perderanno i termini de' corpi di colori mezzani
,
terminati
glie
mini
un fopra
1'
altre
altro
come
rovine di monti o di
de' corpi
terminati
Infra le cofe
quella che
1'
di
il
chiaro
alberi
falfi
nell'
terreno lavorato
Ultimo
ofcuro
egual
e
1'
fi
1'
mura-
perderanno
ter-
pi remota dall' occhio far pi baffa: e f far firuata fotta l'occhio, la pi vicina elfo occhio parr pi baffa, e le
laterali
fia
parallele
concorreranno
un punto
in
fono evidenti ne' fiti lontani k cofe che fono d' intorno
fiumi che quelle che da tali fiumi e paludi fono remote
Infra le cofe di egual fpefiitudine quelle che faranno pi vici-
Manco
s'
interpone infra
1'
occhio e
la
ci
cofa
ren-
9
rende
ci
e(Ta
fa
obbietto pa-
e(To
maggior figura che non Quefto nafce perche la profpettiva lineale non diminuifce V angolo che porta le Tue fpetie all' occhio, e la profpettiva de' colori la fpinge e rimuove in maggior difi
che 1' una rimovc dall' occhio , e l'altra conftanza eh' ella non
ferva la fua magnitudine.
rere di
Quando
no
l'aria,
confufe
le
fole
cofe che
dal fole
reftano ofcure e
il
&
elfo fole.
La
cofa alluminata
dal
ancora
fole
modo
alluminata
dall' aria
in
dell'
ombre
Bello
primitive o derivative
fpettacolo fa
mina tutti
campagne,
g' alti
il
edifitij
fole
quando
delle citt,
in
ponente
casella,
il
e l'alti
quale allualberi
delle
leRo da quiv in
rimane di poco rilievo, perche elTendo folamente alluminato
gii
dall' aria hanno poca differenza le ombre dalli lumi,
e per quello
non fpiccano troppo , e le cofe che fra quefte pi s innalzano fono
tocche da
raggi folari, e come fi detto, i tingono nel lor colore
onde tu hai a torre del colore di che tu fai il fole
e quivi
ne hai a mettere in qualunque color chiaro con il quale tu allumie
li
tinge del
fuo
colore,
tutto
il
ri
elfi
corpi. {Ftg.
50.)
fpelle volte
Ancora
accade che un nuvolo parr ofcuro fenza
haver' ombra da altro nuvolo da lui feparato , e quefto accade fecondo il fito dell'occhio, perche dell'uno vicino fi vede folo la
parte ombrofa, e degl'altri fi vede
cmbrofa e la luminof
1'
Infra le cofe di
egual
occhio parr pi baffa Vedi che il nuvolo primo ancor che fia pi
baffo che il fecondo, pare pi alto di lui, come ci dimoilra nella
parete il tagliamento della piramide del primo nuvolo ballo in M.
A. ( Fig. 51.) del fecondo pi alto in N. M. Quefi:o nafce quando
ti par vedere un nuvolo
ofcuro pi alto che un nuvolo chiaro per
.
li
Tenhe
LIONARDO DA
DI
Ter che la
cofa
dipinta
ancorch
grojJez,%a d'angolo
che quella
remota quanto
tanto
ella
quella
VINCI.
remota da
remotione
della
^^
ijen^ht
eh pi
lei
non pare
naturale
CAR CCCXXXIII.
Diciamo: Io dipingo (u, la parte B. C. ( f/^, 52.) una cadi che
habbi a parere diltante un miglio, e di poi io gliene metto allato una che ha la vera diftanza d'un miglio, le quali cole fono in
modo ordinate che la parete A. C. taglia la piramide con egual
grandezza; nientedimeno mai con due occhi parranno di egual grandezza, ne di egual dilianza.
GAP. CCCXXXIV.
Ve Campi.
fono
Principaliffima
campi
li
nelli
quali
campo. E quello nafce che li terrriini convelli de' corpi non fono alluminati nel medefimo modo che dal medefimo lume alluminato il campo perche tal termine molte volte far pi
chiaro o pi Icuro che elTo campo. Ma f tal termine e del color
di tal campo , (enza dubbio tal parte di pittura prohibir la nodel predetto
titia
figure
delle
tura
da
di
termine,
tal
quella
elTerc
de'
elettione
tale
buon
pittori
di
conciofia-
ma
tura,
gtudicio che
ha da fare fopra
che
richiede al
tra cofa
da un
fo
il
pone
tu
e
iito:
medefime
quelle
'1
confidcri
le
lume che
1'
negl' eftremi
dell'
r efier circondato
dall'
folo lato.
mezzo
pit-
&
cpera
d un
pittore
perche
s'
oribra
dell' hilloria
/'
GGGXXXV.
GAP.
Prima
ia
cofe di rilievo.
nelle
Del
pit-
fi^no
&
dall'
altra
bavere
ombra,
che
adombrate
dalle
1'
ombra
fi3no
vcr-
figure inter-
loro
il
l'
l'
VI
fi
rapprefenta la
fiia
chiarezza.
SecoH'
loo
che il feminamento, ovvero compartitione delle figure , fia fecondo il cafo del quale tu vuoi che (a eflTa hilloria
Terzo che le figure iano con prontezza intente al loro parti-
Secondo
colare.
Del
rilievo
delle figure
dimoftrer
fi
CCCXXXVL
CAP.
minor
di
effere
rilievo
qua-
il
pi diftante dall'occhio, e quefto accade perche l'aria intcrpofa. fra 1' occhio 6c elfo corpo opaco, per e(Ter ella cofi chiara
le
far
pi che l'ombra di
e
toglie
gli
T)e'
corpo, corrompe
potenza
la
perdere
fargli
tal
ombra,
elTa
la
rifchiara,
cofa caufa di
qual
la
fuo rilievo
il
termim
membri alluminati
de'
CAP. CCCXXXVII.
termine
campo
quel
di
membro
CAP.
determini,
Adunque
te
d'
CCCXXXVIIL
tu, pittore,
fia infenfibile.
feconde
primi.
termine
il
prime con
le
di
feconde
le
perche
il
termine
ma non
matematica
prmcipio d'un altro colore,
natura di Imea
lineai
dunque
il
non
tu, pittore,
Della wcarnat'ione
cofe
la
CAP, C C C X X X
X.
ma
di
confufi
termini,
quando e nuvolo, o in su la
fera, e fopra tutto guardifi , come ho detto, da i lumi &i ombre
terminate, perche pajono poi tinte quando fi vedono da lontano, e
e
fia
fatta
1'
elettione
ombre
perdere
il
tali
figure
che
mai fiano di qualit , che per la loro ofcurit tu habbi a
colore ove fi caufano , fc gi il luogo dove li corpi fono
di
difficili
fenza gratia.
ti
hai a ricordare,
ftuati
Paa. loo
LIONARDO DA
DI
non
{tuatl
tenebrofo
fuflc
non
nelle cofc
nell'ombre e
conofcono
infra
lumi
tia
di
effi
che
dove
capelli,
lumi
pofano
cHTi
fi
GAP. C C C X L.
ombrofi male
lumi loro,
corpi fono
ma
primo
in
interpone
nelle parti
grado di noti-
La
profpcttiva la quale
principali
parti
le
ombre
1*
ne'
disfilar
bianche,
di pittura
loi
non
profili,
far
VINCI.
prima
delle quali la
nella pittura
eftende
(x
C\
divide in tre
della
dillanze
che tratta della diminutione de' colori di tali corpi La terza queldiminuifce la notitia delle figure, e de' termini che hanno
la che
.
corpi in varie
eiri
L'azzurro
diftanze
compofto
dell'aria di color
luce e di tenebre,
di
humidit infra efia aria infufa. Per tenebre dico l'aria pura, la quale
nella quale habnon divifa in atomi
cio particole d' humidit
bino a percuotere i ra^gi folari E di quefto fi vede 1' efempio nell'
aria che s' interpone infra 1' occhio e le montagne ombrofe per 1' omla
luce dico
per
illuminata nelle
dell* aria
(;:aura
particole
dell'
ombrofa
e
la,
fi
non
non
che fopra
alberi
che
parte
azzurra,
fa
g'
fa
{{
per
eOer
contrario
il
che
pi ofcura
elfa
percofia
trovano
^\
raggi
dalli
ovvero
la
folari,
dimoltrer
coli
quella
in
qual aria
copia de
di
neve.
di
egual diffanza
terminer
in pi bianco
quella
campo,
fi
Quella
cofa
VI
fia
Terche
le
tutte
di
poco divario
fia
le
dal
cofe fono
ofcure,
lume all'ombrai
e f farai
una
differenza.
cofe
ritratte
rtlte<vo
perfettamente
qual pare
effo
dal
naturale,
naturale
mn
pa'pm
del
mede/imo
GAP. GGGXLI.
imitata con
fomma
perfetione
di Ve'ifoyn
lineamenti, ombre, lume, e colore, poffa parere del medefimo rilicvo qual pare elfo naturale , f gi tal naturale in lunga diltanza
non
'^''^*
'^
I02
non
1'
condo
la
definitione
della trafparenza
na-
che intervenir non pu a quello che vede con un fol occhio un obbietto maggior di eflb occhio
E per quello che fi
detto potiamo concludere il noftro quefito
perche una cofa dipinta
occupa tutto lo fpatio che ha dietro a f , e per niffuna via poffibile veder parte alcuna del campo che la linea fua circonferentiale
ha dietro a f.
fconde:
il
Di far
che
eofe
pawo
fp'tccate
fono dipmte.
Molto pi
rilievo
da
lo;'
ceimj>i
cio
GAP. CCGXLII.
moflrcranno
le
cofe nel
campo
chiaro e
al-
Precetto.
Le
figure
hanno pi
GAP. GGCXLIU.
colari e piccioli
Vel figurar
le
GAP. GGGXLIV.
alle
parti meridionali,
non
facci
il
verno
figurato ne
g*
alberi
prati,
LIONARDO DA
DI
prati,
come
nelle
li
farcfli,
de tempi
quattro parti
le
103
parti
Del Jigurar
VINCI.
cielf arvo
pertecipantt
dt
quelli
CCCXLV.
GAP.
njento
dipmo.
GAP.
oltre
il
CCCXLV
I.
&
arrovefclar
deve figurar
avvenimento del vento
fi
nugolamento della fotti polvere milfa con l' intorbidata aria
delle foglie
inverfo
"Del
La
1*
principio d'
una pioggia
il
ran-
CAP. CCCXLVII.
cade infra l'aria, quella ofcurando con lucida tintura, pigliando dall'uno de' lati il lume del fole, e l'ombra dalla
parte oppofita, come fi vede fare alle nebbie, 6c ofcurafi la terra,
che da tal pioggia l' tolto lo fplendor del fole: e le cofe vedute
di l da eOa fono di confufi e non intelligibili termini , e le cofe
e pi note faranche faranno pii vicine all' occhio fiano pi note
che quelle della pioggia
no le cofe vedute nella pioggia ombrofa
alluminata E quefto accade perche le cofe vedute nell' ombrofe pioggie , folo perdono l lumi principali , ma le cofe che fi veggono nelle luminofe perdono il lume e 1' ombra , perche le parti luminofe fi
pioggia
que
L'
ombre
prima
di torbidezza.
ficic
le
acque
loro
le
parti
ombro-
CAP. CCCXLVII
I.
non faranno mai vedute fopra le loro acofftio dello fpecchiare per conto
acqua non perde
de' ponti
1'
1'
quello
luftra e pulita,
mfra
fi
prova,
fpecchia
1'
il
occhio &L
il
ponte
e fpecchia
1'
aria lttg
il
,,
T04
come
GAP. CCCXLIX.
Trecet di pittura.
La profpettiya
La grandezza
ftanza
eli'
veduta
Se tu vedi una
grande
figura
belico in
CGGL.
GAP.
linea
bilico nella
il
centrale
del
petto
sii ,
me
del
pugno
dimo-
fi
occhio
Tmettf,
Sempre
Tappi che
naturale.
al
Quefto
dell'
eh'
huomo
elTo
co-
dimoftra nel ftcnder il braccio, che il pugno porto nel Tuo eftremo fa 1' offitio che far fi vede
pofto nell' eftremo della ftadera > onde per neceffit fi
al contrapefo
getta tanto pefo di l dall' ombellico , quanto il peib accidentale
,
oc
il
naturale
fi
s'
innalzi
GCGLI.
GAP.
di nero
do che
e fa
chi
levare
mo
tue
il
fcontri
tuo pezzo di
bacchette
mo-
fi
trarrai
ter-
marmo,
nafcondmo
e tanto
fino
al
al
fuo buco
leva dal
loro
marmo
fegno in detti
che
bu-
&
fi
&
in
tua pofta
ra, e mettivi
tutte le
il
&
far
-pittura
la tua
cC eterna
<vernice
GAP, C C C L 1
1.
LIONARDO DA
DI
VINCI.
105
piana,
e poi
:
tnato, e l'imprimitura di biacca e giallolino, e poi colorifci, e vcrnica , poi appicca il vetro criftallino con la vernice ben chiara a ef-
ma
Ibdato
fa
Metti
frefca
farai
di
noce
raf-
lacca
colorir
in
GAP.
CCCLIII.
e lafcia ^cc-
l'
giallolino
l'
ombra
con lacca
infcme liquida
ritocca a fecco
gommata
tela
da
incarnatione con pennelli di fetole, e cos
ombra sfumata a tuo modo L' incarnatione far biac-
e difegna,
1'
di
la
care,
olio di
fle.
al
Modo
ca
colorito,
elTo
majorica
fiata aliai
che migliore
gomma
nero
far
un poco
lafcia feccare,
tempo con
perche
fa
l'
l'
poi
acqua
offtio
luo
fenza luflrare.
Ancora per
pradetta
&
fare
inchioftro
ombre,
gommata
dico
fopra la
lacca, e di-
perato e fecco
Quando
infra
1'
aria
imitacionc
de' corpi
gnitione
all'
hora
folo
non conofcerai
tu
della
delle
ti
la
GAP. CCCLIV.
di chiarezza
variet
profpettiva
dell"
ombre
fia
o di
ofcurit
diminutionc
cofe all'occhio
de' colori
contrapofte:
e del
e
quefta
parere
la
una
medefma cofa pi remota, cio la perdita della cognitione della figura di qualunque obbietto
fenza fuo
L' occhio non avr mai per la profpettiva lineale
moto, cognitione della diianza eh' fra
obbietto 6c un'altra cofa,
f non mediante la profpettiva de' colon.
.
1'
Ve
g' obbietti.
GAP. CGGLV.
fia
pi pro-
La
w6
di potenza
delle
J.a imllitudine
far
pi remora
de colori e corpi
d'tmtnut'ione
perde
gradi
dall' occhio , far?
di diftanza
fua fmilitudine.
la
CCCLVL
GAP.
applicano
fi
J)ell' interfoJtiQne
/'
occht
obbietta
GAP. GCGLVn.
Quanto maggior
1'
obbietto tanto pi
T interpoftione
fia
trafinuta
fi
trafparente infra
1'
occhio
il
trafparente interptfto.
Quando
lnea centrale
1'
obbietto
che
fi
interpone
eftende
fra
'1
infra
1'
centro
\e
figure
le
ter
figure
lume
del lume e
lume
occhio e
*1
l'
per
occhio
GAP, GCCLVIIL
pieghe,
debbono havere
le
ti
d' effe
&
veftito,
in
effetto
il
panno
fia
in
modo
adattato
che
non paia
panno fpogliato
quali s'innamorano tanli
dall' huomo , come fi vede fare a molti,
che n' empiono tutta una
to de* vari j aggruppamenti di varie pieghe
cio per
figura
dimenticandofi l' effetto perche tal panno e fatto
veftire e circondare le membra con gratia, dove effi {\ pofano
q
non l'empire tutte di venti, o vefiche gonfiate fopra li rilevi alluminati de' membri Non nego gi che non fi debba fare alcuna bella falda
ma fia fatta in parte della figura dove le membra mfra
E fbpra tutto vaeffe & il corpo raccoglino e ragunino tal panno
ria li panni nell* hiftorie, come nel fare ad alcuni le pieghe cori
difabitato
cio che
di
rotture a facciate,
bino
li
e quefto
piegamenti molli
ne'
panni denfi,
e le lor volte
non
&
laterate
&
altri torti
Della
LIONARDO DA
DI
Velia intura
delle
amano
Molti
le
ma
alcuni angoli,
Come fi
in
de^'Ofi
ellremi
gni cofa
fi
con
altri
fare
le
mantenere
falda
colhetto a lafciare
planitie
ella
Il
egli
co-
come
da qualche piega o
oflerva la natura
in quella
natura
rovefcio
onde quando
fenza
fi
nel Tuo
si
altri
GAP. G G G L X.
Tuo elfere.
in
angoli a-
li
GAP. CCCLIX.
deldera
107
VINCI.
e quella
della forza
parte eh'
C.
fa
Come
fi detono far
le
pieghe
a'
panni
GAP. CCGLX.I.
un panno non fi deve dare confufone di molte pieghe, anzi farne folamcnte dove con le mani o braccia fono
ritenute, & il
reflo lafciar cadere femplicemente, e fi debbono ritrarre di naturale,
cio, f vorrai fare panno lana, ufa le pieghe fecondo quelli, e fc
far fera, o panno fino, o da villano, va diverfficando a ciafcuno
fopra i mole iiie pieghe
come molti fanno
e non fare habito
delli coperti di carta, o corame fottile, che t' ingannereft forte.
,
Delle pieghe
Dove
la
de'
panni
figura fcorcia
M. N.
dall'
{Fig.
55.)
occhio de loro
va a rincontro.
P.
Q.
li
in fcorcio
fagli
le
ad
.
elTe
manda
fini
GAP. GGGLXII.
il
N. O.
manda
li
moftra
dritti
ft
l'oc-
pi lon-
perche
fi
tro-
per contrario.
Dell'
io8
TfeW
che 'vede
occhio
le
CAR
ombrofa
quando
e la luminofa della
de'
1'
panni
quanto
dove
contro
circondam
/'
huomo
CCCLXIII.
L'
corpi
tal
circondatnci
de'
fono pi
rin-
elle
ombre fon
generate:
parte
la
predetta figura
CAR CCCLXIV.
Sempre le pieghe de' panni ftuati in qualunque atto delle figure debbono con
in
luoi lineamenti inoftrare
atto di tal figura
modo che non diano ambiguit o confufione della vera attitudine
chi la confider
ombra tolga alcun meme che niluna piega con
1'
1'
bro
fuperficie
membro
del
pi veftimenti
profondit
la
E che
veftito.
della
tu figuri
piega
figure
che
la
veftite
di
1'
Le pieghe
de*
La longhezza
g'
membra debbono
le
dimi-
pieghe
Velt
ort'Zj-z.onte
SpccchieralTi
1'
veduto
dal lato B. C.
dunque
tu,
pittore,
per
orizzonte
il
che
come
la
CAR CCCLXV.
fefta
di
dimoftra
{Fig.
57.)
A-
fi
hai a figurare
l'
1'
innondationi
dell'acque,
da te non far veduto il colore dell' acqua eiTer altramente chiaro o ofcuro che fi ila la chiarezza o ofcurit del fito dove tu fei , infieme mifio col colore dell' altre cofe che fono dopo
ricordati che
te.
IL
FINE
IN-
Pacf.zo8
(/.
/~oiri<'ii
t/:
y.
,^._,
J5
Tag. io8
INDICE
DE*
CAPITOLI
L/APITOLO L
DI
1091
QUESTO TRATTATO
..
..
no
e poi
la
pagna a un
Qhv,
xLvii.
Ve Ila
pittura
Gap. lxxii.
'vijone
Cat.
Gap.
CAr.
xlviii.
figura
xlix.
Troportione di
t.
Dell' moiiimenti
dinijtone
fua
membra
Cai*, li.
Che fi
dehhon
Gap. lxxui.
lii,
Che
fuggire
me
Gat. lxxiv.
Gap.
lui,
pud
co
le
Cap-
lv.
tvi.
gure
Gap,
cofe naturali
Perche
'
il
de' corpi
bre
lume
o
om-
li
loro
lineamenti
Gap.
tvii.
Memoria
autore
Gap.
Gap.
Lix.
Come
la pittura
Gap. lxxx.
df've ef-
Gap. lxxxi.
De'
Gap. Lxxxii.
Do've
ne
figurar'
Gap. ixxxv.
'vecchie
Gap.
LXvii.
donne
Lxviir.
de-ve figurar*
Come
una
denje figurar
far
fpetie
le
refleffo
miflo
degl
'
altri
Co^ne
rariffme
fvolte
li
do've fi congiungo-
il re-
le
una
di condurre
cofe lontane
l' aria
che
figure nelle
Gap.
le
xci.
Gap.
xcir.
de^ve
figure [pic-
'
^Iodo
hifloria
del comporre le
florie
Gap. xciii.
Gap. xciv.
hiflorie
le
in
fare
fi
pi chiara quanto pi la
ma
ne a comporre tnfieme
Gap. lxx.
colore
Del modo
pittura
Gap. txix.
femplice
battaglia
Gap.
duplicati e tri-
flfo.
Come fi
fono pi
fortuna
refleff
.
refleff
no
Come fi
li
corpo
Gap. txv.
lxvi.
fa-
Gap.
De
refleffo
notte
colori
Come fi debbono
le
effer ri'ver-
parte del
fenfihili
lxx;xiii.
i.xiv.
Gap.
Qual
con
Dell' ombre
le
Do've non pu
r pi chiara
Lxiii,
ti a .
Della riqjerberatione
chiarezza
vecchi
Gap.
putti
o da par-
quale d pi gra-
tol-
de-v' effer
plicati
i.x.
lume
il
dall'
Lxi.
lxii.
Gap. I.XXV'.
Gap. lxxvi.
Gap.
Precetti di pittura
neflra
Gap.
fa
tviii.
fer
Gap.
Gap.
che fi
<vifta
Se
te
co-
me
Cai* liv.
non
grandi
nelle
delle
fi
termini fpediti
Gap.
grandezze
le
confufe
e dell*
operattoni "varie
Del figurar
di-
fua
Gap. lxxi.
hi-
Del comporre
Variet
hifiorie
/' hiflorie
d' huomini
nell*
Gap. xcv.
Gap. xcv.
..
xcvii.
xcviii.
ne
Del
Gap. cxiv.
Gap.
xcvi.
'
colore fi moftrer pi
bella in pittura .
ci.
Gap. cu,
'
un
che
Del far
li
'
co-
alfra
Gap. cxvi.
Gap. cxvii.
civ.
Gap. cv.
e belli
ninji
colo-
Qunl
Gap.
cxviii.
G.AP
evi.
Del
colore
Gap. cxix.
Gap. cxx.
Gai", cxxi.
ombra
far
Gap. cxxh.
Della
Gap.
cviii.
Del
Gap.
cxxiit.
Gap. cxxiv.
d
Gap.
cix.
Se
'
li
de' co
in
d'una uniforme
mediante una
Della caufa
de'
mediante
le
trafparenti
dati
meffi
d'un me-
'
tu
'varie
occhio
in
campagna
pi
parr
Qu^al 'verdura
Gap. cxxxi.
d azzurro
Q^al' quella
'
che
meno
}nofira
re
Gap.
De' colori che fi dimoflrano 'variare dal loro effere , mediante li paragoni
de' lor campi
Della mutatione de' colori
rilie-
il
Gap. cxxx.
cofa mofira
nijfitna
'voi'
di preparar le car-
difianze dall
cxxxii.
Gap. cxxxiii.
Gap. cxxxiv.
che
fuo
il
fuperficie
di-
l' altre
'vero
colo-
Q^al
corpo
pi
moftrer
comune
Profpetfi'va
della
CXIII.
di ritrarre
e
tenebre
Gap.
corpo fi dimofireri
fvo
Gap.
il
Gap.
cettila di pi colori.
Qi^al corpo fi tinger pi
Modo
cxxvir.
perdimenti
Come
fuperficie ri-
la
Gap. cxxvi.
Gap. cxxix.
CXI.
Qu^ale
d' ogm
fuperficie
te per quefio
medefima ombra
pi
altro
'
di pi bel colore .
Dell' ificarnattone de'
grojfezze
'varie
colore
Q^al
ofcurit
Gap.
Della
ti
non fi mu'
colore che
aria
effer
Gap. cxxv.
profpetfi'va
re o parere
Gap. ex,
un con
'
ta
lori
ta
ra-
del color
variet
fezze d' aria
del
bello
il
corpo ombrofo
non mofira
in 'vane groj-
cvii.
Come
colore che
Gap.
de' colori
pi nera
ch/t
pi bella
bianco
'
gione'volmente de've
Gap.
ombro f
Dell' evidenza
nell
altro
'
con
le
Gap. chi.
non
ha luflro
fue parti luminofe
arie
hijlorie
'
ri
Gap.
'
nell
Dell accompagnare
ali
c
dinierjficare
Come
lori
Gap.
Gap. cxv.
de' evolti
Gap. xcix.
me defi-
mo
'
Gap.
Gap.
tn
lunga difianza
Gap. cxxxv.
Gap.
112
Cap. cxxxvi.
Cap. cxxxvii.
Gap. cxxxviii.
Gap.
huomo
membri
de'
dell*
. .
parti
i/elle
del
d effigie
Modo di
defcritione
'
Cap. CLxxxix.
e del
a mente
tener
fare un
mana
tn profilo
hit-
effigie
y/o col
Cap. cxc.
'
Cap.
Cap.
cxcr.
cxcii.
Dell attitudine
De' mo'vimenti delle mem'
bra quando fi figura l
Cai*, cxciu.
'
huowo
pri t
Cap. cxciv.
Delle memhrificationi
Cap. cxcv.
Del moto
degV
t^nndi
&
mo
Cap. cxcvi.
e co>'fo
dell'
huo-
animali
Odiando maggior diffierenza d' altezza di (palaltri
nell
le
'
ationi
dell
'
huo'
mo
Cap
Cap
Rifpofia cantra
cxcviii. Come il braccio
cxcvir.
muta
tutto
raccolto
huomo
dal-
.AP.
cxcix.
ejlende
Dell huomo
'
mali
che
(b*
altri ani-
nel
muo'verfi
Cap.
fnftent acoli
pefo f(pra
Della
huomo /opra
'
fuoi pie-
li
di.
mobile fopra
be
le
fue
gam-
De
114
Cap. ccxxxir.
Gap.
ccxxxiii.
Cai',
ccxxxiv.
Gap. ccxxxv.
Gap. 'ccxxxvi.
Gap.
*i5
CaT. CCLXXVIf.
CUf^nle
ta
tore
primo
il
obbiet-
e
poi
dipingendolo in
tal grandezza , egli
fi
dtmoflrer maggior del
naturale
cb*
.
piti importante
pittura^ l' ombra ,
fuoi lineamenti .
Cat. ccLxxrx. Come Jt den^e dare lume
Cap. ccxcviu, Se
nella
alle figure
Cap. cclxxx.
Do've
corpo
Jlar
Cap. ccxcix.
Cap. ecc.
quello
ra
opaco
Del moto
braccia
punto
Cat. cclxxxh. Che le figure picciole non
di
Cap. cgci.
Cap.
cecili.
Tittura
to
Cap. ccciv.
ombre
deije
con grati a
Cap.cclxxxviii. Del
fpiccare
J)ofii
de'
in dinjerfi fiti
Del fuga^ir
colore
po
Nella pittura mancher
prima di notitia la par-
'
impropor-
r di minor quantit
na
Cap. cccvi/r.
Cap. cccix.
'
dijcojtiirfi
de' corpi
prima
le
Cap. cccx.
f'perfifi per-
difanze
mi-
'
De'
all' aria
rag{[i folari
netrano
nwvali
Cap. cccxi.
altri
Delle
li
graf-
fpiracoli
cofe
che
'vede fotta
^.
che pede'
fra nebbia
Offer'vationi di'verfe
'vedute
maginore
'volta
fa-
Degl' accidenti
dono per
ciali che
Cap. ccxcvii.
del-
piane d' u-
Cap, cccvi.
otnbrofi
Cap. ccxcvi.
cam-
ejfi
prima
lumi
tra
proportionati
corpi che in
Cap. cccvii.
nel
Cap. ccxcv.
campi
'
7iifor>ne
contorni
Cap. ccxciv.
Cap. cccv.
ccxciii.
Cap.
circa
cam-
pi.
ze
altez^za
le fuperficie
'
lumi
lume uni'ver-
e
,
peggiano
dividere
le
De
a
nel
braccia
fate
re
24.
far parere
naturale un animai fin-
ccxcii.
A'Wertimento
Cap.
12.
cccii.
fel-
piedi
tina figura
di
Cap.
'Vacrgio
Cap. ccxcr.
fare
di
(patio
e abbia
che apparifca
Cap. ccxc.
io.
muro
de-ve nfare il
in
dritta
e fila
braccia
alta
ejfer
40.
membra
ef-
dimofiri
fi
.
degl' animali
fare
d' ogni
partecipa
denje
la fuperficie
f
cb*
'
occhio
mifie in-
aria graf-
.
.
'vento
Cap. cccxii.
Deal'
Cap.
aria grnffa .
Della e afa che fi mojlra
da lontano.
cccxiii.
Cap.
..
..
11^
Cap. cccxir.
Cap. cccxv.
aria graffa
ili
De' termini
le
da lon-
Cap. cccxvi.
Delle
Cap.
tana
Dell ' azzurro che J mo-
cccxvii.
to
titi a
Cap. cccxix.
Perche
le
quanto
cofe
Perche
Cap. cccxxi.
fare fapra
piit
un pittore
Cap. cccxxxvi, Del rilie'vo
Qu^ali
e quali
njano
piit
Cap.
di nO'
Cap. cccxli.
linea-
"veduti
le
bia
Di far
cccxLir.
figure
ritratte
cofe
edi-
Cap. cccxLiir.
Cap. cccxliv.
Delle citt
&
altri edi-
Del figurar
mondo
Del Jgtirar
le
cofe
no
no
quelli
ancorch la nebbia
macchie
'
dell
corpi da lontano
Cap. cccxxvrii. Perche fu ' l far
om-
'
mo
azzurre
piti
'
an-
partecipanti
di
della
quattro
le
bre
del
parti
Ja uniforme in gruffez-
za .
Cap. cccxxvii. Delle
le
paio-
cofe
Cap. cccxlv.
alte
piit
neb-
nella
che le
"veduti
Jit]
delle
re effo nattirale
Cap.
nella
Cap. cccxxv.
perfettamente dal naturale non paiono del medejmo rilieuo qual pa-
confer-
Della profpettin^a
nebbia
'
ra
Perche
De' corpi
'
le
cccxxiii.
ha da
s'
opera
'
parti che
muo'vono
titia
che
oc-
le
fon
'
conofco-
prima J perdono
Cap. cccxxn.
no-
di lontano
"volti
paiono ofcuri
dull
remo-
J rimuovono
chio manco J
no
Cap. cccxx.
la
de Ila
quella
farti
de' corpi delle quali per
manca
^venchi
tione naturale
quelle
difanza
dipnta
ella
cofa
all' occhio per quella medejma graffe zza d' angolo che quella eh' piti
ai le i ^ non varemota di
re tanto remota quan-
cofe "vedute
la
ancorch
inferiori del"
remote
cofe
cit'
Cap. cccxiix
Cap. cccl.
Gap. cccii.
Cap. ccclii.
Cap. ccCLin.
Precetti
Della flatua
chiaro il fu-
Modo
di
colorir
in
te-
la
Cap. cccljv.
.
Precetto della
^va tn pittura
pmfpetti.
Cap.
117
De^r
Cap. cCClv.
Cap. CCClvi.
De//a diminutiotie
Cap. ccCLvn.
Dell'
lori
corpi
l
Cap.
CCClviii.
Cap. ccclix.
'
obbietti
corpi
trafparenti
occhio
'
Cap. ccclxi.
Cap.
co*
(le
interpojtiorte
CCC1.XI1.
de'
ivfra
obbietta
'vejlono
le
Cap. CCClx.
'
ni
Cap. cccixv.
fcorcio
le
le
'
onde
FINE
LEON
PITTURA
E
DELLA STATUA.
121
CARLO ERRARD
PITTORE DEL RE CRISTIANISSIMO.
dedicattoni Jone
Jegnano
putatione
pr e/ente
perch Je Jimano
Jvr^a
che Ji fa a
^
Janti per
alle
e'
propria virt
la
abbino anche
loro
in pregio il
gV invidio)i
nome prejervano
ogni jy inante
le
con
Joli carat-
opere dedicate
venenata lingua
e ri-
dct
Spinto da que
Ji^
t22
duti y
quaj
rijiijcitati ^
col
me
aggiungervi
rive-
la
vita
alle cure
Jatiche di V,
S,
Di
V. S. molto ilhifre
AffetonattJfty9 fefvitore
Rafaelle Trtchet
Du
Frefne.
133
VITA
LEON BATTISTA ALBERTI
DI
DESCRITTA
DA RAFAELLE DU FRESNE.
IJanto fulTe antica,
in Fiorenza,
berti
mirato
che per
nobile
potente la famiglia de
ne fanno fede
certi
hiftorie:
le
volfe rilevar
rifpetti
il
Am-
Scipione
nome
Al-
gli
Con-
de*
metterli
in
erano gi
di
grande autorit
Fiorenza,
che favorivano
che fi fecero
renza
in
1'
le
1304.
la
in
pompe de
fat-
Fiogli
Alberti
furono
di
tal
fupremo grado
honore
&
eh* era
il
in
in
patria, e poi
Ma
Tanno
141
1.
banditi infino
bando,
a*
fanciulli
di
quella caia.
1428. fu levato
il
VITA
124
no:
&L
fu da' Fiorentini
fetto
lato
loro citt
nella
concilio
il
fatto
dovuto
fuoi
a'
d'Alberto
meriti
verfo
honor
1'
,
lafci pi figlioli,
del
accolto
havendo
prova delle
la
virt
Tua natione
cardinalato
&
Bernardo, Carlo,
quel
di
Lorenzo
pre-
per premio
tempo
nel
fratello
Battirta, le cui
Leon
porgeranno ampia materia di lodi a quello breve dilcorfo. Con quanta cura, e con che difciplina quelli fratelli fuflero
nella giovent dal padre allevati , fi legge nel trattato che 1' ilfelTo
Leon Battilfa fcriffe delle commodit , ik. incommodit delle lettere:
dove egli racconta che tutte le bore del d erano in tal maniera a
ElTendo giunti
varii loro ftudii diftribuite, che mai rellavano otiofi
ad et pi matura, oltre lo ftudio delle lettere, Carlo abbracci la
cura de' negotii domeftici, ma Leon Battiff a non tenendo conto di alqua'it
rare
to
diede alla coltura dell'ingegno, e fece tanche fi lafci addietro quanti con fama va-
fi
lent'
cruditione
pidt
come
a>2ticjui
qu(
comici
quifquis
ad manus meas
Clini
habendam
duxt
ejje
evetujatis follerttfjoo
l5'c.
anno
Non
Ma
che
della
qutdem cupio
weorum
ditate
apud
<vos
meos
obi--viJfe
tato le
pernjoierit
lidagatori
et,
egli
fleffo
annos
fue forze,
non
qu
totius
quod
rattoyiem
tibi
vigefimo
nel
prologo:
Verum
njacuum me fcdicet
anmrum
<vi^e/fna
non
exundique
Lepidam Le-
antiquitatii
tS'
hoc perfuajonis
mitto
te
dtfplicebunt
ad
antico
ca obfer^atione digna
noi
fcrittore
perire mlui:
in
habbia
\ Alberti
fua
die Jt ^fabidam
Multa funt
opera di
Itata
folte
et
tncurc
fperimen-
non Ci
alcun giorno fenza leggere o comfludio
porre
DI
125
&
o Tofcano
ie con pi
&
dria
pi
fc
gravit ragionaffe
delle
pratiche
fcienze
nelle
valeffe
cofe rilevate,
o fpeculativc , e
o con pi leggia-
e baffc
legge eh' una volta Lorenzo de' Medici , vero Mecenate del
fuo fecolo, per paflar con manco faftidio i pi gran caldi dell' eftate , fece nella felva di Camaldoli una ragunata di pcrfonaggi illuSi
fori
ogni
in
forte
di
letteratura
fra
quali
Marllio
Ficino
Donato
Acciaioli
dottrina fece vedere a pieno che nell'Eneide fotto la fcorza di vapi alti fegreti della filoi
rie , e vaghe fintioni , fi nafcondevano
fofia,
in
un
libro
il
fine
cos
cellotiortbus
tantoriim
nome
fcrive
qu Leo
njirorum
il
di
quell'
'Baptijla
C6}2feffu
form poi
ne
Alhertwc memortter
difputaniit
diluctde ,
mem'tnijfe <voluf
ac copto/e
&
Lafci l'Alberti
cellenza
nel
fu ftampata
morale, elfendofi per egli principalmente propofto di tocottimo principe s* afpettacare quelle che a formare un perfetto,
no e cognofcere i coftumi di quelli che gli vanno attorno. Bella
ancora 1' operetta chiamata Trivia , ovvero delle caufe attenenti a*
fenatori
e quella eh' egli intitol De iure, cio dell' amminiftrar la
giultitia, delle qua'i non so per qual cagione Cohmo Bartoli , che
traslat in lingua Italiana
e fece ftampare in un volume molti opu-
filofofia
&
{coli di
del
n'
abbia fatto
il
quinto e ferto
libro
Momo,
quali
fi
Com-
VITA
126
&
abbiette
Nella
bade
alcune cofe
lingua Italiana ha lafciato tre libri dell'Economia,
amorofc in prof
in verf , e fu il primo ( come fcrive Giorgio
Vafri nella Tua vita) che tentalTe di ridurre i verfi volgari alla mile
cofe rilevate
e gravi
e filofofar delle
&
&
come
fi
vede
in
A
Ma
te
fjot
mando
^c
e del
&
&
paffaggio daHe
un
fcienze fpeculative
altro Alberti
alle
arti
mi sforzano
pratiche,
di
far
mecanichc.
corrotte,
mano
Leon
alla
Al-
Battiila
la l'ordine,
mato
Ro-
antico fecolo
dell'
il
e la
proportione
Vitruvio Fiorentino.
Pontefice a valerfi di
lui
fi
che da
La fama
nell'
tutti fu
del Tuo
univerfalmente chia*
nome
induffe Nicol V.
Roma
&C
1447
dotta
al
e riufc
una
delle pi fuperbe,
termine ch'oggi
fi
e fontu
jfe
Fu con-
d'Italia.
perche
il
Vaiari,
occafioni di
vede neir
aitar
minutamente
maggiore
di
detta
fabrica
genza
remo
memoria
la
re olTervato
cominciando dalla
architetto
diremo che
d' Iftria
fcrivc-
ci
facciata
marmo
dell*
127
il
vede un
li
torno a tutta
fabrica
la
&C
compolto
mezzo
e di
rilievo.
mezzo
fono occupati da
porta maggiore, the
tre
interftitii
tre
fa
la
va
&
depofiti
d'
fono
marmi
diverfe forti
di
cofi
come
dentro
di
fuori
flati
una
crilego. In
affai
una
belle
(
parte
ricche
come
che
Sigifmondo
delle capelle
fcrive
di
Vafari
il
fono
il
fei
fi
vedono
di Ifotta fua
ritratto
di
e fopra
&C
in altra
moglie
cfTo fignore
fepolturc
le
dell' ifiefla
L'anno
di
Mantova,
il
qua-
le
era divotamente
affettionato
fi'gnore,
cofi
moflra
il
valore
dell'architetto, che
molto diffcile
tondo con nove capelle d' intorno E perche vi fono certe cofe che
non rifpondono all' occhio con tutta quella gratia che fi richiede,
parendo per il giro della fabrica che gli archi delle capelle, quando fi guardano per profilo, cafchino in dietro, rimandiamo il lettore a,
pricciofa, e
quanto ne fcrive
il
Vafari.
L' illef-
VITA
128
largo braccia 40. fenza catena alcuna di ferro, o legno che lo foftenti,
te,
pelle
1'
una
con
tre capelle
due ca-
altra
mezzo poi
Il
del quadra-
deve fabricar la cupola, largo braccia [Melfo a quaranta. Oltre il quadrato della cupola vi il coro di forma ovale, lungo braccia 52., e largo quanto il corpo della chiefa, il quale con
il predetto
quadro fu l'anno del Salvatore 1600. fornito fino lli ultimi corniciamenti, conforme al modello antico dell'Alberti. La facciata compartita in tre porte
la maggior delle quali eh' nel mezzo, ornata di marmi bianchi, con fogliami bellilhmi diligentemente
intagliati
e le portelle da i Iati fono di marmi bigi
lavorati anch'
Chi volefTe vedere ogni cofa pi particolarmente defcritta legga
cffi
to, dove
fi
tino,
coro
di
il
dell'
Annunciata
Ma
fi
egli affai
di
marmi
fi
Fu ordinata
neri
il
Maria novella,
bianchi
artificionimente
difegno
chiama La vigna
tutto
di
in Fioren-
S.
della chiefa di
induftria
all'
la facciata
vago mcfcolamento
e
Roma, Rimino,
Leon Battiffa, non meno
havendo
lui a
del
corpo
chiefa
di
con
orna-
edificio.
dell'
nella
il
fece
tare
Brancacio
S.
vede una capella di fua inventionc. Fece egli molte altre cofe
che per brevit Ci tra'afciano. Lafci pochiffime opere di pittura
Paolo Giovio che compofe fuo elogio e gli diede loco fra gli ilfi
lulri
letterati
loda
il
ritratto
eh' egli
fece di f
medefimo
il
qua-
fcritto
di
fopra
che per
lo
,.
LEONBATISTA ALBERTI.
DI
de
rtudio
10
Alberti
tilla
per
lettere,
le
cognitione
la
del
129
difegno, Leonba*
regiftrar fra
huomini
gli
fa-
altra profelione.
i
La
in lingua Latina.
fcritti
fcultura
prima
la
fi
titolato
de
la Pittura,
nobile,
citura
Nel primo
da
e
ScrifTe
tutti
fchietta
nella
de' precetti.
da la geometria
11 fecondo contiene le vere regole,
da le quali non deve mai diparquanto nel difegno, e cotirli il pittore,
tanto nella compcftione
lorito, che fono le tre cofe alle quali fi riducono tutte le conlidefi
fpiegano
pnncipii
arte
dell'
tratti
rationi
deir
che far
poflono nella
del pittore,
officio
pingere
fi
Pittura
del
cilit
grande,
negli
ofcuri
dopo
la
de'
terzo libro
fi
ragiona
pi
Ikidio,
zo
Nel
fine
li
fcritti
fcuoprono
di
Alberti
e
pi degna di tut-
diligentia lavorata,
tutti
fcreti
di
&
la
ordine,
quell'arte, che
:
ne
che
fare
la
1'
public
Ci
libro
il
fa-
prima
f
non
dedic a Loren-
ifeflo
autore.
Fu
da Colmo Bartoli
gentilhuomo Fiorentino, che la prefent a Cofimo de' Medici fanno
1550. Il medelimo Bartoli tradulTe ancora i libri de la Pittura, e
Scoltura', e gli fece ftampare fanno 151^8. con gli altri opufcoli
delf Alberti
Si trovava gi un' altra verfione del trattato de la Pittura , fatta dal Domenichi, e flampata fanno 1547.
Dopo aver per 1' accompagnamento di quello volume con lingua a noi foreftiera ragionato de le virt di leonbatifta, &c ammirato
frutti del
fuo fertililfuno ingegno, altro non ci rcfla a
dire , f non che defideriamo per il merito di fi grand' hu( mo
ancora pi per f utile publico, e per la gloria de le lettere,
che li raccolghino un di tutte le fue opere inhcme
e per qucflo
ne porremo qui di fotte la lifta. Mor Alberti in Fiorenza fua pavoltata
in
lingua Italiana,
illullrata
di difegni
&
tria
e fu fcpQlto nella
chiefa di fanta
Croce
IN-
. .
..
VITA
ijo
INDICE
PELLE OPERE DI LEON BATTISTA ALBERTI.
RIAMIATE.
T E R E
Eon'ts
1520.
chii
Alberti Tlorentm
'Bctpt'iJ
4.
&
in
de
2.
Itb.
remium Medicem
ojjcits
Leonis
r anno
tS'
Trinaia
brenjts
"Baptijdi
Alberti
n}iri
libellus
demum
mine
Tartjts
2.
Lepidi comici
Manucio
de
'Baptifce
Law
mwquam
tres
ab-
&
ultimamente
animante
ad Leonellum
1540.
'Bafilcdi
doBtJJnii de
K^
in
<veteris
Michaelis Martini
8.
i)^6
elariffmi
^virt
ci<vili
tft'
8.
de
libri
re
edificato-'
luoghi
altri
Tbilodoxios fabula
8,
Albertis
poeta
di humanit.
kS'
amore
de
laureati
Legitime amanti
de njita rufiicana
ac Judto
Stelle cura
'Bajtle
1471.
incipit.
equo
de fortuna.
o parte
Incipit.
4.
de
Vedo
remedi
amorit
in
1471.
anima mia.
dell'
Incipit
4.
preclarum
riconofcendo
optimus
liber
ta
ad
fcholiis
lucem editus
tn
di piet, e
uthcio
feltciter
Luc 1588.
'Baptifl.i
Parmi
accurata interpretaw
tS'
tm
feriatorits
cum
4.
'BabtiJ de Albertis
Terrarienfem prtncipem
ria
Jt^e de caufis
Leonis
ntentus
1538.
'Bajle
fcmnium Ciceronis
De pi&ura prejlantiffima
folut'tffmi
Alberti Florottrit
'Baptfldi
Cicerons locum
%om ex
in folio l'irteffo
Ja de Alberti f Florenti^ms de
Leonis
Momus
republtca
io
de
'vi-
Microtiro mio,
In Vinegia
1543.
8.
Incipit.
De
comodis
il
veftris
titolo.
Dell'
mcomodfs
dove, non
Etfi
Si
litterarum
legge
iUto
iureconfultorum
aminiflrare
la
ragione.
ad Carolum fratrem
per
ikmpato
nella
icriptis.
Incipit
biblioteca di Gefnc-
Italia,
ma quando
lo dichiara.
Statua diffus
Ve
DI
131
De Mufca.
Oratto fioiebrts pr
cnve fuo
Apologorum. Tutti
Lihellus
hiap'tt
Erat
more apud
in
e ftampati
tradotti,
Ne
Bartoli
dal
%o)n antiqua.
urbis
fa
manofcritti
Vane
in
caia
opere
dt
gentiluomo
con
fol.
/';;
accademico
del
con
i')6^.
Venetia
Italiana.
da
"Battijla
pittura
la
lingua
Alberti tradotte tn
Tjattijlct
(S'
mentione.
Pocciantio ne fa
Il
Leon
1550-/0/. (^
Firenz.e
Regale
Leon
architettura di
Xartoli
Cofmo
Tua.
confervavano
4.,
la
1'
aggiunta
anno
lilelTo
medelmo Alberti
de dijegni
monte
nel
tradotta
In
per
M.
Ludovico Domenichi
La
chi
pittura di
1547. 8.
Opufcoli Morali di Leon
parte
M.
da
corretti
Momo o^njero
De difcorfi da
"Dello
Cojmo
Xartolt
del
dt
1)6%.
Venetia
detti
4.
opufcoli
principe.
Senatori
La
La
njita
Le
piace^-volez,'x,e
dt
altrimenti
Trinjta
Cifra
delle
Totito.
S.
Della republica
Matematiche
della 'vita
derei
lijia
In
tradotti
amminijlrare la ragione.
Delle comodit
l'
Ludo'vico Domeni-
In Vtnegia
Segue la
M.
fia
cingile
ftato
rujlicana
Tofcanamente
della fortuna
fcritto
Cre-
dall'Alberti
Della Tittura.
Della Mofca.
Del Cane.
Cento Apolngi
Hecatompbtla
Deiphtra
Quelle due ultime opere non fono (late tradotte dal Bartoli
le mcdelme che quelle di fopra l fono accennate fotto
titoli:
ma
de amore,
berti
&
de remedio amoris,
fcritte
in lingua
Tofcana dall'Al-
DELLA
DELLA
PITTURA
D
LEONBATISTA ALBERTI
LIBRI
III.
DELLA PITTURA
LEONBATISTA ALBERTI
LIBRO PRIMO.
Avendo
io a
accioche
mentarii,
de
fcrivere
la
Pittura
parlar
il
in
mio
(a
com~
breviffimi
qucfti
pigli ero
chiaro,
pi
primieramente da i Matematici que'le cofe che mi parranno a ci a proposto. Le quali intefe che l faranno, dichiarer (per
quanto mi fervir lo ingegno) da effi principii de la natura, che
cofa fia la Pittura. Ma in tutto il mio ragionamento voglio che fi
avertifca, che io parler di qucfte cofe non come Matematico, ma
come Pittore Conciofa che i Matematici con lo ingegno folo confdcrano le fpezie
feparate da qual fi vole forme de le cofe
glia materia
Ma perche io voglio che la cofa ci venga pofta inan.
&
zi
gli
mi
occhi,
fcrivendo,
fervir
come
ufa
fi
dire,
una
di
&
pi gralTa minerva:
talmente in una fuperficie, che cfTi fi pofPer che quelle cofe che non fono
fa comprendere da lo occhio
comprefe da lo occhio, non alcuno che non confefT che elle non
qual
fi
fia
Conciofia che
il
Pittore
uno appreiTo
de
lo
altro
diftenderanno
un fegno
una linea
Et
affati-
fi
fi
poffino
porranno
la
linea
lunghezza del quale fi potr dividere in parti, ma fiir talmente futtilillma che giamai non li poeccone lo efempio. --- De le linee alcuna e diritta,
tr fendere:
alcuna e torta: la linea diritta un fegno tirato a dirittura per
appreffo
noi
di
far
la
&
lo
la
un punto ad un altro
dirittura da un punto ad un
lungo da
>
non a
Molte linee,
rata
TOc,
come fili in
faranno una (uperficie
tcla^
.
fc
torta
altro,
adattate
Conciofia che
fi
che far
facendo arco
quella
ma
congiugneranno
la fuperficie e
ti-
*^
infic-
quella eflrc-
ma
DELLA PITTURA
1^6
ma
cuna
fono
ma
confider
fi
folamente inquanto
le
alla
De
le
larghezza
&
al-
lunghezza , che
alcune talmente
alla
qualit ne fono
nella fuperfcie,
Noi,
chiamano Orizcnte
f ci lecito, per via di una certa fimilitudine lo chiameremo con
vocabolo latino ora, o f pi ci piacer, il d'intorno. Et far quefo d' intorno terminato o da una fola, o da pi linee. Da una
fola j come la circulare
da piuj come da una torta &c da una
diritta, o vero ancora da pi linee diritte, o da pi torte. La linea circulare quella che abbraccia, & contiene in f tutto lo fpazzo del cerchio. Et il cerchio una forma de la fuperfcie, che e
circundata da una linea a guifa di corona. In mezzo de la quale
raggi che per lunghezza fi partiranno
f vi far un punto , tutti i
da quefto punto, & andranno alla corona o circonferentia a dirittura, faranno ira loro uguali Tan;. i. Fig. i. Et quefto medefmo
punto fi chiama il centro del cerchio. La linea diritta che taglier
due volte la circunferentia, & paller per il centro, fi chiama apMatematici il diametro del cerchio. Noi chiameremo queprefTo
Aa medefma centrica. Et faci in quefto luogo perluafo quel che
dicono
Matematici, che neduna linea che tagli la circunferentia,
f
non pu , in efla circunferentia fare angoli uguali
non quella
Ma torniamo alle fuperHcie Imperoche da
che tocca il centro
pu intendere facilmente,
quelle cofe che io ho dette di fopra
fi
come mutato il tirare dell'ultime linee, ovvero del d'intorno di una fuperfcie, e(Ta fuperfcie perda c(To fatto il nome & la faccia
fua primiera, & che quella che forf fi chiamava triangolare, fi
fa la fuperfcie:
quale
il
circuito
alcuni
o forf di pi angoli
Chiamcrafli mutato il d' intorno ogni volta che la linea , o gli angoli fi faranno
non folamente pi
ma pi ottufi o pi lunghi , o pi acuti o
pi brevi
Quelfo luogo ne avvertifce che fi dica qualche cofa de
gli angoli.
E* veramente lo angolo quel che fi fa da due linee che
inrerfeghino infieme
no
dra
le
forte
Fig.
2.
de
li
fi
fopra
angoli,
Lo angolo
mente
la
eftremit di
a fquadra,
fotto
una
fuperfcie.
fquadra
&
Tre
fo-
fopra (qua-
a fquadra,
che
fa
fia
uguale a qualun-
que
LIBRO PRIMO.
137
&
golo
ma. La
fuperfcie di
la
fliperfcie sferica
imita
il
Molto
f-
fer-
sfera
dicono che un corpo tondo, volubile per ogni verfo , nel mezzo
del quale un punto, dal quale tutte le ultime parti di e(To corpo fono ugualmente lontane
La fuperfcie concava quella che
dal lato di dentro ha la fua eflremit, che fotto, per dir coli,
alla cotenna de la sfera, come fono le intime
fuperfcie di dentro
ne gufci de gli vuovi
Ma la fuperfcie comporta quella che ha
1'
una parte di (e fleffa piana,
altra o concava, o tonda, come
fono le fuperfcie di dentro de le canne, o le fuperfcie di fuori de
le colonne, o de le piramidi {Tav.lFig.2.). Per tanto, le qualit che l
truovano effere o nel circuito, o nelle faccie de le fuperfcie, hanno
importo diverll nomi, come fi dille, alle fuperfcie. Ma le qualit,
.
&
le
me-
Imperoche mutato il luogo o i lumi, appanfcono variate a coloro che le guardano. Diremo del luogo prima, &C
poi de lumi. Et bifogna certamente prima confderare in qual modo, mutato il luogo, eOe qualitadi che fon nella fuperfcie, paiano
che fieno mutate. Quelle cofe veramente fi afpettano alla forza 6c
virt de gli occhi. Imperoche egli di necellit che
d' intorni o
per dilcoltarf o mutarli di fto
ci paiano o minori, o maggiori, o
dillimili al tutto di quel che prima ci parevano
medefmamente che le fuperfcie ci paiano o accrefciute
o defraudate di colore.
Le quali cofe tutte fon quelle che noi miliiriamo o difcorriamo con
lo fquadro
& come quello fquadro o veduta fi faccia, andiamo
hora invertigando
Et cominciamo da la fcntentia de Filofofi
che
dicono che le fuperfcie fi efuiiinano mediante certi raggi minilln
de la veduta
che perci gli chiamano vifvi
cio che per clh fi
impnmino
(mulacn de le cofe nel fenfo. Imperoche quelli medefimi
S
defmamcnte due.
DELLA PITTURA
13?
raggi
fimi
pria natura
&
&
lo occhio
fra
per una
certa
penetrando
& havendo per guida
qualche corpo denib ,
la
aria
diafani
la
luce
trino
in
luocro
a'-.tichi
gii
piccola
o da
la fuperficie.
to
noi
non
difputa
La qual
necelTaria,
IplendidifTimamente
,
veduta
fuperficie
la
&
&
altri
{ino
non
del
fermano.
fi
quefti
difputa in
raggi
fmili
che
tanto
ofcuro
tutto
Ma
rari
fi
nel
qul
fu
apreffo
ufcivano
da
gli
vero molto
de
occhi
&
quanlecito imlegate da
difficile,
fiaci
rifcon-
non
lafceremo da parte. Et
la
corpi
comprendono
d' intorni de le fuperficie
toccando
tutte le quantit de la fiaperficie. Et quefti , perche ei vanno volando & a pena toccando le eftreme parti de le fuperficie , gli chiameremo ra^gi eftremi o ultimi Avertifcafi che quefta fuperficie fi mofra in faccia perche l poffino vedere i quattro raggi ultimi che vanno a punti, da quali ella terminata. (Tav.l Fig- 3.) Altri raggi o ricevuti o ufciti da tutta la faccia de la fuperficie, fanno ancor effi
lo ufficio loro, entro a quella piramide, de la quale a fuo luogo
Imperoche ei fi riempiono de medefimi
parleremo poco di fiotto
Et per chiamiacolori & lumi ; de quali rifplende cffa fuperficie
mo quelli, raggi di mezzo, o mezzani. {Ta^.I.Fig. ^.) Tutto il quadro
cuni di
loro
lo
una
,
fola
fiiperficiej
moftrano
fi
ma
chiamano mezzani
che vanno dall'
fcompartimento de lo ottangolo De raggi an-
raogi che
fi
occhio a punti de lo
cora f ne truova uno cofi fatto che a fimihtudine di quella linea
centrica che noi dicemmo , fi pu chiamare raggio centrico o del
centro, perci che egli ft di maniera nella fuperficie che caufa da
ogni banda intorno a f angoli uguali. {Tan).lFig. 5.) Si che noi habbia.
mo
&
centrici:
mezzani,
andiamo hora invefiigando quel che, qual fi fia 1' una di quelle forEt la prima cofa parliamo de
te di raggi , conferifca alla veduta
ultimamente de centrigli ultimi
di poi parleremo de mezzani ,
trovati
&
ci
Con
gli
ultimi raggi
fi
comprendono
le
quantit
&
la
quantit
veramente quello fpatio che infra duoi punti difgiunti del d* intorno
che paffa per la fuperficie , il quale fpatio e comprefo da lo
occhio con quelli ultimi raggi , quafi come per modo di dire con
le
LIBRO PRIMO.
&
fefte:
le
fono
tante
quantit
una
in
135,
quanti
fuperficie,
un
fono
Imperoche noi con la veduta nofra riconofciamo la longhezza medianla larghezza mediante il da delira,
o
te la Tua altezza o baffezza
la groffezza mediante il da prelTo o da lontano: o vero
da finillra
tutte le altre mifure ancora, qualunque elle fi fiano, comprendiamo
La onde fi fiaol dire che la veduta fi
folo con quelli raggi ultimi
quale la quantit veduta,
fa mediante un triangolo, la bafa del
punti
lati del quale fi:)no quei medefimi raggi che efcc^no da i
de la quantit & vengono fino all' occhio Et quella col certilfima che non fi vede quantit alcuna, f non mediante quefto trianl
rifguardano
1'
1'
altro.
&
golo.
goli
la
lati
adunque
del triangolo
in
Ma
quantit.
terzo,
il
&
cio
amendue
principale angolo,
Ma
quei
gli
an-
capi
da
contro de
la
de
perficvc
ba(a
lo
Ci
fa
.'
come
occhio quafi
in
Ma
non
fi
&
DELLA PITTURA
I40
quefti raggi ultimi abbracciando a parte a parte univerfalmentc tutto il d* intorno di una fuperficie, girano a torno a torno quafi co-
La onde
me
una foHa,
ei
de
la
&
&
quale accerchiata da raggi ultimi fi truova elTer dentro alla piramide. Et quefti raggi fanno quel, che fi dice che fa il Cafimili fiere sbigottite per paura, che fogliono pigliare
maleonte,
pi vicine a loro , per non efier ritrovate da
i colori de le cofe
raggi
la
&
Imperoch
Quefto quel che fanno i raggi mezzani
dal toccamento loro de la fuperficie fino alla punta de la piramide , trovata per tutto quello tratto la variet de colori & de lumi
f ne macchiano talmente, che in qualunque luogo che tu gli tafporgerebbon di loro in quel medefimo luogo quel lume
gliafli
llefib, &C quel medefimo colore, di che fi fono inzuppati. Et queper il fatto lleffo primieramente i e veduto che
fti raggi mezzani
Cacciatori
&
&
&
&
&
uguali da
canto
trico
di tutti
mai
ella
alla
.
parti
rifpondino a
angoli
gli
che
fon
loro a
veramente per quanto fi appartiene a quefto raggio cencofa verifilma che quefto di tutti i raggi il pi fiero ,
vivacifi'imo. Ne fi pu negare che nefluna quantit apparir
&
vifta
maggiore
Potrebbonfi
raggio
raccontare
quefto
le
&
amendue
folo e
Ma
non quando
pi
cofe
quefta fola
fomentato da
de
cofa
tutti
il
raggio
la
non
gli
centrico
polTanza
fi
lafci
altri
&
dell' officio
indietro
raggi
in
far
che
che
han-
lo
,,
LIBRO PRIMO.
hanno mc(To
in
mezzo
capo
parrebbon pi
il
il
quaf
141
principe de raggi
Lafcinfi in dietro
cofe che
altre
le
ingegno che
dire: molte cofe
lo
cof
la
za
che
cio
quefto
in
ft
modo;
mutatofi
di
credo
che io
il
intervallo
&
ii
mutalafi
Tuperficie
la
moftro a baftan-
fia
del
Im-
alterata.
fia
i\
pofitura
la
la
mente
vera certezza de
&i la dillantia
veduta
conferifcono
grande-
la
&
&
alquanto
apparir
medefimo
dal
tura
ofcura
intervallo
&
da
primiero
la
altra
OC
primiera
parte
chiara
pii
ftando
ferma
Et
pofi-
la
raggio
centrico
&
&
&
&
allo afpetto
noftro
raggi de lumi
il
lume
lo fa
tale
quale
chiaro 6c
la
elfi
ancor
elfi,
me con
e pollo a
,
infra
colori
&
lumi
a far la vedu-
quale quanto
lume,
egli
1*
quando
apparifce
Imperoche
egli
fia
&
quella
colori
alla
le
virt
de
mi
lu.
. ..
DELLA PITTURA
142
mi
La qual
&
colori,
dipoi
andremo
bene
far
prima cofa
la
modo
che
invejftigando in
trattare
detti
de
colori
lumi
fpetic
le
i
de colori fono
duoi eftremi
infra
fette
cio
quali ve n
che
&
bianco &:
il
uno
quel
il
nero
mezzo
& che
da ogni
mezzo
nel
del
fono
infra
parte
&
ve
duoi
fono
ne
altri
&
&
&
che
tutti
gli
altri
&
&
&
<!k:
...,
LIBRO PRIMO.
143
bra
chiarezza
la
perfuadere
ma
&:
Pittore che
al
il
&
bianco
il
nero non
&
fi
pu
crefcendo
il
a baldanza
de colori
Conciofia che il Pittore non ha trovata cofa alcuna pi che il bianco
mediante il quale
egli pofla efprimere quello ultimo candore del lume
ne cofa alcuna con la quale ei pofla rapprefentare la ofcurit de le tenebre pi
che con il nero
Aggiugni a quefte cofe , che tu non troverai
mai in alcun luogo il bianco il nero , che egli ftelTo non cafchi
lotto alcuno genere de colori
Trattiamo hora de la forza de lumi I lumi fono o di conftellationi , cio o del Sole
o de la Ludi fuona ,
de la Stella di Venere , o vero di lumi materiali
co
infra quelli una gran difterentia
Imperoche i lumi del
Cielo rendono le ombre quali che uguali a corpi ; ma il kioco le
rende maggiori che non fono
corpi ,
da lo
la ombra fi caufa
cfler intercetti i raggi de lumi
I raggi incercetti
o ei fono piegati
in altra parte
coPieganfi
o ei fi raddoppiano in loro ftelTi
me quando i raggi del Sole percuotono nella fuperficie de la acqua ,
quindi poi fiilgono ne palchi
ogni piegamento de raggi fi fa
come dicono 1 Matematici
con angoli tra loro uguali
Ma quefte cofe fi appartengono ad una altra parte di Pittura
1 raggi che fi piegano
fi
inzuppano in qualche parte di quel colore
che ei trovano in quella fuperficie da la quale ei fono piegati o riverberati
Et quelto veggiamo noi che aviene , quando le
faccic di coloro che caminano per
prati , ci ( apprelentano verdi
ho
Io ho trattato adunque de le fuperficie
ho trattato de raggi
trattato in che modo nel vedere fi facci de triangoli la piramide
Io ho provato quanto grandemente importi che lo intervallo , la
pofitura del raggio centrico , &: il ricevimento de lumi fia determinato & certo
Ma poi che con un folo Iguardo noi veggiamo non
poi
pur una fuperficie fola
ma pi fuperficie ad un tratto
che fi trattato
non mediocremente di ciafcuna fuperficie da
per f hora ci reit ad invcfiigare , in che modo pi fuperficie
congiunte infieme ci fi apprefentino alli occhi
Ciafcuna fuperficie
certamente gode particularmente ripiena de fuo lumi &c de fuoi
colon, fi cume fi detto, de la la propria piramide. Et cllendo
corpi coperti da le fiiperficie , tutte le quantit de corpi che noi
1
pregna
veggiamo
creano una piramide fola
tutte le fuperficie
(per modo di dire) di tante piramidi minori, quante lno le lualteratoti
gli
per
dirfi
cofi
&
&
&
&
&
&
&
&
pcrficie
&
che
mediante
quella
veduta
fon
co0iprefe
da
razzi
detta
di
.,
DELLA PITTURA
i44
detta veduta
Et cfTendo
cofe
le
cofi
fatte
qualchuno
dir forf
&
che
ei
fon
rifponder
quella
cerchino che
molto meglio
ad ogni
altra cofa
fiapeificie
che
faper
che
pof-
la
dir
prego
Imperoche lo impache gli ftudiofi Pittori mi ftieno ad udire
da qualunchc
rare quelle cofe che giovano , non fu mai male ,
Et imparino veramente mentre che ei circonfia
voglia maeflro
fcrivono con le linee una fuperficie ,
mentre che ei cuoprono
ragione di quel che
ei
fi
affatichino
di
fare
Per
il
io
&
colori
di
&
difegnati
terminati luoghi
cofa
nelTuna
che
cer-
fi
ca
&
&
da una piramide
prefe
luoghi
fuoi
go il
mere
fi
&
&
fola
fuperficie
diverfe
di
far
con
le
linee
&
&C
che
accioche
neceffit
tagli
Dipintore
&
pi
dipignere
voler
tica
con
il
com-
piramidi
de
alcuno
in
quello luo-
in
dipignere
pofTa
efpri-
colori
&
con
nee
il
fuo centro
&
le
quali
ti
diventino
Habbiamo adunque
li
il
di
notilfime
nuovo
le
tutte
le
parti
di
cofi
de le fuperficie
piramidi che fi hanno a
parlare
fatto
,
da
taglio
le
tagliare
qua-
con
la
LIBRO PRIMO.
Pittura.
la
fono
De
le
pavimenti,
145
de
da
fpazzi
gli
&
edificii:
li
come
alcune altre ne
fono,
mente lontane
fra
loro,
de
de
fuperficie
le
come
gli ultimi
che
Ma
dicemmo de
dentro
di
&
del centrico
raggi
&
cofi
alle
cofe
piramide vifiva bifogna aggiugnere quella fententia de Matematici , con la quale fi pruova , che f
una linea diritta taglier i duoi lati di alcuno triangolo
far
quefla linea tagliante , tale che facci ultimamente uno altro triangolo , &C ugualmente lontana da la altra linea che bafa del primo
far allora certamente quello triangolo maggiore proportriangolo
fi
la
&
Matematici
Ma
noi accioche il parlar noftro fia pi aperto a Pittori, efplicheremo
pi chiaramente la cofa. Ei bifogna che noi fappiamo qual fia quella cofa che noi in queflo luogo vogliam chiamare propurtionale: noi
diciamo che quegli fono triangoli proportionali, i lati
gli angoli
de quali hanno infia di loro la medefma convenientia: Che f uno
de lati del triangolo fia pi lungo de la bafa per due volte
mezcofi fatti triangoli fieno elfi o magtutti
zo o un altro per tre
pur che eglin habbino la medefma corgiori o minori di quefto
rifpondentia de lati alla bafa, per dir cofi, faranno fra loro proporImpcroche quel rispetto che ha la parte alla parte iua nel
tionali
triangolo maggiore, l'avr ancora la parte alla parte nel minore.
triangoli adunque che faranno cefi fatti appreffo di noi fi
Tutti
chiameranno proportionali
&: perche quefto fia intefo pi aperta-
minore
Quello dicono
&
&
mente
ne
portionale
daremo una fimilitudine. Sar uno huomo piccolo proad un grandiffimo mediante il cubito: purch fi fervi la
medefima proportione
parti
onfervc)
di
corpo
del
in
colui
in
coftui
cio
flatura grandifiimo
altra proportione
ne
del
,
in
per
membri
di
in
ciafcuno in proportione
tutti
di
&
a gU
altri
al
di dire, cio in
quale
del
gli
altri
Ercole
cofi
cubito
dille
huomini.
Ne
che
il
fuffe
fi
come
&
Euandro
Gellio
la
in
infra
le
altre
che fi
che
era
fu
ancora
mano
cubito
mifurare
modo
Ercole
pi di
po
capo
palmo,
corrifpondeva
proportione
di loro,
il
al
me-
defimo
,,,
..
DELLA PITTURA
i4<J
&
&
&
rifguardarc
le
quantit
proportionali
&
che parimente fien lontane dal taglio , faccino nella Pittura alteraImperoche effe fono veramente quantit ugualmente
tione alcuna
lontane , proportionali in ogni ugualmente lontano taglio da le locofa ellendo cofi , ne lguita quefto
la qual
ro corrifpondenti
che non ne fuccede nella Pittura alteratione alcuna de dintorni ,
che non fono alterate le quantit , da le quali il campo o lo
da le quali fono mifurati o comprefi
dintorni
fpatio fi empie
Et manifeito che ogni taglio de la piramide vifiva che fia ugualmente diflante da la veduta fuperficie , fimilmente proportionale
ad effa veduta fuperficie Habbiamo parlato de le fuperficie pro.
&
&
portionali al taglio
cio
de
le
ugualmente
lontane
alla
fuperficie
Ma
&
taglio
di linee
fimili
in
,
,
LIBRO PRIMO.
&
fono ugualmente
che
147
diilanti
,
triangolo
&
quantit,
detto che
tcie
pi
far
la
ottufo
manco
per har
fuperficie
fpello accade
fi
che
raggi
di
per
fpatio
di
cuopre
vi
manco
tanto
ricever
Noi
taglio.
il
quella
habbiam
far
quantit,
&C
&
maggiore nel triangolo alla bafa , tanto pi riceveranno di alteratione Finalmente a tutte quefte cofe bifogna aggiugncmediante la quale efli affermano
re quella opinion de Filofofi
che f '1 cielo, le ftelle,
mari, i monti, & effi animali,
dipoi tutti i corpi , diventafTino per volont di Dio , la met minori eh' ei non fono, ci averebbe che tutte quefte cofe non ci
parrebbono in parte alcuna diminuite da quel eh' elle hoia fono , peil
&
roche
la
la
grandezza,
la
fi
polTon ritrovare,
&
non
&
ritrovare nelle
chiamaron accidenti: & fono di tal forte che la intera cognition di effe fi la mediante la comparatione. Difle Virgilio che
Ma f fi
Enea avanzava di tutte le fpalle tutti gli altri huomini
faceffe comparation di coRui a Polifemo, ci parrebbe
un Pigmeo.
Dicono che Eurialo fu belliifimo
il
qual f l comparalTe a Ganimede rapito da Giove, parrebbe brutto. In Spagna alcune fanciulle
firebbon tenute per
fon tenute per candide
le quali in Germania
cofe,
Pilofofi le
&
ulivigne
nondimeno
L' avorio
argento
1'
paragone con
parranno alquanto pi pallidi.
ni lini,
rifcono
nere
f
fene
far
le fuperficie nella
bianchi
fon
cigni
o con
di
i
colore
bianchi pan-
ci
,
appa-
quando
elfe
fi
Et
,
.
DELLA PITTURA
Et
ci
fa
fi
veramente
la
comparatione de
Ma
fieno manifeflifTime.
elTendo
1'
cofe
le
huomo
alle
pi di tutte
1'
altre
co-
al
huomo
notilTimo
diffe
forf
&
&
&
&
ne comparationi con gli accidenti del huomo Quelle cofe ci amaeftrano a quefto , che noi intendiamo che qualunque forte di corpi
noi dipigneremo in Pittura , ci parranno grandi & piccoli fecondo la
mifura de gli huomini che quivi faran dipinti. Et quefta forza de
la ccmparationc mi par veder che molto eccellentemente pia che
alcuno altro de gli antichi la intendeffe Timante , il qual Dipintore, dipingendo fopra una piccola tavoletta il Ciclope che dormi.
va
dipignere
egli
fi
efprima
Di quefto adunque,
l'altre
lafciate
cofe
angoli retti
&
&
ve-
LIBRO PRIMO.
veramente mi dimolrano
no
da
infinit
all'
in
ultima
&C
14C;
modo havendo
che
lontananza,
&
fi
procedere
10 a
riftringhino
le
li-
quantit
&
veduta mia. {Tanj. II.Fi^. ^.) Qui arieno alcuni che tirerebbono entro al quadrangolo una linea ugualmente didividerebbon in tre parti lo fpatio
nante da la gi divifa linea,
Di poi con quclLi regola tireche farebbe fra le dette due linee
rebbono un'altra linea parimente lontana da quefta iecunda linea,
parimente lontana, talmente che Io fpatio che infra la prima compartita linea, & quefta feconda linea a lei paralella, o parimente
lontana, divifo in tre parti, ecceda di una parte di f iciXo quello
fpatio che fra la feconda &c la terza linea
di poi aggiugne1'
rebbono
altre linee
talmente che fempre quello fpatio che feguitafli manzi infra le linee,
fufle per la met pu , per parlare come
i
Matematici. Si che in quefta maniera procederebbono coftoro, i
quali f ben dicono di feguire una ottima via nel dipignere, 10 nondimeno penfo che efli errino non poco. Perche havendo pofto a calo la prima linea paralella alla principale, f ben 1' altre paralelle
fon porte con regola
con ordine
non hanno per cofa per la
quale effi habbino certo OC determinato luogo de la punta de la piramide da poter bene vedere la cofa i dal che ne fuccedono facilmente nella Pittura non piccoli errori. Aggiugni a quello, che la
regola di coftoro faria molto falla, la dove il punto del centro
fulfe pofto o pi alto, o pi ballo de la ftatua del huomo dipinto:
conciofia che tutti quei che fanno , diranno che nefluna de le cofc
dipinte
conforme alle vere , f ella non far pofta con certa regola diftante dall'occhio, non fi potr fguardare, n difcernere.
De
la qual cofa efporremo la ragione, f mai noi fcriveremo di quelle
dimoflrationi de la Pittura, le quali gi fatte da noi, gH amici
noftri mentre le guardavano con maraviglia, le chiamarono i miracoli de la Pittura. Imperoche tutte quefte cofe che io ho dette prinritorniamo adunque a procipalmente fi afpettano a quella parte
traverfo
ali*
afpctto
&
&
&
pofito
ottimo
la
cofi
modo.
altre
&
&
linea,
diace
linea
In
tutte
al
punto
al
tirare
che diace
ho uno
le
fatte,
cofe
&
io
io
ho trovato quello
dietro alla medefima
perci
vo
che
dal punto le linee a ciafcuna de le divifioni de
Ma nelle quantit da traverfo io tengo quefto
del
centro,
fpatio piccolo
divifione
alla
quale
de
la
una
ordine
ritta
Io
Di
pongo
nel
io
tiro
linea
linea di-
che diace
un punto fopra quefta linea tanto alto , quanto la altezza del punto del centro nel quadrangolo
da la linea diacentq divifato, &: tiro da quefto punto a ciafcuna divifione di effa linea le loro linee. Di poi determino quanta diftantia io voglio che fia, infra lo occhio di chi ridel quadrangolo
poi
fu
alto
guar-
DELLA PITTURA
I50
&
guarda
&
Pittura,
lii
quivi ordinato
piombo , fo
Linea a picmbo
linea ritta a
truova
Quefta
tutti
termini de
le
nel
a
pavimento
diritta
cadendo fopra un
angoli a fquadra
gli
dar con
pavimento,
tutte le paralelle
inditio,
nel qual
de
altra
eflerc
modo
linea
[Ta<v. ll.Fig.
^)
adunque
fue interfecationi
le
haranno ad
diltantie che
ce ne dar
ragione,
quella che
piombo mi
linea
tagliarnento
banda
da ogni
diritta, caufer
il
il
infra le
io
har
linee
difegnate
le
linea
far
diametro di un quadrangolo , quella linea diritta che partendofi da uno de li angoli va ali*
altro a lui oppoflo , la quale divide il quadrangolo in due parti,
Dato aduntalmente che facci di detto quadrangolo duoi triangoli
ti
inleme
Et
apprello
a Matematici
il
que diligentemente
fine
nuovo
di
fopra
un
conofciuta
fatica
de
fa
gli
antichi durerai
ben comporta,
ben
una gran
dipinta,
ben
formata,
&
&
&
prea-
LIBRO PRIMO.
prendere. Sono quefte cofc facililTime
fmi
&
inclinati
huomini
(?c
modo
Pittura, in qualunque
alla
&
poco
151
elle
fi
dichino,
ma
gli
rozzi
atti
inclinati
&
&
&
&
&
&
mente quel che nel dipignere ei cercher di fare. Imperoche in vano fi tira lo arco
f
prima non hai deffignato il luogo dove tu
VUOI indirizzare la freccia. Et vorrei certamente che noi ci perfuadedimo colui fblo effere per diventare ottimo Pittore, il quale bo,
&
DELLA
DELLA PITTURA
D
LEONBATISTA ALBERTI
LIBRO SECONDO.
MA
perche
Audio
quefto
de
imparare
lo
mi par da moftrar in
quefto luogo quanto la Pittura fia non indegna da potervi
mettere ogni noftro ftudio Se ogni nollra diligcntia. Conciona che
ella ha in f una certa forza divina tal che non
folo ella fa quel
troppo
faticofo
giovani
perci
che dicono, che fa la amicitia , che ci rapprefenta in effere le perfone che fono lontane
ma ella ci mette innanzi a gli occhi ancora
coloro , che gi molti
molti anni fono fon morti , talch fi veggono con grandiffima maraviglia del Pittore
dilettatione di chi
riguarda
Racconta Plutarco che Caffandro uno de Capitani di
li
Alellandro, nel vedere la effigie del gi morto Aleiandro, conofcendo in elTa quella maeft regale cominci con tutto il corpo a
Dicono ancora che Agefilao Lacedemoniefe fapendo di eftremare
fere bruttifTimo, non volle che la fua effigie Riie veduta da defcendenti ,
perci non li piacque mal efler ne dipinto , ne fcolpito da
nefluno Si che i volti de morti vivono in un certo modo una lunga vita, mediante la Pittura. Et che la Pittura ci habbi efpreflo gli
Dii, che fono reveriti da le genti, da penfare che ci fia llato
un grandilTimo dono concedo a mortali
Conciofia che la Pittura
ha giovato troppo grandemente alla religione
mediante la quale
noi iamo principalmente congiunti a gli Dii,
al
perfeverare gli
animi con una certa intera religione. Dicono che Fidia fece in Elide un Giove , la bellezza del quale aggiunfe affai alla gi conceputa religione
Ma quanto la Pittura giovi alli honoratifj'imi piaceri
de lo animo ,
quanto ornamento ella arrechi alle cole
pu
i
d' altronde
da quello principalmente vedere , che tu non troverai
quafi per lo pi cola alcuna bench preciofa, che per la accompagnatura de la Pittura non diventi molto pi cara , & molto pi
,
&
&
&
.
&
&
&
pregiata
diventano,
Lo
avorio
le
gemme
mano del
,
&
le
cofi
fatte
cofc
pregiate
mediante la
Pittore, pi preciofc
Lo
fteffo ancora adornato da la Pittura ,
filmato molto pi
lo oro. Anzi non che altro il piombo pi di tutti gli altri
talli viliffjmo,
f Fidia
o Praffitele ne aveller con le lor
ni fatto una ftatua, (ria per avventura tenuta pi in pregio,
.
oro
che
memache
non
.,
.
LIBRO SECONDO.
non farebbe
non
153
Zeuf
lavorato.
Pitto-
haveva
re
incominciato
animali
icolpirc gli
Ha
uno
quaf che
fufTe
altro
Dio
infra
mortali
adunque
Pittura
la
...
&
mento
da gli
flati
nelle cofe,
fa
cavato
antichi honorata
chiamati quafi
preffo de
latini
Le
cofe
quali
da
Pittura
la
Ma
la Pittura.
qucfto
di
principalmente fu
honore , che effcndo
la
il
cffendo
cofi
io
fon
foliro
di
dire
infra gli
amici
miei che lo inventore de la Pittura fu , fecondo la fententia de' PoePercioche ellendo la Pitquel Narcifo che fi convert in fiore
ti ,
tura il fiore di tutte le arti , ben parr che tutta la favola di Narche altra
Imperoche
cifo fia bcnillimo accomodata ad ella cola
.
cofa
il
&
pigliare
con
la
arte
quella
Ci
fcrif-
DELLA PITTURA
154
de
Pittura alcune
la
Pitture
le
infieme
cofe
&c
de
Racconta
&:
le
mand
Perfeo
meffe
che Demetrio Filofufo ancora fcrife alcuni comOltra di quefto io Aimo ancora che efTendo
menti de la Pittura
che la
da noftri paffati ftate melTe in fcritto tutte le buone arti
Laertio Diogene
Pittura ancora
gifto antichilTimo
che
fcrittore
&
Pittura
la
egli
&
coli
difie
nafceOero
Scoltura
la
ad Afclepio:
La
figur
gli
Tua
dell' origine
mici
una
per
Pittura
fola
infieme
meffe
Sonfi
quefte
oltre
&
&
&
&
Romano dipinfe
acquift nome con
valiere
fi
le
dipignere
il
Ennio Poeta
di
.
peratori
nato de
Platone
ftata
arte
infinita
grande
fi
Et
&
Herco-
non
quanti
carri
Re
ancora
fono
finite
ragionevole
gran numero de
il
vi
li
parte
cocchi
ftare
la
manco
fopra
f
in
noi
la
quella
raccontare
quanto
quale
Demetrio Valerio
Et
Scultori , flaremo
? Sono veramente
parte fopra
to
inclinati
ftati
piazza
nella
dipinfe
nobilifiima
la
Pacuvio
figliuola
la
&
Pioconfule
Poeta Tragico , nipote
Pretore
Sitedio
Metrodoro
& Pirro Filofofi furono eccelPittura. Nerone, Valcntiniano , & Aleflandro Severo ImSana coia lunga racfurono fludiofifiimi del dipignere
Socrate
lenti nella
Verona
in
di
fia
quattro-
figliuolo di
lor cavalli,
parte
dubbio
che non
&
Scoltura
Pittura
la
arti
,.
LIBRO SECONDO.
arti
parentado
i nutrite da un medefmo
10 anteporr Tempre lo ingegno del Pittore
come
Ma torniamo a
apatica in cofa molto pi difficile
congiunte
ingegno
Ma
infieme
fi
propofito
Infinita
ignoranti
in quei tempi
gli
di
quello che
.
155
fu
moltitudine
la
che
conciofia
de
Principi
dilettavano de la Pittura
fi
Pittori
OC
&
de
plebei
Scultori
li
dotti
Et coftumandofi
infra
&
le
prime
de
appreffo
nobili
&
&
Greci
liberi
&
bene
grandifiimamente
oiTervava
fi
allevati
&
che
giovanetti
lettere
le
la
Anzi la
ancora del dipigneie
E celefacult del dipignere fu ancora cofa honorata alle donne
perche ella feppe
brata da gli Scrittori Martia figliuola di Varrone
dipignere
degna di tanta loEt fu certamente in tanto pregio ,
de la Pittura apprefio de Greci , che ei vietarono per publica deligeometria
la
mufica
l'
arte
&
che non fufie lecito a fervi imparare la Pittura s ne quefto veramente fenza ragione
imperoche la arte del dipignere venobilifiimi
&: quanto a
ramente degniifima de gli animi liberali
eccellente ingegno
me paruto fcmpre uno inditio di ottimo
bcratione
&
&
che
fi
grandemente
diletti
de la
grande-
Et
Pittura.
&
&
&
&
gran pena poflo credere che io vi fia ftato tanto che fieno gi pafche quefta arte apporta feco diletto
fatc tre o quattro hore
fi
fama perpetua
ricchezze,
mentre che tu la honorerai , 6c lodi
:
&
&
men-
,
.
DELLA PITTURA
155
mentre che
cof
poi che
farai
tu la
la
eccellentilTimamente
&
un ottimo
Pittura
La
qual
cofa
cflendo
ornamento de
antichifTimo
&
a gli indotti ,
grata a dotti
degna di huomini liberi
conforto quanto maggiormente pollo gli ftudiofi giovani , che per
Dipoi
quanto ei portino , diano grandemente opera alla Pittura
che vadino
avertifco coloro che fono ftudiofiO'imi de la Pittura ,
dietro ad imparare cda perfetta arte del dipignere , non perdonando
le
cofe
fatica
efier
eccellenti
alcuna
ne a diligcntia
ne a
nella Pittura
la
che cercate
confderare che no-
Siavi a cura
prima
cofa
&
il
voi
mi
&
&
i
&
tura di raprefentarci
le
cofe vedute
confideriamo in che
modo
effe
quando noi fquadriamo qualche coia , noi veggiamo quella cofa effer un certo che
che occupa luogo. Et il Pittore circonfcriver lo fpazio di quefto
&
modo
Principalmente
con vocabolo
luogo
quefto
del tirare
d' intorni
&
&
&
mento
di
quefta
cofa
nella
Pittura
riceve
quafi
fempre
tutte
le
fue differentie da
&
&
&
r oc-
..
LIBRO SECONDO.
1'
occhio
li
folcva
fare
157
Apelle Pittore
nello
elcr-
con Protogene
Imperoche il difegno non altro , che il tirare de d' intorni
il
linee
che
apparifchino
far
con
troppo
non parranno
che f fi
margini de le fuperticie in effa Pittura , ma parranno alcune felTuDipoi io deldererei che nel difegno non fi andaffe dietro ad
rc
altro che al circuito de d'intorni. Nel qual difegno io affermo che
Conciola che neiuno comci bifogni efercitarvili vehementemente
ponimento nelTuno ricevimento di lumi mai far lodato f non vi
far difegno. Anzi il difegno folo , il pi de le volte, gratiffimo.
Diafi adunque opera al difegno,
ad imparar beniflimo quefto
non credo che fi pofla trovar cofa alcuna pi accomodata
che
quel velo che io infra gli amici miei foglio chiamare il taglio
il
modo del ufare il quale fono ftato io il primo che lo babbi trovato, & cofi fatto. Io tolgo un velo di fila fottiliffime
telTuco
di poi con
10
fia di qual fi voglia colore, quello divido
rado,
fila alquanto pi grolTe , facendone quadri quanti mi piace fopra un
telaio tutti uguali ,
lo metto in fra lo occhio &: la cofa da vederfi , accio che la piramide vifiva penetrando palli per le rarit
del velo
Ha veramente quefto taglio del velo in f non poche
comodit la prima cofa egli ti raprefenta fempre le medefime fuperHcie immobili
conciofia che pollivi una volta 1 termini^ trovecon la quale tu incorai fubito la primiera punta de la piramide
minciarti i il che fenza quefto taglio del velo cofa veramente difnel dipignere
mutarfi retficiliffima. Et fai quanto fia impoffibile
tamente alcuna cofa perche non mantiene perpetuamente a chi di&c da quello aviene che pi
pigne il medefimo afpetto &C veduta
facilmente fi alfomigliano quelle cofe che fi ritraggono da le cofe
Sai ancora
dipinte, che quelle che fi ritraggono da le fculture
oltra di quefto, quanto effa cofa veduta, paia alterata, mediante il
Per tanto
mutamento de lo intervallo de la pofitura del centro
velo o la rete ti arrecher quefta non piccola utilit che la col,
il
citar(
combattere a chi
&C
pi
fottili
faceva
le
&
&
&
quella che
in
li
il
nafo
&
nella
quella difotto
a loro luoghi
canto,
il
muro
altre
pi vicina
poi
collocarle
le
,
gote,
dilpolle
beniflimo fu la tua
nel
fcompartiti
&
&
la
DELLA PITTURA
15S
Mediante
&
la
le
quali cofe
&
nondimeno
tali
ma
quefto taglio
Che
cio
quefta
di
coloro
rete
che
affaticano
fi
far
di
volte a Pittori
non
pratichi
come
appari fcon
&
dubij
incerti
d' intorni
de
fuperficie,
le
interviene ne volti,
&
&
fpatio
Reftaci a trattare
non
dife^nq
il
che
ben fapere
che cola fia il componimento nella Pittura
Et veramente il
componimento quel modo o regola nel dipignere , mediante la
quale tutte le parti fi compongono infieme nell' opera de la Pittura
Grandiffima opera del Pittore la hiftoria
le
parti de la
hiftoria fono
corpi
fono le membra le parle parti del corpo
ti de le membra , fono le fuperficie
Et effendi il difegno , quella regola o modo
del dip'gncre , mediante il quale difegnano i
fi
afpetta
per e
d' in-
. ,.
LIBRO SECONDO.
a ciafcuna de le fuperficie
d' intorni
alcune piccole
come
come
quelle de
de
&:
animali
gli
ijp
fuperficie
le
&
alcune
eiTendone
grandifTime
&
Ma
rete.
ci
bifogna
trovare
al-
&
&
le linee parallele,
fi
hanno
de muri,
rizzare le alie
&
qual altre
fimili
il
vogliano
&
&
&
&
&
cia
da
tira
in
fino
alla
addotte
del
bafi'j
regole
allo
fu
per
linea
volte
tre
centrica
dipignere
quella
Pon"iamo
difegnare
quantit
adunque
bene
tutte
che dal
mediante le
le
fuperficie
ango-
,.
DELLA PITTURA
i6o
anoolari {Ta<-j. IL
intorni
d"
circulari
luperficie
le
y). Reftaci
T'ig.
Le
cerchio
in
fuperficie
loro
vera-
mente
cavano
fi
paralelle
di
tutti
in
fpefTilTime
d'
il
intorno
tiro
fegnati
gi
alli
gnar
che cauflTe
porto
al
maggiori
l'
ombra
luogo
fuo
forte
di
il
quale
la
difegno
fegno
de
le
circolari
rerta
ci
Flg.
Si
Finito
pur che
che
ot-
dipoi
cerchio
dife-
corpo,
il
regola certa
&
luffe
habbiam detto
noi
difegnino
fi
di
&
breve
pi
lucerna-,
6.
con
folo
ambito del
frada
paralelle
noto
lume con
il
a
continovefino
^\
interfegationi
farebbe
Ta^. IL
luo-
luoghi
punti
io
circunferentia
all'ombra di
aiuti
&
piaceranno
Forf
noto
cerchio
il
di
ricevefie
gli
angolari
veramente
te
del
termini
come mediante
gni
fegnamento
cerchio
Et per
d'intorno
quefto
tutto
paralelle
infinite
o con quante pi mi
mediante lo ingegno la
&
le
numerofo
un
&
cerchio
quai
cerchio
o
pavimento difegnato in Pittura
farebbe una fatica ellrema interfegare con
perche
quafi
con
che
rebbe
to
&
interfegationi
le
un
difegno
vi
del
paralelle
Ma
de
punti
efTe
Profpettiva
tanto
fopra
voglio
lo
io
ancora
&
quanto
ghi
quadrangoli
piccoli
di
fpatio
fuperficie
le
adunque di ocomponimento
E
dipignere
median-
trattare
trattare
del
lavoro
nel
de
la
&
&
&
&
me
fi
vede ne
mente cofa
cie
faranno
vifi
brutta
di
de
Ma
maniera
le
in
vecchie
quella
congiunte
quefio
far
faccia
nella
inficme
che
vederfi
quale
i
le
dolci
certafuperfi-
lumi
con-
,,,
LIBRO SECONDO.
convertmo a poco
alcune
angoli
afprezze
cia
bella
de
le
&:
la
io
non
bellezza.
Ma
ho
ftelTa
tempo
cofe
imitare
rete
lilTimi
corpi
Tempre
la
re
&
&;
componimento
quefto
in
natura
bifogna
per
lun-
de
maravigliofa artefice
nelle
fuperficie
le
&
diligentiflimamente
la
membra.
bellifTime
con
efercitarl
grandemente
dilettarli
tutti
dicemmo
come
&C
penfieri
de
noi
le
prima cofa
termini
linee a luoghi
le
modo
quale
Et quando
guardiamo
compofte
,
Adunque
noi
faranno
ragione facvi
che
in
la
nollre
diligentie
via
per
habbi
lo
la
&
non
&C
in
trovata
in
venufth
bifogna
ghiiTimo
Ne
ha
che
ombre foavi
quefta chiameremo
poco
fuperficie
natura
le
&
di
1,^1
mediante
loro deftinati
noi polliamo
quali
tira-
qui
fieno
loro
fra
Dicefi
&
&
&
&
&
&
dilTimo
enfiato
uno petto
un corpo
j
,
brutto
piccolo
tenere una
molto
grande
un
pie
gonfiato
riguardarlo
mano
una
quello
molto nel
andar la prima cofa efaminando con lo
dipigncre gh animali
1'
quali fieno
ingegno
oda
che efT hanno , imperoche quefte
occupano fempre una fede & luoperche elle non fi piegano
Dipoi bifogna porre a luoghi proprii
&: i
go certo
nervi
mufcoli loro: &C ultimamente veftire di carne, & di pelle le
certa
regola
mifurare
nel
la
quale
giova
offa
&
mufcoli
Ma
in
luogo
quefto
faranno
ci
forf
di
che
quelli
bifogna
mo
do
&
ne
involger
mufcoli
&
di
in
effa
prima
torno
prima
bifogna
fcere
do
difcgnar
pelle
qual
natura
fotto
di
veftimenti
difporre
habbi
talmente , che
quali
luogo
tu
fieno
elplicate
ignudo
lo
&
cofi
collocare
qual
dipignere
nel
luoghi
ordine
per
non
difficilmente
fi
effi
mufcoli
Ma
quefte
mifure
noi
poi
poi
fituati
tutte
il
&
uno ignu-
loro
coprire
voglia-
le
ofla
di
car-
perche
conohaven-
poltccele
manzi
habbi
gli
.,
DELLA PITTURA
i62
a
occhi
gli
ftudiofo
Io
medefme
quelle
riconofcere
Pittore
non
trover
con
da
Tua
fatica
la
piccola
utilit
in
natura
elTa
mifura
chitettore
lunghezza
la
del
huomo con
piedi
le
altre membra fi
i
Ma
io
uno
prefo
di
membri
quelli
tutte
altre
le
hanno ad accomo-
fi
membra
faccino
li
ad un che
conveniente
ma un
loro
officii
corre
gittar
che
quel
per
E*
non meno che i
vorrei io che in
elle
mani
le
fon
fatte
una oratione ,
ogni fuo membro fulTe pi modefto , che un giuocatore di bracDemon Pittore efpreffe Hoplicite in un combattimento talcia
piedi
Filofofo
che
facci
mente
che
tu
direfti
che
fudafte
egli
&
uno
pofava
che
altro
&
&
tutte
vi
le
le
mani,
le
Finalmente tutte le
morte del corpo i il che
dola
la
cafca
cofa
.
la
pi
colui
diffcile
tutte
&
le
membra
vive
faccino
qualche
in
fi
cofa
di
tutte
parte
ogni
come il
Adunque
cofe.
le
un
in
far
in
che
ogni
fi
debbe
offervare
quefto
che
&
di-
LIBRO SECONDO.
che
dicono
de
magini de
officii
quando
cio
vita,
la
che
corpi
il
^\[
im^-
che apparifchino
vorr
Pittore
il
16^
le
far
vive-,
ma
moti
che in quelle tutti i membri mettino in atto i loro
gratta.
alla
bellezza c
in ogni moto bifogna andar dietro alla
quei moti de corpi,
gratiiTimi
Et fono grandemente vivaci
Oltra di quefto dicemmo che
che alzandofi vanno verfo 1' aria
bifognava haver riguardo alla fpecie
nel comporre le membra
mani di Elena
f
le
faria cofa molto difconveniente ,
,
&
Imperoche
o di Ifigenia apparifTino
a
Neftore
Ganimede
gambe da un
pi
di
ancora
quefto
come
graflotto
&
braccia
altri
chi
dipingere
faccia
che
Virgilio
la,
certo
farebbe
rei
che
&
fronte
piena
non
rugiadofi,
fcure
&
brutta
&
non
&C
fra
i
loro
ancor
volti
conveniente
Adunque
guifa
nel
le
Oltra
vegga le
Et per il
con quelIfo-
nella
magrezza,
di quefto vor-
colore
di
Imperoche
di
rofe
petti
habbino
che
quella
pieno &C
Enea
da
Oltra
li
&
modo
quel
pazzo
farne.
la
corrifpondeflfcro
ridicolo
che
trovato
ftato
efler
fottili
volto
il
robufifTimo
&
fmilzi
far
in
crefpe
di
dilicata
tefta
Milone
confumate da
Achemenide
horribili
una
fianchi
cofa
far
hanno
di
dice
che
braccia,
corrifpondelfero
fi
membra
una
Pittore
tal
immagini
quelle
membra
altre
le
giovane,
ftrutte
concrario
la
da
facelTero
dice,
mani
le
petto
quella
in
fi
vecchie
di
fi
contadine
di
facefle
fi
giucatore
gli
tutti
di
un
tacefTe
mani
belliflimi
6c
le
altre
componimento de mem-
habbiamo detto
bri
pi
era
fecondo
robufta
che
volevano
Tanto
lo
lo
fi
&
lode
del
cofe
attenenti
gna
che
nell'altro
Vulcano
la
nel
corpi
quanto
piti
agile.
&
quale
la
dignit
confifte
Seguita
loro.
lo
tutto
ingegno
il
&
comtutta
Pittore
al
elfi
fpezie
Oltra di quefto
zoppicante
fue veft appariOe
le
ponevano nello efprimere le cofe
una
fotto
che
ftudio
officio,
ponimento de
la
che
nati
pareffero
natura
quel
baftanza
del
qual
allo
officio
&c
grandezza
Conciofia che
alla
tutti
tu
infieme
fi
ac-
dip-gneffi
in
corpi
farebbe cofa da
paz-
,
.
DELLA PITTURA
,5^
&
sfrenato
tanto
in
fazzi,
tumulto
beftiale
&
mediante
Ma
la
con
maraviglia
gamente
occhi
con piacere ,
ma cofa che ne la
variet de
copia
la mufica fempre la
fanno
&
cofe
altre
non
differente da
compiace
de
de corpi ,
fi
&
huomini
mali
domeftici
Provincie >
confaccia alla
fi
che
egli
mon
ivi
acquifta
quale
putti
che
qual
fi
faranno
matrone
uccelletti
prief
&
ne
forf per
fi
per
&
quella
confuc-
in
luoghi
hiftoria
mefcolati
inficme
fanciulle
cavalli
quella
bambini
pecore
ani-
edificii
voglia
che quivi fi
aviene che riguardando, nel confiderar le cofe, confuabbondantia
la
ricchezza del Pittore
pi tempo ,
Ma io vorrei che quefta abbondantia fuffe adorgratia
cofa
&
&
&
preftaffe di
na ,
mediante la dignit
i
lor
cibi
antiche
cofe
le
loder
come ne
fi
cagnoletti
&
&
giovani
abbondantia ,
fenza maraviglia
&
non
che
quei
di
Et perci
gioconda
Io dir
diletta
color
nella
copiofifTima
vecchi
&
cofe
di
&
intrattenga lun-
inufitata
diletta
mo
&
fatti
La
de lo animo
porge piacere ,
ti
&
che
Imperoche
nuova
ancora
fi
cofe
le
ornata
dilettatione
arreca
hiftoria
&
le
con
fon
fanno
che
coloro
di
quale
la
fia
&
dilettevole
tanta
per
cofa
quella
ragionevolmente
bifbgna che fia tale
elTer
gli
che
hiftoria
dimoftri
fi
officio
lo
per
quali
parere
f
,
&
una
la
copiofi
punto
certa
variet
reverentia
&C
perche
grave
&
moderata
Io
Pittori
voto ,
componimento alcuno , ma feminano ogni cofa fcioccamente
confufament , per il che non par che la hiftoria raprefenti quel
che ella vuol fare , ma che tumultui , 6c forf quel che la pri-
fe
loro
rimanga
vi
di
&
ma
cofa
defiderer
fi
come
fi
intendino
una
in
un Principe
i
fenfi
de
la
il
le
Imperoche
pur che
parlar poco arreca maieft
comandamenti , cofi in
&
parole
fua
hiftoria
la
dignit
hiftoria
variet
ne
arreca
hiftoria
degnit
la
&
la
folitudinc,
nien-
,,,
LIBRO SECONDO.
1^5
&
ria
di
fer
comporta
tanta
fchifare
nondimeno
Pittura
le
attitudini
te
alcuni
6c
&
con
niente
arte
cura
con
la
le
fiano
alla
fono
polTa
degnamente
come
io giudico
Si
&
parte
&
honefl
fieno
per
Altri
il
ignudi
alcuni
parte
reverentia
alla
flieno
da
dell'
una
ma
Conciofia
mani
le
de
per
federe
f
vefliti
Stieno adun-
che
ci
fuoi
conve-
dell' altra
habbifi
le
ingino-
&
baflo
al-
piedi
li
braccia
le
ignudi
mefcolamento
&:
uno
con
quel-
politure &C
le
con
habbia
ciafcuno
attitudini
adiacere
&
variet
la
differenti
fopra
pofati
ef-
che
il
quale volendo
mai pi che no-
quale
faccia
in
tutti
,
nella
molto
profilo
in
tutti
loro
fra
fguardati
pari
altri
rifplendenti
fue
quafi
grata
faccia
del
alcuni
elTere
dita
&
vi
huomini
dieci
corpi
le
piedi
piegamenti
chioni
de
da
con
ftieno
altri
non
ella
fi
la
que
che
Ma
nove
di
cofe
di
quello
ve
variet
fempre
parti
ver-
gognofe del corpo d^ le altre fimili che hanno poco del gratiofo
cuoprinfi o con panni
o con frondi , o con le mani
Apellc
dipigneva folamente quella parte de la faccia di Antigono , da
la quale non appariva il difetto de lo occhio
Et Homero quando defta UlifTe nel naufragio dal fonno , per non fare che egli
andaffe ignudo per la felva dietro alla voce de le donne , fi
legge , che diede a quel huomo una de le fronde de gli arbori ,
a ci che fi copriOe le vergogne . Raccontano
che Pericle
havcva un capo lungo
brutto ,
per da Pittori , c da
gli
Scultori non fu fatto mai a capo fcoperto , com.e gli altri
ma fempre con la celata in tefta. Oltra di quefto Plutarco racconta che i Pittori antichi ufavano nel dipignere i Re , f egli
havevano difetto alcuno quanto alla forma loro , non volevano
che ei parclTe che eflTi Io havedino lafciato in dietro , ma falvata la fomiglianza
lo emendavano
quanto pi potevano
Quefla
modcftia
quella reverentia , defidero io che in tutta la hioria fi offervi ,
a ci che le cofe ofcene o fi lalTino da parte
o fi emendino
Finalmente come io diffi penfo che fia da aftaticarfi
che in neffuna immagine fi vegga il medefimo gerto , o
la mcdefima attitudine
Far oltra di qucflo la hifforia ftare gli
fpettatori con gli animi attenti
quando quegli huomini che vi
faranno quieti , rapprcfenteranno
grandiffimamcnte i moti degli
,
&
&
&
ani-
DELLA PITTURA
i66
de Ir quale non
che ci tiri pi
ridiamo
piange ,
Ma
con chi ride , & ci condogliamo con chi fi rammarica
moti de lo animo fi conofcono , mediante i moti del
quefti
Imperochc noi veggiamo , come i melanconici , perche ei
corpo
fono afflitti da i penfieri & ftracchi da la infermit, come ci
.
&
&
&
&
rofii
ftizza
allegri
moti
fono
il
infiemc
il
infiemc
di
quella
riconofcere
tevi
moti
Eufranore ,
&
gloriofo
&
lo
che
Pittore
&
&
il
il
lo
le
&
noi
che
Dee
&
&
tu
facil-
innamorato
Maravigliofa
nelle
iniufto
Ma
quale
nella
Achille
clemente
feroce
la
&
de
di
de
furore
il
fiamo lieti
grati mediante alcune
in Aleflandro egli dipinfe
faccia
la
iracondo
cforabile
r humile
fciolti
ammazzatore
lo
quando
Giudice
Daemone
eflervi
ancora
&
mediante
Ma
riconofcerlo
&
fieri
Paride
di
membri
&
habbiamo
volto
mente potevi
Elena
ancora
tutti
E^ lodato
attitudini.
di
di
velocifTimi
allhora
talmente
&
&
&
&
il
infra
fue
lo
lode
po-
tavole
incoftante
mifericordiofo
gli
altri
&
&
raccon-
&
&
le
egli
parr
pi
tofto
&
no infiemc
&
al
fimamente andarle
cofe
pi
piangere
pronte.
&
& al
&
&
pianto
rifo
cofc
LIBRO SECONDO.
i<?7
quali
le
lafcino
agli
&
quale
la
Oltre
tratta.
fi
mi
queflo
di
che nella
chiamandogli
hiftoria
piace
con la
che avvertifca gli fpcttatori
mano a vedere quelle cofe che quivi fi fanno overo come che
ci voglia
che quel negotio fia fegreto , minacci con volto crudele
con occhi fpaventofi che tu non ti accorti l , o ti dimoquivi effere qualche gran pericolo
ftri
o qualche cofa maraviglio/a
che con i fuoi geli ti inviti o a ridere feco o forqualcuno
fia
&
Finalmente
cofe che elfi fanno infra di
guardano, concorrino a fare
piangere.
Thimante
egli
di
necelTit
&
&
Cipro in
loteico ,
perche havendo
melanconico Uliffe
& perche nel dipignere Menelao addoloratiffimo egli vi haveva pofto tutto lo ingegno &: confumata tutta
non trovando
havendo confumati tutti gli affetti
la arte
Tua
modo da poter dipignere il vifo de lo adoloratiffimo padre , involfe il capo di quello in un panno per lafciare in lui pi di
del dolore
che haveva
quel f li poteffe difcerncre nel vifo
Lodafi la nave in Roma
nella
ne lo animo
quale Giotto noefprelTe talmente gli undici fpaventati
&C
ftro
Pittore Tofcano
mediante il compagno che caminava Topra le
fupefatti difcepoli
onde del mare che ciafcuno da per f dava particulare inditio del
turbato animo fuo, & con le attitudini del corpo ancora tali che
Ma
ciafcuno rapprefenta variamente lo fpavento che efT hanno
brevemente tutto queflo luogo de
conveniente trapafTar via
quamoti ne fono alcuni de lo animo
Imperoche de
moti
to
di
li
da
chiamati
fon
dotti
palTioni
come
&
la
ira
dolore
il
il
defiderio
fmili
tori
degli
fo\o
far
che mediante
animi
di
moto
il
moti de
lafciate
quel
mutato
luogo.
tutte
che
le
noi
Tutte
altre
da
difpute
diremo
che
fi
cofe
che
fi
le
fia
parte
fatto
muovono
gli
affetti
tratteremo
quando
di
fi
luogo,
han-
,
.
DELLA PITTURA
i6%
hanno
da
viaggi
fette
&
venghino
no verfo
la
alcune
ftrinfi
deftra
&
altri
parti
di
efl
tornino
alcune
indietro
altri
verfo
alcune
fi
difcollino
finiftra
la
alzino
vadi-
alcuni
rincontro
corpi
ne
in
allo
fu
alcune
ab-
fi
Ma
perche nel difegnare quefti moti fi palfa alcuna vollo ordine , mi piace in quefto luogo raccontare
ta la regola
de moti de membri , che io ho cavate
alcune cofe del fito
accioche fi vegha manifefto con che modeftia ci
dal naturale ,
balTino
&
&
veduto nel
huomo , che in ogni fua attitudine egli fottopone tutto il corpo
Olura di
al
capo , membro pi di tutti gli altri graviffimo
quefto f uno fi regger con tutto il corpo fopra di un piede folo, fempre e(To piede come f fufle bafa de la colonna , viene a piombo fotto al capo , 6c quafi fempre il volche fta fopra un pie , guarda in quella parte
colui
to
di
Ma i movimenti del capo
verfo la quale a diritto il piede.
ho io avvertito che mai fono a gran pena tali verfo una de
habbia fempre fotto di f alcune parti
le parti , che egli non
overo
da le quali fia retto il gran pefo
del refto del corpo ,
che ci non diftenda verfo 1' altra parte qualche altro membro a
Imperoche
guifa di una parte de la bilancia che lo contrapefi
noi veggiamo il medefimo quando qualcuno difteia la mano foche con 1' altro piede come fi fia fermo il
fiene qualche pefo
ferma allo incontro con tutta la altra
fufo de la bilancia ,
fi
Io ho avertito che il
parte del corpo per contrapelar il pefo
habbiamo
di
fervire
efii
moti
certamente
Io
ho
capo
che
fi
il
uno
di
che
fta
quanto ci
volge anco mai
per
mento
gli
ritto
in
piede
batter
occhi
lati
offa
le
non
fi
il
pi
de
volta
mezzo
mai pi
fu
ne
che tanto quanto che
le
fpalle
del
&
cielo
quella
in
parte
del
&
quefto
che
noi
alzeremo
in
alto
alcuna
de
le
mani
tutte
le
,.
LIBRO SECONDO.
parti
altre
le
moto
che
tal
vimento
fino
mediante
fimili
quel
di
quelle
moto
il
quali
quel
di
di
piede
rilieva
fi
quel
pa-
dal
cofe
infinite
&C forf
maeftro
incofi manifefte
diligente
il
feguitando
Sono
braccio.
eflo
avertir
van
piede
al
calcagno
al
le
infno
lato
169
fono
che 10 ho racconte infino a qui
che poffono parere fuperflue
Ma non le ho lafno ad hora
indietro
perche io ho vift molti errare in quefla cofa
fciate
Le attitudini
moti troppo sforzati efprimono
grandemente
i
le reni
moilrano in una medefima immagine , che il petto
veggano in una fola veduta , il che effendo impofi*ibilc a farfi
Ma perche quefti tali
ancora inconvenientifi'imo a vederfi
fi ,
fenton che quelle immagini paiono maggiormente pi vive , quanto pi fanno sforzate attitudini di membra , per fprezzata ogni
dignit de la Pittura , vanno imitando in ci quei moti de giuLa onde non folo le opere loro fono ignudc ,
fenza
colatori
o leggiadria alcuna , ma efprimono ancora il troppo arjjratia
quelle
&
&
&
&
Dcbbe
dente
del
Pittore
la
Pittura
&
&
&
agitatione
alla
atto
Ancor
Homero
ad
che
dietro
quale
al
an-
ancora nelle femine una bellezza gagliardifllpi gioma Apparifchino ne giovanetti i moti pi leggieri
di forze
che dien fegno di animo
Apparicondi
valorofe.
fchino ne gli huomini i moti pi fermi ,
attitudini belle ,
Ne vecchi apparifchino tutatte ad uno veloce menar di braccia
Zeufi
piacque
&
&
&
&
che non
piedi , ma f\ appoggino a qualfolo fi reghino fopra amenduoi
finalmente riferifchinfi fecondo la diche cofa con le mani:
gnit di ciafcuno tutti i moti del corpo a quegli affetti de gli
Dipoi finalmente egli di
che tu vorrai rapprefentare
animi
necefiit che le fignificationi de le grandifi'ime pafioni de gli anifi
efprimino grandifilmamente in cfi*i corpi
Et
mi apparifchino
molto commune
de le attitudini
quefta regola de* moti ,
Conciofia che non fla bene
in qual fi voglia forte di animali
ti
moti
tardi
fiano
attitudini
effe
ftracche
tal
&
&
&
un bue
che
che
to
il
generofo
celebrata
pigneremo
telta
alta
vere
fcorfe
perche
che
io
ferve
cavallo
figliuola
noi
forf
con
quefl;e
penfo
di
ad
arare
di
Alcfiandro
Inaco
faccia
che
comodamente
&
fu
le
medefime
Bucefalo
Ma
quella
in
Vacca
convertita
come che
attitudini
ella
corra
tan,
con
dila
alzati
lato
,.
DELLA PITTURA
J7
Iato
fieno
&
&
&
&
&
rapprefentino
avvolghinf
roche
immitando
pelli
tutti
hora
ancora
fette
quei
in
giro
facendo
fiamme
le
vadino
in
rilievino
fi
moti
che
nodo
un
hora
racconti
&
&
fbtto
quella
Impe-
fparghinfi
ferpeggiando
queffa
verfo
ho
io
aria
in
altri
altra
ca-
parte
con arco
parte ritornino in dentro , parte fi avvolghino a
verfo lo alto
Et quello medefmo ac/caggia nelle pieghe de
guifa di fune
che fi come da un troncone di uno albero nafcono in
panni
diverfe parti molti rami , cof da una piega nafchino molte pie&C in quefle medefmamente fi
ghe , come dal troncone i rami
veghino tutti i moti , tal che non vi fia alcuna piega di panMa
no nella quale non fi ritruovino quali tutti i detti moti
dolche io avertifco fpeffo , moderati
il
tutti
moti
fieno
moftrino pi tofto di loro gratia che maraviglia de la
ci ,
Ma poi che noi vogliamo che i panni fieno atti a mofatica
& che continovapanni di lor natura gravi
effendo
ti ,
perci sfuggono ogni piemente cafcando piombano a terra ,
Sieno
de
piegamenti
rami
concavi
lor
&
&
.
&
&
bene perci
gamento
che foffi
o di auflro
b
ria
da
la
parte:
ria
quei
lati
quale
tutti
porr
fi
taccia
la
di
zefiro
infra
i
Pittura
nella
da la qual
che
de corpi
nugoli
faranno
battuti
dal
vento
perche
vento a corpi , elfi corpi appariranno quafi ignudi fotto il velamento del panno: &C da le altre
panni agitati dal vento faranno pieghe , inondando nelf aparti
Ma in quello battimento del vento bifogna gUcTria, belliiTime
alcun panno venga contro al vento
darfi , che neffun moto di
ne troppo rotte
che le pieghe non fieno troppo taglienti
Quelle cofe adunque che fi fon dette de moti de gli animali
panni
per
accolleranno
fi
il
&
&
de
Pittori
cofe
le
,
&
inanimate
metterfi
tutte
fi
,
1'
debbono
altre
cofe
grandemente
ancora
olfervar
diligentemente
da
ad
&
&
fcu-
,.
LIBRO SECONDO.
171
&
&
Iciate
cole
altre
le
da
ha
Pittore
fi
ronfi
Pittori
quattro
di
lore
colori
Polignoto
&
che
Aglaofone
ei
in
qual
Io
la
molta
arreca
che
induftria
il
nero
fi
deve
un
di
penfava efiere de
ne havefl'mo meffi
&
variet
molta
&C
leggiadria
alla
che
Pittura
fi
ap-
fi
colon
de co-
di
abbondantia
la
Ma
io
giudicafiero
Pittori
f]
&
&C
gratia
moltitudine
voglia
Ci
co-
folo
metter in opera
veramente affermo, che
vorrei
fervilfmo folo
fi
dilettaffe
fi
il
MaravigHa-
partenga
lori
Thimante
modo
che
in
nero
del
numero che
tanto
in
&
&
che
che
dichiarare
fufle
pochi
bianco
del
fervile
antichi
colori
come
doviamo
dietro
ingegno
por tutto lo
&
qual
fi
voglia
eilrema
diligen-
che
lo
che
atribuito
era
lode
prima cofa ha da
la
Nitia
defiderare
&
Atheniefe
macflro
che le
Pittore
il
quel
fue
Pit-
ture
gran
di
rilievo
ti
tavole
dr
come che
quali
&
per
arte
di
componimento
Adunque perche
ei
di
la
fule
il
mente
la
lumi
fuj'ci-fcie
lore
fia
quello
a
lodati
eflcr
poco
&
quanto
mancando
a
poco
biafimer
a
il
ben
non
ne
quegli
ne
d' intorni
&
difegnato
fuori
non
quali
Io
di
i]
vorrei
ottimamente
elle
ve-
che
colorito
quale
la
pi
efchino
le
fopra
che
paia
rilievo
contrario
il
punto
forf
di
fcrifcono
pu chiaro
poco a poco
fi
colore
alquanto
razzi
de
&
luminofo
forza
pi
de
fcuro
lumi
&
che
eflo
co-
oltra
di
lumi vi fi metta
finalmente bifo-
gna
DELLA PITTURA
172
gna
in
avcrtlrc
modo
che
corrifpondino
ombre
le
parte
nclli
lumi ,
per lumi
che
non
far
tu
conofccrai
cofe
quefte
benilTimo
altererai
entro
colore
il
d* intorni
Tuo
al
&
&
modo
che
pur
ravigliofa
fpecchio
non
quanto ogni
'
difetto
nella
Emendinfi adunque
mediante il giuditio de lo fpecchio
tratte
tare alcune cofe che io ho
mente confederato
come
le
Pittura
le
cofe
Ma
da
fuperficie
queflo
di
cofa
pi
apparifca
qui
ma-
brutto
naturale,
dal
ritratte
fami
fpecchio
nello
gratia
fpecchio.
nello
veramente a conofcer
Et non Co io in che
far
ti
elle
,
Et
dipinte
cofe
le
raccon-
lecito
natura
lo
&
le
luogo di loi;o fteffe uniforme il loro colore ; Ma le tonde
concave variano i colori s percioche da V una parte fon chiare ,
da la altra fcure , & in uno altro luogo mantengono un coloEt quefla alteratione del colore nelle fuperficie non
re mezzano
piane, arreca difficult a Pittori infingardi: ma f il Dipintore
fegner bene , come dicemmo , i dintorni de le fuperficie
la
feparer le fedie de lumi , gli far facile allhora il modo
Imperoche egli da prima andr alterando o
regola del colorire
con il bianco o con il nero quella fuperficie fecondo che bifbquaf come che fparg
gner , infno alla linea de la divifone
Dipoi fparger per dir cofi una altra rugiada oluna rugiada
&
&
&
tre
alla
quella
gli
&
dopo
aggiugnendovene
quefta
fopra
un
una
altra
altra
oltre
,
gli
quefla
verr
&
tatto
luogo
il
linea
fono
contigue
Ma
bifogna
ricordarfi
che
nefluna
far
che
&
del
dopo
dipoi
parti
che
fuperficie
la
il
fi
medefma
bianche
bifogna
riti-
,,
LIBRO SECONDO.
molto da
ritirarli
ultima
eccetto che
ha cofa alcuna
fa
imitare
la
ultimi
gli
trovato
il
le
folamente
ultime tenebre
&
re
le
colori
che
medefimo
mo
bianche
vefti
pigliafTmo
ta
forza
to
con
&
oro
del
il
quale
pof-
ei
&
chiaro
un
Et
per
panno nero
fervirfi
far
quel
de lo altro
eitre-
contrario
il
componimento
quefto
di
con
non
Pittore
come Te noi
molto lontano da la ombra
Finalmente ha tanprofondo & ncgreggiante mare
non
con
&C
arte
bianco
il
dipignerc
nei
color
il
Imperochc
fplendori
aperto
fa
perche
candidezza
17:;
argento
regola
&C
di
dimoftra
vetro
&
bianco
del
Pittura
in
fplendidiffime
nero
del
che
fat-
di
fupsrficie
le
Sono adunque da
&
&
bifogna
ta
che
&
fia
parfimon'a
la
&
modo
il
nel
diftribuire
il
nero nella Pittura. Per quello foleva Zeufi riprendere i Pittori , perche ci non (pevano che cofa fuife il tropChe f ci fi debbc perdonare alli errori , fon manco da
po
eder riprefi coloro che troppo profu(amente fi fervon del nero
Noi
che quegli che troppo intemperatamente ufano il bianco
habbiamo imparato mediante lo ufo del dipignere che efla natu-
bianco,
il
ra
&
ha
in
&
rido
mo
la
&
talmente
amiamo
tutti
le
cofe
chiare
aperte
6c
Adunque
ci
da quella banda donde la via del pecQuefte cofe baftino che infino a qui Ci
care ci pi aperta
Ma quanto a gefon dette del fervirfi del bianco , & del nero
Seguita
neri de colori bifogna ancora havervi una certa regola
adunque che fi raccontino alcune cofe de generi de colori Non
come diceva Vitruvio Architettore, racconteremo dove fi trovi il
bifogna
riferrar
la
ftrada
.
buon cinabro o
tilTimi
le
b<n
meftiche
fcrilfe
Ma
&
che
lodatiiTimi
colori
macinati
nella
alcune
noi
cofe
Pittura
de
Ma
in
che
modo
color
habbiamo rcnduta
fcel-
gli
&
habbino a mefcolare
Dicono che Eufranore Pittore
colori
.
fi
ma
quefti
alla
luce
fcritti
qucfta
non
arte
ci
farne
antico
fono
della
tura
Pit,
DELLA PITTURA
174
o come defcritta gi da altri, richiamatala dagli dii inmai defcritta da neffuno , condottala con
fernali , o come non
tiriamo dietro fecondo
dal Cielo ,
infin qui
lo ingegno noifro
tura,
ordine
lo
che
noftro
generi
fare
poteffe
Pittura
nella
come che
vede(Tino
Allhora
panni
&
drappi
verdi
di
gialli
r altra
di
verfit
1'
,
che
che
guidaffc
bianchi
fieno
elle
quanto
colon
eilrema
1'
,
fa-
diligentiaj
ballo
faria
di
aprelo,
pi
fulfe
fi
leggiadria
&:
un
vorrei
poi
altra
di
rol-
quefio
oltra
Io
quando
certa
le
qui
fin
una
di
altra
Et
colori
fatti
cofi
con
Diana
Ninfa
la
veitir
fatto
gratia
la
porti
dipignelTi
tu
far
vi
colori
conveniente
fi ,
fi
cofa
fpezie
le
prelfo
ranno
habbiamo
&
come
fi
colori chiari
fi
&
1'
congiunti
lezza
Se
verde
un
fi
fveglia
il
za
colori
&
al
color
il
6c
ofcuri
&
roffo
allo
non
candido
giallo
accrefcono
altro
1'
uno
all'
color
coro
rognolo
:
con
mette
in
altro
la
bel-
la
<?<:
folamente
ma
quafi
arreca
ftanno
non
fenza
vaghezza
porto
a
tutti
degnit
al
i
in
lato
cene-
al
colori
allegrez-
fra
eh
ari >
&
&
che
legami , &: con le cinte di oro
con
che tutte le cofe
da cavalli con freni d' oro ,
portata
era
mi ingegner di imitare
io non dimeno
di oro:
rif lendevano
con i colori pi torto che con lo oro quella grande abbonche percuota da ogni banda gli ocdanzia de raggi di oro
eQendo maggior la lode ,
Imperoche
de riguardanti
chi
maggior la maraviglia del maeftro ne colon , fi pu ancora
vedere che mclTo lo oro in una tavola piana, come la magde le fuperficie che ci bifognava rapprefentarle chiaparte
gior
la
verte
&
&
re
ne
&
f|.)lendenti
apparifcano
altre
ftrano
riguardanti
ofcure
adombrate
ornamenti de maeltri
effer
pi
&
ci
che
alcu-
mo-
Ci
fi
ag-
piun-
LIBRO SECONDO.
giungano
cornici
fc
Pittura
alla
che
come
non che
almanco molto
elle
altro
le
colonne
atorno
di
Scoltura
faranno
di
argento
fanno
li
fono
175
non
bafe
le
&
biafmer
oro
di
le
io
malTiccio
pulito
ine.
DELLA
DELLA PITTURA
V
LEONBATISTA ALBERTI
tlBRO TERZO,
MA
per
acquiftarf
fa
che
le
racconter
debbino
fi
Pittore
&
razo
del
centrico
parifchino
fine
linee,
in
di
rilievo
Pittore
del
tutte
&
cofe
le
cercar
di
commentari!
pofTibile
far
&
Lo
fi
di
lode
acquiftarfi
pofitura
dipinte
gratia
del
officio
propofteci
alle
proponghino
maniera, che
vedranno
fi
pen-
dietro
in
determinata
certa
che
gli
colori
una
non
io
quali
le
miei
fomigliantiffime
&C
qualunque
colorire
corpi
cofe
che mi
che
lodi
quefti
in
brevemente
pi
Pittore
alcune
dire
lafciare
difcgnare
perfetto
quelle
tutte
ancora
reftano
fo
un
ordinare
cofe
&
ap-
La
bene-
mediante le opere fiie , pi tofo che ricchezze Et otterr quefto mentre la Tua pittura intratterr , & commover gli
gli
animi de riguardanti
Le quali cofe come fi polfiocchi
volentia
&
no fare ,
ponimento
6c
alcuno
via
fi
diffe
ei
fappia
&
intenda
& dotto de
buono
che non fappia quanto
maraviglia
qual
di
fi
voglia
quando
lumi
de
ricevimento
del
&C
qual
per
accioche
Pittore,
huomo
&
Ma
bene
buone
le
la
io
tutte
arti
bont
induftria
difput
fi
defidero
queft
poffa
affai
ad
arte,
che
cofe,
Imperoche
com-
del
pi
il
fia
non
ei
che
acquiftarfi
la
la
Oltra quefto
de cittadini
non alcuno che duche la benevolentia giova ad un maeftro grandi ffimamente ad
biti
6c a procacciarfi ricchezze
Percioche da quefta
acquifUrfi laude
ricchi , fono mofT a dar guabenevolentia aviene , che tal volta
buono lafciando da
dagno principalmente a quefto modefto ,
parte uno altro che ne fa pi, ma che forf manco modefto.
Le quali cofe cffendo cofi , il maeftro dovr haver gran diligenalla creanza , e maffimamente all' humanit
za a coftumi
benevolentia
&
&
&
benignit
arti
liberali
Piacemi quel
ma
che
principalmente
diceva
Panfilo
defidero
che
antichiffimo
ei
,
fappia
&
geometria
nobililfimo
tore
Piti
,
.
,
LIBRO TERZO.
tore
quale
dal
giovanetti
imperoche egli
buon Pittore
che non
da
mi ammaeftramenti
primieramente impararono la
che ne(rano poteva mai elTere
nobili
diceva,
Pitturai
177
fapeffe
&
fetta
Ma
da
de
a
Pittura
la
beffe
far
Adunque
de
geometria
la
che
affermo
io
.
Di poi
non
Pittori
non
fuor
far
hanno
fi
propof-
di
Imperoche
de Poeti , 6c de Retorici
Pittori
Ne vecoftoro hanno molti ornamenti a comune con
ramente gli gioveranno poco per ordinare eccellentemente il componimento de la hiftoria , quei copiof letterati che haranno notitia
di molte
la
cofe
qual lode conffte tutta principalmente
Conciona che ella ha quefta forza , che clTa
nella inventione
LodaG mentre che fi
diletta.
fola inventione fenza la Pittura,
legge , quella defcrittione de la Calunnia , che Luciano racconta
il
elere ftata dipinta da Apelle,
raccontarla
non credo che
proposto , per avertire 1 Pittori , che ci bifogna che
ia fuor di
to
noi
ci
diletteremo
&
&
vcghino , in trovare
metter infiemc cof itte inventioni
Eravi veramente uno huomo che haveva duo grandifTimi orecintorno al quale ftavano due donne, la Jgnorantia, &c la
chi
Sjfpitione i da la altra parte arrivando effa Calunnia, che haveva forma di una donetta bella , ma che in volto pareva pur
aftuta , teneva nella man fniftra una face
troppo malitiofa ,
con l' altra mano tirava per i capelli un giovanetto
accela ,
alzava le mani al Cielo
La guida di coiUii era un
quale
il
ei
&
&
huomo
certo
quale
il
tu
pallido
&
affomigliarefti
magro
brutto
ragionevolmente
&
a
di
afpetto
coloro
che
crudele
la
lunga
&
fatica
&
&
&
ftro
Che direm
noi
di
quelle
tre
fanciullette
forelle
alle
quali
&
&
pi-
DELLA PITTURA
1-^%
&
piglia,
terza rende
la
hanno da
benefitio
il
le
veramente
conditioni
quali
ritrovarfi in
lode
al
maeftro
cofi
inventioni
fatte
&
&
&
&
&
&
no ancora
pii
copiofi
leggere
i pi valenti nel
pur che
Poeti,
Ma
ei
pi de
il
volte
&
la
con
lo
ftudio,
con
ftifi
faceffero quel
&
con
la
afhduit
Io
vera-
mente
re
diligentia,
la
maeftri de lo fcrivere.
torto, largo,
altri
te le
altri
membra hanno un
trover
o un poco pi o un
poco
meno,
membro.
Anz.i
veggiamo
mamentc
tutto quel
le
medefime membra ne
re
fatte a
tornio
iono pi afpre
diofo
feffo
la
&
&
come
che
putti
pulite
da
elTa
ciafcuna di effe
egli
il
ci
&
pi terminate.
Pittore caver
mente tutto
ciofia
tempo de
confiderer
il
la
crciciute poi
mediante
Tutte
,
&:
grembo
in
quefte
cofe
per
in
con
come
di di-
et
adunque
gli
pa-
ci
lo ftu-
&
occhi
quefta inveltigatione
di coloro
un certo
modo
ri-
grandifii-
modo
la
fi
efaminer an"iduamente da
conuinover
vita fua
&
vi
di quelto
oc
oltra
che
allhora
paiono tonde
natura
fia
varier
il
le
cafchino.
con
CongamConfi-
derer
LIBRO TERZO.
derer
faccia
la
&
tutta
officio
&
la
de
lmiglianza
Pittore
quel
proportione di
,
ma
la
ei
non
ami
di
tutte
&
ella,
pi
antico fu niolto
&
curiofo
non fu
da corpi
efprimere
bellillimi
&
lappi
le
quale
cofe.
le
lo
fa
non (blo
Demetrio
parti
le
Ne
efprimere
fomi-
la
il
hello.
Dunque
piti
lodate
parti
Per
La qual
bello.
il
nello
nel conofcere
ei
imparare,
quale
fcere,
attitudine di
la
far
la
179
non
perche
ancor che
cofa
fa
trovino in un luogo
&
lodi
&
&
,
in efle
{]
cofe di
in
damo,
ti
(
che da loro fleffi con lo ingegno loro vanno dietro ad acquiflarlode nella Pittura, fenza volere ne con gli occhi, ne con la menritrarre
te
no a dipignere bene
ma fi afluefanno a gli errori Conciola che
quella idea de la bellezza non fi lafcia conofcere da gli ignoranti
la quale a pena fi lafcia difcernere da quei che
fanno
Zeuli Pitto,
re
eccellentiffimo
&
pi di
tutti
dotti ifimo
altri
gli
&
valentiffimo
quando hebbe a fare la tavola che fi haveva pubblicamente a mettere nel tempio di Diana in Crotone
non fi fidando de lo ingegno
fuo, come fanno quafi in quefti tempi tutti
Pittori, non fi melfe
,
pazzamente a dipignerla,
ma
perche
non poter
ciulle
altre,
di
ci trovare in
tutta la
accioche
un corpo
giovent di quella
poteiTe metter
egli
ei
lolo: Perci
citta
poi
le
pi
Pittura
in
cinque fan-
fcelfe
belle
tutte
di
che
quel,
le
pi di
Et fece veramente da
da loro
favio
Imperoche a' Pittori quando non ( mettono innanzi le cofe che
ei vogliono ritrarre
o imitare ma cercano fbl con lo ingegno loro
trovando il bello acquiftarfi lode
accade fpeffo che non folo non
s' acquifiano
con quella fatica quella lode che ei cercano
ma fi affuefanno ad una cattiva maniera di dipingere, la qual poi non poffon laiciare f non con gran fatica, ben che lo defidenno. Ma chi ubellezza muliebre egli haveffe cavato
fcr
citata
coflui
egli
fi
far
la
mano
sforzer di fare,
tanto efer-
parr natu-
DELLA PITTURA
i8o
La
turale.
fiderata.
che
&
la
gratia
&
dc-
cffer
in
da
Impcroche
cuno homo
fia
la
il
riconofciuto afpet-
ngu
irdanti
Tanta
Tutte quelle cofe adunque che noi haremo a dip^gnere, rkraghiamole dal naturale, & di quefte fciegliamo quelle che fon le pi
ma bifogna guardare da quel che fanbelle , & le pi degne
no alcuni, cio che noi non dipinghiamo in tavo'e troppo piccole.
le.
mano
le
tri
&
ingegno a quefte cofe piccole, facilmente erreranno nelmiggiori. Sono alcuni che copiano & ritraggon le cofe de gli alcercano acquiftarfi in quella cofa lode. 11 che dicono
Pittori,
lo
&
&
&
fac-
LIBRO TERZO.
quefto non poco
facci
come
ri
quaf in qualunque et
&
noftro proposto
Pittori
i8i
che
ei
fi
mediocri Sculto-
quafi
pu vedere
fi
&
ignoranti.
Finalmente attcndafi o alla Pittura, o alla Scultura, Tempre ci doviamo metter inanzi alcuno eccellente
fingolare efempio da riguardarlo
nel ritrarlo credo che talmente bisogni
da imitarlo
congiugnere la diligentia con la preftezza , che il Pittore non levi
&
&
mai o
non fi
pennello
il
&
prima
fia
il
rifoluto
&
con
mente
la
quel
che
egli
fia
per fare
dc
in
che noi diventeremo molto migliori maedi Afclepiodf ro , che dicono, che fu il pi velocilfimo di tutti
ftri
macfri nel dipignere. Impcroche in quella co(a in che noi ci fa1
remo efercitati pi volte, lo ingegno fi fa pi pronto, pi atto,
dal naturale,
&
veloce,
pi
data da
te
fi
&
mano
quella
far
Et
gri
in
la
averr
ci
altro,
fc
&
&
&
&
de
te
le
non
grande,
&
cffer
habbia a defiderare
fi
cofe, fenza
da
le
vedute
la
accio
variet,
&C
che
la
nella no-
abbondantia
de
gli
Antichi,
lo cffere
tutti
gli
altri.
,,
DELLA PITTURA
i82
di
quattro
gam-
fempre
inna-
di
Pompeo
&
be
majeft de
Dii
gli
ra talmente
la
amati
gli
ritratti
fuoi
beftie
le
che
cofa fu pi
huomini
bellezza degli
la
pi
affaticava
ne
dimollrar
in
la
Eufranore bave-
di
fantafia
Fidia
volti.
efprim.ere
Et
non feppon
cofi
tutti
far
viamo
acquietarci tanto
doviamo
Ma
dietro.
in
&
noi reverire
&
con
acrefcerle
con
indurrla,
la
lafciar
natura
dalla
dateci
doti
le
di
lo
ftudio
&
&
&
tutti
noftri
&
&
amici
finalmente noi
ci
le
co-
da noi penfate & efaminate di maniera, che nel noftro lache noi non fappiamo
voro non habbia ad effer cofa alcuna
Et
molto bene in qual parte de la opera ella fi babbi a collocare
giover fopra
modelli
ci
accioche noi fappiamo quello pi certo
accioche poi nel metter in opera le cole venghin
tirare una rete
tutte a luoghi loro propofle , come cavate da gli efempi privati
Et nel condurre a fine il lavoro , vi porremo quella diligentia
prii
che non sbigottifca per il
congiunta con quella celerit del fare
ne il defiderio di finirla troppo preffo
tedio altrui dal finirla ,
fe
fieno
non
ci
precipiti
Bifogna
intralafciare
talvolta
&
fatica
la
&
&
che
gli
veduti
cuni
alcuni Pittori
per
fi
&
trovano
Oratori o Poeti
cllerfi
Scultori
in
&
quella
melfi con
diceva
*3i
fi
io
la
Oratori,
noftra
et
preilo
mi maIo ho
a queflo modo
vedeva chiaro
infinite
dipinfi
anzi
&
che
ardentiffim'j
fi
poffino
lludio a far
chiamar
qualche
ope-
,..
LIBRO TERZO.
opera
/tare
la
&
da
fpinti
nuo-
che
defderano
che
opere
le
loro
fieno
prima molto
pcnfno
bene
&
grate
a
care
opera
detta
la
ciofa
qual
lafciano
bifogna
&
fi
che
pofleri
ingegno
lo
coloro
de
vo defiderio
nuova
quali
183
ingegno
voglia
fi
perftitione di coloro,
Ma
per
bifogna
chiamarla
fuggire
coli,
quella
quali
lupertua
mentre
fu-
che
vo-
che
lavori non habbino pur alcun minimo
difetto
&:
cercano che ei fieno pur troppo puliti
fanno talmente che le
opere loro paino confumatc da la vecchiezza avanti che finite
gliono
cavar
le
mani
di
egli
di
Imperoche
cofe
quanta
Ma
il
baldanza
ogni cofa
in
fecondo
pi
che
quel
di
de
valore
il
tu
ingegno
o che fi
che dili-
lo
pofa
convenga
gente
biafmare Protogene
.
fia
volere
folevano
Pittori antichi
chiederne
eofa
parere a
gli
amici
ad afcoltare , & chiamare a vederlo di tempo in temEt in quello modo il lavoro del Pittore per
po quaf ciafcuno
Il
giudicio adunque &C la
dovere elTcre grato alla moltitudine
cenfura de la moltitudine non far allhora fprezata , quando anDicono che Apelle
cora tu potrai fatisfare alle diverfe opinioni
bene
ftare
fi
foleva
nafcondere
dietro
alla
tavola
accioche
coloro
>
bavere a drre
non
fi
mano
il
parer
fiio
circa le fatiche
ha punto da dubitare
invidiofi ,
OC che fono
che
il
d' altri
giudizio
di
Oltra
coloro
quefto
di
che
biaf-
detrarre
cipal
,.
DELLA PITTURA.
15^4
premio
cipal
loro;
ftorie
de
le
che efT mi ritraghino nelle hidimoftrino per quefta via a quei che
mie
accioche
faticlie
ei
&
&
&
&
&
citino
g'
ingegni
loro
&C
conduchino
fo
,
quali
&
pofTo
quale
nella
quefta
aventura
per
che
clTi
nobilifi'ima
piglino
&
efer-
arte
al
colmo de la
il
primo ad
eccellentia
Io
cfpettatione che ne
fi
debbe
darne
la
colpa alla natura pi tofto che a me , la qual par che habbi importa quella legge alle cofe, che ei non arte nelTuna che non habbi
da cofe difettofe Imperoche fi dice, che nefEt coloro che verranno dopo a me. Te
funa cofa nata perfetta
alcuni ne verranno, che fieno di ftudio ,
d'ingegno pi valenti di
me, doveranno forf condur quefta arte de la Pittura alla fomma
prefi
fuoi principii
&
perfettione
DELLA
Piitiuuia.
y p-
i>M-
/^V
rixzu.rz ^.^^
DELLA
STATUA
D
LEONBATISTA ALBERTI.
,,
DELLA
D
AT U A
S
I
LEONBATISTA ALBERTI.
penfo
IOmere
che
&
le
coloro
di
arti
che
efpri-
meffono a volere
fi
opere loro le effigie , c le fomiglianze de corpi procreati da la natura , haveflino origine da quefo
Che efli per aventura fcorgenfino alcuna volta o ne tronconi ,
o nella terra , o in molti altri corpi cofi fiitti , alcuni lineamenti
mediante i quali tranfmutando in loro qualche lmilitudine , cfli gli
Cominciarono
potefmo rendere limili a volti fatti da la natura
adunque a conlderare con la mente ,
ad efaminare ponendovi
ogni diligentia , &C a tentare
a sforzarli di vedere quel che egli,
con
ritrarre
le
&
&
no
vi
poteiTmo o aggiugnere
&
per far fi ,
in tal modo
alcuna da far apparir quafi vra ,
propria quella tale effigie ,
finirla perfettamente
Adunque per quanto la lleda cofa gli avverhoia le futiva , emendando in fimili apparenze liora le linee ,
ripulendole , ottennero il defderio loro
perficie ,
nettandole ,
Ne maraviglia che
quello veramente non fenza loro diletto
in fare quefte fi fatte cofe fieno creiciuti l' un d pi che 1' altro
gli ftudii de gli huomini
fino a tanto , che fenza veder pia nelle
primiere materie alcuni aiuti d' incominciate fimilitudini , efprimino
&
&
&
&
&
&
in elle qual
fi
voglia effigie
ma
altri
in
un modo
&
uno
quello per una me,
altri
conciofia che
come fanno
fono
o terra
Alcuni altri incominciarono a
da noftri chiamati maftri di ftucco
far quefto folo con il levar via , come che togliendo via quel che
che lavorando
coloro
cera
di
fucco
in
fuperfluo
detta materia di
&
in
potentia
figura di
.
fcolpifcono
huomo
la
6c
quale
apparir
fanno
vi
prima nafratelli de
era
nel
i
i
lineamenti
eff-
,.,
.
DELLA STATUA.
i88
che
vogliono
e'
verfe vie
lavori
fono
da
nondimeno
a far
a chi
&
ricercando
la
manco
Che
il
&
piombo,
&
terminare
riufcito loro
opere
certa
,
,
Statuario
lo
cavata
principii
&
fi
&
da
voglia arte , o
diligentia
bitatamente fatto
da
fare
credi
tu
&
la
ragione
difciplina
regole
>
vorremo efaminare
mi
cerchio,
me-
fpiana-
finalmente
?
rifolvo
quali f noi
&
mol-
cavino da
fi
le
,
Io
il
che
eccellenti
tante
dico
angoli,
gli
tratta
perfettioni
fare
fatti
conto migliori
havuto la fquadra
comodifTimamentc
fare
potelTe
a caio pi toflo
che di qual
&
poterli
il
loro lavori
a veri corpi
ogni
per
fefte
le
pof-
quanto
erreranno
poffono ordinare
effi
non haveflino
linea, T archipenzolo
lor
&
riu/ciranno
legnaiuoli
fimili
tutti
ci
per
che
&
diritta
lavori
fare
cofa
erreranno in vero
quali inftrumenti
Et che
fc
&
naturali
qual
la
di
apparifchino
molto
quella
loro
la
dirizzare
fuffe
ra
fare
pigliando
penfi tu
diante
re
fon meffi
to
Nel
fi
riguarda
gli
natura
la
quali
dietro a quefto
tutti
fervircene
,
,
la
quef^o
natura certi
ponendovi cuci
verr
indu-
miglianza
ze
la
natura, che
ella
in
qualunque
noi
fi^rte
veggiamo
avvenire
di animali folita
mediante
perpetua-
men-
,,
DELLA STATUA.
mente
189
che ciafcuno cio nel Tuo genere fa In qual fi voglia cofa molto fimile all' altro
Et da altra parte non fi truova
i
come fi dice , alcuno infra tutto il numero de gli huomini che
habbia la voce totalmente fimile alla voce dell' altro , o il nafo al
nafo , o altre parti, o coCc fimili
Aggiungafi a quefto che
volti
offervare
di
conofciuti
vecchi
putti
&
noi non
bambmi
quelli che
dipoi
veduti
riconofi:iamo pi
li
&
giovani
mediante le et , di
che noi polliamo rifolverci , che in effe forme de corpi fi ritruovino
alcune cofe
momento de tempi fi vadino
le quali con fpatio &
variando 6c che in dette forme vi fi truovi ancora in eflfo un certo che di naturale & proprio che continovamente fi mantiene ftabile
&C fermo, quanto a prefeverare la fbmiglianza del Tuo genere. Noi
adunque lafciando da parte le a^tre cofe , tratteremo brevilfimadi di in
tanta
di
diverfit
fatta
linee
mente
di
o regola
pigliare
di
fi)miglianze
le
bene
noilro
modo
Il
appreffo
gli
dichiarare
per
&
ragione
la
Statuarii
fi
fa,
io la intendo
Ne
ci
che
importi
rapprefenti
ella
pi
la
che
Conciofia
di Socrate
effigie
&
&
&
alcuni
de
le
fermiffimi
parti
di
contrafegni
qual
fi
voglia
liniamenti
corpo
che
fiti
&
&
le
pofiture
ma
,.,
DELLA STATUA.
icjo
ma
luogo
pur
&
potr ftabilire
lo
fua in quella
glia
anni
qui a mille
di
mcdelma
In maniera che
di detto corpo
che non
&
punto
Come
la
di
ftella
punto
qual
fia
quale
ella
Mercurio
dell' aria
il
dito
&
trovava
fi
ricollocata
al
primiero
fiao
primieramente
accennando dimo-
ritrovava
fi
tu
volefT
la
quel
in
apunto a vo-
quale
nella
fuora
fiirgefle
angolo
ritrovafe quivi lo
fi
ritruov
fi
alcuna
far
&
nel
non
fito
rimerfa
flrare
dell' aria
&
poftura
fito
corpo
quel
collocare precifam.ente
prima volta
la
che
tuo
del
ginoc-
chio
meflavi fiDpra
o di terra
fo lavoro fulle
&
&
gli
tutti
lontane
&
dove
&
di tutte le linee
elle
gnere
ma
ancora
mettere
circunferentie de cerchi
non
tu
lo
che
dubiterai,
in
potrai
fimili
La
quefle.
fatto
,
efemplare
fcritto
pofiture
le
cofe
altre
concorrino infieme
fo
Tu
eh' cC-
con quefti
affermar querto certo , di fapere , dove
tu fia per trovare in quello luogo la
toccarla fenza farli alcuno nocumento ,
il
bellico, &C dove in altro fia final:
fino a tanto
&
potrai per
non tanto
de
ritrarre
de
tiramenti
le
parti
ciafcun ver-
le
linee
maniera
in
o dipi-
&
le
che
non
o una minofavori,
<5<:
&
&
cofi
fare
dita
re
gran cofa
barai tu
me
tanto
facile
6c
tanto
chiara
&
efpe-
credo che a gran pena potranno erranon coloro che a pofta fatta , o in prova non haranno volu-
che
in
quanto a
DELLA STATUA.
ipi
to
ciofia
via
&
&
&
&
&
&
modo
quelli di chi
altro
in
6c
attitudini
De
&
immitare
in
che
&
(voltano
fi
fimilmente
chi
di
quegli
altro
abbaffano
fi
ancor
adiacere
fa
de
quelli
le
modo, con
che
parte
altra
1'
&
coloro
di
quelli
verfo r una o
tre
fiede
qual
ritrarre
ferma,
regola
dette
attitudini
&
certa,
vera,
Le
quah regole
porre de Termini
in
le
al-
cio
pofl^ino
fi
come
io
fon
dilfi
&
tudine
proportione
&
corrifpondentia
hanno
che
infra
loro
di
tutte
del
parti
le
corpo
1*
I*
fquadre mobili
le
lunghezze
metri de
le
con
de
membra &
membra Per
le
dette
detto regolo
il
lungo
lo
far
la
di
quefto
lunghezza
la
fommit
&
gli
pigliamo
altri
regolo
del
fi
tira
corpo
che
fino
alla
capo
del
dia-
piede.
za
di
tal
regolo
chiameremo
regolo il modine
parti
noi la
piedi
del
divideremo
&
piede
dal
.
in
nome de
fei
parti
piedi
Ridivideremo poi
uguali
le
quali
uguali
&
dette
chiameremo quefto
di nuovo ciafcuno
parti
piccole
noi
chia-
le
.,,,
DELLA STATUA.
i5>2
&
600. minuti,
&
100.
ciafcun
&
&
avvertiremo
che
fia
ella
numero de
&
le
utililTima
once,
&
&
tutto
al
de minuti
neceffaria
di tutte le
faputo
Percioche
il
la
tmppo
fto altro
il
il
vero,
che qual
nate bene
fi
ti
dato regola
al
tutto,
che
ti
dir pi
Et non dubito punto che efamitu non ti fia da per te fteffo per accorgere
per arrecare infinite altre comoditati Concio-
quefte cofe
&
il
fia
che tu verrai per eflo in cognitione del modo che potrai tenere
per ftabiliie
terminare le tue lunghezze in una Statua minore,
fimilmente ancora in una maggiore
Imperoche f tu havefti a fare
per avventura una ftatua di io. braccia, farai di havere il tuo regolo
fia
&
&
o modine
io. braccia,
di
corrifpondino
infieme
&
divifolo in
come
fei
parti uguali,
che
fra loro
fi
fi
&
&
&
tuo modine
Hora vegniamo a1'
trattare de le fquadre: Noi ne facciamo due,
una delle quali far fatta in quefto modo
cio di duoi regoli
chiamiamo
B il
regolo ritto
B C chiamiamo 1' altro regolo , che ferve per bafa
La grandezza di quefti regoh , bifogna che fia tale che ciafcuna de
per
tale
bifogner aver
ti
fatto
il
ABC,
&
almanco non meno che 15. enee del fuo genere. Del
fuo genere intendo io di quella medelima forte di once che tu hai fatte nel tuo modine
fecondo quel corpo che tu vuci mifurare
le
quali come ti dilfi di fopra, in un modine grande faranno grandi, &
le fue bafe
fia
pie-
DELLA STATUA.
193
un
piccole in
piccolo
&
limile,
detta
&
diritta
per
amendue
ad
bafa
in
Et
dicafi
1)
amendue
di
fquadre
fino
la
che
io
mifurar
K D. Movendo
regoli
elfi
&
tocchino
la
diritti
che
tanto
adun-
fcambievolmente ad una determinata & medefima dirittura le linee de le bafe di dette (quadre.
de li toccamenti che faIn quefto modo , mediante i punti
ranno dette fquadre o per dir meglio i regoli ritti de le fquadre
Et con quello
vedr io quanto far il diametro di detta tefta
mcdefmo ordine o regola potr efattiUimamente pigliare tutte le
groflezze
larghezze di qualunque fi voglia membro Io potrei raccontare molte comodit
molti fervitii che H potranno cavare da
da quefte fquadre, f io non penfafT che ei
quefto modine,
fufle pili comodo lo ftarmene cheto: Et malTime eifendo fimili cofe tali, che qual fi voglia
mediocre ingegno, potr da f fteffo
confiderare
avvertire in che modo egli potr mifurar quanto fia
il
diametro d'alcuno membro > come farebbe per modo d' efempio
,
f egli volefle fapere quanto il diametro, eh' fra l'uno orecchio,
r altro , cio dal deftro al finiftro 3
in che luogo egli mterfeghi r altro diametro , che andr da la tefta alla nuca , o fimih
Ultide
grodezza
tefta
la
applicando
A D
&
&
&
&
&
&
mamente
egli
voro
o facendolo
qucfti inftrumenti
vi
fare
ma
eh' elfo
liarillima.
ardiffe
di
fapeife
&
non
Come
far
ancor
che
minima
1'
maeftro di
parti di una nave ,
profclfione di
quali fono le
ve fia differente
lunque forte di
effer
in
fami-
quello,
faria
far navi
&
fattafela
<?:
egli
da
eh'
non
altra
Se quali
&
&
altro
membro
o quale
la proportione
di
quefte
membra
a tutta
la
i,
DELLA STATUA.
ip4
habitudine del corpo ? chi far dico quello che fa flato tanto diavvertito il tutto tanligente &c accurato, che habbia confiderato
come fi afpetta a chi vuol
to che bafti, o quanto ragionevole,
la
&
&
indubitatamente
ftrada che
regola ,
arti
le
ranfi
&
de
quale
la
profelTione
fa
egli
mediante
far giamai
principalmente
Ne
Impa-
ragione
la
alcuno che
fia quale ella fi voglia, f egli non har
faccia bene alcuna arte,
prima imparate le parti di efia arte. Noi habbiamo trattato de la
con
con il modine
rnifura, in che modo altri la pigli bene,
ha del
fi
farle
&
&
le
fquadre
Hora
refta
ci
porre
del
trattare
&
termini
Il
porre
&
regneranno tutte
lontananze
le
&
tutte
eftremit di tutte le
le
li-
&
&
&
&
&
&
&
&
mente che
cerchio
Il
ella
cerchio,
fi
pu
piombo
&
l'altra
transferire a
un
filo
fi
o una
linea diritta
&
&
il
diametro
piallata
del quale
&
fia
pulita,
tre
&
piedi
in
,
quella
&c
la
ti
in
io
chiamo gradi
quante
altre
parti
E
io
ciafcuno
voglio,
di
queft
cerdi
uguali, fimili
;
quali par-
le
di
nuovo
che
ciafcu-
gradi ridivido
un
circunferentia
detto
tira
fi
fia
no
DELLA STATUA.
no
ridivida
fi
tutti
parti minori
6.
gradi aggiungo
per ordine
tri
in
chiamo minuti
quali 10
le
loro numeri,
cio
2.
i.
195
:.
&:
4.
&
&
gii
a
al-
numeri a tutti
chiama Orizonte.
loro
gradi.
&
&
modello,
fia
una
con
la
un cavallo. Io pongo il
la detta llatua, in maniera che
Tuo centro, pollo in cima de
diffinitore in
finiftra
&
&
egli
la
raffreni
cima, fopra
il
fta-
man
capo de
ftia
ftatua
dove
io lo
fermo con un
noto,
avvertifco
il
&
&
bo
arrivi,
piacer
nuovo quefto
di
come
diffinitore
&
riducer-
ancora che
egli
torni giufto
egli
ftava
&
b 2
ina-
DELLA STATUA.
1^6
&
&
&
&
&
modo,
La prima
occorreranno tre
ci
da quel luogo donde la haremo prima mofta avvertendo a qual grado de lo Orizonte batte
detta linda, o al ventefimo , o al trentlimo, o ad alcuno altro cofi
minuti fegnati nella
fatto. Secondariamente avvertirai nelle oncie,
linda, quanto effo gomito fi difcofti dal centro di mezo del cerchio:
Dltimamente per terzo, avvertirai pofto il modine fu '1 piano del
quanti minuti, il detto
pavimento di detta ftatua, quante once,
Et fcriverai quefte mifure
gomito i] rilevi di fu il detto pavimento
in fu '1 tuo foglio, o libretto in quefto modo, cio. Lo angolo
to la linda nello Orizonte
lontana
iia
&
&
&
gomito
finiftro
nell'
&
&
&
&
fono
efempio
di
gli
rilievi,
altri
concavit,
le
non
pofti, che
viene
voglia
fi
quefte due
me
che
angoli
cofe
fimili
vi
fi
che
quando
il
infra
modo,
de le fpalle , &C
vorrai notare, o avvertire
tu
ei
faranno
filo
le
afcofi
fpalle
nelle
reni
linda
alla
come
piombo,
del
aggiugnerai
tanto
o ninter-
noterale
uno
altro
fi-
&
fila
elle
Ma
&
ginocchia,
le
accoftare
polfa
quefto
in
de
sfondi,
gli
concavit
nilla
comodamente
lo a piombo
to
gli
de piombi
fieno
appiccate
ti
ad uno
ftile
de
loro diritture
le
co-
fuperficie piana
la
di
&
che
tagli
di che
ti
avvertimmo
di
fopra:
cio
che
per aventura
la
detta
di cera
fta
,,
DELLA STATUA.
197
fta
fa
li
tu
notare
aria
la
&
aver-
redola penetrando
felTa
punto
il
comodilTimamente
mezza
fono racconte
fi
avverr
ci
fare
&
la
fi
che
ei
dille
porr
li
cio fare
nella Ifola di
finire
o modello di
Fidia in due parti, & fia quefto fegamento, o tag'io di una fi.iperficie piana
la per
modo di dire dove noi ci cinghiamo Senza
dubbio confidatomi io ne gli ajuti di quefio noftro difhnitore, o
Paro. Imperoche
per
feghifi
il
mezzo
detta latua
la
inrtrumento
punti
che
&
da
mi
io
ajutato
efl"i
far
potr
notare
di
profi.ippofl:o
quanti
notare
nel
vogliono
fi
cerchio
del
dif-
finitore
&
me
Le
lavoro.
il
cofe
altre
ti
difie.
fi
&
vorare
fia
&
Scultori
quali f
mi crederan-
no
&
Ec
quafi
voglio
fare
pi
certe
rare
&c
&
pi
pi
la
di
donata a molti
portioni
fcritto
in
Crotoniati
Vergini
determinate
ancora
metterla
aprelTo
diverfe
&
con
Immitando
de
ftatua
tutte
1'
honorate parti
la
altre
di
corpi
&
havendo a
and fccgliendo da
colui che
Dea
belle
bellezze
le
che
pi
egli
eccellenti
in
quelle
DELLA STATUA.
ip8
giovane vedelTe
le
modo ho
defimo
&
le
me-
In quefto
da coloro che pi
ianno , belhfTimi ,
da tutti ho cavate le loro mifurc & proportioni i
de le quali havendo poi infeme fatto comparatione
lafciati da parte gli eccefT de gli
edremi , f alcuni ve ne fuflino che (uperafTino , o fufTmo fiiperati da gli altri ho prefe da
diverfi corpi
modelli
quelle mediocrit , che mi fon parfe le
Mifuratc adunque le lunghezze ,
pi lodate
le
le larghezze
groflezze principali &C pi notabili , le ho trovate che fono cefi fatte
Conciofa che le lunghezze de le membra fono quelle
io
molti
fcelti
corpi
tenuti
&
&
&
&
PIEDI
La maggior
altezza
La
fino
fuori del
altezza di
al
tal-
lone
La
GRADI MINUTI
lone
La
to fotto la polpa'
La
to fotto
fo
rilievo
il
che
fotto
dell' of^
ginoc-
il
La
altezza
fino
mufcolo
al
eh'
to di fuori
La
La
altezza fino
to
la
La
il
quale
appiccata
fta
natura
altezza
fino
forcella
cintura
alle
de lo
pope
ftomaco
La
de
la
altezza
gola
fino al
nodo
collo
La
&
La
2
offo fot-
all'
tura de la cofcia
La
La
La
&
natiche
alle
altezza fino al
mento
del
&
DELLA STATUA.
PIEDI
La
La
altezza fino
de capegli
in
altezza
fino
mezzo de
la
GRADI MINUTI.
5
principio
lino al
altezza
La
orecchio
all'
199
fronte
dito
al
mano
di
fpen-
zoloni
La
tura di
mano
detta
pen-
dente
La
La
pendente
allo angolo
fino
altezza
pi alto de
fi
mifurano da
La maggior
to fopra
talloni
gamba
fotto
la
ritiramento
fezza
dell*
il
gamba
fotto
offo
ginoc-
al
ritiramento
de
ginocchio
il
la
3
al
mufcoli
dell'
5
fra
appiccatura
de la cofcia
La maggior larghezza
1
mez-
colcia
La maggior larghezza
mendui
deli'
co(cia
la
La maggior larghezza
zo de
grof-
la
La maggior larghezza
odo del ginocchio
fopra
chio
Il
mufcolo
La maggior grofTezza al mufIl
finift ra.
mezzo de
ritiramento del
colo de
deftra alla
cagno
La maggior larghezza in fra
gli fporti de talloni
Il ntiramento, o riftrignimen-
la
la
de
Il
{palla
la
Le larghezze che
La maggior
fra a-
pie-
DELLA STATUA.
200
PIEDI
GRADI MINUTI.
piccatura de la cofcia
La
maggior
DO
larghezza
nel
150
04
le braccia
La
maggior larghezza
fra le
fpalle
La
La
La
del
larghezza
larghezza fra
collo
le
larghezza de la
guance
palma de
Le larghezze
del braccio
diverfe
&
de
appiccatura
le
nell*
mano
la
mulcolo
La
gomito
&C
mufcolo
di fopra fotco la
fpalla
Le
da
La lunghezza che
groRo
La
al
le
fon
angolo
del
fotto
il
collo
del piede
colo
fotto
mezzo de
a,
il
muf-
la
gamo
ba
Dove
il
efce pi in fuori
ba
Dove
efce
pi
in
fuori
la
La
maggior
groflezza
nella
cofcia
Da
le
la
mele
040
o
ritiramento
loro m.oti
quefte
ritiramento
02
03
l
calcagno
Il
dietro.
dal dito
calcagno
Il
pur comunemente
La
mano
la
La
DELLA STATUA.
GRADI MINUTI
PIEDI
Dal
Dove
Da
cinghiamo
poppe a gU fporti de
noi
le
^
o
rem
bellico alle
2<^
ci
rem
le
Dal gorgozule
nodo
al
del
collo
Da
o
^
del capo
la fronte
n
,
Da
dietro
di
al
fronte
la
buco
al
orecchio
dell
La
appiccatura de
La
gomito
mufcolo fot-
mufcolo fotro
il
grofezza al
La
al
braccio
del
grofezza
mano
la
to r appiccatura
del brac-
cio
La maggior grofezza de
mano
La grofezza de le fpallc
Mediante quefte cofe (i
prop rtioni che habbmo
IZ
venientie
,n
r
fi
una per
^utan.lo
-f.f^jt
if*.
iJ ^emle con-
'
'7
"ff V"^^/,<,
o fieno d'ff^^^""
var,no
<-i
nerci che
Alacre
lapere, perc.o
elle
fa
tale
fcientia
giudico che
le quali
molte cofe
j^j^fi ^erP'^-,^,
o ftando egli ^ f^d^J^;
varando
^^f, ,,.
;^^
parte^ Ma o la^ o q
o vetfo quella altra
O.ove
d, ^h' opera
raccontare
potriano
&
fo quefta ,
la d.ligentia,
pot facilmente
l"
?
propor
^'"^^J"
*Me
del corpo
tutta la lunghe.xa
che elle habbmo mfra
che e
j kkdebba
,,
la
lapere
&
accuratezza
n-ero
.1
cr;uaf re
alla
de
n/lpe,
if^^^^^Ji:^^,^,acJe d,.fion.
X n^reparlemo
^"'^
le
-^f^rent.e
le
med,ante le
'/^^ '^J"" ^ mezzo un cfmdro
Pc^
cunftgalTeg.u
a
-^^^^
come f per avventura
^^ ^^^,.^ ^
='
'J
<^"=
1'
quella
Pae
eh:
,
ritto, talmente
^i^ (l,
a pane che ^da^^^^_^_^
qu^
da
fp,ccata
d,v,fa,
de corp>
fulfe
&
^^^_
r;ua,r?r"afa"d'elto';' fr^he
^!n. de lo altro
&
le
-n
tutto
.per
tto
fim.le
^^ ^
alla
ellendo 11 tut
harebbe una forma medefima ,
cerch, . che fono q^tro.
medefime Imee .
&
DELLA STATUA
202
Simile
quefto
adunque ha da
il
notamento o avvertimento,
o feparamento de corpi che fi fono detti
conciofia che il difegno
di quella linea da la qual viene
terminata la figura
& con la
e(Tere
quale
fi
chio
da
ha
fopradetto
a feparare quella fuperficie che ti fi apprefenta allo ocquella altra che allo occhio nafcofa , fi debba fare nel
modo
Il
un muro
quale
difegno
invero
di
linee
fi
difegne-
modo
,
che fi ricerca al muro , rapprefenluogo una figura molto fimile ad una ombra che fuffe sbattuta in eHo da un lume
che per avventura vi fufie interpofto ,
che la illuminale da quel medefimo punto della aria,
in
in
ter
in
quel
quel
&
quale
nel
forte
in
fi
divifione
di
quefto
ritrovava
modo
le
di
linee
J?,o
^rfii^ BS.' f.
Vidh
Vai-^or7
Statua.
Vtdu V. Tlnltppus
Mana
Tofelli
^fmea
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T>'te
15.
Clertcus T{e.ulans
Lardinalt
Joametto
Tauli
Ovtltmt
Mali 1785.
IMT\IMATU\.
Fr.
Aloyfiu.
Maria
Officli
XomnU
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