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RISPONDE SERGIO ROMANO

L' ENIGMA DI MARIO ROATTA


GENERALE DEL REGIME
Mi sono imbattuto, nelle mie letture, nella figura del
generale Mario Roatta. Ideatore dell' assassinio dei fratelli
Rosselli, sterminatore di partigiani in Dalmazia, difensore di
ebrei nella stessa area. Pu aiutarmi ad inquadrare
correttamente questo personaggio? Alessandro Sanna
iskander66@gmail.com Caro Sanna.
Quando incontr Roatta a Brindisi dopo l' 8 settembre,
Harold Macmillan, ministro residente della Gran Bretagna
nel Mediterraneo, scrisse nei suoi diari: un buon linguista,
un intelligente e navigato militare con tendenza a essere un
seccatore. Il perfetto attach militare... il suo cervello pi
sviluppato e ricco di sostanza del suo fegato. Per Indro
Montanelli (L' Italia dell' Asse, ed. Rizzoli) non aveva il
fisico del condottiero. Con gli occhi e la incipiente
pinguedine - caratteristiche comuni a troppi alti ufficiali
italiani del tempo - era un tipico generale da tavolino e da
corridoio, capace di destreggiarsi egregiamente nella rivalit
e negli intrighi che inquinavano i vertici delle Forze armate,
abile nel tessere ottimi rapporti con la gerarchia fascista.
Per Ulderico Munzi, autore di un racconto storico o romanzo
sceneggiato intitolato Il generale (Angelo Colla editore),
fu un personaggio demoniaco, il cuore di tenebra dell'
italianit. Per molti altri fu lo sconfitto di Guadalajara (la
battaglia perduta del corpo di spedizione italiano in Spagna
durante la guerra civile), il creatore dell' intelligence militare
del regime fascista, il regista occulto dell' assassinio dei
fratelli Rosselli in Francia nel giugno 1937, il massacratore
dei partigiani titini in Croazia, ma anche, come lei ricorda, il
protettore degli ebrei che cercavano rifugio nelle zone d'
occupazione dell' esercito italiano. Aggiungo, per completare

il quadro, che in un libro di memorie apparso dopo la guerra


(Otto milioni di baionette) fu anche un giudice acuto e
obiettivo delle debolezze dell' apparato militare italiano
prima della seconda guerra mondiale e degli errori strategici
commessi da Mussolini durante il conflitto. Ma non so se l'
intelligenza della sua analisi debba essere considerata un
merito o, piuttosto, una colpa ulteriore. Roatta fu due volte
capo di Stato maggiore e avrebbe dovuto, nell' esercizio di
queste funzioni, dire con franchezza a Mussolini e al re quali
e quanti rischi avrebbe corso il Paese. Lo fece, sembra, nel
caso della guerra contro la Grecia, ma debolmente e
brevemente. Come altri generali prefer la piccola
navigazione dei grandi burocrati, pi attenti a scegliere la
rotta secondo le convenienze della carriera piuttosto che gli
interessi della nazione. Personalmente ho qualche dubbio
sulle sue personali responsabilit nella sconfitta di
Guadalajara e nell' assassinio dei fratelli Rosselli. Ma non
possibile dimenticare che tra i fuggiaschi dell' 8 settembre, a
bordo della nave che salp da Pescara e approd a Brindisi,
vi era anche il generale Roatta, capo di Stato maggiore di un
esercito che era stato abbandonato a se stesso.
Questoepisodio proietta un' ombra sul resto della sua
carriera. RIPRODUZIONE RISERVATA
Romano Sergio
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(2 febbraio 2011) - Corriere della Sera

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