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THE ELMER BELT LIBRARY OF VINCIANA

A gift

California,
to the Library of the University of

Los Angeles, from Elmer Beh, M.D., 1961

?
vikciai\

li3ia::y

1786

TBaXTAXO /

JXLU

FITTOHA / DI / LLOVASU a VIBOI /


dato in luoe / ooa la Vita dII'l0tao
autore / aorltta / da Bmtmtllm ]>tt Fraaa. / SI sono
aMluati 1 tm libri dalla pittura, ad il Trattato /
della Statua di UOK
ALBERTI / eoa la TlU
dei BMdeaiao / la Bolo#ia / lell* Inatltuto delle
8lasa.
1786. Con approvaci one.
37ai.jpp.xxiii-202; ili.
Yera #11
Lieb #7

oummmU

WmatA

Tma edltlon la
apoo that of Parla 16^1.
The flgurea an dlffenently groupedt
8
ricnraa aa oaa piate.
Thla 00 MT ooataioa 19 platea.

>

TRATTATO

DELLA PITTURA
D

LIONARDO DA VINCI
Nuovamente dato

CON LA VITA

in luce

DELL' ISTESSO

AUTORE

SCRITTA

DA RAFAELLE DU ERESNE.
Si fono aggiunti
delia

Statua
con

r.. 1-a.flf

di

la

Vita del medefinK)*

piAU-".-

N
Neir

Pittura, ed il Trattato
Leon Battista Alberti

tre Libri della

BOLOGNA

Inftituto delle Scienze.

)(

178^.

)(

^^^ a^^ro^aMone

v^

,,,
.,
.

Ili

A'

r EDITORE
CORTESI LEGGITORI

I,.L Trattato

della Pittura dell' infigne

Lionardo da Vinci fatto

imprimere in Parigi l'anno 1651. da Rafaello Trichet du Fregne con le Figure dilegnate dalle mani valenti di Pouflln , e d' rrard
non oitante k molte edizioni dopo quella fatte , e le traduzioni pur anche ih varie lingue , eilndo diventato rariillmo
e da molti perci richiedo , mi fono determinato di riprodurlo ^
e nella ileil torma della Architettura, Pittura, e Statua di
Leon Battifta Alberti pochi anni (bno , da me rimandata alla
luce , prolguendo cos la incominciata riftampa de' Libri pi
rari, e pi vantaggoii che trattano delle tre nobiliflime Arti
Architettura , Pittura , e Scultura Della utilit di queft' Opera non occorre far qui parola , efiendo conofciuta abbaftanza
Che che ne dica il Bofl nel fuo Trattato di Profpettiva , il
Libro e tutto Iparfb di moniti , e d' infegnamenti non pur
giovevoli , ma necelTarj agli Studiofi dell' Arte della Pittura ,
Si conofce , vero , il dotto Autore non avere del Dilegno
,

lo in tutto perfezionato, eflndovi alcune cof ripetute,


altre non dichiarate abbaftanza , come ne avverte anche

ed
il

fua Lettera al Bourdelot Medico


di Svezia , alla quale dedic il Libro
che qui vedrete ftampata ; ma non pertanto anche tal quale
il Libro utili (lmo , e degno parto di s grande Maeltro
In quefta riftampa ho (eguita in tutto la mentovata edizion di
Parigi del kSj i. come la pi perfetta, e pi accreditata, e
fpero non abbia a riufcir meno accetta della fuddetta di Leon
Battifta Alberti . Gradite il buon animo che ho di giovarvi

du Frefne medefimo
della Regina Criftina

nella

ed afpettatevi pure appreflb di veder profeguita la cominciata


mia imprefa , poich altr' Opera ho pronta di grave Autore
che non vi far meno cara di quefte che ho gi fatte pubbliche

a %

ALLA

ALLA SERENISSIMA E POTENTISSIMA

FRINCIFESSA CRISTINA
TER GRATIA DI DIO
REGINA DE' SVEDESI, GOTI, E
Gran Duchejpi

di Finlandia

Signora

Duchejfa

d"*

Ingria

c.

d"*

VANDALI

Eflonia, e Care Ha ^

SERENISSIMA REGINA.

Edejl per lunga memoria


FEdeft

fempre tenuta
kjfandro

in pregio

che per

delle

pi chiare

arte della pittura

grandeT^

d' anitno

hiflorie
t't

ejfere

ognun sa

di fotti

fu

il

Jlata
cH'

A'

Gujavo

hebbe in honore il grande Ape Ile , Nulla dir di


Fabio , eh"* in quella citt dove i Re Ji tennero honorati del titolo
di cittadino, per >' ejercitio di si nobile arte
fo chiamato il Pittore , e ne lafVt il nome alla Jua Famiglia
Ne per indurre la
Maej Vqjra a foar Jima di queja virt credo che Jta necejfario
di foirla ricordare cK Antonino Imperatore con quelle fnani che davano le leggi al mondo , con quelle ijlejf Jt dilettava di manegh"*
giare alle volte i pennelli,
tutti noto P amore e
ella porta
alle Lettere , ed a tutte le belle Arti, e P ammira il mondo come
protettrice e pojpditrice ancora delle pi recondite Jcienz^ , e Jlupifce vedendo a tanti habiti virtuoji imito s folicemente V Imperio . Sperando dunque che queja Opera , la quale da me vien conJecrata c^Juoi meriti, e porta in Jr onte V augujo nome di V. M,
del foo Jecolo

VI
flit

per

effere

da

lei

gradita

dclitie de* letterati della nojira

ho Jupplicato
natione

il

e che

Signor Bourdelot

ha un particolar gu-

Jfo delle cojl: d^lla Pittura , di volerla prejentare alla Aiaej FoJlra , acciocch per la gentile:;;^ del donatore il dono acquji pi
gratia apprejp) di lei , L* autore , che JcriJJe nel principio del J^ecolo patito , J'it favorito da Prencipi grandi , ft // Re Francefco

primo

che cotrH ella Jli

il

Kume

tutelare

Virtuoj

de"*

lo

volje

bench carico d^ anni , havere nella Jua Corte ^ e Ji sa ch^ egli gli
mor in braccio . Avventurof Vecchio , ejpndo hoggid Jia fortuna di rivivere nelle mani d* una Ti ama ^ che per /' imperio di tancome
te fiere e bellicof nationi fi pu chiamar la pi potente ,

per quello della virt la pi compita e gloriqfa FrencipeJJa dell'*


Univetf , e che da quelli che parlano la lingua degli Dei Ji deve
per non penetrare
ad una voce chiamar Regina di Varnafo .
pi oltre nelP ampio campo delle fue lodi y non ejfendo materia
proportionata alla tenuit del mio file , vengo a fipplicar humil"

Ma

Aia fa Vqjlra

mie fatiche , havendo pep


la riputatione di Lionardo da Vinci ^ e per P utilit pubblica, refituito ur^ Opera molto importante ^ la quale accompagnata dal
fio chiaro nome , vincendo le tenebre delP obblto , ha da pafarc
defno alla pi lontana poflerit , & io a refar felice , / ella
gna di riceverla con benigna fonte ,
come io la dono e dedico
con vivo affetto di cuore , efndo non m^no riverente delle fue
grande:^ , che ammiratore delle fue glorie ,
m.ente la

di gradire

le

DI VOSTRA

MAEST

Humlif/itfto

e de<V9tifj[mo Ser'vttote

Rafaelle Trichet du Fresne.

'

VII

Al Molte

ed Eccellevt't^mo Signore

Illujlye

SIGNOR PIETRO BOURDELOT,

IL

Primo Medico

Molto

HO

tlltijre

creduto che

Regina

della SerenifTima

tccellenttjftmo Jtgnore

nobilt

la

dell' arte

mio

padrone

di Svetia

della

quale

ojf."^.

/piegano

&

opera
merito di Lionardo da Vinci
il
che n' l'autore, come ancora la bellezza e curift con la quale
{ ftampato il libro, non fi potevano fregiare d'un nome pi gloriofo di quello della Tua gran Regina. Ho creduto ancora che f
V. S. ecc."" mi preftafTe in quefta occafione le mani, pi gradita farebbe la mia oblatione. E mi fono facilmente perfUafb che pregandoprecetti in quefta

la,

come

tura:

il

non mi negherebbe quefto

io faccio, ella

lunga noftra amicitia

la

quanto per l'amore

qual gufto nato in

lei

&

me

in

in

tanto per

ufficio,

eh* ella porta alla pit-

un medefmo tempo,

cio

quando andavamo con tanta accuratezza efaminando le bellezze dell*


una e dell'altra Rma, crefcendo con la continua applicatione, di-

&

ventato, principalmente in lei, femprc pi fino


efquifito. Mi fotrattato
di
vari) manofcritti
Pi
no valuto nel far flampar quefto
nobile per un buon numero di figure, che vi fono fchizzate dalla
.

mano

dotta
telou,
nel
fe

del fignor Poufti'n,

quale

il

tempo

eh' egli

per

la

hebbe
andato

i'

gloria del

dinale, haverebbe portato


corretto,

mi

ftato

dal
in

e ftato quello del figncr di Cian-

virtuofnimo
alla

Italia

regno non

Roma

conquifta

moriva

a Parigi.

communicato

dalla

cavaliere

il

delle be'lc

noftro

c-

gran Car-

L'altro, eh' e

cortefia

Pozzo,

del

alTai

del fignor

pi

Tevc-

not, gentilhuomo d' ogni forte xli belle lettere e cognitioni adorno.
Ma per 1' ignoranza o neglignza di ehi copia libri, o per qualfi-

pochi fi fono trovati i capitoli , ne' quali


non vi fia ftato qualche intoppo, e principalmente in quelli dove
entrava un poco di geometria, che per 1' aiTurdit delle figure reftavano quafi intelligibili. Spero di harer reftituito il tutto alla fua
prima purit. Vi rcftano per molte cofe che paiono defiderare la
altra

voglia

occafionc

fono molte repliche inutili, molti ragionamenti troncati,


e bench vi fia qualche orla dicitura in pi luoghi frcgolata,
dine ne' capitoli , non per tale quale ( richiede in un' opedonde fi conchiude facilmente che Lionardo da Vinra perfetta
lima:

vi

ci

non

gli

diede mai

1'

ultima

mano

rabile, e di maravigliofa utilit, e


ecc.""

un abbozzo

di

Nientedimeno ella confidevale fempre pi, come sa V. S.


.

Michelagnolo che quattro ftatue

finite di

qual-

fivogha altro fcultorc mediocre. Havcndola dunque purgata quanto


fi

vili

fi

poteva, per maggiormente

illuftrarla

fi

fono

intagliare le

fatte

fi-

gure con quella diligentia eh' ella vede Il fignor Errard valentifTimo pittore, che per la profonda fcienza del difegno non fi pu
paragonare / non con i pi eccellenti huomini de gli ultimi fecoli,
e del quale potrebbe dire qualche filofofo che per quel vero gufto
.

ha delle cofe antiche, fulTe pafTat in lui 1' anima di qualeh' uno di quei primi maeftri, quello al quale fi devono il compimento e gli ornamenti dell' opera, havendovi aggiunto parecchi
eh' egli

fra le altre quelle che.

figure,

dove

ragiona del

fi

refto
fi

fi

modo

di

fi

vedono verfo

fine del libro,

il

panneggiare e di veftir

le

figure

fervito di quelle idee e fchizzi del fignor PoufTin

nel

che

Tale Y
haverebbe a

fono trovati nel manofcritto del fignor di Ciantelou.

hiftoria di quefto trattato.

caro di efferne informata.


aggiunti

tre

della

libri

Ho

creduto che V. S. ecc."*'


Per la conformit^ della materia
pittura

trattato della* ftatua dell' iftelfo,

fono

Leon Battifta Alberti, & il


quale non fi trovava pi, non

di

il

clTendo mai flato ftampato fenon una volta

uno

fi

fola.

Il

Vafari

fcri(Te

ma

perche egli ha tralafciato molte cofe degne di elTere oHervate, mi fono meflfo a farle
di nuovo , aggiungendovi quello che la lettura de' libri , e qualche

gi le vite dell'

Ho

mi ^no

*cqiiWlato delle cofe d'Italia m'hanno (ugfcritto in lingua Italiana, perche iapendonc quanto ba-

cognitione ch'io
gerito.

e dell' altro autore

Itava per edere intefo

mi pareva che

cofi lo richiedeflfc

l'

pagnamento dell'opera. Se un'altra volta haver occafione

accomdi par-

Latino o Francefe, forf mi riufcir meglio, e potr pi felicemente fpiegarc i mici concetti. Intanto fupplico V. S. ecc.*"* di

lar

volermi

elTere

protettore, e di porgere a miei

firritti

quell'aiuto che

non potrebbono peraventura dall' autore loro fperare , manifcftando


la fovrabondanza del fiio amore nella moltitudine de miei dififetti.
E le bacio mille volte le mani.

Vi

V.

S.

eccellerit'ijjma.

Sewltou

denjotij^mo

Rafaellc Trichet

cordtalijjmo

du Frefne.

)X

VITA
LIONARDO DA VINCI

DI

Ti

E S C

\ITT A

DA RAFAELLE DU FRESNE-

SE

la nobilt del

tal

fangue

eh'

una cofa immaginaria ,

fa

una

huomini, che gli uni innalza fopra gli


colui che non ftimi che quella dell' animo, che

diitintione fra gli

altri, chi

che tragge Tua origine dal cielo , non fia per portar gli huomini dal pi infimo {tato
fin' a i confini della divinit. Di quefta vera e pi rifplendente noonori pareggiare
bilt ornato Lionardo da Vinci, pot in gloria

confifte in virt effettiva, e rifiede nella parte

&

fezza della

fua

nafcita

vivere

&

innalzandofi fopra la bafpraticare , morire con i re e

pi grand' huomini del (no fecolo

immortaVal
lit al fuo nome. Nacque egli nel cartello di Vinci, porto nel
d'Arno di fotto, non rroppo lontano da Fiorenza e fu Tuo padre
prencipi grandi

e quel eh' a pochi conceOTo

lafciar

1'

Cortui accorgendofi del genio del figliuolo, che


fra gli altri iuoi rtudii Tempre attendeva a difegnare, i rifolfe di
aiutar quella fua naturale inclinatione
e menatolo a Fiorenza deliber di porlo con Andrea Verrocchio pittore in quel tempo di
qualche riputatione. Quello ammirando 1* ingegno del giovane, ne

Piero da Vinci.

le'

quel giuditio che poi

il

tempo dimortr verilhmo

lo per fuo difccpolo, tanto pi promife a fer Piero di


|j

&

accettato-

ammaertrarlo,
quan-

a,,

VITA

quanto che pafTava una eretta amicltia


do per le Tue belle maniere , e coftumi
nella fcuola

Egli

cure.

di loro

fra
,

d'Andrea, che

gli

parfe

non

folo

che Lionar-

degno

delle Tue

s'applicava alla

ma

ancora fu fcultore , architetto, intagliatore, &i orefice,


impar non folo 1' arte del dipingere , ma di pi tutte quelle altre
dove il difegno interveniva. E fu tale il progrefTo eh' egli vi fece
Del quaeh' in poco tempo fi lafci addietro il proprio maellro
pittura,

le

{a. ,

una tavola,

legge che dipingendo in

fi

che fono in

Salvi

S.

fuor di Fiorenza

quando battezza Chrillo


diede a colorire un angelo,

ni

volfe

che

per
,

1'

di

frati

Valumbro-

hiftoria di S.

Lionardo T

Giovan-

aiutaffe,

gli

che nelle mani teneva alcune vefti.


Efegu egli con tanta maeftria quanto da Andrea gli fu commeflo,
che di gran lunga trapafs il reftantc dell'opera, e giudic chiaramente ogn' uno che le altre parti del quadro erano molto in belangelo inferiori. Arrofs il Verrocchio , e vedendofi fuperato da un giovanetto Tuo allievo, fdegnato contra i fuoi pennelli ,
mai pi volfe adoprar colori , e difle per femore addio alla
lezza

all'

pittura

&

Ufcito dalla fcuola Lionardo,


governare f fteffo, fece in Fiorenza

cOfendo
quelle

gi

opere

da poter

et

in

che dal Vafari

vengono accennate cio per il r di Portogallo il cartone di Adamo e d* Eva quando peccarono nel paradifo terreftre , nel quale
oltre le due figure
vi dipinfe di chiaro ofcuro con incredibile patienza e diligenza gli alberi e le herbettc de* prati
Fece ancora ad
iftanza di Piero fuo padre
per un fuo contadino da Vinci , fopra
una rotella di fico, una tal c-mpofitionc di diverfi e ftrani anima,

lucci,

come

ferpi

ramarri,

lacertole,

grilli

e locufte

fene formava uno, tartto fpaventevole

che di tut-

&

bombile, eh'
guiia, della tefta di Medufa rerideva immobile da flupore chiunque
lo riguardava
Ma giudicando il padre che quefta non era opera
da mettere in mani di villano , vendutala a certi mercadanti fu
poi comprata per 300. ducati dal duca di Milano. Fece in un quadro una Madonna rarilTima, e fra le altre cofe vi contrafece una
caraffa piena d' acqua con alcuni fiori dentro , fopra la quale con
admirabile artificio haveva imitato la rugiada dell' acqua
il
qua!
quadro hebbe poi Papa Clemente fettimo. Fa ancora rnentione il
Vafri d' un difegno fatto fopra un foglio per Antonio Segni fuo amiciffimo , nel quale con rara inventione, e con la fua ordinaria
accuratezza figur un Netunno in mezzo al mare turbato
col fuo
carro tirato da eavalli marini
&
accompagnato di orche tritoni
ti

infiepie

altre cofe fantaftiche che gli parfero a propofito per

un

tal

{oggetto.

In quefto luogo offervaremo che bench il Vinci fapelle a tal


fcgno in che cofa confiftelTe quella divina proportione eh* madre
della

LIONARDO DA

DI

piene

della bellezza, che le Tue figure

re

&

gufto

tanto

xi

amo-

infpiravano

gratie

di

nondimeno

pigli

rifguardanti,

VINCI.

dipingere

nel

che s'egli s* imbatteva in qualche villano


alquanto fuor dell' ordinario dalTe un poche con vifo Itrano
co nel ridicolo invaghito dalla bizzara dell' obbietto 1' haverebbe
cofe bizzarre

alterate,

&

un giorno

feguitato

intiero,

tanto eh' havendone una perfet-

fin'

come

lo difegnava

ta idea ritornato a cafa

avefle

lo

avuto

pre-

Et oflerva Paolo Lomazzo nel fefto della pittura cap. 32.


che nel Tuo tempo Aurelio Lovino ne haveva cinquanta in un libro difegnati di fua mano. In qucfto genere dipinto quel quadro che fi vede qui a Parigi fra molti altri che fi confervano in
fentc.

una ftanza del palazzo reale delle Tuelleric fotto la guardia del fignorc le Maire pittore, come ogn' un sa, di non ordinario valore,
nel quale fono dipinti due cavalieri in atto di togliere per forza a
due altri una bandiera: il qual groppo faceva parte d* una opera
maggiore, cio del cartone ch'egli fece per

come

Fiorenza

dipinto

in

di fiotto

fi

dir

ma

per la

&

volume con gufto

picciolo

la

del

fiala

palazzo

di

da

lui

bellezza fu

fiua

amore

incredibile

Qui

de cavalli, e la bizzarria de vcftimenti , fi vedono le


infuriate , con aria tantefte de combattenti grinzute , infocate
to ftraordinaria e ftravagante, e per dir cofi caricata, e da maficarone, eh' in un medefimo tempy deftano e paura e rifio nell' anioltre la furia

&

mo

de' rifguardanti

Tornando
gio

Vafari

Meduf

di

..

prime opere di Lionardo da Vinci, dice Giorcominci in un quadro a oglio una tefta di

alle

eh' egli

inventione

ftravagante

Diede ancora

principio

a una

quale

la

rimafe

ma non

nella

quale erano

come

foleva per lo pi intervenire a tutte le cofe fiue.

vendo

egli

de'

magi,

mai

finita,

dell' adoratione

tavola

alcune bellilTime

imperfetta.

tefte

un* infinit di belle cognitioni,

&

Perche ha-

efiendo di natura

vi-

ingegno , non fi tofto haveva cominciato una opera, che gli veniva in penfiero di metterne in efecutionc
un' altra. Et oltre la profeflfione della pittura, che per quella tanto diligente maniera da lui abbracciata, poteva occuparlo tutto,
attendeva alla fcultura, e modellava divinamente bene. Era intelligcntilTimo della geometria, e nella mecanica non cefiva mai

vace

di fertiliflimo

di penfare

a nuovi

ordegni

Era buoniifimo architetto,

fu

inventore di

e fapeva al

pari di

diverfe

nififun

machine

altro la fcien-

Studi ancora le propriet delle


za de' fpecchi , e la profpettiva
herbe , e penetrando con 1' ingegno, fino nel cielo s' applic alli
.

e fece molte oflervazioni circa il moto


aftronomia
delle ftellc. Nella mufica riufc admirabile , e fi tanto leggiadro
nel cj^ntarc, e nel fonare, che fuper tutti i mufici del Tuo temp:
b 2

ftudij

dell'

.,

VITA

Xll

&

mancafte virt alcuna, quell' iftefib furore infpiratogli da Apolline che lo fece pittore e mufco , lo fece ancora poeta. Ma eflendof perfe tutte le Tue compofitioni
folo pervenuto fin a noi quello Tonetto morale

p:

acciocch non

non

Chi

pu

gli

che

quel

'vuoi

che

quel

Che quel che non fi pu folle


Adunque faggio /' huomo da
Che da quel che non pu fuo
eh' ogni

Ter

Sta

in

Adunque

Ne

Adunque

&

&

Tante
fparfero

il

(O

toglta

<voler

do'vere

poter

con

robufto

di

fuor

poi

'volfi

buono

quel

che

agi

tu

pi diletti,
dcftrczza
di

eh' id

hehhi

note.

quefie

altri

caro

debbi

perche

gli

membri

gli

piacevano ol-

maneggiava
che di bella
,

&

effendo

prefenza

&

ogni fua attione ,


fchermidore
armeggiaMa Ibpra tutto fi dilettava di converfarc fpeffo con
era tanto manierofo nel trattare, e fpiegava i fuoi
urbanit , che tirava a f gli anitanta gratia
fu

in

con
di chiunque

mi

effer

diftratto in

cavalli

penfieri

'vuoi

fempre

agile

infgne

di

Voglt

meno

amici,

gli

tenere.

potere

'voler

che

eh' io

lettor,

te

avvenente

tore

quel

Sa

ragion

la

gi

tu,

Era etiandio

non

pu

quel fol

trae

T tanfi

modo

faper

colere.

fua fogUa
fempre da 'voler quel che V huom puote
Speffo par dolce quel che torna amaro.

Ne

tre

no

fi

doglia

nofro

diletto

'Doglia

pu

rare

nome

&

afcoltava

1'

qualit,
di

&

un acquifto

Lionardo per

tutta

fi

grande
Italia,

di

&

fcienze,

induiTero

e fu
Lodovico Sforza, detto il Moro, che favoriva i virtuofi
quafi con tutti liberale, a chiamarlo a Milano, aifegnandogli oLa prima cofa che fagni anno cinquencento feudi di fiipendio
architetcefie quel prencipe fu di formare un' accademia per
tura, nella quale egli introdufle Lionardo, il quale (cacciando le
maniere Gotiche della prima fcuola , gi labilit nell' illelTa cit,

1'

cento anni avanti fotto Michelino, apr

arte

alla

fua

prima

&

antica

purit

Fu

la

poi

via di ridurre quell'

impiegato dal me-

acque dell' Adda fino a Milano,


e formar quel canale navigabile, volgarmente detto il navilio di
Mortefana , con 1' aggiunta di pi di ducento miglia di fiume
navigabile fin' alle valli di Chiavenna e Valtelina. JL' imprefa era
diffcile
importante, e degna del bell'ingegno di Lionardo
defirao

prencipe per condurre

1'

&

per

LIONARDO DA

DI
per

la

ma

fi

VINCI.

xiii

nobile concorrenza col navilio grande che ducento anni prifatto ne' tempi della repuhlica Milanefe dall' altra parte del-

Tefino per
navigatione e per 1' irrigatione della campagna fino a Milala
no. Ma iuper egli tutte le difficolt che s' incontrarono, e
con moltiplicate cataratte o vogliam dire folkgni, fece con molcitt

la

col quale

derivano

fi

le

acque

fiume

del

facilit

ta

Non

monti e valli.
prencipe che Lionardo come architetto
Tuo flato, volfe ancora eh' egli T ornarfe

fcurezza caminar le navi per

contento

il

ingegner illuifralTe il
con qualche opera fcgnalata

pittura

di

&

Gli

Dominicani di S. Maria
Chrifto con gli Apoftoli: il

refettorio de' padri

nel

dunque

ordin

gratie

delle

che

dipin-

Lionardo
che quella opera fu poi da tutti
E veramente vi furono
Ifimata per il miracolo della
pittura
con tanta pompa fpiegate tutte le finezze dell' arte, che tutti
fcrivono, & comune voce, che ne in difegno , ne in efpref-

gere la Cena di
fu con tanta maeflria cfeguito,

che da

ne in diligenza, ne in colorito, fi mai vifto cofa fuperiore a quefla. Non fu ordinaria la gratia e la maeft eh' egli
diede alle tefte de gli apofloli, e fpecialmente a quelle de due
non
Giacomi , fi che quando venne a finire quella di Chrifto
(ione,

potendo arrivare
la

lafci

di bellezza,

un grado pi eminente

imperfetta ^
perche nel lavorar

difperato

pareva al priore del convento che troppo duraffe Y opera , Tpcffo con importunit Tene
lament con Lionardo
anzi port le fue querimonie lino alle
orecchie del duca
il
quale ragionandone una volta con Lionaril

quadro

refkva altro da fare che le due


tefte di Chrifto
E che non potendo immaginar Y inmanco fapeva come la pofinita bellezza del figliuolo di Dio,
.tefTc
efprimere con i pennelli
Ma che quanto alla bruttezza
di Giuda figliuolo dell* inferno, che lo teneva in penflero, non
gli mancherebbe il ceffo
che con una intodell* ingrato frate,
modo ad amlerabile &C infoiente feccaggine s' era refo oltre

do

feppe

che non
e di Giuda.

da

lui

biduc

importuno.
Riufciglr

re

quel

maraviglia

fopetto

eh' era

come

entrato

fcrive

il

Vafari

di

efprime-

ne gli apoftoli , di voler fapere


racconta il Lomazzo , (il quale

E
maeftro
per haverne fatto una copia grande in S. Barnaba di Milano
haveva quell'opera fortemente impreffa nell'animo) ch'in cialcheduno fi vedeva 1' ammiratione , lo fpavento, la doglia, il fof1'
in che tutti all' bopetto
affetti
amore
e fimili pafTioni
ra fi trovavano , e finalmente in Giuda il tradimento concetto

chi tradiva

il

acir

animo

loro

con

&

un fembiante appunto

limile

ad

un

fcelerato

Si

^.

VITA

xiv

che ben dimoftr Linardo quanto perfettamente intendeffe


moti che 1' animo Tuoi cagionare ne corpi , eh' la parte la pi
Era
delicata, e per la fua difficolt meno praticata dell'arte.
una tal' opera degna dell' immortalit , ma effendo dipinta a
hogoglio fopra un muro humido , ftata d poca durata ,
Si

&

del

gid

che

lano

fi

arrichirne
grofia

il

alta

Volfe Francefco primo quando fu a Miogni maniera per portarla in Francia, &C
tentaffe
Tuo regno , ma eHendo dipinta fopra una parete

tutto

guafta

da

larga

la

per verifimile eh'


ne far forf una

S.

Germano,

E'

medefimo
ancora
fua moglie
f

un Chrifto

ne

egli
e'

muro,

chiefa

per

la

refettorio

ove

naturale

tutti

croce

in

due

fi

vede
a

vano

riufc

penfiero

il

qualche copie

far

facelTe

hoggi
al

di

piedi

trenta

inchiodata

detta

in

tra

parrochia

nella

quel-

reale

man manca quando

en-

fi

che rifguarda il mezzod. Nel


Linardo dipinfe quel cenacolo , ritraf
porta

duca

il

Lodovico

ginocchioni

in

dall' altra

con

la

ducheffa Beatrice
avanti

figli

mano. Dipinfe ancora per

il

&

me-

una tavola d' altare la nativit di Chrifto, la


quale fu mandata all' imperatore.
Fra le altre occupationj di Linardo, nel 'fuo foggiorno a
Milano , fu importanti|Timo il fudio eh' egli fece intorno all' anatomia de gli liuomini , nel quale, efiendo aiutato da Marco
Antonio della Torre, eh' in quel tempo leggeva e fcriveva di
defimo

quefta

un

duca

in

materia

libro

in

difegnato

Pavia,
di

egli

mattita

divenne
roffa,

perfettifTimo
e

tratteggiato

ne

fece

penna,

di

rcf in mano "di Francefco Melzi fuo difcepolo. Difeche


gn ancora per Gentile Borri , che profetava 1' arte dell' armi , della quale egli fteflo fi dilettava molto, un libro intiero di huomini combattenti a piedi
^ cavallo, nel quale fi vedevano
di
efpreffe
le
regole
quella fcienza. E per la gloria
accrefcimento dell'accademia fua Milanefe, e per 1' inftruttione de
fcriffe
gli accademici ,
molte cofe , e compofe pi opere in diverfe materie , che reftarono un gran tempo neglette ,
e quafi
jncogrjite apprelTo de' Signori Melzi nella loro villa del Vavero,
e poi fi funo diffipate e difperfe in qua 6c in l , com* la
foriuna ordinaria de' libri
Perche vi fu un tal Lelio Gavardi
d' A fola prepoflo di
Zeno di Pavia, ftretto Parente di AlS.
do Manucci, eh' effendo {tato macftro d' humanit de' Signori
Melzi ,
andando fpeffo in detta villa , ne cav tredici volumi, e gli port poi a Fiorenza, fperandone gran prezzo dal gran
duca
Ma mor intanto quel principe , e venne il Gavardi a
Piia
e trovandovi Gio. Ambrofio Mazzenta gentiluomo Milanefe

poi

&

&

&

eh' era

in

quel

tempo

allo

fudio,

gli

fece

fcrupolo

del

mal

acqui-

,,

LIONARDO DA

DI
acquiflato
tuill'e

libri

compunfe,

fi

maravigli

a'
il

puntualit

VINCI.

xv

pregollo che tornando a Milano

refti-

ma nel rendergli fi
Melzi
Il che egli fece:
fgnor Orario Melzi capo di quella famiglia della
Signori

uno

dell'

dell' altro

dono

fece

di detti

al

libri

fig.

I quali fache poi recarono in cafa de Mazzenti


Gio: Ambrofo
cendone troppo pompofa moftra, Pompeo Leoni, flatuaro del r
di Spagna, fece conofcere al Melzi di quanto prezzo foller quei
f ricuperandogli ftne faceofficii ,
libri, e gli promife honori ,
.

&

va un prcfente
al

Guido Mazzenta

S-

Moffo da

r Filippo.

al

Gio: Ambrofo

di

fratello

fperanza

tal

pregollo di ridonarli quelle opere del Vinci


del collega, glie ne reftitu fette,

uno

zenta,
fua

u' quali

donato

fu

Ambrofana

biblioteca

dalle preghiere

ne reflarono in cafa MazCardinale Borromeo per la

fei

al

un

OC

inginocchiato

Si.

Moffo

Melzi vo'

il

ad Ambrofo

altro

Figgini

Un terzo
morenco lo lafci al fuo erede Ercole Bianchi
e morendo il Signor
ne hebbe Carlo Emanuele duca di Savoia
Guido
reftanti pervennero nelle mani del fopranominato Pomil
quale
peo Leoni che gli lafci a Cleodoro Calchi fuo erede
Soleva Liogli vendette per 300. feudi al Signor Galeazzo Lonato
applicare con forte attentione
nardo quando voleva flofofare ,
che

&

Ifudio,

allo

rtirarfi

detta

in

Vavero

del

villa

dimor molti anni con Francefco Melzi fuo


metter

1'

indice de' fuoi

Dopo
prigione

in

la

caduta

Francia

quale

fi

Moro, che

mor

riufciti

difcepolo.

fu

l'anno

torre di

nella

sa

ch'egli vi

Di

fotto

fi

Loces

1500. condotto
per le guerre

Milano lo fludio delle


accademia gi cominciata

in

affai

poco a poco

diffip

erano

del
e

fi

ferirti.

s'intepid

che fucccdettero,
arti

1'

pittura

nella

eccellenti

Cefare Sefto, Bernardo Lovino , Andrea


Antonio Boltraffio, Paolo Lomazzo
,

&

nella

Melzi
Marco Uggioni,

Frar-cefco

Salaino,
altri

belle

Milanef, tutti imita-

opere loro vennero e vengono h ggid credute, ftimate, e vendute per fattura di Lionardo,
e principalmente quelle del Serto e del Lovino, che pi fi accoa tal fegno che

tori del Vinci,

fpc(To le

Ma

fopra tutti fi farebbe innalftarono alla maniera del maeffro


zato il Lomazzo, f non rimaneva privo de gli occhi ne* pi verdi
.

anni dell' et fua

come

gli

era flato

predetto

da Girolamo Car-

dano: e non potendo con la mano, fi diede a trattar la pittura


con r ingegno
e cieco ne compofe quei libri che da i pi occhiuti fono ftimati eccellenti, ne' quali egli propone continuamente
il
Vinci per idea del vero e perfetto pittore.
Nel tempo che Lodovico XII. r di Francia venne a Milano,
che fu un anno avanti la prefa del Moro, effendo pregato il Vinci
,

da' principali della citt

d'

inventare qualche machina capricciofa e

ma-

VITA

XVI

quale

magnifica

con

la

prencipe

fece

un

buon pezzo

nato

di

lione
in

regalare

potefle

fi

una

artificio

tale
fala

fi

dopo haver

che

quel gran

dilettare

ferm innanzi
tutto pieno di

al

carni-

poi

Per erche tal


ror di chi fcrilTe fotto Lomazzo lib. 2. cap. i. fi legge
cofa fi fatta per Francefco I. il che non pu ciTere vero, perche
Lionardo
egli entr l'anno
15 15. in Milano, nel qual tempo
era in Roma, come di fotto fi vedr.
Le torbolenze di Lombardia , e gV infortuni) de gli Sforzi
padroni di Lionardo , 1' obbligarono ad abbandonar Milano , e
aprendofi

efiere

fu vifto

fua patria

Fiorenza

tornare

petto,

il

La prima cofa

gigli.

fece

vi

eh' egli

famofo cartone della Vergine col Chrifto e fanta Anna , con S. Giovanni , e haveva a fervire per 1' aitar maggire
il
quale fu vifitato in frotta da tutto il popodell' Aonuntiata,
lo di Fiorenza. Quefto cartone fu poi da Lionardo iftelTo porquel

fu

Francia

in

tato

Fece

minato
il

qual

Chriftianiffimo

dri pretiofi del r

milla feudi da Francefco

quel

vorar

Giocondo

del

colorifie

lo

no-

tanto

ritratto

il

volgarmente chiamato la Gioconda,


a Fontanable in compagnia di molti altri qua-

vede

fi

defiderava eh' egli

moglie,

fua

Lifa

il

Francefco

per

poi

di

dove

quattro anni a lalafci imperfetto, ha-

Si dice eh' egli flette

nondimeno

che

ritratto,

l.

comprato per quattro

e fu gi

lo

guflo tanto delicato, e 1' ingegno s acuto e fottile, che


per arrivar alla verit della natura, cercava Tempre eccellenza fopra
eccellenza , e perfettione fopra perfettionc , e non appagandofi del

vendo

il

ben
poteva

che

fatto
fi

fare

fignora

Lifa

legra,

per
fa

che

gente

cantaiTe,

fonalTe

per tenerla

rideffe,

un gigno

pi

tanto piacevole

humana

che

divina

come

che ,

vedere

dice

Vafari

il

ancora

bello

medefimo Lionardo eh' a Fontanable


BelliiTimo fu quello
eifer d' una Marchefe di Mantova
nevra di Amerigo Benci , fanciulla di famofa bellezza
del

ritratto

tempi.
ghezza,

Ne

l^angi,

&: in

deve

fi

con

Havendofi
renza

la

fala

nardo per
d' arte
jftoria

al-

non cafcar nell'ordinario inconveniente de' ritratti, che


E veramente in quefto fi
pi danno nel malinconico

lo

vede

andava con anfiet dietro a quel pi che


Mentre egli dipinfe foleva havere attorno della

bello

veramente

aria

mano
circa

del

del Piccinino

Fece
e

gi

la

quale

nel

haveva

ornare nel

decreto

per

egli

n'

per

fu

confiderationi
:

divina:

anno 1503.

configio,

belle

con

dipinta

fi

fi

altro

dice

della Giin

quei

mirabile

va-

conferva

in

di perfona privata.

dipingerla.
di

Flora

la

tralafciar

un
e

co-

tal

palazzo

pubblico

di Fio-

eletto

Lio-

un cartone pien
era efprelTa una hi-

effetto

quale
colorito

la

pi

gran parte
a

LIONARDO DA

DI
quando

ogilo,

ogni

diftaccvafi

che

accortof

xvii

imprimitura troppo groHa


che le Tue fatiche erano va-

per

muro

dal

cofa

VINCI.

1'

&

abbandon l'opera.
In quel tempo, che fu nel pontificato di Pio il terzo,
come fi legge nel Vafari
non del fecondo
Rafaelle da Urbino, eh' era a pena giunto all' et di venti anni, e che di frefne,

co

ufciva

fcuola

dalla

quel

famofo

Vinci

cartone

qual

il

&

Pietro

di

paflava

Perugino

invaghito

defidcrofo

fama di Lionardo da
anno della fua et
ven,

prima volta a Fiorenza. Stup alla vila


e non hebbe mai pi potente stimolo che lo
con prellezza arrivare a quella alta perfettionc
ne

veder

di

dalla

fc{Tantc{mo

il

delle

la

opere,

fue

correre

facclfe

che da
tutti lo fece riverire per dio della pittura, dipartendoli da quel
tempo in poi dalla maniera fecca e dura del Perugino , per
padare alle morbidezze e tenerezze del Vinci
Fu ancora fpcctatore il giovane Rafaelle, non fenza profitto, delle contefe che
poi caufarono tanta inimicitia fra Lionardo e Michelagnolo Buonaroti
che non pafava 29. anni, e con' ordine pubblico haveva
fatto per un' altra facciata dell* iliefTa fala del configlio quel tandell' arte,

nominato

guerra di Pifa, ripieno di varii nuVinci. Sino all'anno 1513. Liodi fatti in concorrenza co
nardo flette fempre a Fiorenza , e vi dipinfe molte cofe
Franlibro
da lui fcritto delle bellezze di Fionel
cefco Bocchi
renza fa mentione d* un quadretto che nel Tuo tempo fi vedeto

cartone

della

'1

Matteo e Giovan Battifla Botti


nel quale era
con
madonna
fommo
artificio e diligenza
dipinta una
co '1 Chrifto bambino bello a maraviglia, che con gratia fingolare alzava
Dal Borghini per cola rara vicn mentovata una tefla
la faccia
in mano
di San Giovanni Battifta eh* era
di Camillo
de gli
va

cafa

in

di

Albizi

Ma
mor
corfe

edendo
pittura

della

Lionardo

de' virtuofi

afTunto

Roma

quale

il

di

al

Leone X.

pontificato

tutte

per

le

belle

riverire

havendogli

arti

quel

ordinata

fi

quale

nel

cofa

prencipe

V a-

ereditaria,

Mecenate

una tavola

racconta

che fubito cominciafle con apparato grande a flillare


oglii ,
e preparar la vernice , e che Leone informato di ci di*
celTe, che non fi doveva fperar nulla da chi penfava al fine,
innanzi di bavere esaminato il principio dell' opera. Narra ancora certe altre cofctte indegne della grandezza del genio del
Vinci , le quali fi debbono tenere per fofpette , effendo fcritte
da perfona partialifTima di Michelagnolo, il quale, come dicemil

Vafari

mo,

profeflava

favolofe

burle

aperta
fi

con

inimicitia

dilettava

di

fcemarne
Q

Lionardo,
la

&

riputatione.

con

finte

Quell' odio

im-

VITA

XVlll

fommamcnte a Lionardo,

implacabile difpiacquc

e vcdcndofi chia-

che nel fuo foggiorno a Milano s era


innamorato delle Tue opere, fi rifolfe, bench vecchio di pi
d' abbracciare un partito cos honorato e gloriofo
fettanta anni

mato

dal

Franccfco,

di

far

viaggio

il

Non

di

Ri ordinario

gufto eh* ebbe

il

un virtuofo tanto da

d'

Francia
il

ben

veduto

egli

flato

vifitare

to

qual

&

accarezzato

mef

molti

che

raccontare

cofa

dal

ammalato

in

volcndofi

Ed

per

bench

la

nondimeno Tempre
eh' elTendo
ogn' un sa
,

il

venne

lo

fu

drizzare

riverenza

venne

gli

pofTcflrore

fu

Fontanable,

per

egli

male

fio

il

vedendoci

{limato e bramato.

lui

vecchiezza a pena potefTe pi lavorare,

Tua

un' accidente

'1

let-

per

la

per aiutarlo , e foftenerlo , egli


il
favore gli fpir in braccio nell' et di fettantacinpi gloriofo di neffun' altro pittore , fc vro e
affai

conofciuto

prefagli

il

la

tefta

que anni
eh' un bel morir tutta la vita honora.
PaflFu belliffimo di corpo , come fi detto di fopra
ta la giovent con una negligenza filofofica lafci crefcere i capelli e la barba , fi che pareva un Hermetc o un Druido antico. Non volfc mai
o s" egli n ebbe alcuna,
pigliar moglie,
*
come diceva un altro pittore , non fu altra che 1' arte ,
fgiivioli le opere fue. Ne fi deve credere che fi fieno accennate tutte, perche molte altre ne ha il gran Duca di Fiorenza,
Neil'
e mi ricordo di haverne vedute parecchie in Inghilterra
idea del tempio della pittura di Paolo Lomazzo cap. 33. fi fa
mentione d' una coneettione della Vergine dipinta per la chief
Nella libreria Ambrofiana dell' iftcfdi S. Francefco di Milano
,

&

fa citt

confervano

fi

molti difegni e pitture di

quefto

autore

Palazzo Cardinale fi vede una Madonna di fua mano , la quale fiede in grembo a S. Anna , e tiene con le fue mani un Chrifto bambino che fcherza con una
pecorella
Vi un paefe bellilTimo
ma la tefta della vergine

Qui

Parigi

nel

imperfetta

rcftata

rodiade

di

Il

Cardinale

bellezza.

efquifita

S.

Il

havcva una He-

Richelieu

di

Giovanni

nel

deferto,

figura

&

Fontanable ,
un altro quadro di una Madonna, col Chrifto
S. Giovanni
un angelo di mirabil bellezza, pofti in un paeie, fono cofe da eflTcre offervate. Nel ftudio del Signor Marchefe di Sourdis a Parigi vi un' altra Maintiera

eh'

&

donna
Il

riputationc

di

Signor di Ciarmois

gentilhuomo
curiofita

quadri,

ne

di
1'

ha

rare

qualit

intelligenza

uno

fcgretario del
il

fa

quale

una

del Vinci,

nel

Marefcial

di

accoppiando

confiderabile

quale con

Schomberg,
infieme

raccolta

due

mezze

di

la

bei

figure
fi

LIONARDO DA

DI
rapprcfenta

.,

VINCI.

xix

Giufeppc che fuggendo volta le


fpalle alla bella ma dishonefta moglie d Putifar
Il tutto di1*
pinto con amore e diligenza grande
efprefTione
mirabile
pudor dell' uno e la lafcivia dell' altra paiono ne' due viil
pi prefto cofe vere che finte. Appreffo il medefmo fgnofi
un Chrifto bambino al
re una madonna con Tanta Anna ,
quale fan Michele porge una bilancia, e fan Giovanni che fcher un quadro di eftrema bellezza
Ma
za con una pecorella
retroppo farebbe il voler regiftrare tutte le pitture del Vinci
fa che dopo le opere del pennello, fi ragioni di quelle della
penna
Soleva il Vinci fcriverc alla mancina, fecondo 1' ufo de gli
Ebrei, nella qual maniera erano fcritti quei tredici volumi de*
quali habbiamo gi fatto mcntione ,
eflendo il carattere buono , fi leggeva aflai facilmente mediante uno fpecchio grande
fi

giovine e

il

bel

&

&

&

E'

probabile

To

cofi

eh* egli

facilmente

L* imprefa

un

fcrivcre

no

gran

di

del

libro

Mortefana

di

natura

della

diiegni

di

non

tutti

Icggefle-

fcritti

navilio

numero

regolar

fuoi

accioche

quefto,

facefie

pefo
di

moto

varie rote

occafione

diede

gli

di

acque , - piemachine per mo-

delle
e

acque, e levarle in alto.


del corpo humano , come fi gi
Scrifle dell' anatomia
detto, la quale opera era ornata di varii difegni fatti con itudio e diligenza grande, e ne fa egli ftcflb mentione nel capie

lini,

tolo 22. di
Il

dal

dell'

Borghini,

quattro

che

quefto

libro

plafticargli

il

r opera

non

dell'

della

trattato

anatomia

dal

nel

cavalieri

corfo

de' cavalli

Lomazzo.

dipingergli

combattenti
fufle

di

pittura.

mentovato

Efl*endo

flato

come ne

fa

fopra

accennato

ftraordinaria

Vafiiri,

eccellente nel

egli

quadro de'
non vi e dubbio

fede
,

dal

bellezza

il

&

utilit

Nel capitolo 8i. & ilo. di quefto trattato vien citato da


Forf
divifa in pi libri.
lui una fua opera della profpettiva,
che in quella era infegnato il modo di tirare le figure maggiori

del

naturale,

lodato

dal

Lomazzo

nell'

idea,

cap.

4-

Nel capitolo 112. & 123. promette di fare un libro de*


movimenti del corpo , e delle fuc parti
foggetto anatomico , e
che non mai ftato toccato da alcuno
Promette ancora nel capitolo 26%. un trattato della pon:

corpo
11 libro
dell' ombre
e de' lumi fi ritrova oggi nella libreria
Ambrofiana di Milano, in folio, coperto di velluto rodo, 6c
quello che, come fi
detto di fopra, fu dato dal
fignor
Guido Mazzenta al Cardinale Borromeo Tratta egli quella ma-

deratione

overo libratione

del

ceria

VITA

XX
tcrla

da

filofofo

tionc

in

quefto

della pittura

la

luce

quella

renza

Vafari

il

da

colui efeguito

dopo un

fecolo

confronto

col

reltituita

per

da

fubito

e quello

intiero

me

un' opera

merito dell' autore


derla ancora pi familiare
bre
e

il

gentilhuomo

che

fludio

alla
n'

ha

Tua
fatto

un ccmmcntario
1

genza cfpreiTo

alla

una

intiero
il

difegno

precetti

varii

del

colorire.

paflTando

dille

che

Parigi

efccutionc

in

corrotti

tutti

gli

noftra natione,

il

tutte

parti

gran

del

famiglia

pi

Fio-

dove

guaiti

fi

che per V eccellenza de' precetti , e


degna dell' immortalit. E per ren-

intelligentiffimo

come dicemmo

munJcato

mette

fi

manofcritti

varij

di

eh'

che fa
del natu-

quando
farebbe ftampare: ma ci non
a Roma non fi fatto , hora

opera
la

par-

effetti

gli

Milanefe

men-

fa

quella

in

contiene

del

ne

havevan

che

pittore

quella

Roma

arrivato

faria

un certo

d'

fagacit

modi

pittore

opere

pittura

VINCI.

miracolofo

Fi

tanta

Tue

le

della

vedere

fece

gli

con

infeme

&C

278.

cap.

arte,

Racconta

fu

trattato

che del fnto


Refta il trattato

rale

da

da matematico e

imitando
col colore , che

te

di

LIONARDO DA

DI

fi

di

Leone X.

diletta

verfone

le

di

in

efTendovi con

ogni

lingua

una

fignor di

per
forte

del

difegno

inftinto

di

Francefc
efquifita

Ciam-

com-

virt

e di

che

vale

felice

fenfo dell' autore*

PER

di-

XXI

NON LASCIAR QUESTE CARTE VOTE ED

PER

fatto

inutili

della

pittura

fi

delcritte

T~

"Durer pittore

biwjani,

corpi

to libro

con

In Venetia

piati.

huomini
li

donne,

occorrono

Ammani

lufli

pendi. Franco/urti

Tigurini enchtndion artn ptngendt

1578.

dinjifo

di

fica

ejfa

libri

pittura

In Milano

bora di no<vo Jlani'

trattato

dell' origine

1 5

Della forma

8 4.

In Milano

opera utiltffma a pittori e fcultori


tore

In Milano

//

fi favella
fi

fa mentione ,

In Ftorenz.a

le

i54-

4-

M.

dt

in

precetti

libri

tre

ne' quali

re

{S'.

In

Due
de

%a'venna
dialogi

Lamo

tigiani

na de

gli

pra

giuditio

to

il

della

gtni

utile

errori

di

cui

Campo

de
che

autori Greci e Latini,

antichi

Taolo Loma'ZjZ.i Mtlanefe pit-

della pittura
e

delle pi

pittore

della

famofe

fcultura
opere

loro

mfegnano

pittura do<ve ra-

Cremona

In

Cremonefe.

tS

Armenim da Faen-

modi del difegnare ,

del

da Fabriano

partt morali e ct^nli appartenenti

prencipt canjano

I5<^4-

Gio. Battigia

dipinge-

4.

circa

Michelangelo

o'vero

M.

Gio<vanni Andrea Gilio

le
i

di

fi dimofrano

M.

nonja capella

Pigino,

pittura

della

de' pittori

In Camerino
//

nel fuo

contenute

cofe

intorno alla fcoltura e

'Bernardino

1587.

di

quali fi ragiona
e

delle

nella

pittore,

appartenenti a dette arti

njeri

la prat-

De'

za

8.

584.

<vita

gli

fcultori

principali

cofe

Difcorfo di Aleffandro

giona della

fcul'

4-

de pi illufn pittori

t^

1590. 4.

Gio.

dt

Raffaello 'Borghini

dt

ripofo

1 5

Italiana.

4.

Mufe cacata da

delle

ita-

Taolo Lomaz.x.o Mtlanefe pit-

fondamento

della pittura.

dell' arte

&

jingendt

Idea del tempio della pittura di Gio. Taolo Lomaz.-z,o


quale egli dtfcorre

quali le paf-

ne quali fi contiene tutta la theortca

in fette
.

e con

mo-

4.

Trattato dell' arte della pittura di Gi.


tore

e Jcultort

Francefe

del quin-

Alberto Durer fono

libri di

pi volte flampati in lingua Latina, Tedefca

ti

pittori

de

Iwgua Latina

dalla

\^ accrefcmti

quat modi pojfano

quattro

5$>4. fol.

Salodiano

din)erji accidenti che

It

della Jmmetria

)uo<vamente tradotti

jlrare la dfverjttk della natura de gli


Joni che fentono per

dove fono

quelli

di

geometra chtartjjmo

che trattano

libri

altri

opere loro.

le

Gio. Taolo Gallucct

quale fi tratta

nel

gli

come ancora

quattro^

Ithrt

M.

da

Italiana

nella

difegno

del

vite de' pittori

le

/ Alberto

-^^

fcguente indice de

il

in

V
(^

da

htflorie

letterati

nel

primo

letterati

cor-

nel fecondo fi ragio-

con molte annotationi fatte fo-

altre figure

tanto della (vecchia quan-

che modo 'vogliono ejfer dipinte

le

facre tma-

4-

delfine della pittura,

dialogo

del

rever.

Tadre D'
Gre-

,,

xxu
Gregorio ConiMmHt cMHontco regolare Luteruyienfe

ne della pittura Jia


nel Chrijianejmo
diletti^

il

pittore

'

utile

o<vero

compagnia di

da %omano Alberti

della

L' idea de pittori


caro

Luca

S.

fcultori

Origine
architettori

l^ma

di

raggtonnmenti

dell

progreffo

'

appartenenti

te

reggimento

il

"Due lei.ioni di
chiara un fonetto di

M.
M.

Varchi

"Benedetto

Mtchelagnolo "Buonaroti

Mtchelagnolo
fopr adetta.

In

Ftoren^ct

de ^veterum fculptura

duo

libri

CJ'

Jlofojict

ad

recitati fot-

raccolti

160^. 4.
quali fi di-

delle

una

con

la

fopra

lettera

'

ejfo

qutjlione

1549. 4.

Tomponii Gnurtci NeapoUtani


montiojli

Zuc-

nella feconda fi difputa

pi altri eccellentifs, fittori e fcultori

Zuccari,

prima

la pittura

quale Jia pi nobile arte la fcultura

4.

tn particolare

prouetti

In Ta^via
nella

8 5

1 5

fcultura tS" architettura

Federigo

Ca^valiere

academia.

dell'

fecretario

']\oma

fcultori

difcorji

profefpont,

gionjaniy e perfettionar

dell' eccellente Jtg.

da 'Romano Alberti

de' pittori

utiltj^mt

della pittura

di

pittori

In T^oma

we-

della

fol.

molti

fuddette

alle

ujlantia

del canjalier Federico

academia del difegno ,

donje fi contengono

modo d' incaminar

al

1607.

che pi

4*

delli

Sepolcro

S.

architetti

tS"

alcune no've definitiom del difegno


(S'

"Borgo

In Torino

dfvifa in due libri.

del

citta

nohtV accademia

159^compojo ad

Jquella

di
e

el

ufo

imitator pi perfetto

Trattato della nobilt della pittura


nerabil

dell

tratta

Jt

qu'tJ'tdiiAndnJt

In Mantorva

poeta.

il

diletto

il

qual jia

mojlra

e Jt

o<vero

ove

Item Abrakami

de fculptura

colatura

gemmarum

Antuerpiani

Gorlai

liber.

Ludo<vici

Ite*

fculptura

daHyliotheca

tS'

Ve-

pi&ura

Amjlerodami

160^. 4

Francifci
1^37-

lunii

F,

F.

piSura

de

'veterum

libri

tres

AmJleUdami

4-

Antonii

Toffe'vini Societatis lefu

decimus feptimus

bibliotheca felef^.

liber

de

Venetiis

poe/t

1603.

tS'

pi^ura,

qui

eji

f'^^-

Trattati della pittura fondato nell autorit di molti eccellenti tn que'

jia

%fagwo

a comune

fatto

profefJonCy

Malta. In

cavaliere di

Doni

'Difegno del

la fc altura e pittura

partito
de' colori

partenenti a quej' arti,

KS'c

tfc. In Vwegia

1549.

&

della

di Tietro

de'

8:

ne quali fi tratta del-

modegli,

1549.

8.

fua arte ,

del

opera

Francefc

di

con molte

modo

Michel

ap-

cofe

dottri-

della

Angelo Biondo

8.

Difcorfo intorno al difegno


petti'va pratica

In Venetia

age<volmente e prejo

confegutrla

1(^42.

pi ragionamenti

de' getti

Della nobilffma pittura ,

na di

Venetia

in

da fra D.

de' mirtuofi

beneficio

Accolti^

Hampato

con

In Firenze

lo

inganno de g

\6iy

occhi

pi'of-

fol.

Scntimcns Tur la diftin<fl:ion des manieres de peinturc , defTcin


graveure
des originaux
copies , par A. Bolle Graveur cn

tailie

douce.

&

&

Paris

16^^.

12.

Le

XXIU

Le

de pi eccellenti

nj'ite

^3"

Vafart pittore
tre

le

15<58.

4.

Le
Gio.

Romano.

'taglione

loro

con

00^

ouero

fono raccolte

narratione

la

4.

delle

hijorie

ottano

prima

parte feconda

gV

de

<vite

delle

Tranfone

5 5 3

1622.

pittore

ton

Z5'

ritratti

delle

moralit da

In Venetia

1^48. par-

per Afcanio Condivi

arbore

de

la

4.

"Breve compendio della vita del famofo


fvalliere

cojiumt

Veneti

%oma

In

da

fcrttte

pittori

illujlri

favole,

Vita di Michelagnolo Buonarroti raccolta


T^lpa

1^4 2.

nel

XIII.

4.

le

In Ftorenz.a

Gregorio

di

pontijjcato

opere tnjtgni ,

le

Giorgi

di

W.

3.

dal

%oma 16 ^2.

arte

architetti

/coltura

dipinte^ defcritte dal cavalier Carlo l^dolf.

quelli
te

flato

dello

pittura

papa Urbano

di

In

Le maraviglie deW
e

architetti

in^no attempi

1572.

del

de" pittori

<vite

con una tntroduttione nel principio al-

l^"].

"Bologna

in

fcultori

architettura

cio

njol.

3.

Aretino

architetto

di/egno

del

arti

pittori

della

fua

Titiano Vecellio di Cadore ca^

confanguinit

vera

In Venetia

4.

Junerale d' Agojin Caraccio fatto in Bologna fua patria da g

Il

caminatt accademici del difegno

Le

bellei.'z.e

facri tempii

Fiorenoca

di palaz,%i,

M.

fritte da

di

In "Bologna

itfoj.

4.

dove a pieno di pittura

pi aobili

Francefco Bocchi

di fcultura

dt

e pi prex,iofi fi contengono,

artifi'z^it

In Fiorenz,a

In-

1 5

Eccellem,a della fiatua del fan Giorgio di "Donatello fcultore Fiorenpoja atlla faccia di fuori d'

tino^
co

dove fi tratta del

"Bocchi,

detta

fatua

In Fioreni^a

Orfan Michele, fritta da M.

fiume , della vivacttk

1584.

Francefdi

della hellez.%.a

8.

architetto Aretino fo'Xagionament't del fig. Giorgio Vafari pittore


pra le tnventtont da lut dipinte tn Ftrent,e nel palax.ijo dt loro alte'Zj'z.e fereniffime

con

lo

ra prencipe di

illufrijf

eccellentijf.

tnfieme

Firen'z.e,

minciata nella cupola

tS^

1588.

Libro della pittura, nel quale fi fpiegano


quell arte , infeme on le vite de pittori Italiani
pato in lingua Fiamenga da Carlo Vanmander

da

lui

fondamenti

In Londra

La

(!^

4.

Fiamenghi , fritto

pittore

In Amflerdam

ogni forte di colori

Todefca da Valentino Bolgen da 'Kufach

Maria

"De atramentis

161^.

4.

Ram1

6"

intito-

della

4.

maniera di preparar

Tietro

co-

e la pratica di

Henrico Teacham nella fua opera fritta in lingua Inglefe, (^


Il perfetto gentilhuomo , impiega la met del libro a ragionare

pittura

allo-

4.

'

lata

Medici

con la inventione della pittura

I4 Firenz.e

Jtgnor don Francefco

Canepario

da

libro

In Francofort

Crema

nel

fuo

1)62.

libro

frtto

lingua

8.

Latino intitolato

dichiara le maniere di far ogni forte di colori

In Venetia

,,

TRATTATO

DELLA PITTURA
V

LIONARDO DA
!^ello che de^e prima imparare

il

VINCI.

gionjae

C A P.

I.

giovane deve prima imparare profpettiva , per le mifurc d' ogni cofa
poi di mano in mano imparare da buon maeftro
per aHuefarf a buone membra: poi dal naturale, per confermarfi la ragione delle cofe imparate
poi vedere un tempo 1' opere

IL

di

mano

operare

di

diverfi

maeftri

deue

ftudio de' giovani

fcienze imitatrici
il

dove

tali

mettere in pratica

di

habito

di

tutte

le

GAP.

IL

defderano di far proftto

quali

li

ne giovani

ejfere

figure dell' opere di natura

difegno accompagnato

circa

far

cofe imparate

le

^ale Budio

Lo

per

ombre

dall'

figure fono collocate

lumi

deve

nelle
cfferc

convenienti al

fino

final regola fi deve dare

a putti pittori.

GAP. IIL

Noi conofciamo chiaramente che la vifta delle veloci operationi che fiano
& in un punto vede infinite forme nientedimeno
non comprende f non una cofi per volta. Poniamo caio: Tu let,

tore guardi in

occhiata tutta quelfa carta

quella efier piena di

che

lettere

rola

Ancora

lettere

ma non

fubito

giudicherai

conofcerai in quel

tempo

ne che vogliano dire onde ti bifbgna fare paverfo per verfo


voler haver notitia d' effe lettere

fiano

parola

vane

fcritta

vorrai

montare

all'

altezza

d'

un

edificio

converratti falirc

grado grado, altrimenti fia impolibile pervenire alla fiia altezza.


E coli dico te che la natura ti volge a quelt' arte Se vuoi haver
vera notitia delle forme delle cofe
comincierai dalle particole di
quelle
e non andare alla
f
prima non hai bene nella
feconda
a

memoria e
via il tempo
,

nella pratica la

prima

farai

altrimenti

o veramente allungherai affai lo ffudio


che impari prima la diligenza che la preflezza
,

getterai

ti

ricordo
Nott-

giocane difpo^o alla pittura

Noti'z.ia

del

Molti fono

gli

ma non

huomini

difpofitione

Tono fenza diligenza

eh'

quello

hanno

Non

laudabile

come

il

I>t

che

un'

modo

La mente

denje

defderio

il

C A P-

fi

in

V.

amore

&C

al

dife-

li

quali

lor cofe

le

V-

non fa

panni

conofciuto ne' putti

fia

pittore che

ignudo , tefta
particolari , imperoche non
cofa , e quella Tempre melTa
,

C A P.

ne mai finifcono con ombre

Trecetto al, pittore

fola

TRATTATO DELLA PITTUP.A

gno

bene

non una cola

Te

o animali
o (mili
o paef
grolTo ingegno , che voltatofi ad una
opera , non la faccia bene
,

gioqja^e procedere nel fuo Jludto

GAP. V L

deve del continuo trafmutarc in tanti


difcorfi quante fono le figure de g' obbietti notabili che dinanzi g*
apparifcono,
quelle fermare il pafib, e notarle, e far fopra elTc
regole , confiderando il luogo , le circollanze , i lumi <3>C ombre
del

pittore

C\

&

J)el

Studia prima
{cienza.

non

fi

bra de

Il

g'

GAP. VIL

e poi

pittore

cffa

lafciar cofa

che

fra

mem-

le

e le loro giunture

GAP. VI IL

^'vnjertimento al pittore.

Il

da

pratica naca

feguita la

deve ftudiare con regola , e non


memoria , e vedere che differenza

alla

animali

di Judiare

la fcienza

pittore

metta

modo

deve

efTere

univerfiile

parlar con feco

e fblitario

e confiderare

ci

eleggendo le parti pi eccellenti


facendo fimilitudine
delle fpecie di qualunque cofa che egli vede
dello fpecchio , il quale (\ trafmuta in tanti colori
quanti fon quelli
delle cofe che f gli pongono dinanzi
e facendo cofi lui , parr
^flere feconda natura,

che

elfo

vede

Trecetto del pittore uni^erfale

come

cffo ftima di

noftro Botticello

una fpunga piena

effere

che

tale

di

femplice

X.

egualmente tutte
ad uno piacciono

inveftigazione

ftudio era vano

di diverfi colori

C A P.

non ama

Quello non fia univerfal che


cofe che fi contengono nella pittura
paefi

perche

un muro

elTa

come

col

(blo

diiTe

\t
li
il

gettare

lafciava in

detto

muro

LIONARDO DA

DI

VINCI.

Egli ben vero che


vedeva un pacfc
1'
huomo vuol cercare in quelvarie inventioni di ci che
il vedono
diverfi animali , battaglie , fcogli , mari
d' huomini
la , cio telle
nuvoli, boichi, e fmil col, e t come il fuono delle campane, il
che te pare
Coli , ancoquale fi pub intendere che dica quello
ra che elTe macchie ti diano inventionc , elTc non t' infegnano finir

muro una macchia

dove

fi

alcun particolare

Tu,

e quefto tal pittore fece triftifiimi paefi

Come

il

pittore,

dc'v ejfere

pittore

un'verfale

C A P.

quale vuoi efTcre univerfalc

il

X.

e piacere a divcrfi

un medefimo componimento che vi fiano cofe


grand' ofcurit , e di gran dolcezza d' ombre , facendo per note
caufc di tal ombre e dolcezza
giudizi)

in

farai

di
le

CAP. XL

Precetto al pittore.

poco acquifia quando l' opera


fupcra il giuditio dell'operatore, cfio operante poco acquifta, e quan^
do il giuditio fiipera l'opera, c(Ta opera mai non finifcc di migliorare , f r avaritia non l' impedifce

Quel

pittore che

non dubita

Trecettq com^ fopra

buoni maeftri
deve
cettore

CAP.

deve prima affuefar

pittore

Il

fatta detta

poi

aluefarfi

la

mano

alTuefattione
col

ritrar

quelle regole che del ritrar rihevo

troppo
quali

abbozzar
finito

poi a

beli'

Del

avvifo

agio

corregger

Ricordo
trui

di

cof

fia

piacendoti

gt

errori,

rilievo

pittore

buone

con

&

CAP. XIII.
il

fiti

potrai finire

che tu fcuopri

membrificar non
d' elfe

membra ,

fia

le

CAP. XIV.

che quando per tuo giuditio


fcuopri alcun errore nell'opere tue, che tu
te

difegnl

ritrar

dir

fi

pronto
Sta con attentione folamente
hifloric

dell'

col

col giuditio del fuo pre-

Precetto dello fcbii.'z.ar hiforie e figure

L'

XII-

le

o per

al-

ricorreg-

ga, accioche nel publicar tal' opere


tu non publichi inficmc con
quelle la materia tua. Et non ti fcufare da te medefimo, perfuadentoti di reftaurare la tua infamia nella fucccdente tua opera, perche la pittura non muore mediante la fua cieatione;, come fa )a,
,

Hiufi-

,,

TRATTATO DELLA PITTURA

mufca , ma lungo tempo dura & il tempo dar tc(Hmonianza dell'


ignoranza tua. E f tu ti fcuferai d'havere a combattere con la necefFit
e di non haver tempo a fudiare , farti vero pittore , non
,

non
anima

medefmo

perche fblo lo fludio della virt


Quanti fono li flofbf che fono nati
pafto dell'
e del corpo
ricchi , e perche non l' impediflero le ricchezze , le hanno lafciate
incolpare

te

Pel giudto.

Nuna cofa

che

pi

GAP. XV,

inganni

e'

eh

dar
ni mi-

giuditio

noftro

il

in

lentenza alle noftre operationi , e pi ti varranno i biafmi de'


ci , che de g' amici le fentenze , perche g' amici fono una medeflma cofa con teco , e coli ti polTono col tuo giuditio ingannare
..

Modo

Non
li

dt

dejar

refter

fpeculatione

nondimeno

Y uigegno a

<varie

tt'ventwnt

GAP. XVL

mettere in quefte precetti una nuova invcntionc


quale , bench paia piccola , e quaf degna di rilb

di

la

ingegno varie inventioni


e quefto
Se riguarderai in alcuni muri imbrattati , o pietre di vapotrai qviivi vedere l' inventione e fmilitudine di diverl
rij mifchi

di

grand' utilit

deftar

l'

paef

&
i

diverfe

habiti

defta a

battaglie

atti

e infinite altre cofe

pronti di figure
j

forane

di volti

arie

perche nelle cofe confufe

1'

ingegno

nuove inventioni

'Dello Jndiare
t

iy}Jm

addomi em'i

Ancora ho provato

quando tu
allo fcuro

efTere

di

ti
.

dej't

prma

che tu

GAP. XVH.

non poca

utilit

quando

ti

trovi

fuperfciali

andar con l' imaginativa ripetendo li lineamenti


delle forme per l' addietro Ifudiate , o altre cofe notabili

di

fpeculatione

allo fcuro nel letto

fottile

&c

queflo

modo

fi

confermano

le

cofe

compref nella m.emoria.


Che

Jt denje

prima imparar la ddigeni^a che la prefa pratica

GAP. XVIIL
Quando

vorrai far

buono

&

utile ftudio

nel tuo difegna-

ufa

adagio , e giudicare infra i lumi , quali e quanti tengono


il
primo grado di chiarezza i e coli infra 1' ombre quali fiano quelle che fono pi fcure che l' altre ,
in che modo fi mefcolano in* {ieme , e la qualit , e paragonare 1' una con 1' altra , &: i lineamenti
a
che parte s' indrizzano , e nelle linee quanta parte deve efre di

fare

&

fere

per

dente

1'

per

larga

cofi

uno

LIONARDO DA

DI
ibe

verfo

altro

1'

iettile

dove

o pi o meno eviche le tue ombre e

ultimo
a ulb di fumo

in

Ck

VINCI.
,

lumi lano uniti fenza tratti o fegni ,


rai fatto r ufo e la mano a quella diligenza
tica preilo
che tu non tea' avvederai

ti

quando ba-

verr fatta

pra-

la

Come

pittore

il

<vngo d' udtr

(ie^i/ ejjer

giudttto

il

d' og;i

uno

GAP. XIX,
Certamente non deve

mentre eh' ei difegna


o dipinge
il
giuditio di ciaituno
perche noi conofciamo che
haur notitia delle forme dell' huor huomo , bench non fa pittore
r^9
egli e gobbo
Te ha gamba grolTa
o gran mano s' egli
zoppo , o ha altri mancamenti E le noi conofciamo g' huomini poter giudicare 1' opere della natura , quanto maggiormente potranno
ricufare

pittore

il

5.'

giudicare

noflri

errori

Che t huomo non Jt

derue fida?

naturale

tanto

di f

che non 'vegga dal

GAP. XX.

Quello che fi d ad intendere di poter rifcrbare in f tutti g*


effetti della natura, s'inganna, perche
la memoria noftra non di
tanta capacit
per ogni cofa vedrai dal naturale
:

Velie 'variet delle figure

deve

pittore

Il

cercare

d' effere

CAP, XXI.

univerfale

perche

manca

gli

una cofa bene, e l'altra male: come molti che


Iblo fludiano nell' ignudo mifurato , e proportionato , e non ricercano la fua variet , perche pu elTere un huomo proportionato
Ck
effer grolTo , e corto
e longo
e fottile
e chi di quee mediocre
lla variet non tien conto
fa fcmpre le flie figure in {lampa , il
dignit,

aflai

fa

che merita gran riprenfione


DeUeJfere
Faci! coHi e
ti

gl'animali

Jiervi

&

groflczza

qua

all'

huomo

che

sa

CAP. XXIL
farfl

univerfale

impe roche

tut-

hanno fmilitudine di membra, cio mufcoli,


f non m lunghezza
overo in
nulla fi variano

terreihi

olTi

come

far

che fono di

faccia regola.

uninjerfale

dimoftrato

molta variet

nell'
,

anatomia

De

non perfuadcr

gli
il

animali
pittore

d' ac-

che vi

TRATTATO DELLA PITTURA

T)t Quelli che

la pratica fenica la diligen'z.a

tifarlo

onjero Jctenz.a

GAP. XXIIL
innamorano della pratica fenza la diligenza overo
fono corne i nocchieri eh' entrano in mare
per dir meglio
fcienza
fopra nave fenza timone o buffola , che mai non ha,nno certezza doSempre la pratica deve eflere edificata fopra la buona
ve fi vadino
Quelli che

guida

della quale la profpettiva

teorica

niente

fi

fa bene
7)el non

Un

di pittura

cofi

imitare f un

come

in

altrQ pittore

porta

ogn

e fenza quella

altra profefTionc

C A P. XXIV,

pernon deve rnai imitare la maniera d' un altro


perche eflendo le
che far detto nipote e non figlio della natura
cofe naturali m tanto larga abbondanza , pi torto fi deve ricorrere
ad efla natura , che alh maeftri , che da quella hanno imparato
pittore

5,

dal naturalt

!Pel r tirar

Quando

hai ritrarre

GAP. XXV,

naturale

dal

lontano

volte

tre

la

grandezza della cofa che tu ritrai, e farai, che quando tu ritrai, o


che tu guardi per tutto il
che tu muovi alcun principio di linea
corpo che tu ritrai , qualunque co/a fi fcontra per la dnttura della
,

principale

linea

A'wert'tmento al pittore

Nota bene
infenfibili

dice

che

rezza

d'

nel tuo ritrarre

ofcurit e di figura

per obbietto

e quefto

i]

ombre

1'

infra

prova per

ombre

fono

la terza

che

fono di tante varie ofcurit e chia^


variet dell' ofcurit e chiarezze che gli ftannQ

fuperfitie globulente

le

quante fono

come

GAP. XXVI.

le

Cor/ie

de^ce

alto

ejfere

il

lume

da

rttrar

naturale

dal

GAP. XXVII.
Il

non
nate

lume da

faccia

tione

mutatione

accioche

corpo

ritrarre

il

L' altezza
faccia

di naturale vuol* enfere

e f lo fai mez,zo d

fole

illuminando tutto

del

lume deve

tanto

lunga

effere

f ombra,

fua

il

tramontana

tieni

non

giorno

in

per

modo
terra

finellre

faccia

fituato
,

accio

impanmuta-

che ogni

quanto

la

fua

altezza

$ua^

LIONARDO DA

DI

VINCI.

lumi Jt denjono ele^^eve fer ritrar

Slualt

,
.

le

7
de corpi

figure

GAP. XXVIII.
Le

me
in

conftnngono

fi

nel quale tu fingi eflere efie figure

campagna

fendo

fon cinte

elle

fcoperto

fole

il

molto ofcure

fiiranno
di

qualunque corpo

figure di

termini

efpediti

&

>

Ce

rifpetto alle parti alluminate

cofi

primitive

le

ombre faranno poco compagne


r azzurro
affai

fi

molto

fpeditamente

de' nuvoli

mina

il

non

vi

tal

efl^i

lume da

fole

il

nuvoli

qual roffore de' nuvoli

feggare ci che piglia

eC-

ombre
faranno ombre
fuc

le

derivative

le

perche da

colore

del

quando

che

fi

tali

allumina
e quefto

Iato
s

bianche: e quella parte eh' alluminata

cofe

dimoflra partecipare

roffori

lumi

de'

come

figure

tinge di f quella parte eh' ella vede

manifefa nelle

fi

dal fole
drai

dell' aria

lume

di

tali

fingi

vede dette figure,

fole

il

cio f tu

fbmmlt

^ran

di

pigliar quel lu-

fi

del

cala

all'

tingono

quello veoccidente , infra i

fole

colore

del

che

infieme col roffore del fole


loro

e la parte de' corpi

allu-

fa rof-

che non

vede tai corpi


giudica che fieno di due colori
e da queflo tu non puoi fuggire
che moflrato la caufa di tali ombre e lumi, tu non le facci participanti delle predette caufe , f non 1' operation tua vana e falfa
E f la tua figura in cafa ofcura e tu la vegga di fuora quef:a
ombre sfumate flando tu per la linea del lume ,
tal figura havr
e quella tal figura havr gratia , e far honore al fuo imitatore , per
gran rilievo , e 1' ombre dolci e sfumofe , e maflTime in
efler lei di
quella parte dove manco vedi f ofcurit deU' habitatione , imperoche
quivi fono 1' ombre quafi infenfibili , e la cagione far detta al fuo
vede

elfo

roffore

refta

del color dell* aria

>

chi

1'

luogo
J)elle qualit del

lume per ritrar

rilienji

naturali ,

finti

GAP. XXIX.
Il

te

lume

biafimato

tagliato
,

infra

1'

quantit

obbietto

non faranno

ombre con troppa evidenza fbmmamen-

onde per fuggir

campagna aperta
alcuna

dall'

di

&

figure

farai le

il

efpediti

incoveniente

tale

non alluminate

e poi

finifci

membra

ritrarrai

quel

farai

dal

li

fole

corpi in

ma

fingi

o nuvoli tranfparenti efiTere interpofiti


fole, onde non effendo la figura dal fole efpedita,
termini dell'ombre con quelle de lumi.
nebbia

Del ntrar gt ignudi

Quando

g'

ignudi

membro

metti in pratica,

che

ti

fa

GAP. XXX.
che fempre

par migliore

li

ritragghi interi

e quello

con

altrimenti fareft ufo di appiccar

1'

altre

mai bene
le

to

membra
ne

infieme

&

lniftro

non

gamba

la

Tue parti pi balte del

le

fai

le

petto

il

tefta

la

lato

fniftro

Colui che ritrac di


che r occhio della figura

Modo

di

fa

rilievo fnto

di

ritrarre

infuori

rilievo

ritratta

un

ritrarre

,,

il

pet-

volta

alla

che

dell' al-

finiftre

le

GAP. X X

lato

'1

fu

tefta

la

deve acconciare

fi

in

modo

tale

pari di colui che ritrae

al

fia

/ito

naturale

del

dove

tefta volta

la

far

che voltandofi
parti del lato deftro fieno pi alte che

Del

fa

mai

ufar

come

braccio andare

il

fpalla deflra

tro

TRATATTO DELLA PITTURA

8
le

GAP. XXXIL

corretto.

Habbl un vetro grande come un mezzo

foglio di

carta reale

cio tra gV occhi e


bene dinanzi g' occhi tuoi
quella cola che tu vuoi ritrarre e poi ti poni lontano con l' occhio
e ferma la tefta con un inftrual detto vetro due terzi di braccio ,
Di poi ferra e
mento in modo che non la polTi muovere punto
cuopriti un occhio, e col pennello, o con il lapis, fegna su'l vetro
quello che di l appare, e poi lucida con la carta tal vetro, e fpolverizzandola fopra una carta buona , dipingela , f ti piace , ufando
e quello ferma

bene di poi

profpettiva aerea

la

Come
Li pacfi

denjono ritrar

Jt

debbon

fi

li

in

ritrarre

GAP. XXXIIL

paej.

modo

che

ma meglio
mezzi ombrati
mezzo occupato da nuvoli , che all' hora g'
alluminati

lume

univerfle

del

cielo

quefti fon tanto pi ofcuri

pi vicine

lume

o fenza lucidarla,
e vedrai le tue

che

notte

di

ma

folo

parti

quando

alberi

s'

univerlle

quanto

il

fole

alluminano dal
terra

della

parti

elle

fono

un

fia

GAP. XXXIV.

interpofto

il

telaro

o carta lucida,

interfoglio di carta fottile cancellarefca

ombre non terminate

modo

jt

ombra

GrandilTima grtia
quelli

lor

lume dt candela

ritrarre al

qucfto

In

nelle

ombra

farli

mezzi

fiano

alberi

terra.

alla

Del

dall'

g'

dehha
,

d'

ritrarr

lumi

ombre

un

'volto

<

dargli gratta

GAP. XXXV.
e

di

lumi

s'

ag^iugne

alli

vifi

di

che feggono nella parte di quelle habitazioni che fono ofcure,


che

LIONARDO DA

DI
che

occhi del riguardante vedono

g*

VINCI.

parte ombrofa di

la

tal

vifo cC-

ombre della predetta habitatione


e vedono alla
parte illuminata del medelmo vifo aggiunto la chiarezza che vi d
lo fplendorc dell'aria: per la quale aumentatione d' ombre e di luombre quafi
mi il vifo ha gran rilievo
e nella parte alluminata
infenfibili; e di quefta rapprefentatione e aumentatione d' ombre e
fere ofcurata

dall'

1'

di lumi

vifo acquifta aliai

il

J)d lume

(ioi'f

di

bellezza.

V mcarnaone dell'i
GAP. XXXVI.

fi ritrae

'vol

Ignudi.

Qucfta habitationc vuol' efTerc fcopcrta all' aria , con le pareti


di colore mcarnato
e li ritratti fi faccino di ftate , quando li nuvoli cuoprono il fole: o veramente farai le pareti meridionali tant*
,

alte

che

acciocch

li

non percuotine le pareti


riflefT non guaftino X ombre

raggi del

li

raggi

fiioi

Del

Sempre

fole

rttrar figure per

hifiorle

fettcntrionali

GAP. XXXVI L

nella parete , la quale ha


vuole
collocare le Tue figure
da hirtoriare
altezza del fito dove
e flar tanto con
e ci che lui ritrae di naturale a detto propofito
r occhio pi baffo che la cofa che egli ritrae , quanto detta cofa fia
mciTa in opera pi alta che l' occhio del riguardante , altnmentc
,

deve

pittore

il

confiderarc

1*

r opera

fiaa

far reprobabile

Ter rhrar un ignudo dal naturale ,

Ufa
vedere

li

di tenere in

Dividi

tcfta

e ciafcun

Co3e

il

con un piombo

comparttmentt della fiatua

in

punto
minimi in femiminimi.

punti
1

la

filo

pittore

GAP. XXXVIII.

pendente,

per

cofe

delle

fcontri

Mtfiire

mano un

altro

dodici

gradi,

in

minuti,

I2.

fi de<ve

acconciar

GAP. XXXIX.

ciafcun grado dividi in

i.

al

lume

minuti

col

fiio

in

I2.

minimi, i

riltenja

XL

GAP.

A. B. {Fig. I.) fia la fineftra M. fia il punto del lume, dico


che in qualunque parte il pittore fi flia, che egli ftar bene, pur
che r occhio Itia infra la parte ombrofii e la luminofa del corpq
che
B
,

la

ritrac:

fi

qual luogo troverai ponendoti

il

divisone che fa l'ombra dal lume fopra

Il

render

lume grande

T>ell*

inganno

non troppo potente,


corpi molto grate

che

nel

rcenje

fi

non

gtuditto

delle

mani , le far
qualunque membro,

pittore che havr goffe

cof

g'

interverr in

glielo vieta

Per ogni

ha pi brutta nella

far

quello che

memhrt^,

opq-

{mili nelle Tue


Te

il

lungo

ftudio

guardare quella parte che


e a quella con ogni ftudio far buoq

pittore

perfona

flia

ritratto.

XLIL

GAP.
Quel

punto M. e

il

corpo

e alto, e

particole de'

le

il

intra

GAP. XLL

T)ella qualit del lume.

rc,

TRATTATO DELLA PITTURA

IP

che

deve

riparo

Che fi

Quel
coli,

de<ve fi^per

intrinfeca

GAR

forma

dell'

huomo.

XLIIL
muf-

pittore che havr cognitione della natura de' nervi,

e lacerti, fapr bene, nel

nervi ne lano cagione

e qual

muover un membro, quanti


mufcolo fgonfando

e quali

cagione di far

corde convertite in fottililTime cartilagini


ravolgono, e circondano detto mufcolo: e non far come molti, che
in diverfi atti Tempre fanno dimoftrare quelle medefme cofe in brac-^
fcortare elfo nervo

e quali

&

eia, fchiene, petti,

altri

l)el difetto

mufcoh

del pittore.

GAP. XLIV,

GrandifTimo dififetto del pittore ritrarre overo replicare li medefimi moti, e medefme pieghe di panni in una medefma hil;oria,
e far fomigliar tutte le teff e 1' una con 1' altra
'Precetto

perche

il

in

Deve
naturale
di

queflo

il

il

pittore

pittore

che

fk

far

non

hahito.

inganni nelV elettione della figura

GAP. XLV.

fua figura

la

fopra

la

regola d'

un corpo

comunemente fa di proportione laudabile


miflu"are f medefmo & vedere in che parte

quale

far

perfona varia

o poco

oltre
la

fua

e fatta
da quella antedetta laudabile
quella notitia deve riparare con tutto il fuo ftudio , di non incorrere , ne medefmi mancamenti nelle figure da lui operate , che nella
perfona fua ritrova: e con queffo vitio ti bifogna fommamente pui
affai

gna.

LIONARDO DA

DI
gnarc

mancamento,

conciofiach' egli

VINCI.
nato

eh'

infeme col giu-

maeftra del tuo corpo e quello del tuo proprio giuditio, e che volentieri ella fi diletta nell' opere fimili quele di qui nafce , che
le , che elTa oper nel comporre il tuo corpo
non fi brutta figura di femmina, che non trovi qualche amante, f
ditio

perche

anima

1'

non

gi

monilruof

fulTe

tutto

in

habbi

quello

avvertimento

gran di (Timo.
una cofa di rilienjo in cafa a un lume
XLVI.
campagna a un altro lume.

Dtjfetto de pittori che ritraggono

Grand' errore di quei


pera

un lume

ritratto

tal

aria abbraccia

tal'

defimo modoi

ombra

&

un lume

&

e cofi

cettibile:

[u

dell'aria
parti

le

ticole

la

La

linea

feconda

di'vijone.

GAP. XLVII.

fi

delle quali la

prima

fua

figura de* corpi

nalit delle parti infra di

&

imper-

eh' ella

che diftinguc la figura de" corpi , e loro par il colore contenuto da efli termini

cio la

Figura

eflere

impoiTibilc quelli elTer veduti.

Dividefi la pittura in due part principali


figura

vedute a un me-

delle

di tanta chiarezza

dove

riflefli,

Velia pittura^

ombre ofcurc, dove non pu

fa

vi

una cofa di
poi mettono in oin campagna, dove

quali ritraggono

loro cafe

nelle

univerfle

coftui

li

allumina tutte

pure ella
e eofi fanno li

pittori

particolare

GAP.

poi la mettono in

rilievo

diijijlone

fi

divide in due altre parti

loro

movimento appropriato
move.
il

Trop9rttone

La proportione

delle

di

C AP, X LV III.

all'

le

quah

cio proportio-

fiano corrifpondenti al tutto

accidente mentale della cofa viva che

membra

membra

GAP. X L I X.

divide

fi

in

due

altre parti

cio

moto. Equalit s'intende, oltre alle mifiire corrifpondenti


al tutto , che non mefcoli le membra de giovani con quelle de' vecchi
ne quelle de' graffi con quelle de magri, ne le membra leggiadre con le inette e pigre: & oltre di quefto che non facci alli mafchi membra femminili in modo che
attitudini overo movimenti de'
vecchi non fiano fatti con quella mcdcfima vivacit che quelli de'
giovani, ne quelli d'una femmina come quelli d'un mafchio: facendo che li movimenti
e membri d' un gagliardo fiano tali , che in
cqualit, e

1'

effe

membra

dimoftrino effa valetudine.

Vell't

TRATTATO DELLA PITTURA

12

monjimen

T^elli

operaom

delle

<varie

CAP.

L.

de g* huomini habbino atto proprio alla loro opcratione in modo che vedendoli tu intenda quello che per loro fi penli
quali faran bene imparati da chi imiter li moti de
fa dice
mutoli, li quali parlano con i movimenti delle mani, de gl'occhi,

Le

figure

delle ciglia, e di tutta la perfona,

Ne

volere efprimere

nel

me

il

concetto

perche io ti ponga un precettore lenza lingua , il quale ti habbia ad infe^nar quell' arte che
che tutti g'
coli non sa fare j perche meglio t' infegner con tatti
dell'

animo loro

ti

ridere di

con parole. Dunque tu, pittore, dell'una e dell'altra fetta,


tendi, fecondo che accade, alla quaht di quelh che parlano,
la natura della cofa che fi parla.
altri

&

Che

Non

fi de'von ftiggtre

fare

term'wt fpeditl

campo, con che effe figure terminano,


ofcuri mfra il campo e la tua figura.
Che

nelle

co

al-

CAP. L L

termuii delle tue figure d' altro colore che del pro-

li

prio
fili

at-

psciole non fi <vedo

gV

cio che

errori ,

come

non

nelle

facci pro-

grandi,

CAP. LIL

Nelle cofe di picciola forma non fi pu comprendere la qualit


che f quefta codel tuo errore come dalle grandi i e la ragione
o d' altro animale , le
fa picciola fia fatta a fimilitudine d' un huomo
fue parti per l' immenfa diminutione non ponno eflcr ricercate con
onde non efquel debito fine del f.io operatore che fi converrebbe
,

fendo finita, non puoi comprendere li fuoi errori. Riguarderai per


cfempio da lontano un huomo per fpatio di 300. braccia, e con
diligenza giudicherai f quello bello, o brutto, s' egli monftruoTedrai che con fommo tuo sforzo non
fo, o di commune qualit
ti potrai perfuadere a dar tal giuditio i
e la ragione , che per la
fopra detta diflanza queft' huomo diminuifce tanto , che non fi pu
i

comprendere
nutione

palmo,

dell'

huomo

e tanto

alza

fopra

dell'

detto

vuoi veder ben detta dimiponti un dito preffo all' occhio un

&

mit termini fotto la


incredibile diminutione

ma

delle parti

la qualit

abbafia detto dito, che la fua fiiperiore eftrcfigura che tu riguardi , e vedrai apparire un*

per quelfo

fpelTe

volte

fi

dubita la for-

amico da lontano

Cerche

LIONARDO DA

DI
Tercbe Li pittura

}on

pu

parere fpicccita

})jai

GAP.
Li

pittori

naturale, vedendo

come

le

}iatnrali

cofe

difperatione del

in

non

le lor pitture

13

LUI.

cadono

ipcfle volte

VINCI.

liaver quel rilievo,

loro

imitare

il

e quella viva-

che hanno le cofe vedute nello fpecchio , (^/frf.iif'?. 3 si.) allegando loro haver colon che di gran lunpa per chiarezza e per ofcunt avanza^
no la qualit de' lumi &; ombre della cofa veduta nello fpecchio i accucit,

lando

non

quello cafo

in

ignoranza,

loro

la

non

la

perche

ragione,

conoicono
Impoflibile che la cofa dipinta appanlca di tal
rilievo, che il adornigli alle cofe dello fpecchio, bench 1' una e Y
la

altra iia

fua fuperHcie, (alvo

in

queRa

fia

veduta {blo con un occhio

due occhi che vedono una cola, dopo l'altra,


come A. B. {Fig. 2.) che vedono
N. la M. non pu occupare interamente N. perche la bafe delle linee vifuali s larga
che vede
il corpo fecondo dopo il primo.
Ma f chiudi un occhio, come S. il
corpo F. occuper R. perche la linea vifuale nafce da un fol punto,
e fa bafe nel primo corpo, onde il fecondo di pari grandezza non
fia mai veduto.
la ragione

Ter che

capitoli delle

figure

GAP.
Qucfto

univerfal' ufo

il

V
LIV.

una fapra

quale

altra

fa per

fi

li

cofa

da fuggire.

pittori nelle faccic del-

ragionevolmente biafimato , imperochc


cdiHtij , poi alzano
fanno l un' iftoria in un piano col fuo paefe
un altro grado, e fanno un hiftoria , e variano il punto dal primo,
in modo che una facciata fi vede fiuta
la quarta
e poi la terza
le

capelle

molto da

effere

&

&

con quattro punti la quale fomma ftoltitia di fimili maeftri Noi


(appiamo che il punto porto all' occhio del riguardatore dell' hiftocome ho da fare la vita d' un fanto comria
e f tu volelTi dire
partita in molte hil^orie in una medefima faccia.? A quefto ti rifpondo, che tu debba porre il primo piano col punto all' altezza dell*
,

occhio de' riguardanti d' effa hil^oria, e nel detto piano figura la prima hiiloria grande e poi di mano in mano diminuendo le figure
farai tutto il fornimento
e cafmcnti in su diverfi colli e pianure
,

d' effa

hiftoria

Il

refto

della

faccia

nella

fua

altezza

farai

alberi

o angeli, f fullero a propofito


ovcro uccelli, o nuvoli, o limili cofe: altrimenti non

grandi a comparatione delle figure,

dcir hifforia
ten'

impacciare

che ogni tua opera far

fiilfa.

^a

^lual pittura jt de^e libare in far parer

GAP.
Le
no pi

figure alluminate dal

LV.

lume

particolare fono quelle che moftra-

Ma

ombra
figura

la

di

quella che

gli

dinanzi

polia

d' avanti

ft

lume

al

l'

allu-

particolare

in

ofcuro non riceve rifleffo, e di quefta non fi vede


e quefta fblo da effere uHita nell' imiparte alluminata

luogo grande
la

tationi della

'

fimi

ncU'

rifalta

parte.

in

non

pi fpiccate

co f

le

che quelle che fono alluminate dal lume univerfale


lume particolare, fa i lumi riflenfi, li quali fpiccano le filoro campi , le quali rifleffioni nafcono dalli lumi di una

rilievo

perche il
gure dalli
figura che

TRATTATO DELLA PITTURA

14

mina

notte

con picciol lume particolare

pi di dtfcorfo C5* uttUtci

/;

loro

Uyieamenti

il

lume

ombre de corpi

C5*

GAP. LV L

&

ingegno che
L termini delli corpi (no di maggior difcorfo
i
lumi , per caufa che li lineamenti de i membri , che
r ombre
non fono piegabili , fono immutabili , e Tempre fono quei medcfimi

&

ma

li

qualit

fiti j

e quantit dell'

Memoria

che Jt

fa dalV

ombre fono

infiniti

GAP. LVIL

autore.

quali le corde

che mediante diverfi movimenti di ciafcun membro fi fcuoprono , o fi nafcondono , o non fanno ne l' uno ne \ altro e ricordati che quefta tale
che fanno proattionc importantiftima apprefto de' pittori e fcultori
Deferivi quali fiano

li

mufcoli

feifione de" mufcoli.

tempo

infino al

&

della

d'un

fimile farai

fiia

decrepit,

per

defcriverai le mutationi delle

in tutti

ingraftano

Il

tutti

gradi

li

membra

dell' et

giunture

fija,

quali

o dimagrano.

GAP.

Trecetti di pittura.

Sempre

il

huomini

improvifo

da

loro

affetti

fiioi

propofiti adoperarli, col fare ftare

g'
,

LVIII.

pittore deve cercar la prontitudine ne

fatti

di

all'

quelli

atto, per veder la qualit


fi

fanciullo, dalla fua nativit

far

&

nati

g' atti

da potente effe^tione de*

brevi ricordi ne' fuoi libretti

un huomo

afpetti delle

naturali

in quel

membra che

e poi a

medefimo
in tal

atto

adoprano.

Come

.
,

LIONARDO DA

DI
Come

la pittura

La

de-je

ejfer

pittura deve efler

per cagione de' corpi coli

VINCI.

n)!ja

da una fola fiueflra

vifta

da una

fatti

ij

GAP. L I X.

(bla fineftra

come appare

tu vuoi fare in un' altezza

una

biiogna farla lunga imilitudine d'un uovo, e ftar


tanto in dietro eh' ella fcorciando apparifca tonda
palla rotonda,

ti

GAP. LX.

Veir ombre.
L'

ombre

tu difcerni con

quali

le

diffcult

&

loro termini

non puoi conofcere, anzi con confufb giuditio le pigli > e trasferirci
nella tua opera, non le farai finite, o veramente terminate, fi che
la

tua opera

d'

fia

ingegnofa rifblutionc

Coftje fi dehhono figurare

Li

putti

piccioli

quando feggono ,

piegate con

e diftanti

chinata, e

1'

un

le

le

elTer

fi

con

fiano

non troppo

devon

fieme

rifirette,

fi dehhono

le

secchie

figurar ardite

le

fgurar

devono

in

I.

pronti

timidi e paurofi

lenti

baffo

ftorti

1.

movimenti,
,

le

piedi pari,

la

tefta

inanzi

diftefe

le

figurar

braccia raccolte

GAP. L X I II.

e pronte

con rabbiofi mo-

movimenti devono parer pi

gambe

fi

atti

GAP. L X 1

declinati

&

Le donne

atti

secchi

vimenti, a guifa di furie infernali,


pronti nelle braccia e tefta che nelle

Come

con

figurare

con pigri e

fatti

fi dehhono fgurar

Le vecchie

GAP. L X

ginocchia, quando ftanno fermi,

dall' altro

braccia

Come

ritti

dehhono fgurar

Li vecchi devono

gambe

dar

e nello

Come

debhon

{{

putti

donne

con

GAP. L X I V.

atti

vergognofi, le

infieme,

tefte

bafle

gambe

in-

piegate in

traverfo

Come

fi de've fgurar una notte

GAP. L X V,

Quella cofa che priva interamente di luce, e tutta tenebre:

euendo

la

notte in fimile

conditione

tu

vi

vogli

figurar' un' hi-

che effendovi un gran fuoco, quella cofa che propinqua a detto fuoco pili {] tinga nel filo colore, perche quella co(a
che
Iforia, farai,

TRATTATO DELLA PITTURA

i(S

che pi vicina all'obbietto, pi partecipa della Tua natura: e fafarai tutte le co(e illuminate
cendo il fuoco pendere in color roifo
da quello ancora rofeggiare , e quelle che fon pi lontane a
pi fano tinte del color nero della notte
Le figure
detto fuoco
che fon fatte innanzi al fuoco appanfcono fcure nella chiarezza d' ef^
fo fuoco, perche quella parte d' e(Ta co(a che vedi tinta dall' ofcu-^
e quelle che i]
rit della notte , e non dalla chiarezza del fuoco
trovano da i lati , fano mezze ofcure e mezze rofleggianti e quelle
che fi poiTono vedere dopo i termini della fiamma, faranno tutte
allumate di roffeggiante lume in campo nero. In quanto agl'atti,
farf
feudo con le mani
che fono apprelTo
e con i
farai quelli
,

mantelli riparo dal foverchio calore,

parte

ro

mollando

con

farfi

fuggire

quelli

mani riparo a

le

Come

g'

pi lontani
occhi

olTefi

una fortuna

fi eue figurar

^ran parte di lo-

farai

vifo in contraria

col

voltati

dal foverchio fplendorc

GAP. L X V

Se tu vuoi figurar bene una fortuna, confider e pondera bene i Tuoi effetti, quando il vento foffiando fopra la fiiperficie del
mare, o della terra, rimove, e porta feco quelle cofe che non foE per figurar quella fortuna fano ferme con la mafia univerfle
rai prima le nuvole fpezzate e rotte, drizzate per lo corfo del venaccompagnate dall' arenofe polveri
levate da i lidi marini
e
to
rami e foghe , levate per la potenza del vento fparfe per 1' aria in
herbe piegate a
compagnia di molte altre cofe leggiere pF alberi
quafi moftrar di voler feguir il corfo de' venti , con i rami
terra
.

&

forti

fuor del naturale corfo

glie

huomini

g'

che

vi

con

fi

fcompigliate

le

trovano

rovefciatc

fo-

parte caduti e rivolti per

li

che reflano
ritti, fieno dopo qualche albero abbracciati a quello, perche il ven^
altri con le mani a g' occhi per la polvere chito non li flrafcini
Il
panni
i
capelli dritti al corfo del vento
i
nati a terra ,

panni

per la polvere quafi fiano fconofciuti

e quelli

&

&

mare turbato e tempeftofo fia pieno


& il vento faccia levare infra
onde

di ritrofa
la

ma

pi

&

combattuta

avviluppata

infra

cun con

&

alberi rotti

caduti col navilio attraverfato

fpu-

brani

rotta:

rotto

elevate

Li navilij

nebbia.

vi

1'

della

aria

fono alcuni fenc faccia con vela rotta


ventilando fra 1' aria in compagnia d'alcuna corda

che dentro
d' elTa

a guifa di fpefia

fiottile,

fpuma

infra

&

al-

le

huomini gridando abbracciare il rimanente del


battute nell'
Farai le nuvole cacciate da impetuofi venti
navilio
a fimilifar a quelli avviluppati ritorti
alte cime delle montagne
l'aria fpaventofa per 1* ofcure
tudinc dell' onde percoffe nelli fc ogl

tempeftofe onde

tenebre,

fatte

dalla polvere

nebbia e nuvoli

folti,

Qoyne

LIONARDO DA

DI

deue Jgttrare ima hatt.^gUa

Coiie fi

Farai prima

fumo

il

movimento
L polvere

qual miftione ufcrai co(

17

GAP. L X V 1

dell'artiglieria mifchiato

yne con la polvere molla dal


la

VINCI.

infra

l'aria

infie-

de' combattitori

de' cavalli

terreRre

perche cofa

1.

e bench per la Tua fttilit facilmente fi levi e mcfcoli


infra l'aria, nientedimeno volentieri ritorna a baffo, & il Tuo fommo montare fatto dalla parte pi fottile Adunque il meno fa
veduta
e parr quali del color dell' aria
Il
fumo che fi mifchia

ponderofa,

quando poi s'alza a certa altezza, parer ofcure nuvole


fumo
e vedranTi nella fommit pi efpeditamente
il
che la polvere
&: il fumo pender in colore alquanto azzurro , e
la polvere terr il fuo colore
Dalla parte che viene il lume parr
qucfla miif ione d' aria
fumo e polvere molto pi lucida che dalla
infra

polveratn

l'aria

oppolita parte

m^no

lenza, tanto

lumi

loro

alle

ria,

Li combattenti quanto pi

vederanno,

(\

ombre.

meno

Farai rofleggiarc

infra

fiano

perfone

t le

vifi,

da

far

diiTerenza

turbo-

detta

loro

e l'a-

archibugieri infieme con quelli che vi fono vicini. Et det-

gli

perda, e le
effendo lontane
parranno ofcufigure che fono infra te
il lume
re in campo chiaro , e le lor gambe quanto pi s' apprefferanno alla terra
meno fiano vedute perche la polvere vi pi groOa e
Ipeffa. E ( farai cavalli correnti fuori della turba, fa gli nuvolctt
to roffore quanto pi

parte della Tua cagione,

fi

&

polvere

diflanti

fatti

cavallo,

meno

{\

pi evidente,

me

in

piana

uno

1'

dal cavallo

de' falti

il

fi

di

pi

le

pallottole de

ne' capelli

e altri

ciglia

vincitori correnti

con

gli

pi denfo.
,

luoghi

atti

altre

fiano

qual

pi preffo

fia

per

accompagnate

prime figure

le

il

fia

L' aria fia piena di fettu-

fcenda

chi

fcoppetieri

lor corfi

capelli

1'

alto, fparfo, e raro, &:

monti

chi

di

fia

minore,

quanto fumo dietro


,

veda, anzi

diverfe ragioni
e

intervallo
quanto pu elTer
quel nuvolo che pi lontano dal detto

dall' altro

farai

a foftener la polvere

linea
d'

al-

polverofc
.

Farai

cofe leggiere fiDarfe al vento,

con le ciglia bafTe, e caccino contrari) membri inanzi , cio f manderanno manzi il pie deftro, che il bracchio ftanco ancor eOo venfarai il fegno fdrucciolare su per
ga inanzi
e f farai alcun caduto
& intorno alla mediocre lila polvere condotto in fanguinofo fango
quidezza della terra farai vedere {lampare le pedate de gf huomini
,

e de' cavalli che fono paffati


il

fuo fignore

di

Farai

alcuni

cavalli

ftrafcinar

morto

dietro a quello lafcla per la polvere e fango

il

fegno dello ftraicinato corpo. Farai li vinti e battuti pallidi, con le


ciglia alte, e la loro conjuntione, e carne che refla fopra di loro,
fia abbondante di dolenti crefpe
Le fauci del nafo fiano con al.

quante grinze partite in arco dalle narici,

terminate nel principio


dell'

TRATTATO DELLA PITTURA

i8

Le

dell'occhio.

narici aire, cagione

dette pieghe, e

di

arcate lab-

1'

1 denti fpartiti in modo di


gridare
bra fcuoprino i denti di fopra
con lamento. Una delle mani faccia feudo alli paurof occhi, voltando il di dentro verfo il nimico, 1' altra ftia a terra a follenere il
Altri farai gridanti con la bocca sbarrata , e fuggenti i
ferito bufto
.

molte

farai

rotti

lance

forte

fpade

armi

d'

&

infra

piedi de' combattitori

cofc

limili

altre

cuni ricoperti mezzi dalla polvere , <;^


mefcola con 1' ufcito {angue convertirli

tutti

altri

vedere

il

perfona

&

larmato

gambe

le

&

polve-^

flrigner le
di-

nemico con mor-

volgerf a dtto

alla

Potrebbel vedere alcuno

ftorte.

abbattuto dal nemico

alla

al-

fangue del fao colore correre con torto corlb dal corpo
Altri morendo llrignere i denti , travolgere g' occhi
re

pugna

feudi

La polvere che

rofo fango

in

come

huomini morti

Farai

vedere alcun cavallo voto e leggiero correre con i crini fparfi al vento fra i nemie vederli alcuno ftroppiato cadeci , con i piedi far molto danno
f

graffi

crudele

far

afpra vendetta

Potrial

balTo far

coperchio col fuo feudo


Potrebbonli
forza di dargli morte

caduti in

un gruppo

re in terra

farli

&

lafciar

il

le

mani

g'
g'

combattere
occhi

&

un

fotto

&

le

occhi per

cavallo morto.

nemico piegato a

il

vedere

ri

mar de

Vedranli alcuni vincito-

ufcire dalla moltitudine

guancie coperte

caufa

della

foccorfo Bar piene di Iperanza e di fofpetto

facendo a quelle ombra con

le

mani

con

dal

fatto

Vedranli

con

nettandoli

fango

di

polvere

huommi

molt'

lacri-

fquadrc del
ciglia aguzze,

le

le

riguardare infra la folta

&

olcura caligine, e Ilare attente al commandamento del Capitano. Si


in verpu far ancora il capitano col baftone levato, corrente,

&

fo

fuo corlb moftrare a quelli

il

parte dov' di loro bifogno

la

Et

alcun fiume, dentrovi cavalli correnti, riempiendo la circolfante acqua di turbolenza d' onde, di Ipuma, e d' acqua confufa (aitante
inverfo

l'aria,

tra

gambe

le

luogo piano dove non liano


T>el

modo di condurre

Chiaro
confina con
tile

pedate ripiene

le

vi pittura le cofe lontane

li

vede

efTere un' aria grolla

la

terra

piana,

trasparente

Le

cofe

E non

corpi de' cavalli-

pii

quanto pi

fangue

GAP. LXVIII.
che

1'

altra

la

quale

leva in alto, pi fot-

li

elevate e grandi

di

far niffun

che fiano da

te lonta-

ne , la lor baffezza poco fia veduta


perche la vedi per una linea
1'
che paffa fra
aria pi grofla continuata
La fommit di detta albench dal
tezza li prova eflere veduta per una linea
la quale
,

canto

dell'

occhio

tuo

li

cauli

nell' aria

groiTa,

nondimeno

termi-

nando nella fomma altezza della cola viRa, viene a terminare in aria
molto pi fottile che non fa la fua baffezza per quella ragione quefta
;

li-

LIONARDO DA

DI
quanto pia

linea

montagne,

le

fai

chiare

pili

che
fa

dall'altra,

pi moltrcr

ballezze

le

la

di

colle

altezze pi

chiare,

variet della

forma

denje fare pi

lempre muta

pittore,

tu,

quando

T altezze

lontane

pi

quanto pi

leno
l'

una

lever in alto,

colore,

chiara

punto

farai

le

i^

Tempre

colle

in

quanto

in

Adunque

aria.

ibttile

che

le

Cowf l'aria

pi

in

VINCI.

punto

allontana da te di

s'

qualit di lottile

(jitanto

pi la fai

Jitr

bajja,

GAP. LXIX.
Perche queft' aria grofTa prefTo

alla

quanto pi

terra, e

quando il fole e per levante ,


fo ponente
partecipante di mezzod e tramontana
aria grolla ricevere pi lume dal fole che la fottile
va

pi

s'

allbttiglia

riguarderai

le-

fi

ver-

vedrai quel!'

perche i raggi
trovano pi reff-lcnza
E f il cielo alla viila tua terminer con la
bafTa pianura, quella parte ultima del cielo fa veduta per quell'aria
pi grolfa e pi bianca
la quale
corromper la verit del colore
che i vedr per Tuo mezzo , e parr il cielo pi bianco che fopra
,

te

da

perche

linea vifualc pafTa per

la

meno

quantit

d' aria

humori
Et fc riguarderai invcrfo levante
pi ofcura, quanto pi s' abballa, perche in dett' aria
grofT

luminof

meno

A far
Le

1'

aria

corrotta

parr

ti

balta

raggi

palTano

che le fgtire fpirchli

Campo

dal lor

GAP. L X X.

qualunque corpo pi parranno rilevar e fpiccare dalli


loro campi, delle quali elTi campi fieno di color chiari olcuri, con
pi
fia

figure di

variet che

dimofkato

fa

al

polTibile

confini delle predette figure,

Tuo luogo, e che in detti colori

minutione di chiarezza
"Del figurar

nelli

le

ne' bianchi,

gra>clez.-z,e

delle

di

cofe

ofcurit

dipinte.

come

fia

offervato la di-

nelli

colori olguri

GAP. LXXI,

Nella figuratione delle grandezze che hanno naturalmente le cofife antcpoffe all' occhio , fi dcbbcmo figurare tanto finite le prime
gure eflendo picciole come 1' opere de* miniatori, come le grandi
de' pittori
ma le picciole de' miniatori debbono, elfer vedute d' apprclTo e quelle del pittore da lontano h coli facendo elTe figure deb,

bono
fce
fi

cornfpondcrc all'occhio con egual grolfqzzai e quello naperche elle vengono con egual grandezza d' angolo , il che
1'
prova cofi
fia
obbietto B.C. { Fig. 3.) e l'occhio fia A. e
,

D. E. fia una tavola di vetro per la quale penetrino le fpecie del


della pittura
B. G. Dico che ftando fermo
occhio A. la grandezza
^
1'

tatta

TRATTATO DELLA PITTURA

20
per

fatta

imitatione di effo B. C. deve eflere di tanto minor

l'

figu-

quanto il vetro D, E. , far pi vicino all' occhio A. e deve effere egualmente finita
E f tu finirai efTa figura B. C. nel vetro
D. E. la tua figura deve efere meno finita che la figura B. C. e
ra

M. N.

pi finita che la figura

come

figura fulTe finita

fatta fu

vetro F, G. perche

'1

fc P.

O.

naturale B. C. la profpettiva d' effo

la

O.
P.

perche quanto alla diminutione della figura effa darebbe bene , effendo B. C. diminuito in P. O. ma il finito non li accorderebbe con la dif^anza , perche nel ricercare la perfetione del finito del naturale B. C. allora B. C. parrebbe nella vicinit O. P. ma
f tu vorrai ricercare la diminutione del O. P. eflo O. P. par effere nella diftanza B. C, e nel diminuire del finito al vetro F. G.
farebbe falfa

Velie cofe finite , e delle confufe

Le
fe,

cofe finite e fpedite

cio di termini confuii,

"Delle

che

figure

fon

debbono

fi
fi

GAP. L X X L

far

appre(To

d'

e le

confu-

fingono in parti remote,

feparate

acc'ioche

paiano

non

congiunte

GAP. LXXIIL
Li colori di che tu

l'uno

che

tale

fero di

dell' aria

che

condo che

fra

colore

campo

fi

fa

loro

s'

della

diftanza,

diano gratia

dell'altro,

di

fa

ancor che

fuf-

chiarezza

ta-

groffezza

della

medefima regola vadi


pi o meno efpediti o confuii, fe-

inframette
cio

con

la

richiede la loro propinquit o remotione

lume dei/

il

tali

interpofitione

1'

de' loro termini,

la notitia

Se

che

figure fieno

non paiano congiunti &: appiccati infeme


medefima natura di colore , ma fieno varij

quale richiede

le,

le

quando un

e,

air altro:

vefti

ejjer

tn faccia

tolto

da parte ,

quale da pi gratta

GAP. LXXIV,
11

lume

fano ofcure

me

havendo
dinanzi

parti
aria,

tolto in faccia
fia
il

di

caufa che

lume da
tal

terali,

dopo

ofcurate

fue parti

priva di

&.

effe

dalle

tanto pi ofcurano

tali

alto

volto fono

a quello antcpofta,

infnfibili,

alli

il

oltre di

pofti a

volti

pareti

laterali,

haranno gran rilievo


quefto rilievo accade ,

volti
e

quali

le

maHi-

perche

alluminate dal lume univerfale

le

dell'

alluminata ha ombre quaf


parti dinanzi del volto fe^uitano le parti la-

onde

tal

predette
volto,

parte

pareti

quanto

laterali

effo

quefto feguita che

tutte quelle parti alle quali

delle flanzc,

le

quali

volto entra fra loro con


il

lume che fcende da

fatto

feudo

dalli

rilievi

le

alto

del

volto,

LIONARDO DA

DI
volto

come

occhi, &i

che

ciglia

le

fottrag^ono

lume

il

fimi li altri

Vo've non pu

&

originale

fa

fi

fuoco

di

lume

o dal

reflelTo

Ma

del

corpo che

fa

altezze,

volta a corpi
d'

parte di ciafcun

herbe

ramo

ombrof

lume

volta al

originale

d'elio lume, nientedimeno fono tante l'ombre

mo

un

fi

che in

l'altro,

fomma ne

onde non
corpi oppofti alcun lume riHerto

lume

per niente

vi

Vi
Li

riflelFi

rifiejj;.

fi

fimili

tetti

di

bench

la

della qualit

verta

fatte

defni-

di

quali,

li

Lume

parte del

ofcuri

tale

relulta

poiTono

da quella

luoghi

fecchi

o aria
promelfa

alla

fa

come

bofchi verdi

fole

per tornare

dico che riverberatione luminofa non

tione,

fi-

lume

il

vertono le loro fuperficie d varie qualit


lumi fono di due nature, 1' uno l domanda
L' originale dico eflcre quello che
derivativo

altro

1'

vampa

derivativo

vane

ombre.
e

da

deriva

corpi dcnfi

lume quello
primo obbietto.

di

GAP. LXXVL

lumimfa.

rt-verberatione

ejfcr

men-

il

chiara qualit,

di

quali percofFi dal

li

corpi

militudine del balzo della palla ripercuote nel

lumi

&

g'

GAP. LXXV.

fon caulate da

riveiI)erationi

piana e femidenf fuperficie

di

incaCfatura de

all'

rilievi

Velia rherheratiofie

Tutti

21

nafo che lo toglie a gran parte della bocca,

il

to alla gola

Le

VINCI.

da ciafcun
ofcurit , che
dare

obbietti

rail

GAP. L XXVII.

fiano partecipanti

tanto pi o

meno

dove
cofa dove fi
cofa

della

generano
che della cofa che li genera , quanto la
generano di pi pulita fuperficie di quella che li genera.

fi

Ve

r'ijejj

Li

riflerti

delle

parti

ombre alluminando o
condo che
rezza

quefta

fono che

altri

Ma

elle

tal

la

meno

confideratione

fuggono,
le

ombre

che

illuminate

alleviando

fono pi o

per fuggir

tu

de lumi che circondano

pi

GAP- LXXVIII.

o meno

la

contrapofte

nelle

rifaltano

loro

ofcurit

con pi o meno
mclTa in opera da molti

vicine

tali

quefti

fi

ridono

calunnie dell'uno e dell'altro,

un

fe-

di

chia-

molti

dell'

altro.

1*

metti

in

opera

ma fa che le loro caufe fieno


dove fon necclTarij
.note
cio che C\ veda maniferta caufa de i riflerti e lor colon , e
cofi manifefta la caufa delle cofc che non riflettono; e facendo cof
non
r uno
,

r altro

TRATTATO DELLA PITTURA

22

non

f^rai

quali,
ti

interamente biafimato , ne lodato dalli varij giuditij, li


non faranno d'intera ignoranza, iq, neceffario che in tutto

laudino

fi

!DoT/f

una come

l'

de lumi

rij!f/j

l'altra ietta.

di

fo>!0

Maggior

nimor

chtarc'z,'z.a

GAP. LXXIX.
Li

lumi fono di tanto minore o maggiore chiarezza


evidenza, quanto efT fieno veduti in campi di maggiore o miperche f il campo pii ofcuro
nore ofcurit
e quefto accade
che il riflelTo, allora eOo riflclo lr forte
evidente per la differenza grande che hanno effi colori infra loro
ma f il riflenfo far
veduto in campo pi chiaro di lui
allora tal rif^eflo Ci demode'

riflefT

&

rtrer

cofi

ofcuro rifpetto

e(fere

tal

^al

part( del

Quella parte

lume

ve

il

fia

la

te

rifieffo

far pi chiara

in

F,

fia

Sia

parte del corpo illuminata


la

GAP. L X X X.

pi chiara o alluminata

far

intra angoli pi eguali

cavit oppofita,

quale confina

la

infenfibik

far

rifielfo

bianchezza con

alla

il

la

quale ombrofa.

percofTo

infra

come

angoli

lurninofc)

dal rifleffo, che

N.

quale

rifatta

che

fia

eguali

E.

{Tig. 4.) e lo

per tutta

la

lume, che

tal

non

far

ricc-

A.

B.

conriflet-

nflcllo

da

moler T angolo E. A. B, che pi


ottufo che r angolo E. B. A. ma f anaolo A. F. B. ancor che fia infra gf angoli di minor qualit che 1' angolo E. egli ha bafe B. A.
che tra gf angoli pi eguali che cfo angolo E. e per fia pi
chiaro m F. che in E. & ancora far pi chiaro, perche far pi
vicino alla cofa che 1' allumina
Quella parper la fella che dice
te del corpo
ombrofo far pi alluminata che far pi vicina al
fuo luminofo
bafe

angoli eguali,

d'

fi

Ve'

Li
roffi

riflelTi

di pi

colori

della

rijejfi

della

carne che

cardie.

GAP.

hanno lume da

LXXXL
altra carne

eccellente incarnatione che nilfun' altra parte

fono pi
di car-

2 libro, che
dice: La fuperficie d' ogni corpo opaco partecipa del colore del fuo
obbietto i E tanco pi quanto tale obbietto gli pi vicino , e tanto
meno quanto gli pi remoto, e quanto il corpo opaco e maggiore
perche effendo grande elfo impedifce le fpetie de g' obbietti
quali corromli
circofUnti, le quali fpelfe volte fono di color vari;
pono le prime fpecie pi vicine, quando li corpi fono piccioli: ma

ne che

fia

neir

huomo:

e quefto

accade per

la

3.'

del

non

,,

DI

LIONARDO DA

VINCI.

23

non manca che non tinga pi un riflelTo un picciolo colore vicino,


che un color grande remoto
per la 6.* di profpcttiva
che dice
Le cole grandi potranno eflere in tanta diilanza, eh' elle parranno
,

minori

che

ailai

Vo^f

Quel

le

li

picciole

y'tfleff

rifleflo

far

apprello

d'

fono

pi

di

faifibilt.

fpedita

CA?. LXXXII.
evidenza,

quale

il

veduto

campo di maggior ofcurit, e quel fa meno fenfibile, che fi vedr in campo pai chiaro
e quefto nafce che le cofe di varie ofcurit porte in contrailo
la meno ofcura fa parere tenebrofa quelin

la

rto

che pi ofcura , e le cofe di varie bianchezze porte in contra,


la pi bianca fa parere 1' altra meno bianca che non .

Ve

rtflefi duplicati

triplicati.

GAP. LXXXIIL

maggior potenza che li riflefT femplici


e r ombre che s* interpongono inha '1 lume incidente & erti rit
jlelli fono di poca ofcurit. Per efempio fia A. (Fig.y) il luminofo AN.
AS. i diretti, S. N. lan le parti d' efT corpi alluminate, O. E. fian
& il reflerto A- N. E.
le parti d'erti corpi alluminati da i reflerti
il ririerto femplice, A.
N. O. AS. O. il riflert" duphcato Il rifleffo femplice detto quello
che folo da uno alluminato veduto
& il duplicato vifto da due corpi alluminati, & il femplice. E.
fatto dall' alluminato B. D. il duplicato O. fi compone dall' alluminato B. D. &: dall' alluminato D. R. e 1' ombra fua di poca ofcurit
lume
s'
interpone infra '1 lume incidente N.
il
la quale
Li

riflefl'i

duplicati fono

di

&

nflerto

NO. SO.

Come

>ijfio

colore

de

gV

riflejjo

altri

femplice

wa

mijlo

con

le

fpetie

GAP. LXXXIV.

colon.

un

corpo
tinge erta i'uperficie del fuo proprio colore-, ma far mirto con li
concorfi de gl'altri colori riflerti
che nfaltano nel medefimo luogo:
come far il color giallo A. {Fig.6.) .che rifletta nella parte dello sferico G. O. E. e nel medefimo luogo reflette il colore azzurro B. Dico per qucrta liflcrtione mirtc'^ di giallo e di azzurro , che la percuf
lione del fuo concorfb tinger lo sferico i e che s* era in f bianco
lo far di color verde , perche provato eh' il giallo e 1' azzurro
mirti infieme fanno un bellirtimo verde
Nlrtun

colore

che

rifletta

nella

fuperficie

d'

altro

Qotne

TRATTATO DELLA PITTURA

24
Come

njolte

rar'tjTime

li

f(j)i\ del

r'tfleff

co/p

del

colore

d^nje Jt

co>gtu}]gono

GAP. LXXXV,
Rariffime

che

volte avviene

li

riflefri

fiano

del

medefmo colo-

congiungono: per cfennpio fa lo


sferico D. F. G. E. {F'^.'j.) giallo, e 1' obbietto che gli riHette addo(To
dico che la parte dello sfeil Tuo colore fia B. C. il quale azzurro
rico , eh* e percofla da tal rifleffione, fi tinger, in color verde, effendo B. C. alluminato dall' aria o dal fole

dove

re del corpo, o del proprio

fi

Vo'-ve

Infra

'1

fi njedra

pi

parte

Le
bietti

quali

li

riflettono

GAP-

LXXXVL

potente

la

quale terminer in cam-

partecipano pi del colore

de' corpi

fuperficie

figura, grandezza, e potenza, quel>

meno

dimoftra pi o
po pi o meno ofcuro
la

rtflejfo

medefima

di

rifleflb

il

in

la

lui

di

quelli ob-

Tua fmilitudine infra angoli pi

eguali

De' colori de g' obbietti che riflettono le fue fmilitudini nelle


quel far pi pofuperficie de g' antcpofli corpi infra angoli eguali
,

tente

quale avr

il

il

raggio

ilio

rifleflb

di pi breve lunghezza

de g' obbietti , che fi riflettono infra angoli cguali


e con qualche dilbnza nella fi.iperficie di contrapoili corpi,
quel far pi potente, che far di pi chiaro colore.
Queir obbietto riflette pi indenfamente il fuo colore ncU' antcpofto corpo il quale non ha intorno a f altri colon che della fua
Ma quel rifleffo far di pi confufo colore , che da varij
fpecie
Infra

li

colori

colori d' obbietti

generato

Quel colore che


eflb

rifleflb

Adunque

cofi

pi vicino al rifleflb,

far

pi

tinger

di

f?

conyerfo

adoprare ne' riflefll dell' effgie delle


figure , il colore delle parti de' veilimenti che fono preflo alle parti
delle carni che le fono pi vicine: ma non feparare con troppa loro pronuntiatione f non' bifogna
tu

Ve
Tutti

pittore

colori

colori

fa

deriflefi.:

riflefl

fbno

GAP, LXXXVIL
di

manco

luminofit

che

il

lume

proportione ha il lume incidente col lume rifleffo


quale quella che hanno infra loro le luminofit delle loro caufe,

retto

tale

Ve

LIONARDO DA

DI
Ve
Il

termini de

nel fuo

y'tflefi

termine del

riflelTo

in

campo

2$

GAP. LXXXVIII.

campo

VINCI.

chiaro

pi

rifledo

d' elTo

Hir

ma f tale ririello terminer


caufa che tale riHelTo far inlenfbile
in campo pi ofcuro di lui, allora efib riflelTo far fenfbile, e tanto pi fi far evidente, quanto tal campo fa pi ofcuro, e cofi
:

convcrfo
T>d

collocar

le

figure

GAP. LXXXIX.

dell'ignudo D. A. {Vig.t.) diminuifce


per pofare , tanto 1* oppoita parte crefce cio tanto quanto la parte D. A. diminuifce di fua mifura, 1' oppofta parte fopra crefce albellico mai efce di fua altezza , overo il memil
la fua mifura ,
perche la figura che pof
bro virile i e qucfto abbaffamento nafce
eflenquel piede fi fa centro del foprapoilo pefo
fopra un piede
do cofi, il mezzo delle fpalle vi fi drizza di fopra, ufcendo fuori
della fua linea perpendicolare, la qual linea paiTa per i mezzi fuper-

Tanto quanto

parte

la

&

del corpo

ficiali

quefta linea pi

fopra

riore eftremit,

piede che pofai i lineamenti traverfi coftretfanno co' loro eftremi pi baffi in quella paril

ti

a eguali angoli

te

che pofa, come appare in A.

C\

viene a torcere nella fua fupe-

fi

C.

B.

Del modo d' imparar bene comporre

injeme

le

figure nelle hijlorte

GAP. XG.
tutte

Quando tu
le membra

barai imparato bene profpettiva,

&

corpi delle cofe

andar a fpallo vedere e confiderarc i


re , o nel contendere, o nel ridere, o

fij

fiti

no

in loro

cofe

d' elle

che

atti

faccino

barai

mente

vago fpelTe volte nel tuo


de g' huomini nel parlache

azzuffarfi infieme,

circoftanti

quelle notare con brevi fegni in

&

fpartitori

un tuo

atti fia-

veditori

picciol libretto,

quale tu debbi fempre portar teco: e fia di carte tinte, acci non
r abbi fcancellare , ma mutare di vecchio in nuovo i che quefte
non fon cofe da cflere fcancellate , anzi con grandilfima diligenza
atti delle cofe, che la
ferbate, perche fono tante l'infinite forme
il

&

memoria non
aiutori

capace a ritenerle; onde quelk riferberai come tuoi

maeftri

"Del por

La prima

prima una figura


figura

nell

nell' hiftoria

'

hifiorta

farai

GAP. X G

tanto minore che

I.

il

natura-

quante braccia tu la figuri lontana dalla prima linea, e poi pi,


r altre a comparatione di quella, con la regola di fopra.
le

Modo

,,

TRATTATO DELLA PITTURA

2(5

Modo

GAP, XCII,

del comporre le hijiore.

Delle figure che compongono 1' hiftorie, quella ( dimoftrer di


rnaggior rilievo la quale far finta efler pi vicina all' occhio: quefo accade per la 2.* del 3." che dice: Quel colore fi dimoftra di
maggior perfettione, il quale ha meno quantit d' aria interpofta fra
e per quefto Y ombre
le quah mof e r occhio che lo giudica
ftrano li corpi efiere rilevati , fi dimoftrano ancora pi ofcure d* appreflo che da lontano, dove fono corrotte dall' aria interpofla fira
ombre la qual cof non accade nell' ombre vicine
c(\'c
r occhio
air occhio , dove ede moilrano li corpi di tanto maggior rilievo
,

&

quanto

fono di maggiore ofcurit

effe

Del comporre
Ricordati
fcorci

pittore

quella,

di

hifiorie

quando

fai

una

come

delle parti,

fi

GAP. XGIIL

fola

figura

fuggire

di

tutto, perche

del

gli

tu havere-

ignoranza de g' indotti in tal arte , ma nell'


hiftorie fanne in tutti i modi che ti accade , e maffime nelle battaglie , dove per necefTit accadono infiniti fcorciamenti e piegamenti
combattere con

fti

delli

componitori di

1'

difcordia,

tal

Variet ' huom'int

Neil' hifiorie

neW

devono

vi

o vuoi

hijlor'ie

dire pazzia

bcftialilfima

^r

GAP. XCIV-

huomini di varie
grafTezze
magrezze,

effer

complefTioni

,
grofT, fottili j
dature, carnagioni, attitudini,
grandi, piccioh , graffi, magri, fieri, civili, vecchi, giovani, forti e
mufcolofi deboli e con pochi mufcoli , allegri , malinconici , e con
capelli ricci e diftefi, corti e lunghi, movimenti pronti e languidi, e
,

II

mo'vhncnn

dell'

huomo

T^eir imparar

Li movimenti
gnitione delle
e

giunture

dine de

g'

qualunque cofa

e colori, e

cofi varij abiti,

membra,

&

dell'

in effa hifloria

huomo

vogliono

del tutto,

fi

richiede.

GAP. XGV.

imparati dopo la co-

effere

in tutti

moti delle

li

poi con breve notatione di pochi fegni vedere

huomini

nelli

loro accidenti

fenza

eh* efT

s*

membra
1'

attitu-

avvegghino

che tu li confideri
perche avvedendofene haveranno la mente occupata a te , la quale bavera abbandonato la ferocit del fuo atto
al quale prima era tutta intenta, come quando due irati contendono
li
quali con gran feroinfieme , eh* a ciafcuno pare haver ragione
:

cit

muovono

appropriati

le

alla

ciglia,

loro

le

braccia,

intentione

&

e g' altri
alle

loro

membri, con
parole

il

atti

che

non

far

LIONARDO DA

DI
non

potrcfti,

come

vago

fi

ftile

ta

g' atti

hiflorie

1*

quando

barai pieno

Del comporre V

Lo
le

ftudio

componimenti

de'

figure difgronatamentc

per

tutti

poi

di

di poi fia

varij afpetti:

paurofo

e quefte tali

Della

Dilcttifi

variet

fugga

mV

rvar'teth

pittore

il

due

di

membra

combattlno
atti

&

in

vile

col

animo

dell'

GAP. XGVII.

btfovie.

componimenti

ne'

fare

ftudio fpeculate

dell' hiftori

copia e

della

parte che in elTa fatta

replicare alcuna

il

prima faperle ben

diftendimcnti delle loro

di porre

efferc

con grande efiiminationc

fiano

deve

dell' hiflorie

che arditamente
inventione fia efaminata in varij
feguito il combattere dell' ardito
attioni
e molti altri accidenti

quefta tale

concetto fuo della

GAP. XCVI.

cio abbozzate,

piegamenti,

prefb la defcrittione

fa

infieme

verfi

li

h'iflore

infe^neru

tuo libretto, mettilo


buon pittore ha da of-

t'

il

da parte e ferbalo al tuo proposito ; &z il


fervare due cofe principali
cio 1' huomo
& il
mente, che Terbi in te, il che importantifl'imo
,

ccn

iimilmcnte no-

quello

icche per

ingenate

di carte

loro compartigione

fmili:

movimenti,

tali

27

o altro accidente,

ira,

tal

libretto

nota con brevit

de' circoilanti

a comporre

un

portar teco

di

d' arc^ento

lo

volcHi far lngcrc

gli

VINCI.

pianto, dolore, ammiratione, paura,

rifo,

quello

tu

Ce

&

fia

ac-

abbondanza attragga a fi: & diletti


occhio del
riguardante
Dico dunque che nell' hiftoria fi richiede , fecondo
luoghi, mifii g' huomini di diverfe effigie, con diverfc et oc habiti
infieme mcfcolati con donne, fanciulli, cani, cavalli, 6c edifici],
cioche

novit

la

1'

campagne

&

favio

al

malenconici

e colli

con

la

volgo

piangenti con pT allegri

g'

allegri,

d'i^erjjcctre

Gomun

'

difetto

urte

de njoh

neli

'

gire

tale

errore

parte
.

al

le

mediante le
non fiano fatte

medefime

figure

quanto oiTerverai pi

bello,

&

il

hjor'ie

ne' pittori Italiani

moke

cino

meno

meicolerai

che

ridenti:

ridenti

li

ra dell'Imperatore,

ftoria

ne

con

la

li

natura d

ridenti, e coi

contrario.

il

Del

dignit &: decoro al principe

la

dal

fepartione

che gl'allegri ftiano con


per

ofTervata

fia

vecchio

al

ne
in

riconofccrfi

ne replicate mai
eh'

un volto

una
2

hifioria,

&

il

fi

1'

aria

I,

e figu-

onde per fug-

figure dipinte:

giovane,

il

GAP. XGVII

ne in tutto
veda nelf altra
,

eh'

debole

il

al

brutto
forte,

fia

ne
hivi-

tanto
pili

,.

TRATTATO DELLA PITTURA

2%

pi vaga far la tua hiftoria,

una per V

l'

figura

altra

accrefcer

perche rpeffo avviene che i pittori, diiegnando quallvoglia cofa , voghono , eh' ogni minimo fegno di carbone fa valido
in quefto s ingannano
perche molte fono le volte , che 1' animale

in bellezza.

non ha li moti delle membra appropriati


avendo egli fatta bella e grata membrificatione
parer cofa ingiuriofa a mutare effe membra
figurato

&

accompag)mre

T)ell

li

colori

con
le

confina

lui

moto

vicinit d'

dell'

ben

V um

che

un colore dia

ufa quella regola che

nella compofitione

nel

la

altro

moto mentale
finita

disi

gli

gratta

GAP. XCIX.

all'altro.

Se vuoi fare che

tm con

al

vede

fi

arco celefte,

grafia

fare

della pioggia, perche ciafcuna gocciola

difcenfo in ciafcuno dei colori di

generano

fi

trafinuta nel fuo

fi

come

arco,

tal

raggi del fo-

alli

colon

quali

li

che

altro

all'

dimoflrato

s'

al

fuo luogo

Hora

attendi, che f tu vuoi fare

un

per paragone un eccellente bianchezza, e

eccellente

ofcurit,

dagli

l'eccellente bianchezza

cofi

maffima ofcurit & il pallido far parere il roflo di pi


focofa roffezza che non parrebbe per f in paragone del pavonazzo
Ecci un altra regola la quale non attende a fare li colori in f di pi
fuprema bellezza eh' ell'i naturalmente fiano, ma che la compagnia loro dia gratia 1' un all' altro , come fa il verde al roffo e cofi 1' oppofito
come il verde con 1' azzurro Et ecci una feconda regola generativa di difgrata compagnia come 1' azzurro col giallo che biancheggia, o col bianco, e limili, fi quali fi diranno al fuo luogo.
farai

con

la

T>cl

<vi^i

far

Sempre a
rarai

prima

quelli

belli

colori

nelle

fue

candidiffimo, e queflo dico de' colori che foperche a quelli che non fono trafparenti , non giova

1'

dietro a

d' eccellente
f

2)<f'

campo

il

1'

C A P.

colori, che vuoi che habbino bellezza, prepa-

no trafparenti
campo chiaro e
efcmpio di queflo
li quali
quando fono interpofli infra
mollrano

fu-perjicie

aria

colori

bellezza,

il

e'
1'

che

infegnano

occhio e
far

1'

li

colori de' vetri

aria

luminofa,

non pofTono,

fi

havendo

tenebrofa o altra ofcurit.


ombre di qualunque colore.

dell*

ombra

GAP. GL

qualunque colore ferapre partecipa del


colore del fuo obbietto
e tanto pi o meno quanto egli pi vicino o remoto da effa ombra, e quanto elfo pi o meno luminofo.
Il

colore

dell'

di

Velia

LIONARDO DA

DI
'vartet

T)ella

che

fanno

li

colori

delle

VINCI.

cofe

remote

j^

e p*pt)]qus

GAP. CIL
Delle cofe pi ofcure che X aria, quella fi dimoftreri di minor
la quale fia pi remota: e delle cofe pi chiare che Tana,
ofcurit
quella fi dimoftrer di minor bianchezza , che far pi remota dall'
perche delle cole pi chiare e pi olcure che Y aria , in
occhio
lunga dilLmza fcambiando colore, la chiara acquifta ofcurit, e 1'
,

ofcura acquifta chiarezza


(juanta

/;;

c{tBaiiz,a

perdono

Jt

coUri

tategrameut e

delle cofe

GAP. GUI.
Li

colori

nor diftanza

delle

cofe

fecondo che

fi

perdono interamente

g'

occhi

gior o minor altezza. Provafi per

meno grofTa
Adunque f

tanto pi o
dalla terra
vicini

alla

terra

cofa.

la

che

mag-

dice; L' aria

o remota,
veduta faranno

pi vicina

far

ella

grolTezza

la

quefto

la 7.* di

X occhio

maggior o mi-

cofa veduta faranno in

la

quanto pi

allora

in

da

lui

interpola

dell" aria

fra

l'

oc-

impedir affai il colore della cofa veduta da eflo


occhio Ma fc tal' occhio infieme con la cofa da lui veduta faranno
remoti dalla terra , allora tal aria occuper poco il colore del predetto obbietto
e tante fono le variet delle diftanzc , nelle quali fi
perdono i color degl' obbietti , quante fono le variet del giorno
e quante fono le variet delle groffezze o fottilit dell* aria, per le
quali p-netrano all'occhio le fpecic de' colori delli predetti obbietti,
chio

cofa

la

Colore dell ' ombra del bianco

L'

bre

ombra

traenti

colore,

che dice
obbietto
tecipi

del bianco veduta dal fole e dall' aria

all'

ma

GAP. G | V.

azzurro

quello nafce perche

il

ha

le

bianco per

ricetto di

del colore

dell' aria

fuo obbietto

far

omb^^ft

pi nera

GAP. G V.

Queir ombra parteciper pi del nero , che fi generer


bianca fuperfcie
e quefta bavera maggior propenflone alla
,

nilTun' altra

connumerato
perfcie

om
non

qualunque colore, e per la 4.' di quello,


La fuperficie d' ogni corpo partecipa del colore del fuo
egli necelTario che quella parte della fuperfcie bianca par

flual colore

che

fue

fupcrficici

infra

li

colori

e
,

in pi

variet

perche il bianco non


e ricettivo d' ogni colore , e la fu-

quefto nafce,

&

fua partecipa pi intenfamentc

de'

colon

delli

fuoi obbietti

TRATTATO DELLA PITTURA

so

che

fuperficie

niffun' altra

qualunque colore e malTime del fuo


nero, (o altri colon ofcuri ) dal quale il
di

che il
bianco ' pi remoto per natura, e per quefto pare, &C
ferenza dalle Tue ombre principali alli lumi principali

retto

contrario,

'Del

che non

colore

gran de-

d ana.

mojlva ^jariet tn njarie groJfez.'Le

CVL

GAP.

che un mededmo colore non faccia mutatione in vae quefto accadere q,uando la proportione delle groflezrie dirtanze
ie dell' arie, e le proportioni delle diftanze che haveranno i colori
dall'occhio, la una mcdelima, ma converla Provaf cofi: A. {Ft^- 9-)
iia l'occhio, H. ia un colore qual tu vuoi, pollo in un grado di diana di quattro gradi di groiezza, ma
fanza remoto dall' occhio,
perche il 2 grado di fopra A. M. N. L. ha la met pi fottile, l'aPofibile
,

portando in efia il medehmo colore


neceflario che tal colore
ia il doppio pi remoto dall'occhio che non era di prima: adunque gli porremo li due gradi A. F. & F. G. difcolio dall' occhio e
ftr il colore G. , il quale poi alzando nel grado di doppia fottilita
alla 2.* in A. M. N. L. che far il grado O. M. P. N., egli neria

ceflario

che

pollo nell'altezza E.

fia

e far diftante daU' occhio tutta

A. E., la quale fi prova valere in groflezza d'aria quanto la


Se A. G. dif:anza interpola da una mediftanza A. G.
e provaf cof
1'
'1
defma aria infra
occhio e
colore occupa due gradi
&; A. E. due
gradi & mezzo, quefta diftanza fufficiente a fare che il colore G. alzato in E. non l varij di fua potenza, perche il grado A.C. &', il grado A. F. elfendo una medefma groflezza d'aria fon limili & eguali, &
grado C. D. bench la eguale in lunghezza al grado F. G. non
il
fini'e in groflezza d' aria, perche egh mezzo nell' aria di doppia grolfezza all' aria di fopra, della quale un mezzo grado di diftanquanto l faccia un grado intiero dell' aza occupa tanto il colore
che il doppio pi fottile che V ana che gh confina
ria di fopra
di fotto
Adunque calcolando prima la grolfezza dell' aria, e poi
le diftanze
tu vedrai
che non havranno mucolori variati di fto
tato di bellezza
E diremo cof per la calcolatione della groflezza
dell'aria: il colore H- pofto in quattro gradi di grolfezza d'aria:
G. colore, pofto in aria di due gradi di groflezza: E. colore fi
trova in aria d' un grado di grolfezza
ora vediamo f le diftanze fo-

la

linea

no

in proportione eguale

ma

converfi

Il

colore E.

occhio a due gradi e mezzo di diftanza


r H. un grado
quefta diftanza non fcontra con
dall'

te

la

groffezza,

che

ti

ma

neceffario

bifogna dire.

11

fare

una

Il

la

fi

trova diftan-

G. due

proportione del-

terza calcolatione,

grado A. C. come fu detto

gradi

di

queft' e

fopra,

mik

fi-

LIONARDO DA

DI

VINCI.

31

&

il
mile &: eguale al grado A. F.
mezzo grado C. B. fmile ma
non eguale al grado A. F. , perche folo un mezzo grado di lunghezza , il quale vale un grado intiero dell' aria di fopra
Adunque
.

la

trovata

calcolationc

fatisf

gradi di grolfezza dell' aria di fopra,


le

un

intiero

d'

eOa aria

luta d' effa groficzza

di

fopra,

&

fopra,

perche A. C. vai due


mezzo grado C. B. ne va-

propofto

al

&

fi

il

che habbiamo

uno

tre

gradi in va-

dentro, cio

ef
fo quarto. Seguita A. H. ha quattro gradi di groffezza d'aria: A. G.
ne ha ancora quattro, cio A. F. ne ha due, &: F. G. due altri,
che fa quattro. A. E. ne ha ancora quattro, perche A. C. ne tiene due , & uno C. D. che la met dell' A. C. e di quella medehma aria, & uno intero ne di fopra nell'aria fottile che fa quattro. Adunque f la dilanza A. E. non doppia della diftanza A. G.
ne quadrupla dalla diftanza A. H. ella relUurata dal C. D. mezzo
grado d' aria grofla che vale un grado intero dell' aria pi fottile che
E cofi e conclufo il noftro propofito , cio che il
fopra
fl: di
li
colore H. G. E. non fi varia per varie diftanze
di

ven*

B. E.

Velia profpettha de

GAP. CVII.

colori.

D* un medefimo colore porto

in varie

diflanze

&

eguale altezza

proportione del fuo rifchiaramento , qual far quella delle di'


ftanze che ciafcuno d'elfi colori ha dall'occhio che li vede. Provafi,
fia che E. B. C. D. (Fig. io.) fia un medefimo colore: il i.* E. fia porto
il 2." eh'
B. fia difcorto quatdue gradi di diftanza dall' occhio
tal fia la

tro gradi:

il

terzo eh' C.

come moftrano
nea, come fi vede
do d'aria fottile S.
di:

le

fia

fei

dcfnitioni

gradi:

il

de' circoli

4**.

eh'

che

fi

D.

fia

otto gra-

tagliano fu

fopra la linea A- R. di poi A. R.

S. P. fia

la

li-

un gra-

un

grado d* aria pi grolla: feguir


eh* il primo colore E. paHer all' occhio per un grado d' aria grolTa
6c il colore B. manE. S. , e per un grado d' aria men groffa S. A.
der la fua fimilitudine all' occhio A. per due gradi d' aria groffa,
il
C. la mander per tre gradi dele per due della men groffa ,
il
la groffa , e per tre della men grofa
colore D. per quattro
P. E.

T.

fia

&

&

della grofla

per quattro della

men

grofia

e cofi

habbiamo pro-

proportione della diminutione de' colori , o vuoi


dire perdimenti , quale quello delle loro diftanze dalf occhio che
li
vede: e qucrto folo accade ne* colori che fono di eguale altezza,
perche in quelli che fono d' altezza ineguale , non fi offerva la medefima regola , per efer loro in arie di varie groi'ezze > che fanno
vato qui

tal

effere la

varie occupationi a

effi

colon

Xfel

TRATTATO DELLA PITTURA

32
X)el

Non

muta

che >ion fi

colore

GAP. CVIII.

'vane gyojfeijie d' aria.

tn

muter il colore porto in diverfe groffezze d'aria, quanaltro


quanto l
do far tanto pi remoto dall' occhio 1' uno che
altro
Provafi cofi. Se la prima
trover in pi fottil' aria l'uno che
& il colore fa dillante un
aria balta ha quattro gradi di grolTezza
grado dall' occhio , & la feconda aria pi alta habbia tre gradi di
grolTezza, che ha perfo un grado, fa che il colore acquifli un grado di diltanza j e quando 1' aria pi alta ha perfb due gradi di groffezza, & il colore ha acquiflato due gradi di diflanza, allora tale
il
terzo
e per abbreviare
f il colore s' inil primo colore quale
fi

1'

1'

nalza tanto

nell' aria

eh' entri

che habbia perfo

gradi di grolTez-

tre

&

il
colore acquiftato tre gradi di diftanza
allora tu ti puoi
za
render certo, che tal perdita di colore ha fatto il colore alto e remoto quanto il colore baflb e vicino , perche f Y aria alta ha per,

duto

quarti

tr

acquiftato

li

va remoto
Se

li

colori

della grolTezza dell' aria bafTa

ciall'

occhio

n}artj

^ojfono

cofi

color

il

ejfere

fi

prova

parere

una medejma ombra

ci'

ha

nell' alzarli

tutta la diftanza per la quale egli

quarti di

tre

fi

tro-

intento noftro

l'

una uniforme

ofcurita

mediante

GAP. C I X,

che tutte le variet de' colori da una medefma omr


bra paiano tramutate nel color d' efTe ombre
Quefto fi manifefta
nelle tenebre d'una notte nubilola, nella quale nilTuna figura p color
e perche tenebre altro non che privatiodi corpo l comprende
ne di luce incidente e riflelTo, mediante la quale tutte le figure e
colon de' corpi fi comprendono, egli neceffario che tolto integraPolTibile

mente
e

lori

caufa della luce, che manchi T effetto

la

figure

de' predetti

Della caufa de

corpi

perdimenti

de' colori

che paiono

Molti fono
tenebrofi
delle

&

fiti

in f

cofe che in efle

fi

figure de corpi

non fono

mediante

le tenebra

GAP. G X.

alluminati,

tutto privi di

al

cognitione de' co-

chiari

qualunque variet

che
di

fi

dimoftrano

colon

figure

ritrovano: quefto avviene per caufa della lu-

alluminata che infra le cofe vedute e 1' occhio s' interpone, come fi vede dentro alle fineftre che fono remote dall'occhio,
nelle quali folo ii comprende una uniforme ofcurit affai tenebrofa:
ce

dell' aria

tu entrerai poi dentro

forte

alluminate

elTa

cafa

potrai fpeditamente

tu

vedrai

in

effer

comprendere ogni minima

parte di qualunque cofa dentro a tal fineftra,


-

quelle

che trovar

fi

potelTe

LIONARDO DA

DI
E

quella

tal

dimortratione

VINCI,

per difetto

nafce

33

dell'occhio,

il

quale

grandezza della
Tua pupilla, e per quello manca alTai della- flia potenza: e nelli luo2;hi pili ofcuri la pupilla fi allarga, e tanto crefce di potenza, quant'
Provato nel 2." della mia pr (petti va
ella acquilla di grandezza
vinto dalla foverchia luce dell'aria, rellringe aliai

la

Coiue

mlftiU'.

co fa

mojra

jho color

il

colore

fnnl

njeyo

ella

wi

ha lum? da un ahr^

GAP. CXI,

NclTuna cofa dimoflrcr mai

Tuo proprio colore,

il

il

lume

che r illumina non in tutto d' elTo colore , e quello fi manitella


de' quali le pieghe illuminate, che riflettono o
nelli colori de' panni
danno lume alle contrapofle pieghe li fanno dimoftrare il lor vero
colore. Il medefimo l la foglia dell' oro nel dar lume 1' una all'alil contrario
fa da pigliar lume da un' altro colore
tra ,
,

&

J)e

che jl tmojlrano cariare dal loro ejjere

color

de

NelTun termine

campi

lor

di

C A P. C X 1

colore uniforme

mediante
1.

dimoflrer

fi

U paragoni

eguale,

elTere

non termina in campo di colore limile a lui. Quello fi vede maniche ciaicun colore pare pi
feflo quando il nero termina col bianco
nobile nelli confini del fi.10 contrario che non parer nel fi.10 mezzo

Te

miuatione de

T)ella

meij [opra

trafparenti dati

colori

con la lor dt<verfa relattone

Quando un colore trafparente


(\
compone un color mirto
da lui
,

dfverjt

C A P. C X 1 1
fopra

un' altro

colon

1.

colore variato

diverfo da cialcun de' femplici

che lo compongono
Quello fi vede nel lumo che cfce dal cammiil
quale quando rincontro al nero d' eflo cammino fi l azno
zurro, e quando s' innalza al rifcontro dell' azzurro dell'aria, pare
berettino , o rolTeggiante E cofi il pavonazzo dato fopra 1' azzurro
color di viola: e quando l'azzurro fiir dato lopra il gialfi fa di
.

lo

egli

fa verde

fi

chiaro fopra
ro

l'

e r ofcuro

Qlucil

ofcurit

&
fi

&

il
croco fopra il bianco fi fa giallo
fa azzurro, tanto piti bello, quanto il chia-

il

faranno pi eccellenti

parte d' un medefimo colore


pi hella tn pittura.
J mojlrera

GAP. CXIV.
Qui
bello in

da notare qual parte


pittura, o quella che ha

d'
il

un medefimo colore {\ moflra pi


luftro, o quella che ha il lume;,
o

..

TRATTATO DELLA PITTURA

34
o quella
rentia

dell'

ombre mezzane, o

Qui bifogna

perche

intendere che colore

hanno

colori

diverfi

defimi: e quello

quello

me-

loro bellezze in diveria parte di f

le

dimollra

ci

overo in trafpache l dimanda

quella dell' ofcure,

nero, che ha

il

la

fua bellezza nell'om-

bre , il bianco nel lume ,


azzurro , verde , e tan ,
zane, il giallo e rollo ne' lumi, l'oro ne' rirtelfi , e
1'

nell'

ombre mez-

lacca nell'om-

la

bre mezzane

Come

ogni colore che }ion ha lujlro

pi

bello

bielle

fue parti luminofe che

GAP. C XV.

nelV ombrof.

Ogni
bro(a

colore e pi bello nella Tua parte alluminata che nell' ome quefto nafce , che il lume vivifica e d vera notitia della

qualit de' colori

za ,
nero

non

&

impedifce

pi bello

ofcura la medefima bellezd'elfo colore. E Te per il contrario il

notitia

la

&

ombra ammorza

1'

ombre

nell'

che ne' lumi

fi

rilponde che

il

nero

colore

Veli

'

e'videtma de

Quella cofa che


pi ofcura fa

il

pi

colori

GAP. G X V L

chiara pi apparifce da lontano,

la

contrario.

^Iml parte

deve

del colore ragioueijolmente

ejfer

pi bella.

GAP. Gxvn.

elfo

Se A.

{Ttg. II.)

lume:

E. che

fia

il

lume,

e B.

non pu vedere

alluminata: la qual parete diciamo

lume che

fi

genera

&

effo

lume, vede

che

fia

roffa

per linea da

folo

la

parete

Effendo coli,

il

parete fomiglier alla fua cagione, e tinger

alla

in roffo la faccia E., e f E.

to pi bello che B.

f alluminato

fia

fia

ancora

egli

rollo, vedrai eilere

E. fulfe giallo, vedrai crearfi

mol-

un color can-

giante fra giallo e roifo.

Come
Se
il

la

lume,

il

noi

bello

del

vediamo

la

debb' eJfer

qualit

tingerfi nel

ni lumi

de' colori

da giudicare che dove

vera qualit del

lore

colore

colore alluminato,

colore d' effe tenebre.

G A Pr G X V
effer

1 1 1.

conofciuta mediante

lume quivi {\ vegga pi


dove pi tenebre il co-

pi
e

Adunque,

dati di moftrare la verit de' colori in tal

tu pittore, ricor-

parte alluminate

Del

DA

DI LIONAPvDO
T)el

<vnc{e

color

rugginf

dalla

fatto

Tene va in

fumo

non folamente

Tua bellezza

la

Tene vh in

lumo

non

egli

s'

ma

fa

inelTo a oglio,

fubito invernicato

far

egli

s'

color

tal

5^

GAP. CXIX.

rame.

di

verde fatto dal rame, ancor che

Il

VINCI.

lavato con una fpo-

gna bagnata di femplice acqua comune, fi lever dalla Tua tavola,


dove e dipinto e malTimamente s' il tempo far umido e quello
il qual Tale con
nafce perche tal verderame facto per forza di file
facilit l rilolve ne' tempi piovofi , e malTimamente clfendo bagnato
e lavato con la predetta fpogna,
:

Aumentat'ioue di hellcz.z.a nel (verderame.

GAP. CXX.

Se far miflo col verde-rame l'aloe cavallino, effo verde-rame


acquifera gran bellezza, e pi acquiftarebbe il zaffaranno, f non
fen' andade in fumo. E di quefto aloe cavallino fi conofce la bont

quando

elfo

rifolve

che

eflendo

nell'acquavite,

rifolve

fi

quando

clTa

fredda

calda;

che meglio lo

tu avefii finito un' opera

poi fottilmente la veladi con effo aloe


rifoluto in acqua , allora eOfa opera il farebbe di bellifiimo colore
ancora iriancora elfo aloe fi pu macinare a oglio per f ,
fieme col verde-rame, e con ogn altro colore che ti piacefle

con

eflo

verde femplice

&

&

Velia m'ijmie

Ancora che

de colori

'

miftionc de

la

'

un con

altro

colori

l'

un

GAP. C X X I.
con

1'

altro

fi

ftenda

non refter per quello che io non ne facci un poco di difcorfo Ponendo prima alquanti colori femplici con ciafcun
e poi a due a
di quelli mefcoler ciafcuno degl' altri a uno a uno
per fino all' intero numero
due & a tre a tre
e cofi feguitando
di tutti li colori
poi ricomincier a mefcolare li colon a due con
due, & a tre con tre, e poi a quattro, cofi feguitando fino al fine, fopra elfi due colon femplici fenc metter tre, e con elfi tre
e poi icguiter tal miifione in
accompagner altri tre, e poi fei
tutte le proportioni
Golori femplici domando quelli che non fono
comporti, ne fi poiTono comporre per via di milbone d' altri colori, nero,
bianco: bench quelli non fono mefli ha colori, perche
altro
uno privatione e
r uno tenebre
cio
X altro e luce
generativo: ma io non li voglio per quefto lafciare in dietro, perconcioiache la pittura fia compolla
che in pittura fono li principali
Dopo il nero e il
d' ombre
cio di chiaro e ofcuro
e di lumi
verfo r infinito

1'

1"

bianco feguita
n,

o vuoi

1'

azzurro

dire

ocriai

di

verde e lionato

giallo

poi

poi

il

morello,

il

cio

cio

pavonazzo,

&
rof-

tail

,,

TRATTATO DELLA PITTURA

^6
roffo

e quefli fono otto colori

non

pi

in natura

de* .quali

comincio la miftione. E fa primo nero e bianco, di poi nero


giallo, e nero e rolTo, di poi giallo e nero, e giallo e ro(To: e perche qui mi manca carta, dice l' autore ^ lafcier a far tal diftintione nella mia opera con lungo procedo, il quale far di grand' utiliio

anzi neceflarufTimo

s'

intrametter infra

e la pratica

la teorica

Della

La

e quefta tal defcrittione

fuperjic'te

d* ogni corpo omhrofo

CAP. CXXIL

corpo ombroCj partecipa del col ^rc del


fuo obbietto. Quello lo dimoftrano li corpi ombrof con certezza,
conciofache nifluno de' predetti corpi moftra la Tua figura , o colore, s" il mezzo interpolo fra il corpo & il luminofb non allumiDiremo dunque che le il corpo opaco fa giallo ,
nato
il
luminofo fa azzurro , che la parte alluminata fa verde , il qual verde fi
Tuperficie d* ogni

&

Compone
^ale

la

fuperjicie

bianco

Il

e azzurro.

di. giallo

pi

di

ricettinja

CAP. CXXIII,

colori,

pi ricettivo di qualunque colore che

niflun

altra

Provaf
qualunque corpo che non fpecchiato
dicendo che ogni corpo vacuo capace di ricevere quello che non
pofTono ricevere li corpi che non fono vacui, diremo per queflo che
il bianco vacuo , o vuoi dir privo di qualunque colore
& efTendo egli alluminato del colore di qualunque luminofa, partecipa pi
d* eflo luminofo che non farebbe , il nero , il quale fmile ad un
vafo rotto , che privo d' ogni capacit a qualunque cofa
fuperfcie

di

corpo J tinger, pi

2lual

La
perche

1'

quali

fupeificie

moto:

&

venendo

re

la

del

fuo

obbietto

CAP. C X X I V.

ogni corpo parteciper pi interamente del


il

quale

effa

gli

fupeificie

pi

far

occupando
in

tali

farebbe

fpetie, efTo colore

vicino

co-

Quefto avviene

corromperebbero pi
efTo colore,

fuffe

la
ri-

dimoflra pi integramen-

eOo corpo opaco

corpo fi' dimojlrer

fuperfcie

de' corpi

che non

di tal obbietto,

^al
La

color

obbietto vicino occupa pi moltitudine di variet di fpetie,

Tua natura

te la

d'

queir obbietto

lor di

le

fuperfcie

del

di

quell'

di pi

opaco

bel

fi

CAP. CXXV.

colore.

moftrer

quale haver per vicino obbietto

un

di

pi

perfetto

colo-

colore fmile al fuo

VclV

LIONARDO DA

DI
Dell

Quel

'

v2carmtio>;e de ^olti

pi

de' corpi

37

GAP- C X X V L

lunga

conferva in

fi

VINCI.

che fr^ di

diftanza

moftra eh' il vifo fi faccia


ombra la maggior parte eh' habbia
ofcuro nelle diftanze perche
lumi fon minimi: e per mancano in breve diftanza
i
il volto, &
1
minimiflimi fono i loro luftri e quefta la caufa che reflando la parte pi ofcura , il vilo fi faccia e fi moftri ofcuro Et tanto pi parr trarre in nero, quanto tal vifo havcr in doifo o in

maggior quantit

Quefta propofitione

ci

1'

&

cofa pi bianca.

tefta

Modo

di ritrarre

rilievo^ e di preparar

il

carte per quejlo..

le

GAP. GXXVIL
pittori

pcrficie delle

&

per ritrarre

mezzana

di

carte

ultimo

cofe

le

ofcurit

lumi principali

ofcure

quelli

che in picciola diilanza fon

in

Tella ryariet

di rilievo

li

debbono

tingere la

poi dare

picciol luogo

in

primi che

(\

ombre

1'

perdono

pi
fon

quali

li

all'

fu*

occhio.

medefimo colore in varie dijani^e dalV occhio,

d' un

GAP. GXXVIIl
che

pone

Infra

li

colori

meno

fi

rimove

infra

1'

occhio

dall'

occhio t

la

natura, quello manco


Provafi
perche 1' aria che

medefima

della

occupa alquanto

cofa veduta

fomma

di gran

varia

fi
s'

inter-

detta co-

la

veduta
fi tinge forte del
colore di tal aria , e f l aria far di fottile quantit, allora 1' obbietto far poco impedito.
fa

e f r aria interpofta

far

'Della verdura veduta

in

campagna

allora la cofa

GAP- C X X I X.

Della verdura veduta in campagna di pari qualit , quella parr effere pi ofcura che far nelle piante degl' alberi , e pi chiara
fi
dimoflrer quella de' prati

^al

verdura parr

Quelle verdure
quali faranno

di

fi

pii

d* azzurro

GAP. CXXX.

dimoftreranno partecipare

pi ofcura ombrofit

che dice , che V azzurro

fi

compone

pi

d'

azzurro

le

prova per la 7.'


di chiaro e d' ofcuro in lunga
,

e qucfto

fi

difianza

fiii^i'^

TRATTATO DELLA PITTURA

i%

che

nieno

quella fif^erjicte che

^lual'

CAR

dtmojlra

altre

il

fuo

CXXXI.

gliano
cofi

luftro nel qual

il

efendo di pulita e luftra fupcrficie

quali

le

fpecchia

fi

il

fole,

1'

aria

pi-

che l'allumina,

quella parte del luftro fono private del naturai colore

in

mofirera pi

ilual corpo

fuo wero colore

ti

.Quel corpo pi dimoftrera


cie far

e nelle

quale

la

foglie degl' alberi

colore.

<vero

Quella fuperficic moftrcr meno il fuo vero colore


Quefto vediamo nell' erbe de' prati
far pi terfa e pulita

mcn

pulita e piana

&

il

CXXXI L

fuo vero colore, del quale

Quefto

GAP.

vede

fi

ne'

panni

la fupcrfi-

lini

nelle

nelle quali alcun luftro


che fono pelofi
onde per necefl'it non potendo fpccchiarc g'
non fi pu generare
obbietti , folo rendono alf occhio il fuo vero colore e naturale > non
eflendo quello corrotto da alcun corpo che 1' allumini con un colore oppofito, come quello del roffor del fole, quando tramonta, e

deir herbe

foglie

alberi

tinge

li

nuvoli del fuo proprio colore

Mai

li

de

charez,'La

T>ella

colori

vivacit

paejt

GAP. CXXXIII.
de' paefi

chiarezza

conformit con paefi naturali alluminati dal fole,


ti non faranno alluminati da elfo fole.
Trofpett'fva

comune della dminutone de

GAP.
L' aria far tanto
effa

eflb

pi vicina

all'

colori

in

haranno

dipinti

paefi dipin-

efii

lunga

dijanx>a,

GXXXIV.

partecipante del colore azzurro, quanto


orizzonte , tanto pi ofcura , quanto ella a

meno

orizzonte pi remota.

Quefto

prova per

{\

la

manco alluminato dal fi^le


di qualit pi rare
Adunque il fuoco elemento che
manco
per eler lui pi raro e pi fottile che
aria
moftra che quel corpo

far

del 9.' che

3.'

il

l'

quale

vefte
ci

1'

fia

aria

occupa

le

tenebre che fon fopra di lui che non fa effa aria, e per confeguenza , r aria corpo men raro che il fuoco pi s' allumina dalli raggi flari che la penetrano,
alluminando l'infinit degl' atomi, che per

&

effa

s'

per

effa

che

effa

onde penetrando
rende chiara alli noftri occhi
aria la fpetie delle fopraddctte tenebre, necelTariamente fa
bianchezza d' aria ci pare azzurra, come provato nella 3.*

del

IO.*

infondono

tanto

fi

ci

parr di azzurro pi chiaro,

nebre e gl'occhi noftri

s'

quanto

fra

interporr maggior groffezza d'aria.

efle

te-

Come
f

LIONARDO DA

DI
f

di

r occhio di chi lo

vedeiTc

l'

aria per la linea

maggior grofTezza

c(Ter

P.

confider

R.

e i tal

occhio

la

quale

per

la

P. S.

d' aria

vedere penetra molto


P. D. che per 1' obliquo

P. S.

e coli

dell'

fola

acqua

P.

che per

S.

per

linea

la

quale

la

pae/t

che dar

quella

far

fi

1'

perluafo

prima

di

ana

dell"

dalla fupcrficie

rifletta

per mex.'z.o

fimulacro

occhio infra angoli eguali, cio che l'angolo


guale all' angolo della rifleffione.
T>imiymt'ione de color

noftro intento.

il

CXXXV.

GAP.
aria

linea

orizzonte

all'

t)dle cofe fpecchiate nelV acqua de

Queir

pi chiara

parr

gli

T occhio

ana quali in
vedr
feguita , perche la linea del
la qual cofa
maggior fomma d' aria per la rettitudine

inchina

s'

tutto privata d' azzurro

perficie

^c,

12.) e guardaffe fopra

P. [Fig.

fLiffe

,,

VINCI.

grolTezza dell' aria P. R. poi declinando alquanto

la

uiterpojlo

dell'

nella

fii-

acqua

all'

dell'incidenza

tnfra loro

'

fia

occhio

e-

GXXXVL

GAP.

Tanto meno dimoflrer la cofa


quanto il mezzo interpofio fra lui e

del Tuo

vlfibile

occhio far

1'

naturai

colore

maggior

di

grof-

fezza

De" campi che J con'vengono

Li campi che convengono a


alluminati

ombra

a lumi

tS'

1'

ombre

qualunque

adombrati di

&

a'

colore

lumi
,

&C

alli

termi-

faranno pi fepa-

un colore ofma molto vano


curo non deve terminare in altro colore ofcuro
e partecipante di bianco , in quanto puoi ofcuro, o
cio bianco
ratione

1'

un

&

'

GXXXVII.

GAP.

ni

ali

dall' altro

faranno pi varij

cio eh'
,

traente

Come

all'

ofcuro

J dc'Ve riparare
in

Quando
campo bianco,
il

quando

ofcuro.

colore d'
allora

ti

hiaucn

bianco
J terrnhia in

ofcuro

GAP. GXXXVIII.

un corpo bianco
bianchi

s'

faranno

abbatte a terminare

eguah

o n:

in

e f

fa-

ranno eguali , allora quello che ti pi vicino fi far alquanto ofcuro nel termine che egli fa con elTo bianco: e f tal campo far
men bianco che il colore che in lui campeggia, allora il campeggiante
fpiccher per f

medefimo dal fuo

differente fenz' altro aiuto di

ter-

mine ofcuro.
Vclht

,.

TRATTATO DELLA PITTURA

49
'Della

de colon de

/icitiiYci

camp

[opra

campeggia

quali

li

bianco

ti

GAP. CXXXIX.
La
ofcuro

qucfto

dimoftier pi bianca che far in campo


diniortrer pi olcura che fia in campo pi bianco

cofa bianca
fi

ha infegnato

ci

fioccar della neve

il

quale

la

veggiamo nel campo dell' aria ci pare ofcura ,


veggiamo in campo di alcuna fineftra aperta
per
la

la

de, Q

d' efla

calii

allora elTa

neve

pare veloce,

la

neve

d'

vicina

ci

pare

continua quantit
pare difcontinua

chilTima
e

ombra

ofcurita dell'
i

remota

la

chiarezza

cofe
la

ci

di

ci

quale

vede

^\

moftrer bian^
da lontano tarda,
fi

guifa

quando noi
quando noi la

di

bianche

cor^

campi

"De

Delle

apprefo

la

1'

pili

fi

delle

chiarezza

egual

d'

figure

quella

campo

quale far veduta in

quella parr pi bianca

C A P. C X L,

dimoftrer

fi

minor

di

maggior bianchezza

di

che campegger in fpatio pi ofcuro

1'

campo rollo, e la pallida parr rolTeggiancampo giallo: e fimilmente li colori faranno

incarnata parr pallida in


te, efiendo veduta in

non fono mediante

giudicati quello che

"De

Di

campi

delle

dipnte

coje

grandiffima dignit

il

li

campi che

GAP. G X L

difcorfo

de'

circondano

li

campi

I,

cam-

ne' quali

peggiano li corpi opachi veftiti d' ombre e di lumi , perche a quelne* campi ofcuri , e le parti
li fi conviene aver le parti alluminate
ofcure

Di

ne'

quelli

campi

chiari

che Jngono

in

fi

come per

campagna

la

vicn

figura

la

cofa pi

dimoliraco

remota far/i pi ofcura.

GAP. GXLIL
Molti fono che in campagna aperta fanno le
ofcure quanto effe fono pi remote dall' occhio ,
contrario

gi la cofa imitata

derebbe quello che di fotte

De

colori

delle

L' aria tinge pi

cofe

g'

fi

non

folle

tanto

pi

qual cofa in

la

perche allora

aca-

propone.

remote dall

'

occhio

GAP, CXLIII.

obbietti, eh' ella fepara dall' occhio, del fuo co-

lore, quanto ella far di maggior grolTezza.


vifo un' obbietto ofcuro

bianca

figure

con grolTezza

di

Adunque havendo
due miglia

<;lla

l'aria diIo

tinge

pi

,,

LIONARDO DA

DI

VINCI.

41

Rifpondc qui l' avche quella che ha groffczza d' un miglio


vcrfario , e dice che li paefi hanno gY alberi d' una medefma Ipctic pi ofcuri da lontano che d' apprelFo , la qual cof non vera
e divife da eguali fpatij
ma far ben
Ce le piante faranno eguali
pi

e vedrafT la chiarezza delli praprimi alberi faranno rari


ti che li dividono, e g' ultimi faranno fped'ii come accade nelle riche allora non fi vede fpatio di chiare prave e vicinit de' fiumi
terie , ma tutti inficme congiunti, facendo ombra T un fopra l'altro,
Ancora accade che molto maggiore la parte ombrof delle pianche la luminofa
e per le fpetie che manda di f effa pianta
te
&: il colore ofcuro che fi
air occhio, fi moftrano in lunga diftanza
trova in maggior quantit pi mantiene le fue fpetie che la parte
men' ofcura
e cofi ciTo mifto porta con feco la parte pi potente
in pi lunga diflanza,

vera

li

Gmdi

Non

GAP. CXLIV.

di pitture.

femprc buono quel che

bello, e qucfto dico per quei

che amano tanto la bellezza de' colori


che non fenza gran
confcienza danno lor dcbolilTime, e quafi infenfibil' ombre , non Rimando il lor rilievo. Et in qucfto errore fono i ben parlatori Tenia alcuna fentenza
pittori

fpccchtamento

7)ello

dell'

colore

acqua del mare ^veduto da

di^verf afpeiti.

GAP. GXLV.
Il

da

terra

to

non ha colore univerfale

rnarc ondeggiante

ferma

vede

il

pi vicino

di

colore ofcuro

l'orizzonte,

ma

vede
tanto pi ofcuro quan,

chi lo

alcun chiarore,

vedcfi

over luitri
che fi muovono con tardit ad ufo di pecore bianche negl' armenti
e chi vede il mare ftando in alto mare lo vede azzurro; &c quefto
nafce perche da terra il mare pare ofcuro, perche vi vedi in lui
r onde

che fpecchiano
no azzurre , perche tu
fpecchiata

pi

uatura

vedi

de

della terra, e

nell'

onde

paragom

fanno
bianche che non fono , e
veftimenti

carni ofcurc
veili

ofcurit

1'

ari^

da alto mare paioazzura

di

onde

tal'

Della

Li

1'

rofTe le

&

neri

veflimcnti

dimofrano

parer
li

GAP. G X LV

le

carni

de' fimulacri

veflimcnti bianchi

gialli

le

fanno

I.

fanno

parere

humani
parere

colorite

pallide.

Vel

le

f'

TRATTATO DELLA PITTURA

42

T>el color

Mai il
ombra

CAP. CXLVIL

delV ombra di quahtnque corpo.

ombra

qualunque corpo far vera, ne propria


f T obbietto che 1' adombra non del colore del cor,
po da lui adombrato Diremo per efempio eh' io habbia una habitationc nella quale le pareti fiano verdi, dico che f in tal luogo
far veduto
azzurro, il quale fia luminato dalla chiarezza dell'azzurro, che allora tal parte luminata far di bellilTimo azzurro, e
l'ombra far brutta, e non vera ombra di tal bellezza d'azzurro,
perche fi corrompe per il verde che in lui riverbera
e peggio farebbe f tal parete fuffe tan,
color

dell'

di

1'

T>ella p'ofpeiti'va de

ne luoghi

colori

ofcur'i

C A P. C X LV 1

Ne' luoghi luminofi uniformemente deformi


quel colore far pi ofcuro , che da elfo occhio
Trofpettinja de

colori.

infino
fa

alle

L
tenebre

pi remoto

CAP. CXLIX,

debbono elTer femplici, & i gradi della loro dimlnutione infieme con li gradi delle diftanze fi debbono convenire,
I primi

colori

cio che le grandezze delle cofe parteciperanno pi della natura

punto quanto
partecipare

del

elfi

faran pi vicini,

gli

del

colore

fuo

&

orizzonte

colori

quanto

del

han tanto pi a
elfi a quello fon

pi propinqui

De
II

colore che

corpi cmbrofi,

alluminato:

fia

di
la

minor bellezza che quello, che fia interamente


prima bellezza de' colori fa ne' principali lumi,

X>a che tmfce


L' azzurro

CAP. CL.

trova infra la parte om.brofi e f alluminata de'

fi

dunque

colori,

'

dell' aria

a'Zj-z.urro

nell

'

aria

CAP. C L I,

nafcc dalla grolTezza del corpo

dell' aria

al-

L' aria per


luminata
interpola fra le tenebre fuperiori e la terra
f non ha qualit d' odori, o di fapori , o di colori, ma in f piglia le fimilitudini delle cofe che dopo lei fono collocate, e tanto l.r di pi beli' azzurro quanto dietro ad elTa faran maggior tenebre
non cHTendo lei di troppo fpatio, ne di troppa groHezza d'humiditi
e vedefi ne' monti, che hanno pi ombre, effer pi bell'azzurro nelle lunghe diftanze , e cofi dove pi alluminato, moftrar pi il co:

lor del rnonte che


1'

occhio

s'

dell'

interpone

azzurrq appiccatoli

dell' aria

che infra

lui

Ve

DA

DI LIONAPvDO
Tfe

VINCI,

43

GAP. CLIL

colori.

che non fono azzurri, quello in lunga diltanza


quale far pi vicino al nero
il
parteciper pi d' azzurro
e cofi
converfo ii manterr per lunga diilanza nel Tuo proprio colore
cii
Infra

colori

il

quale far

pi

campagne

fi

bianco

cof

che

verde

il

difTimile

tralmuter pi

per

&

il

azzurro

nell'

contrario

colori

la

ofcurit.

Ma

il

giallo

fi

trafmutara

quanto

efii

tanto

pi o

meno

del-

faranno in maggiore o minore

colori faranno ftuati in fpatio luminofo, allora

il

GAP. GLIII.

ombre parteciperanno

neir

porti

naturai bellezza

loro

che non fa
bianco manco

roffo,

il

'Bicolori.

verde delle

il

giallo e

il

Adunque

nero.

detto

al

effi

moflreranno di tanta maggior bellezza

quanto il luminofo fa di
maggior fplendore. L' avverfario dir: Tante fono le variet de* colori dell' ombre
quante fono le variet de' colori che hanno le cofe adombrate. E io dico che li colori pofti nell'ombre moflreranno
infra loro tanta minor variet , quanto l' ombre che vi fono ftuate
fano pi ofcure, e di queflo ne fon testimoni quelli che dalle piazze guardano dentro le porte de' tempij ombrofi , dove le pitture veil

nite di varij colori apparifcono tutte vel^ite di

De camp

cffcre

pi ofcuro che

chiaro che

la

parte

Terche

azzurre

corpo

Quando

opaco

GAP. G L I V,

qualunque cofa dipinta

alluminata

parte

d'

effe

figure,

de-

e pi

ombrofa
il

effo

queflo

dipnti

figure di

le

la

non

bict)Jco

bianco non colore

Il

colore

de corpi

figure

campo che circonda

Il

ve

delle

tenebre

in

ma

colore

in

campagna

nafce per

partecipa

la

una potenza

alta

che dice

4.*

color

del

G A P. G L V.

del

fuo

ricettiva

tutte le fue
:

ogni

ombre fono

La fuperHcie

obbictto

d'

d'

ogni

Adunque

tal

bianco cITendo privato del lume del fole per interpofitione di qualche obbietto trafmelTo fra il fole
elio bianco, refta tutto il bianco , che vede il fole e 1' aria partecipante del color del fole e dell'

&

aria, e quella parte che

non villa dal fole refta ombrofa, e partecipante del color dell' aria
e f tal bianco non vedeffe la verdura della campagna infine all' orizzonte , ne ancora vedeife la bian:

chezza

TRATTATO DELLA PITTURA

44
chezza di

orizzonte

tale

di femplice

colore

del quale

Ve
lume

11

dubbio
moira

fenza

fi

eficre

Y aria

elTere

GAP. CLVL

colon.

del fuoco tinge

parrebbe

bianco

eflo

ogni

cofa

in

giallo

ma

non

quello

apparer elTcr vero , f non al paragone delle cofe alluminate dall' aria j e quello paragone fi potr vedere vicino al fine della giornata
1'
aurora,
ancora dove in una ftanza ofcura dia
e ficuramente dopo

&

fopra

1'

&

obbietto un fpiracolo d'aria,

&

ancora un fpiracolo

lurne

di

luogo certamente faran vedute chiare e fpedite


le loro differenze. Ma fenza tal paragone mai far conofciuta la lor
differenza, fiilvo ne' colon che han pii fimilitudine, ma fian conofciuti
come bianco dal giallo, chiaro verde dall'azzurro, perche
come mefcolare ingialleggiando il lume che allumina 1' azzurro
lieme azzurro e gial'o,
quali compongono un bel verde j e f
candela,

di

in

tal

niefcoli poi

giallo

de

colori

J)e

verde,

co.i

lumi

incidemi

potenza, o

le

effi

non

fi

eguale far

difusuali

ir

GAP. GLVII.

in

potranno variare

loro fptendore fopra

il

nflejfi

1'

due

obbietto, che

quando faranno

diftanze

in

in eguale

In epuali dillanze

fi

il

cio

faranno ineguali, cio parlando

eguali

f fiiranno

do

variarfi

bello.

pii

mezzo
due modi

Quando due lumi mettono


non poffono

t aliai

fi

faranno

de'

lumi

modi

altri

fir

corpo ombrofo
d'

egual

infra

loro:

cio fecon-

o eguale, o difugua-

dillanza^

difuguali,

varieranno in due

nelle

mo-

altri

due lumi eguali


in colore & in fplendore, pu effer alluminato da eili lumi eguali
in colore & in fplendore pu effere alluminato da e(i lumi in due
modi, cio o egualmente da ogni parte, o difugualmente: egualmente far da elfi lumi alluminato, quando lo fpatio che reffa inditorno a' due lumi far d' egual colore e ofcurit e chiarezza
fi.iguali faranno,
quando effi l'patij intorno a due lumi faranno varij
di

cio r obbietto fituato

con egual difianza

infra

in

ole uri t

Di

colori

Speffe volte accade

GAP. GLVIIL

dell'ombra.

1'

ombra

de' corpi

ombrofi non

effcr

corq-i

&

i
lumi
colon de' lumi , e faran verdeggianti 1' ombre
rolleggianti, ancora che il corpo fia di colore eguale. Quello accade che il lume verr d'oriente fopra 1' obbietto
alluminer 1' ob-

pagna

de'

bietto

del colore del fuo fplendore

&

dall'

&

occidente far un' altro

ob-

DI LIONAPvDO

DA

VINCI.

45

mcdefmo lume alluminato il quale far d' altro colore


onde con
llioi lumi ririedi rilalta
verfo leeli il primo obbietto
vante, e percuote con i Tuoi raggi nelle parti del primo obbietto
Tuoi raggi-) e rimangono fermi infeme
lai volto, & 2I1 fi tagliano
con
loro colori, e fplcndori. Io ho pelle volte veduto un' obietobbietto dal

to bianco,

montagne

nelle

(f/^.

accade

quefto

orizzonte, e

all'

fi

14.)

poje

co

rofli

di

moflra infocato
Delle

l'ombre azzurreggianti
neve quando il fole tramonta

lumi

campo chiaro

perche tal ufo

tn pittura

utile

GAP. CLIX.
Quando
p alluminato

campo;
celfit

cofT

corpo ombrofo terminer

il

quefto accade perche

corpi

campo

fpiccato

parr

per neceH'it

allora

in

remoto da

curva

di

color chiaro

di

elio

fuperfcie per

fanno ombrof nella parte oppoflta d' onde non


privato di
da' raggi luminof, per elTer tal luogo

ne-

fono

fi

per-

raggi:

ta'i

campo e la parte d' e(To corpo


alluminato non terminer mai in efto campo alluminato con la fua
prima chiarezza, anzi fra il campo & il primo lume del corpo s'ino del
terpone un termine del corpo
che pi ofcuro del campo
per

qual cofa molto

la

varia dal

fi

lume

del corpo rifpettive [Fig.

Ve Cam fi

De
nel

campi

campo

delle figure

chiaro,

pi potente
l

1'

uno per

C A P. C L X.

cio la chiara nell' ofcuro

bianco col nero,

del
1'

15.)

altro

coli

ofcura

1'

nero col bianco,

contrarij

li

per

urlo

1'

1'

pare
altro

moftrano femprc pi potenti

De

color

che ri Cult ano

dalla

fpecie feconde

De' fcmplici colori


accettano ne

il

cV altri colon

mijliouc
.

primo

il

GAP. G L X
e

bianco

il

li

remo

ordine elTere

giallo

bianco in quefto

fecondo;

il

quinto,

il

nero

il

il

verde

fefto:

&

metteremo
il

terzo,

le

nel
il

numero
il

perche

1'

femplici,

quarto,

il

u-

non

pittore

il

degl' altri

primo, ne

X azzurro

non

filofofi

rollo

diil
il

bianco metteremo per la luce fenza la


verde
il
il
giallo per la terra
pu

il

quale nilTun colore veder fi


,
per l'acqua, l'azzurro per l'aria,
ro per

bench

dimandonQ

I.

il

no caufa de' colori


pu far fenza quelli noi
il

quali J

li

nero nel numero de' colori


l'altro privatione. Ma perche

bianco ne
,

tenebre che Itan fopra

&
&

1'

fuoco, & il neelemento del fuoco , perche non


\
V e
il

roffo

per

il

>

TRATTATO DELLA PITTURA

46
v'

materia o grofTezza dove

raggi del fole habbiano

penetrare

e percuotere, e per confeguenza alluminare. Se vuoi con brevit ve-

dere

variet di tutti

la

guarda

quelli

gono, e
veggono
qua! fia

cofi

tutti

colori

vedrai tutti

eflere

li

che con

che dopo quello fi vegcofe che dopo tal vetro {{

delle

colori

colore

col

predetto vetro

del

milione

tal

acconci

s*

predetto vetro di color giallo, dico che

il

per

elio

re

paiano all'occhio,

quei1:o

peggioramento

poHono
in

colore

tal

vetro

di

&

il

il

L' azzurro 6i

comporto

come

accader

az-

all'

meglioramento ac^
coli

anderai fcor^

miftioni

le

de'

e cofi per te potrai feguitare.

poili all'occhio,

che
megliora-

&

modo

&

far

colon
le quali fono infinite: &
farai elettione di nove
inventioni di colon mift
medefimo fi far con due vetri di varij calori ante-

rendo con l'occhio


comporti,

vedrai

degl' obbietti

peggiorare

cofi

o gualii

la fpecie

zurro, e nero, e bianco fopra tutti gl'altri,


cader nel giallo
e verde fopra tutti g' altri
a quello

coloriti, e per

campagna

della

tutte mii:e

colore

il

colori compoft, togli vetri

li

il

Decolori.

GAP, CLXIL

verde non

di luce e

di tenebre,

per

come

perche

femplice,

quello

dell' aria,

azzurro

1'

cio ne-

verde comporto d' un


femplice e d'un comporto, cio fi compone d'azzurro e di giallo.
Sempre la cofa fpecchiata partecipa del color del corpo che la
ro pertettilfimo

fpecchia,
to

il

bianco candidifTimo.

fpecchio

partecipa

&

tanto

fi

Il

da
quanto

tinge in parte del color

pi

1'

uno

dell'altro,

lui
la

fpecchia-

cofi che

fi

fpecchia pi o m^no potente che il colore dello ipecchio, g quella cofa parer di potente colore nello fpecchio, che pi partecipa
del color

d' elfo

Delli colori

che

fia

pi

di

fpecchio.
de' corpi

fplendida

quello

far

veduto

Adunque

bianchezza.

mac^gior dirtanza,

in
fi

vedr

minor

in

longinquit, quel che far di maggior ofcurit


Intra

li

corpi di egual bianchezza e dirtanza

dall'

occhio,

quel-

e
dimortrer pi candido eh' circondato da maggior ofcurit
per contrario quell' ofcurit fi dimortrer pi tenebrofa , che fia ve-

lo

fi

duta

candida bianchezza.
Delli colon di egual perfettione
quello fi dimortrer di maggior eccellenza che fia veduto in compagnia del color retto contra&C il pallido col rorto, il nero col bianco, bench ne l'uno ne
rio
l'altro fia colore: azzurro e giallo, verde e roffo, perche ogni colore fi conofce meglio nel fuo contrario
che nel fuo limile , copie r ofcuro nel chiaro, il chiaro nell'ofcuro.
Quella cola che fia veduta in aria ofcura e torbida, effendo
in pi

bian-

LIONARDO DA

DI

VINCI.

47

bianca parr di maggior forma che non . Quello accade, perche,


come detto 'di {pra, la coia chiara crefce nel campo ofcuro , per
le

ragioni dianzi aflegnate.


11

mezzo che

come

fuo colore,

no azzurre

tra
l'aria

occhio e la cofa vifta tramuta effa cofa in


azzurra far che le montagne lontane faran1'

che ci che vede l' occhio dopo lui


pare rodo
il
lume che finno le llelle intorno a elle, occupato per la tenebroft della notte che fi trova infra 1' occhio e la luminatione d' effe ftclle
i

Il

il

fa

vetro roffo

&

vero colore di qualunque corpo

dimoftrer in quella

fi

par-

che non fa occupata da alcuna qualit d'ombra, ne da luflro,


f far corpo pulito
Dico che il bianco che termina con 1' ofcuro , fa che in cfT
termini, 1' ofcuro pare pi nero,
il
bianco pare pi candido.
te

&

Del

colore

delle

GAP. CLXIII.

montagne.

Quella montagna all' occhio fi dimoflrer di pi beli' azzurro


che far da f pi ofcura
e quella far pi cfcura
che far pi
alta e pi bofcareccia , perche tali bofchi coprono affai arbufti dalla
parte di fotto
fi
che non gli vede il cielo; ancora le piante falvatiche de* bofchi fono in f pi ofcure delle domeniche
Molto pi
ciprlTi
pini
ofcure fono le quercie , faggi
abeti
che non fono gli alberi domeftici , e ulivi Quella lucidit che s' interpone infra l'occhio e '1 nero, che far pi fottile nella gran fua cima
fae.
r nero di pi beli' azzurro, e cof di converfo
quella pianta
manco pare di dividerli dal fuo campo, che termina con campo di
,

&

colore pi fmile al fuo, e cof di converfo: e quella parte del bianco parr pi candida , che far pi preflo al confino del nero , e

meno

bianche quelle che pi faranno remote da effo


fcuro
e quella parte del nero parr pi ofcura, che far pi vicina
al bianco, e coli parr manco ofcura quella che far pi remota da
cof

parranno
:

elfo

bianco.

Come

ti

pittore

denje

mettere in pratica la

profpettt<va

de

colori

GAP. CLXIV.

quefla

voler mettere

profpettiva del variare,

o perdere, o

vero diminuire la propria edenza de' colori


piglierai
di cento in
cento braccia cofe poftc infra la campagna , come fono alberi , cafe , huomini , e fti
inquanto al primo albero , haverai un vetro
fermo bene e coli fa fermo 1' occhio tuo
in detto vetro difcgna un albero fopra la forma di quello, dipoi fcoftalo tanto per tra,

&

&

verfo

TRATTATO DELLA PITTURA

cht r albero naturale confini qiiafi col tuo difegno


poi co
lorifci il tuo difgno, in modo che per colore e forma fia a paragone r un dell'altro, o che tutti due, chiudendo un occhio, paiano
vcrfo

dipinti, e

fa

detto vetro d'una

medefima

fa

degl'alberi fecondi, e de terzi di

medefima

diftanza

quefta regola

cento

cento brac-

vano in vano, & quefti ti fervino come tuoi adiutori, e


Tempre operandoli nelle tue opere, dove fi appartengono,
naeftri
Ma io trovo per la regola che il
e faranno bene sfuggir 1' opera
fecondo diminuilcc j del primo, quando fuiTe lontano venti bracci*
dal primo,
cia,

di

J)clla profpettha aerea

Evvi
per

un* altra prospettiva,

variet

la

dell' aria

terminati

varij edificij

quale

la

poffono

fi

C A P. C L X V,

fi

conofcerc

le

diftanze

diverfe

da una

ne' loro nafcimenti

imperochc

dice aerea,

linea

fola

di (

come

da un muro , fi che tutti appa*


eftr?mit di detto muro d' una medefima grandezza , e
rifcano fopra
che tu volefT in pittura far parer pi lontano 1' uno che 1' altro E*
da figurarfi un' aria un poco grolla Tu (ai che in fimil aria 1' ultime
cofe vedute in quella, come fon le montagne, per la gran quantit
paiono
dell' aria che fi trova infra l' occhio tuo e dette montagne
farebbe

veder molti

il

cdificij di

1'

azzurre

dunque
il

farai

fopra

il

meno

pi lontano fallo

vuoi che fia pi in


quello che vuoi che
pi azzurro,

una

quando
detto muro il primo

quafi del color dell' aria

linea

fia

quefta

parranno

d'

profilato,

altrettanto,

il

fole

per levante

del

edificio

pi azzurro,

A'

fuo colore

quello che tu

altrettanto pi azzurro,

fallo

cinque volte pi lontano, fallo cinque volte


regola far che gli edifici; che fono fopra
una medefima grandezza , e chiaramente

fi

conofcer quale e pi dinante, e qual maggior dell'altro {Fig.iy)

Ve

accidenti

<vaytj

mo'vimem

dell'

quello pi o

le

mifure

meno,

&

del]'

pi

cono

dal lato oppufito.

Velie mutationi delle mifure

parte,

dell'

crefcmento

L'

huomo

nella

huomo

diverfi

meno da una

tanto

fua prima

eguale alla lunghezza del vifo,

de memori

froporttone

CLXVL

GAP.
Varianfi

huomo

ciafcun

in

afpetti,

membro,
o

diminuendo

quant* elle

pli^gando

creicendo

crefcono, o diminuii^

huomo dal fuo nafcimeyito al fuo

ultimi

GAP. GLXVIL
infantia ha la larghezza

&

allo

fpatio che

delle fpallc

dalla giuntura
d' elle

LIONARDO DA

DI

VINCI.

49

fimile
cOe fpalle alle gomita, clTcndo piegato il braccio,
allo fpatio che dal dito grolo della mano al detto gomito,
fimile allo fpatio che dal nafcimento della verga al mezzo del
e fmils allo fpatio che e da effa giuntura del ginocginocchio,
chio alla giuntura del piede. Ma quando 1' huomo pervenuto all'

'

&

&

ogni predetto fpatio raddoppia la lunghezza fua,


leccetto la lunghezza del vifo , la quale infeme con la grandezza di
tutto il capo Fa poca variec: e per quefto 1' huomo , che ha finito

ultirna fua altezza,

la

grandezza,

fua

volti

bene prpportionato

ila

larghezza delle fpalle due

la

quale

il

lunghezze fopraddette fon due


neir uniyerfal mifura dell' huomo
altre

Come

hanno

tutttnt

tt

giuntuve

le

coutrcirte

Li putti piccioli hanno tutti


r

fra

una

fono

e l'altra

&

volti:

d' elfi

cofi tutte Y

refto

il

agV huomim

dir

fi

loro

nelle

grolTi

le
:

giunture

e gli

fottili,

gi'of-

fpatlj

po-

perche la pelle
eh' di natura di nervo,

accade

e quefto

giunture e fola fenz' altra polpa,


che cinge e lega infeme l'offa, e la carnofit humorofa

fopra

de' fuoi

GAP. CLXVIII.

fe'z.x.e.

fi

volti

d' effi

dicci

le

fi

trova fra

ma perche 1
r una e X altra giuntura inclufa fra la pelle e 1' oflo
offa fono pi grolTe nelle giunture che fra le giunture, la carne nel
crcfcere dell' huomo viene a lafciare qiiella fuperfluit che ftava fra
:

la

pelle

1'

offo

onde

membra

affottigliar le

pelle

la

ma

s'

fopra

accorta pi a

giunture

le

1'

olTo

non

vi

viene ad
altro

eifendo

che la cartilaginofi e nervofa pelle , non pu difeccare , e non difeccando non diminuifce
onde per quefte ragioni li puttini fono
fottili
nelle
giunture, e groffi fra elTe, come fi vede le giunture
:

braccia, fpalle fottili, e concave

delle dita,

trario effer grolTo

ve

li

puttini

Velia

in

hanno

tutte

della

d'tjfereni.a

huomo

1'

giunture delle braccia, e

le

in fuori

per

con-

il

gambe:

do-

-i^

loro haver di rilievo

mifura.

che

fra

li

putti

t^

gli huomini

GAP. GLXIX.

&

Fra gV huomini,
za

dall'

delle

una

fpalle

e dall' un

altra

al

gomito

putto ne ha una

della

perche

)a cafi dell' intelletto,

dal

fpalla
la

trovo gran dilTerenza di lunghezimperoche ]' huomo ha dalla giuntura

puttinl

giuntura

all'

homero

g mito
all'

natura

altro

due

compone

che quella degli

punta

alla

del dito groilo

&

il
per mezzo ,
prima la grandezza del-

fpiriti

teftc

vitali.

T>elU

TRATTATO DELLA PITTURA

jo

Delle giunture delle dtta

Le

mano

dita della

ingrolTano

C A P C L X X.

giunture per tutti

loro

le

lo-

li

ro afpetti quando fi piegano , e tanto pi s' ingrolTano quanto pi


fi piegano, e cofi diminuifcono quanto pi fi drizzano, il firnile accade delle dita de' piedi, e tanto pi fi varieranno quanto elle fa-

ranno pi carnofe
Delle

giunture

delle

fpalle

ranno

delle fpalle,

Sono

moti

li

{empiici

in alto,

moti

efTere

muro

nua

dal

moto

braccio

il

moti che

in

infinito

bench

volter la

fi

fi

fipalla

potrebbe dire
a

effa
tal

fi

il

far

qual

Delle mifure um^erfali de corpi

mifure

dabili

una

e maravigliofe

che

fomiglia
attendi

cofe
ti,

le

all'

alla

mai

in

altro.
variet

cofe

non

d' ef-

apparifcono

che

qualunque

Adunque

un

fpetie

tu

de' lineamenti

nelle

quali

forte

debbono

fi

nell'

cer-

olTervare

perche delle lauopere della natura

particolare con

imitatore
.

il

nelle grollezze,

di

tal

Piacemi bene
lunghe
bufti

come di gambe
mofiruofe
piglia dunque
e braccia lunghe s

grolTezze

conti-

GAP. GLXXIH.

de' corpi

univerfali

nelle lunghezze delle figure,

fat-

perche ogni quantit conticerchio quantit continua fatta

fo braccio flato per tutte le parti del cerchio , 6c edendo


chio divifibile in infinito, infinite fono le variet delle fpalle.

le

di

fpalla,

Dico che

tali

una parete

moto non produce quantit


Adunque il moto
continuazione non la conduce
braccio

del

eiTa

fi^no in

le

dalla

fatto

quella appiccato

fegner col fuo braccio una figura circolare

divifibile

Te

perche

piegamento

del

bailo, o in dietro,

in

infiniti,

fi
i

principali

quando

cio

giuntura delle fpalle,

nua

di-

fi

GAP. GLXXIL

Delle fpalle.

tutti

piegabili,

luogo nel trattato delia notomia, dove li moftrano


moti di tutte le parti di che fi compone l'huomo.

caufe de'

to

membra

dell' altre

filo

al

move

crefctmentt

fuot

CLXXL

GAP.
Le giunture

varia

precifione

C\

natura, guarda

&

che

tu

corti

le

mifiire

delle

effa

natura

fugga

petti

foret-

giunture,

vanerai

le

ancor

tu.

Delh

LIONARDO DA

DI
T)elle

dA

rnifure

bitmaio

corpo

VINCI.

piegamenti di

51

membra

GAP. CLXXIV.
La

nccelTit

coftnnge

il

pittore

ad haver

notitia dell' offa

fofte-

armatura della carne che fopra efTe fi pol , e delle giunper la


ture che accrefcono e diminuifcono nelli loro piegamenti
qual cofa la mifura del braccio diftefb non conf con la mifura del
Crefce il braccio e diminuifce mfra la variet dell' ultima
piegato
fua eftenfione e piegamento l'ottava parte della Tua lunghezza. L'accrefcimento e X accortamento del braccio viene dall' ofTo che avannitori

za fuori della giuntura del braccio,

A.

B. [Ftg.

lo

d' cfTo

il

fa lungo dalle fpalle

17.)

minor che

gomito

retto,

quale,
al

come

gomito,

vedi nella figura


efiendo

l'ango-

tanto pi crefce, quanto tal

angolo diminuifce, e tanto pi diminuifce quanto il predetto angolo


tanto pi crefce lo fpatio dalla fpalla al gomifi fa maggiore
to, quanto l'angolo della piegatura d' effo gomito fi fa minore che
retco , e tanto pi diminuifce quanto eflo maggior che retto

&

Della proporonalitk

membra

delle

GAP. G L X X V-

qualunque animale fiano corrifpondenti al fuo


cio che quel che e corto e groflo deve havere ogni memtutto
e quello che lungo e fottile habbia le
bro in f corto e groffo
inembra lunghe e fottili , & il mediocre habbia le membra della

Tutte

le

parti

di

medefima mediocrit, & il medefimo intendo haver detto delle piante, le quali non fiano ftroppjate dall' huomo o da venti, perch
quefte rimettono giovent fopra vecchiezza, e cefi dellrutta la fua
naturale proportionalit

Velia giimtura

La giuntura
gner

rio fa

delle

quando

braccio infra

il

e quefto

nafce che

il

nell*

la

GAP. GLXXVI.

braccio.

col

braccio con la

del

&C ingroffa

mani

mano

fija

mano

diminuifce nello

viene ad aprire

fi

gemito

aprir la

mano

la

mano
li

per

tutti

&
li

il

firi-

contra-

fuoi verfi:

mufcoli domeftici

fi

di-

fendono & affottigliano il braccio infra il gomito e la mano, e


quando la mano fi (tringe li mufcoli domeftici e filveflri fi ritirano & ingroHano ma li filveflri folo fi difcoftano dall' olio , per ef,

fer

tirati

dal piegar della

mano

Velie

TRATTATO DELLA PITTURA

52

Delle giunture de* piedi

hi ^rojfamenti

loro

diminutioue

GAP. CLXXVII.
Solo la dimlnutlone

&

fatta neir afpetto della

accrefcimento
parte

Tua

giuntura

della

D. E,

f.veftre

del

F. {Fig.

piede

i8.), la

quale crefce quando l'angolo di tal giuntura fi fa pi acuto, e tanto diminuifce quanto egli falli pi ottufo, cio dalle giunture dinanzi A. C. B. fi parla.
!Delle

membra

che dtminuifcono

quando f piegano

crefcom quand jt

GAP. GLXXVIH.

difendono.

membra

che hanno giunture piegabili fblo il ginocchio


quello che nel piegarfi diminuifce di fua grolTezza, e nel diitsa^
Infra le

derfi

ingrofla.

^elle membra che tngrojjano nella

giuntura quando J piegano

loro

GAP. GLXXIX.
Tutte
le loro

membra

le

huomo

dell'

ingroffano nelli piegamenti

giunture, eccetto la giuntura della gamba.

membra degV huomini

X>elle

verfe attioni,
lato

dove

altri

membri

'Delli

fole

fiano pi

meno

pi o

dofi moffo
altri

dal

membri

huomo A.

s'

far di pi

19.) che

dell'

huomo

potente

fito,
fito

lor mufcoli

in di-

da quel

operationi

mufcoli,

li

fecon-

GAP.

lungo moto

GLXXX L
,

il

quale fen-

bavera pi potente aderenza degl*


dove lui defidera muoverfi Gomc

muove

in contrario fito col moverfi

il

braccio col tratto E. e portalo

con tutta

Del mnjimento delV huomo.


e

affaticano

affaticano.

a ritirarlo nel

La fomma

s*

il

fuo naturale

{Ftg.

quali

li

membro delle
muovono
o meno pronuntiati ne' loro

moti potenti delle membra

Quel braccio

fiano quelle che fcoprano

mufcoli

lor

GAP. GLXXX.

ignudi.

Le membra degV huomini ignudi

do che

del-

la

perfona in B.

GAP. GLXXXII.

principal parte dell' arte e

l'

com
movimenti

inveftigatione de'

ponimenti di qualunque cofa, & la feconda parte de'


che habbino attentione alle loro operationi i le quali fiano

fatte

con

pron-

LIONARDO DA

DI
prontltudine

fecondo

come in follecitudine
fomma qualit che fi
do uno debba

che

la

prontitudine

falTi

gura dimoftri Tua f.rnma difpoltione


qui ne fono due figure in modi varij

altre
in

in

pigricia,

in

cofi

c/e,

attione

attione,

la

Come

quella.

(rnili

ta'e

55

ferocit

di

richiede all'operatore di

dardi, o

gittar

operatori,

loro

gradi delli

li

VINCI.

che

de

la

quanla

fi-

della quale

pot za:

in

6c

A. {Fig. 20.) la feconda il


movimento B., ma 1' A. rimover pi da f la cofa gettata, che non
1' uno
e 1* altro moftri di voler tuare il
far la B. perche ancora che
pefo ad un medefimo afpetto, T A. havendo volto li piedi ad
&c

primo

il

valetudine

in

la

figura

fuo

eflb afpetto
fito,

trario

quando fi torce o piega,


dove elfo apparecchia

e
la

rimove da quello

fi

con-

potenza,

del a

difpcfiticne

in

con velocit e comodit al fito dove eiTo lafcia ufcir


Ma in quello medefimo cafo la figura B.
il pefo delle fue mani.
havendo le punte de' piedi volte in contrario fito al luog d ve ef
grand' incoCo vuol tirare il fuo pefo, fi ftorce ad elfo luogo c^n
ritorna

eflo

>

modit,

per confeguenza

1'

deb^-le

effetto

&

il

to

partecipa

apparecchio della forza in ciafcun movimento vuol elTerc con iftorcimenti e piegamenti di gran violenza, &C
operatione ha buon efritorno fia con agio e comodit , e coli
il
perche il baleftro che non ha dilpofiti -ne violente, il moto
fetto
non
del mobile da lui rimolfo far breve, o nulla: perche dove
violenza, ella
disfattione di violenza non moto, e dove n .n
1'
arco che non ha violenza
non pu efier diftrutta , e per queito
non pu far moto f non acquiita efia violenza , e nell' acquilhrperche

della fua caufa,

1'

1'

o pieghi non ha
har tratto il fuo dardo,
acquilkto potenza.
dove elfo ha
elio fi trover elTere ilorto e debole per quel verfo
fol vale a tortratto il mobile, &: acquiftato una potenza, la quale
la varier

da

huomo che non


Adunque quando A.

Cofi

f.

nare in contrario
Delle attttud'im

1'

fi

ftorca

moto
mo^meitt

membri

lor

GAP. CLXXXIII.

medefimi movimenti in una medefima figura nelle fue membra, o mani, o dita: ne anco la fi replichi le
hiiloria fufie grandiflE f
medefime attitudini in una hilloria
ma, come una battaglia, o una occifionc di foldati do\c no'i e
un fennel dare f non tre modi, cio una punta, un rovefcio, &
fendenti liadente in quello cafo tu ti hai ad ingegnare che tutti
alne fatti in varie vedute, c( me dire a cuno fia v^ Ito indietro,
cuno per lato, & alcuno dinanzi, e c-.fi tutti gl'altri afi etti delle

Non

fano replicati

1'

li

medefime

tre

partecipanti

d'

attitudini

uno

di

per queflo

quelli.

Ma

li

dimanderem

>

tutti

g'

altri

muiii c^mpoili (ono nelle bat-

TRATTATO DELLA PITTURA

54

taglie di grand' artificio,

gran vivacit,

di

comporti quelli , che una fola figura ti


e parte per
vedr con le gambe dinanzi
di quefti fi dir in altro luo^o.

detti
fi

T>elle giunture

delle

nel

il

profilo

e variet delle

della

ion

e
s'

ella

(palla

loro piegature,

da un lato

carne

crefcere

CAR CLXXXIV,

membra,

Nelle giunture delle

da confiderare come

membra

movimento
come
dimofira
e

viene

man-

ha da ricercare nel collo, degl' animali , perche li loro moti Tono di tre nature , delle quali due ne
un comporto che partecipa dell' uno , e dell' altro
fono femplici
femplice, delli quali moti femplici, l'uno quando fi piega all'una
o quando elTo alza o abafia la tefta che lopra gli
e r altra fpalla
pof
fecondo quando effo collo fi torce a dertra o finiftra
Il
anzi rerta dritto
haver il volto voltato
fenza incurvamento
verfo una delle fpalle, Il terzo moto, che detto comporto, quando nel piegamento fuo fi aggiunge il fuo torcimento , come quando
l'orecchia s' inchina inverfb una delle fpalle, & il volto fi volta inverfo la medefima parte, o la fpalla oppofita , col vifo volto al
nell'altro,

car

quefto

s'

&

&

cielo

Velia memhr'tfcaone dell huomo

GAP- CLXXXV.

'

Mi fura

e fc
proportlone della tua membrificatione
e forte ti guarderai di
la trovi in alcuna parte difcordante, notala,
non r ufare nelle figure che per te fi compongono , perche quefto

comune

vitio

Ve
Tutti
nati

in

tela

la

de' pittori

di

moti de' membri dell buomo


'

li

membri

efercitino

far cofe fimili

di

dilettarfi

GAP. CLXXXVJ.

quell' ohicio,

al

furono

quale

pefo

membro
dell' huomo

il

Ve

moti delle parti del

gi

non

pofarte fopra

<njolto

defti-

apparifca vivo

cio che ne' morti e dormienti niifun

o defto cofi il piede che riceve


to, e non con dita fcherzanti, f

f.

fia
il

fchiaccia-

calcagno.

GAP. GLXXXVIL

Li moti delle parti del volto, mediante g* accidenti mentali,


fono molti j de' quali i principali fono ridere, piangere, gridare, cantare in diverfe voci acute e gravi,

ammiratione,

ira, lentia,

malin-

conia, paura, doglia, e fimili, delle quali (\ far mentione, e prima del rifo, e del pianto, che fono molto fimili nella bocca, e
nelle guancie, e ferramento d' occhi,

ma

folo

fi

variano nelle cigfia,


e

,"

LIONARDO DA

DI
loro intervallo

.e

quefto

variet che piglia

volto

il

VINCI.

55

cio delle
diremo al Tuo luogo
mani e tutta la perfona per ciafcun

tutto
le

de^r accidenti, de' quali a te, pittore, necelTaria la cognitione f


Et
non la tua arte dimoftrer veramente i corpi due volte morti
e
ancora ti ricordo che li movimenti non fiano tanto sbaleftrati
tanto mofl'i, che la pace paia battaglia o morefca d'imbriachi: e fopra il tutto che li circolanti al cafo per il quale fatta 1' hiiloria
fano intenti con atti che moftrino ammiratione , riverenza, dolore,
paura, o gaudio, fecondo che richiede il cafo per il quafofpetto
o vero concorfo delle tue figure e fa che
le fatto il congiunto
,

tue

le

con

non

hiflorie

fieno

orizzonti

diverf

fi

una fopra

1'

che

una medefma parte


bottega di mereiaio con

paia una

ella

in

altra

1'

fue cafTette fatte a quadretti.

le

Ve membri

ci'

defcr'tt'ione

effigie

GAP. CLXXXVIII.

Le parti che mettono in mezzo il globo del nafo fi variano in


o egualmente concacio o elle fono egualmente dritte
otto modi
o egualmente convelTe
i.* Overo fon difegualmente rette, conve
2."* Overo
e di
fono nelle parti fuperiori rette
cave t convefle
fotto concave, 3.* Overo di fopra rette, e di fotto convelle, 4." Ove,

di fopra concave
5."
ro di fopra concave e di fotto rette
fotto conveffe, 6."
di fopra convefTe , e di fotto rette, 7.*
,

fopra convefle

L' applicatura

nafo

del

di

ciglio

col

eh' ella

ch'ella convelTa nella parte di fopra,

Modo

di tener

In

quefto

de' quattro

mento,

mente

una fol

d'

cafo

ti

membri

<volta

dritto

diverf

in

concavi fono di
la
re.

in

parti

con-

cio

nella parte di fotto, ove-

parte

fuperiore

Li nafi

gobbo

forti,

tre
,

conveffi, ancora
nella parte

di

alla

come

fi

fopra,

col

folo

De'

dritti

alto

con

mezzo

variano
alcuni

memoria

farebbe

la

nafo,

variet

bocca,

fono di tre fornon ven' altro che quatla punta, e baffo. I naf

de' nafi,

li

delle quali alcuni

alcuni nel

profilo

GAP. CLXXXIX.

profilo,

humanci in

uri effgie

mandare

bifogna

E prima diremo

fronte.

del fare

concavo , e coveflo
tro variet, cio lungo, curto ,
,

fopra e di fotto, overo piana di fopra e di fotto.

guardo

ti

di

ro di

due ragioni , cio

concava o eh' ella dritta


La fronte ha tre variet , o eh' ella piana o
La piana fi divide in due
cava , o eh' ella colma
eh' ella

di

concave

ftto

di

quali

hanno

la

&

alcuni nella

in

tre

nel

concavit nelparte inferio-

modi, alcuni hanno


mezzo, alcuni di fotto:
li

TRATTATO DELLA PITTURA

5<5
li

che mettono in mezzo il gobbo del naio fi variano in


cio o fono dritti, o fono concavi, o fono convefli

tre

fporti

modi

Modo

a mente

tener

di

Se tu vuol con
para prima di molte

la

mente un'

tener a

facilit

CAP. CXC.

forma d* un molto.

un volto

aria d'

im^

bocche, pcchi nafi, menti, go^c col!i,


Li nafi fono di dieci ragioni dritto, gobe fpalle: e poniamo cafo
bo , cavo col rilievo pi sii o pi gi che il mezzo acquilino , fiquefti fono buoni in quanto al profilo
acuto
In
mo tofido ,
faccia fono di undici ragioni: eguali, groffi in mezzo, {bttili in mezla punta grolla e fottile nell' appiccatura , fottile nella punta e
zo
tcfte,

&

grolTo nell'appiccatura, di larghe narici, di ilrette


fe

buchi fcoperti

di

di

buchi occupati dalla punta

neir altre particole

verai divcrfit

di

le

di

baf-

e cofi

tro-

alte,
:

quali cofe tu devi ritrarre dal

naturale, e metterle a mente. Overo quando tu devi fare un volto


a mente , porta teco un picciol libretto , dove fiano notate fimili fat*

tioni

ritrarre

glia,

quando

fagli

un

picciolo

fegno

nafo o bocca

qual

guarderai poi in difparte

hai dato un' occhiata al volto della pcrfona che vuoi


f

g'

per riconofccrlo poi a cafa,

aflomie

met-

terlo infieme,

T)elle

Non

fi

bellezze

faccia mufcoli

infenfibilmente

fnifchino

di

evolti.

con afpre

CAR CXCL
&

piacevoli

nelle

ma

diffinitionl,

dilettevoli

H dolci lumi

ombre

e di

quello nafce gratia e formofit

DelV

La

attitudine

CAP. CXCIL

fontanella della gola cade fopra

ci innanzi
<liecro, la

la

fontanella efce di

elfi

fontanella va inanzi, ^ cofi

2)/ movimenti

delle

membra quando
frofrij.

fi

il

piede

piedi
fi

e gittando

un brac^

gamba

getta in

e f la

rimuta in ogni attitudine.

figura

huomo che Jano

atti

CAR CXCIIL

Quella figura , della quale il movimento non compagno dell'


accidente che finto elTer nella mente della figura, moftra le mem-

&

dell'
il giuditio
bra non efier obbedienti al giuditio d' effa figura,
operatore valer poco j per deve moftrare tal figura grand' affettionc
e fervore , e moftrar che tali moti , altra cofa di quello per cui fia-

no

fatti

non poflino

fignificare.

Velie

LIONARDO DA

DI

Le membra

debbono

degl' ignudi

VINCI.

o meno evidenti
o minor fatica di

pi

effere

difcoprimento de' mufcoli fecondo la maggior


detti membri, e mollrar Iblo quelli membri che pi
nel

moto o

attione

&

quello che nulla


moto

"Del

Quando

dell

huomo

quella parte che fopra

che r

pi

eh'

animali

altri

la

adoprano nel
adoperato, e

GAP. G X G V.

muove con velocit o


gamba foftiene il corpo

fi

s'

lento e molle.

reft

hnomo

'

quello

manifclli

fi

adopera

cor Co

pi

57

GAP. CXCIV.

me-mhrtjcatiom degV ignudi.

Velie

tardit

pi

far

fempr

bafla

altra

binando maggior

mlV

d^ altet.i.a di fpalle

dijfereni^a

attioni dell'

huomo

GAP. GXGVI.
Quelle fpalle o
infra loro

maggior differenza

pi tardo

far di

huomo, o

dell'

lati

moto

feguita

altezza

nell'

contrario

il

quali

delle

fuo tutto

il

che queUe parti

cio

haranno

animali,

d' altri

animale haranno minor differenza nelle loro altezze, delle quali


E quello fi prova per la 9.^
Cuo tutto far di pi veloce moto

dell'
il

moto

del

moto:

Ogni grave

locale, dove dice:

adunque movendofi

quella unita,

fenza dar di

feguita
f

il

breviffima

linea

la

pefo nelle parti

del

moto

del fuo

linea

la

alcun luogo,

d' elfo

laterali

del

parte a

la

fuo tutto,

tutto

GAP. GXGVII.

tifpojla contra.

Dice r avverfrio

verfo

tutto

per

pefa

quanto alla prima parte di fopra , non


efTer neceffario che
huomo che fl fermo , o che camma con tardo moto ufi di continuo la predetta ponderatione delle membra
fopra il centro della gravit che foftiene il pefo del tutto
perche
molte volte 1' huomo non ufa ne oiferva tal regola, anzi fa tutto
in

1'

il

contrario,

lando

fopra

conciofiache

un

piede

fol

gamba che non


nocchio, come fi moler

fopra la
c{\

che quel che non

nel fianco

come

fi

alcune

volte

effo

{\

piega

lateralmente,

alcuna volta fcarica parte del


retta

nelle
fatto

quella

cio

due

figure

dalle

B. G.

fpalle

dimoflrato a fuo

che

nella

fi

{Fig.

ilio

pefo

piega nel gi21.)

figura

Riipon-

G.

fatto

luo^o

Coma

TRATTATO DELLA PITTURA

58

Come

ti

braccio

muta

raccolto

(Quando

braccio

ejfo

tutto
s

ejende

huomo

huomo

fra

in

fopra

quello che

muove

tutta

con

aperte

braccia

le

pondeiatione

la

come

fuo piede fblentacolo del tutto,

il

fonder atwne

GAP. CXCVIII.

L' eftenfione del braccio raccolto


dell'

^nma

dalla jlia

va lopra

il

mo-

corda fcnza

la

altro baftone

huomo

3)ell'

altn avimalt che nel muo-oerfi con tardit non hanno

(iella

gratuit troppo remoto dal centro

il

centro

delli fojlentacoli

GAP. GXGIX.
Queir animale har
to

vicino al perpendicolo del centro

pili

movimenti, e
de' foftentacoli pi remoto
di

tardi

pili

Tua

gambe

centro delle

il

quale

il

T)eir huomo

quello

dal perpendicolo

quale far

il

har

centro

il

del centro della gravi-

porta un pefo fopra

che

tan-

moto

pi veloce

di

fia

della gravit

convergo,

cofi di

fuo fofentacolo

fue fpalle

le

GAP. ce.
Sempre
che
per

fpalla dell'

la

fpalla fenza pefo,

la

quale

la

paffa

la

huomo

che foftiene il pefo pi alta


e quefto l moftra nella figura, {tig. 22.)
centrale

linea

e del pefo da lui portato

il

qual pefo comporto

il

tutto

di

pefo
f

dell'

non

huomo,

fufle

divi-

foma fopra il centro della gamba che pofa


farebbe
neceffit che tutto il comporto rovinaile
ma la necertit provede
che tanta parte del pelo naturale dell' huomo ( getta da un de' lacon

fo

egual

quanto
posto lato
s'

e querto far

non

pu

li

del pefo accidentale da lui portato

llo

il

pefo non

mezzo che
"Della

l
1'

alza,

divif
forti ene

con

il

l'

huomo non

artiltiola

nccelfit

quello

parte

huomo
oppolta

s'

dall'

op-

piega e non

li

fuoi

abbafla

ha trovato

'

dell'

non

far

non

lieve

ponderatione dell huomo fopra

pefo

egual

e la fpalla

GAP.
Sempre

le

aggiunge

pi lieve con tanto piegamento che partecipi

abballa dal lato luo

fpalla del

che

la quantit del pefo accidentale

ti,

pu
.

la

que-

tale attiene

piedi

GGL
che pola fopra una
fopra

il

centro

ll

della

gamba

far

gravit che

(f/^- 23.)

DelV

Poe/, /f.

LIONARDO DA

DI
"Dell

L*
il

huomo

centro della

Velia

biltcat'toie

huomo

'

che

che

move

fi

har

gamba che pofa


del

morje

fi

59

C A P. C C II.

centro

il

della Tua gravit fopra

{Ftg. 24.)

terra

in

VINCI.

ammale immobile fopra

pefo di quahmcjiie

fue gambe.

le

GAP. ceni.
La

moto

privatione del

Tuoi piedi

\D e piegamenti

quanto
all'

egli

inegualit che

dell'

fi

foftengono fopra

'voltamenti dell' huomo.

Tanto diminuifce
far

qualunque animale,

nafce dalla privatione

ro oppofitj pefi che

lati

di

1'

huomo

hanno

dell'
,

eftende

Et

alla

che

parte

li

infra lo-

CAP. CCIV.

crefcc nell' altro Tuo lato oppofito

ultimo fubdupla

quale pofa

lor pefi (F/^. 25.)

piegamento

nel

il

fi

uno

de' Cuoi

piegatura

tal

di quefto

(i

far particolar trattato.

CAP. CCV.

Ve' piegamenti.

Tanto quanto uno


go, tanto
itrinfeca

la

de' lati

membri

de'

piegabili

fi

far pi

lun-

La linea centrale emai di*


ne membri piegabih

fua parte oppofita far diminuita.

che non

de' lati

piegano

fi

minuifce o crefce di fua lunghezza.


Velia equiponderantia

Sempre

CAP. C

I.

che foftiene pefo fuor di f e della linea cendebbe gettar tanto pefo naturale o accitrale della fua quantit
che faccia equiponderanza de' pefi indentale dall' oppofita parte
torno alla linea centrale che fi parte dal centro dalla parte del pie
che fi pofa , e paffa per tutta la foma del pefo fopra cffa parte de*
piedi in terra pofata
Vedefi naturalmente uno che piglia un pc(b
e f quedall' uno de' bracci , gittar fuori di f il braccio oppofito
llo non baila a far
equiponderanza vi porge tanto pi pefo di (e
la figura

1'

medefimo piegandofi
pefo

fuoi

Si
lati

vede ancora
laterali

che
in

fi

fa

uno che

fufficiente
fia

che femprc getta

in

a refiftere

per cadere rovefcio


fuori

il

braccio

applicato

all'

l'

dell'

uno

de*

oppofita

parte

Pi

TRATTATO DELLA PITTURA

6o

Del

Quando

humano

noto

tu vuoi fare

1'

C A P. C C V IL

huomo motore

alcun pefo

d*

confider

moti debbono eOfer fatti per diverfc linee, cio o di baffo


in alto con femplice moto, come fa quello che chinando fi piglia
il
pefo che rizzandofi vuole alzare, o quando vuole ftrafcinarfi alcuna cofa dietro, overo fpingere innanzi, o vuoi tirar in balio con
corda che palTa per carruccola Qui fi ricorda che il pefo delf huomo tira tanto quanto il centro della gravit fua fuori del centro

che

li

del fuo foitentacolo

gambe o
Mai
il

quello

aggiunge

s'

fcende o fale, n mai

fi

Del moto

non

alzi

dalla

creato

il

fi

cammina per

bihco,

le

calcagno.

dejrutttone

del

GAP. CCVIIL

bilico.

moto

e quella

fi

fa

che

niffuna linea,

creato dalla dcftruttione del bilico,


imperoche niffuna cofa per f fi move che

lit:

fanno

fchiena piegate nel fuo rizzarfi

pie di dietro

Il

che

forza

la

pi veloce, che pi

fi

cio

non
rimovc

dall'

inegua-

efchi dal

fuo

detto

fuo

dal

bilico

Vel

bilico

delle figure

C A P. C C

X.

Se la figura pof fbpra uno de* fuoi piedi , la fpalla di


Iato che pcfa fia fempre pi balTa che 1' altra, e la fontanella
gola far fopra il mezzo della gamba che pof. Il medefimo
der per qualunque linea noi vedremo effa figura elTendo fcnza
cia f^ortanti

in

mano, o

non molto
in

fpalla,

innanzi o indietro. {Fig.


Della grafia

Le membra

fuori della

figura

o fportamento

o fqnza pefo

della

quel
della

accabrac-

adolTo

gamba che non pofa

26.)

delle

membra.

GAP. CCX.

corpo debbono effcre accommodatc con gratia


al propofto dell' effetto che tu vuoi che faccia la figura: e f tu
vuoi fare la figura che mofiri in f leggiadria
debbi far membri
nel

gentili, e

difefi,

fenza dimoftratione

di

troppi

mufcoli

e quei

po-

chi che al

proposto farai dimoflrare, farli dolci, cio di poca evidenza, con ombre non tinte, e le membra, e maffiniamente le brac
eia difnodate , cio che niffun membro non ftia in linea dritta col

membro
va,
farai

lare

che s'aggiunge feco. E f il fianco polo dell' huomo fi troper lo pofare fatto, che il dcfiro fia pi alto che il finifiro,
la giuntura della fpalla fuperior piovere per linea peroendico-

fopra

il

pi eminente oggetto del fianco, e

fia

ella fpalla

deftra

pi

LIONARDO DA

DI
pi

della finiflra, e

baflfa

della giuntura

6\

Tempre fuperiorc

fia

gamba

fopra che pofa la

di

pie

del

fontenella

la

VINCI.
:

mezzo

al

gamba che

e la

non pofa habbia il Tuo ginocchio pi balio che l'altro, e prefTo ali'
altra gamba.
Le hutitudini della tefta e braccia fono infinite, per non m' eftender

con

alcuna regola

darne

in

Dir pure che

fiano facili e grate

torcimenti, acci non paiano pezzi di legno.

varij

GAP. CCXI,

Delle comodit delle membra.

quanto

In

elle

comodit

alla

d* efT

membri

harai

confdcrare

che quando tu vuoi figurare uno che per qualche accidente fi habbia a voltare in dietro, o per canto, che tu non facci muovere l
piedi e tutte le membra in quella parte dove volta la tefta, anzi
farai operare col partire efio fvolglmento in quattro giunture, cio
ginocchio, del fianco, e del collo: e f pofedeftra , farai il ginocchio della finiftra piegare in

quella del piede, del


fu la

rai

dentro,

gamba

&

Tuo piede

il

elevato alquanto di fuori, e la fpalla

fia

fi-

e la nucca fi fcontri nel


alquanto pi bafia che la deftra
medefimo luogo dove volta la noce di Riori del pie finiflro , e
la fpalla finiflra far fopra la punta del pie dcflro per perpendicolar
linea: e fcmprc ufa, che dove le figure voltano la tefta , non vi fi
volga il petto, che U natura per noRra comodit ci ha fatto il colche con facilit pu fervire a divcrfc bande , volendo 1* occhio
lo
voltarfi in varij fiti
a quefto medefimo fono in parte obbedienti

nilka

fia

r altre giunture: e
veflcro in qualche

fhe

petto

il

2)'

&

f fai

huomo

1'

modo

ad

volga fopra

fi

a federe, e che le fue braccia s' aadoprare in qualche cofa traverfa, fa

giuntura del fianco.

la

una figura fola fuor

Ancora non

dell

'

hiforia

pie

gli

far

fatto

eh'

fi

dir

pieno

nel

tutte

la

figura moftra di

feguiti,

moto,

libro

le

fia

indietro

&

il

fini-

pu correr bene.
che habbia una gamba che

difpofitione

lo

il

due

braccio deflro

fa che f altra

braccio fuperiore fcambij


{lo

il

tal

uno che

innanzi

facci

gli

perche fcnza

alquanto

getti

non

deftro innanzi

ftro innanzi,

che

cio

nella

mani innanzi, ma una


indietro, perche altrimentc non pu correrci e fc

correr fola, che tu

il

II.

membra ad un medefimo moto

replicar le

figura la quale tu fngi efTer fola,

innanzi, e l'altra

GAP. C C

non

ritorni

fi

fotto

la

vada innanzi: e

de' tpovimcnti.

tefta

cefi

di

&

E
fi
il

que

TRATTATO DELLA PITTURA

6t

Sluah fono

import ant'ie che appartengono alla figura.

le principali

GAP. CCXIII.
Fra

principali cofe importanti che

le

tioni

degl' animali

fopra

Del

ti

intorno

pefo

centro

al

fopra

fella

la

fianchi e fpalle fopra

fianchi, e

bilicar

bene

fituar

richiedono nelle

fi

(palle

le

figura-

bullo

il

piedi.

gravita de

della

corpi

GAP. ccxiy.
La
(di

eguali

co che

un braccio

tanto pefo

naturale

dentale inanzi

Mai
pi

di

fi

cio

inanzi

al

far

porter

pefo

dove

quella

le attitudini

difpofti, che

Pronuntlanfi
fi

del

getta

degl'

con quelle

g* atti

variano fecondo

huomo

eiTo leva

fi

dimoflri

&

acci-

parte che fporta

GAP. CCXV.
che non jnandi di

il

lo

fporti

detto pefo.

1'

le

membra

loro

in tal

intentione del loro

huomini fecondo

fpetie

mo-

animo.

GAP. GCXVIL

Delle attitudini delle figure

Dico che

Diche

GAP. GGXVI.

huomini con

negl*
le

debba gettar

naturale

di ciafcuna

dall'

Variet d' attitudini.

t, e

eh* ella

e portar pefi,

Delle attitudini degV huomini.

do

fuoi piedi

li

altrettanto pefo che quello che vuole levare,

in oppofita parte

Siano

fi-ilcntacolo

folito.

hanno a maneggiare

lever

petto,

dar

rofiicnc,

fi

fiio

pofata fopra

medefimo dico

oltre al

piedi

centro del

fuo

al

fiioi

li

quanto ne

indietro

quel

fuori del fuo tutto

Delle fgure

moto

figura fenza

la

fopra

intorno

oppofiti

pefi

s'ella getta

moto

figura che fenza

le

cio de' mafchi

loro et e digni-

&

delle

GAP. G G X V 1

femmine.

deve notar le attitudini e li moti degl' huomini nati di qualunque accidente immediate , e fiano notati o meffi
nella mente , e non afpettar che 1' atto del piangere fia fatto fare a
uno in prova fenza gran caufa di pianto, e poi ritrarlo , perche tal
atto non nafcendo dal vero cafo, non far ne pronto ne naturale: ma
e ben buono haverlo prima notato dal cafo naturale, e poi fare ftar

uno

in

il

pittore

quell'atto per yederc alcuna parte al propofito, e poi ritrarlo.


Delle

LIONARDO DA

DI
Delle atttoi de

Tutti

con

ftanno

quando
vota,

divedi

tutti

elio

egli

cafo, cerne

degno

cafo

cedario che tutti


diverfi

movimenti

o di

movimenti

il

gran

gran

con

divcrf

vifi

li

fmili

non

ne-

ma

con
o l

fpaventati di quel-

timore, &. di fuga,

di

dir nel libro de'

de-

devo-

di

rallegrino

fi

come

cofa.

atti

quello

in

quelli

di

dimoftratione

fi

di

(acriHcio

nel
,

atto

eflo

cafb e

il

notato

d' eflere

occhi a elio calo

g'

parte

%uahtci degV ignudi

Non

oilia

calo paurofb

come

pianto

circolanti voltino

&

varij

1'

li

dolghino infieme:
Te
li
che fuggono faccino

con

rifo

che

degno

confdcrare

occhi

g'

mollrare

il

di

malfattori

li

circoftanti drizzano

li

tionc a
s'

punifcc

^iuftitia

la

ammirativi

atti

6^

GAP. C C X I X,

qualunque caio

eh

circolanti

li

VINCI.

a un cefo notnv.do

c'irco^Iaiti

moti

GAP. G G X X.

mai una figura che babbi del fottilc con mulcoli \


troppo rilievo imperoche g' huomini fottili non hanno mai troppa
carne fopra 1' ofTa ma fono fottili per la fcarfit di carne
e dove
poca carne , non pu effer grolTezza di mufcoli
far

Come
I

&

ti,

mufcolofi hanno grolTe

hanno

(i

fi

interporre

fuole

I*

graffo,

careltia di

per loro accrefcimento


loro

GAP. G C X X

mufcolt fon corti e grojf,

li

imperoche

ha

luogo

&

&

grofl

il

graflo che

mufcoh

cor-

de* mufcoli

carnofit

le

riilringono infieme

non

huomini

e fono

offa,

I,

in

tai

inha
magri

efiendo in tutto colhetti infra loro , e non potendofi dilatare , crefcono in groifezza , e pi crefcono in quella parte che pi remota
da loro cltremi, cio inverfo il mezzo della loro larghezza e lon-

ghezza

Come

li gycfjf

Ancora che

li

mn

hanno

graffi

grofj mufcoli

GAP, GGXXII,

fiano in f corti e groffi,

come

g'

antidec-

mufcoli, ma la loro pelle velie molta groflezza fpognoia e vana, cio piena d' aria
per efii gralh {\
foftengono pi lopra 1' acqua che non fanno li mufcolofi , che hanti

mufcolofi,

elfi

hanno

fiottili

no

nella

pelle

^Imlt fono

li

rinchiufa

meno

quantit

mufcolt che fparifcono

ne'

d'aria.

mo'vtmen

di'verft

dell

'

kuomo

GAP. GGXXllI.
Neir alzare

&

abballare

delle

braccia

le

poppe fparifcono, o
elle

TRATTATO DELLA PITTURA

64
elle

fanno di

fi

variet

&

hanno

fuori

piegarfi in

fianchi

li

&

il

collo

de' fianchi

rilievi

li

nel

fanno pi
che nilun' altra giuntura
perche
loro tanchii e

nelli
,

fpalle

le

variabili:

e di quello

Vemufcoli.

GAP.

un

iar

libro particolare.

ce XXIV.

membri non debbono haver

Li

fanno

ornile

il

in dentro

moti pi

li

rilievo

pi

giovent

nella

pronuntiationc

e ne' giovanetti
perche . fegno di fortezza attempata
non tempo, ne matura fortezza: ma fiano i fentimenti delle membra pronuntiate pi o meno evidenti, fecondo che pi o meno faranno affaticati: e Tempre li rnufcoli che fono affaticati fono pi alti

de' mufcoli

che quelli che ftanno in ripofo , e mai le linee centrali intrinfeche de' merpbri che fi piegano ftanno nella loro naturai lunghezgroffi

za.

r ignudo

Che

Jgurato con grand* enjide;rx>a de mufcolt Ja

fenica

moto

GAP. G G X X V.

con grand' evidenza di


perche non fi pu muovere

L* ignudo figurato

moto

fenza

fa

tutti

fi

fi

fcuoprono

non

Che

forte

fannofi

mufquelli che
de'

che tirano

quelli

mufcoli

evidenti

loro

mujcol ricercati

ci^^tto

GAR GGXXVI.
ignude non debbono haver i loro mufcoli ricercati
Per quell' afpetto
perche riefcono difficili e difgratiati

figure

membro

il

ignude non debbono ha^ver

le figure

interamente

che

tirano:

allenta,

fi

Le

una parte

quando gli oppofiti mufcoli


allentano mancano della loro dimoflratione ,

coli

fi.ioi

fi

volta alla fua operatione,

per quel medefimo

fia-

mufcoli pi fpeffo pronuntiati Il mufcolo in f pronuntia fpeffo Te fue particole mediante 1' operatione, in modo che fenza tale operatione in effo prima non fi dimoffravano.

no

fuoi

li

^elV allargamento

racortamento

de

mufcolt

GAR GGXXVIL
mufcolo

Il

eftenfione

fchiene
le

to

&

attratione

quello che

fecondo

11

Il

della cofcia di dietro

Il

fef'lo

che niffun altro

compone

la

maggior variet nella fua


mufcolo che fia nell'huomo.

fa

natica

Il

terzo

quello delle

quarto quello della gola. Il quinto quello delle fpale quello dello ftomaco , che nafce fotto il pomo grana-

e termina fotto

il

pettignone

come

fi

dir

di

tutti.

Do've

LIONARDO DA

DI
Tio've

Dove

il

ft

ne

corda

trama

fl^

VINCI.

hmm'un

fenica

6^

mufcolt

GAP. CCXXVIII.
braccio termina con la palma della

mano prelTo
neU' huomo

a quat-

qua-

la
trova una corda la maggior che Ila
bracnafce nel mezzo dell uno de fucili del
le fenza mufcolo, e
ha figura quadrata,
dell'altro fucile,
e termina nel mezzo
cio
mezzo dito, e quefta ferve folo
larga crea tre dita, e grolla
due detti fucili del braccio, accio non li
a tenere infieme {fretti li

tro dita,

&

dilatino

Df?/'
^

otto

pex.z,i

mfcono

che

nel

giunture

nelle

dell'

corde in marie giunture

delle

GAP. GGXXIX.

buomo.

Nafcono

wez.i.o

huomo

dell'

alcuni pezzi d'ofTo,

li

qua-

alcune giunture,
de piedi,
fpalle ,
come le rotelle delle ginocchia, e quelle delle
una per rpalla,& una pei giche
le quali fono in tutto otto,
la prima giuntura delh deti
nocchio, e due per ciafcun piede fotto
fanno duriflimi verfo la vecchiczroffi verfo il calcagno, e queffi fi

fono

li

ifabili

mezzo

nel

corde

delle

legano

che

&

za

dell'

huomo

Vel mufcolo

che

infra

pomo granato,

'l

il

fcttignone.

GAP. CGXXX.

Nafce un mufcolo infra


(dico termina nel pettignone )

pomo

il

quale

il

granato,

tre

di

&

il

pettignonc,

potenze,

perche

prima il mufcolo fupeelio mufcolo, poi le-

corde, cio
divifo nella fua lunghezza di tre
come
e poi feguita una corda larga
riore,

al quale fi congiungc
fecondo mufcolo pu ballo di quefto
mufcolo con la terza coral fine feguita il terzo
fa (econda corda
e queite tre
del pettignone
da la qual corda congiunta all' olTo
il
corde fono fatte dalla natura per
riprefe di tre mufco'i con tre
limi1'
huomo nel fuo piegarfi e diftenderd con
gran moto che ha
quale f fufie d' un pezzo ^^^|^ ^^ /^P.^ .[['^f;^
il
le mufcolo:
f
e d.ifenderfi dell huopiegarfi

ouita

il

nel

mo,

fuo
e

dilatarfi

fa maggior

reftringerfi

nel

bellezza nell'

huomo

haver^ poca

variet

di

tal

mufcolo fi ha da difenil
mufcolo nelle lue attioni , imperoche f
per
r.tirarfi, non tocca tre dita
dere nove dita, & altrettante poi
variet nejla loro figura,
ciafcun mufcolo, le quali fanno poca
poco diformano la bellezza del corpo.

Veli'

TRATTATO DELLA PITTURA

66

pu

fvoltapiento che

L* ultimo
le

calcagna indietro,

za

diffcult

&

Te

&

non

vifo

il

fi

huomo nel

<vedeyjt

dietro,

fl

CCXXXL

GAP.

pvoUamento che ^u far

J)f//* ultimo

far

in

1'

huomo

faccia:

&

gamba

piega la

pel dimollrarf

far

quefto non

fi

far (en-

abbalTafi la fpalla

che

guarda la nucca: e la caufa di tale fvoltamsnto fia dimoftrata nell'


ultimi fi muovmo {Fig. ij.)
quali mufcoli primi
anatomia,

&

&

^^fo

pu a'wictuar

Jt

un braccio

l'

con

altro

dt

dietro,

GAP, CGXXXIL
mandano

gomita non Ci faranno mai pi vicine che le pi lunghe dita pafTino le gomita dell'
pppofitc mani , cio che 1' ultima vicinit che haver poffino le gojpita dietro alle reni , far quanto lo fpatio eh' dal lup gomito air eftremo del maggior dito della mano, le quali braccia fanno un quadrato perfetto. E quanto fi poflino traverfar le braccia
e che le gomita venghino nel mezzo del petto
fupra il petto
e quefte gomita con le fpalle e braccia fanno un triangolo equilaDelle braccia che

fi

di dietro,

le

tero

(%.

^elV

apparecchio della forz.a dell

28.)

huomo ehf wuol generare gran

^ercujjone

>

GAP. CCXXXIH.
Quando
fjrza

effo

fi

1*

huomo
piega

fi

difponc

fi

trce

moto con
moto contrario

creationc

alla

del

quanto pu nel

la

quello dove vuol generare la percufTione , e quivi i apparecchia nella forza che a lui pofTibilc, la quale conduce e lafcia fopra della

cofa

da

lui

percoffa

'Della forila compoja

col

dall

moto
huomo

del

compofto

-prima J dir

(F/^. 2^.)

delle

braccia

GAP. GGXXXIV.
L mufcoli che
flenfione

fo

del

retrattione

detto adiutorio

che eftende

muovono

il

1*

uno

braccio,

il

maggior

braccio
dietro

all'

fucile

del

nafcono circa
altro

di

il

braccio

mezzo

nell' edell* oC-

dietro e nato quello

dinanzi quello che lo piega.

proSe r huomo pi potente nel tirare che nello fpingere


vafi per la 9." de ponderibus , dove dice: Infra li pefi di egual potenza, quello fi dimoftrer pi potente che far pi remoto dal polo
della loro bilancia. Seguita che eflendo N. B. {Fig. 30.) mufcolo,
N. G. mufcolo di potenza in tra loro eguali, il mufcolo dinan,

zi

Pa.y. 6S.

Pa^. 66.
t'--^

mmm'^^..

LIONARDO DA

DI

VINCI.

N. C. pi potente che il mufcolo di detto N. B., perche elTo


fermo nel braccio in C. fto pi remoto dal polo del gomito A.
che non B. il quale dil da elTo polo , e cofi conclufo l' intento
Ma quefta e forza femplice, e non comporta, come fi propone di voler trattare , e dovemo metter pi innanzi ; & la forza comporta quella quando faccndofi un operatione con le braccia, vi s'aggiunge una feconda potenza del pelo della periona
e delle gambe,
come nel tirare, e nello fpingere, che oltre alla potenza delle braccia vi s' aggiugne il pefo della perfbna
e la forza della fchiena, e
delle gambe, la quale nel voler dirtenderfi, come farebbe di due
ad una colonna, che uno la fpingelTe, e l'altro la tiralTe.
ZI

^lual maggior

poteti'z.a

lo

dell

huomo , quella del tirare

'

Molto maggior potenza ha

o quella

del-

CC XXXV.

GAP.

ffwgere.

huomo

che nello fpingere , perche nel tirare vi s' aggiunge la potenza de' mulcoli delle braccia che fono creati folo al tirare, e non allo fpingere, perche quando il braccio dritto, li mufcoli che muovono il gomito non poffono bavere alcuna attione nello fpingere pi che fi aveffe 1' huomo
appoggiando la fpalla alla cofa che lui vuole rimuovere dal Tuo iito , nella quale folo s'adoprano li nervi che drizzano la fchiena incurvata,

che drizzano

quelli

la

cofcia, e nella polpa dietro alla

aggiungerfi

gambe,

la

potenza

1'

gamba
gamba,

braccia

delle

la

fua obliquit

&

cofi

rtanno

conclufo

dell'

huomo,

fpingere concorre

allo

fotto la
tirare

al

potente ert:enfione delle

la

deUa fchiena, infieme col petto

che richiede

tirare

piegata,

nel

qualit

nella
il

medeiimo,

perche tanto a fpingere


mancandogli la potenza delle braccia
ccme bavere interpolto un
con un braccio dritto fenza moto
pezzo di legno fra la fpalla e la cofa che fi fpinge {Ftg. 31.)
,

Delle membra che pegano

piegamento.

La

che

officio

fa

carne che la

njejle

in

effo

CaP. CCXXXVI.

carne che verte le giunture

dell' offa,

crefcono e diminuifcono nelle


gamento o eftenfione delle predette

vicine

la

l'altre

parti

all'

orto

il

pie-

loro groflezze fecondo

membra

cio

crefcono

dalla

angolo che fi genera nelli piegamenti de' membri


alTottigliano
&C fi ertendono dalla parte di fuori dell* ans'
golo erteriore:
il
mezzo che s'interpone fra l'angolo convelTo
il
concavo partecipa di tale accrcfcimcnto o diminutione , ma tanto
parte di dentro
,

dell'

&

&

&

pi o
delle

meno quanto

le

parti

fono

pi

vicine

remote

dagl' angoli

dette giunture piegate.


I

Ve

TRATTATO DELLA PITTURA

6S

gamba

X>el ^voltar la

fenz.a la

cofc'ia

C A P. C C X X X V

gamba dal ginocchio in gi fenza voltar


moto e quefto nafce che la giuntura dell'

ImpofTibilc voltar la

con altrettanto
oflo del ginocchio ha il contatto deli' olTo della cofcia internato e
commeiTo con X odo della gamba , e fblo fi pu muovere tal giuntura innanzi o indietro, nel modo che richiede il caminare ,
inginocchiarfi i ma non fi pu mai muovere lateralmente , perche li
contatti che compongono la giuntura del ginocchio non lo comportano imperoche f tal giuntura fufle piegabile e voltabile , come
la cofcia

&

1'

r offo

dell'

che

cofcia

della

piegabili

commette nella fpalla, e come quello


commette nelf anche, 1' huomo harebbc fempre

adiutorio che

cofi

le

fi

(\

gambe per

loro

gli

parte di dietro, e fempre tali


tal giuntura non pu preterire

alla

ra

folo piegabile innanzi,

huomo non

non

lati

come

dalla

gambe farebbono
la

torte:

perche

&: anco-

gamba

rettitudine della

indietro,

parte dinanzi

{\

&

piegaiTe indie-

potrebbe levare in piedi quando fuile inginocchiato , perche nel levarfi di ginocchioni, delle due ginocchia, prima {\ d il carico del bufto fopra Y uno de' ginocchi, e fcaricafi il
peib dell'altro,
in quel tempo l'altra gamba non fente altro pe{o che di f medefima, onde con facilit leva il ginocchio da terra,
e mette la pianta del piede tutta pofata alla terra, di poi rende
tro

fi

&

tutto

pefo fopra elfo piede po/ato, appoggiando


ginocchio ,
in un tempo diftendc il braccio
il

&

{io

petto

to

la

e la tefta in alto
e

faflTi

cofi

il

mano

fopra

il

quale porta

il

diftende e drizza la cofcia col pet-

dritto fopra effo piede pofato infino

che ha levato

1'

al-

gamba.

tra

Velia piegatura della

Sempre
r

la

carne

cardie

piegata

GAP. CCXXXVIII.

grinza

dall'

oppofita parte da che

tirata.

Del moto fewplice


Il

moto

femplice

dell'

huomo.

detto

GAP. GGXXXIX.

quello

che

fa

nel

piegarfi

fempli-

ccmente, o innanzi, o indietro.

Moto
Il

ne

fi

cofi

moto comporto

richiede

piegarfi

deve avvertire

il

compojlo,

GAP. GCXL.

quando per alcuna operatioin gi in traverfo in un medefimo tempo


pitture a fare i movimenti comporti, i quali
detto quello

fia-

sJj^

LIONARDO DA

DI

fiano integralmente alle loro compofitioni

compollo

mediante

in contrario

di

necefTit

un

col fargli fare

moto da cHa
Dellt moti

le

tale

atto

VINCI.
cio f

attione

femplice

il

6^

uno

un

fa

atto

che tu non X imiti


quale far pi re-

attione.

appropriati

agV

effetti

degV buomini

GAP. CCXLI.

Li moti delle tue figure debbono elTere dimoftrativi della quandella forza quale conviene a quelle ufare a diverle attieni , cio

tit

che tu non facci dimoftrare le medefime forze a quel che lever una bacchetta , la quale fia conveniente all' alzare d' una trave Adunque fa diverfe le dimoftrationi delle forze fecondo la qualit de' pc.

da loro maneggiati

De

Non

C A P. C X L II.

moti delle figure .

mai le tefte
a deftra o a fniftra
farai

dritte

fopra

ancorch

fpalle

le

ma

voltate

in

guardino in sii o in
gi
o dritto , perche gli necelTario fare i lor moti che moftrino
vivacit defta, e non addormentata. E non fare li mezzi di tutta
che moflrino le loro rettitudini fola pcrfona dinanzi o di dietro
e f pure tu lo
pra o (tto agi' altri mezzi fuperiori o inferiori
traverfo,

elle

vuoi ufare,
cia, o delle

non replicare li movimenti delle bracgambe, non che in una medefima figura, ma ne anche

nelle circolanti

non

ne' vecchi:

fallo

vicine,

gi

la

neccifit

del cafo,

che

li

fnge

coftringeffe.

ti

Vegl

'

atti

dimoflrati^t

GAP. GGXLIII.

propinque per tempo o per fto s' hanno a moftrare con la mano non troppo remoe f le predette cofe faranno remote, reta da effi dimoftratori
mota debba elTere ancor la mano del dimoftratore, e la faccia del
Negl*

atti

affettionati

dimoftrativi

le

cofe

vifo volta a che

fi

dimoftra.

Della variet
Sia variata \ aria

de

'vifi .

de' vif

GAP. GGXLIV.

fecondo

g'

accidenti

dell'

huomo

fatica, in ripofo, in pianto, in rifo, in gridare, in timore,

&

ancora le membra della perfona infieme con tutta


tudine deve rifpondere all' effgie alterata.

fimili

in

e cof
1'

atti-

X>

TRATTATO DELLA PITTURA

70

X>e moti appropriati alla mente del mobile

Sono
col

moto

alcuni moti mentali fenza

corpo

del

moto

il

Li moti mentali

C A P. C C X LV.

&

del corpo,

fenza

moto

il

alcuni

del corpo la-

mani, oc ogn' altra parte che moftra vita:


ma li moti mentali con il moto del corpo tengono il corpo con le
e di quefie membra col moto appropriato al moto della mente
cvvi un terzo moto eh' parflo tal difcorfo fi dir molte cofe
uno,
tecipante dell'uno e dell' altro: & un quarto che non n
cadere

fciano

braccia,

1'

e
n r altro i e quefti ultimi fono infenfati , ovvero difenfato
mette nel capitolo della pazzia o de buffoni nelle loro morefche

fi

Come gV

attt

commoditk

Il

muoijano

mentali

la

GAP. C

moto mentale muove

non in qua &


le non muove i
,

perche

fenfi

quando

in

tale
fi

moto

dell'

chio,

torce prima

lafciando ftar

infieme con

all'

li

huomo

'

obbietta

fianchi

il

Tanto fon

moti

e
,

facili

la

qua-

occupata

fenfo pi neceflario, eh' l'oc-

fi

fbio

muove

quella parte dove

far gran

le
fi

covol-

difcorfo.

G A P. G G X L V

mediante 1' obbietto, o


nafce immediate, quel che

e ginocchi verfo

moti comuni

femplici

GAP. G G X LV I L

primo luogo,

ta l'occhio, e cofi in tali accidenti

De

facilit

caufato

obbietto

piedi al

di

l.

atti

medefima

in f

obbietto nafce immediate, o n:

muove

fcie

il

grado

fuo obbietto nella mente

Del moto nato dalla mente mediante

Quando

X LV

corpo con

il
il

primo

ni

perfona

IL

huomini quante

fono le variet
e ciafcuno accidegl' accidenti che difcorrono per le loro menti
fecondo che faranno
dente in f muove pi o meno effl huomini
1'
di maggior potenza, e fecondo
eti perche altro moto far fopra
varij

li

degl'

un medefimo

cafo

un giovane

che un vecchio

Del moto degl' animali.

GAP. GGXLIX.

due piedi abbaffa nel fuo moto pi quella parche quella che ^ fopra il piede
te che Ila fopra il piede che alza
che pofa in terra: e la fua parte fuprema fa il contrario: e quello
fi
vede nelli fianchi e fpalle dell' huomo quando camina, e negl'uccelli il medefimo con la tella fua, e con la groppa.

Ogn' animale

di

eh' ogn:

LIONARDO DA

DI
ogm membro

Cj

Ja proportfQ>jato a tutto

il

VINCI.

71

C A P. C C L.

fuo corpo .

Fa eh' una parte d'un tutto fa proportionata al flio tutto: come fc un huomo di figura grolla e corta, fa che il mcdefmo fia
in f ogni fuo membro
cio braccia corte e groffc
le mani larghe
e le dita corte, con le fue giunture nel modo fopra decie grode
,

to.

cofi

rimanente,

il

GAP. CCLI,

T>elV offer^awLa del decoro.

decoro, cio la convenienza dell'atto, vefll, (Ito, e


circoftanti della dignit o vilt delle cofe che tu vuoi figurare
cio
che il Re (a di barba, aria, i hahito grave,
il
fito ornato,
i
circoftanti ftiano con riverenza, ammu'atione,
habiti degni e
OlTerva

il

&

&

&

convenienti
bietti

&

li

gravit d*

alla

una corte

reale

li

vili

difbrnati

loro circoftanti habbino fimilitudine con atti

membra

vili

&

ab-

e prc-

componimento. Che
gli
atti d' un vecchio
non fiano fimili a quelli d' un giovane
e
quelli d'una femmina a quelli d'un mafchio, ne quelli d' un hug^
mo a quelli d' un fanciullo
funtuofi, e tutte

le

corrifpondino a

tal

l^elV etk

fgare. GAP. GG LII.

delle

Non

mefcolare una quantit di fanciulli con altrettanti vecchi,


n giovani con infanti , n donne con huomini , f gi il caio ^he
VUOI figurare non li legaffe infieme
^Imltt

d' hiiom'mi

Per r ordinano

componmentt dell'

ne'

hijlorie.

componimenti comuni

GAP. GGLIII.
dell' hiftorie

u(a

di

perche li vecchi fono rari


e li lor coflumi non fi confanno con i coftumi de* giovani j e dove
non p conformit di cofttimi non fi fa amicitia, e dove non amiE dove fi fa componimenti d' hiftorie appacitia fi fa feparatione
renti di gravit e configli, facci pochi giovani, perche li giovani
fare rari vecchi

e feparati

da' giovani

volentieri

fuggono

li

T>el figurare uno

configli:

&

altre

che parli con pii

cofe fimili.

perfom

GAP. GCLIV,

che parli fra molte perfon?


egli ha da trattare, e di accom-

Uferai di far quello che tu vuoi


in atto di confiderar la materia eh'

modare

in lui

g' atti

p pcrfuafiva, che

g'

appartenenti a efia materia, cio f


atti

la

materia

fiano al propofito fimili, e f la materia

di

TRATTATO DELLA PITTURA

72

di dichiaratione

ragioni

diverfe

di

che

fa

che parla pigli

quello

due diti della man deltra un dito della finilra , havendone


con la
e col vifb pronto verfb il popolo
ferrato li due minori
bocca alquanto aperta, che paia che parli. E f egli fede, che
E Te lo
paia che fi follevi alquanto ritto , e con la tella innanzi

con

fai

piedi

in.

popolo,

quale figurerai tacito,

il

con

yifo

in

tore

alquanto chinarf col petto

fallo

&

ammirativi

atti

inverfo

tefta

la

il

tutto attento a riguardare l'orafa

bocca

la

d'

vecchio

alcun

per maraviglia dell' udite fentenze chiufa, e nelli eftremi bafli tirarfi
e con le ciglia alte nella giunindietro molte pieghe delle guancie
alcuni a federe
tura , le quali creino molte pieghe per la fronte
con le dita delle mani inteffute, tenendovi dentro il ginocchio fianco: altri con un ginocchio fopra 1' altro, fu '1 quale tenga la ma,

no, che dentro a le riceva il gomito, la mano


foflenere il mento barbuto d'alcun vecchio.
Come

Alla figura irata

pugno

in

ftrette,

&

balfe

pollo

gr Ilo

Come

Al
ferita

la

te

per

farai

veftimenti
farailo

con

dlfpeyato

elevati

ciglia

le

bocca arcata, il
all'inimico pieno di grinzedella

GAP. C C LV

braccio deftio

I,

un coltello , e con le mani haverfi


fia una
a flracciar
d' elle mani in opera
piedi ffanti
e le gambe alquanto piega-

darfi
e

chinarfi

il

col capo florto

col

capelli

li

da canto

fretti

d'

perfona fimilmente verfo terra, con capelli tracciati,

la

Del

denti

capelli

li

coftato

quefto habbia

fi Jgura un

difperato

{tracciato

alto

'1

vr^da

C A P. C C LV,

uno per

de' ginocchi fu

dinanzi

irata

figv.rct

tenere

farai

uno

con

a terra ,
levare il

una

de<ve farjt

quale

del

rdere

Da

del piangere

differeri'z.a

loro

C A P. C C LV I L

quel che ride a quel che piange non

fi

varia ne occhi, ne

bocca, n guancie, ma fblo la rigidit delle ciglia che s'aggiungono


quello che piange s' aggiua chi piange e levanfi a chi ride
gne ancora le mani tracciar le vefti e variafi nelle vane caufe del
pianto, perche alcun piange con ira, alcuno con paura, alcuno per
,

A
:

&

&

alcuno per doglia e


tormento, alcuno per piet e dolore de' parenti o amici perfi delli
alcuno
alcuno mediocre
quali piangenti alcuno {{ moftra difperato
lagrima, alcuno grida, alcuno fi con il vilb al cielo, e con le
tenerezza

allegrezza

alcuno per fbfpetto

mani

in

bafo

havcndo

le

dita

di

quelle

inficme

teffute

altri
ti-

LIONARDO DA

DI
timorofi con
le

caufe

predette

Quel che

ro giunture, e

le

rivolta

della

canti

li

bocca in

e fpatiofe

di

X>el pofare

Ne' putti e
diante

Del pojar

compone

bailo,

grinze

fopra,

di

che ride

colui

nelle lo-

ciglia

le

ha alti,.

gli

GAP. CCLVIII.

putti.

non debbon*

pronti

effer' atti

femmuie

delle

gto'vam

de'

non debbon'

giovanetti

GAP. G C L I X.

le,

&

natura opera

quando vuol

che Jaltano

quelli

faltare

alza

egli

quali feguitando l'impeto,

le

tutto

al

GAP. C G L X.

alcun

infegna fenza
,

gambe

di

elTer' atti

troppo aperte, perche dimollrano audacia, o


privatione di vergogna, e le ftrettc dimoltrano vergogna.

che

me-

fatti

sbandate, o

La

5c

ne* vecchi

femmine

Nelle

pianto alza

il

gambe.

loro

le

verfa

infeme

ftringe

e le ciglia aperte

7^

innalzate all'orecchie, e cofi feguono fecondo

fpalle

le

VINCI.

difcorfo

con impeto

muovono

fi

del

faltatorc;

braccia e

le

fpal-

le

infieme con gran par-

corpo , & levanfi in alto , fin a tanto^ che il lor impeto in


f fi conlumi
il
qual' impeto accompagnato dalla fubita cftenione del corpo incurvato nella fchiena, e nella giuntura delle coqual' eftendone
fatta per
fcie , delle ginocchia , e de' piedi , la
obliquo, cioc innanzi,
all' ins, e cofi il moto dedicato all'andail
moto d' andare
re innanzi porta innanzi il corpo che falta,

te del

&

air ins alza

corpo ,

il

Deir huomo

falli

fare grand' arco

&
&

aumenta

falto

il

che <vuol tirar una cofa fuor di f con grand' tmpeto.

GAP. GGLXI.

L'
fa

pali

huomo

quale

vuol

con impctuofo moto


cio

creatione

Ma

dentro
la

il

il

potr

del

moto

del piede
contraria

pefo

dell'

la

con

fopra

huomo

fo piede deliro, (f/a.

un dardo, o
figurato

eflere

veramente

per

far

pu

figurato

effer

tu lo fingerai

fpalla

fotto

tirar

quando
quando

creatione
la

del

medefima

1'

pietra,

huomo

fi

allora

del

petto

linea

piede

la

fpalla finiitra far fopra la

il

d* elio

piede,

princi-

prepara

moto
moto

il

co-

altra

due modi

in

il

cio

il

alla

finito

di

lato

ma

har

defiro

far

punta

d' cf-

32.)

Terche

TRATTATO DELLA PITTURA

74

Terche quello che njuol tirar

gamba

Quel che
alza la

gamba

nocchio

za

o ficcar

incur<vata

oppojta

tirando

braccio che trae

al

quefto fa belicari fopra

n potrebbe trarre,
Tonderattone de

fi

Le ponderatloni overo

degl'

bilichi

non

far

nel

gi-

fen-

dillendelTe

GAP. GGLXILL

huomini

terra,

potrebbe

fi

dividono in due
quello che fatto

fi

compofto. Semplice
dall' huomo fopra li fuoi piedi immobili, fopra li quali
aprendo le braccia con diverfe dillanze del fi.io mezzo,
femplice

cio

parti,

in

quella piega

gambe

non fi muoiono.

che

corpi

cannone

il

la

al'z.a

piede che pofa in terra

il

gamba non

tal

terra

CCLX

col tirare vuol ficcare o trarre

oppofta

in

ferro

GAP,

qual piegamento o torcimento di

il

II

huomo

eflfo

e chinandofi

ftando fopra uno de' fuoi piedi


feiTjpre il centro della fua gravit
pofa:
ft per linea perpendicolare fopra il centro d' elfo piede che
e f pofa fopra li due piedi egualmente, allora il petto dell' huomo
,

har

il

fuo centro

lo (patio
Il

che
ra

interpolto infra

bilico

intende

cffer

di

il

petto

le

braccia

che

tu

linea

che mifiara

che fa un huomo
moti: come nella figufofpendendolo da terra

quello

quale
li

della

piedi.

diverfi

dietro

Dell

s'

elfi

un pefa per
il
Hercole che fcoppia Anteo

d'

<iclla

centri d'

li

comporto

fopra

fofien

infra

mezzo

perpendicolare nel

facci tanto la

fua

de fuoi piedi , quanto Anteo ha


fua gravit dinanzi alli medefimi piedi. {Fig. 33.)
alla

linea

centrale

huomo che pofa fopra


che

Quando
ba dove pofa
quefto

tal

alV

li

due piedi

altro.

eflo

manda

pofare ha da

da

l'

huomo ha

parte del pefo fopra

effere

di

il

centro

f pia psfo ali

'

uno

GAP. GGLXIV.

per lungo ftare in piedi


,

che

di

figura

ufto

1'

gam-

fiancata la

gamba

altra

nelf et decrepita

nell'

ma
iii-

veramente in uno ftanco perche moftra franchezza, o poca valetudine di membri


e per fempre {\ vede un giovane, che
fia fano e gagliardo pofrfi fopra 1' una delle gambe
e f d alC[uanto di pefo fopra
effo
altra gamba ,
ufi quando vuol dar
principio necelfario al fuo movimento
fenza il quale fi nega ogni
moto perche il moto fi genera dall' inequalit

fantia,

1'

l'

Del pofar

Sempre

le

delle

figure che

fgure.

GAR GGLXV.

pofano debbono variare

le

membra,

cio

che

LIONARDO DA

DI

VINCI.

75

fermo
o vada indietro
e f la figura pofa fopra una gamba, che la fpalla eh' fopra effa gamba fia piti balta che 1' altra , e quello fi oiFerva dagU
li
quali attendono Tempre per natura bilihuom.ini di buon fenfi
che

un braccio va

innanzi

che

altro

l'

lia

huomo

care r
piedi

huomo,

elio

morta

onde

acciocch non rovini dalli fuoi


un piede , Y oppolita gamba non fo-

fuoi piedi,

li

pofando fopra

perche

iene
il

fopra

flando piegata,
fa che

necelTit

centro della

fua

il

pefo

fopra

gravit

la

la

come f fuflc
che dalle gambe ins mandi
giuntura della gamba che lo
quale

in f

foftiene

jiouderat'iom

"Delle

dell

'

huomo

fermar/i fopra

nel

de'

piedi

fuoi

GAP. CCLXVI.
huomo

fopra li fuoi piedi , o fi caricher ugualmente fopra elfi piedi, o li caricher con pefi ineguali. Se fi
caricher ugualmente fopra effi piedi , egli fi caricher con pefo naturale mirto con pefo accidentale, o fi caricher con femplice pefo
L'

naturale
tale

Se

che

ferma

fi

caricher con pelo naturale mirto con pefo

fi

allora gf eftremi

fanti

delle giunture

poli

dalli

fo naturale femplice

egualmente
ratione

diftanti

far

fi

un

moto

membri non fono egualmente

ma

de* piedi:

fi

e cofi

con

caricher

membri

eftremi di

giunture de' piedi

dalle

di-

pe-

faranno

oppofiti

di quefta ponde-

particolare.

libro

locale

de'

allora tali

meno

moto locale pi

"Del

Il

oppofiti

acciden-

fatto

dall'

njeloce

huomo

o da alcun altro animale


quanto il centro della loro
cntro del piede dove fi fo-

far di

tanto maggior o minor velocit

gravit

far

pi remoto o propinquo

GAP. G C L X V II.

al

rtengono

Degl

'

ammali

di

(juattro

piedi

tS"

come J

muonjono

GAP. GGLXVIII.
La fomma
pi

o
grandezza
cano terra
lari

che

gambe

querto
eh'

disfanno

fopra

degl' animali

caminano
meno
quanto

negl' animali

to

altezza

la

terra.

f/^.

piedi

f\

varia

pi

la

figura

loro obliquit, e
(

quattro

e tanche in quelli che rtanno faldi


elfi
animali fon di maggiore o minor
caufato dall' obliquit delle gambe che toc-

innalzano
la

di

animale

d' erto

quando

fi

quando

tali

pongono perpendico-

34.)

VelU

TRATTATO DELLA PITTURA

16

Della comfpo}deu'z.a che ha la met della


con

Mai
e

'

meta

altra

GAP. CCLXIX.

r una met della groffezza e larghezza

guale air altra


li

fmili

membra

le

a quella congiunte

faltar dell' huomo in

}7el

alt

<vf

GAP. CCLXX.
Quando
il

da

huomo

dell'

far e-

non faranno egua-

moti.

Come

eh*

huomo

dell

grojJe'z.i>a

huomo

1'

in

-i^lta

calcagno del piede

alto

la

J tronjano

tefta

moti,

tre

pi veloce

tre volte

innanzi che la punta del piede

fpicchi

fi

due volte pi veloce che li fianchi e quefto accade


perche ii disfanno in un medeCmo tempo tre angoli , delli quali il
lliperiore quello dove il bufto (\ congiunge con le cofcie dinanzi, il fecondo quello dove le cofcie di dietro fi congiungono con
le gambe di dietro, il terzo dove la gamba dinanzi i congiungc
con r olio del piede.
terra

Che

impo^tle che una memoria

delle

membra

ImpofTibile che alcuna

gV affetti
GAP. G C L X X I.

tutti

J'erhl

memoria

mutationi

pofla riferbare tutti

gli

afpetti

alcun membro di qualunque animale fi fia


Quefto
cafo efemolificheremo con la dimoftratione d' una mano. E perche
ogni quantit continua divifibile in infinito, il moto dell' occhio

mutationi

d*

che rilguarda la mano, e fi move dall' A. al B. {Fig- 35.) fi muove per uno fpatio A. B. il quale ancor lui quantit continua, e
in ogni parte di moto vaper confequente divifibile in infinito,

&

ria r afpetto e

figura della

vendofi in tutto
nel fuo

moto

cerchio:

il

mano

&

nel

il

fuo

vedere,

fimile far la

cofi

mano che

far

mo-

innalza

cio paller per fpatio che quantit

Della pratica

cercata

con

gran

follecittidine

dal

pittore.

Gap. gclxxil

re
li

tu

che

fc

farai

pittore

tu

che defideri grandiffima pratica

non

opere con

la fai

affai

fopra buon fondamento

poco honore,

buona, l'opere tue faranno molte


honore &. utilit.

farai

e
e

hai da

delle

natura-

cofe

men guadagno:
buone, con

intende-

la

tuo grande

Del

DI
Del

LIONARDO DA

g'uid'tcare

pittore

il

77
altrui

d'

quelle

opere

fue

le

VINCI.
.

GAP. CCLXXIII.
fegno in
tal giuditio: e quando l'opera fupera tal giuditio, quello pellimo,
come accade a chi fi maraviglia d' haver fi bene operato: e quando
E f il giovane
giuditio fiapera 1* opera , quefto perfetto fegno
il

Quando

1'

opera

pari col giuditio,

ft

quello

trifto

^gJI-f^'F^

in tal difpofitione

fenza dubbio quefto

fia

eccellente

componitore di poche opere


ma faranno
fermeranno g' huomini con ammiratiune a contemplarli

ma

fia

di

Del giudicare

ti

pittore

Noi fappiamo che

gli

fua pittura

la

errori

fi

operatore

che

qualit

GAP. GGLXXIV.

opere
di poi bab-

conofcono pi

nell' altrui

per fa che fij primo buon pr fpettivo ,


e fij buono architettore
bi intera notitia delle mifure dell' huomo

cofe

che nelle fue

forma degl'
non ricufare

cio in quanto appartiene alla

edifitij

ritrarle
dove tu non hai pratica,
debbi tenere uno fpecchio piano quando dipingi, e
rai dentro
opere tue la quale vi fia veduta per

1'

mano

dell' altre

naturale

di

ma

fpelfo riguardelo

contrario

meglio gl'errori tuoi.


Et ancora far buono levarfi fpefio, e pigliarfi qualche folazzo, perche col ritornare tu migliori il giuditio i che lo far faldo nell' opera ti fa forte ingannare
parr di

Come

d'altro maeftro

lo

fpecchio maejlro

de

Quando

tu vuoi vedere

giudicherai

pittori

la

GAP, CGLXXV.

tua pittura tutta infieme ha con-

formit con le cofe ritratte del naturale, babbi uno fpecchio, e favVI dentro fpecchiare la cofa viva , e paragona la cofa fpecchiata con
la tua pittura , e confider bene il tuo obbietto nell' uno e nell' altro
Tu vedi uno fpecchio piano dimoilrar cofe che paiono rileva.

te

&:

e la pittura

il

fpecchio

fa
il

litudine delle cofe


aliai

di

1'

dalla fua fuperficie.

de' lineamenti

tu conofci che lo fpecchio

&

per

1'

parr ancor

pittura
Il

ombre ti fa parere le cofe fpiccate OC halumi pi potenti che queltu fra li tuoi colori
ombre &
dello fpecchio, certo f tu li faprai ben comporre infieme, la tua

mezzo
vendo
li

La pittura ha una fola fuperficie,


medcfimo
mcdefimo. Lo fpecchio e la pittura mofira la fimiuna e l'altra pare
circondata da ombra e lume, e
il

lei

una cofa naturale

veltro maelfro vi mofira

il

chiaro

un gran fpecchio.
ofcuro di qualunque ob-

vifta
1'

in

ne hanno uno eh' pi chiaro che le parti


alluminate del firaulacfo di tale obbietto, e fimilmcnte in efl^i colon
bietto

li

voftri

colori

'
.

,
,

TRATTATO DELLA PITTURA

1^

ne trova alcuno che e pi fcuro che alcuna ofcurit di elfo obbietto: onde nafce che tu, pittore, forai le pitture tue flmili a quelle di tale fpecchio
quando veduto da un folo occhio , perche li
,
due occhi circondano 1' obbietto minore dell' occhio
f

^al

pttura

Quella pittura
la cofa

CCLXXVL

pi laudabile la quale ha pi

imitata. Quefto paragone a confusone

vog lono racconciare le cofe


imitano un -figliolino d' un anno,
quali

"^^'^

^^^ altezza, t loro

di

natura

la

tella

conformit
quelli

di

come

pittori

li

fon quelli che


entra cinque

quale

del

con

fanno entrare otto: e la larghezza


delle fpalle fmile alla tcfta
riducendo
e quefti la fanno dupla,
con un picciol fanciullo d' un anno nella proportione d* un huomo

Vellfoyra^'^^^^
Cd^. 157.

GAP.

pi laudabile.

la

di

trent'

anni

tante

che r hanno converfo

volte
in

vifanza

e ftabilita nel lor corrotto

che

natura, o chi imita


fare come efl'i fanno.

il

primo obbietto

La prima

ufato vifto ufare

quale ufanza

la

giuditio

la

^ale

hanno

che

fan

taf errore

tanto penetrata

credere

medeimi

lor

natura, facci grandiffimi errori a

la

i}itentione

del pittore.

GAP.

non

CGLXXVIL

che una femplice fuperfcle piana fi dimoftri un


corpo rilevato e fpiccato da elfo piano:
e quello che in tale arte eccede pi g' altri , quello merita maggior lode, e quefta tale inveftigationc, anzi corona di tale fcienza
nafce dall' ombre , e lumi
o vuoi dire chiaro e ofcuro Adunque
intentionc

del

pittore fare

f tu fuggi

ingegni, e

r
1'

ombre

tu

fuggi la

acquifti apprefio

dcfidera che bellezza

binale pia

di

tnpor tante

1'

colori

gloria

apprefTo

dell' arte

ignorante volgo,

il

non conofccndo

il

nella pittura

'

ombra

li

nobili

quale nulla pi
rilievo

fuoi lineamenti

GAP. GGLXXVIH.
Di molta maggiore
pittura che

nella

che

li

lineamenti

li

fi

fuoi

inveftigatione

lineamenti:

poffano

lucidare

fpeculatione fono

la

prova

di

1'

ombre

quefto s'infegna,

con veli , o vetri piani interfi


deve lucidare, ma 1' ombre

occhio e la cofa che


non fono comprefe da tal regola , per 1' infenfbilit de' loro terli
quali il pi delle volte fono confuf > come fi dimoffra
mini
nel libro dell' ombre e lumi
infra

pofli

1'

Come

LIONARDO DA

DI

dare

Cofije fi denje

lume deve

Il

dove

fingi

ofcure

corpi

coftanti

tua figura

&

all'

ombra per

terra.

ca(a

tione bianca, fa poca

fingi

la

la

ombre

1'

fa

fto

ombre di tutti li cirfigura in trillo tempo, fa poca


fenza farli alcun' ombra alli piedi.
\

gran differenza

fa

fole

al

naturale

il

da'

lumi all'ombre,

&

tu vi figuri fineftra impannata,

lumi &c ombre:

habita-

ella

al-

lumi roffeggianti e potenti, e l'ombre ofdell' ombre per li muri o per terra fiano terquanto pi s' allontana dal corpo, tanto pi fi faccia am-

minati: e

diff^erenza fra

luminata dal fuoco, t


cure e lo sbattimento
pia.

cio

ombre,

figura far in

la

terra.

in

differenza da' lumi

fecondo che darebbe

75,

GAP. CCLXXIX.

gran piazze de' lumi, e ftampinfi

alle figure

ufto

efTere

la

eflfer

lume

il

VINCI.

detta

figura

alluminata

fofle

parte

dail' aria,

parte dal

fuoco, fa che il lume caufato dall' aria, fia pi potente, e quello


del fuoco fia quafi rolTo, a fimilitudine del fuoco. E fopra tutto
fa che le tue figure dipinte habbino il lume grande, e da alto, cio
quel vivo che tu ritrarrai, imperoche le perfone che tu vedi nelle
ftrade

hanno

tutte

gran conofcente,

il

lume

che dandogli

lume

il

Vo^e

cienje

di fotto

Jlar quello che rifguarda la pittura

Poniamo che A. B. {Ftg.


lume: Dico che f tu
il

male

pittura,

la

36.)
ti

fia

la

non

tu

cofi

duraffi

tuo
fa-^

e maff'ime f fia

fatta

vifta

luogo

meno
Come

Il

a olio,
al

comprenderai
o veramente vernicadi

E.

fpecchio

per

punto G. meno vedrai,

raggi

del

il

punto

GAP. GGLXXXI.

punto deve edere all' altezza dell' occhio d* un huomo coe


r ultimo della pianura che confina
col cielo deve effer

fatto

all'altezza

ji deve porre alto

le

natura

&

che D.

partecipante di detta percuiTione de' raggi riHeffi.

mune
che

pittura veduta,

lum^ mandato dalla fineftra alla,


E f ti porrai inha E. e D. quivi fia bene operata la tua
maffime quanto pi t' apprefierai al punto D. perche quel

perche quivi rifaltano


pittura

GAP. CGLXXX.

porrai infra G.

perche har luifro, e fia quafi di


quefte cagioni, quanto pi t' accofterai

ta

che non

fppi

a riconofcerlo.

tica

fia

(opra

di

d' cflo

montagne fono

termine della

terra

piana

col

cielo, falvo

libere

Che

. .

TRATTATO DELLA PITTURA

8o
Che

le

mn

tcc'iole

figure

debbono

ragione

per

ejfer

ftmte

GAP. CCLXXXIL
Dico che
effere

fra

dette

che pareranno

cofe

le

cofe lontane

r occhio e

cofa

la

dall'

fa

di

minuta forma nafccr

eiTendo cofi, conviene che

occhio:

molt' aria, e

la

videnza delle forme d'elfo obbietto, onde


fi

corpi

fiano indifcernibili

dall'

in-

molt' aria impedifce l'ele

non conofciute

minute particole

Adunque

tu

d' ef-

pittore

&

accennate, e non finite,


trimenti farai , far contra g' effetti della natura tua maeftra
cofa riman picciola per la diftanza grande che fra 1' occhio
farai le

figure folamente

picciolc

La

la

cofa

grande rinchiude dentro a f


grolTo corpo , il quale impedifce

molt' aria

diftanza

la

molt' aria fa in f
chio le minute particole

Qhe

campo

e toglie

e
la

all'

al-

fc

oc-

dcgl' obbietti.

de<ve

ufare

pittore

il

nelle

fue figure

CAR CCLXXXllL
^Ca^^Vi

^^

vede che tutti i corpi fono circondati


da ombre e lumi, voglio che tu, pittore, accomodi quella parte
che alluminata, fi che termini in cofa ofcura, e cofi la parte del
corpo ombrata termini in cofe chiare
E quefta regola dar grand'
^^'

^ efperienza

fi

ajuto a rilevare

Dove

le

tue figure

'Precetto

i pittura.

ombra confina

CAR CCLXXXIV.
lume

habbi rifpetto dove ella


e dove ella pi o meno sfumof inverfo
pi chiara che ofcura
E fopra tutto ti ricordo che ne' giovani tu non facci 1' omil lume
bre terminate come fa la pietra, perche la carne tiene un poco del
trafparente , come fi vede a guardare in una mano che fia pofta
traffole , perche ella fi vede roffeggiare ,
infra 1' occhio
il
parere luminof: e f tu vuoi vedere qual' ombra fi richiede alla
tua carne, farai ivi tu un' ombra col tuo dito, e fecondo che tu
r

col

&

ia vuoi

&

pi chiara o fcura,

dalla tua pittura

Gli alberi e

1'

vono haver minor

un

fito

fehaggio

dito

il

e quella contraf

Tfel fingere

haranno maggior

tieni

CAR CCLXXXV.

foglie

d'ombre,

preffo o pi lontano

erbe che fono pi


fottilit

pi

ramificati

di

quegl' alberi

fiano cagione di maggior'

rami dequell'erbe che

fottili

ombre
Come

LIONARDO DA

DI
Come

non

membra,

lue
ch'

fili

uno de

alcun' animale

fare

potcrfi

che ciafcuno per


animali

g' altri

?i

CCLXXXVI.

CAP.
Tu

VINCI.

maturale un ayimal finto

far parere

denje

non habbi

non

a lmilitudine

Adunque

quale

il

la

le

con qual-

vuoi far parer naturale

un

animai finto, dato, diciamo, che la un frpente , piglia per la tegl'occhi di gatto, e
{la una di un mainino, o bracco, e ponegli
l'orecchie d' iRrice e '1 nafo di veltro, e le ciglia di leone, e le
tempie di gallo vecchio,
di tellugg ne d'acqua.
il collo

&

"De

nj'tf

che fi debbono fare

con gratta

che habbino rilie^jo

CCLXXXVIL

CAP.

Nelle ftrade volte a ponente, flante il fole a mezzod, le pareti {ano in modo alte , che quella che e volta al fole non abbia a
riverberare ne' corpi ombroli
e buona farebbe 1' aria fenza fplendoall' bora che fian veduti li lati de' volti partecipare dell' ofcuirit
re
:

delle pareti a quelle oppofte

cia volta alla bocca della

fi:

rada

mezzo

r occhio che far nel

e cos

della

f^ya.

del nafo, e tutta la fac-

lati

li

alluminata,

bocca

di

tale

per

la

qual

cof.

ftrada vedr tal vi-

fo con tutte le faccie lui volte effere alluminate, e quelli lati che

fono volti alle pareti de' muri eflerc ombrof


quello s' aggiunger la gratia d' ombre con grato perdimenprivate integralmente da og^ni termine fpedito
to
e quefto nafcer
per caufa della lunghezza del lume che paffa infra i tetti delle ca-

fe

penetra

frada
quejli

infra

alquanto

rifchiara

Rampato da

cielo

moto

per

rifalta

pareti

le

e termina

reflefo

termini

la

ne' luoghi

lunghezza

pavimento della
ombrofi de' volti , e

fopra
dei

il

detto

gi

de tetti con la fua fronte


allumina quafi infine vicino

lume

del

che ft foal nafcimen-

bocca della ftrada ,


e cofi di mano
to dell' ombre che fanno fotto I' oggetto del volto
in mano fi va mutando in chiarezza, inhno che termina fopra del
mento con ofcurit infenfbile per qualunque verfb Come f tal lume fufTe A. E. [Fi^. 37.) vedi la linea F. E. del lume che allumina fino f( tto il nafo
e la linea C. F. lolo allumina infin fotto il
labro, e la linea A. H. fi eilende fino fotto il mento, e qui il nafo rimane forte luminofo, perche veduto da tutto il lume A. B.
pra

la

D.

E.

Del dividere

fpiccare

le

figure da

loro

campi.

CAP. CCLXXXVIII.
Tu

hai mettere

la

tua figura in
^r

campo

chiaro, f far ofcu- Vclfoy^


car. 141.

ra

metti la parte ofcura

campo

nel

lume

Il

picciolo fa grandi

fopra

termini.

Quando

far

meno

e la parte

hi

potente refter

minati

T>el fuggire

Grandiffimo

-poj

chiara in

in

dtnjerj

ombre fopra

inclufo

il

picciolo e

habitatione de

huomini

g'

porte non diano


fano pi vicine

dimoflra

fi

alle
all'

nell' aria

fole

ombre e
potente lume
,

all'

hora

fopra de' corpi da elfo

mproportonaht delle rcojlan'z^e

vitio

om-

corpi

corpi ombroli picciol'

come il
luogo d' ombra

potente

meno

le

chiara e few-

chiaro,

e terminate

fanno

grande e

1'

CCLXXXIX.

lumi grandi

di confufi

fare

lumi

de

dijferen'z.ct

CAP.

nel

ofcuroi e

ofcuro.
Della

le

campo
campo

e f far chiara, mettila in

brofi

TRATTATO DELLA PITTURA

%2
ra

illu-

CAP. CCXC.

>

di molti

prefio

il

pittori

6c altre circoftanze in tal

cio d

modo

che

ginocchia de' loro habitatori , ancor che elocchio del riguardante che non 1' huomo

che in quella moftra volere entrare. Habbiamo veduto li portici cauna delle colonne di quelli foftenitri'ci elTer nel
richi d' huomini ,
pugno a un huomo che a quella fi appoggia ad ufo di fottil baione j e fmil cofe che fono da eflerc con ogni {ludio fchifate

&

2)e termini

Sono

lineamenti

detti

de' corpi

o^njero

termini de' corpi di tanta

picciolo intervallo fhe

s'

contorni

CAP. C

XC

I.

minima evidenza, ch'in ogni

interpone infra la cofa e

1'

occhio

eiTo oc-

chio non comprende 1' effigie dell' amico , o parente , e non lo conofce , f non per 1' habito , e per il tutto riceve notitia del tutto
infieme con la parte
7)e

gt

accidenti fuferjiciali che prima fi per don t


corpi

Le prime

omhrofl

CAP. C

nel

difcoflayft

de

XCIL

perdono nel difcoftarfi de' corpi ombrofi


Secondariamente in pi diftanza fi perdono le
fono i termini loro
ombre che dividono le parti de' corpi che {\ toccano Terzo la grofe cofi fuecefilvamente fi perdono le
e de piedi
fezza delle gambe
parti pi minute, di modo che a lunga diftanza folo rimane una
cofe che

fi

mafia di confufa figura.

V9

^^^^1
Cxtrm/rr/?//)

(f<nt.> A. t^/t/ifO

(^.y"i''J'tfU'

'n>^ -n

2ag. 85

Slrolamo Qntcli 2' Smola

dir.

IO

DI
'De g

'

LIONARDO DA

accidenti

fi^erfica't

che

VINCI.

prtma jl ^evdono

j'er

Sj
chjan%,e

le

CCXCIII.

GAP.

La prima cofa che de' colori fi perde nelle diftanzc il luftro


loro parte minima, e lume de.' lumi
Secondaria il lume, perche
minore dell' ombra
Terz.a fono
ombre principali , e rimane nell*
.

1'

ultimo una mediocre ofcuriu contufa.


'Dilla

natura de termini

GAP.
Quando

corpi di

li

de" cor fi

fopra

g' altri

corpi

GCXGIV.

convena

terminano

fuperficic

fopra

altri

termine del conveflo parr pi ofcuro che


quello che col convelTo termine terminer
Il termine dell' haftc cquigiacenti parr in campo bianco di grand' ofcurit,
campo
ofcuro parr pi che altra fua parte chiaro , ancorch il lume che
corpi

egual colore

di

il

& m

fopra r halle fcende

fopra elle haftc di egual chiarezza, {tig. ^%.)

fia

Della figura che nja cantra 7 njento

GAP. C C X G V,

Sempre la figura che fi muove centra '1 vento per qualunque


non olTerva il centro della fua gravit con debit^, difpofitione
,

linea

fopra

centro del

il

fuo foftentacolo. {Fig. 3^.)

Della finejra do<ve Jl ritrae la figura


Sia la fineftra

delle

flanze

GAP. GGXCVI.

de' pittori

fatta d'

impannate

fcnza

&

occupata di grado in grado inverfo li fuoi termini di


gradi coloriti di nero, in modo che il termine de' lumi non fia congiunto col termine della finellra.
tramezzi,

Terche misurando un

njijo

poi

dipingendolo in

mofrer maggior del naturale

B.

la larghezza

dove fon

egli jl df~

GGXGVII.

GAP.

&

del fito,

grander.^a

ta/l

porta

&

nella

diftanza

della

harebbe a ftare
in dietro tutto A. G. &: all' hora le tempie farebbono portate nella
diftanza O. R. delle linee A. F. B. F. fi che ci la differenza G.
O. & R, D. e fi conclude che la linea G. F, e la linea D. F. per
c(Tere pi corta ha andare a trovare -la carta dove . difegnata X alF. B. dove la verit, e fi fa
tezza tutta, cio le linee F. A.
la differenza, come ho detto, di G. O. e di R. D.
carta G. F.

Ftg.

40.

le

guancie

elfa

&

Li

Se

TRATTATO DELLA PITTURA

Se la fuferjcle

opaco partecipa del color del fuo

ogni corpo

ohhietto

GAP. CCXCVIIL
Tu
due

hai da intendere

pareti

verai

tal

obbietto

delle quali

una

meiTo un obbletto

fc

far

(a

bianca

1'

altra

proportione infra la parte ombrofa e la


qual fu quella delle predette pareti: e

di colore azzurro,

come

far

bianco

infra

che tu troluminofa del detto


nera

T obbietto far

onde havendo da dipingere farai


nero per ombrare 1' obbietto azzuro che la
fmile

il

Togli il
/mile al nero ovvero ombra della parete che tu fngi che habbia a
riverberare nel tuo obbietto, e volendo fare con certa e vera fcicnza, uferai fare in quefto modo. Quando tu fai le tue pareti di qual
colore fi voglia. , piglia un picciolo cucchiaro , poco maggior che
quello che s' adopra per nettar l'orecchie, maggiore o minore fecondo le grandi o picciol opere in che tale operatione s' ha da
fcguita

>

e quefto cucchiaro

cffercitare,

za,

con quefto mifurerai

habbia
gradi

li

Tuoi eftrcmi di egual altez-

delle quantit

de'

colon che tu

adopri nelle tue milioni: come farebbe quando nelle dette pareti
che tu haveffi fatto le prime ombre di tre gradi d' ofcurit , e d'
un grado di chiarezza , cio tre cucchiari rafi come fi fa le mifurc
del grano , e quef^i tre cucchiari fuffero di femplice nero ,
un
cucchiaro di biacca , tu harefti fatto una compoftione di qualit
,

&

hora tu hai fatto una parete bianca &:


una ofcura, L hai a mettere un obbietto azzurro infra loro, il qual
obbietto f vuoi che habbia la vera ombra e lume che a tal azzurro fi conviene, poni da una parte quelT azzurro, che tu vuoi che
reft
fenz' ombra, e poni da canto il nero, poi togli tre cucchiari
di nero , e componeli , con un cucchiaro d' azzurro luminofo , e metcerta fenza

ti

con

sferico,
tira le

bietto

alcun

effo

la

dubbio

pi ofcura

ombra

Fatto quefto vedi

1'

obbietto

colonnare, o quadrato, o come fi fa, e s'egli sferico,


linee da g' eftremi delle pareti ofcure al centro d' effo obsferico,

dove

elTe

linee

fi

tagliano

nella

fuperficie

di

tal

maggior ombre, infra cguali angoli


poi comincia a rifchiarare come farebbe in N. O. ( Ftg.
41.) che lafcia tanto dell' ofcuro quanto elTo partecipa della parete
fiperiorc A. D. il qual colore mifchicrai con la prima ombra di
A. B. con le mcdefime diftintioni.

obbietto,

quivi infra

tanto

terminano

le

Tkl moto de gC ammali


Quella

figura

fi

GAP. GCXCIX.

dimol^rcr di maggior corfb la quale

flia

pi

per rovinare innanzi

LIONARDO DA

DI

corpo che per

Il

muove

fi

VINCI.

S5

quanto

tanto pi veloce,

far

il

centro della fua gravit pi diftante dal centro del Tuo follentacolo

Quello

detto per

moto de

il

uccelli

g'

li

quali fenza batti-

mento d' ale o favor di vento da f li muovono e quefto accade


quando il centro della fua gravit fuori del centro del fuo follentacolo
cio fuori del mezzo della fua rclidcnza fra le due ales perche f il mezzo dell' ale fa pi indietro che
mezzo ovvero centro
della detta gravit di tutto
all' hora elio uccello fi moveuccello
:

il

1'

innanzi &:

fo, quanto

ballo

ma

meno

tanto pi o

centro della detta gravit

il

al mezzo delle
mezzo dell'ale

cio che

fuc ale,
fa

centro della gravit remoto dal

il

difcenfo dell'uccello molto obliquo,

il

centro far vicino

fa

che in baf.
pi remoto o propinquo
innanzi,

mezzo

al

dell' ale,

effo

fc

difcenfo di tale uccello far

il

poca obliquit.

di

A fan

una Jigura che


20. e babbia

d'imojn

membra

ejfer

corrifpondenti

&

me

fi

i^ia

il

che riguarda
colo perche
vit

d' elfc

dritta

pittura a

1'

alla planitie
l

dimoftrare per diverfi luoghi della fnta campagna


farebbe tal figura nella curvit F. R. G, {Fig. 42.)

A fare

ovvero cur-

datai parete

non fono

piedi

non dee dar noia al pittore coe(To dipinge, e malTime havendo l'occhio
vaderla da una fneflra, o da altro fpira-

occhio non ha da attendere


parti, ma folo alle cofe che di

[ha

in ogn' altro cafo

muro dove
tal

40. in fratto dt braccia

ecc.

GAP.
In quefto

alta braccia

hanno

Ma

meglio ii
perche
cfTa

angoli.

una figura nel muro

dt

2.

che apparifca

braccia

GGG

GAP.

altex^'z.a

dt

24.

I.

Se vuoi far figura o altra cofa cho apparifca d' altezza di 24figura prima la parete M. N. {Fig. 43.) con la
braccia, farai cofi
met dell' huomo che vuoi fare, di poi l'altra met farai nella vol'1
piano d' una fala la parete della forma
ta M. R. Ma fa prima fi-i
.

che

ft

il

poi farai

grandezza

muro con

la

dietro a effa
ti

piace

dove tu

volta

tira

tutte

le

tue linee al punto

ti

eh* elle

fi

della figura

muro dritto
del muro la

R. cofi

&

F.

figurerai

la

barai tutte

1'

di

di

che

nel

momu-

difegnata in profilo

parete la figura

tagliano fu la parete N.
ro che ha fimili^tudine con la parete ,

do

hai a fare la tua figura

fii

'1

altezze e fpor-

ovvero grolTezze che fi ritrovano nsl


perche nel fuggir
M. N. farai la fua propria forma
La figura che va
figura diminuifcc per f medefima
,

le

larghezze

nella

^'^''/or*

TRATTATO DELLA PITTURA

8^
nella volta

bilogna diminuirla

ti

come

fuffe

ella

diminutione ti bifogna fare in fu una fala


la figura, che leverai dalla parete N. R. con

ben piana

le

una parete

e ridiminuivle in

A'wermef'ito rea

Avvertirci che Tempre ne" confini

li

quafar

Tue vere groflezze..

GAP. CCCII.-

lumi.

<?

le

la

buon modo,

di rilievo, e fa

ompr^

dritta

dell'

ombre

mifchia lume dc

fi

l'ombra derivativa fi mifchia col lume, quanto


Ma il colore non fi vedr
ella pi dinante
dal corpo ombrofo
mai femplice; quefto fi prova per la nona, che dice: La fuperiicie
d' ogni corpo partecipa del colore del Tuo obbietto
ancora che ella
come aria acqua e limili
perfia lupcrticie di corpo trarparente

ombra:

e tanto pi

che l'aria piglia


To Iole.

la

Adunque

luce dal fole,


fi

le

tenebre dalla privatione

d' ef-

tinge in tanti varij colon quanti fon quelli fra

miramette infra l'occhio e loro, perche l'aria in f


non ha colore pi che s' habbia l'acqua, ma 1' humido che fi mifchia con efla dalla mezza regione in gi quello che 1' ingrofTa, 6c
raggi folan che vi percuotono, l'alluminano, e l'ai
ingroffando
il

quali

ella

s'

mezza regione in su refla tenebrosa: e perche luce e


azzurro in che fi tinge
tenebre compone colore azzurro, quello
aria e mifia
con tanta maggior o minor ofcurit quanto
r aria
con massior o minor humidit
ria

eh'

dalla

1'

l'

Ttttitra

lume umnjerfale

GAP. GGCIII.

fempre nella moltitudine d' huomini e d' animali le


parti delle loro figure , ovvero corpi , tanto pi ofcure quanto elTe
fono pi bade, e quanto elle fono pi vicine al mezzo della loro
moltitudine, ancorch efi fiano in f d'uniforme colore: e queflo e
neceffario, perche meno quantit di cielo, alluminatorc de' corpi
vede ne' baffi fpatij interpoli infra li detti animali che nelle parfupreme delli medefimi fpatij. Provali per la figura qui polta
ti
poflo per l'arco del ciclo unidove A. B. G. D. {^ig- 44-)
verfale alluminatore de' corpi a lui inferiori
N. M. fono li corpi
che terminano lo fpatio S. T. R. H. infra loro mterpoflo nel qual
fpatio fi vede manifeftamente eh' il fito F. ( effcndo folo alluminato
dalla parte del cielo G. D. ) alluminato da minor parte del cielo, di quello che fia illuminato il fito E. il qual veduto dalla
parte del cielo A. B. eh' maggiore che il ciclo D. G. adunque

Ufa

di

far

^*

'

ia

pi alluminato in E. che in F.

11

LIONARDO DA

DI
camp

"De

froportloiat't

piane

verjcie

che in

corpi

un tforme

d'

colore

VINCI.

campeggiano

efj

%i
frimci delle fu-

GAP. C C C I

Li campi di qualunque fuperficie plana di colore e lume uniformi , non parranno fcparan da ella fuperficie, effendo del medef-

mo

Adunque

colore e lume.

per

la

converfa

parranno feparati.

Te

faranno di colore e lume diveri.


T'tttura

figura

d'i

corpo

GAP. G G

V.

T una de' quali vcllito


fono di due forti
di fuperfcie curva, ovale, o sierica, Y altro circondato di fuperficie laterate
regolare o irregolare. Li corpi sierici, ovvero ovali,
pajono femprc ieparatv dalli loro campi, ancorch eflo corpo (a del
color del fuo campo,
(mile accader de' corpi laterati: e queil
fto accade per eflere difpo Ili alla gencratione dell' ombre da qualch*

Li corpi

regolari

&

uno

de' loro

Nella pittura

lati,

che non pu accadere

il

mancher
di

prima di

notitia

minor quantit

prima

ieguc che

la

notitia.

di

notitia

fi

che far

non

tu, pittore,

dt

rimuovono
di minor

parte di maggior quantit

Adunque

parte

la

finire

fia
li

piana.

corpo che far

quel

GAP. G G G V

Delle parti di quei corpi che

mancher

nella fuperfcie

I.

occhio

dall'

quella.

Dal che ne
V ultima a mancar di (u
piccioli membri di quelfigura.

che fono molto remote ma feguita la regola data nel fello


Quanti fono quelli che nel figurar le citt , 6c altre cofe remo*
dall' occhio,
te
fanno li termini notiffimi de gl'edifici), non altrimenti che le fufiero in vicinilTime propinquit: e quefto impofTi-

le cofe

bilc

in

natura

perche

lontaniffima difianza
tia

cie

li

no parte

che di f
cuna coia

li

poffa vedere

termini

li

quella

vifta

con vera noti-

termini

predetti

eh' in

d' eOTi

corpi

invifibile

pittore, f farai

da

potentifTima

fono termini delle loro fupcrfitermini delle fuperficic fono linee


le quali linee non foalcuna della quantit d' efia fuperficie, ne etiam dell' aria,
velie tale fuperficie. Adunque quello che non parte d' al-

perche

nifluna

eflfi

com'

provato

in

termini fpediti e noti,

geometria

com'

in

Adunque

tu

ufanza, non far

che per tal diffetto non fi dimoflri vicinilhma. Ancora gli


angoli de g* edifici) fono quelli che nelle difianti
citt non fi debbono figurare, perche da lontano e impoflibile vederli, conciofiache elfi angoli fcno il concorfo di due li'
ncc m un punto , 6i il punto non ha parte , adunque invifibile
te

figurata

fi

rimota difianza,

Ter-

TRATTATO DELLA PITTURA

um

Terehe

campagna J dtmojlra alcuna

medejma

nore che non

C A P. C C C V

campagne alcuna

maggiore

l'olta

mi-

o minori che
non fono, per l' interpofitione dell' aria pi grolla o fotnle del
ordinario, la quale s'inframmette infra l'orizzonte e l'occhio che
Moftranfi

elle
lio

le

maggiori,

volta

vede

lo

Infra

1'

remoto

dall'

quello

occhio,

dimo-

fi

veduto infra 1' aria pai grofdimoflrer pi propinquo, che fi vedr in aria pi

pi

e quello

di egual diftanza

orizzonti

effcr

frer
fa

quale

il

fa

fottile
Vadifopra
*

g
guali
far

^ofe vcdutc ineguali

groffezza

la

ineguale

cio

1'

in dlflanze eguali

dell' aria interpofta

grolla

aria

inh-a

interpola

fi
1'

infra

dimoftreranno

occhio &C
la

c-

elle cofe

cofa minore

mediante la profpettiva de' colori , che fa che una


gran montagna parendo picciola alla miflira, pare maggiore che una picciola vicino all' occhio , come fi vede che un dito vicino ali*
occhio copre una gran montagna difcofla dall' occhio
queflo

fi

prova

OJfer'vatonl

dherfe.

GAP. CCCVIIL

magnitudine, figura, e diflanza


dall'occhio, quella fi dimoflrer minore, che fa veduta in campo
di maggior fplendore o bianchezza
Quefto infegna il fole veduto
dietro alle piante fenza foglie, che tutte le loro ramificationi che fi
trovano all' incontro del corpo fblare fono tanto diminuite, eh* elle
Fra

le

cofe

di

egual ofcurit

reftano

invifibili

Il

fimile far

un

hafta interpofta tra

1'

occhio e

'1

corpo folare
Li corpi paralleli pofti per lo dritto , effendo veduti infra la
nebbia, s' hanno a dimoflrar pi graffi da capo che da piedi. Provali per la nona, che dice: La nebbia, o l'aria grolfa, penetrata
da' raggi folari, fi moftrera tanto pi bianca, quanto ella pi

bada

Le

cof vedute

da lontano fono fproportionate

e quefto

na-

occhio il fuo fimulacro con


fa la parte pi ofcura. Et io viddi
una donna vellita di nero con panno bianco in tefta, che fi moftrava due tanti maggiore che la groiezza delle fue fpalle , le quali erano veftite dt nero
che la parte pi chiara
pi vigorofo raggio che non

fce,

T^elle

Cr

citt

cdifcij

altre

delle

cofe

manda

all'

<vedute all' aria grojfa

citt

veduti

fotto

all'

GAP. G G

occhio ne tempi

X.
delle

neh-

LIONARDO DA

DI
nebbie

vapori

tri

da

ingroffate

dell* arie

VINCI.

fumi

meno

Tempre faranno tanto

quanto fono

altezza, e per la converfa fiano tanto pi fpediti

vedranno

L'aria

dice:

pi

maggior altezza.

in

fottile

quanto

pofta baffo:

ta

occhio N.

dall'

nell'

tanto pi groffi

poffa infra

1'

aria

la

groffa

quantit

meno

tanto

Seguita

aria.

efTa

d'

diremo

torre
la

occhio

quale

pi

dimollra per

F.

fi

f/^. 45.)

la

che

tanto

effa

quar-

veduta

elTer

divide in quattro gradi,

d' aria

interpone

s'

cofa

d' efTa

1'

fra

occhio e

la

parteciper del color

che quanto maggi';r quantit


e

minor
quanto fi
in

balfa,

fi

al-

baffi

color

il

A.

noti,

quarta di queito

la

quello

quanto fon pi

Quanto minor
cofa veduta,

pi alta.

per

quanto

pi grolla,

tanto

eier

Provaf

fuochi

loro

de'

noti

gp

fa

d' aria

inter-

tanto pi effa cof partecipa

cofa veduta,

occhio N. al
quale concorrono le cinque fpetie delle cinque parti della torre A. F.
cio A. B. C. D. E. Dico che f l'aria fulTe d' uniforme groffezza,
che tal proportione harebbe la partecipatione del color dell' aria che
acquiffa il pie della torre F. con la partecipatione del color dell*
aria , che acquifla la parte della torre B. quaf la proportione che
ha la longhezza della linea M. F. con la linea B. S. Ma per la paf^
fata , che prova 1' aria non efTere uniforme nella flia groffezza , ma
egli neceffario che
tanto pi grolla quanto ella pi balTa
la
1'
di
proportione delli colon in che
f le parti della torre
aria tinge
F. fano di maggior proportione che la proportione fopra detB.
ta, conciofache la linea M. F. oltre l* efTer pi longa che la linea
S. B. palTa per 1' aria, che ha grolTezza uniformemente d forme
colore delf aria interpola.

del

Dimoflraf.

Effendo

1'

&

Di

i'^ggi

folar't

penetrano

che

li

fpiracoli

de'

nwvoll

CAR CCCX.
penetratori

raggi folari

denft

globofit

delli

de* nuvoli

fpiracoli

alluminano

&

interpoftl
tutti

li

infra

le

dove

fti

varie
fi

ta-

alluminano ctiam le tenebre e tingono di f tutti li luoghi ofcuri, che fono dopo loro, le quali ofcurit fi dimoftrano infra gf intervalli d' efli raggi folari.

gliano

"Delle

'

che

co f

occhi

<vede [otto

m'tje

infra,

nehhta 5* aria groffa

cAp. CCCXl.
Quanto
pi

groffa.

meno

{\

lieve pi

1*

aria

fia

pi vicina alf acqua o alla terra

Provaf per la

leva che har in


s'

fecondo, che dice:


maggior gravezza, feguita

19.*
f

del

tanto

{\

Quella cofa
che la pi

innalza che la grave

fa

De

TRATTATO DELLA PITTURA

90

Ve

'

^veduti nel

ed'tjtij

aria gyojfa

maggior grolTezza

aria di

vedr

fi

in

D.

torre A.

manco nota
ta

^6

chiara

Della

cofa

che

Adunque

che fi vedr in
pi nota quella

1'

&

moBra

fi

occhio N. vedendo la
ne vedr in ogni grado di baiTezza parte
in ogni grado d' altezza parte pi no-

elTo

pi chiara,

meno

evidente

converfo far

cofi

pi fottile

aria

Fig.

GAP. CCCXII.

manco

Quella, parte dell' edifitio far

che

da

lontayio

GAP. GCGXIIL

Quella cofa ofcura fi dimoftrer pi chiara, la quale far pi


remota dall' occhio
Seguita per la converfa che la cofa ofcura fi
dimoftrer di maggior ofcurit, la quale fi ritrover pi vicino ali*
Adunque le parti inferiori di qualunque cofa pofta nell' aria
occhio
grolla parranno pi remote da' piedi che le loro fommit , e per
quefto la radice baffa del monte parr pi lontana che la cima
del medefimo monte , la quale in f pi remota
.

Della 'veduta
L' occhio

d* una citt in aria grojfa

che fotto di

fommit de
mento, e vede

g'

le

De
Li

che
e

li

colli

grolfa

termini

termini

fuperiori

quali le

delle

montagne che fono dopo

di

fopra pi

pi fcuro
ne* luoghi

per effer

che

campo

vede

che il loro nafcichiaro, perche le vede

remote
faccino

fi
,

&

bafi

meno occupato

meno

faranno

quefto accade

loro

loro

le

GAP. GGGXV.

remote.

cofe

cime

loro

tre

fpediti

cofe

delle

inferiori

groflfa

pi noti

in

aria

in

citt

quello avviene per la palfata

delle

inferiori

loro termini
,

la

ofcuri

fommit

dette

le

neir aria baffa

pi

edifitij

vede

GAP. GGGXIV.

campi

quefte

perche

dall' aria

alle

affai

il

fcnfibili

montagne

delli lati dell' al-

vede
termine
fi

groffa

la

li

termini

di

fopra

quale

ft

che confonde li detti termini


delle bafi de' colli:
medelmo accade ne g' alberi
edifitij,
il
altre cofe che s' innalzano infra 1' aria i e di qui nafce che fpeffo 1' alte torri vedute in lunga difLinza paian grolle da capo, e fotperche la parte di fopra moftra 1' angolo de i lati
tili da' piedi
che terminano con la fronte, perche 1' aria fottile non teli cela,
baffi

quefto

quello

&

&

&

come
che

la

groifa:

r aria

groffa,

quefto

che

s'

accade per la
interpone infra

7.* del
1'

occhio

primo,
e

'1

che

fole,

dice

pi

lucente in balfo ch'in altoi e dove l'aria e pi bianca, effa occupa


all'

LIONARDQ DA

DI

occhio pi le cofe ofcure


Li
vede in lunga dillanza

air
(

loro

il

e copre tutto

il

che

merli

merlo
merlo,

&

in

VINCI.

tal

aria

hanno
affai

dilfanza pi remota lo

e tal fortezza fuol

moRrare

fpatij

li

maggiore
fpatio occupa

pare

tuttavia

come

azzurra,

fuiTe

fortezze

delle

^i

il

muro

dritto,

merlo.

e fenza

Velie

di

maggior

in

Veli

'

da

<vedute

cofe

termini

Li
veduti

larghezza de' merli,

eguali alla

fpatio che

lo

lontano

GAP. CCCXVI.

manco

faranno

quell* obbietto

noti

che fiano

dilfanza

(tZ'Z.urro

che

fi

mofra

e (fere

lontani

ne paeft

GAP. CGCXVII.
Delle
voglia

remote

cofe

quella

gli

^^ali fon

le

quali fano di che color


la

naturale, o accidentale. Naturale

Fnaggior ofcurit,

che

occhio

dimollrer di color pi azzurro

li

ofcura da fes

dall'

accidentale

quella

eh'

fatta

da

alleile

parti de corpi delle anali

quale

fia

quella

ofcura mediante

f\

di

eh'

ombra

1'

obbietti

altri

per difan-Zia

manca

la

notttia.

GAP. GCCXVIII.
Quelle parti de' corpi che faranno di minor quantit fano le
prime delle quali per longa diflanza fi perde la notitia. Queflo
accade, perche le fpetie delle cofe minori in pari diilanza vengoe le cognino all' occhio con minor angolo che le maggiori
tioni delle cofe remote fono di tanta minor notitia quanto elle fono di minor quantit. Seguita dunque, che quando la quantit
maggiore in lunga dilanza viene all' occhi per angolo minimo , e
,

perde di
fua cognitionc

quali

notitia,

la

quantit

minore

al

tutto

manca

della

Terche

le

cofe

quanto pi fi rimuonjono dalV occhio manco fi conofcono.

GAP. CCGXIX.
Quella cofa far manco nota, la quale far pi remota dall'
occhio. Quello accade, perche quelle parti prima l perdono che
fono pi minute
e le feconde meno minute fono ancora perfe nella maggior diilanza, e coli fuccellivamente feguitando a poco a poco conili mandol le parti
confuma la notitia della cofa remota,'
fi
,

in

modo

che

alla

fine

perdono

tutte
2

le

parti

inlcme col tutto:

man-

e,

Vedifojra
(j>

jd"*

TRATTATO DELLA PITTURA

92

manca ancora
s

interpone

il

infra

Ter che

che

fono

ci

per

colore

T occhio

caufa della

la

ofcuri

chiaro che tutte

per obbietto

cofi

fa

la

volto

huomo

lontananza che

la

come

grandi

Se per

fra
la

eviden-

delle cofe

picciole, entrano
picciola entrata

fmilitudine della grandezza del cielo e della terra


dell'

che

dell' aria

GAP. C C C X X.

(mllitudini

le

fenfo per la picciola luce dell' occhio

groflezza

veduta.

cofa

la

<vohi di lonta>O paiono

Noi vediamo
ti

al

paP

efTendo

il

grandi fmilitudini di cofe quafi niente, per

occupa
havendo da

diminuifce

&

rimane incomprenfibile:

poca

d'

che

fuperHcie

dalla

palTare

luce

eila

alT

un mezzo ofcuro, cio il nervo voto, che pare offi


quella fpecie non efTendo di color potente
tinge in quel-

impreffiva per

curo ,
,
la ofcunt della via, e giunta all' imprelfiva pare ofcura
Altra cagione non fi pu in nillun modo infegnare fu quel punto, e nervo che \{\ nella luce e perche egli e pieno d' un humore trafparcnte a guifa d' aria, fa 1' ofttio che farebbe un bucco fatto in u
aff , che a riguardarlo par nero
e le cofe vedute per 1' aria chia.

ra

binali

fcura

fi

confondono neU'

ofcuric

parti che prima


corpi
J perdono di mtia ne
dall' occhio^ e quali pi / conferivano.

Jon

GAP.

Quella

parte

corpo

del

che

fi

rimuove

che meno conferva la fua evidenza


e
Quefto accade ne' luftri de' corpi sferici
,

bra

pi

mandar

fottili
all'

occhio

il

Ma

occhio quella

minor

quale di

o. colonnari,

elTer

fi

pi grolTo

prima cofa che li perde


lineamenti che terminano la fuperfcie e figura
la

profpettiva

lineale

s'

GAP.

eflende

mem-

rimane di

gambe

fue

delle

figura

nelle

prima

cervo, che

quale per

Della profpetti^ja lineale.

La

il

la

CCGXXL

dall'

ovvero fmilitudine

Ipetie

le

ferva nelle fue fpetie.


li

come

de' corpi}

corna che del fuo buffo


fono

che J rimuovono

le

pi
in

ii

con-

diflanza

GGCXXIL

nell' ofifitio

delle

linee

vifuali

mifura quanto la cofa feconda minore che la


prima, e la terza che la feconda, e cofi di grado in grado infno
f la cofa feal fine delle cofe vedute. Trovo per efperienza, che
conda far tanto diflante dalla prima quanto la prima diftante
dalf occhio tuo, che bench infra loro fiano di pari grandezza,
la feconda fa la met minore che la prima: e f la terza cofa
a

provare

far

di

per

pan

diflanza

dalla

feconda

innanzi

elTa

fa

minore
due

LIONARDO DA

DI

VINCI.

^^

grado per pari diftanza faranno Tempre diminutione proportionata


purch 1' intervallo non paffi il
numero di 20. braccia & mfra dette 20. braccia la figura fimile a
te
perder - di fua grandezza, i. infra 40. perder i e poi | in

due

terzi

cofi

grado

di

in

60. braccia,

di

cof

mano

mano

in

fua

far

diminutione,

do la parete lontan da te due volte la tua grandezza, che


una fola fa gran differenza dalle prime braccia alle feconde
Ve' corpi ceduti nella nebbia

facenfarla

il

GAP. CCCXXIIl.

Quelle cofe le quali fian vedute nella nebbia fi dimoftreranna


maggiori alfai che la loro vera grandezza
e queflo nafce , perche
la profpettiva del mezzo interpofto infra Y occhio e tal' obbietto
non accorda il color fuo con la magnitudine di effo obbietto , perche tal nebbia fimile alla confuta aria interpofta infra l'occhio, e
il
r orizzonte in tempo fercno,
corpo vicino all' occhio veduto
dopo la vicinit della nebbia i moflra efTere alla diftanza dell' orizzonte
nel quale una grandilTima torre fi dimollrcrebbe minore che
:

&

il

huomo

predetto

Dell

'

altei.'La

de g

ftando vicino
'

ceduti nella nebbia

edijtij

GAP. GGGXXIV*

Quella parte del vicino edifitio {{ moflra pi confufii , la quale pi remota da terra; e queio nafce, perche pi nebbia inche non dall' occhio alla fua
fra r occhio e la cima dell' edifitio
bafe. E la torre parallela veduta in lunga diftanza infra la nebbia
fi dimoftrer .tanto pi
fottilc ,
quanto ella fia pi vicina alla fua
bafe. Quello nafce per la pallata, che dice: La nebbia fi dimolber tanto pi bianca, e pi fpeflTa , quanto ella pi vicina alla terLa cofa ofcura parr
ra
e per la feconda di
quello , che dice
di tanto minor figura quanto ella fia veduta in campo di pi potente bianchezza. Adunque eflendo pi bianca la nebbia da piedi
che da capo, necelario che 1' ofcurit di tal torre fi dimoftri pi
llretta da piedi che da capo
,

(5*

Velie citta

altri

nfeduti

edijtij

g'

cdifitij

aria

alluminate

dal

nella nebbia,
parti

in

groffa
fole

mattina nella nebbia

longa
folo

che

fi

fi

diftanza

dimoftra

da
la

(era

o da mattina

chiarezza delle loro

trovano inverfo

1'

orizzonte

e le

che non fono vedute dal fole, reftano quadel colore di mediocre ofcurit di nebbia.

parti
fi

veduti

la

CCGXXV.

GAP.
Ne

la fera

delli

detti

edifitij,

Terchc

jr^j^yj^^^

gp-3i3-

)
,

TRATTATO DELLA PITTURA

94
Ter che

pi alte pofle nella

co

le

ancorch

nebbia

la

dijlayi-z^a

fa

fono pia ofcwe che

uruforme

tn

grojfez-'z.a

le

hctjfe

CCCXXVL

GAP.

groHa , o in vapoche far pii


fia tanto pi nota,
alta: e delle cofe di eguale altezza quella pare pi ofcura che campeggia in pi ofcura nebbia, come accade all' occhio H. (f/^. 47,
vede C.
che vedendo A. B. C. torri di eguale altezza intra loro
Delle cole porte nella nebbia
re, o fumo, o in diftanza, quella

altra

aria

fommit della prima torre in R. balTezza di due gradi di profonditV nella nebbia, e vede la fommit delia torre di mezzo B. in un
fol grado di nebbia , adunque C. Ibmmit fi dimoika pi ofcura
che la fommit della torre B.
Delle macchie dell

'

ombre che apparifono ne corpi da lontano

GAP.

GGGXXVIL
V

Sempre

la

che fbpra di f
la
faccia perpendicolare di
dimoftrer pi alluminato

gola o altra perpendicolare drittura

habbia alcun fporto


effo fporto.

pi ofcura che

far

Seguita,

quel corpo

che

fi

che di maggior fomma di un medeiimo lume far veduto Vedi in


A. che non vi allumina parte alcuna del cielo F. K. (f/^. 48.)
in C. il cielo G. K.
in D.
in B. vi allumina il cielo H. K.
.

&

&

&

K. integralmente. Adunque il petto far di pari chiarezza della fronte, nafo, e mento. Ma quello eh' io t' ho a ricordare
de' volti, che tu confideri in quelli come in diverfe diitanze fi
il

cielo F.

perde diverfe qualit

d'

ombre

prime macchie

e folo reRa quelle

cio delle incaifature dell' occhio,

&i altre fimili

nel

fine

il

vifb

confumano i lumi
quali foli
no picciola cofa a comparatione dell' ombre mezzane: per la qua!
cofa a lungo andare fi confuma la qualit e quantit de' lumt dc
ombre principali , e fi confonde ogni qualit iti ombra mezzana E

rimane ofcuro

perche in quello

fi

quella

la

caufa che

g'

alberi,

&

ogni corpo,

certa diftanza

fi

dim^ftrano farfi in f pi ofcuri che elTendo quelli medefimi vicino


all' occhio
Ma poi 1' aria che s' interpone infra 1' occhio e la cofa
fa che efla cofa f\ riichiara, e pende in azzurro: ma pi tofto azzurreggia neir ombre, che nelle parti luminofe, dove fi moftra pi
.

la verit

de' colori

Terche fu

7 far

della fera
ax.'z.urre.

L'

ombre

de' corpi

ombre de corpi generate in bianco parete fono

GAP. GGGXXVIIL
generate dal roffor del fole vicino

all'

oriz-

zonte

LIONARDO DA

DI

VINCI.

^5

zonte fempie fian azzurre e quello nafce per 1* undecima , dove fi


dice: La fupertcie d* ogni corpo opaco partecipa del colore del Tuo
obbiecto. Adunque cflendo la bianchezza della parete privata al tut:

to

ogni

d'

no

colore

quefto cafo

in

per

1'

cielo

il

1'

dal cielo

adunque per

la

cielo.

'I

perche

undecima

detta

la

1'

ombra

percuflione nella bianca parete di color azzurro

cfla

ombra

roffeggia ver-

fole

il

quali fo-

fi

vidde mai
:

li

moflra azzurro, dove l'ombra non vede il


ottava dell' ombra, che dice: Nifluno luminofb non
ombre del corpo da lui illuminato
quivi far veduto

fola fera, ed
iole,

fole,

il

colore de' fuoi obbietti

del

tinge

fi

veduta

dal rofloic

del

har

derivativa

&

il

campo

d'

parteciper del color roffo.

fole

(%49-)
Vo^e

pi chiaro

fumo veduto

Il

fumo

il

'1

infra

GAP. CCCXXIX.

fole

1'

occhio

chiaro

far

pi che in alcuna parte del paefe

dove

polvere, e

tu farai ancora infra

ro,

nebbia, le quali,
parranno ofcure.

ti

T>ella piovere

La

ie

la

polvere che

nafce

medefimo

Il

e lucido

il

fole

la

fa

e lo-

GAP. G G C X X X.

leva per

corfb

alcun animale, quanto


pi fi leva, pi chiara, e cofi pi ofcura, quanto meno s'innalza , ftante effa infra '1 fole e 1' occhio
{i

fumo

pi trafparente

globulcnze che inverfo

fumo

Il

fi

li

fiioi

muove con

d'

CGGXXXL

GAP.

Del fumo.
Il

il

&

ofcuro inverfo
mezzi.

eftremi delle fuc

g'

maggior obbliquit

tanto

quanto

il

vento fuo motore pi potente.


Sono li fumi di tanti varij colori , quante fono le variet delle
cofe che lo generano
Li fumi non faranno ombre terminate
e li fuoi confini fono
tanto meno noti, quanto elfi fono pi diftanti dalle loro caufc: e
:

le

cofe

pi

del

polle

fumo fono

no pi

vicini

fuoco

11

fumo

dopo

s'

pi denfi

parr

interpone

Dove

il

fumo

1'

tanto

pi

fon pi

azzurri

quanto li gropbianchi , quanto fo-

evidenti

verfo

il

fine.

ofcuro quanto maggior


occhio
elio fuoco.

tanto

infra

meno

fon tanto

principio,

al
ci

loro

pi

pi remoto,

fbmma

di

&

le

cofe

da

fono

lui

meno

oc-

cupate.

Fa

il

paefe confufo a guifa di fpcffa nebbia

nella

quale

fi

ve-

da

TRATTATO DELLA PITTURA

9^
da fumi

in

delle pi

natrici

luoghi con

diverf

pi lano evidenti che


Vari]

le

di pittura

precetti

allumi-

ne' principi)

fumi , e li monti pi alti


loro radici, come fi vede fare nelle nebbie.

globulcnze

denfe

fiamme

lor

le

d' X\

CCCXXXIL

GAP.

corpo opaco partecipa del colore del meze tanto


elfa fuperficie i
^o trafparente interpolo infra X occhio
pi , quanto efl'o mezzo pi denfo , e con maggior ipatio s interpone infra 1' occhio e la detta fuperficie
Li termini de' corpi e pachi fiano meno noti quanto faranno
pi diftanti dall' occhio che li vede.
Quella patte del corpo onaco far pi ombrata o alluminata
che fia pi vicina all' ombrofo che 1' ofcura , o al luminofo che

La

fuperficie d* ogni

&

r allumina.

La

fuperficie

ogni corpo opaco partecipa del colore del fuo

d'

ma

con tanta o maggior, o minor impreifione quanto ef^


obbietto fia pi vicino o remoto, o di maggior o di minor po-

obbietto,
fo

tenza

Le

cofe vedute

infra

lume

il

1'

ombre
lume o

fi

dimoflreranno di

che quelle che fon nel


nell' ombre
Quando tu farai nelle lunghe dillanze le cofe cognite , e fpedite , effe cofe non diftanti ma propinque Xi dimoftreranno
Adunque
nelle tue imitationi fa che le cofe habbino quella parte della cogni-

maggior

rilievo

che

tione
bietto

nel

moftrano

termini confufi

di

far

diflanze

le

la

dubbiofi

che ti ft
ancora tu farai

cofa

ob-

per

fimile

il

tuo fimulacro

La

cofa

diftante

dubbiofi termini
ciolo angolo

all'

una

1'

per due diverfe


quali

delle

occhio,

caufe

moflra

fi

eh' ella

viene

diminuifce tanto,

fi

confufi

di

per

tanto

eh' ella fa

1'

pic-

officio

minime, che, ancorch elle fiano vicine all'occhio, effo occhio non pu comprendere di che figura fi fia tal corpo, come fb^o
r unghie delle dita, le formiche, o fimih cofe. La feconda , che
delle cofe

infra
fi

fa

vela
tra

1'

occhio e

fpela

della

e groffa

fua

cofe

le

per

dillanti

bianchezza,

nero e bianco

Bench per

s'

la

fua

le

interpone

tanto

bianchezza tinge

fa

d'

d'
1'

aria

eh* ella

ombre

ofcure in un colore

il

le

quale

quale azzurro

perda la cognitione dell' ef^


fer di molte cofe
nondimeno quelle che faranno alluminate dal fole fi renderanno di pi certa dimolfratione, e 1' altre nelle confufe
ombre parranno involte. E perche in ogni grado di baiezza l'aria
acquilla parte di groffezza , le cofe che faranno pi baffe Xi dimole

lunghe

diftanze

fi

ftreranno pi confufe, e

cofi

per

il

contrario.

Quan-

;;SiMiiri'imiiii;'iiiiiiiriiiiiiiHniiiiiiiiiiniiniiniiiiiw<un>niininniinimiiiiHiiiinniiiimiwmi^^

LIONARDO DA

DI
Quando

rolTe^e'ar

fa

fole

il

VINCI.

dillanza

la

re

onde

der

vertivano

fi

le cofe che
'l'I
n*
partecipanti di tal rollo-

azzurro fiano

d'

azzurro
una miilionc fra
campagna molto allegra e gioconda

la

1'

far

C\

no alluminate da
denti,

rollo re

tal

tutto infufo tal rolTeggiameuto

la

quale ren-

che

tutte le cole

roHb

fia-

faranno molto evitrafparentc har in f per

eler

onde

'1

denfc,

fiano

per

l'aria

rolVecrgeranno:

che

97

nuvoli dell'orizzonte,

li

per

,,

dimolfrer del color del fior

fi

de' gigli

Sempre
leva o pone

infra

pi occupatrice

fia

quando fi
che fono dopo lei che

fole

'1

terra,

e la

cofe

delle

per elfere ella pi biancheg-

quello nafce

d'aria:

nifTun altra parte

giante

che

quell'aria

Non

termini ne profili

fian fatti

no fopra un'

altro

ma

d'

un corpo che campeggi u-

corpo per

folo effo

fpiccher

fi

Se il termine della cofa bianca fi fcontrer fopra altre cofe


bianche, f eflo far curvo, creer termine ofcuro per fua natura,
e far la pi ofcura parte che habbi la parte luminofa: e f campeggier in luogo ofcuro^ eflo termine parr la pi chiara parte che

babbi

parte luminofa

la

Quella cofa parr pi remota e fpiccata dall' altra che campeggier in campo pi vario da f.
Nelle difianze fi perdono prima i termini de' corpi che hanno
colori fimili
e che il termine dell'uno fia fopra dell'altro, come
il termine
d'una quercia fopra un'altra quercia fimile. Secondo in
maggior diflanza fi perderanno i termini de' corpi di colori mezzani
,

terminati
glie

mini

un fopra

1'

altre

altro

come

rovine di monti o di

de' corpi

terminati

Infra le cofe

quella che

1'

di

il

chiaro

alberi
falfi

nell'

terreno lavorato

Ultimo

ofcuro

altezza che fopra

egual

e
1'

fi
1'

mura-

perderanno

ter-

ofcuro nel chiaro.

occhio fiano fituate

pi remota dall' occhio far pi baffa: e f far firuata fotta l'occhio, la pi vicina elfo occhio parr pi baffa, e le
laterali

fia

parallele

concorreranno

un punto

in

fono evidenti ne' fiti lontani k cofe che fono d' intorno
fiumi che quelle che da tali fiumi e paludi fono remote
Infra le cofe di egual fpefiitudine quelle che faranno pi vici-

Manco

ne air occhio parrann o pi rare e le pi remote pi fpeffe


L' occhio che far di maggior pupilla vedr 1' obbietto di maggior figura
Quefto fi dimoftra nel guardare un corpo celelle per
un picciolo fpiracolo fatto con 1' ago nella carta , che per non poter
operare di elta luce f non una picciola parte , elfo corpo pare diminuire tanto della fua grandezza, quanto la parte della luce che
lo vede mancata dal fuo tutto
,

1/ aria eh' e ingrollata

s'

interpone infra

1'

occhio e

la
ci

cofa
ren-

TRATTATO DELLA PITTURA

9
rende

ci

e(Ta

cofa d' incerti e confufi termini

fa

obbietto pa-

e(To

maggior figura che non Quefto nafce perche la profpettiva lineale non diminuifce V angolo che porta le Tue fpetie all' occhio, e la profpettiva de' colori la fpinge e rimuove in maggior difi
che 1' una rimovc dall' occhio , e l'altra conftanza eh' ella non
ferva la fua magnitudine.
rere di

Quando
no

l'aria,

confufe

le

fole

in occidente le nebbie che ricafcano ingroffa-

non fono vedute

cofe che

dal fole

reftano ofcure e

quelle che dal fole fiano alluminate rolTeggiano e gialleg-

il

fecondo ch'il fole fi dimoftra all'orizzonte. Ancora le coic


che da quello fono alluminate fono forte evidenti, e malfime g' edifitij e cafe della citt e ville ,
perche le loro ombre fono ofcure
incerti
e pare che tale loro certa dimoAratione nafca di confufi
fondamenti , perche ogni cofa d' un colore , f non veduta da
giano,

&

elfo fole.

La

cofa alluminata

dal

ancora

fole

modo

alluminata

dall' aria

in

che fi crean due ombre


delle quali quella far pi ofcura
che har la fua linea centrale dritta al centro del fole. Sempre la
linea centrale del lume primitivo e derivativo fia con la linea centrale

dell'

ombre

Bello

primitive o derivative

fpettacolo fa

mina tutti
campagne,

g' alti

il

edifitij

fole

quando

delle citt,

in

ponente

casella,

il

e l'alti

quale allualberi

delle

leRo da quiv in
rimane di poco rilievo, perche elTendo folamente alluminato
gii
dall' aria hanno poca differenza le ombre dalli lumi,
e per quello
non fpiccano troppo , e le cofe che fra quefte pi s innalzano fono
tocche da
raggi folari, e come fi detto, i tingono nel lor colore
onde tu hai a torre del colore di che tu fai il fole
e quivi
ne hai a mettere in qualunque color chiaro con il quale tu allumie

li

tinge del

fuo

colore,

tutto

il

ri

elfi

corpi. {Ftg.

50.)
fpelle volte

Ancora
accade che un nuvolo parr ofcuro fenza
haver' ombra da altro nuvolo da lui feparato , e quefto accade fecondo il fito dell'occhio, perche dell'uno vicino fi vede folo la
parte ombrofa, e degl'altri fi vede
cmbrofa e la luminof
1'

Infra le cofe di

egual

altezza quella che far pi diftante dall'

occhio parr pi baffa Vedi che il nuvolo primo ancor che fia pi
baffo che il fecondo, pare pi alto di lui, come ci dimoilra nella
parete il tagliamento della piramide del primo nuvolo ballo in M.
A. ( Fig. 51.) del fecondo pi alto in N. M. Quefi:o nafce quando
ti par vedere un nuvolo
ofcuro pi alto che un nuvolo chiaro per
.

li

raggi del fole in oriente o in occidente

Tenhe

LIONARDO DA

DI
Ter che la

cofa

dipinta

ancorch

grojJez,%a d'angolo

che quella

remota quanto

tanto

ella

quella

VINCI.

remota da
remotione

della

^^

alt occhio per quella mede/ima

ijen^ht

eh pi

lei

non pare

naturale

CAR CCCXXXIII.
Diciamo: Io dipingo (u, la parte B. C. ( f/^, 52.) una cadi che
habbi a parere diltante un miglio, e di poi io gliene metto allato una che ha la vera diftanza d'un miglio, le quali cole fono in
modo ordinate che la parete A. C. taglia la piramide con egual
grandezza; nientedimeno mai con due occhi parranno di egual grandezza, ne di egual dilianza.

GAP. CCCXXXIV.

Ve Campi.

fono

parte della pittura

Principaliffima

campi

li

delle cofe di-

campi li termini delle cofe naturali e' hanno in


loro curvit convefTa Tempre fi conofcono, e le figure di tali corpi
in efli campi, ancorch li colori de' corpi fieno del medefimo colore
pinte,

nelli

quali

campo. E quello nafce che li terrriini convelli de' corpi non fono alluminati nel medefimo modo che dal medefimo lume alluminato il campo perche tal termine molte volte far pi
chiaro o pi Icuro che elTo campo. Ma f tal termine e del color
di tal campo , (enza dubbio tal parte di pittura prohibir la nodel predetto

titia

figure

delle

tura

da

di

termine,

tal

quella

fchitata dagl' ingegni

elTerc

de'

elettione

tale

buon

pittori

di

conciofia-

chc r intentione del pittore di far parere li fijoi corpi di qua


campi: e nel fopradetto cafo accade il contrario, non folo m

ma

tura,

gtudicio che

ha da fare fopra

che

richiede al

tra cofa

da un
fo

il

pone

tu
e

iito:

medefime

quelle

'1

confidcri

le

lume che

1'

negl' eftremi

dell'

r efier circondato

dall'

folo lato.

mezzo

pit-

&

cpera

d un

pittore

hanno il rilievo che (\


allurnina
che l'ombre non I13.no
hiiloria che nel mezzo , perche alfigure,

perche

s'

oribra

Quelle fono circondate

dell' hilloria

/'

GGGXXXV.

GAP.
Prima

ia

cofe di rilievo.

nelle

Del

pit-

fi^no

&

dall'

altra

bavere

ombra,

che

adombrate

dalle

1'

ombra

fi3no

vcr-

figure inter-

lume: e quelle fono adornbrate da un (o\ lato,


dove nori
le quali fono interpolfe infra '1 lume e 1' hiftoria, perche
d' elfq,
ofi:urit
vede il lume, vede 1' hiltoria, e vi fi rapprefnta
hiftoria, e dove non vede
hiftoria, vede lo fplendor del lume, e
fra

loro

il

l'

l'

VI

fi

rapprefenta la

fiia

chiarezza.

SecoH'

TRATTATO DELLA PITTURA

loo

che il feminamento, ovvero compartitione delle figure , fia fecondo il cafo del quale tu vuoi che (a eflTa hilloria
Terzo che le figure iano con prontezza intente al loro parti-

Secondo

colare.

Del

rilievo

delle figure

Quel corpo opaco

dimoftrer

fi

CCCXXXVL

CAP.

remote dall' occhio.

minor

di

effere

rilievo

qua-

il

pi diftante dall'occhio, e quefto accade perche l'aria intcrpofa. fra 1' occhio 6c elfo corpo opaco, per e(Ter ella cofi chiara
le

far

pi che l'ombra di
e

toglie

gli

T)e'

corpo, corrompe

potenza

la

perdere

fargli

tal

ombra,

elTa

della fua ofcurit,

la

rifchiara,

cofa caufa di

qual

la

fuo rilievo

il

termim

membri alluminati

de'

CAP. CCCXXXVII.

alluminato parr pi ofcuro che


far veduto in campo pi chiaro , e coG para pi chiaro che fia
veduto in campo pi ofcuro. E f tal termine fia piano, e veduto
in

termine

campo

quel

di

membro

chiaro fimile alla fua chiarezza,

CAP.

determini,

Adunque

te
d'

CCCXXXVIIL

non faranno mai cogniti come i


non terminare immediate le cofe quar-

tu, pittore,

con le quinte come


una co(a in un' altra

fia infenfibile.

feconde

Li termini delle cofe

primi.

termine

il

prime con

le

di

feconde

le

perche

il

termine

ma non
matematica
prmcipio d'un altro colore,

natura di Imea

termine d'un colore e


e non ha da eflere per detta linea, perche niiuna cof. s' intramette infi-a '1 termine d* un colore che fia antepofto ad un altro colore, f non il termine, il quale cofa infenfibile d' apprelo, aperche

lineai

dunque

il

non

tu, pittore,

Della wcarnat'ione

cofe

la

pronuntiare nelle cofe diftanti

remote dall' occhio

CAP, C C C X X X

Debbonfi dal Pittore porre nelle figure


chio
(olamente le macchie non terminate,
,

X.

cofe remote dall' oc-

ma

di

confufi

termini,

quando e nuvolo, o in su la
fera, e fopra tutto guardifi , come ho detto, da i lumi &i ombre
terminate, perche pajono poi tinte quando fi vedono da lontano, e
e

fia

fatta

1'

elettione

ombre

perdere

il

tali

figure

che
mai fiano di qualit , che per la loro ofcurit tu habbi a
colore ove fi caufano , fc gi il luogo dove li corpi fono

riefcono poi opere


r

di

difficili

fenza gratia.

ti

hai a ricordare,

ftuati

Paa. loo

LIONARDO DA

DI
non

{tuatl

tenebrofo

fuflc

non

non dar lumi bianchi, f non


habbino a dimoRrare la prima
Fartj precetti

nelle cofc

nell'ombre e

conofcono
infra
lumi
tia

di

effi

che

dove

capelli,

lumi
pofano
cHTi

fi

GAP. C C C X L.

ombrofi male

parte de' corpi

lumi loro,
corpi fono

ma

primo

in

interpone

nelle parti

grado di noti-

La

profpcttiva la quale

principali

parti
le

ombre

1*

ne'

disfilar

bianche,

bellezza del colore

di pittura

loi

non

profili,

far

Li termini e figura di qualunque


{\

VINCI.

prima

delle quali la

nella pittura

eftende

(x

quantit de' corpi in diverfe

C\

divide in tre

diminutione che fanno


La ieconda parte quella

della

dillanze

che tratta della diminutione de' colori di tali corpi La terza queldiminuifce la notitia delle figure, e de' termini che hanno
la che
.

corpi in varie

eiri

L'azzurro

diftanze

compofto

dell'aria di color

luce e di tenebre,

di

humidit infra efia aria infufa. Per tenebre dico l'aria pura, la quale
nella quale habnon divifa in atomi
cio particole d' humidit
bino a percuotere i ra^gi folari E di quefto fi vede 1' efempio nell'
aria che s' interpone infra 1' occhio e le montagne ombrofe per 1' omla

luce dico

per

illuminata nelle

dell* aria

(;:aura

particole

dell'

bre della gran

ombrofa
e

la,

fi

non

non

che fopra

alberi

che

parte

azzurra,

fa

g'

fa

{{

per

eOer

contrario

il

che

pi ofcura

elfa

percofia

trovano

^\

raggi

dalli

ovvero
la

folari,

azzurra nella parte fua lumino-

molto meno nella parte coperta


Fra le cofe egualmente ofcure,

dimoltrer
coli

quella

in

qual aria

copia de

di

neve.

di

egual diffanza

terminer

in pi bianco

quella

campo,

fi

che 6a pi dipinta di bianco e nero apparir d


miglior rilievo che alcun' altra Per ricordati, pittore, che velfi le
tue figure di color pi chiaro che tu puoi; che f le fiirai di color
ofcuro, fiano di poco rilievo e di poca evidenza da lontano, e

Quella

cofa

queito perche l'ombre


vefie ofcura,
ri

VI

fia

Terche

le

tutte

di

poco divario

fia

le

dal

cofe fono

ofcure,

lume all'ombrai

e f farai

una

ne' colori chia-

differenza.

cofe

ritratte

rtlte<vo

perfettamente

qual pare

effo

dal

naturale,

ImpofTibile che la pittura

naturale

mn

pa'pm

del

mede/imo

GAP. GGGXLI.

imitata con

fomma

perfetione

di Ve'ifoyn

lineamenti, ombre, lume, e colore, poffa parere del medefimo rilicvo qual pare elfo naturale , f gi tal naturale in lunga diltanza

non

'^''^*

'^

TRATTATO DELLA PITTURA

I02

veduto da un fol occhio. Provafi: Siano gl'occhi A. B. (Fig^


53.) li quali vegghino 1' obbietto C. col concorfo delle linee centrali
degli occhi A. C. e B. C. dico che le linee laterali di effa centrale vedono dietro a tal obbietto lo fpatio G. D. e 1' occhio A.
occhio B. vede tutto lo fpatio G. E.
vede tutto lo fpatio F. D. e
Adunque li due occhi vedono di dietro all' obbietto C. tutto lo
fpatio F. E. per la qual cofa tal obbietto C. rel1:a crafparente, fe-

non

1'

condo

la

definitione

della trafparenza

dietro la quale niente

na-

che intervenir non pu a quello che vede con un fol occhio un obbietto maggior di eflb occhio
E per quello che fi
detto potiamo concludere il noftro quefito
perche una cofa dipinta
occupa tutto lo fpatio che ha dietro a f , e per niffuna via poffibile veder parte alcuna del campo che la linea fua circonferentiale
ha dietro a f.
fconde:

il

Di far

che

eofe

pawo

fp'tccate

fono dipmte.

Molto pi

rilievo

da

lo;'

ceimj>i

cio

dalla parete doi;e

GAP. CCGXLII.

moflrcranno

le

cofe nel

campo

chiaro e

al-

luminato che neir ofcuro


La ragione , che f tu vuoi dar rilievo
alla tua figura, tu fai che quella parte del corpo che pi remota
dal lume manco partecipi di elTo lume , onde viene a rimanere
pi olcura , e terminando poi in campo fcuro, viene a cadere in
confufi termini: per la qua! cofa, f non vi accade refleflfo, l'opera
refta fenza gratia, e da lontano non apparifcono f non le parti luminofe , onde conviene che 1' ofcure paino eiTer del campo medefimo, e cos le cofe paiono tagliate, e rilevate tanto meno del dovere , quanto il campo ofcuro
.

Precetto.

Le

figure

hanno pi

GAP. GGCXLIU.

gratia porte ne' lumi univerfali che ne* parti-

perche li gran lumi e potenti abbracciano li rilievi de'


corpi , e r opere fatte in tali lumi apparifcono da lontano con gratia , e quelle che fono ritratte a lumi piccioli
pigliano gran fomma
d' ombra ,
e fimili opere fatte con tali ombre mai apparifcono da'

colari e piccioli

luoghi lontani altro che tinte

Vel figurar

le

farti del mondo

GAP. GGGXLIV.

Sarai avvertito, che ne' luoghi maritimi, o vicini a quelli, volti

alle

parti meridionali,

non

facci

il

verno

figurato ne

g*

alberi

prati,

LIONARDO DA

DI
prati,

come

nelle

remote da cfl'i mari e fettentiionali


quali ogn' anno gettano foglie

li

farcfli,

de tempi

quattro parti

le

103

parti

eccetto negl' alberi

Del Jigurar

VINCI.

cielf arvo

pertecipantt

dt

quelli

CCCXLV.

GAP.

Nell'autunno farai le cofe fecondo l'et di tal tempo, cio nel


principio cominciano ad impallidir le foglie de g' alberi ne' pi vecchi rami , pii o meno fecondo che la pianta in luogo Iterile o
fertile: e non far come molti, che fanno tutte le forti de gl'alberi,
ancorch da f fiano egualmente dittanti , di una medefma qualit
di verde. Cos il colore de' prati, faflfi, e pedali delle predette piante varia Tempre, perche la natura e variabile in infinito.
Del

njento

dipmo.

Nella figuratione del vento

GAP.

oltre

il

CCCXLV

piegar de' rami

I.

&

arrovefclar

deve figurar
avvenimento del vento
fi
nugolamento della fotti polvere milfa con l' intorbidata aria

delle foglie

inverfo

"Del

La

1*

principio d'

una pioggia

il

ran-

CAP. CCCXLVII.

cade infra l'aria, quella ofcurando con lucida tintura, pigliando dall'uno de' lati il lume del fole, e l'ombra dalla
parte oppofita, come fi vede fare alle nebbie, 6c ofcurafi la terra,
che da tal pioggia l' tolto lo fplendor del fole: e le cofe vedute
di l da eOa fono di confufi e non intelligibili termini , e le cofe
e pi note faranche faranno pii vicine all' occhio fiano pi note
che quelle della pioggia
no le cofe vedute nella pioggia ombrofa
alluminata E quefto accade perche le cofe vedute nell' ombrofe pioggie , folo perdono l lumi principali , ma le cofe che fi veggono nelle luminofe perdono il lume e 1' ombra , perche le parti luminofe fi
pioggia

mifchiano con la luminofit dell' alluminata aria , e


fe fono rfchiarate dalla jncdefima chiarezza della
minata.
da ponti fopra

J^dl" ombre fatte

que

L'

ombre

prima

di torbidezza.
ficic

le

acque

loro

le

parti

ombro-

detta aria allu-

CAP. CCCXLVII

I.

non faranno mai vedute fopra le loro acofftio dello fpecchiare per conto
acqua non perde

de' ponti
1'

1'

quello

luftra e pulita,

infra eguali angoli

mfra

fi

prova,

fpecchia
1'

il

perche l'acqua chiara di fuperponte in tutti li luoghi interpoli

occhio &L

il

ponte

e fpecchia

1'

aria lttg
il

,,

TRATTATO DELLA PITTURA

T04

ponte , dove deve efTere Y ombra di tal ponte , il che non pu


far r acqua torbida , perche non fpecchia , ma ben riceve X ombra
il

come

farebbe una ftrada polvero(a.

GAP. CCCXLIX.

Trecet di pittura.

La profpettiya
La grandezza
ftanza

eli'

veduta

briglia e timone della pittura.


della

figura dipinta dovrebbe mofrarc a che di-

Se tu vedi una

grande

figura

ftrer efler prefio all'

belico in

CGGL.

GAP.
linea

bilico nella

il

centrale

del

petto

e cos tien conto del pefo accidentale

sii ,

me

del filo pefiD

del

pugno

dimo-

fi

occhio

Tmettf,

Sempre

Tappi che

naturale.

al

Quefto

dell'

eh'

huomo

elTo

co-

dimoftra nel ftcnder il braccio, che il pugno porto nel Tuo eftremo fa 1' offitio che far fi vede
pofto nell' eftremo della ftadera > onde per neceffit fi
al contrapefo
getta tanto pefo di l dall' ombellico , quanto il peib accidentale
,

oc

il

naturale

fi

calcagno conviene che


Della Jiatua,

s'

innalzi

GCGLI.

GAP.

Se vuoi fare una figura di marmo , fanne prima una di terra


la quale poi
che far finita e fecca, mectila in una cafia che fia
ancora capace, dopo la figura tratta d' elTo luogo, ricever il marmo che vuoi fcolpirvi d' entro a iimilitudme di quella terra Poi
meffa la figura di terra dentro ad ella caiTa, habbi bacchette, che
entrino appunto per gli fuoi buchi, e fpingile dentro tanto per ciafcun buco, che ciafcuna bacchetta bianca tocchi la figura in diverfi
luoghi , e la parte d' elfe bacchette che refta fuori della calfa tingi
.

di nero

do che

e fa

chi

levare

mo

tue

il

fcontri

tuo pezzo di

bacchette

mo-

fi

trarrai

della cafia la figura di

ter-

marmo,

nafcondmo

e tanto
fino

al

al

fuo buco

leva dal

loro

marmo

fegno in detti

che
bu-

meglio quefto , fa che tutta la caffa fi polfa


fondo d' efla cafla relH fempre fotco al marin alto
il
a quefto modo ne potrai levar con i ferri con gran facilit
per poter
,

&

fi

&

in

contra fegno alla bacchetta

tua pofta

ra, e mettivi
tutte le

il

&

Del far una


Dipingi

far

-pittura

la tua

cC eterna

<vernice

GAP, C C C L 1

1.

pittura fopra della carta tirata in telaro ben delicata

LIONARDO DA

DI

VINCI.

105

da una buona e groffa imprimitura di pece e


dapoi da l' imprimitura di biacca e giallolino ,
mattone ben peilo
&C appiccalo
poi colorifci
e vernica d'olio vecchio chiaro e fodo
Ma meglio far un quadro di terra ben veal vetro ben piano
licata

piana,

e poi
:

tnato, e l'imprimitura di biacca e giallolino, e poi colorifci, e vcrnica , poi appicca il vetro criftallino con la vernice ben chiara a ef-

ma

prima ben feccare in flufa ofcura


poi vcrnicalo con l' olio di noce & ambra , ovvero
io vetro:

Ibdato

fa

Metti
frefca

farai

di

noce

raf-

lacca

colorir

in

GAP.

CCCLIII.

dagli colla debole,

e lafcia ^cc-

l'

giallolino

l'

ombra

lacca, o vuoi lapis duro.

con lacca
infcme liquida

ritocca a fecco

gommata

tela

da
incarnatione con pennelli di fetole, e cos
ombra sfumata a tuo modo L' incarnatione far biac-

e difegna,
1'

di

tua tela in telaro,

la

care,

olio di

fle.

al

Modo

ca

colorito,

elTo

majorica

fiata aliai

che migliore

Sfumato che tu hai,

gomma

nero

far

un poco

lafcia feccare,

tempo con

perche

fa

l'

l'

poi

acqua

offtio

luo

fenza luflrare.

Ancora per
pradetta

&

fare

inchioftro

togli lacca gommata Coombre pi ofcure


e con quella ombra puoi ombrare molti
,

colori, perche trafparente


verte

ombre,

gommata

dico

fopra la

poi ombrare l'azzurro,

lacca, e di-

lumi ombrerai di lacca femplice


lacca fenza tempera, ovvero fopra il cinabro temperche diverfi

perato e fecco

Trecetto della profpetti^a i pittura

Quando
infra

1'

aria

imitacionc
de' corpi

gnitione

all'

hora

folo

non conofcerai

tu

della

delle

ti

la

GAP. CCCLIV.

di chiarezza

variet

profpettiva

dell"

ombre

fia

o di

ofcurit

fcacciata dalla tua

hai a valere della profpettiva della diminutionc

diminutionc

cofe all'occhio

de' colori

contrapofte:

e del
e

diminuire della co-

quefta

parere

la

una

medefma cofa pi remota, cio la perdita della cognitione della figura di qualunque obbietto
fenza fuo
L' occhio non avr mai per la profpettiva lineale
moto, cognitione della diianza eh' fra
obbietto 6c un'altra cofa,
f non mediante la profpettiva de' colon.
.

1'

Ve

g' obbietti.

GAP. CGGLV.

Quella parte dell' obbietto far pi alluminata che


pinqua al luminofo che l'allumina.

fia

pi pro-

La

TRATTATO DELLA PITTURA

w6
di potenza

cofe in ogni grado

delle

J.a imllitudine

cio quanto la cofa

far

pi remora

tantQ ipeno penetrabile infra l'aria con


Velia

de colori e corpi

d'tmtnut'ione

perde
gradi
dall' occhio , far?

di diftanza

fua fmilitudine.

la

CCCLVL

GAP.

Sia ofTervata la dinr^inutonc delle qualit de' colori infieme con


la

dimjnutione de' corpi ove

applicano

fi

de corpi trafparentt infra

J)ell' interfoJtiQne

/'

occht

obbietta

GAP. GCGLVn.
Quanto maggior
1'

obbietto tanto pi

T interpoftione

fia

trafinuta

fi

trafparente infra

1'

occhio

colore dell' obbietto nel colore del

il

trafparente interptfto.

Quando
lnea centrale

1'

obbietto

che

fi

interpone

eftende

fra
'1

infra

1'

centro

air hora tal pbbietto fia totalmente privato di

T> e panni che 'vejlo^o

\e

figure

Li panni che veftono

le

ter

figure

lume
del lume e
lume

occhio e

*1

l'

per

occhio

GAP, GCCLVIIL

pieghe,

debbono havere

le

lor pieghe ac-

comodate a cingere le membra da loro veftite, in modo che nelle


e nelle part
parti alluminate non {\ ponga pieghe d' ombra ofcura
ombrofe non fi faccia pieghe di troppa chiarezza e che i lineamen,

pieghe vadino in qualche parte circondando le membra da


loro coperte, e non con lineamenti che taglino le membra, ne con
ombre che sfondino pi dentro che non la fperficie del corpo

ti

d' effe

&

veftito,

in

effetto

il

panno

fia

in

modo

adattato

non paia un aggruppamento

che

non paia

panno fpogliato
quali s'innamorano tanli
dall' huomo , come fi vede fare a molti,
che n' empiono tutta una
to de* vari j aggruppamenti di varie pieghe
cio per
figura
dimenticandofi l' effetto perche tal panno e fatto
veftire e circondare le membra con gratia, dove effi {\ pofano
q
non l'empire tutte di venti, o vefiche gonfiate fopra li rilevi alluminati de' membri Non nego gi che non fi debba fare alcuna bella falda
ma fia fatta in parte della figura dove le membra mfra
E fbpra tutto vaeffe & il corpo raccoglino e ragunino tal panno
ria li panni nell* hiftorie, come nel fare ad alcuni le pieghe cori
difabitato

cio che

di

rotture a facciate,

bino

li

e quefto

piegamenti molli

ne'

panni denfi,

e le lor volte

non

&

alcuni panni hab^

laterate

&

altri torti

Della

LIONARDO DA

DI
Velia intura

delle

amano

Molti

le

cuti, crudi, e fpediti

ma

alcuni angoli,

Come fi

in

de^'Ofi

pieghe de' fcinm

ellremi

gni cofa

fi

con

altri

fare

pieghe de' panni

le

mantenere

delidcra di itar piano

falda

colhetto a lafciare

planitie

ella

Il

egli

co-

come

nel Tuo drit-

da qualche piega o

oflerva la natura

parte di f dove egli pi coftrecto

in quella

Naturalmente opanno, perche e di

natura

rovefcio

onde quando

fenza

ritrova pi lontana da' fuoi

fi

nel Tuo

si

altri

GAP. G G G L X.

Tuo elfere.

in

angoli a-

li

angoli quafi mfenfibili,

luogo di quelli certe curvit

eguale denft e TpelTitudine


to

GAP. CCCLIX.

ridurr pi in Tua prima

deldera

107

piegature delle falde de' panni con

Quella parte delle pieghe che


foretti

VINCI.

e quella

della forza

parte eh'

pi lontana a effi confiringimenti troverai ridurf pi alla prima fua


natura, cio dello ftar diffefo e ampio. Efempio fa A. B. C. (f/^.
54.) la

A. B. fa il luogo dove efo


propoli che quella parte del pan-

piega del panno detto di fopra

panno e piegato e corretto Io ti


no eh' era pi lontano alli coftretti eftreml fi ridurebbe pi nella
fua prima natura: adunque G. trovandofi pi lontano, la piega
.

C.

pi larga ch'in nifiun altro Tuo luogo.

fa

Come

fi detono far

le

pieghe

a'

panni

GAP. CCGLX.I.

un panno non fi deve dare confufone di molte pieghe, anzi farne folamcnte dove con le mani o braccia fono
ritenute, & il
reflo lafciar cadere femplicemente, e fi debbono ritrarre di naturale,
cio, f vorrai fare panno lana, ufa le pieghe fecondo quelli, e fc
far fera, o panno fino, o da villano, va diverfficando a ciafcuno
fopra i mole iiie pieghe
come molti fanno
e non fare habito
delli coperti di carta, o corame fottile, che t' ingannereft forte.
,

Delle pieghe

Dove

la

de'

panni

figura fcorcia

che dove la non fcorcia , e


ghe fpeffe e giranti intorno
chio.
tani

M. N.
dall'

{Fig.

55.)
occhio de loro

va a rincontro.

P.

Q.

li

in fcorcio

vedere maggior numero di pieghe


fue membra fieno circondate da pie-

fagli
le

ad
.

membra. E fia dove


mezzo di ciafcuni circoli

elTe

manda
fini

GAP. GGGLXII.

il

N. O.

manda

li

moftra

dritti

ft

l'oc-

pi lon-

perche

fi

tro-

per contrario.

Dell'

TRATTATO DELLA PITTURA

io8
TfeW

che 'vede

occhio

pieghe panni che

le

CAR

ombre interpone infra le pieghe


humani , faranno tanto pi ofcure

quefto intendo haver detto

ombrofa

quando

e la luminofa della

de'

1'

panni

quanto

dove

all'occhio con le concavit

contro

circondam

/'

huomo

CCCLXIII.

L'
corpi

tal

circondatnci

de'

fono pi

rin-

elle

ombre fon

generate:

occhio fituato inha

parte

la

predetta figura

Velie pieghe de panni

CAR CCCLXIV.

Sempre le pieghe de' panni ftuati in qualunque atto delle figure debbono con
in
luoi lineamenti inoftrare
atto di tal figura
modo che non diano ambiguit o confufione della vera attitudine
chi la confider
ombra tolga alcun meme che niluna piega con
1'

1'

bro

cio che paia pi a dentro

fuperficie

membro

del

pi veftimenti

profondit

la

E che

veftito.

che non paia che

della

tu figuri

piega

figure

che

la

veftite

di

ultima velie rinchiuda dentro a


f le femplici offa di tal figure, ma la carne infieme con quelle, e
li panni veftimento della carne ,
con tanta grofiezza qual fi richiede
alla

1'

moltiplicatione de' fuoi gradi.

Le pieghe

panni che circondano

de*

nuire della loro groffezza inverfo

La longhezza

g'

membra debbono

le

dimi-

ellremi della cofa circondata

che fono pi flrette alle membra


debbono aggrinzarfi da quel lato che il membro per le Tue piegature diminuifce, e tirarfi dall' oppofita parte della fua piegatura [Ftg. 56.)
delle

pieghe

Velt

ort'Zj-z.onte

SpccchieralTi

1'

fpecchtato nelt onde

dall'orizzonte e dall' occhio

veduto

dal lato B. C.

dunque

tu,

pittore,

per

orizzonte

il

che

come

la

CAR CCCLXV.

fefta

di

dimoftra

quefto nel lato veduto


orizzonte

{Fig.

57.)

qual lato ancor veduto dall'occhio.

A-

fi

hai a figurare

l'

1'

innondationi

dell'acque,

da te non far veduto il colore dell' acqua eiTer altramente chiaro o ofcuro che fi ila la chiarezza o ofcurit del fito dove tu fei , infieme mifio col colore dell' altre cofe che fono dopo
ricordati che

te.

IL

FINE
IN-

Pacf.zo8

(/.

/~oiri<'ii

t/:

y.

,^._,

J5

Tag. io8

INDICE
DE*

CAPITOLI

L/APITOLO L

DI

1091

QUESTO TRATTATO

..

..

no
e poi

mettono in camaltro lume

la

pagna a un
Qhv,

xLvii.

Ve Ila

pittura

Gap. lxxii.

'vijone

Cat.
Gap.
CAr.

xlviii.

figura

xlix.

Troportione di

t.

Dell' moiiimenti

dinijtone

fua

membra

Cai*, li.

Che fi

dehhon

Gap. lxxui.

lii,

Che

fuggire

nelle cofe picciole

me

Gat. lxxiv.

Gap.

lui,

pud

mai parere fpncata

co

le

Cap-

lv.

tvi.

Capitoli delle fiuna fopra l ' aU

gure

Gap,

cofe naturali

Perche

'

tra cofa da fuggire .


Q^(il pittura fi de^ve ufare in far parer le cofe pi fpiccate
Qu^iil' pi di difcorfo cb*
utilit

il

de' corpi

bre

lume
o

om-

li

loro

lineamenti

Gap.

tvii.

Memoria
autore

Gap.
Gap.

Lix.

Come

la pittura

Gap. lxxx.

df've ef-

Gap. lxxxi.

De'

Gap. Lxxxii.

Do've

ne

figurar'

Gap. ixxxv.

'vecchie

Gap.

LXvii.

donne

Lxviir.

de-ve figurar*

Come

una

denje figurar

far

fpetie

le

refleffo

miflo

degl

'

altri

Co^ne

rariffme

fvolte

li

do've fi congiungo-

il re-

le

una

di condurre
cofe lontane

l' aria

che

figure nelle

Gap.

le

xci.

Gap.

xcir.

de^ve

figure [pic-

'

^Iodo

hifloria

del comporre le

florie

Gap. xciii.
Gap. xciv.

hiflorie

le

Del por prima una figura


neh

in

fare
fi
pi chiara quanto pi la

ma

ne a comporre tnfieme

fai finir baffa

Gap. lxx.

colore

Gap. l\\x\i\. De' colori de' refleff


Gap. Lxxxvui. De' termini de' refleff nel
fuo campo
Gap. I.XXX1X. Del collocar le figure
Gai', xc.
Del modo d' imparar be-

Del modo
pittura

Gap. txix.

femplice

battaglia

Gap.

duplicati e tri-

flfo.

Come fi

fono pi

Gap. lxxxvi. Do've pi fi -vedr

Come fi deve figurar una

fortuna

refleff
.

refleff

no

Come fi

li

corpo

Gap. txv.
lxvi.

fa-

refleffi fono del colore del

Come fi debbono figurar

Gap.

De

refleffo

Gap. ixxxiv. Come niffun

Come fi debbono figurar

notte

colori refleff della car-

colori

Come fi debbono

le

effer ri'ver-

parte del

fenfihili
lxx;xiii.

i.xiv.

Gap.

Qual

con

Dell' ombre

le

Do've non pu

r pi chiara

da una fola fi'

Come fi debbono figurare

Lxiii,

ti a .
Della riqjerberatione

chiarezza

vecchi

Gap.

Gap. lxxvii. De' refleff


Gap. Lxxviii. Di.' refleff de' lumi che circondano l'ombre,
de* lumi
Cap^^lxxix. Do-ve i refleff
fono di maggior a minor

putti

o da par-

quale d pi gra-

tol-

de-v' effer

plicati

i.x.

lume

il

ber at ione luminofa

dall'

Lxi.

lxii.

Gap. I.XXV'.
Gap. lxxvi.

Gap.

Precetti di pittura

neflra

Gap.

fa

tviii.

fer

Gap.
Gap.

che fi

<vifta

Se
te

co-

Terche la pittura non

me
Cai* liv.

non

grandi

nelle

delle

Delle figure che fon fcparate , accioche non paiano congiunte


to in faccia

nedon g' errori

fi

Delle cofe finite

termini fpediti

Gap.

grandezze

le

confufe

e dell*

operattoni "varie

Del figurar

delle cofe dipinte.

di-

fua

chino dal lor carripo

Gap. lxxi.

hi-

Del comporre
Variet
hifiorie

/' hiflorie

d' huomini

nell*

Gap. xcv.

Gap. xcv.

..

xcvii.

J3eir imparar li Movimenti dell huo>770


Del comporre l'hljiorie.
Della "varie fa nell hijlo-

xcviii.

ne
Del

Gap. cxiv.

Gap.

xcvi.

'

colore fi moftrer pi
bella in pittura .

ci.

Gap. cu,

'

un

che

Del far

li
'

co-

alfra

Gap. cxvi.
Gap. cxvii.

civ.

Gap. cv.

e belli

ninji

colo-

De' colori dell ombre di


qualunque colore.
Della 'variet che fanno
li colori delle cofe remO"
te e pr optnque
In quanta dijlanza fi perdono li colori delle cofe.
integramente
del
Colore
dell' ombra
'

Qunl

Gap.

cxviii.

G.AP

evi.

Del

colore

Gap. cxix.

Gap. cxx.
Gai", cxxi.

ombra

far

Gap. cxxh.

Della

Gap.

cviii.

Del

Gap.

cxxiit.

Gap. cxxiv.

d
Gap.

cix.

Se

'

li

de' co

in

d'una uniforme
mediante una

Della caufa

de'

mediante

le

trafparenti

dati

meffi

fopra dfverfi colon , con


la lor diuerfa relatione

d'un me-

'

tu

'varie

occhio

in

Della 'verdura 'veduta

campagna

pi

parr

Qu^al 'verdura

Gap. cxxxi.

d azzurro
Q^al' quella
'

che

meno

}nofira

re

Gap.

De' colori che fi dimoflrano 'variare dal loro effere , mediante li paragoni
de' lor campi
Della mutatione de' colori

rilie-

il

Gap. cxxx.

cofa mofira

nijfitna

'voi'

di preparar le car-

difianze dall

cxxxii.

Gap. cxxxiii.
Gap. cxxxiv.

che

fuo

il

fuperficie
di-

l' altre

'vero

colo-

Q^al

corpo

pi

moftrer

il fuo 'vero colore .


Della chiarezza de' paefi

comune

Profpetfi'va

della

diminutione de' colori

CXIII.

di ritrarre
e

Gap. cxxviii. Della 'variet


defimo colore

tenebre

tro fimil colore

Gap.

corpo fi dimofireri

fvo

fuo color 'Vero s' ella


non ha lume da un alCXII.

del fuo obbiet-

Gap.

il

Gap.

cettila di pi colori.
Qi^al corpo fi tinger pi

Modo

cxxvir.

perdimenti

che paion e non fono

Come

fuperficie ri-

la

Gap. cxxvi.

Gap. cxxix.

de' colori e figure de' cor-

CXI.

Qu^ale

d' ogm

fuperficie

te per quefio

medefima ombra

pi

altro

'

di pi bel colore .
Dell' ificarnattone de'

grojfezze

'varie

colore

Q^al

colori 'varj poffono effe-

ofcurit

Gap.

Della

ti

non fi mu'

colore che

aria

effer

Gap. cxxv.

profpetfi'va

re o parere

Gap. ex,

un con

'

ta

lori

ta

ra-

debb' effer ne' lumi


Del color 'verde fatto dal*
la ruggine di rame .
Atimentatione di bellezza
nel 'verderame .
Della miftione de' colori

del color

variet
fezze d' aria

del

bello

il

corpo ombrofo

non mofira
in 'vane groj-

cvii.

Come

colore che

Gap.

de' colori

Qu^al parte del colore

pi nera

ch/t

pi bella

nelle fue Superficie

bianco

'

gione'volmente de've

Gap.

ombro f
Dell' evidenza
nell

uno dia grafia

altro

'

con

le

Gap. chi.

non

07nt colore che

ha luflro
fue parti luminofe

arie

hijlorie

'

ri

Gap.

'

nell

Dell accompagnare

ali
c

dinierjficare

Come

pit bello nel-

lori

Gap.

Gap. cxv.

de' evolti

Gap. xcix.

me defi-

Q^(tl parte d' un

mo

'

Gap.
Gap.

tn

lunga difianza

Gap. cxxxv.

Delle cofe fpecchiate nell'


acqua de paefi y e prima
dell' aria

Gap.

112
Cap. cxxxvi.

Cap. cxxxvii.

Gap. cxxxviii.

Gap.

Cap. CLXxxvi. De' moti

huomo

membri

de'

dell*

Cap. clxxxvii. De' mori


volto

. .

parti

i/elle

del

Cap.clxxxvim. De' membri

d effigie
Modo di

defcritione

'

Cap. CLxxxix.

e del

a mente

tener

fare un

mana

tn profilo

hit-

effigie

y/o col

guardo d una fol nolta


Modo di tener a mente la
forma d un -volto
'

Cap. cxc.

'

Cap.
Cap.

cxcr.

Delle bellezze de' 'volti

cxcii.

Dell attitudine
De' mo'vimenti delle mem'
bra quando fi figura l

Cai*, cxciu.

'

huowo
pri t

che fiano atti pro-

Cap. cxciv.

Delle memhrificationi

Cap. cxcv.

Del moto

degV

t^nndi

&

mo

Cap. cxcvi.

e co>'fo

dell'

huo-

animali
Odiando maggior diffierenza d' altezza di (palaltri

nell

le

'

ationi

dell

'

huo'

mo
Cap
Cap

Rifpofia cantra
cxcviii. Come il braccio
cxcvir.

muta

tutto

raccolto

huomo

dal-

la fua prima ponderatioquando ejfo braccio


ne
s'

.AP.

cxcix.

ejlende

Dell huomo
'

mali

che

(b*

altri ani-

nel

muo'verfi

con tardit non hanno il


centro della gravit troppo remoto dal centro delli

Cap.

fnftent acoli

Dell' huomo che porta un


le fue fpalle
ponderatione
dell

pefo f(pra

Della

huomo /opra

'

fuoi pie-

li

di.

Dell huomo che fi moue .


Della bilicatione del pefo
di qualunque animale im'

mobile fopra
be

le

fue

gam-

De

i piegamenti e 'voltamenti dell ' huomo


De' piegamenti
Della equiponderantia
.

Del moto humano

114
Cap. ccxxxir.

Gap.

ccxxxiii.

Cai',

ccxxxiv.

Gap. ccxxxv.

Gap. 'ccxxxvi.

Gap.

*i5
CaT. CCLXXVIf.

CUf^nle

ta

tore

primo

il

obbiet-

e
poi
dipingendolo in
tal grandezza , egli
fi
dtmoflrer maggior del
naturale

intenttone del pit-

cb*
.

Cat. ccLxxviir. Quale

piti importante
pittura^ l' ombra ,
fuoi lineamenti .
Cat. ccLxxrx. Come Jt den^e dare lume

Cap. ccxcviu, Se

nella

alle figure

Cap. cclxxx.

Do've

corpo

Jlar

Cap. ccxcix.
Cap. ecc.

quello

che rifguarda la pittu-

ra

opaco

Del moto

braccia

punto
Cat. cclxxxh. Che le figure picciole non

di

debbono por ragione


fer finite

Cap. cgci.

pittore alle fne figure

Cap. cclxxxiv. Vrecetto di pittura


Cap. cclxxxv. Del fingere un fito

Cap.

cecili.

Tittura

to

Cap. ccciv.

ombre

deije

con grati a

Cap.cclxxxviii. Del

fpiccare

J)ofii

de'

in dinjerfi fiti

Del fuga^ir

colore

po
Nella pittura mancher
prima di notitia la par-

'

impropor-

te di quel corpo che fa-

r di minor quantit

na
Cap. cccvi/r.
Cap. cccix.

'

dijcojtiirfi

de' corpi

prima
le

Cap. cccx.

f'perfifi per-

difanze

de' corpi fopra

mi-

Delle citt " altre cofe

'

De'

all' aria

rag{[i folari

netrano
nwvali

Cap. cccxi.

altri

Delle

li

graf-

fpiracoli

cofe

che

'vede fotta

^.

Della /irura che -va con-

che pede'

fra nebbia

Offer'vationi di'verfe

'vedute

Della natura de' termini


corpi

maginore

'volta

fa-

Degl' accidenti
dono per

Terche una medefima campagna fi dimoftra alcunore che non

Degl accidenti fuperficiali che prima


fi perdono

ciali che

Cap. ccxcvii.

del-

piane d' u-

Cap, cccvi.

otnbrofi

Cap. ccxcvi.

cam-

ejfi

prima

lumi

De' termini de' corpi detti


lineamenti , OD-vero

tra

proportionati

corpi che in

Ti t tur a di figura e cor-

Cap. cccvii.

nel

Cap. ccxcv.

campi

'

7iifor>ne

contorni

Cap. ccxciv.

Cap. cccv.

tionalit delle circojlan-

ccxciii.

Cap. cclxxxix. Della differenza

Cap.

circa

cam-

pi.

ze

altez^za

le fuperficie

figure da' loro

'

lumi
lume uni'ver-

e
,

peggiano

dividere

le

De
a

che habbino rilievo

nel

braccia

fate

re

24.

far parere
naturale un animai fin-

Cap. ccLxxxvn. De' njifi che fi debbono fa-

ccxcii.

A'Wertimento

Cap. cclxxxvi. Come

Cap.

12.

cccii.

fel-

piedi

tina figura
di

Cap.

'Vacrgio

Cap. ccxcr.

fare

di

(patio
e abbia

che apparifca

Cap. ccxc.

io.

corri fpon denti

muro

de-ve nfare il

in

dritta

e fila

Cap. cclxxxiii. Che campo

braccia

alta

ejfer

40.

membra

ef-

una figura che

dimofiri

fi
.

degl' animali

fare

Cat. cclxxxi. Come fi dete porre alto


il

d' ogni

partecipa

del color del fno abbietto .

denje

la fuperficie

f
cb*

'

occhio

mifie in-

aria graf-

.
.

'vento

Della fine/Ira donje fi ritrae la figura .


Terche mifurando un 'vifoy

Cap. cccxii.

Deal'

Cap.

aria grnffa .
Della e afa che fi mojlra
da lontano.

cccxiii.

edifit) 'veduti nell*

Cap.

..

..

11^
Cap. cccxir.

Della 'Veduta d'una


ta

Cap. cccxv.

aria graffa

ili

De' termini
le

da lon-

Cap. cccxvi.

Delle

Cap.

tana
Dell ' azzurro che J mo-

cccxvii.

to

titi a

Cap. cccxix.

Perche

le

quanto

cofe

Perche

Cap. cccxxi.

fare fapra

piit

un pittore
Cap. cccxxxvi, Del rilie'vo

Qu^ali

e quali

njano

piit

Cap.

di nO'

Cap. cccxli.

linea-

"veduti

le

bia

Di far

cccxLir.

figure

ritratte

cofe

edi-

Cap. cccxLiir.
Cap. cccxliv.

Delle citt

&

altri edi-

Del figurar
mondo
Del Jgtirar

Jitj ^veduti la fera o la

mattina nella nebbia

Cap. cccxx VI. Perche

le

cofe

no

no

quelli

foofcure che le baf-

ancorch la nebbia

macchie

'

dell

corpi da lontano
Cap. cccxxvrii. Perche fu ' l far

om-

'

Cap. cccxxix. Do've

mo

azzurre

piti

'

an-

partecipanti

di

ponti fnpra le loro acque


Precetti di pittura.
.

della

fera l ombre de' corpi


generate in bianco parete fono

quattro

le

Cap. cccxLvr. Del "vento dipinto


Cap. CCCxlvii, Del principio d' una pioggia
Cap. cccxi.vir I. Dell ' ombre fatte da'

che apparifcono ne'

bre

del

parti

Ja uniforme in gruffez-

za .
Cap. cccxxvii. Delle

le

parti de' tempi dell

pojle nella dijlanza


piti

paio-

cofe

Cap. cccxlv.

alte

piit

do've fono dipinte.


Precetto .

neb-

nella

che le

no fpiccate da' lor campi , cio dalla parete

"veduti

Jit]

delle

re effo nattirale

Cap.

nella

Cap. cccxxiv. D- II' altezza degl'

Cap. cccxxv.

perfettamente dal naturale non paiono del medejmo rilieuo qual pa-

confer-

Della profpettin^a

nebbia

'

ra
Perche

De' corpi

'

le

cccxxiii.

ha da

s'

opera

'

parti che

dall ' occhio

muo'vono

ne' corpi che J ri'

titia

che

remote dall ' occhio


Cap. cccxxxvii, De' termini de' membri
alluminati .
De'
termini
Cap.cccxxxviii,
Cap. cccxxxix Della incarnatione , e cofe remote dall occhio .
Varj precetti di pittuCap. cccxl.

oc-

le

fon

'

conofco-

prima J perdono

Cap. cccxxn.

no-

di lontano

"volti

paiono ofcuri

dull

remo-

J rimuovono
chio manco J
no

Cap. cccxx.

la

de Ila

quella

Cap. cccxxxrv. De' campi


Cap. cccxxxv. Del giudicio

farti
de' corpi delle quali per

manca

^venchi

tione naturale

quelle

difanza

dipnta

ella

fira effere ne' jaeji lontani .

Cap. cccxviii. Quali fon

cofa

all' occhio per quella medejma graffe zza d' angolo che quella eh' piti
ai le i ^ non varemota di
re tanto remota quan-

cofe "vedute

la

ancorch

inferiori del"

remote

cofe

Cap. cccxxxin. Perche

cit'

Cap. cccxiix
Cap. cccl.
Gap. cccii.
Cap. ccclii.

Cap. ccCLin.

Precetti

Della flatua

Del far una pittura d*


eterna "vernice

chiaro il fu-

Cap. cccxxx. Della pohere .


Cap. cccxxxr. Del fumo .
Cap. cccxxxu. Varj precetti di pittura

Modo

di

colorir

in

te-

la

Cap. cccljv.
.

Precetto della
^va tn pittura

pmfpetti.

Cap.

117

De^r

Cap. cCClv.
Cap. CCClvi.

De//a diminutiotie

Cap. ccCLvn.

Dell'

lori

corpi
l

Cap.

CCClviii.

Cap. ccclix.

'

obbietti

corpi

trafparenti

occhio

De' panni che

'

Cap. ccclxi.

Co2e J devono fare


pieghe a' panni

Cap.

De/le pieghe de' panni in

co*

(le

interpojtiorte

CCC1.XI1.

de'

ivfra

obbietta
'vejlono

le

figure , e lor pieghe


Della natura delle pieghe
de panni

Cap. CCClx.

Cap. ccCLxni. Dell occhio che 'vede le


pieghe de' panni che circondano l huomo
Cap. ccclxiv. Delle pieghe de' pan'

'

ni

Cap. cccixv.

Cor^e J de^vono far


pieghe de panni .

fcorcio

le

le

Dell' orizzonte fpccchiato fieli

'

onde

FINE

b-A a4i=^ f.^

LEON

LEON BATTISTA ALBERTI


DELLA

PITTURA
E

DELLA STATUA.

121

AL MOLTO ILLUSTRE SIGNORE MIO OSSERVANTISSIMO


IL SIGNORE

CARLO ERRARD
PITTORE DEL RE CRISTIANISSIMO.

MOLTO ILLUSTRE SIGNORE.

dedicattoni Jone

Jmprc bene impiegate^

convengono principalmente a quelli che prqfef^


Jano le mede/ime arti e Jcienz^ che ne'' libri j' tne

Jegnano

putatione

pr e/ente

perch Je Jimano

Jvr^a
che Ji fa a
^

Janti per
alle

e'

propria virt

la

abbino anche

loro

in pregio il

ejjndo di fir^ ba-

gV invidio)i

rejijere alle calunnie de

cavillat ioni degl'ignoranti^

teri del loro

nome prejervano

ogni jy inante

le

con

Joli carat-

opere dedicate

venenata lingua

e ri-

dct

Spinto da que

Ji^

t22

Je corifideraton ma molto pi dal dejderio che


hojmpre havuto di pale/are con qualche atto puhblico il grand^ affitto della mia Jrvit verjo di
^

V, S, le offeri/co queji due trattati da

duti y

quaj

rijiijcitati ^

col

me

aggiungervi

rive-

la

vita

del loro autore Leon Batifta Alberti ,

da lei tenuto degno J' accompagnare Lionardo da VinciJiio


paefano Jno al trono reale della virtuqjifflma Regina diSvetia, Deve affai V uno eV altroJcrittore

alle cure

Jatiche di V,

S,

che per jfargli cotn-

pompqjt innan^ a s gran Principeffa ^


ha voluto con quel numero di rari ornamenti che
Ji vedono ricamargli da capo a piedi Ajpettiamo
da lei in altre occafoni coffe pi ff)de e di mag'
gior momento^ perche e per la profonda St univer/ale e ognit io ne di tutte le parti del difgno ^ e
per V abbondanza e ricche^^ delle inventioni ^ e
per quella ffia muta eloquenza con la quale ella
e/prime si perfettamente i moti interni dell'* animo , Jappiamo eh' alla ffia mano non vi ceffi
Intanto le bacio mille volte le mani.
impojffbile
parire pi

Di

V. S. molto ilhifre

AffetonattJfty9 fefvitore

Rafaelle Trtchet

Du

Frefne.

133

VITA
LEON BATTISTA ALBERTI

DI

DESCRITTA

DA RAFAELLE DU FRESNE.
IJanto fulTe antica,
in Fiorenza,

berti

mirato

che per

nobile

potente la famiglia de

ne fanno fede
certi

hiftorie:

le

volfe rilevar

rifpetti

il

Am-

Scipione

nome

Al-

gli

Con-

de*

non trov pi bella e fpedita inventione, che di


compagnia con gli Alberti , affegnando una ifteiTa oricini,

metterli

in

gine all'una, &: a l'altra famiglia.

erano gi

di

grande autorit

noi baltcr dire che nel

Fiorenza,

che favorivano
che fi fecero

anno 1384. nelle fefte


per r acquifto d Arezzo, gli apparati,

tionc de* Bianchi

renza

in

1'

le

1304.
la

in

pompe de

fat-

Fiogli

magnificenza, che parvero pi convenienti a


qualunque gran prencipe eh' a perfne private. Ne' falli della republica fi trova che gli Alberti hanno havuto nove volte il gontalonera-

Alberti

furono

di

tal

fupremo grado

honore

&

potenza al quale poteffero afpirare


Fiorentini. Ma nelle frequenti borafche, e moti delle cofe publiche non ebbero fempre la fortuna favorevole
L' anno
1387. Cipriano e Benedetto de gli Alberti furono fcacciati dalla
to

eh* era

il

in

in

patria, e poi

Ma

Tanno

141

1.

banditi infino

bando,

a*

fanciulli

di

quella caia.

dato ordine eh' ogn* uno potef^


f venire , e {fare liberamente a Fiorenza
11
fopra nominato Cipriano fu padre di Alberto, di Lorenzo, e di Giovanni. Alberto
Al2
nel

1428. fu levato

il

VITA

124

1437. vcfcovo di Cameritanta pompa e dimoftratione d'af-

Alberti fu prima canonico, e poi l'anno

no:

&L

Eugenio papa, che con

fu da' Fiorentini

fetto

eh' egli vi celebr

lato

loro citt

nella

concilio

il

fatto

per fegno di gratitudine

dovuto

fuoi

a'

d'Alberto

meriti

verfo

honor

1'
,

lafci pi figlioli,

del

accolto

havendo

prova delle
la

virt

Tua natione

cardinalato

&

Bernardo, Carlo,

quel

di

Lorenzo

pre-

per premio

tempo

nel

fratello

Battirta, le cui

Leon

porgeranno ampia materia di lodi a quello breve dilcorfo. Con quanta cura, e con che difciplina quelli fratelli fuflero
nella giovent dal padre allevati , fi legge nel trattato che 1' ilfelTo
Leon Battilfa fcriffe delle commodit , ik. incommodit delle lettere:
dove egli racconta che tutte le bore del d erano in tal maniera a
ElTendo giunti
varii loro ftudii diftribuite, che mai rellavano otiofi
ad et pi matura, oltre lo ftudio delle lettere, Carlo abbracci la
cura de' negotii domeftici, ma Leon Battiff a non tenendo conto di alqua'it

rare

tro che di libri, tutto

to

diede alla coltura dell'ingegno, e fece tanche fi lafci addietro quanti con fama va-

fi

profitto nelle fcienze

huomlni vivevano al Tuo tempo


11 primo fiiggio
eh' egli diede della vivacit , OC acutezza del
filo genio fu neir ingannare
& ingegnofa burla
con una dotta
il
giudicio de*
e con pi fucceflo che non fece poi il Sigonio
letterati del Tuo
tempo: perche trovandofi in et di venti anni
allo ftudio di Bologna, compofe di nafcolfo una favola chiamata
Thilodoxm
fotto nome di Lepido comico
la quale poi
quafi capitatagli di nuovo, e cavata da vecchio manofcritto, ci public per
antica. E veramente Alberti imit in quella con tanta fe'icit la prif^
ca dicitura de' comici Latini, eh' effendo pervenuta nelle mani di
Aldo Manucci, il quale fu da tutti tenuto per paragone della vera
e pi pura Latinit, egli la fece llampare in Lucca l'anno 1588.
dedicandola ad Afcanio Perfio, personaggio ancora egli di profonda

lent'

cruditione
pidt

come

a>2ticjui

qu(

comici

quifquis

ad manus meas

Clini

habendam

duxt

ejje

evetujatis follerttfjoo
l5'c.

anno

Non

Ma

che

della

qutdem cupio

weorum

ditate

apud

<vos

meos

obi--viJfe

tato le

pernjoierit

lidagatori

et,

egli

fleffo

annos

fue forze,

non

eruditi fjme Terfiy

qu

totius

mihi certe cum placuernit ,

quod

rattoyiem

tibi

vigefimo

nel

prologo:

l'ha voluto fgnificare nel


hac

Verum

njacuum me fcdicet

anmrum

<vi^e/fna

exfpe^o inde haberi

non

exundique

Havendo dunque Alberti in quella


non vi fu fcienza eh* egli con lo

acquiftaUe, non lafciando palTare

Lepidam Le-

antiquitatii

tS'

comporto quella favola

hanc ineptius fcripferim fabulam

hoc perfuajonis

mitto

te

dtfplicebunt

non peto in laudem trabt

ad

antico

ca obfer^atione digna

noi

fcrittore

perire mlui:

in

habbia

\ Alberti

fua

die Jt ^fabidam

Multa funt

opera di

Itata

folte

et

tncurc

fperimen-

non Ci
alcun giorno fenza leggere o comfludio

porre

LEON BATTISTA ALBERTI.

DI

125

&

hebbe l'Ingegno cos


porre qualche cofa, come egli ftelTo afferma:
ne (
facile , che parve ugualmente nato ad ogni forte di difcipline
fa f fuie meglio oratore o poeta, f pi eccellente fcrittorc Latino
:

o Tofcano
ie con pi

&

dria

pi

fc

gravit ragionaffe

delle

urbanit delle ordinane

pratiche

fcienze

nelle

valeffe

cofe rilevate,

o fpeculativc , e
o con pi leggia-

e baffc

legge eh' una volta Lorenzo de' Medici , vero Mecenate del
fuo fecolo, per paflar con manco faftidio i pi gran caldi dell' eftate , fece nella felva di Camaldoli una ragunata di pcrfonaggi illuSi

fori

ogni

in

forte

di

letteratura

fra

quali

Marllio

Ficino

Donato

Leon Battilk Alberti Alamanno Rinuccino e Criftoforo


Landino erano
principali
Qual fuHe la converfatione di s dotte
pcrfone ogn' uno f lo pu immaginare. Ma pi di niiTun' altro fi fece
ammirare l'Alberti, il quale con difcorfi rilevati, e pieni di fublime

Acciaioli

dottrina fece vedere a pieno che nell'Eneide fotto la fcorza di vapi alti fegreti della filoi
rie , e vaghe fintioni , fi nafcondevano

che Virgilio era un vero, e reale filofofo , ma veftito fantafticamente e da poeta


Cos fodi ragionamenti fecero tal impreffione nell'animo de gli afcoltanti , che Criftoforo Landino (ch'in quella occafione volfe eflere il fegretario dell' afemblea) g'i regiftr tutti
e

fofia,

in

un

libro

lingua Latina fotto


fo

il

fine

cos

cellotiortbus

tantoriim

nome

fcrive

qu Leo

njirorum

il

di

quell'

Landino: H^c ftwt qu^ de plunmis longeque ex-

'Baptijla

C6}2feffu

opera che fi vede ftampata


Queftioni Camaldolenfi: nelle quali ver-

form poi

ne

Alhertwc memortter

difputaniit

diluctde ,

mem'tnijfe <voluf

ac copto/e

&

in Tofcamolte belle compofitioni in Latino


no, delle quali fi vedr qui di fotto un copiofo indice. Fra le opere Latine digna d' eterna lode , e (\ pu paragonare con tutta
la quale per la fua ecquella eh' intitolata il Momo
r antichit

Lafci l'Alberti

due volte in Roma.


E veramente in quella con ftraordinaria vaghezza, e non penlato arfcherzando, ridendo, burlando, d fpiegano in quattro libri
tifitio
e fevere fcriOero della
che gli altri con maniere gravi
quelle cofe

cellenza

nel

medefimo anno 1520.

fu ftampata

morale, elfendofi per egli principalmente propofto di tocottimo principe s* afpettacare quelle che a formare un perfetto,
no e cognofcere i coftumi di quelli che gli vanno attorno. Bella
ancora 1' operetta chiamata Trivia , ovvero delle caufe attenenti a*
fenatori
e quella eh' egli intitol De iure, cio dell' amminiftrar la
giultitia, delle qua'i non so per qual cagione Cohmo Bartoli , che
traslat in lingua Italiana
e fece ftampare in un volume molti opu-

filofofia

&

{coli di

del

Leon Battila Alberti,

n'

abbia fatto

il

quinto e ferto

libro

Momo,

quali

fi

ovvero del Principe. Scrillc un libretto di favole, nelle


dice che nella bizzarria de' concetti habbia fuperato Efopo.

Com-

VITA

126

Compofe ancora un trattato della vita e coftumi del fo cane, &


un altro fopra la mofca, potendo con artifitiofa maniera fcherzar del-

&

abbiette
Nella
bade
alcune cofe
lingua Italiana ha lafciato tre libri dell'Economia,
amorofc in prof
in verf , e fu il primo ( come fcrive Giorgio
Vafri nella Tua vita) che tentalTe di ridurre i verfi volgari alla mile

cofe rilevate

e gravi

e filofofar delle

&

&

fura de' Latini

come

fi

vede

in

quella Tua epiftola

^lite^a -pur ejlremct mijerabde ptflola

A
Ma

che fpregi miferamerne

te

fjot

mando

^c

nel ragionar del fingolare genio dell' Alberti in ogni genere

luogo eh' egli tiene fra gli huomini letterati


armi Tento tirato da gente d'altra profefTione , cio da pittori,
chitetti, che come Tuo lo pretendono, e moftrandomi quanto egli ha
architettura, mi chiamano indietro, e quafi che
operato in pittura
di polite lettere

e del

&

&

io habbia a fcrivere le virt d'

paffaggio daHe

un

fcienze fpeculative

altro Alberti
alle

arti

mi sforzano

pratiche,

di

far

mecanichc.

veramente fu tanta la capacit e vaftit dell* ingegno del nortro


Alberti , che pot non /blamente con generali notitie tutte le difcipline abbracciare, ma difcendere ancora al particolare di ciascuna,
far credere a gli huomini, che
i. applicandofi a qualfivoglia cola,
mai ad altro non haveffe il Tuo nobilifTimo intelletto impiegato, pareggiando anzi avanzando quelli eh' in tale profelTione fi Itimavano
i migliori.
Erano nel Tuo tempo affatto fpcnti gli itudii dell'architettura , o f pur qualche cognitioni Te ne havevano , furono tanto
e lontane dalla politezza e nobilt

corrotte,

mano

che neir operare producevano effetti rozzi


berti fu il primo che tentalTe di ridurre quell'arte
rit

Leon

alla

Al-

Battiila

Tua prima pu-

e fcacciando la barbarie de' fecoli Gtichi introduceffe in quel-

la l'ordine,

mato

Ro-

antico fecolo

dell'

il

e la

proportione

Vitruvio Fiorentino.

Pontefice a valerfi di

lui

fi

che da

La fama

nell'

tutti fu

del Tuo

univerfalmente chia*

nome

induffe Nicol V.

ordinare molte fabriche in

Roma

&C

quanto che da Biondo Fora confidarfi tanto pi ne' fuoi configli


livefe perfonaggio di alto merito, e fuj familiare fu particolarmente
informato delle fue rare qualit
Fece per Sigifinondo Pandolfo Malatefta fignore di Rimino il
difegno della Chiefii di S. Francclco , la quale fi principi 1' anno
,

1447
dotta

al

e riufc

una

delle pi fuperbe,

termine ch'oggi

fi

e fontu

vede, l'anno 1550

jfe

Fu con-

d'Italia.

perche

il

Vaiari,

minor momento affai proliffo, nella defcrittione di


quefto tempio s moitrato molto fcarlo di parole
bench per il
foggiorno ch'egli fece in Rimino, dove dipinfe il S. Francefco che fi
in

occafioni di

vede neir

aitar

minutamente

maggiore

di

detta

fabrica

habbia potuto offervarne

tutte le parti, noi per fupplire in parte alla lua negli-

genza

DI LEON BATTISTA ALBERTI.


genza

remo

per onorare tanto pi

memoria

la

quello che nel ceniiderarla pi volte

re olTervato

cominciando dalla

architetto

diremo che

d' Iftria

fcrivc-

parlo degno di elTe-

ci

facciata

marmo

belliirimo baflamento, tutto di

dell*

127

il

vede un

li

qual corre d'in-

ha per corniciamento un bel ornamento


di fogliami &c arme Pandolfefchi
intralciate infieme cori vaga inventione. Sopra di effo falgono quattro colonne cannellate d' ordine

torno a tutta

fabrica

la

&C

compolto

mezzo

e di

rilievo.

mezzo

nicchie, delle quali quella di

fono occupati da
porta maggiore, the

tre

interftitii

tre

fa

la

va

dentro alquanto con un bellilfim ) fogliamo: fegue poi l'architrave,


portavi
il freggio, ck il cornicione, fopra del quale, di rimpetto alla
1'
andavano con
iflelTo ordine due pilallri con una nicchia in mezzo,
la quale f fulTe ftata fatta, havrebbe fervito per dar lume alla navata di mezzo,
per collocarvi la fatua del Signore. Nel fianco
del tempio di fuori
con fuperba e nobile inventione fi vedono fette archi grandi, e fotto di elfi altretanti fepolcri , fatti a polla per

&

La parte intcriore deluomini illuftri Riminefi


la fabrica non cede punto all' efteriore ne in grandezza di difegno,
ne in delicatezza d' ornamenti , i quali bench habbino un non fo
che di Gotico, f fi confider la rozzezza di quel fecolo , non fono
fervire di

depofiti

d'

tuttavia fenza l^de

fono

marmi

diverfe forti

di

cofi

come

dentro

di

e fi legge nella vita di Sicon profufione adoprati


gifmondo eh' egli palTando con le fue genti vicino a Ravenna , ne
Ipogli con quella occafione le chiefe antichiffime di S. Severo
e di
Cldlli, levandone le incrortature
e conduccndo a Rimino tutto quello che pi gli pareva a propofito per compire la fua opera , a tal
punto che da Pio fecondo fu meritamente biafimato e chiamato fa-

fuori

flati

una

crilego. In
affai

una

belle
(

parte

ricche

come

che
Sigifmondo

delle capelle

fcrive

di

Vafari

il

fono

il

fei

fi

vedono

di Ifotta fua

ritratto

di

opera quello di Leon Battifta.


155 1. Lodovico Gonzaga marchefe

e fopra

&C

in altra

moglie

cfTo fignore

fepolturc

le

dell' ifiefla

L'anno

di

Mantova,

il

qua-

all'Annunciata di Fiorenza, per un


per cagione d' un parto felice , fece
voto fattole dalla fua conforte
col difegno di Leon Battila, il coro, o vero tribuna, che
fabricare
di prefente fi vede in quella chiefa , con 1' armi intorno della famiglia Gonzaga: la quale fi. come fa fede della magnificenza di quel

le

era divotamente

affettionato

fi'gnore,

cofi

moflra

il

con maniera caordin quell'edificio a guifa d'un tempio

valore

dell'architetto, che

molto diffcile
tondo con nove capelle d' intorno E perche vi fono certe cofe che
non rifpondono all' occhio con tutta quella gratia che fi richiede,
parendo per il giro della fabrica che gli archi delle capelle, quando fi guardano per profilo, cafchino in dietro, rimandiamo il lettore a,
pricciofa, e

quanto ne fcrive

il

Vafari.

L' illef-

VITA

128

L' iftenb marchefe volendo nella propria citt riedificare dalle


fondamenta la chiefa di S. Andrea, venerabile per il fanguc di CriA berti, e fiche vi fi conferva, 1' anno 1472. chiam a f
rto
gnificatogU il penfero eh' egli haveva d' illuRrarc Mantova con un
nobililTmo, e ruperbiffimo tempio, gli fece fare il modello del novo tempio ch'oggi ( vede: il quale tutto di terra cotta in forma
di Croce, con una volta fola che forma la parte inferiore di quella,
fovrapofla al corpo maggiore della chiefa, lungo braccia 104., e
1'

largo braccia 40. fenza catena alcuna di ferro, o legno che lo foftenti,

te,

& tutto d'opera comporta,


& altrettante picciole Nelle
.

per ciafcuno oppofte

pelle

1'

una

con

grandi per ogni par-

tre capelle

due ca-

braccia della croce vi fono


all'

altra

mezzo poi

Il

del quadra-

deve fabricar la cupola, largo braccia [Melfo a quaranta. Oltre il quadrato della cupola vi il coro di forma ovale, lungo braccia 52., e largo quanto il corpo della chiefa, il quale con
il predetto
quadro fu l'anno del Salvatore 1600. fornito fino lli ultimi corniciamenti, conforme al modello antico dell'Alberti. La facciata compartita in tre porte
la maggior delle quali eh' nel mezzo, ornata di marmi bianchi, con fogliami bellilhmi diligentemente
intagliati
e le portelle da i Iati fono di marmi bigi
lavorati anch'
Chi volefTe vedere ogni cofa pi particolarmente defcritta legga
cffi

to, dove

fi

Donefmondi nel libro fefl:o dell' iftoria ecclefaftica di Mantova dal


quale habbiamo cavato quanto fi accennato di fopra Mario Equicola nella ifforia Mantovana e' infegna eh' il medefimo Alberti nell*
iftefla citt diede principio alla chiefa di S. Sebaltiano. Hebbe per aiutante, e fedele efecutore de' fuoi difegni a Mantova un Luca Fioren-,

tino,

coro
di

il

quale haveva gi lavorato per

dell'

Annunciata

Ma

fi

egli affai

Mantova debbono molto

di

marmi

nella ftrada che

fi

Fu ordinata

neri

il

Maria novella,

bianchi

artificionimente

difegno

chiama La vigna

tutto

di

in Fioren-

S.

della chiefa di

corrifpondentc alla grandezza

Colimo Rucellai diede

induftria

all'

fente obligata la fua patria alla fua virt,

la facciata

vago mcfcolamento
e

contribuito a'ia fua bellezza.

za col fuo difegno


ta,

Roma, Rimino,
Leon Battiffa, non meno

havendo

Fiorenza nella fabrica del

lui a

del

corpo

chiefa

di

con

orna-

edificio.

dell'

palazzo eh' egli

nella

il

fece

tare

Brancacio

S.

vede una capella di fua inventionc. Fece egli molte altre cofe
che per brevit Ci tra'afciano. Lafci pochiffime opere di pittura
Paolo Giovio che compofe fuo elogio e gli diede loco fra gli ilfi

lulri

letterati

loda

il

ritratto

eh' egli

fece di f

tempo che Vafari fcrilTe, fi ritrovava


con altre Pitture del medefimo A' berti
Si vede dunque da quanto habbiama
le nel

medefimo

il

qua-

in cafa di Palla Rucellai,

fcritto

di

fopra

che per
lo

,.

LEONBATISTA ALBERTI.

DI
de

rtudio

10

Alberti

tilla

per

lettere,

le

cognitione

la

pu con ottima ragione

del

129

difegno, Leonba*

regiftrar fra

huomini

gli

fa-

Anzi per maritarle pi ereteh'


difcorl dell* una fervillero ad illuftrar
le operationi dell' altra, facendo parlar quelle arti che per lo paflato
erano rellate quaf mutole, lafciandone
precetti con belliffimo lille
mof dell' una, e dell'
tamente infeme volfe

altra profelione.
i

La

in lingua Latina.

fcritti

fcultura

prima

la

fi

della quale egli in-

traprendeffe di trattare, fcrivendone in lingua Latina un libretto indella Statua

titolato

de

la Pittura,

nobile,

citura

Nel primo

da
e

medelma lingua tre libri


gl'intendenti ft-mmamente lodati, f\ per la dipofcia

ScrifTe

tutti

fchietta

nella

come anche per l'importanza

de' precetti.

da la geometria
11 fecondo contiene le vere regole,
da le quali non deve mai diparquanto nel difegno, e cotirli il pittore,
tanto nella compcftione
lorito, che fono le tre cofe alle quali fi riducono tutte le conlidefi

fpiegano

pnncipii

arte

dell'

tratti

rationi

deir

che far

poflono nella

del pittore,

officio

pingere

fi

Pittura

del

eflendo Hata con

cilit

grande,

negli

ofcuri

dopo

la

de'

terzo libro

fi

ragiona

pi

Ikidio,

ch'egli fcrilTe dell'architettura,

zo

Nel

ch'egli deve proponerfi nel di-

fine

L' ultima opera di Leonbatilla


te

li

fcritti

fcuoprono
di

Alberti
e

pi degna di tut-

diligentia lavorata,

nel quale con efquifto

tutti

fcreti

di

Vitruvio erano rinchiuf

morte da Bernardo fuo fratello


Medici, come haveva desinato di
iua

&

la

ordine,

quell'arte, che
:

ne

che

fare

la
1'

public

Ci

libro

il

fa-

prima
f

non

dedic a Loren-

ifeflo

autore.

Fu

da Colmo Bartoli
gentilhuomo Fiorentino, che la prefent a Cofimo de' Medici fanno
1550. Il medelimo Bartoli tradulTe ancora i libri de la Pittura, e
Scoltura', e gli fece ftampare fanno 151^8. con gli altri opufcoli
delf Alberti
Si trovava gi un' altra verfione del trattato de la Pittura , fatta dal Domenichi, e flampata fanno 1547.
Dopo aver per 1' accompagnamento di quello volume con lingua a noi foreftiera ragionato de le virt di leonbatifta, &c ammirato
frutti del
fuo fertililfuno ingegno, altro non ci rcfla a
dire , f non che defideriamo per il merito di fi grand' hu( mo
ancora pi per f utile publico, e per la gloria de le lettere,
che li raccolghino un di tutte le fue opere inhcme
e per qucflo
ne porremo qui di fotte la lifta. Mor Alberti in Fiorenza fua pavoltata

in

lingua Italiana,

illullrata

di difegni

&

tria

e fu fcpQlto nella

chiefa di fanta

Croce

IN-

. .

..

VITA

ijo

INDICE
PELLE OPERE DI LEON BATTISTA ALBERTI.

RIAMIATE.

T E R E

Eon'ts

1520.

chii

Alberti Tlorentm

'Bctpt'iJ

4.

&

in

de

2.

Itb.

remium Medicem

ojjcits

Leonis

r anno

tS'

Trinaia

brenjts

"Baptijdi

Alberti

n}iri

libellus

demum

mine

Tartjts

2.

Lepidi comici

Manucio

de

'Baptifce

Law

mwquam

fatts laudata arte libri

tres

ab-

&

ultimamente

animante

ad Leonellum

1540.

'Bafilcdi

doBtJJnii de

K^

in

<veteris

Michaelis Martini

8.

i)^6

elariffmi

^virt

ci<vili

tft'

8.

de

libri

re

edificato-'

luoghi

altri

Tbilodoxios fabula

ex antiquitate eruta ab Aldft

8,

Albertis

poeta

di humanit.

kS'

amore

de

laureati

Legitime amanti

de njita rufiicana

forro per abbraciarlo

ac Judto

Stelle cura

'Bajtle

1471.

de Albertis poeta laureati opus

incipit.

equo

de fortuna.

o parte

Incipit.

4.

de

Vedo

remedi

amorit

in

1471.

anima mia.

dell'

Incipit

4.

preclarum

riconofcendo

optimus

liber

"Dialogo di Meffer Leonbatija Alberti Fiorentino

ta

ad

fcholiis

lucem editus

tn

di piet, e

uthcio

feltciter

Luc 1588.

'Baptifl.i

Parmi

accurata interpretaw

tS'

tm

Petri Ioannis Olivarii

Leonis 'Baptijl^ Alberti Fiorentini


.

feriatorits

cum

4.

'BabtiJ de Albertis

Terrarienfem prtncipem

ria

Jt^e de caufis

1649. in Leida col Vitruvio

Leonis

ntentus

1538.

'Bajle

fcmnium Ciceronis
De pi&ura prejlantiffima

folut'tffmi

adthu! Jacob't Afax^o-

anno con quefto titolo: Leo Xapt'


Trtnctpe
%om cipud Stephanum Guderetum

Alberti Florottrit

'Baptfldi

Cicerons locum

%om ex

in folio l'irteffo

Ja de Alberti f Florenti^ms de
Leonis

Momus

republtca

io

de

'vi-

Microtiro mio,

In Vinegia

1543.

8.

Opere dell Alberti non mai Jlampate


'

T>e iure traHatus.

Incipit.

Tradwtto Dal Battoli con

De

comodis

il

veftris

titolo.

Dell'

mcomodfs

Laurentius Albertus parens.


ro, che quello trattato (a

dove, non

Etfi

Si

litterarum

legge

iUto

iureconfultorum
aminiflrare

la

ragione.

ad Carolum fratrem

per

ikmpato

nella

icriptis.

Incipit

biblioteca di Gefnc-

Italia,

ma quando

lo dichiara.

Vita SanEi Totiti martyris


Tratatus Cifera infcriptus
Trafiatus M.tthemattca appellatus
Libellus

Statua diffus

Ve

LEON BATTISTA ALBERTI.

DI

131

De Mufca.
Oratto fioiebrts pr

cnve fuo

Apologorum. Tutti

Lihellus

hiap'tt

Erat

more apud

in

e ftampati

tradotti,

Ne

Bartoli

dal

mentionc Pocciantio nel


catalogo de' fcrittori Fiorentini
come anche del fegucnte
Liber Nanjis vifcriptui
L' accenna il Gefnero
Chorographia

%o)n antiqua.

urbis

fa

Scrive Filippo Valoni che

Tre Libri delV ecemmia.

manofcritti

Vane

in

caia

opere

dt

gentiluomo

con

fol.

/';;

accademico

del

con

i')6^.

Venetia

Italiana.

da

Alberti tradotta in lingua Fiorentina

"Battijla

pittura

la

lingua

Alberti tradotte tn

Tjattijlct

(S'

mentione.

Pocciantio ne fa

Il

Leon

1550-/0/. (^

Firenz.e

Regale

Leon

architettura di
Xartoli

Cofmo

Tua.

confervavano

4.,

la

1'

aggiunta

anno

lilelTo

medelmo Alberti

de dijegni

monte

nel

tradotta

In

per

M.

Ludovico Domenichi

La
chi

Leon Xattisa Alberti tradotta per

pittura di

1547. 8.
Opufcoli Morali di Leon

parte

M.

da

corretti

Momo o^njero
De difcorfi da
"Dello

Xattjla Alberti geitilhuomo Fiorentino

Cojmo

Xartolt

del

dt

1)6%.

Venetia

detti

4.

opufcoli

principe.

Senatori

La
La

njita

Le

piace^-volez,'x,e

dt

altrimenti

Trinjta

Cifra

delle

incomodit delle lettere

a Carlo fuo fratello

Totito.

S.

Della republica

Matematiche
della 'vita

che quello trattato

derei

lijia

In

tradotti

amminijlrare la ragione.

Delle comodit

l'

Ludo'vico Domeni-

In Vtnegia

Segue la

M.

fia

cingile

ftato

rujlicana

Tofcanamente

della fortuna

fcritto

Cre-

dall'Alberti

habbiamo notato difopra.


Della Statua

Della Tittura.
Della Mofca.

Del Cane.
Cento Apolngi

Hecatompbtla
Deiphtra

Quelle due ultime opere non fono (late tradotte dal Bartoli
le mcdelme che quelle di fopra l fono accennate fotto
titoli:

ma

de amore,
berti

&

de remedio amoris,

fcritte

in lingua

Tofcana dall'Al-

DELLA

DELLA

PITTURA
D

LEONBATISTA ALBERTI
LIBRI

III.

DELLA PITTURA
LEONBATISTA ALBERTI
LIBRO PRIMO.

Avendo

io a

accioche

mentarii,

de

fcrivere

la

Pittura

parlar

il

in

mio

(a

com~

breviffimi

qucfti

pigli ero

chiaro,

pi

primieramente da i Matematici que'le cofe che mi parranno a ci a proposto. Le quali intefe che l faranno, dichiarer (per
quanto mi fervir lo ingegno) da effi principii de la natura, che
cofa fia la Pittura. Ma in tutto il mio ragionamento voglio che fi
avertifca, che io parler di qucfte cofe non come Matematico, ma
come Pittore Conciofa che i Matematici con lo ingegno folo confdcrano le fpezie
feparate da qual fi vole forme de le cofe
glia materia
Ma perche io voglio che la cofa ci venga pofta inan.

&

zi

gli

mi

occhi,

fcrivendo,

fervir

come

ufa

fi

dire,

una

di

&

veramente mi parr haver fatto a baftanza, f


Pittori nel leggere
intenderanno in qualche modo quefta materia
i
veramente difficile, & de la quale per quanto io habbia veduto,
non flato alcuno che per ancora ne habbia fcritto Chieggio adunnon come
que di grazia che quefti miei fcritti fieno interpretati
da puro Matematico , ma da Pittore Pertanto bifogna primieramente fapere che il punto un fegno ( per modo di dire ) che non fi
pu dividere in parti. Punto
Segno chiamo io in quefto luogo,

pi gralTa minerva:

talmente in una fuperficie, che cfTi fi pofPer che quelle cofe che non fono
fa comprendere da lo occhio
comprefe da lo occhio, non alcuno che non confefT che elle non
qual

fi

voglia cofa che

fia

hanno niente che

fare col Pittore

Conciofia che

il

Pittore

ca di imitar folamente quelle cofe, che mediante la luce


vedere. Quefti punti f continovamente per l'ordine fi
r

uno appreiTo

de

lo

altro

diftenderanno

un fegno

una linea

Et

affati-

fi
fi

poffino

porranno
la

linea

lunghezza del quale fi potr dividere in parti, ma fiir talmente futtilillma che giamai non li poeccone lo efempio. --- De le linee alcuna e diritta,
tr fendere:
alcuna e torta: la linea diritta un fegno tirato a dirittura per

appreffo

noi

di

far

la

&

lo

la
un punto ad un altro
dirittura da un punto ad un

lungo da

>

non a
Molte linee,
rata

TOc,

come fili in
faranno una (uperficie

tcla^
.

fc

torta

altro,

adattate

Conciofia che

fi

che far
facendo arco

quella

ma

congiugneranno

la fuperficie e

ti-

*^

infic-

quella eflrc-

ma

DELLA PITTURA

1^6

ma

parte del corpo che

cuna
fono

ma

confider

fi

folamente inquanto

proprie qualit Tue.

le

alla

De

le

non inquanto a profondit

larghezza

&

al-

lunghezza , che
alcune talmente

alla

qualit ne fono

che f ella non viene del tutto alterata, non


Et alfi poflono in modo alcuno ne muovere ne feparare da elTa
cune altre qualit fon cofi fatte , che mantenendofi la medefma faccia de la fuperfcie , cafcano talmente fbtto la veduta , che la fuLe qualit perperfcie pare a coloro che la rifguardano , alterata
petue de le fuperfcie fon due. Una certamente quella che ci viene in cognitione mediante quello eftremo circuito dal quale chiuinfte

nella fuperfcie,

Noi,
chiamano Orizcnte
f ci lecito, per via di una certa fimilitudine lo chiameremo con
vocabolo latino ora, o f pi ci piacer, il d'intorno. Et far quefo d' intorno terminato o da una fola, o da pi linee. Da una
fola j come la circulare
da piuj come da una torta &c da una
diritta, o vero ancora da pi linee diritte, o da pi torte. La linea circulare quella che abbraccia, & contiene in f tutto lo fpazzo del cerchio. Et il cerchio una forma de la fuperfcie, che e
circundata da una linea a guifa di corona. In mezzo de la quale
raggi che per lunghezza fi partiranno
f vi far un punto , tutti i
da quefto punto, & andranno alla corona o circonferentia a dirittura, faranno ira loro uguali Tan;. i. Fig. i. Et quefto medefmo
punto fi chiama il centro del cerchio. La linea diritta che taglier
due volte la circunferentia, & paller per il centro, fi chiama apMatematici il diametro del cerchio. Noi chiameremo queprefTo
Aa medefma centrica. Et faci in quefto luogo perluafo quel che
dicono
Matematici, che neduna linea che tagli la circunferentia,
f
non pu , in efla circunferentia fare angoli uguali
non quella
Ma torniamo alle fuperHcie Imperoche da
che tocca il centro
pu intendere facilmente,
quelle cofe che io ho dette di fopra
fi
come mutato il tirare dell'ultime linee, ovvero del d'intorno di una fuperfcie, e(Ta fuperfcie perda c(To fatto il nome & la faccia
fua primiera, & che quella che forf fi chiamava triangolare, fi
fa la fuperfcie:

quale

il

circuito

alcuni

o forf di pi angoli
Chiamcrafli mutato il d' intorno ogni volta che la linea , o gli angoli fi faranno
non folamente pi
ma pi ottufi o pi lunghi , o pi acuti o
pi brevi
Quelfo luogo ne avvertifce che fi dica qualche cofa de
gli angoli.
E* veramente lo angolo quel che fi fa da due linee che

chiami hora quadrangolare

inrerfeghino infieme

no
dra

le

forte

Fig.

2.

de

li

fi

fopra

angoli,

Lo angolo

quei quattro angoli

mente

la

eftremit di

a fquadra,

fotto

una

fuperfcie.

fquadra

&

Tre

fo-

fopra (qua-

o vogliamo dir retto, uno di


da due linee diritte che fcambicvol-

a fquadra,

che

fa

interfeghino inleme talmente che egli

fia

uguale a qualun-

que

LIBRO PRIMO.

137

Et da qiiefto avviene che ci


quc fi ini de gli altri tre che reftano
dicono, che tutti gli angoli retti fono fra loro uguali. Angolo fopra fquadra quello, che maggior de lo a inquadra. Acuto, o
ltto (quadra quello, che minore de lo a (quadra. Torniamo
Noi dicemmo in che modo, mediante un
di nuovo alla fuperfcie
d' intorno
fi
imprimeva nella fuperfcie una qualit
Relaci a parlare dell'altra qualit de le fuperHcie, la quale (perdirco() quali
come una pelle diftefa lopra tutta la faccia de la fuperfcie. Et
quella fi divide in tre
Imperoche alcune fono piane
uniforme
altre fono sferiche &i gonfiate, altre fono incavate & concave. Aggiunghinf a quelle per il quarto quelle fuperfcie
che de le dette
fi
compongono. Di quelle tratteremo di poi: parliamo bora de le
prime La fuperfcie piana quella , fopra la quale portovi un re:

&

golo

tocchi ugualmente per tutto ciafcuna parte di elfe.

mile a quefla far

ma. La

fuperfcie di

la

fliperfcie sferica

imita

il

Molto

una purillima acqua che flia


d'intorno di una sfera. La

f-

fer-

sfera

dicono che un corpo tondo, volubile per ogni verfo , nel mezzo
del quale un punto, dal quale tutte le ultime parti di e(To corpo fono ugualmente lontane
La fuperfcie concava quella che
dal lato di dentro ha la fua eflremit, che fotto, per dir coli,
alla cotenna de la sfera, come fono le intime
fuperfcie di dentro
ne gufci de gli vuovi
Ma la fuperfcie comporta quella che ha
1'
una parte di (e fleffa piana,
altra o concava, o tonda, come
fono le fuperfcie di dentro de le canne, o le fuperfcie di fuori de
le colonne, o de le piramidi {Tav.lFig.2.). Per tanto, le qualit che l
truovano effere o nel circuito, o nelle faccie de le fuperfcie, hanno
importo diverll nomi, come fi dille, alle fuperfcie. Ma le qualit,
.

&

le

quali fenza altcrarf la fuperfcie, variano

loro afpetti, fono

me-

Imperoche mutato il luogo o i lumi, appanfcono variate a coloro che le guardano. Diremo del luogo prima, &C
poi de lumi. Et bifogna certamente prima confderare in qual modo, mutato il luogo, eOe qualitadi che fon nella fuperfcie, paiano
che fieno mutate. Quelle cofe veramente fi afpettano alla forza 6c
virt de gli occhi. Imperoche egli di necellit che
d' intorni o
per dilcoltarf o mutarli di fto
ci paiano o minori, o maggiori, o
dillimili al tutto di quel che prima ci parevano
medefmamente che le fuperfcie ci paiano o accrefciute
o defraudate di colore.
Le quali cofe tutte fon quelle che noi miliiriamo o difcorriamo con
lo fquadro
& come quello fquadro o veduta fi faccia, andiamo
hora invertigando
Et cominciamo da la fcntentia de Filofofi
che
dicono che le fuperfcie fi efuiiinano mediante certi raggi minilln
de la veduta
che perci gli chiamano vifvi
cio che per clh fi
impnmino
(mulacn de le cofe nel fenfo. Imperoche quelli medefimi
S
defmamcnte due.

DELLA PITTURA

13?
raggi

fimi

pria natura

&

&

lo occhio

fra

per una

certa

penetrando
& havendo per guida
qualche corpo denib ,

la

aria

diafani

la

luce

trino

in

luocro

ferendo di punta, fuhito

a'-.tichi

gii

piccola

o da

la fuperficie.

to

noi

non

difputa

La qual

necelTaria,

intenti per lor pro-

mn-abile fottigliezza loro concorrono

IplendidifTimamente
,

veduta

fuperficie

la

&

&

altri

{ino

non

del

fermano.

fi

quefti

difputa in

raggi

fmili

che

tanto

ofcuro

tutto

Ma

rari

fi

nel

qul

fu

apreffo

ufcivano

da

gli

vero molto

de

occhi

&

quanlecito imlegate da

difficile,
fiaci

rifcon-

non

lafceremo da parte. Et

la

corpi

maginare che quelfi raggi fieno quafi che fottilifiime fila


un capo dirittiflime , come fattone un fafcio , & che elle fieno ricevute per entro lo occhio l dove fi forma o crea la veduta j &C
& dal qual
quivi fiieno non altrimenti che un troncone di raggi
luogo ufcendo a di lungo gli affaticati raggi, come dirittiffime vermene, fcorriro alla fuperficie che loro a rincontro: Ma infra queraggi alcuna differentia , la quale bene che fi fappia , impelli
Conciofia che alroche ei fono differenti & di forze 6c di officio
:

comprendono
d' intorni de le fuperficie
toccando
tutte le quantit de la fiaperficie. Et quefti , perche ei vanno volando & a pena toccando le eftreme parti de le fuperficie , gli chiameremo ra^gi eftremi o ultimi Avertifcafi che quefta fuperficie fi mofra in faccia perche l poffino vedere i quattro raggi ultimi che vanno a punti, da quali ella terminata. (Tav.l Fig- 3.) Altri raggi o ricevuti o ufciti da tutta la faccia de la fuperficie, fanno ancor effi
lo ufficio loro, entro a quella piramide, de la quale a fuo luogo
Imperoche ei fi riempiono de medefimi
parleremo poco di fiotto
Et per chiamiacolori & lumi ; de quali rifplende cffa fuperficie
mo quelli, raggi di mezzo, o mezzani. {Ta^.I.Fig. ^.) Tutto il quadro
cuni di

loro

lo

una
,

fola

fiiperficiej

moftrano

fi

ma

havendovifi a dipigner dentro uno ottango-

chiamano mezzani
che vanno dall'
fcompartimento de lo ottangolo De raggi an-

raogi che

fi

occhio a punti de lo
cora f ne truova uno cofi fatto che a fimihtudine di quella linea
centrica che noi dicemmo , fi pu chiamare raggio centrico o del
centro, perci che egli ft di maniera nella fuperficie che caufa da
ogni banda intorno a f angoli uguali. {Tan).lFig. 5.) Si che noi habbia.

mo

&

centrici:
mezzani,
andiamo hora invefiigando quel che, qual fi fia 1' una di quelle forEt la prima cofa parliamo de
te di raggi , conferifca alla veduta
ultimamente de centrigli ultimi
di poi parleremo de mezzani ,
trovati

raggi effere di tre forte, gli ultimi,

&

ci

Con

gli

ultimi raggi

fi

comprendono

le

quantit

&

la

quantit

veramente quello fpatio che infra duoi punti difgiunti del d* intorno
che paffa per la fuperficie , il quale fpatio e comprefo da lo
occhio con quelli ultimi raggi , quafi come per modo di dire con

le

LIBRO PRIMO.
&

fefte:

le

fono

tante

quantit

una

in

punti feparati in un d'intorno che

135,

quanti

fuperficie,

un

fono

Imperoche noi con la veduta nofra riconofciamo la longhezza medianla larghezza mediante il da delira,
o
te la Tua altezza o baffezza
la groffezza mediante il da prelTo o da lontano: o vero
da finillra
tutte le altre mifure ancora, qualunque elle fi fiano, comprendiamo
La onde fi fiaol dire che la veduta fi
folo con quelli raggi ultimi
quale la quantit veduta,
fa mediante un triangolo, la bafa del
punti
lati del quale fi:)no quei medefimi raggi che efcc^no da i
de la quantit & vengono fino all' occhio Et quella col certilfima che non fi vede quantit alcuna, f non mediante quefto trianl

rifguardano

1'

1'

altro.

&

golo.
goli
la

lati

adunque

del triangolo

vifivo fi^no manifelli.

quello ftello triangolo Ibn dua,

in

Ma

quantit.

terzo,

il

&

cio

amendue

principale angolo,

Ma

quei

gli

an-

capi

da

quello che a rin-

neMo occhio {Tanj.I. Ftg. 6) Ne in quello luogo fi


ha a difputare f effa villa d quieta, come ei dicono, in eflfa giuntura del nervo interiore, o f pure fi figurino le imagini in elTa fu-

contro de

la

de

perficvc

ba(a

lo

Ci

fa

.'

come

occhio quafi

in

uno fpecchio animato.

Ma

non

devon in queflo luogo raccontare tutti gli officii de gli occhi


quanto al vedere
Conciofia che fiir
a ballanza mettere
in
quelli commentarii brevemente quelle cofe che ci parranno necellarie
Conlillendo adunque il principale angolo vifivo nello occhio
ei f ne cavata quefta regola, cio che quanto lo angolo lar nello occhio, pi acuto, tanto ci parr minore la quantit veduta.
La onde fi vede manifello perche cagione avenga che da un lun-

fi

go intervallo, pare che la quantit veduta fi allottigli, quafi che ella


venga ad un punto. Ma ancor che le cole fieno in quella maniera,
avviene nondimeno in alcune fuperficie, che quanto pi fi avvicina
loro lo occhio di chi le riguarda , tanto gli paiono minori
Et
quanto pi lo occhio fi difcolla da elle, tanto pi li par maggiore
quella parte de la fuperficie: il che fi vede manifello nelle fuperficie
sieriche
Le quantit adunque mediante lo intervallo paiono alcuna
volta o maggiori o minori a chi le riguarda
De la qual cofa chi
fapr bene la ragione
non dubiter punto che i raggi mezzani alcuna volta diventano gli ultimi,
gli ultimi, mutato lo intervallo,
diventano mezzani
Et perci har da lpere che quando
raggi
mezzani faranno diventati ultimi, fubito le quantit gli parranno minori: Et per il centrano quando
raggi ultimi fi raccorranno entro
al d' intorno
quanto pi ei faranno lontani dal d' intorno, tanto
apparir ella quantit maggiore
Qui adunque foglio 10 a miei amici dcmcllici dare una regola
che quanti pi raggi noi occupiamo
con la veduta, tanto doviamo penfare che fia maggiore la quantit
veduta, &: quanti ne occupiamo manco, tanto minore. Ultimamente
quelli
S 2
:

&

DELLA PITTURA

I40

quefti raggi ultimi abbracciando a parte a parte univerfalmentc tutto il d* intorno di una fuperficie, girano a torno a torno quafi co-

La onde

dicono che la veduBifogna adunque dire che


ta fi fa mediante una piramide di raggi
cofa fia la piramide. La piramide una figura di corpo lunga, da
in fu terminano
la bafa de la quale tutte le linee diritte tirate allo
in una punta. La bafa de la piramide la fuperficie veduta, i lati

me

una foHa,

tutta eHa fuperficie.

ei

quali noi chiamiamo gli ultipiramide fono efT raggi vifivi


mi La punta de la piramide fi ferma quivi entro allo occhio , dove gli angoli de la quantit fi congiungono infieme. Et quello baraggi ultimi, de quali fi fa la piramide, mediante la quale
fli de
che egli importa grandemente quali
fi vede per ogni ragione,
la fuperficie. ivcfiaci a tratchenti intervalli fiano fra lo occhio
Sono i raggi mezzani quella moltitudine di
tare de raggi mezzani

de

la

&

&

quale accerchiata da raggi ultimi fi truova elTer dentro alla piramide. Et quefti raggi fanno quel, che fi dice che fa il Cafimili fiere sbigottite per paura, che fogliono pigliare
maleonte,
pi vicine a loro , per non efier ritrovate da
i colori de le cofe
raggi

la

&

Imperoch
Quefto quel che fanno i raggi mezzani
dal toccamento loro de la fuperficie fino alla punta de la piramide , trovata per tutto quello tratto la variet de colori & de lumi
f ne macchiano talmente, che in qualunque luogo che tu gli tafporgerebbon di loro in quel medefimo luogo quel lume
gliafli
llefib, &C quel medefimo colore, di che fi fono inzuppati. Et queper il fatto lleffo primieramente i e veduto che
fti raggi mezzani
Cacciatori

&

caufano la vifia pi debole ultiper lungo intervallo mancano,


mamente poi fi trovata la ragione perche quefto avvenga Concio.

&

&

gratutti gli altri raggi vilvi , elTendo ripieni


che quefti fteffi ,
di colori , trapaifando per la aria , &C la aria eflendo anvi di lumi
cor efia ripiena di qualche groflezza , avviene che per la molta parte del pefo , mentre che efl^ fcorrono per la aria , fieno tirati come
Et per dicono bene , che quanto la diftanzia
fracchi allo in gi
pi offufcata
maggiore , tanto la fuperficie pare pi fcura
fia

&

&

Noi chiamiamo raggio cenReftaci a trattare del raggio centrico


trico quello , che folo ferifce la quantit di maniera , che gli angoli
.

uguali da

canto
trico

di tutti

mai
ella

alla
.

parti

rifpondino a

angoli

gli

che

fon

loro a

veramente per quanto fi appartiene a quefto raggio cencofa verifilma che quefto di tutti i raggi il pi fiero ,
vivacifi'imo. Ne fi pu negare che nefluna quantit apparir

&

vifta

maggiore

Potrebbonfi
raggio

raccontare

del raggio centrico

quefto

le

&

amendue

folo e

Ma

non quando
pi

cofe

quefta fola

fomentato da

de

cofa
tutti

il

raggio

la

non
gli

centrico

polTanza
fi

lafci

altri

&

dell' officio

indietro

raggi

in

far

che

che

han-

lo

,,

LIBRO PRIMO.
hanno mc(To

in

mezzo

capo
parrebbon pi
il

il

che habbino fatta una certa unita


talmente che fi pu a ragione chiamare

quaf

congregatione per favorirlo


de

141

principe de raggi

Lafcinfi in dietro

torto appartenerfi alla olientatione de

cofe che

altre

le

ingegno che
dire: molte cofe

lo

convenienti a quelle cofe che noi abbiamo ordinato di

ancora fi diranno de raggi pi comodamente a luoghi loro


I raggi mezzani de lo ottangolo i] poifon chiamare una piramide di otto
tacce dentro ad una piramide di quattro facce ( Tau.I. Fig. 7. ) Et balii
in quello luogo haver racconto quelle cofe per quanto comporta la
brevit de commentari! , per le quali non alcuno che dubiti
che
.

cof

la

za

che

cio

quefto

in

ft

modo;

mutatofi

di

credo

che io

il

intervallo

raggio centrico, fubito appare che

&

ii

mutalafi

Tuperficie

la

moftro a baftan-

fia

del

Im-

alterata.

fia

i\

pofitura

la

peroche ella apparir o minore , o maggiore , o mutata fecondo lo


ordine che havranno infra di loro le linee, o gli angoli. Adunque
pofitura del raggio centrico

la

mente

vera certezza de

&i la dillantia

veduta

conferifcono

grande-

Ecci ancora una ahra certa


terza cofa
mediante la quale le fuperficie apparifcono a chi le riA
guarda disformi
Et quelto il ricevimento de lumi
varie
Imperoche ei fi pu veder nella fuperficie sferica
nella concava
che f ei vi far un lume folo , la fuperficie da una parte
alla

la

&

&

alquanto

apparir

medefimo

dal

tura

ofcura

intervallo

&

da

primiero

la

altra

OC

primiera

parte

chiara

pii

ftando

ferma

Et

pofi-

la

pur che ella


fuperficie
venga fottopoiia ad un lume diverfo dal primo
tu vedrai che
quelle parti de la fuperficie che al primo lume apparivano chiare
hora mutatofi il lume appariranno fcure ,
le
ofcure appariranno
chiare
Et oltre a quelfo fc vi faranno pi lumi attorno
appariranno in cofi fatte fuperficie diverfe ofcurit , & diverfe chiarezze
varieranno fecondo la quantit
le forze
de lumi
Quella
IL Fig. i. e 2. ) Ma quello
cofa fi pruova con la efperienza
( Ta'v.
luogo ne avvertifce , che fi debbino dire alcune cofe de lumi
de colori Che i colori fi variino , mediante
lumi
col manifefta i conciofia che qual fi voglia colore
non apparilce nell' ombra
del

raggio

centrico

&

&

&

&

allo afpetto

noftro

raggi de lumi
il

lume

lo fa

tale

quale

chiaro 6c

la

elfi

ancor

elfi,

me con

e pollo a
,

infra

colori

&

lumi

a far la vedu-

grande fi vede da quello , che mancando il


colori ancora diventando a poco a poco ofcuri mancano
ritornando la luce o il lume, ritornano ancora infie-

quale quanto

lume,

egli

1*

vedere cofa alcuna , f


per una gran parentela
ta

quando

apparifce

ombra moftra il colore otTufcato


6c
Filofofi
aperto. Dicono
che non ii pu
ella non vcllita di lume
OC di colore
6c

Imperoche

egli

fia

&

quella

colori

alla

veduta noilra mediante

le

virt

de

mi

lu.

. ..

DELLA PITTURA

142

mi

La qual

&

colori,

cof elTendo cofi

dipoi

andremo

bene

far

prima cofa

la

modo

che

invejftigando in

trattare

detti

de

colori

Lafciamo da parte quella difputa Filofonafcimenti & le


mediante la quale l vanno inveftigando
fca
Impcroche che importa al Dipintore lo
prime origini de colori
in che modo il colore fi generi dal mefcolamento
haver faputo
o da
del raro & del denfo
&: del lecco
o da quel del caldo
quello del freddo & del humido ? Ne difprezzo io per coloro che
flofofando difputano de colori in tal modo
che elfi affermano che
variino mediante

lumi

fpetic

le
i

de colori fono

duoi eftremi

infra

fette

cio

quali ve n

ciafcuno di quefti duoi eftremi

che

&

bianco &:

il

uno

quel

il

nero

mezzo
& che
da ogni
mezzo

nel

del

fono
infra

parte

&

perche l' uno di queft duoi l accofta


pili allo ftremo che l'altro, gli collocano in modo che pare che e'
dubitino del luogo dove porli. Al Dipintore a baftanza il fper
quah fieno
colon
in che modo e' s abbino a fervir d' effi neli
la Pittura
Io non vorrei effer riprefo da quei che pi fanno
quali mentre feguitano
Filofofi
dicono che nella natura de le
cofe non l truova f non duoi veri colon cio il bianco
il
ne-

ve

duoi

fono

ne

altri

&

&

&

nafchono dal mefcolamento di quefti


Io
veramente come Dipintore la intendo in quefto modo quanto a colon che per
melcolamenti de colon nafchino altri colori , quafi
infiniti
Ma appreiTo a Pittori quattro fono veri generi de colon ,
come fon quattro ancora gli elementi
da i quali fi cavano m^lte
& mo^te fpecie. Perci che egli quello che par di fuoco, per dir
cof , cio il roffo
e poi quel da la aria che fi chiama azzurro
quel ad la acqua il verde
quel da la terra ha il cenerognolo
T utti gli altri colon noi vergiamo che fon fatti di mcfcolamenti
non altrimenti che ci pare che fa il Diafpro & il Porfido. Sono
adunque
generi de colori quattro
da
quali mediante il mefcolamento del bianco
del nero fi generano innumerabili fpecie
Conciofa che noi vcggiamo le frondi verdi perdere tanto de la
loro verdezza di poco in poco fino a che elle diventano bianche
11
medelmo veggiamo ancora nella aria ftefla
talvolta
la quale
prefa la qualit di qualche vapore bianco verfo lo orizzonte
ritorna
a pigliare a poco a poco il fuo proprio colore. Oltra di queflo
veggiamo ancor quefto medefmo nelle rofe , alcune de le quali tal
volta fon tante accefe di colore, che imitano il chermif , altre paiono del color de le guance de le fanciulle
altre
paiono biancome
avorio
che
Il color de la terra ancora mediante il mefcuglio
del bianco & del nero ha le fue fpecie
Non adunque il mefcolamento del bianco muta
ma genera
generi de colori
crea eOe
fpecie
Et la medefma forza fmilmente ha ancora il color negro
Imro,

che

tutti

gli

altri

&

&

&

<!k:

...,

LIBRO PRIMO.

143

Imperochc per il mefcolamento del nero fi generano molte fpezic


che ia. molto bene perci che eflo colore mediante la ombra (
Il
altera
dove prima ( vedea manifello
percioche crefcendo T omi

bianchezza del colore manca


lume diventa pi chiara <!^ pi candida. Et per

bra

chiarezza

la

perfuadere

ma

&:

Pittore che

al

il

&

bianco

il

nero non

&

fi

pu

crefcendo

il

a baldanza

fono veri colori

de colori
Conciofia che il Pittore non ha trovata cofa alcuna pi che il bianco
mediante il quale
egli pofla efprimere quello ultimo candore del lume
ne cofa alcuna con la quale ei pofla rapprefentare la ofcurit de le tenebre pi
che con il nero
Aggiugni a quefte cofe , che tu non troverai
mai in alcun luogo il bianco il nero , che egli ftelTo non cafchi
lotto alcuno genere de colori
Trattiamo hora de la forza de lumi I lumi fono o di conftellationi , cio o del Sole
o de la Ludi fuona ,
de la Stella di Venere , o vero di lumi materiali
co
infra quelli una gran difterentia
Imperoche i lumi del
Cielo rendono le ombre quali che uguali a corpi ; ma il kioco le
rende maggiori che non fono
corpi ,
da lo
la ombra fi caufa
cfler intercetti i raggi de lumi
I raggi incercetti
o ei fono piegati
in altra parte
coPieganfi
o ei fi raddoppiano in loro ftelTi
me quando i raggi del Sole percuotono nella fuperficie de la acqua ,
quindi poi fiilgono ne palchi
ogni piegamento de raggi fi fa
come dicono 1 Matematici
con angoli tra loro uguali
Ma quefte cofe fi appartengono ad una altra parte di Pittura
1 raggi che fi piegano
fi
inzuppano in qualche parte di quel colore
che ei trovano in quella fuperficie da la quale ei fono piegati o riverberati
Et quelto veggiamo noi che aviene , quando le
faccic di coloro che caminano per
prati , ci ( apprelentano verdi
ho
Io ho trattato adunque de le fuperficie
ho trattato de raggi
trattato in che modo nel vedere fi facci de triangoli la piramide
Io ho provato quanto grandemente importi che lo intervallo , la
pofitura del raggio centrico , &: il ricevimento de lumi fia determinato & certo
Ma poi che con un folo Iguardo noi veggiamo non
poi
pur una fuperficie fola
ma pi fuperficie ad un tratto
che fi trattato
non mediocremente di ciafcuna fuperficie da
per f hora ci reit ad invcfiigare , in che modo pi fuperficie
congiunte infieme ci fi apprefentino alli occhi
Ciafcuna fuperficie
certamente gode particularmente ripiena de fuo lumi &c de fuoi
colon, fi cume fi detto, de la la propria piramide. Et cllendo
corpi coperti da le fiiperficie , tutte le quantit de corpi che noi
1
pregna
veggiamo
creano una piramide fola
tutte le fuperficie
(per modo di dire) di tante piramidi minori, quante lno le lualteratoti

gli

per

dirfi

cofi

&
&

&

&

&

&

&

&

pcrficie

&

che

mediante

quella

veduta

fon

co0iprefe

da

razzi

detta

di

.,

DELLA PITTURA

i44
detta veduta

Et cfTendo

cofe

le

cofi

fatte

qualchuno

dir forf

che ha bifogno il Pittore di tanta confiderazione ? o che utilit li


dar al dipingere ? Quello certamente fi fa acci che ei fppia
che egli per dover diventare uno ottimo maertro , ogni volta
che egli conolcer ottimamente le differentie de le fi.iperHcie ,
che flato conofciuto da pochifil
avertir le loro proportioni
Imperoche f ei faranno domandati , qual fia quella cola
(imi

&

che

ei

fon

rifponder

quella

riefca loro nel tignere

cerchino che

molto meglio

ad ogni

altra cofa

fiapeificie

che

faper

che

pof-

la

dir

prego
Imperoche lo impache gli ftudiofi Pittori mi ftieno ad udire
da qualunchc
rare quelle cofe che giovano , non fu mai male ,
Et imparino veramente mentre che ei circonfia
voglia maeflro
fcrivono con le linee una fuperficie ,
mentre che ei cuoprono
ragione di quel che

ei

fi

affatichino

di

fare

Per

il

io

&

colori

di

&

difegnati

terminati luoghi

cofa

nelTuna

che

cer-

fi

quanto che in quella una fola fiaperficie ci fi rapprefenfuperficie


Non altrimenti che f quella iutino pi forme di
fulTi quafi
che di vetro o di
perficie che ei cuoprono di colori
tal
che per effa pafTade tutta la
altra cofa fimile trafparente ,
veri corpi , con intervallo determinato
piramide vifiva a vedere
&c fjrmo ,
con ferma poficura del raggio centrico & de lumi polli in aria lontani a lor luoghi &c che quello fia cofi , lo
dimoflrano i Pittori , quando ei i ritirano in dietro da la cofa
che ei dipingono a confiderarla da lontano , che guidati da la
natura vanno cercando in quefto modo de la punta di e(Ta fleffa
che da quel luogo conliderano
La onde fi accorgono
piramide
Ma elTendo quefta una fola
giudicano meglio tutte le cofe
fuperficie o di tavola , o di muro , nella quale il Pittore l affapi

ca

&

&

da una piramide

prefe

luoghi

fuoi

go il
mere

fi

&
&

fola

fuperficie

diverfe
di

far

con

le

linee

&

&C

che
accioche

neceffit

quefla piramide vifiva

tagli

Dipintore

&

pi

dipignere

voler

tica

con

il

com-

piramidi

de

alcuno

in

quello luo-

in

dipignere

pofTa

efpri-

che gli dar il taglio La qual cofa ef


veggono
fendo cofi
coloro che rifguardano la fuperficie dipinta
un certo taglio de la piramide Sar adunque la pittura il taglio
de la piramide vifiva fecondo un determinato fpatio o intervallo,
dintorni

colori

&

con i determinati lumi , rapprefentata con li-,


Hora da che habcolon fopra una propoflaci fuperficie
biamo detto che la Pittura un taglio de la piramide , noi adunmediante
que habbiamo ad andare invefligando tutte quelle cole

con
nee

il

fuo centro

&

le

quali

ti

diventino

Habbiamo adunque
li

il

di

notilfime

nuovo

mo(lro che vengono

le

tutte

le

parti

di

cofi

de le fuperficie
piramidi che fi hanno a

parlare

fatto
,

da

taglio
le

tagliare

qua-

con
la

LIBRO PRIMO.
Pittura.

la

fono

De

fuperficie alcune ne fono a diacere In terra,

le

pavimenti,

145

de
da

fpazzi

gli

&

edificii:

li

come

alcune altre ne

fono,

che fon ugualmente lontane


gli fpazzi. Alcune fuperficie fon ritte, come fono le mura k le altre fuperficie che hanno le medefme forte di linee che le mura: dicefi quelle fuperficie l:are ugual-

mente lontane

fra

quando la diftantia che fra di loro, e


la
medefma
Le fuperficie che hanno le
fon quelle che da ogni parte fono tocche

loro,

ugualmente da per tutto

medefme forte di linee


come fono le fuperficie de le coda una continovata linea diritta
lonne quadre, che fi mettono a filo in una loggia. Quef:e fon quelle cofe che fi hanno ad aggiugnere a le cofe che difopra fi difono
,

de
de

fuperficie

le

come

gli ultimi

che

Ma

dicemmo de

a quelle cofe che noi


di quei

dentro

di

fon raconte di fopra de

&

del centrico

raggi

&

cofi

alle

cofe

piramide vifiva bifogna aggiugnere quella fententia de Matematici , con la quale fi pruova , che f
una linea diritta taglier i duoi lati di alcuno triangolo
far
quefla linea tagliante , tale che facci ultimamente uno altro triangolo , &C ugualmente lontana da la altra linea che bafa del primo
far allora certamente quello triangolo maggiore proportriangolo
fi

la

&

Matematici
Ma
noi accioche il parlar noftro fia pi aperto a Pittori, efplicheremo
pi chiaramente la cofa. Ei bifogna che noi fappiamo qual fia quella cofa che noi in queflo luogo vogliam chiamare propurtionale: noi
diciamo che quegli fono triangoli proportionali, i lati
gli angoli
de quali hanno infia di loro la medefma convenientia: Che f uno
de lati del triangolo fia pi lungo de la bafa per due volte
mezcofi fatti triangoli fieno elfi o magtutti
zo o un altro per tre
pur che eglin habbino la medefma corgiori o minori di quefto
rifpondentia de lati alla bafa, per dir cofi, faranno fra loro proporImpcroche quel rispetto che ha la parte alla parte iua nel
tionali
triangolo maggiore, l'avr ancora la parte alla parte nel minore.
triangoli adunque che faranno cefi fatti appreffo di noi fi
Tutti
chiameranno proportionali
&: perche quefto fia intefo pi aperta-

minore

tionale di lati a queflo

Quello dicono

&

&

mente

ne

portionale

daremo una fimilitudine. Sar uno huomo piccolo proad un grandiffimo mediante il cubito: purch fi fervi la

medefima proportione
parti

onfervc)

di

corpo

del
in

colui

in

coftui

cio

flatura grandifiimo

altra proportione

ne

del
,

in

per

membri

di

in

ciafcuno in proportione

tutti

di

&

a gU

altri

al

di dire, cio in

quale

del
gli

altri

Ercole

Anteo Gigante. Imperoche

cofi

cubito

dille

huomini.

Ne

che

il

fuffe

fi

come

&

Euandro

Gellio

la

in

infra

le

altre

che fi
che
era

fu

ancora

quella del cor-

mano

cubito

membri con uguale mifura

mifurare

e del piede, per

modo

Ercole

pi di

po

capo

palmo,

corrifpondeva

proportione
di loro,

il

al

me-

defimo

,,,
..

DELLA PITTURA

i4<J

defimo interverr ne noftri triangoli , che ei far qualche Torta di


triangoli , mediante la quale i minori corrifponderanmifura infra
no a maggiori in le altre cofe eccetto che nella grandezza Et f
qucfte cofe fi intendono tanto che baftino, deliberiamo, mediante
propofito
che
la fententia de Matematici tanto quanto fa a noftro
ogni taglio di qualunque triangolo parimente lontano da la bafa
genera 6: fa un triangolo fimile fi come ef'i dicono a quel loro
E percome lo diciamo noi proportionale
triangolo maggiore ,
che tutte quelle cofe che fono fra loro proportionali , le parti ani

&

&

in quelle cofe, nelle quali le


cor loro fon in e([c corrifpondenti,
non corri/pondenti , non fono proportionali i
parti fono diverfe
le parti del triangolo vifivo fono oltre alle linee , ancora efl raggi ,

&

quali faranno certamente nel

rifguardarc

le

quantit

proportionali

de la Pittuta , uguali quanto al numero alle vere , & in quelle che


Imperoche una di
non faranno proportionali , non faranno uguali
occuper o pi raggi
o manco
quefe quantit non proportionali
Tu hai conofciuto adunque in che modo un qual fi voglia minore
ti ricordi che la
triangolo , fi chiami proportionale al maggiore
.

&

piramide vifiva fi fa di triangoli. Adunque riferifcafi tutto il noflro


ragionamento che abbiamo havuto de triangoli , alla piramide
Et
perfuadiamoci , che neffune de le quantit vedute de la fuperficie ,
.

che parimente fien lontane dal taglio , faccino nella Pittura alteraImperoche effe fono veramente quantit ugualmente
tione alcuna
lontane , proportionali in ogni ugualmente lontano taglio da le locofa ellendo cofi , ne lguita quefto
la qual
ro corrifpondenti
che non ne fuccede nella Pittura alteratione alcuna de dintorni ,
che non fono alterate le quantit , da le quali il campo o lo
da le quali fono mifurati o comprefi
dintorni
fpatio fi empie
Et manifeito che ogni taglio de la piramide vifiva che fia ugualmente diflante da la veduta fuperficie , fimilmente proportionale
ad effa veduta fuperficie Habbiamo parlato de le fuperficie pro.

&

&

portionali al taglio

cio

de

le

ugualmente

lontane

alla

fuperficie

Ma

perche noi haremo a dipignere pi diverfe fuperficie


che non faranno ugualmente dilfanti , dobbiamo di quefte far pi
diligente inveftigatione , accioche fi efplichi qual fi voglia ragione
dipinta

&

molto difficile & ofcuEt perche farebbe cofa lunga


rilfima in quelli tagli de triangoli & de la piramide narrare ogni
cofa fecondo le regole de Matematici 5 per parlando fecondo il coRacontiamo brevifiimafiume noftro come Pittori , procederemo
mente alcune cofe de le quantit che non fono ugualmente lontane,
fputc le quali ci far facile intendere ogni confideratione de le fuperficie non ugualmente lontane. De le quantit adunque non ugualdel

taglio

mente lontane ne fono alcune

di linee

fimili

in

tutto a raggi vifivi

,
,

LIBRO PRIMO.
&

fono ugualmente

che

147

da alcuni rag^i vifvi: le


quantit fimili in tutto a raggi vifivi
perche elle non fanno triangolo, & non occupano il numero de raggi, non i guadagnano perci luogo alcuno nel taglio. Ma nelle quantit ugualmente diflanti
quanto quel angolo maggior eh' alla baf del
da raggi vifivi
alcune,

diilanti
,

triangolo

&

quantit,

detto che
tcie

pi

far

la

ottufo

manco

per har
fuperficie

fpello accade

fi

che

raggi

di

per

fpatio

di

cuopre
vi

manco

tanto

ricever

Noi

taglio.

il

quella

habbiam

perche nelle fupcruna qualche quantit che far u1' altre


qualit de la medefma fudi

far

quantit,

&C

&

gualmcnte lontana dal taglio,


perficie non faranno ugualmente diftanti
per quefto avviene che
quelle fole quantit che fono ugualmente diilanti nella fuperficie
i

non patifcono nella Pittura alteratione a'cuna. Ma quelle quantit


che non faranno ugualmente lontane, quanto haranno lo angolo pi
ottufo che far

maggiore nel triangolo alla bafa , tanto pi riceveranno di alteratione Finalmente a tutte quefte cofe bifogna aggiugncmediante la quale efli affermano
re quella opinion de Filofofi
che f '1 cielo, le ftelle,
mari, i monti, & effi animali,
dipoi tutti i corpi , diventafTino per volont di Dio , la met minori eh' ei non fono, ci averebbe che tutte quefte cofe non ci
parrebbono in parte alcuna diminuite da quel eh' elle hoia fono , peil

&

roche
la

la

grandezza,

la

piccolezza, la lunghezza, la cortezza, l'altezza,

baffezza, la Grettezza, e la larghezza, la ofcurit, la chiarezza,

tutte l'altre cofi fatte cofe che

fi

polTon ritrovare,

&

non

&

ritrovare nelle

chiamaron accidenti: & fono di tal forte che la intera cognition di effe fi la mediante la comparatione. Difle Virgilio che
Ma f fi
Enea avanzava di tutte le fpalle tutti gli altri huomini
faceffe comparation di coRui a Polifemo, ci parrebbe
un Pigmeo.
Dicono che Eurialo fu belliifimo
il
qual f l comparalTe a Ganimede rapito da Giove, parrebbe brutto. In Spagna alcune fanciulle
firebbon tenute per
fon tenute per candide
le quali in Germania
cofe,

Pilofofi le

&

ulivigne

nondimeno

L' avorio

argento

1'

paragone con
parranno alquanto pi pallidi.

ni lini,

rifcono

nere
f

fene

far

le fuperficie nella

bianchi

fon
cigni

o con

di
i

colore

bianchi pan-

Per quello nipetto

Pittura bellidime &C rifplendcntifiime

ci
,

appa-

quando

vede quella proportione dal bianco al nero , eh' e nelle


cofe ftefle da i lumi all' ombre. Si che tutte quelle cofe fi imparano, mediante il farne comparatione. Conciolia che nel fare paragone de le cofe, una certa lorza, per la qua^e fi conolce quel che
vi fia di pi, o di meno, o d' uguale. Per il che noi chiamiamo
grande quella cofa eh' maggiore d' una minore
grandilTima quelluminofi quella eh' pi chiara
la eh' maggiore de la
grande
che l'ofcuraj luminofilTima quella che fia pi chiara de la luminofa.
in

elfe

fi

Et

,
.

DELLA PITTURA
Et
ci

fa

fi

veramente

la

comparatione de

Ma

fieno manifeflifTime.

elTendo

1'

cofe

le

huomo

alle

cofe che prima

pi di tutte

1'

altre

co-

Protagora che 1' huomo era il


intendeva per quefto che
la mifura di tutte le cofe,
modello
farbene conofcere ,
gli accidenti di tutte le cofe fi potevano
fe

al

huomo

notilTimo

diffe

forf

&
&

&

&

ne comparationi con gli accidenti del huomo Quelle cofe ci amaeftrano a quefto , che noi intendiamo che qualunque forte di corpi
noi dipigneremo in Pittura , ci parranno grandi & piccoli fecondo la
mifura de gli huomini che quivi faran dipinti. Et quefta forza de
la ccmparationc mi par veder che molto eccellentemente pia che
alcuno altro de gli antichi la intendeffe Timante , il qual Dipintore, dipingendo fopra una piccola tavoletta il Ciclope che dormi.

ve li dipinfe apprelTo i Satiri , eh' abbracciavan il dito groffo


del dormiente , acci mediante la mifura de Satiri , colui che dorHabbiamo infin qui dette
miva appariffe infinitamente maggiore
quafi tutte quelle cofe che fi afpettano alla forza del vedere,
Ma perche giova al cafo nollro il fapere
&c a conofcer il taglio
non folo quel che fia , &: di che cole il taglio, ma come ancor
egli fi faccia, ci refta a dire di quefto taglio, con qual' arte nel

va

dipignere

egli

fi

efprima

Di quefto adunque,

l'altre

lafciate

cofe

mentre eh' io dipingo


racconter io quel che faccia
da parte
La prima cofa nel dipignere una fiiperficie, io vi difegno un qua,

grande quanto a me piace , il quale mi


ferve per un' aperta fineftra da la quale fi habbia a veder la hiftoria , c quivi determino le grandezze de gli huomini eh' io vi voglio fare in pittura, e divido la lunghezza di queft' huomo in tre
parti , le quali a me fono proportionali , con quella mifura che il
vulgo chiama il braccio. Imperoche ella di tre braccia, come fi
vede chiaro da la proportione de membri dell' huomo , perche tale
Con quefta
la commune lunghezza per lo pi del corpo humano
mifura adunque divido la linea da baflo che ft a diacere del difegnato quadrangolo,
veggo quante di cofi fatte parti entrino in
effa
& quefta fieffa linea adiaccre del quadrangolo a me proportionale alla pi vicina a traverfo ugualmente lontana veduta quantit
nello fpazzo. Dopo queflo io pongo un punto folo dove babbi a
correre la veduta
dentro al quadrangolo , il qual punto preoccupi
quel luogo al quale babbi ad arrivare il raggio centrico , e per lo
chiamo il punto del centro: porraffi quefto punto convenientemente,
ron pi alto da le linee che diace , che per quanto 1' altezza del
huomo che vi fi ha a dipignere peroche in quefto modo
coloro
che riguardano, & le cole dipinte pare che fieno ad un piano uguale Pof^o il punto del centro , tiro lince diritte da cffo punto a
ciafcuna de le divifioni de la linea diritta che diace: Le quali linee
drangolo di

angoli retti

&

&

ve-

LIBRO PRIMO.
veramente mi dimolrano

no
da

infinit

all'

in

ultima

&C

14C;

modo havendo

che

lontananza,

&

fi

procedere

10 a

riftringhino

le

li-

quantit

&

veduta mia. {Tanj. II.Fi^. ^.) Qui arieno alcuni che tirerebbono entro al quadrangolo una linea ugualmente didividerebbon in tre parti lo fpatio
nante da la gi divifa linea,
Di poi con quclLi regola tireche farebbe fra le dette due linee
rebbono un'altra linea parimente lontana da quefta iecunda linea,
parimente lontana, talmente che Io fpatio che infra la prima compartita linea, & quefta feconda linea a lei paralella, o parimente
lontana, divifo in tre parti, ecceda di una parte di f iciXo quello
fpatio che fra la feconda &c la terza linea
di poi aggiugne1'
rebbono
altre linee
talmente che fempre quello fpatio che feguitafli manzi infra le linee,
fufle per la met pu , per parlare come
i
Matematici. Si che in quefta maniera procederebbono coftoro, i
quali f ben dicono di feguire una ottima via nel dipignere, 10 nondimeno penfo che efli errino non poco. Perche havendo pofto a calo la prima linea paralella alla principale, f ben 1' altre paralelle
fon porte con regola
con ordine
non hanno per cofa per la
quale effi habbino certo OC determinato luogo de la punta de la piramide da poter bene vedere la cofa i dal che ne fuccedono facilmente nella Pittura non piccoli errori. Aggiugni a quello, che la
regola di coftoro faria molto falla, la dove il punto del centro
fulfe pofto o pi alto, o pi ballo de la ftatua del huomo dipinto:
conciofia che tutti quei che fanno , diranno che nefluna de le cofc
dipinte
conforme alle vere , f ella non far pofta con certa regola diftante dall'occhio, non fi potr fguardare, n difcernere.
De
la qual cofa efporremo la ragione, f mai noi fcriveremo di quelle
dimoflrationi de la Pittura, le quali gi fatte da noi, gH amici
noftri mentre le guardavano con maraviglia, le chiamarono i miracoli de la Pittura. Imperoche tutte quefte cofe che io ho dette prinritorniamo adunque a procipalmente fi afpettano a quella parte
traverfo

ali*

afpctto

&

&

&

pofito

ottimo

la

cofi

modo.

altre

&
&

linea,

diace

ElTendo quefte cofe

linea

In

tutte

al

punto

al

tirare

che diace

ho uno

le

fatte,

cofe

&

io
io

ho trovato quello
dietro alla medefima

perci

vo

che
dal punto le linee a ciafcuna de le divifioni de
Ma nelle quantit da traverfo io tengo quefto
del

centro,

fpatio piccolo

divifione

alla

quale

de

la

una

ordine

ritta

quefta divido in quelle parti che divifa la linea,

Io

Di

pongo

nel

io

tiro

linea

linea di-

che diace

un punto fopra quefta linea tanto alto , quanto la altezza del punto del centro nel quadrangolo
da la linea diacentq divifato, &: tiro da quefto punto a ciafcuna divifione di effa linea le loro linee. Di poi determino quanta diftantia io voglio che fia, infra lo occhio di chi ridel quadrangolo

poi

fu

alto

guar-

DELLA PITTURA

I50

&

guarda

&

Pittura,

lii

quivi ordinato

piombo , fo
Linea a picmbo

linea ritta a

truova

Quefta
tutti

termini de

le

traverfo paralelle del

nel
a

pavimento

diritta

cadendo fopra un

angoli a fquadra

gli

dar con

pavimento,

tutte le paralelle

inditio,

nel qual

de

altra

eflerc

modo

linea

[Ta<v. ll.Fig.

^)
adunque

fue interfecationi

le

haranno ad

diltantie che

ce ne dar

ragione,

quella che

piombo mi

linea

tagliarnento

banda

da ogni

diritta, caufer

il

luogo del taglio, con una


di tutte le linee che ella

il

infra le

io

har

linee

difegnate

quali quanto elle fieno tirate

le

una medefma continovata

linea

nel dipinto pavimento, diametro de quadrangoli congiun-

far

diametro di un quadrangolo , quella linea diritta che partendofi da uno de li angoli va ali*
altro a lui oppoflo , la quale divide il quadrangolo in due parti,
Dato aduntalmente che facci di detto quadrangolo duoi triangoli
ti

inleme

Et

apprello

a Matematici

il

que diligentemente

a quefte cofe, io tiro di

fine

nuovo

di

fopra

un

ugualmente lontana da le altre di fotto, la qua& paffi per


le interfeghi i duoi lati ritti del quadrangolo grande,
il
punto del centro. Et quella linea mi ferve per termine, & coVifne , mediante il quale nelTuna quantit eccede la altezza dell' occhio
Et perche ella pafTa il punto del centro , perci
del rifguardante
chiamaf centrica. Dal che avviene che quelli huomini che faranno
medefimi
dipinti infra le due pi oltre linee paralelle, faranno
molto minori che quegli che faranno fra le anteriori linee paralelle: ne per qucflo che ei fieno minori de gli altri, ma perche fono pili lontani apparifcono minori , la qual cofa in vero ci dimoPercioche noi veggiama
flra mani fedamente la natura che cofi fia
per le Chiefe i capi de gli huomini che fpaffeggiano, quafi andare
fempre ad una medefma altezza uguali , ma i piedi di coloro che
ci pare che corrifpondino alle
ginocchia di cofono affai lontani
Tutta quefla regola del dividere il paviloro che ci fon dinanzi
altra linea a traverfo,

mento principalmente fi afpetta a quella parte de la Pittura, la qual


noi al fuo luogo chiameremo componimento. Et e tale, che io
dubito che per effer cofa nuova , & per brevit di quefli miei comimperochc
mentarii
ella habbi
ad effer poco intefa da chi legge
mediante le opere antiche, che elfi come facilmente conofciamo,
la appreffo de noflri maggiori per elere ofcura & difficile non fu
j

conofciuta
fatica

Conciofia che appreflo

a trovare hifioria alcuna che

de
fa

gli

antichi durerai

ben comporta,

ben

una gran
dipinta,

o bene fcolpita. Per la qual cofa io ho dette quefte


cofe con brevit,
come io penfo, non anco ofcuramente. Ma io
conofco chente ,
quali elle fono, che ne per loro potr acquiftarmi alcuna lode di eloquentia,
coloro che non le intenderanno
alla prima vifU, dureranno grandiffima fatica a poterle giammai com-

ben

formata,

&
&

&

prea-

LIBRO PRIMO.
prendere. Sono quefte cofc facililTime
fmi

&

inclinati

huomini

(?c

helliffime a gli ingegni fottilif-

modo

Pittura, in qualunque

alla

&

poco

151

elle

fi

dichino,

ma

da natura a quelle nohiliffime arti, ancorch di cXq fi parlaffe eloquentiirimamente, (nricno


poco grate, & forf che quefte medefime cofe recitate da noi breviffimamente fenza alcuna eloquentia, faranno lette non fenza fartidio.
Ma 10 vorrei che mi iuffe perdonato f mentre che principalmente
10 ho voluto edere intefo
10 ho attefo a fare che il mio fcriver fia
chiaro, pi tofio che comporto ed ornato,
quelle cofe che feguiarrecheranno per quanto io fpero
ranno
manco tedio a quei che
Noi habbiamo adunque trattato de triangoli della piraleggeranno
mide , del taglio,
di quelle cofe che ci parevano da dire. De le
quali cofe nientedimeno 10 ero folito ragionare con gli amici miei
molto pi lungamente con una certa regola di geometria ,
mollrar loro le cagioni
perche cofi avenifle , il che io ho penfato di
lanciare indietro per brevit in quefti miei commentarii
Perche io
in quefto luogo ho racconto folamente i primi pnncipii de la Pitli
ho voluti chiamare 1 primi principii, percioche ei fono
tura,
i primi
fondamenti dell' arte per i Pittori che non lnno
Ma ei
fon tali, che coloro che gli intenderanno bene, conofceranno che
gli gioveranno non poco, quanto allo ingegno,
quanto a conofcere la diffinitione de la Pittura,
quanto ancora a quelle cofe
che noi doviamo dire
Et non fia alcuno che dubiti , che colui
non diventer giammai buon Pittore, che non intenda eccellentea

gli

rozzi

atti

inclinati

&

&

&

&

&

&

mente quel che nel dipignere ei cercher di fare. Imperoche in vano fi tira lo arco
f
prima non hai deffignato il luogo dove tu
VUOI indirizzare la freccia. Et vorrei certamente che noi ci perfuadedimo colui fblo effere per diventare ottimo Pittore, il quale bo,

ha imparato a collocare ottimamente tutti i d* intorni , & tutte


le qualit de le fuperHcie. Et per il contrario io affermo che non
riufcir mai buon Pittore colui, che non fpr efattamente, & di'igentiffmamentc le cofe che habbiamo dette. Et per flato neceffario tutto quello che fi detto de le fuperficie
del taglio.
Rella bora che fi ammaeftri il Pittore , del modo che egli har a
tenere nello immitar con la mano, le cofe che egli fi far immaginato prima nella mente
ra

&

DELLA

DELLA PITTURA
D

LEONBATISTA ALBERTI
LIBRO SECONDO.

MA

perche

Audio

quefto

de

imparare

lo

potr forf parere

mi par da moftrar in
quefto luogo quanto la Pittura fia non indegna da potervi
mettere ogni noftro ftudio Se ogni nollra diligcntia. Conciona che
ella ha in f una certa forza divina tal che non
folo ella fa quel
troppo

faticofo

giovani

perci

che dicono, che fa la amicitia , che ci rapprefenta in effere le perfone che fono lontane
ma ella ci mette innanzi a gli occhi ancora
coloro , che gi molti
molti anni fono fon morti , talch fi veggono con grandiffima maraviglia del Pittore
dilettatione di chi
riguarda
Racconta Plutarco che Caffandro uno de Capitani di
li
Alellandro, nel vedere la effigie del gi morto Aleiandro, conofcendo in elTa quella maeft regale cominci con tutto il corpo a
Dicono ancora che Agefilao Lacedemoniefe fapendo di eftremare
fere bruttifTimo, non volle che la fua effigie Riie veduta da defcendenti ,
perci non li piacque mal efler ne dipinto , ne fcolpito da
nefluno Si che i volti de morti vivono in un certo modo una lunga vita, mediante la Pittura. Et che la Pittura ci habbi efpreflo gli
Dii, che fono reveriti da le genti, da penfare che ci fia llato
un grandilTimo dono concedo a mortali
Conciofia che la Pittura
ha giovato troppo grandemente alla religione
mediante la quale
noi iamo principalmente congiunti a gli Dii,
al
perfeverare gli
animi con una certa intera religione. Dicono che Fidia fece in Elide un Giove , la bellezza del quale aggiunfe affai alla gi conceputa religione
Ma quanto la Pittura giovi alli honoratifj'imi piaceri
de lo animo ,
quanto ornamento ella arrechi alle cole
pu
i
d' altronde
da quello principalmente vedere , che tu non troverai
quafi per lo pi cola alcuna bench preciofa, che per la accompagnatura de la Pittura non diventi molto pi cara , & molto pi
,

&

&

&
.

&

&

&

pregiata

diventano,

Lo

avorio

le

gemme
mano del
,

&

le

cofi

fatte

cofc

pregiate

mediante la
Pittore, pi preciofc
Lo
fteffo ancora adornato da la Pittura ,

filmato molto pi
lo oro. Anzi non che altro il piombo pi di tutti gli altri
talli viliffjmo,
f Fidia
o Praffitele ne aveller con le lor
ni fatto una ftatua, (ria per avventura tenuta pi in pregio,
.

oro
che

memache

non

.,
.

LIBRO SECONDO.
non farebbe

altrettanto argento rozzo &C

non

153
Zeuf

lavorato.

Pitto-

donare le Tue cofe , perche come ei


diceva , elle non fi potevano pagare con qual fi voglia preznon f potelTe trovar
giudicava che
zo
Conciofa che
egli
o
prezzo alcuno
che potelTe fatisfare a colui che nel dipignere

haveva

re

incominciato

animali

icolpirc gli

Ha

uno

quaf che

fufTe

altro

Dio

infra

mortali

che coloro che ne fono maeftri


non folamcnte fi maravigliano de le opere loro, ma f accorgono effcre fmililfimi asli Dii
Che dir io che la Pittura o la maeftra
di tutte le arti
o almanco il principale ornamento ? Imperoche lo
ha prefo dal Pittor folo le ciArchitettore
f io non mi inganno
ma f
capitelli, le bafe
le colonne, le cornici , t?^ tutte le altre cofi fatte lodi degli ediHzii
Imperoche il Pittore mediante la regola &C
a gli
fcarpellini
la arte fua ha infegnato ,
&C dato modo a gli
di tutti
(Ik;
fcultori
a tutte le botteghe de fabbri , de legnaiuoli ,
coloro che lavorano di fabriche manuali , talch non fi ritrover finalmente arte alcuna
bench abiettiffima
che non babbi riguardo
alla Pittura
onde io ardir di dire che tutto quel che di ornaqudc: Iodi

adunque

Pittura

la

...

&

mento
da gli
flati

nelle cofe,

fa

cavato

antichi honorata

chiamati quafi

preffo de

latini

Le

cofe

quali

da

Pittura

la

Ma

la Pittura.

qucfto

di

principalmente fu
honore , che effcndo

maggior parte de gli altri artefici Fabbri apFabbri


Pittor folo non fu annoverato infra

la

il

cffendo

cofi

io

fon

foliro

di

dire

infra gli

amici

miei che lo inventore de la Pittura fu , fecondo la fententia de' PoePercioche ellendo la Pitquel Narcifo che fi convert in fiore
ti ,
tura il fiore di tutte le arti , ben parr che tutta la favola di Narche altra
Imperoche
cifo fia bcnillimo accomodata ad ella cola
.

cofa

il

dipingere, che abbracciare

&

pigliare

con

la

arte

quella

Pittori antichi fuffePenfava Quintiliano che


ro foliti a difegnare le ombre, fecondo che il Sole le porgeva, ^
che poi l'arte fia di mano in mano con aggiugnimenti accrcfciuta
6c un
Sono alcuni che raccontano che un certo Filocle Egittio
fuffino i primi inventori di quefta arte
Cleante
ne fo io quale

fupcrficie del fonte

Ci

affermano che appreffo di loro era fiata in ufo la Pittura


i
in Grecia
&(.
nofei milla anni prima che ella fufTe tranfportata
ftri
dicono che ella venne di Grecia in Italia dopo che Marcello
prihebbe le vittorie di Sicilia. Ma non importa molto il fapere
mi Pittori o gli inventori de la Pittura Conciofa che noi non
vogliamo raccontare la hifloria de la Pittura come Plinio , ma nuoEgittii

vamente trattare de la arte De la quale fino a quefta et non ce


ne e memoria alcuna lafciataci che io babbi villa da gli fcrittori
antichi
Ancor che ei dicono che Eufranore Hifchimio fenile non
fb che de le mifure &C de colori
Et che Antigono &: Xenocratc
.

fcrif-

DELLA PITTURA

154

de

fcriflono alcune cofe

Pittura alcune

la

Pitture

le

infieme

cofe

&c

de
Racconta

che Apelie ancora

&:

le

mand

Perfeo

meffe

che Demetrio Filofufo ancora fcrife alcuni comOltra di quefto io Aimo ancora che efTendo
menti de la Pittura
che la
da noftri paffati ftate melTe in fcritto tutte le buone arti
Laertio Diogene

non fulTe ftata lafciata in dietro da noflri fcrittori


valoroImperoche furono in Italia antichifTimi gli Etrufci
Italiani
Crede TrimeffTimi pi di tutti gli altri ne la arte de la Pittura

Pittura ancora

gifto antichilTimo

che

fcrittore

&

Pittura

la

mfieme con la religione, imperoche


humanit ricordevole de la natura

egli

&

coli

difie

nafceOero

Scoltura

la

ad Afclepio:

La

figur

gli

Tua

dell' origine

Et chi fia quello che nieghi ,


Dii da la fimilitudine del volto Tuo
cofi
che la Pittura non fi fia attribuita a f flelTa in tutte le cofe
come religiofe , tutte le pi
publiche , come private , cofi fecolari
honorate parti ? talch non trover artificio alcuno apprelTo de morRaccontonfi pregi
tali che da ciafcuno ne fia fatto conto maggiore
Ariltide Thebano vend una
quafi incredibili de le tvole dipinte
cio , feflanta mila fiorini
Raccontano
Pittura fi^la , cento talenti
che la tavola di Protogene fu cagione che Rodi non fulTe abbrucciato dal Re Demetrio , perche non voleva che detta tavola arde(^
che Rodi fu rifcattato da li iniPofTiamo adunque affermare
f
.

mici

una

per

Pittura

fola

infieme

meffe

Sonfi

quefte

oltre

molte altre cofe fimili , per le quali potrai comodamente intendere ,


che i buoni Pittori fono Itati fempre grandemente lodati, & havuti
preftantiffimi Cittain pregio da ciafcuno, talch i nobiliifimi ,
Re fi fon dilettati non folo de le cofe dii
Filofofi
dini ,
i
pinte
ma del dipignere ancora Lucio Manilio Cittadino Romano
Turpilio CaFabio in Roma huomo nobilifi'imo fumo Pittori

&

&

&

&

Romano dipinfe
acquift nome con

valiere
fi

le

dipignere

il

Ennio Poeta

di
.

peratori

nato de

Platone

ftata

arte

infinita

grande

fi

Et

&

Herco-

non

quanti

carri

Re

ancora

fono

finite

ragionevole

gran numero de

il

vi

fuflino Pittori infiniti

li

parte

cocchi

ftare
la

manco

fopra
f

in

noi
la

quella

raccontare

quanto

quale

Demetrio Valerio

Et
Scultori , flaremo
? Sono veramente

parte fopra

to

inclinati

ftati

moltitudine de Pittori antichi ,


pu vedere da quello i che in

Fanoftrate, trecento feiTanta ftatue

piazza

nella

cento giorni furono del tutto


fopra

dipinfe

nobilifiima
la

Pacuvio

figliuola

contare quanti Principi


tutta

la

&

Pioconfule
Poeta Tragico , nipote

Pretore

Sitedio

Metrodoro
& Pirro Filofofi furono eccelPittura. Nerone, Valcntiniano , & Aleflandro Severo ImSana coia lunga racfurono fludiofifiimi del dipignere

Socrate

lenti nella

Verona

in

di

fia

quattro-

figliuolo di

lor cavalli,

parte

quella Citt fu tanin

dubbio

che non

&

Scoltura

Pittura

la

arti

,.

LIBRO SECONDO.
arti

parentado
i nutrite da un medefmo
10 anteporr Tempre lo ingegno del Pittore
come
Ma torniamo a
apatica in cofa molto pi difficile

congiunte

ingegno

Ma

infieme

fi

propofito

Infinita

ignoranti

in quei tempi
gli

di

quello che
.

155

fu

moltitudine

la

che

conciofia

de

Principi

dilettavano de la Pittura

fi

Pittori

OC

&

de

plebei

Scultori

li

dotti

Et coftumandofi

infra

&
le

prede che efli conducevano de le provincie , a metter in


publico nel Teatro le tavole
&C le ftatue , la cofa and tanto innanzi , che Paulo Emilio
&C alcuni altri non pochi Cittadini Robeatamente vivemani feciono infegnare a i figliuoli per bene
ottimo coftume
re infieme con le buone arti, la Pittura. Il quale

prime

de

appreffo
nobili

&

&

Greci

liberi

&

bene

grandifiimamente

oiTervava

fi

allevati

&

che

imparavano infieme con

giovanetti

lettere

le

la

Anzi la
ancora del dipigneie
E celefacult del dipignere fu ancora cofa honorata alle donne
perche ella feppe
brata da gli Scrittori Martia figliuola di Varrone
dipignere
degna di tanta loEt fu certamente in tanto pregio ,
de la Pittura apprefio de Greci , che ei vietarono per publica deligeometria

la

mufica

l'

arte

&

che non fufie lecito a fervi imparare la Pittura s ne quefto veramente fenza ragione
imperoche la arte del dipignere venobilifiimi
&: quanto a
ramente degniifima de gli animi liberali
eccellente ingegno
me paruto fcmpre uno inditio di ottimo
bcratione

&

&

quello di colui che io ho faputo

che

fi

grandemente

diletti

de la
grande-

che parimente diletta


mente
a dotti
a gli ignoranti , la qual cofa non occorre mai
in alcuna altra arte
che quella cofa che diletta a quei che fanno , commuova ancora gli ignoranti
Et non troverai nelluno
che facilmente non defiderafie grandemente di haver fatto profitto nella Pittura
Et manifefto che efia natura fi diletta nel dipignere Conciofia che noi veggiamo che la natura figura ne marmi i centauri , &C i volti de Re con le barbe Anzi dicono che
in una gioia di Pirro
vi fur dipinte da la natura ftelfa le nove
Mufe con le loro infegne Aggiugni a quefte cofe che ei non
quafi arte nefiuna
nella quale gli huomini che fanno &: quei che
non fanno
nello efercitarla fi affatichino con
nello impararla
tanto diletto tutto il tempo de la vita loro , pii che in qucfia
f
mai accade che
Siami lecito di dire quel che interviene a me

Et

Pittura.

&

quefta arte fola quella

&

&

&

per mio piacere


per mio diletto io mi metta a dipignere , il
che io fo molto fpefib , quando mi avanza tempo da le altre faccende , io ito fifio con tanto mio piacere a far quella opera che a

gran pena poflo credere che io vi fia ftato tanto che fieno gi pafche quefta arte apporta feco diletto
fatc tre o quattro hore
fi
fama perpetua
ricchezze,
mentre che tu la honorerai , 6c lodi
:

&

&

men-

,
.

DELLA PITTURA

155
mentre che
cof

poi che

farai

tu la
la

eccellentilTimamente

&

un ottimo

Pittura

La

qual

cofa

cflendo

ornamento de

antichifTimo

&

a gli indotti ,
grata a dotti
degna di huomini liberi
conforto quanto maggiormente pollo gli ftudiofi giovani , che per
Dipoi
quanto ei portino , diano grandemente opera alla Pittura
che vadino
avertifco coloro che fono ftudiofiO'imi de la Pittura ,
dietro ad imparare cda perfetta arte del dipignere , non perdonando
le

cofe

fatica

efier

eccellenti

alcuna

ne a diligcntia

ne a

nella Pittura

la

che cercate
confderare che no-

Siavi a cura

prima

cofa

&

il

voi

Et vi giover di ricorche fama fi acquiiiarono gli antichi


alla virt
darvi che fempre la avaritia ftata inimica alla lode
Conciofia che lo animo intento al guadagno, rare volte acquifera
lo ho veduti alcuni quafi in fu '1 bello
de la pofterit
il frutto
perci non
de lo imparare , fubito enTerfi dati al guadagno ,
quali f hahanno poi acquiftatofi ne ricchezze ne fama alcuna ,
farebbon facilmente diveffino con lo ftudio avezzato lo ingegno
diletto
ventati famofi , la onde ne harebbon cavato ricchezze
Hor torniamo
per tanto fia di loro infino a qui detto a baftanza
a propofito Noi dividiamo la Pittura in tre parti , la qual divifioImperoche ingegnandofi la Pitne habbiamo cavata da effa natura

mi

&

&
i

&

tura di raprefentarci

le

cofe vedute

confideriamo in che

modo

effe

quando noi fquadriamo qualche coia , noi veggiamo quella cofa effer un certo che
che occupa luogo. Et il Pittore circonfcriver lo fpazio di quefto

cofe venghino alla veduta noftra

&

modo

Principalmente

con vocabolo

conveniente chiamer circonfcrittione


Dopo quefto nel guardare noi confideriamo in che modo fi congiunghino infieme le diverfe fuperfidifegnando il Pittore qucfti
cie, del veduto corpo, infra di loro,
congiugnimenti de le fuperficie a lor luoghi
bene chiapotr
marlo il componimento. Ultimamente nel guardare noi difcerniamo
colori de le fuperficie ,
pili diftintamente
perche il raprefenta-

luogo

quefto

del tirare

d' intorni

&

&

&

mento

di

quefta

cofa

nella

Pittura

riceve

quafi

fempre

tutte

le

lumi , commodamente noi potremo ci chiamare il ricevimento de lumi


1 d' intorni adunque , il componimento ,
il
ricevimento de lumi fanno perfetta la Pittura. Reftaci adunque a trattare di quelle cofe brevilfimamente ,
prima de d' intorni
vero de la circonfcrittione
la quale quel tirare che fi fa
con le linee a torno a torno de d' intorni , da moderrri detto difegno In quefto dicono che Parrafio Pittore , quello che Senofonte
introduce a parlare con Socrate
Percioche ei
fu eccellentiffimo
dicono eh' egli confider fottilifiimamente le linee
Et in quefto
difegno penfo che principalmente fi abbia a procurare , eh' egli fi
faccia con linee fottililTime
che al tutto non fi difcernino da

fue differentie da

&

&

&

r oc-

..

LIBRO SECONDO.
1'

occhio

come dicon che

li

folcva

fare

157

Apelle Pittore

nello

elcr-

con Protogene
Imperoche il difegno non altro , che il tirare de d' intorni
il
linee
che
apparifchino
far
con
troppo
non parranno
che f fi
margini de le fuperticie in effa Pittura , ma parranno alcune felTuDipoi io deldererei che nel difegno non fi andaffe dietro ad
rc
altro che al circuito de d'intorni. Nel qual difegno io affermo che
Conciola che neiuno comci bifogni efercitarvili vehementemente
ponimento nelTuno ricevimento di lumi mai far lodato f non vi
far difegno. Anzi il difegno folo , il pi de le volte, gratiffimo.
Diafi adunque opera al difegno,
ad imparar beniflimo quefto
non credo che fi pofla trovar cofa alcuna pi accomodata
che
quel velo che io infra gli amici miei foglio chiamare il taglio
il
modo del ufare il quale fono ftato io il primo che lo babbi trovato, & cofi fatto. Io tolgo un velo di fila fottiliffime
telTuco
di poi con
10
fia di qual fi voglia colore, quello divido
rado,
fila alquanto pi grolTe , facendone quadri quanti mi piace fopra un
telaio tutti uguali ,
lo metto in fra lo occhio &: la cofa da vederfi , accio che la piramide vifiva penetrando palli per le rarit
del velo
Ha veramente quefto taglio del velo in f non poche
comodit la prima cofa egli ti raprefenta fempre le medefime fuperHcie immobili
conciofia che pollivi una volta 1 termini^ trovecon la quale tu incorai fubito la primiera punta de la piramide
minciarti i il che fenza quefto taglio del velo cofa veramente difnel dipignere
mutarfi retficiliffima. Et fai quanto fia impoffibile
tamente alcuna cofa perche non mantiene perpetuamente a chi di&c da quello aviene che pi
pigne il medefimo afpetto &C veduta
facilmente fi alfomigliano quelle cofe che fi ritraggono da le cofe
Sai ancora
dipinte, che quelle che fi ritraggono da le fculture
oltra di quefto, quanto effa cofa veduta, paia alterata, mediante il
Per tanto
mutamento de lo intervallo de la pofitura del centro
velo o la rete ti arrecher quefta non piccola utilit che la col,
il
citar(

combattere a chi

&C

pi

fottili

faceva

le

&

&

&

fempre ti fi aprefenter alla villa la medefima. L'altra utilit,


in
che tu potrai collocare facilmente nel dipignere la tua tavola
1
fiti
de dintorni, & i termini de le fuperficie
luoghi certi iTimi
& in
Imperoche vedendo tu in quella maglia de la rete la fronte
,

quella che
in

li

il

nafo

&

nella

mento &: tutte le


potrai medefimamente

quella difotto

a loro luoghi

canto,
il

muro

altre

pi vicina

poi

cofe cofi fatte

collocarle

le
,

gote,

dilpolle

beniflimo fu la tua

ancor elfi con una rete uguale a


quella
Ultimamente quefta rete o velo porge grandilTima comodit
percioche tu vedrai efta
ajuto a dar perfettione alla Pittura
dipinta in quella pianura de
cofa rilevata &c gonfiata difegnata,
tavola o

nel

fcompartiti

&

&

la

DELLA PITTURA

15S

Mediante

&

per il gipoffiamo facilmente


ditio 6c per la efperientia conofcere, quanta utilit ne prefti c(Ta
perfettamente dipignere. Ne mi piacciono coloro
rete, a bene
che dicono che ei non bene che i Pittori fi alTuefacclno a queftc
le quali f bene arecano grandifTimo
cofe
aiuto al dipignere , fono
rete

la

le

quali cofe

&

che fenza elle un Pittore a gran pena potr mai


Conciofia che noi non ricerchiamo che
far da f ftelTo cofa alcuna
Pittore , f io non mi inganno , habbi a durare una fatica infiniil

nondimeno

tali

lodiamo quella Pittura che ha gran rilievo , & che ci paia


molto fimile a corpi che ella ha a raprefentare
La qual cofa certamente non fo io vedere in che modo pofla riufcire ad alcuno
pur mediocremente fenza lo aiuto de la rete. Servinfi adunque di
ta

ma

quefto taglio

Che

cio

quefta

di

coloro

rete

che

affaticano

fi

far

di

pure faranno alcuni che fenza rete l dilettin di


efperimentare lo ingegno , procaccinfi con la vifta quefta fteffa regola
de le maglie , tal che fempre quivi Ci immaginino effer tagliata una
linea a traverfo
da una altra fatta a piombo , la dove effi ftatuiranno il termine guardato nella Pittura
Ma perche il pi de le
profitto

volte a Pittori

non

pratichi

come

appari fcon

&

dubij

incerti

d' intorni

ne quali non difcernono


tal volta in qual luogo principalmente fieno terminate le tempie da
la fronte , perci bifogna infegnar loro , in che modo e' poflino imLa natura veramente ce lo infegna
parare a conofcere quefta cofa
benuTimo Percioche fi come noi veggiamo nelle fuperficie piane ,
che fon belle quando elle hanno
loro propri lumi
&C le loro
proprie ombre , cofi nelle fuperficie sferiche
concave ci pare che
elle ftieno bene quando che elle quafi divife in pi fuperficie hanno
diverfe macchie di ombre &c di lumi
Tutte le parti adunque ciafi:una da per f che hanno differenti lumi
differenti ombre , (

de

fuperficie,

le

interviene ne volti,

&

&

hanno a confiderare come altrettante fuperficie che f una veduta


fiaperficie continover da la fua ombra mancando a poco a poco
fi
debbe alhora fegnare con una linea
fino al fuo maggior lume
1'
il mezzo che
uno fpatio & 1' altro accio che fi habbi
infra
manco dubbio de la regola che tu barai a tenere nel colorire lo
,

fpatio

ancora qualche co(a del


poco veramente al componimento

Reftaci a trattare

non

dife^nq

il

che

ben fapere
che cola fia il componimento nella Pittura
Et veramente il
componimento quel modo o regola nel dipignere , mediante la
quale tutte le parti fi compongono infieme nell' opera de la Pittura
Grandiffima opera del Pittore la hiftoria
le
parti de la
hiftoria fono
corpi
fono le membra le parle parti del corpo
ti de le membra , fono le fuperficie
Et effendi il difegno , quella regola o modo
del dip'gncre , mediante il quale difegnano i
fi

afpetta

per e

d' in-

. ,.

LIBRO SECONDO.
a ciafcuna de le fuperficie

d' intorni

alcune piccole

come

come

quelle de

de

&:

animali

gli

ijp
fuperficie

le

&

alcune

eiTendone
grandifTime

&

de gli edifici] i del di.'cgnare le fuperficie


piccole , baftino quegli ammaellramenti che fi fon detti fino a qui
Conciofia che ei fi dimoftro come elle ii difegnano bene con la
quelle de colofT

Ma

rete.

nel difegnare le fuperficie maggiori

ci

bifogna

trovare

al-

Per il che ci bifogna ridurre alla memoria tutte quelle


de la
cofe che fi Ibno infegnate di fopra de le fuperficie , de razzi
piramide, del taglio. Finalmente tu ti ricordi di quel che io difi'i
de le linee parallele, de lo fpazo o pavimento,
del punto cende la linea Sopra del pavimento adunque difegnato con
trico
tra regola.

&

&

le linee parallele,

fi

hanno

de muri,

rizzare le alie

&

qual altre

che noi chiamiamo fuperficie ritte


Dir
adunque brevemente quel che io fo nel rizzare quefi:e cofe
La prima cola io mi incomincio da elfi fondamenti 6c difegno nel pavila lunghezza de le mura
mento la larghezza
nel difegnare la
qual cofa io ho imparato da la natura
che da una veduta fola
non fi pu vedere pi che due fuperficie congiunte infieme ritte
dal piano di qual fi voglia corpo quadrato fatto ad angoli a fquacofe

fimili

il

vogliano

&

Nel difegnare adunque

fondamenti de le mura , io ofiervo


quefto di tirare folamente quelle faccie o lati , che mi f\ aprefentano alla veduta
Et la prima cofa io comincio da le fuperficie
da quelle mafi'imo che fono parimente
che mi fono pi vicine ,
lontane dal taglio. Per tanto io difegno quelle inanzi alle altre,
delibero mediante effe linee parallele difgnate nel pavimento
quanto io voglio che effe mura fieno lunghe & larghe
Imperoche
io piglio tante parallele quanto io voglio che elle fiano braccia
piglio il mezo de le parallele da la fcambievole interfegatione di ciascun diametro di efie parallele Si che per quefiia mifura de le parallele , io difegno benifl^imo la larghezza
la
lunghezza di elTe
mura che fi rilevano di fui piano
Dipoi confeguiico da quefio
non difficilmente ancora la altezza de le fuperficie. Imperoche quella mifura che infra la linea centrica & quel luogo del pavimento
donde incomincia a rilevarfi la quantit de lo edificio , tutta quella
quantit offerver la medefima mifura
Et f tu vorrai che cotefa
quantit che dal pavimento alla cima , fia per quattro tante
quanto la lunghezza del huomo dipinto, & la linea centrica far
porta alla altezza de 1' huomo , faranno veramente allhora da la
pi bafia parte de la quantit infino alla linea centrica tre braccia
IVIa tu che vuoi che
quefta quantit crefca fino alle dodici bracdra

&

&

&

&

cia

da

tira

in

fino

alla

addotte

del

bafi'j

regole

allo

fu

per

linea

volte

tre

centrica

dipignere

quella

Pon"iamo

difegnare

quantit

adunque

bene

tutte

che dal
mediante le
le

fuperficie

ango-

,.

DELLA PITTURA

i6o
anoolari {Ta<-j. IL
intorni

d"

circulari

luperficie

le

a trattare del difegnare con

y). Reftaci

T'ig.

Le

cerchio

in

fuperficie

loro

vera-

da le angolari , il che io fo in quefto modo


& di anIo difegno dentro ad un quadrangolo di lati uguali ,
goli a Iquadra un cerchio , & divido i lati di quefto quadrangolo
m altretante parti in quante fu divifa la linea di fotto del quadraroolo in la Pittura , & tirando le linee de le divifioni da
a lui oppofto , riempio quello
all' altro
ciafcuno punto di effe

mente

cavano

fi

paralelle
di

tutti

in

fpefTilTime

d'

il

intorno

tiro

fegnati

gi

alli

gnar

che cauflTe
porto

al

maggiori

l'

ombra
luogo

fuo

forte

di
il

quale

la

difegno

fegno

de

le

circolari
rerta

ci

Flg.

Si

Finito

pur che

che

ot-

dipoi

cerchio
dife-

corpo,

il

regola certa

&

luffe

habbiam detto

noi

difegnino

fi

di

&

breve

pi

lucerna-,

6.

con

folo

ambito del

frada

paralelle

noto

lume con

il

a
continovefino

^\

interfegationi

farebbe

Ta^. IL

luo-

luoghi

punti

io

circunferentia

all'ombra di

aiuti

&

piaceranno

Forf

noto

cerchio

il

di

ricevefie

gli

angolari

veramente
te

del

termini

come mediante
gni

fegnamento
cerchio
Et per

d'intorno

quefto

tutto

paralelle

infinite

o con quante pi mi
mediante lo ingegno la

&

le

numerofo

un

&

cerchio

quai

cerchio

o
pavimento difegnato in Pittura
farebbe una fatica ellrema interfegare con

perche
quafi

con

che

rebbe
to

&

interfegationi

le

un

difegno

vi

del

paralelle

Ma

de

punti

efTe

Profpettiva

tanto

fopra

voglio

lo

io

ancora

&

grande , di maniera che elio


fcambievomente fi interfeghino infieme ,

quanto
ghi

quadrangoli

piccoli

di

fpatio

fuperficie

le

adunque di ocomponimento
E
dipignere
median-

trattare

trattare

del

componimento quella regola del


parti fi compongono infiemc
le

lavoro

nel

de

la

La maggior opera che taccia il Pittore non una {taConcioha che


tua grande quanto un colofio i ma e una hiRoria
che in un
truova maggior Lde d'ingegno in una hiftoria
fi
corpi
le parti de corpi
Le parti de la hiftoria fono
Colofo
Pittura

fono le membra , &: le parti de le membra fono le fuperficie


corpi,
perche di queRe fi fanno le membra, de le membra
de corpi la hiitoria , de la quale fi fa quella ultima , veramenDal componimento
perfettamente finita opera del Pittore
te
quella gratia , che
de le fuperficie , ne nafce quella leggiadria
che quel vifo che har alcoftoro chiamano bellezza. Conciofia
alcune piccole , che in un luogo efchicune fuperficie grandi
nafcondin troppo adentro cono troppo infuori
nell' altro d
i

&

&

&

&

me

fi

vede ne

mente cofa
cie

faranno

vifi

brutta
di

de

Ma

maniera

le

in

vecchie
quella

congiunte

quefio

far

faccia

nella

inficme

che

vederfi

quale
i

le

dolci

certafuperfi-

lumi
con-

,,,

LIBRO SECONDO.
convertmo a poco

alcune

angoli

afprezze

cia

bella

de

le

&:

la

io

non

bellezza.

Ma

ho
ftelTa

tempo

cofe

imitare

rete

lilTimi

corpi

Tempre

la

re

&

&;

componimento

quefto

in

natura

bifogna

per

lun-

de

maravigliofa artefice

nelle

fuperficie

le

&

diligentiflimamente

la

membra.

bellifTime

con

efercitarl

grandemente

dilettarli

tutti

dicemmo

come

&C

penfieri

de

haremo poi cavate le fuperficie da belharemo a mettere in opera


delibereremo

noi

le

prima cofa

termini

linee a luoghi

le

modo

quale

Et quando

guardiamo

compofte
,

Adunque

noi

faranno
ragione facvi

che

in

la

nollre

diligentie

via

per

habbi

lo

la

&

non

&C

andar invcftigando grandemente la gratia


che modo noi poflamo ottener quefto
che andar a conllderare la
pi certa

in

trovata

in

venufth

bifogna

ghiiTimo

Ne

ha

che

ombre foavi
quefta chiameremo

poco

fuperficie

natura
le

&

di

1,^1

mediante

loro deftinati

noi polliamo

quali

Bafti haver detto inlno

tira-

qui

componimento de le fuperficie. ( Ta^. IL Fig. 7. ) Refta che noi


Nel componimento de
diciamo del componimento de membri
membri la prima cola bifogna procurare che tutte le membra
del

che elle fono bene proporquanto alla grandezza


tionate , quando cie corrifpondono
quanto alla fpecie ,
quanto a colori
quanto allo officio
cofe fimili
alcune pi ce ne fono , alla bellezalle altre
f
alla maieft
Che f in alcuna figura far un capo granza
proportionate

fieno

loro

fra

Dicefi

&

&

&

&

&

&

dilTimo
enfiato

uno petto
un corpo

j
,

brutto

piccolo

tenere una

molto

grande

un

pie

componimento in vero far


quanto alla grandezza
Bifogna adunque

gonfiato

riguardarlo

mano

una

quello

molto nel
andar la prima cofa efaminando con lo
dipigncre gh animali
1'
quali fieno
ingegno
oda
che efT hanno , imperoche quefte
occupano fempre una fede & luoperche elle non fi piegano
Dipoi bifogna porre a luoghi proprii
&: i
go certo
nervi
mufcoli loro: &C ultimamente veftire di carne, & di pelle le
certa

regola

mifurare

nel

la

quale

giova

offa

&

mufcoli

Ma

in

luogo

quefto

faranno

ci

forf

di

perche io ho detto di fopra


mi riprenderanno
che
non fi afpetta alcuna di quelle cofe che non ii vegal Pittore
gono
Diranno veramente colloro bene
ma come nel veftire

che

quelli

bifogna

mo
do

&
ne

involger

mufcoli

&

di
in

effa

prima
torno

prima

bifogna

fcere

do

difcgnar

pelle

qual

natura

fotto

di

veftimenti

difporre

habbi
talmente , che

quali

luogo

tu

fieno

elplicate

ignudo

lo

&

cofi

collocare

qual

dipignere

nel

luoghi

ordine

per

non

difficilmente

fi

effi

mufcoli

Ma

quefte

mifure

noi

poi

poi

fituati

tutte

il

&

uno ignu-

loro

coprire

voglia-

le

ofla

di

car-

perche

conohaven-

poltccele

manzi

habbi

gli

.,

DELLA PITTURA

i62
a

occhi

gli

ftudiofo

Io

medefme

quelle

riconofcere

Pittore

non

trover

con

da

Tua

fatica

la

piccola

utilit

in

natura

elTa

accioche tutto quel


Et per gli ftudioi piglino quefta fatica
che di ftudio & di opera elTi haranno pofto in riconofcere la
proportione de le membra , ei conofchino havergli giovato a tenere ferme nella memoria quelle cofc che cfT haranno imparate.
Avertifcoli nondimeno la prima cofa di quefto , che nel mifurare
lo animale ei fi pigli qualcuno de' membri di cnfo ftelTo animaVitruvio Arper il quale fi mifurino tutte le altre membra
le
,

mifura

chitettore

lunghezza

la

del

huomo con
piedi
le
altre membra fi
i

Ma

io

rapportepenfo che fia cofa pi degna, f


ranno alla quantit del capo. Ancor che io ho confiderato che
per lo pi quafi comune ne gli huomini , che tanta la miSi che
piede , quanto dal mento a tutta la tefla
fiira del
:

uno

prefo

di

membri

quelli

tutte

altre

le

hanno ad accomo-

fi

talmente che non fia membro alcuno in tutto


dare a quefto
che per lunghezza , o larghezza non corrifponda a
lo animale ,
Oltra di quefto fi ha ad haver cura , che tutte le
gli
altri
>

membra

faccino

li

ad un che

conveniente

ma un

loro

officii

corre

gittar

che

quel

per

E*
non meno che i
vorrei io che in

elle

mani

le

fon

fatte

una oratione ,
ogni fuo membro fulTe pi modefto , che un giuocatore di bracDemon Pittore efpreffe Hoplicite in un combattimento talcia

piedi

Filofofo

che

facci

mente

che

tu

direfti

che

fudafte

egli

&

uno

pofava

che

altro

talmente le armi, che tu direfti, ei ripiglia a pena il fiato. Fu


ancora chi dipinfe UlilTe di maniera , che tu riconofcerefti in lui
Lodafi , apprelTo
fimulata pazzia
non la vera , ma la finta ,
de Romani , la hiftoria nella quale Meleagro portato via morcon
coloro che lo portano , paiono che fi dolghmo
to ,

&

&

membra fi affatichino & in


membro alcuno, che non appaia

tutte
vi

le

le

mani,

le

Finalmente tutte le
morte del corpo i il che

dola
la

che morto , non


pi che morto, cio ogni
dita, il capo, ogni cofa languida cioncofe convengono infieme ad efprimerc
,

cafca

cofa
.

la

pi

colui

diffcile

Imperoche il raffimigliare le membra ociofe


maeftro
cofa di eccellentiffimo
corpo
,

tutte

&

le

membra

vive

faccino

qualche

in
fi

cofa

di

tutte

parte

ogni

come il
Adunque

cofe.

le

un

in
far

in

che
ogni

qualunque fi fieno memche


bra faccino di maniera lo officio per il che effe fon fatte
fuo
neffuna arteria , ben che minima , manchi de lo officio
talmente che le membra de morti paino a capello tutte morte,
AUhora i\ dice che un corpo viquelle de vivi tutte vive
Et morto
ve , quando da fua pofta ei faccia qualche moto
Pittura

fi

debbe

offervare

quefto

che

&

di-

LIBRO SECONDO.
che

dicono

de
magini de
officii

quando

cio

vita,

la

che

corpi

il

^\[

im^-

che apparifchino

vorr

Pittore

il

16^

membra non poHbn pi cfercitare


moto & il fenfo Adunque quelle

le

far

vive-,

ma
moti
che in quelle tutti i membri mettino in atto i loro
gratta.
alla
bellezza c
in ogni moto bifogna andar dietro alla
quei moti de corpi,
gratiiTimi
Et fono grandemente vivaci
Oltra di quefto dicemmo che
che alzandofi vanno verfo 1' aria
bifognava haver riguardo alla fpecie
nel comporre le membra
mani di Elena
f
le
faria cofa molto difconveniente ,
,

&

Imperoche
o di Ifigenia apparifTino
a

Neftore

Ganimede

gambe da un
pi
di

ancora

quefto

come

graflotto

&

braccia

altri

chi

dipingere

faccia

che

Virgilio

la,

certo

farebbe
rei

che

&

fronte

piena

non

rugiadofi,
fcure

&

brutta

&
non

&C

fra
i

loro

ancor

volti

conveniente

Adunque

guifa

nel

le

Oltra

vegga le
Et per il
con quelIfo-

nella

magrezza,

di quefto vor-

colore

di

Imperoche

di

rofe

petti

habbino

che

quella

pieno &C

Enea

da
Oltra

li

&

modo

quel

pazzo

farne.

la

corrifpondeflfcro

ridicolo

che

trovato

ftato

efler

fottili

volto

il

robufifTimo

&

fmilzi

far

in

crefpe

di

dilicata

tefta

Milone

confumate da

Achemenide

horribili

una

fianchi

cofa

far

hanno

di

immagine che har

dice

che

braccia,

corrifpondelfero

fi

membra

una

Pittore

tal

immagini

quelle

membra

altre

le

giovane,

ftrutte

concrario
la

da

facelTero

dice,

mani

le

petto

quella

in

fi

vecchie

di

fi

contadine

di

facefle

fi

giucatore

gli

tutti

di

un

tacefTe

mani

belliflimi

6c

le

altre

componimento de mem-

deve offervare quana colon. Concmfpecie,


to alla grandezza, allo officio, alla
bifogna che ogni cofa corrifponda, fecondo la venta
ei
fia che
una Miuna Venere,
de la cofa. Et non e conveniente fare
Giove, o un Marte veftinerva veftita di Pitocchoi ne fare un
Pittori antichi
una vefte da donna, fana conveniente. I
di
ti
avvertivano che oltre a che e
nel dipignere Caftore & Polluce
ad un corpo, in uno nondimeno fi fcorgeUe una

habbiamo detto

bri

pi

era

fecondo

robufta

che

volevano

Tanto

lo

lo

fi

&

lode

del

cofe

attenenti

gna

che

nell'altro

Vulcano
la

nel

corpi

quanto

piti

agile.

&

quale

la

dignit

confifte

Seguita

loro.
lo

tutto

ingegno

il

&

comtutta

componimento fi fon dette alcune


Imperoche ci bifocomponimento de membri

Pittore
al

elfi

fpezie

Oltra di quefto
zoppicante
fue veft appariOe
le
ponevano nello efprimere le cofe

una

fotto

che

ftudio

officio,

ponimento de
la

che

nati

pareffero

natura

quel

baftanza

del

qual

allo

officio

&c

grandezza
Conciofia che
alla

cordino infieme nella hiftona


-un convito i centauri che tumultuaffino
.

tutti

tu

infieme

fi

ac-

dip-gneffi

in

corpi

farebbe cofa da
paz-

,
.

DELLA PITTURA

,5^

&

sfrenato

tanto

in

fazzi,

che vi fufic alcuno


Oltra di quefto fa-

tumulto

beftiale

mediante il vino diacelTe


che adormentato
rebbe ancora difetto f gii huomini in uguale diftantia appariffero maggiori quefti che quelli , come che f in pittura fi faccfEt non farebbe ancor poco
fero i cani grandi quanto i cavagli
da vituperare , che io vegho il pi de le volte dipinti in uno
huomini come che rinchiufi in un forziere nel quaedificio gli
pena a federe , o riftretti in un cerchio
le cappiono a gran
Tutti i corpi adunque debbon confarfi , mediante la grandezza
.

&

mediante

Ma

la

con

maraviglia

gamente

occhi

con piacere ,
ma cofa che ne la
variet de
copia
la mufica fempre la
fanno

&

cofe

altre

non
differente da

compiace
de
de corpi ,
fi

&

huomini

mali

domeftici

Provincie >
confaccia alla

fi

che

egli

mon

ivi

acquifta

quale

putti

che

qual

fi

faranno

matrone

uccelletti

prief

&

ne

forf per

fi

per

&

quella

confuc-

ogni abbondantia lo anine la Pittura la variet

in

luoghi

hiftoria

mefcolati

inficme

fanciulle

cavalli

quella

bambini

pecore

ani-

edificii

abbondantia, pur che ella


vuol raprefentare
Conciofia

voglia

che quivi fi
aviene che riguardando, nel confiderar le cofe, confuabbondantia
la
ricchezza del Pittore
pi tempo ,
Ma io vorrei che quefta abbondantia fuffe adorgratia
cofa

&

&

&

preftaffe di
na ,
mediante la dignit
i

lor

cibi

antiche

cofe

le

loder

come ne

fi

cagnoletti

&

&

giovani

abbondantia ,
fenza maraviglia

&

non

che

quei

di

Et perci
gioconda
Io dir

diletta

color

nella

copiofifTima

vecchi

&

cofe

di

&

intrattenga lun-

inufitata

diletta

caufa che diverfii , &C


Cofi in ogni variet
te

mo

&

fatti

La
de lo animo
porge piacere ,
ti

&

che

Imperoche

nuova

ancora

fi

cofe

le

ornata

dilettatione

arreca

hiftoria

&

le

con

fon

da lodare &C guardare


che con alcuni allettamenti

fanno

che

coloro

di

quale

la

fia

&

dilettevole

tanta

per

cofa

quella

ragionevolmente
bifbgna che fia tale

elTer

gli

che

hiftoria

dimoftri

fi

officio

lo

per

quali

parere

f
,

&

una
la

copiofi

punto

certa

variet

reverentia
&C

perche

grave

&

moderata

non lodo quei

Io

Pittori

non voglion che ne le coperci non vanno dietro a

voto ,
componimento alcuno , ma feminano ogni cofa fcioccamente
confufament , per il che non par che la hiftoria raprefenti quel
che ella vuol fare , ma che tumultui , 6c forf quel che la pri-

fe

loro

rimanga

vi

di

&

ma

cofa

defiderer

fi

come

fi

intendino

una

in

un Principe
i

fenfi

de

la
il

le

Imperoche
pur che
parlar poco arreca maieft
comandamenti , cofi in
&
parole
fua

hiftoria

la

dignit

un ragionevol numero di corpi


arreca gratia. Io ho in odio ne la

hiftoria

variet

ne

arreca
hiftoria

degnit
la

&

la

folitudinc,

nien-

,,,

LIBRO SECONDO.

1^5

nientedimeno non lodo anco la abbondanti! che difconvcnga alla


dignit
Anzi nella hiftoria fole grandemente quel che io ve^ho
cfler
ftato oflervato
ei
da Poeti tragici
da Comici
raprefentino con manco numero di perfone la favola loro: Et veramente fecondo il giudicio mio non bifogner riempire una hillo.

&

ria

di

fer

comporta

tanta

fchifare

nondimeno

Pittura

le

attitudini

te

alcuni
6c

&

con

niente
arte

cura

con

la

le

fiano

alla

fono

polTa

degnamente

come

io giudico

Si

&

parte

&

honefl

fieno

per

Altri

il

ignudi

alcuni

parte

reverentia

alla

flieno

da

dell'

una

ma

Conciofia

mani

le

de
per

federe
f

vefliti

Stieno adun-

che

ci

fuoi

conve-

dell' altra

habbifi
le

ingino-

&

baflo

al-

piedi

li

braccia

le

ignudi

mefcolamento
&:

uno

con

quel-

politure &C

le

con

habbia

ciafcuno

attitudini

adiacere

&

variet

la

differenti

fopra

pofati

ef-

che
il
quale volendo
mai pi che no-

quale

faccia

in

tutti
,

nella

molto

profilo

in

tutti

loro

fra

fguardati

pari

altri

rifplendenti

fue

quafi

grata

faccia

del

alcuni

elTere

dita

&

vi

huomini

dieci

corpi

le

piedi

piegamenti
chioni

de
da

con

ftieno

altri

non

ella

fi

la

que

che

Ma

nove

di

cofe

di

appartenga quel detto di Varrone ,


nel convitare il tumulto
non invitava
effendo in qualunque hiftoria , gioconda

quello

ve

variet

fempre

parti

ver-

gognofe del corpo d^ le altre fimili che hanno poco del gratiofo
cuoprinfi o con panni
o con frondi , o con le mani
Apellc
dipigneva folamente quella parte de la faccia di Antigono , da
la quale non appariva il difetto de lo occhio
Et Homero quando defta UlifTe nel naufragio dal fonno , per non fare che egli
andaffe ignudo per la felva dietro alla voce de le donne , fi
legge , che diede a quel huomo una de le fronde de gli arbori ,
a ci che fi copriOe le vergogne . Raccontano
che Pericle
havcva un capo lungo
brutto ,
per da Pittori , c da
gli
Scultori non fu fatto mai a capo fcoperto , com.e gli altri
ma fempre con la celata in tefta. Oltra di quefto Plutarco racconta che i Pittori antichi ufavano nel dipignere i Re , f egli
havevano difetto alcuno quanto alla forma loro , non volevano
che ei parclTe che eflTi Io havedino lafciato in dietro , ma falvata la fomiglianza
lo emendavano
quanto pi potevano
Quefla
modcftia
quella reverentia , defidero io che in tutta la hioria fi offervi ,
a ci che le cofe ofcene o fi lalTino da parte
o fi emendino
Finalmente come io diffi penfo che fia da aftaticarfi
che in neffuna immagine fi vegga il medefimo gerto , o
la mcdefima attitudine
Far oltra di qucflo la hifforia ftare gli
fpettatori con gli animi attenti
quando quegli huomini che vi
faranno quieti , rapprcfenteranno
grandiffimamcnte i moti degli
,

&

&

&

ani-

DELLA PITTURA

i66

Imperochc ei avviene da la natura


animi loro
truova cofa alcuna che fia pi rapace , ne
i
de le cofe (niili , che noi piangiamo con chi
.

de Ir quale non
che ci tiri pi
ridiamo
piange ,

Ma
con chi ride , & ci condogliamo con chi fi rammarica
moti de lo animo fi conofcono , mediante i moti del
quefti
Imperochc noi veggiamo , come i melanconici , perche ei
corpo
fono afflitti da i penfieri & ftracchi da la infermit, come ci
.

&

forze lofono per modo di dire agranchiati di tutti i fenfi


come ei fi ftanno lenti lenti con le membra pallide 6c
ro,
Imperochc coloro che f\ rammaricano
che quafi cafcano loro
tutte le
hanno veramente l fronte baffa , il capo languido ,
abbandonate gli caftracche ,
altre membra finalmente come
Ma gli ftizzofi perche gli animi f gli accendono per la
fi:ano
gli
diventano
gli
occhi gli gonfiano,
faccia
la
(lizza,

&

&

&

rofii

ftizza

allegri

moti

fono

il

infiemc
il

infiemc
di

quella

riconofcere

tevi

moti
Eufranore ,

&

gloriofo

&

lo

che

Pittore

&

&
il

il

lo

le

&

noi

che

Dee

&

&

tu

facil-

innamorato

Maravigliofa

nelle

iniufto

Ma

quale

nella

Achille

clemente

feroce

la

&

de
di

de

furore

il

fiamo lieti
grati mediante alcune
in Aleflandro egli dipinfe

faccia

la

iracondo

cforabile

r humile

fciolti

ammazzatore
lo

quando

Giudice

Daemone

eflervi

ancora

&

mediante

Ma

riconofcerlo

&

fieri

Paride

di

membri

&

habbiamo

volto

mente potevi
Elena
ancora

tutti

E^ lodato

attitudini.

di

di

velocifTimi

allhora

talmente

&

&

&
&

il

infra

fue
lo

lode

po-

tavole

incoftante

mifericordiofo
gli

altri

&
&

raccon-

che Ariftide Thebano pari ad Apelle , efprefl[c grandemente


quali cofa certa che
i
noi ancora
quefti moti de lo animo
potremo molto ben fare quando noi porremo in quefta cofa,
quello ftudio
quella diligentia che ci fi conviene. Bifogna adunmoti
i
que che il Pittor fappia eccellentemente le attitudini
del corpo , i quali io giudico che fi habbino a cavare dal naImperochc la cofa difficiliffima
turale
con infinita diligentia
mediante gli infiniti moti de lo animo , per i quali fi variano
ancora i moti dal corpo
Oltre di quefto chi crcderia , fc non
chi ne ha
che egli dif^Rciliffimo quando
fatto la efpericntia ,
tu vorrai dipignere uno vifo che rida , fchifar quello per il quatano

&

&

che ridere? Oltra di quefto chi


far quello che pofTa fenza grandiffimo ftudio c diligentia efprimere
volti , ne
gli occhi
la bocca , &C il mento ,
quali
&C le guance &c la fronte
unifcole ciglia , fi confrontano

le

egli

parr

pi

tofto

&

no infiemc

&

al

fimamente andarle
cofe

pi

piangere

pronte.

&
& al

&

&

Et perci bifogna diligentif^


ritrovando dal naturale
& immitar fempre le
Et principalmente fi debboa dipignere quelle

pianto

rifo

cofc

LIBRO SECONDO.

i<?7

animi pi da penfare , che quelle che


veghon da gli occhi
Ma raccontiamo noi alcune cofe che
fi
noi habbiamo tabricace con il noftro ingegno quanto alle attituLa prima cofa
dini , i parte ancora
imparate da effa natura
io credo che ei .bifogni che tutti i corpi intra di loro fi muovino , con una certa gratia
convenienza , verfo quella cofa de
cofe

quali

le

lafcino

agli

&

quale

la

Oltre

tratta.

fi

mi

queflo

di

che nella
chiamandogli

hiftoria

piace

con la
che avvertifca gli fpcttatori
mano a vedere quelle cofe che quivi fi fanno overo come che
ci voglia
che quel negotio fia fegreto , minacci con volto crudele
con occhi fpaventofi che tu non ti accorti l , o ti dimoquivi effere qualche gran pericolo
ftri
o qualche cofa maraviglio/a
che con i fuoi geli ti inviti o a ridere feco o forqualcuno

fia

&

che tutte quelle


loro ,
con coloro ancora che le
a dimoArare la hifloria. E* lodaquella tavola , nella quale ei vinfe Colfatto
Calcante melanconico , fece pi

Finalmente
cofe che elfi fanno infra di
guardano, concorrino a fare
piangere.

Thimante

egli

di

necelTit

&

&

Cipro in
loteico ,
perche havendo
melanconico Uliffe
& perche nel dipignere Menelao addoloratiffimo egli vi haveva pofto tutto lo ingegno &: confumata tutta
non trovando
havendo confumati tutti gli affetti
la arte
Tua
modo da poter dipignere il vifo de lo adoloratiffimo padre , involfe il capo di quello in un panno per lafciare in lui pi di
del dolore
che haveva
quel f li poteffe difcerncre nel vifo
Lodafi la nave in Roma
nella
ne lo animo
quale Giotto noefprelTe talmente gli undici fpaventati
&C
ftro
Pittore Tofcano
mediante il compagno che caminava Topra le
fupefatti difcepoli
onde del mare che ciafcuno da per f dava particulare inditio del
turbato animo fuo, & con le attitudini del corpo ancora tali che
Ma
ciafcuno rapprefenta variamente lo fpavento che efT hanno
brevemente tutto queflo luogo de
conveniente trapafTar via
quamoti ne fono alcuni de lo animo
Imperoche de
moti
to

di

li

da

chiamati

fon

dotti

palTioni

come

&

la

ira

dolore

il

ne fono ancora de gli


Imperoche ei fi dice che i corpi fi muovono in molti modi cio quando ei crcfcono , o quando egli fi:emano, o vero quando elTendo fani cafcano in infermit, o quando da
quando anco fi mutano di luogo ,
le infermit ritornano alla fiinit
Ma noi Pit&C per fimili altri cafi fi dice che fi muovono i corpi
r allegrezza , il timore ,
altri che fono de corpi

il

defiderio

fmili

tori

degli

fo\o
far

che mediante

animi
di

moto
il

membri vogliamo efprimere

moti de

lafciate

quel

mutato

luogo.

tutte

che

le

noi

Tutte

altre

da

difpute

diremo

che

fi

cofe

che

fi

le

fia

parte

fatto

muovono

gli

affetti

tratteremo

quando
di

fi

luogo,
han-

,
.

DELLA PITTURA

i6%

imperoche o elle fi muovono


muoverfi
o vcifo la deftra , o verfo la fimo allo in gi
allo in fu
il
fcttimo viaggio
difcoftandofi o avicinandof a noi
ftra , o
Tutti quefti moti
quando elle fi muovono girando a torno
adunque defdero io che fieno nella Pittura. Sianvi alcuni corpi che

hanno

da

viaggi

fette

&

in verfo noi, alcuni

venghino

no verfo

la

alcune

ftrinfi

deftra

&

altri

parti

di

efl

tornino

alcune

indietro

altri

verfo

alcune

fi

difcollino

finiftra

la

alzino

vadi-

alcuni

Oltra di quefto modi chi le riguarda,

rincontro

corpi

ne

in

allo

fu

alcune

ab-

fi

Ma

perche nel difegnare quefti moti fi palfa alcuna vollo ordine , mi piace in quefto luogo raccontare
ta la regola
de moti de membri , che io ho cavate
alcune cofe del fito
accioche fi vegha manifefto con che modeftia ci
dal naturale ,

balTino

&

&

veduto nel
huomo , che in ogni fua attitudine egli fottopone tutto il corpo
Olura di
al
capo , membro pi di tutti gli altri graviffimo
quefto f uno fi regger con tutto il corpo fopra di un piede folo, fempre e(To piede come f fufle bafa de la colonna , viene a piombo fotto al capo , 6c quafi fempre il volche fta fopra un pie , guarda in quella parte
colui
to
di
Ma i movimenti del capo
verfo la quale a diritto il piede.
ho io avvertito che mai fono a gran pena tali verfo una de
habbia fempre fotto di f alcune parti
le parti , che egli non
overo
da le quali fia retto il gran pefo
del refto del corpo ,
che ci non diftenda verfo 1' altra parte qualche altro membro a
Imperoche
guifa di una parte de la bilancia che lo contrapefi
noi veggiamo il medefimo quando qualcuno difteia la mano foche con 1' altro piede come fi fia fermo il
fiene qualche pefo
ferma allo incontro con tutta la altra
fufo de la bilancia ,
fi
Io ho avertito che il
parte del corpo per contrapelar il pefo

habbiamo

di

fervire

efii

moti

certamente

Io

ho

capo
che
fi
il

uno

di

che

fta

quanto ci
volge anco mai
per

mento

gli

ritto

in

piede

vega con gli


in alcun degli
fopra

batter

occhi
lati

offa

le

non

fi

il

pi

de

volta

mezzo

mai pi

fu

ne
che tanto quanto che

le

fpalle

del

&

cielo

quella

in

corpo che noi ci cinghiamo , a gran pena ci volgiamo


mai tanto che la fpalla venga per diritta linea fopra il bellico
I moti de le gambe
de le braccia fono alquanto pi liberi , purch non impedifchino le altre honefte parti del corpo , &: in
queftc ho confiderato nella natura che le mani per lo pi non
alzano (opra il capo, ne il gomito fopra le fpalle, ne fi alza
fi
il
ne il piede fi allontana mai dal
piede fopra il ginocchio ,
piede , f non per lo fpatio di un piede
Ho veduto oltra di

parte

del

&

quefto

che

noi

alzeremo

in

alto

alcuna

de

le

mani

tutte
le

,.

LIBRO SECONDO.
parti

altre

le

moto

che

tal

vimento

fino

mediante

fimili

quel

di

quelle

moto

il

quali

quel

di

di

piede

rilieva

fi

quel
pa-

dal

cofe

infinite

&C forf
maeftro
incofi manifefte

diligente

il

feguitando

Sono

braccio.

eflo

avertir

van

piede

al

calcagno

al

le

infno

lato

169

fono
che 10 ho racconte infino a qui
che poffono parere fuperflue
Ma non le ho lafno ad hora
indietro
perche io ho vift molti errare in quefla cofa
fciate
Le attitudini
moti troppo sforzati efprimono
grandemente
i
le reni
moilrano in una medefima immagine , che il petto
veggano in una fola veduta , il che effendo impofi*ibilc a farfi
Ma perche quefti tali
ancora inconvenientifi'imo a vederfi
fi ,
fenton che quelle immagini paiono maggiormente pi vive , quanto pi fanno sforzate attitudini di membra , per fprezzata ogni
dignit de la Pittura , vanno imitando in ci quei moti de giuLa onde non folo le opere loro fono ignudc ,
fenza
colatori
o leggiadria alcuna , ma efprimono ancora il troppo arjjratia
quelle

&

&

&

&

Dcbbe

havcr moti foavi


&C
convenienti a quel che ella vuole rapprefentare
grati ,
fanciulle
la
moto
habitudine venerabile ,
Apparifca nelle
il
femplice condecente alla et , la pofir ornamento leggiadro
che de lo
tura fua babbi pi tofto del dolce , c del quieto ,
ingegno

dente

del

Pittore

la

Pittura

&

&

&

agitatione

alla

atto

Ancor

Homero

ad

che

dietro

quale

al

an-

ancora nelle femine una bellezza gagliardifllpi gioma Apparifchino ne giovanetti i moti pi leggieri
di forze
che dien fegno di animo
Apparicondi
valorofe.
fchino ne gli huomini i moti pi fermi ,
attitudini belle ,
Ne vecchi apparifchino tutatte ad uno veloce menar di braccia

Zeufi

piacque

&

&

&

&

che non
piedi , ma f\ appoggino a qualfolo fi reghino fopra amenduoi
finalmente riferifchinfi fecondo la diche cofa con le mani:
gnit di ciafcuno tutti i moti del corpo a quegli affetti de gli
Dipoi finalmente egli di
che tu vorrai rapprefentare
animi
necefiit che le fignificationi de le grandifi'ime pafioni de gli anifi
efprimino grandifilmamente in cfi*i corpi
Et
mi apparifchino
molto commune

de le attitudini
quefta regola de* moti ,
Conciofia che non fla bene
in qual fi voglia forte di animali
ti

moti

tardi

fiano

attitudini

effe

ftracche

tal

&

&

&

un bue

che
che
to

il

generofo

celebrata

pigneremo
telta

alta

vere

fcorfe

perche

che

io

ferve

cavallo

figliuola

noi

forf

con

quefl;e

penfo

di

ad

arare

di

Alcfiandro

Inaco

faccia

che

comodamente

&

fu

le

medefime

Bucefalo

Ma

quella

in

Vacca

convertita

come che

attitudini

ella

corra

tan,

con

dila

con la coda torta


Bafii baMa
cofe brevemente de moti de gli animafi
che tutti quefti moti , de quah habbiamo parpiedi

alzati

lato

,.

DELLA PITTURA

J7

ancora necefTarii quanto alle cofe inanimate , nella


Pittura, io penfo che fia bene trattare in che modo effe fi muode le chiome
de capegli ,
vono Imperoche i moti
de le vefti efprefri nella Pittura
de le frondi ,
de rami ,
certamente defidero , che efli capegli
lo
ancora effi
dilettano

Iato

fieno

&

&

&

&

&

rapprefentino

avvolghinf

roche

immitando
pelli

tutti

hora
ancora

fette

quei

in

giro

facendo

fiamme

le

vadino

in

rilievino

fi

moti

che

nodo

un

hora

racconti

&

&

fbtto

quella

Impe-

fparghinfi

ferpeggiando

queffa

verfo

ho

io

aria

in
altri

altra

ca-

parte

con arco
parte ritornino in dentro , parte fi avvolghino a
verfo lo alto
Et quello medefmo ac/caggia nelle pieghe de
guifa di fune
che fi come da un troncone di uno albero nafcono in
panni
diverfe parti molti rami , cof da una piega nafchino molte pie&C in quefle medefmamente fi
ghe , come dal troncone i rami
veghino tutti i moti , tal che non vi fia alcuna piega di panMa
no nella quale non fi ritruovino quali tutti i detti moti
dolche io avertifco fpeffo , moderati
il
tutti
moti
fieno
moftrino pi tofto di loro gratia che maraviglia de la
ci ,
Ma poi che noi vogliamo che i panni fieno atti a mofatica
& che continovapanni di lor natura gravi
effendo
ti ,
perci sfuggono ogni piemente cafcando piombano a terra ,
Sieno

de

piegamenti

rami

concavi

lor

&

&
.

&

&

bene perci
gamento
che foffi
o di auflro
b

ria

da

la

parte:

ria

quei

lati

quale

tutti

porr

fi

taccia

la

di

zefiro

ad una punta de la hiftopanni venghino fpinti verfo la contrache


cofa ne verr ancor quella
gratia

infra
i

Pittura

nella

da la qual
che
de corpi

nugoli

faranno

battuti

dal

vento

perche

vento a corpi , elfi corpi appariranno quafi ignudi fotto il velamento del panno: &C da le altre
panni agitati dal vento faranno pieghe , inondando nelf aparti
Ma in quello battimento del vento bifogna gUcTria, belliiTime
alcun panno venga contro al vento
darfi , che neffun moto di
ne troppo rotte
che le pieghe non fieno troppo taglienti
Quelle cofe adunque che fi fon dette de moti de gli animali
panni

per

accolleranno

fi

il

&

&

de

Pittori

cofe

le
,

&

inanimate

metterfi

tutte

fi

,
1'

debbono

altre

cofe

grandemente
ancora

olfervar

diligentemente

da
ad

che fi fon dette di fopra del componimento de le


Si
fuperficie de membri
Se de corpi
che noi habbiam detercomponimento.
minate due parti de la Pittura, il difegno,
il
Reftaci a trattare de ricevimenti de lumi
Ne primi principii fi
cfecutione

&

codimoftr a baffanza che forza habbino i lumi in variare


Percioche flando fermi i generi de colori
lori
noi infegnammo in che modo effi parevano hora pi chiari ,
hora pi
i

&

fcu-

,.

LIBRO SECONDO.

171

&

fecondo lo applicamento de lumi, o de le ombre,


che
bianco (5: il nero erano
quei colori , mediante
il
quali noi
lumi
nella Pittura efprimiamo
le
ombre
& che gli altri
colori fono da efere ftimati per la materia
con
quali fi aggiunghino le altcrtioni de lumi, *?>: de l'ombre. Adunque lafcuri

&

Iciate

cole

altre

le

da

ha

Pittore

fi

ronfi

Pittori

quattro

di

lore

colori

Polignoto

&

che

Aglaofone

ei

in

qual

Io

la

molta

arreca

che

induftria
il

nero

fi

deve

un

di

penfava efiere de
ne havefl'mo meffi

&

variet

molta

&C

leggiadria

alla

che

Pittura

fi

ap-

fi

colon
de co-

di

abbondantia

la

Ma

io

debbe porre ogni


ogni arte nel difporrc & collocar bene il bianco
che in collocar quelli bene
& ben accomodargli
valenti

giudicafiero

Pittori

f]

&

&C

gratia

moltitudine

voglia

Ci

co-

folo

metter in opera
veramente affermo, che

vorrei

fervilfmo folo

fi

dilettaffe

fi

il

MaravigHa-

poco che quegli ottimi Pittori


ufo
dove giudicano che ad un copiofo maeftro

partenga
lori

Thimante

modo

che

in

nero

del

numero che

tanto

in

&

&

che

che

dichiarare

fufle

pochi

bianco

del

fervile

antichi

colori

come

doviamo

dietro

ingegno

por tutto lo

&

qual

fi

voglia

eilrema

diligen-

Impcroche fi come lo avvenimento de lumi & dell' ombre


fi
vede in qual luogo le fuperficie fi rilievino
ei
fa che
& in
quali elle sfondino
& quanto ciafcuna de le parti declini o fi
pieghi
cofi lo accomodar bene del bianco & del nero fa queltia

che

lo

che

atribuito

era

lode

prima cofa ha da

la

Nitia

defiderare

&

Atheniefe
macflro
che le

Pittore
il

quel

fue

Pit-

Dicono che Zeufi nobililfimo


& antichiflimo Pittore fu quafi il primo che feppe tener quefta regola de lumi & de le
ombre. Ma a gli altri non attribuita qucfta lode. Io certamente non pcnfer che nefsuno fia
non
che altro Pittore mediocre
che non fippia molto bene che forza
habbi ciafcuna ombra & ciafcun lume in tutte le fuperficie Io lodecon buona gratia de dotti & de gli ignoranr quei volti dipinti
apparifchino

ture

gran

di

rilievo

ti

tavole

dr

come che

quali

&

per

arte

di

componimento
Adunque perche

ei

di

la

fule

il

mente
la

lumi

fuj'ci-fcie

lore

fia

quello
a

lodati

eflcr

poco

&

quanto

mancando
a

poco

biafimer

a
il

ben

non

ne

quegli

ne

d' intorni

&

difegnato

fuori

non

quali

Io

di
i]

vorrei

ottimamente

elle

ve-

che

colorito

quale

la

pi

efchino

non fieno vituperati


& perche ei meritino
prima cofa debbono fegnare diligentifllmaombre, &: debbono coniiderare che in quel-

le

fopra

che

paia

rilievo

contrario

il

punto

forf

di

fcrifcono

pu chiaro
poco a poco
fi

colore

alquanto

razzi

de

&

luminofo

forza

pi

de

fcuro

lumi

&

che

eflo

co-

oltra

di

lumi vi fi metta
finalmente bifo-

gna

DELLA PITTURA

172
gna

in

avcrtlrc

modo

che

corrifpondino

ombre

le

parte

nclli

mai fuperficie di alcun corpo


che nel medefmo corpo tu non riche fa
chiara
&L
truovi la Tupcrficic a quella contraria che non fa coperta
lumi
ombre. Ma per quanto appartiene immitare
carica di
con il bianco, & le ombre con il nero, io ti avvertifco che
tu ponga il principale fudio in conofcerc quelle fuperficie che
Quello imparerai tu
fon tocche o dal lume
o da la ombra
Et quando finalmente
bene da la natura & da le cofe ftefle
contraria

lumi ,
per lumi

che

non

far

tu

conofccrai

cofe

quefte

benilTimo

altererai

entro

colore

il

luogo quanto pi parcamente potrai con


pochifTimo bianco ,
nel luogo Tuo contrario aggiugnerai parimente in quello inftante un poco di nero Imperoche con qucdel nero , il rifto bilanciamento , per dir cofi , del bianco
Dipoi continova con gli accrefcimenti
lievo apparifce maggiore
con la medefima parfimonia fino a tanto che tu ti conofca hafuoi

d* intorni

Tuo

al

&

&

ver guadagnato tanto che bafti


lo
quefo uno ottimo giudice
,

modo

che

pur

ravigliofa

fpecchio

non
quanto ogni

'

difetto

nella

Emendinfi adunque
mediante il giuditio de lo fpecchio
tratte
tare alcune cofe che io ho

mente confederato

come

le

Pittura
le

cofe

Ma
da

fuperficie

queflo

di

cofa

pi

apparifca
qui

ma-

brutto

naturale,

dal

ritratte

fami

fpecchio

nello

gratia

fpecchio.

nello

veramente a conofcer
Et non Co io in che

far

ti

habbino una certa


habbino difetto
Oltra

elle
,

Et

dipinte

cofe

le

raccon-

lecito

ho verapiane mantcnghino in ogni


la

natura

lo

&

le
luogo di loi;o fteffe uniforme il loro colore ; Ma le tonde
concave variano i colori s percioche da V una parte fon chiare ,
da la altra fcure , & in uno altro luogo mantengono un coloEt quefla alteratione del colore nelle fuperficie non
re mezzano
piane, arreca difficult a Pittori infingardi: ma f il Dipintore
fegner bene , come dicemmo , i dintorni de le fuperficie
la
feparer le fedie de lumi , gli far facile allhora il modo
Imperoche egli da prima andr alterando o
regola del colorire
con il bianco o con il nero quella fuperficie fecondo che bifbquaf come che fparg
gner , infno alla linea de la divifone
Dipoi fparger per dir cofi una altra rugiada oluna rugiada

&

&

&

tre

alla

quella

gli

&

dopo

aggiugnendovene

quefta

fopra

un
una

altra
altra

oltre
,

gli

quefla

verr

&

tatto

lume far illuminato di pi chiaro colore ,


medefimo colore
quafi come fumo sfiimer nelle

luogo
il

linea

fono

contigue

Ma

bifogna

ricordarfi

che

nefluna

debbe far mai tanto bianca , che tu non poffa


Nello efprimcre ancora effe vefti
pi candida
.

far

che

&

del

dopo
dipoi

parti

che

fuperficie
la

il

fi

medefma

bianche

bifogna
riti-

,,

LIBRO SECONDO.
molto da

ritirarli

ultima
eccetto che

ha cofa alcuna
fa

imitare

la

ultimi

gli

trovato

il

le

folamente
ultime tenebre

&

re

le

colori

che

medefimo

mo

bianche

vefti

pigliafTmo
ta

forza

to

con

&

oro

del

il

quale

pof-

ei

&

chiaro

un

Et

per

panno nero

fervirfi

far

quel

de lo altro

eitre-

contrario

il

componimento

quefto
di

con

non

Pittore

come Te noi
molto lontano da la ombra
Finalmente ha tanprofondo & ncgreggiante mare

non

con

&C

arte

bianco

il

de le pulitifTime fuperficie , &: ho


negro , con il quale egli polla rapprefentarc
ofcurit de la notte. Et per nel dipignebifogna pigliare uno de quattro generi de

dipignerc

nei

color

il

Imperochc

fplendori

aperto

fa

perche

candidezza

17:;

argento

regola
&C

di

dimoftra
vetro

&

bianco

del

Pittura

in

fplendidiffime

nero

del

che

fat-

di

fupsrficie

le

Sono adunque da

grandemente vituperati quei Pittori che fi fervono del bianEt per


co intemperatamente ,
del nero fenza alcuna diligentia
quefto vorrei io che da i Pittori fuffe comperato il color bianSarebbe veramente beco pi caro che le preziofifTime gemme
ne che il bianco OC il nero fi facelTe di quelle perle di Cleopatra , che ella inteneriva cor^ lo aceto , acciocch effi ne diventaffero pi avari
Imperoche le opere (arebbono pi leggiadre
quanpi vicine alla verit
ne fi pu cofi facilmente dire
cffcr

&

&

bifogna

ta

che

&

fia

parfimon'a

la

&

modo

il

nel

diftribuire

il

nero nella Pittura. Per quello foleva Zeufi riprendere i Pittori , perche ci non (pevano che cofa fuife il tropChe f ci fi debbc perdonare alli errori , fon manco da
po
eder riprefi coloro che troppo profu(amente fi fervon del nero
Noi
che quegli che troppo intemperatamente ufano il bianco
habbiamo imparato mediante lo ufo del dipignere che efla natu-

bianco,

il

ra

&

lo horodio 1' un di pi che lo altro la ofcurit


tanto pi rendiacontinovamente quanto pi fappiamo
Cofi natualla leggiadria
mano inchinata alla gratia

ha

in

&

rido

mo

la

&

talmente

amiamo

tutti

le

cofe

chiare

aperte

6c

Adunque

ci

da quella banda donde la via del pecQuefte cofe baftino che infino a qui Ci
care ci pi aperta
Ma quanto a gefon dette del fervirfi del bianco , & del nero
Seguita
neri de colori bifogna ancora havervi una certa regola
adunque che fi raccontino alcune cofe de generi de colori Non
come diceva Vitruvio Architettore, racconteremo dove fi trovi il
bifogna

riferrar

la

ftrada
.

buon cinabro o
tilTimi

le

b<n

meftiche

fcrilfe

Ma

&

che

lodatiiTimi

colori

macinati

nella

alcune

noi

cofe

Pittura

de

Ma

in

che

modo

color

habbiamo rcnduta

fcel-

gli

&

habbino a mefcolare
Dicono che Eufranore Pittore

colori
.

fi

ma

quefti

alla

luce

fcritti

qucfta

non
arte

ci

farne

antico

fono

della

tura

Pit,

DELLA PITTURA

174

o come defcritta gi da altri, richiamatala dagli dii inmai defcritta da neffuno , condottala con
fernali , o come non
tiriamo dietro fecondo
dal Cielo ,
infin qui
lo ingegno noifro

tura,

ordine

lo

che

noftro

generi

fare

poteffe

Pittura

nella

come che

vede(Tino

Allhora

panni

&

drappi

verdi

di

gialli

r altra
di

verfit

1'
,

che
che

guidaffc

bianchi

fieno

elle

quanto

colon

eilrema

1'
,

fa-

diligentiaj

ballo

faria

di

aprelo,

pi

fulfe

fi

leggiadria

&:

un

vorrei

poi

altra

di

rol-

che mediante la diche femveftite talmente ,

quefio

oltra

Io

quando

certa

le

qui

fin

una

di

altra

Et

colori

fatti

cofi

con
Diana
Ninfa

la

veitir

fatto

gratia

la

porti

dipignelTi

tu

far

vi

colori

conveniente

fi ,

de colori , per infino


con una certa gratia ,

fi

cofa

fpezie

le

prelfo

ranno

habbiamo

&

come

fi

congiunghino con alcuni colori ofcuri di diImperoche


congiungono
fi
con cui
da quello
genere
verfo
fi
procaccia mediante la variet
quel congiugnimento de colori
mediante la comparatione maggior bellezmaggior vaghezza
Et veramente in fra i colori vma certa amicitia , che
za
pre

colori chiari

fi

&

1'

congiunti
lezza

Se

verde

un

fi

fveglia

il

za

colori

&

al

color

il

6c

ofcuri

&

roffo
allo

non

candido
giallo

accrefcono

altro

1'

uno

all'

color

coro
rognolo
:

con
mette

in

altro

la

bel-

la

<?<:

mezzo allo azzurro & al


un certo fcambievole de-

folamente

ma

quafi

arreca

ftanno

non

fenza

vaghezza

porto
a

tutti

degnit

al
i

in

lato

cene-

al

colori

allegrez-

fra

eh

ari >

bene infra gli ofcuri


chiari fi collocano
medefimamente
Difporr adunque il Pittore per la hirtoria quella variet di coMa ci fono alcuni che fi ferhabbiam detta
noi
che
lori
perche ei penfano che
von dello oro fenza alcuna modertia
lo oro arrechi una certa maiert alla hirtoria: io veramente non
Anzi f io vorr dipignere quella Didone di VergigU lodo
lio, che haveva la faretra di oro, & le chiome legate in oro,
.

&

&

che
legami , &: con le cinte di oro
con
che tutte le cofe
da cavalli con freni d' oro ,
portata
era
mi ingegner di imitare
io non dimeno
di oro:
rif lendevano
con i colori pi torto che con lo oro quella grande abbonche percuota da ogni banda gli ocdanzia de raggi di oro
eQendo maggior la lode ,
Imperoche
de riguardanti
chi
maggior la maraviglia del maeftro ne colon , fi pu ancora
vedere che mclTo lo oro in una tavola piana, come la magde le fuperficie che ci bifognava rapprefentarle chiaparte
gior
la

verte

&

&

re

ne

&

f|.)lendenti

apparifcano

che forf doveriano


Gli altri
pi luminofe

altre

ftrano

riguardanti

ofcure

adombrate
ornamenti de maeltri

effer

pi

&

ci

che

alcu-

mo-

Ci
fi

ag-

piun-

LIBRO SECONDO.
giungano
cornici
fc

Pittura

alla

che

come

non che
almanco molto
elle

altro

le

colonne

atorno

di

Scoltura

faranno

di

argento

fanno

li

fono

175

non

bafe

le

&

biafmer

oro

di

le

io

malTiccio

Imperoche una perfetta


& ben congli
adornamenti de le gemdotta hiftoria
degniffima pe
far
me Indno a qui habbiamo brevifTimamente dato fine alle tre
parti de la Pittura
Noi habbiam trattato del difegno de le
minori
fuperficie
& maggiori Habbiam detto del componimento de membri & de corpi & de colon ancora quel tanto
ElTi adunche habbiamo giudicato appartener!] ali* ufo del Pittore
que dichiarata tutta la Pittura , la quale habbiam detto di fopra che conlfte in quefte tre cofe , nel dilegno , nel componimento , & nel ricevimento de lumi

pulito

Pio Pa.v/lJ Inulti! 1. e

ine.

DELLA

DELLA PITTURA
V

LEONBATISTA ALBERTI
tlBRO TERZO,

MA

per

acquiftarf

fa

che

le

racconter

debbino

fi

Pittore

&

razo

del

centrico

parifchino
fine

linee,

in

di

rilievo

Pittore

del

tutte

&

cofe

le

cercar

di

commentari!
pofTibile

far

&

Lo

fi

di

lode

acquiftarfi

pofitura

dipinte

gratia

del

officio

propofteci

alle

proponghino
maniera, che

vedranno

fi

pen-

dietro

in

determinata

certa

che

gli

colori

una

non

io

quali

le

miei

fomigliantiffime

&C

talmente che ei poffono racconte , ci


fi

qualunque

colorire

una fijperficie con


mediante un certo intervallo

corpi

cofe

che mi

che

lodi

quefti

in

brevemente

pi

Pittore

alcune

dire

lafciare

difcgnare

perfetto

quelle

tutte

ancora

reftano
fo

un

ordinare

cofe

&

ap-

La

bene-

mediante le opere fiie , pi tofo che ricchezze Et otterr quefto mentre la Tua pittura intratterr , & commover gli
gli
animi de riguardanti
Le quali cofe come fi polfiocchi

volentia

&

no fare ,
ponimento

6c

alcuno

via

fi

diffe

ei

fappia

&

intenda

& dotto de
buono
che non fappia quanto

maraviglia

qual

di

fi

voglia

quando
lumi

de

ricevimento

del

&C

qual

per

accioche

Pittore,

huomo

&

Ma

bene

buone

le

la

io

tutte

arti

bont

induftria

difput

fi

defidero
queft

poffa

affai

ad

arte,

che

cofe,

Imperoche

com-

del

pi

il

fia

non

ei

che

acquiftarfi

la
la

Oltra quefto
de cittadini
non alcuno che duche la benevolentia giova ad un maeftro grandi ffimamente ad
biti
6c a procacciarfi ricchezze
Percioche da quefta
acquifUrfi laude
ricchi , fono mofT a dar guabenevolentia aviene , che tal volta
buono lafciando da
dagno principalmente a quefto modefto ,
parte uno altro che ne fa pi, ma che forf manco modefto.
Le quali cofe cffendo cofi , il maeftro dovr haver gran diligenalla creanza , e maffimamente all' humanit
za a coftumi
benevolentia

&

&

&

mediante le quali cofe ei pofTa procacciarfi & la


benevolentia fermo prefidio contra alla povert , &c guadagno otDefidero vetimo aiuto a poter condur le opere a perfettione
ramente che il Pittore fia quanto ei pi pu dotto , in tutte le
alla

benignit

arti

liberali

Piacemi quel

ma
che

principalmente
diceva

Panfilo

defidero

che

antichiffimo

ei
,

fappia

&

geometria

nobililfimo
tore

Piti

,
.
,

LIBRO TERZO.
tore

quale

dal

giovanetti

imperoche egli
buon Pittore
che non
da
mi ammaeftramenti

primieramente impararono la
che ne(rano poteva mai elTere

nobili

diceva,

Pitturai

177

Veramente i noftri prigeometria


per1
quali fi cava tutta la alToluta
dal Geometra.
intefi
fono
facilmente
arte de la Pittura,
chi non ha notitia di eifa , non poffo io credere che intennoftri ammaeftramenti , ne a baftanza ancora alcune regole
,

fapeffe

&

fetta

Ma
da
de
a

Pittura

la

beffe

far

Adunque

de

geometria

la

che

affermo

io
.

Di poi

non

Pittori

non

fuor

far

hanno

fi

propof-

di

Imperoche
de Poeti , 6c de Retorici
Pittori
Ne vecoftoro hanno molti ornamenti a comune con
ramente gli gioveranno poco per ordinare eccellentemente il componimento de la hiftoria , quei copiof letterati che haranno notitia
di molte
la
cofe
qual lode conffte tutta principalmente
Conciona che ella ha quefta forza , che clTa
nella inventione
LodaG mentre che fi
diletta.
fola inventione fenza la Pittura,
legge , quella defcrittione de la Calunnia , che Luciano racconta
il
elere ftata dipinta da Apelle,
raccontarla
non credo che
proposto , per avertire 1 Pittori , che ci bifogna che
ia fuor di
to

noi

ci

diletteremo

&

&

vcghino , in trovare
metter infiemc cof itte inventioni
Eravi veramente uno huomo che haveva duo grandifTimi orecintorno al quale ftavano due donne, la Jgnorantia, &c la
chi
Sjfpitione i da la altra parte arrivando effa Calunnia, che haveva forma di una donetta bella , ma che in volto pareva pur
aftuta , teneva nella man fniftra una face
troppo malitiofa ,
con l' altra mano tirava per i capelli un giovanetto
accela ,
alzava le mani al Cielo
La guida di coiUii era un
quale
il
ei

&

&

huomo

certo

quale

il

tu

pallido

&

affomigliarefti

magro

brutto

ragionevolmente

&
a

di

afpetto

coloro

che

crudele
la

lunga

&

confumati in un fatto d' arme ,


meritamente lo
Eranvi ancora due altre donne compagne
chiamarono il Livore
de la Calunnia , le quali accomodavano gli ornamenti alla padroDopo quefta vi era li Penitenla Fraude
na i la Infdia ,
di una vefte ofcura
& fordidiffima , che fi ftracciava,
tia veftita
& vergognofa
graffiava f ftefTa , feguendole aprefo la pudica
Verit
La quale hiftoria ancor che intrattenga g'i animi mentre
che ella fi racconta i quanto penfi tu che ella defie di f diletgrada a vederla in efta pittura fatta da eccellente maeto
haveffe

fatica

&

&

&

ftro

Che direm

noi

di

quelle

tre

fanciullette

forelle

alle

quali

&

chiamandole Aglaia , Eufrofina ,


Talia
Efiodo pofe i nomi
ornate
che furon dipinte prefefi per le man , & che ridevano
fciolta vefte
per le quali vollono che fi
di una tranfparente
intendefte la Liberalit, percioche una de le forelle d, l'altra
,

&

pi-

DELLA PITTURA

1-^%

&

piglia,

terza rende

la

hanno da

benefitio

il

le

veramente

conditioni

quali

ogni perfetta liberalit. Vedi quanta gran

ritrovarfi in

lode

Et per coniglio io lo ftua Retori,


a
diofo Pittore che fi doni quanto pi pu a Poeti
facci loro famigliare
benivolo
fi
gli altri dotti nelle lettere ,
ottimi ornamenImper.;che da cofi fatti intelligenti ingegni ne caver
le quali
far da loro aiutato veramente in quefte inventioni
ti,
nella Pittura non hanno poca lode. Fidia Pittore eccelientc, confelTava bavere imparato da Homero il modo come haveife principalmente
Io penfo che i noftri Pittori fi farana dipignerc Giove con maefl
arrecano

al

maeftro

cofi

inventioni

fatte

&

&

&

&

&

&

no ancora

pii

copiofi

leggere

i pi valenti nel

fieno pi ftudiofi de lo imparare

che del guadagno

pur che

Poeti,

Ma

ei

pi de

il

non meno ftudiofi che defiderot di imparare, i\ ftraccano,


pi perche ei non fanno la via n il modo de lo imparare la co(a,
che ei non fanno per la fatica de lo imparare Et perci cominciamo
a dire , in che modo noi polliamo in quefta arte diventar buoni maetutti
gradi de lo imparare doviamo
fri. Sia il principio quefto:
le

volte

noi cavare da ella natura,

&

la

con

lo

ftudio,

con

ftifi

faceffero quel

&

con

la

afhduit

Io

vera-

vorrei che coloro che incominciano a voler imparare a dipigne-

mente
re

diligentia,

la

regala del far l'arte perfetta acqui-

che io veggo che olervano

maeftri de lo fcrivere.

caImperoche coftoro infegnano la prima cofa fare feparatamente tutti


ratteri de le lettere, di poi infegnano far le fillabc, &: dopo quello infegnano a mettere inficme le parole Tenghino adunque nolhi nel dipid'intorni de le fuperficie,
gnere quefta regola: infegnino la primi cofa
congiugniquafi che ei fieno la a b e de la Pittura. Di poi infegnino
membri dilbntamenti de le fuperficie Dopo queflo le forme di tutti
mente & feparatamente, & imparino a mcnre tutte le dilTerentie che poffon elTere ne membri. Imperoche elle fono & molte, & notabili. Sarannovi di quegli che haranno il nafo gobbo, altri che lo haranno ftiacciato,
i

fporgono la bocca inanzi, come che ella gli calchi,


paiono ornati mediante lo haver le labbra fottili &; finalmente tut-

torto, largo,
altri

te le

altri

membra hanno un

trover

o un poco pi o un

poco

meno,

membro.

Anz.i

veggiamo

mamentc

tutto quel

le

medefime membra ne

re

fatte a

tornio

iono pi afpre
diofo
feffo
la

&

&

come
che

putti

pulite

da

elTa

ciafcuna di effe

egli

il

ci

&

pi terminate.

Pittore caver

mente tutto

ciofia

certo che di loro propriet,

tempo de

confiderer

il

la

crciciute poi

mediante

Tutte
,

&:

grembo
in

quefte

cofe

per

in

con

come
di di-

et

adunque
gli

pa-

ci

lo ftu-

&

occhi

quefta inveltigatione

di coloro

un certo

che feggono &:

modo

ri-

grandifii-

modo
la

fi

efaminer an"iduamente da

conuinover

vita fua

be quanto dolcemente piegandofi

&

vi

di quelto

oc

oltra

che

allhora

paiono tonde

natura
fia

varier

il

le

cafchino.

con

CongamConfi-

derer

LIBRO TERZO.
derer

faccia

la

&

tutta

officio

&

la

de

lmiglianza
Pittore

quel

proportione di
,

ma

la

ei

non

ami

di

tutte

&

ella,

pi

antico fu niolto

dchbe andare fciegliendo

&

curiofo

non fu
da corpi

efprimere

pi di tutte l'altre difficiliHima

bellillimi

&

lappi

le

quale

cofe.

le

lo

fa

non (blo
Demetrio

parti

le

Ne

efprimere

fomi-

la

il

hello.

Dunque

piti

lodate

parti

Per

induitria principalmente in cono-

La qual

bello.

il

nello

nel conofcere

ei

tanto bifogna porre ogni iludio

imparare,

quale

principalmente elTa bellezza de

glianza de le cole, che

fcere,

quel che ftar ritto

attitudine di

la

finalmente parte alcuna

far

la

179

non

perche

ancor che

cofa

fa

trovino in un luogo

&

de la bellezza eilendo elle rare


difperfe
fi debbe
nondimeno efporrc qual fi voglia fatica in mveftigarla
in impararla,
imperoche chi bara imparato le cofe pi importanti
fapr efercitarfolo tutte le

lodi

&
&
,

in efle

{]

potr poi coffui molto pi facilmente trattar a fuo piacere

minor importantia. Ne ii trova finalmenre cofa alcuna


tanto diffcile, che non fi polla & con lo ftudio, & con la affiduit
metter ad effetto. Ma acci che il tuo fludio non fa difutile, ne
le

cofe di

in

damo,

ti
(

bifogna guardarti da quella confuetudinc o ufanza di mol-

che da loro fleffi con lo ingegno loro vanno dietro ad acquiflarlode nella Pittura, fenza volere ne con gli occhi, ne con la menritrarre

te

Imperoche coltoro non impara-

cofa alcuna dal naturale.

no a dipignere bene
ma fi afluefanno a gli errori Conciola che
quella idea de la bellezza non fi lafcia conofcere da gli ignoranti
la quale a pena fi lafcia difcernere da quei che
fanno
Zeuli Pitto,

re

eccellentiffimo

&

pi di

tutti

dotti ifimo

altri

gli

&

valentiffimo

quando hebbe a fare la tavola che fi haveva pubblicamente a mettere nel tempio di Diana in Crotone
non fi fidando de lo ingegno
fuo, come fanno quafi in quefti tempi tutti
Pittori, non fi melfe
,

pazzamente a dipignerla,

ma

perche

pens che per ritrovare tutto


quel che ei cercava per farla quanto pi fi poteva bella, non poterlo ritrovar con lo ingegno proprio, ma ritraendole ancora dal naturale

non poter

ciulle
altre,

di

ci trovare in

tutta la

accioche

un corpo

giovent di quella
poteiTe metter

egli

ei

lolo: Perci

citta

poi

le

pi

Pittura

in

cinque fan-

fcelfe

belle

tutte

di

che

quel,

le

pi di

Et fece veramente da
da loro
favio
Imperoche a' Pittori quando non ( mettono innanzi le cofe che
ei vogliono ritrarre
o imitare ma cercano fbl con lo ingegno loro
trovando il bello acquiftarfi lode
accade fpeffo che non folo non
s' acquifiano
con quella fatica quella lode che ei cercano
ma fi affuefanno ad una cattiva maniera di dipingere, la qual poi non poffon laiciare f non con gran fatica, ben che lo defidenno. Ma chi ubellezza muliebre egli haveffe cavato

fcr

citata

ntrar ogni cofa dal naturale


al

bene, che tutto quel hee

coflui

egli

fi

far

la

mano

sforzer di fare,

tanto efer-

parr natu-

DELLA PITTURA

i8o

qual cofa veggiamo quanto neMa Pittura

La

turale.

fiderata.

che

&

la

gratia

&

dc-

cffer

in

cof di pi eccellentia di maeftro , nondimeno


tira a f gli occhi di tutti
to di qualch' uno

da

una hiftoria vi far ritratta la tefta di alnoi conofciamo


ancor che vi fieno alcune altre

Impcroche

cuno homo

fia

la

il

riconofciuto afpet-

ngu

irdanti

Tanta

forza che ha in f per efTer ntrcicto dal natura-

Tutte quelle cofe adunque che noi haremo a dip^gnere, rkraghiamole dal naturale, & di quefte fciegliamo quelle che fon le pi
ma bifogna guardare da quel che fanbelle , & le pi degne
no alcuni, cio che noi non dipinghiamo in tavo'e troppo piccole.
le.

Io vorrei che tu ti afuefaceffi alle imagini grandi , le quali per fi


accollino per grandezza il pi che ii pu a quel che tu vuoi fare
ditetti maggiori maggiormente fi
Imperoche nelle figure piccole
ralcondono, ma nelle figure grandi, gli errori ancor che piccoli,
veggono grandemente. Senile Galeno haver vifto fcolpito in uno
fi
piedi
&c
anello Fetone tirato da quattro cavalli
freni & tutti
PittoConcedino
tutti
petti de quali fi vedevano diftintamente
ri quefla lode a gli intagliatori de le gioie,
& eTercitinfi elfi in maggior campi di lode. Imperoche coloro che fapranno dipignere, o far
di fcultura le figure grandi, porranno facilmente & con un folo tratMa coloro che haranno afiueEtro la
to far ottimamente le piccole
i

mano
le
tri

&

ingegno a quefte cofe piccole, facilmente erreranno nelmiggiori. Sono alcuni che copiano & ritraggon le cofe de gli alcercano acquiftarfi in quella cofa lode. 11 che dicono
Pittori,
lo

&

che fece Camalide Scultore, il quale fece due tazze di fcultura,


imitando talmente Zenodoro, che non i\ difcerneva in elle opere diiPittori fono in grandifhmo errore, f ei non
ferentia akuna. Ma
ccnofc* no , che coloro che fon flati veri Pittori, d fono sforzati
quale noi la veggiamo dipinta da la
rapprefentare quella figura tale
ratura in e(Ta rete , o velo Et f ei ci giover ritrarre le opere de
gli altri , come quelle che moftrino di f fteife pi ferma patientia
io vorrei che noi ci mettefTimo inanzi una cofa medioche le vive
cremente fcolpita , pi prefto che una eccellentemente dipinta Imperoche a ritrarre alcuna cofa da le Pitture noi ailuefaaamo la mano a
rapprefentare una qualche fcmiglianza. Ma dalle cofe di Scultura noi
la fimilitudine, ik
nel metter inlicme i
impariamo
veri lumii
quai lumi, giova molto, nftrignerc con
peli de le palpebre l'acutezza della vifta, accioche allora paiono i lumi alquanto pi fcuri ,
quafi velati Et forf ci giover ^pi efercitarci nel far di Scultura che nel
adoperare il pennello. Conciolia che la Scultura pi cerca, & pi
facile che la Pittura. Ne mai averr che alcuno pofla dipigner bene
rilievi, Si
alcuna cofa che non (ppia di efla bene tutti
rilievi
pi facilmente fi truovano nella Scultura che nella Pittura. Imperoche
i

&

&

fac-

LIBRO TERZO.
quefto non poco

facci

come
ri

quaf in qualunque et

&

noftro proposto

Pittori

i8i

che

ei

fono trovati alcuni

fi

mediocri Sculto-

neniino che non fieno da riderfene

quafi

pu vedere

fi

&

ignoranti.

Finalmente attcndafi o alla Pittura, o alla Scultura, Tempre ci doviamo metter inanzi alcuno eccellente
fingolare efempio da riguardarlo
nel ritrarlo credo che talmente bisogni
da imitarlo
congiugnere la diligentia con la preftezza , che il Pittore non levi

&

&

mai o
non fi

pennello

il

&

prima

fia

difegnatoio dal lavoro fino a tanto che egli

il

rifoluto

&

non habbi ottimamente determinato

che modo egli lo


polTa condurre a buon fine
Conciofia che cofa pi ficura emendare con la mente, che fcancellar poi dal lavoro fatto, gli errori.
Oltra di quefto quando noi ci faremo alTuefatti a ritrarre ogni cofa

con

mente

la

quel

che

egli

fia

per fare

dc

in

che noi diventeremo molto migliori maedi Afclepiodf ro , che dicono, che fu il pi velocilfimo di tutti
ftri
macfri nel dipignere. Impcroche in quella co(a in che noi ci fa1
remo efercitati pi volte, lo ingegno fi fa pi pronto, pi atto,
dal naturale,

&

veloce,

pi

data da

te
fi

&

mano

quella

velociflTima, la quale far gui-

far

certa regola de lo ingegno

Et

alcuni maeftri fi^no pi-

non che ei fono tardi, & lenti


tentare quella cofa de la quale elfi non hanno prima chiaramenimpadronitafi mediante lo ftudio entro la mente. Et mentre che
efcrcitano in quelle tenebre de gli errori
vanno tentando
& ri-

gri

in

la

averr

ci

non aviene loro da

altro,

fc

&

cercando come timorofi ,


meri ciechi la ftrada con il pennello,
ciechi le vie , o le ufcite che effi non fanno con i locome fanno
ro baftoncelli. Non metta alcuno dunque mai mano al lavoro fc
faccia che ei fia molto efcrcitanon con la fcorta de lo ingegno,
amaefrato. Ma effendo la principale opera del Pittore la hito
nella quale fi deve ritrovare qual fi voglia abbondantia ,
ftoria
cccellentia de le cofe , bifogna avertire che noi fapiamo dipignere
eccellentemente per quanto pu fare lo ingegno, non folamente lo
huomo ma il cavallo ancora, et il cane, oc gli altri animali, &C
i

&

&

&

tutte le altre cofe digniffime


ftra hiftoria

de
te

le

non

grande,

&

cffer

habbia a defiderare

fi

cofe, fenza

da

le

vedute
la

accio

variet,

&C

che
la

nella no-

abbondantia

quali nelTun lavoro Itimato. E' cofa veramen-

a pena conceffa ad alcuno

de

gli

Antichi,

lo cffere

non vo dire eccellente in tutte le cofe , ma ne anco mediocre


nondimeno io giudico che fia bene sforzandofi porre ogni
macftro
quel che
fludio che per noflra ncgligentia non ci habbi a mancare
& grandilTimo biafimo ancora fc
ci pu arrecare grandiffima lode ,
Nicia Pittore Atheniefe dipinf le donne
noi ce ne faceffimo beffe
diligentiffimamente
Ma Zeufi nel dipignere il corpo de le donne
flato

dicono che avanz

tutti

gli

altri.

Eraclide fu eccellente nel dipignere


le

,,

DELLA PITTURA

i82

navi. Serapione non fapeva dipignere gli huomini , &: nondimeno


dipjgneva tutte le altre cofe molto bene. Dionilio non fapeva dipignere altro che gli huomini. AlelTandro quel che dipinfe la loggia
le

di

quattro

gam-

cani. Aurelio come quello che era


maflime
morato, godeva follmente di dipignere le Dee, ed

fempre

inna-

di

Pompeo

faceva eccellentemente tutte

&

be

majeft de

Dii

gli

ra talmente
la

amati

gli

ritratti

fuoi

beftie

le

che

eccellente de gli altri

cofa fu pi

huomini

bellezza degli

la

pi

affaticava

ne

dimollrar

in

la

Eufranore bave-

raprcfentar la degnit degli Eroi, che in quel-

di

fantafia

Fidia

volti.

efprim.ere

Et

non feppon

cofi

tutti

far

conciofa che la natura fcompart a ciafcuno inbene tutte le cofe


quali cofe noi non doalle
gegno la propriet de le fue doti
,

viamo

acquietarci tanto

cofa alcuna non tentata

doviamo

Ma

dietro.

in

&

noi reverire

&

che noi habbiamo a pretermetter

con

acrefcerle

con

indurrla,

la

lafciar

natura

dalla

dateci

doti

le

di

lo

ftudio

Oltra di quefto non doviamo parere di pretercon lo efercizio


mettere per negligentia, cofa alcuna che appartenga alla lode. Ultimamente quando noi habbiamo a dipignere una hilloria andremo la
o con quai mocon che ordine
prima cofa lungamente penfando
.

&

facendopolliamo fare il componimento che fia belliflimo,


andremo efaminando
tutta
modelli fu per le carte
ne fchizzi
in ci chiederemo conflio a
ciafcuna parte di effa,
la hiftoria,
di noi

&
&

tutti

noftri

&

&

amici

finalmente noi

ci

affaticheremo che tutte

le

co-

da noi penfate & efaminate di maniera, che nel noftro lache noi non fappiamo
voro non habbia ad effer cofa alcuna
Et
molto bene in qual parte de la opera ella fi babbi a collocare
giover fopra
modelli
ci
accioche noi fappiamo quello pi certo
accioche poi nel metter in opera le cole venghin
tirare una rete
tutte a luoghi loro propofle , come cavate da gli efempi privati
Et nel condurre a fine il lavoro , vi porremo quella diligentia
prii
che non sbigottifca per il
congiunta con quella celerit del fare
ne il defiderio di finirla troppo preffo
tedio altrui dal finirla ,
fe

fieno

de la opene fi deve far quel che fanno molti


recreare lo animo
ra ,
la prinincomincian quella
che fi metton a fare pi opere
Ma quelle opere che tu barai incomincipiata lafciano imperfetta
Rifpofe Apelle ad uno
le debbi finire interamente del tutto
ciate

non

ci

precipiti

Bifogna

intralafciare

talvolta

&

fatica

la

&

&

moflrava una fua pittura


bora bora fenza che tu lo dicefl'i ,
raviglio che tu non babbi dipinte

che

gli

veduti
cuni

alcuni Pittori

per

fi

&

trovano

Oratori o Poeti

cllerfi

Scultori

in

&

quella

melfi con

diceva

*3i
fi

io

la

Oratori,

noftra

et

preilo

mi maIo ho
a queflo modo

vedeva chiaro

infinite

dipinfi

anzi

&

Poeti ancora, f al-

che

ardentiffim'j

fi

poffino

lludio a far

chiamar
qualche
ope-

,..

LIBRO TERZO.
opera

/tare

la

&

da

fpinti

nuo-

che

defderano

che

opere

le

loro

fieno

prima molto

pcnfno

bene

&

grate
a

care

opera

detta

conduchino con grandiiima diligentia a perfettione


Conche in molte cofe non manco grata la diligentia che

la

ciofa

qual

lafciano

bifogna

&

fi

che

pofleri

ingegno

lo

mettono a voler di nuovo fare qualche altra cofa pi


quali huomini io certamente biafmo
Imperoche tutti

coloro

de

incominciata &c rozza opera imperfetta

vo defiderio

nuova

mancato poi quello ardore

quali

183

ingegno

voglia

fi

perftitione di coloro,

Ma

per

bifogna

chiamarla

fuggire
coli,

quella

quali

lupertua

mentre

fu-

che

vo-

che
lavori non habbino pur alcun minimo
difetto
&:
cercano che ei fieno pur troppo puliti
fanno talmente che le
opere loro paino confumatc da la vecchiezza avanti che finite
gliono

cavar

le

mani

di

egli

di

Imperoche
cofe

quanta

Ma

il

baldanza

ogni cofa

in

fecondo

pi

che

quel

di

de

valore

il

tu

ingegno
o che fi
che dili-

lo

pofa

da uno ingegno pi tofto oflinato


Bifogna adunque por nelle cofe una diligentia moderata

convenga
gente

biafmare Protogene
.

fia

volere

che non fapeva mai


fopra una tavola
Et ragionevolmente certo
necelTit sforzarf di por tanta diligentia nelle

folevano

Pittori antichi

chiederne

eofa

parere a

gli

amici

anzi nel metter in atto detto lavoro

ad afcoltare , & chiamare a vederlo di tempo in temEt in quello modo il lavoro del Pittore per
po quaf ciafcuno
Il
giudicio adunque &C la
dovere elTcre grato alla moltitudine
cenfura de la moltitudine non far allhora fprezata , quando anDicono che Apelle
cora tu potrai fatisfare alle diverfe opinioni

bene

ftare

fi

foleva

nafcondere

dietro

alla

tavola

accioche

che la rifare ad afcol-

coloro

guardavano poteffero pi liberamente parlare & egli


difetti de Tuoi lavori,
che elfi raccontatare pi honeltamente
vano, lo vorrei adunque chei noflri Pittori fteflmo fcoperti ad
udire fpefTo , &C a ricercare ogniuno che li diceffe liberamente
conciofia che quello giova ad intender la
quel che le ne pare
variet de le cofe, & ad acquiflarfi molto una certa gratia. Conciofia che non nefluno che non fi attribuifca a cofi honorata , lo
,

>

bavere a drre

non

fi

mano

il

parer

fiio

circa le fatiche

ha punto da dubitare
invidiofi ,
OC che fono

che

il

d' altri

giudizio

di

Oltra
coloro

quefto

di

che

biaf-

punto de le lodi del


Pittore
Stia adunque il Pittore ad afcoltare ogniuno , & prima
efamini feco ftelTo la cofa 6c la emendi
Di poi quando har
Queffe
udito ogniuno
che pi fanno
facci a modo di quei
fon le cofe che a me parfo haver da dire de la Pittura in
quefli miei commentarii
Et f quefte cofe fon tali che elle arrechino a Pittori comodit , o utilit alcuna , io afpetto per prinpoffa

detrarre

cipal

,.

DELLA PITTURA.

15^4

premio

cipal

loro;

ftorie

de

le

che efT mi ritraghino nelle hidimoftrino per quefta via a quei che

mie

accioche

faticlie

ei

&

&

digrati del beneficio


verranno , di effer llati ricordevoli ,
moftrino che io fa ftato fludiofo di efla arte. Et Ce io non ho
fatisfatto a quanto elTi afpettavano da me , almanco non mi biafimino che io habbia iiavuto ardire di mettermi a tanta imprefa
quel
Imperoche Te lo ingegno mio non ha potuto condurre a fine
che nelle cofe grandi (Time
che lodevole di tentare, ricordinfi
fuole attribuirfi a lode , lo haver voluto metterfi a quel che difficilifTimo Seguiteranno forf alcuni che foppliranno a quel eh' io hadegnifche potranno in quefta eccellentifl'ima,
vciri mancato,
,

&

&

{ima arte , giovare molto pai a Pittori


luccederanno , io li prego , quanto pi
pronto animo
quefta litica con lieto

&

citino

g'

ingegni

loro

&C

conduchino

fo
,

quali

&

pofTo

quale

nella

quefta

aventura

per

che
clTi

nobilifi'ima

piglino

&

efer-

arte

al

nondimeno har piacere di efiere i\a.to


havermi acquiftata la palma in effermi affaticato di
fcrivere fopra quefra ingegnofilTima arte. La quale veramente difficile
faputo condurre a quella perfettione de la
imprefa
f io non ho

colmo de la
il
primo ad

eccellentia

Io

cfpettatione che ne

havevano coloro che leggono

fi

debbe

darne

la

colpa alla natura pi tofto che a me , la qual par che habbi importa quella legge alle cofe, che ei non arte nelTuna che non habbi

da cofe difettofe Imperoche fi dice, che nefEt coloro che verranno dopo a me. Te
funa cofa nata perfetta
alcuni ne verranno, che fieno di ftudio ,
d'ingegno pi valenti di
me, doveranno forf condur quefta arte de la Pittura alla fomma
prefi

fuoi principii

&

perfettione

DELLA

Piitiuuia.

y p-

i>M-

/^V

rixzu.rz ^.^^

DELLA

STATUA
D

LEONBATISTA ALBERTI.

,,

DELLA
D

AT U A

S
I

LEONBATISTA ALBERTI.
penfo

IOmere

che

&

le

coloro

di

arti

che

efpri-

meffono a volere

fi

opere loro le effigie , c le fomiglianze de corpi procreati da la natura , haveflino origine da quefo
Che efli per aventura fcorgenfino alcuna volta o ne tronconi ,
o nella terra , o in molti altri corpi cofi fiitti , alcuni lineamenti
mediante i quali tranfmutando in loro qualche lmilitudine , cfli gli
Cominciarono
potefmo rendere limili a volti fatti da la natura
adunque a conlderare con la mente ,
ad efaminare ponendovi
ogni diligentia , &C a tentare
a sforzarli di vedere quel che egli,

con

ritrarre

le

&

&

no

vi

o levare, o quel che vi fi arpettalTe,


che ei non pareffe che vi mancafle cofa

poteiTmo o aggiugnere

&

per far fi ,
in tal modo
alcuna da far apparir quafi vra ,
propria quella tale effigie ,
finirla perfettamente
Adunque per quanto la lleda cofa gli avverhoia le futiva , emendando in fimili apparenze liora le linee ,
ripulendole , ottennero il defderio loro
perficie ,
nettandole ,
Ne maraviglia che
quello veramente non fenza loro diletto
in fare quefte fi fatte cofe fieno creiciuti l' un d pi che 1' altro
gli ftudii de gli huomini
fino a tanto , che fenza veder pia nelle
primiere materie alcuni aiuti d' incominciate fimilitudini , efprimino

&

&

&

&

&

&

in elle qual

fi

voglia effigie

ma

altri

in

un modo

&

uno
quello per una me,

altri

non impararono tutti a far


defima via o regola
Imperoche alcuni incominciarono a dar per& con il porre &: con il levare
fettione a loro principiati lavori
altro

conciofia che

come fanno

fono
o terra
Alcuni altri incominciarono a
da noftri chiamati maftri di ftucco
far quefto folo con il levar via , come che togliendo via quel che

che lavorando

coloro

cera

di

fucco

in

fuperfluo

detta materia di

marmo una forma


fcof

&

in

potentia

figura di
.

quali fono forf coloro

fcolpifcono

huomo

la

6c

quale

apparir

fanno
vi

prima nafratelli de

era

Qucfti chiamiamo noi Scultori


che vanno fcolpendo ne figlili

nel

i
i

lineamenti

de volti che vi erano afcofi La terza fpecie quella di coloro che


fanno alcuni lavori folo con lo aggiugnervi , come fono gli argentieri ,
quali battendo con i martelli lo argento , & difendendolo
o allargandolo a quella grandezza di forma che elfi vogliono , vi
aggiungono fempre qualche cofa , fino a tanto che ei faccino quella
.

eff-

,.,
.

DELLA STATUA.

i88
che

Saranno forf alcuni che pcnfcranno , che


nel numero di cofloro fi habbino a mettere ancora
Pittori
come
quegli che nelle opere loro fi fervono ancora effi de lo aggiungervi i
Ma f tu ne gli dimandarai , ti rifponderanno che non
colori
tanto fi sforzano di imitare quelle linee , & quei lumi de corpi che
mediante lo aggiugnere il levare alefli veggono con lo occhio ,
cuna cufa a loro lavori quanto che mediante uno altro loro artificio proprio & peculiare. Ma del Pittore ne tratteremo altra volta.
Coftoro veramente che io ho racconti , vanno , ancor che per dieffigie

vogliono

e'

verfe vie
lavori

fono

da

nondimeno

a far

a chi

&

ricercando
la

manco

Che
il

&

piombo,

&

terminare

riufcito loro

opere
certa

,
,

Statuario

lo

cavata

principii

&

fi

&

da
voglia arte , o

diligentia

bitatamente fatto

da

fare

credi

tu

&

la

ragione

difciplina

regole

>

vorremo efaminare

mi

benifTimo tutto quello

cerchio,

me-

fpiana-

finalmente
?

rifolvo

quali f noi

&

mol-

& fenz errori


& maravavigliofc
regola
& guida

cavino da

fi

le
,

Io

il

che

eccellenti

tante

dico

angoli,

gli

che mediante una ferma

tratta

perfettioni

fare

fatti

conto migliori
havuto la fquadra

comodifTimamentc

fare

potelTe

a caio pi toflo

che di qual

&

poterli

il

loro lavori

a veri corpi

ogni

per

fefte

le

pof-

quanto

erreranno

poffono ordinare

effi

non haveflino

linea, T archipenzolo

lor

&

riu/ciranno

legnaiuoli

fimili

tutti
ci

per

che

&

diritta

lavori

fare

certamente , f edi andranno


regoconofciuta ragione

cofa

erreranno in vero

quali inftrumenti

Et che

fc

&

naturali

qual

la

di

apparifchino

molto

quella

loro

la

dirizzare

fuffe

ra

fare

pigliando

penfi tu

diante
re

fon meffi

che noi defcrivercmo

to

Nel

fi

riguarda

gli

natura

la

quali

dietro a quefto

tutti

fervircene

,
,

la

quef^o

natura certi

ponendovi cuci

verr

indu-

che noi ci metteremo


natura, che di un tron-

Imperoche fi come noi havemmo da effa


come fi deto di altra materia
cone , o di un pezzo di terra
mediante alcuni liniamenti che fi trovano in
noi conofceffimo
to
erte materie , che potevamo fare alcune cofe fimili alle fue i Cofi
ancora la medefima natura ci ha dimoif ri certi aiuti , & certi mezquali noi potremo con via certa , & ficura regola ,
zi , mediante
A quali quando noi avvertiremo & ci
operare quel che vorremo
vorremo di effi fervire potremo facilifiimamente & con grandiffima
Hora quali fiecomodit arrivare al fupremo grado di queifa arte
no quegli aiuti che fon dati da la natura a gli Statuarii, dobbiamo
Poi che gli Statuarii vanno dietro ad immitare le fnoi dichiarare
miglianze
o vero le fimilitudini i fi debbe incominciare da efla fo,

miglianza
ze
la

Io potrei qui difco/rere fopra la ragione de le fomiglian-

cio perche avvenga quel che

natura, che

ella

in

qualunque

noi
fi^rte

veggiamo

avvenire

di animali folita

mediante
perpetua-

men-

,,

DELLA STATUA.
mente

189

che ciafcuno cio nel Tuo genere fa In qual fi voglia cofa molto fimile all' altro
Et da altra parte non fi truova
i
come fi dice , alcuno infra tutto il numero de gli huomini che
habbia la voce totalmente fimile alla voce dell' altro , o il nafo al
nafo , o altre parti, o coCc fimili
Aggiungafi a quefto che
volti
offervare

di

conofciuti

vecchi

putti

&

noi non

bambmi

noi habbiam veduti

quelli che

dipoi

veduti

riconofi:iamo pi

li

&

giovani

& che noi poi habbiam


& hora veggiamo gi
mutata

elTendofi ne volti loro

mediante le et , di
che noi polliamo rifolverci , che in effe forme de corpi fi ritruovino
alcune cofe
momento de tempi fi vadino
le quali con fpatio &
variando 6c che in dette forme vi fi truovi ancora in eflfo un certo che di naturale & proprio che continovamente fi mantiene ftabile
&C fermo, quanto a prefeverare la fbmiglianza del Tuo genere. Noi
adunque lafciando da parte le a^tre cofe , tratteremo brevilfimadi di in

tanta

di

diverfit

fatta

linee

mente

che faranno a propofito


quel che habbiamo incominciato a trattare
quelle

di

o regola

pigliare

di

fi)miglianze

le

bene

noilro

modo

Il

appreffo

gli

dichiarare

per

&

ragione

la

Statuarii

fi

fa,

mediante due rilolutioni i la una de le quala qual


li , che quella fomiglianza , o immagine ,
noi finalmente
haremo fatta de lo animale , come per modo di dire faria quella
del huomo , ella fia per quanto pi fi pu fimilc al detto huomo
fc

io la intendo

Ne

ci

che

importi

rapprefenti

ella

pi

la

che
Conciofia

di Socrate

effigie

o d' altro huomo da noi conofciuto


che aliai ci parr haver fatto , f haremo confeguito che uri tale
lavoro fi aflomigli ad uno huomo , ancor che da noi non conoLa altra rifolutione quella di coloro che vogliono rapprefciuto
lentare non tanto la fi:)miglianza di uno huomo in generale , quanto
quella di uno particolare, come farebbe a dire quella di Cefre,
o di Catone , ftando egli in quefto modo con quefto habito , fedendo nel tribunale , o concionando al popolo ; affaticandofi quefli
o attitudine
tali di imitare 6c d efprimere tutta quella habitudine ,
di quel corpo , o la cofi fatta di alcuno altro perfonaggio da loro
conofciuto
quefte due rifolutioni o deliberationi , per trattar la
corrifpondono due cofe , la
cofa fvi brevemente che fia poffibile
Di quefle cofe adunque habbiail
por de termini
mifura cio ,
per cona che ci poffino fervire
mo a trattare quali elle fieno
dur r opera a perfettione f prima per io dir che utilit fi cavino da loro Percioche elle veramente hanno una certa forza ma& quafi incredibile Perche colui che far inflrutto di
rav'gliofa
notare con
avvertire ,
potr talmente fcgnare
queffe cofe
quella di Platone

&

&

&

alcuni

de

le

fermiffimi
parti

di

contrafegni

qual

fi

voglia

liniamenti

corpo

che

fiti

&
&

le

pofiture

non dico poftdomani

ma

,.,

DELLA STATUA.

icjo

ma

luogo

pur

&

potr ftabilire

lo

fua in quella

glia

anni

qui a mille

di

mcdelma

In maniera che

di detto corpo

che non

&

punto

Come

la

di

ftella

punto

qual

fia

quale

ella

Mercurio

dell' aria

il

dito

&

trovava

fi

ben minima parte

ricollocata

al

primiero

fiao

primieramente
accennando dimo-

ritrovava

fi

tu

volefT

nuova Luna che

la

quel

in

apunto a vo-

quale

nella

fuora

fiirgefle

angolo

ritrovafe quivi lo

fi

ritruov

fi

alcuna

far

&

nel

non

fito

rimerfa

per avventura diftefo

flrare

dell' aria

&

poftura

fito

corpo

quel

collocare precifam.ente

prima volta

la

che

tuo

del

ginoc-

Potrai cero dito , o gomito , o qualch' altra fimile cofa


tamente con quefti noftri aiuti o mezzi farlo in maniera , che non
& farai certo che non
bench minimo
ne feguir errore alcuno
Oltre
barai dubbio alcuno , che la cofa non ftia in quel modo
a quefto, f per avventura avvenilTe che io haveiTi ricoperta di cera,

chio

una ftatua di Fidia


diventato una grofia colonna

meflavi fiDpra

o di terra

fo lavoro fulle

&

&

mente il dito groflo, & tutte le


onde da quefto ti avverr che barai
angoli

gli

tutti

lontane

&

dove

&

di tutte le linee

elle

gnere

ma

ancora

mettere

circunferentie de cerchi

non

tu

lo

che

dubiterai,

in

potrai

fimili

La

quefle.

una certilTima notitia di


quanto elle fieno infra di loro

fatto
,

efemplare
fcritto

pofiture

le

cofe

altre

concorrino infieme

cavando dal vivo o da

fo

Tu

eh' cC-

con quefti
affermar querto certo , di fapere , dove
tu fia per trovare in quello luogo la
toccarla fenza farli alcuno nocumento ,
il
bellico, &C dove in altro fia final:

con quefte regole ,


forandola con un fuchiello ,
pupilla de lo occhio ,
dove in quello altro fia
aiuti

fino a tanto

&

potrai per

non tanto

de

ritrarre

de

tiramenti

le

parti

ciafcun ver-

le

linee

maniera

in

mediante quelli tuoi mezzi,

o dipi-

&

le

che

non
o una minofavori,

ne polla fare un altra fomigliantillima a quella ,


o una di cento braccia
re , o una finalmente di tanta grandezza
ancora , o tale finalmente che io ardir di dire , che non dubiterai
che con quelli tuoi aiuti non f ne pofTa fare una grande quanto
monte Caucafo j purch a quefte grandi (Lme imprefe non ti
il
far ,
Et quel che forf tu pi ti maraviglicrai
manchino i mezzi
che fi potr fare la met di quefta tua ftatua nella Itola di Paro
finire ne montornandoti bene , & 1' altra met potrai cavare
Talmente che i congiugnimcnti , 6: le commetti
di Carrara
faccia de la immacon tutto il corpo ,
titure di tutte le parti
gine , fi uniranno , & corrifponderanno al vivo , o al-^Qodello , feil
modo, del
condo il quale ella far ftata fatta Et la regola ,
f

<5<:

&

&

cofi

fare

dita

re

gran cofa

barai tu

me

tanto

facile

6c

tanto

chiara

&

efpe-

credo che a gran pena potranno erranon coloro che a pofta fatta , o in prova non haranno volu-

che

in

quanto a

DELLA STATUA.

ipi

quanto ( detto Non dico gi per quefto che io ti


infegni lo artificio , mediante il quale tu pofT totalmente fare tutte le
vinivcrfali fimilitudini de corpi , o che per quefto fi impari a faper faConre , 6c a ritrarre qualunque fi fiano div^rfit , o fimilitudini
obbidirc

to

che io confeOfo di non fare profefTione di infegnarti per quefta


la faccia di Ercotu habbi a fare il volto ,
il modo come

ciofia

via

&

mentre che combatte con Anteo , fi che egli rapprefenti quanto


la fierezza Tua a ci conveniente , o
pi fia pofTibile la bravura
giocondo
vero come tu lo habbi a fare di afpetto benigno
ridente quando egli fa carezze alla fua Deianira , molto in vero d\Cfimile dell' altro afpetto , f ben rapprefenta il medefimo volto di
Ma occorrendo in tutti quanti i corpi diverfe &C varie figuErcole
attitudini , mediante gli fvolgimenti o piegamenti de le memre
bra
& le pofiture loro , percioche in altro modo fi veggono termii
nati i lineamenti
d' intorni di uno che ft in piede , in altro
le

&

&

&

&

&

modo

quelli di chi

altro

in

6c

attitudini

De

&

immitare

in

che

&

(voltano

fi

fimilmente

chi

di

quegli

altro

abbaffano

fi

ancor

adiacere

fa

de

quelli

quali cofe noftra intentione di trattare

le

modo, con

che

parte

altra

1'

&

coloro

di

quelli

verfo r una o
tre

fiede

qual

ritrarre

ferma,

regola

dette

attitudini

&

certa,

vera,

Le

quah regole
porre de Termini

in

le

al-

cio

pofl^ino

fi

come

io

mifiira cio , & il


due
la
,
Tratteremo adunque primieramente de la mifura , la quale certamente non
fermo & certo avvertimento & nocamen altro che uno ftabile
to
per il quale fi conofce & mette in numeri & mifure , la habi-

fon

dilfi

&

tudine

proportione

&

corrifpondentia

hanno

che

infra

loro

di

cofi per altezza come


una con
altra
per grolTezza
& quella che efle hanno ancora con tutta la longhezza di effo corpo
o conolcimento (i
Et quefto avvertimento
fa mediante due cofe
cio con uno regolo grande , & con due

tutte

del

parti

le

corpo

1*

I*

fquadre mobili
le

lunghezze

metri de

le

con

de

membra &
membra Per

le

dette

mifu riamo noi ,


con le fquadre tutti

detto regolo

il

una linea diritta


lunga quanto
noi vorremo mifurare
cio da
,

lungo

lo

far

la

di

quefto

lunghezza

la

fommit

&
gli

pigliamo
altri

regolo
del

fi

tira

corpo

che

fino

alla

capo

del

dia-

Laonde bifogna avvertire, che per mifurare uno


huomo di piccola ftatura fi debbe pigliare un regolo minore &
per uno huomo di grande ftatura f ne debbe pigliare uno maggiore
cio pi lungo
Ma fia nondimeno qual fi voglia la lunghezpianta del

piede.

za

di

tal

regolo

chiameremo
regolo il modine
parti

noi la
piedi
del

divideremo

&

piede

di queft piedi in dieci parti

dal
.

in

nome de

fei

parti

piedi

Ridivideremo poi
uguali

le

quali

uguali

&

dette

chiameremo quefto
di nuovo ciafcuno

parti

piccole

noi
chia-

le

.,,,

DELLA STATUA.

i5>2

chiameremo once. Sar adunque tutta la lunghezza di qucfto medine


Di nuovo ridivideremo ciafcuna di quefe once
felTanta di quefte once
in altre dieci parti uguali, le quali parti minori, io chiamo minuti.
Da quefte divifioni ci averr che tutto il modine far di fei piedi
.

&

600. minuti,

quefti piedi faranno

&

100.

piede folo far

ciafcun

Di quefto modine ci ferviremo noi in quefto modo Se per


sventura noi vorremo mifurare un corpo umano, noi gli accofteremo
minuti

appreflo quefto modine

&

&

noteremo con eflo ciafcuno


termine de membri
cio quanto egli fia alto da la pianta in fu del
& quanto 1' uno membro fia lontano da lo altro membro
Tuo piede
come per efempio, quanto fia dal ginocchio al bellico, o alla fontanella de la gola, o fimili, cio quante once & quanti minuti. De la
qual cofa non fi debbono far beffe ne gli Scultori, ne i Pittori, concio,

avvertiremo

che

fia

ella

numero de

&

le

utililTima

once,

&

&

tutto

al

de minuti

neceffaria

di tutte le

faputo

Percioche

il

membra, haremo pronta,

determinatione di effe membra , talch non fi


potr fare errore alcuno. Ne ti curerai tu di ftare a udire quello arrogante, che per avventura diceffe: quefto membro troppo lungo, o queefpeditiffima

la

tmppo

fto altro

corto. Conciofia che

il

quale tu harai termmato,

il

vero,

che qual

nate bene

fi

ti

tuo modine far quello, con

dato regola

al

tutto,

che

ti

dir pi

Et non dubito punto che efamitu non ti fia da per te fteffo per accorgere
per arrecare infinite altre comoditati Concio-

voglia altra cofa.

quefte cofe

che quefto modine

&

il

fia

che tu verrai per eflo in cognitione del modo che potrai tenere
per ftabiliie
terminare le tue lunghezze in una Statua minore,
fimilmente ancora in una maggiore
Imperoche f tu havefti a fare
per avventura una ftatua di io. braccia, farai di havere il tuo regolo
fia

&

&

o modine

io. braccia,

di

corrifpondino

infieme

&

divifolo in

come

fei

parti uguali,

che

fra loro

corrifpondono fra loro quelle del


modine minore,
fatto il fimile delle once,
de minuti, vedrai
che lo ufo, modo,
regola de lo adoperarlo far il medefimo che
quello dello altro modine
Conciofia che la met de numeri del
maggiore, ha la medefima proportione a tutto il fuo intero, che ha
la met de numeri del minore, a tutto lo intero del minore. Et

fi

fi

&

&

&

tuo modine
Hora vegniamo a1'
trattare de le fquadre: Noi ne facciamo due,
una delle quali far fatta in quefto modo
cio di duoi regoli
chiamiamo
B il
regolo ritto
B C chiamiamo 1' altro regolo , che ferve per bafa
La grandezza di quefti regoh , bifogna che fia tale che ciafcuna de

per

tale

bifogner aver

ti

fatto

il

ABC,

&

almanco non meno che 15. enee del fuo genere. Del
fuo genere intendo io di quella medelima forte di once che tu hai fatte nel tuo modine
fecondo quel corpo che tu vuci mifurare
le
quali come ti dilfi di fopra, in un modine grande faranno grandi, &
le fue bafe

fia

pie-

DELLA STATUA.

193

Quefte once adunque , venghino efle come fi


minuti
incomincievoglino , fegnate dal modine con 1 loro punti
rai tu ad
annoverare nella hafa dal punto de lo angolo B andando verfo il C uguali come fi dille alle once & a minuti del modine
Quella fquadra legnata in quefto modo , come per efcmpio
la
B C Fig. I. noi la fopraponghiamo ad un altra fquadra

un

piccole in

piccolo

&

limile,

detta

&

diritta

per

amendue

ad

bafa

maniera che tutta

in

Et

dicafi

Diametro de la groffezza de la tefla A


que difcofter, o accoller a detta tefta i
il

1)

amendue

di

fquadre

fino

la

che

ferva per linea


vogli

io

mifurar

K D. Movendo
regoli

elfi

&

tocchino

la

diritti

che

tanto

adun-

fcambievolmente ad una determinata & medefima dirittura le linee de le bafe di dette (quadre.
de li toccamenti che faIn quefto modo , mediante i punti
ranno dette fquadre o per dir meglio i regoli ritti de le fquadre
Et con quello
vedr io quanto far il diametro di detta tefta
mcdefmo ordine o regola potr efattiUimamente pigliare tutte le
groflezze
larghezze di qualunque fi voglia membro Io potrei raccontare molte comodit
molti fervitii che H potranno cavare da
da quefte fquadre, f io non penfafT che ei
quefto modine,
fufle pili comodo lo ftarmene cheto: Et malTime eifendo fimili cofe tali, che qual fi voglia
mediocre ingegno, potr da f fteffo
confiderare
avvertire in che modo egli potr mifurar quanto fia
il
diametro d'alcuno membro > come farebbe per modo d' efempio
,
f egli volefle fapere quanto il diametro, eh' fra l'uno orecchio,
r altro , cio dal deftro al finiftro 3
in che luogo egli mterfeghi r altro diametro , che andr da la tefta alla nuca , o fimih
Ultide

grodezza

tefta

la

applicando

A D

&

&

&

&

&

&

mamente

mi creder fi fervir di quefto modine, &C di quefte fquadre, come di fedelilTime


& fermiOime, & ve6c configlieri
re guide
non tanto quando ii metter a lare il laquefto artefice

egli

voro

o facendolo

qucfti inftrumenti
vi

fare

ma

preparer molto prima con gli aiuti di


a metterli al lavoro , talmente che non fi ritruofi

parte alcuna de la ftatua


,

eh' elfo

liarillima.
ardiffe

di

fapeife

&

non

Come
far

ancor

che

minima

habbia confiderata , efaminata ,


per efempio gli fia quefto: Chi

eh* egli har

1'

maeftro di
parti di una nave ,

profclfione di

quali fono le

ve fia differente
lunque forte di

effer

in

fami-

quello,

faria

far navi

&

fattafela

<?:

egli

da
eh'

non

quel che una na-

che a quanavilj fi afpettino ? Et chi far quello de noftri


Scultori,
fia pur quanto vuole confiderato
accorto, che le ei
far dimandato
per qual ragione hai tu fatto quefto membro in
quefto modo , o che proportione ha egli con quefto o con quello
dall'

altra

Se quali

fieno quelle parti

&

&

altro

membro

o quale

la proportione

di

quefte

membra

a tutta
la

i,

DELLA STATUA.

ip4

habitudine del corpo ? chi far dico quello che fa flato tanto diavvertito il tutto tanligente &c accurato, che habbia confiderato
come fi afpetta a chi vuol
to che bafti, o quanto ragionevole,
la

&

&

faper far bene la Tua arte

indubitatamente
ftrada che
regola ,

arti

le

ranfi

&

de

quale

la

profelTione

fa

egli

mediante
far giamai

principalmente

Ne

Impa-

ragione

la

alcuno che
fia quale ella fi voglia, f egli non har
faccia bene alcuna arte,
prima imparate le parti di efia arte. Noi habbiamo trattato de la
con
con il modine
rnifura, in che modo altri la pigli bene,

ha del

fi

farle

&

&

le

fquadre

Hora

refta

ci

porre

del

trattare

&

termini

Il

porre

de termini quel determinamento o ftabilimento che ( ta del tirare


tutte le lince, OC de lo fvolgerle , del fermare gli angoli, gli sfondi,
certa regola a luoghi lorilievi, collocandogli tutti con vera,
i
ro. Et il determinare cofi fitto, far allhora ecceilente ^ quando da
un piombo di un certo centro pofto nel mezzo , fi noteranno &C

&

regneranno tutte

lontananze

le

&

tutte

eftremit di tutte le

le

li-

corpo. Infra la mifura adunci


quella diffequello porre de termini
que detta di fopra ,
pi
ci d & pigha, certe cofe
che la mifura va dietro
rentia
univerfali , le quali fono pi fermamente 6c con pi
comuni
{labilit infite da la natura ne corpi i come fono le lunghezze, le
por de termini ci
il
le larghezze de le membra
groflezze ,
d le momentanee variet de le membra caulate da le nuove attitucollocace le infegna porre
movimenti de le parti,
dini,
re. Per fapere adunque far quefla cola bene, habbiamo bifogno di
uno inftrumento, il quale inflrumento di tre parti, o membra
cio che egli fatto di uno Orizonte, di una linda, & di un piomFtg. 2. Lo Orizonte un piano difegnatovi fopra un cerchio
bo
La lindivifo in parti uguali , & contrafegnatele con i loro numeri
da un regolo diritto , che con una delle fue tefte Ila fermo nel
nee

fino ahi ultimi termini del detto

&

&

&

&

&

&

&

&

centro del detto

mente che
cerchio

Il

ella

cerchio,
fi

pu

piombo

&

l'altra

transferire a

un

filo

gira intorno a voglia tua, tal-

fi

ciafcuna de le divifioni fatte nel

o una

linea diritta

che cade a fqua-

fodra da la cima de la linda fino in terra , o fu il pavimento


o vero figura , nella quale ii hanno
pra il quale pofa la ftatua
de le linee
a porre i termini de le membra,
a determinare,
gi dette
Et quello inllrumento fi fa in quello modo Pigliafi u,

&

&

na tavola piana ben


chio

il

diametro

piallata

del quale

&
fia

pulita,
tre

&

piedi

in
,

quella
&c

la

ti

cerchio, nella fua eflremit, fi divida in parti


quelle, che gli Aflrologi difegnano ne gli Afrolabj

in

io

chiamo gradi

quante

altre

parti

E
io

ciafcuno
voglio,

di

queft

cerdi

uguali, fimili
;

quali par-

le

di

nuovo

che

ciafcu-

gradi ridivido

come per efempio

un

circunferentia

detto

tira

fi

fia

no

DELLA STATUA.
no

ridivida

fi

tutti

parti minori

6.

gradi aggiungo

per ordine

tri

in

chiamo minuti

quali 10

le

loro numeri,

cio

2.

i.

fino a tanto clV io har- porti

195

:.

&:

4.

&

&

gii

a
al-

numeri a tutti
chiama Orizonte.

loro

Quefto cerchio cofi fatto, 6c ordinato, fi


Et a querto cerchio accomodo, la linda mobile, la quale l ta in que{\o modo: lo piglio un regoletto fottile & diritto, lungo tre piedi
del fuo genere
& con una de le fue tcfte lo fermo con un perno
talmente che egli vi ih falal centro del fuo Orizonte o cerchio
doi in modo pure che egli l p.ofla girare, &C con l'altra tefta arri1

gradi.

talmente che liberamente fi polTa transferire


&. trafportare allo intorno. In quella linda difegno io con i punti
quelle once che vi cappiono, limili a quelle del modine, che di fopra fi diffono. Et quelle once ancora ridivido di nuovo in parti miver fuori del cerchio

pur uguali, come l fece nel modine OC, incominciandomi dal


centro aggiungo alle once i loro numeri, i. 2. 3. &: 4. A quefta
Et tutto quefto
linda attacco io un filo fottile con un piombinetto
del piombo, io
inllrumento fatto de lo Orizonte, de la linda,
Di quelo chiamo il dithnitore j
tale quale io 1' ho defcritto
Dicafi che il vivo ^ o il
fto diffinitore mi fervo io in queflo modo
nori

&

&

modello,

fia

una

con

la

dal quale io vorr pigliare le determinationi,

tua di Fidia, la quale a canto di una carretta

un cavallo. Io pongo il
la detta llatua, in maniera che
Tuo centro, pollo in cima de

diffinitore in

finiftra

&

&

egli

la

raffreni

cima, fopra

il

fta-

man

capo de

per ogni verlb a piano del

ftia

ftatua

dove

io lo

fermo con un

punto, fopra del quale Ik in tella


lo legno mettendodi detta ftatua, fermo il centro del cerchio,
vi uno ago, o un perno. Dipoi dal determinato luogo nell' Orizonte, ftatuifco 6c pongo, con il voltare de lo inftrumento, il gi primo difegnato grado, tal che io fo verfo dove egli fia volto. Il che
li fa in quefto modo
Io conduco quefto regolo mobile , cio la
linda, alla quale appiccato il filo, o piombo, l dove egli arrivi
al primo giado de lo Orizonte,
quivi fermatolo, lo volto, o giro
con tutto il cerchio dell' Orizonte, attorno, fino a che il filo del piomperno:

noto,

avvertifco

il

&

&

o tocchi qualche principale parte di qucfta 'ftatua, come


farebbe a dire un membro pi noto di tutti gli altri , cio il dito
de la mano delira
di qui potr io , 5c come , & verfo dove mi

bo

arrivi,

piacer

movere ogni volta

nuovo quefto

di

come

diffinitore

&

riducer-

prima fopra detta


ftatua, cio, che il perno da la cima de la tefta de la ftatua, penetrando per il centro del diffinitore & il piombo che dal primo
grado cadeva de lo Orizonte
torni pendendo a toccare quello ftefdiPofte & ordinate quefte cofe
l dito grolTo de la man deftra
cafi che 10 vogli fegnare, o notare lo angolo del gomito finiftro,
lo

ancora che

egli

torni giufto

egli

ftava

&

b 2

ina-

DELLA STATUA.

1^6

&

feri ve rio ancora:


io fo in quefto modo: Io
impararlo a mente,
inftrumento con il fuo centro, pofto in
fermo quefto diflnitore,
luogo detto, talcima de la tefta de la ftatua, in quefto ftato ,
mente che la tavola nella quale difegnato lo Orizontc , fia del
giro a torno la linda, fino a tanto che il
immobile
tutto falda
filo del piombo tocchi quel gomito finiftro di detta ftatua che noi vo-

&

&

&

&

levamo notare. Dal

modo,

fare quefto in quefto

cofe, che faranno a nollro proposto

La prima

occorreranno tre

ci

cofa avvertiremo quan-

da quel luogo donde la haremo prima mofta avvertendo a qual grado de lo Orizonte batte
detta linda, o al ventefimo , o al trentlimo, o ad alcuno altro cofi
minuti fegnati nella
fatto. Secondariamente avvertirai nelle oncie,
linda, quanto effo gomito fi difcofti dal centro di mezo del cerchio:
Dltimamente per terzo, avvertirai pofto il modine fu '1 piano del
quanti minuti, il detto
pavimento di detta ftatua, quante once,
Et fcriverai quefte mifure
gomito i] rilevi di fu il detto pavimento
in fu '1 tuo foglio, o libretto in quefto modo, cio. Lo angolo
to la linda nello Orizonte

lontana

iia

&

&

&

minuti 5. nelOrizonte viene a gradi io. ,


minuti 3.,
dal pavimento nel modila
linda a gradi 7.,
minuti 4. Et cofi con quefta medelima regone a gradi 40. ,
la potrai notare tutte le altre parti pi notabih de la detta ftadove elle fi truovino , come per modo
come
tua , o modello
del

gomito

finiftro

nell'

&

&

&

&

fono

efempio

di
gli

rilievi,

altri

concavit,

le

non

pofti, che

viene

voglia

fi

quefte due

me

che

angoli

cofe

fimili

vi

fi

che

quando
il

infra

modo,

de le fpalle , &C
vorrai notare, o avvertire

tu
ei

faranno

filo

le

afcofi

fpalle

nelle

reni

linda

alla

come

piombo,

del

aggiugnerai

tanto

o ninter-

noterale

uno

altro

fi-

&

venga lontano quanche cafchi a detta concavit ,


dal primo filo, che non importa: percioche mediante

fila

elle

Ma

&

ginocchia,

le

accoftare

polfa

quefto

in

de

sfondi,

gli

concavit

nilla

comodamente
lo a piombo
to

gli

de piombi

fieno

appiccate

avverr che per

ti

ad uno

ftile

de

loro diritture

le

co-

fuperficie piana

la

di

&

o interfeghi amendue quefte linee de le fila ,


potrai dico
vadia penetrando fin dentro al centro de la ftatua
quanto la feconda linea , o
ritrovare
mediante il loro operare
del fecondo piombo fia pi vicino del primo, al centro del
filo
dilfinitore
il
qual fi chiama il piombo del mezzo Se quefte cofe fi
quello
fipranno a baftanza , tu potrai facilmente bavere imparato
fopra

che

tagli

di che

ti

avvertimmo

di

fopra:

cio

che

per aventura

la

detta

o di terpotrai dico forandola con via efpedita, certa & comodifima,


ra
andare a trovare fubito qual f] voglia punto o termine notato nella ftatua. Conciofia che egli manifefto , che con il girare di que-

ftatua fulfe ftata ricoperta fino a certa groflezza

di cera

fta

,,

DELLA STATUA.

197

un piombo tale, che fi difegna una linea curva a


guifa de la fuperficie di un cilindro
dal qual cilindro quefta fktua
viene compresa
& accerchiata Se qucfto cofi in quel modo che
linda,

fta

fa

li

potefH con quella

tu

notare

aria

la

&

aver-

T. K. mentre che la tua llatua non era preoccupata


da alcuna cera o terra, che per via di dire diciamo che kde il rilievo del mento, tu potrai con la medefima regola far il medefimo
penetrando la cera, o la terra, come quando penetrarti la aria, facendo conto che la aria fi fia convertita in cera, o m terra. Metire

redola penetrando

felTa

punto

il

diante queife cofe che

comodilTimamente

mezza

fono racconte

fi

avverr

ci

che poco di fopra


l'altra mezza
tua flatua a Carrara,
quel

fare

&

la

fi

che

ei

dille

porr

li

cio fare

nella Ifola di

finire

o modello di
Fidia in due parti, & fia quefto fegamento, o tag'io di una fi.iperficie piana
la per
modo di dire dove noi ci cinghiamo Senza
dubbio confidatomi io ne gli ajuti di quefio noftro difhnitore, o
Paro. Imperoche

per

feghifi

il

mezzo

detta latua

la

inrtrumento
punti

che

&

da

mi

io

ajutato

efl"i

far

potr

notare

di

profi.ippofl:o

quanti

notare

nel

vogliono

fi

cerchio

del

dif-

Se tu mi concedi che quefe cofe fi


pofimo fare, tu potrai indubitatifilmamente notare,
legnare ancora in tutto il modello , qual fi vogha parte che tu
Conciofia che tu tirerai nel modello una
harai prefa a voglia tua
linea roffa piccola, che in quel luogo ti fervir in cambio dell'
fc
interfegamento dell' Orizonte dove terminerebbe quel fi;gamento
la ftatua fuffe fegatas &C punti notati in qucfto luogo, ti darieno
fuperficie.

attenenti alla fi;gata

finitore

&

occafionc di poter finire

me

Le

lavoro.

il

cofe

altre

ti

verran fatte co-

Finalmente mediante tutte quelle cofe che infino a


qui fi fon dette, fi vede afiai manifefto) che fi poflono pigliare le
i
mifure ,
determinamenti da un modello , o dal vivo comoche fia mediante
diffimamente
per fare un lavoro o una opera
Io defidero che quefto modo di lala ragione &C la arte
perfetta
ti

difie.

fi

&

vorare

fia

&

famigliare a miei Pittori

Scultori

quali f

mi crederan-

Et perche la cofa fia mediante gli efemne rallegreranno


che le fatiche mie habbino maggiormente a
pj pili manifella,
di dcfcrivere cio le mifure pringiovare , ho prefa quefta fatica
cipali che fono nel huomo
Et non le particulari folo di quefto
voo di quel altro huomo ; ma per quanto mi itato poflibile
concefTa in dono dalla natura
glio porre quella efatta bellezza ,

no

&

Ec

quafi

voglio
fare

pi

certe

rare

&c

&
pi

pi

la

di

donata a molti

portioni

fcritto

in

Crotoniati

Vergini

determinate

ancora

metterla

aprelTo

diverfe

&

con

Immitando

de

ftatua
tutte

1'

honorate parti

la

altre

di

corpi

&

havendo a
and fccgliendo da

colui che

Dea

belle

bellezze

le

che

pi
egli

eccellenti
in

quelle

DELLA STATUA.

ip8
giovane vedelTe

le

modo ho

defimo

&

menfe poi nella fu {latua

le

me-

In quefto

da coloro che pi
ianno , belhfTimi ,
da tutti ho cavate le loro mifurc & proportioni i
de le quali havendo poi infeme fatto comparatione
lafciati da parte gli eccefT de gli
edremi , f alcuni ve ne fuflino che (uperafTino , o fufTmo fiiperati da gli altri ho prefe da
diverfi corpi
modelli
quelle mediocrit , che mi fon parfe le
Mifuratc adunque le lunghezze ,
pi lodate
le
le larghezze
groflezze principali &C pi notabili , le ho trovate che fono cefi fatte
Conciofa che le lunghezze de le membra fono quelle
io

molti

fcelti

corpi

tenuti

&

&

&

&

PIEDI

Altezze dal pavimento

La maggior

altezza

collo del piede

La

fino

fuori del

altezza di

al

tal-

lone

La

GRADI MINUTI

altezza di dentro del tal-

lone

La

altezza fino al ritiramen-

to fotto la polpa'

La

altezza fino al ritiramen-

to fotto
fo

rilievo

il

che

fotto

dell' of^

ginoc-

il

chio dal lato di dentro

La

altezza

fino

mufcolo

al

nel ginocchio dal la-

eh'

to di fuori

La

altezza fino a granelli

La

altezza fino

to
la

La

il

quale

appiccata

fta

natura

altezza fino al bellico

altezza fino alla

altezza

fino

forcella

cintura

alle

de lo

pope

ftomaco

altezza fino alla fontanella

La

de

la

altezza

gola
fino al

nodo

collo

La

altezza fino alla appicca-

&
La

2
offo fot-

all'

tura de la cofcia

La
La
La

&

natiche

alle

altezza fino al

mento

del

&

DELLA STATUA.
PIEDI
La
La

altezza fino

de capegli

in

altezza

fino

mezzo de

la

GRADI MINUTI.
5

principio

lino al

altezza

La

orecchio

all'

199

fronte
dito

al

mano

di

fpen-

zoloni

La

altezza fino alla congiun-

tura di

mano

detta

pen-

dente

La

altezza fino alla congiun-

tura del gomito

La

pendente
allo angolo

fino

altezza

pi alto de

fi

mifurano da

La maggior

to fopra

talloni

gamba

fotto

la

ritiramento
fezza

dell*

il

gamba
fotto

offo

ginoc-

al

ritiramento

de

ginocchio

il

la

3
al

mufcoli

dell'

5
fra

appiccatura

de la cofcia
La maggior larghezza
1

mez-

colcia

La maggior larghezza

mendui

deli'

co(cia

la

La maggior larghezza
zo de

grof-

la

La maggior larghezza
odo del ginocchio
fopra

chio

Il

mufcolo
La maggior grofTezza al mufIl

finift ra.

mezzo de

ritiramento del

colo de

deftra alla

larghezza nel cal-

cagno
La maggior larghezza in fra
gli fporti de talloni
Il ntiramento, o riftrignimen-

la

la

larghezza del pie-

de

Il

{palla

la

Le larghezze che

La maggior

fra a-

fianchi fopra l'ap-

pie-

DELLA STATUA.

200

PIEDI

GRADI MINUTI.

piccatura de la cofcia

La

maggior
DO

larghezza

nel

petto fra V appiccatura de

150
04

le braccia

La

maggior larghezza

fra le

fpalle

La
La
La

del

larghezza

larghezza fra

collo
le

larghezza de la

guance
palma de

Le larghezze

del braccio
diverfe

&

de

appiccatura

le

nell*

mano

la

larghezza del braccio dal

mulcolo

La

gomito

&C

larghezza del braccio dal

mufcolo

di fopra fotco la

fpalla

Le

da

groffezze che fono

La lunghezza che
groRo

La

al

le

fon

angolo

parti dinanzi a quelle di

del

fotto

il

collo

del piede

colo

fotto

mezzo de

a,

il

muf-

la

gamo

ba

Dove

il

mufcolo della gam-

efce pi in fuori

ba

Dove

efce

pi

in

fuori

la

padella del ginocchio

La

maggior

groflezza

nella

cofcia

Da
le

la

natura allo fporto del-

mele

040
o

ritiramento

loro m.oti

quefte

groiTezza che dal collo

ritiramento

02
03
l

calcagno

Il

groiTezze fono mediante

dietro.

dal dito

calcagno

del piede allo

Il

pur comunemente

larghezza del braccio

La

mano

la

La

DELLA STATUA.

GRADI MINUTI

PIEDI
Dal

Dove

Da

cinghiamo
poppe a gU fporti de

noi

le

^
o

rem

bellico alle

2<^

ci

rem

le

Dal gorgozule

nodo

al

del

collo

Da

o
^

del capo
la fronte

n
,

Da

dietro

di

al

fronte

la

buco

al

orecchio

dell

grofezza del braccio alla

La

appiccatura de

La

gomito
mufcolo fot-

mufcolo fotro

il

grofezza al

La

al

braccio

del

grofezza

mano

la

to r appiccatura

del brac-

cio

La maggior grofezza de
mano
La grofezza de le fpallc
Mediante quefte cofe (i
prop rtioni che habbmo

IZ

venientie
,n

r
fi

una per

^utan.lo

-f.f^jt
if*.

iJ ^emle con-

'

'7

"ff V"^^/,<,

o fieno d'ff^^^""

var,no
<-i
nerci che
Alacre
lapere, perc.o
elle

fa

tale

fcientia

giudico che

j' moitu 1,^..


Et fi
ui
lata ''^^^l
^^^^ jj ^^^^^o
m

le quali
molte cofe
j^j^fi ^erP'^-,^,
o ftando egli ^ f^d^J^;
varando
^^f, ,,.
;^^
parte^ Ma o la^ o q
o vetfo quella altra
O.ove
d, ^h' opera

raccontare

potriano

&

fo quefta ,
la d.ligentia,

pot facilmente
l"

?
propor
^'"^^J"
*Me
del corpo
tutta la lunghe.xa
che elle habbmo mfra

che e
j kkdebba

,,

la

lapere

&

accuratezza

n-ero

.1

cr;uaf re

alla

de

n/lpe,
if^^^^^Ji:^^,^,acJe d,.fion.

X n^reparlemo
^"'^

le

-^f^rent.e

le

med,ante le
'/^^ '^J"" ^ mezzo un cfmdro
Pc^
cunftgalTeg.u
a
-^^^^
come f per avventura
^^ ^^^,.^ ^
='
'J
<^"=
1'
quella
Pae
eh:
,
ritto, talmente
^i^ (l,
a pane che ^da^^^^_^_^
qu^
da
fp,ccata
d,v,fa,

de corp>

fulfe

&

^^^_

r;ua,r?r"afa"d'elto';' fr^he
^!n. de lo altro

': cotprefo da'

&
le

-n

tutto

.per

tto

fim.le

^^ ^

alla

ellendo 11 tut
harebbe una forma medefima ,
cerch, . che fono q^tro.
medefime Imee .

&

DELLA STATUA

202
Simile

quefto

adunque ha da

il
notamento o avvertimento,
o feparamento de corpi che fi fono detti
conciofia che il difegno
di quella linea da la qual viene
terminata la figura
& con la

e(Tere

quale

fi

chio

da

ha

fopradetto

a feparare quella fuperficie che ti fi apprefenta allo ocquella altra che allo occhio nafcofa , fi debba fare nel

modo

Il

un muro

quale

difegno

invero

di

linee

fi

difegne-

modo

,
che fi ricerca al muro , rapprefenluogo una figura molto fimile ad una ombra che fuffe sbattuta in eHo da un lume
che per avventura vi fufie interpofto ,
che la illuminale da quel medefimo punto della aria,

in

in

ter

in

quel

quel

&

quale

nel
forte
in

fi

divifione

di

quefto

prima lo occhio del riguardante. Ma quefta


o feparamento , & quella regola de lo avvertire
cofe da difegnarfi, fi afpetta pi tofto al Pic-

ritrovava

modo

le

che allo Scultore: <& di effe tratter altra volta. Oltra di


quefto fi appartiene a chi vuol fare profertlone di
quefta arte
fapere principalmente ,
quanto ciafcun rilievo , o sfondo di qual
voglia membro,
fi
fia
lontano da una certa determinata poficura
tore,

di

linee

J?,o

^rfii^ BS.' f.

Vidh

Vai-^or7

Statua.

Vtdu V. Tlnltppus

Mana

Tofelli

^fmea

r<

T>'te

15.

Clertcus T{e.ulans

Lardinalt

Joametto

Tauli

Ovtltmt

Mali 1785.

IMT\IMATU\.
Fr.

Aloyfiu.

Maria

Ceruti Vuar^u. General.


S.

Officli

XomnU

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