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Le prove invalsi sono lesempio pi chiaro del processo di smantellamento dell istruzione pubblica, iniziato
ormai da anni con Berlinguer e finalizzato alla completa aziendalizzazione della scuola sul modello inglese e
americano. Questi quiz, presentati come anonimi,mirano a fornire una valutazione oggettiva a livello
nazionale, tramite domande di italiano e matematica uguali per tutte le scuole e tutti gli indirizzi. Le prove in
realt pi che garantire una valutazione valida e attendibile negano la possibilit di una valutazione che tenga
conto delle diverse condizioni economiche, sociali e psicologiche di ciascun alunno (per gli alunni diversamente
abili o con disturbi di apprendimento -esclusi quelli dislessici- previsto lallontanamento dalla classe durante le
prove). Risulta evidente, quindi, che una valutazione omogenea a livello nazionale non pu essere attendibile
poich, non tenendo conto delle diversit, fornisce risultati ovvi che non fanno altro che rispecchiare le
differenze economiche e sociali tra le varie regioni, non con lo scopo per di appianarle bens di accentuare il
divario. Quelle che verranno invece appianate sono le diversit dei percorsi e dei metodi che differiscono,
giustamente, da scuola a scuola ma anche da classe a classe. Epalese, quindi, limpossibilit nel valutare
percorsi estremamente diversi, per indirizzi di studio differenti, con un unico metro di giudizio che preclude
inoltre ogni facolt di ragionamento, di analisi, sintesi e di elaborazione critica. Tutte capacit,queste, che
perdono di importanza per fare posto a un tipo di studio meccanico. I test, infatti, obbligatori per la terza media
come ultima prova agli esami e non obbligatori al termine del biennio di scuola superiore, consistono in
domande a risposta multipla,spesso ambigue e sbagliate, per le cui risposte previsto solo un minuto e mezzo a
domanda. Considerando lansia e la fretta a cui vengono sottoposti gli alunni, come gi riscontrato dallesito
delle prove di terza media, i risultati sono del tutto casuali e poco indicativi: gli studenti con maggiori capacit
critiche, infatti, riportano risultati peggiori rispetto alla loro media scolastica che, di conseguenza, cala
vertiginosamente. Il valore di questi quiz quindi molto pi ampio di quel che possa sembrare; modificando,
infatti, luscita di un percorso se ne modifica lintera natura: imponendo le prove invalsi allesame di terza
media, alla fine del biennio e, come in programma, allesame di maturit, lintero ciclo distruzione dovr
adattarsi alla metodologia dellinvalsi, ovvero al non ragionamento e alla risposta meccanica. Ma non sono
solo le prove invalsi in quanto quiz anti-ragionamento a destare il dissenso pi totale di studenti e professori
ma anche la correzione per esse prevista. I sistemi complicatissimi di correzione si basano in realt su
percentuali prestabilite che inquadrano gli alunni in un 25 % di eccellenza, 50% di sufficienza e il restante 25%
di insufficienza; percentuali che devono essere necessariamente rispettate per non incappare nei controlli degli
ispettori. Cercando di nascondere il pi possibile la reale utilit dei test invalsi ci che hanno invece cercato di
fare, sulla base di direttive del Miur, stato di far passare le prove come obbligatorie tramite circolari ambigue e
falsate circa lobbligo dei docenti di somministrare le prove. In realt nessun docente obbligato a sottoporre gli
alunni ai quiz tantomeno questi ultimi ( solo delle scuole superiori) sono tenuti a farli, ma nonostante ci molti
dirigenti hanno non solo imposto i quiz senza la preventiva discussione in collegio dei docenti, ma anche
obbligato i professori a somministrarli o preso provvedimenti nei confronti di chi, in pieno diritto, si rifiutato di
sottostare a questa decisione.
COSA COMPORTANO?
E facile immaginare su chi peseranno le conseguenze di questi quiz: studenti e lavoratori, ancora una volta.
Linsegnante verr infatti limitato nel suo ruolo poich privato della facolt di una valutazione approfondita e
complessiva elaborata sulla base del percorso di studio di ogni singolo studente, sulle sue capacit critiche circa
le tematiche affrontate e sullassimilazione di esse. Una valutazione complessiva e ampia lascer dunque il
posto ad una sterile griglia di valutazione in cui gli studenti corrisponderanno soltanto a un punteggio. Viene
cos meno lo stesso ruolo del docente, che dovrebbe (sempre!) sentirsi libero di seguire un programma
scolastico anche in base alla specifica condizione della classe; invece, con l imposizione dei test invalsi, i
professori saranno condizionati a dare la precedenza ad alcuni argomenti rispetto ad altri e soprattutto a far
esercitare gli studenti in prove che simulino lo svolgimento delle invalsi con la conseguente riduzione dellintero
percorso di studi alladdestramento per i test a crocette. Insieme alle prove viene inoltre proposto un libretto
con domande di carattere personale circa la situazione economica e sociale a cui il singolo alunno dovr
rispondere. A questa proposta segue un atteggiamento di accettazione nei confronti della discriminazione di
classe che la scuola in primis dovrebbe rifiutare e combattere; senza considerare che i pi piccoli, inoltre,
potrebbero rimanere molto turbati e spiazzati da queste continue ed insistenti domande che comportano
assurde violazioni della privacy. Inoltre tutti questi dati ricavati dagli stessi libretti confluiranno in un database
specifico per ogni studente comportando cos una vera e propria schedatura degli ultimi, dalle elementari fino
alle superiori, limitando i ragazzi ad un futuro lavorativo prestabilito da chi ci comanda. Tramite questi schedari,
infatti, sar possibile controllare il profilo psicologico dei ragazzi e levoluzione della loro situazione familiare e
sociale. Ulteriore proposta di sostituire la terza prova dellesame di maturit con i test invalsi, operazione,
questa, che senza dubbio determinerebbe lutilizzo dei risultati ricavati come strumento e criterio di ammissione
alle facolt a numero chiuso andando a limitare i ragazzi nella scelta della facolt e di conseguenza del lavoro e
del proprio futuro. Ai fini del compimento del loro processo di distruzione e aziendalizzazione della scuola i test
sono stati programmati in modo che le capacit previste siano, dunque , settorializzate : richiesta , infatti,
una conoscenza superficiale e nozionistica degli argomenti affinch lo studente ragioni meccanicamente non
avendo il tempo di riflettere proprio come in fabbrica. Il motto sembra tanto essere: Non devi sapere quello
che fai, devi solo saperlo fare senza pensare troppo! .Cos questi test, studiati attentamente da chi ci governa,
non risultano altro che lennesimo attacco alla scuola pubblica; i risultati da essi ricavati costituiranno, infatti, il
criterio utilizzato per stabilire i finanziamenti e i tagli allistruzione. In un periodo come questo ovvio, per che
i fondi e i finanziamenti alle scuole di serie A (nonostante risulti incoerente finanziare scuole che godono gi
di una situazione agiata) non arriveranno mentre evidente che le scuole di serie B saranno quelle pi colpite
dai tagli e soggette agli accorpamenti. Non un caso ,infatti, che il 70% degli accorpamenti previsti in tutta
Italia per lanno 2012 sia concentrato al Sud contando solo a Napoli oltre 150 scuole di cui in particolare in
provincia. Il tutto si basa sul solito concetto di meritocrazia borghese che non fa altro che accentuare il divario
tra le classi gi esistente non solo creando competitivit tra gli stessi studenti e gli istituti ma premiando chi
raggiunge certi risultati sulla base di una condizione economica e sociale pi agiata e favorevole e
svantaggiando, invece, chi non pu permettersi di eccellere.
Valutare non pu significare misurare, schedare, fare classifiche e standardizzare la didattica.
Valutare vuol dire invece dare valore, valorizzare le capacit, migliorare la didattica, cooperare e
permettere a tutti di superare i propri limiti!