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LOU BROWN

PAURA E DELIRIO
AD AMSTERDAM

Barcollo, ho troppa paura per attraversare la strada


perch questi tram vengono da tutte le parti e anche gli stronzi in bici,
e sono troppo vicino alla sponde del canale per le mie condizioni
stronzi olandesi!
Il lercio, Irvine Welsh

Capitolo I

Eravamo dalle parti di Rembrandtplein quando lerba cominci


a fare effetto.
Ricordo che Tyler disse qualcosa del tipo: Per arrivare
a Piazza Dam bisogna passare da questa parte.
Nessuno lo stette ad ascoltare.
Tuttad un tratto, poi, il vento si fece gelido e di nuovo
la voce di Tyler ci trafisse le orecchie come un dardo
impazzito. Perdio! Ma lo sentite che cazzo di freddo?
Hai detto qualcosa, Tyler?
Ho detto che fa troppo freddo, cazzo! Passiamo in uno
di quei vicoli interni, l non tira vento.
Inutile starlo ad ascoltare, pensai. Il bastardo, presto, se
la sarebbe piantata con quella lagna.
Dannazione!, esclam di nuovo. Ma perch cazzo
non ci spostiamo in quei vicoli? Mi sto congelando!
Teo, nel frattempo, non faceva un fiato. Non era il vento
a inibirgli luso della parola. Sembrava piuttosto pensieroso.
Non sapevo cosa gli stesse frullando per la testa, ma avevo
qualche strano presentimento. Pensai di farlo tornare tra noi
utilizzando lunico mezzo a mia disposizione.

Frugai nelle tasche alla disperata ricerca della Bubble


Gum, unerbetta succulenta che avevamo acquistato qualche
minuto prima in un coffee-shop di cui non ricordo
assolutamente il nome. Dovetti rovistare un bel po di scartoffie
nel tentativo di trovarla. Avevo con me soldi, banconote, una
mappa della citt, unintera galassia di scontrini, cartacce e
monetine di rame. E ancora: volantini per fare i filtri, un
pacchetto di Smoking e uno di Camel blu. Avrei fumato come
un disperato, ne ero pi che sicuro, ma non mi sarei di certo
limitato a quello. Era nelle mie intenzioni comprare anche dei
funghetti allucinogeni, una bottiglia di tequila, una di rum,
qualche birra autoctona e una dozzina di boccette di popper.
Si preannunciava un fine settimana da sballo. La sola
cosa che mi preoccupava era Tyler. Al mondo non c nulla di
pi imprevedibile, irresponsabile e indisciplinato di quel vile
testa di cazzo. Specie quando esagera con le droghe. Come
quella volta in cui, strafatto di chiss cosa, si present al
compleanno del pap di un nostro amico vestito da zoccola e l
si mise a cantare Like a virgin davanti a tutti gli invitati.
Per quanto tempo avrebbe resistito prima di combinarne
una delle sue? Come si sarebbe comportato in quei tre giorni?
Amsterdam stato lultimo domicilio di molti stonati come lui:
avrebbe fatto quel macabro collegamento nonostante tutta
lerba che si era gi fumato?
Mentre continuavo a cercare la Bubble Gum nelle
tasche, pensai che forse sarebbe stato meglio scambiare quattro
chiacchiere con il ragazzo. Se gli avessi spiegato le cose con
calma, magari se ne sarebbe rimasto tranquillo per tutto il resto
del weekend. Magari.

Allora, Tyler, ascoltami bene. C una cosa che devi


sapere. Qualche settimana fa mi sono laureato in Lettere e
Filosofia. Ci significa che sono ufficialmente entrato a far
parte del club dei disoccupati.
Non sarebbe meglio spostarci in una strada pi
riparata?, minterruppe il bastardo, mandandomi su tutte le
furie.
importante, per Dio! una faccenda seria.
Tyler mi stava facendo sbroccare, ma la Bubble Gum
avrebbe rimediato anche a questo. Se solo fossi riuscito a
trovarla.
Qualcuno sa che fine abbia fatto lerba?, domandai.
Ce lho io, rispose Tyler. Ma te la do solo se ce
landiamo a fumare in un coffee-shop.
Tira fuori lerba, Tyler!, intimai. Immediatamente!
Ok, ok! Basta che non tincazzi.
Mentre cercavo di calmarmi, una voce torva rimbomb
nellaria. Ragazzi, ho un piano. Mi voltai e vidi Teo con lo
sguardo rivolto verso lorizzonte: il ragazzo era finalmente
tornato tra noi.
Che significa che hai un piano?, gli domandai. Un
piano per cosa?
Vedi, Brown, prese a raccontare in tono vagamente
poliziesco, la faccenda piuttosto delicata, con sprazzi di
estremo pericolo personale.
Ma tu guarda che cazzo di pantacalze s messa
questa!, esclam Tyler, distratto da una tizia passata proprio l
di fianco a noi. Le si vede tutto il culo.

Sta zitto, cazzo!, sbottai pesantemente. Non lo vedi


che Teo ci sta parlando? Tyler sarebbe riuscito a far arrabbiare
anche il fottuto Dalai Lama.
Uff! Con voi non si pu manco fiatare.
Le nostre vibrazioni stavano diventando cattive. Ma
perch? Non cera pi comunicabilit nella nostra
combriccola? Eravamo degenerati a livello di stupide bestie?
Dai, dammi una sigaretta, Tyler, disse Teo, forse per
smorzare un po gli animi, forse perch aveva voglia di fumare
e basta.
Non ho sigarette, confess il nostro amico. Ho
smesso di fumare.
Quando?
Tre giorni fa.
Male, esclam Teo. Dovresti ricominciare.
Comunque fa niente, prender una delle mie.
Mentre lo osservavo estrarre il suo pacchetto di Benson
& Hedges da una tasca della giacca, la curiosit cominci a
ribollirmi in corpo come una zuppa di fagioli dentro una
mignatta. Ma insomma, cos sto piano?, chiesi a Teo.
Gi, il piano. Sfil una paglia dal pacchetto, poi se la
port alla bocca e la accese. Ci vollero diversi istanti prima che
le parole iniziassero ad uscirgli di bocca sospinte dal fumo
della sigaretta. Nove ore fa eravamo seduti

Capitolo II

Seduti su un taxi, in direzione dellAeroporto di Fiumicino, a


ridere istericamente tanta era lansia di raggiungere Amsterdam
e nasconderci dalla brutale realt di quello sfavorevole anno di
Nostro Signore duemilaotto.
Alla radio, intanto, un tizio blaterava ininterrottamente.
Il modo pi efficace di farlo per ciascuno di noi tentare
disperatamente di immaginare cosa si agita allinterno della
mente posseduta di un drogato. Per esempio, un drogato
tossicodipendente definisce la sigaretta di marijuana uno
scarafaggio, perch per lui somiglia ad uno scarafaggio.
Ma che cazzo sta a di questo?, sbrait Tyler,
visibilmente seccato. Devi essere strafatto di acido per credere
che uno spinello somigli a uno scarafaggio.
Il tizio alla radio, quasi come potesse sentire lobiezione
del nostro amico, cerc in tutti i modi di avvalorare la sua tesi.
Io ho individuato quattro distinti stadi dellessere nella societ
della cannabis o marijuana. E sono: sfrontato, inveterato, al
passo e conservatore. Raramente, se non mai, un drogato
conservatore.

Ma mai possibile che nel duemilaotto trasmettano


ancora certi programmi alla radio?
Tyler non se ne faceva proprio una ragione, ma il suo
disappunto non avrebbe di certo impedito alluomo di
proseguire quella che si prospettava una lunga e vaneggiante
dissertazione.
Se si fa unidea di quello che sta accadendo, allora pu
alzarsi di una tacca e diventare al passo. Ma se riesce a
convincere se stesso ad approvare quello che sta accadendo,
allora egli diventa inveterato. Inveterato! Ecco, dopodich pu
addirittura sollevarsi al rango di sfrontato. Pu diventare uno di
quei ragazzi, come dire, sfrontati.
Sono delle cazzate madornali!, eruppe di nuovo
Tyler. Sto qui sta fuori con laccuso! Il tizio, in effetti, stava
dando di matto. Per una volta, ero perfettamente daccordo con
Tyler.
Riconoscere i drogati potrebbe salvarvi la vita.
Potreste non vedergli gli occhi, perch indossano gli occhiali
da sole, ma avranno le nocche bianchissime per la tensione
interna e i pantaloni incrostati di sperma per le continue
masturbazioni quando non troveranno una vittima da stuprare.
Barcolleranno e balbetteranno, se interrogati, e non avranno
rispetto per niente e per nessuno. Il drogato non ha paura, vi
attaccher senza motivo con ogni arma a sua disposizione. Fate
attenzione! Chiunque si trovi a che fare con un sospetto
consumatore di marijuana deve usare immediatamente tutta la
forza necessaria. Un colpo in tempo su di lui di solito lo evita a
voi.

Fu a quel punto che Tyler si rivolse sfinito al tassista.


Mi scusi, potrebbe cambiare stazione radio, per favore?
S, certo.
Luomo, come da richiesta, gir la manovella della
radio, facendo dissolvere nel nulla la voce di quel vecchio
ciarlatano.
Oh, meno male! Grazie mille, eh!
La gioia di Tyler aument esponenzialmente quando
lapparecchio si sintonizz sulle frequenze di Radio Rock.
Lascia questa! In onda, cera un pezzo dei Nirvana,
forse il suo gruppo preferito. Il brano in questione era Smells
like teen spirit. Lui ritenne opportuno cantarla a squarciagola
insieme al suo idolo. Hello, hello, hello, hello! Continua
bello! Tyler non si parava. When the night raf, its danger!
Here we know now, anyway day! I feel stupid and sbiranger!
Here we go now, entertainment! A Milano! An Urbino! A
mosquino! My nodino! Yeah! Non solo lo spettacolo canoro,
ma anche se non soprattutto quello linguistico a cui stavamo
assistendo era a dir poco imbarazzante. Il nostro amico per
non sembrava minimamente accorgersene. Il suo entusiasmo la
faceva da padrone. Oh, ma ci pensate? Tra poco saremo in
Olanda, nel paese dei tulipani.
Ecco, vedi di non fumarti anche quelli, scherz Teo.
O forse no. Forse era serio. In fondo, lo sapevano pure i sassi
che Tyler sarebbe stato capace di fumarsi anche le ceneri di sua
nonna.
Ahi ahi ahi!, fece lui. Sento puzza di sarcasmo.
Allora Teo, e anche tu Lou, piuttosto di sparar cazzate,
ascoltate quello che ho da dirvi. Come vostro amico, consiglio,

appena arrivati ad Amsterdam, di noleggiare delle biciclette. E


poi ci servir della Super Skunk, pacchetti di cartine al metro e
cappelli da cosacco. Solo allora potremo finalmente dire addio
al nostro weekend.
Ma scusa, intervenni, perplesso, perch dovremmo
dire addio al nostro weekend?
Ovvio!, rispose Tyler. Perch alla fine avremo i
neuroni troppo bruciati per ricordarci qualcosa della vacanza.
Ok, trovare le droghe e le cartine non sarebbe stato un
problema. E neppure i cappelli da cosacco e le biciclette. Certo,
chi ce lavrebbe mai fatta a girare in bicicletta senza precipitare
dentro il fiume Amstel?
Credo che dovremmo andare ad Amsterdam armati
fino ai denti, comment Teo, facendomi sobbalzare.
Rimediatevi una pistola.
Una pistola?, domandai. E perch?
Perch no! Se una cosa deve essere fatta, la si fa bene.
Questo il sogno olandese in azione. Saremmo degli idioti a
non cavalcare questo strano siluro fino alla fine.
Chiunque avrebbe considerato quella frase una semplice
battuta pi o meno riuscita. Ma conoscevo Teo e sapevo che
avrei fatto meglio a non prendere troppo sotto gamba le sue
parole.
Arrivati allaeroporto, intanto, lautista accost la
vettura sul ciglio della strada, poi si volt verso di noi per
annunciare la fine della corsa: Eccoci arrivati.
Grazie mille!, esclam quello scoppiato di Tyler, con
il suo solito ghigno stampato sul volto. stato un vero piacere
conoscerla.

Intanto Teo, sceso dallauto, si era subito scaraventato


verso il bagagliaio posteriore.
Non si preoccupi, disse il tassista, vedendolo
recuperare il proprio trolley. Ci penso io.
Teo, per, non dovette apprezzare troppo la cordiale con
la quale luomo si rivolse a lui. Non toccare i miei bagagli,
lurido bovaro lardoso!
Ma io volevo solamente aiutarla.
Tu sei un fottutissimo paraculo!, rincar la dose Teo.
Ma stavolta sei capitato male. Vattene via! E non farti pi
vedere da queste parti!
Ok, ma i miei soldi?, chiese il tassista.
Considerando quella richiesta un affronto bello e buono,
Teo non si fece grossi problemi a tirar fuori la lama e a
sventolarla davanti allo sguardo allibito delluomo. Valli ad
elemosinare da qualche altra parte, pezzente! Come da
previsioni, il tizio non abbozz la bench minima reazione.
Perch non lhai voluto pagare?, domandai,
osservando quella mammoletta filare via a bordo del suo taxi.
Ha fatto solo il suo lavoro.
Volevi forse che mi facessi infinocchiare da quel
maiale?, chiese Teo, fulminandomi col mio sguardo al
vetriolo. Mai e poi mai, Brown!
Meglio non discutere con uno squilibrato del genere,
pensai. Perci decisi di far finta di nulla e proseguire in silenzio
dentro laeroporto.
Appena entrato, vidi una ragazza trascinare con non
poche difficolt un valigione alto la met di lei. Oh, fuck!,
inve, indispettita.

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Passera straniera a ore dieci!, esclam Tyler,


puntando la tipa con uno sguardo maniacale. Aspettatemi qui,
non ci metter molto a rimorchiarla. Procedendo a passo
spedito verso di lei, esclam: Dont worry, baby! I help you!
La ragazza, dapprima titubante, si arrese poi alle
insistenze di Tyler. Lo smilzo si avvent sul bagaglio come un
rapace ma, nonostante la foga iniziale, forse a causa della sua
esile struttura, alla fine della fiera non riusc a spostarlo
neppure di un millimetro.
Come non detto, tesoro, disse, mollando il bagaglio l
dove si trovava. Bye bye!
Tutti insieme ci dirigemmo dunque al gate delle
partenze. Avevamo con noi cinque valigie, due in pi di quelle
consentite dal regolamento. Ma lincaricato ce le avrebbe fatte
passare tutte come bagagli a mano, se avesse tenuto davvero
alla sua pelle. Il tizio fece pippa. Non ci fu nemmeno bisogno
di corromperlo offrendogli dei dolcetti preparati con tanto
amore dalla mamma di Tyler. Ma se il primo obiettivo fu
portato a termine senza problemi, di problemi invece ne ebbi io
durante il controllo delle valigie.
Mi segua, per favore, disse laddetto alla sicurezza
invitandomi in una stanza situata in prossimit dei metal
detector. Qualcosa da dichiarare?, domand, dopo aver
chiuso la porta alle sue spalle.
Be, non mi taglio le unghie da un po di giorni. Il
tizio rimase inspiegabilmente interdetto. In compenso,
proseguii con tutta la seriet di questo mondo, stamattina mi
sono fatto la doccia.

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Mi sta forse prendendo in giro?, domand luomo


con aria di sfida.
Certo che no, risposi con lespressione pi ingenua
che riuscii a tirar fuori. Le giuro che sono sincero.
Il poliziotto in realt intendeva chiedermi se avessi con
me dei prodotti illegali o che fosse proibito portare a bordo.
Tipo sostanze infiammabili, liquidi, oggetti appuntiti o affilati.
Dissi di avere con me due confezioni di bagnoschiuma. Una
lavrei utilizzata per lavarmi, nellaltra invece ci avrei nascosto
la droga prima di intraprendere il viaggio di ritorno. Be,
questo, ovviamente, non glielo dissi.
Il poliziotto mi sequestr le due confezioni, poi mi
salut col pi falso degli auspici: Le auguro un buon
viaggio.
Fottiti!, farfugliai tra me e me.
Come, scusi?
Grazie!, mi corressi a voce alta. Cos facendo, diedi a
quelluomo la nuda convinzione di avere a che fare con un
bravo ragazzo, morigerato e senza troppi grilli per la testa. In
testa, in realt, avevo un casino che non avrebbe nemmeno
potuto immaginare.
Passai il resto della nottata cogli altri ragazzi
sfrecciando come pazzi a bordo di una macchinina elettrica
riservata agli inservienti. Insieme ingurgitammo un paio di
caff ciascuno e rimanemmo seduti in attesa dellimbarco,
sognando ad occhi aperti il weekend ormai alle porte. Il nostro
viaggio sarebbe stato diverso. Sarebbe stata la prova che tutto
vero e giusto nel carattere nazionale olandese, un grossolano
tributo fisico alle fantastiche possibilit offerte dal paese dei

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tulipani e dei mulini a vento. Ma solo per quelli che hanno


grinta.

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Capitolo III

E noi ne siamo stracarichi, gente!, esclam Teo, una volta


terminato il suo resoconto.
Altroch!, conferm Tyler.
Vedi, aggiunse Teo, anche Tyler ha afferrato il
concetto. Ma tu, Brown?
Io voglio solo sapere cos sto piano, dissi. La
curiosit, in effetti, mi divorava il ventre. Cosa cazzo ci sei
venuto a fare qui ad Amsterdam, me lo spieghi?
La verit?, chiese Teo con tono velatamente
misterioso.
S, risposi. La verit, nuda e cruda.
Sono venuto ad Amsterdam per rubare La Ronda di
Notte di Rembrandt.
Cosa?, domandai sbigottito.
Tyler fu invece cos pazzo da esclamare: Fico!
un colpo che progetto ormai da anni, spieg Teo.
E tu lo sai cosa vuol dire, spero.
No, risposi in tutta onest.
Vuol dire che quel dipinto ha le ore contate. Ce lo
porteremo in Italia.

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Per bruciarlo?, domand Tyler.


Il ragazzo cominciava a dare i numeri, ma lo avrei
raddrizzato io, sicuro come il sole. Sta zitto, stupido
mentecatto!, gli dissi, tanto per cominciare.
Venderemo il dipinto a qualche trafficante di opere
darte rubate, chiar Teo. Pensateci bene: cosa accadrebbe al
nostro Paese, dico io, se tutti i neolaureati come noi
rimanessero con le mani in mano ad aspettare che un posto di
lavoro gli cascasse dal cielo?
Andrebbe tutto inevitabilmente a puttane, rispose
Tyler, lasciando Teo a bocca aperta.
Esatto, Tyler! Esatto! Non mi aspettavo una risposta
del genere da te. Ti meriti una canna per questo. Dai, fanne
subito una!
Daccordo!, acconsent Tyler, cercando poi la Bubble
Gum nelle varie tasche del giubbotto, senza successo. Oh,
oh!
Cosa c?, domandai, mostrando evidenti tracce di
preoccupazione.
Non trovo pi lerba, confess il mentecatto.
Cazzo!, gli ringhi addosso Teo.
Lo sapevo!, fece Tyler. tutta colpa del padre
eterno. Ci vuole punire.
Non colpa del padre eterno, Tyler, sei stato tu a far
sparire la Bubble, lo accus Teo, puntandogli lindice
addosso. Fai parte della narcotici, lo sapevo! Quella era la
nostra erba, porco schifoso! Maiale!
Io non faccio parte della narcotici, si giustific il
demente.

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Teo per aveva gi il sangue che gli era arrivato al


cervello. Non dovemmo attendere molto prima di vederlo dare
in escandescenza. Vedi di stare attento, amico. Non sopporto
le fottute spie come te.
Io non sono una spia!, si difese Tyler, puntando i
piedi come un bimbo capriccioso. Egoista bastardo!
Cercai di interrompere lalterco, usando le parole pi
diplomatiche mi venissero in mente. Daccordo, adesso il
caso di darci tutti una bella calmata, ok?
stato lui a cominciare!, fece Tyler.
Tu hai rubato la nostra erba!, ribatt Teo.
Ok? domandai di nuovo, alzando il volume della
voce e ostentando uno sguardo velenoso per aumentare la mia
autorevolezza.
Ok, risposero arrendevoli i ragazzi.
Ora entriamo in un coffee-shop e compriamo dellaltra
erba, proposi. Tyler, stavolta ovviamente paghi tu.
Tyler acconsent con un semplice cenno del capo, poi
riprese parola: Come vostro amico, vi prometto che tra un
batter docchi stringerete un cannone megagalattico tra le
labbra. Siete pronti a farlo? Siete pronti ad insediarvi in un
locale a luci rosse e assistere strafatti ad un peep-show con
pupe da infarto e negri affetti da elefantiasi genitale?
Ehm no, Tyler, risposi, condividendo con ogni
probabilit anche il pensiero di Teo. A parte che i locali a luci
rosse, a questora, sono ancora tutti chiusi. E comunque,
almeno io preferirei raggiungere Piazza Dam prima che faccia
buio.
Uff!, sbuff Tyler, con unespressione contrita.

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In quanto al colpo, Teo, continuai, riuscendo a


fermarlo un attimo prima che si allontanasse da me, prepara al
pi presto un piano dettagliato. Non deve avere sbavature o
altrimenti ci schiaffano tutti dentro.
Fidati di me, Lou.
Vibrazioni positive nellaria. Le percepivo. Ancora un
po di pazienza, ne ero convinto, e le cose avrebbero preso la
piega che mi aspettavo.

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Capitolo IV

Se c una cosa che non tollero sono quei cafonacci che


parcheggiano in seconda fila davanti alla pizzeria del Viale.
Fossero a Roma, lo capirei pure. Ma stanno a Rieti, cazzo!
Tra un tiro di Fruit Juice e laltro, Tyler inveiva contro i
suoi e nostri concittadini, rei, a suo dire, di ignorare le banali
regole alla base del quieto vivere comune.
Il bello, poi, che lo fanno alle otto di sera, quando ci
sta un traffico allucinante su quella strada. Tutti che si fermano
l. A parte che non capisco perch i reatini vadano tutti in
quella pizzeria. Boh! Non la fanno manco cos buona la pizza.
Va be, a parte questo, dopo il passaggio a livello, sulla sinistra,
ci sta un parcheggio con le strisce blu, ma tanto dopo le sette e
mezza non si paga. Ma, dico io, mettetevi l! Vi fate venti metri
a piedi, che saranno mai? Invece no, vi dovete per forza
fermare in mezzo alle palle, se no non siete contenti. Cos la
strada, da tre corsie, diventa a due.
Tyler pass la canna a Teo, ma si tenne ben stretta la
parola.
Io non lo capisco. Non capisco proprio lincivilt della
gente. Ad esempio, tu corri quanto ti pare con la macchina. Chi

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ti dice niente! Per, almeno, fallo quando sei da solo. Quando


vedi che ci stanno anche gli altri per strada, rallenta, cazzo!
Avrei concesso molte pi attenzioni al discorso di Tyler,
se solo non mi fossi fatto ammaliare dallarredamento
essenziale di quel minuscolo coffee-shop. Quegli olandesi
avevano proprio buongusto, non c che dire.
Non che chi va piano sia tanto meglio, eh! Uno laltro
giorno, va be che era un vecchio, sera messo a girare attorno
alla rotonda, quella de Madonna del Cuore, e mentre stava a
gira metteva la freccia a sinistra, per segnalare che lui stava
facendo la rotonda. Una cosa pazzesca, mai vista.
La canna, nel frattempo, era passata nelle mie mani. La
parola, per, spettava ancora a Tyler, quasi fosse un diritto
acquisito per qualche causa di forza maggiore.
Senza parlare poi di quelli che, quando scatta il verde,
se ne rimangono l impalati come se stessero aspettando la
manna dal cielo. Ci sta il semaforo, quello in mezzo a Viale
Maraini, in cui praticamente il verde dura quaranta secondi,
non di pi. Ecco, durante quei quaranta secondi passeranno al
massimo quindici macchine. Una cosa impensabile. Cio, se tu
provi a fare una cosa del genere a Roma, ne passano
centoquaranta di macchine. Capito, s, la differenza?
Duecento metri, mi ripetevo. Duecento metri e
saremmo arrivati a Piazza Dam. E una volta l, Tyler avrebbe
finalmente smesso di romperci i coglioni. Ne ero certo. O
quantomeno ci speravo.

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Capitolo V

Perch Piazza Dam il primo posto dove si va dopo che ci si


appena fumati una canna, quando non sei il benvenuto in musei
o in bar e locali sgangherati del centro. Piazza Dam era il
rifugio perfetto dopo le nostre tempeste. Niente pareti, niente
soffitti. Solo un posto dove prendere una boccata daria fresca.
Non ero nemmeno stanco. Non cera niente nellatmosfera di
Piazza Dam che mi costringesse a mettermi in guardia.
Neppure Tyler, eccitato comera di fronte a quei mediocri
artisti di strada.
Guardate! C Dart Fener. C anche Batman. E Neo
di Matrix. Dai, raga, andiamo a vedere! Quei mimi
sembravano le caricature sfatte dei personaggi da loro stessi
interpretati. Facevano piet. Ma chi cazzo adesso? Tyler si
volt su se stesso e qualcosa lo spavent. Porca puttana! Mi
ha fatto prendere un colpo.
Ma chi?, domandai.
La morte, rispose lui.
La morte?, chiesi di nuovo.
S, guarda!

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Senza che nessuno di noi se ne accorgesse, alle nostre


spalle era sopraggiunto un quarto mimo, travestito da morte.
Tyler, colto di sorpresa, and letteralmente in visibilio. Sei un
grande, un grande! Tie, te li sei meritati tutti. Il pollo diede a
quel tizio una banconota da dieci euro. Dieci fottutissimi euro,
porco di un Giuda! Quelluomo rimase giustamente allibito.
Mai nessuno, probabilmente, aveva ripagato cos
generosamente il suo misero spettacolo. Grandissima, la
morte!
Al centro della piazza, nel frattempo, un altro artista di
strada fece il suo brusco sopravvento. Con irruenza gett una
valigia a terra, poi incominci a urlare parole incomprensibili
per richiamare su di s lattenzione. Teo lo fece
involontariamente, ma non appena apr bocca la nostra armonia
costruita con tanta cura si inizi lentamente a frantumare.
So cosa sta accadendo, maledetto bastardo!
Di che parli?, domandai.
Pensaci bene, Brown. Quel tizio al centro della
piazza principale di una delle maggiori capitali europee. Sta
facendo avvicinare un mucchio di gente, dopo che per terra ha
poggiato una valigia. Be, chi ci dice che lui non sia un
terrorista e che dentro quella valigia non ci sia un ordigno
esplosivo? Del resto, di attentati strani oggigiorno se ne
sentono davvero tanti. Questa sarebbe una situazione perfetta
per far accadere una cosa del genere.
Ci riflettei su soltanto un attimo, prima di pronunciare
quelle poche, insindacabili parole. Meglio se andiamo da
unaltra parte!

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Capitolo VI

Controllo totale.
Battere il corso principale di Amsterdam di venerd
pomeriggio. Tre bravi ragazzi in uno stato psicofisico fuori dal
comune. Strafatti, ciucchi, cotti. Brava gente.
Sembra gagliardo, comment Teo, leggendo un
volantino che ci avevano appena passato. Una crocchetta e un
liquore al ginepro gratis.
Che ci facciamo qui?, domand Tyler, visibilmente
contrariato. Siamo venuti per drogarci o per mangiare?
Per drogarci e per mangiare, ripet Teo, mostrando
poi a tutti il pezzo di carta che teneva in mano. Ecco qua.
Ristorante argentino Madre Maria. Menu completo a soli sedici
euro.
Come vostro amico, disse Tyler, vi consiglio di
mettere da parte quel volantino e di andare a far rifornimento di
ganja nel pi vicino coffee-shop della zona.
Perch?, domand Teo.
Perch cosa?, ribatt Tyler.
Perch comprare altra erba?, spieg Teo. Ne
abbiamo gi abbastanza.

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Comprare marijuana un investimento, afferm


Tyler con piglio da economista. Si vede che non hai fiuto per
gli affari. E ora andiamo, per piacere!
A quel punto mi sentii in dovere di dire la mia. Ha
ragione Teo. tutto il giorno che camminiamo. Dobbiamo
mettere qualcosa tra i denti.
No, dai!, esclam Tyler, allargando le braccia.
Troviamo un cazzo di coffee-shop.
Pi tardi, Tyler. Pi tardi.
Che palle!, esclam il mentecatto. Pian pianino
avrebbe compreso anche lui la vera essenza del gruppo. Era
solo questione di tempo e sarebbe successo.

23

Capitolo VII

Y entonces Munito di blocchetto alla mano, un cameriere


non pi alto di un metro e sessantacinque ricapitolava con zelo
le nostre ordinazioni. Dos cestas de pan con salsa de
mantequilla y ajo, tres patatas frias, una al horno, una ensalada,
asado mixto, un, dos, tres cervezas, dos botellas de vino tinto,
una de agua mineral y ancora nueve pomelos frescos?
Vitamina C, dissi. Ne abbiamo bisogno.
Tyler, nel frattempo, sembrava avere delle strane
visioni. Forse aveva ingerito un funghetto a nostra insaputa.
Fetente! Vedo una grande macchina lass nel cielo.
Bah!, prosegu il cameriere. Un litro de ron.
El pejor rum de Amsterdam, precisai.
Una specie, non so, delirava ancora Tyler, di enorme
calabrone elettrico che si dirige proprio verso di noi.
Sparagli!, esclam Teo.
Non ancora, fece Tyler. Voglio prima studiare le sue
abitudini.
Usted tienes buen diente.

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Certo, certo, rispose Teo, senza capire unacca di


quello che ci aveva appena detto il cameriere. Ora sparisci
per.
I tedeschi!, url allimprovviso Tyler, facendo voltare
tutta la clientela presente nella sala. Ci stanno sparando!
Scappiamo, presto! Presto o ci fanno fuori tutti!
Stai buono, Tyler, lo tranquillizzai. Non ci facciamo
riconoscere anche qui.
Chiunque avesse avuto un grammo di cervello avrebbe
capito che il mio era un consiglio preziosissimo. Ma Tyler non
era solito starmi ad ascoltare. Specie quando era sotto leffetto
di droghe psichedeliche.
Per colpa sua fummo costretti a lasciare il ristorante.
Cacciati a male parole da quei bifolchi argentini. Se ne fossero
tornati nelle pampas. Noi avevamo ancora i nostri progetti. Il
primo della lista? Strafarci di popper e andare alla conquista
del Red Light District.
Ti sei ripreso, Tyler?, domandai al ragazzo,
passeggiando tra quelle vie del peccato.
Altroch!, rispose, imbambolato da tutto quel ben di
Dio di carne umana esposto in vetrina. Queste troie
riuscirebbero a ringalluzzire anche un vecchio sulla sedia a
rotelle.
Tyler stava decisamente meglio, ma Teo?
Stammi a sentire, brutto figlio di puttana negro! Be,
lui era impegnato in una conversazione forse un tantino accesa
con un tizio di colore. Il motivo della lite? Difficile dirlo.
Droga, probabilmente. Ne ho conosciuti di stronzi che mi

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volevano fottere, ma non mi faccio di certo fregare da uno


spacciatore da quattro soldi come te.
Hijo de puta!
Va bene, va bene!, cercai di intervenire per sedare gli
animi. Ma quando mi accorsi degli altri quattro omaccioni di
colore piazzati alle nostre spalle, non potei fare a meno di
proporre una soluzione alternativa. Tagliamo la corda che
meglio!

26

Capitolo VIII

Ci nascondemmo a bordo di uno di quei caratteristici battelli


olandesi e impavidi solcammo le acque dellAmstel River. Un
fiume composto dacqua, birra, rifiuti illegali e tanta urina
piena di THC.
La paura, il sonno e la fame erano ormai spariti da un
bel pezzo, ma la Fruit Juice stava ancora andando forte. Lerba
buona ha un effetto che dura nel tempo. Il primo quarto dora
non smetti di ridere. Dopo mezzora ti cominciano a far male le
mascelle. E poi zac!
Mi secca dillo, ma hic! Questo posto mi d sui
nervi hic! Tyler non se la smetteva pi di singhiozzare.
Sembrava una bimbetta.
solo un battello, minimizzai. Non ricominciare, ti
prego.
No, esclam Tyler, agitando nervosamente testa e dita
delle mani. Hic! Questo posto linferno!
Sciocchezze!, sbott Teo.
Ascoltami, Tyler, cercai di tranquillizzarlo. Siamo
venuti qui per inseguire il grande sogno olandese e ora che ci
siamo dentro, cosa vuoi fare? Andartene?

27

S, rispose Tyler. Hic! Ho paura.


Non devi aver paura, Tyler, dissi, con tono
amorevole. Siamo ad Amsterdam.
per questo hic! Che mi viene la paura.
Guardate!, esclam allimprovviso Teo, facendo
sobbalzare Tyler dal seggiolino.
Cosa?
Un mostro a tre teste appena emerso dallacqua.
Non mi dire queste cose, lo implor Tyler,
nascondendo la testa tra le braccia. Non hic! Non ora
almeno.
Adesso stai veramente esagerando, fece Teo,
provocando una reazione smodata da parte del nostro amico.
No, non sto esagerando manco per il cazzo hic!
Questo lultimo giro in battello che faccio in vita mia.
Quanto hic! Quanto manca alla fine?
Non molto, risposi. Perch?
Voglio andare via.
Via?
Hic! S, voglio tornare sulla terraferma. Altri cinque
minuti qui sopra e hic! Ammazzo qualcuno.
Tyler era arrivato al capolinea, era piuttosto evidente. E
in quanto organizzatore del viaggio sapevo di non poter
assolutamente sottovalutare la cosa. La salute dei ragazzi era
nelle mie mani. Non potevo deluderli.
Daccordo, allora. Alziamoci lentamente e chiediamo
allautista di fermarsi.
Come fermarsi?, se ne usc Teo, preso alla sprovvista
dalla mia proposta.

28

Pensi di farcela, Tyler?, domandai.


S hic! Credo di s.
Ok.
Ma non possiamo fermarci!, protest Teo.
S che possiamo, ribattei. Ad Amsterdam tutto
possibile.
Mi distrassi un istante. Un solo fottutissimo istante e
quel dito al culo di Tyler era gi l a molestare una tranquilla
famigliola di turisti americani. Ehi, ragazzi hic! Non vi
arrendete mai, capito?
What?
O santa Madonna! Tyler, non disturbare gli altri
passeggeri, ti prego.
Va bene hic! Per tu di allautista di fermare sto
trabiccolo. Tyler cominci ad ondeggiare vistosamente.
Fermalo, ti ho detto! Fermalo! Fermalo! Hic!
Se non fossi stato cos preoccupato per lincolumit del
mio amico, avrei anche considerato quella scena
particolarmente divertente, proprio come stava facendo Teo,
piegato in due per il troppo ridere.
Non pu fermarsi, sta facendo manovra, dissi,
cercando di afferrare Tyler al volo. Proprio la manovra, per,
non mi permise di riuscirci. Tyler cominci cos a sballottolare
da una parte allaltra del battello come una biglia in un flipper.
Dove cazzo stai andando, Tyler? Vieni subito qui!
Non ce la faccio!
Non ce la fa!, ripet Teo, sempre seduto sul suo
seggiolino a godersi la scena.

29

S che ce la fa, lo corressi. Tyler, ce la puoi fare,


vero?
No, non ce la faccio!
Adesso Tyler mi stava facendo incazzare. Sei un
bastardo moccioso cagasotto! Andiamo! Coraggio!
Il mio incitamento per non serv a molto. Anzi, nel
tentativo di muovere un passo, Tyler cadde rovinosamente a
terra.
caduto!, comment Teo.
Un figlio di puttana mi ha spinto da dietro, si
giustific Tyler, tentando goffamente di rimettersi in piedi.
Lo so, lo so, feci. Ora, per, tirati su e andiamo.
Non ce la faccio.
Fanculo!, sbottai. Mi rimetto a sedere.
Mentre me ne tornavo al mio posto, un tizio si sporse
verso di me per chiedermi qualcosa che, nonostante la mia
padronanza della lingua inglese, non riuscii proprio a
comprendere. Sorry, what time is it?
Niente, non voglio niente.
Aspettami!, urlava intanto Tyler, di nuovo
miracolosamente in piedi. Tornato di nuovo a sedere, cerc di
spiegarci cosa fosse successo. Avete visto? Hic! Un figlio di
puttana mi ha spinto da dietro.
Saranno stati i vietnamiti, ipotizz serissimo Teo.
Vuoi dire che anche i musi gialli mi vogliono morto?
Hic! Cristo! Andiamocene via, vi prego!
Stai calmo, dissi, senza particolare successo. Non so
perch, ma quel giorno Tyler non riusciva proprio a darmi retta.
Dov lascensore?, mi domand.

30

Non c nessun ascensore, Tyler. Ti ricordo che siamo


in un battello.
Ma a me piace andare in ascensore.
Vuoi un consiglio? Non prendere pi lascensore dora
in avanti. questo che vogliono da noi. Intrappolarci in una
scatola di metallo e portarci nel sottosuolo.
Dio ladro! Tyler si alz di scatto, ma nel farlo perse
completamente lequilibrio finendo ancora una volta a gambe
per aria.
caduto di nuovo!, annot con solerzia Teo.
Tirati su, dissi. Forza!
Non ce la faccio hic! Non credo di essere a posto.
Tyler stramazz definitivamente a terra. E l rimase fino
a che il giro in battello non fu terminato.

31

Capitolo IX

Il Barbacan non un buon hotel per chi fa uso di droghe.


Salendo le scale, ripide e strettissime, percepii delle minacciose
vibrazioni tutte intorno a me. A poco a poco, per, riuscimmo
ad arrivare alla nostra stanza, ma la chiave non apriva la porta.
Sbagli porta, Lou!, fece Tyler. La nostra quella
dopo.
Per una volta pensai di fidarmi di lui, ma ci volle un
attimo per capire che stavo facendo una cazzata. Niente, non
apre lo stesso.
Quei bastardi devono aver cambiato la serratura,
ipotizz Tyler, cercando una giustificazione plausibile al suo
grossolano errore di valutazione.
Magari hanno perquisito la stanza, ipotizzai.
Porco cane!, esclam nuovamente Tyler, stavolta
mettendosi le mani nei capelli. Allora siamo finiti! Finiti!
Siete due coglioni!, berci Teo. La porta si apre con
la scheda magnetica, non con la chiave di casa tua, Lou!
Qualcuno ha la scheda?, domandai, vergognandomi
come un mocciosetto invischiato in una gang bang interraziale.
Ah, s! Ce lho io.

32

Grande, Tyler!
Il totale sconforto di Teo si riassunse in ununica, secca
imprecazione: Cristo santo!
Quando fummo dentro, Tyler cominci a urlare senza
motivo. Sembrava una checca isterica. Sprangate tutto!
Mettete le catene, cazzo!
Non tagitare, Tyler, cerc di tranquillizzarlo Teo.
Rilassati, per favore.
Sprangate tutto, vho detto!, insistette il pazzo. Non
c da fidarsi in questo posto di merda.
Stai calmo e andiamocene a letto, feci io. Dobbiamo
riposare.
Voi, forse. Io no.
S, invece, disse Teo. Domani il gran giorno. Ti
vogliamo in forma.
Ho detto di no!, url Tyler, tirando fuori da chiss
dove una mela.
Dove cacchio lo hai preso quel coso?
Lha portato su il servizio in camera.
Perch?, intervenni io. In questa bettola c anche il
servizio in camera?
Credo proprio di no, Brown. Tyler ci sta prendendo per
il culo.
Invece vero, si difese Tyler. Ho chiamato perch
avevo voglia di cedri.
Allora perch ti hanno portato una mela?, domandai.
Non avevano i cedri. Dicono che non crescono in
Olanda. Tyler lanci la mela su una parete della stanza.
Paese di merda! Dobbiamo andarcene da qui!

33

Tyler stava sbroccando di brutto. Era ovvio che a quel


punto non mi rimanesse altro da fare che ignorarlo. Ma mi
serviva qualcosa di molto, molto forte. N lalcol n lerba,
per, sarebbero bastati.
Dove sono i funghetti?, domandai. Ho bisogno di
mangiare un funghetto. Adesso.
Teo per sembrava titubante. Come tuo socio daffari,
ti consiglio di lasciar perdere i funghetti e andare a dormire in
vista del gran colpo di domani.
E come mio amico cosa mi consigli?
Be, come tuo amico ti consiglio di rovistare nel mio
trolley e tirarne fuori qualcuno anche per me.
Non me lo feci ripetere due volte. Anche Tyler
rivendic la sua parte. Datene un po anche a me.
Mi inginocchiai per terra, aprii il trolley di Teo e frugai
al suo interno. Bingo!, esclamai, una volta trovata la scatola.
Quando presi il primo funghetto in mano, il cuore mi scoppi
di gioia. E come sono?, domandai.
Teo non aveva dubbi. In confronto fumare un bong
derba come bere un crodino.
Wow!
Ne mangiammo una caterva, non saprei dire quanti.
Ricordo solo che a un certo punto mi lasciai cadere sul letto.
Dalla strada, sentii provenire uno sparo di pistola. Poi un
secondo e un terzo. Per un momento pensai di essere partito di
cervello. Credetti di essere assalito da nemici invisibili entrati
di soppiatto nella stanza. Ma a parte i ragazzi e il vento che
faceva sbattere i vecchi infissi della finestra, nella camera non
cera nessuno. Era chiaro, stavo svalvolando. Riuscivo gi a

34

sentire leffetto della psilocibina. Basta un funghetto


allucinogeno di quelli buoni e ti trasformi in una creatura
disgustosa uscita da un romanzo fantasy. Il corpo ti si gonfia
come una mongolfiera. Probabilmente aumenti di duecento
chili in pochi secondi. Ti escono fuori peli, artigli, verruche
sanguinanti, piaghe da decubito. E poi noti montagne di sterco
che fuoriescono dal tuo buco del culo. Gli occhi ti si
appannano. Non vedi pi niente. Allora cominci ad agitarti.
Dovrebbero legarti e metterti un palla da tennis in bocca per
farti smettere di gridare.
Ges! Quella roba mi stava arrivando dritta nel melone.
Era inutile cercare di resistere, gli americani sarebbero venuti
presto a stanarmi. Riconoscevo gi le loro urla sopraggiungere
dal corridoio. Non avevo pi vie di scampo oramai. Quelle
fottute macchine da guerra mi avrebbero fatto presto
prigioniero.
Ero praticamente spacciato, quando a un certo punto
accadde una cosa del tutto inattesa. Il pavimento si riemp
dacqua e le pareti cominciarono a sgretolarsi. Pochi secondi
dopo non esisteva pi una stanza, ma un luogo meraviglioso,
bagnato da laghi adorni di loti dorati. Cerano anche decine di
fiumiciattoli e foglie dalle forme pi disparate, dello stesso
colore degli zaffiri e dei lapislazzuli, degli smeraldi, dei topazi,
dei diamanti, dei berilli e dei rubini. Invece della sabbia
cerano perle, gemme e anche oro. Oro ovunque, anche sugli
alberi, carichi di fiori e di frutti che emanavano una fragranza
mai sentita prima. E pesci, animali a sei od otto zampe, uccelli
sconosciuti che riempivano il cielo. Tutto sembrava possedere

35

una luce interiore, una forza inaudita che mi rendeva


impotente.
Non avevo dubbi, quello era lEden. E io? Be, io ero il
cazzo di cherubino consacrato, protettore saggio e bello, sigillo
e simbolo della perfezione. Io ero Lucifero: lopera maestra di
Dio.

36

Capitolo X

Mi svegliai di soprassalto. In camera non cera pi nessuno.


Quei figli di puttana mi avevano lasciato da solo. Dovevano
aver fiutato guai. Il conto, probabilmente, era stato uno dei
fattori alla base della loro scelta. Cerano un bel po di quattrini
da sborsare per il pernottamento, senza contare tutti i danni alla
camera di cui eravamo assoluti responsabili. Come era potuta
succedere una cosa del genere? Nel momento in cui mi ponevo
la domanda, non cera nessuno che potesse darmi una risposta.
Panico. Mi sal sulla spina dorsale come le prime
vibrazioni di uno sballo cattivo. Cominciarono a palesarsi una
serie di orribili verit. Eccomi, pensai, tutto solo ad
Amsterdam, fatto come un fegatello, senza soldi, senza un paio
di scarpe di ricambio e con un gigantesco conto dalbergo da
pagare. Non sapevo neanche chi avesse il mio biglietto aereo.
Forse lavevo usato per fare i filtri. Come si sarebbero
comportati i personaggi dei miei romanzi preferiti al mio
posto?
Stai calmo, pensai. Calmo. Non sbarellare.
In fondo ero un cittadino italiano relativamente
rispettabile. Un poco di buono, s, ma con una fedina penale

37

assolutamente nitida, quindi non pericoloso, almeno


allapparenza. E comunque la nostra stanza era al primo piano.
Da l, sarebbe stato facile progettare uneventuale fuga. Avrei
soltanto dovuto saltare dalla finestra e darmela a gambe levate.
Semplice, no?
Lou! Oh, Lou!
Ecco, come non detto: fine dei giochi. Mi avevano
preso. Molti bei libri erano stati scritti in prigione. Chiss,
magari, se mi fossi impegnato, sarei riuscito a produrre un bestseller anchio.
Ehi!
Qualcuno stava provando a mettersi in contatto con me
ma, sebbene mi sforzassi a farlo, non riuscivo proprio a
distinguere il volto del mio interlocutore.
Eh?, domandai.
Dormi?
Chi sei?, chiesi, sollevandomi dal materasso. Che
cosa vuoi da me?
Buongiorno! Quando finalmente riuscii a mettere a
fuoco lobiettivo, il faccione di Tyler, brutto e perverso, si
materializz davanti agli occhi come il peggiore dei miei
incubi.
Va via!, mi misi a gridare. Allontanati! Ho una
pistola, la vedi?, domandai, con il pollice puntato in alto e
lindice verso di lui.
Uff!, sbuff Tyler in segno di resa. Quanto sei
scorbutico di prima mattina!
Dopo che mi diede le spalle e si avvi mogio in
direzione del bagno, capii cosa mi fosse davvero successo.

38

Porca vacca!
Tremende ondate di paranoia, pazzia, paura e delirio.
Sensazioni intollerabili in questo posto del cazzo. Andate via!
Quelle faine mi stavano alle costole. Sentivo la puzza di quegli
orrendi bruti. Pensai: Signore, fammi un ultimo favore.
Concedimi altri cinque minuti di riposo in questo letto prima di
far calare la tua scure. Convincimi di non essere in questo
schifo di albergo, ma in una qualche beauty farm di lusso.
Ma a quel punto non mi rimaneva altro da fare che
riabituarmi alla realt. E nellattesa di riuscirci, per sopportare
meglio la condizione di totale sconforto nella quale, almeno
momentaneamente, vertevo, ritenni opportuno rullarmi
dellerba. Ma non unerba qualunque. Avevo bisogno di
unerba coi controcazzi. Avevo bisogno di un cannone di White
Widow. Immediatamente.

39

Capitolo XI

Mi sono sentito un coglione in quella stanza. Quella White


Widow mi aveva mandato in tilt il sistema nervoso. Cazzo, ero
stravolto. Ma non era ancora il momento di calare le carte.
Nervi saldi. E prima di rubare il dipinto di Rembrandt, sarei
andato a fare colazione assieme ai miei amici e al resto della
comunit tossicomane che affollava lalbergo.
Hiii!
Merda!
Non c altro modo di esprimere lo stupore che
provammo di fronte a quella scena. Grondavamo sudore.
Almeno io credetti addirittura di impazzire. Ho il sangue
troppo denso per il Nord Europa. Non sono mai stato in grado
di esprimermi decentemente con delle temperature cos basse.
Santo Dio!, esclam Tyler, facendo voltare tutti. Ma
dove cazzo siamo finiti? In una casa di riposo per anziani?
In effetti, non cera nemmeno un disgraziato fuori di
testa seduto ai tavoli della sala colazione. Cerano soltanto
piccioncini in luna di miele e famigliole perbene. Uno scenario
inquietante, cazzo!

40

Torniamocene in camera, propose Tyler. O Dio, Dio,


Dio! Dobbiamo tagliare la corda.
Ci avevano inchiodato, maledizione! Ci avevano
intrappolato in questo posto del cazzo. Quegli stronzoni ci
sarebbero stati addosso con lo sguardo, ci avrebbero dato la
caccia come fossimo delle bestie. Che cosa ci facevamo noi l?
Avremmo dovuto essere in un trucido hotel in mezzo a dei lordi
e sudici viaggiatori di Inter Rail, mangiare brownies allhashish
a colazione e scolarci fialette di benzedrina la sera prima di
andare a letto. E invece
Ok!, proposi in un attimo di lucidit. Rimaniamo
calmi. Caff, fette biscottate, un saluto di rito e chi s visto s
visto.
Hanno staccato la testa a una cameriera per molto
meno, fece Teo. Lho sentito al telegiornale. Prima di
decapitarla le hanno praticato lo gerbilling.
Che cacchio lo zerbining?, domand, curioso, Tyler.
Si chiama gerbilling!, lo corresse Teo. Il nome
deriva dal gerbillo, un roditore molto diffuso in Africa e in
Asia.
S, ok, ma che sta roba?, insistette Tyler.
Si tratta di un metodo di tortura, spieg Teo. Per
alcuni una pratica sessuale. Consiste nell'introdurre animali
vivi di piccole dimensioni, soprattutto topi o pesci, allinterno
dellorifizio anale o vaginale.
Ecco come vanno le cose a chi tenta di ribellarsi al
sistema, disse Tyler, rivolgendosi a me.

41

Quei due volevano farmi passare la voglia di far


colazione, come non fosse gi stato sufficiente ritrovarmi di
fronte a quelle mummie sedute in sala.
Non abbiamo scelta, dissi per farmi coraggio.
Dobbiamo andare a sederci.
Presi a camminare e gli altri fecero lo stesso subito
dietro di me. Mi sembrava che me la stessi cavando piuttosto
bene come apripista. Dovevo solo liberarmi di
questespressione beota dalla faccia. Troppa gente avrebbe
potuto riconoscere la mia paura, soprattutto se ci fosse stato
qualche poliziotto tra quei figli di puttana. Ignora questi
fetenti, mi ripetevo. Fai finta che non ci sia nessuno in questa
stanza. Brividi mi risalivano per la schiena come salmoni su
una rapide controcorrente. La mia mente rimbombava di canti
esoterici, vedevo fuochi appiccati ovunque.
Good morning! Una cameriera si frappose tra noi e
lobiettivo. Improvvisamente tutta la faccenda cominci a
prendere una bruttissima piega.
Ehm salve!, dissi. No!, mi corressi subito dopo.
Hello! Ehm We stay in room fourty-eight!
Sorry?. Quella donna stava facendo la gnorri. Voleva
farmi fare una figuraccia, si capiva lontano un miglio.
Ok, Lou!, intervenne Tyler. Lascia fare a me. Mio
Dio!, pensai. Adesso la fine. Happy birthday! My name
is Tyler Durden. We want our breakfast. Free food, hard rock
and fuckin bitch all night long. Do you comprind me?
What? La cameriera era allibita. Stavolta era
giustificata.

42

Fu dunque il turno di Teo. Ehm My friend is with


me. His name is Tyler. My name is Teo. And we want only
food. No hard rock e no bitch all night long, thanks!
Ok!, disse la donna con uno sguardo incerto.
Sentito? Sentito? Teo non stava pi nella pelle. E
voi che dite che non so linglese.
Nel frattempo la cameriera non vedeva lora di sparire
per sempre dalla nostra vista. Have a nice breakfast.
Oh, yeah! Fuck you too!, fu la cordiale risposta di
Teo.
Proseguimmo fino a raggiungere un tavolo piuttosto
isolato in un angolo della sala, ma per farlo dovemmo
effettuare delle pericolose gimcane tra i clienti dellalbergo.
Permesso! Permesso!
Oh, my God!
Shit!
Sorry for my ass!
Ci sono persone capaci di percorrere migliaia di
chilometri senza lasciare alcuna traccia di s. A noi ce ne
bastarono dieci per farci riconoscere da tutti i presenti.
Non so voi, esordii una volta seduto al tavolo. Ma a
me sta roba inizia a fare uno strano effetto.
Ci stanno guardando tutti, osserv Teo. Mi sa che
stiamo facendo una gran figura di merda.
Ma non li vedete?, fa Tyler. Sono loro che stanno
fuori di zucca. Guardateli. Sembrano dei soldatini di piombo.
Sono loro che stanno fuori, eh? Non noi?
Tu forse. Io no.

43

Dai, ragazzi, mintromisi, cercando di fare da


paciere. Non litigate. E tu Tyler, prendi una fetta biscottata
con la marmellata, ti far bene.
Non la voglio. Preferisco i mandarini.
Ma qui non ci sono i mandarini.
Non vi preoccupate, prima o poi li troveremo.
Hello! Una seconda cameriera giunse a farci visita.
Do you want something to drink?
Fu Tyler il primo a prendere parola. For me two Cuba
libre, one beer and Mezcal apart.
What?
Ci risiamo, pensai.
No, sorry, intervenne Teo, sempre pi convinto delle
sue competenze linguistiche. We want three coffees.
Three coffees, ripet la donna, senza prendere
appunti. Do you want something else?
Three coffees, replic Teo, stizzito.
Three coffees, ok, fece la donna, senza perdere la
pazienza. But what else?
Questa non capisce un cazzo, sbrocc Teo. Fu per
evitare altre figure di merda che mi sentii costretto a spiegare il
senso di quella domanda.
La tizia ci sta chiedendo se vogliamo qualcosaltro,
oltre ai caff.
Ecco, appunto, fece Tyler. Three tequila sunrice for
me.
What?
Senti, bella, disse allimprovviso Teo, puntando una
forchetta da dolce contro la donna. Di what unaltra volta, ti

44

sfido, di what unaltra cazzo di volta e giuro che ti infilo


questa nel cuore.
Teo, ma che cazzo ti prende?, domandai allarmato.
Posa quella forchetta da dolce. Mettila gi, perdio!
Ok! Ma tu di a questa sguattera di sparire dalla mai
vista.
Daccordo, dissi, prima di voltarmi verso la
cameriera. Ok, miss. Its enough.
La donna si allontan senza dire altro.
Thanks!, grid Teo verso di lei. And dont break my
balls, please!
Certo, Teo, che quando ti ci metti sei proprio una
carogna.
Non una parola di pi, Tyler, o ti stacco le orecchie a
morsi. Piuttosto, state a sentire il mio programma per oggi.
Lou, come si fa ad arrivare al Rijksmuseum da qui?
Non riuscivo a ricordare. Ero gi stato in quel museo,
ma non riuscivo a concentrarmi. Colpa di Tyler che urlava
come un disperato.
Le locuste! Ci stanno invadendo!
Cose terribili stavano accadendo nella sua mente, forse
per via dei funghetti assunti la sera prima. O forse la merda, a
nostra insaputa, se nera pappato qualcun altro stamattina,
prima di uscire dalla stanza.
Cristo ci vuole punire, farneticava. Questa lottava
piaga dEgitto.
Stamattina andiamo al Van Gogh Museum, riprese
Teo, senza curarsi di Tyler e delle sue assurde scenate. Cos
compro pure un po di ricordini per mia madre. Lei ama Van

45

Gogh. Ad ogni modo, da l usciamo, pranziamo e nel


pomeriggio raggiungiamo il Rijksmuseum, tanto dovrebbe
stare nelle vicinanze. Giusto, Lou?
Non riuscivo proprio a concentrarmi. Tyler stava
letteralmente delirando. Non mi dava modo di pensare. Vi
prego, ragazzi, insisteva, dite a qualcuno di chiamare una
ditta di disinfestazione. I funghetti stavano giocando col suo
sistema cerebrale. I suoi occhi vedevano locuste ovunque.
Giusto, risposi finalmente. Per non ho ancora
capito bene com il piano. Cio, lhai preparato? Ce lo vuoi
mostrare?
Non ora.
E quando?
A tempo debito, non avere fretta. Teo esibiva una
sicurezza fin troppo sfrontata. Un atteggiamento che,
conoscendo il soggetto, non prometteva nulla di buono.
Portato a termine il colpo, prosegu, poi ce ne andiamo a
festeggiare da qualche parte. Domani facciamo un ultimo giro
per la citt, prima di raggiungere laeroporto e ripartire. In
serata saremo di nuovo in Italia, pronti a vendere il dipinto a
qualche ricettatore di opere darte rubate.
S, ma dove ce lo mettiamo il quadro?, domandai,
con la vana speranza che qualcuno mi potesse fornire una
risposta plausibile.
Santo Dio Onnipotente!, url Tyler, indicando una
donna piuttosto in carne che si era appena alzata dalla sedia.
Guardate quella locusta gigante!
Fu Teo a spiegare al nostro amico il malinteso. Quella
non una locusta, Tyler. una balena. E ora andiamocene via,

46

presto! Ci sono dei musei da visitare in questa cazzo di citt.


Teo scatt dalla sedia. Aveva il pepe al culo. Siete pronti?
Non so se ce la faccio, rispose Tyler in tutta
franchezza.
Ma a Teo non fregava un cazzo delle condizioni del suo
amico. Lui aveva in mente solo il colpo. Forza,
sbrighiamoci!, esclam, prima di dirigersi verso luscita.
Lo seguii senza proferire parola. E anche Tyler, dopo le
resistenze iniziali, si decise a muovere il culo. Aspettatemi!
Non mi lasciate qui!
Uscimmo dalla stanza, ma prima lasciammo a Teo
lonore di scegliere le parole migliori per congedarsi dai
presenti. Good bye, ladies and gentlemen! And screw my
balls!

47

Capitolo XII

Vedendo quanta gente sera radunata presso il Van Gogh


Museum, sentivo che anche la nostra cultura doveva essere
rappresentata. E cera anche una certa goduria contorta
nellidea che soltanto degli autentici pazzi scatenati come noi
potevano comprendere le ragioni per cui Van Gogh si era
selvaggiamente tagliato un orecchio per poi autoritrarsi con una
fasciatura che gli copriva la ferita. Tre fattoni e diverse
centinaia di individui morigerati provenienti da ogni angolo del
mondo. Perch no? Ci saremmo mossi con disinvoltura, senza
che nessuno se ne fosse accorto. Certo, larrivo di Tyler fu in
effetti un tantino intempestivo.
Schiacciate immediatamente quella locusta!
Sei incredibile, Tyler, lo rimproverai. Non ti
possiamo lasciare solo nemmeno per dieci minuti. Cazzo, ti sei
fatto fuori altri tre funghetti senza dirci niente.
Non so di che cosa stai parlando, Brown.
Hai fatto i numeri in sala colazioni. La cameriera stava
per chiamare la polizia.
Eh! Addirittura?

48

Sissignore! Per fortuna non hanno voluto infierire.


Cavolo! Hanno fatto finta di niente soltanto perch domenica
mattina ci togliamo dai piedi.
Brown, tu devi essere un po pi obiettivo per. Questi
olandesi non sanno proprio cosa significhi essere ospitali. Ma li
vedi? Si muovono proprio come delle locuste. Stanno fuori.
Per ammetto che mi piace il loro stile di vita. Qui ad
Amsterdam avete visto un cartellone pubblicitario? Io no. Oh,
in Italia dove ti giri c un sedici per nove con un puttanone
megagalattico stampato sopra.
Tyler era fatto come una mela marcia, ma almeno in
questo aveva stramaledettamente ragione. Ad Amsterdam
avranno avuto pure il Red Light District, s, ma in quanto a
zoccole il nostro Paese non aveva proprio nulla da invidiare.
Va bene, ragazzi, tagli corto Teo. Ora per
entriamo.
Una volta allinterno del museo, girammo in lungo e in
largo tutto il primo piano. L erano esposte le principali opere
di Van Gogh. Le vedemmo tutte e a ognuna dedicammo diversi
minuti di attenzione. Quando per fu il momento di salire le
scale e raggiungere il secondo piano dove era stata allestita una
mostra itinerante, Tyler ebbe uno scompenso. Portatemi via!,
cominci a urlare. Voglio fumare!
Per colpa di quel cazzone, dovemmo necessariamente
lasciare il museo. Una volta fuori, ci rifocillammo con un
panino, un caff e dellerba, poi dammo libero sfogo ai nostri
istinti pi infantili nel parco del Museumplein.
La dimensione del gioco andrebbe applicata a tutti gli
aspetti della vita. Qualunque cosa uno stia facendo, dovrebbe

49

immergercisi in maniera cos totale da far apparire lo scopo


come una cosa assolutamente irrilevante. Uno non dovrebbe
pensare a cosa potrebbe ricavare o meno da un determinato
evento. Uno dovrebbe pensare solo a divertirsi.
Smettila di dire cazzate, Brown, minterruppe Teo.
Piuttosto vedi di concentrarti sul colpo. Ho assoluto bisogno
di te. Senza il tuo supporto, il piano non potr mai funzionare.
Ecco, a proposito del piano, si pu sapere una buona
volta cosa dobbiamo fare una volta entrati nel museo?
Non importante che tu lo sappia ora. Basta che tu
faccia tutto quello che ti dico al momento opportuno.
Bah! Sar!
Smisi di pormi troppe domande. Del resto era ormai
giunto il momento di fare il nostro trionfale ingresso presso il
Rijksmuseum e l di agire spietatamente. Qualunque fosse stato
il metodo usato per portare a termine il colpo, a me non
sarebbe dovuto importare. La sola cosa importante era
raggiungere il nostro obiettivo. Un piccolo tragitto da
percorrere a piedi era ci che mi divideva da esso.

50

Capitolo XIII

I quadri erano esposti alle pareti, tirati a lucido come dei


gioielli imperiali. In certi ambienti larte molto, molto di pi
del Carnevale di Rio, dellOktober Fest e del Coachella
Festival messi insieme. E noi questo, nonostante tutta la droga
che avevamo in corpo, lo avevamo capito. Era dunque ora di
considerare il nostro incarico e capire come venirne a capo. Era
ora di fare il lavoro sporco. Dopotutto eravamo la crema della
giovent reatina, avremmo fatto di tutto per prenderci La
Ronda di Notte. Perch quando si tratta di una cosa cos, gente
come noi non cazzeggia.
E se invece rubassimo questo di quadro e al posto
delle facce dei tizi ci stampassimo sopra le nostre?
Unaltra parola, Tyler, e ti cavo un occhio dopo
avertici sputato dentro. Siamo qui per Rembrandt, non per
questo mezzo pittore sfigato.
Ma dai, Teo! Un dipinto vale laltro. Che ti cambia tra
questo e quello di Rembrandt?
Tyler, una volta per tutte, sciacquati la bocca prima di
parlare di Rembrandt. Lui il pittore degli angeli. Ma la vedi la
luce che scende dallalto e illumina alcuni personaggi piuttosto

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che altri? Be, devi sapere che quelli illuminati sono degli
angeli.
E non poteva mettergli le ali per farlo capire?
Cristo, Tyler! Ora, quant vero Iddio, ti strozzo, cos
te la smetti di dire cazzate.
Cerano qualcosa come altre cento, centocinquanta
opere darte da vedere. Una diecina in ogni sala. E avrei dovuto
vederle tutte, sopportandomi i bisticci di quei due imbecilli? S,
cos, ma alla fine avremmo portato a termine il colpo. Solo a
quello avrei dovuto pensare, allobiettivo finale. Me lo ripetevo
dopo aver compiuto ogni singolo passo. Ormai era diventato il
mio mantra.
Maledizione! Ma che giorno oggi?
O mio Dio, Tyler!, risposi, sfiancato. sabato.
Ah, meno male! Pensavo fosse domenica e avessimo
perso laereo.
Tyler stava smarrendo la cognizione del tempo. Col
passare dei minuti, avrebbe perso tutto il resto: la pazienza, la
bussola e anche la dignit.
Queste dannatissime scarpe mi stanno fottendo i
piedi, ripeteva. Cazzo, che dolore!
Alle diciassette e trenta circa eravamo nella penultima
stanza del museo: non era pi una visita, era diventata una gara
di resistenza.
Stasera voglio provare diversi tipi di erbe, finch non
trovo quella che mi sbomballi letteralmente il cervello.
Giusto!, esclam Teo. Ora per aiutatemi a prendere
questo dipinto.

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Teo ci fece strada nellultima sala del Rijksmuseum,


dove era esposta lopera da noi agognata: La Ronda di Notte, in
inglese Night Watch, in olandese De Nachtwacht, in altre
parole uno dei lavori pi famosi di Rembrandt. In realt il suo
titolo deriva da un equivoco dovuto al degrado della superficie
del dipinto. In origine, infatti, stata dipinta una scena alla luce
del giorno. Fu lossidarsi delle vernici a creare una patina scura
e a dare cos al quadro unimpressione notturna.
Il dipinto famoso per tre elementi: luso efficace di
luce e ombra, la percezione del movimento in quello che
tradizionalmente sarebbe dovuto essere uno statico ritratto
militare di gruppo e, per ultimo, le sue grandi dimensioni
(363x437 cm). Per spostare un quadro del genere ci sarebbe
servita la gru. Tuttavia Teo era sicuro di riuscirci con molta
meno fatica.
Tyler, blocca la sorveglianza.
Cosa?, fu la sola parola che Tyler riusc a
pronunciare.
Mentre tu, Brown, continu Teo, vieni qui e aiutami
a staccare il quadro dalla parete. Questo gioiellino stasera torna
a casa con noi.
Porca puttana, Teo!, sbottai. Tutta sta storia per poi
dirci che il piano che hai preparato questo? Caricarci il
quadro sulle spalle e uscire come se nulla fosse dalla porta sul
retro?
Non dalla porta sul retro, specific Teo. Usciremo
direttamente dalla porta principale. Poi, avvicinandosi al
dipinto, aggiunse. Pi agiamo con naturalezza, meno daremo
nellocchio. Nellistante in cui afferr un angolo della cornice,

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per, lallarme cominci a suonare a tutto spiano. Piuttosto


prevedibile, no? Forza, Lou! Dammi una mano!
Non feci neppure in tempo ad aprir bocca che una
hostess si avvicin a Teo intimandogli di allontanarsi dal
quadro. Dopo aver ricevuto come risposta un paio di Che
cazzo vuoi? e un ben pi emblematico Stai zitta, troia!, la
donna allert tramite un microfono due uomini della
sorveglianza, che sopraggiunsero in fretta e furia nella sala,
afferrando Teo per le braccia e trascinandolo con forza fuori dal
museo.
Capii allora che era tempo di unagonizzante
rivalutazione dellintera faccenda. Il piano era definitivamente
partito, andato. Eravamo ad un nonnulla dal realizzarlo? Chi
pu dirlo. Ma ora? Dove cazzo ce ne saremmo andati?

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Capitolo XIV

Eppure in questo pub ci sono gi stato altre volte.


Ma quando?, domandai sempre pi allibito.
Lultima volta ieri mattina.
Ieri mattina? Ma che cacchio stai dicendo, Tyler?
Ah ah ah!, sbott a ridere Teo. Tyler cha le
allucinazioni.
Tu zitto!, esclamai. Dopo quello che hai combinato,
non dovresti nemmeno aprire bocca.
Siamo stati qui ieri mattina, insistette Tyler, mentre
Teo metteva lo stesso broncio di un bambino offeso. Ne sono
sicuro. In realt era la primissima volta che i nostri culi si
posavano su quegli sgabelli, ne ero certo. Aveva ragione Teo:
quelle di Tyler erano proprio allucinazioni.
Tyler, forse la droga ti ha dato alla testa, spiegai.
Secondo me dovresti mangiare qualcosa. Qualcosa che non
siano funghetti allucinogeni.
Tyler si oppose sbuffando ripetutamente per qualche
minuto, ma alla fine si lasci convincere ad andare.

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Scegliemmo il posto dove mangiare: La Madonnina,


cucina italiana. Oddio, di italiano quel posto aveva soltanto il
nome.
Cio, ti pare che in un ristorante italiano servano il
burro darachidi?, chiese sorpreso Tyler.
Be, buono se lo spalmi sulla baguette, replic Teo,
distribuendo uniformemente il burro su tutta la superficie del
pane.
Macch! Fa schifo.
Come fa a non piacerti il pane col burro darachidi?,
insistette Teo.
Te lho detto, fa schifo.
Ti fanno schifo un po troppe cose, Tyler. Ti fa schifo
anche Orietta Berti. Come si fa a schifare Orietta Berti?
Ma chi se l mai inculata Orietta Berti!
Per Giucas Casella lo odi?, intervenni, dopo aver
tracannato un lungo sorso di Amstel.
Be, s, ammise Tyler. Giucas Casella s.
E perch odi Giucas Casella?, domand curioso Teo,
masticando nel frattempo un bel pezzo di baguette.
Perch mi sta sulle palle.
Ma ti sta sulle palle lui come persona o la categoria
che rappresenta?
Lui non rappresenta nessuna categoria.
Quindi tu come lo etichetteresti? Teo non demordeva.
Come un deficiente.
Non come mago o come showman?
Ma quale showman! un deficiente.
Ma perch pensi sia un deficiente?

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Perch Giucas Casella.


La conversazione sarebbe potuta continuare allinfinito,
se solo il cameriere non fosse arrivato con le ordinazioni. Io e
Teo prendemmo una pizza, mentre Tyler non mangi quasi
niente, ma non si fece mancare della birra. Una birra che, un
paio dore dopo, alla fabbrica dellHeineken, si rifiutarono di
darci.

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Capitolo XV

Presto! Presto, in camera!


Una delle cose che impari dopo anni che hai a che fare
con uno svariato numero di drogati che puoi voltare le spalle
a chiunque, ma mai ad uno di loro. Soprattutto dopo che ti ha
agitato davanti agli occhi un coltello da cucina affilatissimo.
Diciamoci la verit, il tizio della sicurezza l alla fabbrica
dellHeineken, quella coltellata, se lera cercata. Ci non toglie
che Teo, quel bacato del cazzo, stavolta laveva combinata
davvero grossa.
Datemi la scheda, ordinai a Tyler, dopo esser arrivati
di corsa davanti alla porta della nostra camera dalbergo. La
scheda, perdio!
Sorprendentemente Tyler si rivel abbastanza scaltro da
assecondare con solerzia le mie richieste. Ci mettemmo un
batter docchio per entrare nella stanza e chiudere la porta a
doppia mandata. Tempo qualche istante, per, sentimmo
qualcuno bussare insistentemente.
Ehi! Sono Teo! Gi, Teo. Nella foga, ceravamo
dimenticati di lui. Mi avete chiuso fuori! Aprite!
Prima metti via il coltello!

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Cristo, tutto il giorno che cammino! Il coltello ce


lho in tasca, stai tranquillo!
Dai, Lou, fece Tyler con lo sguardo pi comprensivo
del mondo. Fallo entrare. Quei suoi occhioni dolci mi
convinsero allistante. Chiss da dove li aveva tirati fuori.
E va bene. Aprii la porta per accogliere Teo. I miei
modi per non furono particolarmente ospitali. Sbrigati!, gli
dissi, afferrandolo per un braccio e trascinandolo nella stanza.
Vieni dentro!
Maledizione!, esclam, dopo che ebbi richiusa la
porta. Si massaggiava nervosamente il collo, forse
comprendendo per la prima volta la gravit della situazione.
Mi sa che una cosa seria.
Ma che cazzo ti saltato in mente, si pu sapere?, gli
domandai. Ci scateneranno dietro gli sbirri! Lo sai questo, s?
Eh? La mia sbroccata non gli fece n caldo n freddo. Quel
deviato di mente era partito per la tangente.
Fanculo! Torniamo indietro e castriamo quel cazzone!
La prendo io la colpa.
Ma perch non ti dai una calmata?, intervenne Tyler.
Gli hai gi sfigurato il volto. E soltanto perch ti ha sporcato
la giacca.
Teo si volt verso Tyler e lo guard con occhi spiritati.
Hai stretto un patto con lui. Gli vuoi far scopare anche tua
madre, eh?
Cosa?, domand Tyler esterrefatto.
Daccordo, feci io, surclassando le voci di entrambi.
Sentitemi bene. Tu, Teo, metti via quella maledetta lama e
schiarisciti il cervello. E tu, Tyler, vedi di non mangiarti altri

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funghetti stasera. Io vado a cagare. Sono due giorni che non ci


riesco.
Ignora questincubo, pensai, varcando la porta del
bagno. Sedendomi poi sulla tazza di quel cesso angusto e
malridotto, cominciai a pormi una serie di domande che
sembravano non trovare risposta. Cosa stavo facendo l? Che
significato aveva quel viaggio? Stavo solo vagando sotto
leffetto di qualche droga o ero davvero in quella camera
dalbergo in compagnia di quei due sbandati? Chi erano tutte
quelle persone che avevo visto in giro per Amsterdam? Le loro
facce? Sembravano delle copie imbruttite di rapper americani,
di squali della finanza, di venditori ambulanti in un mercato
rionale. E Ges benedetto, di quei soggetti ce nerano un fottio
ad Amsterdam. Tutti l con la speranza di ingroppare a sangue
il sogno olandese.
Cristo! La droga spingeva forte sullacceleratore e io
lasciavo che mi trasportasse chiss dove senza opporre
resistenza. Non riuscivo nemmeno a cagare. Avevo bisogno di
fumare o di bere ancora. Dovevo farlo per la mia salute.
Quando uscii dal bagno, la scena che ebbi davanti agli
occhi fu del tutto ributtante. Teo sembrava non essere neppure
in grado di reagire, stordito comera di fronte a una partita di
freccette trasmessa alla tv.
One hundred and eighty!
Chiss se ci stava capendo qualcosa.
E Tyler? Che cazzo ci faceva affacciato alla finestra?
Guardie!, inizi ad urlare in direzione della strada.
Tengo un chilo de fumo!

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Ignora questincubo, mi ripetevo nella testa. Tyler era


solo un altro orrendo profugo della generazione cresciuta negli
anni Novanta. Il nostro carissimo amico non riusciva proprio a
dire basta alle scorribande giovanili, ai deliri notturni e alle
generiche manifestazioni di immaturit di quegli anni che
furono. Be, se per questo, anchio cero dentro con tutte le
scarpe.
Marzo 2001, la memorabile gita ad Amsterdam dei
ragazzi del 5E. Ricordo quelle strambe notti allIbis Hotel.
Ero l. Madre di Dio, eccomi l, vittima della curiosit
imperante, un tipico coglione che assumeva tutto quello che gli
capitava sotto tiro.
Strani ricordi in quella nervosa notte ad Amsterdam.
Erano passati sette anni? Otto? In realt, sembrava una vita,
quel genere di apice che non sarebbe mai pi tornato. Perch
Amsterdam agli arbori del nuovo millennio era un posto
speciale in un momento speciale di cui fare parte. Ma nessuna
spiegazione, nessuna miscela di parole, musica e ricordi poteva
intaccare la consapevolezza di essere stato l, vivo, in
quellangolo di tempo e di mondo. Cera follia che vagava in
ogni direzione, a ogni ora, sprizzava scintille ovunque. Cera
una fantastica, universale sensazione che qualsiasi cosa stessi
facendo fosse giusta, che stessi vincendo, contro chi non mai
stato dato saperlo. Era quello, credo, il mio principale appiglio.
Non avevo bisogno di sapere chi fosse di preciso il mio
nemico, la mia energia avrebbe prevalso su tutti i mali del
mondo. Avevo tutto lentusiasmo e la forza necessaria per
scalare anche la montagna pi alta.

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Ma quelli erano altri tempi. In quella stanza dalbergo,


meno di otto anni dopo, potevo solo provare a esorcizzare il
futuro fermando gli anni gi corsi tra le bravate adolescenziali,
i viaggi poveri e le lunghe, infinite notti in cui la follia la
faceva da padrona. Lunica cosa che mi rimaneva era una serie
di ricordi sinistri e atroci lampi del passato.
Per quante notti e strane mattine era andata avanti
quella storia? Quanta merda avevo assunto in quei giorni? La
droga mi aveva alterato il cervello, era chiaro. Quale sarebbe
stata la prossima fase? Forse uno di quegli incubi introspettivi,
diabolici e intensi, quattro ore o gi di l di disperazione
catatonica condita di dettagli sempre pi raccapriccianti.
Qualcosa di brutto era successo in quei giorni, ma non riuscivo
a ricordare cosa. Terribili borbottii, ricordi sinistri e
frammentati che spuntavano dalla nebbia del tempo. Quelle
sagome non avevano n capo n coda.
Avevo perso la memoria.
Cavevo completamente perso la testa in quella citt del
cazzo.

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Capitolo XVI

Lasciammo lalbergo dopo aver fatto colazione. Tutto sommato


le cose erano andate abbastanza bene, a parte un inconveniente
dellultimo momento, un piccolo disguido che Judas ebbe con
la receptionist.
Vuoi chiamare la police? Vuoi chiamare la police?
Chiama la police con questo coltello infilato nella gola!
La donna ci fece andar via senza ulteriori intoppi. Fu la
vista della lama, probabilmente, a convincerla. Lama che
costrinsi a buttare appena usciti dallalbergo, prima di portare a
compimento lultima tappa del nostro viaggio.
Eccoci qua!, esclamai, mostrando ai miei amici il
palazzo progettato da Renzo Piano. Nemo Science and
Technology. questo il posto giusto dove andare. Qui nessuno
ci romper le palle.
Ragazzi!, esclam Tyler con lo sguardo perso nel
cielo. La Purple Haze sta facendo effetto.
Figlia benedetta degli anni Settanta! Una sativa nata
dellincrocio non stabilizzato di variet colombiane, messicane,
indiane e thailandesi. Per chi non lo sapesse, esistono erbe
sativa e erbe indica. Al di l della struttura e dellaltezza della

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pianta, la differenza sta tutta negli effetti psicoattivi. La


cannabis sativa ti colpisce il cervello, facendoti diventare
estremamente euforico. lideale per chi fuma per scopi
terapeutici, un perfetto palliativo. Ok, nessun medico ce
laveva prescritta, ma dopo due giorni trascorsi a quei ritmi
anche noi avevamo bisogno di un po di sollievo.
Lindica, invece, unerba che va presa con le molle. Se
non sei abituato, ti fa comportare come un ebete. Ansia, vista
offuscata, lingua e muscoli intorpiditi. La mente si rifugia in un
orrore tutto suo, il che divertente per chi ti guarda ma non di
certo per te che stai vivendo il tutto in prima persona. Se
avessimo fumato dellerba indica avremmo scambiato quel
posto per linferno, sicuro. Perch quando stai in paranoia
riesci pure a tenere testa a cose tipo vedere la nonna morta
seduta sulle tue ginocchia con il coltello tra i denti, ma mai
saresti in grado di affrontare uno sballo come quello. Il Nemo
Science and Technology infatti ci che oggi sarebbe il sabato
sera se non fossero esistite le scuole umanistiche, se il pianeta
fosse stato nelle mani di scienziati e ingegneri specializzati. Ma
con la Purple Haze in corpo era tutto diverso. Dopo aver
fumato della Purple Haze, persino il mondo poteva sembrare
un bel posto in cui vivere.
Merda sciolta di Ges!, esclam Teo. Siamo finiti
nel paese dei balocchi.
Ci mentre Tyler intratteneva una conversazione con
una famigliola accanto a un gioco fatto di bolle di sapone.
Non colpa mia se il cane si fottuto il Papa. Io sono Tyler,
Tyler Durden. Nessuno dei suoi interlocutori ci stava capendo
qualcosa di quello che Tyler diceva.

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Intanto la fottuta Haze mi stava facendo sclerare. La


mia bocca armeggiava pazzamente nel tentativo di emettere
anche solo una parola. Risate mozze e sibili incomprensibili:
non riuscivo a tirar fuori nientaltro.
Sbarcate prima le pecore, poi le donne e i bambini,
insisteva Tyler, rivolgendosi ai soliti malcapitati. Ordine del
capitano Nemo.
La follia di questo posto andava avanti giorno dopo
giorno, ma nessuna sembrava dare la giusta rilevanza a questa
cosa. Esperienze e giochi virtuali sulla biosfera, sul cervello,
sui materiali: quelle diavolerie funzionavano alla grande, i
clienti venivano centrifugati in ogni stronzata possibile e
immaginabile, sembrava di stare in un parco di divertimenti per
svitati dal quoziente intellettivo altissimo. Fu allora che capii di
essere davvero capitato nel luogo ideale. Basta con le droghe
psichedeliche, quello era lo sballo che ci serviva prima di
togliere il disturbo e tornarcene a casa in grande stile.

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Capitolo XVII

Ormai era tutto finito. Avevamo violato tutte le norme possibili


e immaginabili, sfottendo gli abitanti, oltraggiando i turisti,
terrorizzando commessi e venditori di ogni genere. Lunica
speranza, pensavo, era la possibilit di aver talmente ecceduto
che nessuno che si trovasse nella posizione di condannarci
avrebbe creduto alla cosa. Ma ora ci rimanevano soltanto
quindici minuti per portare le nostre chiappe in aeroporto. Ce
lavremmo fatta?
Avanti!, gridavo allautista dellautobus, terrorizzato
dalla nostra sinistra presenza alle sue spalle. Avanti, cazzo!
Che ci facciamo in questa strada dimenticata da Dio?,
si chiese Tyler, mostrando poi un insperato senso
dellorientamento. Laeroporto l, dallaltra parte. Stiamo
sbagliando strada, accidenti!
Il pi calmo di tutti rimaneva Teo. In realt era soltanto
assorto nei suoi pensieri, come spesso accadeva. Cosa gli
balenasse per la testa, per, lo capimmo solamente pochi istanti
pi tardi. Finora non ho mai perso un aereo, disse,
avventandosi verso lautista e sradicandolo dalla sua
postazione. Togliti dalle palle, pezzo di merda!

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What are you doing?, url luomo, prima di ruzzolare


lungo il corridoio del veicolo.
Ora lautobus era ufficialmente nostro. Il prossimo
passo, forse, sarebbe stato convincere la regina Beatrice ad
abdicare in nostro favore. O magari, pi semplicemente,
provare ad arrivare puntuali allaeroporto.
Alzate la radio e abbassate quei maledetti finestrini,
ragazzi!, url Tyler in direzione degli altri viaggiatori allibiti.
Godiamoci il fresco dei Paesi Bassi!
Il viaggio prosegu con qualche piccolo spavento, ma
per fortuna nessun ciclista n altra anima viva incontrata per
strada fin investita dal nostro autobus.
Grazie mille!, esclam Tyler allautista spodestato,
una volta giunti in aeroporto. Non ho mai visto dei trasporti
pubblici tanto efficienti come i vostri. Ci metter una buona
parola in Italia. Promesso!
Mi trascinai con gli altri sullaereo, dove fui travolto
dallonda di disgustose vibrazioni emanate dagli altri
passeggeri. Ero talmente fuori di testa, arrivato a quel punto,
che non mi sarei preoccupato nemmeno di salire a bordo
completamente nudo e ricoperto di cancri purulenti. Mi ero
spinto cos oltre che cominciavo a sentirmi gradevolmente a
mio agio in quel nuovo stato di isteria permanente. Sentivo
tuttavia che il pi leggero malinteso con la hostess di volo
avrebbe potuto farmi indifferentemente piangere o ridere. La
donna parve avvertirlo, perch mi tratt subito con estrema
gentilezza. Era difficile immaginare cosa stesse pensando.
Possibile che avesse gi deciso di farmi prelevare da un enorme
spiegamento di forze appena atterrati a Roma. La fissai

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intensamente negli occhi, ma lei non lasci trapelare alcuna


emozione.
Ecco che ce ne stavamo andando da Amsterdam. Una
sola cosa ci divideva da casa: il cielo. Solo un manto celeste ad
alta velocit che ricopriva lEuropa. Poi il Grande Raccordo
Anulare, dritti verso la nostra destinazione. Con brio,
spavalderia. Noi, solo tre sballati in un mondo di sballati. Tre
prototipi di Dio, mutanti ad alta potenzialit neanche presi in
considerazione per una produzione di massa, troppo strani per
vivere e troppo rari per morire. Tutti impegnati in una dura
lotta per la sopravvivenza, muniti di tutto tranne dellunica
arma con cui ceravamo difesi sin dalla nascita: la
spensieratezza. Le responsabilit avevano infatti bombardato le
nostre esistenze senza lasciarci scampo. Era stata quella, a ben
pensarci, lunica falla del nostro viaggio. Andare ad
Amsterdam con lidea di comprarci un po di giovent a dieci
euro al grammo: ah, che sciocchezza! Ci che Amsterdam ci
aveva lasciato era soltanto lillusione di uno stile di vita che
non ci apparteneva pi, smarrito da qualche parte nelle nostre
flebili memorie.
Capimmo linganno. Tardi, ma lo capimmo.
Non ci rimaneva altro da fare che pregare. Pregare per
non perderci in un baratro che nemmeno le droghe o le nostre
giornate mandate in frantumi avevano saputo colmare. Pregare
di trasformare quellincubo in sogno, tutte le visioni grottesche,
tragiche e disperate in esperienze colorate e fantastiche.
Che Dio ce la mandi buona, mi ripetevo mentre
laereo effettuava il decollo. Che Dio abbia piet di noi porci.

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